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INDICE Alezione di legalità da Gherardo Colombo 04/05/12 Il Resto del Carlino Ravenna 3 «Vincere la serie per inseguire qualcosa di importante 04/05/12 Il Resto del Carlino Ravenna 4 Certezze non complicazioni 04/05/12 Il Sole 24 Ore 5 L'Imu diventerà più comunale 04/05/12 Il Sole 24 Ore 6 Pisapia guida il fronte dei sindaci: Incostituzionale 04/05/12 Il Sole 24 Ore 8 Entra la riscossione degli enti locali 04/05/12 Il Sole 24 Ore 9 Le case fantasma trovano la rendita 04/05/12 Il Sole 24 Ore 10 Politica in pressing sui rimborsi Iva 04/05/12 Il Sole 24 Ore 11 La fidejussione non sblocca i fondi 04/05/12 Il Sole 24 Ore 12 Dal Piemonte la strada del ricorso 04/05/12 Il Sole 24 Ore 13 Quasi due anni di ritardi accumulati 04/05/12 Il Sole 24 Ore 14 Quattro strade per i rimborsi Iva ma tutte a ostacoli 04/05/12 Il Sole 24 Ore 15 Pec su tutto il territorio entro i primi mesi del 2013 04/05/12 Il Sole 24 Ore 17 Rivalutazione, rimborsi in scadenza 04/05/12 Il Sole 24 Ore 18 Statali, salta la riforma Brunetta 04/05/12 Italia Oggi 19 Nessuno dice di sfoltire le regioni 04/05/12 Italia Oggi 20 Giarda: rischio di tagli per i servizi pubblici 04/05/12 Italia Oggi 21 Fuoco ad alzo zero di Renzi 04/05/12 Italia Oggi 22 Il processo tributario con la Pec 04/05/12 Italia Oggi 23 Gli atti catastali aggiornati solo dopo sentenza definitiva 04/05/12 Italia Oggi 24 Resuscitano le case fantasma 04/05/12 Italia Oggi 25 Enti locali con i nervi a fior di pelle 04/05/12 Italia Oggi 26 Acquisti online, niente più diritti di segreteria 04/05/12 Italia Oggi 27 Aree edificabili, caos Imu 04/05/12 Italia Oggi 28 L'imposta di soggiorno continua ad essere monca 04/05/12 Italia Oggi 29 Imu, dubbi costituzionali 04/05/12 Italia Oggi 30 Imu, rebus bilanci 04/05/12 Italia Oggi 31 L'Anci insegna a fare il sindaco 04/05/12 Italia Oggi 32 Lombardia, fondi contro le truffe agli anziani 04/05/12 Italia Oggi 33 La Sicilia stanzia 44,8 milioni di euro per la metanizzazione 04/05/12 Italia Oggi 34 Agevolazioni in pillole 04/05/12 Italia Oggi 35 Le concessioni Ici vanno rinnovate 04/05/12 Italia Oggi 36 Niente incentivi agli uffici tributi 04/05/12 Italia Oggi 37 Riscossione locale con conto corrente dedicato 04/05/12 Italia Oggi 38 Pagina 1 di 45

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INDICE

Alezione di legalità da Gherardo Colombo04/05/12 Il Resto del Carlino Ravenna 3

«Vincere la serie per inseguire qualcosa di importante04/05/12 Il Resto del Carlino Ravenna 4

Certezze non complicazioni04/05/12 Il Sole 24 Ore 5

L'Imu diventerà più comunale04/05/12 Il Sole 24 Ore 6

Pisapia guida il fronte dei sindaci: Incostituzionale04/05/12 Il Sole 24 Ore 8

Entra la riscossione degli enti locali04/05/12 Il Sole 24 Ore 9

Le case fantasma trovano la rendita04/05/12 Il Sole 24 Ore 10

Politica in pressing sui rimborsi Iva04/05/12 Il Sole 24 Ore 11

La fidejussione non sblocca i fondi04/05/12 Il Sole 24 Ore 12

Dal Piemonte la strada del ricorso04/05/12 Il Sole 24 Ore 13

Quasi due anni di ritardi accumulati04/05/12 Il Sole 24 Ore 14

Quattro strade per i rimborsi Iva ma tutte a ostacoli04/05/12 Il Sole 24 Ore 15

Pec su tutto il territorio entro i primi mesi del 201304/05/12 Il Sole 24 Ore 17

Rivalutazione, rimborsi in scadenza04/05/12 Il Sole 24 Ore 18

Statali, salta la riforma Brunetta04/05/12 Italia Oggi 19

Nessuno dice di sfoltire le regioni04/05/12 Italia Oggi 20

Giarda: rischio di tagli per i servizi pubblici04/05/12 Italia Oggi 21

Fuoco ad alzo zero di Renzi04/05/12 Italia Oggi 22

Il processo tributario con la Pec04/05/12 Italia Oggi 23

Gli atti catastali aggiornati solo dopo sentenza definitiva04/05/12 Italia Oggi 24

Resuscitano le case fantasma04/05/12 Italia Oggi 25

Enti locali con i nervi a fior di pelle04/05/12 Italia Oggi 26

Acquisti online, niente più diritti di segreteria04/05/12 Italia Oggi 27

Aree edificabili, caos Imu04/05/12 Italia Oggi 28

L'imposta di soggiorno continua ad essere monca04/05/12 Italia Oggi 29

Imu, dubbi costituzionali04/05/12 Italia Oggi 30

Imu, rebus bilanci04/05/12 Italia Oggi 31

L'Anci insegna a fare il sindaco04/05/12 Italia Oggi 32

Lombardia, fondi contro le truffe agli anziani04/05/12 Italia Oggi 33

La Sicilia stanzia 44,8 milioni di euro per la metanizzazione04/05/12 Italia Oggi 34

Agevolazioni in pillole04/05/12 Italia Oggi 35

Le concessioni Ici vanno rinnovate04/05/12 Italia Oggi 36

Niente incentivi agli uffici tributi04/05/12 Italia Oggi 37

Riscossione locale con conto corrente dedicato04/05/12 Italia Oggi 38

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Una società strumentale per risparmiare sulla bolletta04/05/12 Italia Oggi 39

Immobili vincolati, bonus ridotti04/05/12 Italia Oggi 40

Il Tesoro si difende: l’Imu costerà come l’Ici04/05/12 La Stampa 41

IlDemanio: dagli affitti 56milioni di risparmi04/05/12 La Stampa 42

Prevenzione La Giornata04/05/12 La Voce di Romagna Ravenna 43

Incontro Regole e leggi spiegate dall’ex magistrato Colombo04/05/12 La Voce di Romagna Ravenna 44

Serata con la Banda di Solarolo04/05/12 La Voce di Romagna Ravenna 45

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press LinE

il Resto del Carlino 04/05/2012 Ravenna

W5g L'EX MAGISTRATO DI MANI PULITE NELL'AULA MAGNA DELLA SCUOLA MEDIA

A lezione di legalità. da Gherardo Colombo QUESTA mattina, presso l'aula magna dell'istituto comprensivo di via Ungaretti a Russi, i ragazzi delle terze medie incontreranno l'ex ma-gistrato Gherardo Colombo ( . foto). L'ex pm di Milano, terrà una vera e propria lezione sulle regole e sulle leggi, sottolineando la primaria im-portanza dell'affermazione della legalità e dell'uguaglianza dei cittadi-ni davanti alla legge. La cittadinanza è invitata a intervenire. Gherardo Colombo, che da quando ha cessato le funzioni di magistrato dedica la propria vita all'educazione alla legalità dei giovani, è molto noto nel nostro paese: fu il prn che nei primissimi Anni Ottanta, assie-me al collega Giuliano Turane, condusse l'inchiesta sulla loggia masso-nica eversiva P2 e ancora il pni che nei primi anni Novanta assieme ai colleghi Borrelli, D'Ambrosio, Di Pietro, Greco, Bocassini e Davigo condusse la mega inchiesta di 'Mani Pulite'.

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press LinE

il Resto del Carlino 04/05/2012 Ravenna

.Cuebah Knights Godo affronta Parma in un anomalo turno casalingo: due dette tre sfide si giocano a Piacenza

«Vincere La serie per inseguire qualcosa di importante» .g Godo UN WEEKEND casalingo sui gene-ris per i Knights Godo (7 vittorie e 6 sconfitte) contro la Cariparma Parma (7/8) che inizia con la sfida al 'Casadio' stasera alle 20 per con-cludersi domani alle 15.30 e alle 19.30 al 'De Benedetti' di Piacen-za. LJ n impegno casalingo sul dia-mante di Piacenza per onorare gli impegni di franchigia, che sanci-sce i buoni rapporti esistenti fra le due società. Problemi di formazio-ne per Daniele Fuzzi, che ha a mezzo servizio il lanciatore domi-nicano Pinango a causa di una contrattura all'inguine: per lui so-lo alcune riprese come rilievo. Quindi al 'Casadio' lo scettro del partente spetterà a Meiias. Altri problemi per la terza b ase France-

sco Rizzi alle prese con una con-trattura alla coscia di cui non si è potuta ancora valutare l'entità. Per lui stop, in attesa di una dia-gnosi più circoscritta. A rendere ancora più complicate le cose ci sa-rà martedì il recupero di gara 2 con l'Unipol Bologna al 'Gianni Falchi', che costringerà Fuzzi a centellinare l'utilizzo dei lanciato-ri. I partenti nelle due gare piacen-tine saranno De Los Santos e Ga-leoni con Marinez, Ceri, Coppi e Del Bianco pronti al subentro. Sul confronto il manager Rizzi ha le idee chiare: «E' un match che serve per verificare le nostre reali potenzialità. Se vinciamo la serie significa che possiamo lotta-re per posizioni importanti».

Mario Silvestri

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Perché si può giustamente sostenere che l'anomalia del basso prelievo immobiliare nel nostro Paese doveva esse-re rapidamente corretta, tan-to più in uno scenario di finan-za pubblica aun passo dal col-lasso e con la speculazione pronta a festeggiare. Oppure si può ripetere che l'esenzio-ne della prima casa creava una peculiarità tutta italiana, che persino il precedente Ese-cutivo - con l'introduzione della service tax - si prepara-va in qualche modo a correg-gere, dopo l'avventata sop-pressione dell'Ici nel 2008. Tutto vero: obiettivi certa-mente da perseguire, ma non a tutti i costi. Non sacrifican-do il buonsenso e la trasparen-za. Non costringendo contri-buenti e Comuni al calvario che devono ora sopportare.

Così, sono ovviamente da apprezzare le aperture giun-te ieri dal sottosegretario Ce-riani. Quello che, però, occor-re è trovare soluzioni nell'im-mediato, non il prossimo an-no. Ci sarà tempo per interve-nire e per correggere le stor-ture più profonde (Ceriani ne ha citate alcune, prospet-tando le eventuali soluzio-ni). E anche la possibilità di un'applicazione "morbida" delle sanzioni - vedremo se l'indicazione di Ceriani tro-verà poi una reale definizio-ne normativa - suona come l'ammissione e il riconosci-mento dei molti difetti che l'imposta si porta dietro.

Ma è davvero impossibile trovare oggi una soluzione ai problemi più urgenti? È im-pensabile evitare che i contri-buenti siano costretti a calco-lare da sé, nel modello di ver-samento F24, la quota di impo-sta da imputare allo Stato e quella da destinare al Comu-ne? È un'eresia chiedere che il cittadino possa conoscere già oggi - e non solo a dicembre -quale sarà il peso complessi-vo del tributo? C'è poco tem-po, è vero, ma uno sforzo per rendere questa imposta un po' meno opaca va fatto.

Salvatore Padula RIPRODII/IONI RISE RV5I5

Certezze non complicazioni di Salvatore Padula

u a ragione il sottosegretario all'Econo-I I mia, Vieri Ceriani. L'Imu non è affat-to un'invenzione del Governo dei tecnici. Il quale l'ha invece trovata bell'e pronta, come eredità dello slancio federalista dell'Esecutivo precedente. Il sottosegreta-rio sottovaluta, però, il sentiment se pensa che questo "disconoscimento di paterni-

tà" possa di per sé rendere l'imposta muni-cipale, anzi, l'imposta statal-comunale su-gli immobili, meno odiata dai cittadini e dagli amministratori locali. L'Imu conti-nua a essere percepito come un prelievo iniquo, forse anche perché inutilmente complicato e per niente trasparente.

Continua a pagjna 8

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L'Imu diventerà più «comunale» Il Governo: cambieremo, non prima del 2013 - Forse graziato subito chi sbaglia

Marco Mobili ROMA

La regola aurea del «chi sba-glia paga» potrebbe non applicar-si in questo primo anno di Imu. A non chiudere del tutto la porta all'ipotesi di non applicare sanzio-ni per chi commette errori nel pa-gare l'Imu 2012, avanzata proprio su queste pagine, è stato il sottose-gretario all'Economia che ieri ha incontrato la stampa. Vieri Ceria-ni ha precisato che l'ipotesi po-trebbe essere valutata quando il Governo incontrerà i Comuni per fare il punto sul debutto dell'Imu e su eventuali correttivi. Magari in occasione di verifica del gettito e della possibilità con Dpcm di au-mentare o ridurre il prelievo co-me prevede il decreto fiscale.

E non è la sola apertura dell'Eco-nomia. Sul tavolo ce ne potrebbe essere anche una per i sindaci. Se-condo Ceriani, infatti, non sono escluse, «ma non prima dell'anno prossimo», modifiche all'Imu e so-prattutto alla destinazione dell'Imu erariale. Si può ragionare su diverse opzioni, ha precisato Ceriani, a.1 esempio destinare la quota che oggi lo Stato incassa sull'I mu secondaria al Fondo spe-

UN uno Dl ESENTI Secondo il dipartimento delle Finanze pagherà la tassa 70% dei proprietari per un importo che non supererà in media i 200 euro

rimentale di riequilibrio con cui vengono finanziati circa 7 miliar-di di trasferimenti agli enti locali: «Oggi quel fondo dovrà essere ali-mentato dall'Iva e da un'altra mi-riade di imposte. Riportare l'Imu erariale in quel fondo potrebbe an-che voler dire riportare a normali-tà il sistema di finaziamento».

Altra ipotesi, anche questa frutto di un lungo dibattito svol-tosi all'interno della Commissio-ne bicamerale sul federalismo, potrebbe essere quella «di sdop-piare l'Imu creando però una nuova imposta prevedendo un'Ima comunale e un'Imu era-riale ben distinta». •

Sul peso che l'imposta avrà nel-le tasche degli italiani, Vieri Ce-riani si affida alle simulazioni del Dipartimento delle Finanze. E che a suo avviso dimostrano co-me «il gettito complessivo stima-to è circa 3,4 miliardi di euro, so-stanzialmente equivalente a quello dell'Ici sull'abitazione principale» (circa 3 miliardi). Dal punto di vista redistributivo, ha spiegato Ceriani, su 19,2 milio-ni di immobili,14,6 milioni verse-ranno l'Imu e 4,6 milioni saranno esenti in virtù delle detrazioni. La media del prelievo è circa 235 curo per immobile. Su 24,3 milio-ni di proprietari di immobili, 17,5 milioni verseranno l'Imu (il

70%) e 6,8 milioni (30%) saranno esenti da imposizione. La media pro-capite è di circa 194 euro.

L'incontro di ieri è stato l'occa-sione anche per precisare la gene-si dell'Imu e alcune letture «del tutto false» secondo Ceriani. A partire dall'esenzione Imu per le fondazioni bancarie. Questi sog-getti, infatti, seguiranno le regole riviste e corrette con il Dl Libera-lizzazioni sull'Ici della chiesa. In sostanza le fondazioni bancarie pagheranno come le onlus e le at-tività non comerciali. L'esenzio-ne, come prevede il Dl Liberaliz-zazioni, sarà proporzionale all'uti-lizzo non commerciale dell'im-mobile. Sulla possibilità che sa-ranno tassati anche i "ricoverati" o i soggetti emigrati, Ceriani ricor-da che saranno i comuni a decide-re la misura delle agevolazioni. La ragioneria, nel corso dell'esa-me del decreto fiscale, aveva sot-tolineato come lo Stato in questi casi non possa rinunciare alla pro-pria riserva e che le eventuali age-volazioni dovranno essere a cari-co dei comuni per «evitare ridu-zioni di gettito non quantificate». Chiarito anche l'equivoco dell'Imu-bis: «non c'è nessuna nuova imposta o maggiorazione dell'Imu, si tratta - ha precisato Ceriani- dell'imposta di scopo vi-gente dal 2007 e applicata in Italia da non più di 20 comuni».

Sull'anticipazione dell'Imu, il sottosegretario ha voluto ricorda-re come il Governo con il Salva-

Italia è arrivato a questa scelta e al-la sua applicazione sulla prima ca-sa. Con precisi distinguo. In pri-mo luogo ha precisato che «l'Imu non è un'imposta nuova: è stata de-finita dal precedente Governo e quello attuale l'ha solo anticipata di due anni, estendendola sì alle prime case». E ha poi ricordato che il precedente Governo in uno degli ultimi consigli dei ministri aveva varato un correttivo al fede-ralismo municipale con cui, in mo-do surrettizio, sarebbe stata rein-trodotta la tassa sulla prima casa: l'imposta sui servizi, applicata a tutti gli immobili sulla base delle rendite catastali, sarebbe stata a carico dei conduttori. E «se il con-duttore coincideva con il proprie-tario altro non voleva dire che far rientrare dalla finestra il prelievo sulla prima casa».

Il Governo Monti, invece, ha scelto di anticipare PImu e di eli-minare l'anomalia tutta italiana dell'esenzione dal prelievo fiscale della prima casa. E un messaggio diretto Ceriani lo indirizza anche a chi oggi invoca la disobbedienza fiscale sull'Imu: sfogliando una co-piosa rassegna stampa del 2008, il sottosegretario ha ricordato co-me l'ex leader della Lega, Umber-to Bossi, invocava allora la reintro-duzione dell'Imu così come sotto-lineava l'errore commesso dal Go-verno di cui faceva parte nell'eli-minare l'Ici sulla prima casa.

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Il Sole press LinE 04/05/2012

Il test di convenienza

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IL CONFRONTO ICI-IMU SULLA PRIMA CASA Confronto tra vecchio e nuovo prelievo sulla casa a parità di aliquota (4 per mille) in base alla composizione del nucleo familiare

Aliquota Ici= 4 per mille - Aliquota Imu= 4 per mille

100 300 400 Contribuente senza figli detrazione 1(1=103,29 - detrazione IMUr. 200)

r21

I I

Ici - 22,7 64,7 106,7 190,7 316,7 736,7

Imu - 1,6 68,8 136,0

29,3

270,4

79,7

472,0

155,3

1.144,0

407,3 Scostamento - -21,1 4,1

Contribuente con 1 figlio (detrazione Ici=103 P 29 • detrazione Imu= 250)

o

nn

I ilÌ

Ici - 22,7 64,7 106,7 190,7 - 316,7 736,7

Imu - 18,8 86,0 220,4 422,0 1.094,0

Scostamento - -22,7 -45,9 20,7 29,7 105,3 357,3

Contribuente con 2 figli (de rione Ici=103,29 - detrazione Imu= 300)

o òò

ilÌIÌ

Ici

Imu

-

_ 22,7 64,7 106,7 190,7 316,7 736,7

36,0 170,4 372,0 1.044,0

Scostamento - - 22,7 -64,7 70,7 -20,3 55,3 307,3

Contribuente con più di 4 figli (detrazione Ici=103,29 • detrazione Imu= 400)

119 /\ f\ ;\ ick /9\ i 11111111111

Ici - 22,7 64,7

-

106,7 190,7 316,7 736,7

Imu - 70,4 272,0 944,0

Scostamento --22,7 - 64„7 106,7 - 120,3 44,7 207,3

IL «PESO» DELLA RENDITA (CON ALIQUOTA AL 4 PER MILLE) IL «PESO» DELLA RENDITA (CON ALIQUOTA AL 5 PER MILLE) Confronto delle progressioni di Ici e Imu in base alla rendita catastale Confronto delle progressioni di Ici e Imu in base alla rendita catastale

Ici-Imu Rendita Catastale

0 100 200 300 400 500 600 500

Ici-Imu

700 800 900 1.000 0 500

Rendita Catastale

100 200 300

400 0,4% 400 0,5%

300 (aliquota Imu sperimentale) 300 (aliquotalMu sperimentale)

200 200

100 Rendita .383,66 0,4% 100 Rendita = 30740

0 lei (aliquota media lei) 0

100 -1

100 03,29 - 103,29

- •

-200 Imu -200

-300 -300

Fonte; elaborazione del Sole 24 Ore su dati del ministero dell'Economia - Dipartimento delle Finanze

Llinu diventerà più «comunale»

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Rendita tipo 500

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spetto a un semplice passaggio di consegne da Equitalia all'An-ci, perché il ventaglio delle op-zioni prevede anche le aziende private iscritte all'albo delle so-cietà di riscossione o la gestione diretta, la via battuta soprattutto da alcuni piccoli Comuni su cui in questa fase di tensione è fiori-

o to il dibattito sulla "rivolta con-tro Equitalia".

Più di un'estemporanea rivol-ta dei sindaci, in realtà, a caratte-rizzare il settore è il caos norma-tivo, avviato a maggio ton con il decreto «Sviluppo». Oltre apre-vedere la repentina uscita di sce-na di Equitalia, il decreto aveva tolto alle società private l'in-giunzione fiscale con la proce-dura esattoriale (più rapida di quella "tradizionale", disegnata nel 1910) e aveva chiuso loro le porte dell'anagrafe tributaria.

A sciogliere un po' la matassa è intervenuta la legge di conver-sione del decreto fiscale, che ha ridato alle società private iscrit-

GLI ALTRI Matteo Renzi (Firenze): questa è un'imposta statale Gianni Alemanno (Roma): molti non pagheranno, gettito a rischio

Pisapia guida il fronte dei sindaci: «Incostituzionale»

Gianni Trovati MILANO

«Così com'è, l'Imu è ingiu-sta e incostituzionale». Il sinda-co di Milano Giuliano Pisapia entra a piedi pari nel braccio di ferro fra Comuni e Governo sul-la nuova imposta municipale, e chiede a Roma di «metterci la faccia». «Se ne ha bisogno per sanare il Paese - spiega Pisapia a Radio 24 - metta una tassa au-tonoma e non trasformi i sinda-ci in esattori del Governo».

L'intervento di Pisapia, che comunque chiude alla "rivolta fiscale" in salsa leghista perché «propagandistica e illegitti-ma», entra in quello che ormai è un coro di tutti i sindaci. Il fio-rentino Matteo Renzi chiede al Governo di ribattezzare l'Imu in «Ista», acronimo di imposta statale, mentre dal Campido-glio Gianni Alemanno rilancia l'allarme sull'ipotesi che «molti non potranno pagare e molti al-tri cercheranno di disfarsi delle case», fermando il gettito a livel-li più bassi del previsto. Per con-trollare i frutti reali dell'impo-sta, rimodulando i tagli ai Comu-ni, il presidente dell'Anci Gra-ziano Delrio torna a chiedere di «convocare un tavolo con i sin-daci dopo la prima rata dell'Imu e ridiscutere questa tassa».

L'impatto dell'Imu è tornato

a scaldare anche un altro versan-te problematico del rapporto fra Governo centrale e munici-pi, quello della riscossione. Mentre la delega fiscale prova a riordinare un'architettura che vari interventi normativi hanno stravolto, ieri si è acceso un bot-ta e risposta fra Equitalia e Co-muni. «Per abbandonare Equi-talia i sindaci non devono disdi-re alcun contratte- ha ricorda-to una nota dell'agente naziona-le della riscossione - perché è la legge a prevedere che i Co-muni gestiscano da soli la ri-scossione dal i ° gennaio 2013. I Comuni dal1997 possono disci-plinare autonomamente forme e modalità della riscossione; se fino a oggi non l'hanno fatto un motivo ci sarà».

L'uscita di Equitalia dalla sce-na comunale anzi, secondo la formula originaria del decreto sviluppo del maggio 2011, era in calendario da inizio 2012, ma i sindaci hanno chiesto e ottenu-to la proroga di un anno per evi-tare buchi nel passaggio di con-segne. «Lo abbiamo fatto nell'in-teresse dei Comuni», ha ricorda-to sempre ieri l'Anci, che ora sta lavorando sull'idea di creare «una struttura operativa» da af-fiancare ai Comuni per migliora-re la riscossione. Il panorama, comunque, è più complesso ri-

IL FRONTE ESATTORIALE L'Anci sta lavorando all'idea di creare una struttura operativa da affiancare ai Comuni per migliorare la riscossione

te all'albo e a quelle partecipate la possibilità di utilizzare l'in-giunzione con procedura esatto-riale e di accedere all'anagrafe tributaria. Le aziende dovranno però far confluire i tributi locali in conti correnti dedicati, per tu-telare i bilanci pubblici. Tutto chiaro? Ovviamente no.

Il primo aspetto da risolvere è la fase transitoria, perché la norma indica che dal i° gennaio 2013 Equitalia «cessa le attività» di riscossione locale, una formu-la tranchant che non lascia capi-re il destino delle cartelle non ancora giunta a riscossione. Un passaggio di consegne brusco ri-schia di ingigantire la montagna dei crediti incerti che già oggi pendono sui conti locali: si trat-ta delle «quote inesigibili» che, quando verranno scaricate da Equitalia, costringeranno i sin-daci a cancellare miliardi di resi-dui attivi dai loro conti.

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Delega lise e. Via libera della Ragioneria, ora il testo è nelle mani del capo dello Stato per l'invio alle Camere

Entra la riscossione degli enti locali ROMA

La delega fiscale apre al rior-dino della disciplina della riscos-sione delle entrate degli enti loca-li. Non solo. Nella revisione del si-stema san zionatorio si dovrà te-ner conto di soglie mirate di puni-bilità. E oltre all'annunciato stral-cio del fondo taglia tasse, scompa-re dai capitolo sui controlli l'ipote-si di un redditometro per le impre-se. Sulla tassazione verde, poi, tro-vano posto le richieste avanzate dall'Ambiente, mentre si amplia la delega sui giochi pubblici so-prattutto per la pubblicità sul ga-ming. Questi i principali ritocchi apportati alla delega fiscale rispet-to al testo licenziato dal Governo il 16 aprile e bollinato la scorsa set-timana dalla Ragioneria generale dello Stato.

Il disegno di legge, ora nelle ma-ni di Giorgio Napolitano per l'au-torizzazione al suo invio alle Ca-mere, approderà la prossima setti-mana a Montecitorio dove inizie-rà l'iter parlamentare. Obiettivo

del Governo è ottenere la delega per la pausa estiva o subito dopo, così da avviare già da settembre prossimo all'emanazione dei pri-mi decreti delegati. A partire da quelli che vorrebbero restituire certezza del diritto come i princi-pi fissati nell'articolo 5 sull'abuso del diritto e l'elusione fiscale. Ma vediamo in sintesi le principali no-vità del testo che arriverà, salvo ulteriori osservazioni della presi-denza, all'esame di Montecitorio.

Quella più rilevante e che sem-bra dettata dall'attualità è conte-nuta nell'articolo io del Ddl. Ol-tre a rivedere il contenzioso ora si prevede la revisione della ri-scossione dei Comuni. Con l'ag-

NUOVE SANZIONI Sarà garantito il criterio di proporzionalità rispetto al grado della violazione con adeguati tetti di punibilità

giunta della lettera d) viene previ-sto che coni decreti delegati il Go-verno dovrà procedere al riordi-no della disciplina della riscossio-ne delle entrate degli enti locali, al fine di assicurare certezza, effiht cienza ed efficacia dei loro poteri di riscossione. Non solo. Il Gover-no dovrà assicurare competitivi-tà, certezza e trasparenza nei casi di esternalizzazione della riscos-sione, nonché forme di garanzia per la trasparenza, l'effettività e la tempestività dell'acquisizione da parte degli enti locali delle en-trate riscosse.

Di particolare rilievo anche le due righe inserite nell'artico-lo 8 sulla revisione delle sanzio-ni. Oltre a seguire criteri di pro-porzionalità rispetto alla gravi-tà delle violaZioni, si dovranno prevedere anche adeguate so-glie di punibilità. In sostanza, un conto sarà punire chi com-mette frodi per evadere e un conto sarà sanzionare chi non paga le tasse magari perché in

oggettiva difficoltà economica. Confermata in toto la rivolu-

zione sul catasto a cui è stata ag-giunta un'ulteriore clausola di salvaguardia in base alla quale ol-tre a non dover prevedere ulte-riori oneri per la finanza pubbli-ca, l'attività di revisione dovrà es-sere svolta da strutture e profes-sionalità già esistenti all'interno delle amministrazioni. All'inse-gna dei risparmi di spesa anche la Commissione chiamata a mo-nitorare l'erosione fiscale: sarà composta da 15 membri nomina-ti dall'Economia per i quali viene espressamente prevista l'assen-za di qualsiasi gettone, rimborso o compenso.

Dal testo giunto alla presiden-za scompare il cosiddetto «reddi-tometro per le imprese». Dall'arti-colo 9 dedicato al potenziamento dell'attività conoscitiva e di con-trollo scompare la lettera e) che prevedeva il potenziamento de-gli effetti dell'accertamento sinte-tico oltre che per l'Irpef, anche

per i contributi e le imposte dovu-te nell'esercizio dell' attività.

Sul fronte della fiscalità am-bientale (articolo 14) viene espres-samente introdotta nel principio di delega l'esenzione dalla nuova carbon tax per i settori che opera-no nell'ambito della direttiva Cee sullo scambio di quote di emissio-ni di gas a effetto serra.

Si arricchisce, infine, la delega sui giochi (articolo 15). Oltre al riordino del prelievo, sul coordi-namento e sull'adeguamento del-le disposiziobni ai principi stabili-ti a livello comunitario, nel nuovo comma 2 viene prevista l'introdu-zone di specifiche norme per pre-venire, curare e recuperare i feno-meni di ludopatia. Le linee di indi-rizzo saranno dettate da specifici progetti finanziati «con il gettito di idonee sanzioni», nonché vin-colando a questo scopo anche una quota del fondo sanitario na-zionale. Contrasto, poi, a tutto campo a forme di pubblicità sul gioco illegale e a forme di pubbli-cità ingannevole. Ampia tutela per i minori dalla pubblicità dei giochi e maggiori garanzie al ri-spetto del divieto di gioco con vin-cite in denaro per i minori.

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Catasto. Gli elenchi affissi agli albi comunali

Le case fantasma trovano la rendita.

E adesso si paga pure l'Imu. Con la tempestiva comunicazio-ne dell'elenco 510 Comuni nei quali sono state affisse le distin-te delle «case fantasma» scoper-te dal Catasto, l'agenzia del Ter-ritorio è arrivata quasi alla fine del suo non facile compito. Do-po anni di lavoro sono state indi-viduate 1,2 milioni di unità immo-biliari che non risultavano al Ca-tasto e quindi non tassabili. Ora, invece, hanno anche una rendi-ta catastale presunta, che è stata notificata al proprietario del ter-reno sui sorgono con il sistema dell'affissione all'albo pretorio (comunicato del Territorio sul-la Gazzetta ufficiale di ieri). Fi-no al 2 luglio 2012 resteranno esposte. Ma sono anche visibili sul sito internet dell'Agenzia.

Si attendono 472 milioni di gettito aggiuntivo: per l'Imu (quota erariale e comunale) so-no attesi 356 milioni di euro, a cui si aggiungono no milioni

di imposta sui redditi (Irpef o cedolare secca), mentre 6 mi-lioni dovrebbero arrivare dall'Imposta di registro sui ca-noni di locazione.

Ancora più importante è la partita degli arretrati di 5 anni. L'Ici potrebbe fruttare 1,44 mi-liardi di euro (più 18o milioni di sanzioni, se tutti aderiscono e pa-gano il minimo, e 21 di interessi). Per lo Stato c'è l'Irpef sui redditi fondiari (317 milioni più 39,6 di sanzioni e 4,6 di interessi).

Di fatto, la rendita presunta, se non si ricorre entro il 2 luglio 2012, diventa definitiva e in ogni caso obbliga a pagare le impo-ste già da quest'anno. Inoltre, per queste unità immobiliari, i soggetti obbligati (cioè i pro-prietari o titolari di diritti reali) devono provvedere alla presen-tazione degli atti di aggiorna-mento catastale.

Sa. Fo. RISFRVAR

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Politica m pressing sui rimborsi Iva i Proposte di Pd e Pdl per la compensazione e l 'esenzione delle spese per interessi

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Laura Di Pillo ROMA

La partita è delicata e ineludi-bile e si gioca intorno allo stretto crinale delle risorse disponibili. La politica fa pressing sul Gover-no: Pdl, Pd e Udc cercano soluzio-ni urgenti per restituire ossigeno alle aziende a corto di liquidità. Accelerare sui mancati rimborsi Iva (sono migliaia le imprese strozzate dai ritardi o che rischia-no di chiudere) o ipotizzare, co-me fa Angelino Alfano, una com-pensazione tra crediti commer-ciali e debiti fiscali. Questa matti-na il segretario del Pdl presenta i dettagli della proposta di legge che «sarà offerta a tutte le forze parlamentari, la riteniamo di buon senso e in linea con i princi-pi dello statuto del contribuen-te» ha detto ieri Alfano. «Se l'im-prenditore ha un debito fiscale con lo Stato e al contempo un cre-dito per prestazioni erogate allo Stato - ha osservato Alfano - lo può compensare. Questo sarà scritto nella nostra proposta e poi noi proporremo un rapido re-cepimento della direttiva euro-pea che prevede il dovere per la Pa di fare i pagamenti entro ses-santa giorni». Crediti Iva e credi-ti vantati verso la Pa, capitoli di-versi come varie sono le ipotesi in campo su cui la maggioranza è al lavoro. Dall'introduzione di un emendamento alla delega fi-scale (si veda Il Sole-24 Ore del 25 aprile), alla mozione che presen-terà in Senato il Pdl proprio sull'accelerazione dei rimborsi dei crediti Iva, all'interrogazione parlamentare annunciata dal pre-sidente della commissione per l'Anagrafe tributaria Maurizio

Leo (Pdl), fino alla proposta del Pd che in presenza di crediti van-tati da un'azienda verso la Pa, il debito tributario non pagato non sia gravato da sanzioni e interes-si. Prioritario accelerare sui cre-diti Iva, sottolinea il presidente della Commissione Finanze del-la Camera Gianfranco Conte: «Anche se in passato abbiamo vi-sto che di questo strumento è sta-to fatto a volte un uso improprio, quello del rimborso dei crediti

LETTERA DI TAJANI

«Basta rinvii nei pagamenti della Pa»

Le pubbliche amministra-zioni dei 27 Paesi membri della Ue devono alle imprese forni-trici circa 18o miliardi di euro e quasi la metà della cifra è dovu-ta dallo Stato italiado: è ora di dire basta ai ritardi dei paga-menti e attuare «immediata-mente» le norme europee. È il nuovo appello del vicepresi-dente della Commissione Ue, Antonio Tajani, in una lettera ai ministri competenti dell'Unione. «Se gli Stati esigo-no rigore sul fronte fiscale - di-ce il commissario per l'Indu-stria e imprenditoria dev'es-sere doveroso per la Pa anche onorare gli impegni di pagare tempestivamente, altrimenti si contribuisce a una maggiore mortalità delle Pmi».

Iva, avendo a disposizione poche risorse, va considerato come il percorso da privilegiare». Il no-do restano le risorse, aggiunge Conte. Sulla proposta Alfano non si sbottona: «E sostanzial-mente quella già presentata a ini-zio legislatura, depositata, e che porta come prima la mia firma». Proposta poi dimenticata, che conferiva delega al Governo ad intervenire proprio sul tema del-la compensazione: Ma insiste Conte: «Il Governo deve indivi-duare le priorità e mettere a di-sposizione le risorse, se si va avanti con la spending review, lo spazio di manovra potrebbe es-serci». Sullo stesso fronte Mauri-zio Leo (Pdl) che firma un'inter-rogazione al Governo in cui si chiedono tempi certi e procedu-re semplificate sui mancati rim-borsi dei crediti Iva. Tre le que-stioni aperte: le garanzie presta-te per i rimborsi Iva, l'accesso al rimborso, il limite alle compensa-zioni insieme al decreto che con-sentirebbe la compensazione dei crediti vantati nei confronti del-la Pa con i debiti iscritti a ruolo.

La prima questione da risolve-re, secondo Leo è il disallinea-mento tra la durata della garan-zia prestata per ottenere il rim-borso e i periodi di decadenza dell'accertamento. Si chiede dun-que l'introduzione di un periodo di accertamento fisso uguale per tutti e parametrato al periodo di durata della garanzia. In campo anche l'Udc. La proposta che il Pdl presenterà sulla compensa-zione fra crediti e debiti verso lo Stato riguarda un problema reale che sta a cuore anche all'Udc ha ribadito lo stesso Pierferdinando

Casini. «È un atto simbolico», ha detto, ricordando anche come «già qualche tempo fa era stato previsto in una disposizione legi-slativa questo principio, ma il mi-nistro Tremonti non gli diede at-tuazione». «Se fosse cosi sempli-ce risolvere il problema ci avreb-bero già pensato tutti», ha rinca-rato Casini, sottolineando che «se il governo Berlusconi, di cui Alfano era un autorevole espo-nente, non ha poi provveduto praticamente all'attuazione del-la norma legislativa è per la com-plessità della questione». Sui cre-diti Iva, Gian Luca Galletti, capo-gruppo alla Camera aggiunge: «Con Tremonti noi abbiamo fat-to una battaglia epocale, i ritardi dei pagamenti e dei rimborsi so-no un'enorme ingiustizia. Stia-mo lavorando all'ipotesi - conti-nua Galletti - di ampliare il tetto dei rimborsi, compatibilmente però con le finanze pubbliche». Più in generale «stiamo lavoran-do anche all'ipotesi, non valida per il passato, che un'azienda pa-ghi le imposte allo Stato solo quando lo Stato paga, cioè quan-do l'azienda ha effettivamente in-cassato quello che le era dovu-to». Cautela dal Partito democra-tico: «Durante uno dei decreti estivi - spiega Marco Causi - il Pd aveva proposto, con suo emendamento, che in presenza di crediti dalla Pa, il debito tribu-tario non pagato non venisse gra-vato da sanzioni e interessi. Il go-verno di allora disse di no per mo-tivi di copertura. Fermo restan-do che aspettiamo di leggere la proposta del Pdl, è chiaro che il punto cruciale è la copertura».

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Politica in pressing bui rimborsi lo

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La fidejussione non sblocca i fondi Emanuele Scarci MILANO

Oltre u milioni di crediti Iva che non riescono a rientra-re nelle casse della Zanetti for-maggi, dall'ultimo trimestre del 2010. «Esportiamo oltre il 5o% del fatturato - osserva At-tilio Zanetti, ad di Zanetti Spa - e ciò comporta che su oltre zoo milioni non incassiamo Iva mentre la paghiamo sulle forniture di latte, i14%, e su tut-to il resto, il 21%. Fino al 2009 si rientrava dal credito entro 3-6 mesi oggi non è più così».

Dodici milioni di crediti Iva pesano anche su un gigante co-me Zanetti che l'anno scorso ha realizzato ricavi per 400 mi-lioni (+25% a valore e +3% in quantità); la società bergama-sca ha 8 stabilimenti ed è uno dei principali esportatori ita-liani di grana padano e parmi-giano reggiano (la quota export è del 55%), con una for-te presenza nella Ue e nell'Est. «Dovremmo essere premiati - aggiunge Paolo Za-netti, contitolare dell'azienda - perché trasformiamo solo latte italiano (quello d'impor-tazione non è gravato da Iva ndr) invece vige un regime fi-scale che disincentiva il pro-dotto nazionale e l'export».

Oltre tutto «quando chie-diamo i rimborsi trimestrali -precisa Attilio - dobbiamo munirci di una fidejussione bancaria di 28 mesi a garanzia del rimborso Iva richiesto».

In realtà le aziende pagano l'Iva anche sugli investimen-ti e questo scoraggia lo svi-luppo, ma non Zanetti. «In

giugno - anuncia Paolo -inaugureremo lo stabilimen-to di Panocchia a Parma gra-zie a un investimento di 18 mi-lioni. Al preesistente centro di stoccaggio abbiamo annes-so un centro di confeziona-mento del parmigiano reggia-no porzionato e grattugiato. Il disciplinare del consorzio impone che dal prossimo ago-sto il confezionamento ven-ga realizzato esclusivamente

milioni Credito Iva maturato La Zanetti attende rimborsi risalenti al IV trimestre del 2010

nella zona tipica». «Abbiamo realizzato - in-

terviene Attilio - una stabili-mento superiore alle necessi-tà attuali ma la nostra storia insegna che poi abbiamo sem-pre dovuto ampliare. È vero che il disciplinare ha imposto nuovi investimenti ma sono convinto che quella della tu-tela del prodotto sia la miglio-re stategia».

Anche ora che il prezzo del parmigiano reggiano è calato del 10% rispetto al picco? «Certo - conclude Paolo -puntiamo alla crescita dei vo-lumi anche nel 2012: i dati del primo quadrimestre rivela-no che il mercato italiano tie-ne mentre quello estero è in lieve progresso».

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Dal Piemonte la strada del ricorso Ilaria Vesentini CUNEO

Parte dal Piemonte con l'obiettivo di coinvolgere tutto il territorio nazionale, il ricorso contro la Presidenza del Consi-glio dei ministri e il Ministero dello Sviluppo economico per chiedere il risarcimento dei danni subiti a causa dei ritardi nel rimborso dei crediti Iva.

Una class action all'italiana (tecnicamente un liticonsorzio facoltativo attivo), che oggi prenderà forma con il deposito al Tribunale di Roma di un atto di citazione - prima firmataria l'azienda leader in regione nel lattiero-caseario, la Inalpi di Moretta di Cuneo, promotrice l'Associazione Nord-Ovest 2020 assistita dallo studio lega-le Pavia e Ansaldo - che chiama in causa lo Stato per la violazio-ne della normativa comunita-ria sull'Iva e i conseguenti dan-ni che i ritardati rimborsi fiscali provocano alle imprese, tra oneri finanziari per far fronte al circolante, fidejussioni e man-cati investimenti.

«Il punto di partenza, più vol-te ribadito dalla Corte di giusti-zia europea, è che l'Iva è un isti-tuto neutro, per cui essa non de-ve in alcun modo gravare sulle imprese, esponendole a indebi-ti rischi finanziari», precisa Ste-fano Grassani, presidente dell'Associazione Nord Ovest 2020 (che curalo sviluppo delle Pmi nella macroregione) non-ché avvocato specializzato in diritto Ue e antitrust dello stu-dio Pavia e Ansaldo. «Per que-sto - aggiunge - abbiamo cerca-to di costruire un'azione di tute-la collettiva che salvaguardi non tanto il cittadino quanto l'impresa lesa dal comporta-mento statale. Alla causa instau-rata da Inalpi potranno aderire tutte le altre imprese, e sono molti i contatti ricevuti, con un'analoga pretesa. Sul sito dell'Associazione è stata aperta una pagina apposita per la class action e confidiamo in una vera e propria mobilitazione di mas-sa, trasversale ai settori».

Dopo settimane di denunce delle Pmi italiane peri 5 miliar-di di crediti Iva che si stima sia-no bloccati nella macchina sta-tale e ritardi nei rimborsi che toccano i due anni per le dichia-razioni annuali e 12 mesi per quelle trimestrali, si passa dun-que alla formale citazione in giudizio. Anche perché l'ina-dempienza dello Stato italiano è lampante di fronte a tempime-di dei rimborsi che tra Germa-nia, Francia o Belgio non supe-rano i 6o giorni. Tre mesi è inve-ce il "termine ragionevole" pre-

miliardi

La stima del blocco I crediti Iva vantati dalle imprese bloccati dalla macchina statale

visto dalle disposizioni italiane in virtù della neutralità dell'Iva, ma mai rispettato. Con l'aggra-vante, nota Grassani, della pre-cisa volontà del Governo di pre-levare fondi dalla contabilità dell'agenzia delle Entrate desti-nata a rimborsi e compensazio-ni Iva, per finanziare le riforme promesse.

«L'avvio dell'azione legale è il segnale di un'esasperazione di noi piccole e medie imprese - spiega Ambrogio Invernizzi, presidente di Inalpi, 8 milioni di crediti Iva bloccati, altri 7oomila euro solo ad aprile - di fronte a uno Stato che ci costrin-ge a prestiti forzosi aggiungen-do un ulteriore elemento di di-sparità concorrenziale rispetto ai competitor europei, in un si-stema-Paese che già ci penaliz-za tra fisco e burocrazia. Anche perché dopo tante proteste non abbiamo avuto alcun riscontro da Governo ed Equitalia».

La class action sarà presenta-ta 1'8 maggio a Parma in occasio-ne della fiera Cibus.

O www.nordovest2020.it

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Quasi due anni di ritardi accumulati Filomena Greco OLEGGIO (NO)

Un'azienda in crescita, con fatturato a 15 milioni di euro nel 2011, in cantiere in-vestimenti per un milione e mezzo e un problema di li-quidità generato dai crediti Iva vantati nei confronti dello Stato, a quota 9oomi-la euro. Giordano è un ca-seifico storico del Novare-se, nato negli anni Cinquan-ta e oggi gestito dalla secon-da generazione della fami-glia Giordano.

Gli investimenti Per rafforzare la produzione di mozzarella di bufala

«La nostra materia prima per 1'85% è il latte - spiega l'amministratore delegato Antonietta Giordano che in-sieme ai fratelli Marco e Lui-gi gestisce la società -. Lo ac-quistiamo con Iva al io% mentre mozzarelle e for-maggi vengono poi venduti sul mercato con Iva al 4 per cento. Così finisce che ma-turiamo, in media, crediti Iva per circa 15omila euro a trimestre».

Quello che si riesce, fino a 5oomila euro all'anno, si por-ta in compensazione, per il resto «tocca aspettare». Ad oggi il caseificio Giordano è in attesa di incassare tutta l'Iva del 2010 più due trime-stri del 2011. In sostanza, ritar-di accumulati che superano l'anno e mezzo. «In un perio-do in cui il sistema bancario tende a contenere le linee di credito, con questi tempi co-sì allungati davvero si pre-senta un forte problema di li-quidità» aggiunge l'ammini-stratore delegato dell'azien-da che conta oltre 4o addetti e che ha la sua sede produtti-

va nel Novarese, a ridosso del Parco del Ticino, area di riferimento per la produzio-ne di gorgonzola. «Noi sia-mo un po' una mosca bianca - sottolinea Antonietta Gior-dano - perché lavoriamo la pasta filata e produciamo mozzarelle e altri tipi di for-maggio, sia da latte vaccino che di bufala».

L'investimento avviato dalla società punta ad allar-gare l'attuale stabilimento - tomila metri quadri, di cui circa 4mila coperti - proprio per rafforzare la produzione di mozzarelle di bufala cre-ando una linea dedicata, un nuovo magazzino e amplian-do la zona logistica. La pro-duzione di mozzarelle con latte di bufala è iniziata nel 2009: «Siamo partiti un po' in punta di piedi, poi è arriva-ta una risposta molto soddi-sfacente da parte del merca-to e così abbiamo deciso di scommettere su questo filo-ne», racconta l'ad.

«Lavoriamo soltanto latte italiano, proveniente dal Pie-monte e dalla Lombardia. Questo richiede il mercato -aggiunge Antonietta Giorda-no - e crediamo molto in que-sto investimento che punta a valorizzare il progetto di "mozzarella a chilometro ze-ro". Per la produzione di mozzarelle di bufala acqui-stiamo infatti il latte da due produttori nel Cuneese e lo lavoriamo a Oleggio. In un momento così importante per l'azienda, impegnata in investimenti sul territorio, la mancanza di liquidità rap-presenta davvero un proble-ma pesante». È per questo che si finisce per fare i salti mortali per rispettare i tem-pi di pagamento dei fornito-ri: «Riusciamo a stento a sal-dare entro i sessanta giorni, ma la tendenza è di arrivare ai novanta giorni viste le dif-ficoltà del momento», con-clude Giordano.

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Quattro strade per i rimborsi Iva ma tutte a ostacoli La modalità più veloce per il recupero resta la compensazione con i debiti fiscali Luca De Stefani

Sono quattro le strade possi-bili per ottenere il riimborso dei crediti Iva: l'istanza di rimborso, la compensazione, la cessione a terzi e l'attestazione bancaria. Ogni strada, però, è piena di osta-coli rappresentati da limiti quan-titativi o da inerzie degli uffici.

Come si forma il credito

Il credito Iva annuale si forma perché l'Iva pagata ai fornitori (imposta detraibile e potenzial-mente rimborsabile dallo Stato) è superiore a quella incassata (e da pagare allo Stato). Ciò può ac-cadere perché sono stati acqui-stati importanti beni strumenta-li, perché il tipo di attività eserci-tata comporta un'aliquota me-dia delle fatture emesse o corri-spettivi inferiore a quella degli acquisti ovvero perché prevalgo-no le operazioni attive non sog-gette a Iva. In quest'ultimo caso, gli esportatori abituali possono ridurre l'importo del credito Iva anche durante l'anno, inviando ai fornitori le lettere d'intento e chiedendo loro di emettere fattu-re senza applicazione dell'impo-sta, entro certi limiti. In questo caso, anche se l'esportazione è senza Iva, non si paga l'imposta al proprio fornitore; quindi, si ri-duce il credito.

La compensazione Se si chiude l'anno con un credi-to Iva, la strada più veloce per re-cuperarlo consiste nell'utilizzar-lo per compensare l'Iva a debito dei successivi mesi e se si è pe-rennemente in positivo è possi-

bile utilizzarlo per compensare il pagamento di debiti tributari o contributivi, diversi dall'Iva, con il modello F24. In quest'ulti-mo caso, però, per importi supe-riori a 15mila euro annui, la di-chiarazione Iva deve essere cer-tificata, con il visto di conformi-tà, da un dottore commerciali-sta, esperto contabile o consu-lente del lavoro. Inoltre, l'impor-to massimo compensabile è pari a 516.456,90 euro per anno sola-re; quindi, per importi superiori a questa cifra, l'unica strada è la richiesta di rimborso.

L'istanza di rimbor'o

Il credito Iva annuale può essere chiesto a rimborso da chi, alter-nativamente, nell'anno prece-dente ha acquistato beni ammor-tizzabili o spese per studi e ricer-che, ha avuto una prevalenza di operazioni non soggette a Iva ri-spetto alle altre, ha avuto un'ali-quota media delle operazioni at-tive (fatture emesse e corrispet-tivi) inferiore a quella degli ac-quisti, ha effettuato operazioni non imponibili superiori al 25% del totale delle operazioni effet-tuate ovvero è non residente. In questi casi, è di 2.582,28 euro l'im-porto minino del credito annua-le che consente di chiedere il rimborso, anche per una parte in-feriore al suddetto importo. Si può sempre richiedere il rimbor-so, invece, se nelle ultime tre di-chiarazioni annuali si è risultati a credito ovvero nei casi di cessa-zione dell'attività.

La richiesta annuale del rim-borso va fatta all'interno della di-

chiarazione Iva, che va presenta-ta in via telematica a partire dal i° febbraio dell'anno successivo a quello dichiarato e sino a fine settembre. L'amministrazione finanziaria dovrebbe pagare il credito entro 6o giorni dalla ri-chiesta, tramite il concessiona-rio della riscossione, nel limite massimo di 516.456,90 euro o un milione di euro per i subappalto-ri edili. Per i rimborsi chiesti all'agente della riscossione il rimborso dovrebbe essere paga-to entro 3 mesi dalla richiesta. Per il ritardato pagamento sono riconosciuti gli interessi del 2%

annuo, ma non sono previste sanzioni per l'amministrazione finanziaria. Al limite potrebbe essere deciso dal giudice il risar-cimento dei danni, causato dal ri-tardo nel pagamento dei rimbor-si Iva, per i maggiori interessi pa-gati sui finanziamenti bancari, per le fideiussioni richieste da-gli istituti e peri mancati investi-menti effettuati.

L'attestazione e la cessione I contribuenti in attesa dei rim-borsi, infine, potrebbero richie-dere all'agenzia delle Entrate l'emissione di un documento che attesti la certezza e la liquidi-tà degli stessi, nonché la data in-dicativa della loro erogazione. Questa procedura non accelera i rimborsi, ma il documento può essere presentato agli istituti bancari per aiutare le richieste di finanziamenti o può docu-mentare il credito anche ai fini di una sua cessione a terzi.

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I crediti Iva annuali possono essere chiesti a rimborso compilando il quadro VR della dichiarazione Iva, che va presentata in via telematica dall 'febbraio dell'anno successivo a quello dichiarato e fi no atta fine di settembre. L'istanza di rimborso del credito Iva dei primi tre trimestri dell'anno viene presentata in via telematica (modello Iva TR) entro l'ultimo giorno del mese successivo altrimestre (per il primo trimestre entro 1130 aprile, perii secondo

Anche senza la presentazione della richiesta di rimborso annuale, il credito Iva dell'anno può essere utilizzato per compensare i debiti Iva dei periodi successivi, in liquidazione, perqualunque importo (anche superiore a 516.456,90 euro). Può essere compensato in F24 per pagare l'Iva dovuta a titolo di acconto, di saldo odi versamento periodico. Può essere compensato in F24 anche per pagare imposte o contributi di natura diversa e/o nei confronti di

La cessione a terzi del credito Iva annuale, preventivamente chiesto a rimborso nel quadro VR della dichiarazione Iva, deve risu ltare da atto pubblico o da scrittura privata autenticata da notaio. Questo atto deve tra l'altro contenere l'esatta individuazione delle partii dell'importo del credito ceduto (risoluzione 6 settembre 2006, n. 103). Il creditore, cedente dell'eccedenza di Iva, poi, ha l'obbligo di notificare

I contribuenti creditori d'imposta, intestatari del conto fiscale, possono richiedere all'agenzia delle Entrate di attestare la certezza e la liquidità del credito, nonché la data indicativa di erogazione del rimborso (articolo 10, comma 1 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269). Anche in questo caso, quindi, è necessario averchiesto prima il rimborso del credito alle Entrate. L'Agenzia può rilasciare l'attestazione anche peri

e ntro il31 luglio e per il terzo entro il 31 ottobre). Se viene scelta la procedura semplificata per il pagamento del credito Iva da parte delfisco, questo dovrebbe essere pagato entro 60 giorni dalla richiesta direttamente dal concessionario della riscossione sul c/c bancario o postale comunicato dall'intestata do del conto fiscale. Se si sceglie il metodo ordinario rimborso dovrebbe essere effettuato entro tre mesi

diversi enti impositori, per un importo complessivo inferiore a Smila euro annui, già dal primo giorno del periodo d'imposta successivo a quello in cui il credito stesso è maturato. Per i crediti trimestrali, la compensazione dei primi 5mila euro, invece, può essere effettuata dalla data di presentazione dell'istanza senza attendere il giornol6 del mese successivo a quello di invio (data rilevante, invece, per gli importi superiori a 5mila euro)

formalmente all'ufficio dell'agenzia delle Entrate competente l'avvenuta cessione— che può essere anche parziale—del credito. Lo prevede l'articolo 69 del Regio decreto 18 novembre1923, n. 2440. Non solo. Colui che cede il credito Iva annuale deve inviare la copia autentica dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata dal notaio all'ufficio Iva competente territorialmente nei suoi confronti (circo lare 8 luglio 1997, n.192/E)

crediti Iva infrannua li (risoluzione 4 aprile 2006, n. 49/E; allegato I circolare 3 marzo 2004, n. 9/E). Oltre all'Iva, la certificazione può riguardare i crediti per l'I rpef, l'Ires, l'Irap, le imposte sostitutive, le ritenute alla fonte, l'imposta di registro, l'imposta sulle successioni e donazioni, le imposte ipotecarie e catasta li, l'imposta sulle assicurazioni e l'imposta di bollo (circolare 3 marzo 2004, n. 9/E)

ILIMITI

Non tutti i contribuenti possono chiedere il rimborso annuale o trimestrale, che sono concessi solo a determinate condizioni. L'istanza di rimborso del credito Iva infrannuale, poi, può essere presentata solo per i crediti maturati nei primi tre trimestri dell'anno; il credito dell'ultimo trimestre va in dichiarazione annuale Iva

La compensazione del credito annuale in F24 con altri tributi per importi superiori a 5mila curo e fino a 15mila può essere effettuata dal giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione annuale e per importi superiori solo se c'è il visto di conformità di un dottore commercialista, esperto contabile o consutente del lavoro

Possono essere ceduti solo i crediti risultanti daRa dichiarazione Iva annuale peri quali sia stato chiesto il rimborso nel quadro VR del modello Iva. Il credito Iva dei primi tre trimestri, per il quale è stato effettuato il rimborso infrannuale, non può formare oggetto di cessione a meno che non confermato in dichiarazione annuale

i LIMITI

Il rilascio di questa attestazione non è presupposto per l'immediata liquidazione del rimborso, in quanto l'ufficio deve prima effettuare tutti i necessari controlli. L'amministrazione finanziaria, infatti, attesta la certezza e la liquidità del credito e non anche la sua esigibilità (circolare 3 marzo 2004, n. 9/E)

IL RISULTATO

Il credito Iva dovrebbe essere pagato dal 90esimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione (dal 6oesimo per i rimborsi chiesti all'agente della riscossione). Sul ritardato pagamento sono riconosciuti gli interessi del 2% annuo, senza sanzioni a carico del fisco

Senza chiedere il rimborso, si recupera velocemente il credito Iva vantato, ma illimite massimo dei crediti di imposta e dei contributi compensabili in F24 è di 516.456,90 euro per ciascun anno solare. L'eccedenza può essere chiesta a rimborso nei modi ordinari o portata in compensazione nell'anno solare successivo

Il cessionario paga al cedente del credito Iva annuale il prezzo della cessione e le Entrate rimborsano il credito del cedente al cessionario. Quando viene notificata una cessione di credito all'ufficio Iva, questo, se ha perplessità sui documenti prodotti, deve informare il cedente prima dell'ordine di pagamento

IL RISULTATO

L'attestazione consente agli istituti di credito (che hanno sottoscritto convenzioni con l'Agenzia) di anticipare ai creditori il 90% del credito. Cosi si facilita l'accesso al credito a tutte le imprese in attesa di rimborsi periodici Iva in conto fiscale, senza la necessità di una vera e propria cessione

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«Pec su tutto il territorio entro i primi mesi del 2013» ROMA

Arriva la posta certificata per snellire e rendere più effi-ciente la macchina della giu-stizia tributaria. Semplifica-zione degli adempimenti dei professionisti e riduzione dei costi di gestione da parte dell'amministrazione sono i due obiettivi che il diparti-mento delle Finanze vuole raggiungere con l'avvio in Umbria e Friuli Venezia Giu-lia dell'obbligo di utilizzo del-la posta certificata nel con-tenzioso. A tracci are la road map dell'informatizzazione del processo tributario è Fio-renzo Sirianni, direttore del-la Direzione della giustizia

tributaria del dipartimento delle Finanze.

Con l'arrivo della Pec il con-tenzioso telematico inizia re-almente a prendere forma?

Sì, quella tributarla è l'unica giurisdizione che utilizzerà in modo esclusivo la Pec nelle co-municazioni alle parti senza do-ver ricorrere al "doppio bina-rio" con contestuale invio del

SPENDING REVIEW L'uso della telematica consente di realizzare risparmi di spesa: le raccomandate costano sei milioni all'anno

supporto cartaceo. Con il decre-to direttoriale le Commissioni tributarie potranno effettuare le comunicazioni alle parti pro-cessuali relative ai dispositivi delle sentenze e agli avvisi di trattazione delle udienze in-viandole alle caselle di posta elettronica delle parti stesse. Si tratta di un'anticipazione di una fase del futuro processo te-lematico che si completerà con il regolamento attuativo in arri-vo entro fine anno.

Chi sarà obbligato alla po-sta certificata?

Il Dl 98/2011 ha previsto l'ob-bligatorietà dell'indicazione delle caselle Pec nel ricorso e nella nota di iscrizione a ruolo

da parte degli uffici impositori e dei difensori abilitati. Il decre-to stabilisce che per i professio-nisti iscritti agli albi la Pec de-ve coincidere con quella comu-nicata ai rispettivi ordini, men-tre per le società iscritte nel re-gistro delle imprese la Pec coin-cide con quella comunicata al registro stesso. Gli altri sogget-ti abilitati alla difesa presso le Commissioni tributarie do-vranno fornirsi di Pec secondo le regole del Codice dell'ammi-nistrazione digitale (Cad).

Si parte dall'Umbria e dal Friuli Venezia Giulia. Quali sa-ranno le prossime tappe?

Si partirà dal 15 maggio con due regioni di piccole dimen-

cacia di una moderna pubblica amministrazione indicati nel-l'"agenda digitale italiana" pre-vista dal Dl 5/2012 (il semplifi-ca-Italia) e nell'"agenda per la crescita" prevista dal Def 2012.

D'altronde, a oggi le comunica-zioni da parte delle Commissio-ni tributarie vengono effettua-te ricorrendo al servizio posta-le tramite la spedizione alle parti di una raccomandata con ricevuta di ritorno, con costi che annualmente toccano i 6 milioni di euro. L'uso della tele-matica nel processo tributario è un obiettivo strategico da per-seguire nel settore della giusti-zia tributaria anche perché con-sente di realizzare significativi risparmi di spesa.

M. Mo. G. Par.

D RIPRODUZIONE RISFHVAI A

sioni per testare le nuove mo-dalità di invio delle comunica-zioni. Confidiamo di poter estendere l'uso della Pec a tut-to il territorio nazionale tra fi-ne anno 2012 e primi mesi del 2013. È nostro interesse antici-pare laddove possibile l'esten-sione, tenuto conto dei benefi-ci immediati sul lato della spe-sa che è possibile trarre dall'utilizzo della Pec nelle co-municazioni.

E in un momento di spen-ding review e di tagli di spesa non c'è di meglio...

Il lavoro svolto dal Diparti-mento delle Finanze in questa direzione è in linea con gli obiettivi di efficienza e di effi-

:enzioso, cresce il «carico»

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Il Sole12

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Partecipazioni e aree edificabili. Istanze da presentare entro il 14 maggio

Rivalutazione, rimborsi in scadenza Paolo Meneghetti

g 114 maggio prossimo sca-de il termine per presentare istanza di rimborso dell'impo-sta sostitutiva versata per riva-lutare partecipazioni o terre-ni, qualora ad una prima rivalu-tazione sia seguita una secon-da con riversamento integrale dell'imposta già versata nella prima rivalutazione.

Il disposto normativo è con-tenuto nell'articolo 7, lettera gg) del Dl 70/2011, secondo il quale il termine per la richiesta del rimborso della precedente imposta sostitutiva, cioè 48 me-si dal versamento della secon-da imposta sostitutiva duplica-ta qualora fosse già scaduto al-la data di entrata in vigore del D170/2011(14 maggio 2011), be-neficia di un ulteriore lasso temporale, appunto 12 mesi a decorrere dal 14 maggio 2011. Quindi la nuova scadenza per inoltrare l'istanza di rimborso è fissata al 14 maggio 2012.

Nel commentare questa di-sposizione la Circolare 47/11 ci-ta l'istituto della «rimessione in termini» a significare che la disposizione del Dl 70 vale an-che per i giudizi in corso, sic-chè qualora vi sia un'istanza di rimborso inviata entro 48 me-si dal versamento della secon-da rivalutazione e sia oggetto di contenzioso, l'Ufficio dovrà abbandonare la controversia

per cessazione della materia del contendere, così come il contribuente con una nuova istanza di rimborso da inviare entro il 14 maggio 2012 potrà riaprire i termini di un versa-mento eseguito anche in rela-zione alla prima rivalutazione eseguita, ormai risalente alla legge 448/2001.

Al riguardo va segnalato il ca-so problematico del possibile rimborso dell'imposta sostitu-tiva quando essa sia stata corri-sposta non con la procedura di rivalutazione, ma con la proce-dura dell'affrancamento ex ar-ticolo 14 del Dlgs 461/1997. Si tratta dell'imposta sostitutiva versata sul valore delle parteci-pazioni alla data dell'i luglio 1998, su un imponibile pari alla differenza tra costo fiscalmen-te riconosciuto in allora e valo-re alla data, appunto, dell'i lu-glio 1998. Il D170/2011 cita gene-ricamente la procedura di «ri-determinazione del valore del-la partecipazione» tramite im-posta sostitutiva, per cui sem-brerebbe non potersi esclude-re a priori che il rimborso pos-sa avvenire anche in relazione a questa ipotesi. In pratica, chi avesse rivalutato la partecipa-zione con imposta sostitutiva del 2% o del 4% successivamen-te a una procedura di affranca-mento ex articolo 14 del Dlgs 461/97 si sarebbe trovato a du-

plicare il versamento di una parte dell'imposta sostitutiva, anche se determinata con mo-dalità diverse nelle due proce-dure. Un intervento dell'agen-zia delle Entrate, sul punto, sa-rebbe auspicabile.

Non c'è dubbio che esiste una procedura più efficace per ottenere il rimborso della pre-cedente imposta sostitutiva, qualora si voglia eseguire una nuova rivalutazione. Si tratta dello scomputo diretto nel mo-dello F24 della prima imposta

La decisione

La rivalutazione riapre con sconto sull'imposta

Sul Sole 24 Ore del 6 maggio 2011 l'articolo in cui si dà conto del provvedimento più volte richiesto dagli esperti del quotidiano di riapertura dei termini per il recupero dell'imposta sostitutiva in caso di rivalutazione

sostitutiva da quella attuale. Tale procedura si manifesta nel modello Unico 2012, segna-lando il versamento già esegui-to nella colonna 4 del rigo RT 47 e procedendo a liquidare quale imposta da versare solo la differenza tra la nuova impo-sta e quella già versata.

La procedura di compensa-zione diretta sarebbe partico-larmente efficace se potesse essere attivata anche nei casi in cui chi ha eseguito la prece-dente rivalutazione è altri ri-spetto all'attuale detentore per passaggi a titolo gratuito derivanti da successione o do-nazione. Mentre nel caso del-la successione non si ha conti-nuità fiscale dei valori della partecipazione tra de cuius ed erede, visto il disposto dell'ar-ticolo 68 comma 6 del Tuir, ta-le continuità è espressamente sancita per la donazione. Non sembra pertanto irragionevo-le ritenere che il donatario possa imputare nel citato rigo RT 47, colonna 4, anche l'im-posta sostitutiva già versata dal donante, mentre una simi-le conclusione, nell'ipotesi della successione ereditaria, potrebbe essere applicabile solo se esplicitamente avvalo-rata da una, peraltro non pro-babile, conferma da parte dell'agenzia delle Entrate.

(O RIPRODUZIONE RISERVATA

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Frodi fiscali, la Gdf scopre più di 4 miliardi

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press LinE 04/05/2012

Il Sole12

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Verso una nuova legge sul pubblico impiego: più flessibilità in uscita tua si decide con i sindacati

Statali, salta la riforma Brunetta Patroni Griffi cancella le tre fasce di merito, più peso ai contratti

DI ALESSANDRA RICCIARDI

iù flessibilità in uscita anche per gli statali, ma il come lo si deciderà al tavolo contrattuale, li-

cenziamenti disciplinari tipizzati, per sottrarli alla discrezionalità del giudice, meno forme atipiche di lavoro in ingresso, tavoli di con- fronto tra amministrazione e sin- dacati per realizzare la spending review. E poi la riforma Brunetta: si ripristinano relazioni sindacali piene sul luogo di lavoro e soprat- tutto si cancellano di fatto le tre fasce di merito per gli aumenti di produttività, uno dei cavalli di battaglia dell'ex ministro della funzione pubblica, Renato Bru- netta. Sono i punti chiave della bozza di riforma che ieri è stata presentata a Palazzo Vidoni dal ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ai sindaca- ti. Alla fine, le sigle hanno dato un via libera politico ad andare avanti, riservandosi un giudizio definitivo. Ma è evidente che la cautela con cui vuole muoversi Patroni Griffi, dopo il decisioni- smo di Brunetta, non può che essere apprezzata. Tra i sì, la ga- ribaldina Cgil come la riformista Cisl. L'obiettivo di Patroni Griffi, una volta avuto l'assenso anche di regioni e autonomie locali, è di portare al consiglio dei ministri della prossima settimana un di- segno di legge delega di riforma complessiva del settore pubblico. Un ddl che, partendo dalla came- ra, completi la riforma del lavoro privato di Elsa Fornero, incardina-

ta al senato. Per centrare l'obiet-tivo, Patroni Griffi deve muoversi con grande attenzione: da un lato ci sono le spinte tendenzialmente liberiste del parlamento, dall'altro quelle tendenzialmente conserva-trici della piazza. E così la propo-sta spinge per realizzare una vera mobilità dei dipendenti in esu-bero e il licenziamento di quelli infedeli e improduttivi, dall'altro però elimina le parti più invise ai sindacati: l'indebolimento delle relazioni sindacali sui posti di la-voro, a favore di un maggior deci-sionismo del dirigente, e le fasce di merito con le quali classificare i singoli dipendenti, rafforzando invece il ruolo del contratto. Il me-rito, che nello stile Brunetta non è mai decollato, causa mancanza di fondi, dovrà essere commisurato all'efficienza del servizio e non più del singolo lavoratore e pagato at-traverso i risparmi del sistema.

Prevista anche una revisione della formazione del personale, delle assunzioni, da farsi con un concorso unico a livello nazionale, e della dirigenza perché sia meno dipendente dal potere politico. Sullo sfondo dell'intero impianto, da completare con una serie di decreti delegati, c'è la spending review. Per tagliare il grasso sen-za far saltare il servizio, serve un processo di razionalizzazione del-le funzioni e dell'organizzazione e i sindacati devono assumersene la responsabilità, è stato l'invito di Patroni Griffi. Già, perché il mi-nistro spera di condurre in por-to la riforma in collaborazione con i sindacati e non, come fatto dal suo predecessore, avendoli contro. Se il nuovo metodo fun-zionerà, sempre che venga con-fermato dal parlamento, lo si capirà non prima di un anno.

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Pagina 4 salsa la riforma Brimetta

press LinE 04/05/2012

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A E Mou5

A CANCEUAR

PROVINC

Nessuno dice di sfoltire le regioni E il 10% dei comuni ha meno abitanti di un condominio

DI MARCO BERTONCINI

Qtualche accenno ai troppi enti locali, segna-tamente all'aumento «dei costi per quelli con un numero inferiore di abitanti», si rova nella documentazione presentata

dal governo. La segnalazione è inserita fra le «anomalie della spesa pubblica». Benissimo. Se per le province sembra ormai essere consolidata l'ipotesi di una riduzione, se non altro come «or-gani di decentramento», secondo l'originario art. 129 della Costituzione, per le regioni non si sente verbo, anche se sarebbe da capire quale ragione oggi (non sul piano storico, come avvenne subito dopo la seconda guerra mondiale) giustifichi l'esi-stenza di una micro regione autonoma come la Valle d'Aosta, la cui medesima permanenza come semplice provincia sarebbe messa in discussione dai criteri suggeriti dal governo. Lo stesso andreb-be detto per il Molise, regione creata artatamente con conseguente necessità di istituire perfino una mini provincia, come quella d'Isernia. Tacciamo che la soppressione netta delle regioni, di tutte le regioni (come per vent'anni predicato dalla destra e in parte dal centro) sarebbe la soluzione migliore per tanti problemi.

Quanto ai comuni, i dati provvisori del censi-mento 2011, resi noti dall'Istat pochi giorni fa, parlano da soli. Su 8.092 comuni, ben 846 hanno meno di 500 abitanti. Dunque, oltre un decimo

dei comuni italiani ha popolazione inferiore a un grande condominio di una città. Vediamo le successive classi: 1.096 comuni contano da 501 a 1.000 abitanti; 1.615, da 1.001 a 2.000; 993, da 2.001 a 3.000; 678, da 3.001 a 4.000; 471, da 4.001 a 5.000; e, ancora, 1.187 enti vanno da 5.001 a 10.000 abitanti. Per agire con razionalità, occor-rerebbe un impeto giacobino, al fine di accorpare migliaia di piccoli enti locali. Ovviamente le re-sistenze degli amministratori interessati e delle popolazioni dipendenti sarebbero formidabili.

Si avvertono, tuttavia, già inviti in tal senso pro-venienti sia dalla stampa, sia dal mondo politico. Per esempio, Emma Buondonno, docente di pro-gettazione urbana a Napoli, rilevava su II Mattino («Comuni al voto e territorio da riorganizzare», 16 aprile) l'assurdità dei troppi enti locali sull'isola d'Ischia e sulla penisola Sorrentina. A proposito di isole, Antonio Martino usa frequentemente l'esem-pio dell'Elba, ove l'ex ministro trascorre le vacan-ze, come modello negativo dell'esistenza di troppi comuni, bastandone (come nell'isolà d'Ischia) uno solo. Anche l'Udc si è espressa ripetutamente per accorpare i piccoli comuni. Passando dalla politica all'antipolitica, pure Beppe Grillo, in un recente comizio tenuto ad Asti, si è dichiarato contrario ai troppi comuni. Il governo avrà mai il coraggio di inserire in qualche provvedimento concrete proposte per accorpare gli enti locali?

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Pagina 4 Slalali. w a ha la riforma Brunet M

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Ciarda: rischio dz tagl i per t e vtzt pubblt

ALE R SSANDRA ICCIARDI

obiettivo dei risparmi, 4,2 miliardi solo nel 2012 da

? i cmque po_

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amministrazione pubblica è arduo. E o reali are con la dieta a cui sarà costretto il corpaccione dell trebb e non bastare a ridurre il prelievo scad e In questo

caso andrebbero rivisti, alias tagliati, i servizi pubblici: scuola e sanità, in testa a tutti. II ministro Piero Giarda, nel rapporto presentato zi seitato l edl.scoro al consiglio dei ministri per le direttive _sull PeruHding revievv, e chiaro' «Se l'eliminazione degli sprechi, le lim ature marginali della presenza pubblica e le ristrutturazioni industriali non fossero sufficienti a garantire la riduzione del pre-lievo tributario, che oggi è considerato come l'elemento ostativo alla possibilità di ripresa

l resa dell'economia italiana, 'l

s aprico l'oepozioe lo

dí interventi te che mdifi

cano i confini delservizio pubblico conosciamo oggi, nelle varie forme con cui si è realizzata anche in altri paesi». Ipotesi che Giarda ammette essere stata «raramente utilizzata in Italia» e che lui stesso non

one radi ale di vorrebbe f

Ma la revisione ciò fo

sse Persegu, in

ita c ciò che è servizio pubbli in perseguita

. pagato dallo stato, e quello'che invece è pubblico per valore, mt2 realizzato toffio con, sofonnodio , Pri vati, non è per niente Peregrina. I servizi in ente scuola e sanità. Come procedere, però, dice Giarda «merita un altro rapporto». Ieri, al convegno dòll'associawione Koinè sul debito pubblico, Giarda si è spinto ) più in là; «Se i vincoli sono quelli europei non credo che sia elu- dibile ridisegnare la mappa dell'intervento pubblico... Si tratta

riva utare proposizioni, regole di vita e approcci estranei per uno di formazione keynesiana come me, ma oggi come oggi e

nei prossimi anni se ci sono chance non credo abbiamo moltissime alternative»,

Gi a. «Bisogna considerare incorrere

mia ri rasa per economica attraverso strumenti diversi

dnlla domanda pillblica», ha concluso il ministro. La massa critica della spesa pubblica da aggredire con sPen diugrevieur affidata al commissario straordinario,

b EnricolaBondi-

ammonta

i a 295 miliardi " di euro, una somma che rtppresentacirj arnm

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-20 del Pil, Una somma che per 135 miliardi è costituita da beni e servizi, 122 miliardi da retribuzioni, 24

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Si tratta di ridisegnare i servizi pubblici più diffusi, dalla scuola alle carceri, dalla sanità alla difesa, dall'università alla po-

lizohiale jaFinzpoors:,psrecrivdeoGnziardaiai , è avvenuto e, per esempio,

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ItaliaOggi

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Contro il ministro degli interni Anna Maria Cancellieri che intende strigliare gli enti locali

Fuoco ad alzo zero di Renzi DI GOFFREDO PISTELLI

uando il ministero

« degli Interni avrà tagliato quanto han- no fatto i comuni, ac-

cetterò lezioni da Anna Maria Cancellieri». Parole (pesanti) di Matteo Renzi, sindaco piddino di Firenze, che gira l'Italia come una trottola mixando campagna elettorale per le imminenti am-ministrative e presentazioni del suo libro. Ed è stato da un suo tour pugliese che il Rottamato-re s'è scagliato contro la titolare del Viminale, fresca di una mega rampogna contro i sindaci obiet-tori all'Imu e resistenti all'isti-tuzione della Tesoreria unica a Roma. All'ex-commissario del comune di Bologna, che ave-va ricordato ai primi cittadini sediziosi la fascia tricolore con cui si cingono la vita, Renzi ha replicato che proprio quell'orna-mento simboleggia il mandato ricevuto dai cittadini mentre lei, la Cancellieri, non è stata eletta da nessuno.

Anche se il sindaco non ave-va mai %scosto la propria an-tipatia per il governo tecnico -«manca l'anima» aveva detto a Milano, presentando il suo libro una settimana fa - la sventa-gliata che è partita dalla Puglia rappresenta forse la fase più acuta del contrasto con Mario Monti, del quale aveva detto, ancora nella stessa occasione, che era sordo alle sue richieste di incontro per discutere delle necessità di Firenze.

Aldilà della sua profonda idio-sincrasia, da politico di razza, per i tecnici al governo, l'attacco all'esecutivo e la difesa d'ufficio dei colleghi sindaci (peraltro su temi che non gli sono propri avendo al massimo propugnato lo sfondamento dei patti di sta-bilità), segna un ennesimo passo nel riposizionamento di Renzi, iniziato dopo l'avvento di Monti e il rivoluzionamento di un qua-dro che, sin lì, pareva avviato verso elezioni anticipate. Il quel contesto, come anche il raduno della Leopolda 2.0 in ottobre a Firenze aveva mostrato, il Rot-tamatore aveva immaginato una discesa in campo personale (pe-raltro mai ammessa) nel quadro delle primarie di coalizione.

La nascita di un governo di legislatura, ma soprattutto l'ac-cordo fra le forze politiche che lo sostengono per riformare la legge elettorale riducendo il bi-polarismo e lasciando il pallino ai partiti, ha indotto Renzi a ri-vedere la strategia per arrivare

a Roma. Dopo un prolungato silenzio

a cavallo dell'anno, il Rottama-tore è tornato con una ripre-sa dell'azione sulla sua città, per poi cominciare a tessere la tela degli amministratori loca-li, quelli di centrosinistra ma non solo.

Formalmente per fare massa critica (s'è parlato di un raduno nazionale da realizzare a giu-

gno) sulla gravissima situazione in cui gli enti locali si trovano per i crescenti tagli ai trasfe-rimenti ma realisticamente per creare un soggetto politico nuovo, reso omogeneo da divesi fattori. Oltre al già citato disse-sto delle casse locali, l'Italia dei municipi, in una fase di caduta delle ideologie e crisi dei par-titi, è infatti unificata anche dalla vicinanza istituzionale ai cittadini, sulla quale non posso-no contare le regioni, percepite come ministeri. Idem per i temi dell'antipolitica: sindaci e asses-sori possono opporre alle sirene dell'anticasta la normalità delle remunerazioni e l'assenza di vi-talizi o altri benefici odiosi. Det-taglio quest'ultimo cui il sindaco di Firenze s'è richiamato quasi ossessivamente nelle sue ultime

e numerose uscite pubbliche. Insomma si tratterebbe dare

un ruolo nazionale alla politica locale, la sola che abbia le carat-teristiche per resistere all'onda-ta neoqualunquista alimentata dalla crisi.

Alla fine un'idea che è nel dna stesso del mondo ex-margheriti-no: di quei Democratici alla cui fondazione parteciparono, nel 1999, anche quelli di Centocittà che raccoglievano le suggestioni di Ermete Realacci e Legam-biente. Un pensiero cui anche la Fondazione Symbola, presieduta dal leader ecologista, ma nata nel 2005 anche per iniziativa di Renzi, ha dato negli ultimi anni molti contenuti culturali sulla valorizzazione del territorio e la cosiddetta soft economy.

Mettersi alla testa del partito

dei sindaci come Sergio Chiam-parino, allora amministratore a Torino, non ebbe il coraggio di fare. Operazione verso la qua-le non è insensibile Virginio Merola, sindaco democrat di Bologna, il più contestatario, a sinistra, sul fronte dell'Imu.

Merola e Renzi si sono visti anche di recente a pranzo a Fi-renze, ufficialmente per la Fon-dazione Soros e per parlare di al-leanze fra le due città avvicinate anche dai treni supervoloci.

A tavola, però, secondo alcuni osservatori, l'acronimo Pds è ri-suonato più volte e non in omag-gio alla storia post-comunista del bolognese, quanto per quelle che potrebbe diventare una pro-spettiva comune: il Partito dei sindaci, appunto.

Riproduzume riservatami

Parli solo quando il suo ministero avrà tagliato come noi

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II bruciore di stomaco controllo.

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In Gazzetta Ufficiale un dm dell'Economia che dà attuazione al decreto legge 98 del 2011

processo tributario con la Pec Dal 15 maggio posta certificata per comunicazioni alle parti

DI SERGIO TROVATO

parte l'informatizzazione del processo tributario. Per le comunicazioni e notificazioni è possibile

utilizzare la posta elettronica certificata. In attuazione del-le disposizioni contenute nel Codice dell'amministrazione digitale viene anticipata l'at-tuazione dell'informatizzazione del processo tributario, limita-tamente alle comunicazioni in-viate dalle segreterie delle com-missioni tributarie, con evidenti vantaggi sia per gli uffici che per le parti. Le comunicazioni degli atti processuali, infatti, devo-no essere spedite all'indirizzo Pec dichiarato dalle parti nel ricorso o nel primo atto difen-sivo. Queste disposizioni sono contenute nel decreto 7425 del 26 aprile 2012 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 102 del 3 maggio, emanato dal direttore del dipartimento delle finanze del Ministero dell'economia, che entrerà in vigore il prossimo 15 maggio.

La finalità del provvedimento ministeriRle è quella di potenzia-re l'utilizzo della posta elettroni-ca certificata nel processo che si svolge innanzi alle commissioni tributarie, per velocizzare le comunicazioni e anche per con-tenere i costi per la spedizione degli atti a mezzo del servizio postale.

Per assicurare l'efficienza e la

celerità del processo, l'articolo 39 del dl 98/2011, convertito dalla legge 11112011, ha previsto che le comunicazioni degli atti del processo possano essere effet-tuate all'indirizzo di posta elet-tronica certificata del difensore o delle parti, che deve essere indi-cato nel ricorso o nel primo atto difensivo. Nel provvedimento è espressamente disposto che per i professionisti l'indirizzo deve coincidere con quello comunica-to ai rispettivi albi o collegi.

L'articolo 39 ha demandato a un decreto ministeriale il compi-to di fissare le regole per consen-tire l'utilizzo delle nuove tecnolo-gie e individuare le commissioni tributarie nelle quali possono essere gradualmente applicate le procedure informatiche. Le disposizioni del decreto, infatti, si applicano alle comunicazioni che devono essere inviate dal 16 maggio da parte degli uffici di segreteria delle commissioni tributarie provinciali e regionali dell'Umbria e del Friuli-Venezia Giulia, relativamente ai ricorsi notificati dal 7 luglio 2011. Tut-tavia le parti interessate, con apposita istanza, possono ri-chiedere che le nuove modalità di comunicazione siano appli-cate anche ai ricorsi pendenti alla stessa data. Con successivi decreti verranno poi individuate le segreterie delle commissioni tributarie presso le quali in fu-turo potranno essere utilizzate le notifiche telematiche.

In base all'articolo 16 del

decreto legislativo 546/1992, richiamato nel decreto direttoriale, le comunicazioni sono fat-te mediante avviso della segreteria della commis-sione tributaria, il qua-le viene consegnato alle parti che ne rilasciano ricevuta. La norma pre-vede che le comunicazio-ni possano essere fatte anche tramite l'utilizzo del servizio postale in plico senza busta rac-comandato con avviso di ricevimento. Mentre con la notificazione si procede alla consegna di un atto del processo (per esempio, una copia del ricorso oppure un atto di intervento nella

causa), con la comunica-zione si provvede a dare la notizia di un atto o di un fatto.

La segreteria comuni-ca l'avviso di trattazione della causa, il rinvio nei casi previsti dalla legge o il dispositivo della sentenza. Le comuni-cazioni devono essere effettuate nel domici-lio eletto. In mancanza dell'elezione di domi-cilio vanno fatte nella residenza dichiarata dalla parte nell'atto di costituzione in giudizio. Le eventuali variazioni riguardanti elezione di domicilio, residenza dichiarata o sede han-no effetto dal decimo

giorno successivo a quello in cui sia stata notificata la denuncia di variazione alla segreteria della commissione tributaria e alle parti costituite. Quando mancano o sono assolutamente incerti questi dati oppure non è indicata la sede nel territorio dello Stato, le comunicazioni vanno fatte presso la segreteria della commissione tributaria. La variazione dell'indirizzo Pec, in-vece, produce effetti dal decimo giorno successivo a quello in cui sia stata notificata alla segrete-ria del giudice tributario. Riproduzione riservata—a

Pagina 23 Il processo trillmaiat•io con la l'e•

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Gli atti catastali aggiornati solo dopo sentenza definitiva

L'Agenzia del territorio è tenuta all'aggiornamento degli atti catastali in seguito a contenzioso con il contribuente solo dopo che sia stata emanata una sentenza definitiva. Lo prevede l'articolo 12 del dl sulle semplificazioni fiscali (16/2012) in sede conversione in legge. Questa nonna, infatti, introduce nell'ambito della disciplina processuale tributaria (decreto legislativo 546 11992) l'articolo 69 bis. La nuova disposizione prevede che se la commissione tributa-ria accoglie totalmente o parzialmente il ricorso proposto contro gli atti relativi alle operazioni catastali e la sentenza diventa definitiva, l'Agenzia del territorio è tenuta a rettificare la rendita e a far emergere la variazione catastale in seguito al passaggio in giudicato certificato dalla segreteria del giudice. Il contribuente, dunque, è tenuto a pagare i tributi che si fondano sulla rendita catastale (Ici, Imu, tributi erariali) anche nel caso in cui ottenga una sentenza favorevole nel corso del processo, fino a quando la pronuncia non diventi definitiva. Solo da questo momento può chiedere al Catasto di procedere all'aggiornamento degli atti. Le Agenzie del territorio locali hanno il compito di rendere esplicita negli atti catastali anche l'efficacia della rettifica. Nelle anno-tazioni, infatti, deve essere evidenziata anche la decorrenza. Il giudice tributario può rettificare la classe di merito attribuita a un immobile. Del resto, il classamento operato dall'Agenzia pur se assistito, in linea di principio, da un notevole grado di attendibilità, può anche essere rettificato sulla scorta di valida documentazione quale può essere una perizia tecnica disposta dall'Autorità giudiziaria. È possibile, inoltre, contestare la corret-tezzc?dei conteggi eseguiti sulla planimetria catastale, ai fini del classamento, così come può essere ridotta la consistenza dei vani. Con la nonna del dl fiscale il legislatore si allinea al principio già da tempo affermato dalla Cassazione (sentenza 1306912006), in base al quale la determinazione del giudice passata in cosa giudicata costituisce l'unica rendita valida e efficace a partire dall'attribuzione e, quindi, la sola sulla quale deve essere calcolata l'imposta effettiva. La rendita rettificata deve essere considerata come quella «messa in atti» sin dal momento di attribuzione da parte del Catasto. Il contribuente può chiedere, in sede giudiziale, la rettifica del provvedimento catastale. Se ottiene l'annullamento, anche parziale, deve continuare a pagare i tributi sulla base della rendita contestata, che risulta iscritta in Catasto, fino a quando non viene emanata una sentenza definitiva. La pronuncia, anche se favorevole al contribuente, non è esecutiva fino al momento in cui diventa incontestabile. Se la rendita, però, è rettificata con sentenza passata in giudicato, l'amministrazione è obbligata a rimborsare, per gli anni d'imposta pregressi, il tributo pagato in misura maggiore rispetto al dovuto.

Sergio Trovato --O Riproduzione riservata-Ha

Pagina 24 Il ravvedimento veloce si estende

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Agenzia del territorio: gli atti di attribuzione pubblicati sugli albi pretori dei comuni

Resuscitano le case fantasma Fino al 2 luglio i ricorsi contro la rendita presunta

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Da oggi e fino al 2 luglio prossimo sono pubbli-cati sull'Albo pretorio dei Comuni gli atti

relativi all'attribuzione della rendita presunta a tutti gli im-mobili cosiddetti «fantasma», cioè quelli che non sono stati dichiarati spontaneamente dai soggetti interessati. Lo ha reso noto l'Agenzia del territo-rio, spiegando che i proprietari possono chiedere all'Agenzia, prima di fare ricorso, il riesame in autotutela dell'attribuzione della rendita in alcuni casi par-ticolari, quali l'errata intesta-zione della particella di catasto terreni su cui è stato edificato il fabbricato non dichiarato o la non accatastabilità dello stes-so fabbricato. Sono circa 2,2 milioni le paerticelle catastali interessate dall'operazione. In particolare, c'è tempo fino al 2 luglio per presentare l'istanza di autotutela o il ricorso giu-risdizionale avverso l'attribu-zione della rendita presunta dei fabbricati non dichiarati e censiti in surroga dal Territorio.

A partire dal mese di maggio dello scorso anno (2011), gli uf-fici territoriali hanno attribuito d'ufficio la rendita presunta, ai sensi del comma 10, dell'art. 19, dl n. 78/2010, dopo aver atteso la scadenza del 30 aprile per la dichiarazione spon-tanea in catasto, a cura dei proprietari e/o titolari dei diritti reali.

Il comunicato di ieri (www.agenziaterritorio. gov.it), di conseguenza, si rende necessario per av-visare l'avvenuto adempi-mento a cura degli uffici che hanno provveduto ad attribuire la rendita presunta e ad accatasta-re l'immobile, in sostituzione del soggetto obbligato inadem-piente, con oneri a totale carico di quest'ultimo, come indicato da una specifica tabella alle-gata alla determinazione del 29/09/2009, in ossequio alle disposizioni contenute nel dm 701/1994, che ha sostituito la precedente del 13/8/2007.

Nel comunicato, il Territorio avvisa che nei 60 giorni succes-sivi alla pubblicazione degli atti

in commento, che vale notifica, gli interessati potranno presen-tare esclusivamente un'istanza di autotutela, in carta sempli-ce, ma solo ai fini di rettifica-re l'errata intestazione della

particella, la non accatastabi-lità dell'immobile e l'avvenuta presentazione della procedura (Docfa) dal soggetto interessa-to; qualsiasi altro caso, non sarà preso in considerazione dall'uf-ficio destinatario dell'istanza.

È lo stesso Territorio, infatti, che ricorda alcuni casi di fabbri-cati che potrebbero essere stati erroneamente accatastati, an-noverando tra questi i casi di un fabbricato o di un ampliamento

di un immobile già dichiarato al catasto, di accatastamento dell'immobile avvenuto dopo la pubblicazione del comuni-cato, di un fabbricato demolito, di una tipologia di immobile

esente da accatastamento e di un fabbricato non esisten-te sulla particella di terreno indicato.

In caso di diniego dell'auto-tutela, e in presenza di casi di esclusione dall'accatastamen-to o di errata determinazione della rendita, l'unica via di uscita per l'interessato è la proposizione di un ricorso, ai sensi del dlgs n. 546/1992, sempre nel termine dei 60 giorni (2/07/2012), dovendo

considerare il medesimo ter-mine anche per la necessaria costituzione presso la commis-sione tributaria adita.

Sul punto è lo stesso comuni-cato che mette in allerta il pro-prietario e/o il titolare di diritti reali avvisando che l'istanza di autotutela non genera una sospensione del termine per la proposizione del ricorso e che la rendita attribuita con gli atti in commento è presunta e quindi

attribuita in via transitoria con la procedura ordinaria (Docfa).

Peraltro, l'atto di attribuzione della medesima rendita contie-ne la quantificazione degli one-ri posti a carico degli inadem-pienti, che la determinazione richiamata (art. 1) obbliga a versare entro il medesimo ter-mine di proposizione del ricorso (2/07/2012), tenendo conto che, per quanto riguarda le sanzioni applicabili, in caso d'inerzia da parte dell'interessato si rendo-no applicabili quelle indicate da dall'art. 2, comma 12, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23.

Infine, ancorché l'accatasta-mento sia avvenuto in surroga a cura del Territorio, i proprietari e i titolari di diritti reali sugli immobili, cui è stata attribui-ta la rendita presunta, devono presentare gli atti di aggiorna-mento catastale entro 120 gior-ni dalla data di pubblicazione del comunicato (31/8/2012), per non incorrere nella quadrupli-cazione delle sanzioni, di cui al comma 12, dell'art. 2, del dlgs n. 23/2011.

—e Riproduzione riservata--$

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Resuscitano le case fantasma

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Thgente unico: nessun contratto da disdire, dal 2013 i comuni faranno da sé. Polemica sulla proroga

Enti locali con i nervi a fior di pelle Botta e risposta Anci-Equitalia. L'Upi mette in mora il governo

DI FRANCESCO CERISANO

Enti locali con i nervi a fior di pelle. Dopo l'iniziativa dell'Anci di mercoledì in cui l'Associazione dei

comuni è tornata a ribadire la propria contrarietà verso l'Imu («una patrimoniale occulta che il governo ha introdotto nascon-dendosi dietro la faccia dei sin-daci») e ha annunciato l'avvio di una mobilitazione che culmine-rà il 24 maggio a Venezia, ieri nell'agone è scesa anche Equi-talia. Il concessionario naziona-le della riscossione ha risposto agli inviti alla disobbedienza fiscale dalla disdetta dei con-tratti, che da più parti (Lega in testa) vengono recapitati ai primi cittadini in questi giorni, ricordando che «i sindaci non devono disdire alcun contratto con Equitalia perché è la legge (il dl Salva-Italia ndr) a preve-dere che i comuni gestiscano da soli l'attività di riscossione dal 1° gennaio 2013». «Gli annunci di alcuni sindaci di voler disdi-re il contratto con Equitalia», ha chiosato la società guidata da Attilio Befera «appaiono quindi pretestuosi».

Ma la polemica è scoppiata

allorquando Equitalia ha ricor-dato che lo slittamento dell'av-vio della riscossione in proprio da parte dei comuni (previsto per il 1° gennaio 2012) è stato deciso dal parlamento per acco-gliere le richieste più volte for-malizzate dell'Anci nelle sedi parlamentari. A stretto giro è arrivata la risposta del segre-tario generale dell'Anci, Ange-lo Rughetti, che ha ricordato come la richiesta di proroga sia

stata fatta «nell'interesse degli stessi comuni» perché si correva il rischio di «dover sospendere la riscossione in quanto i tempi con cui era prevista l'uscita di Equitalia non consentivano di fare una gara per scegliere un nuovo riscossore oppure orga-nizzare una riscossione inter-na».

Rughetti ha ricordato come da anni le norme in materia di riscossione vengano modificate

«quasi sempre per complicare la vita ai comuni, come quel-le relative alla riscossione dei ruoli sotto i 2.000 euro». Ma anche le modalità con cui verrà incassata l'Imu (tramite F24 e solo a partire dal saldo di di-cembre tramite bollettino po-stale) non convincono i sindaci perché questo comporterà una «diminuzione dei flussi visto che l'Imu la riscuoterà direttamente lo stato».

Le province mettono in mora il governo. Rincuorate dal richiamo della Bce (che ha invitato il governo Monti a «ra-zionalizzare» gli enti intermedi senza però parlare di una loro eliminazione), le province ieri hanno alzato la voce contro il governo rispolverando un vec-chio cavallo di battaglia su cui da anni tutti gli inquilini di via XX settembre non hanno mai of-ferto risposte nonostante anche un duro richiamo da parte della Corte dei conti (si veda Italia-Oggi del 31/12/2010) e le denun-ce di questo giornale (si vedano gli articoli del 10/12/2009, del 20/10/2010 e del 23/10/2010): il pagamento dei trasferimenti a rischio perenzione. Stiamo par-lando dei contributi erariali che

dal 2002 al 2007 non sono stati versati alle province e ai comuni con più di 50.000 abitanti per il sol fatto che le loro disponibili-tà liquide non scendevano sotto determinati limiti di giacenza di tesoreria. Ragion per cui le ri-sorse, di spettanza degli enti, le ha tenute lo stato. Per le provin-ce si tratta di 2,864 miliardi di euro che di questi tempi fareb-bero molto comodo per pagare le imprese in difficoltà. E l'Upi è pronta a battere cassa.

«Se il governo non provvede al pagamento siamo pronti a mandare i decreti ingiuntivi», ha minacciato il vicepresiden-te Antonio Saitta. «Si tratta di vecchi trasferimenti erariali che spettavano alle province e che non sono mai stati erogati, con cui noi abbiamo costruito i bilanci ma che, di fatto, sono rimasti fermi nelle casse dello stato. Sono soldi che vogliamo usare per pagare le imprese e i fornitori, per sostenere l'econo-mia locale, per fare ripartire gli investimenti». Anche per questo l'Upi ha annunciato che aderi-rà al «D Day», la manifestazione indetta dall'Associazione nazio-nale dei costruttori edili (Ance) per il 15 maggio prossimo.

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LA NoynA é CONTEN TA NEL DECRETO .

P

NDINO EVIE

Acquisti online, niente più diritti di segreteria I comuni e le province non potranno più chiedere il pagamento dei diritti di segreteria (comunemente conosciuti come diritti di rogito) per i contratti che regolino gli acquisti di beni e ser-vizi scaturenti da modalità elettroni-che.

Lo schema di decreto-legge pensato per determinare i poteri e le funzioni di Enrico Bondi ai fini della spending review sottrae alle amministrazioni locali il potere impositivo di acquisire i diritti di segreteria, previsti per la stipulazione dei contratti, nei quali in-tervenga il segretario comunale e pro-vinciale, disapplicando le disposizioni dell'articolo 40 della legge 604/1962 ai casi di acquisti effettuati mediante sistemi informatici.

L'ipotesi è riferita alle forme di indi-viduazione del contraente definite dal dlgs 163/2006 e riferibili al mercato elettronico della Consip (sia mediante confronto concorrenziale tra i beni e servizi presenti nel catalogo, sia me-diante la procedura concorrenziale denominata "richiesta d'offerta), alle aste elettroniche ed infine ai sistemi

dinamici di acquisizione, e ad ogni altro sistema di selezione del contraente realizzato da centrali di committenza o da stazioni appaltanti con modali-tà informatiche.

La disapplicazione dell'esigi-bilità dei diritti di segreteria ri-guarda esclusivamente lo stru-mento selettivo, cioè la modalità di gara su basi informatiche e non è connessa al valore del con-tratto. Dunque, qualunque sia l'importo del contratto, i diritti di segreteria non saranno esigi-bili, anche laddove la stipulazio-ne avvenga mediante atto pub-blico in forma amministrativa, redatto dal segretario comunale e provinciale.

Nel caso degli acquisti da mercato elettronico Consip, in effetti, i diritti di segreteria non potrebbero comunque essere esatti, perché la stipulazione del contratto avviene attraverso la sottoscrizione con firma digitale dell'ordine di ac-quisto informatico, prodotto al siste-

ma. Da notare che il decreto estende agli acquisti da mercato elettronico il beneficio della possibilità di non atten-dere il termine dilatorio di 35 giorni appunto per la stipulazione del con-tratto. Il che consentirà di abbreviare

i tempi di approvvigionamento e di pagamento.

Si tratta indubbiamente di disposizioni miranti alla sem-plificazione, che probabilmente avrebbero dovuto trovare il loro posto nel d.l. 5/2012, più che nella disciplina della spending review.

A ben guardare, infatti, la pre-visione non comporta alcun taglio della spesa per le amministrazioni locali, ma anzi implica una man-cata entrata, dal momento che i diritti di segreteria costituiscono una fonte di acquisizione di risor-se per comuni e province. Un po' un controsenso, controbilanciato da una maggiore speditezza delle procedure e, soprattutto, dalla ri-duzione degli oneri a carico delle imprese appaltatrici.

Luigi Oliveri

Pagina 33 ali

maulletuLp Enti locali con i nervi

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Se il comune ravvisa che il valore venale è superiore scatta l'azione di recupero

Aree edificabili, caos Imu Il pagamento non esclude l'accertamento dell'ente

DI MAURIZIO BONAZZI

/tra tegola sui contri- buenti: anche se paghe- ranno l'Imu sui valori delle aree edificabili in-

dicati dall'amministrazione co-munale, non saranno comunque al riparo da possibili accertamen-ti. È l'effetto dell'abrogazione, di-sposta dalla legge di conversione del decreto fiscale, dell'art. 59 del dlgs 446/1997. Che consentiva ai comuni di individuare i va-lori delle aree fabbricabili «al fine della limitazione del po-tere di accertamento» qualora l'imposta fosse stata versata sulla base di un valore non in-feriore a quello predeterminato dal comune. Ciò non significa che ai municipi sia ora preclu-sa la possibilità di fornire dei parametri di riferimento utili a indirizzare i contribuenti nel-la quantificazione della base imponibile, ma qualora l'ufficio tributi reperisse elementi atti a dimostrare che il valore venale è superiore a quello a suo tem-po indicato dallo stesso comune, l'azione accertatrice diventereb-be necessaria, stante il principio

di irrinunciabilità del prelievo tributario di cui una parte (pari al 3,8 per mille del valore) è do-vuta allo stato.

La norma abrogata. L'art. 59, c. 1 lett. g), del dlgs 446/1997, con l'intento di ridurre l'insorgenza del contenzioso in materia di Ici, riconosceva ai comuni la possi-bilità di predeterminare i valori presunti dei terreni edificabili. Con la conseguenza che, laddo-

ve tale potere veniva esercitato, il contribuente che versava l'impo-sta sulla base degli elementi for-niti dall'ente non poteva essere accertato: neppure nell'ipotesi in cui l'ufficio tributi fosse entrato in possesso di riscontri oggetti-

vi (per esempio perizie di stima o atti di compravendita) idonei confutare l'inattendibilità del parametro di riferimento.

Lo scenario attuale. Dall'art. 14, c. 6, del dlgs n. 23/2011, che in materia di Imu riconosceva ai comuni la stessa potestà re-golamentare Ici di cui agli art. 52 e 59 del dlgs 446/1997, la legge (n. 44/2012) di conversio-ne del dl 16/2012 ha espunto

il richiamo all'art. 59. Co-sicché l'unico riferimento normativo resta ora l'art. 52, il quale, riconoscendo ai comuni la possibilità di disciplinare le proprie en-trate tributarie (salvo per quanto attiene all'indivi-duazione e alla definizio-ne delle fattispecie impo-nibili, dei soggetti passivi e dell'aliquota massima), potrebbe indurre a rite-nere che quanto prima

previsto dall'art. 59, c. 1, lett. g) sia, comunque, ricompre-so nella più ampia portata dell'art. 52.

In realtà, oltre al rispetto del principio di riserva di legge di cui all'art. 23 della Costituzio-

ne, occorre evidenziare che la potestà regolamentare dei co-muni non può neppure travali-care i principi generali dell'or-dinamento tributario, tra cui, ai fini che qui interessano, vanno ricordati quello di indisponibi-lità dell'obbligazione tributaria e quello di irrinunciabilità del prelievo tributario.

Il che sta a significare che i comuni potranno ancora fissare i valori presunti delle aree edifi-cabili ai fini Imu, ma, in assenza di una specifica norma di legge, sarà precluso ai regolamenti li-mitare l'attività di accertamen-to dell'ufficio nei casi in cui la base imponibile dichiarata dal contribuente, ancorché in linea con i parametri comunali, risul-ti inferiore a quella effettiva di mercato determinata in osse-quio all'art. 5, c. 5, del dlgs n. 504/1992.

Circolare esplicativa del Mef. Intanto, l'attesa circolare esplicativa del Mef sulla disci-plina Imu prende tempo. Attesa per oggi, la nota molto probabil- mente arriverà la prossima set- • timana

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L'imposta di soggiorno continua a essere un'im- posta a metà, mentre l'imposta di sbarco alle

sta una palese una completa. È que- t

enza delle modifiche apportate al decreto fiscale che nell'art. 2, com- ma 2-bis ha introdotto l'imposta di sbarco che i comuni che hanno sede git dica nelle isole erri minori e i comuni nel cui territorio insistono isole minori possono istituire in alternativa all'imposta di soggiorno.aradosso consiste nel fatto che la nuova imposta più esauriente rispetto i

ha una disciplina '

di cui è alternativa e che continua dl e a priva di una specifica regolamentazione di al-

en]2infi aspetti fondamentali.

atti, nell'art 4 del diga n. 23 del 2011 che ha introdotto l'imposta di soggiorno, con: tinua a non venir precisato in che modo deve essere assicurato l'adempimento dell'obbliga-zione tributaria da parte dei soggetti passivi del tributo, cioè di «coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territo-rio». E poiché è assurdo ipotizzare che ogni cliente dell'albergo vada a versare con bollet-tino di conto corrente postale l'importo dovuto al comune, sarebbe stato preferibile che la leg-ge imponesse tale obbligo a carico del gestore della struttura ricettiva con obbligo di rivalsa sui soggetti passivi del tributo.

Detta soluzione è stata invece, e per fortuna, adottata per l'imposta di sbarco, in quanto il comma 3-bis del citato art. 4 del dlgs n. 23 del 2011, introdotto dall'art. 2, comma 2-bis del decreto fiscale, che stabilisce che:

• sono le compagnie di navigazione che for-niscono collegamenti marittimi di linea a ri-scuotere l'imposta unitamente al prezzo del biglietto;

• la compagnia di navigazione è responsabile del pagamento dell'imposta, con diritto di ri-valsa sui soggetti passivi, della presentazione della dichiarazione e degli ulteriori adempi-menti previsti dalla legge e dal regolamento comunale;

Manca, inoltre, nella disciplina dell'imposta di soggiorno tutto il sistema sanzionatorio che

invece è stato ben ar sbarco, giacché:

• per l'omessa o infedele presentazione della re dichiarazione da parte del sponsabile d-

posta si applica la sanzione amministrativa dal 100 al 200% dell'importo dovuto;

• per l'omesso, ritardato o parziale versa-mento dell'imposta si applica la sanzione ammi-nistrativa dell'art. 13 del dlgs n. 471 del 1997, pari al 30%.

Tutto questo comporta che, essendo la san zione una prestazione imposta che deve essere stabilita dalla legge, dette misure non siano k

automaticamente applicabili all'imposta di soggiorno. L'unica norma applicabile potrebbe essere l'art. 13 del diga n. 471, che detta una disciplina generale per l'omesso o parziale ver-samento dei tributi. Per

obblighi e arativi, invoco l' co • •er agli t7o ipotrehhe essere la sanzione fissata 7-bis del dlgs n. 267 del 2000 (Tad.)e n lla mi

sura da 25 euro dei regolamenti euro per le violazioni

delle disposizioni ex regolamenti Provinniciali ma che non è certo una sanzione ee amministrativa tributaria. N

on si comprende, infine, perché: s

p tale

sia estesa a tutti i comuni i

a I p n f a t t i (ai 1 e ap opti er ea r è riconosciuto ns P s ct ai u td ss oalgtga etroao ai comuni capoluogo di provincia, alle unioni di comuni, nonché ai comuni in • elusi negli elenchi regili ona .delle località turistiche o città d'arte, men e ci sono alcuni comuni che non hanno tali caratteristiche eche pure possono di fatto considerarsi turistici;

non si sia pensato a unifica eit imposta di soggiorno con true scip

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e tributo di soggiorno a carico di coloroclh<ecoaal-- loggianoner Roma

ricettive della città>›,

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messi da parte creando alla fine, l'en- nesirna imposta «zoppa» che non mancherà di creare problemi applicativi.

Ilaria Accarcli)

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Imu, dubbi costituzionali Con il decreto legge sulle semplificazioni fiscali n. 16/2012, convertito in legge dal parlamento (legge 26 aprile 2012, n. 44), è stato introdotto un meccanismo di correzione delle aliquote Imu da parte del governo che, come rilevato anche dal servizio studi della camera dei deputati (si veda Ita-liaOggi dell'11/4/2012), pone qualche problema di costitu-zionalità con la norma dell'art. 23 Cost. in base alla quale «nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge». L'esecutivo, dispone l'art. 4, comma 5, del decreto fiscale, può, con apposito dpcm da adottarsi entro il 10 dicembre 2012 su proposta del ministro dell'economia e delle finanze, variare l'aliquota (relativa-mente all'abitazione principale) sulla base del gettito della prima rata al fine di assicurare l'ammontare complessivo dello stesso previsto per l'anno 2012. Ci si chiede, quindi, se l'utilizzo di una fonte sub-secondaria di produzione del diritto, qual è il dpcm, si ponga o meno in contrasto con la riserva di legge relativa prevista dalla norma costituzionale. Sul punto, tanto la dottrina quanto parte della giurisprudenza costituzionale (sent. 36/1959 Corte cost, sent. n. 341/2000 Corte cost.) sono del parere che, pur disponendo l'amministrazione di poteri piuttosto ampi per la determinazione del quantum dell'imposta, la legge debba comunque contenere, oltre all'indicazione dell'oggetto e dei soggetti passivi, anche direttive precise, indispensabili per la successiva parametrazione dei pro-fili quantitativi della prestazione, evitando così arbitri e discriminazioni. Ora, con riguardo all'Imu, risulta assente qualunque riferimento all'aliquota massima consentita la quale, proprio in ragione della ratio garantista sottesa all'art. 23 della Costituzione, deve necessariamente esse-re contemplata all'interno del provvedimento legislativo, affinché la discrezionalità governativa non si trasformi in pura arbitrarietà (sent. n. 15/1964 Corte cost.). Qualora si volesse obiettare che il tetto massimo dell'aliquota è già contenuto nel decreto legge n. 201/2011 (c.d. salva Italia) all'art. 13, va precisato che la norma riguarda i comuni e non si riferisce al potere/facoltà del governo di incidere sul meccanismo di modificazione dell'aliquota. Questo è normato solo dal decreto fiscale, ma in totale mancanza di indicazioni sul limite massimo di prelievo.

Daniele Trabucco Università degli studi di Padova

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L'accertamento convenzionale mette a rischio i conti

Imu, rebus bilanci Incertezze su cassa e competenza

DI MATTEO BARBERO

e incertezze sull'Imu e sul fondo sperimentale di ri- equilibrio continuano ad ssillare amministratori e

tecnici dei comuni in vista dell'ap-provazione (o della variazione) del bilancio 2012 e minacciano seriamente la programmazione dell'esercizio finanziario in cor-so. Kart. 4, comma 12-bis, del dl 16/2012 (introdotto dalla legge di conversione n. 44/2012) prevede che nel preventivo di quest'anno i comuni iscrivano convenzional-mente l'entrata da Imu in base agli importi stimati dal Diparti-mento delle Finanze del Mef.

Tale stima ha un impatto diret-to sulla quota del Fsr spettante a ciascun comune. In base all'art. 13, comma 17, del dl 201/2011, infatti, le assegnazioni a valere sul Fsr 2012 variano in ragio-ne delle differenze fra il gettito Imu stimato ad aliquota di base ed il gettito della vecchia Ici: se il primo dato è maggiore del se-condo, il segno della variazione del Fsr sarà negativo (riduzione), nel caio contrario sarà positivo (incremento).

L'accertamento convenziona-le sarà rivisto, unitamente agli accertamenti relativi al Fsr in esito a dati aggiornati da parte del medesimo Dipartimento delle finanze con le modalità previste dall'accordo sancito dalla Con-ferenza Stato-città e autonomie locali del 1° marzo 2012.

Come districarsi in questo rebus? Il problema principale si pone sul lato della cassa. I pro-venti dell'Imu (anche al netto delle eventuali scelte di «obie-zione fiscale» dei contribuenti) arriveranno con il contagocce, considerato il meccanismo degli acconti, che per la prima casa po-tranno essere due e che in ogni caso si pagheranno applicando la disciplina base dell'iniposta (senza tenere conto, quindi, dell'ulteriore sforzo fiscale im-posto autonomamente dai co-muni). Da questo punto di vista, le difficoltà maggiori riguardano non i comuni per i quali il gettito Imu risulta sovrastimato, quan-to soprattutto quelli per i quali il gettito Ici assunto come termine di confronto per quantificare le variazioni del Fsr risulta anor-malmente basso: mentre i primi,

infatti, si vedranno conguagliata la differenza, i secondi rischiano di subire un taglio più pesante sui trasferimenti fiscalizzati.

Ma anche sul lato della compe-tenza non mancano i grattacapi. Infatti, gli accertamenti tributari rilevano ai fini del Patto di sta-bilità interno, come tutti gli ac-certamenti di entrate correnti.

Da questo punto di vista, il nesso fra gettito Imu e asse-gnazioni del Fsr aiuta, perché l'eventuale sovrastima o sotto-stima del primo dato dovrebbe essere automaticamente com-pensata dal secondo.

Il problema riguarda soprat-tutto le oscillazioni del gettito Imu accertato che deriveranno dai provvedimenti che i comuni possono approvare e modificare entro il 30 settembre. I comuni avranno poco tempo (in prati-ca un paio di mesi, visto che il termine per l'assestamento è fissato al 30 novembre) per adeguare la propria program-mazione ai vincoli di finanza pubblica, per evitare di trovar-si a fine anno con il rischio di sforare il Patto. ©Riproduzione riservata—E

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Il progetto è finanziato col fondo per le politiche giovanili. Previste 208 ore di lezione

L'Anci insegna a fare il sindaco Corso di nove mesi per gli under 35. Selezione a giugno

Pagina a cura DI ROBERTO LENZI

Giovani amministratori a scuola di sindaco grazie all'Anci. Uiniziativa, de-nominata «Scuola Anci

per giovani amministratori», è rivolta agli under 35 impegna-ti, o che intendono impegnar-si, nell'amministrazione delle città e dei comuni italiani ed è finalizzata all'acquisizione di valori, obiettivi e strumenti idonei a governare al meglio il proprio territorio. L'iniziativa nasce nell'ambito dell'Accordo per disciplinare le modalità di programmazione, realizzazione, monitoraggio e valutazione delle iniziative da realizzare in favore dei comuni, stipulato a dicembre 2010 tra presidenza del consiglio dei ministri—dipartimento della gioventù e Anci. Il finanziamen-to proviene dal «Fondo per le Po-litiche Giovanili» — istituito con legge n. 248 del 4 agosto 2006 — a valere sull'esercizio finanziario 2010. I giovani amministratori interessati possono presentare domanda di partecipazione ad un corso di formazione speciali-

stica in amministrazione comu-nale, entro il 1° giugno 2012.

Corso rivolto ad ammini-stratori under 35. Il progetto formativo si rivolge alla nuova leva di giovani amministrato-ri locali, di età fino a 35 anni, che intendono investire in un percorso di miglioramento delle loro competenze. L'obiettivo è di dare ai giovani amministratori gli appropriati strumenti tecni-ci e concettuali per affrontare la missione amministrativa e per sviluppare una visione del futuro e delle scelte politiche di medio periodo.

Nove mesi di formazione. Il progetto formativo è artico-lato in un percorso integrato di formazione lungo un periodo di nove mesi, in particolare da luglio 2012 ad aprile 2013. Le attività didattiche sono incen-trate su un corso di formazione specialistica di 208 ore, prece-duto da un corso di inserimento residenziale, finalizzato all'omo-geneizzazione delle conoscenze e alla costruzione del clima di apprendimento. Il corso di inse-rimento residenziale sarà tenuto nel mese di luglio 2012 per sei

giorni consecutivi, in concomi-tanza con l'Assemblea annuale dei piccoli comuni. Il corso di for-mazione specialistica si terrà nel periodo luglio 2012—aprile 2013

con sessioni, di norma bimensili, che impegneranno interamente le giornate di venerdì e sabato. La sede del corso è a Roma, pres-so il centro documentazione dei comuni italiani, via dei Prefetti 46.

Richiesto solo un deposito

a garanzia. La partecipazione al corso di formazione è gratu-ita. Ai partecipanti si richiede un impegno di frequenza non-ché la cura e la custodia delle attrezzature didattiche che sa-ranno messe a disposizione da parte della scuola. A tal fine è richiesto ai partecipanti un de-posito dell'importo di mille euro a garanzia della buona conser-vazione delle attrezzature con-cesse in comodato d'uso e della serietà dell'impegno didattico; il deposito verrà restituito ai par-tecipanti ammessi alla prova finale al momento delle ricon-segna delle attrezzature una volta constatatane l'integrità. I partecipanti potranno inoltre ri-chiedere apposite borse di studio a titolo di rimborso per le spese sostenute.

Necessario il diploma di laurea. Il corso è a numero chiuso e il numero massimo di partecipanti è di 30 cittadini dell'Unione europea, di cui 25 amministratori. In base ai ri-sultati della selezione il numero finale dei partecipanti potrà es- sere portato fine fa un massimo di 35. Possono presentare la loro

candidatura per la partecipazio-ne alla scuola tutti i soggetti in possesso di un diploma di lau-rea almeno di primo livello che compiano i 36 anni di età entro il 31 dicembre 2012. Gli ammi-nistratori devono appartenere a comuni iscritti all'Anci che siano in regola con il pagamento delle quote associative.

Prove di selezione il 12 e 13 giugno. Coloro che presente-ranno domanda saranno invitati alle prove di selezione che si ter-ranno il 12 e il 13 giugno 2012 a Roma alle ore 9,30, presso la sede dell'Anci. Gli esiti della se-lezione verranno comunicati ai partecipanti entro il 18 giugno 2012. I criteri di selezione sono costituiti dalla valutazione di titoli e dalla prova di esame.

Riproduziww riservata--R

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L'Atiel insegna a fare il sindaco

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LA SCADENZA È IL 22/6

Lombardia, fondi contro le truffe agli anziani

Possono essere finanziate iniziative formati-ve, informative e culturali rivolte alla cittadi-nanza e utili a prevenire e contrastare i reati in danno agli anziani. I beneficiari dei contri-buti previsti dalla legge regionale 9/2011 sono comuni, province, università nonché le Asso-ciazioni, le organizzazioni di volontariato e le cooperative sociali, iscritte nei registri di cui alla legge regionale n. 1/2008; i soggetti posso-no scegliere se partecipare al bando in forma singola o aggregata. Il finanziamento regionale potrà avere un importo massimo pari a 15 mila euro e minimo pari a 2 mila euro, a copertu-ra dell'80% delle spese ammissibili. I progetti devono essere sviluppati ed attuati nel territo-rio regionale e possono comprendere iniziative formative, informative e culturali rivolte alla cittadinanza e utili a prevenire e contrastare i reati che colpiscono la popolazione anziana, con particolare riferimento ai delitti contro il patrimonio mediante frode; assistenza di tipo materiale, con particolare riferimento all'ac-cesso ai servizi sociali e territoriali, in favore della popolazione anziana vittima di reati; assi-stenza psicologica, cura e aiuto in favore della popolazione anziana vittima di reati. Le attività progettuali finanziabili hanno come destinatari finali la cittadinanza in generale ed in parti-colare la popolazione anziana. Le domande di finanziamento devono essere presentate entro il 22 giugno 2012; il bando è stato pubblicato sul Bur del 23 aprile 2012. Il bando può contare su una dotazione finanziaria di 100 mila euro. Il progetto cofinanziato deve essere realizzato entro la fine dell'anno solare di ammissione al cofinanziamento; è ammessa una proroga per un periodo massimo non rinnovabile di sei mesi su istanza motivata del beneficiario.

Riproduzione riservata—M

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DOMANDE ENTRO 24 AGOSTO L a

.

stanza 44,8 milioni di euro per la netanizzaziolie

orme e ti al de e completamento di reti urbane e " in aree Industriali, o di consolidato insedia-mento di sistemi produttivi, per la

one del gas. Possono presentare domanda di contributo gli enti locali della regione, i

itsord per le Aree di sviluppo industriale, ovvero l'Irsap-Istitztto regionale per lo svalup-Po delle attbdt* produttive che ne assumerà le funzioni. Il bando, pubblicato sulla G

lira del 27 aprile 2012 attua l'obiettivo v° 2.1.3 - linea di Intervento 2.1.3.1, del Po Fesr Sicilia 2047-2413, pE uno snenfiu di 44,8 ndlioni di euro. Sono finanziabilz gli interventi per reti di distribuzione comuni, o in aree di sviluppo industriale o in aree destinate ad insediamenti produttivi, eh ne sono comPletnntente privi; completamento delle reti di distribuzione interne; realizzazio-ne della condotta di coli *me to alla rete di distribuzione interna. 11 costo globale massi-mo ammissibile a contributo non può essere superiore a5 milioni di curo. Ogni beneficiado può presentare non piet di aistanza perrete

ovvero per Insediamento halustriale, ovvero per insediamento produttivo ìrt -

mente all'ittfrastrutdera dotata di progettaci». ne almeno definitiva munita di tatti i pareri, nulla osta ed autorizzazioni cimento a +detta stato di elaborazione dei progetto Sono ammesse spese di progettaci° direzio ne lavori, coordinamento per la sicurezza e coi,

pese indagini s Per , geologiche, miche idrogeologiche nonché acquisizione dei terreni necessari. alla realizzazione delle opere edili e degli implan-ti, Le domande dovranno essere presentate entro il 34 agosto 2013.

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AGEVOLAZIONI IN PILLOLE

Nazionale, stop alla sca-denza del 15 agostoper le pari opportunità. E stata revocata la scadenza del 15 agosto 2012 per richiedere il contributo a fondo per-duto per la realizzazione di iniziative che promuovono le pari opportunità. Con un proprio decreto del 24 aprile 2012 il dipartimento per le pari opportunità presso la presidenza del consiglio dei ministri ha infatti deciso di annullare la scadenza; resta comunque confermata l'ulti-ma finestra con scadenza al 15 maggio 2012.

Marche, contributi fino a 60 mila euro per la con-servazione di parchi e giardini. Scade il 12 luglio 2012 il termine entro il quale i comuni fino a 10 mila abi-tanti possono richiedere un contributo a fondo perduto per la manutenzione di par-chi e giardini vincolati, bo-schi di proprietà comunale e patrimonio arboreo in genere. Il contributo può coprire fino al 40% della spesa con un massimo di 60 mila euro. Lo stanziamento per i contributi

_previsti dalla legge regionale 6/2005 ammonta a circa 160 mila euro.

Lazio, un bando per il sostegno allo spettacolo dal vivo. Anche gli enti locali possono presentare domanda per finanziare attività di spettacolo dal vivo di teatro, musica e danza, entro il 28

maggio 2012. Ricorrenza superiore a cinque anni di svolgimento radicamento sul territorio. Il sostegno regionale non può essere su-periore a €200.000,00 e non può superare il 50% dei costi ammissibili. Le attività am-messe a contributo dovranno svolgersi entro e non oltre il 30 aprile 2013.

Puglia, entro il 15 maggio le domande per i boschi. Scadono il 15 maggio 2012 i bandi per accedere ai contri-buti a fondo perduto del Psr Puglia 2007 -2013 Misura 221 - Azioni 1 - 2 - 3 - 4 «Pri-mo imboschimento di terreni agricoli»e Misura 223 -Azioni 1 e 2 - «Primo imboschimento di superfici non agricole». I bandi, che si rivolgono anche agli enti locali, prevedono un contributo fino al 100% della spesa ammissibile.

Liguria, contributi per rimuovere rifiuti dal lito-rale. Gli enti locali possono richiedere un contributo del 50% del costo totale dell'in-tervento fino a un massimo di 2.500 euro per km di costa. Il sostegno è rivolto a finanziare interventi di di-sinquinamento degli specchi acquei da rifiuti galleggianti e idrocarburi mediante im-barcazioni appositamente attrezzate, nonché l'acquisto di attrezzature e accessori connessi. La scadenza del bando è fissata al 21 maggio 2012.

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L'imposta munic ipale è un nuovo tributo e non un trstyling Lo stesso accadrà nel 2013 con la Tares

Le concessioni Ici vanno rinnovate

1 comune che abbia affidato a un concessionario iscrit- to all'albo regolato dal dm 11/9/2000 n. 289, le attività

di riscossione volontaria, di ac- certamento e liquidazione dell'Ici, attraverso una procedura a evi- denza pubblica, deve bandire una nuova gara se intende affidare all'esterno le attività di liquida- zione e accertamento dell'Imu. È questo l'effetto dell'introduzione dell'Imposta municipale propria che, in quanto nuovo tributo, non può essere considerato una rivi- sitazione dell'Ici. Ne deriva che, per tutti quei comuni che non ri- scuotono in proprio, le attuali con- cessioni di riscossione volontaria dell'Ici sono destinate a cessare, in quanto l'oggetto dell'origina- rio affidamento è venuto meno. Due ordini di ragioni convalida- no quanto appena evidenziato: la prima è strettamente giuridico/ normativa e si rinviene nello stes- so decreto Monti che all'art. 13, co. 14, lett. a), ha abrogato le dispo- sizioni dell'art. 1 del dl 93/2008, ad eccezione del co. 4. Dalla quasi totale abrelgazione di tale articolo,

che ha introdotto l'esclusione Ici per l'abitazione principale, ne di-scende anche il venir meno, per i comuni che abbiano in corso di esecuzione rapporti di concessio-ne del servizio di accertamento e riscossione dell'Ici, la possibi-lità di rinegoziare i contratti in essere (co. 7-bis dell'art. 1 del dl 93/2008). Il legislatore del 2008 aveva specificatamente previsto, con una disposizione normativa ad hoc la facoltà di rivedere i contratti di concessione in corso a seguito del mutamento delle condizioni economiche contrat-tuali per il mancato versamento dell'Ici sull'abitazione principale. Con riferimento all'Imu non è stata proposta analoga previsione legislativa e l'intento dell'attua-le legislatore risulta rafforzato dall'espressa abrogazione, tra l'altro, anche del comma 7-bis che dava la facoltà di rinegoziare le concessioni in essere. Conseguen-za immediata e diretta è l'impos-sibilità di estendere eventuali affidamenti in corso, in quanto è necessaria una gara a evidenza pubblica. Orientamenti giuri-sprudenziali formatisi in vigenza del co. 7-bis convalidano quanto

appena espresso: nella sentenza 252/2012 del Tar Lazio, sezione distaccata di Latina, il giudice ha ravvisato il carattere derogatorio del co. 7-bis rispetto alla regola generale della necessità di una pubblica gara e tale caratteristica consentiva l'assegnazione diretta «di altre entrate» rispetto a quel-le affidate al concessionario il cui rapporto sia in corso di esecuzione. L'altra ragione che fa propendere per evitare un'estensione Imu del contratto di concessione è di or-dine amministrativo/contabile: la previsione normativa dettata dal co. 12 dell'art. 13 del dl 201/2011 stabilisce che per l'acconto il ver-

samento dell'Imu sia effettuato esclusivamente con il modello F24. In tal modo il comune ha immediatamente disponibile il flusso completo dei versamenti secondo il tracciato ministeriale, pronto per essere importato nel software gestionale.

D'altro canto l'attività di ren-dicontazione può essere affidata all'esterno come prestazione di servizi, e quindi non può essere trattata nell'ambito della conces-sione di riscossione volontaria che era vigente per l'Ici. Anche perché in quest'ultimo caso difficilmen-te potrebbe essere giustificabile il versamento della nuova impo-

sta nelle casse del concessionario, solo perché questo pone in essere un'attività di rendicontazione. Discorso analogo interesserà, a partire dal 2013, il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi in sostituzione degli attuali pre-lievi sui rifiuti (Tarsu e Tia), che prevede anche una maggiorazio-ne per i servizi indivisibili. Il c. 35 dell'art. 14 del dl 201/2011 non la-scia, a tal proposito, alcun dubbio: «Il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, in deroga all'art. 52 del decreto legislativo 15/12/1997, n. 446, è versato esclusivamente al comune». Ici e Tarsu/Tia, quindi, sono destinate a cessare. L'Iei già a partire da quest'anno. Per tutti quei comuni che hanno esternalizzato anche le funzioni di accertamento e liquidazione, queste rimangono in piedi limi-' tatamente ai tributi oggetto della concessione, Ici e Tarsu/Tia, non estendendosi automaticamente all'Imu e alla Tares.

*componente consiglio generale Anutel responsabile

servizio finanziario e servizio entrate

del comune di Grottaferrata (Rm)

Gli affidamenti non si estendono all'Imu. Servono nuovi bandi DI IVANA RASI*

Pagina 37 enlieessioni lei .anno rinnovale

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L'Anutel non condivide la scelta del governo

Niente incentivi agli uffici tributi DI FRANCESCO TUCCIO*

Tra gli effetti prodotti dall'abrogazione dell'art. 59 rientra l'inapplicabi-lità della disposizione

che consentiva ai comuni di ri-conoscere compensi incentivanti nell'ambito della lotta all'eva-sione Ici, applicabile in ambito Imu grazie al richiamo dell'art. 59 a opera del dlgs 23/2011. È una scelta che non mancherà di produrre conseguenze negative tra gli addetti agli uffici tributi e che contraddice lo spirito iniziale che aveva portato all'istituzione di quell'incentivo, in un paese ove il fenomeno dell'evasione fiscale sembra aver raggiunto livelli al-tissimi. Secondo il legislatore, il contributo che i comuni possono dare nella gestione della fiscalità locale è di fondamentale impor-tanza. Anche la stessa Agenzia delle entrate, al fine di una mag-giore lotta all'evasione, riconosce un incentivo ai comuni per le segnalazioni qualificate, quindi implicitamente viene riconosciu-to un maggiore ruolo degli enti locali che sono conoscitori dei ter-ritori, ma che non hanno gli stru-menti propri dell'Agenzia. Allora perché sminuire il ruolo di funzio-nari e operatori che s'ingegnano a costruire sistemi di controllo e incrocio di banche dati per il solo fine di conseguire l'equità fiscale?

Rincorrere un contribuente che si diletta nell'evasione o elusio-ne fiscale non è uno sport così gratificante. La gratifica econo-mica serviva per dare anche un briciolo di dignità professionale. Sarebbe stato più saggio regolare l'incentivo piuttosto che falciarlo Ma, caso molto strano, l'incenti-vo a determinate figure operanti nella p.a. viene salvaguardato, operando così una evidente di-scriminazione tra i diversi settori. Se oggi, attraverso l'eliminazio-ne degli incentivi al personale, il governo ritiene di ridurre i costi deve farlo per tutti gli apparte-nenti alla p a iniziando proprio dai ministeri, dalle Agenzie, e da tutte le figure che oggi possono usufruire di norme specifiche di tutela, in poche parole i sacrifi-ci li fanno tutti. Non bastavano alcuni provvedimenti dell'ex mi-nistro Brunetta, relativamente all'uso dei mezzi propri da parte dei dipendenti della p.a. per par-tecipare alle attività formative? L'Anutel non può tacere davanti alla dispersione di un patrimonio accumulato dai dipendenti negli anni e dimostrerà come moltis-simi comuni saranno costretti a esternalizzare le attività accer-tative, con rimunerazioni che a oggi raggiungono anche cifre del 40% sulle somme riscosse, con evidente danno economico.

*presidente Anutel

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Riscossione locale con conto corrente dedicato Tra le modifiche introdotte nel dl 16/2012 trova spazio un intervento normativo per la riscossione delle entrate dei comuni. Il comma 8 bis dell'articolo 5 interviene sul dl 70/2011, art. 7 comma 2, incidendo sulla lettera gg septies, norma che dispone l'abro-gazione, dal 2013, dell'attuale impianto nor-mativo sul quale si fonda la riscossione coat-tiva dei comuni con il ricorso all'ingiunzione fiscale rafforzata per tutti gli attori previsti dal comma 5 dell'art. 52 del dlgs 446/97.

La nuova disposizione del dl 16/2012 sosti-tuisce interamente il contenuto della lette-ra gg septies neutralizzando le abrogazioni normative in gran parte efficaci dal 2013, e stabilisce che, nel caso di affidamento ai soggetti di cui all'articolo 52, comma 5, let-tera b), del dlgs 446/97, la riscossione delle entrate viene effettuata mediante l'apertura di uno o più conti correnti di riscossione, po-stali o bancari, intestati al soggetto affidata-rio e dedicati alla riscossione delle entrate dell'ente affidante, sui quali devono affluire tutte le somme riscosse. La conseguenza in-diretta più importante è sulla portata della lettera gg quater dello stesso art. 7 comma 2 che, nel disporre il ricorso all'ingiunzio-ne fiscale rafforzata per la riscossione delle entrate dei comuni, sembrava circoscrivere in capo agli stessi la riscossione coattiva in forma diretta. Benché la vigenza della let-tera b) del comma 5 dell'art. 52 sembrasse confermare la possibilità di ricorrere agli iscritti all'albo, l'interpretazione lettera-le della lettera gg quater poteva indurre a diverse conclusioni. Anche ammettendo la possibilità di ricorrere a terzi, restava comunque il problema dello strumento in-giunzionale che sembrava applicabile nella forma rinforzata del Titolo II dpr 602/73 so-lamente dai comuni, per effetto dell'abroga-zione dell'art. 36 comma 2 del dl 248/2007. Il comma 8-bis agisce cancellando tutte le abrogazioni disposte dalla lettera gg septies riconoscendo l'affidamento ai soggetti della lettera b) del comma 5 art. 52. In tal modo

prende corpo la reale portata della lettera gg quater, secondo cui la norma mira a uni-ficare gli strumenti di riscossione coattiva indipendentemente dalle modalità con le quali l'ente deciderà di gestire il servizio. Conseguentemente, i comuni potranno ri-scuotere sia in forma diretta che ricorrendo agli iscritti all'albo e alle società pubbliche applicando lo strumento dell'ingiunzione fiscale con i privilegi del Titolo II del dpr 602/73. Resta ferma l'uscita di Equitalia dal mondo degli enti locali a decorrere dal 2013 per effetto della lex specialis contenuta nel-la lettera gg ter) nonché tutte le disposizio-ni che vengono scritte in deroga all'art. 52 (Imu e Tares).

La lettera gg septies nella nuova formula-zione dà indicazioni sull'incasso delle som-me che dovrà avvenire sul conto, bancario o postale, dell'affidatario del servizio (con-cessionario) purché dedicato alle entrate dell'ente affidante. La norma aggiunge che il riversamento dai conti correnti di riscossio-ne sul conto corrente di tesoreria dell'ente dovrà avvenire entro la prima decade di ogni mese con riferimento alle somme accredita-te sui c.c. di riscossione nel mese precedente e al netto dell'aggio e delle spese anticipate. Una norma che dà la possibilità di tratte-nere immediatamente le spese anticipate, aspetto fino ad oggi condizionato dagli esiti della riscossione e che non risolve una la-cuna normativa grave costituita dall'entità di aggio e spese da porre in capo al debito-re. L'uscita dal sistema Equitalia fa saltare il meccanismo di applicazione delle stesse regole previste per il riparto dell'aggiO tra comune e debitore. La vigenza della norma del dl 248/2007 regala certezze anche alle province che potranno continuare ad appli-care l'ingiunzione fiscale rafforzata.

Cristina Carpenedo Funzionario responsabile

delle entrate tributarie e patrimoniali del comune di Jesolo

presidente Anutel Veneto

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I ,e concessioni li-i ,anno

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tCI A E EL AMOR A P A V Ut CONTRAITI PUBIELIICI I ATERIA DI PPP

Una società strumentale per risparmiare sulla bolletta

Una società mista pubblico-pri-vata costituita al fine di con-tenere i consumi energetici di una pubblica amministrazio-

ne può rientrare nell'ambito delle so-cietà strumentali che forniscono servizi necessari al perseguimento delle finalità istituzionali delle amministrazioni nel rispetto dell'articolo 3, comma 27, della legge n. 24 dicembre 2007 n. 244.

L'Autorità per la vigilanza sui contrat-ti pubblici di lavori, servizi e forniture con la deliberazione n. 37 del 4 aprile 2012 è intervenuta sul tema analizzan-do il caso della costituzione di un parte-nariato pubblico-privato promosso dalla provincia di Milano per la promozione del risparmio energetico e dell'uso ra-zionale dell'energia' sul suo patrimonio immobiliare

La procedura in questione bandita nel giugno 2011 è relativa alla selezio-ne di un socio privato di minoranza per la costituzione, nella forma di società per azioni, di una Esco (Energy Service Company) ai sensi del dlgs. 30 maggio 2008 n. 115. Il primo tema sviluppato dall'Authority concerne la natura giu-ridica dell'affidamento dei servizi alla Esco se definibile come «appalto» o come «concessione».

Come rilevato dall'Autorità, anche in una precedente determinazione (n. 6/2011), sebbene l'art. 15, comma 3, del dlgs 115/2008 qualifichi come «appalti pubblici» l'affidamento dei contratti di servizi energetici, l'operazione presenta delle caratteristiche tipiche della con-cessione come l'attribuzione alla Esco del rischio del mancato conseguimento del risparmio energetico e la durata del

rapporto contrattuale. Con riferimento al tema del trasferimento del rischio, l'organismo di vigilanza ricorda come nell'ambito di una concessione di lavori o di servizi il concessionario sia remu-nerato attraverso la gestione stessa dell'opera realizzata o del servizio con i proventi riscossi direttamente dagli utenti assumendo così direttamente il rischio di mercato; analogamente anche nel caso di opere «fredde», vale a dire che non producono adeguati redditi per la copertura dei costi di investimento e di gestione da sostenere, il concessionario assume, comunque, il rischio di «dispo-nibilità», inteso come capacità di erogare le prestazioni contrattuali pattuite.

Il rapporto contrattuale alla base dell'affidamento dei servizi energetici prevede che la Esco debba sostenere gli interventi necessari per il conseguimen-to del risparmio energetico e che questa sia remunerata dall'amministrazione attraverso il riconoscimento di quota del risparmio energetico conseguito.

A giudizio dell'Autorità il rischio del mancato ottenimento del risparmio energetico «non si qualifica propriamen-te come un rischio di gestione giacché il profitto che si realizza non dipende dalla fruizione del servizio da parte dell'uten-za o del committente, ma dalla capacità della stessa Esco di conseguire un mag-giore o minore risparmio energetico». La realizzazione degli interventi di efficien-tamento energetico per il conseguimen-to del risparmio, pertanto, costituirebbe l'elemento centrale del contratto mentre la gestione assumerebbe un «aspetto quasi accessorio».

Per tali considerazioni l'organismo di

vigilanza ritiene che l'affidamento a una Esco di servizi e lavori possa, quindi, qualificarsi come un «appalto misto».

Una volta definito l'inquadramento giuridico della natura dell'affidamento, nella deliberazione è affrontato il tema dell'ammissibilità della costituzione di società strumentale alla luce del di-vieto introdotto dall'articolo 3, comma 27, della legge n. 24/12/2007 n. 244, in base al quale le amministrazioni «non possono costituire società aventi per og-getto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente partecipazioni, anche di minoranza, in tali società». E, invece, sempre ammessa, come previsto dallo stesso comma 27, «la costituzione di so-cietà che producono servizi di interesse generale e che forniscono servizi di com-mittenza o di centrali di committenza a livello regionale a supporto di enti senza scopo di lucro e di amministrazioni ag-giudicatrici».

L'Authority, quindi, procede nel valu-tare se il servizio oggetto della proce-dura avviata dalla provincia di Milano possa essere inquadrato come servizio di «interesse generale» o «strumentale e necessario per il perseguimento delle proprie finalità istitiiiionali».

Riguardo alla qualificazione come ser-vizio di «interesse generale», dopo aver richiamato la giurisprudenza nazionale e comunitaria in base della quale la no-zione di «servizio di interesse generale» troverebbe corrispondenza in quella di «servizio pubblico locale», sarebbe, dunque, da escludere che il servizio di

efficientamento energetico possa esse-re annoverato nell'ambito dei «servizi pubblici locali» in quanto, sempre con riferimento all'orientamento giurispru-denziale nazionale in materia di servizi pubblici locali, il servizio in esame sa-rebbe rivolto all'amministrazione e non al «soddisfacimento diretto ed immedia-to delle esigenze della collettività».

Riportando il principio contenuto in alcune recenti sentenze amministrati-ve in base alle quali il requisito delle «strumentalità» sussiste «allorquan-do l'attività che le società sono chia-mate a svolgere sia rivolta agli stessi enti promotori o, comunque, azionisti della società per svolgere le funzioni di supporto di tali amministrazio-ni pubbliche, secondo l'ordinamento amministrativo e per il perseguimen-

to dei loro fini istituzionali», l'Autori-tà ritiene come le attività in esame finalizzate alla maggiore efficienza nell'uso energetico possano rientrare nell'ambito dei servizi «strumentali» rappresentando «un sostegno ai pro-cessi produttivi dei fini istituzionali che la provincia persegue gestendo gli edifici e le strutture dove l'energia è utilizzata». Si sofferma, poi, sul dlgs 115/2008 che ha introdotto all'articolo 12, rispettivamente ai comma 1 e 2, l'obbligo di applicare le disposizioni in materia di efficienza energetica e la responsabilità amministrativa, gestionale ed esecutiva dell'adozione degli obblighi di miglioramento dell'ef-ficienza energetica nel settore pubblico per le amministrazioni proprietarie o utilizzatrici del bene o del servizio.

Dario Capobianco

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Come cambia il sistema delle agevolazioni dopO la conversione in legge del decreto fiscale

Immobili vincolati, bonus ridotti Prima un regime di (quasi) esenzione, ora sconti solo parziali

DI Duccio Cuccai*

Molto ridotte le agevo-lazioni fiscali per gli immobili vincolati. Questa è la conse-

guenza della legge 26 aprile 2012 n. 44, di conversione del dl 16/2012. La norma è in vigore dal 29 aprile 2012

Con tale decreto legge si è prevista una diversa disciplina normativa recante il trattamen-to fiscale di tutti quegli immobili soggetti al vincolo ex T.u. 490/99 (e prima ancora dall'art. 3 della legge 1/6/1939, n. 1089), poi mo-dificato con dlgs 22/1/2004 n.42; quest'ultimo meglio noto come codice dei beni culturali.

Ai sensi dell'art. 37, commi da 1 a 4 del Tuir, come è noto, la rendita catastale, utilizzata per il calcolo dei redditi dei fabbrica-ti ai fini Irpef, si determina con differenti criteri: per gli immobili a destinazione ordinaria (gruppi A, B e C), mediante l'applicazio-ne delle tariffe d'estimo stabilite dalla legge catastale, moltiplica-ta per la consistenza dell'unità immobiliare; per i fabbricati a destitazione speciale o partico-

lare (gruppi D ed E), mediante stima diretta del valore da parte dell'Agenzia del territorio; per i fabbricati non ancora iscritti in catasto o iscritti con rendita non più adeguata, si applica una ren-dita provvisoria.

Nel caso, però, in cui i fabbri-cati siano concessi in locazione, il loro reddito, ai sensi del suc-cessivo comma 4-bis dello stesso art. 37, è determinato assumendo il maggiore ammontare fra il ca-none risultante dal contratto di locazione, ridotto forfettariamen-te del 15% (25% per i fabbricati situati in Venezia centro, isole della Giudecca, Murano e Bara-no) e la rendita catastale iscritta in catasto.

Ad oggi il decreto legge n° 16/2012 convertito interviene in tal senso, aggiungendo all'anzi-detto comma 4-bis dell'art. 37 un'ulteriore misura di riduzione forfettaria della base imponibile pari al 35% del canone di loca-zione, specifica per tali immobili di interesse storico o artistico, vincolati ai sensi della norma citata.

Pertanto il reddito ricavabi-le da tali immobili è soggetto a

tassazione nella misura del 65% dei relativi canoni percepiti dai proprietari.

Ricordiamo che saranno previ-ste misure molto più severe per la riduzione della percentuale di abbattimento del canone degli immobili «comuni» (si parla del 5% contro il 15% attuale), che sono destinate quindi a tassare ancora più pesantemente il setto-re immobiliare e quindi il reddi-to ricavabile dalle locazioni degli immobili.

Non appare inutile rammen-tare che finora il reddito ai fini delle imposte sui redditi, degli immobili in argomento, e cioè quelli vincolati ai sensi delle nor-me sul codice dei beni culturali (dlgs 22/1/2004 n. 42), era disci-plinato in particolare, dall'art. 11, comma 2, della legge 30/12/1991 n.413, che stabiliva che «in ogni caso, il reddito degli immobili riconosciuti di interesse storico o artistico, ai sensi dell'articolo 3 della legge 1/6/1939, n. 1089, e successive modificazioni e inte-grazioni, è determinato median-te l'applicazione della minore tra le tariffe d'estimo previste per le abitazioni della zona censuaria

nella quale è collocato il fabbri-cato».

Ciò costituiva una riduzione consistente della tassazione del reddito immobiliare ai fini Irpef dato che veniva di fatto tassato il reddito sulla rendita catasta-le, anziché sui canoni di affitto percepiti dal proprietario dell'im-mobile vincolato. Tale tassazione non si rende più applicabile, dopo il periodo di imposta successivo al 31 dicembre 2011 e pertanto di fatto, nella maggior parte dei casi, dal 1°gennaio 2012.

Nella determinazione degli acconti dell'anno in corso, la novella norma ha fatto obbligo di tenere conto di tale modifica legislativa.

Ai fini Imu, invece, la citata legge 26 aprile 2012 n. 44, in-troducendo all'art. 5 del decre-to legge n. 16/2012, un nuovo comma 3°, sancisce che «la base imponibile è ridotta del 50 per cento: a) per i fabbricati di in-teresse storico o artistico di cui all'articolo 10 del codice di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42».

Con tale agevalazione quindi, l'imposta Imu per i fabbrica-

ti vincolati è pari alla metà di quella che si sarebbe pagata se l'immobile non fosse soggetto al vincolo di legge.

Ricordiamo che ai fini Ici la tassazione era fissata con le stesse modalità di cui alla legge 413 del 30 dicembre 1991, cioè con l'applicazione della minore tra le tariffe d'estimo previste per le abitazioni della zona cen-suaria nella quale è collocato il fabbricato.

Traendo le conclusioni, anche nel caso della Imu, come abbia-mo visto per l'Irpef, l'introduzio-ne della nuova norma appesan-tisce non poco la tassazione in capo ai possessori di reddito da fabbricati, che passano da un re-gime di (quasi) esenzione a una agevolazione soltanto parziale dei propri redditi fondiari.

*dottore commercialista in Firenze

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Il Tesoro si difende: l'Imu costerà come Vici

Il ministero: i Comuni avranno più soldi dalla tassa sulla casa

Imu potrà subire modifiche, ma solo in futuro. Mentre re-i- sta alta la tensione tra gover-

no e comuni riguardo all'imposta sulla casa - «municipale solo di no-me», lamentano i sindaci, costretti a lasciare buona parte del gettito nelle casse centrali -, il sottosegretario al-l'Economia Vieri Ceriani apre uno spiraglio ai cambiamenti chiesti dal-l'Associazione dei comuni, ma in un non meglio precisato futuro, non prima del 2013. «Invece dobbiamo discutere subito di come modificare l'Imu: dopo la prima rata di giugno il governo convochi un tavolo per ridi-scutere questa tassa», chiede il pre-sidente dell'Anci, Graziano Delrio.

«Si può ragionare su diverse op-zioni: una delle ipotesi è dare tutta l'Imu ai comuni e utilizzare la quota erariale per finanziare i trasferi-menti», apre il sottosegretario Ce-riani («un'apertura che ci trovereb-be favorevoli», spera Delrio), ma è ancora «tutto da vedere». Snocciola numeri il sottosegretario, per tran-quillizzare che le cifre non sono «drammatiche»: il 70% di proprieta-ri di prime case pagherà una media di 200 euro, il 30% sarà esente. «Sappiamo anche noi che sulla pri-ma casa la cifra non è diversissima

dall'Ici: ma il vero salasso sarà sulla seconda», ricorda però il presidente Anci. E comunque, dai dati di Ceriani, con una rendita catastale di 1000 euro, mentre l'Ici gravava per 316 euro, ora l'Imu peserà per 472 euro.

«L'Imu non è un'imposta nuova, è stata ereditata dal governo preceden-te», spiega il sottosegretario, rimetten-dola sulla prima casa si è abolita «un'anomalia»: l'Ita-lia era «l'unico Paese al mondo in cui il proprietario di un immobile non paga-va l'imposta». Ora la pagherà, ma l'espo-nente di governo ci tiene a precisare alcuni «falsi miti»: ad esempio, «è falso che le fondazioni bancarie siano esenti dall'Imu», mentre per i ricoverati o gli emigranti potranno decidere i comuni «il trattamento che decidono di riser-vare».

Comuni che però sono furibondi con-tro questa tassa, «sbagliata, ingiusta e ingiustificata», come la definisce il sin-daco di Milano, Giuliano Pisapia. Dalla

Lega chiamano alla protesta: secondo il governatore del Piemonte Cota i comu-ni guidati dal Carroccio non chiame-ranno alla rivolta fiscale (stigmatizzata dal premier), ma neutralizzeranno l'im-posta abbassando al minimo l'aliquota e introducendo esenzioni. Operazione però non facile per enti locali che la-mentano di non avere più un euro.

E sempre sul tema tasse, ci sono co-muni che hanno an-nunciato la rescis-sione del contratto con Equitalia per la riscossione dei tribu-ti. «Annunci prete-stuosi», li bolla però

Equitalia: i comuni dovranno comun-que fare da sé dal 1° gennaio prossimo per legge, lo ha deciso il Salva Italia di dicembre. L'Anci sta pensando a creare una struttura operativa da mettere a disposizione dei comuni. Oggi poi il se-gretario del Pdl Alfano presenterà una proposta di legge per compensare le aziende creditrici nei confronti dello Stato. Meccanismo però già bocciato dal premier Monti.

Delrio: «Il vero salasso sarà sulla seconda abitazione

L'esecutivo convochi un tavolo»

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IL PIANO

Il Demanio: dagli affitti 56 milioni di risparmi

ROSARIA TALARICO ROMA

Lo Stato sprecone spende 1,2 miliardi di euro l'anno in affit-to. Un po' troppo (e la cifra è pure arrotondata per difetto, visto che molti enti non hanno ancora fornito risposte) in tempi di crisi. Questo è il con-to che annualmente le ammi-nistrazioni pubbliche pagano per gli oltre 10 mila immobili "privati" occupati per lo svol-gimento delle loro attività. La spending review immobiliare emerge dai dati elaborati dal-l'Agenzia del demanio. Il punto è che lo Stato possiede altret-tanti uffici (per la precisione 11.849) di sua proprietà, per un totale di 58,8 metri quadra-ti. Quelli delle strutture affit-tate sono in totale 11.318.597 metri quadrati. L'obiettivo è ridurre gli spazi utilizzati di circa 46 mila metri quadrati attraverso una serie di inter-venti edilizi per riadattare al-cune strutture a nuove funzio-ni. Una vera e propria dieta dimagrante per uffici e immo-bili pubblici che dovrà essere attuata tra il 2012 e il 2015.

Il programma di razionaliz-zazione degli immobili del-l'Agenzia del Demanio ha già fruttato 13 milioni di risparmi,

Per 10 mila immobili lo Stato spende 1,2 miliardi di euro l'anno

che saliranno a 43 milioni nel 2012. Gli investimenti richiesti per la riqualificazione degli edifici saranno nell'ordine dei 130 milioni, "indispensabili al conseguimento degli indicati risparmi"sostiene l'Agenzia del demanio. Per gli interventi di rifunzionalizzazione però non vi è copertura economica. Secondo il demanio i risparmi più consistenti deriverebbero dagli interventi di razionaliz-zazione degli immobili del mi-nistero dell'Economia e finan-ze e dei Monopoli di Stato (13,5 miliardi di euro), dell'Agenzia delle entrate (11 miliardi) e del-la guardia di finanza (6,6 mi-liardi). In totale si tratterebbe di oltre 150 diverse operazioni.

Finora l'Agenzia del dema-nio ha predisposto 17 piani na-zionali di razionalizzazione che troveranno attuazione en-tro il 2015. Tavoli tecnici sono aperti con diverse ammini-strazioni (Agenzie delle entra-te, Agenzia del territorio, Cor-te dei conti, Guardia di finan-za, vigili del fuoco, ministero dell'Economia, Monopoli di Stato, ministero del Lavoro, archivio di Stato, ministero dell'Ambiente - Ispra, mini-stero della Giustizia, Dia). Mentre in corso di definizione sono quelli con le prefetture e il ministero delle Infrastruttu-re e dei trasporti. La realizza-zione dei piani è stata effettua-ta sulla base delle previsioni triennali dei fabbisogni comu-nicate dalle amministrazioni interessate, alla luce anche delle nuove disposizioni in ma-teria di contenimento di spesa pubblica e razionalizzazione degli spazi.

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" Sprechi, lo sfogo dei 40 mila

Il It soro si difende dm costerà. come Idei

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Lampioni in tilt. buio pesto nel centro storico

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C DIOLOGIA

Prevenzione La Giornata RUSSI Si terrà domani alle 10, nella sala polivalente in via Cavour, la terza Gior-nata della Cardiologia a-perta a tutti. Stefano Bosi, responsabile di Cardiolo-gia del Maria Cecilia Ho-spital e i suoi collaboratori Stefano Censi e Rita Conti parleranno di prevenzione cardio ventricolare e forni-ranno informazioni utili. L'assessore alla sanità Laura Errani, ricorda "che l'iniziativa sottolinea l'im-pegno dell'amministrazio-ne comunale e di tante associazioni del territorio (Lions Club, Progetto de-fibrillazione precoce - Pubblica assistenza) a so-stegno della prevenzione alle patologie cardiova-scolari e della morte pre-coce da arresto cardiaco".

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Lampioni in tilt. buio pesto nel centro storico

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Incontro Regole e leggi spiegate dall'ex magistrato Colombo RUSSI Questa mattina alle 11, nell'aula magna dell'Istituto Com-prensivo di via Ungaretti, l'assessorato all'Istruzione organizza, per gli alunni delle terze medie, un incontro con Gherardo Co-lombo. L'ex magistrato milanese, famoso soprattutto per le in-chieste sulla Loggia P2 e su Mani pulite, incontrerà i giovani della terze medie per spiegare loro i concetti di "regole" e "leggi", mettendo in primo piano l'affermazione delle legalità e l'ugua-glianza dei cittadini davanti alla legge. All'incontro possono par-tecipare tutti i cittadini.

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CONCERTO

Serata con la Banda di Solarolo

RUSSI Domani alle 21, al Teatro comunale di Russi si terrà il concerto "Ban-da & Teatro" del Corpo Bandistico Autonomo di Solarolo, diretto dal maestro Gianfranco Maz-zanti. Lo spettacolo, a in-gresso gratuito, prevede un ricco programma, che spazia da marce tipiche per banda a colonne so-nore, valzer viennesi e musica leggera, brani classici rivisti in chiave moderna. Dopo aver ta-gliato i due secoli di vita (è nata nel 1810), la Ban-da di Solarolo oggi si compone di un organico di oltre 40 elementi, for-mato prevalentemente da ragazzi di età com-presa tra gli 11 e 18 anni, che si stanno distinguen-do per la passione e l'im-pegno nel mantenere vi-va questa tradizione. La realizzazione di questo spettacolo sarà possibile grazie al contributo con-

giunto delle amministra-zioni comunali di Solaro-lo e Russi, che, grazie al-la presenza in entrambe la comunità di gruppi bandistici, conoscono e sostengono il valore di queste realtà culturali. Il presidente della banda solarolese, Giuseppe Zaccaria, spiega gli o-biettivi del concerto: "L'esibizione a Russi è principalmente voluta per valorizzare in un contesto più impegnati-vo la nostra banda, che purtroppo si valuta spes-so solamente come gruppo itinerante che si esibisce nelle feste di paese o religiose. Da tempo abbiamo svilup-pato un percorso forma-tivo nelle scuole di edu-cazione musicale ad in-dirizzo bandistico, sup-portato dall'amministra-zione comunale e dalla Pro Loco, per coinvolge-re i giovani ad intrapren-dere queste esperienze musicali". Informazioni più dettagliate sulla ban-da si possono trovare sul sito internet www.ban-dasolarolo.it.

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liubain una casa: visto e arrestato

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