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Anno LXXVI - n. 44 - 22 novembre 2020 servizi quotidiani su: www.nuovascintilla.it Twitter e Facebook Anno 76 |n. 44 |22 novembre 2020| 1,20 | Sede: Chioggia (VE), R.ne Duomo 735 | tel. 0415500562| www.nuovascintilla.com | [email protected]| Poste Italiane abb.post.D.L.353/2003 (L. 27/2/2004 n°46) art.1,c.1/ NE-PD Approvato dalla giunta il Regolamento dei Comitati civici; dovrà passare in Consiglio. Ricordate la mareggia- ta del 2019 e la grande opera di ricostruzione in Sacca Scardovari. Cooperativa Emmanuel Un anno dopo.... CHIOGGIA 6 DIOCESI 13 CAVARZERE 14 POLESINE 16 Comitati di frazione Un regno su cui contare In questa domenica la festa di Cristo Re e domenica prossima inizia l’Avvento, un passaggio importante dell’anno liturgico, per recuperare speranza... (p. 11) Giornate del “Grazie” In questo mese si cele- brano le Giornate del Ringraziamento (nella foto a Scardovari). Chioggia Mercato Ittico Via Bellemo, 14 Tel 041 3036181 [email protected] Chioggia Viale Stazione, 53 Tel 041 5500980 [email protected] www.bancapatavina.it Sottomarina Viale Venezia, 6 Tel 041 5507300 [email protected] SPORTELLI DI: La cooperativa, che svolge un prezioso lavoro, vanta però crediti dal Comune. EDITORIALE C ondizionati come siamo tutti dal Co- vid-19, ci è difcile pensare ad altro e parlare d’altro. Ormai anche molte persone vicine a noi, nelle comunità e nelle famiglie sono coinvolte o perché positive o perché in quarantena forzata con le soferen- ze e i disagi ben comprensibili e, mentre cer- chiamo di condividerne le preoccupazioni, è come se si sentisse anche il cerchio stringersi. Del resto, anche nei media - come stiamo fa- cendo qui...-, nelle comunicazioni politiche e amministrative e in quelle sociali o ecclesiali il riferimento alla pandemia è costante e, si direbbe, d’obbligo o comunque spontaneo. Ma pensare ad altro è necessario e vitale. Il mondo politico - che deve pensare anche al “dopo” - cerca di rinnovarsi, ma con fatica. I recenti “Stati Generali” del M5S, tra alcu- ni punti chiari, hanno rivelato anche molte incertezze e dovranno fltrare per il giudizio degli iscritti, determinando così un ulteriore stallo del governo. Anche le aperture di F. I. e del Pd per un’eventuale maggiore collabora- zione con l’opposizione, mentre incontrano l’adesione di Italia Viva che già parla di allar- gamento della maggioranza e di rimpasto, vedono scettiche le altre forze (di governo e di opposizione). Eppure si tratta non solo di gestire l’emergenza, ma - come si diceva - di pensare anche ad altro, cioè alla ricostruzio- ne necessaria e oltremodo impegnativa (più o meno come nel dopoguerra, mutatis mutan- dis...). Lo stesso presidente Mattarella, che più volte ha invitato tutti alla collaborazione, l’ha ribadito in questi giorni rivolgendosi all’Anci (Associazione dei Comuni), sottolineando che, contro un virus che tenta di dividerci occorre fare ricorso alle energie positive di tutti ripen- sando insieme il futuro dell’Italia. E non abbia- mo certo bisogno di negazionisti o, peggio, di complottisti (ancor meno se vengono, ahimè, da esternazioni assurde e fuori luogo di un’e- mittente stimata come “Radio Maria”, che per tanti aspetti ofre invece un servizio prezioso e apprezzato alla comunità ecclesiale e alla na- zione). Si tratta, piuttosto, e in particolare per i cristiani, di ricucire il tessuto del Paese avvalen- dosi anche di quella carica di speranza che può venire dalla fede e dall’appartenenza ecclesiale. La “Speranza” più grande, che ci illumina e ci sostiene, può gettare luce e vigore anche sulle speranze quotidiane di cui abbiamo bisogno, per noi e per gli altri. La festa di “Cristo Re”, che ci viene proposta oggi a conclusione dell’anno liturgico, ci parla di un “regno” diverso da quelli terreni fondati sul potere, sulla ricchezza, sul dominio... E l’Avvento, che inizierà domenica prossima, ci parla di una venuta continua del Signore che non ci abbandona mai e che verrà alla fne dei tempi. Una prospettiva di fede che aiuta i credenti, ma può aiutare anche gli altri, ad alzare lo sguardo oltre la contingenza delle situazioni attuali e a capire che il senso vero della vita è quando essa è donata nell’amore. Il Cristo “re”, colui che era, che è e che viene, è anche il Cristo giudice, non per incutere paura ma per spronarci: egli è giudice giusto e mise- ricordioso, misericordioso e giusto. V. T. “Re” per spronarci di Vincenzo Tosello RIFLESSIONE DEL VESCOVO (p. 11) Attesa, Venuta, Avvento: tra parole sempre valide Citando Giovanni Papini (1921)...

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  • Anno LXXVI - n. 44 - 22 novembre 2020

    servizi quotidiani su:

    www.nuovascintilla.it

    Twitter e Facebook

    Anno 76 |n. 44 |22 novembre 2020|€ 1,20 | Sede: Chioggia (VE), R.ne Duomo 735 | tel. 0415500562| www.nuovascintilla.com | [email protected]|Poste Italiane abb.post.D.L.353/2003 (L. 27/2/2004 n°46) art.1,c.1/ NE-PD

    Approvato dalla giunta il Regolamento dei Comitati civici; dovrà passare in Consiglio.

    Ricordate la mareggia-ta del 2019 e la grande opera di ricostruzione in Sacca Scardovari.

    CooperativaEmmanuel

    Un annodopo....

    CHIOGGIA 6DIOCESI 13 CAVARZERE 14 POLESINE 16

    Comitatidi frazione

    Un regno su cui contareIn questa domenica la festa di Cristo Re e domenica prossima inizia l’Avvento, un passaggio importante dell’anno liturgico, per recuperare speranza... (p. 11)

    Giornatedel “Grazie”In questo mese si cele-brano le Giornate del Ringraziamento (nella foto a Scardovari).

    Chioggia Mercato ItticoVia Bellemo, 14Tel 041 [email protected]

    Chioggia Viale Stazione, 53Tel 041 [email protected] www.bancapatavina.it

    Sottomarina Viale Venezia, 6Tel 041 [email protected]

    SPORTELLI DI:

    La cooperativa, che svolge un prezioso lavoro, vanta però crediti dal Comune.

    EDITORIALE

    Condizionati come siamo tutti dal Co-vid-19, ci è difficile pensare ad altro e parlare d’altro. Ormai anche molte persone vicine a noi, nelle comunità e nelle famiglie sono coinvolte o perché positive o perché in quarantena forzata con le sofferen-ze e i disagi ben comprensibili e, mentre cer-chiamo di condividerne le preoccupazioni, è come se si sentisse anche il cerchio stringersi. Del resto, anche nei media - come stiamo fa-cendo qui...-, nelle comunicazioni politiche e amministrative e in quelle sociali o ecclesiali il riferimento alla pandemia è costante e, si direbbe, d’obbligo o comunque spontaneo.

    Ma pensare ad altro è necessario e vitale. Il mondo politico - che deve pensare anche al “dopo” - cerca di rinnovarsi, ma con fatica. I recenti “Stati Generali” del M5S, tra alcu-ni punti chiari, hanno rivelato anche molte incertezze e dovranno filtrare per il giudizio degli iscritti, determinando così un ulteriore stallo del governo. Anche le aperture di F. I. e del Pd per un’eventuale maggiore collabora-zione con l’opposizione, mentre incontrano l’adesione di Italia Viva che già parla di allar-gamento della maggioranza e di rimpasto, vedono scettiche le altre forze (di governo e di opposizione). Eppure si tratta non solo di gestire l’emergenza, ma - come si diceva - di pensare anche ad altro, cioè alla ricostruzio-ne necessaria e oltremodo impegnativa (più o meno come nel dopoguerra, mutatis mutan-dis...). Lo stesso presidente Mattarella, che più volte ha invitato tutti alla collaborazione, l’ha

    ribadito in questi giorni rivolgendosi all’Anci (Associazione dei Comuni), sottolineando che, contro un virus che tenta di dividerci occorre fare ricorso alle energie positive di tutti ripen-sando insieme il futuro dell’Italia. E non abbia-mo certo bisogno di negazionisti o, peggio, di complottisti (ancor meno se vengono, ahimè, da esternazioni assurde e fuori luogo di un’e-mittente stimata come “Radio Maria”, che per tanti aspetti offre invece un servizio prezioso e apprezzato alla comunità ecclesiale e alla na-zione). Si tratta, piuttosto, e in particolare per i cristiani, di ricucire il tessuto del Paese avvalen-dosi anche di quella carica di speranza che può venire dalla fede e dall’appartenenza ecclesiale. La “Speranza” più grande, che ci illumina e ci sostiene, può gettare luce e vigore anche sulle speranze quotidiane di cui abbiamo bisogno, per noi e per gli altri. La festa di “Cristo Re”, che ci viene proposta oggi a conclusione dell’anno

    liturgico, ci parla di un “regno” diverso da quelli terreni fondati sul potere, sulla ricchezza, sul dominio... E l’Avvento, che inizierà domenica prossima, ci parla di una venuta continua del Signore che non ci abbandona mai e che verrà alla fine dei tempi. Una prospettiva di fede che aiuta i credenti, ma può aiutare anche gli altri, ad alzare lo sguardo oltre la contingenza delle situazioni attuali e a capire che il senso vero della vita è quando essa è donata nell’amore. Il Cristo “re”, colui che era, che è e che viene, è anche il Cristo giudice, non per incutere paura ma per spronarci: egli è giudice giusto e mise-ricordioso, misericordioso e giusto. V. T.

    “Re” per spronarcidi Vincenzo Tosello

    RIFLESSIONE DEL VESCOVO (p. 11) Attesa, Venuta, Avvento: tra parole sempre valide

    Citando Giovanni Papini (1921)...

  • 2domenica 22 novembre 2020

    nuova Scintilla ATTUALITÀNOTA POLITICA ECONOMIA

    L’elezione di Biden alla presidenza degli Stati Uniti Le nostre aziende in generale, incapaci quasi sempre di fare il salto in avanti.

    Usa e Italia Piccolo non è sempre belloL’

    elezione di Joe Biden alla presi-denza degli Stati Uniti, al netto di una transizione istituzionale

    ancora problematica, è destinata ad avere ripercussioni anche sulla politica italiana. Almeno sotto due profili.Il primo attiene specificamente alle relazioni internazionali. Nonostante la pandemia, che ha mostrato in modo drammaticamente stringente l’insen-satezza dell’illusione sovranista, l’era Trump si è caratterizzata per una sistematica delegittimazione delle istituzioni internazionali, peraltro già in crisi da anni. Con Biden ci si può ragionevolmente aspettare una ripresa del multilateralismo e in questa chiave il nostro Paese potrebbe giocare un ruolo rilevante, tanto più che dal 1° dicembre 2020 avrà per un anno la presidenza del G20, l’organismo che comprende i Paesi più industrializzati con l’aggiunta dell’Unione europea. Un insieme che rappresenta il 90% del Pil globale del pianeta. Non è casuale che il presidente Matta-rella, nel saluto inviato a Biden non appena è stato chiaro l’esito del voto americano, abbia messo in primo piano l’importanza del mul-tilateralismo “per affrontare una crisi senza precedenti”. E’ del tutto evidente, però, che l’Italia potrà cogliere appieno questa opportunità soltanto se il quadro politico interno sarà sufficientemente stabile e coeso e quindi in grado di sostenere un governo affidabile anche di fronte all’opinione pubblica internazionale. Il secondo profilo ri-guarda appunto gli equilibri politici interni, che solo per semplicità espositiva di possono tenere distinti dal contesto internazionale. Se mai fosse stato possibile dubitarne con onestà intellettuale, il Covid ha dimostrato con la forza dei fatti che non è pensabile un futuro dell’Italia senza un legame convinto e vitale con l’Europa. Non è un dettaglio di programma tra tanti, è una discriminante di fondo come in passato è stata la scelta di stare nel campo occidentale e non in quello opposto. Il precedente esecutivo, al di là dei passaggi politici contingenti, è venuto meno perché è non è possibile guidare il Paese portandolo in rotta di collisione con la Ue. E’ contro gli interessi na-zionali, se vogliamo usare questa terminologia che nasce ben prima dell’ubriacatura sovranista. Per gli stessi motivi, il governo in carica è nato proprio intorno a un ritrovato rapporto positivo con l’Europa. E sì che allora nessuno poteva immaginare che cosa si nascondesse dietro l’angolo. C’è da avere i brividi al pensiero di come avremmo potuto affrontare la pandemia, soprattutto le sue conseguenze eco-nomiche ma non solo (basti pensare alla vicenda dei vaccini), con un governo ostile all’Unione. Resta l’anomalia – parlando in termini di sistema, non di giudizio politico – di un’opposizione costituita in gran parte da partiti anti-europeisti. Anomalia che si rafforza con l’arrivo di Biden. Lo dimostrano le reazioni dei partiti italiani al voto americano, articolate in un modo che ricalca fedelmente le posizioni nei confronti dell’Europa. Le difficoltà che incontrano tutti i tenta-tivi di costruire un rapporto meno conflittuale tra le forze politiche dipendono anche da questa anomalia. Stefano De Martis

    Sia detto con estrema franchezza: piccolo non sempre è bello, anzi! In un’epoca in cui ci sen-tiamo rinfrancati dall’artigianalità delle cose,

    dalla “genuinità”, dalla dimensione prossimale (si pensi al km zero, all’orto casalingo, alla panificazio-ne domestica…), dobbiamo pure renderci conto che tutto ciò è un limite, e pure severo. Se le medicine le facesse ancora lo speziale con mortaio e alambicco, saremmo avvolti dalle virtù dell’echinacea ma nessu-no avrebbe mai potuto sviluppare un vaccino contro un terribile virus nell’arco di un solo anno. Ci vo-gliono laboratori attrezzati, personale specializzato, dimensioni ragguardevoli e fondi altrettanto impo-nenti per capire i segreti della biochimica molecolare e dotare l’umanità di miliardi di dosi di vaccino. Se le auto fossero costruite da piccole carrozzerie specia-lizzate che le rifiniscono centimetro per centimetro, avremmo le Rolls Royce per quattro ricchi, mentre noi ci dovremmo accontentare del carretto. Se non-no Nanni facesse il suo formaggio con la caldera nel-la stalla, tale bontà (non estremamente salubre) la gusterebbero i compaesani, ma a casa nostra non ar-riverebbe mai… Insomma, ci sono due questioni da affrontare: una culturale e una economica. I processi industriali e la logistica non sono affatto nemici dell’umanità, sono anzi la base del nostro progresso. Quando ci schifiamo davanti ad un “prodotto indu-striale”, dimentichiamo che solo così è diventato ac-cessibile pure ai comuni mortali e non solo a nobili e monarchi; che certi standard garantiscono salubrità,

    sicurezza nel lavoro, qualità valutabili. Che la ciliegia cilena è arrivata fino a noi (orrore!), ma anche che il vino abruzzese viene così venduto in Pennsylvania. Le verdure del nostro orto sono le migliori, la sta-gionalità è importante, il mercatino del contadino lo frequentiamo in molti. Ma a casa non mangeremmo un singolo spaghetto se dietro non ci fossero estese coltivazioni di grano duro, molini, farine esportate via nave, pastifici industriali e punti vendita fa-cilmente accessibili. La questione economica, poi, riguarda l’Italia in particolare. Al di là del fatto che le spalle grosse (leggi le multinazionali) sopporta-no pesi maggiori e non soffrono al primo alitare di vento, c’è la questione della produttività. Cioè l’innovazione, il produrre di più e meglio a costi in-feriori, insomma quel che fa la fortuna di un’azienda rispetto all’insuccesso di un’altra. Ebbene, la produt-tività italiana – praticamente ferma da un ventennio – ultimamente è addirittura calata. Mentre il resto dei nostri “concorrenti” l’accresce al ritmo dell’1-2% annui. Insomma, pian piano il made in Italy fa un passino dietro l’altro in direzione dell’uscita dal mer-cato. Non sappiamo produrre di più e meglio perché siamo piccoli, lo sono le nostre aziende in generale, incapaci quasi sempre di fare il salto in avanti. Que-sto è un tema enorme perché l’Italia del 2100 rischia di essere la sorella povera dell’Italia del 2020. E ri-cordiamoci che bisnonno Nanni viveva in media fino a 60 anni, non a 85 come oggi.

    Nicola Salvagnin

    Quello che sperimentano tanti studenti è una trasformazione dell’esperienza scolastica

    Dad o non dad?

    Didattica a distanza. In realtà ci sarebbe da discutere a lungo sul tema “didattica” e ragio-nare se e come lo sia il collegamento via pc

    tra allievi e docenti. Quello che sperimentano tanti studenti in questo periodo di emergenza sanitaria e di chiusura forzata degli istituti scolastici non è pro-babilmente – soltanto – un altro modo di realizzare la dinamica insegnamento/apprendimento, ma una vera e propria trasformazione dell’esperienza scolastica. In molti esperti sarebbero pronti a dire che si tratta addirittura di una negazione di tale esperienza. Un manifesto recente redatto da pedagogisti, psicologi e uomini di scuola spiega senza troppi giri di parole che “La scuola è presenza fisica” e che “La Dad non è vera scuola”. In sostanza quello che sta succedendo agli adolescenti italiani è che vengono “derubati” di un passaggio fondamentale della vita. Non solo, diversi osservatori lanciano allarmi sulla possibilità che an-che questo contribuisca alla crescita di disagio e rab-bia, capaci di sfociare nel disordine sociale. Se ne sono avute le prime avvisaglie negli scontri di piazza già registrati in Italia (e non solo), con minori protago-nisti. In effetti, chi ha a che fare con adolescenti alle prese con la Dad (terribile acronimo) osserva spesso il disagio, che si manifesta ad esempio con la trasforma-zione di macchine in perpetuo movimento – come ge-neralmente sono ragazzi e ragazze di questa età – in fantasmi che vagano per casa, magari in pigiama per tutto il giorno, senza cura di sé, alternando la seduta alla scrivania, davanti al computer, allo “svacco” sul letto attaccati allo smartphone. E interscambiando ogni pochi minuti l’uno e l’altro. Per non dire della difficoltà a restare concentrati quando lo schermo è

    spento. Perché la scuola è fatta anche di libri da legge-re e studiare. Ma col telefonino a fianco. E’ la finestra sul mondo, una forma di apertura, si potrebbe dire, il modo di relazionarsi al tempo delle tecnologia e della vita a distanza (altro che Dad). Tuttavia spesso diven-ta solo uno specchio virtuale, una specie di prigione che immobilizza e chiude su se stessi. L’esatto contra-rio di quanto potrebbe/dovrebbe essere un adolescen-te. Che diventa irritabile più di quanto l’età già non gli suggerisca, sfiduciato e, appunto, arrabbiato. Solo che in genere non capisce perché.Hanno ragione gli esperti quando scrivono che “L’i-solamento e la scuola a distanza sono una condizione pericolosa per la salute mentale degli studenti che sono a serio rischio depressivo e di ritiro sociale”. Potremmo aggiungere – con un po’ di ironia, ma non troppo – che sono una condizione di rischio anche per i genitori, la maggioranza dei quali non sa proprio cosa fare, come affrontare la situazione. E passa dalla tranquillità che viene dal “silenzio degli innocenti” – i ragazzi inghiottiti dal vortice virtuale non danno fastidio – alla preoccupazione impotente che nasce quando ci si rende conto che in casa si aggira un fan-tasma. Che fare? Sarebbe stato bello non chiudere le scuole, ma a questo punto è difficile tornare indietro,

    salvo un improvviso e improbabile – allo stato delle cose – cambiamen-to di scenario rispetto alla pande-mia. Quindi, fatto salvo l’appello di chi giustamente sostiene che “la scuola è salute” e la Dad fa male – si perdoni la semplificazione di argomenti molto seri, che toccano anche la democrazia e gli squilibri sociali – il primo passo è conqui-stare consapevolezza da parte della società intera. La scuola è un bene prezioso e primario. Facciamone te-soro e non appena possibile il Paese ne tragga le conseguenze.

    Alberto Campoleoni

  • 3domenica 22 novembre 2020

    nuova ScintillaATTUALITÀRAPPORTO 2020

    Italiani, donne, autonomi

    I “nuovi poveri”, effetto collaterale della pande-mia, sono italiani, donne, lavoratori autonomi e persone o nuclei familiari in grande difficoltà. Un leggero miglioramento in estate c’è stato ma il futuro si prospetta molto incerto, soprattutto per i minori. Gli effetti sociali ed economici della crisi sa-nitaria a causa delle misure per contenere la diffu-sione del Covid-19 erano prevedibili. Una fotografia della situazione attuale arriva dai centri di ascolto e dalle Caritas diocesane e parrocchiali di tutta Italia. I dati raccolti sono riassunti nel Rapporto 2020 su povertà ed esclusione sociale di Caritas italia-na, reso noto oggi, 17 ottobre, in occasione della Giornata mondiale di contrasto alla povertà. Di immediato impatto il dato sulla crescita dei “nuovi poveri”, passati dal 31% al 45% rispetto allo scorso anno. Quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta.450.000 persone aiutate durante il lockdown. In tre mesi (marzo-maggio 2020) la rete Caritas ha registrato un forte incremento del numero di per-sone sostenute a livello diocesano e parrocchiale: circa 450mila persone. Sono aumentate le donne, più fragili e svantaggiate sul piano occupazionale, e gli italiani (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno). Un incremento della povertà che secondo Caritas italiana è “sicuramente sottostimato” e mol-to diversa dal passato, “quando la povertà era sem-pre più cronica, multidimensionale, legata a vissuti complessi”. “Sembra dunque profilarsi il tempo di una grave recessione economica – osservano i cura-tori del Rapporto – che diventa terreno fertile per la nascita di nuove forme di povertà, proprio come avvenuto dopo la crisi del 2008”. Aumenta in parti-colare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani e delle persone in età lavorativa.80% lavoratori autonomi ha subito calo del reddito. Il tema del lavoro ha influito notevol-mente sull’attività dei Centri di ascolto diocesani e parrocchiali. L’impatto è stato più negativo tra i la-voratori indipendenti: quasi l’80% ha subito un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare. In 136 diocesi italiane sono stati attivati fondi dedicati ai lavoratori, utili a so-stenere le spese più urgenti (affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività, ecc.). In totale sono stati 2.073 i piccoli commercianti/lavoratori autonomi accompagnati in questo tempo.In estate segnali di miglioramento, ma +12,7% rispetto 2019. In estate, con la riaper-tura dei centri di ascolto “in presenza” il 54% delle Caritas diocesane ha registrato segnali di migliora-mento rispetto alla passata primavera, con un calo del numero degli assistiti: la media per diocesi scen-de dal 2.990 persone (del periodo marzo-maggio) a circa 1.200. I nuovi ascolti scendono da 868 a 305

    per diocesi. Anche se da maggio a settembre sono aumentate del 12,7% le persone seguite rispetto allo scorso anno. Il peso della situazione di eccezio-nalità viene però percepito ancora: per il 54% delle Caritas diocesane le richieste di aiuto in estate sono ancora riconducibili all’emergenza Covid-19.Reddito di emergenza, cosa ha funzionato e cosa no. Il 43% delle Caritas ha valutato come positivo l’impatto del Reddito di emergenza per le persone e le famiglie prive di altri ammortizzatori sociali. L’83% delle diocesi si è messo infatti a disposizione per aiutare le persone ad accedere ai sostegni pub-blici previsti dal Decreto “Cura Italia” e “Decreto Ri-lancio. Da una rilevazione condotta su un campione di 756 nuclei beneficiari dei servizi Caritas nei mesi di giugno-luglio 2020, il Rem (Reddito di emer-genza) è risultata la misura più richiesta (26,3%) ma con un tasso di accettazione delle domande più basso (30,2%) rispetto alla indennità per lavoratori domestici (61,9%), al bonus per i lavoratori sta-gionali (58,3%) e al bonus per i lavoratori flessibili (53,8%). Si tratta di un profilo “del tutto sovrappo-nibile a quello di coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza” (32,5%). Questo dice che, tra le due misure, “rispetto alle caratteristiche dei beneficiari, vi sia sovrapposizione piuttosto che compensazio-ne”, creando il “paradosso di misure emergenziali che creano esclusione”.Quale sarà il futuro che ci aspetta, sul fronte delle povertà? Quello che il Covid-19 ha messo in evidenza è “il carattere mutevole della povertà. Stiamo ora entrando in una nuova fase nel nostro Paese”. Il Rapporto elenca alcune ipotesi: il Reddito di cittadinanza protegge chi è incluso “ma gli esclu-si vedranno peggiorare la loro situazione in una situazione in cui le possibilità di ripresa economica hanno prospettive lunghe”. I lavoratori autonomi saranno più esposti al rischio povertà per la man-canza di lavoro, “considerata l’assenza di un regime di tutela stabile in loro favore”.I minori subiranno un “doppio colpo”: le difficoltà del presente e il futuro pregiudicato a causa della “difficoltà di uscire dalla condizione di povertà e l’incertezza di percorsi di istruzione solidi, stabili, duraturi”.Più solidarietà e nuovi volontari. L’aspetto po-sitivo della difficile situazione economica causata dal lockdown è stata la solidarietà. Sono fiorite moltissime iniziative a supporto dei più fragili (da parte di aziende, enti, negozi, supermercati, fami-glie, singoli cittadini), tante in coordinamento con altre realtà del territorio, di natura ecclesiale, laica ed istituzionale. Dai dati forniti da 153 Caritas dio-cesane (il 70,1% del totale), il numero di volontari risulta pari a 62.186 (in media circa 406 a diocesi); di questi 19.087 sono gli over 65 che si sono dovuti fermare per ragioni di sicurezza sanitaria e 5.339 le nuove leve (under 34). Patrizia Caiffa

    Povertà: Caritas, circa la metà sono “nuovi poveri” della pandemiaSOCIETÀ

    Quanto avvenuto durante la campagna elettorale negli Usa

    Bolla mediatica

    Cos’è una bolla mediatica? Per rispondere a questa domanda può essere di aiuto prendere in considerazione quanto è avvenuto durante la campagna elettorale negli Stati Uniti, in confronto con i risultati del voto. L’episodio lo conosciamo tutti.Nei mesi precedenti alle elezioni i sondaggisti e le più importanti testate giornalistiche degli Usa fornivano – come consuetudine – dati e opinioni sulla forza attrattiva del candidato democratico Joe Biden, che avrebbe dovuto vincere senza sforzo e il presidente uscente sarebbe stato abbandonato dalla stragrande maggioranza del suo elettorato. Questa opinione ha inondato per molto tempo il dibattito pubblico. C’erano poi due segnali che la sostenevano: la scarsa

    chiarezza dell’amministrazione Trump nella gestione della pandemia e le proteste del movimento Black life matter che inondava le strade delle città Usa. Bene, tutti sicuri e tutti tranquilli.L’Election day ha mostrato una realtà differente. Il candidato democratico ha ottenuto la maggioranza dei voti, ma la vittoria non è stata schiacciante, anzi combattuta seggio per seggio e ancora adesso rimangono degli strascichi, che mantengono in bilico il risultato.Cosa è successo? Si è creata una bolla mediatica: gli ingredienti erano alcuni dati raccolti, le opinioni di un tipo di classe dirigente, alcuni eventi storici. Questa bolla si autoalimentava perché al suo interno tutti confermavano a vicenda la propria opinione, ma nessuno faceva la fatica di uscire a confrontarsi con quanto accadeva fuori, nell’altra parte della realtà. Si è scoperta così una società spaccata in due, dove campagna e città entrano in conflitto, dove conta l’appartenenza religiosa, dove la cifra etnica è molto più complessa del semplice bianco/nero.Cadere in una bolla mediatica è molto facile e il rischio riguarda tutti, non solo gli Usa: bisogna essere consapevoli che i sondaggi rilevano soltanto quello che è previsto nelle risposte, che è facile rivolgersi a quanti hanno identità di vedute. Per raccontare la realtà è importante mantenere la porta aperta e conservare l’umiltà del dialogo. Una guida possono essere le parole di papa Francesco nella Fratelli tutti: “Possiamo cercare insieme la verità nel dialogo, nella conversazione pacata o nella discussione appassionata … La saggezza non si fabbrica con impazienti ricerche in internet, e non è una sommatoria di informazioni la cui veracità non è assicurata. In questo modo non si matura nell’incontro con la verità. Le conversazioni alla fine ruotano intorno agli ultimi dati, sono meramente orizzontali e cumulative. Non si presta invece un’attenzione prolungata e penetrante al cuore della vita, non si riconosce ciò che è essenziale per dare un senso all’esistenza” (Ft, 50).

    Andrea Casavecchia

    Banco Alimentare: dal 21 novembre all’8 dicembre la Colletta con “gift card”

    Scegliere la solidarietàSarà una Colletta alimentare “dema-terializzata”, la 24ª della serie, quella che avrà luogo dal 21 novembre all’8 dicembre promossa dalla Fondazione Ban-co Alimentare. Al posto degli scatoloni del-la spesa – che quest’anno non può essere donata fisicamente, per ragioni di sicurez-za sanitaria – ci saranno delle “gift card” da 2, 5 e 10 euro che verranno convertite in prodotti alimentari per tante persone in difficoltà. Per lo stesso motivo quest’anno non saranno presenti nei supermercati i consueti gruppi di volontari di tante asso-ciazioni (145mila fino allo scorso anno), eccezion fatta il 28 novembre ma solo per un numero ridotto e compatibilmente con le norme vigenti nelle singole regioni. Chi vorrà donare la spesa troverà alle casse dei supermercati le gift card, il cui valore com-plessivo raccolto dal 21 novembre all’8 di-cembre sarà convertito in prodotti alimen-

    tari non deperibili come pelati, legumi, alimenti per l’infanzia, olio, pesce e carne in scatola e altri prodotti utili. Il tutto sarà poi consegnato alle sedi regionali del Banco Alimentare e distribuito, con le con-suete modalità, alle circa 8mila strutture caritative convenzionate che sostengono oltre 2.100.000 persone. Le card saranno in distribuzione nei punti vendita che ade-riranno alla Colletta, il cui testimonial sarà il giocatore di calcio Claudio Marchisio, e potranno essere acquistate on line sul sito www.mygiftcard.it, dove sono già disponi-bili. Sarà inoltre possibile partecipare alla Colletta alimentare facendo una spesa on line sul sito www.amazon.it dal 1° al 10 di-cembre e su www.esselungaacasa.it dal 21 novembre al 10 dicembre. “Il bisogno ali-mentare cresce di pari passo con il crescere della crisi sanitaria che, ogni giorno di più, si manifesta come crisi sociale ed eco-

    nomica – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare onlus. – Banco Alimen-tare ha reagito in questi mesi cercan-do di incrementare lo sforzo organiz-zativo messo in campo. Purtroppo col passare del tempo crescono anche il timore, lo smarri-mento e per molti il rischio di rinchiudersi in sé stessi. Da una crisi si esce o migliori o peggiori, dobbiamo scegliere, ci ha ricordato Papa Francesco –. E la solidarietà è una stra-da per uscire dalla crisi migliori”. Da qui l’appello del presidente Bruno a “scegliere

    per un gesto di solidarietà”. Negli ultimi 5 anni, con la Giornata nazionale della Colletta alimentare, sono state raccolte 41.628 tonnellate di cibo equivalenti a 83.256.082 pasti per persone bisognose. Per consultare i punti vendita aderenti vi-sita il sito www.collettaalimentare.it.

    (D.R.)

  • 4domenica 22 novembre 2020

    nuova Scintilla CHIESA E SOCIETÀEMERGENZA COVID-19

    La pandemia affrontata dalle Missioni cattoliche di lingua italiana

    Un nostro pezzo di patria

    Periodo non facile questo a causa della pandemia in corso e che coinvolge tutto

    il mondo. “Non sarà un mese facile, per nessuno di noi, e poi è novembre, un mese triste, la poca luce predispone alla malinconia”, scrive il mensile delle Missioni cattoliche italiane in Germania e Scandinavia, “Corriere d’Italia” commentando il lockdown in vigore, fino alla fine del mese in Germania. Le misure anti-coronavirus, annunciate il 28 ottobre dalla Cancelliera Merkel in concerto con i ministri presidenti dei Bundesländer e che varranno per tutto il mese di novembre, servono a evitare il diffondersi incontrollato del virus che aveva visto un andamento esponenziale dei contagiati. L’invito ad essere responsabili: una responsabilità collettiva che dobbiamo far nostra. Gli italiani che vivono all’estero guardano con preoccupazione quello che avviene nei Paesi dove risiedono con uno sguardo al loro paese d’origine, l’Italia.Le Missioni cattoliche di lingua italiana rappresentano un pezzo di patria per gli italiani all’estero. Esse continuano ad offrire soprattutto in questo periodo di pandemia la possibilità di coltivare ed esprimere la propria Fede secondo le loro tradizioni e origini.“Il nostro compito come Comunità di lingua italiana è quello di continuare a seguire pastoralmente (ma non solo) gli italiani per dare loro un sostegno e l’aiuto spirituale e non lasciarli soli in questo momento di difficoltà”, spiega Silvana Pisaturo, presidente del Consiglio pastorale della Missione cattolica di lingua italiana nel Canton Lucerna in Svizzera: questo tempo del Covid-19 sta incidendo “non solo nella nostra vita quotidiana, ma anche nel nostro modo di vivere”. E la sfida consiste nel trovare nuove forme e/o alternative che faccino “riscoprire il valore del nostro essere e dell’essere Comunità in questo tempo, dove i bisogni fondamentali degli esseri umani sono stati catapultati: il bisogno di sicurezza e protezione, di appartenenza, di affetto e d’identificazione, di successo, il bisogno di realizzazione di sé. Abbiamo perso il controllo della nostra vita e a questa cosa non eravamo pronti. Questo lo si nota ancora di più in Svizzera, paese ricco e di grandi opportunità”.Per chi ha familiari in Italia, il

    non poter più partire come si faceva prima, il non poter dare un abbraccio di conforto ai propri cari e il non sapere quando ci sarà la prossima possibilità per incontrarsi, aggiunge una amarezza profonda.Nelle persone, alla Mci del Canton di Lucerna, si riscontra “un forte bisogno di ascolto, di raccontarsi, di comunicare per poter elaborare questi sentimenti”.La situazione in Ungheria è in evoluzione, dice fra Sergio Tellan della Missione cattolica italiana a Budapest. “La situazione non è tranquilla. Fino a qualche mese fa l’Ungheria era stata risparmiata dal contagio, ci si poteva muovere con libertà. Si guardava con una certa apprensione quanto succedeva in Italia. Diverse famiglie italiane sono state contagiate”. La comunità italiana ha ripreso le attività in modo limitato: solo la Messa è consentita, mentre le altre attività di catechesi e formazione sono on-line e si continua a mantenere i contatti telefonicamente e con i nuovi mezzi di comunicazione.A Londra la situazione dei contagi e delle terapie intensive affollate ha indotto il Governo a decretare per la Metropoli un secondo lockdown che, come ci dice p. Andrea Fulco della Missione cattolica italiana a St. Peter italian Church a Londra, non è percepito come restrizione severa come nel primo. La comunità italiana vive “come se fosse in Italia e quindi si ritira in casa e molti lavorano da casa. La pastorale ha la sua forza nello streaming delle Messe: raggiungiamo non solo i parrocchiani ma chiunque. I media possono esercitare una forza non indifferente anche se ci spogliano della relazione e dei contatti umani”. Il sacerdote svolge regolarmente le catechesi

    in preparazioni al matrimonio attraverso le piattaforme e anche i catechisti della prima comunione hanno coinvolto non solo i ragazzi ma anche i genitori nel compito educativo di insegnare la dottrina ai figli seguiti on-line dagli stessi catechisti. La Chiesa in questo modo “non è mai chiusa. Oltre ad essere aperta solo per il culto individuale rimane aperta sulle varie ‘onde’”.L’insicurezza della situazione e le chiusure delle frontiere moltiplica il senso di nostalgia e i problemi legati alla lontananza dai propri affetti.L’obiettivo principale della Missione cattolica italiana a Berna, in Svizzera, è quello di continuare a vivere la dimensione comunitaria in forme diverse. “Serve creatività, per reagire e mantenere il contatto con la gente”. Alla Mci di Wohlen-Lenzburg”, dice sr. Cristina Compagno,“non siamo rimasti chiusi ed impauriti” ma “ci siamo messi in gioco, certi che quei cinque pani, donati a Cristo, avrebbero riempito ceste e scacciato la paura ed il timore”.Telefonicamente e quotidianamente “abbiamo raggiunto i fedeli, gli ammalati, i sani, i tristi, e gli impauriti, con una voce, una parola di conforto e di incoraggiamento, con la vicinanza che da cuore a cuore supera anche l’impossibilità di un contatto fisico”. Oggi, lentamente e con cautela, la situazione si va aprendo. Sono riprese le Celebrazioni in presenza del popolo, nel rispetto dei numeri consentiti e delle norme sanitarie, adesso è possibile “guardarsi negli occhi, condividere sorrisi, e soprattutto vivere insieme i Sacramenti, consumare il Corpo e sangue di Cristo, Quel Corpo-Pane donato vivo vero e presente, nell’Eucaristia”. Raffaele Iaria

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    CONVEGNO CAV E FORUM “ONE OF US”

    Casini: “Nello sguardo sul concepito la chiave della civiltà”

    Vita nascente“U

    na formidabile iniezione di speranza e di coraggio”. Mari-na Casini Bandini, presidente del Mpv (Movimento per la vita italiano), stila al Sir il bilancio delle tre giornate appena

    concluse che hanno visto il 40° convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita sul tema “Tu sei per me unico al mondo. Non si vede bene che col cuore” (13 – 14 novembre), intitolato da quest’anno al padre Carlo, fondatore del Mpv e instancabile testimone pro-life scomparso lo scorso 23 marzo, e ieri il IV Forum della Federazione europea “One of us”. Tre giorni di incontri online “seguiti da moltissimi iscritti”, afferma con sod-disfazione. “E’ stata una bella sfida: organizzare un incontro di questa portata online in tempo di pandemia non è stato semplice, soprattutto perché la decisione di non modificare il programma rispetto a quello che avrebbe potuto essere un evento in presenza ha portato ad un surplus di lavoro non indifferente”. Tuttavia “la parola d’ordine è stata: non rassegnarsi! Non cedere al pessimismo e allo sconforto”. Talvolta le dif-ficoltà diventano uno stimolo ad unire le forze, a puntare con maggiore determinazione all’obiettivo… “Sì, la mia sensazione è che la difficoltà ci abbia in qualche modo affiatati ancora di più per offrire comunque a tutti l’immancabile appuntamento annuale – e non uno qualsiasi, ma il 40° – e per condividere la ricchezza che ogni relatore e moderatore ha portato. Ci siamo accorti che il verbo condividere si può coniugare anche online; mi auguro che le riflessioni di questi giorni ci abbiano rincuorato e ridato l’energia necessaria per mantenere aperti gli orizzonti e accesa la speran-za pur tra ostacoli e problemi”. Perché questo titolo tratto da “Il piccolo principe”? “Per dire che al centro e alla base di tutto c’è la relazione. Una relazione che non esclude nessuno anzi, si rinvigorisce e si purifica quan-to più sa sostare con lo sguardo sul più piccolo dei nostri fratelli, colui che il mondo rifiuta e che, invece, è uno di noi. Di qui il ventaglio dei temi affrontati: il dono scambievole nello svolgimento delle attività delle case di accoglienza nella prospettiva dei giovani a servizio della vita, e la riflessione a tre voci su Carlo Casini che ci ha aperto la strada e continua a percorrerla con noi grazie al patrimonio culturale e spirituale di cui tutti siamo eredi. Abbiamo inoltre ascoltato la voce della scienza e quella dei testimoni; abbiamo acquisito maggiore consapevolezza dei nuovi strumenti a servizio della rete Mpv-Cav-Case di accoglienza-Sos Vita e del servizio di consulenza online per le associazioni. Durante il lockdown il Servizio Sos Vita Web si è rivelato preziosissimo. E poi abbiamo avuto altre possibilità di approfondimento attraverso i vari workshop tematici, che hanno consentito la formazione specifica più consona a ciascuno”.Nel suo messaggio, mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, ha riconosciuto l’importanza del servizio reso dal Mpv alla comunità civile ed ecclesiale di cui la vita umana costituisce il valore essenziale, ha richiamato la cultura dello scarto che sacrifica i più deboli, a partire dai nascituri, e ha esortato i partecipanti: “non stancatevi di proclamare e testimoniare il Vangelo della vita”. “Andremo avanti con impegno ed en-tusiasmo – assicura Casini -. Oggi le aggressioni nei confronti della vita umana e della famiglia sono diventate sempre più frequenti, sofisticate e diffuse a livello internazionale. È noto che la pressione per diffondere in tutto il mondo la cultura abortista si avvale di organizzazioni inter-nazionali di primaria importanza con l’obiettivo di agire sul modo di pensare dei popoli modificandone i criteri del giudizio morale e giuridico. Talvolta si ha davvero la sensazione di un assedio invincibile, quello dello ‘scarto mondiale’ di cui parla papa Francesco nella ‘Fratelli tutti’”. Un attacco sottile al quale “il Mpv, insieme con la Federazione europea One of us, risponde con la forza della verità già espressa da scienziati, politici e giuristi: il concepito è uno di noi e riconoscerlo uguale in dignità ad ogni essere umano è la chiave della civiltà e del progresso ”, prosegue la presidente del Movimento. E “proprio alla Federazione – il cui IV Forum, appena concluso con le parole del presidente Jaime Maior Oreha, è stato particolarmente ricco – è stato affidato il compito difare appello alle don-ne, prime testimoni del valore della vita, affinché levino la propria voce a favore del diritto a nascere di tutti i figli concepiti. La difesa della vita nascente non può fare a meno del loro coraggio e della loro testimonian-za”.Intanto la Federazione One of us ha presentato un documento a so-stegno della sentenza con la quale lo scorso 22 ottobre la Corte Costitu-zionale polacca ha vietato l’aborto eugenetico definendolo incompatibile con la Costituzione e scatenando un’ondata di proteste nel Paese. L’agen-da del Mpv è dunque molto fitta: “Continueremo a potenziare il nostro lavoro culturale, educativo, politico e pubblico – conclude la presidente -. Dobbiamo investire su giovani, formazione e dimensione europea, anzi, internazionale”. Giovanna Pasqualin Traversa

  • 5domenica 22 novembre 2020

    nuova ScintillaCHIOGGIA

    EMERGENZA CORONAVIRUS SANITÀ PUBBLICA

    Il Veneto rimane ancora zona gialla, unica regione al Nord Zaia e il “test rapido fai da te”

    Fra restrizioni e speranza Più sicurezzaI

    l Veneto è l’unica regione del Nord a mantenere il colore giallo in un contesto

    tutto rosso. L’ indice Rt è piuttosto basso, ora attestato a 1,26, (dati 13/11/2020), che significa un rischio moderato di peggioramento della situazione. Oltre 53mila i tamponi fatti ogni giorno, un vero record (se si pensa che fino a marzo scorso se ne sono fatti solo 1/3). Primi segnali di un modesto rallentamento della seconda ondata di contagi. Le nuove infezioni, comunque, sono attualmente 3759 e portano il numero dei positivi da inizio pandemia a 100.876 con 2845 vittime totali . Attualmente i letti occupati in terapia intensiva sono 252 pari al 21% della disponibilità, (in Emilia sono al 41% e in Lombardia al 51), mentre sono 2094 i ricoverati in area non critica, che occupano il 29% dei posti disponibili (Bolzano è al 99!). Nell’aggiornamento dello stesso venerdì 13 il sindaco di Chioggia informa che: “ad oggi i positivi nel territorio clodiense sono 429. Sono 186 invece le persone attenzionate che sono state a stretto contatto con un positivo e 27 i cittadini attualmente ricoverati in terapia intensiva su un totale di 270 ricoveri presso l’Ulss 3. I decessi sono fermi a 36 persone”. Anche per questi dati, il sindaco Alessandro Ferro, lo stesso giorno, ha firmato un’ordinanza che ferma il tradizionale mercato settimanale del giovedì fino a nuove disposizioni. Ma soprattutto il provvedimento è conseguenza delle restrizioni imposte dall’Ordinanza del Presidente della giunta regionale n. 151 del 12 novembre 2020: ‘Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da virus COVID-19’ valida fino

    a domenica 22 novembre 2020. “Sembra molto difficile riuscire a rispettare il punto del provvedimento che riguarda i mercati all’aperto – spiega il Sindaco – la perimetrazione indicata nell’ordinanza firmata ieri dal presidente Luca Zaia, così come l’imposizione di un unico varco di accesso separato da quello di uscita, rendono di fatto l’organizzazione del tradizionale mercato settimanale impossibile per la nostra realtà con i suoi 207 operatori, senza creare problemi ai residenti e a chi deve attraversare il Corso per altri motivi. In primavera la Regione aveva limitato le categorie merceologiche dei banchi, cosa che ne aveva ridotto il numero e creato quindi lo spazio e la possibilità di creare le 12 isole. Da una prima valutazione con gli uffici, chiudere per il momento è l’unica soluzione possibile. Valuteremo altre ipotesi per le prossime settimane”. “Nessun problema invece per la pescheria al minuto e per il mercato del contadino, molto più piccolo, che si tiene il sabato mattina in Campo Cannoni a Sottomarina – aggiunge l’assessore al Commercio e alla Polizia Locale Genny Cavazzana nel comunicato n. 206/2020,– perché in questo caso risulta possibile rispettare le misure indicate nell’ordinanza regionale e utilizzare i piani della sicurezza redatti per la ripresa delle attività dopo il lockdown”. Da sottolineare che: la degenza ospedaliera è scesa dai 14/21 giorni a una settimana in quanto la macchina sanitaria (a domicilio, ospedaliera normale e intensiva) è oggi più efficiente

    rispetto alla passata primavera e le terapie sono più precise. Va detto che il covid 19 a primavera colpiva prevalentemente la fascia più debole, cioè quella degli over 75 con una mortalità altissima dovuta alla contemporanea presenza di più patologie. Oggi invece aggredisce maggiormente la fascia d’età tra i 45-54 anni, per il 34% nei maschi e nel 19% nelle femmine, con una mortalità più contenuta in entrambi i sessi . Non sono esenti, i giovani tra i 25-44 anni (5-3%) e in misura minore i ragazzi e gli stessi bambini/e. I focolai maggiori attualmente si sono visti nelle città e province di Padova e Treviso. Seguono, in proporzione al numero degli abitanti: Rovigo, Venezia, Belluno, Vicenza e Verona. Come insegnano Toscana e Campania che domenica 15 sono passate dalla classificazione area gialla direttamente a quella rossa, bastano poche variazioni dei dati statistici sopra citati per dovere cambiare colore. Restare gialli vuole dire un lockdown più blando, non dovere chiudere i confini della Regione e tra i gli stessi Comuni; permettere una mobilità maggiore tra la gente e non chiudere definitivamente negozi, attività professionali e artigianali, bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie, che oggi possono servire i clienti fino alle 18.00 e vendere per asporto fino alle 22.00. R. D.

    In questi ultimi giorni in Veneto c’è davvero un rallentamento del conta-gio, come sembra leggendo i grafici

    delle curve del Coronavirus? I dati che il governatore Luca Zaia ha fornito nella conferenza stampa di lunedì 16 novembre scorso paiono dire di si! Forse le limi-tazioni imposte in Veneto nelle ultime due settimane cominciano a dare i primi frutti! Nella conferenza stampa di lunedì, aggiungendo una seconda notizia buona, il Presidente, ha presentando il nuovo “test rapido fai da te”, affiancato dal dottor Roberto Rigoli. Il Coordi-natore delle 14 microbiologie venete e vicepresidente dei microbiologi italiani ha spiegato in diretta cos’è il test rapido fai- da- te e quale sarà la prossima sperimentazione prima che venga messo in commercio. “Quando andrà in porto, - ha aggiunto Luca Zaia,- sarà una rivoluzio-ne storica. Dopo essere stato precursore in Italia del test rapido antige-nico per l’individuazione del Covid-19 (ora largamente diffuso in tutta Italia), il Veneto lancia una nuova sfida: sperimentare, e accompagnare alla validazione dell’Istituto Superiore di Sanità, un nuovo, ‘rivoluzio-nario’, tampone, eseguibile in autosomministrazione, chiamato per semplicità “fai-da-te”. Su questo test di autodiagnosi il Veneto avvierà in tempi rapidissimi la sperimentazione per verificarne la effettiva validità scientifica. Al termine del percorso, qualora i risultati in paral-lelo con i tamponi molecolari ne dimostrassero l’efficacia, sarà quindi avanzata richiesta di validazione alle competenti autorità scientifiche nazionali. Tra molecolari e rapidi, dall’inizio dell’emergenza, ad oggi sono ben 352.000 i tamponi effettuati dall’Ulss 3 Serenissima nei cinque punti aperti a qualsiasi ora del giorno e della notte a Mestre, al Lido di Venezia, a Dolo, a Noale e a Chioggia (presso il Distretto socio sanitario). Ad essi si accede o con l’impegnativa del proprio medico o su invio da parte del SISP dell’Ulss 3 Serenissima. Per l’esecuzione di questa grande mole di tamponi non va sottaciuto il prezioso lavoro fatto a domicilio, nelle abitazioni private e nelle strutture di accoglien-za degli anziani, dai medici delle USCA e dalle Unità speciali a tutte quelle persone che, per le loro condizioni non possono spostarsi. Tra un mese, si spera, con una modesta spesa chiunque potrà decidere di affiancarsi volontariamente in Veneto nella lotta alla pandemia con il “fai-da-te” semplice da usare e soprattutto sicuro. R.D.

    Il dr Paolo Boscolo Chio e il suo nuovo incarico come primario a Piove di Sacco

    Congratulazioni e buon lavoro

    Il dr. Paolo Boscolo Chio (classe 1962),

    nativo di Chioggia, dove risiede in via Stella Maris, è il nuovo direttore del reparto di Geriatria dell’ospe-dale “Immacolata Concezione” di Piove di Sacco (Pd), Ulss 6 Eu-ganei. È laureato in medicina e chirurgia, con spe-cializzazioni in geriatria e gerontologia. Direttore dell’Unità operativa complessa di geriatria, è già stato responsabile dell’UOSD lungo degenza, sem-pre a Piove di Sacco: di cui conosce bene la realtà ospedaliera. Coordinatore del team di specialisti geriatri, che si occupano della stabilizzazione clini-ca e del monitoraggio dei pazienti fragili ricoverati, si occupa particolarmente, con la sua esperienza

    in materia, per consentire il rientro pro-tetto a casa dei pazienti, o di affidarli alle cure territoriali più appropriate. Al dr. Boscolo Chio le nostre congratulazioni per il suo prestigioso nuovo incarico, con l’augurio di un proficuo lavoro in favore delle persone anziane bisognose delle sue amorevoli cure.

    Rolando Ferrarese

    Ai tempi del Covid-19

    SguardiSguardi viciniSguardi lontaniSguardi che ti abbraccianoSguardi simpaticiSguardi irrispettosiSguardi quasi innocentiSguardi impossibiliSguardi invidiabiliSguardi che ti tolgono il respiroSguardi che riconosciSguardi dal di dentroSguardi presentiSguardi che ti accompagnanoSguardi accondiscendentiSguardi indagatoriSguardi che si incrocianoSguardi scontrosiSguardi flebiliSguardi languidiSguardi violentiSguardi affaccendatiSguardi dupliciSguardi compliciSguardi fantasiosiSguardi curiosi Sguardi al di fuori

    Sguardi assentiSguardi invidiosiSguardi addolcitiSguardi sornioniSguardi addormentabiliSguardi invisibili Sguardi infinitiSguardi sognantiSguardi spazialiSguardi all’avanguardiaSguardi al di là degli sguardiSguardi retroflessiSguardi civiliSguardi offesiSguardi innamorevoliSguardi all’insùSguardi oppostiSguardi opponibiliSguardi che vanno senza fermarsi

    … sguardi che cercano te

    Sguardi nello spazio tra masche-rina, naso coperto e fronte… circa 10 cm di libertà e di fantasia.

    (as)

  • 6domenica 22 novembre 2020

    nuova Scintilla CHIOGGIA

    NOTIZIE DALLA GIUNTA VIABILITÀ E ARREDO URBANO

    Approvato il nuovo regolamento per l’istituzione dei comitati di frazione Procede l’iter per il nuovo volto del Lungomare

    Attività chiare, ben definite RinnovamentoR

    iunitasi in modalità vi-deoconferenza la Giunta Comunale ha approvato

    nei giorni scorsi il nuovo “Re-golamento per l’istituzione dei Comitati di Frazione e le loro funzioni e attività”. Il provve-dimento giunge a seguito della deliberazione del Consiglio Co-munale n. 102 del 21.07.2020, con cui è stata approvata la “Mo-difica dello Statuto Comunale – Riconoscimento dei Comitati di Frazione”. Il nuovo regolamento, che do-vrà essere portato all’esame del consiglio comunale previo passaggio nell’apposita commis-sione comunale, è composto da quattro titoli e ventidue articoli. Il “Titolo I° contiene le disposi-zioni generali (art. 1), la deno-minazione e territorio (art. 2), le funzioni (art. 3) e le prerogative (art. 4). Il Titolo II° tratta degli organi (art. 5), dell’assemblea generale (art. 6), del suo fun-zionamento (art. 7), del consi-glio direttivo (art. 8), del suo funzionamento (art. 9), della decadenza dello stesso (art. 10), dell’election day (art. 11) e del Presidente (art. 12). Il Titolo III° riguarda il sistema elettorale: (art 13) l’elettorato attivo, (art. 14) l’elettorato passivo, ineleg-gibilità e incompatibilità, (art.li 14-15). All’articolo 16 si tratta delle votazioni e all’articolo 17 dell’insediamento. Nel Titolo IV° ci sono le disposizioni finali (art.li 18-22): concomitanza con ele-zioni previste da norme statali, la pubblicità, l’entrata in vigore, le norme transitorie e di rinvio. I comitati civici di frazione pre-visti sono quelli di: Sant’Anna di Chioggia; Ca’ Lino (compresa la località di Isolaverde); Valli (compresa la località Piovini); Cavanella d’Adige (compresa la località di Cavana) e Ca’ Bianca (compresa la località di Ca’ Pa-squa). Queste le funzioni dei comi-

    tati relativamente al proprio territorio di competenza: a) La collaborazione ed il confronto con gli Organi Istituzionali del Comune. b) L’analisi delle pro-blematiche e la redazione di pro-poste per il miglioramento delle condizioni di vita della Frazione. c) L’attività di informazione e di promozione dei processi di con-sultazione e di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, l’analisi delle problematiche e la redazione di proposte per il miglioramento delle condizioni di vita della frazione. d) La pro-mozione di iniziative di solida-rietà e di volontariato sociale in collegamento con le associazioni operanti sul territorio comuna-le. e) Le promozioni di iniziative e di manifestazioni finalizzate alla salvaguardia ed alla valo-rizzazione della cultura e delle tradizioni locali nonché le inizia-tive e manifestazioni finalizzate alla salvaguardia ed alla valoriz-zazione dell’ambiente. I Comitati coinvolti nell’elabora-zione delle politiche generali at-tinenti la gestione del territorio di rispettiva competenza trami-te l’assessorato di riferimento, oltre ad essere informati sull’at-tività del Consiglio Comunale possono essere invitati ai lavori delle Commissioni Consiliari, in veste consultiva di ‘esperti’. “L’Amministrazione Comunale ha voluto riconoscere e dare un regolamento ai Comitati

    di Frazione – spiega il sindaco Alessandro Ferro – un passaggio formale che ha richiesto tempo, compresa la modifica dello Sta-tuto Comunale, ma necessario e richiesto dagli stessi cittadini con cui, di fatto, abbiamo già collaborato in questi anni. Mi congratulo ancora una volta con questi cittadini volenterosi, che, con grande senso civico e senso di partecipazione alla propria comunità, si mettono a disposi-zione del proprio territorio, per svolgere un ruolo propositivo e consultivo. Uno stimolo con-tinuo per noi amministratori, con cui è importante avere un contatto continuo per raccoglie-re segnalazioni e proposte: dalla sicurezza alla viabilità, dai rifiu-ti, ai parcheggi, dalle aree verdi, alle manifestazioni culturali, dai servizi sociali ed assistenziali, alla scuola”. Il presidente del Consiglio co-munale Endri Bullo ha aggiun-to: “Con gioia abbiamo assolto quanto promesso sin dall’inse-diamento di questa Amministra-zione. Abbiamo, infatti, sempre detto che il riconoscimento delle Frazioni è doveroso sia per i cittadini che vivono peculiarità differenti di chi abita in centro città, che per l’Amministrazio-ne, che deve avere una precisa e puntuale situazione delle esi-genze di tutti”.

    R.D.(Foto: Ca’ Bianca)

    Ultimi step burocratici per il nuovo Lungomare. La giunta ha affidato l’incarico del progetto definitivo e esecutivo all’archi-tetto Mauro Zamengo, già autore del progetto preliminare, di

    cui si è concluso il periodo di raccolta delle osservazioni. Un incarico da 73.000 euro per il professionista noalese che poi si occuperà an-che del coordinamento della sicurezza. Il progetto è stato presentato alla città nello scorso luglio lasciando poi i 60 giorni di tempo neces-sari per raccogliere suggerimenti e correzioni da parte di privati e categorie. Tra le linee portanti del nuovo Lungomare: i due boulevard di acces-so al mare, nuovi parcheggi, aree relax e piste ciclabili. La pianifica-zione del Lungomare è stata agganciata a quella dell’area ex Reduci di cui il Comune ha acquisito i terreni dal Demanio a settembre 2017

    con un impegno per la valorizzazione entro tre anni. Il Lungomare, di 3.1 chilometri, sarà riqualificato in tre stralci (zona centrale, zona a nord, zona a sud) lasciando inalterato il sedime attuale. «L’obiettivo è portare la terra verso il mare», spiegava alla presenta-zione del progetto l’assessore all’Urbanistica, Alessandra Penzo, «Per questo saranno rinnovati nei materiali e nelle fisionomie gli accessi al mare creando anche due boulevard per accompagnare il flusso tu-ristico fino alla riva. Il sedime rimarrà lo stesso, ma sposteremo la viabilità verso ovest creando una nuova ciclabile, aree per la sosta bici nello spartitraffico e delle zone a verde in cui potersi sedere con le piante tipiche delle tradizione orticola di Sottomarina. Non mancherà però qualche toc-co esotico con 513 palme». L’area ex Reduci, divisa in cinque schede attuative, sarà destinata allo sviluppo commerciale, con nuove edificazioni (a un piano nelle parti laterali con possibilità di terrazza vista mare, e a due piani nella parte centrale con possibilità di aprire uffici) e corti per l’aggregazio-ne; allo sviluppo dei parcheggi (ne sono previsti 1.500 soprattutto in modalità interrata) e al divertimento cercando di allungare la clas-sica passeggiata serata verso la zona sud solitamente meno battuta. Il progetto ha previsto anche una nuova illuminazione, dall’alto e a raso, la filodiffusione della musica, il Wi-Fi pubblico e la videosorve-glianza estesa.

    Elisabetta Boscolo Anzoletti

    CAVANELLA D’ADIGE. Poste ancora chiuse

    Servizio necessario

    Il presidio per la riapertura dell’ufficio postale di Cava-nella d’Adige tenutosi sabato

    14 novembre è stato positivo e partecipato. L’ufficio è chiuso or-mai dal 31.12.19 e ne viene ogni mese procrastinata la riapertura mediante l’affissione di un foglio che ne dichiara la temporanea chiusura per inagibilità. Date le mancate risposte da parte

    dell’Amministrazione e da parte di Poste Italiane, anche di fronte a un inverno che potrebbe essere particolarmente impegnativo per le persone anziane che de-vono spostarsi per usufruire del servizio postale, la popolazione è decisa a continuare ad andare in piazza per chiedere la riaper-tura di un servizio importante per la frazione e non solo.

  • 7domenica 22 novembre 2020

    nuova ScintillaCHIOGGIA

    In occasione della “Giornata Mondiale dei Diritti dei bambini e degli adolescenti” che ricorre il 20 novembre, la Cooperativa “Titoli Minori” celebra l’importante appuntamento attraverso 8 eventi online gratuiti, rivolti a bambini, ragazzi, genitori ed insegnanti per promuovere e mettere al centro i diritti dei più piccoli. Gli 8 appuntamenti (prima e dopo la data centrale del 20), tutti online, sono su prenotazione; sono rivolti alla comunità e sono creati in rete con diverse realtà e professionisti con i quali la Cooperativa collabora. Per prendere parte a uno o più eventi basta telefonare o mandare una mail ai contatti indicati ad ogni evento: si viene registrati e prima della diretta viene inviato il link per accedere.

    Lunedì 16 novembre, ore 16.30Favole in libreriaLettura animata per bambini, in collaborazione con Il Mignolino in Natura e libreria Giunti al Punto di Chioggia conduce Eva DolfinPrenotazioni: [email protected] / 3469508937

    Martedì 17 novembre, ore 17.30D(i)ritti a TeatroLezione aperta di gioco-teatro, in collaborazione con Bussolà Teatro e Farmacia ZooèPrenotazioni: [email protected] / 3516965679

    Mercoledì 18 novembre, ore 17La grande caccia ai diritti!Caccia al tesoro per ragazzi, in collaborazione con Centro Diurno per Minori di Chioggia e progetto S-Carpe DiemPrenotazioni: [email protected] / 3469508703

    Venerdì 20 novembre, ore 17.30Vicini nella distanza!Webinar per insegnanti: il benessere scolastico in tempi di Covid-19, in collaborazione con Centro Lab28 – conduce la dott.ssa Cristina PescePrenotazioni: [email protected] / 3456054756

    Sabato 21 novembre, ore 15Mimosa, la zebra paurosa!Lettura animata e laboratorio per bambini, in collaborazione con cooperativa Peter Pan e progetto #sPOSTati – conduce la dott.ssa Marta Guolo

    Prenotazioni: [email protected] / 3939157206

    Lunedì 23 novembre, ore 16.30Costruiamo i dirittiLaboratorio creativo per bambini a cura di Titoli Minori – conduce Veronica FinottiPrenotazioni: [email protected] / 3405850738

    Martedì 24 novembre ore 17,30Sentimenti ed emozioni nell’adolescenteTavola rotonda virtuale su dipendenze e comportamenti a rischio, in collaborazione con dott. Ermanno Margutti (resp. Serd ULSS 3 Serenissima) e dott.ssa Valentina Pavani (resp. Serd ULSS 5 Polesana) – modera: Massimo MantoanPrenotazioni: [email protected] / 3423657015Mercoledì 25 novembre ore 18Aiutami a crescere!Webinar con consigli utili per bimbi sereni in tempi di Covid-19, in collaborazione con cooperativa Goccia e progetto #sPOSTati – conduce: dott.ssa Martina BoscoloPrenotazioni: [email protected] / 3273254840.

    A seguito della richiesta del Centro Servizi Anziani “F.F. Casson” di potenziare la residenzialità, al primo piano dell’ala ovest della residenza “Il Boschetto” la giunta comunale, riunitasi in modalità telematica, ha approvato lunedì 16 novembre scorso la delibera che modifica

    parte dell’articolo 4 della Convezione (approvata con deliberazione giuntale n. 432/2004 e sottoscritta in data 04/04/2005). Nello specifico si autorizza la realizzazione al primo piano dell’ala ovest della residenza ‘Il Boschetto’ di “24 nuovi posti letto per anziani non autosufficienti, mentre 7 posti rimarranno destinati per alloggi protetti (integrabili da altri 7, la cui collocazione sarà a cura del C.S.A. Casson presso altre strutture gestite dall’Ipab, fino a garantire un totale di 14 posti)”. “Abbiamo subito fatto nostra la richiesta della casa di riposo di potenziare la residenzialità per gli anziani

    non autosufficienti – spiega il sindaco Alessandro Ferro, – per andare incontro alle tante richieste dei cittadini e delle famiglie, che molto spesso, per le lunghe liste d’attesa, sono costrette a rivolgersi in strutture

    al di fuori del territorio comunale”. “Ringrazio l’Amministrazione Comunale per questo provvedimento, essenziale in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, – aggiunge il presidente Centro Servizi Anziani “F.F. Casson” Andrea Giovanni Zennaro. – Oltre al piano terra, potremo dedicare nuovi spazi idonei al primo piano, con 24 nuovi posti letto, come previsto dalle azioni di potenziamento ‘Area Anziani del Piano di Zona’ dei servizi sociali e socio-sanitari dell’Aulss 3. Posti letto aggiuntivi, che ci aiuteranno a garantire i servizi della casa di riposo stessa”. R.D.

    CENTRO SERVIZI ANZIANI “F. F. CASSON”

    Aumentano i posti disponibili

    COOPERATIVA SOCIALE “TITOLI MINORI”

    GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI

    Otto eventi online

  • 8domenica 22 novembre 2020

    nuova Scintilla CHIOGGIA

    Per i due “nostri” pitttori Manola De Gobbi e Maurizio Fantoni

    Riconoscimenti artistici

    Manola De Gobbi Fantoni nota pittrice naif nata a Chioggia ma residente da anni nel veronese ed il marito Maurizio Fantoni artista e grande incisore, hanno ricevuto nel tempo numerosi riconoscimenti al loro percorso artistico. Due

    carriere punteggiate da soddisfazioni che, di momento in momento, hanno arricchito il loro curriculum. Ultima attestazione del loro valore è, per entrambi, la selezione per l'Expo Virtual de Grabado al Museo de Arte Mercedes a Buenos Aires in Argentina (una esposizione internazionale dove sono presentate 300 opere di artisti di diversi paesi del mondo). Manola inoltre ha ricevuto l'invito del Maestro Beto Nascimento (incisore brasiliano) a partecipare alla Mostra International Graphic Show che si terrà a Kirov in Russia nel gennaio 2021, l'artista sarà l'unica italiana presente.

    Nella TalaminiNelle foto: - a sinistra linoleumgrafia di De Gobbi “Il nibbio e le colombe”- a destra punta secca acquatinta di Fantoni “Dalla soffitta di Jole”

    ‘El bragòso sènsa dèbiti‘El bragòsso zò i a daoTuta la cale i ‘vèva imbandieraocai impeturai, fiòchi da tarsariòl intorziòlai,tapèi e strasse spalesae, gèra pareciae.

    In te la riva, purassè confusioni fiòi l ‘veva insenao;tuti, veci e nièvi, i saveva là radunao.

    Paron Sirocheta, co’ la soa pipa impissà,la niòra tuta quanta incincinà, perfinla vècia de retirato e patachèoco sò fantolin, a le còtole tacao, i à buo da invitar.

    Ne la burcèla tuti, aromai, gèrimu montai,e, tra un’ònda e ‘na s-ciantaissa,scassegandola, de qua e de là,da l’altra parte sèmo rivà.

    ‘El vècio de la ciurma intanto lumèvo,che da slònzi e squèro elo ocèva,come a fusse stao èl so’ fantolin pì belo.

    Co la spònda amo tocaoèl Gentile Nesso se fa avànti,èl paron de’ cantièro zè èlo,co anca èl scorariòlo de sto veliero.

    “Oh! Còme zèla compare…Vu, avè visto chez è rivao la zornà…su, su… disème ghè fa culio,ghe ne zè pi’ da pètole e tacògi!!!...”

    Metève èl cuore in pase, aromai i pugrifi neri i zè tuti pagai,i dolòri pi’ grosi zè passai…

    Vegni, Vegni, ghe sussure el pròto al culio,femose un girèto,tenimose a brassèto, pé megio vagolare.

    Dòpo el batiso del mare,cofà de consueto, gèra fare, sòni e canti i parenti i a insenao…intanto el paron, coi òci in gròlia, a pepolon,a se la vardao.

    Gèra tuto sisteamao:el gran pavèse de mile colòri,vèle grande a menue a sventolare,ghe gèra là anche i tartariòi.

    Co’ anche la giardinièra,purassè l’ime de cao, pe sti busi pasài,la stiòra, el parabòrdo e le manichèlecol màncoli in te le vele, e i vardalai d’armiso…la rebòla del timon, perfin,gèra tuta de lustro fin.

    A savèva nel chimènti,ancora de pègola e calafà:“ti pari bòn me fio, apena maridà,a gàveva sussurà”.

    E… girando de qua e de là,da pupa a pròa,davanti ‘al corbolòto a savèva fermà.

    Do’ ansoli impeturai i gèra là ben sistemai:la Passiènsa co’ la Speransa…do testimòni che, al so’ cuore,coràgio ghe infondeva.

    Anca se èl mare, elo strolichèva,calche volta a se revòlta,davanti ghe zè lori Doche protege stò pòvero paròn.

    Bonivento Cristiano

    * INVESTITA MENTRE PRESTAVA SOCCORSO. Disavventura la scorsa settimana per una 69enne che stava soccorrendo insieme ad altri un motociclista caduto in viale Stazione: un'auto sopraggiunta l'ha investita facendola finire a terra. A sua volta soccorsa e portata in ospedale, la Tac fortunatamente non le ha riscontrato traumi gravi.* CARENZA DI PERSONALE. Per espletare le numerose pratiche relative alla questione delle case sul Lusenzo è rimasto in comune un solo esperto nell'ambito demaniale: perciò sembra necessario per il Comune fare ricorso ad aiuti esterni contattando studi privati in modo da evadere tutte le richieste nei tempi più brevi possibili.* REGOLAMENTO EDILIZIO. Tempi lunghi per il Regolamento edilizio. Almeno questa l'impressione, dato che doveva essere approvato entro il mese di settembre ma non c'è ancora una data sul voto; anche se l'obiettivo è di ridurre i tempi necessari a livello burocratico in modo da snellire le pratiche.* ATTI VANDALICI. Mentre c'è chi si dà da fare per tutelare e promuovere l'utilizzo dei parchi, si ripetono atti vandalici, ad esempio contro i bagni del parco di viale Umbria a Sottomarina. Un richiamo al rispetto delle cose pubbliche è sempre più necessario; oltre alla videosorveglianza.* DELIBERE DI GIUNTA. Nelle sue ultime delibere la giunta di Chioggia ha stabilito lo stanziamento di contributi all'associazionismo sportivo per l'esercizio 2020 e ha varato anche interventi di somma urgenza di manutenzione del verde pubblico in seguito al maltempo del 15/10. Un'altra delibera riguarda l'integrazione alla convenzione di concessione dei locali ex-Croce Rossa all'UILDM per attività riabilitative; è stata anche approvata la graduatoria per la prima assegnazione di 15 posti nell'autorimessa comunale Marco Polo.* POLIZIA LOCALE. Posto di vicecomandante vacante alla Polizia locale di Chioggia dopo il trasferimento di Francesca Telloli: dovrebbe arrivare da Concordia Sagittaria o meglio dalle graduatorie del concorso tenuto in quella città. Mancano però anche agenti istruttori: bando entro il 27/11.* PARCHEGGIO ALL’ISOLA DELL’UNIONE. Dunque il parcheggio "scambiatore" sopraelevato all'Isola dell'Unione si farà, anzi si sta già facendo perché le macchine per piantare i piloni sono già entrate in funzione. Nella seduta di martedì della scorsa settimana in Consiglio comunale si era preso atto che non era più possibile fermarlo. Ora emergono anche delle varianti: spostamento della rampa all'esterno per lasciare spazio a qualche altro posto auto e realizzazione dei servizi igienici prima non previsti. Aumenterà dunque anche il costo.

    * FERROVIA. Ancora cancellazioni di corse e autobus sostitutivi sulla linea Chioggia-Rovigo. Compare però qualche nuovo treno, molto più comodo e moderno (con lo stemma della Regione), secondo il piano annunciato dall'assessore regionale Berti. Si spera migliori anche il servizio.* COVID E PESCA. Le restrizioni causa Covid mettono evidentemente in difficoltà anche la pesca: ne risentono il Mercato Ittico (con riduzione delle uscite in mare per evitare il crollo dei prezzi) e i pescivendoli della Pescheria al minuto in centro, dove 17 banchi su 52 restano chiusi. Intanto si apprende che dalla lista delle attività alle quali destinare i fondi dei "Ristori bis" è stata eliminata la pesca che in un primo tempo pareva rientrarvi: preoccupazione e sconforto nel settore. Alleanza Cooperative Pesca teme sia prossimo anche il blocco totale dei mercati.* RISARCIMENTI ACQUA ALTA. In merito ai risarcimenti per l'acqua alta del novembre 2019 (un anno fa!), il sindaco di Chioggia, anche in risposta ad alcuni rilievi polemici, ribadisce di avere già scritto ben tre lettere di sollecito al governatore Zaia senza aver mai ricevuto risposta. -Zaia ha elencato tutti suoi interventi e solleciti a Roma (M5S-Pd) che non risponde. Il sindaco: "Andiamo insieme a Roma per sbloccare".* NIENTE MERCATO. Il sindaco, in seguito all'ordinanza di Zaia, ha vietato il mercato di giovedì 19 novembre, non essendo possibile garantire le condizioni richieste. Restano attivi la "pescheria al minuto "a Chioggia e il "mercato del contadino" a Sottomarina.* PONTE FOSSETTA. Da un sopralluogo sul ponte piccolo della Fossetta con l'assessore ai LL.PP. Penzo, l'arch. Norbiato della Soprintendenza di Venezia ha proposto di smontarlo e rimontarlo per il suo valore territoriale, anziché abbatterlo e ricostruirlo. Ma così i tempi si allungano...* MERCATO ITTICO E …BORSA.- Il Mercato Ittico di Chioggia come una specie di Borsa di contrattazione con l'ingresso in sala aste di monitor e schermi vari su cui compariranno in tempo reale i prezzi dei vari prodotti e le piazze di riferimento in Italia all'estero: progetto da 85.000€.* SOLIDARIETA’ CON I PESCATORI PRIGIONIERI. Significativa ed eloquente

    manifestazione sabato 14 novembre sul ponte di Vigo a Chioggia, proprio davanti alla Guardia Costiera, per chiedere insistentemente la liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo ancora tenuti prigionieri in Libia da oltre due mesi: un appello al governo. Al flash mob hanno partecipato in particolare i di "Fratelli d'Italia" coordinati dal segretario Penzo e da Nicola Pecchie.* SCUOLABUS. Per i problemi insorti nel servizio scuolabus alle medie di Valli, l'Ufficio Istruzione del Comune, come si era impegnato a fare in tempi brevi, ha trovato una soluzione accordandosi con la ditta che assicura il servizio che aveva visto lievitare i costi per sdoppiamento di orari.* FURTO AL CLODI’. Incursioni di ladri nella notte tra venerdì e sabato scorsi al Clodì (Brondolo-Chioggia): forzato l'ingresso, hanno preso di mira il reparto di telefonia ed elettronica arraffando però anche scatole vuote ed altro materiale di poco valore; più che altro, danni alle strutture.* FORTE SAN FELICE. L'emergenza Covid ha bloccato anche l'iter per la variante urbanistica finalizzata alla valorizzazione dell'area del Forte San Felice promossa dall'apposito Comitato e sostenuta dall'amministrazione. L'assessore assicura che l'intenzione è di recuperare il tempo perduto.* CROCE ROSSA. I volontari della Croce Rossa italiana di Chioggia, anche in questa ondata, il venerdì, sabato e domenica consegnano a domicilio spesa e farmaci agli anziani, immunodepressi e persone in quarantena che lo chiedono: tel. 041 5544118. E. B.

    MOSTRA IN ARGENTINA POETI NOSTRI

    BREVI DA CHIOGGIA

  • 9domenica 22 novembre 2020

    nuova ScintillaVITA DIOCESANA

    SOTTOMARINA CARITAS DIOCESANA

    In un clima inusuale, vista la situazione pandemica che il mondo sta vivendo, l’unità pastorale di San Martino e della B. Vergine di Lourdes, l’11 novembre scorso si è stretta attorno all’altare insieme al vescovo Adriano per onorare il Santo Patrono Martino, vescovo di Tours. Per l’occasione festosa, il vescovo ha nominato parroco don Michele Mariotto, già amministratore delle comunità dallo scorso marzo.Durante la messa vespertina, il vescovo Adriano insieme ai sacerdoti concelebranti e al diacono, appartenenti alla vicaria di Sottomarina, ha onorato la figura di Martino narrandone la virtù e l’esempio da imitare, e nel presentare il nuovo parroco, il vescovo ha chiesto a don Michele di essere guida e perno dell’intera Comunità pastorale, perché il cammino di unità, già iniziato, sia sempre più forte e radicato alla sequela di Cristo.Nel prendere la parola il nuovo parroco ha salutato tutti i preseti, ringraziando fin da subito il vescovo per aver posto fiducia nella sua persona impegnandosi a continuare a

    servire questa grande comunità. Ha poi rivolto un pensiero a don Pierangelo, suo predecessore salito al Cielo, che vive nei nostri cuori e in quanti l’hanno conosciuto e apprezzato.Dopo la presentazione, il gruppo giovani ha omaggiato il nuovo parroco con uno striscione di benvenuto, con la scritta: “Farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele, che agirà secondo i desideri del mio cuore (1 Sam 2, 35).Al termine della celebrazione il vescovo ha ringraziato anche padre Cesare per il suo servizio

    e la sua presenza nell’Unità pastorale, invitando tutti a camminare insieme. Anche l’Amministrazione comunale ha voluto essere presente nella persona del presidente del consiglio Endri Bullo, il quale

    prendendo la parola ha voluto ringraziare i parroci per il loro servizio alla comunità cristiana e alla comunità civile che necessita costantemente di aiuto e vicinanza. Anche la Contrada di San Martino, del Palio della Marciliana, era presente con il suo gonfalone indossando i tipici abiti medievali.Una bella celebrazione, ben partecipata ed emozionante. L’augurio a don Michele per il suo ministero in mezzo a noi, e la nostra promessa è quella di camminare insieme con tutte le forze, sotto la protezione della Vergine Maria e di San Martino, che ci orientano a camminare alla scuola di Cristo.

    Federico Boscolo

    Il periodo che stiamo vivendo, contraddistinto dall’emergenza sanitaria in atto, non permette di celebrare adeguatamente l’importante e significativo momento di sensibilizzazione, giunto oramai al quarto anno dalla sua istituzione da parte di Papa Francesco, la “Giornata mondiale dei poveri”. Tuttavia, accanto all’invito a tutte le comunità parrocchiali a proseguire e ad intensificare eventuali interventi a favore dei più poveri, la Caritas diocesana di Chioggia intende promuovere, assieme alla Comunità Missionaria di Villaregia, una tavola rotonda sui canali internet. Detta tavola rotonda, dal titolo “Tendi la mano al povero – Pandemia e poveri: la Chiesa è interpellata”, si terrà il prossimo giovedì 26 novembre alle ore 18. L’intento è di fornire uno sguardo sulla situazione attuale a livello locale, italiano e mondiale circa l’aumento di divario tra i più ricchi e i più poveri - causato anche dalla pandemia di Covid-19 -, per poi delineare prospettive di intervento in tal senso da parte della comunità dei credenti. I canali e le modalità di partecipazione saranno resi noti quanto prima.

    Benvenuto, don Michele! Pandemia e poveriUnità pastorale San Martino - Beata Vergine di Lourdes Tavola rotonda, giovedì 26 novembre, online

    Ca’ Venier. Riandando all’accoglienza del nuovo parroco

    Il benvenuto a don Stefano

    Ospitiamo volentieri una nota che i parroc-chiani di Ca’ Venier ci hanno inviato in merito all’entrata in parrocchia del nuovo parroco. Noi chiariamo solo per dire che la notizia è stata pubblicata su Nuova Scintilla Facebook in quanto in quel periodo (15 agosto), il giornale era in ferie. Comunque ci scusiamo con i nostri lettori per la omissione non voluta; fu pubblicata comunque poi l’accoglienza a Ca’ Zuliani.Ci scrive Giuliano Mancin: “Dopo Boccasette e Pila è toccato a Ca’ Venier accogliere nella sua maestosa chiesa del patrono S. Nicola, il nuovo parroco dell’Unità pastorale dell’Isola omonima, don Stefano Doria in occasione della Madonna Assunta che per Ca’ Venier avrebbe significato la sagra del paese. Ma anche in quest’occasione il coronavirus ha vinto impedendo i festeggiamenti. Una chiesa gremita di fedeli, in sicurezza, che ha parte-cipato con gioia e calore alla presentazione di don Stefano. Lo ha detto il vescovo Adriano: “Accogliamo a braccia aperte il nuovo parroco e gli affido la comunità isolana e insieme con umiltà e amore in un rapporto costruttivo con i fedeli”. Don Stefano: “Vi saluto con affetto e vi esprimo la mia gratitudine nel poter vi-vere con voi, per la prima volta a Ca’ Venier, la solennità dell’Assunta. Il Signore, nella sua grande misericordia e nel suo disegno di amo-re provvidente, ci accompagna sempre nel nostro cammino e non ci lascia mai soli: ci tende sempre la sua mano e vuole tenerci stretti a lui con legami di bontà e vincoli di amore”. Per la comunità ha portato il saluto dei parrocchiani Giuliano Mancin che dirige anche il coro locale: “Qui non sarà facile

    dare vita a grandi iniziative, ma come diceva Madre Teresa di Calcutta, “non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore”. Il sindaco Pizzoli ha portato quindi il salu-to dell’Amministrazione comunale portotollese.

    N.S.

    Unità pastorale Donada-Taglio di Po-Fornaci

    Scendi Santo Spirito

    Grande festa per l’Unità pastorale Do-nada, Taglio di Donada, For-naci. Per l con-ferimento delle cresime in 2 giorni distinti. Dopo i giorni del lockdown. Sabato 3 ottobre ha impartito il sacramento il Vescovo di Chioggia mons. Adriano Tessarollo ad 8 cresimandi: Marangon Maddalena, Gioia Ciccarelli, Lorenzo Bonanno, Giacomo Soncin, Filippo Moregola, Gioia Beltrame e Asia Bonivento e Marco Leone. Lo stesso Sacramen-to è stato celebrato domenica 4 ottobre alle ore 11 dal Vicario generale

    mons. Francesco Zenna attraverso l’imposizione delle mani sul capo assieme al parroco don Stefano Donà gesto arricchito da altri riti colle-gati. Eccoli: Gioia Panfilio, Vittoria Vettorello, Mat-teo Pasqualin, Nicole Finotto, Lodovico Milan, Aleksei Fongher, Tommaso Buset-

    to. Tutti accompagnate dalla loro catechista suor Consolata mentre all’organo rendeva ancor più piacevole la musica il m° Mattia Tessarin. L’invito omiletico del Vescovo ha sottolineato come nella parabola del-la “Vigna” (la nostra vita) Dio ci invita a lavorarla con le nostre virtù e buone opere per ricambiare le Sue “attenzioni” nei nostri confronti a cominciare dalla vita, dai talenti, dalla Fede. Il Vicario generale a sua volta ha messo in risalto la festività in onore del patrono d’Italia san Francesco che non possedeva “beni materiali” ma ringraziava Dio per aver dei “fratelli” e non solo le persone ma anche l’ambiente, gli animali e pure “sorella morte” che ci apre le porte del Paradiso. E tutto sovrastato dai flash dei fotografi e gli applausi dei genitori, parenti e quanti avevano assistito al rito liturgico.

    Francesco Ferro

  • 10domenica 22 novembre 2020

    nuova Scintilla VITA DIOCESANA

    Prendi parte alla gioiadel tuo padrone

    Quest’ultima fase dell’anno liturgico ci fa puntare il naso all’insù, non certo per distrarci da quello che viviamo quaggiù ma piuttosto per darci la giusta prospettiva e sostenere

    le motivazioni del nostro “affannarci”. La parabola dei talenti di domenica scorsa ci incoraggiava a vivere la vita come un’opportunità, vigilanti e laboriosi per non disperdere ciò che ci è stato donato. Questa domenica celebriamo la Regalità di Cristo che ci giudicherà sulla regola della Misericordia. La Parola di Dio continuerà poi a tenerci sul tema dell’attesa per tutto il tempo di Avvento fino a celebrare la gioia intima di poter “toccare” la certezza che siamo stati benedetti da Dio. Non è una scelta da poco allora guardare all’insù in questo periodo in cui ancora siamo tentati di lasciarci andare alla sfiducia e lasciarci prendere dalla paura. Dopo un’estate che ci aveva quasi fatto dimenticare la surreale esperienza di una pandemia che non eravamo preparati ad affrontare o che non avevamo mai valutato, come ipotesi, potesse colpire e segnare così violentemente la nostra esistenza, abbiamo ricominciato un po’ tutto quasi come lo vivevamo prima. La speranza di potercela cavare con una scrollata di spalle e via ci ha fatto perdere anche la memoria di ciò che era stato. Così si spiegano le proteste per le nuove restrizioni come se fosse riapparso un fantasma che vogliamo scacciare.Come comunità cristiane dobbiamo chiederci cosa desideriamo dire con la nostra presenza: come tutti non possiamo esimerci dal vivere questo tempo ma abbiamo il dovere di dare voce e corpo alla speranza. Non possiamo saltare a piè pari questa prova anche perché il volto delle nostre parrocchie è già cambiato. La prova ha svelato ulteriori fragilità, ha smascherato le simulazioni di molti, ma ha messo a fuoco che dobbiamo puntare a restituire alle famiglie il ruolo di educare alla fede e che la dimensione liturgica dell’esperienza cristiana deve essere ricollegata alla vita. L’orientamento della Chiesa in Italia, e lo possiamo dire per certo nel Triveneto, ha sviluppato molto il senso dell’ascolto con l’intento di rileggere l’accaduto e di individuare le piste di lavoro pastorale realisticamente e necessariamente percorribili. Questo tempo di riflessione non è ancora finito ma nel frattempo si cerca di ripartire, riadattandosi ad una situazione sempre in evoluzione. L’annuncio e la catechesi puntano all’essenziale nella proposta, nei tempi, nelle modalità. Si cercano le strade per fare breccia nelle famiglie e responsabilizzare adulti e genitori. Le proposte passano attraverso canali e strumenti prima impensati e lo sforzo di progettare percorsi educativi su più livelli deve essere implementato e sostenuto. Ma oltre a tutto questo nuovo fermento rimane la liturgia e la cadenza dell’anno liturgico come percorso spirituale ed esistenziale. Forse questo tempo ci sta indicando nuovamente la strada mistagogica segnata dall’anno liturgico affinché il mistero di Cristo illumini una quotidianità che rischia di essere ingrigita dalle ombre della paura. Se ad oggi ancora ci sembra di combattere contro una minaccia più grande di noi forse è il caso di lasciarci alzare lo sguardo e lasciarci accompagnare da Lui che non manca di convocarci alla sua festa.

    don Simone Zocca

    SGUARDO PASTORALE NOVEMBRE, MESE DEDICATO AI DEFUNTI

    Nel corrente mese di Novembre si prega, particolarmente, per

    tutti i fedeli defunti (vedi foto). Nella tradizione biblico-cristiana, il culto dei morti è andato modificandosi man mano che andava crescendo la rivelazione-comprensione del senso della vita dell’uomo, del suo destino in relazione a Dio, rivelazione che ha raggiunto la sua pienezza nell’insegnamento e nell’esperienza di Gesù di Nazareth, specie nell’evento della sua risurrezione. Il Catechismo di san Pio X afferma che i Santi ricevono le nostre preghiere, i defunti i nostri suffragi e tutti ci ricambiano con la loro intercessione presso Dio (n. 123). Ogni volta che noi ci raccomandiamo alle preghiere di qualcuno o gli assicuriamo le nostre, affermiamo una grande verità di fede: quella della

    Comunione dei santi. I beni soprannaturali nostri si possono comunicare agli altri, come i beni di Dio sono comunicati a noi. Per questo è importante assicurarci anche la protezione e l’aiuto delle anime del Purgatorio. Esse ce ne sono grate e le loro incessanti preghiere ci procurano benefici immensi, tanto per la vita spirituale che per quella corporale. Dobbiamo pregare non solo per coloro che ci sono stati cari e vicini, ma anche per coloro da cui siamo stati incompresi o avversati, perché, se sono morti in grazia di Dio, oggi loro vivono nella carità divina. Leone XIII nell’enciclica “Mirae Caritatis” del 28 maggio 1902 scrive: “La Comunione dei Santi non è altro che la vicendevole comunicazione di aiuto di espiazione, di preghiere e di opere buone, tra i fedeli che godono nella patria celeste,

    quelli che si trovano nelle fiamme dell’espiazione e quelli che ancora pellegrinano sulla terra: tutti costoro formano un’unica città, il cui capo è Cristo, la cui forma è la carità”. Non ci resta che augurarci di essere pienamente immersi nella Comunione dei santi. G. A.

    Nella Comunione dei santi

    COMPRENDERE LA BIBBIA - 26 / Luoghi sacri. III

    Il culto dei morti: segno della credenza nella risurrezione

    La Sinagoga

    La sinagoga era, ed è ancora oggi, luogo di riunione per la preghiera, la lettura e

    l’insegnamento della Legge. La sinagoga sorse durante l’esilio babilonese come surrogato del servizio del Tempio e pare sia stata introdotta in Palestina da Esdra. Al tempo di Gesù ogni villaggio aveva la sua sinagoga. Non c’era nessuna persona inca-ricata di guidare il culto vero e proprio: la lettura della Bibbia, la predicazione e la preghiera, erano svolti a rotazione dai membri della comunità. E’ per questo mo-tivo che Gesù e l’apostolo Paolo hanno potuto parlare in varie sinagoghe. C’erano però alcune persone responsabili del buon funzionamento della sinagoga: l’arcisinagogo (cfr. At 18,17), il ministro (Lc 4,20) - una specie di sagrestano cui spettava il compi-to di mettere ordine e convocare le riunioni al suono dello Shofar -,

    gli addetti a raccogliere le elemosine e i catechisti.Sul lato della sinagoga in direzio-ne di Gerusalemme in un arma-dio addossato al muro, chiamato Aron ha-Qodesh (= arca santa), erano custoditi i rotoli delle Scrit-ture avvolti in stoffe preziose; da-vanti all’arca era continuamente accesa una lampada a olio simbo-lo di Dio “luce eterna”; al centro un ambone per il lettore. Durante la liturgia sinagogale il rotolo della Toráh veniva tolto dall’arca, presentato alla devozione dell’as-semblea e deposto sull’ambone per la lettura. Era vietato toccare il rotolo della Toráh perciò, per la lettura, si usava una specie di matita a forma di mano (Jad). Tutt’intorno alle pareti della sinagoga erano posti gli scanni dove prendevano posto i fedeli (maschi). Le donne prendevano posto nel matroneo e avevano un ruolo puramente passivo.

    Le riunioni in sinago-ga avvenivano rego-larmente nei giorni festivi (sabati e feste) e comprendevano le seguenti pratiche: a) La recita della grande confessione di fede, chiamata Shemáh costituita da tre testi dell’AT (Dt 6,4-9: il comandamento dell’a-more; Dt 11,13-21: la raccomandazione di osservare i comanda-menti; Nm 15,37-41: la prescrizione di ricor-dare i comandamenti mediante fiocchi agli angoli del Tallít (= mantello); b) La preghiera delle Shemonéh ‘esréh [Berakót] (= diciotto [benedizioni]); c) La let-tura delle Scritture (Toráh e Neviím [Pentateuco e profeti]). La lettura della Toráh era strutturata in un ciclo triennale; ogni sabato veni-vano letti anche alcuni brani tratti dai profeti (soprattutto da Isaia) e in alcune feste si aggiungeva la let-tura dei cinque Meghillót (ad esem-pio: il libro di Rut nella festa di

    Shevuót; il libro di Ester nella festa di Purím). La lettura delle Scritture era accompagnata da un’omelia nella quale veniva spiegato il brano e se ne suggerivano applicazioni pratiche. La liturgia si chiudeva con la benedizione ordinata da Dio ai figli di Aronne recitata da tutti i presenti: Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace (Nm 6,24-26).

    La sinagoga ebbe due grandi me-riti: a) contribuì a mantenere viva la fede fra i Giudei delle classi più povere; b) favorì nella diaspora la diffusione del monoteismo fra i pagani, preparando così il cammi-no alla predicazione degli apostoli (specialmente di Paolo). Dopo la distruzione del tempio (70 d.C.), la sinagoga è rimasta l’unico cen-tro religioso e culturale del giudai-smo. (26. segue) Gastone Boscolo

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