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LA CIRCOLARE SPIGOLOSA CIRCOLARE DEL PARTITO DELLA ALTERNATIVA MONARCHICA * Informazioni, appuntamenti, notizie e vita sociale dei monarchici Circolare n. 53 Anno 2 del 3 Agosto 2006 Esce quando è pronta e non costa nulla . Matteo Cornelius Sullivan Il complotto anti Victor Da queste pagine negli ultimi due mesi si sono levati gli scudi per Vittorio Emanuele di Savoia. Questo è un fatto che, oltre a non togliere nulla alla nostra indipendenza e al nostro essere interdinastici, perché qualsiasi Monarchia in Italia sarebbe meglio della repubblica, non dipende da un nostro servilismo nei confronti del Capo di Casa Savoia ma da due fattori fondamentali: il primo è che l’attacco ai Savoia, a parer nostro, non è casuale. E il secondo fattore è il legittimismo a prescindere dalla Dinastia. Le opinioni “della fermata del tram”, come dice un mio caro amico, le consociamo tutti “scampato pericolo, se fosse stato Re…” e questo è proprio l’obbiettivo al quale i fautori del complotto miravano; E di questo ho già parlato ampiamente in precedenti articoli, ma ciò che emerge in maniera lampante da tutta la vicenda è che non solo le intercettazioni sono state rese pubbliche, violando la legge sulla privacy ecc., ma che sono state rese pubbliche parti delle intercettazioni che non centravano assolutamente nulla con i capi di imputazione! Vittorio Emanuele non ha mai avuto una bella immagine pubblica ma di persona è magnifico, a differenza del suo lontano cugino Amedeo che ha una migliore immagine pubblica ma di persona è altezzoso e schivo, e la vicenda delle intercettazioni è sicuramente servita allo scopo di screditare totalmente l’immagine del Re ma non a rafforzare quella della Repubblica Italiana perché all’estero l’opinione è decisamente che: “solo in Italia poteva succedere qualcosa del genere”, scandali nelle Famiglie Reali sono già accaduti,

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LA CIRCOLARE SPIGOLOSACIRCOLARE DEL PARTITO DELLA ALTERNATIVA MONARCHICA

*Informazioni, appuntamenti, notizie e vita sociale dei monarchici

Circolare n. 53 Anno 2 del 3 Agosto 2006Esce quando è pronta e non costa nulla

.Matteo Cornelius Sullivan

Il complotto anti Victor

Da queste pagine negli ultimi due mesi si sono levati gli scudi per Vittorio Emanuele di Savoia. Questo è un fatto che, oltre a non togliere nulla alla nostra indipendenza e al nostro essere interdinastici, perché qualsiasi Monarchia in Italia sarebbe meglio della repubblica, non dipende da un nostro servilismo nei confronti del Capo di Casa Savoia ma da due fattori fondamentali: il primo è che l’attacco ai Savoia, a parer nostro, non è casuale. E il secondo fattore è il legittimismo a prescindere dalla Dinastia. Le opinioni “della fermata del tram”, come dice un mio caro amico, le consociamo tutti “scampato pericolo, se fosse stato Re…” e questo è proprio l’obbiettivo al quale i fautori del complotto miravano; E di questo ho già parlato ampiamente in precedenti articoli, ma ciò che emerge in maniera lampante da tutta la vicenda è che non solo le intercettazioni sono state rese pubbliche, violando la legge sulla privacy ecc., ma che sono state rese pubbliche parti delle intercettazioni che non centravano assolutamente nulla con i capi di imputazione! Vittorio Emanuele non ha mai avuto una bella immagine pubblica ma di persona è magnifico, a differenza del suo lontano cugino Amedeo che ha una migliore immagine pubblica ma di persona è altezzoso e schivo, e la vicenda delle intercettazioni è sicuramente servita allo scopo di screditare totalmente l’immagine del Re ma non a rafforzare quella della Repubblica Italiana perché all’estero l’opinione è decisamente che: “solo in Italia poteva succedere qualcosa del genere”, scandali nelle Famiglie Reali sono già accaduti, specialmente nella storia recente, ma sono stati sempre i mass media ad aprire il pentolone delle vicende private! Da noi è stato lo Stato incarnato nella Magistratura! e questo significa due cose: prima di tutto che se un milione di italiani sono sorvegliati tramite intercettazioni, questo tocca tutti perché tra amici e parenti quasi tutti sono in contatto con almeno una cinquantina di persone… Quindi siamo in una dittatura di fatto, uno Stato che non ci governa con la fede nel futuro ma con la paura! con la paranoia! con le spie! In secondo luogo, a tutti, nel mondo degli informati, è palese che la repubblica si difenda col discredito perché è la prima volta che si colpisce con uno scandalo (anche) sessuale. E colpisce proprio il Re… Nessuno però su queste pagine ha sostiene che Vittorio Emanuele di Savoia non debba essere processato nel Paese in cui “la legge (non) è uguale per tutti”, anzi deve assolutamente avere l’occasione di chiarire il tutto. Per concludere con la questione del legittimismo: ribadisco che da un punto di vista dinastico non ci sono ombre se non per chi vive nell’ombra… Ma dal punto di vista della Giustizia è assolutamente legittimo difendere una persona che viene messa alla gogna mediatica a scopo politico, anche quando non si chiama “Victor”, perché sfido a trovare personaggi pubblici che dopo tre anni di intercettazioni possano uscirne senza ombre di “sospetto”… E se un giorno entreranno anche nei nostri sogni, allora sì che il cerchio delle spie sarà completo. Per ora noi continuiamo a sognare un’Italia migliore, un Paese civile, una Nazione democratica… ancora “un sogno”.

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Romana Liuzzo

Voi, Repubblica delle bananeMio padre trattato peggio di Provenzano e questo non fa onore all'Italia. Tutto è cominciato

con l'arrivo della sinistra al governo ma ora con il mio movimento sto studiando da politico e, se ci sarà bisogno, io sono qui»

«Sarà una coincidenza, ma tutto il polverone che si è alzato sulla mia famiglia arriva puntuale insieme al nuovo governo. I Savoia da sempre, e non è un segreto, sono vicini al centrodestra. È stato tutto molto strano: nemmeno nella Repubblica delle banane un uomo come mio padre, Vittorio Emanuele, sarebbe stato trattato alla stregua di un bandito, prima di un processo. Con i mafiosi c’è senza dubbio più riguardo». Emanuele Filiberto di Savoia commenta in esclusiva per Panorama le recenti vicende giudiziarie (il padre è accusato di associazione per delinquere, truffa e sfruttamento della prostituzione) e annuncia: «Sto studiando da politico, ho da poco fondato un movimento Valori e futuro e continuerò a girare l’Italia per capire i giovani e loro esigenze. Poi si vedrà». Tra pochi giorni sarà papà per la seconda volta. Nel frattempo sulla sua famiglia piovono accuse infamanti: come sta vivendo questo periodo? Male. Io e mia moglie (l’attrice Clotilde Courau, da cui ha già una figlia, Vittoria, due anni e mezzo, ndr), stiamo tascorrendo un periodo di vacanza in montagna per ritrovare un po’ di serenità, in attesa della nascita della bimba o del bimbo. Il sesso non abbiamo voluto saperlo, anche se tutti scommettono che sarà un’altra femmina. Per tornare a mio padre, vedere un uomo di settant’anni trattato peggio di Bernardo Provenzano non fa onore all’Italia, che io comunque adoro. La giustizia, nella quale ho ancora fiducia, farà il suo corso. Ma nessuno ci ridarà ciò che abbiamo perso in questi mesi: il danno psicologico è stato enorme. Tutto si chiarirà, ma non è questo il punto. E qual è? Le telefonate personali sbattute in piazza su tutti i giornali dimostrano che ci troviamo di fronte a una giustizia spettacolo. Mio padre è stato messo a nudo nel peggiore dei modi. Un conto sono le accuse (a quelle ci penseranno i nostri avvocati), un conto è l’accanimento dimostrato da chi ha divulgato conversazioni private. Cosa pensa di tutta la vicenda? Mio padre non ha niente da rimproverarsi. È stato sicuramente coinvolto in questa storia per troppa gentilezza. Gentilezza? Dopo aver vissuto tanti anni in esilio, in buona fede, ha sempre fatto favori a chiunque gli abbia chiesto aiuto. La cosa grave, ci tengo a ribadirlo, sono le intercettazioni. In alcuni casi possono essere utili, non trova? È giusto ricordare che, nel caso specifico, due anni e mezzo di intercettazioni per un totale di 175 mila pagine sono costate al contribuente italiano circa 5 milioni di euro. Perché chi paga è il cittadino. E alle vicende giudiziarie si è aggiunta ora una guerra dinastica. L’unica vera guerra seria che si sta combattendo in questo momento è in Medio Oriente. Il resto fa ridere. Farà pure ridere ma sulla questione del trono (che non c’è) si sono espresse due consulte e il cugino di suo padre, Amedeo d’Aosta, è sul piede di guerra. Questo lontano parente da lei citato, dovrebbe pensare di più alle proprie vicende familiari, invece di occuparsi delle nostre. Ci ha perfino telefonato per esprimerci la sua solidarietà, e poi, approfittando di un momento di debolezza di mio padre, si è messo a cavalcare una causa persa in partenza. Vuole dire che l’unico erede è suo padre Vittorio Emanuele, poi toccherà a lei e in seguito a suo figlio? Non lo dico io. Lo dicono i fatti (noi soli eravamo in esilio, non altri) e lo dimostra la Consulta, l’unica che ha il diritto di esprimersi. Che tipo di reazione ha avuto la gente al coinvolgimento giudiziario di suo padre? Abbiamo ricevuto 5 mila lettere di solidarietà in un mese. Il popolo italiano ha un grande cuore. Per questa ragione continuerò a girare l’Italia con il mio movimento. Capire i problemi dei giovani per me che ho 34 anni è fondamentale. Parla già da politico. Dobbiamo aspettarci una prossima candidatura? Sono solo tre anni che sono in questo Paese. Per ora sto studiando, poi, se ci sarà bisogno di me, io sono qui. (28/07/2006 da: Panorama www.panorama.it )

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intervista a S.E. Mons. Giovanni Lajolo in merito  alla conferenza internazionale per il Libano

.Pubblichiamo di seguito il testo dell’intervista concessa questa mattina a Radio Vaticana dal Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, S.E. Mons. Giovanni Lajolo, in merito alla Conferenza Internazionale per il Libano, svoltasi a Roma, a cui ha partecipato in qualità di Osservatore. Si è svolta ieri la Conferenza Internazionale per il Libano su iniziativa degli Stati Uniti d'America e dell'Italia, a cui hanno partecipato il "core group" sul Libano ed altri paesi. La Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato che anche una Delegazione da Lei guidata era presente, in qualità di Osservatore. Ci può spiegare questa circostanza? Come è noto, la Santa Sede è direttamente interessata alla pace nel Medio Oriente, come essa, in molteplici occasioni, ha dimostrato. Ieri, su invito degli Stati Uniti e dell'Italia, ha potuto partecipare a questa Conferenza in qualità di Osservatore; per la sua propria natura, è questa la veste con la quale la Santa Sede normalmente partecipa nelle Organizzazioni Internazionali. Qual'è la Sua valutazione sulla Conferenza? È certamente positivo che sia stata convocata con tanta rapidità su iniziativa del Governo italiano, e che abbia focalizzato la sua attenzione sui più urgenti temi del momento. Le conclusioni riportate nella Dichiarazione dei due Co-Presidenti, il Segretario di Stato USA, Signora Condoleeza Rice, e il Ministro degli Esteri italiano, On. Massimo D'Alema, sono state però giudicate piuttosto deludenti. Qual'è la Sua opinione in merito? Certo, le aspettative dell'opinione pubblica erano grandi, ma per gli addetti ai lavori, che conoscono le difficoltà, si può forse dire che i risultati sono apprezzabili. Vorrei rilevare soprattutto questi aspetti positivi: 1. Il fatto che Paesi di diverse parti del mondo, dal Canada alla Russia, si sono riuniti nella consapevolezza della gravità di quanto accade in Libano, riaffermando la necessità che esso recuperi quanto prima la sua piena sovranità, e si siano impegnati a fornirgli il proprio aiuto. 2. La richiesta che si formi una forza internazionale, sotto mandato delle Nazioni Unite, che sostenga le forze regolari libanesi in materia di sicurezza. 3. L’impegno per un aiuto umanitario immediato al popolo del Libano e l'assicurazione di un sostegno alla sua ricostruzione con la convocazione di una Conferenza di Donatori. Diversi paesi partecipanti hanno anticipato lo stanziamento di sostanziosi aiuti, ancora però insufficienti a coprire le enormi necessità del paese. 4. Positivo è anche l'impegno preso dai partecipanti, dopo la chiusura ufficiale della Conferenza, di tenersi in continuo contatto circa gli ulteriori sviluppi che avrà l’intervento della comunità internazionale in Libano. Che cosa però ha causato questa impressione di delusione? Anzitutto il fatto che non si sia richiesta l'immediata cessazione delle ostilità. L'unanimità dei partecipanti non è stata raggiunta perché alcuni paesi sostenevano che l'appello non avrebbe sortito l'effetto desiderato, mentre si riteneva più realistico esprimere il proprio impegno per ottenere senza indugio la cessazione delle ostilità: impegno preso, e che può essere di fatto mantenuto. È anche problematico che ci si sia limitati solo a invitare Israele ad esercitare la massima moderazione: tale invito riveste per natura sua una inevitabile ambiguità, mentre il riguardo per la popolazione civile innocente è un dovere preciso e inderogabile. Qual è la valutazione del Governo libanese? Da un lato, il Primo Ministro Siniora ha avuto la possibilità di esporre tutta la drammaticità della situazione in cui versa il paese ed ha presentato un suo piano per il superamento immediato e definitivo del conflitto con Israele; d'altra parte ha potuto registrare e ulteriormente incoraggiare gli sforzi positivi che la comunità internazionale sta facendo per soccorrere la popolazione libanese, per porre fine alle ostilità, e per rafforzare il controllo del suo Governo sul paese. Ieri pomeriggio il Primo Ministro Siniora, accompagnato dal Ministro degli Esteri Salloukh, ha chiesto di incontrarsi con il Cardinale Segretario di Stato e con me. Ha espresso grande apprezzamento per l'impegno con cui il Santo Padre personalmente, e la Santa Sede, seguono il conflitto che sconvolge il Libano, e ha pregato di continuare ad appoggiare il suo paese in campo internazionale. Egli ha ricordato anche le parole di Papa Giovanni Paolo II, che definì il Libano, non solo un paese, ma "un messaggio", per tutti i popoli, di equilibrata convivenza tra diverse religioni e confessioni in uno stesso Stato. È questa,

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certo, la vocazione storica del Libano, che deve potersi realizzare. La Santa Sede continuerà ad adoperarsi con tutti i mezzi a sua disposizione perché il paese torni ad essere quel "giardino" del Medio Oriente che era prima. Nella Sua qualità di Osservatore, V.E. ha avuto la possibilità di influire, almeno indirettamente sui lavori della Conferenza? L'Osservatore non ha diritto di parola, e nemmeno essa mi è stata chiesta. Ritengo però che anche la presenza silenziosa dell'Osservatore della Santa Sede al tavolo dei Capi Delegazione abbia avuto un suo significato, chiaramente percepibile. Dopo questa Conferenza, qual'è la posizione della Santa Sede sul tema? La Santa Sede resta per una sospensione immediata delle ostilità. I problemi sul tappeto sono molteplici ed estremamente complessi. Proprio per questo essi non possono essere affrontati tutti insieme; pur tenendo presente il quadro generale e la soluzione globale da raggiungere, bisogna risolvere i problemi per partes, incominciando da quelli che sono risolvibili subito. La posizione di chi sostiene che si debbano anzitutto creare le condizioni perché la tregua non venga ancora una volta violata, è di un realismo soltanto apparente: perché tali condizioni possono e devono essere create con altri mezzi che non siano l'uccisione di persone innocenti. Il Papa è vicino a quelle popolazioni, vittime di contrapposizioni e di un conflitto che sono loro estranei. Benedetto XVI prega, e con lui tutta la Chiesa, perché il giorno della pace sia oggi stesso e non domani. Egli prega Dio e supplica i responsabili politici. Il Papa piange con ogni madre che piange i suoi figli, con ogni persona che piange i suoi cari. Una sospensione immediata delle ostilità è possibile: dunque è doverosa. (da: www.ilpopolo.info)

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Premiate botteghe storiche .

Il nostro comunicato stampa finalizzato alla tutela delle botteghe storiche ha trovato, oltre all’adesione, un “precedente storico” dell’interesse dei monarchici verso tali esercizi nel “Gran Magistero dell'Ordine della  Corona di Ferro”, i monarchici napoleonici per intenderci, i quali già da tempo hanno  iniziato  a  consegnare  dei  riconoscimenti,  in  varie città d'Italia (Firenze, Trento, Brescia, Venezia, Desenzano del Garda etc.). I napoleonici, oltre a valutare il servizio e la conservazione della "Bottega", consigliano i loro Cavalieri e Dame alla frequentazione più assidua e hanno commentato così il nostro comunicato stampa: “Troviamo il discorso sulle Botteghe storiche, di ampio interesse e respiro.” “Non crediamo sia possibile attendere interventi diversi, se non quelli che Noi  stessi  possiamo proporre;  le   promesse  delle   attuali   Istituzioni vedrebbero la morte inesorabile di tutte le Botteghe storiche, prima della realizzazione di una misera parte di queste.” Dato che la proposta politica non è molto se poi non seguono azioni pratiche, abbiamo richiesto alla Fondazione dell’Ordine della Corona di Ferro di segnalarci alcuni di questi esercizi storici che qui sotto riportiamo: Trento: Antica Trattoria "Al vecchio Mulino" (1865), Monticelli Brusati Brescia: "La Montina" (produzione Bellavista) (1829), Lonato: Locanda  "Al Rustichello" (1830), Esenta: Antichi incontri "Villa Esenta" (1859), Firenze: Antica Locanda "Da Marione" (1780), Solferino della Battaglia (Mn): Trattoria Alla Vittoria (da Renato) (1848).

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«Amedeo d’Aosta non ha diritto al trono»Emanuele Filiberto contesta le affermazioni sul duca riguardo alla linea dinastica di casa Savoia - Il portavoce del principe: «L’incoronazione da parte della Consulta dei senatori del Regno non ha alcun valore legale»

.Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia scende in campo per contestare «le pretestuose e infondate affermazioni del duca Amedeo d’Aosta», che, dopo la formale «incoronazione» ricevuta dalla Consulta dei senatori del Regno, ha rivendicato il ruolo di principe ereditario capo della casa di Savoia e il titolo di duca di Savoia. «Si tratta - precisa Filippo Bruno di Tornaforte, portavoce di Emanuele Filiberto - di una rivendicazione che non ha alcun fondamento e contro la quale vogliamo invece diffondere la verità storica e legale». Per dare corpo alle sue pretese dinastiche, Amedeo ha

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citato tre fatti: il riconoscimento da parte della Consulta dei senatori del Regno; il riconoscimento da parte del Consiglio di famiglia di Casa Savoia; la mancata approvazione delle nozze di Vittorio Emanuele da parte di Re Umberto II. Nata l’11 novembre 1965 dalla fusione tra il Gruppo vitalizio dei senatori del Regno (1955) e la Consulta monarchica, lo scopo della Consulta era quello di portare al servizio del Paese l’esperienza dei senatori del Regno, la cui assemblea fu sciolta con la Costituzione Repubblicana durante l’esilio di Re Umberto II. «Tra le prerogative della Consulta - precisa di Tornaforte - non vi è in alcun modo la possibilità di indicare chi sia l’erede dinastico, come non c’era nel Senato del Regno istituito il 4 marzo 1848». «Con la cessazione degli effetti dei primi due commi della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione che impediva ai discendenti di Casa Savoia il rientro in Italia - prosegue il portavoce - il ruolo della Consulta doveva essere ripensato. Per questo motivo il principe Vittorio Emanuele nel 2001 la sospese, non la sciolse, tanto che, a sua richiesta, i Consultori si riunirono nuovamente nel 2003, dopo il suo ritorno in patria. La Consulta citata da Amedeo d’Aosta giuridicamente non esiste. Quattro anni fa sette persone senza alcuna formalità fondarono un gruppo con questo nome che ne usurpa il nome e, è del tutto evidente, non ha nulla a che vedere con la vera Consulta fondata nel 1965 e riconosciuta da Re Umberto II. A fondarla - rileva - fu un solidale di Amedeo D’Aosta, Aldo Mola, espulso dalla vera Consulta dei senatori del Regno per morosità». Per quanto riguarda invece il Consiglio di famiglia di Casa Savoia, per Filippo Bruno di Tornaforte semplicemente «non è mai esistito». «È una invenzione - dichiara - che ha lasciato sbalordita la famiglia. Degli unici membri della famiglia citati come suoi sostenitori dal Duca D’Aosta, Maria Gabriella e Maria Beatrice e Maria Pia, quest’ultima il 9 di luglio ha mandato addirittura una comunicazione ufficiale per smentirlo. Maria Beatrice non si è nemmeno pronunciata, così come gli altri componenti che non hanno mai ipotizzato di mettere in discussione la linea dinastica». Affrontando, infine, l’ultimo punto che costituisce la base delle rivendicazioni dinastiche di Amedeo D'Aosta, e cioè la mancata approvazione delle nozze del principe Vittorio Emanuele da parte del padre Umberto II, il portavoce di Emanuele Filiberto osserva che «su questo argomento Amedeo d’Aosta fa riferimento alle regie leggi patenti del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III». «Testo esplicitamente abrogato - puntualizza - il 4 marzo del 1848 dall’articolo 81 dello Statuto Albertino». «Re Umberto II sapeva che non era più necessaria alcuna approvazione per le nozze», conclude di Tornaforte. (01/08/06 “il Tempo” www.iltempo.it )

.Matteo Cornelius Sullivan

Commento al “comunicato stampa della Casa di S.A.R. il Duca di Savoia”

.In coda ai comunicati stampa troverete anche quello di Amedeo Savoia, in cui si specifica “per memoria”, già… visto che abbiamo perso il conto… a che numero di sparata siamo?… Ma ciò che conta è che tutto si smentisce da solo con la frase finale: “Quanto sopra è contenuto negli esposti del prof. Adami e in numerosi studi apparsi in epoca non sospetta” (luglio e marzo 2005 ah! ah! ah!), perché l’unica data non sospetta sarebbe stata precedente al 18 marzo 1983, ovvero il giorno della morte di Re Umberto II, cosa che non è stata. Quindi si sono dati “la zappa sui piedi” un’altra volta! Il resto sono fandonie e tanto per rimanere nell’ambito dei proverbi sul “silenzio del Re”… c’è da dire che “chi tace acconsente!” e vale anche da un punto di vista giuridico! Ma forse l’ex Duca trova ispirazione nel suo Filippo Egalité, altro duca… d’Orleans che con le sue trame contribuì pesantemente alla rivoluzione francese, con l’ambizione di usurpare il trono di suo cugino Luigi XVI e porre sul proprio capo la corona, tanto da votare per l’esecuzione, tramite ghigliottina, del Re suo cugino… ma non andò bene neppure a lui perché sulla testa i giacobini non gli misero una corona ma una lama… Con tutto il sangue Orleans che gli ex duchi d’Aosta hanno nelle vene verrebbe da dire “buon sangue non mente” ma di buono, forse, c’è solo del vino… rosso.

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Australians for Constitutional Monarchy An opinion column from the national convenor

.David Flint

Monarchy weaves its magic in the Federal Republic.

Germans are fascinated with royalty, according to a report filed by the German broadcaster Deutsche Welle on 20July, 2006, “Royalty Still Very Much in Vogue in Republican Germany.” The report says that while Queen Elizabeth II is not Germany's queen, the Germans love hearing about her and her family. “Germany might not have its own royal family anymore, but that doesn't mean Germans aren't fascinated by aristocratic goings-on in other countries. Royal fever is alive and well…” The report confirms a phenomenon which must distress those republicans in Australia who say, as former Senator Ryan has, that they need merely wait until monarchists die, or as the Hon Nicola Roxon observed recently, there are no new constitutional monarchists being born. The report says there is a new interest in monarchy among younger generations. And unlike the old guard republicans in the Australian media, the German media is only too happy to help sate the public's growing appetite for monarchy. Unlike our own ABC, which until this year minimised programmes about The Queen of Australia, and still failed to show The Trooping the Colour ceremony, or the service for The Queen’s Eightieth birthday, the German public televisions regularly show such programmes. Meanwhile, in an interview on his 70th birthday published on 31 July, 2006 in the German newspaper, the Stuttgarter Zeitung, the influential head of the 200 year old House of Württemberg has declared that he would welcome Germany becoming a constitutional monarchy. Duke Carl Herzog von Württemberg said that, in his opinion, constitutional monarchy is the ideal system of government.

Australians For Constitutional Monarchy, Fourth Floor, 149 Castlereagh Street, Sydney, NSW 2000, Australia. [email protected]

.Harold Schmautz

Trooping the Colour in Germany.

Believe it or not, but the German audience will be able to watch "Trooping the Colour" again. Honouring Her Majesty's 80th birthday, the German TV station ARD had broadcast it live on 17 June 2006 (as they have done for the past 30 years). This year, the whole parade will be shown again next Saturday (5 August) from 14.45 to 18.00 giving the Germans a glimpse of monarchist glamour which they miss in their republic. The Australian people will not get this opportunity because the TV stations in Australia just don't get the message: People want to see monarchy in action.

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Harold Schmautz Dinner to honour the 80th Birthday of Her Majesty

Queen Elizabeth II, Queen of Australia.

Melbourne - On the evening of 1 August The Australian Monarchist League (Victoria) hosted a very well attended dinner to honour the 80th Birthday of Her Majesty Queen Elizabeth II, Queen of Australia. A splendid evening with about 100 guests, among them members of the Federal and State Parliament of Victoria, Andrea Coote, Member of the Legislative Council and Deputy Leader of the Opposition, Senator Rod Kemp, Federal Minister for the Arts & Sport, who represented the Prime Minister, and Bryan Stertern-Gill, Chairman of The Australian Monarchist League in Victoria. Our special guest was HH Prince Michael of Russia. 

(Bryan Stertern-Gill, Chairman of The Australian Monarchist League in Victoria).

Harold Schmautz Cena per onorare l’ottantesimo compleanno di

Sua Maestà la Regina Elisabetta II, Regina d’Australia.

Melbourne – La sera del primo agosto la rappresentanza dello stato del Victoria della Lega Monarchica Australiana ha organizzato una cena per onorare l’ottantesimo compleanno di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, Regina d’Australia. Una serata splendida con circa cento ospiti, tra cui membri del Parlamento Federale dello Stato del Vittoria, Andrea Coote, Membro del Consiglio Legislativo e Deputato Leader dell’opposizione, il Senatore Rod Kemp, Ministro Federale per le arti e lo sport, in rappresentanza del Primo Ministro, e Bryan Sterten-Gill, Presidente della Lega Monarchica Australiana per lo Stato del Vittoria. Ospite d’onore Sua Altezza Michele di Russia.

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Comunicato Stampa di Sergio Romano.

Fratelli d'Italia, teniamo tutti famiglia - Una parte importante del Paese è complice delle corporazioni. I sodalizi diffidano del merito: per essi è un fastidioso disturbo.Spero che il ministro Pier Luigi Bersani riesca a vincere la sua battaglia per le liberalizzazioni. Ma è possibile che il risultato, alla fine della partita, sia soltanto la versione aggiornata e migliorata di alcuni fra i numerosi concordati che lo Stato italiano è stato costretto a stipulare con i piccoli e grandi poteri corporativi della società nazionale. Gli ordini professionali e le associazioni di categoria cederanno alcune prerogative e apriranno qualche varco nelle loro fortezze. Masi batteranno per conservare il diritto di autogoverno e di cooptazione. Sosterranno che questi diritti vengono esercitati nell’interesse della comunità e servono a garantire la qualità del servizio prestato. Sono argomenti discutibili, spesso infondati, ma le corporazioni possono contare, per opporsi all’iniziativa del ministro per lo Sviluppo economico, sulla complicità di una parte importante del Paese. Se la battaglia di Bersani è così difficile, la causa non è l’importanza dell’associazione interessata da un singolo provvedimento o la sua capacità di nuocere con la propria resistenza al traffico di una città, al lavoro dei tribunali o alle legittime aspettative del cittadino consumatore. La sua forza sta nel tacito consenso di una società nazionale in cui ogni cittadino sa che la sconfitta di

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una corporazione può preannunciare la fine della propria. Vi è una vecchia leggenda che occorre forse sfatare. Gli italiani non sono individualisti. Il «particulare» di cui parlava Guicciardini non è l’interesse del singolo cittadino, deciso a realizzare se stesso in libera gara con coloro che praticano lo stesso mestiere e hanno le stesse ambizioni. Il «particulare » italiano è l’interesse di gruppi organizzati in cui l’individuo è anzitutto socio, collega, sodale, fratello, compare. Alcuni fra i migliori economisti italiani, da Mario Monti a Francesco Giavazzi, ci hanno spiegato negli scorsi giorni quali effetti negativi queste corporazioni possano avere sul costo, sulla qualità e sull’efficacia dei loro servizi. A me sembra che accanto a questo effetto ve ne sia un altro, forse più grave. Le corporazioni diffidano del merito. Sanno che l’applicazione di questo criterio per il reclutamento e la promozione delle singole persone introduce nella professione un intollerabile elemento di imprevedibilità ed è un attentato al diritto di cooptazione. Gli avvocati, i notai, i professori universitari e altri membri di antiche professioni liberali si considerano comproprietari di un sodalizio cui debbono poter accedere anzitutto i figli, i congiunti, gli allievi, i collaboratori fedeli. È questa la ragione per cui in Italia i pubblici concorsi vengono spesso ritardati, rinviati, aggiustati o più semplicemente aggirati con il sistema della chiamata personale, del reclutamento clientelare o dell’ope legis. Il merito come criterio di scelta rappresenta per tutte le corporazioni un fastidioso fattore di disturbo. È meglio cooptare sulla base di altri criteri: i legami di sangue, lo scambio di favori o la fedeltà. Commetteremmo un errore se pensassimo che queste caratteristiche appartengono soltanto alle associazioni contemplate nei primi provvedimenti di Bersani. Ve ne sono molte altre, fra cui persino quella dei giornalisti, che dovrebbero guardarsi allo specchio e fare un esame di coscienza. Le società di mestiere, con i loro statuti di autoprotezione, hanno svolto in alcuni momenti un ruolo utile al Paese. Oggi sono uno dei motivi della lentezza con cui l’Italia si adatta alle condizioni di un mondo in cui vincono, nelle battaglie dell’economia e del progresso scientifico, soltanto quelli che mettono in campo i migliori. (di Sergio Romano 31/07/2006 da: “ITALIA TV” www.italiatv.it)

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Comunicato stampa di LeAli.

Oggetto: Motore ad acqua - Roma. Il presidente del partito arch. Ettore Lazzarotto, rende noto che dopo due anni di specifiche ricerche, dirette e condotte dallo stesso Lazzarotto in totale segretezza nel reparto progettazione e sviluppo di una azienda del Torinese, grazie all’applicazione di basilari concetti di meccanica, della fisica e all’applicazione di specifici software, nel giro di sei mesi al massimo si riusciranno ad offrire delle innovative soluzioni per la propulsione motoristica che comporteranno la totale sostituzione dei tradizionali combustibili fossili. Si tratta di un importantissimo risultato scientifico e sociale che permetterà di trasformare gli attuali motori alimentati a benzina e gasolio in cimeli da relegare alla soffitta, a vantaggio dei nuovi impianti di propulsione, che saranno alimentati con combustibili totalmente ecologici, alimentati da miscele provenienti dalla composizione di olii vegetali e della semplice acqua. Le prove di banco di tale impianto di propulsione, che hanno dimostrato l’affidabilità e la potenza dei nuovi motori, si sono rese possibili grazie alla soluzione di notevoli difficoltà di natura tecnica ed impiantistica, tra cui il grande problema derivante dallo smaltimento del calore in eccesso e dell’impianto di nebulizzazione del nuovo carburante che lavora a pressioni altissime nell’ordine delle 300 Atm. Il vantaggio di tale motore per l’auto-trazione, ha continuato l’arch. Lazzarotto, segnerà un notevole balzo in avanti della società contemporanea, unitamente ad un nuovo riassetto economico e sociale dell’intero pianeta, che non sarà più oggetto di guerre e di ricatti da parte delle “Lobby dell’Oro nero”. Lazzarotto, ha concluso affermando che il partito LeAli - Lealtà e Coerenza politica, si impegnerà a fondo affinché tutta la documentazione relativa al progetto del nuovo motore ecologico, sia messa a disposizione dei Governi Europei o Internazionali, o delle industrie automobilistiche, e non solo, che si impegneranno entro due anni ad utilizzare tale tecnologia per la produzione in serie di veicoli ecologici alimentati da questa innovativa tecnologia, destinati all’auto-trazione.

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Messaggio di S.A.R.il Principe di Napoli Vittorio Emanuele

alle associazioni di ispirazione monarchica ed ai loro iscritti.

Cari Amici, finalmente posso tornare ad avere un contatto diretto con tutti Voi. In questo difficile periodo avete dimostrato i vostri sentimenti di fedeltà alla mia Casa. Mi sono giunte migliaia di lettere sincere ed affettuose che mi sono state di grande conforto e dalle quali ho potuto trarre la forza per andare avanti nelle lunghe giornate di isolamento. Questi messaggi di solidarietà sono stati il segno tangibile del fatto che il mondo monarchico sa essere unito. Ringrazio in modo particolare il Coordinamento Monarchico Italiano e le Guardie d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Voglio anche esprimere a tutti Voi il mio sincero rincrescimento per quanto è accaduto. Saprò dimostrare la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati. Credo nella giustizia del nostro Paese e chiedo anche a tutti Voi di dimostrare la medesima fiducia. Nelle scorse settimane, ad acuire le difficoltà del momento, abbiamo dovuto subire anche un nuovo attacco del Duca d’Aosta, che, con un atto scellerato e falso, ha voluto colpire la mia persona e la mia Famiglia nel momento della sua massima difficoltà. Questo fatto di qualifica da sé. Colgo quindi l’occasione per ringraziare il Coordinamento Monarchico Italiano per la dettagliata difesa che ha saputo preparare velocemente, contrastando validamente l’attacco mediatico lanciato dal Duca d’Aosta. La mia gratitudine va anche ai componenti della Consulta dei Senatori del Regno, l'unica voluta da mio Padre nel 1965, in particolare alla Presidenza e al Segretario Generale, che hanno saputo reagire con la fermezza, la dignità e la compostezza che ha sempre caratterizzata questa istituzione, che potrà ancora operare per il bene della Patria. Vorrei rivolgere un sentito ringraziamento a mia moglie Marina, che mi è stata accanto sostenendomi con la sua forza ed il suo affetto. Ringrazio anche mio figlio Emanuele Filiberto, che ha saputo gestire questa difficile situazione con fermezza e sicurezza. Confido in lui anche per i mesi futuri. Un pensiero affettuoso a mia nuora Clotilde e alla mia nipote Vittoria. A tutti Voi, dirigenti, militanti e simpatizzanti del mondo monarchico, va il mio più sincero ringraziamento ed un affettuoso saluto. Questa dura esperienza ci ha insegnato quali sono le persone fedeli e gli amici su cui poter contare. Possa il futuro essere caratterizzato da una vera e disinteressata collaborazione. In questo momento il mio primo pensiero è per il futuro della Dinastia con la nascita del secondogenito di mio figlio e di Clotilde. Un nuovo nato nella nostra Casa è certamente il migliore segno per un futuro di serenità. Viva l'Italia! Roma, 1 Agosto 2006

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Messaggio di S.A.R. Emanuele Filiberto di SavoiaPrincipe di Piemonte e di Venezia

Nel 106° Anniversario Dal Regicidio di Re Umberto I.

Ancora per quest'anno, non potrò essere tra Voi per rendere omaggio al mio Avo, Re Umberto I. Infatti, sono vicino a mia moglie Clotilde e a Vittoria nell'attesa della nascita del nostro secondogenito. Re Vittorio Emanuele III seppe reagire a quell'atto di violenza omicida senza mai giungere alla promulgazione di leggi speciali, potendo contare sul sostegno della Nazione e sulla solidarietà di tutto il popolo Italiano. Anche oggi ci giungono forti segnali di violenza, ai quali, come la storia ci insegna, occorre reagire con civiltà, continuando nell'impegno per l'edificazione di una società pacifica, multirazziale e multireligiosa, rispettosa dei valori e delle tradizioni della spiritualità cattolica. L'Italia, forte della sua plurimillenaria tradizione di civiltà, deve infatti assolutamente mantenere una posizione rispettosa dei valori umani di tutti, appoggiando con  fermezza tutte le iniziative dirette allo sviluppo di una pace giusta, della sicurezza e del progresso nel mondo. Mi dispiace molto non poter essere con Voi nelle bellissime città di Monza, di Roma e di Napoli. Il mio spirito però è presente e Vi invito, anche in questa storica occasione, a

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non dimenticare mai di rivolgere un grato pensiero a quanti  caddero per l'Italia e la civiltà, lavorando e combattendo, ovunque nel mondo. Ringrazio il Coordinamento Monarchico Italiano per aver, anche quest'anno, organizzato queste cerimonie unitarie e approvo la sua iniziativa di ritornare al Regio Decreto di Re Vittorio Emanuele III, che dispose che ogni evento celebrativo o commemorativo fosse riferito non alla data di morte ma a quella di nascita, nel caso di Re Vittorio Emanuele II e di Re Umberto I il 14 marzo. Giunga a tutti Voi il mio più affettuoso saluto. Ginevra, 29 Luglio 2006 Emanuele Filiberto di Savoia

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Nota stampa della Real Casa di Savoia sulle pretestuose ed infondate affermazioni del Duca d’Aosta

.Amedeo d'Aosta per dare corpo alle sue pretese dinastiche cita tre fatti: 1. il riconoscimento da parte della Consulta dei Senatori del Regno; 2. il riconoscimento da parte del Consiglio di famiglia di Casa Savoia; 3. la mancata approvazione delle nozze di Vittorio Emanuele da parte di Re Umberto II. 1. La Consulta dei Senatori del Regno E’ nata l'11 novembre 1965 dalla fusione tra Il Gruppo Vitalizio dei Senatori del Regno (1955) e la Consulta Monarchica. Lo scopo di questi organismi era quello di portare al servizio del Paese l'esperienza dei senatori del Regno la cui assemblea fu sciolta con la Costituzione Repubblicana durante l'esilio di Re Umberto II. Con l'abrogazione della disposizione transitoria e finale della Costituzione che impediva ai discendenti di Casa Savoia il rientro in Italia, il ruolo della Consulta doveva essere ripensato. Per questo motivo Vittorio Emanuele nel 2001 la sospese, non la sciolse, tanto che i Consultori si riunirono nuovamente del 2003 come da verbale. La Consulta citata da Amedeo D'Aosta non ha nulla a che vedere con quella fin qui descritta. Egli fa riferimento a una associazione privata da lui sostenuta, fondata da Aldo Mola nel 2002. All'atto della sospensione della vera Consulta, un piccolo gruppo composto di 9 persone su 62 rompe il giuramento di fedeltà a Vittorio Emanuele e forma questa associazione ex novo che non ha evidentemente alcuna rappresentanza. La Consulta vera fondata nel 1965, per decisione della maggioranza dei suoi consultori sta procedendo legalmente nei confronti dell'associazione fondata da Aldo Mola per ottenere l'inibizione dall'uso fraudolento "Consulta dei Senatori del Regno" di cui l'Associazione presieduta da Aldo Mola si è appropriata indebitamente. Va anche precisato che tra i poteri della Consulta non vi è in alcun modo la possibilità di indicare chi sia il vero erede dinastico. Quindi non solo la consulta che ha fatto l'annuncio a favore del Duca non c'entra nulla con quella autentica e storica, ma nemmeno quella vera potrebbe passare lo scettro, metaforicamente, a chicchessia. 2. Il Consiglio di Famiglia di Casa Savoia Non è mai esistito. E' una invenzione che ha lasciato sbalordita la famiglia. Degli unici due membri della famiglia citati come suoi sostenitori dal Duca D'Aosta, S.A.R. Maria Gabriella e S.A.R. Maria Pia, quest'ultima il 9 di luglio ha mandato addirittura una comunicazione ufficiale per smentirlo, che trova in allegato. Gli altri componenti, e cioè il Principe Vittorio Emanuele, il Principe Emanuele Filiberto, la Principessa Clotilde, la Principessa Marina, il Principe Serge, Simeone II di Bulgaria, il Principe Langravio Maurizio d’Assia non hanno mai nemmeno ipotizzato di mettere in discussione la linea dinastica. 3. L'approvazione delle nozze del Principe Vittorio Emanuele Su questo argomento Amedeo d'Aosta fa riferimento alle Regie leggi patenti del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III. Testo esplicitamente abolito il 4 marzo del 1848 dall'articolo 81 dello Statuto Albertino promulgato dal primo Re dell’attuale ramo Savoia-Carignano. Da quel giorno le Regie leggi patenti del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III non hanno più nessun valore giuridico o morale. E' come se gli italiani continuassero a fumare nei ristoranti dicendo che la legge fino al 2003 lo consentiva ignorando gli effetti dell'attuale legge che lo vieta. Peraltro, Re Umberto II non risulta abbia mai scritto nulla riguardo ad una eventuale opposizione al matrimonio del figlio. Anche perché lui stesso sapeva che non era più necessaria alcuna approvazione. Non solo, ma a Beaulieu nel giugno del 1978, sette anni dopo il matrimonio, Re Umberto II presentò ufficialmente a migliaia di persone il figlio e la nuora come suoi legittimi successori come stabilito dalla Legge Salica. Sulla linea

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dinastica ecco le parole della Regina Maria José che in una intervista, riproposta proprio in questi giorni dal periodico francese Point Vue, così si esprimeva: "Re Umberto non mi parlò mai di questioni dinastiche in quanto non esisteva alcuna questione. Posso solo dire che in cuor suo il Re vedeva come suo erede e possibile Re d'Italia il nipote Emanuele Filiberto a cui era molto affezionato. Emanuele fu il nipote che gli stette più vicino nell'ultimo periodo della sua dolorosa malattia e si era ripromesso di andare alla sua prima comunione, purtroppo..." Ginevra, 26 Luglio 2006 Filippo Bruno di Tornaforte (www.savoia.biz )

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Comunicato stampa della Casa Di S.A.R. il Duca di Savoia .Ai direttori dei quotidiani, dei periodici ed alle redazioni. Per memoria. - A meno che il malinteso si venda meglio e più a lungo della chiarezza, Vi venia-mo a pregare di leggere attentamente quanto si trova adesso nel sito del già Duca d’Aosta, ora Duca di Savoia e Capo della Famiglia Reale italiana: http://www.realcasadisavoia.it Particolare, se non principale, attenzione va data agli allegati oltremodo esaustivi 1 & 2 del prof. Franco Edoardo Adami dell’Università di Ferrara. Deve essere del tutto chiaro che le ultime note vicende di Vittorio Emanuele di Savoia – il titolo nobiliare è qui omesso essendo caduto per legge dinastica – nulla hanno a che vedere con quella che viene, a torto, chiamata la sua ‘destituzione’ o addirittura un ‘golpe.’ Le ragioni d’urgenza dell’intervento, il 7 luglio, del Duca di Savoia già Duca d’Aosta sono spiegate nel succitato sito dalla Consulta dei Senatori del Regno. Un’azione comunque prevista per la fine del mese, anticipata a causa di nu-merosi articoli apparsi sia sulla stampa italiana che estera, a proposito di un pos-sibile passaggio di ‘poteri’ da Vittorio Emanuele al figlio Emanuele Filiberto. La dichiarazione del già Duca d’Aosta dopo un simile avvicendamento avrebbe soltanto confuso gli italiani più di quanto lo sono già. Di lì la ragione del presente comunicato. Vittorio Emanuele di Savoia si è auto-destituito ed espulso dalla Famiglia reale insieme ai suoi discendenti, perdendo per l’automatismo della legge dinastica il diritto a succedere al trono e ogni prerogativa dinastica e nobiliare, nell’istante stesso in cui ha contratto matrimonio con Marina Ricolfi Doria a Las Vegas. Nulla vale che egli non accetti il fatto. Se il matrimonio di Vittorio Emanuele di Savoia avesse ricevuto il previo e manifesto consenso di Umberto II in quanto re, nulla potrebbe essere cambiato nella linea dinastica, salvo condanna (e non accusa) penale dell’individuo, come dettato dalle regole dinastiche. Le famose lettere di avvertimento di Umberto II al figlio sono solo un’affermazione delle ferree leggi dinastiche, nelle quali lo stesso Re dichiara sia di non avere volontà che facoltà di cambiarle. Scrivendo, il figlio gli rispose rin-graziandolo profusamente di avergli aperto gli occhi, ma poi fece come se nulla gli fosse stato detto. Per potere ‘perdonare’ il figlio dopo il matrimonio, il Re avrebbe dovuto chiedere – e non lo fece – sia al nipote Amedeo d’Aosta che al cugino Duca di Genova di retrocedere dalla loro posizione dinastica, acquisita per automatismo. Questo mai avvenne e nulla possono avere a che vedere le eventuali forme di cortesia di Umberto II verso il figlio e la moglie del figlio. La presenza del Re al battesimo del nipote non ha comportato alcun cambiamento della situazione di fatto, e non a caso dette, senza mai firmare le lettere patenti, il titolo non-Savoia di Venezia, guardandosi bene e significativamente dal concedergli quello tradizionale di Piemonte. Il così detto ‘silenzio del Re’: Umberto II avvertì in tempo, non mutò opinione e non autorizzò, come avrebbe potuto fare, il matrimonio, poi tacque perché nulla poteva più fare. Le leggi repubblicane del 1948, invocate da chi ammette che nel 1946 le cose stavano come diciamo, nulla potevano contro le regole dinastiche della Famiglia Reale per l’ovvia ragione che la Repubblica considerava la monarchia (non abdi-cata) come non esistente. La Repubblica non aveva il potere né la volontà di dettarle alcuna cosa. Chiunque invoca dunque le leggi del 1948 lo fa solamente per forzare presso gli ignari affermazioni di comodo. Infatti, in tutto ciò che riguarda le questioni dinastiche Casa Savoia vive in regime di monarchia non abdicata, cristallizzata alla data della partenza dall’Italia di Umberto II nel 1946. Solamente un re regnante, assieme al suo Parlamento, e non disgiuntamente, possono cambiare le leggi dinastiche. Come avviene in tutte le monarchie costituzionali esistenti. Si riprecisa che né la Consulta dei Senatori del Regno (valida, o erroneamente considerata non valida secondo alcuni) né

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la Famiglia Reale possono scegliere un successore qualsiasi alla Corona ma hanno ogni diritto, come tutti, ad affermare secondo le leggi chi lo è. Solo le leggi indicano chi è l’Erede. Sorge il forte dubbio che chi ha ricevuto medaglie ed Ordini, conferiti e accettati nell’abuso da Vittorio Emanuele, sia portato a manipolare la chiarezza delle leggi nel timore di perdere... Quanto sopra è contenuto negli esposti del prof. Adami e in numerosi studi apparsi in epoca non sospetta. - San Rocco, 24 luglio 2006

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Lettere.

Da tempo ricevo il Vs. periodico informatico filo-monarchico, e Vi ringrazio dell'attenzione. Nell'ultimo Vs. numero, all'oggetto specificato, leggo in particolare del Vs. compiacimento per la liberazione di Vittorio Emanuele, ovvero al suo assoggettamento agli arresti domiciliari dopo un breve soggiorno nelle ex-patrie galere. Per parte mia ho dovuto però anche prender atto, su quotidiani e rotocalchi vari, delle ragioni assai poco nobili che -impregiudicato l'esito delle indagini tuttora in corso- sembrano aver condotto a quell'arresto, nonché delle dichiarazioni rese da quell'illustre, già in passato più volte all'onore di cronache rosa-nere (la famosa isola Cavallo, ad esempio e tanto per cominciare...) per dar conto di quanto accadutogli. Si è così appreso, e a quel che sembra dalla sua stessa voce,  delle abitudini notturne, e di tempo libero in genere, a dir poco boccaccesche di ciò che resta di quel -si fa per dire-poco reale rampollo, erede non si saprebbe più di cosa. Personalmente ciò mi ha solo confermato se ancor ve ne fosse stato bisogno, la buona sorte di cui il nostro Paese è stata graziato, a conclusione di un travagliastissimo e assai sventurato periodo della sua storia, nel non esser gravato anche del fardello di siffatta Casa regnante, i cui non poco discutibili successi risorgimentali hanno finalmente oggi trovato illustrazione particolarmente ampia e ben documentata negli studi e riscontri di Angela Pellicciari (per es. L'altro Risorgimento: una guerra di religione dimenticata, Piemme 2005; e I panni sporchi dei Mille, Liberal 2003), i quali, facendo piazza pulita di tutta la retorica a ridondante incensamento di tanti pseudo-eroi risorgimentali, mostrano come l'Italia sia stata fatta, male e a costi come minimo irragionevoli, da non-italiani che di tal Paese (un'espressione puramente geografica, nelle celebri parole del Metternich) quasi neppur parlavano la lingua (Savoia inclusi), per la gran parte massonicamente collusi e quindi accomunati da ostilità anticristiana ed anticattolica. E stendiamo un pietoso velo su quel che ne è seguito, sia in termini di costi per le nostre casse (le celebri guerre d'Indipendenza!) e sia  per la complessiva civiltà del nostro bel-Paese. Notoria conclusione di quell'epopea fu la vergognosa fuga della famiglia reale al gran completo verso la terra di Puglia, al termine dell'ultimo conflitto mondiale del secolo appena trascorso, e con ciò un evento che di sicuro ebbe un ruolo decisivo, di lì a poco, per l'esito del referendum istituzionale che segnò la fine dell'era monarchica e l'inizio di quella repubblicana. Non che i governanti che seguirono si siano poi dimostrati tutti gran che migliori, ma almeno, senza entrar nei dettagli, mai hanno potuto vantare né hanno vantato blasoni d'intangibilità e/o inamovibilità, come i fatti più che largamente han confermato. Insomma, se dai cattivi uomini di governo espressi da un sistema democratico, per quanto imperfetto come il nostro, possiamo noi stessi guardarci (non a caso Churchill ebbe a definire la democrazia, in una sua celebre battuta, come un sistema 'pessimo', ma che tuttavia consente di mutar governo a suon di voti e non a colpi di rivoluzione), dai Savoia &C. ci ha preservati per fortuna il Padreterno, e, per Lui, la Storia, come oso credere. F.D.P. Caro Direttore, sul Resto del Carlino del 27.7.2006 pag. 22 <<Inciucio Ds-Forza Italia...>> l'autore A. Cangini intervista Marco Travaglio, il noto opinionistà dell'Unità. Travaglio sembrerebbe scandalizzato dall'indulto: <<...Ds e FI si sono accordati per salvare i propri amministratori corrotti... (è) ormai chiaro a tutti che tra i furbetti del quartierino c'erano anche gli amichetti di alcuni dirigenti di primo piano dei Ds... dopo una campagna elettorale tutta puntata sulla moralità il primo provvedimento importante in materia di Giustizia è un colpo di spugna sui reati finanziari... Non è un bel segnale>> Notevole! però quando Cangini chiede a Travaglio se Di Pietro farebbe bene a dimettersi, Travaglio risponde: << Se lo facesse farebbe un regalo ai suoi avversari... dovrebbe (invece) pretendere un

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risarcimento (tipo) la cancellazione immediata di alcune leggi vergogna varate dal governo Berlusconi>>. Ma, caro Direttore, le leggi vergogna non erano appunto quelle fatte per graziare gli amministratori corrotti? Ah pardon che sbadato! Travaglio, da bravo comunista, ribalta la Fattoria degli Animali dove i dirigenti comunisti erano più eguali degli altri e constata invece che i ladri comunisti sono meno ladri degli altri ladri. Cordialmente, Gino Selmi PS. Sul Carlino del giorno dopo Stefania Craxi si scaglia contro Di Pietro. Compatisco la figlia di un padre capro espiatorio di questa bella compagnia, ma l'inviterei alla decenza del silenzio. [email protected] Spettabile Circolare spigolosa, vi scrivo perché credo che la questione del duca d’Aosta semplicemente non sussiste, è solo un modo che lui ha trovato per vendere il vino. Non esiste nessuna Istituzione che possa riconoscere un pretendente al trono, quindi il tutto non ha senso; Il re da sempre è il figlio del re ma la questione non si pone perché c’è la repubblica e non avrà senso fino a quando non si dovesse porre la questione istituzionale. M.

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Risposte.

Egregio F.D.P. noi siamo sicuramente felici del fatto che Vittorio Emanuele non debba attenersi più agli arresti domiciliari, non solo per il fatto di aver la convinzione del fatto che tutta la faccenda sia una manovra politica ben architettata ma anche per il fatto che generalmente si rispettano certe procedure qui non applicate. In merito alla vicenda di Cavallo la informo che Vittorio Emanuele è risultato completamente innocente e che su quella vicenda la Magistratura francese come i mass media si sono concentrati sull’illustre personaggio invece di cercare il vero colpevole ma se lei non condivide il parere della magistratura francese che lo ha dichiarato innocente ci chiediamo perché condivida quello della Magistratura italiana che lo ha indagato… comunque sia non è bello continuare a dire che un uomo sia colpevole quando è stato provato il contrario e su queste pagine è stato pubblicato precedentemente un articolo che chiariva tutta la vicenda. Per ciò che riguarda le abitudini “boccaccesche” di Vittorio Emanuele, la informiamo che sono le stesse del 25% degli italiani con la sola differenza che lo sappiamo solo di lui; Potremmo chiederle cosa faccia lei di notte ma non ci interessa, così come siamo convinti che agli italiani di sapere quello che fa a letto il Re non gli importasse poi così tanto. In merito alla “grazia” per non aver avuto un Re le vorremmo chiedere se ritiene veramente che avrebbe potuto far peggio della repubblica ma noi pensiamo semplicemente che sia impossibile visto come vanno le cose in Italia. In merito alla storia del Risorgimento c’è solo da dire che oggi va di moda la storia scritta dai gamberi del pensiero, chi l’ha fatto ci credeva e tanti sono morti per quell’ideale, un’ideale in cui si è identificata l’Italia fino a qualche decennio or sono. Se poi oggi qualcuno crede che il federalismo sia meglio è una questione politica, non è necessario fracassare la storia! Comunque sia il Risorgimento è stata una cosa italiana se poi le altre Dinastie si sono tirate indietro è un altro paio di maniche e se poi alcuni italiani preferirebbero tutt’oggi essere coloni austriaci o francesi, gli ricordiamo che esiste l’Europa Unita, cosa che gli consente benissimo di andare a vivere in quelle Repubbliche. Circa quella che lei chiama “fuga” dei Savoia, è plausibile che alcuni italiani avrebbero preferito vederli impiccati a testa in giù dai nazi-tedeschi nel centro di Roma ma a cosa sarebbe servito? A niente, invece spostare la Capitale è servito a rimanere una nazione! E’ grazie ai Savoia se non ci siamo trovati col Paese diviso in due, magari verticalmente, giusto per non far brillare troppo gli occhi a leghisti e neoborbonici… Circa i governanti della Repubblica, qualche “sprazzo di luce” queste pagine lo hanno dedicato a vari Presidenti della Repubblica, si rilegga gli arretrati e se non li ha conservati saremo lieti di inviarglieli nuovamente. Carissimo Gino Selmi, la ringraziamo per averci ricordato che siamo nella Repubblica Italiana. – Signor M., le sue affermazioni sono molto interessanti, però non tengono conto di alcuni fattori e quello che a noi interessa principalmente è che molti monarchici semplicemente non riconoscono la Repubblica Italiana perché il referendum del 1946 non è valido è stato solo un broglio, quindi la Repubblica Italiana non è mai nata! esiste solo di fatto ma non giuridicamente. Forse a lei sembrerà una follia o un anacronismo, visto che sono trascorsi sessant’anni, ma a noi no, è una questione di diritto e la civiltà si basa sul diritto, non sui soprusi.

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Rassegna stampa.

Il sito web “Casa Savoia” ha inserito un link con “Caserta News” per il comunicato stampa “La malafede degli Aosta” http://www.casa.savoia, http://www.savoia.biz/, http://www.savoia.info, http://www.savoia.co.uk, Il sito web “Casa Savoia” ha inserito un link per il comunicato stampa “Diritti dinastici dei Savoia” intitolato da Caserta News “Il duca d’Aosta è persona indegna” http://www.casa.savoia, http://www.savoia.biz/, http://www.savoia.info, http://www.savoia.co.uk, “Nuovo Risorgimento” di luglio ha pubblicato il comunicato stampa “Diritti dinastici” [email protected] , l’articolo “Principe del sorriso sì, Altezza imperiale da oggi non più” di Achille della Ragione è stato pubblicato dal sito anti bufala http://www.feco.it/fujn/bufala.htm Il sito web “Cyberterra News” ha inserito un link con Caserta News per il comunicato stampa “La malafede degli Aosta” http://cyberterra.com/news/it.html , Il sito web “Cyberterra News” ha inserito un link per il comunicato stampa “Diritti dinastici dei Savoia” intitolato da Caserta News “Il duca d’Aosta è persona indegna” http://cyberterra.com/news/it.html , è stato inserito un link dalla pagina web “Teatro romano” per connettersi al sito web di Politica on line e visionare “La Circolare Spigolosa” n. 45 http://travel.duchs.com/Italy/Venice/See/Teatro_Romano/ È stato inserito un link dalla pagina web “Santa Maria della Pace” per connettersi al sito web di Politica on line e visionare “La Circolare Spigolosa” n. 45 http://travel.duchs.com/Italy/Rome/See/Santa_Maria_della_Pace/ La pagina web “monarchia” ha inserito un link con “Ciberterra News” da cui si può accedere al il comunicato stampa “La malafede degli Aosta” http://www.ipershopmaster.com/Monarchica/Monarchica.html La pagina web “monarchia” ha inserito un link con “Ciberterra News” da cui si può accedere al il comunicato stampa “Diritti dinastici dei Savoia” intitolato da Caserta News “Il duca d’Aosta è persona indegna” http://www.ipershopmaster.com/Monarchica/Monarchica.html La pagina web “monarchia” ha inserito un link con il sito web del “Movimento Indipendentista Ligure” in cui si può leggere il comunicato stampa “Contestazione a Vittorio Emanuele di Savoia del Movimento Indipendentista Ligure” http://www.ipershopmaster.com/Monarchica/Monarchica.html La pagina web “monarchia” ha inserito un link con il sito web “Rotfl” e leggere la pagina “Savoia, the sequel” http://www.ipershopmaster.com/Monarchica/Monarchica.html La pagina web “monarchia” ha inserito due links in cui si informa dell’adesione di Elena Manzoni di Chiosca alla “Dichiarazione di Bergamo” http://www.ipershopmaster.com/Monarchica/Monarchica.html

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Flash.

Lettera di ringraziamento di Vittorio Emanuele di Savoia ad ogni dirigente del P.d.A.M. che gli ha espresso solidarietà nei difficili momenti della prigionia.

.Il settimanale “Gente” in edicola il 02/08/2006 intervista Emanuele Filiberto di Savoia: “papà vuole che rappresenti la casata” e Kyara van Ellinkhuizen: “è vero, Amedeo ce l’ha coi cugini”

.“In una delle ultime interviste alla regina Maria José, a proposito della battaglia per la corona tra Amedeo d’Aosta e Vittorio Emanuele:<<Re Umberto non mi parlò mai di questioni dinastiche in quanto non esisteva alcuna questione>>, disse l’ultima regina d’Italia. <<Posso solo dire che, in cuor suo, il re vedeva come erede e possibile sovrano il nipote Emanuele Filiberto, a cui era molto affezionato>>”. (dall’intervista di Angelica Amodei “Ricostruirò Casa Savoia” pubblicata da “Gente” n.32)

.Annuncio non ufficiale del matrimonio di Sua altezza Serenissima Alberto di Monaco con la campionessa di nuoto Charlène Wittstock. L’ annuncio ufficiale è previsto entro l’estate.

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.Un’opinione interessante tratta da “politica on line” e a firma di Zarskoeselo: “(…) Secondo me i monarchici tendono al tragico e all'autocommiserazione. Per quante imbecillità possano uscire da un ramo o dall'altro, la Monarchia, il nostro ideale, resta tale. Che devono dire i repubblicani? E' forse morta e sepolta la repubblica che da più di mezzo secolo ha capi di poco conto che fanno anche spesso degli strafalcioni? La Repubblica impera eccome! In frantumi, vergognosamente talvolta ma impera. Tecnicamente poi, non è così pazzesco dire erede al trono, visto che certo materialmente non c'è, ma moralmente, esiste eccome: il Re mai ha abdicato e il trono, per così dire, è "congelato" o ibernato o sospeso. Mettetela come volete ma, senza proclamazione della Repubblica e senza abdicazione, il Regno moralmente continua. Chi ride, riderà di meno fra qualche anno, ne sono sicuro.” www.politicaonline.it

.Nel 1998 veniva ritrovata al largo di Saint Malò una nave da guerra francese, poi rivelatasi la fregata “La Dauphine” con 30 cannoni, comandata dal capitano di fregata Michel Dubocage, dell’epoca del Regno di Luigi XIV. La Nave non finisce di portare alla luce antichi tesori, per gli archeologi francesi è una 'Pompei sottomarina'. Da un vecchio quaderno di bordo negli archivi dipartimentali dell'Ile et Vilaine a Rennes si è potuta identificare la Fregata reale che era andata persa l'11 dicembre 1704, sotto il Regno del Re Sole.

.L'edizione telematica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana è visualizzabile al sito internet  www.ilpopolo.info 

.Per ricevere la newsletter “Nuovo Risorgimento” dell’Associazione dei monarchici triestini "Italia Mediterraneo Mitteleuropa" scrivere a: [email protected]

.Segnaliamo l’interessante sito anti bufala: http://www.magnaromagna.it/leggende/

.Vi segnaliamo due argomenti che stanno "scaldando"i lettori in questi giorni sul giornale elettronico “Targatocn”: Il sondaggio sul Concerto di Ferragosto e ancora Legaldigi.http://www.targatocn.it/it/internal.php?news_code=25093&cat_code=11http://www.targatocn.it/it/internal.php?news_code=24998&cat_code=11

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Errata corrige.

Quanto segnalato a pagina 15 del n. 51 de “La Circolare Spigolosa” in merito alla cerimonia tenutasi a Monza il 22 luglio u.s., precisiamo che questa non è stata organizzata dall’INGORTP ma da Michele De Blasiis nella sua veste di Presidente del Gruppo Savoia, in unione all’INGORTP e alla Delegazione Lombarda degli Ordini Dinastici di Casa Savoia.

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La Circolare Spigolosa è curata da:Matteo Cornelius Sullivan, S.A.S. Davide Pozzi di Santa Sofia, Daniele Maria Maggioni, geom. A.Sciortino, Egidio Carminati, Andrea Rosa, Harold Schmautz, Achille della Ragione, Gilberto Smaniotto, Alfredo Mulè