INDIPENDENZA !! N - dosselli.it · la morale dei Cinesi, essendo il loro imperatore "figlio del...

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n.31 ANNO VI QVADERNI DI STORIA 30/01/2008 INDIPENDENZA !! N.4 Toni Liazza (da HISTORICA nuova) [email protected] C.P. 19 – 71016 SAN SEVERO ( FG ) C. Corr. Postale n. 21882766 intestato a Ezio Sangalli 1

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n.31 ANNO VI QVADERNI DI STORIA 30/01/2008

INDIPENDENZA !!N.4

Toni Liazza (da HISTORICA nuova)

[email protected] C.P. 19 – 71016 SAN SEVERO ( FG ) C. Corr. Postale n. 21882766 intestato a Ezio Sangalli

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Prefazione

In questo primo numero del Sesto anno dei Quaderni, facciamo un passo indietro di 150 anni con un interessante racconto di Toni Liazza, che dimostra come la rapacità finanziaria fosse già da allora, il vero scopo che muoveva le potenze democratiche e liberali a scatenare guerre nei paesi poveri del mondo, mascherando tali interventi e mostrando all’opinione pubblica, con la complicità dei media, come essi fossero animati da spirito umanitario e civilizzatore. Nel XX Secolo, il ruolo di padrone e controllore del mondo venne pian piano occupato dagli Stati Uniti d’America, che presero il posto del Regno Unito. Già nell’aprile 1907 un presidente degli States, Thomas Woodrow Wilson era stato stupefacentemente esplicito e sfacciato in una serie di lezioni tenute alla Columbia University:«Dal momento che il commercio ignora i confini nazionali e il produttore preme per avere il mondo come mercato, la bandiera della sua nazione deve seguirlo, e le porte delle nazioni chiuse devono essere abbattute... Le concessioni ottenute dai finanzieri devono essere salvaguardate dai ministri dello stato, anche se in questo venisse violata la sovranità delle nazioni recalcitranti... Vanno conquistate o impiantate colonie, affinché al mondo non resti un solo angolo utile trascurato o inutilizzato».Di fatto, il colonialismo non è mai cessato. Oggi truppe americane con l’aggiunta dei loro alleati-sudditi europei, sono presenti in armi in oltre 80 nazioni del mondo.E noi italiani ? A fronte della grave condizione di molte famiglie italiane e di milioni di onesti lavoratori, Il governo italiano ha speso somme enormi per queste “missioni di pace “ in paesi che non ci hanno mai attaccati, che non rappresentano un pericolo per noi e che non hanno chiesto di essere “liberate” o democratizzate.In Kosovo dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2001 1.549 miliardi di lire, dal 1 gennaio 2002 al 30 giugno 2006 1.827.868.000 di euro, per un totale in lire di 5.204 miliardi (quanto una finanziaria!!!) In Bosnia 195.895.000 di euro e in Albania, divisa in due missioni (Albania 1 e Albania 2), 510 miliardi di lire . In Iraq dal 1 giugno 2003 al 30 giugno 2006 (quindi per soli 3 anni), la “missione di pace” che ha provocato ben 35 morti italiani , ed è costata 1.534.604.000euro Non è finita qui: ci sono moltissime altre spese che sosteniamo inconsapevolmente. Il SISMI per i servizi d’intelligence militare in Afghanistan ha ricevuto 23 milioni di euro. Interessante è pure la stratosferica bolletta del telefono per i collegamenti satellitari delle attività militari che ha raggiunto gli 11 milioni di euro! Anche la ricostruzione virtuale in 3D del museo di Baghdad fa la voce esageratamente e infinitamente grossa: ottocentomila euro!Ultime ma non per importanza, sono le spese della Croce Rossa italiana: ben 2

32 milioni di euro, per (soli) 70 addetti ai lavori, e per il solo ospedale di Nassiriya. Ospedale che fornisce assistenza medica ai militari e non ai civili, infatti tale struttura ha effettuato solamente 450 ricoveri civili in 3 anni di attività!

Ora, se siete un operaio, un bracciante, un muratore, un impiegato, un’infermiere, se sopravvivete insomma con il vostro magro salario; se siete preoccupati dei prezzi in continuo aumento e della sicurezza in continua diminuzione, provate a chiedere ai burattini politici che si danno il cambio al governo, agli ordini dei banchieri di Washington, perché usano il denaro prelevato dalle nostre buste paga per supportare gli obiettivi statunitensi, invece che per costruire case popolari, asili, scuole sicure e selettive, sostegni concreti al valore d’acquisto dei salari, ecc., ecc. ! E perché non mettono in atto misure che aiutino e privilegino prima le famiglie ITALIANE, e poi, se ne resta, gli stranieri ? E’ possibile che una giovane madre italiana con una figlia piccolo, che prende un misero stipendio di 1.200 euro al mese, non avrà mai una casa polare perché si inserisce nella lista ogni anno prima di lei, un congruo numero di islamici (figli, ricongiungimenti familiari e altro) ?

RICORDATEVENE quando sarete chiamati, ogniqualvolta, per votarli!

Questo avvincente racconto di Liazza è dunque attualissimo e perfettamente in tema con ciò che ci siamo prefissi di spiegarvi, dal primo numero di “INDIPENDENZA”, circa i responsabili, gli obiettivi, i metodi e l’epilogo della Seconda Guerra Mondiale, ed il modello di mondo che è stato imposto dai vincitori: la democrazia liberalcapitalista.

Seguiranno cenni sui rapporti mai cessati tra economia, politica e traffico di droga, con alcuni articoli molto eloquenti.

Come sempre, vi chiediamo di seguirci con attenzione, di porci domande, chiarimenti o consigli per approfondimenti. Vi chiediamo anche di fare leggere i Quaderni ad altre persone, così che una voce diversa, ribelle e non asservita, arrivi agli uomini ed alle donne sane ma inconsapevoli del nostro popolo.

Ezio Sangalli.

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CON DUE GUERRE CONDOTTE CONTRO LA CINA, GLI INGLESI REALIZZANO LA LEGALIZZAZIONE E L’ESCLUSIVA DEL COMMERCIO DELL’OPPIO SUL TERRITORIO CINESE, OTTENENDO ANCHE LA CESSIONE DI HONG KONG E ALTRE ZONE

IL FLAGELLO DELL’OPPIO SOTTO LE INSEGNE DELLA CORONA BRITANNICA

Soprattutto in Italia, esistono argomenti che giacciono sepolti nell’indifferenza degli storici, quelli veri o presunti tali, accomunati in un silenzio che potremmo definire tombale. Sono argomenti che investono di luce sinistra le cosiddette “democrazie” , le cui vicende storiche, anche lontane nel tempo, chiariscono come il loro dominio mondiale si fondi su autentici crimini, spesso di massa.” Certe verità sul passato, anche se lontano, sono certo strumenti utili per meglio comprendere di quale primogenita sostanza sia imbevuto il loro presente.

Negli Stati Uniti d'America vive un personaggio, il cui solo nome basta a mandare fuori di senno l'intera famiglia Bush, e non solo quella. É Lyndon

LaRouche Jr, un finanziere very cool, che, dopo avere accumulato un ingente patrimonio con fortunate operazioni alla Borsa di New York, ha deciso da alcuni anni di ritirarsi dagli affari e di dedicarsi alla filosofia della politica. A forza di rompere le scatole a presidenti, deputati, senatori e banchieri, Lyndon LaRouche Jr. nel 1988, è stato condannato a quindici anni di carcere per cospirazione, frode postale ed evasione fiscale. Imperterrito, ha continuato a far politica dietro le sbarre. Reputato bizzarro, il personaggio si è impegnato nella lotta contro le forze del male, identificate in religioni, forme di pensiero, organizzazioni e individui. Uno dei più pericolosi "agenti del male" nel mondo contemporaneo è, secondo Lyndon LaRouche Jr., la famiglia reale inglese, descritta come una congrega di degenerati, dediti a pratiche lussuriose e "responsabili" del traffico mondiale di sostanze stupefacenti. Può darsi che Mr. LaRouche esageri un pochino, ma, se

proviamo a grattare sotto la schermatura di conformismo e di rispetto umano che avvolge i personaggi della famiglia reale inglese, qualcosa di strano può saltar fuori, senza che si debba fare troppa fatica, a cercare avanti e indietro nel

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Lyndon LaRouche con una giovane sostenitrice,

durante una manifestazione

tempo.Nel luglio del 1997, è scaduto l' affitto di novantanove anni che permise alla Gran Bretagna, con la Convenzione di Pechino del giugno 1898, di prolungare l'occupazione di Hong-Kong, della penisola di Kow-loon e di tutte le isole e baie vicine. La restituzione di Hong-Kong alla Repubblica Popolare Cinese fu celebrata con manifestazioni e spettacoli che furono irradiati dalle televisioni di tutto il mondo. Innumerevoli furono i servizi pubblicati da quotidiani e periodici, ma nessuno di coloro che presero parte alla celebrazione dell' evento si prese la briga di ricordare come e perché la Gran Bretagna fosse arrivata ad occupare quei posti. Svetonio attribuisce a Vespasiano il famoso detto "Pecunia non olet" (il denaro non ha odore); ma nessuno ha mai scritto qualche cosa circa il lezzo delle brutte storie, che evidentemente esalano grevi fetori, considerata la cura con cui si provvede a seppellirle. La verità su Hong-Kong giace sepolta con i membri della famiglia Sassoon, che nel secolo XIX esercitarono, con la English East India Company, il monopolio del commercio dell'oppio, accumulando tali ricchezze da essere battezzati "i Rotschild dell' Estremo Oriente". L'oppio era lavorato in Cina fin dalla fine del XV secolo per produrre medicinali, usati per curare la dissenteria, il colera e altre malattie. Nel 1729, il governo imperiale cinese, preoccupato per i suoi effetti debilitanti, proibì la vendita dell'oppio miscelato con il tabacco e mise al bando le fumerie pubbliche. La vendita di oppio da fumo fu classificata come la rapina e l'istigazione all' assassinio, reati punibili con l'esilio o la morte. Le misure dei governanti cinesi non fermarono la Gran Bretagna, che stava subentrando nel commercio dell'oppio ai rivali europei, il Portogallo e l'Olanda. All'inizio del XVIII secolo la maggior parte dell'oppio presente sul mercato era prodotta nell'India soggetta a dominazione britannica. Mentre il governo cinese era occupato ad escogitare misure sempre più drastiche per stroncare il commercio della droga, i mercanti protetti dalla bandiera britannica facevano di tutto per incrementarne il traffico. Prima del 1839 la Cina era chiusa, isolata dal resto del mondo, eccettuati limitati scambi con l'estero che avvenivano nella città di Canton. Più che chiusa, la Cina poteva dirsi una potenza che controllava strettamente i contatti dei suoi abitanti con il mondo esterno. Le relazioni commerciali consentite erano organizzate in quello che era conosciuto come "Sistema Commerciale di Canton", essendo Canton l'unico porto cinese aperto al commercio con l'estero. I

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commercianti occidentali che riuscivano a raggiungere Canton potevano intrattenere rapporti con colleghi cinesi, autorizzati dal governo, organizzati in un gruppo chiamato "Gong Hang" (imprese autorizzate), che avevano il monopolio del commercio con l'Occidente. Anche il volume del commercio, i prezzi e le attività personali dei mercanti occidentali erano regolati dal "Gong Hang", che a sua volta rispondeva al governatore generale di Liang-Guang. Ai commercianti occidentali era proibito ogni contatto con i Cinesi, eccetto che nel commercio, e dovevano inoltre risiedere in un quartiere riservato della città. I motivi delle limitazioni al commercio erano molteplici, ma se ne possono individuare due, le più importanti: la politica estera dell'Impero Cinese di quel tempo, dominata dal senso di superiorità, e il desiderio di protezione dei propri confini. I Cinesi credevano allora che il paradiso fosse rotondo e la terra quadrata. Il paradiso proiettava la sua ombra circolare sul centro della terra; la superficie coperta dall'ombra era "Tian Xia", (la zona sotto il paradiso), la Cina stessa, il "paradisiaco regno di mezzo", mentre gli angoli del quadrato che risultavano esclusi dalla emanazione celeste erano governati dagli stranieri "yi", i "barbari". Secondo la morale dei Cinesi, essendo il loro imperatore "figlio del paradiso", i "diavoli stranieri" non avrebbero mai potuto essere su un piano di parità. A livello economico, la Cina viveva in autarchia, con un commercio interno autosufficiente. Il desiderio di proteggere i propri confini era generato dal timore suscitato dalla penetrazione britannica nei territori degli antichi confinanti, come l'India. Dopo la rivoluzione industriale in Europa era sorto il moderno imperialismo, alla ricerca di risorse e di mercati, che aveva portato all'esplorazione e alla colonizzazione dei territori meno civilizzati. La Cina era chiusa, ma non tanto isolata da non percepire gli echi della conquista delle Filippine da parte dei diavoli occidentali, della penetrazione in Malesia e della ribellione dei cristiani convertiti in Giappone. Nonostante le restrizioni governative, il commercio estero iniziò a svilupparsi in

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Il Palazzo Imperiale, all'interno della città proibita, chiamata dai cinesi "Città Purpurea"

Cina sul finire del XVIII secolo. Con l'aumentare dei traffici, l'Occidente si accorse di accumulare un crescente passivo negli scambi. Gli Occidentali erano ansiosi di migliorare la bilancia dei loro commerci; ma gli autarchici Cinesi non mostravano di essere interessati ai prodotti occidentali. Nel 1820 gli Occidentali, (leggi i Britannici), trovarono un prodotto che la Cina, pure conoscendolo, non produceva: l'oppio. Nel 1820 il contrabbando dell'oppio era a poco meno di 10.000 casse; nel 1830 era salito ad oltre 30.000 (per anno). Nel 1830, l'oppio in Cina era divenuto un vizio nazionale. Tutti gli uomini di età inferiore ai quarant'anni fumavano oppio. L'intera Armata Imperiale ne era dipendente. Grazie al contrabbando, il passivo della bilancia commerciale si trasformò per i Britannici rapidamente in attivo. La Cina non esportava abbastanza tè, seta e cotone per mantenere in equilibrio il commercio. Provò con l'argento, molto apprezzato in Occidente per la fine qualità. Nel 1835 - 1936 la Cina esportò argento per un valore di 4.500.000 dollari spagnoli ! Cinesi fumatori di oppio spesero 100.000.000 di taels, contro un totale delle entrate governative di soli 40.000.000 di taels. Il drenaggio di argento indebolì oltre misura il governo, tanto da indurlo ad aprire un dibattito che coinvolse la dinastia Ch'in-gh (Manciù) e i maggiori notabili. Il dibattito durò due anni e portò all' editto imperiale del 1839, di trentanove articoli, con cui l'Imperatore impose punizioni estremamente severe, inclusa la morte, per il commercio e il fumo dell' oppio. Il delegato imperiale Lin Ze Xu fu inviato a Canton per assicurare il rispetto delle regole e Lin, in due mesi, fece eseguire 1.600 arresti e confiscare 11.000 libbre di oppio. Costrinse i commercianti stranieri a consegnare 20.000 casse di oppio, che furono bruciate nel corso di una manifestazione pubblica. Le ceneri furono disperse nelle acque del fiume Chu-kiang. Fu un oltraggio che David Sassoon chiese alla Gran Bretagna di vendicare. Quando Lin Ze Xu ordinò che Canton dovesse essere completamente chiusa al commercio con l'estero, i Britannici aprirono le ostilità e iniziò così la Prima Guerra dell'Oppio, con il Royal Army in veste di forza mercenaria al servizio dei Sassoon. I Britannici attaccarono città e bloccarono porti, senza incontrare grandi resistenze, con l'Esercito Cinese stremato da dieci anni di dilagante assuefazione alla droga. La Prima Guerra dell'Oppio durò dal 1840 al 1842 e terminò con la vergognosa sconfitta della Cina. Il trattato includeva provvedimenti atti a garantire ai Sassoon il

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diritto di schiavizzare con l'oppio un intero popolo. Con il “Trattato di Pace” la Gran Bretagna ottenne: «1) la piena legalizzazione del commercio dell’oppio sul territorio cinese; 2) il risarcimento in numero di 2.000.000 di Sterline per i depositi di oppio sequestrati e distrutti da Lin; 3) la sovranità territoriale della Corona Britannica sui diversi territori e isole al largo della costa.

Il primo ministro britannico Palmerston scrisse al Delegato della Corona Capitano Charles Elliot che il trattato non era abbastanza soddisfacente e che avrebbe dovuto essere respinto perché: “dopo tutto, la nostra potenza navale è così forte che possiamo dire all’Imperatore cosa intendiamo ottenere, piuttosto di chiedere cosa egli vorrebbe concedere; noi dobbiamo pretendere che

l’oppio sia lasciato entrare all’interno della Cina come articolo di commercio legale, l’aumento dei pagamenti a titolo di indennizzo e l’accesso a diversi altri porti della Cina”. Così, la Cina non solo fu costretta a pagare ai Sassoon il costo del loro oppio sequestrato e distrutto, ma anche a rimborsare alla Gran Bretagna il costo della guerra, per l’inaudita somma di 21.000.000 di Sterline. Il Trattato concesse i diritti di monopolio per distribuire l’oppio nelle città portuali ai Sassoon, che però non rimasero abbastanza soddisfatti e chiesero il diritto di smerciare l’oppio su tutto il territorio cinese. I Ch’ing (Man-ciù) si opposero e il Royal Army attaccò nuovamente, nella “Se-conda Guerra dell’Oppio”, combattuta dal 1858 al 1860. Palmerston dichiarò che tutto l’interno della Cina sarebbe stato aperto senza limitazioni al traffico dell’oppio. I Britannici accusarono la sconfitta ai Forti di Taku, nel giugno del 1859, quando marinai inviati ad occupare i porti furono abbattuti nella rada resa inagibile dal fango. Diverse centinaia furono uccisi o catturati. L’infuriato Palmerston disse: «Impartiremo una tale lezione a queste perfide orde, che il nome dell’Europa diverrà d’ora innanzi un sinonimo di paura». Nell’ottobre dello stesso anno i Britannici assediarono Bejiging (Pechino). Quando la città cadde, il comandante britannico lord Elgin ordino che templi e altri luoghi sacri della città fossero saccheggiati e rasi al suolo, a dimostrazione del disprezzo britannico per i Cinesi. Col nuovo Trattato di Pace del 25 ottobre 1860 alla Gran Bretagna furono concessi i diritti per espandere il commercio dell’op-pio fino a coprire sette ottavi del territorio cinese, col risultato di oltre 20 milioni di libbre vendute nel solo

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Fumatori d'oppio a Shanghai

1864. In quell’anno, i Sassoon, importarono 58.681 casse di oppio, che salirono nel 1880 a 105.508 casse, facendo dei Sassoon gli Ebrei più ricchi del mondo. Alla Gran Bretagna fu ceduta la penisola di Hong Kong, come colonia con importanti porzioni di Amoy, Canton, Ning Po e Shanghai. I Sassoon furono in condizione di smerciare oppio in ogni zona controllata dai Britannici, realizzando enormi entrate attraverso la rete dei loro agenti e correligionari. Però il governo Britannico, allora, non permise di importare oppio in Europa.Con le due guerre dell’oppio, a una famiglia di trafficanti ebrei inglesi viene concesso il diritto di schiavizzare un intero popolo

Toni Liazza

(1) – Di quell’autentico criminale che fu Palmerston, ecco le definizioni apparse su due dizionari enciclopedici italiani: «Liberale, fautore di una politica di prestigio sul piano internazionale». (Garzantina 2004). «Conservatore illuminato e moderatamente progressista.. Favorevole al principio dell’autode-terminazione dei popoli. Fu uno dei più illustri modelli della politica inglese intorno alla metà del XIX secolo». (Dizionario enciclopedico De Agostini)

(2) - Lord Palmerston, per avvalersi dell'apporto indispensabile della finanza ebraica, fondò l'Ordine di Sion, mantenuto finanziariamente coi contributi delle famiglie dell'aristocrazia sionista, le quali avevano stretti, rapporti con l’oligarchia britannica fin dai tempi della fondazione della Banca d'Inghilterra. L'Ordine di Sion era controllato dalla Commissione Britannica dei Deputati, fondata fin dal 1763. Gli ebrei Moses Montefiore, (L’«ebreo favorito della Regina Vittoria»), Benjamin Disraeli (che sarebbe poi diventato primo ministro inglese) e i Rothschild si accordarono a interferire nella politica americana, e nel 1843 fondarono il B'nai Brith, gran loggia del Rito Scozzese per gli ebrei residenti negli Stati Uniti. Il B'nai Brith ebbe quartiere generale al n. 456 di Grand Street a Manhattan, nella casa di Joseph Seligman, commerciante di tessuti. Seligman è un nome che si incontra ancora a Wall Street con quello dei sionisti contemporanei Belmont, Loeb, Schiff e Lazard.

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Lord Palmerston

Breve articolo di Michel Chossudovsky

La decisione di Bush di intraprendere questa guerra infinita e globale segna la crisi più grave della storia moderna. Nel discorso al Senato del gennaio 2002, il presidente ha dichiarato che gli Usa sono disposti a ricorrere anche alle armi nucleari. La decisione corrisponde a una militarizzazione di tutta la società

americana e di tutte le sue istituzioni: il che è contro una legge vigente da 140 anni, che confinava il militare a un solo settore della società americana.

Chi comanda in Usa? Sotto il governo Bush, l'apparato militare e di intelligence ha chiaramente

preso le redini della politica estera, in stretta consultazione con Wall Street. Nel "nuovo ordine mondiale" gli strateghi militari del Dipartimento di Stato, del

Pentagono e della Cia hanno il controllo della politica estera. I poteri dietro questo sistema sono quelli delle banche e delle istituzioni finanziarie globali, del complesso militare - industriale, dei conglomerati petroliferi ed energetici, dei grandi gruppi biotech e dei potenti giganti

dell'editoria e della comunicazione, che fabbricano le notizie e influenzano apertamente il corso degli eventi mondiali con informazioni palesemente distorte.

Va notato anche come l'apparato statale Usa si stia "criminalizzando": vari funzionari, che occupano posti chiave nell'amministrazione Bush e ora

pianificano la cosiddetta "guerra al terrorismo", erano dirigenti del Dipartimento di Stato che, nel governo Reagan, usarono i proventi illeciti del narcotraffico per finanziare l'invio di armi ai Contras (mercenari filoamericani) in Nicaragua, per rovesciare il governo nazionale e socialista di quello Stato. Uno è Richard

Armitage, attuale vicesegretario di Stato; un altro è Elliot Abrams, direttore generale del Consiglio di sicurezza nazionale per la democrazia, i diritti umani e

le operazioni internazionali.Richard Armitage è stato anche uno degli artefici del sostegno segreto degli Usa

ai mujaheddin e alla "base islamica militante" durante e anche dopo la guerra sovietico-afgana.

Finanziato dal narcotraffico della "Mezzaluna d'oro" (Pakistan, Afghanistan, Iran), questo modo di operare è rimasto sostanzialmente invariato ed è tuttora parte integrante della politica estera statunitense. È documentato che i miliardi di dollari del narcotraffico costituiscono per la Cia una fonte

di finanziamento illecita…

Un programma che continua È in atto un crescente ricorso ad attività criminose per la conquista di nuove

aree al sistema di libero mercato. Lo scenario della guerra annunciata ha poco a che fare con l'ideale sbandierato di rendere il mondo più sicuro dai terroristi e da

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chi vuole usare le armi di distruzione di massa. Il problema vero è il dominio di un'area (Caspio, Iraq, Iran) che ha il 70% delle riserve mondiali di petrolio. È un'area che da anni gli Usa hanno programmato di sottrarre al controllo

russo. Già nel 1994, con il governo Clinton, i documenti della Sicurezza parlavano di sistemare prima l'Iraq e poi l'Iran. Non sono solo parole, sono

programmi. L'asse anglo-americano è in atto anche nelle alleanze delle compagnie petrolifere, a scapito delle compagnie europee. I fatti dell'11

settembre servono egregiamente a giustificare operazioni già programmate ben prima. La storia della "guerra al terrorismo" è una mistificazione pura e semplice. Nei documenti Bin Laden è sempre definito come "risorsa", non come "nemico":

una risorsa da sfruttare per le lotte di attuazione dei programmi stabiliti. Documenti di pubblico dominio provano, infatti, il coinvolgimento

dell'amministrazione Clinton nella fornitura d'armi in Bosnia ad Al Qaeda. Anche l'Uck del Kosovo è stata a lungo sostenuta dagli Usa con armi e addestramento,

in concomitanza con Al Qaeda. In Macedonia, nel 2001, lavoravano come consiglieri dell'esercito di liberazione

(un prolungamento dell'Uck del Kosovo) esperti militari sia degli Usa che dei mujaheddin. Il motivo è sempre lo stesso: destabilizzare aree che altrimenti

potrebbero servire al "nemico".

Collaborazione tra Cia, Isi e Al Qaeda È in questa prospettiva che si spiega, a partire dalla fine degli anni '70, la

collaborazione tra la Cia e Al Qaeda in Pakistan. La Cia ha operato nell'area non direttamente, ma attraverso l'Isi (Inter Services Intelligence) del governo

pakistano, diventato sempre più consistente. In pratica è un'emanazione o una specie di succursale della Cia. Attraverso l'Isi, i servizi segreti pakistani, la Cia

ha avuto un ruolo chiave nel formare i mujaheddin alla guerriglia, mentre l'addestramento era integrato dai fondamentalisti wahabiti. È così che sono

emersi e si sono diffusi i Taliban. Documenti noti provano il ruolo chiave dell'Isi nell'addestramento militare,

abbinato all'indottrinamento islamico intensivo, dei due principali eserciti ribelli della Cecenia. Ancora l'Isi, col tacito consenso del governo Usa, ha fomentato le numerose insurrezioni secessioniste islamiche nel Kashmir indiano fin dagli anni

'80, come pure lungo i confini della Cina con l'Afghanistan. Ma i fatti più inquietanti hanno come teatro proprio gli Usa. Dopo la clamorosa notizia lanciata il 16 maggio scorso dal New York Post, "Bush sapeva" i media

americani hanno chiesto che si facesse luce su due documenti messi a disposizione del presidente prima dell'11 settembre, riguardanti possibili attacchi di Al Qaeda. Ma questo non è stato che un diversivo, per distogliere l'attenzione su altre cose ben più importanti: non solo nessuno ha parlato del ruolo della Cia

e delle sue passate collaborazioni con Al Qaeda, ma tutti hanno taciuto a proposito della decisione dell'amministrazione Bush, presa nelle "consultazioni dopo l'11 settembre", di collaborare direttamente con l'Isi, nonostante le prove

dei suoi attuali collegamenti con Bin Laden e i Taliban, e nonostante il suo

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presunto ruolo nell'assassinio del comandante Massud, due giorni prima dell'attentato delle Due Torri.

Ma c'è di più. Il colmo è stato rivelato da un articolo del The Times of India del 9 ottobre 2001, che si basava su una relazione dei servizi segreti del governo

indiano: c'erano legami tra il gen. Ahmad, capo dell'Isi, e Mohamed Atta, il presunto capo degli attentatori; ci sono le prove di 100mila dollari versati dal capo dell'Isi all'attentatore. Investigazioni dell'Fbi hanno confermato questi

versamenti. Ancora. Il capo dell'Isi, dal 4 al 13 settembre si trovava a Washington in visita

ufficiale: tra il 4 e il 9 aveva incontrato vari funzionari, tra cui G. Tenet, capo della Cia; la mattina stessa dell'11 settembre era a colazione con P. Goss e B.

Grahan, presidenti delle Commissioni della camera e del senato per i servizi segreti; nei giorni seguenti ebbe un incontro con il segretario di Stato Colin

Powel e due incontri con il vicesegretario Armitage, che negoziò un accordo per la "collaborazione" del Pakistan.

Tutti questi fatti richiederebbero, come minimo, una seria inchiesta: Bush era a conoscenza di tutti i dettagli riguardanti il gen. Ahmad e i suoi legami con Al

Qaeda? Cosa stavano facendo Goss e Grahan assieme al presunto finanziatore degli attentatori dell'11 settembre, a colazione al Capitol Hill, proprio quel

giorno? Certo che è strano: subito dopo l'11 settembre, il governo Usa decise la

collaborazione dell'Isi pakistano "per catturare Bin Laden", nonostante il fatto (documentato dall'Fbi) che l'Isi avesse finanziato e aiutato i terroristi dell'11

settembre. È come chiedere a Al Capone di combattere Cosa Nostra.

MICHEL CHOSSUDOVSKY

Michel Chossudovsky è docente di economia all'Università di Ottawa. È membro attivo del movimento canadese contro la guerra. Le idee e la documentazione richiamate nella relazione sono esposte in forma più estesa nel suo recente libro: Guerra e globalizzazione, la verità dietro l'11 settembre e la nuova politica americana, Ega, 2002.

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I Nuovi mercanti di morte

Gli Stati Uniti d’America, guardiani del mondo e veicolanti una filosofia della vita fondata sul danaro, sono da anni, non ufficialmente, a capo del traffico internazionale all’ingrosso, della droga.Numerose e coraggiose inchieste giornalistiche, mettono a nudo i loro accordi con i produttori di droga nel mondo. Dall’America Latina, dove narcotraffico e colpi di Stato si legano in un intreccio mortale finalizzato alla difesa delle multinazionali USA, signore e padrone dei popoli sfruttati

di Argentina, Cile, Nicaragua, Bolivia, Guatemala, dove feroci dittature permettevano ai capitalisti americani (e non solo) di sfruttare ed affamare i campesinos.Al Sud Est Asiatico dove le truppe americane imperversarono per decenni tra Vietnam, Cambogia, Indonesia e Filippine, attraverso l’instaurazione di dittature sanguinose e vere e proprie guerre, come in Vietnam dove, prima di essere costretti ad andarsene, ammazzarono 1.250.000 vietnamiti.Ed al Medio Oriente, con due guerre all’attivo, in Afghanistan, dove i Talebani avevano messo al bando la coltivazione dell’oppio, e in Iraq (questa volta con l’aiuto fattivo delle democrazie europee) ed ancora colpi di Stato come in Pakistan.

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Carcere di Abu ghraib in Iraq: immagine ripresa con un telefonino e venduta ai media

Bambini vietnamiti scappano dai loro villaggi bombardati con il napalm.

O in Europa, attraverso per esempio l’imposizione di un Kosovo indipendente, con l’aiuto alle milizie dell’ UCK che da anni controllano il traffico di stupefacenti lungo la “via della droga”.Una di queste inchieste giornalistiche costò la vita all’autore, ecco in breve la sua storia.

“Gary Webb, coraggioso giornalista investigativo che è stato vittima dei più feroci attacchi da parte del sistema mediatico a danno di un reporter, è stato trovato morto venerdì scorso, sembrerebbe si sia suicidato.” Notizia Reuter : 10 dicembre 2004

Nell’agosto del 1996, Webb scrisse uno dei primi pezzi giornalistici che arrivavano a raggiungere un’audience di massa attraverso Internet: un articolo esplosivo, di 20,000 parole, in una serie di tre storie che documentavano le connessioni tra i trafficanti di cocaina, l’epidemia del crack degli anni ’80 e i paramilitari Contras nicaguaregni organizzati dalla CIA. Gli articoli suscitarono grande interesse fra le comunità afro-americane, portando a proteste di piazza, ad un continuo dibattito sulle radio nere e alla richiesta, da parte dei membri del Black Caucus al Congresso, di un’investigazione governativa. Ma alcune settimane più tardi, Webb venne investito da una rabbiosa sferzata da parte dei mass media nazionali, che non erano abituati a vedere sminuito il loro ruolo di gatekeeper per mano di un medium emergente quale era la rete.

La serie al tritolo di Webb, per il San Jose Mercury News, documentava che fra i fondatori dei Contras si annoveravano narcotrafficanti che avevano avuto un ruolo fondamentale 14

Blandon

nell’epidemia di crack che aveva colpito Los Angeles e altre città. I pezzi di Webb si concentravano su Oscar Danilo Blandon, un trafficante di cocaina ed informatore dell’FBI, che aveva un tempo testimoniato in una corte federale: "qualunque cosa portassimo a Los Angeles, i profitti andavano alla rivoluzione dei Contras". Blandon

testimoniò che il colonnello Enrique Bermudez, un uomo della CIA che aveva condotto i paramilitari contro il governo Sandinista, era al corrente che i finanziamenti arrivavano dalla droga. (Bermudez era colonnello durante la dittatura di Somoza in Nicaragua.)

Webb raccontò che alcuni funzionari governativi lamentavano che la CIA aveva insabbiato delle prove sul legame con la droga di Blandon e del suo partner Norwin Meneses, in nome della sicurezza nazionale. La droga di Blandon scorreva per Los

Angeles e in altre città grazie alla leggendaria "Freeway" di Ricky Donnell Ross, che forniva crack alle bande dei Crisp e dei Bloods.Se gli articoli di Webb hanno forse esagerato un po’ i fatti nel presentare le prove (una controversa immagine sul sito del Mercury News rappresentava un tizio che fuma crack in sovrimpressione sul simbolo della CIA), questa documentazione ha però smosso enormemente quella storia "CIA-Contras-cocaina" che i media nazionali hanno cercato di nascondere per anni. Ogni esagerazione nella versione del Mercury News veniva oscurata da un menzognero attacco a Webb da parte di New York Times, Washington Post e Los Angeles Times.

Il Washington Post e gli altri criticavano Webb per essersi riferito ai Contras come "l’armata della CIA" – un’obiezione assurda, visto che diverse fonti, compresi i leader dei Contras sostenevano che era stata la CIA a costituire il gruppo, sceglierne e stipendiarne i capi e dirigere le strategie di guerriglia quotidiana.

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Bermudez

Meneses

Rubrica: IL MALE ASSOLUTO !! (ciò che non devi sapere)

LEGIONE AUTONOMA ETTORE MUTIRapporto: MARTEDÌ 13 GIUGNO 1944 In località Lacchiarella nei pressi di Milano, dalle 7 del mattino le mondine del luogo entrano in sciopero rivendicando ragioni di carattere economico. Si reca immediatamente sul posto il "Tenente GaetanoPalizzolo" del II Btg. "Francesco Todeschini" accompagnato dal "Tenente Guglielmo Faggiotto", "dal S. tenente Guidi Sacchi", e da 50 arditi. Dopo aver ascoltato le rivendicazioni della commissione sindacale, in assenza dei datori di lavoro, nei locali del Municipio il Tenente Palizzoloperviene ai seguenti accordi: - aumento della paga giornaliera di Lire 5 per ciascuna mondina, raggiungendo così le 45 lire giornaliere, ed eliminando la sperequazione salariale rispetto alle mondine delle provincie vicine; - refezione calda, con somministrazione quotidianadi riso, carne e salumi in una misura maggiore. La rappresentanza sindacale fa riprendere immediatamente il lavoro.

16 La commissione sindacale della Muti

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