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P alermo, 19 ottobre 2012, piazza Politeama, ore 9,30. Sciopero dei lavoratori TLC, atto secondo. I mani- festanti si radunano nuovamente per protestare contro il mancato accordo per il rinnovo contrattuale del settore delle telecomunicazioni. I primi ad ar- rivare si posizionano proprio di fronte al teatro, la visibilità questa volta è al massimo, tutt’intorno decine di vigili urbani e forze dell’ordine controllano il corretto svolgersi della manifesta- In Vodafone e Huawei i primi due casi di licenziamenti economici post-riforma Fornero ANNO 1 - NUMERO 5 NOVEMBRE 2012 UILCOMunica Giovani Quei bamboccioni un po’ “choosy” ed ex sognatori Giuseppina Fidone L’autunno caldo delle TLC Sciopero, ato secondo: lavoratori ancora in piazza zione, che prevede un corteo fino alla prefettura di via Cavour. Un caffè al volo, una sigaretta fumata cammi- nando velocemente verso il centro della piazza, intorno il traffico citta- dino scorre come al solito lento ma costante. Eccoci di fronte al teatro, in mezzo al raduno, bandiere colorate cominciano a spiegarsi e svolazzare illuminate da un sole stranamente caldo per il 19 di ottobre, fanno capo- lino anche centinaia di fischietti, pre- sto si faranno sentire. Vicende des inate a fare “scuola” e giurisprudenza: cade in giudizio il dirito al reintegro Agenda digitale Informaizzare per l’efficienza L’ agenda digitale italiana prevede importanti novità legate anche all’attualissima legge di stabilità che il governo si appresta a presentare. La Sicilia è in prima fila in questo pro- cesso di infrastrutturazione e riorga- nizzazione. Fabrizio Noto segue a pag. 3 L’analisi “Default” dei diri i e disoccupazione N on c’è pace per il mondo del la- voro, ancor più per i disastrati che il lavoro lo perdono perché l’ef- fetto della libera concorrenza globa- lizzante non fa che abbassare sempre di più il livello dei salari creando sac- che di disoccupazione. Angelo Bondì segue a pag. 2 Nuovi arrivi Amazon “apre” cinquecento posi D opo il centro di distribuzione nel Piacentino e l’apertura degli uf- fici di Milano, Amazon aprirà un cen- tro di Customer Service a Cagliari, che “si prevede creerà oltre 500 posti di lavoro, sia a tempo indeterminato che temporanei, nei prossimi 5 anni”. nostro servizio segue a pag. 3 segue a pag. 2 Angelo Bondì C ’è un senso di smarrimento e di impotenza nel dover raccontare, prima ancora nel riuscire a ingoiare e metabolizzare l’ennesimo boccone amaro ingerito da alcuni lavoratori vittime della scure del licenziamento. Vi è di più: la quasi sconfitta dell’in- tero sistema produttivo e in special modo della forza lavoro che a fronte di una riforma (quella del governo Monti) basata per un buon cinquanta per cento su un sistema di riorganiz- zazione al ribassodei diritti dei lavo- ratori, vede erodere progressivamente non solo il loro potere contrattuale ma anche la loro dignità e status lavora- tivo, frutto di battaglie e conquiste economiche prima ancora che sociali, culminate con la Legge 300 del 1970 nello (Statuto dei Lavoratori). Il pro- fessor Giugni, padre della allora epo- cale e grande riforma del lavoro, riferendosi agli effetti positivi gia pre- figurati all’interno delle aziende, ebbe a commentare: “Fu un momento ec- cezionale, forse l’unico nella storia del diritto in Italia: era la prima volta che i giuristi non si limitavano a svol- gere il loro ufficio di ‘segretari del Principe’, da tecnici al servizio del- l’istituzione, ma riuscivano ad operare come autentici specialisti della razio- nalizzazione sociale, elaborando una proposta politica del diritto” (fonte: Wikipedia). segue a pag. 4 Fabrizio Noto E non se ne vogliono andare...? La gioventù del Belpaese non ha pace. Qualche anno fa, un mini- stro della Repubblica, parlando dei giovani italiani, li definì “bamboc- cioni”: i ragazzi delle famiglie ita- liane quindi, non vogliono crescere, restano bambini, non la- sciano le famiglie. Del resto è fa- cile poter affittare casa (un appartamento decente va dai 500 euro in su), in qualunque città ita- lica e a voler essere ottimisti: vi- vere e mangiare al contempo, oltre a pagare le tasse e le bollette;un piccolo particolare: quando ti va bene, hai uno stipendio che sfiora i 1.000 euro. A questa definizione si aggiunge un seguito, ovviamente da parte di altri. segue a pag. 2 Un’immagine simbolo del “caso Vodafone” (fonte: Corriere.it)

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Palermo, 19 ottobre 2012, piazzaPoliteama, ore 9,30. Sciopero dei

lavoratori TLC, atto secondo. I mani-festanti si radunano nuovamente perprotestare contro il mancato accordoper il rinnovo contrattuale del settoredelle telecomunicazioni. I primi ad ar-rivare si posizionano proprio di fronteal teatro, la visibilità questa volta è almassimo, tutt’intorno decine di vigiliurbani e forze dell’ordine controllanoil corretto svolgersi della manifesta-

In Vodafone e Huawei i primi due casi di licenziamenti economici post-riforma Fornero

ANNo 1 - NUmero 5 NoVemBre 2012

UILCOMunica

Giovani

Quei bamboccioniun po’ “choosy”ed ex sognatori

Giuseppina Fidone

L’autunno caldo delle TLCSciopero, ato secondo: lavoratori ancora in piazza

zione, che prevede un corteo fino allaprefettura di via Cavour. Un caffè alvolo, una sigaretta fumata cammi-nando velocemente verso il centrodella piazza, intorno il traffico citta-dino scorre come al solito lento macostante. Eccoci di fronte al teatro, inmezzo al raduno, bandiere coloratecominciano a spiegarsi e svolazzareilluminate da un sole stranamentecaldo per il 19 di ottobre, fanno capo-lino anche centinaia di fischietti, pre-sto si faranno sentire.

Vicende desinate a fare “scuola” e giurisprudenza: cade in giudizio il dirito al reintegro

Il nuovo art. 18 fa le prime vittime

Agenda digitale

Informaizzareper l’efficienza

L’agenda digitale italiana prevedeimportanti novità legate anche

all’attualissima legge di stabilità cheil governo si appresta a presentare. LaSicilia è in prima fila in questo pro-cesso di infrastrutturazione e riorga-nizzazione.

Fabrizio Noto segue a pag. 3

L’analisi

“Default” dei diriie disoccupazione

Non c’è pace per il mondo del la-voro, ancor più per i disastrati

che il lavoro lo perdono perché l’ef-fetto della libera concorrenza globa-lizzante non fa che abbassare sempredi più il livello dei salari creando sac-che di disoccupazione.

Angelo Bondì segue a pag. 2

Nuovi arrivi

Amazon “apre”cinquecento posi

Dopo il centro di distribuzione nelPiacentino e l’apertura degli uf-

fici di Milano, Amazon aprirà un cen-tro di Customer Service a Cagliari,che “si prevede creerà oltre 500 postidi lavoro, sia a tempo indeterminatoche temporanei, nei prossimi 5 anni”.

nostro servizio segue a pag. 3segue a pag. 2

Angelo Bondì

C’è un senso di smarrimento e diimpotenza nel dover raccontare,

prima ancora nel riuscire a ingoiare emetabolizzare l’ennesimo bocconeamaro ingerito da alcuni lavoratorivittime della scure del licenziamento.Vi è di più: la quasi sconfitta dell’in-tero sistema produttivo e in specialmodo della forza lavoro che a frontedi una riforma (quella del governoMonti) basata per un buon cinquantaper cento su un sistema di riorganiz-zazione al ribassodei diritti dei lavo-ratori, vede erodere progressivamentenon solo il loro potere contrattuale maanche la loro dignità e status lavora-tivo, frutto di battaglie e conquisteeconomiche prima ancora che sociali,

culminate con la Legge 300 del 1970nello (Statuto dei Lavoratori). Il pro-fessor Giugni, padre della allora epo-cale e grande riforma del lavoro,riferendosi agli effetti positivi gia pre-figurati all’interno delle aziende, ebbea commentare: “Fu un momento ec-cezionale, forse l’unico nella storiadel diritto in Italia: era la prima voltache i giuristi non si limitavano a svol-gere il loro ufficio di ‘segretari delPrincipe’, da tecnici al servizio del-l’istituzione, ma riuscivano ad operarecome autentici specialisti della razio-nalizzazione sociale, elaborando unaproposta politica del diritto” (fonte:Wikipedia).

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Fabrizio Noto

Enon se ne vogliono andare...?La gioventù del Belpaese non

ha pace. Qualche anno fa, un mini-stro della Repubblica, parlando deigiovani italiani, li definì “bamboc-cioni”: i ragazzi delle famiglie ita-liane quindi, non voglionocrescere, restano bambini, non la-sciano le famiglie. Del resto è fa-cile poter affittare casa (unappartamento decente va dai 500euro in su), in qualunque città ita-lica e a voler essere ottimisti: vi-vere e mangiare al contempo, oltrea pagare le tasse e le bollette;unpiccolo particolare: quando ti vabene, hai uno stipendio che sfiora i1.000 euro. A questa definizione siaggiunge un seguito, ovviamenteda parte di altri.

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Un’immagine simbolo del “caso Vodafone” (fonte: Corriere.it)

Questo sequel, che suona comemolto più di un’appendice,

narra che il lavoro fisso non c’èpiù: questi giovani devono rendersiconto che non solo la donna è mo-bile (come da aria verdiana), ma illavoro. E sia, ce ne rendiamo contoogni giorno.Notizia fresca fresca, un altro mi-nistro, in data 22 ottobre 2012, siriferisce ai giovani italiani con untermine poco italiano (del restosiamo ormai anglofili) che li de-scrive come “pignoli” nella ricercadel lavoro, meno aulico di schizzi-nosi: signori, siamo choosy.Quadro della situazione: il giovaneitaliano che studia e poi studia sinoa conquistare la tanto sospirata lau-rea, è un bamboccione, in quanto,essendo choosy, aspetta il postofisso!Che i giovani siano poco responsa-bili? Che non vogliano affrontare lavita allontanandosi da casa conmeno di 1.000 euro, quando li gua-dagnano? Oppure sono talmenteschizzinosi da laurearsi, ad esem-

Massiccia partecipazione alla manifestazione del 19 otobre nel capoluogo siciliano

Ccnl: i lavoratori ancora in piazzaCeninaia di manifestani anche a Palermo: corteo dal Politeama fino in prefetura

Alcuni vigili si informano sullecause del raduno e della manife-

stazione, non dicono nulla esplicita-mente ma i loro sguardi comunicanopartecipazione. Si cercano volti cono-sciuti, i vari gruppi sindacali si rag-gruppano sotto i colori delle propriebandiere, i colleghi delle varieaziende coinvolte si salutano e si in-terrogano su chi partecipa allo scio-pero e chi invece no e, per un motivoo per un altro, ha preferito andare allavoro. Ci sono realtà familiari chenon possono perdere neanche ungiorno di paga, rispetto per tutti,anche per chi non c’è, chi oggi è inpiazza paga un prezzo alto, un giornodi paga in cambio di una dignità pro-fessionale da non lasciar calpestare,sperando che il sacrificio di oggi servaa costruire una certezza per domani.Anche se dovesse andare male, la di-gnità personale e professionale resta,ad ognuno la propria. La piazza si èriempita, le bandiere sventolano esono tante, davvero tante, i fischietticominciano a ritmare gli slogan deipartecipanti.

È ora di muoversi. Il sole è caldo, lagiornata perfetta per una passeggiatanel centro di Palermo, perfetta per farconoscere ai più le ragioni di chi pro-testa, perfetta per raggiungere il mas-simo della visibilità, perfetta ancheper i tanti turisti che divertiti da tanto“baccano” fotografano a destra e amanca, incorniciando pezzi di vita diun’isola che soffre ma che altresì mo-stra la sua vitalità. Finalmente si ve-dono delle telecamere, forsel’opinione pubblica sentirà la nostravoce, forse entreremo nell’agenda delgoverno. Il corteo procede, stop and

go. Il prefetto conosce la nostra situa-zione, sente la nostra voce, ascolta inostri problemi se ne farà carico perportare le ragioni di tutti al tavolo na-zionale. Questa partita si gioca aRoma, ma i tavoli sono sparsi in tut-t’Italia, soprattutto al sud. Siamo intanti e saremo ancora di più: se ce nefosse bisogno torneremo in piazza, afar sentire la nostra voce, ad alzare lebandiere, a suonare i fischietti, a bat-tere i piedi, a denunciare le stortureevidenti in un mercato difficile. A adifendere un posto di lavoro per avereancora diritto a un futuro.

Fabrizio Noto dalla prima

In Italia allarme cuneo fiscale e un esercito di tre milioni di disoccupai

Il salario ai tempi del “default”

Angelo Bondì dalla prima

Si dirà che il costo del lavoro inItalia è tra i più alti d’Europa, e

che il famoso cuneo fiscale - ovverola differenza tra il costo del lavoroed il reddito effettivamente perce-pito dal lavoratore - ha raggiunto li-velli di guardia (attestandosi intornoal 45%) seppur in linea con Germa-nia e Francia, paesi dove però loStato sociale funziona, ed assaibene, al contrario che in Italia. Considerazioni del tutto legittimema a volte (da alcuni osservatori)anche un po’ demagogiche. Bisognainfatti capire come trovare i soldi perfinanziare la riduzione di tale cuneoe consentire ai lavoratori di guada-gnare di più, maggiori detrazioni,minor peso fiscale il che significaanche rilancio dei consumi e mag-giore produzione.Lasciamo agli “scienziati delle fi-nanze pubbliche” l’arduo compito dicapire come uscire da questo stallo.In questo momento ai cittadini ita-liani interessa più il tema di cometrovare una “occupazione stabile” edi come non perdere il posto di la-voro per effetto di una profonda crisinon solo italiana ma dell’economiadel Vecchio continente. Crisi chenelle parole del nostro segretario ge-nerale Uil Luigi Angeletti, assume icontorni di una vera e propria “cata-strofe”.Dichiara il segretario: "È una situa-

2 UILCOMunica

Il segretario generale Angeletti: economia indietro di 10 anni

zione catastrofica: arriveremo a 3milioni di disoccupati nel 2013, nonnel 2014”.Angeletti, intervistato a Mattino 5,ha aggiunto: “Un milione di posti dilavoro in meno negli ultimi dueanni. Bisogna tornare indietro di undecennio per ricordare 3 milioni didisoccupati in Italia e oltretutto il de-bito non può diminuire perché l’eco-nomia non funziona”.

In effetti i segnali per una crescita le-gati ad una riduzione del debito pub-blico non arrivano, l’economia realenon cresce e “l’esercito dei disoccu-pati” ingrossa le proprie file. Più po-veri, più emarginazione piùdisuguaglianze sociali. Il rischioconcreto non è il default dell’econo-mia italiana, ma quello del sistemademocratico. Come dire che la te-nuta dello Stato di diritto passa attra-verso il rispetto della dignità deilavoratori e dei cittadini disoccupati.In momenti di crisi ognuno di noi siaffida alle forme più varie di con-forto: chi alla propria forza di vo-lontà, chi alla speranza in un mondomigliore, altri trovano una forza in-teriore spinti dalla propria fede inDio. Forse sarebbe il momento di risco-prire il nostro dna attraverso la ri-flessione su cosa siamo, sul valorevero che attribuiamo alle forze ma-teriali, ai giudizi che esprimiamo, adesempio quando eleggiamo (qualecorpo elettorale) i nostri politici.Certo il Governo attuale non è fattoda politici, ma da tecnici e non è ne-anche legittimato da un voto popo-lare diretto, ma è pur sempre ilrisultato di un fallimento di una so-cietà politica alla quale abbiamo af-fidato forse troppe voltefrettolosamente il potere di determi-nare le sorti del paese.

1 - segue

Giovani

Quando lavorarein Italia diventaun neologismo

Giuseppina Fidone dalla prima

Il ministro elsa Fornero

pio in lingue e restare a casa adaspettare che il lavoro “specifico”bussi loro alla porta?È infatti anomalo aver conseguitoun titolo di studio e cercare di la-vorare nell’ambito per il quale tisei magari pure preso un master...Peccato che molti call center ve-dano impiegati il fiore dei laureatiitaliani che, non aspettando il postofisso o il lavoro specialistico, e,sempre allorché riescano a inse-rirsi, ringraziano Iddio per quel la-voro che non è il loro sogno, ma lirende indipendenti quanto basta.Quanto basta per pagare l’auto opartecipare alle spese di famiglia,quanto basta per non arrivare a finemese. E anche quanto non basta:per recuperare anni di sacrifici, eancora quanto basta per riporre isogni nel cassetto e gettare lachiave lontano.

Il segretario Uil Luigi Angeletti

UILCOMunica

3UILCOMunica

Riorganizzazione digitale per P.A. e cittadini

Lo sviluppo è in... Agenda

La riorganizzazione riguarda ban-che dati e servizi sulla rete per una

corretta convinzione che la digitaliz-zazione della pubblica amministra-zione possa porre rimedioall’inefficienza, alla corruzione e aimisteriosi percorsi delle proceduredegli uffici pubblici. Le nuove proce-dure digitali, il nuovo percorso di in-formatizzazione, l’accesso diretto alleinformazioni, ai documenti e ai pro-cessi amministrativi, permetteranno inogni momento di conoscere lo stato diavanzamento di una pratica, o la cro-nologia dei movimenti di istanze e do-cumenti presentati. La RegioneSiciliana con la legge n. 5 del 5 aprile2011 ha recepito, prima tra le regioniitaliane, il Codice dell’Amministra-zione Digitale, d. lgs. 7 marzo 2005 n.82, che assicura e regola la disponibi-lità, la gestione, l’accesso, la trasmis-sione, la conservazione e la fruibilitàdell’informazione in formato digitale.La digitalizzazione, oltre a sveltire ilprocesso di cambiamento, permetteràda subito una migliore organizzazionedel lavoro. Obiettivi primari sono ac-crescere competitività, trasparenza edefficienza delle singole amministra-zioni. La Sicilia è stata tra le prime re-gioni a fornire i dati in formato apertoper il portale italiano sugli open data,www.dati.gov.it.Il formato aperto comporta che i datidelle amministrazioni pubbliche siano

accessibili a tutti sul web senza restri-zioni che ne limitino l’utilizzo o ilriuso. L’idea di base dell’open data èche se i dati sono pubblici devono es-sere resi disponibili in quanto è un di-ritto dei cittadini potervi accedere.Chiaramente l’accesso è riguarda idati pubblici e non anche quelli sen-sibili. La libera circolazione di infor-mazioni garantirá pure maggior e piùrapido sviluppo economico e socialedel territorio, principio sancito a li-vello comunitario dalla direttiva2003/98/CE del Parlamento Europeo,che ha definito i dati pubblici come“importante materia prima per i pro-dotti e i servizi imperniati sui conte-nuti digitali”. Nell’agenda digitaleparticolare attenzione è rivolta all’in-cremento della banda larga. In questocontesto di grande cambiamento sisusseguono incontri, convegni e riu-nioni: proprio a Palermo a luglio si èsvolto un importante incontro pro-mosso dal Ministero dell’Istruzione,

Amazon fa “tris”:500 posi di lavoro

nostro servizio dalla prima

La società invita a mandare i pro-pri curriculum, le posizioni ri-

cercate sono manager, teammanager e addetti al customer ser-vice e al supporto tecnico che fa-ranno da sostegno alle crescentiattività di Amazon.it e AmazonBuyVIP.La sede del nuovo Customer Ser-vice verrà inaugurata nel corso delsecondo trimestre del 2013 e si oc-cuperà di gestire le richieste deiclienti di Amazon.it sia via telefonoche via mail o chat, compreso ilsupporto tecnico per Amazon Kin-dle e per i negozi digitali comeMP3, App-shop e Cloud Drive.Questa è la terza apertura di Ama-zon in Italia, dopo quella del centrodi distribuzione di Castel San Gio-vanni (Piacenza), nell’ottobre 2011,e quella degli uffici di Milano loscorso settembre, e si prevede che inuovi posti di lavoro creati possanoarrivare, complessivamente, fino amille. “Dal momento che le nostreattività sono in continua espansionee ci muoviamo in categorie come ar-ticoli per l’illuminazione, articoliper la prima infanzia, giocattoli,Kindle Fire e contenuti digitali,anche il Customer Service ha neces-sità di ampliarsi - ha dichiarato TimHickler (nella foto), vicepresidenteper il Customer Service di Amazonin Europa - crediamo che l’aperturapermanente in Italia di un centro peril Customer Service di Amazonpossa gettare le basi per quell’eccel-lente livello di servizio che soloAmazon riesce a garantire ai propriclienti”. Amazon.it ha aperto i bat-tenti nel Novembre 2010 e da quelmomento ha continuamente aumen-tato la propria offerta sino a contaremilioni di prodotti. La recente ag-giunta di Amazon BuyVIP e il lan-cio della nuova famiglia di prodottiKindle in Italia, insieme con gliStore di contenuti digitali, hannoampliato significativamente il cata-logo a disposizione dei clienti di lin-gua italiana e la tipologia dellerichieste di assistenza. Tutti gli in-teressati possono candidarsi e averemaggiori informazioni all’indirizzowww.amazon.it/lavoro.

È di un ennesela app “milionaria”

Si chiama Andrea Giarrizzo (nellafoto), ha quasi 20 anni, studente

ennese della Facoltà di Informaticanell’Ateneo catanese ed è forse ilcreatore di app più noto al mondo: hainventato un’applicazione gratuita perscaricare su cellulari e tablet che uti-lizzano la piattaforma Android, ivideo da YouTube. Ha anche vinto unpremio di 100.000 dollari messo inpalio in un concorso Samsung. La suaapp è già stata scaricata un milione divolte nel mondo: è prima in Usa,India e Italia.

Facebook al... lavoro. Facebook ac-cetta la sfida di LinkedIn, e lancia laSocial Jobs App, un’applicazione de-dicata a chi vuole cercare un nuovolavoro che raccoglie già1.700.000 an-nunci: ricerche per settore, località eparole chiave. Disponibile negli Usae nel Regno Unito, ancora non è notoquando debutterà in Italia.

per promuovere l’Agenda DigitaleItaliana. I rappresentanti del governosi sono confrontati con le amministra-zioni locali ma anche con attorichiave, sia pubblici che privati, che sioccupano dei processi di modernizza-zione.Il governo italiano, con il Dl Crescita2.0 del 19 ottobre, ha focalizzato ipunti fondamentali da portare avantiper eliminare il digital divide entro il2013. Quattro passaggi importanti:agevolazioni per la fibra ottica; digi-talizzazione dei rapporti con la P.A. edelle comunicazioni tra gli uffici pub-blici; spinta alle aziende che fanno in-novazione; creazione di smart cities,dove pubbliche amministrazioni etecnologie si fondono per migliorarela vita del cittadino. La copertura abanda larga prevede almeno 2 mega-bit entro il 2013 per tutti e “un po’” dibanda ultra larga. Per la banda ultralarga l’obiettivo è dare 30 megabit atutti e 100 megabit al 50% degli ita-liani entro il 2020.Smart cities, ovvero città e comunitàintelligenti, progetti che mirano a ri-solvere esigenze di specifiche pubbli-che amministrazioni grazie allatecnologia. Il decreto Semplificazioniprevede che la P.A. dovrà fare tutti idocumenti via Internet dal 2014. Unaccordo con le regioni porterà inter-net, tablet, computer e contenuti di-dattici digitali nella maggioranza dellescuole. Il documento digitale unifi-

cato sommerà le funzioni di carta diidentità elettronica, tessera sanitaria ecarta nazionale dei servizi. Anagrafenazionale, una piattaforma interope-rabile con tutte le anagrafi dei Co-muni italiani. Pec, posta elettronicacertificata. Sanità digitale, creazionedi un fascicolo sanitario elettronicoper ognuno di noi in modo che in casodi necessità qualsiasi struttura ospe-daliera collegandosi potrà avere ac-cesso alla nostra cartella medica.Open data e riuso, le P.A. dovrannorendere disponibili le informazioni achiunque ne faccia richiesta, anche afini commerciali. Giustizia digitale,comunicazioni e le notificazioni in viatelematica. Pagamenti on line ancheper multe e tasse. E-commerce, dagennaio 2014 tutti i negozi dovrannoaccettare i pagamenti elettronici so-prattutto oltre determinati importi.Start-up,vengono introdotte le im-prese innovative, e stabilite agevola-zioni fiscali e semplificazioni.

Mensile di informazionesindacale della Uilcom

Palermo e SiciliaSegretario

Giuseppe Tumminia

Anno 1 Numero 5Novembre 2012

Periodico registratoil 13 giugno 2012

al Tribunale di PalermoIscrizione num. reg. 13/2012

Diretore responsabileSalvatore Ferro

Hanno collaboratoEtore Anania (Telecom Italia)Angelo Bondì (Wind)Rosy Contorno (Almaviva)Giuseppina Fidone (Almaviva)Francesca Lombardo (Almaviva)Fabrizio Noto (Accenture)Debora Salomone (Almaviva)Progeto graficoSalvatore FerroIllustrazioniMauro Mandalari

La pubblicità non supera

il 45 per cento

Stampa: Sprint di E. Vitale & c. sas

Via A. Telesino, 18/a - Palermo

Fabrizio Noto dalla prima

4 UILCOMunica

La ferma protesta del segretario nazionale Uilcom: “Il sindacato va sempre convocato”

E licenziare diventa “economico”Nelle mulinazionali Vodafone e Huawei i primi due casi-modello: cosa cambia in giudizio

Insomma, quella riforma fu un pila-stro portante dell’intero assetto eco-

nomico ed istituzionale del paese. Ilavoratori cominciavano ad avere di-ritti sanciti, le famiglie potevano guar-dare con positività le prospettivedell’Italia del post boom industriale ei datori di lavoro avevano capito chenon sarebbe convenuto neanche a loroirrigidire le proprie posizioni con po-litiche del lavoro autoritarie.Fu una riforma pacificamente accet-tata come positiva, lungimirante eunica in Europa. Per oltre quaran-t’anni, quindi, il senso di essere lavo-ratori e parte integrante di unaqualsiasi azienda veniva legittimato,ma anche regolamentato in manieraseria, concreta e con dei punti fermi,quali: la tutela dei diritti sindacali, latutela del patrimonio aziendale, la tu-tela contro la discriminazione, maanche la tutela del diritto alla reinte-grazione nel posto di lavoro per un li-cenziamento giudicato illegittimo.Oggi questa ultima tutela non c’è più.Non c’è più, nella sua iponente origi-naria portata, l’art. 18 dello Statuto deilavoratori, simbolo di quella preser-vazione del posto d lavoro contro gliabusi facili di qualche avventato da-tore di lavoro. La riforma messa apunto dalla ministra del Lavoro ElsaFornero, culminata con la Legge 92del 28 giugno 2012, ha posto fine aldiritto fondamentale di ogni lavora-tore. Se il datore di lavoro licenzia in-giustamente, non ha piu l’obbligo direintegrare il lavoratore. Al giudicedel lavoro addirittura viene garantitaampia discrezionalità nel decidere seindagare o meno i motivi a base dellicenziamento cosiddetto “econo-mico” e se reintegrare o risarcire il la-voratore ingiustamente licenziato.Con la”vecchia” disciplina al contra-rio era il lavoratore che “poteva” sce-gliere se essere reintegrato e/orisarcito. (un rovesciamento dei dirittiinsomma).Ci siamo addentrati su un terrenomolto viscido e sul quale ad oggi rite-niamo di poter rivolgere un giudiziofortemente negativo. Basti pensare aldestino che toccherà a due lavoratoridella multinazionale del settore tele-comunicazioni, la Vodafone, e a unalavoratrice in procinto di essere licen-ziata dal colosso cinese del settore IT,la Huawei Tecnologies. In entrambi icasi si è trattato di richieste di licen-ziamento di natura economica (ri-forma Fornero).Se nel caso della lavoratrice la vi-cenda pare essersi conclusa secondoHuawei in maniera del tutto ordinata,vale a dire dapprima con l’inizio diprocedura di conciliazione e una suc-cessiva marcia indietro, cioè con unaricollocazione della lavoratrice inaltro settore aziendale, interrompendocosì, grazie alla provvidenziale pres-sione sindacale, l’avvilente iter del li-cenziamento, nel caso dei duelavoratori italiani della sede Vodafone

solo il risarcimento, cioè una tutelaobbligatoria, ma non la reintegra. Ve-diamo cosa può accadere in un “pre-sunto” caso concreto e quale sarebbeil ruolo del giudice in un ipotetico giu-dizio per licenziamento illegittimo: ri-cordate i famosi motivi insussistenti oalmeno valutati tali dal giudice? Se a seguito di indagini approfondite(non analisi sommaria) - pensiamo adesempio a mezzi di prova forniti uni-lateralmente dal datore di lavoro ofrutto di perizie, quali indagini tele-matiche, reportistica, prove fotografi-che, testimonianze più o menocoartate, oppure indagini ambientali -si riesce comunque a dimostrare (ilgiudice dimostra) ugualmente che ildatore di lavoro non sia comunque ingrado di far valere la propria pretesacioè di licenziare, il giudice sanciscela illegittimità del licenziamento, masi avvarrà (con la nuova disciplina)del diritto discrezionale di non reinte-grare il lavoratore ma di accordargliuna mera indennità. In parole poverese il giudice decide di andare avantinelle indagini (fatto praticamentescontato) annulla il licenziamento madará solo l’indennizzo (questo è loscopo della riforma Fornero). Se in-vece riterrà praticamente e sommaria-mente insussistente il motivo dellicenziamento, neanche comincia ilprocedimento e il lavoratore vienereintegrato da subito.Esiste un giudice che non riterrà difare una indagine seria e completa? Aparere nostro no, ecco perché si pre-figura lo scenario più triste: quellodell’indennizzo e non della reintegra.Quindi l’artifizio giuridico messo apunto dal legislatore è stato concepitoin maniera intellettualmente moltofine. Mentre con la vecchia normadell’art. 18 il Giudice, verificata la il-legittimità ordinava (ex lege) il rein-tegro del lavoratore, adesso purriconoscendo la illegittimità del licen-ziamento avrà la “facoltà” di accor-dare un semplice indennizzo, ad oggiquantificato da un minimo di 12 ad unmassimo di 24 mensilità.Si assiste così ad uno stravolgimentodelle regole tali da intaccare l’esi-stenza del singolo lavoratore nella cuitesta ricade la scure di un licenzia-mento subito, comunque illegittimoma senza la possibilità di rientrare inazienda. Il giudice a questo punto piùche essere soggetto alla “Legge” cheun tempo lo obbligava a reintegrare didiritto il lavoratore, oggi è soggettosolo e soltanto alla propria lucida di-screzionalità ed all’ampio margine discelta che l’attuale norma prevede. Ilgiudice diventa l’arteficie del destinodel lavoratore anche quando questiesce vincente da un giudizio. A noipare francamente una norma contortatesa comunque a creare un enormesquilibrio delle forze in campo: sem-pre e comunque si profila in caso dilicenziamento giudicato illegittimo,non il reintegro ma sempre e comun-que l’indennizzo.

dotte dalla riforma. In particolarmodo, occorre prendere in considera-zione l’art. 1 comma 42 della legge92/2012: “Il giudice, nelle altre ipotesiin cui accerta che non ricorrono gliestremi del giustificato motivo sog-gettivo o della giusta causa addotti daldatore di lavoro, dichiara risolto ilrapporto di lavoro con effetto dalladata del licenziamento e condanna ildatore di lavoro al pagamento diun’indennitá risarcitoria onnicom-prensiva determinata tra un minimo didodici e un massimo di ventiquattromensilitá dell’ultima retribuzione glo-bale di fatto, in relazione all’anzianitádel lavoratore e tenuto conto del nu-mero dei dipendenti occupati, delledimensioni dell’attivitá economica,del comportamento e delle condi-zioni”.Avete inteso? In caso di illegittimità oper meglio dire di insussistenza deimotivi a base del licenziamento, nonsi fa più esplicito riferimento alla rein-tegrazione nel posto di lavoro. Vale

Angelo Bondì dalla prima

Segreteria regionaleVia Leonardo Da Vinci 17490145 - PalermoTel. 0916765629 Fx 0916766285Segretario Uilcom Sicilia:Giuseppe Tumminia

CaltanissettaVia Napoleone Colajanni 8793100- CaltanissettaSegretario generale:Sergio Profeta

AgrigentoVia Piersanti Mattarella 11592100 - AgrigentoSegretario generale:Alfredo Picone

TrapaniSegreteria provincialeVia Nausicaa 5391100 - TrapaniSegretario generale:

Francesco SilvanoCatania

Via A. di Sangiuliano 36595123 - CataniaSegretario generale:Sebastiano Strano

messinaStrada statale 114Complesso Top Residence98125 - MessinaSegretario generale:Nicola Alessi

SiracusaVia dell’Arsenale 3896100 - SiracusaSegretario generale:Ernesto Bovari

ragusaVia Palestro 45597019 - Vittoria (RG)Segretario generale:Sergio Carmina

LA UILCOM IN SICILIA

di Pozzuoli è toccata invece la sortepiu rude e diretta: licenziati per motivieconomici! Lo comunica con unanota dell’11/10/2012 il nostro segre-tario nazionale, Salvo Ugliarolo: “Sel’azienda (Vodafone) ha problemi,esca allo scoperto e convochi il Sin-dacato”. Questo il commento fermo eperentorio del nostro dirigente afronte dell’inspiegabile presa di posi-zione da parte di Vodafone. E ancora:“Si ritiene ingiustificata la sceltadell’azienda a fronte di un momentocosì difficile per il Paese”.Insomma, due vicende simbolo anzidiremmo noi un laboratorio, due casistudio su cui dovrà confrontarsi ancheenergicamente la costante azione sin-dacale. Nell’auspicio che quest’ultimavicenda possa concludersi positiva-mente con un vigoroso passo indietroaziendale, vogliamo cercare di dareun contributo esauriente nel descri-vere con adeguata chiarezza quali sa-rebbero gli effetti della nuovadisciplina alla luce delle novità intro-