incontro 18 11-10

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DIP.TO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE PROGRAMMA AUTISMO SPOKE REGGIO EMILIA HUB AREA VASTA EMILIA NORD Responsabile: Dott.ssa Maria Linda Gallo Viale Umberto I°, 50 - 42100 Reggio Emilia Segreteria: Tel. 0522/339038 Corso di formazione Corso di formazione - - azione: azione: PERCORSI DIDATTICI E PEDAGOGICI PER L PERCORSI DIDATTICI E PEDAGOGICI PER L INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE SCOLASTICA SCOLASTICA DI DI BAMBINI CON ASD BAMBINI CON ASD INTERSOGGETTIVITA’ E ABILITA’ SOCIALI COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO NEI BAMBINI CON ASD INTERVENTO SULLA COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO 18 Novembre 2010 18 Novembre 2010 Daniela Contrino – Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica Elisabetta Reverberi - Logopedista

Transcript of incontro 18 11-10

DIP.TO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHEPROGRAMMA AUTISMOSPOKE REGGIO EMILIA

HUB AREA VASTA EMILIA NORDResponsabile: Dott.ssa Maria Linda Gallo

Viale Umberto I°, 50 - 42100 Reggio EmiliaSegreteria: Tel. 0522/339038

Corso di formazioneCorso di formazione--azione:azione:

PERCORSI DIDATTICI E PEDAGOGICI PER LPERCORSI DIDATTICI E PEDAGOGICI PER L’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE

SCOLASTICA SCOLASTICA DIDI BAMBINI CON ASDBAMBINI CON ASD

INTERSOGGETTIVITA’ E ABILITA’ SOCIALI

COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO NEI

BAMBINI CON ASD

INTERVENTO SULLA COMUNICAZIONE E

LINGUAGGIO

18 Novembre 201018 Novembre 2010

Daniela Contrino – Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica

Elisabetta Reverberi - Logopedista

Prerequisiti della comunicazionePrerequisiti della comunicazione

•• IntersoggettivitIntersoggettivitàà: la capacit: la capacitàà di riconoscere sdi riconoscere séé e le l’’altro altro come soggetti di una interazione (imitazione, attenzione come soggetti di una interazione (imitazione, attenzione congiunta, sincronia delle espressioni facciali, scambio congiunta, sincronia delle espressioni facciali, scambio dei turni, sguardo appropriato e flessibile, la prossimitdei turni, sguardo appropriato e flessibile, la prossimitààsociale)sociale)

•• AbilitAbilitàà socialisociali: consentono al bambino di comprendere e : consentono al bambino di comprendere e risolvere i problemi posti dai contatti sociali. Es. risolvere i problemi posti dai contatti sociali. Es. comprensione di indizi affettivi e sociali, consapevolezza comprensione di indizi affettivi e sociali, consapevolezza delle rappresentazioni mentali delldelle rappresentazioni mentali dell’’altro, empatia e uso altro, empatia e uso pragmatico dello sguardo)pragmatico dello sguardo)

“I bambini normali vengono al mondo con la motivazione e la capacità per cominciare a stabilire un’immediata relazione sociale con chi li cura”

(Volkmar et al.,1997)

“Il bambino è predisposto per emettere comportamenti e rispondere a stimoli in modo

da attivare scambi interattivi diadici, èpredisposto per sintonizzarsi con la realtà che lo circonda e inoltre ha la capacità di autoregolarsi e padroneggiare le situazioni in modo da creare una coerenza ad una organizzazione percettivo-

esperienziale”

(Emde,1989)

INTERSOGGETTIVITA’

• Processo di condivisione dell’attivitàmentale che ha luogo tra soggetti durante un

qualsiasi atto comunicativo.

• Co-costruzione di significati emotivi socialmente condivisi

•• la capacitla capacitàà di riconoscere sdi riconoscere séé e le l’’altro come altro come

soggetti di una interazionesoggetti di una interazione

INTERSOGGETTIVITA’

(Newson, 1977; Trevarthen, 1980, 2001; Stern,

1987; Xaiz, Micheli, 2001)

• Si definisce l’insieme coordinato di atti motori, cognitivi ed emotivi

che costituiscono le prime abilità di relazione sociale, la base dello

sviluppo della capacità spontanea di riferirsi ad un’altra persona

• la capacità di riconoscere l'esistenza dell'altro e di se stesso come

soggetti dell’interazione e in interazione;

• la costruzione condivisa con gli altri di significati emotivi, di

desideri, intenzioni

INTERSOGGETTIVITAINTERSOGGETTIVITA’’

•• Le capacitLe capacitàà intersoggettive sono alla base delle abilitintersoggettive sono alla base delle abilitàà sociali e sociali e

della comunicazionedella comunicazione

•• Sono abilitSono abilitàà che si sviluppano e si apprendono nei primi mesi che si sviluppano e si apprendono nei primi mesi

di vita e hanno fortissime componenti innatedi vita e hanno fortissime componenti innate

•• Sono carenti nei soggetti con disturbi dello spettro autistico, Sono carenti nei soggetti con disturbi dello spettro autistico, in in

tutte le ettutte le etàà, anche in soggetti che hanno buone competenze , anche in soggetti che hanno buone competenze

linguistichelinguistiche

I fondamenti dell’intersoggettività: l’interazione di sguardo nel primo anno di vita (Stern 1987, Trevarthen 2001)

INTERSOGGETTIVITA'INTERSOGGETTIVITA'

INTERSOGGETTIVITAINTERSOGGETTIVITA‘‘

PRIMARIAPRIMARIA::

dalla nascita ai 7dalla nascita ai 7--9 mesi il 9 mesi il

bambino sperimenta bambino sperimenta

situazioni di scambio che situazioni di scambio che

si svolgono allsi svolgono all’’interno della interno della

coppia costituita da lui e coppia costituita da lui e

dalla mammadalla mamma

INTERSOGGETTIVITAINTERSOGGETTIVITA‘‘SECONDARIASECONDARIA::

quando il bambino inizia a quando il bambino inizia a spostarsi, utilizza ciò che spostarsi, utilizza ciò che aveva sperimentato aveva sperimentato nellnell’’intersoggettivitintersoggettivitàà primaria primaria come spinta per incontrare come spinta per incontrare altri soggetti e per scambiare altri soggetti e per scambiare con loro esperienze relative a con loro esperienze relative a quello che accade nel mondo quello che accade nel mondo (9(9--18 mesi)18 mesi)

INTERSOGGETTIVITAINTERSOGGETTIVITA’’PRIMARIAPRIMARIA

Abilità di base:

• Interesse per il viso umano: capacità di riconoscimento dei visi e della loro espressione

• Orientamento: capacità di reagire ad uno stimolo nuovo, di distinguere ciò che è nuovo e rilevante

• Attivazione : capacità di attivarsi sia fisicamente che emotivamente

• Attenzione : capacità di orientarsi a lungo nei confronti di uno stimolo, in modo da percepirne le caratteristiche

• capacità di alternanza di turni : la “conversazione” nello scambio alternato con la mamma di sorrisi, sguardi, suoni

• integrazione di diverse modalità sensoriali in nuove configurazioni incrociate

INTERSOGGETTIVITA’ PRIMARIA

Questi scambi diadici (madre-bambino) possono essere definiti

“protoconversazioni” perché hanno caratteristiche comportamentali

dinamiche e paralinguistiche (tono, volume e ritmo)

INTERSOGGETTIVITA’ SECONDARIA

Dalle interazioni diadiche

(madre-bambino)

alle interazioni a tre

(madre-bambino-oggetto)

INTERSOGGETTIVITA’ SECONDARIA

Il passaggio a questa fase è testimoniato dall’emergere di importanti fenomeni:

- EMOZIONE CONGIUNTA

- ATTENZIONE CONDIVISA

- INTENZIONE CONGIUNTA

- IMITAZIONE

- SCAMBIO DI TURNI

EMOZIONE CONGIUNTA

“condivisione tra l’io e l’altro delle emozioni

provocate da qualche situazione”(Micheli, Xaiz,2001)

Si riferisce all’utilizzo da parte del bambino della reazione emotivadell’adulto come indicazione e commento sulla valenza emotiva

di un oggetto o di un’altra persona presente nell’ambiente.

ATTENZIONE CONGIUNTA

Forma di attenzione COORDINATA e PARECIPATA tra due persone su uno stesso oggetto che ha luogo in

un contesto sociale.

Due modalità:

- Rispondere all’orientamento dell’attenzione mostrato dall’adulto

- Iniziare una condivisione cercando di dirigere l’attenzione altrui su un oggetto

INTENZIONE CONGIUNTA

Consiste nel riconoscimento:

� del volere che è condiviso o riconosciuto come presente tra i soggetti;

�del proprio volere che è uguale o diverso da quello dell’altro;

�della propria intenzione a cui il volere dell’altro può o meno aderire.

(es. “mettiamo le scarpe”)

IMITAZIONE

Capacità che si sviluppa a partire dalle abilità preesistenti

dell’intersoggettività primaria con il contributo dell’attenzione

congiunta.

INTERSOGGETTIVITAINTERSOGGETTIVITA’’

SECONDARIASECONDARIA

Correlati comportamentali:

• l’attenzione congiunta

• l’intenzione congiunta

• l’emozione congiunta

• lo scambio di turni

• l’imitazione

CORRELATI COMPORTAMENTALICORRELATI COMPORTAMENTALI

SVILUPPO TIPICO

ATTENZIONE CONGIUNTA:

� alternare il proprio sguardo fra l’oggetto che si sta osservando e l’altra persona,

� seguire con lo sguardo l’indicazione dell’altro,� controllare dove l’altro sta guardando e guardare

nella stessa direzione,� indicare per mostrare o per chiedere: “cos’è?”� portare una cosa all’altro per fargliela vedere

CORRELATI CORRELATI

COMPORTAMENTALICOMPORTAMENTALISVILUPPO ATIPICO

ATTENZIONE CONGIUNTA:

- Difficile trovare questi comportamenti in un bambino con difficoltà di tipo autistico

- Riscontro unanime in letteratura di un deficit, un ritardo, una peculiarità anomala nello sviluppo del comportamenti legati all’attenzione congiunta

- La mancanza o il ritardo nella comparsa di tali comportamenti potrebbero essere segni assolutamente caratterizzanti dell’autismo e dei disturbi generalizzati dello sviluppo.(Baron-Cohen et al.,1992)

CORRELATI CORRELATI

COMPORTAMENTALICOMPORTAMENTALI

SVILUPPO TIPICO

IMITAZIONE:�Capacità di imitare espressioni del viso,gesti,

movimenti, l’uso di oggetti;� L’imitare crea un ponte fra me e l’altro, il mio ripetere

l’azione mi fa entrare in contatto ed essere quello che l’altro è, mi fa interiorizzare l’esperienza dal punto di vista dell’altro.

�Abilità cardine nello sviluppo sociale, cognitivo e linguistico.

� Svolge un ruolo fondamentale nel gioco di finzione

CORRELATI CORRELATI

COMPORTAMENTALICOMPORTAMENTALI

SVILUPPO ATIPICO

IMITAZIONE:

La difficoltà a imitare e, soprattutto, la mancanza di motivazione a farlo si riscontrano in modo caratteristico anche in bambini

molto abili in altri ambiti di sviluppoNelle valutazioni effettuate utilizzando il PEP-3 si riscontrano

abitualmente bassi punteggi nelle capacità di imitazione(Micheli, Xaiz, 2001)

CORRELATI COMPORTAMENTALICORRELATI COMPORTAMENTALI

SVILUPPO TIPICO

EMOZIONE CONGIUNTA:

� ridere e sorridere insieme, in risposta alla stessa situazione,

� rispondere con la manifestazione di un’emozione (es. mimica facciale significativa) al comportamento dell’altro (solletico, una canzoncina, una battuta)

� cogliere l’emozione dell’altro ed adattarsi ad essa,

� sincronia delle espressioni facciali (utilizzare l’espressione delle emozioni come strumento di scambio sociale)

SCAMBIO DEI TURNI : alternanza di sguardi, sorrisi, azioni, giochi

CORRELATICORRELATI COMPORTAMENTALICOMPORTAMENTALI

SVILUPPO ATIPICO

EMOZIONE CONGIUNTA:

� L’espressione dell’emozione congiunta è sempre un ambito

problematico, anche se presenta un’estrema variabilità

individuale.

� L’assenza di emozione congiunta non permette di

costituire quella modalità comune di esprimersi che rende

leggibili le nostre emozioni all’altro.

CORRELATI COMPORTAMENTALICORRELATI COMPORTAMENTALI

SVILUPPO TIPICO

INTENZIONE CONGIUNTA:

�Risposta alla proposta

� Fare accanto

� Fare insieme

�Dare una risposta agli inviti (“salta”, “vieni qui”)

CORRELATI COMPORTAMENTALICORRELATI COMPORTAMENTALI

SVILUPPO ATIPICO

INTENZIONE CONGIUNTA:

Si sviluppa molto tardi, e in molti casi, malamente o mai;Queste difficoltà hanno forti ripercussioni negative:� Sulla vita quotidiana;� Sulla possibilità di insegnare abilità essenziali allo

sviluppo.Ogni insegnamento si basa su un incontro di voleri e sulla

risposta a una proposta.Deriva da un disturbo di sviluppo dell’intenzione

congiunta e dall’incapacità ci capire che un messaggio èstato lanciato, e di poterlo quindi decodificare

CORRELATI COMPORTAMENTALICORRELATI COMPORTAMENTALI

SCAMBIO DEI TURNI :

� alternanza di sguardi, sorrisi, azioni che avviene sina dai primi mesi

� Assume maggiore rilevanza se accoppiato all’uso degli oggetti e ai giochi;

� Sono moltissime le situazioni sociali che funzionano con l’applicazione spontanea e generalizzata dell’idea del turno;

� La conversazione è l’applicazione più importante.

� Lo sviluppo del turno è difficoltoso e deve essere appreso come un’abilità non spontanea.

I bambini con difficoltà nelle sviluppo presentano menomazioni qualitative:

� nelle abilità di relazione sociale reciproca;

� nella comunicazione

�hanno un repertorio di interessi e di attività ristretto, limitato e ripetitivo

Abilità di relazione sociale reciprocaPer il bambino autistico:

- Non è naturale riferirsi all’altro per comprendere la situazione, quello che si fa e perché;

- Manca il senso di reciprocità nel gioco;

- Manca l’emozione connessa ad uno scambio di turni;

- Manca l’osservazione finalizzata all’imitazione

- Manca il compiere un’azione allo scopo di farsi vedere.

Abilità di relazione sociale reciproca

Dawson (1991) incapacità a tollerare un livello di attivazione che è di solito tollerato e gradito dai bambini.

Il rapporto tra novità e prevedibilità, fondamentale perché un organismo possa trattare con sicurezza le informazioni che riceve

dall’ambiente, è squilibrato

Abilità di relazione sociale reciproca

Tre conclusioni utili per la pratica:

1. È necessario che l’ambiente-gioco sia prevedibile e costante

2. È necessario che i tentativi di interazione sociale possano ripetersi con costanza, con un equilibrio tra novità e ripetizione molto spostato verso la ripetizione

3. Non si può contare su significati sociali per motivare il bambino. Il lavoro deve passare attraverso significati concreti legati alle cose e alle attività, e non al piacere reciproco del contatto che va costruito

Abilità di comunicazione

Ricordare che molto di quello che si dice, a parole o con altri mezzi potrebbe essere non capito.

INDICAZIONI PRATICHE:

• Parlare in modo chiaro e semplice, con parole direttamente legate a quello che si fa e si sta usando;

• Affidate i messaggi alle cose , organizzando materiali, oggetti e arredi in modo che esprimano il discorso semplice che che voletecomunicare

• Se necessario guidatelo fisicamente

Repertorio di interessi

• All’inizio proponete giochi e attività che piacciono, interessano o provocano un’emozione positiva;

• Considerare le stereotipie non solo come fastidiose o da eliminare, ma come ponti per costruire nuovi interessi;

• Utilizzate materiali già noti;

• Alternate nuove proposte con l’offerta di attività o materiali giàpresenti nel repertorio delle cose da lui conosciute o amate;

• Cercate di capire quali elementi sono da stimolo (luci, colori, rumori, vibrazioni) e introducete nuovi oggetti che contengono elementi simili

ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO FISICO

È un elemento necessario per facilitare l’interazione.È il luogo scelto e il modo in cui lo predisponete a dire albambino come comportarsi.Lo spazio fisico del gioco deve essere:- Identificabile visivamente - Circoscritto- Essenziale- Comodo e confortevole.Non deve contenere:-elementi di distrazione-elementi di attrazione

STRUTTURAZIONE DEL TEMPO

• Prevedere il tempo in cui realisticamente il bambino potrà essere attento e collaborativo

• Costruire dei rituali di inizio e fine dell’attività di gioco;

• Usate simboli o timer che possa indicare l’inizio e la fine.

• Fate precedere e terminare le attività di gioco con attività quotidiane ripetute (bagno, merenda)

PREVEDIBILITA’ E RIPETIZIONE

• Le singole attività possono essere ripetute nello stesso modo per molto tempo

• Favorire la possibilità ce alcuni giochi diventino dei veri e propri rituali

• Quando una routine di gioco è consolita introdurre un solo cambiamento alla volta

• Introdurre cambiamenti non solo nella modalità di gioco e nei materiali, ma anche di situazioni sociali

CURA PER LA MOTIVAZIONE

La motivazione si compone di diversi aspetti:

- È motivante ciò che si capisce

- È motivante ciò che si è in grado di fare

- È motivante ciò che risponde al proprio stile emotivo e percettivo

FUNZIONI SOCIALI DEI GIOCHI

• Aumentare l’uso dello sguardo: guardare, essere guardati, guardare insieme una cosa

• Scambio di turni

• Indicare e seguire l’indicazione

• Condividere un’emozione

GIOCHI CON LE BOLLE DI SAPONE

FUNZIONI:

- SINTONIZZAZIONE AFFETTIVA

- GUARDARE E GUARDARE INSIEME

- SCAMBIARE SGUARDI, SORRISI E VOCALIZZI

- RISPONDERE ALLE RICHIESTE DIGUARDARE E FARE AZIONI

- SCAMBIO DI RUOLI

GIOCHI CON I PALLONCINI

FUNZIONI:

SINTONIZZAZIONE AFFETTIVA

ATTENZIONE CONGIUNTA

GUARDARE E GUARDARE INSIEME

SCAMBIARE SGUARDI, SORRISI E VOCALIZZI

RISPONDERE ALLE RICHIESTE DIGUARDARE E FARE AZIONI

SCAMBIO DI RUOLI

GIOCHI CON LE PALLE

FUNZIONI:

•CONDIVISIONE EMOTIVA

• ATTENZIONE

• ATTENZIONE CONGIUNTA

• IMITAZIONE

• SCAMBIO DI TURNI

GIOCHI CON I CUBI

FUNZIONI:

-CONCENTRAZIONE NEL GESTO

-ATTESA

-TURNO

-SINTONIZZAZIONE EMOTIVA

GIOCHI CON LA VOCE

FUNZIONI:

- SINTONIZZAZIONE AFFETTIVA

- SCAMBIO VOCALE

- SCAMBIO DI SGUARDI

- EMOZIONE CONGIUNTA

- ATTENZIONE AL VISO DI UN ALTRO

Comunicazione e linguaggio: non Comunicazione e linguaggio: non

sono sinonimisono sinonimi

COMUNICAZIONE:

inviare e ricevere messaggi

Consiste nell'abilità di inviare intenzionalmente

messaggi ad altre persone e riceverli, interpretando i

messaggi che gli altri inviano.

La comunicazione comprende abilità linguistiche ed

extralinguistiche (uso dello sguardo, gestualità,

mimica).

LINGUAGGIOLINGUAGGIO

• Codice comunicativo condiviso, che può

essere verbale, gestuale o altro

• Il linguaggio verbale è uno dei tanti mezzi comunicativi a nostra disposizione per

veicolare un messaggio

Cosa serve per comunicare?Cosa serve per comunicare?

•• Qualcuno con cui comunicareQualcuno con cui comunicare

•• Un motivo per comunicareUn motivo per comunicare

•• Un mezzo per comunicare un messaggioUn mezzo per comunicare un messaggio

•• Che la comunicazione sia una esperienza Che la comunicazione sia una esperienza

piacevolepiacevole

Diversi modi di comunicare

COMUNICAZIONE

• Scambio intenzionale di messaggi tra due o piùpersone attraverso un mezzo comunicativo

• Varia in funzione al grado di intimità e all’appartenenza a gruppi comuni

• I messaggi contengono informazioni esplicite ed implicite

• Gli scambi avvengono sul piano verbale e non verbale

• Comunicare è inevitabile

COMUNICAZIONE EFFICACE

•• LL’’efficacia di un atto comunicativo si misuraefficacia di un atto comunicativo si misurain funzione al raggiungimento dellin funzione al raggiungimento dell’’obiettivoobiettivo

• Possesso di strumenti comunicativi

• Abilità sociali

• Flessibilità

• Capacità di cogliere e trasmettere empatia

OBIETTIVI COMUNICATIVI

• Creare legami, stabilire e intrattenere rapporti interpersonali

• Imparare, insegnare, acquisire nuove conoscenze

• Aiutare, consigliare, essere aiutati

• Divertirsi, giocare, evadere, essere gratificati

• Influenzare, dominare, manipolare, dirigere, indirizzare, convincere, andare d’accordo

Cosa serve per comunicare?

• Qualcuno con cui comunicare• Capacità di percezione: udito e decodifica• Un bisogno da comunicare• Desiderio di comunicare• Un mezzo per comunicare

(codice condiviso)• Un’esperienza piacevole• Modificare la comunicazione in base al feed-back

(flessibilità e adattamento)

Caratteristiche della comunicazionenei bambini affetti da autismo

• Difficoltà di comprensione verbale

• Importanti difficoltà nell’area pragmatica

• Risposta non coerente agli stimoli uditivi• Assenza di linguaggio• Ecolalia• Ritardo di linguaggio• Linguaggio gergale• Disturbo in una o più componenti del linguaggio• Alterazione della prosodia

Pragmatica

� Utilizzare il linguaggio ai fini comunicativi� Formulare giudizi in merito ai bisogni e alle abilità dell’ascoltatore

� Applicare le regole del discorso al linguaggioal fine di partecipare a scambi comunicativi efficaci

� Utilizzare correttamentemimica, gestualità, sguardo, postura

� Prossimità sociale � Regolare la prosodia, l’intonazione e l’intensità vocale � Riuscire a comprendere il significato non letterale

Comprensione

• Agnosia uditivo-verbale o agnosia uditiva• Deficit specifici per l’aspetto pragmatico recettivo

• Deficit semantico e morfosintattico• Deficit di discriminazione fonologica (incapacità di

discriminazione rapida sequenziale e di identificazione delle unitàsignificative nella catena liguistica)

• Deficit profondo di comprensione del legame significato- significante

TERAPIA INDIVIDUALE• PROMUOVERE COMPORTAMENTI

COMUNICATIVI: alternanza dello sguardo, uso funzionale degli oggetti, imitazione, condivisione, scambio, turno

• SVILUPPARE E RINFORZARE GLI ATTI COMUNICATIVI SPONTANEI: richiesta di attenzione, richiesta di oggetti, richieste di azione, protesta, rifiuto

TERAPIA DI GRUPPO:

• INCENTIVARE GLI SCAMBI COMUNICATIVI CON I PARI: rispetto di regole comuni, condivisione ludica ed emotiva

MODALITAMODALITA’’ DI COMUNICAZIONE DI COMUNICAZIONE

CON SOGGETTI CON AUTISMOCON SOGGETTI CON AUTISMO

- USARE SOLO LE PAROLE NECESSARIE

- PARLARE LENTAMENTE E CHIARAMENTE

- USARE CARATTERISTICHE DELLA VOCE INDIVIDUALIZZATE

- ASSOCIARE ALLE PAROLE GESTI SIGNIFICATIVI

- UTILIZZARE SUPPORTI VISIVI

- PROPORRE SEQUENZE DI PASSAGGI PREVEDIBILI: AGENDA

- STRUTTURAZIONE DELL’AMBIENTE

- RISPETTARE I TEMPI DI LATENZA

- EVITARE DI ANTICIPARE I BISOGNI DEL BAMBINO

- PREANNUNCIARE I CAMBIAMENTI

- USARE ROUTINE SOCIALI

- SCAMBIO DEI RUOLI

Suggerimenti

• È importante essere fermi, decisie nello stesso tempo calmi e accoglienti

• Utilizzare facilitazioni

• Sfruttare gli interessi del bambino

• Promuovere l’integrazione uditivo visiva

• Favorire l’utilizzo funzionale del linguaggio e degli atti comunicativi

• Promuovere l’acquisizione di autonomie e routine

• Presentare un’attività alla volta

• Proporre attività in piccolo gruppo

• Lavorare sull’arricchimento linguistico:comprensione del linguaggio, strutturazione della frase e abilità narrative

• Migliorare le capacità conversazionali:iniziare, mantenere e concludere una conversazione

• Favorire la comprensione e il rispetto delle regole sociali

• Migliorare la prosodia e le caratteristiche vocali

STRATEGIE OPERATIVE

• Proporre un ambiente chiaro, prevedibile con stimoli talvolta ripetuti

• Promuovere l’acquisizione di autonomie e routine• Presentare un’attività alla volta• Proporre giochi di scambio in piccolo gruppo• Non posizionare il materiale alla portata del bambino• Creare situazioni in cui il bambino sia obbligato a

chiedere• Utilizzare materiale visivo: foto, immagini, parola

scritta (anche se non sanno ancora leggere)

Caratteristiche della comunicazione nel bambino verbale

• Può parlare molto, anche da solo, ma non usare il linguaggio per fare conversazione => cercare di fargli usare le parole per chiedere qualcosa o per dare istruzioni

• Può avere difficoltà ad unirsi a una conversazione e nel sapere cosa dire => spiegare le regole di conversazione e le modalità

• Può essere fissato con un argomento e monopolizzare la conversazione senza ascoltare le risposte dell’interlocutore=> intervenire nel monologo facendo domande o dando informazioni sull’argomento spiegando che la conversazione funziona così

continua…

…continua

• Può non comprendere il linguaggio e rispondere in modo non pertinente => accertarsi sempre della comprensione

• Può non essere in grado di formulare correttamente le domande => proporre modelli di domanda attivando modalità ecologiche di scambio

• Può dare troppe o poche informazioni (es: l’ho comprato ieri) =>spiegare al bambino che non ha detto di cosa sta parlando e che noi non possiamo sapere determinate cose, chiedergli e suggerirgli le informazioni mancanti

• Può usare un linguaggio ripetitivo o formulare frequenti domande delle quali conosce già la risposta => il bambino preferisce le cose conosciute, ricordare quando una cosa ve l’ha già raccontata o ricordate che conosce già la risposta di una determinata domanda (avvisarlo che potremo non rispondergli più e che il comportamento è sgradevole )

• Può inserirsi in conversazioni a sproposito => spiegate che si stava parlando di quel particolare argomento e deve continuare l’argomento in questione o aspettare che venga concluso

• Può avere difficoltà narrative e nelle spiegazioni (le spiegazioni e i racconti prevedono l’ ideazione e la formulazione di frasi mantenendo una sequenza logica e temporale) =>guidare il racconto a se necessario ripetere ciò che ha appena detto, ma in modo coerente.

• Può parlare in modo troppo informale o troppo formale rispetto al contesto =>proporre il modello più adeguato spiegando situazione, modalità appropriata e motivazione

COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE

e e

LINGUAGGIOLINGUAGGIO

DIP.TO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHEPROGRAMMA AUTISMOSPOKE REGGIO EMILIA

HUB AREA VASTA EMILIA NORDResponsabile: Dott.ssa Maria Linda Gallo

Viale Umberto I°, 50 - 42100 Reggio EmiliaSegreteria: Tel. 0522/339038

Comunicazione e linguaggio

Non sono sinonimi

COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE

Processo di codifica, trasmissione e decodifica di segnali finalizzati allo scambio di informazioni e idee tra i

partecipanti

Scambio intenzionale di messaggi tra due o piu’persone

...a cosa serve comunicare?...a cosa serve comunicare?

La comunicazione è un fenomeno socialefenomeno sociale

• Creare legami, stabilire e intrattenere rapporti interpersonali

• Divertirsi, giocare, essere gratificati

• Imparare, insegnare, acquisire nuove conoscenze

• Aiutare, consigliare, essere aiutati

• Influenzare, dominare, manipolare, dirigere, indirizzare,

convincere, andare d’accordo

La comunicazione modifica il contesto

LINGUAGGIOLINGUAGGIO

“ E' un codice o un sistema socialmente condivisocondiviso per la rappresentazione di concetti mediante l'uso di simbolisimboli

governati da regole”

Il codice condiviso che può essere verbale, gestuale o altro

La comunicazione è una funzione primaria del linguaggio

Diversi tipi di linguaggio

COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE

Gi scambi avvengono sul piano verbale e non verbale

I messaggi contengono informazioni esplicite ed implicite

Comunicare Comunicare èè inevitabileinevitabile

È la capacità di comunicare qualcosa attraverso diversi mezzi e la

capacità di comprendere l'intento e il contenuto della comunicazione

che arriva attraverso diversi canali

Comunicazione Comunicazione EFFICACEEFFICACE

L’efficacia di un atto comunicativo si misura in funzione al raggiungimento

dell’obiettivo

(es.pianto)

Comunicazione Comunicazione ADEGUATAADEGUATA

Possesso di strumenti comunicativi condivisi

Abilità sociali

Flessibilità

Capacità di cogliere e trasmettere empatia

LA COMUNICAZIONE E IL LA COMUNICAZIONE E IL

LINGUAGGIOLINGUAGGIO

NEI BAMBINI CON AUTISMONEI BAMBINI CON AUTISMO

La funzione La funzione ““linguaggiolinguaggio”” e la funzione e la funzione

““comunicazionecomunicazione”” risultano entrambe risultano entrambe sempresempre

compromessecompromesse

PRAGMATICAPRAGMATICA

““ Studia i meccanismi e le rappresentazioni mentali che Studia i meccanismi e le rappresentazioni mentali che

permettono a parlanti ed ascoltatori di risolvere le ambiguitpermettono a parlanti ed ascoltatori di risolvere le ambiguitàà, e , e

di interpretare il linguaggio nel contesto verbale e non verbaledi interpretare il linguaggio nel contesto verbale e non verbale””

È la capacità di utilizzare il linguaggio ai fini comunicativi

Fattori sociali, emozionali, cognitivi e linguistici si fondono nella

ricezione ed emissione di messaggi

La pragmatica comprende tre aree di conoscenza/competenza

1. la capacita di utilizzare enunciati per esprimere

intenzionalità al fine di ottenere uno scopo

Comprendere il significato non letterale della comunicazione

2. la capacita di formulare giudizi (cioè fare supposizioni) in

merito ai bisogni e alle abilità dell'ascoltatore, al fine di

regolare lo stile o il contenuto del discorso a seconda delle

esigenze dell'ascoltatore e/o della situazione)

Utilizzare abilità intersoggettive

Regolare prosodia, intonazione, volume

Utilizzare e riconoscere mimica, gestualità, postura, espressioni

facciali

3. la capacita di applicare le regole del discorso al fine

di partecipare a scambi conversazionali cooperativi

Iniziare, sostenere, concludere una conversazione

“La gente mi confonde.Per due ragioni, fondamentalmente.La prima è che la gente parla molto senza usare le parole…

La seconda ragione è che la gente spesso parla usando delle metafore. “

(Tratto dal romanzo di Mark Haddon “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”)

Esempi di

frasi non letterali

(modi di dire)

COMPRENSIONECOMPRENSIONE

Difficoltà nella processazione delle informazioni verbali

�Deficit di attenzione, discriminazione e integrazione uditiva

�Deficit specifico pragmatico (interpretazioni letterali)

�Deficit semantico e morfosintattico

�Deficit di discriminazione fonologica

�Difficolta ad utilizzare le informazioni contestuali per la comprensione

�Difficoltà attentive e comportamentali

LINGUAGGIO ESPRESSIVOLINGUAGGIO ESPRESSIVO

�Ritardo o assenza di linguaggio

�Disturbo di una o più componenti strutturali del linguaggio

(fonetica, fonologia, lessico, morfosintassi)

�Ecolalia e/o linguaggio gergale

�Inversione pronominale

�Alterazione degli aspetti soprasegmentali (prosodia,

intonazione, intensità, ritmo)

...come favorire la comunicazione?...come favorire la comunicazione?

� Utilizzare supporti visivi: foto, immagini, parola scritta

� Preannunciare i cambiamenti (agenda)

� Proporre un ambiente chiaro, prevedibile con stimoli talvolta ripetuti

� Strutturare l’ambiente (selezionare il materiale e proporlo gradualmente)

STRUTTURAZIONE DEL CONTESTOCONTESTO

� Essere fermi e decisi ma nello stesso tempo calmi ed accoglienti

� Associare alle parole gesti significativi

� Usare solo le parole necessarie

� Parlare lentamente e chiaramente

� Usare caratteristiche della voce individualizzate

� Rispettare i tempi di latenza

� Non creare ambiguità nell’utilizzare modalità comunicative verbali e non verbali (coerenza del contenuto comunicativo)

DAL PUNTO DI VISTA DELL'OPERATOREOPERATORE

� Promuovere l’acquisizione di routine (ciao, grazie…)

� Non posizionare il materiale alla portata del bambino, ma creare

situazioni in cui il bambino sia obbligato a chiedere, utilizzando la

modalità più adeguata al suo livello di sviluppo (sguardo, indicazione,

denominazione, frase….)

� Sfruttare e partire dagli interessi del bambino

� Promuovere l’integrazione uditivo-visiva

STRATEGIE OPERATIVESTRATEGIE OPERATIVE

� Favorire la comprensione e il rispetto delle regole sociali

� Favorire l’utilizzo funzionale del linguaggio e degli atti comunicativi

� Sviluppare ed incentivare la flessibilità nell’uso del linguaggio in funzione dei contesti sociali

OBIETTIVIOBIETTIVI

�L’opportunità di lavoro sui prerequisiti della

comunicazione

�L’opportunità di scambi comunicativi

�L’imitazione tra pari

�La comunicazione spontanea

Il lavoro in piccolo gruppo nel contesto Il lavoro in piccolo gruppo nel contesto scolastico scolastico favoriscefavorisce……....