INAUGURAZIONE DELLA OTTAVA ESPOSIZIONE … · Il discorso del Sindaco. ... Se quelle furono...

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- 152 - INAUGURAZIONE DELLA OTTAVA ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D'ARTE DELLA CITTÀ DI VENEZIA. II 24 aprile ultimo scorso SI e lllaugurata in Venezia l'ottava esposIzIone in- ternazionale d'arte. Alla grande e civile festa convennero S. A. Reale il principe di Udine, in rappresentanza di S. M. il Re, l'ono Rava, ministro della pubblica istruzione, il direttore generale delle antichità e delle belle :lrti, comm. Corrado Ricci e una grandissima folLl di autorità e di invitati. Il discorso del Sindaco. La cerimonia ebbe luogo uel grande salone decorato dal Sartorio, nel cui fondo campeggia il colossale Auriga di Davide Calandra. Il salone era gremito di una folla di siguori cd eleganti signore, ed offriva Ull aspetto mirabile. Il principe di Udine, il ministro dell'istruzione, le rappreselltanze ufficiali ed i commissari italiani e stranieri entrarono uel salolle e subito dopo il sindaco conte Grimani, presidente del!' Esposizione, prouunziò un discorso a varie riprese ap- plaudito. Egli rilevò l'effìcacia sempre maggiore delle mostre internazionali d'arte di Venezia, cbe hanno pienamente e mirabilmente risposto al programma che le aveva ispirate. Con vivo e legittimo compiacimento e con riconoscenza salutò il concorso degli Stati stranieri alla nostra festa d'arte, cui partecipauo quest'anno auche gli Stati Uniti, pur non avendo ancora una sede propria. II conte Grimaui acccnnò anche alla nuova iniziativa assunta quest'anno con le mostre individuali cbe, essendo pagine insigni della storia odierna dell'arte, rap- presentauo nella mostra, non solo un cimento, ma anche una scuola. Concluse, tra grandi applausi, con llll saluto al Re e al ministro della pub- blica istruzione. Il discorso dell'ono Rava. Si leva poi a parlare il ministro dell'istruzione. Egli dice: A ltez..za Reale, siguor Sindaco, Signori, È di grande onore e di vivo compiacimento per me recare a Venezia, per la seconda volta, il saluto del Governo nella solenne inaugurazione della VIII Espo- sizione internazionale d'arte. Una patriottica e saliente deli berazione del Comune d i Venezia volle celebrata di bienuio in Lieuuio questa festa dell'arte, che ha un alto significato educativo, uua larga irradiazione civile e sociale che conforta ed ammaestra.

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INAUGURAZIONE DELLA

OTTAVA ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D'ARTE

DELLA CITTÀ DI VENEZIA.

II 24 aprile ultimo scorso SI e lllaugurata in Venezia l'ottava esposIzIone in­ternazionale d'arte. Alla grande e civile festa convennero S. A. Reale il principe di Udine, in rappresentanza di S. M. il Re, l'ono Rava, ministro della pubblica istruzione, il direttore generale delle antichità e delle belle :lrti, comm. Corrado Ricci e una grandissima folLl di autorità e di invitati.

Il discorso del Sindaco.

La cerimonia ebbe luogo uel grande salone decorato dal Sartorio, nel cui fondo campeggia il colossale Auriga di Davide Calandra. Il salone era gremito di una folla di siguori cd eleganti signore, ed offriva Ull aspetto mirabile.

Il principe di Udine, il ministro dell'istruzione, le rappreselltanze ufficiali ed i commissari italiani e stranieri entrarono uel salolle e subito dopo il sindaco conte Grimani, presidente del!' Esposizione, prouunziò un discorso a varie riprese ap­plaudito.

Egli rilevò l'effìcacia sempre maggiore delle mostre internazionali d'arte di Venezia, cbe hanno pienamente e mirabilmente risposto al programma che le aveva ispirate.

Con vivo e legittimo compiacimento e con riconoscenza salutò il concorso degli Stati stranieri alla nostra festa d'arte, cui partecipauo quest'anno auche gli Stati Uniti, pur non avendo ancora una sede propria.

II conte Grimaui acccnnò anche alla nuova iniziativa assunta quest'anno con le mostre individuali cbe, essendo pagine insigni della storia odierna dell'arte, rap­presentauo nella mostra, non solo un cimento, ma anche una scuola.

Concluse, tra grandi applausi, con llll saluto al Re e al ministro della pub­blica istruzione.

Il discorso dell'ono Rava.

Si leva poi a parlare il ministro dell'istruzione. Egli dice:

A ltez..za Reale, siguor Sindaco, Signori,

È di grande onore e di vivo compiacimento per me recare a Venezia, per la seconda volta, il saluto del Governo nella solenne inaugurazione della VIII Espo­sizione internazionale d'arte.

Una patriottica e saliente deli berazione del Comune d i Venezia volle celebrata di bienuio in Lieuuio questa festa dell'arte, che ha un alto significato educativo, uua larga irradiazione civile e sociale che conforta ed ammaestra.

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Fu punto di partenza Ull avvenimento lieto (il veutlclllquesimo anniversario

delle nozze dei sovrani d'Italia ), ed ogni nuova esposizioue seguo uua luminosa pietra mili;lre nel cammino dell'arte contemporanea.

Così Venezia ha il vauto di essere stata rwmotrice di uua gara artistica mon­d iale, a cui cooperano nobilmente i più eletti artisti ed il pubblico di tutte le nazioni

del mondo. La nobiltù dell'iniziativa da cui mossero queste esposizioni (germe vivo che

subitamente fu fiore e frutto ) ; la mirabile organi zzazione onde furono disciplinate per l 'aspetto amministrativo ed estetico, la risonanza di simpatia, di consenso, di elltusiaSlllo cbe ogni mostra suscito ovullque, ricordano le gare agonisJiche e poe­

tiche che furono cosi viva espressione dello spirito ellenico lI ella Grecia cl<1ssica. Ma la civiltà moderna nOI1 può essere una gelida riproduzione del passato. La

civilt,ì implica contributo di nuove energie e di I1uove idee, lavoro di nuove classi

sociali; quindi contrasto e vittoria. Vittoria che vuoI dir diritto. Diritto nell'uomo

di conseguire un più alto prestig io individuale e civile, diritto nell'artista di ele­vare il proprio spirito in Ull orizzome più vasto, diritto nei popoli di diffondere correli ti di simpatia sempre più larghe e pronte.

Per questo, se le gare elleniche erano la forza viva del genio storico della Grecia, queste gare estetiche veneziane ballllo oggi valore e consenso internazio­nale. Se quelle furono circollfuse dall'ala d'oro della strofe pindarica, queste S0110 ormai celebrate dal plauso mondiale perche esprimollo il sentimento perenne dell'arte.

* * *

E bene a r'lg ione! Tali manifestazioni arti stiche ricevono significato dalla vita nascosta di Venezia antica e dalla vita preseme e vibrante di Venezia moderna.

Di esse, Venezia 11011 e solo uu miracoloso scenario, uuico al mondo. Venezia ne è l'alli ma. I ricami onde s'illfiorano questi marmi posano saldi su

lingue di terra strappate dagli uomini al mare. Di un elememo nemico ed infido, Venezia fece il placido specchio della sua magnificenza. Ogni fiore n~arilloreo, og ni fragile e candido traforo, ogni illtaglio delicato e - COli impareggiabile gentilezza - un forte simbolo di vittoria. Venezia e un miracolo; ma e U11 miracolo dovuto

al lavoro, alla volon d, alla saggezza dei vellezial1i. La storia di Venezia non è solo arida sapienza consacrata in nobili pagine che la mano del dotto svolge con l'anelito di rintracciarvi il segreto della vita e della g loria. Ma la sua storia e vita e gloria presente, che ha ancora il pronto ritl110 e la fresca suggestione della gio­

vInezza. Giovinezza che e continuid e forza: sia cbe vogliamo ricercarne testimonianze

nella sapienza civile che vibra uelle pagine del doge cronista o nelle stupende rela­zioni degli ambasciatori; sia che ricordiamo i prodigi di fortunato ardire onde ne! remoto medio evo viaggiatori veneziani allargarono alla civiltà mediterranea l' orizzollte del mondo asiatico; sia che nei tempi recemi si elevi ne! valore dei

grandi cbe dieJero la patria; sia che ci appaia alla meute in rapida sintesi, come in Ull lampeggiante arcobaleno, la gloria dell'arte veneziana. Arte che dalla Basi­lica cl' oro alla tavolozza del T iepolo e tu tta un trion fo in cui do 111 ina sovrano

- mentre il « torvo secolo P9sava il tUl11ulto del ferro» - il genio del VeceHio:

2b - Bolt. d'A,' l c .

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, , . . Eterno co 'I sole l' ir ide de' tuoi colori consola gli uomini, sorride natura a l'idea g iovin perpetlia ne le tue forme.

* * * Le Esposizioni di Venezia sono dimostrazioni luminose a cui i sapiellti accor­

gimenti deg li ordillatori hauno saputo dare, nell'unid, tale varietà da rispoudere, avvicendaudole, a tutte le esigenze estetiche moderue.

La nazioni straniere poterono mostrare con inteusÌtù di siguificaziolle il gellio della loro arte, sì cbe l'una o l'altra venissero talIto a colltatto quanto poteva essere profittevole percbè balzasse viva l'originalitù di ognulla.

Per l'Italia si diedero esempi di most re regionali e di fusione dell'arte pura cou l'applicata alle industrie. Si fecero mostre retrospettive che furono rivelazioni, ad esempio quella del Fontanesi. Si fecero lllostre persollali cbe affermarono la potente individualità di artisti italiani e stranieri. E alle mostre individuali sarà data larga parte anche quest'anno. Ammireremo l'elegantissima tecnica del francese Besllard, la meditativa perspicuid psicologica del dauese Kroyer, le forti e profonde concezioni allegoriche dello Stuck, la larga e riassuntiva efficacia dello svedese Zom.

E meritati onori raccoglieranno nelle mostre individuali anche molti artisti italiani, tra i quali gli illustri scomparsi Pasini, Pellizza, Fattori, Siglloriui, le cui belle ed originali attivid hanno seguato un'orma incancellabile nell'arte italiaua contem porallea.

* * * Le correnti di progresso dell'odieruo movimento artIstIco italiano si molti­

plicano ogni giorno. E lo Stato segue questo rifiorire dell'amore per l'arte con più vigile interesse, beu consapevole dell' importanza che ha per l'Italia cbe le sue odierue manifestazioni artistiche cOlltinuiuo degnamente il suo grande passato.

Questa sollecitudine dello Stato si è gi,i orielltata in lIna più zelante ed effi­cace tutela del nostro patrimonio artistico, IleI riconoscere nell'arte cOIltemporanea una funzione che llobilita tutta la vita sociale e, infine, nel promuovere e rinno­vare la educazione artistica ele manifestazioni delle giovani energie. E ottimi sono già i frutti cbe i nostri g iovani artisti hanIlo dato a loro onore e a decoro dell'arte italiana. Basti per tutti il ricord o della brillante e meritata vittoria nella recente gara per l'altare della patria nel monumento in Roma al Re del nostro Risorgi mento.

Il Governo segue ili particolare la (ortuna ascendellte di queste esposizioni col più vivo compiacimento. E lo esprime, sia con notevoli contributi, sia COIl larghi acquisti, estesi - dal 1905 - anche alle sezioni straniere in omaggio al carattere internazionale delle mostre, che vuole riconosciuto e affermato il valore di ogni artista che rechi nella propria arte, con siIlcerid e altezza di intenti e con prolltezza siglli!ìcativa, la tradizione artistica della propria patria e la nota della propria ori­ginalità. Tra breve figureranllo nella Galleria di Roma alculle importantissime opere dell'arte straniera, come molte, per savio proposito del Comune, già figurano nella Galleria di Venezia che acquistò capilavori stranieri merita mente invidiati.

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* * *

Uua specialè e nuova prova di considerazione volli fosse ora data a Venezia. Ricordando il valore artistico educativo che queste mostre iuteruaziollali hallno

per il pubblico e specialment~ per i giovaui, ho disposto cbe cento allievi dei corsi superiori di Belle Arti, scelti tra i più degni, possano convenire insieme a Venezia.

Queste fresche euergie, conoscendo le bellezze artisticbe di Venezia, am mi­rando i tesori delle sue chiese, dei suoi musei, studiando le migliori opere dei piu eminellti artisti moderni di tutto il mondo, semiranno indubbiamente a/e're flanlllllTlIl; sentiranno vibrare in ogni bella opera il fervore di vololltù, di medita­zione, di faticosa ricerca che le haullo prodotte. Dall'esempio avranno stimolo a studiare e a fare, e preselltimento del premio che spetta a chi raggiunge la meta. Dalla schiera dei giovani e trepidi ammiratori delle opere dei maestri d'oggi usci­ran110 i valorosi artisti del domani. E coloro che vengollo da 10lltane regioni de­solate dalla sventura, vedrauno come l'arte seppe in Venezia nobilmente fissare nelle tele i ricordi della storia, e forse cl darallno con l'arte l'immagine dei paesi doloranti, e gli esempi di pietà gelltile in cui rifulsero di lluova luce il Re e la Regina d'Italia.

Il presente - diceva COll ardita im.\g ine un poeta (Goethe) -- è uu ponte Ili

costruziolle verso l'avvenire. E Venezia ha per il presente e per l'avvenire dell'arte bene1l1erenze cui l'Italia

e il suo Governo applaudono col più sincero entusiasmo. Ne e solo plauso che oggi si esprima ill parole. Ma diligem:a tutelatrice ma­

uifestatasi con valido COllcorso di opere; e gelosa, UOll solo del presente, ma anche del passato. Ed io sono grato all'illustre Sindaco di aver ricordata oggi qui l'opera mia, intesa ad ottenere dal Parlamento mezzi straordinarii per restauri ai monu­menti v~neziani pei quali concorse, con ugual somma, in nobilissima gara, ancbe il vostro Comune.

* * * Così selllpre - sia permesso l'augurio - la più zelallte custodia delle me­

morie artistiche e la concorde e fattiva volontà dei venezialli e degli it:dialli tutti concorrano alla gloria della città che il vostro sapiellte cronista chiamava aurea. Aurea invero per la sfavillante corona dei suoi palagi, per il mistero silt>nte delle sue pittoresche lagune, per il fascino inesprimibile delle serene aurore e dei tra· monti d'oro che diedero in ogni tempo pace all'auill1.\ di artisti, di scienziati, di politici e di poeti, da Alberto Diirer a Riccardo Waguer, da Giorgio By ron a tante e tallte anime di soguatori.

Altezza Reale, Signori,

All'appello odierno - nel quale era raccolta tutta l'energia e tutto il prestigio della sua anima antica - Venezia senti rispondere col fiore delle loro opere i mi­gliori artisti di tutto il mOlldo. Ad essi, Altezza Reale, Ull saluto di ammirazione ilei nome d'Italia, cbe il nostro Re rappresellta confortato dal vivo amore del po­polo, e che Voi vi apprestate a servire come i giovani anui cOllselltono, con un alto ideale nel cuore.

E nel nome di S. M. il Re, nel Vostro nome, Altezza Reale, dichiaro aperta la VIII Mostra internazionale d'arte.

(Il discorso del Miuistro, che riscuote frequenti applausi, è coronato alla fine da grandi acclamazioni).

L'importanza e la natura dell'Esposizione.

due manifesti.

L'esposiziolle di quest'aullo si aUlIuncia con due manifesti. Il primo è la riproduzione di quello bellissimo del prof. Augusto Sezauue e

accolto con sÌ largo favore dagli artisti, dalla critic3 e dal pubblico. Rappresenta Venezia come porto lumiuoso delle Arti, « Artimn portus )l, che invita ad un COIl­

vegno di pace e di gloria le n,w i di tutte le baudiere.

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Il lavoro squIsito del Sezalllle è stato tradotto col processo tecnico della tri­cromia dell' Istituto Italiallo d'Arti Grafiche di Bergamo ed è mirabilmente riuscito per nitidezza ed armouia di valori cromatici; pregio tallto più llotevole in quanto

l'applicazione di quel processo era resa particolarmente ardua dall'ampiezza delle dimensioni.

Questo mauitesto, pel suo significato generale che risponde allo spirito e alle ragioni costanti dell' impresa, rimarrà probabilmente la sigla definitiva ' delle Espo­sizioni veneziane.

L'altro manifesto ha, invece, carattere occasionale, esso celebra la risurrezione del Campanile di San Marco, che coincide col periodo dell'ottava Mostra. Fu di-

segnato da Adolfo de Carolis, il pittore e decoratore geniale, ed eseguito egregia­Illeute, in litografia, dallo stabilimento Cbappuis di Bologna.

È uua li mpida scena veueziana, presa dalla SOIllIll id dell'ala na poleonica del Palazzo Reale. Sur uua balaustra immaginaria sta un gruppo di tre donlle dalle forme opulente e dalla bionda chioPla, simboli delle arti del disegllo; la scultura protende la mano sorreggente ulla statuina d'oro, l'architettura addita la l1Iole ri­sorta, la pittura, arte principe dei veneziani, sventola il magnifico vessillo di S. Marco. Tutt' intorno si spiega la cornice dei gloriosi edifizi; a sinistra la Ba­silica, di fronte il palazzo Ducale, a destra, in prospettiva fuggeute, le Pro­curarie nuove. Più innanzi campeggia il tronco poderoso della torre, con la cella campanaria oggi non ancora al suo posto, che già si delinea chiaramente dietro le travi dell'armatura. Un gran lembo della bandiera di Venezia ondeggia di contro d campanile e taglia con la sua fiamma purpurea il fondo del mattoue.

La composizione di Adolfo de Carolis, bellche penetrata di spiriti moderni, ricorda felicemente nell'aggruppamento delle figure femminili e nello spiegameIlto deHo stendardo, motivi ed episod ii della grande pittura veneziana.

L·ambiente.

L'Esposizione attuale supera di gran lunga tutte quelle tenutesi finora. Occupa 1I110 spazio doppio delle precedemi, abbraccia quattro padiglioni della Baviera, del Belgio, della Gran Brettaglla, dell'Ungheria e com iene larghe raccolte di veri te­

sori d'arte. Il SOlllllOSO vestibolo o sala della Cupola e stato decorato da Galileo Chini

con lilla serie di magnifiche composizioni pittoriche rappreseutanti i momenti prin­cipali della storia dell' arte e della civild. Esso conduce al saloue d'onore che e anche quest'anno ornato dalle superbe figurazioni allegoriche dipinte da Aristide Sartorio e donate dal Re alla città di Venezia. Esso non comieue che lIua sola e colossale opera scultoria: l'altorilievo di Davide Calandra, L'Auriga, che fad parte del mOllLlmento a Zanardelli in Brescia.

Nell'ala sinistra dell'edificio precedouo due sale ove SOIlO raggruppate le se­gUèmi cento opere scelte con rigido criterio fra le 734 presentate all'esame della giuria di accettazione:

Pittura: Alciati Antonio Ambrogio -Bertolotti Cesare - Bosia Agostino - Berticri Pi­lade - Brunello Luigi - Biasi Giuseppe - Befani Gennaro - Bersani Stefano - Cast;tgneto Vittorio - Casorati Felice - Caputo Ulissc - Caro-Delvaille Henry - Cambon Glauco - Ca. stegnaro Felice - Carlini Spartaco - Carutti Augusto - Costetti Romeo - Dal Bò Zaccaria -Falchetti Alberto - Fragiacomo Antonietta - Flumiani Ugo - Favai Gennaro - Genovese Giulio - Giusti Giuseppe - JarocJ..i Ladyslaw - Kooplllann Augustus - Korolllpay Duilio -Klein Chevalier F. - Luyten Hendryk - Ltllllbert George W. - Lloyd Llewel)'n - Lori Gu­glielmo Amedeo - Lucano Pietro - Mascarini Giusepre - Martina Umberto - Marussig Guido - Mattielli Adolfo - Maquelli Alberto - Moggioli Umberto - Olivari Eugenio - O' Lynch of Town CharIes - ùli\"ero Matteo Piatti Antortio -- Palmié Chàrles - Pautsch Fryderyk -Paoletti Sylvius - Protti Alfredo - Rho Camillo - Reveglione Mario - Slocovich S;!lmona Adele - Salvia ti Giovanni - Sandrock Leonhard - Sibellato Ercole - Tosi Arturo - Talamini Guglidmo - Vianello Cesare - VitlnellQ Giovanni - Vio Enrico - Vinca Maria - Zuc­

caro Guido. Scultura: Andreotti Libero - Alberti Achille - Bauer Marta - Barzaghi Prassitde -

BalestrÌt:ri Bernardo - Bellotto Eugenio - Candoni Albino -. Cadorin Ettore - Cataldi Amleto Ceccarelli bio - Ciampi Alimondo - Castiglioni Giannino - Cellini Gaetano - Ceragioli Giorgio - Camaur Antonio - Caldana Egisto - Del Bò ROl11olo - Dc Feo Luigi - De Lotto

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Annibale - Erzia Stefano Dimitrievic - FanlOni Riccardo - Girelli Egidio - Jaeckle Charles­Meneghello Vittorino - Pellini Eugenio -- Prini Giovanni - Regosa Achille - Sciortino An­tonio - Spalmach Oscar - Tofanari Sirio.

Bianco e Nero: Stella Balsamo Guido - Viganò Vico - Van der Loo Marten - Zoir Emi!.

Poi si seguouo iu cinque sale altrettante Mostre individuali di Ettore Tito, di Paul Albert Bemard, di Anders 20m, di Franz vou Stuck, di Peter Severi n Kroyer, alle quali hauuo contribuito con prestiti cospicui molte Gallerie pubbliche e private. Queste mostre formauo una successione meravigliosa per bellezza e varied.

Attraversando il passaggio sulla laguua, che offre Ulla vista deliziosa, si giunge sulla tribuua destinata alle sculture, che ha da un lato la saletta elegantissima degli .ntisti americani residenti a Parigi, e dall'altro la gr'lude collezione inviata dagli Stati Uniti e organizzata dall'Accademia nazionale di New-York. l: la prima volta che gli Stati Uniti sono cosi degnamente rappresentati.

Le Sale italiane - Le Mostre postume.

A destra dell'edificio s'avvicendano le sale italiane, tutte disposte con eleganza signorile e contenenti opere elettissime. Primeggiano in queste sale le Mostre in­dividuali dei pittori Guglielmo Ciardi, Marius De Maria, Cesare Tallone, Camillo Inllocemi e dello scultore Francesco ]erace. La sala dove sono esposte le opere di questo artista e tutt'intafllo decorata dal grande bozzetto del fregio che Aristide Sartorio sta dipiugendo per l'aula parlameutare.

Vi sono poi le Mostre degli artisti defuuti Alberto Pasini, Telemaco Signo­rini, Giovanni Fattori e Giuseppe Pellizza, che raccolgono il fiore di tutta la loro produzione. Queste raccolte di maestri viveuti e di maestri scomparsi costituiscono una serie di pagine splendide dell'arte italiana contemporauea.

Iu apposite salette, Ettore de Maria, Francesco GioIi e Girolamo Cairati hanno rispettivamente illustratc le bell~zze della Sicilia, di Firenze e di alcuui luoghi re­conditi dell'Italia nordica e ceutrale.

L'ultima sala e riservata ad una ricca e varia collezione illternaziollale di Bianco e Nero e couticne altresì Ull gruppo ammirevole di sculture inviate da Paolo Trouoetzkoy.

All'Esposizione e annesso Ull ampio tratto del giardino pubblico, sparso di grandi alberi che ora cominciano a verdeggiare e di aiuole fiorite. Esso offrid al visi la tori Ull iucantevole ritrovo, massime nei giorui di cOllcerti e di feste.

Nel giardino sorgono a varia distanza, fra altri gruppi di piaute, i padiglioui stranieri.

Gli stranieri.

Il Padiglione del Belgio era stato eretto per l'Esposizione del 19°7, a cura e spe~e del Governo belga. Quest'anuo l'architetto Leone Sneyers ne ha rinllovata felicemente la decorazione.

L'arte belga vi e rappresentata dai nomi piò famosi. Emilio Claus, il pittore fiammingo della luce e dei campi, vi occupa COli la sua mostra individuale un'in­tera sala. Il Montald ha due vastissime composizioni decorative che simboleggiano l'Ideale e l'Illspiraziolle. Si segnalano ancora fra i pittori Ensor, GilsouI, Khnopff, Leempoeis, Opsomer, Verstraeten, e fra gli scultori, Braecke, Miune, Rousseau, Van Biersbrock.

Svaria tissima per argomenti e per teClùa e la sezione del Bianco e N ero.

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Una grande attrattiva ed un grande successo sad il Padiglione Ùtto costruire dal Governo ungherese: edificio dovizioso e altamel1 te cara tteristico, il quale nella sua decorazione esterna si ricollega alle più amiche tradiziolli magiare e intende appunto di rappreselltare la Casa naziouale magiara. È Ofll,lto di ceramiche, di mo­saici e di vetri istoriati, che illustrallo principalmente la leggenda di Attila e, per via indiretta, le origini di Venezia.

L'interuo e originalissimo; nel centro una vasta sala a cui si accede per una arcatasfavilla·tte; poi, a destra e a siuistra, due rampe di scale che conducono al piallO superiore. Oltre alle sale per esposizione, ve ne è una per la lettura e un'altra per la Il.lusica. Ideatore e costruttore del Padiglione fu l'archi tetto Geza Marotti, C011 cui collaborarono per tutta la parte ornamentale i pittori Sandor N~igy e Aladar K6rbstbi

Le opere pittoriche e scultorie furono scelte con ogni cura da Ull Comitato artistico nominato dal Governo ungherese e formauo Ulla collezione di primissimo ordine. In alcuue salette S0110 esposti i più squisiti prodotti delle arti decorative in Ungheria.

Sulla mOlltagnola del Giardino, nella posizione più eminente, sorge il Padi­glione della Gran Brettagna, svelto edificio di stile classico, con cinque sale e con una luminosa veraIlda, prospettante la laguna. Contieue quadri ad olio, acquarelli, incisioni, sculture, oggetti d'arte decorativa. Vi espongono opere illsigni molti fra i maggiori artisti iuglesi e scozzesi, come Brallgwyn, Brown, East, Frempton, Guthier, Lavery, Nicholson, Paterson, PeppercorIl, Priestman, Sbanlloll, Grosvenor Thomas, "VOltOll, ecc., oltre ad artisti giovani illteressantissimi e ancora SCOli 0-sciuti .in Italia. Fra gli oggetti d'arte decorativa si notano saggi superbi di cera­mica. Il padiglione e stato allestito con fìllc e sobria eleganza ;l cura del Comitato inglese presieduto da Lord Plymol1th.

A breve distanza dal Padiglioile della Gran Brett;lgIla s'apre quello della Ba­viera, pur esso di stile classico, ideato e costruito dall'architetto Dongbi. È desti­nato agli artisti della Secessioll di Monaco e ad altri cb'essa creda di aggregarsi. Si ripartisce in quattro sale, due più ampie per le opere di mole maggiore, due più piccole per quelle di dimensioni minori. Ad eccezione di Franz von Stllck, che ha Ulla Mostra sua propria nel Palazzo principale, tutti i più eccelleuti artisti dellà Secession hanllo risposto all'appello. Vi sono fra i pittori Diez, Habermaull, Hummel, Kaiser, Keller, Knirr, Piepho, Samberger, Schramm-Zitteu, von Ubde, lòge1, ecc. L'arredamento delle sale e l'ordillamento delle opere S0110 stati curati COIl ogl1i dili­genza dal barone Habermann.

Quest'ottava Esposizione ha quindi un'importanza straordillaria 110n solo dal lato artistico, ma anche da quello internazionale, perche gli stranieri 110n avevano mai partecipato alle precedenti in misura cOSI larga e con Ull contributo tanto alto.

DOTT . "'ROVINO COLASANTI, Redatlo"e n!spol/sabile . ------

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