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INDICE GENERALE INTRODUZIONE di Guglielmo Corni T AVOLA DELLE ABBREVIAZIONI TEBALDEO E MINORI PREBEMBESCHI A cura di Guglielmo Gorni Nota introduttiva Nota ai testi VINCENZO COLLI DETTO IL CALMETA Sciocco animai, dove pur spieghe l'aie GIOVANNI BRUNI DE' PARCITARDI 1. O ritratto da me superbo, quanto II. Fu quel sogno, madonna, o fu pur vero? m. Vidi, fenestra mia marmorea e bella ENEA IRPINO Napol gentil nel bel tosco idioma MARCELLO FILOSSENO 1. Veduto ho il povere! st ar a la porta 11. Quando sto in ch iuso loco occultamente GUIDOTTO PRESTINARI 1. L'horribil Parca ogni sua possa fe' NICCOLÒ AMANIO II. Se ' ruvidi - campestrici - tra buffoli GUIDOTTO PRESTINARI m. Bergole poltre e gli turgidi buffoli CAIO BALDA SSARRE OLIMPO ALESSANDRI (OLIMPO DA SASSOFERRATO) 1. Del pico (Volendo il pico prender la formica; El pico occide Xl XXIX 3 8 20 21 22 la formica accorta 26 II. Epicteti bellissimi[ . .. ) in laude della sua diva Leontia (Unica, excelsa, singulare e grata) 27

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INDICE GENERALE

INTRODUZIONE di Guglielmo Corni

T A VOLA DELLE ABBREVIAZIONI

TEBALDEO E MINORI PREBEMBESCHI

A cura di Guglielmo Gorni

Nota introduttiva Nota ai testi

VINCENZO COLLI DETTO IL CALMETA

Sciocco animai, dove pur spieghe l'aie

GIOVANNI BRUNI DE' PARCITARDI

1. O ritratto da me superbo, quanto II. Fu quel sogno, madonna, o fu pur vero? m. Vidi, fenestra mia marmorea e bella

ENEA IRPINO

Napol gentil nel bel tosco idioma

MARCELLO FILOSSENO

1. Veduto ho il povere! star a la porta 11. Quando sto in chiuso loco occultamente

GUIDOTTO PRESTINARI

1. L'horribil Parca ogni sua possa fe'

NICCOLÒ AMANIO

II. Se ' ruvidi - campestrici - tra buffoli

GUIDOTTO PRESTINARI

m. Bergole poltre e gli turgidi buffoli

CAIO BALDASSARRE OLIMPO ALESSANDRI

(OLIMPO DA SASSOFERRATO)

1. Del pico (Volendo il pico prender la formica; El pico occide

Xl

XXIX

3 8

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21

22

la formica accorta 26 II. Epicteti bellissimi[ . .. ) in laude della sua diva Leontia (Unica,

excelsa, singulare e grata) 27

II92 INDICE GENERALE

ANTONIO TEBALDEO

r. Vedendo in foco le mie membra poste II. Non te amirar, mio caro e bon destriero III. Tu sei pur gionto al fin, né più cum sabia IV. Questa anima gentil che in terra adoro v. Sapi, Pylade mio, che qua se è dato vr. Pietra, a chi il ciel representar die' in sorte VII. Cum quel dolor che l'amate acque lassa

DALLE «COLLETTANEE NELLA MORTE DI SERAPHINO AQUILANO>>

1. THOMASO CASTELLANO Vedendose l'ingorda e avara Morte

II. G JOANNE ANDREA GARISENDI Quel Seraphin, che dal celeste nido

Nota introduttiva Nota ai testi

RIME

II

PIETRO BEMBO

A cura di Guglielmo Corni

1. Piansi e cantai la perigliosa guerra IL Io, che di viver sciolto avea pensato III. Vago augelletto, ch'al mio bel soggiorno IV. Sì come suoi, poi che 'l verno aspro e rio v. Ove tutta romita si sedea VI. Amor, che meco in quest'ombre ti stavi VII . Poi ch'ogni ardir mi circonscrisse Amore VIII. Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura IX. Moderati desiri, immenso ardore x. Ch'io scriva di costei ben m'hai tu detto XL Da que' bei cri n', che tanto più sempre amo XII. Usato di mirar forma terrena XIII. A questa fredda tema, a questo ardente XIV. Porto, se 'l valor vostro arme e perigli xv. Tutto quel che felice et infelice XVI. Or che non s'ode mormorar di venti XVII. Come si convenia , de' vostri onori XVIII. Occhi leggiadri, onde sovente Amore XIX. O imagine mia celeste e pura xx. Son questi quei begli occhi, in cui mirando

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SI 53 54 55 57 ss 59 6o 62 63 64 6s 66 67 68 69 71 72 73 74

XXI.

XXII.

XXIII.

INDICE GENERALE

Santo, saggio, cortese, alto Signore Re degli altri, superbo e sacro monte Del cibo, onde Lucretia e l'altre han vita

xxrv. Thomaso, i' venni, ove l'un duce Mauro xxv. De la gran quercia, che 'l bel Tebro adombra xxvr. Felice stella il mio viver segnava xxvrr. Io ardo, dissi, e la risposta invano XXVIII. Bella guerriera mia, perché sì spesso XXIX. Nei vostri sdegni, aspra mia morte e viva xxx. Sì come quando il ciel nube non have XXXI. La mia fatai nemica è bella e cruda XXXII. Mostrami Amor da l'una parte in schiera XXXIII. Amor è, Donne care, un vano e fello XXXIV. Sì come sola scalda la gran luce xxxv. L'alta cagion, che da principio diede XXXVI. Verdeggi a l'Appennin la fronte e 'l petto XXXVII. O ben nato e felice, o primo frutto XXXVIII. Donne, ch'avete in man l'alto governo xxxrx. Se dal più scaltro accorger de le genti XL. Lasso me, ch'ad un tempo e taccio e grido XLI. Lasso, ch'i' piango e 'l mio gran duo! non move XLII. Correte, fiumi, a le vostre alte fonti XLIII. Or c'ho le mie fatiche tante e gli anni XLIV. Solingo augello, se piangendo vai XLV. Dura strada a fornir ebbi dinanzi XLVI. O per cui tante invan lacrime e 'nchiostro XLVII. Se vuoi ch'io torni sotto 'l fascio antico XLVIII. Con la ragion nel suo bel vero involta XLIX. Questo infiammato e sospiroso core L. Speme, che gli occhi nostri veli e fasci LI. Ben ho da maledir l'empio Signore LI!. O rossigniuol, che 'n queste verdi fronde LIII. Che giova saettar un che si more LIV. Se deste a la mia lingua tanta fede LV. Rime leggiadre, che novellamente LVI. Se ne' monti Riphei sempre non piove LVII. Certo ben mi poss'io dir pago ornai LVIII. Qual meraviglia, se repente sorse LIX. Lieta e chiusa contrada, ov'io m'involo LX. Or hai colto del mondo il più bel fiore LXI. Quando, forse per dar loco a le stelle LXII. Tosto che la bell'Alba solo e mesto LXIII . Né tigre sé vedendo orbata e sola LXIV. Alma, se stata fossi a pieno accorta LXV. Cola, mentre voi sète in fresca parte LXVI. Poi che 'l vostr'alto ingegno, e quel celeste LXVII. Se 'n dir la vostra angelica bellezza

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IO!

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II94 INDICE GENERALE

LXVIII. Gioia m'abonda al cor tanta e sì pura LXIX. A quai sembianze Amor Madonna agguaglia Lxx. Phrisio, che già da questa gente a quella LXXI. Se la via da curar gl'infermi hai mostro LXXII. Ben devria farvi onor d'eterno essempio LXXIII. Tosto che 'l dolce sguardo Amor m'impetra LXXIV. Già vago, or sovr'ogni altro orrido colle Lxxv. Mostrommi entro a lo spazio d'un bel volto LXXVI. Amor, mia voglia e 'l vostro altero sguardo LXXVII. Quando 'l mio sol, del qual invidia prende LXXVIII. O superba e crudele, o di bellezza LXXIX. Felice lmperador, ch'avanzi gli anni LXXX. Sogno, che dolcemente m'hai furato LXXXI. Se 'l viver men che pria m'è duro e vile LXXXII. Giaceami stanco, e 'l fin de la mia vita LXXXIII. Alma cortese, che dal mondo errante LXXXIV. Adunque m'hai tu pur, in sul fiorire LXXXV. Mentre 'l fero destin mi toglie e vieta LXXXVI. Perché sia forse a la futura gente LXXXVII. Questa del nostro lito antica sponda LXXXVIII. Se tutti i miei prim'anni a parte a parte LXXXIX. Già donna, or dea, nel cui virginal chiostro xc. In poca libertà con molti affanni, XCI. I chiari giorni miei passar volando XCII. Sento l'odor da !unge e 'l fresco e l'ora XCIII. Fiume, del qual armato Antenor bebbe XCIV. Se voi sapete che 'l morir ne doglia xcv. Da torvi agli occhi miei s'a voi diede aie xcvi. Molza, che fa la Donna tua, che tanto XCVII. Se la più dura quercia che l'alpe aggia XCVIII. Per far tosto di me polvere et ombra XCIX. Tanto è l'assenza e 'l fel ch'io rodo e suggo c. La nostra e di lesù nemica gente CI. Pon', Phebo, mano a la tua no bi! arte CII. Tenace e saldo, e non parche m'aggrave CIII. Mentre navi e cavalli e schiere armate CIV. cv. CVI. CVII . CVIII. CIX. ex. C XI. CXII. CXIII. CXIV.

Arsi, Bernardo, in foco chiaro e lento Se de le mie ricchezze care e tante Signor, che parti e tempri gli elementi Che gioverà da l'alma avere scosso Signor, che per giovar sei Giove detto Uscito fuor de la prigion trilustre Signor del ciel, s'alcun prego ti move Signor, quella pietà, che ti constrinse Navaier mio, ch'a terra strana vòlto Anime, tra cui spazia or la grand'ombra Porto, che 'l mio piacer teco ne porti

INDICE GENERALE

STANZE DI M. PIETRO BEMBO

Ne l'odorato e lucido Oriente [Appendice alle" Stanze»). Al Signore Ottaviano Fregoso

[AL TRE RIME TARDE]

I. Se 'l foco mio questa nevosa bruma II . Mentre di me la verde abile scorza III. Ombre, in cui spesso il mio sol vibra e spiega IV. Sì levemente in ramo alpino fronda v. Triphon, che 'n vece di ministri e servi vr. Così mi renda il cor pago e contento VII. Se colliquor, che versa, non pur stilla VIII. Varchi, le vostre pure carte e belle IX. Se stata foste voi nel colle Ideo x. Casa, in cui le virtuti han chiaro albergo XI. Leonico, che 'n terra al ver sì spesso XII. S'al vostro amor ben fermo non s'appoggia XIII. Era Madonna al cerchio di sua vita

III

CERCHIA VENETA DEL BEMBO

Nota introduttiva Nota ai testi

A cura di Guglielmo Corni

GIOVANNI AURELIO AUGURELLO

Qual vermicello intento al bel tesoro

TRIFON GA BRIELE

Tornava a ristorare il novo giorno

PAOLO CA AL

Duo soli, un più de l'altro almi e lucenti

VINCENZO QUERINI

Da Or che nell'Oceano il sol s'asconde (Mentre che l'alma si lamenta

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e plora) 246

NICOLÙ DELPHINO

r. Né mai d'e rivi i prati II . Come vago augellin, ch'a batter l'aie III. I più infelici e sfortunati giorni

INDICE GENERALE

ANDREA NAVAGERO

Donna, de' bei vostr'occhi i vivi rai

LUIGI DA PORTO

1. Fumoso monticel, chiare acque ardenti 11. Avara pastorella III. Luna, ch'or sei Proserpina, or D!ana

VERONICA GAMBARA

1. Onorate acque e voi, liti beati II. Dal veder voi, occhi sereni e chiari III. Scelse da tutta la futura gente

BERNARDINO DANIELLO

r. Quant'era il me', seguendo 'l buon costume 11. Doppia pena e martir preme e circonda

ANTONIO BROCARDO

1. Perché, perché il vigore II. Con quei bei risi e quei cari atti suoi m. Di colle in colle, e d'uno in altro piano IV. Sì come il puro latte e i verdi fiori

IV

POETI VENETI

A cura di Massimo Danzi

GIOVAN GIORGIO TRISSINO

2 53 254 2 55

Nota introduttiva 271 Nota ai testi 274

1. Ballata. Sì mi distringe Amwre, E la mia Donna 277 II. Ballata. Ite piEtwJi miEi swspiri ardEnti 278 111. Ballata. Di giornw in giornw mi cwnduce Amwre 279 IV. ServenteJe. Amante E Donna. Mentre che a vwi nwn spiacqui 280 v. Canzwne. Gentil Signwra, i' voljw 282 VI. Swnettw. Nel bd seren, tra le minwri stelle 288

ANTONIO ISIDORO MEZZABARBA

Nota introduttiva Nota ai testi

1. I begli occhi leggiadri, almi e sereni II. Nimphe, perché fuggite i nostri amori?

293 294

NICCOLO LIBURNIO

Nota introduttiva Nota ai testi

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1. Il crocodil è sl animai diverso II. Hypani è fiume nobile veduto III. Il studio greco, ebraico, et umano

ALVISE PRIULI

Nota introduttiva Nota ai testi

I. Se voi vorete che al primiero gioco 11. Quel sacro e santo dl ch'Amor ne l'ime

GASPARA STAMPA

Nota introduttiva Nota ai testi

1. Voi, ch'ascoltate in queste meste rime II. Arsi, piansi, cantai; piango, ardo e canto III. Altri mai foco, stra!, prigione o nodo IV. Dura è la stella mia, maggior durezza v. Come l'auge!, ch'a Febo è grato tanto VI. Vieni, Amor, a veder la gloria mia VII. O notte, a me più chiara e più beata VIII. Bastavan, Conte, que' bei lumi, quelli IX. Chi mi darà di lagrime un gran fonte x. Or sopra il forte e veloce destriero "

LUDOVICO PASCALE

Nota introduttiva Nota ai testi

I. Quanta ti porto invidia, o bel monile II. Dive, che gl'orti sacri in guarda avete

:v!ARCO CADEMOSTO

Nota introduttiva Nota ai testi

Nella morte di Philippo Strozzi (Ogni mal via più cresce, e al duo! n'invita)

GIULIO CAMILLO DELMINIO

Nota introduttiva Nota ai testi

1. La fosca notte già con l'ali tese 11. Oceàno gran padre de le cose

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3°9 3IO 3 I I

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INDICE GENERALE

m. Ruggiadose dolcezze in matutini IV. Se 'l vero, ond'ha principio il nome vostro

GIROLAMO MUZIO

Nota introduttiva 350 Nota ai testi 3 55 1. Or che la notte ogni color nasconde 358 II. Aura, che movi le veloci penne 359 III. Donna, l'onor de i cui be' raggi ardenti 360 IV. Ben non ha 'l sole ancor rivolto intorno 36I

v. Risposta del Muzio per le rime (Se 'l barbaresco indomito furore) 362

VI. DA «DELL'ARTE POETICA'' III 467- 86 (Con tutto ciò non vo' che tu t'appaghi) 363

v POETI SETTENTRIONALI

NICCOLÒ AMANIO

Nota introduttiva Nota ai testi

A cura di Massimo Danzi

1. Un mover sol de' begli occhi lucenti II. Alta frondosa riva, oscura foce

MATTEO BANDELLO

Nota introduttiva Nota ai testi

1. Stanco già di ferir, non sazio Amore II. A che cercar in terra altro Parnaso III. Vedi, madonna, quanto IV. Chi chiamerà cotante volte l'ora v. l' che fui solo 'l tutto, cui fra tanti VI. Non era assai, Regina, quant'hai fatto VII. Dunque i' son vivo ancora VIII. Di quanto scalda il sol, e copre il cielo IX. Perché si levi dalle perle schiette x. Di campo in campo, e d'una in altra piaggia XI. Quando sarà ch'Amore XII. D'un lieve cervo l'alte corna e antiche XIII. Queste prime uve gialle come cera

INDICE GENERALE

XIV. Questa selva di cedri, che d'odore xv. Non perder più saette, o sommo Giove

BALDASSAR CASTIGLIONE

Nota introduttiva Nota ai testi

I. DALL' «EGLOGA TIRSI INTITULATA ll (Quando fìa mai

1199

che questa roca cetra) 412 II. Cesare mio, qui sono ove il mar bagna 422 m . Da poi ch'in puerile e verde etate 424 IV. Superbi colli e voi, sacre ruine 426

GIOVANN I BRESSA

Nota introduttiva 428 Nota ai testi 429

In morte di M. Guidotto Prestinaro I525 (Questo è quel che con rime ornate e prose) 431

GIOVANN I MUZZARELLI

Nota introduttiva Nota ai testi

1. Tutto ' l sostegno, Amor, che d'un bel volto II. l infe , che i ve rdi colli e l'acque vive

LUCA VALENZIANO

Nota introduttiva Nota ai testi

r. Li Signori delle Stagioni (Nel dolce tempo che ridente è il

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439 440

piano) 441 II. Qualunque brama coronar la fronte 443

GIOVAN BATTISTA SCHIAFENATO

Nota introduttiva Nota ai testi

r. O de i c or' lassi dolce porto e fido, II. Come 'l tauro di doglia e d'ira pieno

IACOPO BONFADIO

Nota introduttiva Nota ai testi

Fra i color', che più vaghi il Ciel ne scopre

444 445

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449 45°

453

1200 INDICE GENERALE

VI

FRANCESCO MARIA MOLZA

A cura di Guglielmo Gorni

Nota introduttiva Nota ai testi

DALLE «RIME »

1. Come pastor sovra spedito scoglio II. Tutto questo infinito III. Sì come ramo leggiadretto e lento IV. Fra le sembianze, onde di !ungi avrei v. Sotto 'l gran velo, onde la notte adombra VI. Gandolfo, che lontan dal patrio nido VII. Altero fiume, che a Fetonte involto VIII. Come cerva, cui sete in su l'aurora IX. Signor, le piaghe, onde 'l tuo vago aspetto x. Poi ch'al voler di chi nel sommo regno XI. Signor, se miri a le passate offese XII. Angiol terren, che Policleto e Apelle

DA «LA NINFA TIBERINA ll (La bella ninfa mia, ch'al Tebro in fiora)

VII

RIMATORI CORTIGIANI E SEGRETARI DI PRINCIPI

Nota introduttiva Nota ai testi

PIETRO BARIGNANO

A cura di Guglielmo Gorni

1. Valerio mio, quanto voi foste saggio 11. Bernardo, che vi par s'anco ritorno

FRANCESCO COPPETTA DEI BECCUTI

1. Questo, che 'l tedio, ond'è la vita piena II. Locar sovra gli abissi i fondamenti III. Quando col ventre pien donna s'invoglia IV. Aspre montagne e cave intorno intorno v. Perch'accendesti a la divina face

INDICE GENERALE

VI. Se non è morto in tutto il bel desio VII. Perché sacrar non posso altari e tempi VIII. Porta il buon villane! da strania riva

LUCA CONTILE

1. Vivo in suprema gioia, pur ch'io porga II. La vita ne le corti ogni or si strazia 111. Questa sola fruttifera Umiltate

VIII

ANNIBAL CARO E ALTRI POETI FARNESIANI

Nota introduttiva Nota ai testi

A cura di Guglielmo Corni

GIOVANNI GUIDICCIONI

I. Da questi acuti e dispietati strali II. O messaggier di Dio, che 'n bigia vesta III. Il verde de l'età nel foco vissi IV. O tu, cui il Sol de la sua luce adorna v. Or ch'atra nebbia, o Re de' monti, il crine VI. Se pioggia ornai dal ciel larga non scende VII. Vera fama fra i tuoi più cari sona VIII. Sovra un bel verde cespo, in mezzo un prato

ANNIBAL CARO

Canzone del Caro in lode de la Casa di Francia (Venite a l'ombra

1201

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de' gran Gigli d'oro) 550

DAI ((MATTACINI >>

I. Mandami, ser Apollo, otta catotta II. Il Castello è già preso. Or via forbotta III. La gran torre di vetro, ove corrotta

DALL'((ENE10Ell DI VIRGILIO

[La tempesta di mare- Libro I 131-256 (Così dicendo, al cavernoso monte)]

ANTONFRANCESCO RAINERIO

I. Ecco l'alma dal ciel candida Aurora II. Questa fera gentil, che scherza e fugge

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1202 INDICE GENERALE

III. Quel ch'apena fanciul torse con mano IV. Disleali, Signor, son l'aure e l'onde v. Come piena d'umor puro e celeste VI. Mentre Voi signorile alto concetto VII. Di Narciso e d' Adon gli occhi e la fronte

CLAUDIO TOLOMEI

I.

Il.

I bei palazzi guasti e strutti intorno Ahi, perché voi, che d'ira e d'odio pieno

IX

MICHELANGELO BUONARROTI

A cura di Guglielmo Corni

Nota introduttiva Nota ai testi

DALLE «RIME »

I.

II.

III .

IV.

v. VI.

VII.

VIII.

IX .

x. XI.

XII.

XIII.

XIV.

xv. XVI.

XVII.

XVIII.

XIX.

xx. XXI.

XXII.

XXIII.

XXIV.

xxv. XXVI.

Quanto si gode, lieta e ben contesta I' ho già fatto un gozzo in questo stento Qua si fa elmi di calici e spade Chiunche nasce a morte arriva Quand'il servo il signor d'aspra catena Vivo al peccato, a·mme morendo vivo Come fiamma più cresce più contesa Chi di notte cavalca, el dì conviene l' t'ho comprato, ancor che molto caro Sì amico al freddo sasso è 'l foco interno Se 'l foco il sasso rompe e 'l ferro squaglia Un gigante v'è ancor, d'altezza tanta Se nel volto per gli occhi il cor si vede Non so se s'è la deslata luce Sì come nella penna e nell'inchiostro Com'io ebbi la vostra, signor mio Veggio co' be' vostr'occhi un dolce lume l' mi son caro assai più ch'i' non soglio D'altrui pietoso e sol di sé spietato Al cor di zolfo, a la carne di stoppa Perché Febo non torce e non distende O notte, o dolce tempo, benché nero Ogni van chiuso, ogni coperto loco Beati voi che sù nel ciel godete Non posso non mancar d'ingegno e d'arte Non ha l'ottimo artista alcun concetto

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sBs 5&6 5ss sB9 59° 59 I 59 1

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INDICE GENERALE

XXVII . Sì come per levar, donna, si pone XXVIII. Ben posson gli occhi mie presso e lontano XXIX . Qui son de' Bracci, deboli a l'impresa xxx. Qui vuoi mie sorte ch'anzi tempo i' dorma XXXI. La carne terra, e qui l'ossa mie, prive xxxii. Qui stese il Braccio e colse acerbo il frutto XXXIII. Un uomo in una donna, anzi uno dio XXXIV. Caro m'è 'l sonno, e più l'esser di sasso xxxv. l' sto rinchiuso come la midolla XXXVI. Tu mi da' di quel ch'ognor t'avanza XXXVII. Non può, signor mie car, la fresca e verde XXXVIII . Giunto è già 'l corso della vita mia XXXIX. Per croce e grazia e per diverse pene XL. Febbre, fianchi, dolor', morbi, occhi e denti

x FRANCESCO BERNI

A cura di Silvia Longhi

Nota introduttiva Nota ai testi

RIME

Le prime stampe Le raccolte Giuntine Altre testimonianze stravaganti Fortuna editoriale fino al Settecento I manoscritti Bibliografia Otto-Novecentesca

1. A messer Antonio da Bibbiena (Se voi andate drieto a questa

1203

vita) 669 II. Sopra il diluvio del Mugello (Nei mille cinquecento, anni

ventuno) 673 III. Lamento di Nardino canattiere, strozziere e pescatore

eccellentissimo (O buona gente che vi dilettate) 677 IV. Capitolo in lode de' ghiozzi (O sacri, eccelsi e gloriosi ghiozzi) 681 v. In lode delle anguille (S'io avessi le lingue a mille a mille) 684 vr. In lode dei cardi (Poi ch'io ho detto di Matteo Lombardi) 688 VII. Capitolo in lode delle pèsche (Tutte le frutte, in tutte le

stagioni) 692 VIII. In lode dell'orinale (Chi non ha molto ben del naturale) 696 IX. In lode della gelatina (È non è mai né sera né mattina) 699 x. In lode dell'ago (Tra tutte le scienze e tutte l'arti) 702

XI. Nel tempo che fu fatto papa Adriano (0 poveri, infelici

~~~~ 7~

1204

XII. XIII.

XIV.

xv.

XVI. XVII.

XVIII.

XIX. xx.

XXI.

XXII.

XXIII. XXIV.

xxv.

XXVI.

INDICE GENERALE

Sopra un garzone (I' ho sentito dir che Mecenate) 717 In lamentazion d'Amore (In fé di Cristo, Amor, che tu hai 'l torto) 720 Capitolo primo alla sua innamorata (Quand'io ti sguardo ben dal capo a' piei) 724 Capitolo secondo alla detta (Tu se' disposta pur ch'io mora affatto) 728 In lode della primiera (Tutta l'età d'un uomo intera intera) 731 A M. Francesco da Milano (Messer Francesco, se voi sète vivo) 735 A M. Marco Veniziano (Quant'io vo più pensando alla pazzia) 739 Alli Signori Abati (Signori Abati miei, se si può dire) 742 A messer Ieronimo Fracastoro (Udite, Fracastoro, un caso strano) 745 Capitolo primo della peste a maestro Piero Buffet cuoco (Non ti maravigliar, maestro Piero) 756 Capitolo secondo della peste (Ancor non ho io detto della peste) 763 In lode d'Aristotele (Non so, maestro Pier, quel che ti pare) 769 Al cardinal de' Medici in lode di Gradasso (Voi m'avete, Signor, mandato a dire) 774 Al cardinal Ippolito de' Medici (Non crediate però, Signor, ch'io taccia) 778 In lode del debito a M. Alessandro del Caccia (Quanta fatica, messer Alessandro) 784

XXVII. Lettera a uno amico (Questa per avvisarvi, Baccio mio) 792 XXVIII. A fra Bastian del Piombo (Padre, a me più che gli altri

reverendo) 799 XXIX. Un dirmi ch'io le presti e ch'io le dia 8o4 xxx. Cancheri, e beccafichi magri arrosto 8o6 XXXI. Poiché da voi, Signor, m'è pur vietato 8o8 XXXII. Divizio mio, io son dove il mar bagna 8o9 XXXIII. Chi fia già mai così crude! persona 8II XXXIV. Ser Cecco non può star senza la corte 813 xxxv. Piangete, destri, il caso orrendo e fiero 815 XXXVI. Un papato composto di rispetti 816 XXXVII. Alla Marchesana di Pescara, quando per la morte del

Marchese diceva volersi far monaca (Dunque, se 'l cielo invidioso et empio) 8I7

XXXVIII. Il Bernio in nome di M. Prinzivalle da Pontriemoli (Vo' avete a saper, buone persone)

XXXIX. Può far la Nostra Donna ch'ogni sera XL. Eron già i versi ai poeti rubati XLI. Può far il ciel però, papa Chimenti XLII. Né navi né cavalli o schiere armate XLIII. Contro a M. Pietro Alcionio (Una mula sbiadata,

dommaschina) 826

INDICE GENERALE 1205

xuv. Contro a Pietro Aretino (Tu ne dirai e farai tante e tante) 829 XLV. Empio Signor, che della roba altrui 833 XLVI. lo ho sentito, Giovan Marlani 834 XLVII. Signore, io ho trovato una badia 836 XLVlll. Fate a modo d'un vostro servidore 838 XLIX. Sonetto della infermità di papa Clemente (Il Papa non fa

altro che mangiare) 839 L. Voto di papa Clemente (Quest'è un voto che papa Clemente) 840 LI. Verona è una terra c'ha le mura 84I LI!. Ricantazione di Verona (S'io dissi mai mal nessun di Verona) 844 LIII . Si duo! della suggezione in che stava in Verona (S'io posso

porti un dì le mani addosso) 846 uv. Chiome d'argento fine, irte e attorte 848 LV. Godete, preti, poi che 'l vostro Cristo 8so LVI. O spirito bizzarro del Pistoia 85I LVII. Del più profondo e tenebroso centro 856 LVIII. S'i' avessi l'ingegno del Burchiello 859 LIX. Non vadin più pellegrini o romei 861 LX. Chi vuoi veder quantunque può Natura 863 LXI. Chi avesse, o sapesse chi avesse 867 LXII. Alla corte del duca Alessandro a Pisa (Non mandate sonetti,

ma prugnoli) 868 LXIII. Se mi vedesse la Segreteria 870 LXIV. Io ho per cameriera mia l'Ancroia 872 LXV. La casa che Melampo in profezia 874 LXVI. Voi che portaste già spada e pugnale 877 LXVII. Varchi, quanto più lode voi mi date 878 LXVIII. Messer Antonio, io sono inamorato 879 LXIX. Amore, io te ne incaco 88I LXX. Al vescovo suo padrone (S'io v'usassi di dire il fatto mio) 882 LXXI. L'entrata dell'Imperadore in Bologna (Gualterotto de'

Bianchi) 883 LXXII. Descrizione del Giovio (Stava un certo maestro Feradotto) 889 LXXlll. Giace sepolto in questa oscura buca 890

Nota introduttiva Nota ai testi

DALLE «RIME »

XI

GIOVANNI MAURO

A cura di Silvia Longhi

1. Capitolo a messer Carlo da Fano e Gandolfo (Carlo e Gandolfo, messeri ambeduoi) 899

1206 INDICE GENERALE

II. Capitolo delle donne di montagna a messer Giovanni Dalla Casa (Io vi discriverrò, messer Giovanni) 904

III. Vera coppia d'amici ai tempi nostri 91 1

IV. Capitolo a messer Pietro Carnasecchi (Messer Pietro, ch'avete da dovero) 915

Nota introduttiva Nota ai testi

XII

ALTRI BURLESCHI

A cura di Silvia Longhi

NICCOLÒ CAMPANI DETTO LO STRASCINO

1. Capitolo delle bellezze della dama (Da poi in qua ch'io m'ebbi a

923 933

innamorare) 938 II. Capitolo secondo delle bellezze della dama (Tu mi pari oggi la

deia Drlana) 941

PIETRO ARETINO

1. Dice ognun: Io stupisco che 'l Collegio II. Or che Cornaro un gaudio ha nunzlato m . Mastro Pasquino (Pax vobis, brigata)

GIOVANNI DELLA CASA

944 945 946

Capitolo sopra 'l nome suo (S'io avessi manco quindici o vint'anni) 951

GIOVAN FRANCESCO BINI

Capitolo dell'orto (Or che Tunizi è preso, e Barbarossa) 955

AGNOLO FIRENZUOLA

In lode de/legno santo (S'io vivessi più tempo che 'l Disitte)

MATTIO FRANZESI

Capitolo a messer Annibale Caro (Caro mio caro, io so che voi sapete) 970

LODOVICO DOLCE

A messer Giovanni S. (Se credete che in me, messer Giovanni) 976

NICCOLÒ FRANCO

1. Arezzo, donde è detto l'Aretino II. Sguazza, dico, Aretino, e sfoga e sfoia III. Taci, Aretin, che il cardinal Gonzaga

INDICE GENERALE

IV. Aretin, mena pure le mascelle v. Aretin, i' vo' farti un'ambasciata VI. Tizian, ritratto avendo l'Aretino

ANTON FRANCESCO GRAZZINI

r. Il Lasca in lode di messer Francesco Berni (O voi, ch'avete

1207

non già rozzo o vile) 990 II. Il Lasca a chi legge (Voi, ch'ascoltate in rime sparse il suono) 992 m. Mentre dal bel Ligliano 993 IV. Se il ciel balena e tuona 994 v. Né più bella o migliore 994 VI. Se mi fusse concesso 995 vn. Visin qui giace, il qual fu compagnone 995 vm. Messer Donato Aliotti fiorentino 996 IX. A Morgante nano (Un nano, ch'ebbe nome di gigante) 996

FRANCESCO COPPETTA DEI BECCUTI

Capitolo di noncovelle (Di lodar noncovelle ho nel pensiero) 997

XIII

CANTI CARNASCIALESCHI

A cura di Silvia Longhi

Nota introduttiva Nota ai testi

1. BERNARDO GIAMBULLARI

1005 1005

Canzona degli uomini d'arme (Temporal fuor di natura) 1007 Canzona dellefemine che tornano in chiasso (Chi è savio, gusti e 'ntenda) 1009

II. ANONIMO

Canzona di pellegrini truffa tori (Pellegrin', donne, in questo abito strano) 1011

m. GUGLIELMO DETTO IL GIUGGIOLA

Canzona de' !anzi che andarono a papa Lione (Pastor sante, Signor nostre) 1013

IV. GIOVAMBATTISTA DELL'OTTONAIO

Canzona delle maschere (Benché molti usin mascher' d'ogni tempo) 1015

1208

Nota introduttiva Nota ai testi

LUIGI ALAMANNI

INDICE GENERALE

XIV

POETI SATIRICI

A cura di Silvia Longhi

1019

1022

1. A messer Antonio Bruciali (Carco forse talor di sdegno, amico) 1026

II. A Tommasino Guadagni (Se con gli occhi del ver guardasse bene) 1032

m. A Tommaso Sertini (lo vi dirò, poi che d'udir vi cale) 1037

ERCOLE BENTIVOGLIO

1. A messer Andrea napolitano (Andrea, tra le pazzie che son non meno) 1042

II. A messer Bigone (Quando pens'io come han veloci l'ali) 1046

III. A la signora Agnola della lingua losca (Quando talor le notomie trascorro) 1054

FRANCESCO SANSOVINO

A M. Alessandro Campesano (Poi ch'è giunto al suo fin l'amico nostro) 1061

CESARE CAPORALI

SOPRA LA CORTE Parte prima, vv. 1-117 (Mentre vissi, Trifon, cinque anni in corte) 1071

Parte seconda, vv. 145-294 (Misero me, che per disgrazia mia) 1076

xv POETI DIDASCALICI

Nota introduttiva Nota ai testi

GIOVANNI RUCELLAI

DA «LE API »

A cura di Silvia Longhi

I. [vv. 1-79. Proemio (Mentr'era per cantare i vostri doni)] 1092

II. [vv. 225-379. L'esempio di Virgilio. Guerra tra le api per la scelta di un re . Lodi di Clemente VII (E se non ch'io t'adoro, o chiaro spirto)] 1095

INDICE GENERALE 1209

LUIGI ALAMA~NI

DA (( LA COLTIVAZIONE» 1. [Libro II 30I-465. L'età di Saturno e quella di Giove.

La miseria della condizione umana e le buone opere (Non soleva il bifolco innanzi a Giove)] 1 IOI

II. [Libro v 1022-104. Gli animali nocivi (Qui, che tutta la terra ha colmo il seno)] I I07

m. [Libro VI 335-5Io. Pronostici meteorologici (Or non pur il saper come e 'n qual loco)] I I IO

Nota introduttiva Nota ai testi

XVI

NUOVA POESIA TOSCANA

A cura di Silvia Longhi

ANTONIO RE:\'IERI DA COLLE

1. A M. Claudio Tolomei (Tu ch 'i famosi tui lidi toschi, Dameta

I 119

1121

felice) I I 23 II. Alla sua donna (Veggio talvolta ne la vostra lieta) I I 25

PIER PAOLO GUALT IERI

1. A Sibari di Lo/la (Qual bello abbracci Lolla or, qual giovane amante?) I I 27

11. D'Amarilli (Suole Amarilli mia mostrarmisi candida, quando) I 128 III. A M. Francesco Prescianese (Del parlar tosco co la dotta

misura latina) I I 29

MARIO ZEFIRO

Alli academici toscani (Fugge il verno via, lieta or nel mondo ritorna) II3I

BERNARDI O BOCCARINI

Alla sua donna. Endecasillabo (Tu, tu candida donna, tu ch'avanzi)

: LAUDIO TOLOME I

1. A M. Alessandro Marzi (Questa novella via, che fuor de l'altro

II32

camino) II33 II. Al R . cardinale de' Ridolfi (Lieto or apri le divine case, e nel

tempio devoti) I I 35

1210

Nota introduttiva Nota ai testi

DAI «CANTICI "

INDICE GENERALE

XVII

FIDENZIO

A cura di Silvia Longhi

r. Voi ch'auribus arrectis auscultate II . Ne i preteriti giorni ho compilato III. Le tumidule genule, i nigerrimi IV. Con hurnile et demesso supercilio v. Cento fanciulli d'indole prestante vr. Camillo mio, pienissimo inventario VII. Mandami in Syria, mandami in Cilicia VIII. Io cantarei tanto mellifiuamente IX. Non da l'Olimpo al centro infimo tereo x. Empio immite Carni!, poi che con studio xr. O giorno con lapillo albo signando XII . Villi, a l'intuito mio formosi et grati XIII . Venite, hendecasyllabi, venite

AGGIUNTA BIBLIOGRAFICA ALLE SEZIONI X-XVII A cura di di Silvia Longhi

INDICE DEI CAPOVERSI

1145 1146 1147 1148 1149 II 50 IISI 1152 1153 Il 54 1155 II 56 II 57

11 79