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La società contemporanea e i processi di socializzazione Sociologia dell’Educazione Lezioni dal 14 aprile al 30 aprile 2014

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La società contemporanea e

i processi di socializzazione

Sociologia dell’Educazione

Lezioni dal 14 aprile al 30 aprile 2014

La socializzazione indica appunto il

processo mediante il quale i nuovi nati

diventano membri della società.

(Bagnasco A., Barbagli M. Cavalli A., Corso di sociologia, il Mulino, Bologna 1997: p.

148)

L’individuo tuttavia non nasce membro della

società. Egli nasce con una predisposizione alla

socialità, e diventa un membro della società. (Berger P., Luckmann T., La costruzione sociale della realtà, il Mulino,

Bologna 1969: p. 179)

- Viktor - il ‘bambino selvaggio’ di Aveyron

(inizio dell’1800 in Francia)

- Kamala, ragazza-lupo (1920, Calcutta, India)

- Anne e Isabelle (USA, anni ’30)

- Genie (novembre 1970 a Los Angelos)

http://www.youtube.com/watch?v=dEnkY2iaKis

Susan Curtiss (1977), Genie: a psycholinguistic study of a

modern-day ‘wild child’, Boston, Academic Press

- Chelsea (anni ‘70, California)

Con il termine socializzazione si vuole indicare

proprio questo processo complesso attraverso il

quale l’individuo diventa un essere pienamente

sociale, si integra (in modo più o meno completo)

in un gruppo o in una comunità.

(Sciolla L., Sociologia dei processi culturali, il Mulino, Bologna 2002: p.

219)

Che cosa viene trasmesso?

linguaggio, comportamenti, norme, valori,

conoscenze, pratiche, routine, habitus, istituzioni

Da chi?

la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, le

associazioni religiose, sportive ecc., i mezzi di

comunicazione di massa, le situazioni di lavoro, la

politica, … → le agenzie di socializzazione

La socializzazione è il processo attraverso il quale il

bambino inerme diviene gradualmente una

persona consapevole di se stessa, preparata, in

grado di utilizzare efficacemente le capacità

specifiche della cultura in cui è nata. (Giddens A., Sociologia, il Mulino, Bologna 1991: p.68)

I sociologi chiamano ‘socializzazione’ quel

processo di sforzi profusi dei membri di una

società che sono portatori dei suoi modi di vivere

dominanti al fine di plasmare i comportamenti e i

valori dei suoi membri meno integrati.

(Brint S., Scuola e società, il Mulino, Bologna 2007: p.151)

− apprendimento → appropriazione interiore dei

significati e delle regole più generali che

caratterizzano una società

− adattamento a varie strutture e relazioni nuove

− le competenze di base → le competenze

specifiche

− filogenesi (processo di evoluzione della specie)

ontogenesi (processo di sviluppo dell’individuo)

− norme e valori collettivi: la cultura in senso

comune

- psicologizzazione delle regole di comportamento

→ co-evoluzione delle strutture sociali e delle

strutture psichiche → sviluppo delle forme di

autocontrollo (Elias N., La civiltà delle buone maniere, il Mulino,

Bologna 1982 – prima edizione nel 1936)

- comportamenti sociali → atteggiamenti

socialmente costruiti e trasmessi di generazione in

generazione tramite i processi di socializzazione

La domanda: perché gli individui aderiscono al

patrimonio culturale della propria società?

Due risposte teoriche:

- teoria normativa (Talcott Parsons)

- teoria coercitiva (Louis Althusser, Randall

Collins)

Teoria normativa (T. Parsons)

- interiorizzazione delle norme e dei valori

- consenso sui valori e sulle norme collettive

- autorità morale → lo sviluppo di un sistema

etico proprio

Teorie coercitive

- posizioni sociali degli individui sono differenziate

→ diversa collocazione a seconda della ineguale

distribuzione delle risorse materiali e simboliche

→ disuguaglianze strutturali distributive e

relazionali

- il potere delle classi dominanti

Teorie sullo sviluppo infantile

e sulla socializzazione

Il comportamentismo o i riflessi condizionati

John Watson (1878-1958)

- si può spiegare soltanto ciò che si osserva → gli stati

della coscienza non sono empiricamente osservabili

- metodologia delle scienze sociali → metodologia delle

scienze naturali

- la relazione STIMOLO → RISPOSTA come la relazione

CAUSA → EFFETTO

- l’esperimento con il piccolo Albert (1919)

− “saper vivere” → le esperienze dalle

comunicazioni precedenti positive e negative

− il concetto di RINFORZO che corrobora una

data relazione → il meccanismo attraverso il

quale la società opera il controllo sull’individuo

− Skinner: sequenze di rinforzi → specifiche

esperienze individuali → esperienze collettive

sedimentate nel tempo

Il simbolismo sociale Charles Horton Cooley (1864-1929)

- coscienza sociale del individuo:

• autocoscienza (ciò che ciascuno pensa di se stesso)

• coscienza sociale considerata nei suoi aspetti individuali

(ciò che ciascuno pensa degli altri)

• coscienza pubblica (l’insieme delle credenze e dei valori di

una data società)

- l’autocoscienza non precede la coscienza sociale

→ il concetto’ dell’io specchio (looking-glass self)

(Human Nature and the Social Order, 1902)

George Herbert Mead (1863-1931)

“Mente, sé e società” (1934)

- il significato di qualsiasi gesto → interpretato

sulla base dei CODICI definiti e condivisi

- interiorizzazione dei codici → relazione con gli

altri

- assunzione del ruolo dell’altro

- la distinzione tra “Me” ed “Io”

− l’Io → il bambino non socializzato → la

risposta dell’organismo agli atteggiamenti altrui

− Me → il Sé socializzato (Self) → l’insieme

organizzato degli atteggiamenti degli altri

− “Altro generalizzato” → l’insieme dei principi e

dei modi di agire riconosciuti da tutti i membri

di una data comunità

Sigmund Freud (1856-1939)

La psicoanalisi

- Es, io, super-io (Id, Ego, Super-ego)

- Le fasi dello sviluppo:

• orale,

• anale,

• fallica,

• latente,

• genitale

Erik Erikson (1902-1994)

Il corso della vita

Gli stadi dello sviluppo nel corso della vita

• Infanzia → fiducia contro sfiducia (speranza)

• Prima fanciullezza → autonomia/dubbio, vergogna (volontà)

• Età del gioco → iniziativa/sensi di colpa (finalità)

• Età scolare → industriosità/senso di inferiorità (competenza)

• Adolescenza → identità/diffusione dell’identità (fedeltà)

• Giovinezza → intimità/isolamento (amore)

• Età adulta → generatività/stagnazione (cura)

• Età senile I e II → integrità/disperazione e disprezzo

(saggezza)

Jean Piaget (1896-1980)

Il costruttivismo

- capacità infantile di dare il senso al mondo

- gli esseri umani attraversano diversi stadi distinti

di sviluppo cognitivo, vale a dire del processo

attraverso cui imparano a PENSARE se stessi e il

proprio ambiente.

- ciascun stadio comporta l’acquisizione di nuove

capacità e dipende dal riuscito completamento del

precedente.

Quattro stadi fondamentali

I sensomotorio (0-2 anni): distinzione tra sé e l’ambiente

non è chiara → comprensione di questa distinzione

II preoperazionale (2-7 anni): linguaggio,

rappresentazione simbolica, egocentrismo, incoerenza del

dialogo

III operazioni concrete (7-11 anni): situazioni

empiricamente verificabili, calcolo, relazioni di causalità

IV operazioni formali (11-15 anni): pensiero ipotetico-

deduttivo

Noam Chomsky (nato nel 1928)

Le scienze cognitive

- la cognizione è l’insieme delle abilità mentali,

come la memoria, il linguaggio, la percezione, il

ragionamento, nelle loro manifestazioni normali

e/o patologiche.

- le scienze cognitive sono fortemente

sperimentali, più che partire da una teoria, partono

dai risultati degli esperimenti per ricomporre

gradualmente teorie nel lungo periodo.

Costruttivismo sociale

Alfred Schutz (1899-1959) – sociologia fenomenologica

Il mondo della vita quotidiana

‘Mondo della vita quotidiana’ dovrà indicare il mondo

intersoggettivo che esisteva da molto prima della nostra nascita,

percepito e interpretato dagli altri, i nostri predecessori, come un

mondo organizzato. Ora esso è dato alla nostra esperienza e alla

nostra interpretazione. Ogni interpretazione di tale mondo è basata

su un insieme di previe esperienze di esso, sulle nostre stesse

esperienze e su quelle che abbiamo ereditato dai nostri genitori e

insegnanti, le quali, nella forma di ‘conoscenze a disposizione’

funzionano come schema di riferimento.

(Schutz A., Saggi sociologici, UTET, Torino, 1979.)

- fenomenologia: “il soggetto non è semplicemente nel

mondo, ma costituisce il mondo – si mostra alla coscienza

all’interno delle categoria in cui essa lo inquadra”

- processi di tipizzazione → riduzione della complessità

del reale; tipi di cose; persone; situazioni; rappresentazioni

della realtà, una sorta di classificazione

- imparare a ‘tipizzare’ nei processi di socializzazione –

condivisione con gli altri – fondamentale per l’interazione

sociale

- routine – ‘corsi di azione abitualizzati’

- vari ordini della realtà, sottouniversi, ‘provincie finite di

significato’ → vita quotidiana come realtà per eccellenza:

sospensione del dubbio, il pensiero del ‘dato per scontato’

(oggetti, fini e mezzi)

- il senso comune come ‘il pensiero dell’ovvio’ → ‘pensare

come al solito’ → costrutti tipici → ricette → ‘quello che

ciascuno crede che tutti gli altri credono’

- credenze convalidate intersoggettivamente (Don Chisciotte

e il problema della realtà, 1954); la crisi dello straniero.

- realtà come costruzione sociale

Berger P. e Luckmann T.

La realtà come costruzione sociale (1966)

- la sociologia fondata sulla sociologia della conoscenza

quotidiana

- combinazione di due prospettive sociologiche

fondamentali: quella durkheimiana e quella weberiana

- realtà oggettiva / interiorizzazione soggettiva

- processi di oggettivazione / processi di socializzazione

- formazione di abitudini, routine, istituzioni

“… Una continua identificazione reciproca tra noi: non solo

viviamo nello stesso mondo, ma partecipiamo l’uno nell’esistenza

dell’altro …

… L’individuo è un membro della società solo quando ha

completato questo grado di interiorizzazione. Il processo

ontogenetico attraverso cui ciò avviene è la socializzazione, che può,

dunque, essere definita l’insediamento, completo e coerente, di un

individuo nel mondo oggettivo di una società o di un suo settore.”

La socializzazione

“Socializzazione primaria è la prima socializzazione che

un individuo intraprende nell’infanzia, attraverso la quale

diventa un membro della società.”

“Socializzazione secondaria è ogni processo successivo

che introduce un individuo già socializzato in nuovi settori

del mondo oggettivo della società.”

(Berger P. e Luchmann T., La costruzione sociale della realtà, il Mulino,

Bologna 1969: p. 180)

Socializzazione primaria → produce un mondo tout court – IL

MONDO BASE

Socializzazione secondaria → i sottomondi istituzionali o fondati su

istituzioni → realtà parziali caratterizzate dai componenti

NORMATIVE, AFFETTIVE E COGNITIVE: acquisizione della

conoscenza legata ad un RUOLO.

I ruoli sociali

Diverse posizioni sociali → status

Status ascritti ↔ status acquisiti

I status → carattere statico → etichetta di riconoscimento

Il ruolo → comportamento legato ad un determinato status:

“L’insieme di modi di agire che di una data società sono considerati

caratteristici della condotta delle persone nell’esercizio di una particolare

funzione.”

(Rocher G., in Ghisleni M., Moscati R., Che cos’è la socializzazione?, Carocci,

Roma 2002: p. 43)

- ad ogni status corrispondono diversi ruoli → complesso /set di ruoli

(T. Parsons)

“Perché un sistema sociale funzioni in modo coerente è necessario che i

suoi membri siano dotati di personalità, che hanno fatto propri i valori e le

norme di una cultura comune.” (Jedlowski P. su Parsons in , Il mondo in

questione, Carocci, Roma 2010: p. 221)

- i ruoli → insiemi di comportamenti regolati da norme,

attraverso i quali l'individuo agisce con gli altri → gli status

- ruolo → carattere normativo, dimensione dinamica dello status

- status → insieme dei ruoli che un individuo ricopre →

posizione nella struttura sociale

- reciprocità nella interazione degli “status-ruoli” → unità del

sistema sociale → condivisione di simboli comuni

- il concetto di istituzione → sottounità del sistema sociale che

implicano più ruoli interagenti tra loro (famiglia, scuola …)

- Talcott Parsons, Il sistema sociale, Comunità, Milano, 1981: il

concetto delle variabili strutturali (pattern variables)

Tipologia dei concetti detti “variabili strutturali”

(pattern variables) per distinguere diversi tipi di ruoli:

- ruoli universalistici → è richiesta l’applicazione

delle regole generali al di là dei contesti e delle

persone con cui si interagisce

- ruoli particolaristici → i ruoli che si esercitano

con l’instaurazione di rapporti speciali caso per

caso

Pattern variables – variabili strutturali

ESPRESSIVE

(Gemeinschaft/comunità)

STRUMENTALI

(Gesellschaft/società)

attribuzione/ascrizione realizzazione/acquisizione

diffusione specificità

affettività neutralità

particolarismo universalismo

collettività individuo

- conflitti di ruolo (Merton)

- conflitti di valore tra diversi modelli sociali

- empatia → mettersi nei panni degli altri

- pluralizzazione dei mondi vitali → separazione

della sfera pubblica e di quella privata

- crisi dell’identità individuale dell’uomo moderno:

flessibile, ma anche instabile e precaria

- Parsons: gerarchie dei ruoli in base delle priorità

→ azione razionale strumentale: scelta tra fini

individuali e le aspettative sociali

Interazionismo simbolico

Blumer H., Garfinkel H.

- capacità del singolo di immedesimarsi nella prospettiva del

proprio simile → interpretazione delle aspettative

- di conseguenza l’identità si presenta in quanto

tendenzialmente imprevedibile e mutevole

- Goffman E.: l’identità come maschera →

rappresentazione teatrale della realtà

-l’identità → il tessuto connettivo che tiene insieme le

diverse parti della personalità

- distinzione tra CONCEZIONE DI SE’ (l’insieme dei

valori e aspirazioni di fondo percepiti dall’individuo) e

IMMAGINE DI SE’ (l’apparire in una data circostanza)

-la crisi dell’individuo: incongruenza tra concezione di sé e

l’immagine di sé (R. Turner 1968)

- la crisi e la coerenza dell’uomo moderno (Berger, Berger,

Kellner 1973): identità personale (concreta) ↔ identità

sociale (anonima)

- l’influenza della società nel consolidamento delle

identità ‘incerte’ (donne, immigrati) → processi di

etichettamento

Modelli di socializzazione

Diversi criteri:

- appartenenza di classe (Kohn M.L., Società, classe, famiglia: una

ricerca sui valori parentali nella società industriale, Angeli, Milano 1969)

- appartenenza di genere

- appartenenza etnica e/o culturale

Processi di risocializzazione

- immigrato, soldato, malato, passaggio di classe

Appartenenza di classe

- Robert Lynd e Helen Lynd – comunità di Middletown (1929)

- Duvall E.M. (Conceptions of parenthood, 1946)

- madri classe operaia: ordine e pulizia, obbedienza e

rispetto

- madri classe media: desiderio di imparare, fiducia in se

stessi, felicità, rapporto collaborativo con i genitori

Kohn M.L., Società, classe, famiglia: una ricerca sui valori parentali nella

società industriale, Angeli, Milano 1969

Due aspetti:

a. confronto USA – Italia (generalizzazione della correlazione

appartenenza di classe – modello educativo)

b. cause delle differenze classe media/classe operaia rispetto al tipo

occupazionale dei genitori

- Indice pluridimensionale di classe sociale: posizione

professionale/l’occupazione/reddito/identificazione di classe

Tre tempi di ricerca:

- Washington 1956-57, 339 madri (classe media e operaia,

bianca, figli di età 10-11 anni) + sottocaso di 82

famiglie, interviste a padri e figli;

- Torino 1962-63 (Leonard Pearlin), 520 madri, 314

padri, nessun bambino;

- Washington 1964, interviste strutturate a 3101 uomini

senza restrizione rispetto alla razza, provenienza

geografica, familiare

Esiti della ricerca di Kohn

- Classi medie (superiori): autonomia, indipendenza, autocontrollo,

fiducia in sé stessi, auto-direzione (pensare a sé, prendere le proprie

decisioni, essere flessibili);

- Classe operaia: conformarsi alle regole esterne, ordine, obbedienza

all’autorità, etero-direzione;

Sistema dei premi e delle punizioni

- Classi medie: penalizzare le intenzioni più che punire le

conseguenze dell’azione; premio dell’impegno piuttosto che il

risultato; il fine: interiorizzazione delle norme invece

dell’conformarsi ad esse; adesione alle norme di gruppo:

individualismo (contesto professionale lavorativo)

- Classi operaie: sanzione per le conseguenze dell’azione, punizioni

e non premi, punizioni fisiche; il fine educativo: rispetto per

l’autorità e l’obbedienza verso chi lo esercita; adesione alle norme di

gruppo: solidarietà (contesto professionale lavorativo)

Altre ricerche

Alwin D.F. (1984): USA 1958-1983

- appartenenza di classe in declino; cresce l’influenza del

livello di istruzione dei genitori;

Kohn 1977

-il ruolo delle donne nel mercato di lavoro; separazione

del livello di istruzione e la posizione professionale;

Ricerca dell’Università di Torino e l’Università di Bologna

“Il cambiamento dei valori, dei processi di socializzazione

e dell’identità tra i giovani italiani” (Prof.ssa L. Sciolla)

- Le regole della vita familiare: differenze di classe, background

culturale e di genere (Ricucci R., Torrioni P.M., 2004)

Alcuni dati della ricerca

Raccolta dati:

1. questionari somministrati a tre campioni diversi:

- 2000 giovani a livello nazionale, italiani, maschi e

femmine, età 16-29;

- 500 giovani residenti a Torino

- 500 giovani residenti nella provincia di Torino

2. fase:

a. indagine qualitativa – interviste in profondità ai nuclei

familiari (genitori e figli separatamente)

b. focus groups con gli adulti (genitori e insegnanti) e i

ragazzi

Rispetto alla ricerca di Kohn:

- questionario somministrato ai figli

- livello di istruzione separato dalla posizione professionale

- l’appartenenza di classe definita combinando il tipo di

occupazione sia della madre sia del padre

Obiettivi d’indagine:

- la correlazione tra l’appartenenza di classe e il sistema normativo

- la correlazione tra le regole impartite e il livello culturale dei

genitori

- focus sulla convivenza familiare quotidiana – regole pratiche

stabilite in famiglia

- relazione tra il background economico-culturale dei genitori,

genere e tipo di regole

Concezione di ‘autorità’ di Erich Fromm: struttura dell’autorità

familiare: assoluta, normale, mancanza di autorità,

ribellione/distacco

Socializzazione primaria

− primi anni di vita

− inevitabilità (i genitori non si possono scegliere), positività (rassicurazione, fiducia, gratificazione)

− identificazione della “casa propria”

− identificazione con i modelli rappresentanti degli adulti → “l’altro significativo” → componenti emotive → sviluppo della personalità di base (identità)

− progressivo riconoscimento della rilevanza dei comportamenti e atteggiamenti (ruoli) di importanza generale → “altro generalizzato”

− collocazione dell’individuo dentro la dimensione sociale complessivamente intesa

− formazione della personalità di base dell’individuo

Socializzazione secondaria

− il primo ingresso del bambino / bambina nell’ambito scolastico

− adeguamento dell’individuo alle diverse realtà sociali con le quali interagisce, teoricamente senza fine

− processi di interiorizzazione dei contesti istituzionali – identificazione con i nuovi ruoli

− nella scuola il bambino è definito per quello che fa → relazione tra la identità personale e l’identità sociale (Cavalli)

− transizione da una realtà ad altra → “riti di passaggio” → momenti di crisi

− l’implicazione affettiva diminuisce (tranne nei casi come il matrimonio)

− riconoscimento per la funzione istituzionale → anonimità del ruolo

Agenti tradizionali della socializzazione: famiglia e scuola

- gruppi identificabili e istituzionalizzati come famiglia e

scuola ↔ strumenti di socializzazione che si rivolgono a

tutta la comunità come la radio e la TV

- classificazione per le finalità: socializzazione diretta e

indiretta

-classificazione per età dei gruppi di riferimento:

istituzioni e gruppi sociali che si rivolgono a individui di

età eterogenea oppure a gruppi di età omogenea

- classificazione di Rocher: incrocio delle variabili di età

(eterogenee/omogenee) e dello scopo esplicito (con o

senza)

Famiglia

- legami affettivi / linguaggio/ valori, norme, regole

- la parte intenzionale / la parte inconscia

T. Parsons:

- dalla passività infantile → all’attività adulta

- stadio di dipendenza → stadio dell’indipendenza

- mancanza di conoscenza e di controllo sulle conseguenze dell’agire →

sviluppo e aumento progressivo dei sistemi di controllo

- l’agenzia in cui si rigenera la motivazione alla partecipazione sociale,

controllo delle tensioni

-tre dimensioni di trasformazione: a. la famiglia coniugale - riduzione dei

possibili modelli di adulto; b. dai compiti di produzione a quelli di

consumo; c. progressiva delega dei compiti alle agenzie esterne.

- la famiglia → luogo di mediazione e di riconduzione ad unità dei

messaggi esterni, ma anche il luogo di scontro tra i modelli culturali

diversi

Scuola

- acquisizione delle competenze per svolgere un ruolo sociale adulto

- codici e procedure → prestazione e strumentalità a differenza

della famiglia (gratuità e espressività)

- figura dell’insegnante → ruolo specifico / caratteristiche

oggettive di competenza → dipendenza da un’autorità

impersonale

- indicazione degli obiettivi di apprendimento da raggiungere e

mezzi adeguati per loro acquisizione

- valutazione delle prestazioni → riconoscimento positivo o

negativo

- presenza di altri coetanei → confronto / cooperazione

/competizione

- principi di autorità, prestazione, competizione, cooperazione

- costruzione dell’identità e dell’immagine del sé → forte influenza

nel processo di sviluppo del soggetto

Talcott Parsons: scuola elementare:

- il primo contatto dell’individuo con le norme universali

- procedimento di acquisizione dei risultati attraverso performances

-contatto con gli adulti non-membri della famiglia e con dei coetanei

-Pombeni: compito centrale della scuola è di “dare una struttura ai

pensieri e alle azioni di una persona”

- presa di coscienza delle risorse e dei limiti personali → competenze e

abilità

- il proprio ‘saper fare’ → giudizio su di sé come persona → livello di

aspirazione e di autostima

- successo e insuccesso in aula scolastica → formazione della personalità

- schemi interpretativi di positivo/piacevole/giusto/meritevole →

influenzati dal ‘habitus sociale’ → contesto familiare

- ‘disagio adolescenziale’

Socializzazione indiretta: mass media, gruppo dei pari, religione

Mass media

Ribolzi, 1993: i principali caratteristiche dei messaggi provenienti dai

mezzi di comunicazione di massa:

- si basano su un coinvolgimento emotivo che non comporta i giudizi di

valore ma mira a suscitare stati d’animo o comportamenti di consumo o di

partecipazione sociale o di adesione politica, su basi in buona parte

irrazionali

- non comportano l’interazione / non stimolano i soggetti ad interloquire,

verificare, formulare domande

- esercitano un effetto complessivamente passivizzante, scoraggiano lo

spirito critico e le capacità di scelta

Il gruppo dei pari

- simmetria e parità / assenza delle gerarchie / solidarietà ↔

competizione

- dimensioni di analisi in base a: scopo/genere di rapporti/scambi

che mettono in atto/frequenza delle interazioni

Gruppi informali dei coetanei → forme spontanee di aggregazione; sedi

di frequentazione; uso del tempo libero, l’intreccio delle

comunicazioni, scambio delle esperienze

- riconoscimento dell’omogeneità → differenziazione dal mondo

esterno; leadership accertate – figure del capo-gruppo

Gruppi formali → nate in base a scopi differenti; attività sono

finalizzate; la figura dell’adulto-leader

- il gruppo: luogo di apprendimento, sperimentazione, controllo

dell’azione individuale → costruzione di un’immagine di sé

Religione

- cerimonie e riti → rafforzamento dell’identità collettiva →

l’appartenenza alla comunità

- fattore di mutamento sociale

Socializzazione in età adulta: lavoro, famiglia, politica

Lavoro → cinque funzioni latenti

- strutturazione del tempo quotidiano

- regolari esperienze significative di interazione sociale

- agire sul proprio ambiente

- diretta connessione tra mete individuali e scopi sociali

- definizione dello status sociale e dell’identità personale

Effetti prodotti dalla mancanza di lavoro → deprivazione

psicologica (Pugliese 1986)

Lavoro adolescenziale → passaggio all’età adulta