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Indice 1 Ettore Fieramosca’s House, Capua (CE) ............ 1 2 Un GIS per Sessa Aurunca: storia, archeologia e cultura alla portata di tutti .......................... 3 3 Gis e beni culturali: considerazioni sulle prospettive di inte- grazione e alcuni casi studio ................... 4 4 Nola tra monumenti e tradizioni ................ 6 5 Incidenti stradali coinvolgenti cani vaganti nella citt` a di Na- poli: valutazione e analisi mediante Geographical Information System (GIS) ........................... 10 6 L’informazione geografica a supporto della costruzione del pia- no d’ambito del servizio idrico integrato ............. 14 7 LiDAR: riprodurre in maniera perfetta la realt`a che ci circonda 16 8 GIS tools for mapping and classification of agricultural areas at risk of abandonment in terraced cultural landscapes .... 19 9 Universit`a e terza missione: GIS, strumento propulsore per raggiungere l’obiettivo ...................... 21 10 DB “in-f` olio”GIS realizzazione di una banca dati - e del rela- tivo software di gestione - per il monitoraggio, il controllo e la localizzazione dei lavori pubblici nella citt` a di Pescara .... 24 11 Applicazione GIS per la gestione e l’elaborazione di dati di mo- nitoraggio ambientale Esempio di integrazione tra Tecnologie Gis ESRI e tecnologie Microsoft ................ 26 12 Archeological survey a San Lorenzo Maggiore (BN): un esem- pio di applicazione GIS in supporto alla topografia antica . . . 28 13 Georeferenziazione dei dati archeologici per la gestione e valo- rizzazione dei siti storici, alcuni esempi nel Cilento: Elea-Velia e la Civitella ............................ 29 14 Un GIS per il centro antico di Napoli .............. 30 15 San Nicola di Bari’s church, Pietrafitta (CS) .......... 33 16 Il Sistema Informativo Territoriale dei borghi dimenticati: il caso studio di Roscigno vecchia ................. 35 1

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Indice

1 Ettore Fieramosca’s House, Capua (CE) . . . . . . . . . . . . 12 Un GIS per Sessa Aurunca: storia, archeologia e cultura alla

portata di tutti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Gis e beni culturali: considerazioni sulle prospettive di inte-

grazione e alcuni casi studio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 Nola tra monumenti e tradizioni . . . . . . . . . . . . . . . . 65 Incidenti stradali coinvolgenti cani vaganti nella citta di Na-

poli: valutazione e analisi mediante Geographical InformationSystem (GIS) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

6 L’informazione geografica a supporto della costruzione del pia-no d’ambito del servizio idrico integrato . . . . . . . . . . . . . 14

7 LiDAR: riprodurre in maniera perfetta la realta che ci circonda 168 GIS tools for mapping and classification of agricultural areas

at risk of abandonment in terraced cultural landscapes . . . . 199 Universita e terza missione: GIS, strumento propulsore per

raggiungere l’obiettivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2110 DB “in-folio”GIS realizzazione di una banca dati - e del rela-

tivo software di gestione - per il monitoraggio, il controllo e lalocalizzazione dei lavori pubblici nella citta di Pescara . . . . 24

11 Applicazione GIS per la gestione e l’elaborazione di dati di mo-nitoraggio ambientale Esempio di integrazione tra TecnologieGis ESRI e tecnologie Microsoft . . . . . . . . . . . . . . . . 26

12 Archeological survey a San Lorenzo Maggiore (BN): un esem-pio di applicazione GIS in supporto alla topografia antica . . . 28

13 Georeferenziazione dei dati archeologici per la gestione e valo-rizzazione dei siti storici, alcuni esempi nel Cilento: Elea-Veliae la Civitella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

14 Un GIS per il centro antico di Napoli . . . . . . . . . . . . . . 3015 San Nicola di Bari’s church, Pietrafitta (CS) . . . . . . . . . . 3316 Il Sistema Informativo Territoriale dei borghi dimenticati: il

caso studio di Roscigno vecchia . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

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17 Il GIS a supporto della costruzione delle infrastrutture verdi . 3818 Le infrastrutture verdi per ridurre la frammentazione urbana:

le periferie come riserva di resilienza per la citta . . . . . . . . 4019 Un modello di pianificazione per i distretti agro-energetici: il

caso della Tuscia Romana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4120 Un GIS per la conservazione e la valorizzazione

del patrimonio culturale in Campania: la Via Annia/Popilia . 4421 Spatio-temporal Extended Fuzzy C-Means Clustering Algori-

thm for Hotspots Detection and Prediction . . . . . . . . . . . 4722 Fuzzy Transforms Prediction in Spatial Analysis and its Ap-

plication for Demographic Balance Data in the Municipalitiesof the “Cilento and Vallo di Diano” National Park . . . . . . . 49

23 Sharing knowledge of Planetary Datasets through the Web-Based PRoGIS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50

24 GIS e nuove tecnologie mobile per la raccolta dei dati realtime, la mobilita sostenibile e per la gestione ottimizzata diflotte di mezzi e persone sul territorio . . . . . . . . . . . . . . 52

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GIS DAY 2015 – Abstract

1 Ettore Fieramosca’s House, Capua (CE)

Federica Nuciforo

architetto

[email protected]

The article’s purpose is to create the basis of a system GIS in order to obtaina urbanistic framing of the exam item. The study is articulated in threephases:

1. FIRST PHASE: acquisition of dates which will compose the SOURCEof information from which to work.

2. SECOND PHASE (PREPROCESSING): organization of the work bythe creation of different informative levels.

3. THIRD PHASE (PROCESSING): we have urban grading’s operationsby the overlap of hystoric cartographies e of the creation of hyperlinks.

FIRST PHASE: acquisition of dates which will compose the SOURCE ofinformation from which to work.

• Cartography in dwg format of Capua’s municipality (CE);

• Metric relief of the San Nicola di Bari’s Church;

• Historic cartography of Istituto Geografico Militare (IGM) 1954;

• Photographic relief of Ettore Fieramosca’s house.

SECOND PHASE (PREPROCESSING): the work is modelled on acartographic base in SHAPE format (.shp) Many informative levels, layers,help us to identify classes of buildings. Thanks to QUERY, these layers havebeen marked e then converted in SHAPE files:

• 201A0000 BUILDINGS

• 20300001 CHURCHES

A selection of this municipality has been made and then converted in aSHAPE file too.

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GIS DAY 2015 – Abstract

In order to create a clearer urban grading’s work, a cut has been made bythe input INTERSECT, which is a spatial selection criterion on ArcMap, ba-sed on the common points which this selection (the limit of the municipality)has with the basic SHAPE file (the cartography itself).

THIRD PHASE (PROCESSING): In this phase, operations planningframework are made. This is the purpose of the work.

1. Georeferencing of the historic cartography IGM (1954). Overlap, wi-th the control GEOREFERENCING, of the historic cartography IGM(1954) and the georeferenced cartography.

2. Ettore Fieramosca house’s georeferencing, with the control: “spatialadjustment”. The control SPATIAL ADJUSTMENT executes the su-perposition operation with the spotting of at least 4 control points (addcontrol points), identified in both the cartographies and it’s specifiedfor vector elements.

3. Realization of HYPERLINKS in order to pursue the photographicgrading.

In order to realize an HYPERLINK it’s necessary to create un new sha-pe file (photography) in the contenute table. Every shape file has got anattributes table, in which we will add many fields as are the photos of ourchurch. In the end Hyperlinks are linked to the shape file itself (photo). Itmeans that with a simple click on the interested plan’s point, it will appearthe corresponding image. In this phase are executed all transactions of urbangrading, which are the purpose of this work.

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GIS DAY 2015 – Abstract

2 Un GIS per Sessa Aurunca: storia, archeo-

logia e cultura alla portata di tutti

Olga Brandi, Giuseppina Fava, Daniela Galliano

[email protected], [email protected], [email protected]

Il progetto intitolato Un GIS per Sessa Aurunca rappresenta una valida oc-casione per la diffusione della conoscenza storica-archeologica della coloniadi Sessa e al contempo per la fruizione dei principali luoghi della culturapresenti in loco, attraverso il connubio, in ambiente GIS, di dati territorialiCad tradotti e connessi ad un tipo di informazione piu ampia. L’antica cit-tadina sorta alle pendici del vulcano di Roccamonfina e la sua stratificazionemonumentale sino ad epoca medievale rappresentano l’ambito geografico delprogetto.

La scelta di poter presentare questa location all’interno della piattaformaGIS, nasce soprattutto dalla piena consapevolezza della presenza di peculia-rita storiche-archeologiche inserite all’interno di un contesto paesaggistico-ambientale unico nel suo genere e degno di nota come testimoniato da nu-merose fonti e convalidato da nuove scoperte archeologiche che attestano lavitalita del sito sin da epoche pre-protostoriche.

Un GIS per Sessa Aurunca ha quindi l’obiettivo di presentare il sito inchiave moderna attraverso due significative azioni: la digitalizzazione deimaggiori monumenti storico-archeologici visibili in loco cartografandoli e l’u-tilizzazione di link tra oggetti cartografati e documenti esterni quali schededescrittive e immagini. L’idea finale e quindi volta all’elaborazione di layoutdi stampa con la localizzazione delle emergenze archeologiche utilizzabili perfinalita turistiche, e al contempo alla realizzazione di un primo nucleo di SITdocumentaristico-conoscitivo come base per nuove implementazioni.

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GIS DAY 2015 – Abstract

3 Gis e beni culturali: considerazioni sulle

prospettive di integrazione e alcuni casi stu-

dio

Francesco Miraglia

Dip. di Architettura e Disegno Industriale “L. Vanvitelli”

Seconda Universita degli Studi di Napoli

[email protected]

La salvaguardia del patrimonio culturale e divenuta, da diversi anni, un’e-sigenza di carattere anche economico. Si consideri il caso dell’Italia, chedetiene una ragguardevole quantita di beni, spesso vulnerati o, nei casi menogravi, necessitanti di costose attivita di manutenzione, cui sovente non seguo-no azioni che ne garantiscano la fruizione. Le operazioni di tutela, se unitealla scelta di destinazioni d’uso compatibili, possono invece rappresentare labase per una loro efficace utilizzazione economica.

Studi condotti dall’autore propongono l’integrazione con il GIS di proto-colli di ricerca per la datazione cronologica delle strutture storicizzate e dimetodologie di rilievo del degrado della materia per il restauro dei monumen-ti. I risultati delle iniziali sperimentazioni sono positivi. Ne deriva, anchesulla scorta dei predetti studi, che l’implementazione del GIS puo favorire lacreazione di nuove modalita di approccio verso la tutela dei beni culturali, cheprincipino dai territori che li custodiscono. Attraverso l’analisi territoriale,infatti, si puo organizzare una base di dati di straordinaria importanza, che,grazie all’ausilio di sistemi informativi territoriali, puo essere sistematizzatae divulgata.

Si immagini un portale dinamico, multipiattaforma, integrabile con op-portuni applicativi, attraverso il quale sia possibile conoscere con celerita -e con molteplici ipotesi di raffinazione della ricerca - i piu svariati indicatoririguardanti gli edifici interessati; questi ultimi non limitati, pero, alle strut-ture vincolate, gia inserite nella rete della conoscenza. Si pensi, invece, adiversi tessuti urbani (centri storici o porzioni di essi), agli elementi di cora-lita ambientale (edicole, ceppi funerari, etc.) e alle strutture con peculiaritadi carattere culturale (masserie, mulini, piccoli edifici storicizzati, etc.): benispesso non meritevoli, a giudizio degli enti di tutela, di essere vincolati.

Questo particolare approccio metodologico consentirebbe l’individuazio-ne, in linea con i dettami della Carta Internazionale del Restauro di Vene-zia (1964), di “monumenti” nell’accezione piu estesa del termine, costituenti

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l’ambiente urbano e paesistico che abbia valore di civilta di cui parla il sud-detto documento di tutela, gettando le basi per la salvaguardia di migliaiadi strutture oggi misconosciute o abbandonate al degrado.

Passo successivo sara l’immissione in rete del patrimonio, non solo pub-blico ma anche privato (pur con le restrizioni, per quest’ultimo, del dirittodi proprieta), per quanti - stakeholder interni (proprietari, impresa, forzalavoro) ed esterni (pubblica amministrazione, fruitori) - avanzassero l’esigen-za di utilizzare i beni, con interventi rispettosi, a fini economici. Si potra,a supporto delle varie iniziative, creare anche una “rete di affinita”, indivi-duando aree ad alta incidenza sotto il profilo della presenza di beni culturalicon caratteristiche similari; in tal modo, si potra realizzare una piattaformageografica di fruizione culturale e turistica, che offra tutte le informazioniutili alla conoscenza, ivi comprese quelle da riferirsi alla capacita di riutilizzocompatibile ed economicamente fattibile.

A margine delle considerazioni sopra riportate, il presente contributo ana-lizza anche una serie di siti tematici incentrati sui beni culturali, evidenzian-done, nella maggioranza dei casi, limiti legati, in particolare, alla settorialitadella proposta o alla scarsa integrazione rispetto ai contesti di fruizione.

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4 Nola tra monumenti e tradizioni

Filomena Mauriello, Marilena Napolitano

mena [email protected], [email protected]

architetti

1. Il contestoNola e un comune della citta metropolitana di Napoli. Il Comune esituato nella terza cintura nord della citta metropolitana di Napoli, anord-est del Vesuvio, in posizione pressoche baricentrica, nonche stra-tegica, rispetto a tutti i capoluoghi della regione Campania; e servitadalle autostrade Napoli-Bari e Caserta-Salerno e da due stazioni ferro-viarie. E inoltre il centro che da il nome all’Area Nolana. La strutturaurbanistica della citta e molto simile a quella storicamente descritta edefinita da A. Leone nel suo libro De Nola Patria, ma oggi satura diedifici di diversa natura che hanno preso il posto di vecchi monasteri odi complessi religiosi.

2. ObiettiviSecondo la definizione di Burrough (1986) il GIS e composto da unaserie di strumenti software per acquisire, memorizzare, estrarre, tra-sformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale. Il sistema GIS,infatti, consente di mettere in relazione tra loro dati diversi, sulla basedel loro comune riferimento geografico in modo da creare nuove infor-mazioni a partire dai dati esistenti. A partire da questa definizione,il nostro studio si e soffermato sulla creazione di un sistema informa-tico in grado di gestire e analizzare dati spaziali associando a ciascunelemento geografico una o piu descrizioni alfanumeriche. La tecnologiadi ArcMap e stata utilizzata per tutte le attivita di editing, analisi einterrogazione dati. In particolare, il nostro lavoro e stato finalizzatoal progetto di restauro della chiesa dei SS. Apostoli, sita nell’insula delDuomo.

3. La base cartograficaL’obiettivo di questa fase e stato quello di porre in essere una serie diazioni mirate alla raccolta delle informazioni cartografiche per definirela struttura di base del Sistema Informativo Territoriale. Tale base car-tografica e costituita da un’aerofotogrammetria; al fine di un correttoinserimento nel sistema, tale cartografia e stata sottoposta ad opera-zioni di acquisizione, normalizzazione, omogeneizzazione e bonifica dei

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layer informativi (ad esempio, editing per la chiusura dei poligoni) edinfine, conversione nel formato shapefile. Particolare cura e stata rivoltaal recupero del livello informativo relativo agli edifici di culto presentisul territorio, che ci ha consentito di rilevare la loro distribuzione sulterritorio.

4. Cartografia multilivelloUna volta creata la base cartografica, si e proceduto a realizzare inmodo coerente una base informativa multilivello di riferimento. At-traverso lo studio della cartografia attuale e quella storica si e potutoconstatare la delimitazione dell’area del centro storico riprende l’anda-mento delle mura medievali. La cartografia storica del XIX secolo, ac-quisita nel formato .jpg, sottoposta anch’essa ad operazioni di editinge di normalizzazione, successivamente, e stata georiferita nel sistemaGauss-Boaga consentendo la costituzione di una base cartografica inte-grata aerofotogrammetrica-storica. Infine, con lo stesso procedimento estato georiferito il PRG, acquisito in formato .jpg dal sito del Comunedi Nola.

5. Il centro storicoIl nostro studio, come detto in precedenza, si e soffermato sul centrostorico. La citta di Nola presenta un tessuto edilizio denso e concen-trato a ridosso del nucleo originario. Attraverso la pianta di Nola del1500 incisa da Girolamo Moceto ed allegata alla nostra cartografia dibase possiamo notare come la citta, all’epoca in cui venne effettuatala raffigurazione, era circondata da un terrapieno, da solide mura e datorri per un perimetro di circa 924 passi; quattro porte davano accessoalla citta ed erano denominate: Vicanzio, Portello, Samuele, Cortefella.Il muro perimetrale della citta era interrotto da frequenti torri quadra-te. La rete viaria aveva piu o meno la stessa conformazione di quellaattuale.

6. Gli edifici di cultoAll’interno del centro storico sono stati presi in considerazioni tutti gliedifici di culto, sui quali sono state redatte schede informative allegatepoi al nostro Sistema Informativo territoriale.

7. La chiesa dei SS. ApostoliLa chiesa, prospettante su via S. Felice, ha il suo ingresso posto lateral-mente rispetto all’intero corpo di fabbrica; sul lato meridionale confinacon locali adibiti ad attivita commerciale, mentre ad est ed ovest con-fina rispettivamente con il palazzo del Vescovo e con la sacrestia della

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Cattedrale, rimanendo cosı inglobata su tutti i lati. La chiesa, presentaoggi un chiaro impianto classico a tre navate, con numerose sovrastrut-ture, sia architettoniche che decorative, di stile barocco. Particolaree sicuramente l’ingresso esterno che non e in linea con la navata cen-trale, ma e posto su di un lato e consente l’accesso ad un postriboloche immette nella chiesa attraverso una scala marmorea a tenaglia, instile barocco, realizzata su disegno di Domenico Antonio Vaccaro. Lachiesa in tutta la sua vita ha avuto lunghi periodi di abbandono, al-ternati a periodi di splendore, che non sempre si sono rivelati dannosi;infatti proprio per il suo ruolo secondario, ha scampato quel processodi ristilizzazione.

7.1. L’evoluzione storicaLa Chiesa dei SS. Apostoli, per la sua storia millenaria, per gli elementistrutturali che la compongono, appartenenti ad epoche diverse, che vannodall’eta paleocristiana all’eta barocca, e da considerarsi il monumento piuimportante del complesso architettonico che la lega al campanile del Duomodi Nola e alla Cripta di S. Felice (quest’ultima inserita nel corpo di fabbricadell’attuale Cattedrale). All’interno del nostro progetto, e stato allegato unfile in formato word relativo alla descrizione dell’edificio.

7.2. Il progetto

La chiesa, annessa ad una struttura di grade prestigio come il Duomo di

Nola rientra all’interno del centro storico antico ad impianto medioevale,

dove, malgrado molteplici interventi successivi non tutti con esiti felici, e

ancora possibile trovare interessanti testimonianze architettoniche a partire

dal XIV secolo, con esempi d’epoca Romana, Rinascimentale, Barocca e

del periodo Umbertino simbolo della vivacita artistica e dell’importanza che

nell’alternarsi delle vicende storiche conobbe. L’accessibilita alla chiesa dei

S.S. Apostoli e garantita dalla vicinanza della Circumvesuviana e da un

servizio di trasporto su gomma che parte dalla stazione. La destinazione

funzionale della chiesa dei S.S. Apostoli deriva dal particolare contesto in

cui si trova. All’interno l’edificio accogliera una sala conferenze adibita a:

presentazione di libri, convegni, conferenze stampa, concerti, animazione per

bambini. Inoltre la sacrestia ospitera una mostra permanente destinata alla

tradizione dei Gigli di Nola considerati patrimonio dell’Unesco.

8. La tradizioneLa Festa dei Gigli e una festa popolare cattolica che si tiene ogni anno aNola in occasione della festivita patronale dedicata a San Paolino. Oggii gigli sono delle “macchine” alte circa 25-30 metri, a forma di piramide,costruiti essenzialmente con legno di abete, pioppo e castagno. Esistono

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attualmente tre Botteghe - Tudisco, Vecchione e Scotti - che portanoavanti, tenacemente ed al tempo stesso gelosamente, questa tradizioneoriginatasi in Nola presumibilmente in epoca Barocca. A tal proposito,e stato collegato al progetto un video relativo a tale festa.

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5 Incidenti stradali coinvolgenti cani vagan-ti nella citta di Napoli: valutazione e anali-si mediante Geographical Information System(GIS)

Giuseppina Mennonna, Carla Murino, Leonardo Meomartino

Centro Interdipartimentale di Radiologia Veterinaria

Universita degli Studi di Napoli Federico II

Fabiana Micieli, Alessandro Costagliola, Danila D’Angelo,

Orlando Paciello, Gerardo Fatone, Francesco Lamagna, Luigi Navas

Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzione Animale

Universita degli Studi di Napoli Federico II

Marina Pompameo

Ospedale Veterinario ASL NA1 Centro

Corresponding author : Giuseppina Mennonna, [email protected]

Introduzione: Gli incidenti stradali sono una conseguenza della maggioremobilita su ruota della societa moderna. La sicurezza stradale e ritenutamotivo di grande preoccupazione per l’ONU, tanto da lanciare la “Decadeof Action for Road Safety 2011-2020”. L’obiettivo della campagna e di in-crementare la sicurezza stradale per salvare 5 milioni di vite nel decennio2011-2020, con particolare riferimento alla tutela degli utenti della stradapiu vulnerabili. I pedoni e gli animali vaganti sono considerati gli utenti piuvulnerabili della strada, soprattutto nelle aree urbane. I dati ISTAT 2013indicano che il numero degli incidenti stradali e diminuito rispetto al 2012del 3,7% ma, da un resoconto dell’Enpa basato sui dati della Polizia di Statoe relativo agli incidenti verificatisi nel triennio 2010-2012, emerge che, men-tre e evidente un calo costante e generalizzato superiore al 17% dei sinistristradali, quelli che hanno coinvolto animali manifestano un’allarmante con-trotendenza. Nel triennio considerato, infatti, c’e stato un rialzo del 6% diincidenti stradali che coinvolgevano animali. In altri termini, mentre sonoin calo i sinistri imputabili al solo fattore umano, crescono quelli causatida abbandono, randagismo e crescita incontrollata di popolazioni di anima-li selvatici. E, quindi, necessario definire dei sistemi che possano in parte

Questo studio e stato finanziato dal Progetto di Ricerca Dipartimentale 2015 “Traumida investimento nei piccoli animali della provincia di Napoli: caratterizzazione epidemiolo-gica, comportamentale e anatomopatologica per la messa a punto di protocolli diagnosticie chirurgici ottimali” (Decr. Dir. PG 2015 0056521).

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prevenire tali incidenti. Per prevenire gli incidenti stradali, gli ingegneri deltraffico e i pianificatori urbani hanno bisogno del maggior numero di infor-mazioni possibili. Nell’analisi della sicurezza stradale, oltre a produrre laprevisione piu accurata mediante modelli statistici, e necessario visualizza-re le informazioni geograficamente, con mappe quali quelle create grazie alGeographical Information System (GIS), che permettono di evidenziare lezone e le aree a maggiore densita di sinistri stradali, ad esempio, medianteil calcolo della densita di Kernel (KDE)1. Tuttavia, mentre sono numerosi ilavori in cui il GIS e stato utilizzato per implementare la sicurezza stradaledei pedoni 2, non esistono analoghi studi che valutino il rischio di incidentistradali coinvolgenti cani vaganti. Obiettivo del nostro studio e stato valuta-re e analizzare gli incidenti stradali che coinvolgono cani vaganti nella cittadi Napoli utilizzando la tecnologia GIS.

Materiali e Metodi: E stato condotto uno studio retrospettivo, da gen-naio 2012 a dicembre 2013, sul database del Centro Interdipartimentale diRadiologia Veterinaria, del Servizio di Anatomia Patologica e dell’OspedaleVeterinario Universitario Didattico dell’Universita “Federico II” di Napoli, esulle cartelle cliniche dell’Ospedale per Animali senza Padrone dell’ASL Na1Centro. Sono stati inclusi tutti i cani vaganti (animali randagi e animali pa-dronali lasciati liberi o smarriti) coinvolti in incidenti stradali nella citta diNapoli. Le lesioni traumatiche sono state caratterizzate con tecniche di Ima-ging, in sede intraoperatoria o, in caso di morte, anatomopatologicamente.Di ogni paziente si registrava: l’indirizzo del luogo di ritrovamento, la datadell’incidente, il tipo di lesione riportata (scheletro e/o tessuti molli), la raz-za, la taglia, il sesso e l’eta. Relativamente all’eta, i cani sono stati suddivisiin tre classi: giovani (0-2 anni), adulti (2-7 anni) e anziani (maggiore di 7anni). Tutti gli incidenti sono stati geolocalizzati (latitudine e longitudine)mediante Google Earth. La distribuzione spaziale degli eventi e stata calco-lata mediante la KDE, utilizzando un software GIS (ArcGIS 10.2.2, ESRI,Redlands, CA, USA). L’influenza dell’eta, del sesso e della stagione dell’annoe stata valutata mediante il test del chi-quadro, rapportando il nostro cam-pione alla popolazione di riferimento dello stesso periodo, e ponendo comelimite di significativita p < 0.05.

Risultati Il campione e risultato costituito da 251 cani, con una significa-tiva prevalenza di maschi (54%) rispetto alle femmine (46%) (p < 0, 0001)e di soggetti appartenenti alla classe di eta dei giovani (57,5%) rispetto agliadulti (25%) e agli anziani (17,5%) (p < 0, 0001). La stagione dell’anno incui si e avuta la maggior incidenza di incidenti stradali e stata la primavera(p < 0, 0001). Le lesioni riscontrate erano 288 con una maggiore prevalenza

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GIS DAY 2015 – Abstract

di quelle a carico dello scheletro, 76,8%, rispetto a quelle dei tessuti mol-li, 23,2%. Il calcolo della KDE ha evidenziato sei aree di maggior rischiodistribuite in cinque quartieri (Pianura, Chiaiano, Scampia, Poggioreale ePonticelli).

Discussione Grazie alla tecnologia GIS e possibile riportare in forma graficale informazioni contenute in un database relativo a sinistri stradali mediantela produzione di mappe tematiche. Queste informazioni sono utili per met-tere a punto strategie di prevenzione nelle aree ad alta densita di sinistristradali. Il GIS e stato utilizzato per prevenire gli incidenti provocati daglianimali selvatici, ad esempio, in regioni come la Sardegna, dove il problemadei sinistri stradali conseguenti a investimento di animali selvatici e un pro-blema sempre piu preoccupante, soprattutto durante la stagione riproduttivadei grossi ungulati ma non e mai stato impiegato per analizzare il fenomenodei sinistri stradali causati o coinvolgenti cani vaganti.

Nel nostro studio pilota sulla citta di Napoli, per la prima volta, sonostate evidenziate delle zone a piu alto rischio di investimenti stradali coinvol-genti cani vaganti, utilizzando la tecnologia GIS e il calcolo della densita diKernel (KDE). Dai nostri risultati, e emerso che le aree a maggiore densita diinvestimenti stradali coinvolgenti cani vaganti sono sei. Queste aree appar-tengono a quartieri periferici della citta e sono caratterizzate dalla presenzadi strade ampie a scorrimento veloce, oltre che di molte aree verdi dove icani possono riunirsi in gruppo. Dai nostri risultati, si evince, inoltre, che,gli incidenti stradali coinvolgono cani vaganti giovani, quindi inesperti, pre-valentemente maschi. Cio e probabilmente legato alle lunghe distanze chequesti animali percorrono, su strade urbane, durante la stagione primaverile,alla ricerca del branco definitivo o di una partner.

Gli investimenti stradali di cani vaganti possono comportare anche dannialle persone o alle cose e tali danni, alla luce della sentenza della Cassazionen. 10638 del 2002, “i giudici di legittimita affermano la responsabilita solidaledel Comune e della ASL territorialmente competente”, possono riverberarsisui Comuni e sulle AASSLL e, quindi, su tutta la cittadinanza. Gli studisulla geolocalizzazione dei sinistri stradali che coinvolgono cani vaganti puorappresentare un valido aiuto per le amministrazioni locali. Inoltre, essipossono rappresentare la prima tappa di un percorso che porti ad un databaseintegrato nel quale siano raccolte anche le informazioni relative ai sinistristradali che coinvolgono i pedoni, nella prospettiva della “Decade of Actionfor Road Safety 2011-2020”.

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Bibliografia:

- Anderson T.K., Kernel density estimation and K-means clustering to profileroad accident hotspots; Accident Analysis and Prevention 41 (2009) 359-364.

- Bulajica A. et al., Identification of high-density locations with homogeneousattributes of pedestrian accident in the urban area of Novi Sad ; XII Interna-tional Symposium “Road Accidents Prevention 2014”.

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6 L’informazione geografica a supporto della

costruzione del piano d’ambito del servizio

idrico integrato

Isidoro Fasolino

Dip. di Ingegneria Civile - Universita degli Studi di Salerno

Michele Grimaldi

Dip. di Chimica e Biologia - Universita degli Studi di Salerno

Vincenzo Pellecchia

Autorita D’Ambito “Calore Irpino”

[email protected], [email protected], [email protected]

I servizi idrici italiani scontano un rilevante deficit infrastrutturale, sia sotto ilprofilo qualitativo e quantitativo dell’approvvigionamento, sia nel compartofognario e depurativo, sia nel corredo dei sistemi di misura, controllo edinformatici che richiede interventi urgenti di completamento e adeguamentodella copertura e dei livelli del servizio.

A questo si aggiunge l’impegno per il rifacimento delle opere al terminedella vita utile, la manutenzione straordinaria e l’aggiornamento tecnologi-co di ripristino dell’efficienza operativa, idrica ed energetica di impianti ereti, per coniugare sicurezza, qualita e continuita del servizio, protezioneambientale e uso sostenibile della risorsa.

In un tale contesto, assume un’importanza fondamentale la pianificazio-ne dei fabbisogni e la realizzazione degli investimenti, considerati il motoreper il raggiungimento degli obbiettivi di qualita, economicita, efficienza delservizio e, non per ultimi, di tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Lapianificazione del sistema delle infrastrutture urbane alla scala territoriale hadelle importanti implicazioni spaziali.

Infatti, la protezione e l’uso della risorsa acqua non sono attivita indipen-denti da quelle di uso del suolo, anzi, queste sono reciproche, consequenziali enecessarie. Emergere quindi la necessita di una integrazione tra la pianifica-zione responsabile delle opere del Servizio Idrico Integrato e la pianificazioneurbanistica alla scala locale.

L’obbiettivo quindi e quello di proporre un riassetto della metodica di pia-nificazione di settore utilizzando meccanismi di input-feedback tra il PianoD’Ambito e il Piano Urbanistico Comunale. Data la natura spaziale del-la pianificazione di infrastrutture urbane viene presentato un MulticriteriaSpatial Decision Support System (MC-SDSS) che integra metodologie di tre

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aree di ricerca: sistemi di informazione geografica (GIS), sistemi di gestionedi base dati (DBMS), e analisi decisionali multicriterio (MCDA). In partico-lare considerate le relazioni tra gli strumenti di regolazione e pianificazionedel territorio, queste vengono comparate attraverso un’analisi multicriterispaziale di tipo network ANP. L’applicazione, testata su un’area campio-ne del territorio afferente all’Autorita d’ambito ottimale ATO Calore 1, haevidenziato come le analisi Multicriteri spaziali possano offrire un supportoefficace alla fase di pianificazione strategica degli interventi di trasformazioneterritoriale, fornendo una base conoscitiva utile per le successive analisi dimaggior dettaglio (micro-localizzazione). infatti alla luce degli esiti dell’appli-cazione sviluppata, numerose sembrano essere le potenzialita dell’approccioANP spaziale nell’ambito della valutazione degli interventi di trasformazioneterritoriale.

Bibliografia selezionata:

- Haines-Young R. (2011), Exploring ecosystem service issues across diverseknowledge domains using Bayesian Belief Networks, Progress in PhysicalGeography, vol. 35, n. 5, pp. 681-699.

- Kang M.G., Lee G.M. (2011), Multicriteria evaluation of water resour-ces sustainability in the context of watershed management, Journal of theAmerican Water Resources Association, vol. 47, n. 4, pp. 813-827.

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7 LiDAR: riprodurre in maniera perfetta la

realta che ci circonda

Massimiliano Moraca

Libero professionista

[email protected]

LiDAR, acronimo di Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detectionand Ranging, e una tecnica di telerilevamento attivo per l’esecuzione di rilievitopografici ad alta risoluzione. In questo abstract verra illustrata brevementequesta tecnologia e i suoi campi di utilizzo.

La tecnologia LiDAR e una tecnica discansione laser che consente di analiz-zare un’area ottenendo una nuvola dipunti. Ogni punto portera con se lecoordinate e l’altezza. Il sistema perl’acquisizione dei dati e composto daun laser scanner che emette un impul-so ad alta frequenza, un GPS per ilposizionamento del punto e dalle sta-zioni GPS a terra posizionate sui verti-ci della rete geodedica. Il laser scannere posizionato a bordo di un aereo o diun drone ed e composto da un trasmet-titore (il laser), un ricevitore costitui-to da un telescopio e da un sistema diacquisizione dati.

Figura 7.1: Visualizzazionedella nuvola di punti tramiteLastools

Gli impulsi inviati dal laser sono ad alta frequenza, tra i 10 e 150 kHz; perstudi sulla morfologia di superficie si hanno lunghezze d’onda tra 1.0 ed 1.5µm mentre per studi batimorfologici si va da 0.50 e 0.55 µm In prossimita diaree costiere, soprattutto in caso di costa composta da falesie, i rilievi sonoaffetti da errori causati dalla rifrazione delle superfici spigolose e dall’acqua.In questi casi si integrano i rilievi aerei con rilievi da mare posizionando illaser scanner su una imbarcazione.

“LIDAR: an introduction and overview” presented by Keith Marcoe GEOG581, Fall2007. Portland State University.

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L’utilita di questo tipo di tecnologia e dovuta al fatto che si puo riprodurrel’ambiente in maniera estremamente dettagliata. Infatti e possibile ottenere edividere ad esempio la vegetazione dall’edificato e dividere edificato e vegeta-zione dalla superficie terrestre. Questo accade perche ogni impulso restituisceun eco della superficie su cui e rimbalzato, ad esempio se la vegetazione none eccessivamente densa si riescono ad ottenere rami, foglie ed il terreno sucui poggia l’albero. In fase di postprocessamento si possono scindere tutte leinformazioni catturate in moda da ottenere un DSM (Digital Surface Model)ed un DTM (Digital Terrain Model). Le immagini che seguono mostrano duehillshade ottenuti elaborando la nuvola di punti LiDAR di due echi differenti:

Figura 7.2: Hillshade da DSM

Figura 7.3: Hillshade da DTM

Come si puo notare in Figura 7.2 sono ben visibili edifici e vegetazione,del tutto assenti in Figura 7.3.

Avere la possibilita di riprodurre in maniera cosı fedele un’area aprel’utilizzo del LiDAR a moltissimi campi:

• Aggiornamento dei DEM (Digital Elevation Model);

• Monitoraggio dei ghiacciai;

• Censimento forestale;

• Analisi e monitoraggio delle frane;

• Sviluppo urbano.

Questi ed altri aspetti possono essere rappresentati e studiati con i Li-DAR. La disponibilita di tali dati sul Geoportale Nazionale e abbastanzalimitata, dai quadri unione si puo notare come non tutto il suolo nazionalesia stato esaminato e delle aree esaminate non tutte sono ad una risoluzione

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1×1. Tali dati vista la loro grandissima utilita dovrebbero essere completatie resi disponibile per tutti gli studi del caso.

Altri dati molto importanti, ma assenti all’interno del Geoportale, sonoi dati batimorfologici rilevati con tecnica Multibeam. Il multibeam e unatecnica simile alla tecnologia LiDAR che consente di rilevare la morfologiadei fondali con l’uso del sonar. Anche in questo caso a seconda dell’ecosi possono ottenere piu strati di informazioni relativi al fondale che si staesaminando.

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8 GIS tools for mapping and classification of

agricultural areas at risk of abandonment

in terraced cultural landscapes

Antonia Gravagnuolo

DiARC - Universita degli Studi di Napoli Federico II

Ferdinando Di Martino

DiARC - Universita degli Studi di Napoli Federico II

[email protected], [email protected]

The terraced systems are considered the most important system of landscapeorganization in the Mediterranean (United Nations, 1994) and represent aCultural and Natural Heritage to be safeguarded and enhanced. Today,the need for protection of cultural agricultural landscapes, and especially ofterraced landscapes, is faced with the diseconomies of traditional farmingpractices carried out in areas not easily accessible and at high geologicalrisk, where the risk of abandonment of Cultural Heritage is closely linked totransformation of the socio-economic context.

The objective of this work, carried out as part of the Research Doctoratein Evaluation Methods for Integrated Conservation, Restoration, Manage-ment and Maintenance of Architectural, Urban and Environmental Herita-ge, is the testing of a methodology for classifying and mapping agriculturalareas at risk of abandonment in the terraced cultural landscapes. The classi-fication adopted takes into account the characteristics of areas in relation toparameters such as altitude, steepness and land use, affecting the distribu-tion and maintenance of terraced areas. The proposed methodology is aimedat the classification of terraced areas on levels of risk of abandonment, usingspatial data readily available or transferable to GIS, such as the Corine LandCover, the Regional Technical Maps indicating the elevations, Maps of theAgricultural Use of Soils on a regional basis.

The methodology is applied in the area of the Amalfi Coast, cultural land-scape included in the World Heritage List UNESCO. Results show that it ispossible to locate and classify terraced areas based on the risk of abandon-ment by using GIS tools integrated into a system of multi-criteria evaluation,scalable and replicable in other terraced contexts. The resulting maps can beused in the field of landscape planning to identify the geographical areas thatare more vulnerable in terms of maintenance and conservation of traditionalland uses, including for the protection from hydrological risk (ISPRA, 2013).

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GIS DAY 2015 – Abstract

Bibliografia:

- Campagna M. (2006), GIS for Sustainable Development, Taylor & FrancisGroup, LLC, USA.

- Conforti C. (1991), La Costiera amalfitana tra consumo e tutela - il destino diun paesaggio italiano. Maiori - Sezione W.W.F. per la Costiera amalfitana.

- Contessa V., Tarolli P., Romano N. (2014), Terraced landscapes in Italy: sta-te of the art and future challenges, Tesi di Laurea, Corso di laurea magistralein Scienze Forestali e Ambientali, Universita degli Studi di Pavia.

- D’Argenio F. (2012), Il dissesto idrogeologico del territorio di Atrani e dellaCostiera Amalfitana. Facolta di Scienze MM.FF.NN., Universita del Sannio.

- Di Martino F., Giordano M. (2005), I sistemi informativi territoriali, teoriae metodi. Aracne, Roma.

- Ferrigni F., Sorrentino M.C. (a cura di) (2013), Il futuro dei territori an-tichi. Problemi, prospettive e questioni di governance dei paesaggi culturalievolutivi viventi. CUEBC, Ravello.

- Fusco Girard L. (1987), Risorse architettoniche e culturali: Valutazioni estrategie di conservazione. Una analisi introduttiva. Franco Angeli, Milano.

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9 Universita e terza missione: GIS, strumen-

to propulsore per raggiungere l’obiettivo

Claudia Russo, Raffaela Palma, Filomena Egizio

Dip. di Economia, Management, Instituzioni - Universita degli Studi di Napoli Federico II

[email protected], [email protected], [email protected]

L’emergere di una “terza missione” delle Universita,di diffusione, al di fuoridelle sue mura, delle conoscenze prodotte al suo interno: la costruzione direti di relazioni con il mondo “esterno” (politico, economico, civile), chiamain causa un diverso rapporto con il territorio, inteso qui soprattutto cometessuto economico locale.

Trasferimento della conoscenza, Universita “imprenditrici”, vicinanza traimprese ed istituzioni accademiche: sono, queste, le principali declinazio-ni della “terza missione” che si e progressivamente affiancata, nello scena-rio comparato, alle tradizionali funzioni di didattica e ricerca. Si confermail ruolo centrale dell’Universita nell’ecosistema dell’innovazione intesa come“un elemento chiave di lungo termine di competitivita e produttivita”.

Un primo spunto di carattere generale attiene all’imprescindibilita, aifini dello sviluppo delle aree, di un lavoro di rete che veda come attori-collaboratori l’universita, il territorio (amministrazioni in primis) e le impre-se. Un’analisi delle dinamiche di fondo consente di evidenziare quali siano gliinteressi in gioco e, di conseguenza, di spiegare i benefici dell’implementazionedi un modello di cooperazione tra le forze citate.

Quattro le osservazioni da collegare:

- il rapporto tra universita e studente si sta evolvendo verso una dinami-ca in cui lo studente e il compratore del prodotto offerto dall’universita:la formazione.Non una formazione purchessia, ma una formazione che significhi em-ployability;

- nei prossimi anni, a fronte di una diminuzione dei posti di lavoro a bassao media qualificazione, vi sara un aumento di domanda per soggetti conuna formazione di tipo universitario;

- il mercato del lavoro funziona soprattutto su scala metropolitana/territo-riale, sono pochi i recruiter che si impegnano in attivita di ricerca suscala nazionale;

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- si presentano una forte mobilita interna per il proseguimento degli studie corsi di studio ad unica specializzazione, con conseguente mismatchtra campo di studi e area di occupazione.

Le conseguenze principali sono da un lato la difficolta di trattenere isoggetti formati sul territorio (con perdita del valore aggiunto che potrebberoad esso portare e necessita per le imprese di sostenere maggiori costi di ricercaper la copertura del posto), dall’altro la perdita di attrattiva delle universitache offrono uno scarso riscontro in termini di occupabilita.

Puntare sulla cooperazione tra impresa, territorio e universita, allora eun’opportunita di sviluppo sia per il territorio, che per le imprese, che perl’universita, anche in ottica di fundraising.

Le direzioni in cui si deve muovere la collaborazione tra gli attori citati:ottimizzazione di ricerca e insegnamento per la crescita metropolitana; pro-mozione dell’utilizzo e del mantenimento sul territorio dei laureati; stimoloall’imprenditorialita di studenti, laureati e facolta.

Gli spunti d’analisi sono molteplici e, per citarne alcuni, si possono evi-denziare:

- l’apertura dell’universita verso il mercato attraverso la commercializ-zazione delle proprie ricerche. E una pratica che non solo puo portarenotevoli fondi (anche attraverso i brevetti) con cui attivarsi in varicampi di ricerca, ma anche conferire all’universita un ruolo centrale nelprogresso, tanto economico quanto sociale;

- il sostegno all’imprenditorialita degli studenti, in ottica formativa, eco-nomica e di mentoring;

- l’idea di orientare l’insegnamento e la ricerca, missions primarie dell’u-niversita, rispetto alle richieste dell’economia del territorio (le tre mis-sioni dell’universita che si integrano in un progetto comune di livelloterritoriale). Il riconoscimento di un’influenza di questo tipo rappre-senta uno dei punti di maggior attrito per la riuscita di tale progetto,soprattutto nel contesto italiano, dove il rapporto tra universita e im-presa e vissuto con una certa diffidenza in quanto si ritiene possa minarel’autonomia dell’istituzione scolastica e la liberta della ricerca.

- le politiche di incentivo da parte delle amministrazioni e la loro capacitadi coinvolgere la cittadinanza, e il mondo imprenditoriale in particola-re, nei progetti che riguardano lo sviluppo del territorio in relazioneall’universita.

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Con le riforme attuate nel mondo universitario, nell’ultimo quinquennio,sia relative alla governance che al sistema contabile, e evidente che le stesseistituzioni universitarie sono poste di fronte ad una scelta di “innovazione”del proprio ruolo correlato ad un migliore sfruttamento delle risorse, sia dalpunto di vista economico che dell’efficienza e dell’economicita.

Per raggiungere tale obiettivo, le Universita devono necessariamente svi-luppare un sistema informativo da cui derivi una migliore conoscenza delterritorio e che si traduca in un approccio piu dinamico e in una maggio-re competitivita. La convergenza di tali obiettivi si ritrova nel Geomarke-ting che unisce la sempre maggiore concorrenza e globalizzazione dei mercatida una parte e l’evoluzione della tecnologia GIS (Geographical InformationSystem ovvero sistemi di informazione geografica), dall’altra. Una miglio-re conoscenza del territorio e delle sue dinamiche permette di intraprenderestrategie di marketing piu efficaci e mirate. L’offerta universitaria , per esserecompetitiva, deve variare in funzione del territorio e del “cliente” integrandola segmentazione geografica con i classici indicatori di mercato quali varia-bili demografiche, socio-economiche e psicografiche; il mercato e segmentato,analizzato in ogni aspetto elementare e contestualizzato territorialmente perfornire una visione piu dettagliata della popolazione residente in una dataarea geografica.

Saranno, quindi, analizzate le scelte di analisi dei dati ottenuti tramite latecnologia GIS che risultano essere funzionali alle decisioni strategiche delleUniversita e di marketing da porre in essere.

Bibliografia:

- Amaduzzi S., Geomarketing, EPC, Roma, 2011.

- Biallo G., Introduzione ai Sistemi Informativi Territoriali, in geoforus.it

- Bozzato S. (a cura di), 2010, GIS tra natura e tecnologia. Strumento per ladidattica e la diffusione della cultura scientifica, Carrocci.

- Carloni E., Il rapporto tra le Universita e il territorio alla luce dei nuovistatuti di autonomia, 2012

- Lazzeroni M. L’interazione tra Universita e contesto territoriale, Pisa, 2013.

- Poletti A., Acerbi A., Introduzione agli aspetti informatici dei GIS.

- Porter M. E., La strategia competitiva, TCP, Bologna, 1983.

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10 DB “in-folio”GIS realizzazione di una ban-

ca dati - e del relativo software di gestione

- per il monitoraggio, il controllo e la lo-

calizzazione dei lavori pubblici nella citta

di Pescara

Giuliano Rossi

Comune di Pescara - Dirigente Settore LL.PP. - Progettazione Strategica - Mobilita

Sergio Soriano

Comune di Pescara - Servizio Amministrativo Contabile LL.PP.

Sergio Vespasiano

Progettazione Ricerca Consulenza Architettura Urbanistica Ambiente Design - Pescara

Pierpaolo Palka, Emanuele Cavallini

Dipartimento INGEO - Universita degli Studi “G. D’Annunzio” - Chieti-Pescara

[email protected], [email protected],

[email protected], [email protected], [email protected]

Premessa: L’Amministrazione Comunale di Pescara ha intrapreso da tem-po, in un’ottica di progressiva eliminazione degli obsoleti archivi cartacei, unaidonea azione di Monitoraggio delle Opere Pubbliche finalizzato alla costitu-zione di una Banca Dati che, oltre a rappresentare un indispensabile supportoper gli uffici preposti, potra essere consultata dal Cittadino mediante accessodedicato (banner) inserito nel sito istituzionale.

Caratteristiche Banca DatiSi prevede una doppia classificazione degli interventi.La prima, utilizzata nella Mappa, individua le seguenti categorie:

• Tutti i lavori;

• Lavori in corso;

• Lavori terminati;

• venti luoghi (luoghi di particolare interesse).

La seconda, utilizzata nell’Elenco Interventi, individua le seguenti cate-gorie:

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• Nuove Costruzioni;

• Ristrutturazioni - Restauri - Straordinarie Manutenzioni;

• Urbanizzazioni - P.U.E. - Progetti Innovativi;

• Mobilita - Arredo Urbano - Parcheggi;

• Manutenzioni;

• venti luoghi. (luoghi di particolare interesse).

Le Schede Interventi (“in-folio”), che saranno aggiornate costantemente,conterranno tutte le informazioni - calibrate alla categoria di riferimento-necessarie per effettuare un effettivo monitoraggio dei lavori.

Dalla Scheda citata, sara possibile, inoltre, accedere a una serie di in-formazioni multimediali (organizzate secondo alberi gerarchici di cartelle esottocartelle) relative al singolo intervento (foto, pdf, vettoriali, filmati, ecc.).

Completata la consultazione, l’Utente avra la possibilita di comunicarecon l’Ente mediante una finestra di dialogo (gradimento del servizio, degliinterventi, proposte migliorative, eventuali disservizi, ecc.) in un ottica disinergia dinamica propositiva e risolutiva.

Caratteristiche Software I software in commercio per la gestione dei da-ti sono molteplici; pochi, pero, sono quelli in grado di gestire e legare unelemento a supporti cartacei georeferenziati, i cosiddetti GIS. Infatti, oltreai costi eccessivi, non vi e la possibilita di personalizzarli secondo le proprieesigenze.

Il lavoro svolto ha portato alla realizzazione di un software GIS, concepitoper il suo funzionamento in Internet ed in Intranet, per la gestione di unaBanca Dati “digitale” legata al Monitoraggio dei Lavori Pubblici eseguiti eda realizzarsi nel territorio comunale della Citta di Pescara.

Questo strumento permette di visionare i disegni ed i documenti tecnici -forniti dai progettisti e dall’Amministrazione - in modalita vettoriale, raster eattraverso presentazioni ed animazioni video. Cio fornisce al Cittadino e allastessa Amministrazione uno strumento dinamico e trasparente in grado dilocalizzare gli interventi attraverso la consultazione di mappe georeferenziatee seguirne l’iter tecnico-amministrativo.

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11 Applicazione GIS per la gestione e l’elabo-

razione di dati di monitoraggio ambienta-

le Esempio di integrazione tra Tecnologie

Gis ESRI e tecnologie Microsoft

Luigi De Rosa

ENEA – Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie,

l’energia e lo sviluppo economico sostenibile

SSPT-PROTES-BIOGEOC – Laboratorio di BioGeoChimica Ambientale

[email protected]

Obiettivo del seguente lavoro e fornire uno strumento per la consultazione el’elaborazione dei dati provenienti da campagne di monitoraggio ambienta-le. Il “data sample” utilizzato per lo sviluppo delle applicazioni realizzate ecostituito da valori chimici, chimico- fisici, ecotossicologici e microbiologiciottenuti da campagne di monitoraggio delle acque sotterranee e superficialidel territorio della Piana Campana, tristemente nota per il persistente de-grado ambientale, effettuate da Unita Ambientali dell’Enea. I dati sono statiestratti da schede di campionamento contenenti dati anagrafici, risultati ana-litici e immagini fotografiche per ogni singolo campione prelevato. Il lavorosi articola in tre fasi. Nella prima fase e stata realizzata una banca datied un’applicazione software per la gestione e la consultazione di tali dati,utilizzando tecnologie Microsoft. Nella seconda fase e stato realizzata un’ap-plicazione Gis, tramite integrazione di tecnologie software Microsoft ed Esri,che partendo dalla generazione di un geodatabase numerico, tramite l’utiliz-zo di opportune interfacce software sviluppate ad hoc, fornisce una serie dielaborazioni spaziali dei dati su cartografia di base e fornisce un’interfacciagrafica per la selezione e la consultazione dei dati contenuti nel geodata-base. Infine la terza fase, in corso di ultimazione, prevede la realizzazionedi un portale webgis per la condivisione pubblica dei dati su piattaformaopen source MapServer, opportunamente customizzato tramite lo sviluppodi codice HTML e mapfile.

Conclusioni: L’applicazione Gis desktop e l’applicazione WebGis sviluppa-te, per la loro versatilita, consentono di generare e gestire una banca datiambientale riferita ad una qualsiasi attivita di monitoraggio. Le interfaccegrafiche sviluppate offrono tutte le funzionalita per l’inserimento e la gestione

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di dati di monitoraggio ambientale, indipendentemente dall’ambito geogra-fico da cui provengono. In definitiva, l’integrazione tra tecnologie Microsoftper lo sviluppo e la gestione delle interfacce, e tecnologie Gis, in particola-re ESRI, per l’elaborazione e gestione geografica del dato, ha consentito lacreazione di una piattaforma software aperta e scalabile, per la diffusione ela consultazione dei dati ambientali sia in ambiente desktop che in ambienteserver/web.

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GIS DAY 2015 – Abstract

12 Archeological survey a San Lorenzo Mag-

giore (BN): un esempio di applicazione

GIS in supporto alla topografia antica

Daniela Galliano

[email protected]

Con questo contributo viene posto l’accento sulle potenzialita delle tecnologieGIS in supporto all’archeologia. Nello specifico all’interno della piattaformaGIS verranno gestiti i dati provenienti dall’ attivita di survey topograficoriguardante il territorio del comune di San Lorenzo Maggiore, nella ValleTelesina, comparto a Nord-Ovest di Benevento. L’area in esame si collocaa meta distanza tra l’antica colonia di Beneventum e quella di Telesia, inte-ressata altresı dal transito di un importante asse viario conosciuto come ViaLatina. Partendo dalla raccolta dei dati sul campo si e passati poi al lorotrasferimento all’interno del GIS, dove sono stati catalogati e adeguatamen-te georiferiti, associati tramite l’utilizzo di link a ulteriore documentazionecomprensiva di immagini grafiche e fotografiche. L’elaborazione di questi of-fre la possibilita di svolgere sia analisi cognitive che analisi spaziali noncheelaborazioni statistiche, permettendo cosı un ampliamento delle conoscenzelegate alle dinamiche insediative e alla ricostruzione dell’antica viabilita.

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13 Georeferenziazione dei dati archeologici per

la gestione e valorizzazione dei siti storici,

alcuni esempi nel Cilento: Elea-Velia e la

Civitella

Luigi Scarpa

Scuola di Master di Pianificazione Urbana

DiARC - Universita degli Studi di Napoli Federico II

Clelia Cirillo, Giovanna Acampora, Marina Russo

CNR Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale U.O.S., Napoli, Italia

[email protected], [email protected],

[email protected], [email protected]

Keywords: Cultural heritage; archeologia; biodiversita; conservazione; restauro;

valorizzazione; didattica; GIS; documentazione scientifica; analisi spaziale; analisi

tessiturale

La georeferenziazione dei dati relativi alla eredita culturale, costituisceancora, per il nostro Paese, una modalita operativa assolutamente limitata.Lo stesso MIBAC, attraverso le schede del catalogo non opera una georefe-renziazione completa ed esaustiva delle entita trattate, limitandosi ad unasemplice geocodifica delle entita stesse. La situazione relativamente al pa-trimonio archeologico e particolarmente complessa; ogni Soggetto di ricerca,pubblico o privato, opera in piena autonomia senza alcuna modalita condi-visa o standard di riferimento: Ognuno dei ricercatori costruisce un proprioapparato e struttura di dati esclusivamente dedicato alle proprie esigenze.Molto difficile, di conseguenza, la distribuzione dei dati delle ricerche e lacondivisione dei dati stessi, anche dove si riuscisse a superare l’attuale situa-zione di stallo in merito alla libera circolazione dei dati, Open data e LinkedOpen data.

In pochi casi sono in corso di realizzazione sistemi complessi di dati geo-grafici, come nel caso di Pompei, con i recenti bandi destinati alla conoscenzadel patrimonio architettonico della citta antica.

Vengono qui presentati due esempi, nell’ambito dell’area del Parco Na-zionale del Cilento, Ellea-Velia e la Civitella, nell’ambito dei quali sono statesperimentate e valutate diverse situazioni di lavoro con i dati archeologicigeoreferenziati, sia ai fini della conoscenza e tutela dei siti stessi, sia ai finidella loro divulgazione e valorizzazione.

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GIS DAY 2015 – Abstract

14 Un GIS per il centro antico di Napoli

Clelia Cirillo, Giovanna Acampora, Barbara Bertoli,

Marina Russo, Raffaela Esposito

CNR Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale U.O.S. , Napoli, Italia

Luigi Scarpa

Scuola di Master di Pianificazione Urbana

DiARC - Universita degli Studi di Napoli Federico II

Corresponding author : Giovanna Acampora [email protected]

[email protected], [email protected], [email protected]

[email protected], [email protected]

L’eredita culturale della citta di Napoli trova nel contesto del suo centroantico un particolare significato in quanto caratterizzato da una storia com-plessa ed originale, che si trova riflessa nel palinsesto edilizio stratificato chene costituisce la peculiarita maggiore. Mai come nel caso del Centro Anticodi Napoli gli interventi di recupero e di riqualificazione urbana andrebberosupportati da indagini scientifiche descrittive degli aspetti storico-culturali,economici, sociali ambientali architettonici e urbanistici; le analisi urbane perun centro storico dovrebbero prevedere la ricostruzione dinamica del processostorico di formazione e di trasformazione della struttura urbana ed ediliziacosı da poter analizzare il rapporto tra morfologia urbana e tipologia edilizia.Il progetto GIS intende contribuire alla valorizzazione degli spazi verdi delcentro antico di Napoli; la cartografia da elaborare in ambiente GIS, con-sentira di: a) identificare la struttura del manufatto e dell’impianto urbanomediante l’inserimento nel database delle informazioni realizzate, costruen-do strati informativi (layers) ad hoc; b) individuare la dinamica territorialeattraverso l’interpolazione dei layers secondo adeguati rapporti tra livelli sca-lari e livelli descrittivi e realizzando analisi spaziali intese ad interrelate i datisullo stato degli spazi c) associare le potenziali alterazioni dei giardini sto-rici con le variabili ambientali nell’ottica di una geografia proiettiva. L’ideanasce dalla constatazione del ritardo di conoscenza in Italia, nel campo delrestauro dei giardini storici e dall’intenzione di contribuire alla valorizzazionedel verde storico del centro antico di Napoli. La valorizzazione e il restaurodi un giardino storico richiedono conoscenze specifiche relative all’evoluzionestorica del giardino stesso, alle specie impiegate in epoca storica, alle co-noscenze della biologia e della coltivazione delle piante. In questa ottica lavalorizzazione del centro antico richiede il ridisegno su mappe scientifiche delpatrimonio edilizio, allo scopo di assicurare informazioni alle attivita di pia-

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GIS DAY 2015 – Abstract

nificazione urbana, intese a descrivere il valore storico-culturale e ambientaledegli elementi urbani. La messa a punto di una mappa GIS, in una scala ade-guata alla lettura dei caratteri architettonici/ambientali degli spazi costruitie degli spazi verdi, ha lo scopo di mettere a punto una logica per riportarein banche dati le caratteristiche del paesaggio della Napoli antica. Il dialo-go tra il paesaggio dei luoghi antichi e quello dei luoghi attuali si traducenella lettura e rilettura delle stratificazioni, delle aggiunte e delle integra-zioni che si sono susseguite nel corso del tempo. Di questa tematica LeonBattista Alberti ne fa una trattazione teorica nel suo De Re Aedificatoria;egli afferma che lo studio delle antiche rovine andrebbe integrato dallo studiodelle proprieta spaziali e dall’analisi delle logiche di collocazione del contesto.Il GIS diventa lo strumento ideale per realizzare questo dialogo, in quantocollega logicamente informazioni descrittive alla cartografia. Relativamenteall’utilizzo della tecnologia digitale, e stato necessario attribuire un codice in-formatico all’edificato; a tal riguardo nel progetto GIS gli isolati del tracciatoippodameo sono stati codificati con i numeri corrispondenti a quelli utilizzatida Roberto Pane nel suo studio sul Centro Antico di Napoli finalizzato alrestauro urbanistico del cuore antico della citta (Pane et alii,1970).

Bibliografia:

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9. Giannetti A. (1994), Il giardino napoletano: dal Quattrocento al Settecento.Electa Napoli.

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GIS DAY 2015 – Abstract

10. Giuliano A. (1966), Urbanistica delle citta greche, Milano p.15

11. Greco E. (1985), Considerazioni su alcuni modelli di organizzazione del-lo spazio agrario nelle citta greche dell’Italia meridionale in ArcheologiaPolona.

12. Greco E. (1986), L’impianto urbano di Neapolis greca: aspetti e problemi inAtti del 25 Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto pp.187.

13. http://www.itreetools.org/eco/

14. Maria Luisa Margiotta Pasquale Belfiore (2000), Giardini Storici Napoletani,Electa Napoli.

15. Scarpa L. (2001), Lo spazio geografico nei GIS, Napoli.

16. Napoli M. (1959), Napoli greco-romana, Napoli.

17. Pane R et alii (1970), Il centro antico di Napoli: restauro urbanistico e pianodi intervento, Ed. Scientifiche Italiane

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19. Unesco (2014), UNESCO siti italiani www.patrimoniounesco.it/UNESCO/siti_italiani.htm

20. Schifano J.N. (1986) La nostra ultima chimera. Napoli citta d’arte, Napoli

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15 San Nicola di Bari’s church, Pietrafitta

(CS)

Donatella Caramante, Daniela Ciardi, Marianna Le Rose, Federica Nuciforo

Liberi professionisti

Corresponding author : Federica Nuciforo, [email protected]

The article’s purpose is to create the basis of a system GIS in order to obtaina urbanistic framing of the exam item. The study is articulated in threephases:

1. FIRST PHASE: acquisition of dates which will compose the SOURCEof information from which to work.

2. SECOND PHASE (PREPROCESSING): organization of the work bythe creation of different informative levels.

3. THIRD PHASE (PROCESSING): we have urban grading’s operationsby the overlap of hystoric cartographies e of the creation of hyperlinks.

FIRST PHASE: acquisition of dates which will compose the SOURCE ofinformation from which to work.

• Cartography in dwg format of Pietrafitta’s municipality (CS);

• Metric relief of the San Nicola di Bari’s Church;

• Historic cartography of Istituto Geografico Militare (IGM) in 1954;

• Photographic relief of the San Nicola di Bari’s Church.

SECOND PHASE (PREPROCESSING): the work is modelled on acartographic base in SHAPE format (.shp) Many informative levels, layers,help us to identify classes of buildings. Thanks to QUERY, these layers havebeen marked e then converted in SHAPE files:

• 201A0000 BUILDINGS

• 20300001 CHURCHES

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GIS DAY 2015 – Abstract

A selection of this municipality has been made and then converted in aSHAPE file too. In order to create a clearer urban grading’s work, a cut hasbeen made by the input INTERSECT, which is a spatial selection criterionon ArcMap, based on the common points which this selection (the limit ofthe municipality) has with the basic SHAPE file (the cartography itself).

THIRD PHASE (PROCESSING): In this phase, operations planningframework are made. This is the purpose of the work.

1. Georeferencing of the historic cartography IGM (1954). Overlap, wi-th the control GEOREFERENCING, of the historic cartography IGM(1954) and the georeferenced cartography. It’ s interesting notice theincrease of the number of the buildings in the last 50 years.

2. Chiesa di San Nicola di Bari’s georeferencing, with the control: “spatialadjustment”. The control SPATIAL ADJUSTMENT executes the su-perposition operation with the spotting of at least 4 control points (addcontrol points), identified in both the cartographies and it’s specifiedfor vector elements.

3. Realization of HYPERLINKS in order to pursue the photographicgrading.

In order to realize an HYPERLINK it’s necessary to create un new sha-pe file (photography) in the contenute table. Every shape file has got anattributes table, in which we will add many fields as are the photos of ourchurch. In the end Hyperlinks are linked to the shape file itself (photo). Itmeans that with a simple click on the interested plan’s point, it will appearthe corresponding image.

In this phase are executed all transactions of urban grading, which arethe purpose of this work.

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16 Il Sistema Informativo Territoriale dei bor-

ghi dimenticati: il caso studio di Roscigno

vecchia

Paolo Franco Biancamano

DiARC - Universita degli Studi di Napoli Federico II

Giovanni D’Alessio

Universita degli Studi della Basilicata

Luigi Esposito

Universita degli Studi di Salerno

Antonio Calandriello

[email protected], [email protected],

[email protected], [email protected]

In coerenza con le raccomandazioni Unesco al paesaggio storico urbano (HUL),e stato avviato un progetto condiviso e aperto a nuove sperimentazioni deno-minato RuLaLab (Rural Landascape Lab) che ha come obiettivo di diffonderela conoscenza di patrimoni parzialmente o del tutto dimenticati a causa dellenumerose trasformazioni dell’ultimo secolo. In particolare il lavoro ivi pre-sentato si innesta in continuita con il lavoro presentato al GIS DAY 2014 “Ilsistema informativo territoriale per la valutazione delle trasformazioni delpaesaggio storico urbano: il caso studio di Sassano”.

Il primo lavoro del progetto RuLaLab parte dal monitoraggio di un borgonon piu abitato, che comunque conserva delle caratteristiche di pregio storico,architettonico ed ambientale, finalizzato al corretto recupero e manutenzio-ne. Infatti il patrimonio edilizio dimenticato rappresenta uno spaccato divita vissuta fino al momento dell’abbandono, ed oggi ha un evidente valo-re non solo nel settore architettonico, urbanistico e storico, ma soprattuttostorico-sociale. Le esigenze di spazi, le tipologie strutturali, le caratteristichedell’infrastruttura viaria, l’impiantistica dell’epoca rappresentano una misuravalida per il raffronto tra una civilta rurale di ieri e la civilta di oggi, legata aiconsumi ed al settore terziario. Il patrimonio abbandonato pero e minacciatonon solo dal continuo declino naturale, ma soprattutto dalla scarsa conoscen-za dei luoghi che puo comprometterne il recupero, innestando trasformazioninon coerenti.

Come caso studio e stato selezionato il borgo di Roscigno Vecchia, abban-donato nel 1903 con un editto con cui e stato imposto ai cittadini l’abbandonodelle proprie abitazioni in seguito al verificarsi di un lento ma graduale movi-

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GIS DAY 2015 – Abstract

mento di frana. Il paese e stato abbandonato con un esodo che e durato pertutti gli anni del ’900 fino a culminare all’inizio degli anni ’80. L’abbandonodegli edifici ne ha decretato nella maggior parte dei casi la rovina, in quantol’incuria dei successivi anni ha provocato danni ingentissimi, fino a culminarein numerosi crolli. Dai primi anni ’80 del secolo scorso, la Sovraintendenzaai Beni Culturali ha posto l’attenzione su problema, ponendo dei vincoli sulborgo e avviando il recupero di alcuni fabbricati.

Il lavoro e stato realizzato a patire dalle Mappe Catastali d’Impianto ri-salenti ai primi anni del ’900 per i Comuni della Provincia di Salerno. Esserappresentano un precisissimo stato di fatto dei luoghi, in scala 1:1000 peril centro storico di Roscigno. Da una sovrapposizione con le Basi Catastaliattuali si e riusciti a delineare la vettorializzazione dei terreni, dei fabbricatie le strade dell’epoca. Ogni fabbricato e stato classificato in base al numerodi particella dell’epoca, inoltre si e provveduto all’isolamento delle strade el’associamento ai vari toponimi dei luoghi. Da alcuni rilievi in situ e statopossibile osservare, ove possibile, le possibili altezze dei vari edifici per rica-varne le volumetrie, lo stato di fatto, il degrado presente sui vari fabbricati egli elementi architettonici presenti. E stato ricreato inoltre un modello TIN eun modello 3D dei vari layers informativi. Il database invece raccoglie campitabellari sul tema dell’abbandono e l’analisi architettonica.

Il progetto RuLaLab e stato concepito come un contenitore aperto, edi conseguenza il database e stato concepito in modo da essere sempre im-plementabile nei vari campi tabellari, in questo modo ad esempio per ognisingolo manufatto, inserendo nuove informazioni, puo essere aggiornato apartire dalla base cartografica d’epoca, che rappresenta la base del progetto,per descrivere la sua evoluzione nel tempo.

Bibliografia:

- Caterina G., 1989, Tecnologia del recupero edilizio, UTET, Torino.

- Di Martino F. & Giordano M. 2005, I Sistemi Informativi Territoriali:Teoria e Metodi, Aracne Editrice S.r.l., Napoli.

- Fiore V. 2007, La cultura della manutenzione nel progetto edilizio ed urbano,Lettera Ventidue Edizioni, Siracusa.

- Gabrielli B., 2013, Rigenerare nel paesaggio storico urbano, InternationalSeminar, Bari, Castello Svevo 22 marzo 2013, www.ordarchbari.it

- Lauria M., (a cura di), 2008, Che fine hanno fatto i Centri Storici Minori?,Edizioni Centro Stampa di Ateneo, Reggio Calabria.

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GIS DAY 2015 – Abstract

- Pinto M. R., 2004, Il riuso edilizio. Procedure, metodi ed esperienze, UTETLibreria, Torino.

- Sessa S., Di Martino F., 2011, Le funzionalita ArcMap, AecCatalog e Arc-Toolbox del toolEsri/ArcGIS, Aracne Editrice S.r.l., Napoli.

- Viola S., 2012, Nuove sfide per citta antiche, Liguori Editore, Napoli Unesco,2011, Recommendation on the Historic Urban Landscape, http://portal.unesco.org

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17 Il GIS a supporto della costruzione delle

infrastrutture verdi

Michele Grimaldi

Dip. di Chimica e Biologia - Universita degli Studi di Salerno

Ilaria Lodato, Daniel Signorelli

Corso di laurea in Scienze ambientali - Universita degli Studi di Salerno

[email protected], [email protected], [email protected]

In Europa, le dinamiche insediative degli ultimi decenni hanno interessatoporzioni di territorio sempre piu vaste, diffondendosi nello spazio naturalenon urbanizzato. La Direttiva Habitat, oltre ad introdurre nuovi e pragmaticiapprocci alla conservazione degli ecosistemi e della biodiversita, delinea unpercorso per giungere alla configurazione di scenari territoriali basati sullerelazioni ecosistemiche. La prospettiva di programmazione e gestione dellereti ecologiche rimanda ad un generale ripensamento degli strumenti urbanistilocali di controllo e regolazione degli usi del suolo.

I piani territoriali alla scala regionale e provinciale di ultima generazioneinternalizzano tale concetto, identificando le reti ecologiche all’interno deipropri quadri strategici. Infatti la pianificazione del territorio assume unruolo fondamentale nel preservare la biodiversita, attraverso la individuazionedell’infrastruttura verde.

Tale infrastruttura e un sistema gerarchico multi-scalare, composto dasottosistemi connessi tra loro secondo un gradiente di scala che va da quellalocale a quella piu ampia dell’area vasta. L’obiettivo primario dello studio ela definizione di una metodologia, implementata in ambiente GIS, in gradodi supportare la costruzione della rete ecologica, a partire da un grado diconoscenza ordinariamente reperibile. La metodologia si articola in una pro-cedura multi-step che integra analisi spaziali e modelli quantitativi dell’analisidel paesaggio afferenti alla landscape ecology. Inoltre utilizza informazioni dasatellite per integrare e aggiornare i dati di base.

La metodologia e stata applicata all’area del Bacino idrografico del fiumeIrno, ed ha consentito di esplicitare una tassonomia di azioni propedeutichealla costruzione dell’infrastruttura verde.

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GIS DAY 2015 – Abstract

Bibliografia selezionata:

- Bailey T.C. e Gatrell A.C., (1995) Interactive Spatial Data Analysis, Long-man, Harlow, Essex, England.

- Cavalli, Gerundo R. Grimaldi M, (2009), Density measurements and landsca-pe metrics in the analysis of urban form, in Advance in Models and Methodsfor planning, Scarlatti F., Rabino G. Pitagora Editrice pp. 29- 39

- Malczewski, J., 2004. GIS-based land-use suitability analysis: a criticaloverview. Journal of Progress in Planning 62, 3-65.

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18 Le infrastrutture verdi per ridurre la fram-

mentazione urbana: le periferie come ri-

serva di resilienza per la citta

Pasquale De Toro, Tiziana Venditto

DiARC - Universita degli Studi di Napoli Federico II

[email protected], [email protected]

A seguito del terremoto avvenuto a L’Aquila nel 2009, e emerso il ruolocentrale dei vuoti urbani e degli spazi liberi sulla frammentazione urbanadella citta stessa. Molte di queste aree hanno un’importanza fondamentaleper garantire e migliorare le funzioni di connettivita ecologica di un territoriosituato tra i maggiori serbatoi di biodiversita dell’Appennino Centrale.

L’obiettivo e quello di proporre un modello valutativo che, attraversol’utilizzo di opportuni indicatori, sia in grado di suggerire delle soluzioni pro-gettuali spazialmente definite, tali da affrontare un processo di rigenerazioneurbana che guardi alle infrastrutture verdi, sia come possibilita di sopperirealla frammentazione ecosistemica che come volano di uno sviluppo territorialeresiliente.

A questo scopo l’integrazione tra metodi di valutazione multicriterio esistemi informativi geografici risulta particolarmente significativo.

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19 Un modello di pianificazione per i distret-

ti agro-energetici: il caso della Tuscia Ro-

mana

Davide Marino

Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente (CURSA)

Universita del Molise

Fabio Recanatesi

Dip. di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE) - Universita della Tuscia

Roberta Mele

Dip. di Architettura e Progetto - Universita di Roma “La Sapienza”

[email protected], [email protected], [email protected]

Le attuali direttive europee promuovono l’utilizzo di fonti di energie rinnova-bili e in particolare con la direttiva 2003/30/CE l’Unione Europea incentival’uso dei biocombustibili, ottenuti attraverso la trasformazione di biomassedi origine agro-forestale in filiere agro-energetiche. Per avviare questo pro-cesso occorre un’attenta analisi del territorio, delle risorse disponibili e dellenormative urbanistiche vigenti per valutarne la vocazione agro-energetica diun’area evitando programmazioni non coerenti. L’articolo propone l’elabora-zione di un modello di pianificazione di un distretto agro-energetico nell’areadella Tuscia Romana, a partire da un precedente studio che, a seguito dellavalutazione della biomassa potenziale ricavabile da scarti del settore agricoloe da quello forestale, ha identificato le due aree piu idonee dove localizzarelo sviluppo della filiera agro-energetica. Si vuole verificare quindi la compa-tibilita di queste localizzazioni con la normativa vigente definita dal PianoTerritoriale Paesistico Regionale (PTPR) della Regione Lazio. Tale modello,che si basa sull’integrazione degli strumenti GIS con le analisi multicriterio,si pone come strumento progettuale in grado di integrare dati provenientida fonti diverse, garantire una visione multidisciplinare, effettuare un’analisimultiscala in un’ottica di sostenibilita sia ambientale che economica.

Keywords: distretti agro-energetici; pianificazione energetica; biomassa.

Bibliografia:

- Buchholz, T., Rametsteiner, E., Volk, T.A., Luzadis, V.A., 2009. Multicriteria analysis for bioenergy systems assessments. Energy Policy 37, 484-495.

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GIS DAY 2015 – Abstract

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GIS DAY 2015 – Abstract

- Sacchelli, S., De Meo, I., Paletto, A., 2013. Bioenergy production and forestmulti functionality: a trade-off analysis using multi scale GIS model in acase study in Italy. Appl. Energ. 104, 10-20.

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Il GIS PER IL GOVERNO E LA GESTIONE DEL TERRITORIO

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20 Un GIS per la conservazione e

la valorizzazione del patrimonio culturale

in Campania: la Via Annia/Popilia

Rosa Anna Genovese

DiARC - Universita degli Studi di Napoli Federico II

[email protected]

La Via ab Regio ad Capuam, nota come Via Popilia o Via Annia e l’importan-te strada storica costruita dai magistrati romani per congiungere stabilmenteRoma con la “Civitas foederata Regium”, estrema punta della penisola itali-ca. Sebbene quello di Via Popilia sia entrato nell’uso comune, la questione suquale appellativo sia corretto attribuire alla strada rimane ancora dibattuto.Una corrente interpretativa sostiene la liceita del nome Via Popilia, indivi-duando in Publio Popilio Lenate il console che l’avrebbe fatta costruire nel132 a.C., come si legge nel Cippo di Polla. Altri studiosi sono propensi adindicare la strada con il nome di Via Annia, poiche sarebbe stata costruitadal console Tito Annio Lusco. Una diversa ipotesi vuole il tracciato iniziatoda Popilio ma completato l’anno dopo da Tito Annio Rufo nel 131 a.C.

La distanza tra Capua e Reggio e indicata in tre trascrizioni di periodidiversi: 321 miglia (Lapis Pollae), 329 miglia (Tavola di Peutinger), 330 mi-glia (Itinerario Antonino). Considerando che un miglio romano corrisponde a1452 mt., la distanza equivale a 475 km. circa, misura coincidente all’incircacon quella attuale.

La Via Popilia parte dall’antica Capua (odierna Santa Maria Capua Ve-tere). Capua e il punto di convergenza del sistema viario antico (in essaconfluiscono la Via Appia e la via Latina), assicurando in tale modo il col-legamento di Roma ai centri interni delle regioni meridionali; quello con lafascia costiera della Puglia per le rotte marittime verso l’oriente; il collega-mento con la punta estrema della penisola, Reggio, grazie al tracciato dellaPopilia. Tale tracciato si dirama dalla Via Appia a pochi chilometri a sud-est dell’antica Capua (lungo la strada tra Recale e Caserta); la diramazionelascia tracce evidenti sugli allineamenti ancora conservati sul territorio.

La ricerca da me coordinata sul tema, e stata pubblicata nel 2015 (in-sieme con le relative Carte delle emergenze archeologiche) nel volume “LaVia ab Regio ad Capuam. Un Itinerario culturale come motore dello svi-luppo economico e turistico del territorio”. Essa si e avvalsa del contributodi archeologi, architetti ed esperti del settore che hanno sviluppato l’appro-

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fondimento e la definizione del: 1) tracciato campano della Via ab Regioad Capuam; 2) le ipotesi di itinerario o dei tratti incerti non verificati; 3)le ipotesi di tracciato derivanti dalla letteratura; 4) la viabilita secondariacoeva alla Via Annia/Popilia; 5) la viabilita medievale di possibile connes-sione o innesto sul tracciato della strada ed, infine; 6) la viabilita moderna(post medievale) di possibile connessione o innesto sul tracciato della ViaAnnia/Popilia.

Nel corso di tale ricerca e stato anche possibile individuare ed indicare,sulla cartografia moderna dell’IGM 1:100.000, i centri maggiori ed i terri-tori comunali moderni che si sviluppano lungo il tracciato campano dellaVia Annia/Popilia a seguito della creazione di un GIS, realizzato con lacollaborazione dell’arch. Barbara Cardone e del dott. Ferdinando Di Martino.

I centri campani percorsi dalla Via ab Regio ad Capuam ed i territoriche ad essa affluiscono sono stati, poi, messi in relazione con le eccellenzedel territorio e, cioe, con i Siti culturali e naturali, iscritti nella Lista delPatrimonio Mondiale dell’UNESCO che, si ricorda, nella Regione Campaniasono i seguenti otto, tra i cinquantuno Siti italiani:Le Aree Archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata;Il Centro storico di Napoli;Il Cilento e il Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum, Velia e laCertosa di Padula;La Costiera Amalfitana;I Longobardi in Italia. I luoghi del potere, la chiesa di S. Sofia a Benevento;Il Palazzo reale del XVIII secolo di Caserta con il Parco, l’Acquedotto delVanvitelli e il Complesso di San Leucio;Le Celebrazioni di grandi strutture processionali a spalla (Patrimonio Imma-teriale);La Dieta Mediterranea (Patrimonio Immateriale).

Le fasi di lavoro per la realizzazione del GIS sono state, pertanto, leseguenti:1) Raccolta dei dati attraverso a) scansioni ad alta qualita della cartogra-fia 1:100.000 dell’IGM relativa alla Regione Campania, b) acquisizione delloshapefile in coordinate WGS84 dei Siti campani iscritti nella World Herita-ge List dell’UNESCO, c) acquisizione della Carta amministrativa campana(WGS84) dal SIT ufficiale della Regione;2) PreProcessing consistente nell’omogeneizzazione dei dati raccolti in li-velli informativi ottenuti sovrapponendo la citata Carta ai Siti campani dellaWHL dell’UNESCO ed assegnando il sistema di coordinate alle scansionidelle carte IGM con un processo programmato ad hoc;3) Processing con la creazione di nuovi shapefiles sulle carte precedente-

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GIS DAY 2015 – Abstract

mente acquisite con l’applicativo ARCGIS 9.3/ESRI.Si sottolinea l’importanza del metodo di lavoro adottato utilizzando il

sistema informativo territoriale GIS che ha permesso, oltre alla rappresen-tazione dell’enorme quantita dei dati raccolti (storico-territoriali, storico-architettonici, emergenze significative dei beni materiali ed immateriali) du-rante la fase della conoscenza, la loro implementazione nel corso dell’appro-fondimento delle varie fasi e consentira, con l’avanzamento della ricerca, lavisualizzazione e la gestione (in un data base) dei dati relativi ai territoricomunali moderni posti lungo il tracciato della Via Annia/Popilia).

Bibliografia:

- Bracco, V. 1977, Della Via Popilia (che non fu mai Popilia), in “Studi lucanie meridionali”, Galatina.

- De Caro, S. 2007, Archeologia e paesaggi di citta in Campania in “Archeolo-gia, Citta, Paesaggio”(a cura di R.A. Genovese), Arte Tipografica Editrice,Napoli, pp.53-58.

- Genovese, R.A. 2015, Historic Urban Landscape: a possible utopia in Confe-rence Proceedings “Heritage and landscape as Human Value”, ICOMOS 18thGeneral Assembly (Florence, 10-14 November 2014), Edizioni ScientificheItaliane, Napoli.

- Genovese, R.A. 2015, Conoscenza, tutela e valorizzazione della Via Annia/ Popilia e dei territori attraversati in Campania in “La Via ab Regio adCapuam. Un Itinerario culturale come motore dello sviluppo economico eturistico del territorio” (a cura di L. Caruso e M. Lazzari), Zaccara editore.

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GIS DAY 2015 – Abstract

21 Spatio-temporal Extended Fuzzy C-Means

Clustering Algorithm for Hotspots Detec-

tion and Prediction

Ferdinando Di MartinoDiARC - Universita degli Studi di Napoli Federico II

Salvatore SessaCentro interdipartimentale di ricerca in Urbanistica “Alberto Calza Bini”

Universita degli Studi di Napoli Federico IIWitold Pedrycz

University of Alberta, Department of Electrical and Computer Engineering, Edmonton, AB, Canada

[email protected], [email protected], [email protected]

We present a spatio-temporal extension of the extended fuzzy C-means (SEFCM)method for detecting hotspots in spatial analysis. Our approach considers a mo-dified distance metric in which is considered the temporal part of the pattern’sfeatures based on the distance measure in which a spatio-temporal extension of theFuzzy C-Means algorithm is proposed. Each pattern if formed by three features,the geographical coordinates and the period in which is occurred the event.

Spatio-temporal Extended Fuzzy C-Means Clustering Algorithm for Hotspots Detection and Prediction

Ferdinando Di Martino1, Witold Pedrycz2, Salvatore Sessa1,3

1 Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Architettura, Via Toledo 402, 80134 Napoli, Italy

email: [email protected], [email protected]

3Università degli Studi di Napoli Federico II Centro Interdipartimentale di Ricerca “Alberto Calza Bini”, Via Toledo 402, 80134 Napoli, Italy

2University of Alberta, Department of Electrical and Computer Engineering, Edmonton, AB, Canada

e-mail: [email protected]

Abstract. We present a spatio-temporal extension of the extended fuzzy C-means (SEFCM) method for detecting hotspots in spatial analysis. Our approach considers a modified distance metric in which is considered the temporal part of the pattern’s features based on the distance measure in which a spatio-temporal extension of the Fuzzy C-Means algorithm is proposed. Each pattern if formed by three features, the geographical coordinates and the period in which is occurred the event. The detected cluster are spheres; we can map the hotspots corresponding to a specific period on the map as circles. The method is applied to a spatial dataset formed by the epicenters of earthquakes occurred in the South Italy since 2001. The results are compared with the one obtained applying the EFCM algorithm to each subset of patterns occurred in a specific period. The results show that, for every period, the hotspots obtained using tour method cover for over the 75% the hotspots detected sing the EFCM method. We present a method for predicting the hotspots produced in a period based on the Spatiotemporal EFCM algorithm,. The results show that the prediction approach used can be an efficient method for predicting hotspots; we consider a training dataset formed by event occurred in the last years preceding a specific year and a test dataset formed by events occurred in the first three month of this year; applying the SEFCM prediction phase we obtain hotspots that cover for over 50% the area of the detected hospot in that year.

Keywords: EFCM, spatio-temporal EFCM (SEFCM), GIS, hotspot

Predicted hotspots in 2014 (yellow) and hotspots detected in 2014 (blue)

Figura 21.1: Predicted hotspots in 2014 (yellow) and hotspots detected in2014 (blue)

The detected cluster are spheres; we can map the hotspots corresponding to aspecific period on the map as circles. The method is applied to a spatial datasetformed by the epicenters of earthquakes occurred in the South Italy since 2001.

The results are compared with the one obtained applying the EFCM algorithmto each subset of patterns occurred in a specific period. The results show that, forevery period, the hotspots obtained using tour method cover for over the 75% the

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GIS DAY 2015 – Abstract

hotspots detected sing the EFCM method. We present a method for predictingthe hotspots produced in a period based on the Spatiotemporal EFCM algorithm.The results show that the prediction approach used can be an efficient method forpredicting hotspots; we consider a training dataset formed by event occurred in thelast years preceding a specific year and a test dataset formed by events occurredin the first three month of this year; applying the SEFCM prediction phase weobtain hotspots that cover for over 50% the area of the detected hospot in thatyear.

Keywords: EFCM, spatio-temporal EFCM (SEFCM), GIS, hotspot.

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GIS DAY 2015 – Abstract

22 Fuzzy Transforms Prediction in Spatial Ana-

lysis and its Application for Demographic

Balance Data in the Municipalities of the

“Cilento and Vallo di Diano” National Park

Ferdinando Di MartinoDiARC - Universita degli Studi di Napoli Federico II

Salvatore SessaCentro interdipartimentale di ricerca in Urbanistica “Alberto Calza Bini”

Universita degli Studi di Napoli Federico II

[email protected], [email protected]

We present a prediction algorithm based on fuzzy transforms for spatial analysis.We apply this method for forecasting problems by exploring the demographicalbalance data measured every month since 1 january 2003 to 31 october 2014 inthe municipalities of “Cilento and Vallo di Diano” National Park located in thedistrict of Salerno (Italy). We use this method for predicting the value of theparameters “birthrate” and “deathrate” in november 2014 and we compare themwith the real rates, calculating the corresponding errors. We apply this processfor all the municipalities in the area of study, moreover we present a fuzzificationprocess to establish the thematic maps of theses parameters and of the errors inthe analyzed period.

Keywords: fuzzy transform, forecasting, GIS, time series.

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GIS DAY 2015 – Abstract

23 Sharing knowledge of Planetary Datasets

through the Web-Based PRoGIS

Michele GiordanoGeospatial Institute, UK, Nottingham University

[email protected]

The big amount of raw and derived data available from various planetary surfacemissions (Mars and Moon in this case) needs an integrated GIS to use it forscientific use: we aim not to replicate a desktop GIS with all its complexity but tocreate a web interface, PRoGIS, with minimal controls focusing on the usabilityand visibility of data, to allow planetary geologists to share annotated surfaceobservations. These observations in a common context are shared between differenttools and software (PRoGIS, Pro3D, 3D point cloud viewer). Our aim is to useonly Open Source components that integrate Open Web Services for planetarydata to make available a universal platform with a WebGIS interface, a 3D pointcloud and a Panorama viewer to explore derived data. On top of this tools webuilt capabilities to make and share annotations through users. We use Pythonand Django for the server-side framework and Open Layers 3 for the WebGISclient.

For good performance previewing 3D data (point clouds, pictures on the surfa-ce and panoramas) we employ ThreeJS, a WebGL Javascript library. Additionally,user and group controls allow scientists to store and share their observations. PRo-GIS not only displays data but also launches sophisticated 3D vision reprocessing(PRoVIP) and an immersive 3D analysis environment (PRo3D).

Figura 23.1: PRoGIS displaying camera footprints

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GIS DAY 2015 – Abstract

Acknowledgements: The research leading to these results has received fun-ding from the European Community’s Seventh Framework Programme (FP7/2007-2013) under grant agreement n. 312377 PRoViDE.

Bibliografia:

- Jeremy Morley, James Sprinks, Jan-Peter Muller, Yu Tao, Gerhard Paar,Ben Huber, Arnold Bauer, Konrad Willner, Christoph Traxler, Andrey Ga-rov, Irina Karachevtseva: Contextualising and Analysing Planetary RoverImage Products through the Web-Based PRoGIS, EGU General AssemblyConference Abstracts, Vol. 16, p. 16013.

- J. Morley, N Lin, J-P Muller, D Shin, G Paar: PRoGIS: A Web Tool toUnderstand and Process Mars Rover Imagery in a Planetary Context, Lunarand Planetary Institute Science Conference Abstracts, Vol.43, p. 2896.

- J.G. Morley, M. Giordano, J. P. Muller , Y. Tao, J. Sprinks, R. Barnes,S. Gupta, C. Traxler, G. Paar: Progis 2.0 : An Integrated Approach ToPlanetary Rover Image Visualisation And Analysis Using An Open SourceWeb-Gis, ESA’s Planetary GIS Workshop, 5-7 May 2015, ESAC, Madris,Spain.

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GIS DAY 2015 – Abstract

24 GIS e nuove tecnologie mobile per la rac-

colta dei dati real time, la mobilita so-

stenibile e per la gestione ottimizzata di

flotte di mezzi e persone sul territorio

Salvatore AmaduzziUniversita degli Studi di Udine - Dipartimento Scienze Umane

[email protected]

Il grande successo degli smart phone e dei tablet ha portato a una proliferazionedi piattaforme HW/SW con le seguenti caratteristiche: facili da programmare, dicosto relativamente basso, integrate con i sensori e le unita di acquisizione (GPS,accelerometro, bussola, videocamera, . . . ) dei dispositivi mobili, con estesa connet-tivita dati (Wi-Fi/GSM/GPRS/HSDPA/Bluetooth). Google, Microsoft, Apple egli altri importanti player IT/Web stanno offrendo soluzioni, anche gratuite, sem-pre piu user friendly e sofisticate che possono essere utilizzate nella vita di ognigiorno sia per svago che per lavoro. Google maps, Bing Maps, Google transit, la-titude, Google cordinate, iBeacon, qrcodes. . . possono facilmente essere utilizzatiper rappresentare, analizzare, tracciare, ottimizzare, . . . .

I dispositivi wearable (smart glasses, watches, . . . ) sono sempre piu alla portatadi tutti e contano ormai innumerevoli utilizzi.

L’obiettivo di questo lavoro e di descrivere i trend e le tecnologie innovativeche stanno influenzando e nei prossimi anni influenzeranno in modo significativola vita di tutti i giorni.

Keywords: Dispositive wearable, WFM (Work Force Management), GIS,Droni, Smart Glass, Realta Aumentata, iBeacon, Navigazione Indoor.

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Typeset by Silvia d’Ambrosio using the LATEX macro package.