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Carissimi Ragazzi e cari Lettori, è con grande orgoglio che oggi mi presento a voi con questo primo numero del giornale della nostra scuola “M.T. Magazine”. Il mio compito di dirigere il “Mancini - Tommasi”, è iniziato il primo settembre: l’esperienza di reggenza, vissuta lo scorso anno, non mi aveva dato la possibilità di condividere appieno ogni momento del grande lavoro profuso per voi. È per questo motivo che ho voluto che quest’anno scolastico fosse improntato sulla parola chiave “INSIEME,” che è diventata uno stimolo, una scommessa, non un traguardo ma un concetto, certa di poter trovare terreno assai fertile per le tante professionalità che vi operano. La conferma è questo giornale! È stata forte l’emozione quando la prof.ssa Tarsitano mi ha prospettato l’idea di pubblicare un numero monografico sulle tradizioni del Natale, al quale hanno partecipato con entusiasmo e passione tanti ragazzi e un gruppo di docenti. Da qui l’idea di farne un vero e proprio giornale, la voce del Mancini- Tommasi, Istituto complesso e articolato, nel quale professori e alunni traducono le conoscenze in idee, le ricerche sulle tradizioni culturali si trasformano e diventano, nei laboratori, personalizzazioni di un percorso di studi sostenuto dalla passione e dall’impegno per costruirsi un proprio futuro, anche come sbocco lavorativo. E la dedizione di voi ragazzi non manca, anzi è sorprendente e va anche al di là delle nostre stesse aspettative se solo, come in questo caso, si ha fiducia in voi, nelle vostre capacità e nelle vostre possibilità: diventa così occasione di incontro, di socializzazione di esperienze e di contenuti che prende forma in una scrittura creativa che nulla ha di improvvisazione. La soddisfazione e la gioia, allora, generano il successo di questa e di tutte le altre belle iniziative messe in campo, che meritano di essere conosciute e condivise con gli altri compagni e con tutta la comunità scolastica perché rinforzano voi ragazzi e gratificano i tanti docenti che ogni giorno lavorano con voi e per voi, con alta professionalità e dedizione. Soprattutto in un momento storico come quello nel quale viviamo, è importante dare un segnale forte e significativo, come questo della pubblicazione di un giornale scolastico, che mira a contrastare la convinzione che i giovani siano solo interessati alle notizie “mordi e fuggi”, banali e di basso livello: voi ragazzi della redazione e voi tutti che vi siete cimentati in questo lavoro di ricerca attenta e meticolosa delle fonti e ne avete fatto degli articoli per tutti noi vostri lettori, con me, smentite un altro “forte pregiudizio”: i ragazzi dei tecnici e dei professionali non sono allievi di serie B, poco attenti e poco impegnati, demotivati e fannulloni; siete, invece, giovani seri e studiosi, che investono sulle loro passioni e sulla loro creatività ed io sono assai orgogliosa di voi e vi dico, GRAZIE! Grazie anche ai vostri docenti che vi sostengono e vi stimolano a dare e a fare sempre meglio e sempre di più, non per gli atri, ma per voi stessi. L’occasione, per questo primo numero è stato il Natale, che voi avete “investigato” dai diversi punti di vista: tradizioni, usi di diversi popoli e culture dimostrando così di essere, di fatto, e non solo a parole, “cittadini” del mondo, di un mondo senza barriere, senza ostilità e senza discriminazioni.

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Carissimi Ragazzi e cari Lettori,

è con grande orgoglio che oggi mi presento a voi con questo primo numero del giornale della nostra scuola “M.T. Magazine”.

Il mio compito di dirigere il “Mancini - Tommasi”, è iniziato il primo settembre: l’esperienza di reggenza, vissuta lo scorso anno, non mi aveva dato la possibilità di condividere appieno ogni momento del grande lavoro profuso per voi.

È per questo motivo che ho voluto che quest’anno scolastico fosse improntato sulla parola chiave “INSIEME,” che è diventata uno stimolo, una scommessa, non un traguardo ma un concetto, certa di poter trovare terreno assai fertile per le tante professionalità che vi operano.

La conferma è questo giornale!

È stata forte l’emozione quando la prof.ssa Tarsitano mi ha prospettato l’idea di pubblicare un numero monografico sulle tradizioni del Natale, al quale hanno partecipato con entusiasmo e passione tanti ragazzi e un gruppo di docenti.

Da qui l’idea di farne un vero e proprio giornale, la voce del Mancini- Tommasi, Istituto complesso e articolato, nel quale professori e alunni traducono le conoscenze in idee, le ricerche sulle tradizioni culturali si trasformano e diventano, nei laboratori, personalizzazioni di un percorso di studi sostenuto dalla passione e dall’impegno per costruirsi un proprio futuro, anche come sbocco lavorativo.

E la dedizione di voi ragazzi non manca, anzi è sorprendente e va anche al di là delle nostre stesse aspettative se solo, come in questo caso, si ha fiducia in voi, nelle vostre capacità e nelle vostre possibilità: diventa così occasione di

incontro, di socializzazione di esperienze e di contenuti che prende forma in una scrittura creativa che nulla ha di improvvisazione.

La soddisfazione e la gioia, allora, generano il successo di questa e di tutte le altre belle iniziative messe in campo, che meritano di essere conosciute e condivise con gli altri compagni e con tutta la comunità scolastica perché rinforzano

voi ragazzi e gratificano i tanti docenti che ogni giorno lavorano con voi e per voi,

con alta professionalità e dedizione.

Soprattutto in un momento storico come quello nel quale viviamo, è importante dare un segnale forte e significativo, come questo della pubblicazione di un giornale scolastico, che mira a contrastare la convinzione che i giovani siano solo interessati alle notizie “mordi e fuggi”, banali e di basso livello: voi ragazzi della redazione e voi tutti che vi siete cimentati in questo lavoro di ricerca attenta e meticolosa delle fonti e ne

avete fatto degli articoli per tutti noi vostri lettori, con me, smentite un altro

“forte pregiudizio”: i ragazzi dei tecnici e dei professionali non sono allievi di serie B, poco attenti e poco impegnati, demotivati e fannulloni; siete, invece, giovani seri e studiosi, che investono sulle loro passioni e sulla loro creatività ed io sono assai orgogliosa di voi e vi dico, GRAZIE!

Grazie anche ai vostri docenti che vi sostengono e vi stimolano a dare e a fare sempre meglio e sempre di più, non per gli atri, ma per voi stessi.

L’occasione, per questo primo numero è stato il Natale, che voi avete “investigato” dai diversi punti di vista: tradizioni, usi di diversi popoli e culture dimostrando così di essere, di fatto, e non solo a parole, “cittadini” del mondo, di un mondo senza barriere, senza ostilità e senza discriminazioni.

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“M.T. MAGAZINE” PERIODICO A CURA DEGLI ALUNNI DELL’I.I.S. “MANCINI – TOMMASI” COSENZA N.1 DICEMBRE 2017

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Temi come quelli della tolleranza, dell’inclusione, dell’intercultura, sono stati vissuti come esperienza concreta, avvicinandovi a capire meglio la storia di quei tanti vostri compagni di altra nazionalità ,con i quali ogni giorno condividete il tempo scuola e l’Alternanza Scuola-Lavoro.

L’impegno a far pubblicare sul sito questo giornale sarà un modo per ritrovarvi e farvi conoscere ad un pubblico più vasto ,che certamente non potrà non apprezzarvi.

Sono certa che altri numeri seguiranno a questo e che il vostro entusiasmo, la vostra passione saranno contagiosi per tanti altri ragazzi della nostra bella scuola; così come sono sicura che non mancherà il sostegno e il coinvolgimento dei tanti altri docenti, altamente professionali ,che fanno parte della grande Comunità del Mancini – Tommasi.

Insieme…

Per far meglio

Per essere Migliori!

Graziella Cammalleri

Una rivista tutta per voi…

Si può fare scuola in tanti modi, vivendo le lezioni e il tempo trascorso in classe come occasione di crescita, consapevolezza e riflessione: cosi è nato questo Magazine, voce spontanea e multicolore di noi ragazzi dell'IIS "Mancini-Tommasi".

Questo primo numero ha come protagonista il Natale, una delle feste più sentite e amate del nostro territorio; vi si trovano alcuni articoli legati alle tradizioni natalizie, culturali e gastronomiche di Cosenza e provincia, con contributi significativi dei nostri compagni di origine straniera.

Cogliamo l'occasione per ringraziare la nostra Dirigente per aver sostenuto questa iniziativa e facciamo alla nostra Redazione un grande in bocca a lupo per l'avventura appena intrapresa. A tutti voi lettori vanno i nostri più cari e sinceri auguri di Buone Feste!

La Redazione

Quando la scuola si fa strada

E’ questo lo spirito formativo che ci accompagna: non ci limitiamo solo alla conoscenza della teoria, ma preferiamo mettere in pratica le nostre abilità e “sfornarle”. Anche quest’anno abbiamo avuto occasione di portare le nostre abilità ai fornelli in strada, partecipando alle manifestazioni in città, ed ogni volta è stato un successo! Noi studenti siamo motivati, pieni di idee e di voglia di stupire e lo facciamo con grande professionalità. Inventiamo capolavori e la gente ci ammira quasi come se fosse davanti ad uno spettacolo; non ci serve molto, basta avere gli ingredienti giusti e la magia è pronta per essere ammirata e gustata. E’ grande anche la preparazione di chi, più che esibirsi dietro i fornelli, si cimenta nella direzione di sala e degli operatori di ricevimento che gestiscono e organizzano i servizi. Noi ragazzi siamo felici

quando la gente per strada si ferma davanti ai nostri stand e ci fa i complimenti, che fanno sempre piacere e strappano più di un sorriso al corpo docente. Abbiamo scelto i laboratori di strada perché siamo convinti che sia il modo migliore per promuovere noi stessi e la scuola. Dai nostri banchi sono passati tanti ragazzi che ora sono rinomati chef o grandi direttori di sala. I professori del “Mancini– Tommasi” hanno proprio ragione: tra i banchi dell’istituto ci sono le eccellenze dell’oggi e del domani. Venite a conoscerci!

Federica Falsetta - V B Enogastronomia

La Festa del Cioccolato a Cosenza

La festa del cioccolato è un evento che si tiene annualmente a Cosenza nel mese di ottobre con vari stand espositivi, fra i quali quello dell’ I.I.S. “Mancini-Tommasi”. In questa occasione siamo impegnati ad offrire servizi e qualità ai

cittadini cosentini. La creatività e

l’innovazione sono alla base del nostro lavoro, per rendere ogni

anno questa festa memorabile e speciale agli occhi di tutti. Il protagonista di questa festa è il cioccolato in tutte le sue declinazioni; il piatto che

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ha riscosso più successo tra le varie pietanze da noi offerte è stato, senza alcun dubbio, “ravioli con ricotta amalgamati al cioccolato”. L’intento è stato quello di migliorarsi e anche, come tutti gli anni, di promuovere i nostri prodotti trovando un connubio perfetto col cioccolato. Ci hanno fatto

compagnia gli artisti di strada che hanno animato

l’isola pedonale di Corso Mazzini, rendendolo più suggestivo agli occhi dei passanti. La festa del cioccolato è simbolo dell’impegno, dell’estro e della passione che si possono riscontrare nel lavoro di ciascuno di noi.

Arcuri Claudia, Borrelli Giovanni, Corina Francesca, Gencarelli Giada, Pesce Vincenzo - IV M Sala

…a proposito di cioccolato: il cibo degli Dei

Com’è che una fava di cacao, dura e dal gusto acido, si trasforma in una tavoletta deliziosa e profumata che si scioglie in bocca, rilasciando centinaia di aromi? Tutto parte dalla coltivazione, per la quale dobbiamo ringraziare la golosità delle scimmie dello YUCATAN che, mangiando la polpa agrodolce e succosa dei frutti e scartando i semi, li portarono all’attenzione delle antiche popolazioni MAYA. Il nome scientifico della pianta è “THEOBROMA CACAO” e

significa “CIBO DEGLI DEI”. I primi a

coltivarla furono i MAYA, che usavano i semi sia

come denaro

corrente, sia per ricavare una bevanda chiamata “CHOCOLATL”. A dargli forma solida fu lo Svizzero DANIEL PETER nel 1845. Nello stesso anno, a Zurigo, DAVID SPRUNGLI e il figlio RUDOLF iniziarono a vendere cioccolato in forma solida nella loro pasticceria: il successo fu travolgente e ancora continua ai giorni nostri. Molti si chiedono, come mai il cioccolato è irresistibile?

Tutta colpa dell'encefalina, una sostanza chimica che viene prodotta naturalmente dal cervello quando mangiamo cioccolato e altri cibi gustosi e gratificanti, scatenando così un effetto simile a quello dell'oppio: lo rivela uno studio sui topi dell'università del Michigan pubblicato sulla rivista Current Biology. Il cioccolato fondente, in particolare, è un alleato del cervello; mette di buon umore grazie alla FENILETILAMINA (ammina che il nostro cervello produce quando ci stiamo innamorando! ) ed è in grado di far sentire una persona più rilassata e serena. Il cioccolato fondente, inoltre, è ricco di antiossidanti, vitamine e sali minerali come: magnesio, potassio rame e ferro; contiene teobromina, una sostanza in grado di indurire lo smalto dei denti in modo naturale. Una piccola quantità due o tre volte a settimana può aiutare a migliorare il flusso sanguigno, a ridurre la pressione sanguina e prevenire l’arteriosclerosi. Boscaglia Jessica, Bruno Gianluca, Palermo Emilio, Reda Angela - 4 M Sala

Il cioccolato nella provincia di Cosenza Il dolce per eccellenza, la merenda preferita dai bambini : il cioccolato piace davvero a tutti! Fondente extra, bianco o con le nocciole, gianduia o al peperoncino, il cioccolato è l'ingrediente ideale per la preparazione di torte, biscotti, mousse, soufflé e altre prelibatezze. Ma la sua perfezione la raggiunge da solo: basta un pezzetto di cioccolato a far tornare il sorriso, anche dopo la giornata più complicata. In Calabria, nella provincia di Cosenza, esistono molte aziende che lavorano il cioccolato con prodotti di prima qualità che provengono solo dalle migliori coltivazioni locali, ed a lavorazione rigorosamente manuale, secondo le antiche ricette gelosamente custodite. Alcune aziende, di generazione in generazione portano avanti con i loro prodotti la passione e l'esperienza artigianale ultracentenaria tramandata dai nonni, al fine di garantire la genuinità che da sempre costituisce la componente fondamentale della loro produzione. Tra le tante ricette tradizionali in cui è presente il cioccolato, vi proponiamo una delle più conosciute nel territorio calabrese. CROCETTE CALABRESI RICOPERTE DI CIOCCOLATO INGREDIENTI: -fichi essiccati al sole -cioccolato fondente -peperoncino piccante in polvere -noci PREPARAZIONE: Tagliare i fichi a metà; in seguito farcirli con gherigli di noci. Infornare a 180° per 15 minuti. Far raffreddare ed immergere nella cioccolata precedentemente sciolta insieme alla polvere di peperoncino. Far asciugare e servire.

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Abbinare il tutto, per rimanere in tema, con un passito calabrese. Pagnotta Tiziano, Rizzo Emanuele, Bruno Vinicio, Scigliano Melissa, Semprevivo William - 4M Sala “U Perciavutti” dell’Immacolata: che il Natale abbia inizio!

Durante la festa dell’Immacolata, l’8 dicembre, in Calabria, si celebra nella provincia di Cosenza e nel cuore del parco Nazionale del Pollino, l’ormai rinomata festa del Perciavutti, cioè la festa della spillatura delle botti e dell’assaggio del vino. Si tratta di un antico rito della tradizione contadina calabrese, che è diventato anche un’occasione molto importante di promozione turistica. I “vuttari”, locali dove venivano conservate le botti per la stagionatura del vino, accolgono turisti e visitatori per

il rito della “perciatura” delle botti, che hanno custodito per lungo tempo il vino nuovo, ora pronto per essere bevuto. Agli ospiti si offre il vino appena spillato, che potrà essere accompagnato con i cibi della più antica tradizione calabrese. In ogni “vuttaru” si potrà gustare un menù diverso, a base di salumi, formaggi, legumi; immancabili i dolci della tradizione natalizia. Belsito Francesco, Rossella Trausi - 5 A Viticoltura Ed Enologia Ita “Tommasi”

La notte di Santa Lucia e la “cuccìa” in Calabria

Nella notte tra il 12 ed il 13 dicembre, vigilia di Santa Lucia, in molti paesi della provincia di Cosenza i pastori raccoglievano gli arbusti e accendevano i fuochi, animando una festa che culminava con il passaggio fra le fiamme e con danze mimiche di antichissima origine.

In molto paesi oggi si tiene la processione in onore di Santa Lucia e la tradizionale “focara” (accensione di un falò di grandi dimensioni). Il piatto tradizionale e rappresentativo di questa festa è sicuramente la “Cuccìa”

Il termine “cuccìa” deriva dal greco ta ko(u)kkía (i grani) ed in Grecia era il cibo rituale della Commemorazione dei defunti. Da qui si è diffusa verso le regioni dell’Italia meridionale, dove l’usanza si estese alla festa di alcuni santi.

La ricetta originale della cuccìa si è persa nel tempo e ne esistono ormai diverse varianti, sia dolci che salate.

Un’ipotesi sull’origine della variante salata, non verificata storicamente e che fa parte della tradizione orale, è quella secondo cui il nome “cuccìa” deriverebbe dal processo di selezione del grano, che veniva fatta chicco per chicco per separarlo dalla veccia. Secondo quest’ultima ipotesi, l’origine del piatto viene fatta risalire al XXVI secolo d.C. , quando fu realizzato il Convento di San Francesco di Paola a Pedace, nel 1617.

I monaci, per poter ripagare i manovali e muratori, non potendo offrire altro, cucinavano questo piatto con l’utilizzo di carne ricavata da varie parti del maiale e della capra - tenute sotto sale - e grano, frutto dell’elemosina.

Per la versione dolce, il grano cotto deve essere messo a raffreddare in una ciotola, ancora scondito : nella notte tra il 12 e 13 dicembre Santa Lucia passerà a lasciare l’impronta del suo piede nella cuccìa. Il giorno dopo, si può condire il piatto con miele o mosto cotto o miele di fichi, mandorle, noci, scorza d’arancia o di mandarino grattugiata, chicchi di melograno, pezzetti di cioccolato. La ricetta varia da paese in paese e da famiglia in famiglia.

I ragazzi della 5 I Accoglienza Turistica

A tavola con le nostre tradizioni In occasione delle festività natalizie le famiglie del cosentino si riuniscono intorno alle tavole imbandite di piatti, dolci e salati. Ogni anno il Natale ha inizio con fritture e cotture tradizionali tra cui: “I Cuddruriaddri” (ciambelle) , “le

Vecchiareddre” (panzerotti con alici salate) , i rinomati “Turdiddri , e gli “ Scaliddi”. L’impasto dei “Cuddruriaddri” e delle “Vecchiareddre” è a base di : farina, acqua, lievito patate; l’impasto dei “Turdiddri” è a base di :

acqua, vino rosso o bianco, olio e lievito. Un’altra preparazione tipica natalizia è la Giurgiulena calabrese, servita su foglie d’arancio. L’ingrediente principale è il sesamo che, una volta tostato con l’aggiunta di miele,

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zucchero e mandorle, si presenta simile ad un torrone davvero gustosissimo.

Nei semini di sesamo si nasconde una grande riserva di energia. L'elevato

contenuto di proteine (18%),

carboidrati (20%) e grassi (50%) gli

conferiscono un potere calorico di tutto rispetto (poco meno di 600 kcal per 100g), rendendoli piccole pillole naturali di benessere. Tra i minerali che caratterizzano i semi di sesamo troviamo: magnesio, ferro, selenio, potassio, fosforo e soprattutto un contenuto record di calcio. Questi semi oleosi sono inoltre un'ottima fonte di vitamine del gruppo B.

Nel Cosentino il cenone della vigilia si festeggia insieme ai familiari con una cena che comprende tradizionalmente 13

portate, basate su alimenti

poveri ed essenziali, frutta e dolci inclusi:

-Pasta con acciughe e mollica di pane

-Baccalà fritto

-Baccalà al sugo con patate e olive nere

-Baccalà lessato

-Frittelle di baccalà

-Insalata di rape rosse

-Frittelle di cavolfiore;

-Frittelle di Rosamarina bianca

-Contorno di broccoli

-Contorno di cime di rape

-Finocchi

-Frutta fresca

-Frutta secca e dolci

Palermo Emilio, Scalzo Michele, Mancuso Francesca - 3 G Enogastronomia

Il re della Vigilia: Sua Maestà il baccalà

Non esiste cenone della Vigilia di Natale senza il baccalà! Il baccalà (merluzzo messo sotto sale, per essere conservato meglio) è molto usato nella cucina calabrese. E’ un secondo piatto molto ricco e sostanzioso: viene cucinato fritto, in umido, da solo o accompagnato anche con la pasta. Nella ricetta originale cosentina, il baccalà viene fritto con patate e peperoni nell’olio extra vergine di oliva, che da alla ricetta un sapore ed un profumo particolarissimi o più semplicemente viene infarinato e fritto.Il baccalà, prima di essere consumato, va ammollato qualche giorno prima in acqua, cambiata di frequente. Molto diffuso in alcune aree della nostra regione (specie nella provincia di Reggio Calabria) è anche lo stoccafisso, merluzzo che, invece di essere salato, viene essiccato. E’ un pesce ricco di proteine e povero di grassi;

contiene lisina, calcio, omega 3 e omega 6, fosforo, vitamina A e B. Adatto praticamente a tutti è davvero un toccasana per la salute!

Baccalà fritto

Ingredienti

Farina, baccalà, olio di arachidi, sale q.b.

Preparazione

Tagliare il baccalà ammollato in piccoli pezzi, infarinare e friggere in olio bollente. Salare e servire.

Salted codfish

Ingredients

Flour, Salted codfish, Sunflower oil, a bit of salt.

Preparation

Cut the soaked codfish in small pieces, dust with flour and fry it in very hot oil. Put some salt and serve.

Andrea Cava, Cava Maria Carmela, Longo Mario - V I Accoglienza Turistica

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La strada dei Presepi Tutti attendiamo con trepidazione l’arrivo del Natale e la nascita di Gesù: chi per stare insieme ai familiari, chi per divertirsi a fare l’albero di Natale, chi per scartare i regali….e chi per allestire con passione il presepe. Nella nostra provincia si possono ammirare presepi straordinari: a Mendicino, nella cappella della Madonna del

Rosario, a Cerisano, nella chiesa del Carmine e di San Domenico, a San Fili, a Rende, a Montalto, nei paesi della presila come

Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo. A Cosenza il presepe più famoso e visitato è quello della chiesa di San Francesco d’Assisi. Anche quella del presepe vivente è una solida tradizione tramandata di generazione in generazione per rappresentare la nascita del Signore. A Cosenza il presepe vivente si svolge in Piazzetta Toscano, nei pressi del Duomo.

Un altro Presepe vivente da non perdere è quello di Scigliano che, con oltre 130 comparse e circa 40 postazioni, è articolato in uno splendido borgo di origini medievali. Ci sono postazioni

dove si possono degustare le antiche ricette preparate secondo la tradizione, altre dove si apprezzano i mestieri esercitati con gli strumenti e la maestria di un tempo. Palazzo Alessia, Alessia Mazzuca - V I Accoglienza Turistica

I mercatini di Natale a Cosenza

Come di consueto, Cosenza si prepara al Natale già dalla fine di novembre, con grandi addobbi, luci ed i caratteristici mercatini, che negli anni precedenti sono stati allestiti nella suggestiva Villa nuova e quest'anno, invece, si trovano in Piazza Bilotti. Le casette di legno offrono in esposizione

articoli prettamente natalizi: dagli addobbi per l'albero, ai pastori per il presepe , alle luci che adorneranno le abitazioni. Naturalmente non mancheranno i nostri prodotti enogastronomici tipici, primi fra tutti i "cuddurieddri". Questo prodotto in alcuni paesi della provincia di Cosenza viene preparato la Vigilia dell'Immacolata, ed è spesso accompagnato dalla "strina", una cantata natalizia, portata di casa in casa , per fare gli auguri ad amici e parenti . Il periodo natalizio è infatti per noi cosentini un periodo di serenità e gioia, da condividere insieme assaporando i nostri buoni piatti tradizionali, accompagnati da giochi e canti popolari.

Dodaro Vittoria - V I Accoglienza Turistica

Natale a Corigliano Calabro

Nella mia cittadina, le festività natalizie iniziano la Vigilia dell’Immacolata, quando nelle cantine coriglianesi tutte le botti di vino nuovo vengono spillate. Nelle case vengono allestiti l’albero natalizio e il presepe; dopo la cena, a base di

pesce e verdure, vengono serviti dei dolci fritti chiamati ‘’Culluriell’’.

Un’ altra data molto importante è la vigilia di Santa Lucia, il 12 dicembre. A cena si consumano 13 portate, e non possono mancare i chicchi di grano conditi con il mosto cotto (cuccìa).

La notte della Vigilia di Natale è buona tradizione lasciare la tavola imbandita con un posto

pronto per il Bambino Gesù.

Nel giorno dell’Epifania bisogna far mangiare abbondante

mente i propri animali

domestici: secondo la

tradizione, non saziarli non è di buon augurio alla famiglia.

Christmas traditions in Corigliano.

Christmas traditions start from 7th December, on the Immaculate Conception’s day, when in Corigliano’s cellar all the wine’s barrels are opened.

In the houses most families make the Christmas tree; at the end of dinner with fish and vegetables, some homemade ring-shaped, called ‘’Culluriell’’, are served on the tables.

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Another very important date is Saint Lucy’s Eve, on 12 th December. According to tradition at dinner people have 13 courses in which you cant miss to taste the sweet corn seasoned in wine’s must (cuccìa).

On Christmas’ Eve usually people leave the tables layed for the little Jesus.

On Epiphany’s day the family had to give a lot of food to the animals or they would wear bad luck at their owner.

Vigilante Valentina - V I Accoglienza Turistica

Il carrello dei dolci Quando si nomina Natale in Calabria la nostra mente è già seduta alle lunghe tavolate con parenti e amici, per assaporare i numerosi piatti tipici. Nella provincia di Cosenza questo periodo è particolarmente goloso; sono molti infatti i dolci tipici che si friggono e si sfornano per questa festività. Seguendo la tradizione, i dolci vengono spesso preparati con dolcificanti naturali come il miele - d’api o di fichi - e il mosto. I dolci che più caratterizzano questo periodo sono indubbiamente i “turdiddri”, dolci a forma di gnocchi, preparati con farina, olio d'oliva e vino scaldato, rigati su un cestino di vimini, fritti e successivamente passati nel mosto d'uva o nel miele di fichi o d'api, rigorosamente bollenti. Nel cosentino, molto diffusa è anche la “Pitta 'mpigliata”, dolce originario di San Giovanni in Fiore. Di questa esistono diverse tipologie, che presentano variazioni sulla frutta secca, sul tipo di miele o sull'uso del cognac (invece del vermouth) nell'impasto. Il dolce però mantiene quasi in tutta la provincia la sua forma tipica: quella della “pitta”, piatta e rotonda. A Cosenza, invece, la si trova nella forma di rosellina.

Dolci tipici che fanno sentire il profumo del Natale sono le “scalille”, preparate tradizionalmente con zucchero, farina, uova e ricoperte con il miele.

Tipiche del periodo

invernale e natalizio nella nostra provincia sono anche le “crocette”, dolcetti di fichi secchi, cannella, zucchero e noci, cotti al forno e ricoperti con miele di fichi o cioccolato.

Queste sono solo alcune delle tante ricette di dolci tradizionali che possiamo gustare qui in Calabria: dall’Immacolata all’Epifania non vedremo altro che queste genuine bontà sulle tavole, sempre pronte ad accogliere calorosamente i nostri ospiti.

Palazzo Alessia - V I Accoglienza Turistica

Racconti di cibo: la Varchiglia

“La felice riuscita di un piatto non si basa soltanto sulle capacità tecniche, proviene dal cuore, richiede molto gusto, e necessita di entusiasmo e profondo amore per infondere vita all’ opera.” Georges Blanc da Ma cuisine des saisons

Il 2018 sarà l’”Anno internazionale del cibo italiano nel mondo”.La notizia annunciata questa estate dal Ministro del turismo e dei Beni Culturali, Dario Franceschini, sottolinea la volontà di valorizzare e mettere a sistema le tante eccellenze nazionali, favorire l’export dei prodotti nostrani, promuovere l’ immagine dell’ Italia nel mondo e tutelare l’ identità dell’ agroalimentare nazionale contro l’agropirateria internazionale.

Noi ragazzi del “Mancini- Tommasi”, mossi da un profondo senso di orgoglio etnico,vogliamo contribuire ideologicamente all’ iniziativa del ministero aprendo, fin da questa prima edizione , una rubrica in cui “racconteremo” il nostro cibo:una rassegna di pietanze tipiche che caratterizzano la gastronomia locale e che i nostri antenati emigrati hanno tramandato anche in altri luoghi e tra altre genti, affermando l’ identità etnica edil senso di appartenenza .Nel raccontare un piatto , si racconta la storia di chi lo ha realizzato ,si conosce il territorio e la qualità delle materie prime, la cultura di un popolo e le sue tradizioni. Oggi

racconteremo la “varchiglia”, un

delizioso dolce tipico cosentino a base di mandorle e cioccolato.

Le origini d questodolce,

creato dalle Carmelitane

scalze, che avevano stabilito un

convento a Cosenza, risalgono al lontano 1300. Il termine varchiglia deriva dallo spagnolo barquilla ossia barchetta, per il caratteristico aspetto ovale del dolce, che ricorda proprio una piccola imbarcazione. Come spesso accade,anche a questo dolce è legata una leggenda: l’amore di una giovane per un marinaio spagnolo che, come da proverbio, non mantenne le sue promesse. Così la ragazza, sedotta e

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abbandonata, si fece suora e creò i dolcetti a forma di nave in perenne memoria del suo amore infranto.

Si narra che furono le novizie delle famiglie benestanti cosentine a copiare la ricetta dalle suore e a diffonderla nei salotti buoni della città, tramandandola fino ai nostri giorni.

La ricetta originale era composta da un ripieno morbido di mandorle e zucchero racchiuso in un guscio di pasta frolla e ricoperto da una glassa di zucchero. Con l’arrivo del cioccolato, nei primi del 1800, la ricetta si è evoluta con l’ aggiunta di cioccolato fondente, nel ripieno e per la copertura, e fu trasmessa alla famiglia Renzelli, proprietaria di uno storico bar cosentino nei pressi del Duomo della città, che da allora è l’ unica depositaria del procedimento originale tenuto ancora oggi gelosamente segreto!

Noi, invece, vogliamo condividere e far conoscere a tutti la nostra ricetta:

Ingredienti per 8 varchiglie piccole oppure 1 grande:

*Per la pasta frolla

225 g di farina 00

100 g di burro

1 uovo intero + 2 tuorli

100 g di zucchero

*Per il ripieno

250 g di mandorle pelate

150 g di cioccolato fondente

2 albumi

100 g di zucchero

Per la copertura

150 g di cioccolato fondente

Preparazione

Preparate la pasta frolla impastando in una ciotola tutti gli ingredienti, fino ad ottenere un panetto liscio e compatto. Tenete da parte per il ripieno i 2 albumi avanzati.

Avvolgete il panetto nella pellicola trasparente e lasciate rassodare in frigorifero per almeno 1/2 ora.

Nel frattempo preparate le formine, imburrandole ed infarinandole e preparate il ripieno. Frullate finemente le mandorle e sciogliete il cioccolato a bagnomaria.

Mescolate lo zucchero alla farina di mandorle e poi aggiungete il cioccolato sciolto, amalgamando il tutto.

Infine ,aggiungete poco alla volta gli albumi montati a neve.Stendete l’impasto formando una sfoglia spessa 3 o 4 mm, sistematela negli stampini, tagliando via l’eccesso che fuoriesce dai bordi.

Riempite con abbondante ripieno, formando una cupoletta.

Sistemate le formine su una teglia e cuocete in forno preriscaldato a 170° per circa 35/40 minuti, fino a doratura della pasta frolla.

Fate raffreddare completamente le varchiglie, toglietele dalle formine e ricoprite la superficie con cioccolato fondente sciolto a bagnomaria. NOTA: per un migliore impatto estetico, se volete evitare che il cioccolato sgoccioli sui lati, intingete la cupola nel cioccolato invece di versarlo sulle varchiglie.

Ingredients for 8Varchiglie small or 1 large

* For pastry

225 g of flour 00

100 g of butter

1 whole egg + 2 yolks

100 g of sugar

*For the stuffing

250 g of peeled almonds

150 g of dark chocolate

2 albums

100 g of sugar

For coverage

150 g of dark chocolate

Preparation

Prepare the pastry by kneading all the ingredients in a bowl until you get a smooth and compact panette. Keep the 2 Advanced Albums as a fill.

Wrap the baking pan in the transparent film and let it cool in the fridge for at least 1/2 hour.

Meanwhile, prepare the molds, stuffing and frying them and prepare the filling. Finely smell the almonds and melt the chocolate in the bain-marie.

Mix the sugar with almond flour and then add the loose chocolate, stirring to mix.

Finally, add snow-white albums at a time.

Stir the dough by forming a 3 or 4 mm thick sheet, place it in the moldings, cutting off the excess that comes out of the edges.

Fill with plenty of filling, forming a cupola.

Place the molds on a baking tray and cook in a preheated oven at 170 ° for about 35/40 minutes, until golden on the pastry.

Fully cool down le varchiglie, remove them from the molds, and cover the surface with dark chocolate loose in a bain-marie. NOTE: For a purely aesthetic fact, if you want to avoid

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the chocolate dripping on the sides, you dangle the dome in the chocolate instead of pouring it from above.

La varchiglia, come tutti i dolci, è un alimento piuttosto calorico, ma l’impiego di ingredienti come le mandorle e il cioccolato ne fanno un dolce dalle proprietà nutrizionali considerevoli e benefiche. Le mandorle, semi oleosi ricchi di vitamine, sali minerali e acidi grassi mono e polinsaturi, hanno effetti preventivi e protettivi nei confronti di diverse malattie degenerative, in particolare nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Sono presenti la vitamina E, la vitamina A oltre che beta carotene e luteina dalle proprietà antiossidanti e vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B5, B6); il Sale minerale principale è il magnesio, cui fanno seguito il calcio, il ferro, potassio, rame , zinco. Il cioccolato è un alimento altamente energetico , dalle proprietà stimolanti sul sistema nervoso per la presenza di alcaloidi come la teobromina e la caffeina ;contiene anche rilevanti quantità di polifenoli, sostanze dalle spiccate attività antiossidanti. Consigliamo di abbinare questo dolce con uno Sciacchetràdelle cinque terre: un raffinato vino bianco da dessert dai delicati sentori di albicocca e miele d’acacia, e dal sapore dolce ma mai stucchevole. La Calabria e la Liguria uniscono le loro tipicità in un delizioso connubio che esalta le caratteristiche organolettiche dei rispettivi prodotti, regalando note di odori, colori e sapori davvero speciali! Ghiro Alessandra, Rizzo Noemi - V H Sala Gagliardi Manuele, Rinaldi Carmine - IV E Enogastronomia

NOI NEL MONDO

Natale in Romania

In Romania, il periodo natalizio vero e proprio dura dal 20 dicembre al 7 gennaio.

TRADIZIONI POPOLARI Cerimonia del piccolo aratro

Una delle tradizioni caratteristiche del periodo natalizio in Romania era la "cerimonia del piccolo aratro" (pluguşorul), che consisteva, nel portare di fattoria in fattoria un aratro addobbato con dei nastrini recitando uno scongiuro della fertilità ,in cui veniva invocato l'imperatore Traiano.

Oggi la cerimonia è stata sostituita da un corteo di giovani mascherati con fruste.

Danza della capra e danza dell'orso

Altra tradizione legata probabilmente a riti precristiani della fertilità e che si svolge fino all'Epifania è la "danza della capra", in cui un uomo travestito da capra esegue una danza, accompagnato da suonatori e cantanti.

Una tradizione simile, ma meno diffusa, è la "danza dell'orso".

Festa di Sant'Ignazio

Particolari celebrazioni sono legate inoltre al 20 dicembre, giorno in cui si festeggia Sant'Ignazio.

In quel giorno, nelle zone rurali, si usa macellare un maiale, che poi viene benedetto dal capofamiglia con l'incenso e con

il segno della croce, mentre le setole vengono bruciate con mazzetti di paglia.] La cerimonia si conclude con un banchetto a base di arrosto di maiale.

Sorcova

Un'altra tradizione del periodo natalizio e, più precisamente, del primo dell'anno, è quella della sorcova, un rametto addobbato con fiori artificiali, mele, pere o ciliegie, con il quale i bambini girano di casa in casa, recitando poesie di augurio per l'anno nuovo.

Il termine sorcova, che significa "quaranta", deriva dai quaranta leggeri colpi inferti con il rametto dai ragazzi ai propri parenti.

Una tradizione simile, diffusa in Transilvania, è quella che vede i bambini girare di casa in casa con un fazzoletto colorato legato alla punta di un bastone.

Personaggi del folclore

Tra i principali portatori di doni in Romania c’ è Moş Nicolae, ovvero il "Vecchio Nicola" che, secondo la tradizione, fa la sua comparsa nella notte tra il 5 e il 6 dicembre. Per quell'occasione, i bambini lasciano fuori casa le loro scarpe pulite: i bambini buoni vengono ricompensati con caramelle e dolciumi, mentre quelli cattivi trovano all'interno una frusta.

Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, compare invece MoşCrăciun, figura corrispondente a Babbo Natale.

Gastronomia

Tra le pietanze tipiche della Vigilia di Natale, si trovano zuppa, carne di maiale, involtini di cavoli, pane intrecciato, pane alle noci e delle paste, che vengono chiamate turta. Un altro piatto tipico della cucina romene per il periodo natalizio è il sarma, che consiste in maiale arrosto avvolto in una foglia di verza e polenta.

Tra dolci tipici, vi è invece il cozonac, un dolce alla frutta.

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Uno dei mercati di belli di Natale di tutta l’Europa si trova a Sibiu, Romania

Nonostante duri solo qualche giorno, questo mercatino di Natale è il più acceso della Romania, situato nella piazza principale di Sibiu. Circondati da edifici barocchi, sarà possibile gustare mandorle tostate o mele caramellate. Anche le migliaia di lucine che adornano la piazza sono uno spettacolo da non perdere.

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Christmas in Romania

In Romania, Christmas and mid-winter celebrations last from 20th December to 7th January. The 20th is when people celebrate St. Ignatius's Day. It is traditional that if the family keep pigs, one is killed on this day. The meat from the pig is used in the Christmas meals.

Sfantul Nicolae's Day (St Nicholas) is celebrated on the 6th December. On the

evening of the 5th December children clean their shoes or boots and leave them by the door and hope that Sfantul Nicolae will

leave them some small presents!

Sfantul Nicolaemight also be called 'Moş Nicolae' (Old Man Nicholas) and although he is celebrated in December, it's not part of the Christmas celebrations! A tradition says that if it snows on December 6th, Sfantul Nicolae has shaken his beard so that winter can begin.

The Christmas celebrations really begin on Christmas Eve, 24th, when it's time to decorate the Christmas Tree. This is done in the evening of Christmas Eve. In Romanian, Christmas Eve is called 'AjunulCraciunului'.

Carol singing (known as 'Colindatul') is also a very popular part of Christmas in Romania. On Christmas Eve, children go out carol singing from house to house performing to the adults in the houses. They normally dance as well. The children get sweets, fruit, traditional cakes called 'cozonaci' and sometimes money for singing well. Adults go carol singing on Christmas Day evening and night.

A traditional Romanian Carol is the 'Star Carol'. The star, made of colored paper and often decorated with tinsel, silver foil

and sometimes bells, is put on a pole. In the middle of the star is a picture of baby Jesus or a nativity scene. Carol singers take the star with them when they go carol singing. The words of the Star Carol are:

Other popular carols to sing include 'Oh, What Wondrous Tidings' ('O, cevesteminunata') and 'Three Wise Men coming from the East' ('TreiCrai de la rasarit').

In many parts of Romania, it's also traditional that someone dresses up as a goat, with a multicolored mask, and goes round with the carol singers. The goat is known as the 'Capra' and it jumps and dances around getting up to lots of mischief!

Traditional Romanian Christmas foods include Roast Gammon and Pork Chops (made from the killed pig!), 'Ciorba de perisoare' which is a slightly sour vegetable soup made with fermented bran and pork meatballs; 'Sarmale' cabbage leaves stuffed with ground pork and served with polenta; 'Cozonac' a rich fruit bread; Romanian doughnuts called 'gogosi' and cheesecakes.

New Year's Eve is also an important celebration in Romania. It's sometimes called Little Christmas. Traditionally a small, decorated plough called a 'Plugusorul' is paraded through the streets on New Year's Eve. It is meant to help people have good crops during the following year.

On New Year's Day, children wish people a Happy New Year while carrying around a special bouquet called a 'Sorcova'. Traditionally, the Sorcova was made of twigs from one or more fruit trees like apple, pear, cherry or plum. They're put into water in a warm place on 30th November, so they hopefully come into leaf and blossom on New Year's Eve! Nowadays often a single twig of an apple or pear tree is used and it's decorated with flowers made from colored paper.

In Romania Santa Claus is known as 'MoşCrăciun' (Old Man Christmas), & 'MoşGerilă' (Old Man Frost).

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Craciunul in Moldova

Lingviştii nu s-au pus de acord cu privire la originea cuvântului "Crăciun". Unii spun că ar fi moştenit din latinescul "creationem", care înseamnă creaţie sau naştere, iar alte izvoare istorice ar sugera că la originea sa se află un cuvânt mult mai vechi, tracic, de dinainte de romanizarea Daciei. Alţi specialişti spun că ar proveni din slavă. Cel puţin opt sensuri diferite au fost asociate acestui cuvânt de-a lungul timpului.

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Crăciunul este o perioadă a tradiţiilor, a superstiţiilor şi a obiceiurilor transmise din generaţie în generaţie. În toate zonele istorice ale României, în centrul sărbătorior de iarnă se

află familia şi credinţa într-un an mai bun şi mai prosper.

Pe lângă împodobirea bradului, în unele gospodării se păstrează un obicei străvechi - decorarea caselor cu plante: busuioc, maghiran şi bumbişor, purtător de noroc. Bucatele

tradiţionale din carne de porc, tobă, caltaboşi, cârnaţi, piftie, sarmale sau poale-n brâu sunt preparate de seară. Tradiţia spune că femeile nemăritate îşi pot vedea ursitorul dacă pun într-o strachină, pe prispă, sub fereastră, câte un pic din toate mâncărurile.

În Moldova, în special în

Bucovina, oamenii fac turte de Crăciun şi le păstrează până la primăvară, când sunt puse

între coarnele vitelor atunci când pornesc la arat. Se spune că aceşti colaci trebuie să fie rotunzi precum Soarele şi Luna.

Bucovina este, de altfel, recunoscută pentru modul în care sunt păstrate tradiţiile. Aici, în ziua de Ajun, femeile obişnuiesc să ascundă fusele de la furca de tors sau să bage o piatră în cuptor pentru a ţine şerpii departe de gospodărie.

O tradiţie frumoasă, dar care s-a pierdut, este cea de a ieşi afară cu mâinile pline de aluat şi de a atinge fiecare pom din livadă, repetând: "Cum sunt mâinile mele pline de aluat, aşa să fie pomii încărcaţi cu rod tot anul".

Tot în Bucovina sunt preparate 12 feluri de mâncare de post, între care prune afumate, sarmale cu cartofi, ciuperci tocate cu ustoroi, borş de bureţi, care sunt pentru masa din Ajun - ultima înainte de încheierea postului. Uneori, sub masă sunt răsfirate câteva fire de fân. Peste masă se petrece un fir de lână roşie, legat sub formă de cruce, iar la colţurile mesei se aşează căpăţâni de ustoroi. În mijlocul mesei este pus un colac rotund, iar în jurul său cele 12 feluri de mâncare.

Odată terminată masa, satele sunt animate de colindele cetelor de flăcăi. În unele zone, ei se îmbracă în portul tradiţional, cu sumane sau cojoace şi cu căiuli împodobite cu mirt şi muşcate.

În unele zone, pe lângă colindători ies pe uliţele satului cetele de mascaţi - "babe şi moşnegi" care prin joc, gesturi şi dialog transmit urări pentru anul care vine.

Dochita Bianca, Mocanu Alexandru – V I Accoglienza Turistica

Natale in Russia

Il Natale ortodosso inizia ufficialmente il 7 gennaio e si conclude il 13 gennaio. Uno dei simboli più importanti è Ded Moroz (Nonno Gelo), per noi Babbo Natale, accompagnato su un

grande carro da sua nipote Sneguročka (Fanciulla di neve). La befana dai noi in Russia viene comunemente chiamata Babuṧka. Una particolare tradizione è quella di digiunare durante la Vigilia di Natale finché non compare la prima stella nel cielo. Il cenone prevede 12 portate ma senza carne o latte.

Nel periodo natalizio non può mancare nelle nostre case la Kut’ja, un porridge dolce a base di grano con l’aggiunta di semi di sesamo, miele e nocciole. Il primo cucchiaio spetta al capo famiglia, che pronuncia le parole “Cristo è nato” , mentre tutti gli altri rispondono “Glorifichiamo”.

Ferro Martina, Fiodarau Andrei, Garofalo Ylenia, Mazzei Giulia - IV M Accoglienza Turistica

Natale nelle Filippine

Il Natale nelle Filippine è molto sentito e la sua celebrazione comincia già nel mese di Settembre, con le luminarie. I festeggiamenti veri e propri iniziano sempre il 16 di Dicembre, con le messe serali fino al 25 di Dicembre. I dolci tipici sono fatti con il riso : la “bibingka, puto bungbong, bukopandan e tanti altri. I bambini bussano per le case e cominciano il “Carolling” ,con le canzoni tradizionali in Spagnolo, Inglese e Tagalog. Il simbolo più utilizzato come decorazione è la stella. Il 24 di Dicembre tutte le famiglie si riuniscono insieme per la “Noche Buena” cioè “la Vigilia” e aspettano la mezzanotte per festeggiare la nascita di Gesù Bambino: si organizzano tantissimi giochi con premi in soldi e regali. I giovani la mattina di Natale devono dare la mano alla persona più grande dicendo “mano po”: ciò può significare

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“rispetto per le persone più grandi” e anche “ Che Dio ti Benedica”.

Christmas in the Philippines

You can really feel Christmas spirit in the Philippines. In the month of September the people is already starting

decorations. The real celebration always starting at 16th of December with the evening mass to the 25th of December. The typical sweets are made by rice like a “ Bibingka, puto bungbong, bukopandan and more sweets.

The children knocked on the neighborhood’s door to sing a traditional Christmas song in Spanish , English and Tagalog and it’s called “Carolling”. The most symbolic decoration is the star. On 24th of December all family members gather together for the Noche Buena and wait for the midnight to celebrate the birth of Jesus Christ. They also organized many games with prizes money and gifts. All young people in the morning had to hand to the older person by saying “mano po” giving them toward the younger’s front and this means “ respect for elders” and “God Bless You”.

Pasko sa Pilipinas

Ang Pasko sa Pilipinas ay masyadong nararamdaman, simula palang ng buwan ng Sityembre ay nagsisimula na silang magkapit ng mga parol at sari saring dekorasyon pampasko. Nagsisimula ang simbang gabi tuwing 16 ng Disyembre at natatapus ng 25 . Karaniwang ginagawa ang mga tipo ng mga

matatamis na kakanin tuwing papasko tulad ng bibingka, puto bungbong at maring iba pa . Ang mga bata naman ay mga kumakatok sa mga bahay bahay para mangarolling. Pagdating ng 24 ng Disyembre lahat ng pamilya ay nag

sa sama sama para sa Noche Buena at hinihintay ang hating gabi para sa pagdiriwang sa pagkasilang ni Hesu Kristo. Tuwing sasapit ang pasko ang mga pilipino ay may kulturang magpasaya ng mga bata. Pinapasaya nila ang mga bata sa pamamagitan ng sari saring palaro at kung sino ang manalo ay may kapalit na premyo. Kinabukasan naman ang mga kabataan ay nag bibigay galang sa pamamagitan ng pagmamano (ang pinaka mahalagang tradisyon ng mga pilipino na magpakita ng panggalang sa mga matatanda) para bumati .

Gabi (Filipino for "Night Mass") is a devotional nine-day series of Masses practiced by Roman Catholics and Aglipayansin the Philippines in anticipation of Christmas and to honor the Blessed Virgin Mary. This is

similar to the nine-day series of dawn masses leading to Christmas Eve practiced in Puerto Rico called Misa de Aguinaldo.

Maricarl Pasahol, King Aguinaldo, Julius Aguinaldo IV M Accoglienza Turistica

L’angolo della poesia…

Redazione “M.T. Magazine”

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Dirigente Scolastico Graziella Cammalleri

Capo redattore

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Progetto grafico

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Si ringraziano per la realizzazione del primo numero i Docenti

Cosentino Graziella, De Marco Carmelo, Ferrari Stefania, Intrieri Elisabetta, Palermo Resy, Palumbo Katia, Pellegrini Loredana, Tarsitano Anna Maria

La redazione è aperta a nuove collaborazione e contributi di idee…