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www.isaporidelmiosud.it Anno IV N°35 MAGGIO 2008 Rosmarino: “Rugiada del Mare” In questo numero In questo numero di Domenico Saccà di Domenico Saccà Periodico di informazione dei soci dell’Associazione Culturale Nasata Il rosmarino (Rosmarinus officinalus), originario dell’Europa, Asia e Africa, oggi cresce spontaneo nell’area medi- terranea. E’ una pianta aromatica con foglie molto profumate, assai utilizzate in cucina. Si tratta di un arbusto che in natura può raggiungere i 0,5/3 metri d’altezza, le foglie piccole, sottili e opposte, a forma di lancia, il fusto è legnoso. Per la sua coltivazione richiede una posizione soleggiante al riparo di muri, dai venti gelidi, un terreno leggero sabbioso – morbido e ben dre- nato, è poco resi- stente ai climi rigidi e prolungati. Si può coltivare in vaso sui terrazzi, avendo cura di porre dei cocci o pietre sul fondo per un “drenaggio” otti- male. Rinvasando ogni 2-3 anni, e usando terriccio uni- versale mischiato a sabbia. Vanno bene delle concimazioni mensili con fertiliz- zante liquido miscelato all’acqua delle annaffiature, che saranno controllate e diradate d’inverno. In primavera si rinnova l’impianto cimando i getti principali, per ottenere un aspetto cespuglioso, senza dover ricorrere ad interventi di potatura, ricor- dando che il suo profumo intenso respinge gli insetti nocivi. Gli antichi Greci e Romani coltivavano il rosmarino come simbolo dell’immortali- tà dell’anima, i rami venivano adagiati fra le mani del defunto e bruciati come incenso durante i riti funebri. La regina Elisabetta d’Ungheria, nel 300 più che settantenne, trova rimedio ai suo reumatismi e alle sue rughe gra- zie al rosmarino, al punto da stregare il re di Polonia che la sposò in un battiba- leno. Da allora è rimasta famosa “l’ac- qua della Regina d’Ungheria” che altro non era che un alcolato di rosmarino. Negli orti medievali aveva un posto di gran rilievo perché il rosmarino veniva largamente impiegato come spezie per condire le carni da destinare ai lunghi tragitti navali. Oggi trionfa sugli arrosti e sulle patate, esaltando con il suo profumo qualsiasi salsa e condimento. Ottimo anche spolverizzato su pane e focacce. Molto comune nella cucina italiana ma ha meno di meno riscontro oltre confi- ne. Le foglie, o rametti, fresche ed essicca- te, raccolte da mag- gio a luglio, sono usate come pianta medicale (stimolano l’appetito e le fun- zioni digestive; sono tonici e stimolanti per il sistema nervo- so, e danno tanti altri benefici). Il forte aroma di questo arbusto sempreverde ha una particolare qua- lità: attivare i ricordi amorosi, per que- sto motivo veniva usato nei filtri d’amo- re per incantare il cuore degli amati. La sua fragranza aiuta le persone malinconiche a risollevarsi dalla tristez- za. In antichi scritti si legge che gli stu- denti romani facevano uso di coroncine di rosmarino per superare brillante- mente gli esami. Nei rimedi dei semplici si legge che un buon infuso fatto con le sommità fio- ristiche del rosmarino può aiutare a rievocare avvenimenti remoti e risve- gliare le facoltà perse. Anche Shakespeare accenna alla relazione fra il rosmarino e la memoria; nel suo dialogo tra Ofelia ed Amleto scrive: “c’è il rosmarino, per le rimem- branze. Ti prego, amore, ricorda.” [email protected] Rosmarino “Rugiada del Mare” pag. 2 Balene a rischio di estinzione? pag. 3 Associazione “Cibopertutti” pag. 4 Quanti dolci mangiamo? *** I popcorn non si ottengono da tutti i cereali *** Le mille virtù dell’asino pag. 5 I Legumi parte 5 pag. 6 Uova e cioccolata non danneggiano il cuore *** Celiachia: una patologia in crescita che non è più un tabù pag. 7 Ricette del Mese pag. 8 Come scegliere e gustare un buon cioccolato *** Il vademecum di UNC per l'acquisto di carne bovina pag. 9 La Storia della Sicilia parte 5 pag. 10 L’Angolo della Poesia pag. 11 Eurispes pag. 12 Report “Benvenuta Primavera” *** Pillole di Saggezza

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www.isaporidelmiosud.itAnno IV N°35 MAGGIO 2008

RRoossmmaarriinnoo:: ““RRuuggiiaaddaa ddeell MMaarree””In questo numeroIn questo numerodi Domenico Saccàdi Domenico Saccà

Periodico di informazione dei soci dell’Associazione Culturale Nasata

Il rosmarino (Rosmarinus officinalus),originario dell’Europa, Asia e Africa,oggi cresce spontaneo nell’area medi-terranea.E’ una pianta aromatica con foglie moltoprofumate, assai utilizzate in cucina. Sitratta di un arbusto che in natura puòraggiungere i 0,5/3 metri d’altezza, lefoglie piccole, sottili e opposte, a formadi lancia, il fusto è legnoso. Per la suacoltivazione richiede una posizionesoleggiante al riparodi muri, dai ventigelidi, un terrenoleggero sabbioso –morbido e ben dre-nato, è poco resi-stente ai climi rigidie prolungati. Si può coltivare invaso sui terrazzi,avendo cura diporre dei cocci opietre sul fondo perun “drenaggio” otti-male. Rinvasandoogni 2-3 anni, eusando terriccio uni-versale mischiato asabbia. Vanno benedelle concimazionimensili con fertiliz-zante liquido miscelato all’acqua delleannaffiature, che saranno controllate ediradate d’inverno.In primavera si rinnova l’impiantocimando i getti principali, per ottenereun aspetto cespuglioso, senza doverricorrere ad interventi di potatura, ricor-dando che il suo profumo intensorespinge gli insetti nocivi. Gli antichi Greci e Romani coltivavano ilrosmarino come simbolo dell’immortali-tà dell’anima, i rami venivano adagiatifra le mani del defunto e bruciati comeincenso durante i riti funebri. La regina Elisabetta d’Ungheria, nel300 più che settantenne, trova rimedioai suo reumatismi e alle sue rughe gra-zie al rosmarino, al punto da stregare ilre di Polonia che la sposò in un battiba-

leno. Da allora è rimasta famosa “l’ac-qua della Regina d’Ungheria” che altronon era che un alcolato di rosmarino. Negli orti medievali aveva un posto digran rilievo perché il rosmarino venivalargamente impiegato come spezie percondire le carni da destinare ai lunghitragitti navali. Oggi trionfa sugli arrosti e sulle patate,esaltando con il suo profumo qualsiasisalsa e condimento. Ottimo anchespolverizzato su pane e focacce.

Molto comune nellacucina italiana maha meno di menoriscontro oltre confi-ne.Le foglie, o rametti,fresche ed essicca-te, raccolte da mag-gio a luglio, sonousate come piantamedicale (stimolanol’appetito e le fun-zioni digestive; sonotonici e stimolantiper il sistema nervo-so, e danno tantialtri benefici).Il forte aroma diquesto arbustosempreverde hauna particolare qua-

lità: attivare i ricordi amorosi, per que-sto motivo veniva usato nei filtri d’amo-re per incantare il cuore degli amati.La sua fragranza aiuta le personemalinconiche a risollevarsi dalla tristez-za. In antichi scritti si legge che gli stu-denti romani facevano uso di coroncinedi rosmarino per superare brillante-mente gli esami.Nei rimedi dei semplici si legge cheun buon infuso fatto con le sommità fio-ristiche del rosmarino può aiutare arievocare avvenimenti remoti e risve-gliare le facoltà perse.Anche Shakespeare accenna allarelazione fra il rosmarino e la memoria;nel suo dialogo tra Ofelia ed Amletoscrive: “c’è il rosmarino, per le rimem-branze. Ti prego, amore, ricorda.”

[email protected]

Rosmarino“Rugiada del Mare”

pag. 2Balene a rischiodi estinzione?

pag. 3Associazione“Cibopertutti”

pag. 4Quanti dolci mangiamo?

***I popcorn non siottengono da tutti i

cereali***

Le mille virtù dell’asinopag. 5

I Legumi parte 5pag. 6

Uova e cioccolata nondanneggiano il cuore

***Celiachia: una patologiain crescita che non è più

un tabù pag. 7

Ricette del Mesepag. 8

Come scegliere e gustareun buon cioccolato

***Il vademecum di UNCper l'acquisto di carne

bovinapag. 9

La Storia della Siciliaparte 5pag. 10

L’Angolo della Poesiapag. 11Eurispespag. 12Report

“Benvenuta Primavera”***

Pillole di Saggezza

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BBaa ll ee nn ee aa rr ii ss cchh ii oo dd ii ee ss tt ii nn zz ii oo nn ee??NewsNews

“Astuta, dalle dimensioni straordinarie, estremamente intelligente. […].Spaventosa con i suoi continui voltafaccia. Attacca improvvisamente ed è tantopotente da spezzare le imbarcazioni. […]. Un disastro darle la caccia”. Sonoqueste alcune delle parole che Herman Melville utilizza nel romanzo “MobyDick” per descrivere questo “grande” mammifero, che suscita curiosità e sim-patia, per il suo essere così fuori dal comune. Eppure, nonostante un divietoche risale al 1986, questi giganti del mare continuano ad essere cacciati educcisi per motivi che potremmo definire alquanto discutibili. Le balene rischia-no, dunque, l’estinzione?E’ questo un interrogativo che preoccupa molti, non solo le grandi organizzazio-ni internazionali che si occupano della tutela e della salvaguardia dell’ambien-te e delle numerose specie animali, che , a causa dello sconsiderato compor-tamento umano, rischiano ogni giorno di abbandonare per sempre il nostro“amato” pianeta! E’ un problema che riguarda tutti e che dovrebbe scuotere lecoscienze di ognuno: si tratta di un argomento che dovrebbe spingerci a riflet-

tere sul fatto che l’uomo non è l’unico abitante del pianeta, e che ogni singola vita ha motivo di essere!Per decisione della Commissione Baleniera Internazionale la caccia alle Balene risulta esser stata vietata a parti-re dal 1986, come detto in precedenza. Tuttavia, nonostante questo provvedimento, la caccia alle balene continuaad essere praticata nei mari orientali, con la motivazione che si tratta di scopi puramente scientifici, non certo com-merciali com’è avvenuto per secoli. L’elevato numero di cetacei cacciati smentisce una simile ipotesi. Lo dimostranoanche i dati emersi dal rapporto che il WWF ha presentato in occasione della 57^ Commissione BalenieraInternazionale, svoltasi nel 2005 in Corea. In tale occasione il Giappone (Paese ad essere sotto accusa, oggi comeallora) aveva, infatti, annunciato che avrebbe intensificato la caccia alle balene per scopi scientifici e di ricerca sfi-dando così i partner internazionali riuniti ad Ulsan. Ulteriori perplessità sono emerse dal fatto che le baleniere bat-tenti bandiera nipponica si siano avventurate nelle gelide acque dell’Antartico all’interno di un’area per di più protet-ta, “Il Santuario dei Cetacei”.Sembra inoltre che il programma scientifico intrapreso dal Giappone non abbia portato alcun risultato, anche perchénon sono ben chiari i dati relativi al tasso di mortalità e di natalità delle balene, che era uno degli obiettivi primari delprogramma!Pertanto, a puntare il dito contro una simile ricerca, bocciata anche dalla Commissione Baleniera Internazionale, nonsono solo gli ambientalisti, ma anche alcuni governi stranieri, su tutti quello australiano, a cui si è aggiunto anche ilcommissario europeo all’ambiente Stavros Dimas, il quale ha chiesto una posizione unitaria di tutti i paesi UE, daportare al prossimo incontro della Commissione Baleniera Internazionale, che si terrà a fine giugno. Un importante contributo alla lotta alla caccia alle balene proviene da GreenPeace, che grazie alla nave Esperanzaè riuscita a fare in modo che la baleniera più importante della flotta giapponese, la Nisshin Maru, non riuscisse adagire, ed ha in tal modo fermato l’intero programma di caccia. Oltre al salvataggio di cento balene, determinante siè rivelata la copertura mediatica, grazie alla quale la discussione pubblica sulla questione delle balene ha raggiuntoun livello senza precedenti in Giappone. Il primo ministroFukuda, è stato obbligato a discutere la questione dellacaccia alle balene in Parlamento, anche perché quest’o-perazione di falsa ricerca, che non ha realmente fornitorisultati scientifici, ma ha prodotto carne di balena chenessuno vuole mangiare, viene finanziata con il denarodei contribuenti giapponesi!Una riflessione è d’obbligo!Non dobbiamo dimenticare che la sopravvivenza e la sal-vaguardia delle balene, e di tutte le specie che rischianoogni giorno l’estinzione, ha un valore inestimabile per laconservazione della biodiversità e per la salute dell’interopianeta!22

di Melania Ruellodi Melania Ruello

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AAss ss oocc ii aa zz ii oo nnee ““ CC II BBOOPPEERRTTUUTTTT II ””

“Tutti gli esseri umani sul pianetahanno il diritto fondamentale all'ac-cesso e/o alla produzione di cibo inquantità sufficiente al sostentamen-to proprio e della comunità di cuifanno parte. Tutte le norme e politi-che dovrebbero essere allineate nelriconoscimento di questo diritto fon-damentale. Ogni governo - locale,regionale, nazionale ed internazio-nale - ha l’obbligo di garantire que-sto diritto, insieme a tutte le misuredi sostegno necessarie ad eserci-tarlo. Esso non può essere negatoin nome degli interessi del commer-cio internazionale o per qualsiasi altro motivo” (dalManifesto sul futuro del cibo).L’associazione Cibopertutti è nata Il 19 settembre del2005 a Parma dall’unione di diversi progetti con un obiet-tivo in comune la promozione dell'evento Kuminda del12, 13 e 14 ottobre 2007, uno dei primi grandi festival inItalia dedicato al cibo equo, critico e sostenibile, il cuiscopo è affermare con forza l'idea del cibo come diritto ditutti gli esseri umani, la necessità di promuovere la sovra-nità e la democrazia alimentare, il peso politico e socialedelle nostre scelte quotidiane di consumo, l'innovatività, lasostenibilità e la crescita continua del mondo economicoche si riconosce nella definizione di “economiasolidale”,ambiti diversi dunque ma tutti impegnati nel promuovere ildiritto all’alimentazione per ogni persona sul nostro piane-ta. Tra gli obiettivi che Cibopertutti si pone ci sono lacostruzione di rapporti continuativi e duraturi nel tempo trasoggetti imprenditoriali, sociali o istituzionali del Sud e delNord del mondo per la realizzazione di forme di coopera-zione economico-sociali. L'intento di queste azioni non ènecessariamente quello di costruire legami di natura com-merciale – considerando la priorità del principio di produ-zione per l'autoconsumo e la presenza di realtà imprendi-toriali non rivolte alla produzione per mercati stranieri –quanto piuttosto sperimentare forme di cooperazione ecollaborazione tra le comunità locali coinvolte (popolazio-ne, istituzioni, soggetti economici e sociali).Cibopertutti, dunque, pone al centro della propria azione iltema del cibo, come diritto fondamentale, come risorsanaturale, prodotto dell’attività umana, oggetto di scambio,relazione e consumo. Affronta il tema del cibo a partire dalSud del Mondo, dalla vita, la storia, la cultura e l’economiadi chi conduce una quotidiana lotta di sopravvivenza perprodurre, scambiare, commerciare e consumare cibo.Vuole contribuire attivamente alla creazione di un merca-to mondiale del cibo equo e accessibile a tutti, che rispet-ti la sovranità alimentare dei popoli e garantisca mezzi divita sostenibili a tutte le comunità del Sud e del Nord delmondo e sostenere un'agricoltura locale e globale basatasull'uso sostenibile e democratico delle risorse naturali.Le finalità dell’Associazione sono dunque finalità che ogniessere umano dovrebbe perseguire nella sua vita, tutti igiorni con piccoli gesti.

La promozione dei principi della pace, delpluralismo delle culture e della solidarietà frai popoli, dello sviluppo della personalitàumana in tutte le sue espressioni e dellarimozione degli ostacoli che impedisconol’attuazione dei principi di libertà, di ugua-glianza, di pari dignità sociale e di pari oppor-tunità, la promozione del diritto all’alimenta-zione, alla salute, alla tutela sociale, all’istru-zione, alla cultura, alla formazione nonchéalla valorizzazione delle attitudini e dellecapacità professionali di tutti gli esseriumani.

Per la realizzazione delle proprie finalità l’Associazioneorganizza occasioni di incontro tra i produttori, i prodotti ei consumatori nell’intento di svelare un punto di vista altrorispetto alle dinamiche che oggi regolano il rapporto tra idiversi Paesi. Un punto di vista frutto di esperienze di vita,di lavoro, di imprenditorialità, di socialità, che ci interrogarispetto ai diritti umani, all’ambiente e alle risorse naturali,alle regole del lavoro, del commercio e della finanza, alpresente ed al futuro della democrazia e delle istituzioniche governano le comunità e le relazioni sopranazionali.Cibopertutti si propone quindi di progettare, realizzare epromuovere iniziative di vario genere finalizzate alla pro-mozione degli scopi sociali.Per la realizzazione degli scopi sociali l’Associazione siimpegna a costruire le opportune forme di collaborazionee di coinvolgimento del territorio e delle realtà istituziona-li, sociali, economiche e culturali, anche con riferimentoall’opportunità di costruire rapporti di collaborazione tra lacomunità locale e Efsa (European Food Safety Authority). Per lo svolgimento delle suddette attività si avvale preva-lentemente delle attività prestate in forma volontaria, libe-ra e gratuita dai propri associati. Come Kuminda molte altre fiere verranno organizzate suitemi dello sviluppo equo e solidale delle quali vi terremoaggiornati.Qui di seguito si ricordano alcune tra le prossime manife-stazioni in Italia: -Dal 03/10/2008 al 05/10/2008- Eco & Equo: Mostra Mercato dei prodotti ecosostenibilied equosolidali - Ancona-Assemblea di primavera - Assemblee territoriali di AGI-CES- (associazione generale italiana del commercio equoe solidale), dopo quella genovese del 4-5-6 aprile prestoanche a Catania (data ancora da definire).dal 23 al 25 Maggio 2008- Terra Futura - a Firenze le buone pratiche di sostenibili-tà ambientale, economica e sociale.

Non ci può essere democrazia reale se anche una solapersona soffre la fame. Come può esprimere serenamen-te la propria partecipazione alla vita della polis chi si sve-glia al mattino con l’unico pensiero di come procurarsi diche vivere per quel giorno, chi (individuo o nazione) è inbalia dell’elemosina altrui?

Approfondimento equo…Approfondimento equo…

di Consuelo Palelladi Consuelo Palella

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NewsNews

Quanti dolci mangiamo?

I dolci migliorano l’umore perché innescano una serie di reazioni biochimiche benefi-che, ma attenzione alla linea: come tutte le “droghe” richiedono dosi sempre più alte.Resistere alle lusinghe dei dolci è quasi impossibile. Non a caso, secondo l’Aidi(Associazione industrie dolciarie italiane), ne mangiamo quasi 25kg a testa l’anno fra iprodotti da forno (14,66 kg), cioccolato (4,34), gelato (3,66), caramelle e confetti (2,13).In pratica, 68,5 grammi al giorno: non male, ma poco in confronto agli inglesi (160g algiorno), ai danesi (113g) e ai finlandesi (107,4 g).

I popcorn non si ottengono da tutti i cereali

Alla produzione di popcorn è destinata solo una particolare varietà i mais, nota come “mais da scoppio” (Zeamays variante everta). Il pericarpo, cioè l’involucro esterno del mais dapopcorn, è impermeabile all’umidità ed è più spesso e resistente rispettoa quello del comune mais e di altri cereali. Queste caratteristiche pecu-liari fanno sì che, durante il riscaldamento, il chicco del popcorn agiscacome una sorta di pentola a pressione: quando viene superata la tempe-ratura di ebollizione parte dell’acqua contenuta all’interno si trasforma invapore, ma la struttura del guscio ne impedisce la fuoriuscita. Si verifi-ca così un aumento della pressione tale da generare un’esplosione che faemergere l’interno del seme. Il mais da popcorn è l’unico cereale ad avereun pericarpo in grado di resistere all’incremento della pressione internasenza lasciar passare l’umidità: negli altri cereali e nelle leguminose, ilvapore evapora più rapidamente e non viene trattenuto all’interno del seme abbastanza da provocarne lo scop-pio. Quindi, niente popcorn.

Le mille virtù dell’asino

Arrivato dall'Africa, ha rappresentato fino a poco più di 50 anni fa una importante realtàzootecnica. Poi il declino ed il rischio estinzione. Oggi il trend si è completamente inverti-to. L'asino, l'animale da soma più noto nel mondo, arriva dall'Africa, infatti, secondo unostudio pubblicato sulla rivista Science, discenderebbe dall'asino selvatico africano. In par-ticolare, l'asino sarebbe stato addomesticato nell'Africa nord orientale circa 5000 mila annifa; mentre gli animali da carne, come mucche, capre, pecore e maiali, furono i primi adessere addomesticati, circa 10-11 mila anni fa. Poi seguirono gli animali utili al trasporto dimateriali e persone, come i cavalli, appunto gli asini e i cammelli. Gli asini furono partico-larmente importanti perché più piccoli, resistenti e facili da guidare e da cibare dei cavalli.L'asino è un animale che, più di ogni altro, è stato storicamente sfruttato dall'uomo. Hainfatti svolto le molteplici funzioni di animale da traino, da soma e da sella in tutto l'Oriente,nell'Africa settentrionale e nell'Europa meridionale, ma anche in Cina, in Mongolia e nelSudamerica. Vera forza motrice di un'economia preindustriale senza benzina, ma con tantipascoli incolti, l'asino ha rappresentato fino a poco più di 50 anni una realtà zootecnica ine-

stimabile, anche in gran parte del nostro Paese. Poi, l'evoluzione tecnologica, lo sviluppo economico di molte zone rurali e la dif-fusione di macchine agricole semplici ed efficienti hanno reso l'asino sempre meno utile al suo tradizionale "datore di lavoro",cosicché, soprattutto nei paesi industrializzati come l'Italia, questo animale rischia sempre di più la sorte dei suoi avi selvatici, cor-rendo il rischio di estinzione. Sfortunatamente poi la sua natura forte e robusta, le sue abitudini sobrie e frugali e, senza dubbio,il suo carattere ostinato, hanno sempre indotto l'uomo a trattarlo con minor cura e maggior durezza che non gli altri animali dome-stici. Invece è ormai noto che il comportamento dell'asino domestico dipende, in larga misura, dal suo padrone: tratta-to e tenuto bene si dimostra svelto, docile e operoso; altrimenti è pigro, ottuso e testardo. Da pochi anni a questa parte, però, iltrend si è completamente invertito, vengono infatti organizzati convegni, nascono siti internet e tutti vorrebbero portarsi a casa ilsimpatico equino. Si stanno infatti scoprendo le mille potenzialità dell'asino. Può fornire un latte di eccezionale qualità, molto simi-le a quello materno, ottimo sia per combattere le intolleranze dei bambini alle proteine del latte vaccino, sia per realizzare pro-dotti di bellezza. Inoltre, sfruttando le sue caratteristiche fisiche e comportamentali (taglia ridotta, morbido da toccare ed acca-rezzare, paziente, lento nei movimenti ed incline alle andature monotone e controllate) è possibile offrire preziosi servizi non soloper la riabilitazione e cura degli handicap, ma soprattutto a favore di quelle persone, in particolare bambini, che avvertono l'esi-genza di superare problemi di relazione e socializzazione più attinenti alla sfera affettiva ed emozionale. L'onoterapia offre infattiprogrammi per l'introduzione graduale e sistematica di animali selezionati ed addestrati nelle immediate vicinanze di un individuo,o di gruppi di individui, per scopi terapeutici. Il bambino o l'adulto hanno infatti, con l'onoterapia, l'opportunità di sviluppare inpieno il loro potenziale: sviluppa la personalità, le attività cognitive, la mobilità, le funzioni della mano, il linguaggio e la comuni-cazione, e soprattutto l'autoconsiderazione, attraverso un tipo di rapporto rassicurante che supera lo stress continuo della valuta-zione, del giudizio e della contraddizione.44

di D.S.di D.S.

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Approfondimento Approfondimento

II LL ee gg uumm ii pp aa rr tt ee 55

La CicerchiaE fra tanta grazia possiamo mai omet-tere di accennare almeno al legumediffuso fra i nostri nonni ed ora risco-perto e rivalutato?! La Cicerchia (Lathyrus sativus), lalatina Cicercula, a noi giunta colnome dialettale di Cicerchie oCecere: beato chi ancora ne mangia!Anticamente non mancava mai neicampi o negli orti, essendo la riservadi proteine per l’inverno. Oggi è un ali-mento quasi dimenticato, coltivatonell’Italia Centrale fra le Marche el’Umbria, come in Campania.È una pianta annuale, assomiglia allaveccia e nei suoi baccelli contienesemi più grandi dei piselli ma piùschiacciati; si contenta di poco e nonha bisogno di cure particolari, cresceanche in condizioni per altre piantedifficili, anzi la mancanza d’acquaconferisce ai semi un sapore farinosoe gradevole. Si semina in primaveratra il granoturco assieme ai fagioli e aiceci e le piantine si raccolgono adagosto a fasci con tutte le radici, sitengono sull’aia ad asciugare peressere poi battute col classico “vivillo”che separa i semi dai baccelli. Ilmateriale di risulta, costituito da bac-celli medesimi e piantine secche,secondo la buona regola contadina inbase alla quale non si butta niente matutto si utilizza, va a formare il covo-ne, da utilizzarsi come foraggio per glianimali nei periodi freddi e piovosidell’inverno. Le cicerchie si vendonosolo allo stato secco. Prima di esserecucinate vanno tenute in ammollo alungo, per una notte intera, e l’acquadeve necessariamente essere butta-ta, contenendo una sostanza chepotrebbe causare problemi al sistemanervoso. In Campani si ricordano leCicerchie anche in una antica canzo-ne napoletana intitolata appunto“Madama Cicerchia“ e per noi sonoprelibate le Cicerchie dei CampiFlegrei peraltro proposte nel menù divari ristoranti anche con la presenzadei produttori in occasione di Malazè2007, il cratere del gusto; di pari altis-simo livello qualitativo sono altresì leCicerchie di Serra dei Conti (AN), pro-dotte da un gruppo di giovani agricol-tori: la cicerchia è confezionata insecco con foglie di alloro e grani dipepe che ne garantiscono la naturaleconservazione, oppure in vaso divetro come base per le zuppe.

valori nutrizionali principali per 100 gr.

La SoiaLa Soia( G l u c i n emax) è colti-vata da mil-lenni inE s t r e m oO r i e n t e( C i n a ,G i a p p o n e ,Indones ia) ,

dove, insieme al riso, costituisce labase dell’alimentazione. Oggi i mag-giori produttori mondiali sono gli StatiUniti e il Brasile; in Europa essa è col-tivata in Francia, in Russia, inRomania e in Italia. Botanicamenteappartiene alla famiglia delle legumi-nose, anche se la composizione deisuoi semi differisce da quella deglialtri legumi: molto alti sono infatti ilcontenuto proteico nonché quellolipidico: sono questi due elementi afarne uno dei prodotti più importantinell’alimentazione di molti popoli.Caratteristica è altresì la composizio-ne in aminoacidi delle proteine, vicinaa quella delle proteine animali, perquanto attinente al corredo in ami-noacidi essenziali: il contenuto protei-co infatti si aggira sul 40%, a frontedel 15 – 20 % della carne; per incisopoi, a giudizio di parecchi studiosi ,le proteine di soia hanno anche delleproprietà ipocolesterolemizzanti. Èdel 15 – 20 % il contenuto lipidicocostituito per lo più di acidi grassipolinsaturi e per il 10-15% da zuc-cheri; ed inoltre la soia fornisce leVitamine A, B1, B2, D, E, Sali mine-rali, lecitina, cellulosa. Per la ricchez-za delle sue proteine, la soia è dun-que un alimento energetico e costrut-tore, particolarmente indicato perbambini e anziani grazie alla sua altadigeribilità. Essa e altresì indicata nel-l’alimentazione dei diabetici, per lasua relativa scarsità di zuccheri, e neicasi di ipercolesterolomia e arterio-sclerosi, per la ricchezza di acidigrassi polinsaturi: i suoi lipidi infattisono costituiti per il 40-50% da acidolinoleico, per il 2-10% da acido linolei-co e da tracce di acido arachidonico,presente in quantità ancora minore inaltri oli vegetali. La soia, che in veritànella nostra alimentazione è ancorapoco diffusa, altrove si presta a moltepreparazioni, tanto da approntare unintero pasto, comprensivo anche del

secondo piatto, del dolce e del caffè:dai chicchi di soia infatti, per così direa livello familiare, si possono ottenerelatte germogli, granuli, a livello indu-striale, olio, farina e derivati vari.Il latte di soia, particolarmente indi-cato nell’alimentazione dei neonati intutti i casi di intolleranza al lattematerno, si prepara tenendo 150 gr dichicchi in un litro di acqua per 36 ore.I granuli di soia vengono reidratatitenendoli a bagno in acqua fredda percirca venti minuti: essi quadruplicanoil loro peso, assumendo un aspettosimile a quello della carne tritata, chesostituiscono in ogni preparazione; igermogli di soia si ottengono facendogerminare i chicchi in ambienteumido e tiepido: essi vengono consu-mati, crudi o cotti, come contorno.L’olio di soia, ottenuto dalla spremi-tura del chicco in ragione del 5-25%,è usato come grasso da frittura e dacondimento; per la sua ricchezza digrassi polinsaturi (59%) è indicatonella prevenzione e nel trattamentodell’ ipercolesterolomia e dell’arterio-sclerosi. Il residuo dell’estrazionedell’olio, molto ricco di proteine (circail 50%) è usato per l’alimentazione inzootecnia o per produrre farine, con-centrati proteici (con il 70% di protei-ne) o isolati proteici (con il 90 % edoltre di proteine). Farine e concentra-ti proteici, grazie alle moderne tecno-logie di cottura e di estrusione e allaaggiunta di sostanze coloranti e aro-matizzanti, possono essere impiegatiper preparare dei prodotti “strutturati”simili alla carne: spezzatino, bisteccadi soia, salsicce, salami ed quantoaltro. L’isolato proteico può servireanche alla preparazione del “latte disoia”. I semi di soia maturi hanno unsapore molto forte e contengonocomposti dall’effetto nutrizionalmentedannoso: è necessario pertanto cheessi siano sottoposti a diversi tratta-menti, noti dai tempi più remoti, permezzo dei quali si ottiene la salsa disoia o il misu. Il tofu, molto diffuso dasempre nella cucina cinese e giappo-nese ed ora anche negli Stati Uniti, ècostituito da un coagulo, simile allacagliata di formaggio, ottenuto a par-tire dai semi di soia.valori nutrizionali principali per 100 gr.

di Giuseppe Abbondanzadi Giuseppe Abbondanza

Calorie Kcal 314Calorie kj 1336Grassi 1.6 g.

Carboidrati 48.4 g.Proteine 29.3 g.

Piselli

Calorie Kcal 122Calorie kj 510.448Acqua 69.05 g.

Proteine 13.09 g.Lipidi (Grassi) 6.7 g.

Ceneri 1.59 g.Carboidrati per

diff. 9.57 g.

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NewsNews

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di Agostino D’Arrigo di Agostino D’Arrigo

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Si calcola che in Italia ci siano 500milaceliaci, ma soltanto settantamila sonoconsapevoli della loro condizione. Il risul-tato è che moltissime persone assumonoalimenti che non dovrebbero, che causanoseri problemi, compromettendo la qualitàdella loro vita e il loro stato di salute. Laceliachia è una patologia che, fino a qual-che anno fa, era un mistero o un tabù: sene parlava poco, la si conosceva ancormeno e i celiaci avevano grandi difficoltànel reperire alimenti senza glutine e nelpoter andare tranquillamente in un risto-rante. L’unica soluzione era quella di abo-lire dalla propria dieta i cibi contenenti ilglutine e evitare di andare a cena fuori o diordinare piatti ‘dubbi’.Ma cos’è e come si manifesta la celia-chia? Si tratta di un’intolleranza al glutine– proteina presente nel grano, nella sega-le e nell’orzo nonché nei loro derivati - che

ha una componente genetica e che proba-bilmente viene scatenata da un’enteritevirale nei primi mesi di vita. L’assunzionedel glutine scatena un’abnorme e anoma-la reazione immunitaria nell’intestino consintomi come colite, enterite e atrofia deivilli intestinali, che provoca un blocco del-l’assorbimento dei principi nutritivi e unsignificativo calo di peso. La diagnosi sieffettua eseguendo un esame del sanguein ospedale associato a una biopsia ingastroscopia, anche se oggi è disponibilein commercio un kit per eseguire un sem-plice test su una goccia di sangue che, sedà esito positivo, va seguito da un control-lo in ospedale. Unico modo per arginare laceliachia è quello di evitare i cibi che con-tengono il glutine, accortezza che diventacon gli anni sempre più difficile da conser-vare visto che sono sempre più numerosi iprodotti alimentari che contengono glutine“a tradimento”. Un esempio per tutti: moltospesso il glutine viene utilizzato comeaddensante nella produzione dei salumi eciò costringe i celiaci ad escludere unnumero sempre maggiore di alimenti dallapropria dieta con il risultato, soprattutto peri bambini, di sembrare un diverso rispettoai coetanei che possono permettersi dimangiare ogni alimento senza tante restri-zioni. L’utilizzo crescente del glutine nel-l’industria alimentare ha contribuito in gran

parte anche all’aumento del numero diceliaci in Italia e in tutti i Paesi industrializ-zati. Il trend è chiaro: negli anni Ottanta siregistrava un celiaco ogni tremila persone,negli anni Novanta uno ogni mille e oggiaddirittura uno ogni 150. Negli ultimi anniper fortuna le numerose campagne infor-mative e la pubblicazione di numerosistudi sulla celiachia hanno contribuito asquarciare il velo di silenzio che avvolgevaquesta malattia e aprire la strada a infor-mazione e supporto. Sono sempre piùnumerosi gli esercizi commerciali e i risto-ranti che propongo alimenti e prodotti glu-tin-free che rappresentano finalmente unsicuro approdo per i celiaci. Al tempo stes-so, la ricerca scientifica si concentra sullepossibilità di mettere a punto un vaccino enuove terapie farmacologiche in grado dilimitare il numero di celiaci e di permettereloro una vita equilibrata e quanto più nor-male possibile. Ultima, solo in ordine cro-nologico, è una ricerca condotta pressol’Istituto Gaslini di Genova e pressol’Università di Verona: al vaglio degliscienziati la possibilità di ottenere un vac-cino che entri in azione una volta che si èriusciti ad identificare il Rotavirus respon-sabile dell’enterite virale scatenante. Ma moltissimi sono i progetti di ricerca inatto in numerosi Istituti scientifici interna-zionali.

Cioccolato e uova: sdoganatì duefra i cibi più temutì dagli appassionatidella dieta sana per il cuore. Se si pri-vilegia il cioccolato amaro e si sosti-tuiscono con una o due uova al gior-no, magari a colazione, le classichemerendine o snack ricchi di grassi, ilcuore non potrà che ringraziare.Parola di Elizabeth Klodas, cardiolo-ga statunitense che al meetingannuale dell'American College ofCardiology (Acc) ha illustrato leregole alimentari per proteggere il

sistema cardiovascolare0 .Primo truc-co fondamentale, adottare una dietaal contrario, cioè fare una colazioneda re, un pranzo da principe e unacena da povero. In pratica, diminuirel'apporto calorico di ogni pasto pro-gressivamente, man mano che lagiornata avanza. La colazione deve essere abbondan-te, perchè stimola il metabolismo e cispinge a bruciare di più rispetto aquando, la mattina, rimaniamo digiu-ni. Non mangiando, infatti, si innescaun meccanismo di difesa dell'organi-smo, che tende a conservare piùcalorie nel timore di dover far fronte anuovi digiuni. E per chi gradisce lacolazione all'anglosassone, «è que-sto il momento giusto per inserire leuova, sostituendole alla classica brio-che o merendina ricca di grassi. Permantenere sano il nostro cuore -ammonisce Klodas - l'invito è a nonfarsi prendere dall'ossessione legataai livelli di colesterolo: non sono le

uova, che hanno preziosi elementinutritivi, a spostare l'ago della bilan-cia, perchè ciò che conta realmente aifini del controllo del colesterolo è l'e-quilibrio generale della dieta soprat-tutto sul fronte dei carboidrati e deigrassi saturi».Per quanto riguarda il cioccolato, unquadratino al giorno di quello amaro«è un vero toccasana - afferma la car-diologa - perchè contiene flavonoidi ealtre sostanze antiossidanti beneficheper il cuore». No invece al cioccolato al latte: «illatte infatti annulla gli effetti antiossi-danti, persino se consumato al bic-chiere con il cioccolato amaro: unabbinamento dunque da evitare».Infine, confermati i pilastrì della dietasalvacuore: «controllare le porzioni,preferire la qualità alla quantità, evita-re gli extra e gli snack, mangiare frut-ta, verdura e poco sale. E soprattuttostare alla larga dai fast food e dal cibospazzatura» .

CuriositàCuriosità

di Giuseppe Arrigodi Giuseppe Arrigo

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Ricette del MeseRicette del Mese

Ingredienti:

Molluschi - gamberetti 400 gr.Prezzemolo - tritato 2 cucchiaiSalsa cocktail - 350 gr.

PresentazioneIl cocktail di gamberetti è unodegli antipasti più conosciuti edapprezzati a livello internaziona-le.La fortuna di questa ricetta sem-

plice e veloce, è sicuramente il suo sapore delicato maallo stesso tempo deciso creato dal contrasto tra il saporedei gamberetti e quello della salsa cocktail, aromatizzataleggermente al cognac.Questo piatto, proprio per la sua particolarità, è adatto peroccasioni particolari come pranzi, cene e, perché no,anche per il vostro cenone o pranzo delle feste.

PreparazionePer prima cosa occupiamoci della preparazione dei gam-beretti: lavateli, metteteli in abbondante acqua salata elasciateli bollire per 5 minuti.Quindi, lasciateli raffreddare nell’acqua e nel frattempopreparare la salsa cocktail seguendo la nostra ricetta.A questo punto, scolate i gamberetti e sgusciateli facendo

molta attenzione a non togliere o rovinare la coda.Lasciate raffreddare il tutto e, prima di servire in tavola,mescolate i gamberetti alla salsa cocktail e spolverate conil prezzemolo tritato.

ConsiglioIl primo consiglio che possiamo darvi riguarda la presen-tazione di questo piatto: invece che mettere il vostro cock-tail di gamberetti in un piatto, la cosa migliore da fare è uti-lizzare come recipienti delle coppette di vetro o dei bic-chieri da vino dalla forma tondeggiante.Quindi, sul fondo delle coppette mettete una foglia di lat-tuga e, dentro la foglia versate il vostro cocktail di gambe-retti con sopra una spolverata di prezzemolo o di erbacipollina per dare un tocco in più.Un altro modo per servire questa pietanza, consiste nel-l’incastrare i gamberetti sulla bocca del bicchiere e mette-re la salsa cocktail all’interno, sempre sulla foglia di lattu-ga.

Ingredienti:

Asparagi - 800 gr.Burro - 50 gr.Erba cipollina - tritata 1cucchiaioOlio - extravergine dioliva 5 cucchiaiParmigiano Reggiano -grattugiato 3 cucchiaiPepe - macinato q.b.

Porri - 1 piccoloSale - q.b.Scamorza (provola) - affumicata 150 gr.Uova di gallina - 6

PresentazioneLa frittata di asparagi è un classico piatto primaverile, sta-gione in cui queste verdure crescono spontaneamente;può essere servita come antipasto, tagliata a piccoli qua-dretti, oppure come secondo piatto in porzioni più abbon-danti. La frittata di asparagi può essere considerata unpiatto rustico; può essere preparata con largo anticipo,poichè come ogni frittata, è ottima anche se fredda; perquesto è adatta per scampagnate e pasti all’aperto.

PreparazioneLavate gli asparagi, togliete loro la parte bianca e piùdura del fusto, legateli assieme a mazzetto e lessateli(per circa 15 minuti) ponendoli in piedi in acqua salatadentro ad una pentola stretta e alta dove possano fuo-riuscire solo le punte. Nel frattempo pulite il porro, levando le foglie esterne

più coriacee, lavatelo e tagliatelo a fettine sottili, che ada-gerete in un tegame nel quale avrete fatto sciogliere ilburro.Fate appassire il porro, poi salate, pepate ed aggiungetegli asparagi che nel frattempo si saranno lessati ed avre-te scolato e tagliati a pezzetti; fate cuocere il tutto perqualche minuto, fino a che gli asparagi non perderannopiù acqua di cottura, poi spegnete il fuoco e lasciate intie-pidire le verdure. In un recipiente sbattete le uova, aggiungete il pepe maci-nato, le verdure tiepide, il formaggio grattugiato, la provo-la affumicata tagliata a dadini, e l’erba cipollina (o il prez-zemolo); amalgamate bene gli ingredienti tra loro. In una padella antiaderente, ponete l’olio e scaldatelo,aggiungete poi il composto di uova e cuocete la frittata per2-3 minuti a fuoco allegro ma non alto, poi ponete uncoperchio sopra la padella e abbassate leggermente lafiamma in modo che anche l’interno della frittata si cuociain modo uniforme. Quando i lati della frittata cominceranno a diventare bendorati, giratela aiutandovi con il coperchio; fate dorareanche l’altra superficie della frittata e poi fatela scivolaresopra ad un piatto di portata. Servitela dividendola a spicchi.

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Come scegliere e gustare un buon cioccolato

Il suo aspetto deve essere lucido, privo di macchie. Un cioccolato di buonaqualità conservato al meglio, senza sbalzi di temperatura, non presentasulla sua superficie la patina bianca.

All’assaggioUn buon cioccolato bianco deve essere morbido al palato.Deve sciogliersi rapidamente.Deve sviluppare gradualmente il gusto di burro di cacao, il dolce dello zuc-chero ed un gradevole e intenso gusto di latte.

Un buon cioccolato al latte deve essere meno croccante del fondente edessere percepito come pastoso al palato.Deve sviluppare questi sapori: dolce, acido, amaro e con un intenso gusto dilatte.

Un buon cioccolato fondente amaro o extra bitter deve spaccarsi sotto i denti.Deve sciogliersi rapidamente.Deve essere leggermente sabbioso.Una volta sciolto, dovrà lasciare una veloce sensazione di dolcezza che simuterà poi in quella di amaro.

Gli abbinamenti ideali:I “cioccomaniaci” lo abbinano con tutto, e ne fanno ingrediente di antipasti, diprimi e secondi piatti. Noi vi consigliamo questi abbinamenti alla portata ditutti, più o meno fanatici del “cibo degli dei”.

Cioccolato e pere, come nella deliziosa crostata.Cioccolato e lamponi, dove lo sciroppo o la gelatina di lamponi danno un deli-zioso tocco di dolcezza all’extra bitter.Cioccolato e cannella, per un sentore speziato e stuzzicante.Cioccolato e menta, un classico all’inglese sempre affascinante.Cioccolato e caffé, superstimolante.Cioccolato e … pane, il più tradizionale binomio che da sempre dà grandesoddisfazione a grandi e piccoli.

Di interesse generaleDi interesse generaledi A. D.di A. D.

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Il vademecum di UNC per l'acquisto di carne bovina

Psicosi "mucca pazza" anche in Italia? Secondo le segnalazioni che stanno arrivandoall'UNC (Unione Nazionale Consumatori) pare di si!All'indomani della notizia di cronaca dei due decessi avvenuti in Spagna per il morbo lega-to alla carne, aumenta infatti la preoccupazione nei consumatori italiani su come compor-tarsi per l'acquisto di carne bovina. Lo riferisce in un comunicato l'associazione. Per quanto l'UNC li definisca "timori infondati", tra l'altro le vittime pare avessero contratto

la malattia 8 anni fa, l'associazione ha sottolineato alcune regole da ricordare:• i vitelli (per legge sono quelli fino a 8 mesi di età) sono indenni dalla malattia, per cui il consumo delle loro carni noncomporta alcun problema; • ugualmente privo di rischio è il consumo di tagli di carne magra di bovini adulti, come rosa, pezza, noce, girello, ecce-tera, perché ormai da tempo si è potuto verificare che non contengono i microbi responsabili del morbo; • per la carne macinata, scegliere un pezzo magro e farlo tritare, evitando quella di cui non si conosce l'origine; • l'origine della carne bovina si riconosce invece dal bollo sanitario sulla carcassa: se riporta le lettere "ES" significa cheproviene dalla Spagna • evitare assolutamente di comprare carne bovina da"corrieri" e fornitori rurali improvvisati: si tratta quasi sempre di bovi-ni macellati clandestinamente.

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AngioiniNel 1258 il Parlamento"Siculorum" incorona reManfredi, figlio di Federico II.Prima di procedere oltre, nellanarrazione cronologica deglieventi, occorre soffermarsisulla “Istituzione ParlamentoSiciliano”, il più antico delMondo (Palermo 1130), onoree vanto della “sicilianità”. Era

un “Parlamento” di “Pari”, composto prevalentemente da feu-datari, sindaci delle città, Dai Principi, dai Marchesi, dai Contie dai Baroni, dove la “parità” era costituita dalla condizione diappartenenza al “ceto nobiliare”, non dal c.d. “diritto di citta-dinanza” (cittadino sarà un termine che verrà introdotto nellapratica con la Rivoluzione Francese) di appartenenza ad undeterminato territorio (Stato-Nazione). E il Sovrano, anche seeletto da quel Parlamento, non era il “primus inter pares”; ma“l’Unto del Signore”, detentore del potere (assolutismoRegio) ed egli stesso fonte del diritto. Un Parlamento, quel-lo, che fondava le sue prerogative sui “privilegi” concessi daiSovrani, che lo convocavano e lo presiedevano. Il ReManfredi però venne scomunicato (la Casa di Svevia, eravista dal papato come una minaccia per la sopravvivenzastessa dello Stato pontificio). Nel 1261 Edmondo fu depostoda un papa francese che convinse Carlo d'Angiò, fratello diRe di Francia (San Luigi), a perorare la sua causa sostituen-do Edmondo. Incoronato a Roma cinque anni dopo, Carlod'Angiò parte per sottrarre il trono a Manfredi. Egli promosseuna spedizione militare per conquistare il Regno e, nel 1265il nuovo papa, Clemente IV (francese), lo proclamò Re delleSicilie. Manfredi venne ucciso nella Battaglia di Benevento il26 febbraio 1266. Inizia così per la Sicilia la dominazioneangioina. Il 6 Gennaio del 1266, Carlo D'Angiò fu incoro-nato a Roma re di Napoli e Sicilia. I Siciliani, per lealtàverso gli Svevi, chiamano come loro re Corradino, figlio diCorrado di Svevia. Sembra che la Sicilia si divise in duefazioni: invece di Guelfi e Ghibellini furono chiamati ferracanii seguaci di Carlo d'Angiò e Paterini gli altri. Carlo D'Angiò,dopo avere sconfitto Corradino a Tagliacozzo (in Abruzzo) il13 agosto 1268, si impadronisce dell'Isola attraverso l'azionedi un suo luogotenente, Guglielmo l'Etendart. Corradino e ilcugino Federico di Antiochia trovarono rifugio nel castello diAstura. Ma tradito da Frangipane, che lo aveva ospitato,Corradino venne consegnato a Carlo che lo fece giudicare aNapoli e qui decapitare. La tragica fine avvenuta nel 1268,nella Piazza del Mercato a Napoli, sancì la definitiva sconfit-ta dell'Impero. La leggenda vuole che prima di morireCorradino, come sfida, lanciò tra la folla un guanto che venneraccolto da Giovanni da Procida (nobile e fiero esule salerni-tano che successivamente si travestì da frate per giungere alcospetto del Papa Nicolò e mettersi d'accordo con Lui perdare aiuto a Pietro d'Aragona nel togliere il regno a Carlod'Angiò). L'avida politica fiscale attuata da CarloD'Angiò, anche per finanziare le imprese militarialla conquista di Gerusalemme, accrebbe il mal-contento. Nel 1282 i Siciliani insorgono contro dilui con la guerra del Vespro che darà inizio ad unlunghissimo periodo di contese che sarà ricor-dato come la Guerra dei Novant'anni (1282-1372).

AragonesiIn Sicilia, si andava sviluppando un forte mal-contento nei confronti del governo angioinosoprattutto per il trasferimento della capitale delRegno da Palermo a Napoli. Tale malcontentosfociò in una sommossa, nota come Vespri sici-liani, che determinò la cacciata degli Angioinidalla Sicilia. Inizia così a Palermo, il 30 marzo1282 la rivolta dei "Vespri Siciliani", che presto si estese in

tutta la Sicilia. Il termine Vespro deriva dall'inizio all'oraappunto “del vespro” il 31 marzo del 1282. Leggenda vuoleche a scatenare la rivolta sia stato un soldato dell'esercitofrancese che si era rivolto in maniera irriguardosa ad una gio-vane donna accompagnata dal consorte. La reazione dellosposo, che ne conseguì rappresentò la scintilla che diede ini-zio alla rivolta. Altra la versione che si tramanda nella leggen-da popolare e che l'ufficiale francese avrebbe toccato la fan-ciulla al fine di verificare se portava armi. La ragazza, che erain compagnia di genitori e fidanzato cadde a terra svenutaper quell'affronto. Un giovane che aveva assistito al fatto,trasse la spada dell'ufficiale e lo uccise con la sua stessaarma. Proprio in quel momento le campane suonavano i rin-tocchi dell'ora del vespro. Tutti i presenti gridarono unanima-mente: "muoiano i Francesi!". I palermitani esercitarono quel-la notte una vera e propria "caccia ai francesi", presto trasfor-matasi in una autentica carneficina. All'alba, la città diPalermo si proclamò indipendente. Nata come rivoluzionepopolare, questa rivolta si trasformò in un movimento perl'autonomia municipale e divenne una contesa tra gruppi dibaroni tedeschi e francesi per decidere le sorti del nuovo feu-dalesimo. Carlo I d'Angiò tentò in un primo tempo di sedarela rivolta con la promessa di numerose riforme ma, alla fine,decise di intervenire militarmente. Con 75.000 uomini eduecento navi, sbarcò a Messina il 25 luglio 1282 e diedeinizio all'assedio della città. La città però non fu espugna-ta. Nell'estate del 1282 un'assemblea di baroni e di rappre-sentanti della città chiede il soccorso di Pietro di Aragona,sposo di Costanza di Hohenstaufen, figlia di Manfredi. Gliisolani esprimevano così il desiderio di ritornare, alla dinastiasveva, di cui Costanza era depositaria. Aiutato da notabilisiciliani Pietro, convinto di rivendicare i diritti di sua moglie,giunse a Trapani il 30 agosto del 1282 ed entrò trionfalmen-te a Palermo proclamandosi re di Sicilia. Carlo d'Angiò si riti-ra da Messina il 29 settembre facendo ritorno a Napoli elasciando la Sicilia nelle mani di Pietro III. Con la guerra delVespro inizia un lungo periodo di lotte che viene ricordatocome la Guerra dei Novant'anni (1282-1372). Iniziata la guer-ra, la parte siculo-aragonese trova un capo militare di valorenell'ammiraglio Ruggero Laurìa, che coglie una vittoria deci-siva contro le forze angioine nel giugno del 1283, nelle acquedi Napoli. La dominazione aragonese fu accettata senzatroppe riserve. Pietro III d'Aragona, detto il Grande, sebbeneaccettasse che il regno si mantenesse separato, ignorò spes-so i privilegi feudali. Nel 1285 morti i protagonisti della guer-ra (papa Martino IV, Carlo I d'Angiò e Pietro III d'Aragona) iSiciliani eleggono re Giacomo II d'Aragona, subendo cosìuna scomunica inflitta da papa Onorio IV. Nel 1296 i Sicilianistessi non esitano a dichiarare decaduto il re (che si sta ado-perando per restituire diplomaticamente la Sicilia agliAngioini) e incoronare suo fratello Federico III d'Aragona checoncede il diritto di riunire il Parlamento dei baroni almenouna volta l'anno Il lungo periodo di guerre tra gli angioini e gliaragonesi per il possesso dell'isola si concluderà soltanto nel

1302, quando Carlo II d'Angiò e FedericoIII d'Aragona, sottoscriveranno la pace diCaltabellotta che prevedeva l'affidamentodella Sicilia a Federico.La sovranità di Federico viene dunquericonosciuta ed egli diviene re di Trinacriacon il nome di Federico II. La condizionedella Pace prevedeva però che alla suamorte la corona sarebbe tornata agliangioini. Il trattato non viene però rispetta-to e il regno viene diviso in due parti: il ten-tativo di Carlo d'Angiò di fare del regnosiciliano un perno per estendere la suainfluenza sull'intera penisola, fallisce. Conla pace di Caltabellotta si era chiuso ilprimo periodo della guerra dei Novant'anni.

(continua sul prossimo numero)

La Stor ia del la Sici l ia parte 5La Stor ia del la Sici l ia parte 5

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ricerche a cura di Vittorio Cocivera e Floriana Risoricerche a cura di Vittorio Cocivera e Floriana Riso

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L’Angolo del la PoesiaL’Angolo del la Poesia

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Il potere d'acquisto cala del 35%Un patto post-elettorale tra le forze politiche per frenarel'inflazione arrivata ormai all'8%. A chiederlo e' Gian MariaFara, presidente dell'Eurispes, secondo il quale "la sola viad'uscita e' avere il coraggio di guardare in faccia la realta'.Una situazione grave come quella che stiamo vivendodovrebbe indurre le forze politiche, una volta superata lafase elettorale e indipendentemente dal risultato, a farefronte comune per gestire un'emergenza che rischia di tra-scinare il Paese verso un irrecuperabile declino". Dal 2001-2005 infatti l'Eurispes ha calcolato una crescita complessi-va dell'inflazione del 23,7%. Dopo una fase di stasi, spiegal'istituto di ricerca, l'inflazione ha ripreso a crescere nelcorso del 2006 e 2007 ad una media del 5% e ha registra-to negli ultimi mesi del 2007 e in questi primi mesi del 2008una nuova fiammata fino all'8%. In considerazione di que-sto andamento, "la perdita media del potere d'acquistotra le diverse categorie si e' ormai attestata intorno al35%". Vi sono moltissime coppie, specie quelle piu' giova-ni, prosegue l'Eurispes, che "per arrivare a fine mese" si

fanno ancora aiutare dalle rispettive famiglie di origine. Inmolti altri casi, invece, il marito o la moglie saranno costret-ti a trovare un secondo lavoro per far fronte alle esigenzefamiliari. "Secondo i nostri calcoli - continua Fara - il reddi-to delle famiglie viene integrato ogni mese con 1.330 euro"in nero", necessari affinche' si possano far quadrare iconti.Gli italiani insomma sono sempre piu' costretti adessere stakanovisti per sopravvivere". Secondo quantoappurato dal centro studi all'inizio di quest'anno, solo pocopiu' di un terzo delle famiglie italiane riesce ad arrivare allafine del mese. In parallelo, l'aumento del credito al consu-mo nel nostro Paese "non e' dovuto ad un dinamismo eco-nomico, ma solo dettato dalla necessita'". Un italiano suquattro ricorre al credito al consumo per arrivare alla finedel mese. "A cio' si aggiunga - conclude l'Eurispes - che glistipendi italiani sono tra i piu' bassi d'Europa. Questo per-che' essi non sono stati adeguati alla crescita dell'inflazio-ne reale. In pratica i lavoratori sono pagati in lire, macomprano in euro. Perdita del potere d'acquisto, dunque,salari tra i piu' bassi d'Europa, aumento vertiginoso deiprezzi dei beni, anche quelli di prima necessita', ricorso alcredito al consumo come forma di integrazione al reddito".1 11 1

EurispesEurispes

Nel solo 2006 è stata riscontrata una spesa complessivadelle Province italiane pari a 13 miliardi di euro, contro gli11 ed i 2 miliardi di euro, rispettivamente, di flussi finanzia-ri in entrata e di indebitamento. Di questi 13 miliardi di euro,il 18,3% sono costituiti da spese sostenute per i redditi dalavoro dipendente, contro il 28,4% dei consumi intermedi,il 22,3% di investimenti fissi lordi ed il 31% di tutte le altrevoci di spesa. E' quanto rileva uno studio dell'Eurispes.Nell'ipotesi in cui il personale delle Province (pari a 62.778tra dirigenti e impiegati), venisse re-impiegato in altreAmministrazioni o Istituzioni locali, secondo l'Eurispes l'a-bolizione delle Province consentirebbe un risparmio com-plessivo pari a 10,6 miliardi di euro nel solo 2006, dalmomento che verrebbero meno tutte le altre voci di spesaattuali. Nel corso degli ultimi venti anni, rimarca l'istituto distudi politici, economici e sociali diretto da Gian MariaFara, i conti economici delle Amministrazioni pubblichehanno mostrato un incremento sensibile delle spese, gene-rando un fabbisogno finanziario solo in parte coperto dallemaggiori entrate. L'ammontare complessivo di quest'ultimeè, infatti, passato dai 185 miliardi di euro del 1986 ai 680miliardi di euro del 2006, con un tasso di crescita medioannuo del 13,4%. Nello stesso arco temporale, rileval'Eurispes, le spese delle Amministrazioni pubbliche sono

aumentate ad un tasso di crescita medio annuo del 10,5%,passando da 241 a 746 miliardi di euro. Il crescente inde-bitamento della PA deriva, in massima parte, dal peggiora-mento dei conti economici delle Amministrazioni centrali.Le Province italiane soprattutto,secondo l'Eurispes, pre-sentano negli ultimi anni conti economici in netto peggiora-mento. Dal 1986 al 2006, le entrate delle Province italianesono aumentate a un tasso di crescita medio annuo del13,9%, ovvero il 5,3% in più rispetto a quello di tutte leAmministrazioni pubbliche e lo 0,6% in più rispetto a quel-lo delle Amministrazioni centrali.A causa del tasso di cre-scita così elevato, le entrate provinciali sono quasi quadru-plicate nel corso di un ventennio, raggiungendo, nel corsodel 2006, gli 11 miliardi di euro, contro i 2,9 del 1986. Nellostesso arco temporale, tuttavia, oltre alle entrate sonoaumentate anche le spese, tanto che solo in alcuni annile Province italiane sono state in grado di soddisfare piena-mente il proprio fabbisogno finanziario.Con tasso di cresci-ta medio annuo del 16,6% (+2,7% rispetto alle entrate), lespese delle Province sono più che quadruplicate, fino atoccare, nel corso del 2006, i 13 miliardi di euro. Negli ulti-mi anni, osserva lo studio dell'Eurispes, l'indebitamento hainiziato una preoccupante fase di crescita, che lo ha porta-to dai 500 milioni di euro del 2001 ai 2 miliardi di euro del2006.

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Page 12: In questo numero Rosmarino: “Rugiada del Mare” · sto motivo veniva usato nei filtri d’amo-re per incantare il cuore degli amati. ... svoltasi nel 2005 in Corea. In tale occasione

L’Associazione “Na.Sa.Ta. - I Sapori del MioSud”, coordinata dal presidente DomenicoSaccà, ha organizzato domenica 30 Marzo lamanifestazione denominata “BenvenutaPrimavera”, inserita nel progetto “Conosciamoed amiamo i Monti Peloritani”. L’evento, organiz-zato con la collaborazione dell’AziendaRegionale Forestale Demaniale (Ufficio diMessina) e del Dopolavoro Ferroviario, si èsvolto nell’area attrezzata Ziriò sui ColliPeloritani. Ospite d’onore è stato il cantautoreSalvatore Trimarchi, vincitore del concorsonazionale “Talent1”, che con la sua musica ha

reso più allegra la giornata. Grande successo ha avuto anche la degu-stazione di prodotti tipici locali offerti dalle aziende leader nel settoreeno-gastronomico: la spettacolare pasta e fagioli preparata sapiente-mente da Gianni La Fauci, i favolosi panini imbottiti da Dino Zirilli, i deli-ziosi cannoli con ricotta della pasticceria Al Pioppo di Nino Crupi e i pro-dotti genuini offerti da Mansueto Gugliotta e dal panificio Il Granettod’Oro di Ditto Claudio La manifestazione, data l’ampia partecipazione,può considerarsi perfettamente riuscita. Interessante la mostra fotografi-ca della Flora e Fauna dei Monti Peloritani e la visita al Parco dei Daini,curata dalla Azienda Forestale di Messina.

La nobiltà è la sola e unica virtùGiovanale

Coloro che non furono mai sventurati,non sono degni della loro felicità

Ugo Foscolo

La non violenza è la più grande forzache possiede l’umanità

Gandhi

Chi vuol fare qual-cosa, trova sempreun mezzo; chi nonvuol fare nulla, trovasempre una scusa

P.Pellegrino

Nel mondo ci sonotante frustrazioniperché anziché inDio abbiamo confi-dato degli dei

M.L.King

Chi dice molte paro-le pompose nonvuole informare, mafare colpo

Goldmith

La strada della vitaè seminata di fiori. Ammirarne la bel-lezza e aspirarne il profumo è segnodi saggezza

J.M.Burgui

Perché aver paura di cambiare? Tuttala vita è un cambio

H.G.Wells

Coltivare la scienza e non amare lepersone è come accendere un lume echiudere gli occhi

Anonimo

Tutto ciò che negli altri ci irrita puòservire a conoscere meglio noi stessi

C.G. Jung

Dalla giustizia di ognuno nasce lapace di tutti

Giovanni Paolo II

Quando non si po’ avere ciò che sivuole, è ora di cominciare a volere ciòche si ha

Anonimo

Quanto più hai, più ti preoccupi;quanto meno hai, più libero sei

Anonimo

Sono una persona libera quandosono convinto di essere un bicchierepieno, ma continuo ad aver bisognodegli altri

J. Arias

Se un amico ci chie-de qualcosa, non sipuò mai rimandare adomani

G.Herbert

Chi ha commessoun errore e non locorregge, necommette un altropiù grande

Confucio

L’educazione consi-ste nell’insegnarenon checosa pensare, ma apensare

G.Coolidige

L’amicizia è come lamusica: due corde dello stesso tonovibrano assieme anche se se netocca una sola

F.Quarles

Sono libero quando non ho perso lasperanza di poter arricchire gli altri

J.Arias1 21 2

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