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Dicembre 2011 - Anno II - Numero 2 Istituzione ISIDE - Via Saffi, 17/c - Grosseto - www.isidegrosseto.it Città di Grosseto ISIDE Istituzione Servizi Infanzia Documentazione Educativa Giornalino dei nidi e delle scuole dell’infanzia del Comune di Grosseto IN QUESTO NUMERO MANGIARE A SCUOLA I GENITORI RACCONTANO... BABBO STASERA DORMO FUORI I GENITORI RACCONTANO... QUESTO NIDO NON È UN ALBERGO LESPERIENZA DEL PERNOTTAMENTO VIVA LA PAPPA MANGIARE DA PICCOLI RIDIAMO CON I NOSTRI BAMBINI LORO SONO DEI VERI MAESTRI DI COMICITA

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Dicembre 2011 - Anno II - Numero 2 Istituzione ISIDE - Via Saffi, 17/c - Grosseto - www.isidegrosseto.it

Città di Grosseto ISIDE Istituzione Servizi Infanzia Documentazione Educativa

Giornalino dei nidi e delle scuole dell’infanzia del Comune di Grosseto

IN QUESTO NUMERO

MANGIARE A SCUOLA I GENITORI RACCONTANO...

BABBO STASERA DORMO FUORI I GENITORI RACCONTANO...

QUESTO NIDO NON È UN ALBERGO L’ESPERIENZA DEL PERNOTTAMENTO

VIVA LA PAPPA MANGIARE DA PICCOLI

RIDIAMO CON I NOSTRI BAMBINI LORO SONO DEI VERI MAESTRI DI COMICITA’

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Un impegno a tutto campo per i più piccoli Emilio Bonifazi Sindaco di Grosseto Ogni incontro è una storia Barbara Biagioni Direttore Istituzione ISIDE

Viva la pappa ... Mangiare da piccoli Mangiare a scuola! I genitori raccontano

Questo nido non è un albergo ... L’esperienza del pernottamento

Babbo stasera dormo fuori! I genitori raccontano Ridiamo con i nostri bambini: Loro sono dei veri maestri di comicità

Il bello, Mirò e i bambini Le fotografie e i disegni pubblicati in questo numero sono stati realizzati nell’ambito delle scuole e dei nidi d’infanzia comunali di Grosseto.

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Direttore Istituzione ISIDE Barbara Biagioni Gruppo per la stesura degli articoli Genitori: Mihaela Angelescu Cristina Attilio Valentina Biliotti Michela Brilli Eleonora Capitani Matia Rosaria Carelli Paola Cecere Lucilla Chimenti Bogdan David Liliana David Rocco Della Rosa Simona Espositi Sabrina Fatarella Simona Ferrini Eleonora Guidotti Franca Marzocchi Olivia Nappi Marcello Nucci Eleonora Paolucci Ketj Parri Michele Russo Deborah Santini Katia Scalese Anna Sibilio Giulia Terrosi Anna Terrosi Serena Tonini Alessia Vagnoni Penelope Verdi Educatori: Paola Carta Susanna Fazzuoli Roberta Felli Laura Frosali Martina Mori Roberta Minacci Marco Viti Insegnanti: Loredana Baccianti Carla Bottinelli Grazia Capponi Agostina Di Marchi Marilena Farnetani Luciana Mazzetti Gruppo di redazione Valentina Biliotti genitore Paola Cecere genitore Rocco Della Rosa genitore Franca Marzocchi genitore Ketj Parri genitore Loredana Baccianti insegnante

Laura Frosali educatore Tiziana Ciacci Coordinatore Psicopedagogico Istituzione Iside

Impaginazione e copertina Tiziana Ciacci Orietta Franceschetti

Ambra; Flavio; Gaia; Giulio; Lavinia; Rachele; Valerio; Zoe

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V arie sono le strade che una Pubblica amministrazione può intraprendere per accompagnare i più piccoli nel loro percorso di crescita, in particolare quando l'istituzione è chiamata svolgere un ruolo fondamentale nell'accudimento giornaliero dei bambini. Si tratta di ore ricche di significato, dalle quali ognuno di loro avrà input importanti anche per l'apprendimento, per i buoni comportamenti, per lo stile alimentare, per la capacità di socializzare, per lo sviluppo psico-motorio. Tante quindi le responsabilità alle quali i nostri nidi e scuole per l'infanzia devono far fronte. Per questo riteniamo fondamentale uno scambio continuo con le famiglie che nel corso dell'anno vengono coinvolte in iniziative e progetti di diversa natura. Questo permette di raccogliere le loro testimonianze, di avere una conoscenza diretta delle abitudini e delle caratteristiche dei bambini, della loro esperienza personale e permette agli insegnanti e a tutti i collaboratori di affrontare con maggiore cognizione di causa il lavoro da svolgere in classe. E questo nuovo numero di Isidoro, il periodico promosso dai nidi e dalle scuole dell'infanzia comunali, ne è la dimostrazione. Le pagine che vengono puntualmente realizzate da insegnanti, educatori e genitori sono sì uno strumento di informazione e di riflessione utile per le famiglie che hanno i figli nelle strutture comunali, ma sono anche un luogo di confronto e il risultato di un impegno a tutto campo a favore dei piccoli. Il gioco, il pasto, le attività didattiche e ricreative sono alla base delle giornate trascorse a scuola, ma la qualità del servizio offerto è data anche da altro. Da quel valore aggiunto che per l'amministrazione comunale è fatto di idee e attività extrascolastiche, è fatto di incontro e dibattito con tutte quelle realtà che ruotano intorno al bambino, che si occupano di bambini e che hanno come obiettivo finale la loro salute e il loro benessere psicofisico. Il sindaco Emilio Bonifazi

Un impegno a tutto campo per i più piccoli

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Ogni incontro è una storia

E ducare è un compito che coinvolge una complessità di saperi ed un ventaglio di azioni volte ad accompagnare la costruzione della storia personale di ogni bambina e bambino. Ogni adulto coinvolto in questo processo intreccia una sorta di narrazione in cui le proprie conoscenze, esperienze si vanno ad integrare con quelle personali dell’interlocutore che si affaccia al mondo con curiosità, interesse e bisogno di scoperta. Storie diverse, diversi sguardi, prospettive, attese intessono questa trama, questo canovaccio che serve alle bambine ed ai bambini come mappa per orientarsi, per appropriarsi della realtà in termini non solo di elaborazione dei dati, ma soprattutto di trasformazione e reinvenzione. Ogni sorriso, contatto, o meglio, ogni interazione, rappresentano punti di partenza per una nuova e sempre diversa esperienza in cui elementi psichici, fisiologici, culturali convergono per dare impulso alla costruzione del proprio sapere. Ogni incontro imprime la propria impronta ed acquista significato nel nostro vissuto contribuendo a dare un senso alla nostra esperienza. Ogni essere umano affacciandosi alla vita, con curiosità si muove alla scoperta della realtà ed in questo percorso incontra adulti che possono mettere a sua disposizione le proprie esperienze, modelli di comportamento e saperi. Sta però nella modalità di “accompagnamento”, la differente qualità degli apporti che noi adulti possiamo donare alle bambine ed ai bambini. Dobbiamo costruire, noi adulti, la strada da far percorrere a coloro che si affacciano alla vita, o piuttosto è nostro compito indicare la destinazione e lasciare ai nostri figli la possibilità di scegliere attraverso quali cammini raggiungere il traguardo? Riprendendo quanto detto da Friedrich Nietzsche in “Umano, troppo umano”: Si possono promettere azioni, ma non sentimenti, perché questi sono involontari. Chi promette a qualcuno di amarlo sempre o di odiarlo sempre o di essergli sempre fedele promette qualcosa che non è in suo potere; invece può ben promettere quelle azioni, che sono sì, di solito, effetto dell'amore, dell'odio e della fedeltà, ma che possono anche scaturire da altri motivi: giacché a un'azione conducono più vie e motivi.

Barbara Biagioni

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VIVA LA PAPPA … mangiare da piccoli!

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L’ incontro e l’approccio con il cibo è un elemento caratterizzante lo sviluppo del bambino, che assume significati e valori peculiari nelle sue diverse fasi di sviluppo. Infatti attraverso l’atto del mangiare, oltre a nutrirsi il bambino conosce, accoglie o rifiuta l’ambiente, consolida riti e consuetudini, conquista autonomie, abilità e competenze sempre nuove e di maggiore complessità.

Il valore affettivo e relazionale che ricopre il cibo è evidente se pensiamo che questo è il primo mediatore della relazione accudente del genitore, il quale nutrendo il figlio si trova a rispondere ai suoi bisogni fisiologici ed emotivi. Quindi l’alimentazione costituisce un processo che si colloca nel delicato equilibrio tra nutrimento fisico e ricerca del piacere che accompagna il bambino in tutto il suo sviluppo e che coinvolge l’adulto nella medesima dimensione.

C onsapevoli che un rapporto equilibrato con il cibo è fonte di benessere psicofisico, nel nido e nella scuola dell’infanzia, vengono realizzate attività di esplorazione e manipolazione degli alimenti, volte ad assecondare il piacere dei bambini nella scoperta di nuovi sapori ed odori, sostenendo parallelamente lo sviluppo di autonomie e di competenze cognitive e relazionali.

N ei servizi educativi il pasto viene organizzato in modo da facilitarne l’identificazione, quindi viene prestata particolare attenzione alla regolarità degli orari e alla sequenza degli eventi che scandiscono questo momento: la preparazione in bagno, mettersi il tovagliolo, mettersi seduti e l’arrivo del carrello con il cibo.

Q uesto momento costituisce un’occasione privilegiata per i bambini per sperimentare la relazione con i compagni e con l’adulto, in quanto si realizzano scambi comunicativi intensi in cui l’attenzione è rivolta alle azioni del nutrire e del nutrirsi che vengono sottolineate da sguardi, atteggiamenti e commenti verbali.

D al seggiolone si passa appena possibile al tavolo con le sedie a misura dei bambini, così come dal cucchiaino si passa all’utilizzo del cucchiaio, della forchetta fino ad arrivare al coltello. Progressivamente viene offerta la possibilità di conoscere, toccare per poi arrivare ad usare autonomamente le posate. Ai bambini viene offerta anche la responsabilità di servirsi autonomamente la quantità di cibo desiderata e, a turno, di portare a termine dei compiti, come ad esempio apparecchiare e servire i compagni. Questo gioco del “cameriere” è ambito e atteso da tutti che restano in attesa del proprio turno con orgoglio.

Sara (3anni) Greta (3 anni)

Jostan (6 anni) Tommaso (5 anni)

Sofia; Luciano; Anna; Alice; Emanuela; Marta; Tommaso

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U lteriori autonomie vengono promosse attraverso la proposta ancora di altri giochi che implicano l’utilizzo di abilità manuali quali il tagliare la frutta e la verdura e versare l'acqua. Il pasto è quindi connotato dal piacere di nutrirsi e di stare insieme, ma ha anche delle regole chiare e precise che hanno l’obiettivo di sostenere l’attenzione del bambino su quello che sta facendo e vivendo, nominando gli alimenti e sostenendolo nello stare a sedere per quel tempo. Quindi sia a scuola che al nido il bambino viene sostenuto nell’esplorazione e nella scoperta di nuovi gusti e sapori dall’adulto, ma anche dal confronto con i compagni, infatti mangiare insieme significa conoscere meglio se stessi, gli altri, e sperimentare la propria autonomia.

I bambini/e di 5 anni della scuola dell'infanzia “La Coccinella” di via Adamello sono stati protagonisti, per il terzo anno consecutivo, del percorso didattico organizzato dalla UniCoop Tirreno sull’Educazione al Consumo Consapevole.

Al centro di questa metodologia si trova il supermercato che continua a mantenere la propria importante funzione educativa come laboratorio didattico in cui cercare significati e valori racchiusi tra gli scaffali per facilitare un approccio al cibo che coniughi, in modo equilibrato, l'educazione al gusto con i principi di una alimentazione varia. Queste esperienze possono contribuire all'interiorizzazione di comportamenti corretti e stimolare il piacere di nutrirsi in modo sano.

La merenda ha sempre avuto una importanza speciale per i bambini e non soltanto dal punto di vista nutrizionale. Le mamme la considerano necessaria nella alimentazione quotidiana dei loro figli. I bambini la aspettano come un’occasione per gratificare l’appetito e il gusto, ed una opportunità di autonomia e socialità. Nutrizionisti e pediatri la ritengono un’abitudine utile e salutare. L'innovazione di un percorso che, attraverso una ludica e accattivante metodologia, ha sensibilizzato significativamente i bambini all'argomento. Attraverso il cibo non passano solo principi nutritivi, ma anche messaggi che appartengono alla sfera relazionale, affettiva e cognitiva.

Nel percorso all’interno del negozio i bambini/e trovano lo stimolo per commentare e confrontarsi con i compagni attraverso lavori di gruppo e giochi cooperativi che partono dall’analisi critica del mondo dei consumi: i prodotti diventano protagonisti “parlanti” che raccontano storie fatte di relazioni, economia, cultura e scelte etiche, da cui dipende il futuro delle persone. Al supermercato si entra in contatto diretto con i prodotti, si fanno spese simulate, s’impara a leggere le etichette, si intervistano i clienti del supermercato. In sezione l'animatrice della Coop offre spunti di confronto tra il valore della merenda tradizionale “dei nonni da piccoli” (pane e olio… pane e zucchero.. pane e marmellata...) e un moderno snack per far emergere il valore di un’alimentazione corretta.

In conclusione l’educazione alimentare è una questione di atmosfera quanto di dietetica, il piacere di mangiare è il frutto di un cocktail che coinvolge tutti i sensi: il gusto e l’odorato sono dominanti, ma sono fondamentali anche le sensazioni tattili, uditive e visive al fine di strutturare delle corrette abitudini alimentari.

Insieme alla Coop

Alice (5 anni e 7 mesi)

Matteo; Emanuela; Alice;

Lucian; Marta (5 anni))

Viola (5 anni e 6 mesi) Leonardo (5 anni e 4 mesi)

Alice (5 anni e 6 mesi)

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Eleonora, mamma di Ginevra (3 anni e 7 mesi)

N ell’alimentazione di Ginevra le verdure sono state inserite durante lo svezzamento come consueto. Ginevra le ha sempre apprezzate soprattutto quelle colorate: carote, piselli, fagiolini, pomodori. Dopo il primo anno di vita, nonostante fosse incuriosita dai sapori forti ha continuato a mangiarle e la cosa più curiosa è che le piacevano non condite. Adesso, con mia grande gioia, mangia volentieri quasi tutte le verdure lesse (fagiolini, cavolo, broccoli, spinaci, zucchini, carote) e crude (pomodori, insalata, finocchi, carote, sedano, rucola), sia a casa che alla scuola materna, inoltre le piacciono anche i peperoni, cotti e crudi. Per quanto riguarda invece la frutta, fino a quasi 2 anni Ginevra non l’apprezzava molto né cruda né sottoforma di omogeneizzato. Verso i 2 anni ha iniziato comunque a mangiarla volentieri e adesso le piace quasi tutta la frutta, tranne le arance, perché le trova aspre. Apprezza molto i kiwi, la mela, la pera, l’ananas, le ciliegie ed il melone.

Sabrina, mamma di Sofia (5 anni)

C on Sofia ho sperimentato l’ansia per l’alimentazione. Lei mangiava solo con me; altrimenti ogni cosa la distraeva ed ogni scusa era buona per smettere di mangiare. Per fortuna crescendo è lei ora che mi chiede di mangiare tutti insieme anche se ancora si distrae con facilità durante i pasti. Le piace farsi imboccare e questo vizio non sono ancora riuscita a farglielo perdere, ha bisogno dei suoi tempi per crescere e diventare autonoma. Un errore che mi rimprovero è di prometterle un premio finale come ricompensa, mi rendo conto che questo metodo non è funzionale in quanto induce un rapporto emotivo squilibrato con il mangiare, togliendogli la sua funzione principale: quella di fornire ciò di cui ha bisogno per crescere. Ma spesso, presa dalla stanchezza, pur di fargli mangiare gli alimenti che proprio non gradisce, cedo alla promessa di un bel premio finale!

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Mangiare a scuola … i genitori raccontano ...

Valentina, mamma di Diego (5 anni e 5 mesi)

S ono una mamma di due bambini, per quanto riguarda l’allattamento ho avuto la fortuna e la gioia di allattare al seno entrambi i miei figli per ben 16 mesi. Le difficoltà sono arrivate con lo svezzamento della prima figlia, che fin dall’inizio non ha mostrato interesse alla conoscenza di nuovi sapori: non accettava di buon grado il cucchiaino, la carne frullata e preferiva il cibo più liquido. Così è iniziata la mia crisi, le insicurezze, le domande e più mi agitavo e meno lei mangiava. Quante volte ho pensato “bella la mia tetta!!!” senza orari e sempre ben voluta. Quando poi ha iniziato a frequentare il nido, è stata stimolata dai compagni ed ha così allargato i suoi orizzonti alimentari. Sono felice dell’aiuto che a suo tempo ho avuto da parte delle educatrici che hanno lenito i sensi di colpa che sentivo come mamma non riuscendo ad attirare l’interesse della mia bambina nei confronti del cibo. Diversa è stata l’esperienza con Diego che da subito ha apprezzato i nuovi sapori. Fino a poco tempo fa mangiava di tutto o perlomeno assaggiava anche nuovi cibi, mentre adesso ha iniziato ad allontanarsi da alcuni alimenti, in particolare le verdure, giustificandosi con la frase “mi piacciono ma non mi vanno”. Questa cosa succede solo a casa. All’asilo la situazione è ben diversa, assaggia tutto concedendo anche il bis. Grazie alle mie esperienze ho capito che a mangiare si impara da piccoli, ma anche che il piacere e l’interesse trovati nel cibo sono diversi da bambino a bambino.

Alice (5 anni e 6 mesi); Marta (5 anni e 7 mesi); Lucian (5 anni e 6 mesi)

Marica; Matteo; Riccardo; Emanuele; Alessandro

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È importante ridurre i grassi incentivando l’uso a crudo di grassi di origine vegetale e, in particolare,

dell’olio extravergine di oliva.

Eleonora, mamma di Federico (3 anni e 4 mesi)

Q uando è nato Federico sono stata felicissima perché si è subito attaccato al seno e si è fatto una “goduriosa” poppata! Poi non ha più voluto attaccarsi al seno, così pian piano a casa abbiamo imparato a conoscerci e abbiamo iniziato l’avventura del mangiare insieme! Siamo passati dal latte materno al latte artificiale, per arrivare allo svezzamento con pappa lattea e frutta, ed in fine i passati di verdura. Durante questo periodo, come mamma ho iniziato a maturare la convinzione che il cibo non è l’unico elemento della crescita di mio figlio e mi sono domandata come sta crescendo affettivamente e soprattutto come piccolo essere umano felice? Allora ho iniziato a creare un nuovo spazio insieme a Federico, per costruire la qualità della nostra relazione. Ad oggi Federico è un gran mangione, adora “impicciarsi” di cucina, insieme prepariamo le merende: la spremuta di arance la prepara anche da solo, impasta i dolci e la pizza. Le verdure le ha mangiate fino ai 2 anni, di tutti i tipi e cotte in vario modo! Successivamente per un anno non ne ha voluto più sapere, adesso ha ripreso a mangiarle a Scuola e a casa. quando ne ha voglia. Il mangiare è identificato nel pasto serale per noi genitori, in occasione del quale spesso assecondiamo le idee di Federico: ci spostiamo di posto nel tavolo, cambiamo il servito di piatti che abbiamo, ma soprattutto come mamma mi “gusto” il nostro stare insieme, anche tra una bizza e l’altra di Federico!

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Anna, nonna di Sara e Federica, (medico pediatra) L’alimentazione non è solo innata e volontaria, ma è determinata anche da processi di apprendimento complessi. Per questo motivo a mangiare si impara, in quanto si tratta di un comportamento che

subisce l’influenza dell’educazione alimentare nell’infanzia. In particolar modo durante il primo anno di vita, momento in cui il bambino triplica il proprio peso, e nella pubertà, l’organismo è in pieno sviluppo e con l’alimentazione accumula, giorno dopo giorno, nuovi “mattoni” sotto forma di “cellule” affinando le funzioni degli organi e degli apparati. Infatti l’alimentazione è uno dei fattori che più incidono sullo sviluppo e l’accrescimento degli individui e conseguentemente sullo sviluppo dei popoli e delle loro caratteristiche. Sappiamo che diversi caratteri, ritenuti determinati solo sul piano genetico, come l’altezza, sono il risultato anche della qualità dell’alimentazione. Possiamo sostenere che un corretto modo di mangiare ha rappresentato negli ultimi 100 anni un fattore essenziale nel miglioramento dello stato di salute e di benessere dell’individuo. Negli ultimi decenni il rapporto con il cibo si è modificato quantitativamente e qualitativamente, non sempre in senso migliorativo. Infatti assistiamo all’emergere di frequenti comportamenti dannosi o irrazionali, spesso incentivati da una comunicazione distorta dei mass media, come nella pubblicità che spesso è lontana dal far apprezzare il cibo in modo equilibrato.

E’ importante per il bambino la razionale

distribuzione dei pasti nella giornata con la

percentuale di calorie:

Prima colazione 25%; Pasto meridiano 35-40%;

Merenda 10-15%; Pasto serale 25-30%.

Le autorità sanitarie USA hanno lanciato la campagna “ Five a day”, ovvero il numero totale di porzioni di verdura (3) e di frutta (2) al giorno ideale in un efficace dieta equilibrata. La verdura e la frutta: quale? Non importa basta sia tanta e varia.

Carlotta (6 mesi)

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Dormire a Scuola

L’ uscita all’oasi WWF è un momento fondamentale dell’attività educativo didattica della nostra scuola d’infanzia “Il Folletto” di Istia d’Ombrone. I segni dei folletti, le loro tracce, che ci conducono al ritrovamento della mappa e poi del tesoro sono atto finale di un’attività basata sull’uso del fantastico, del magico che mettono in relazione dialettica il reale e il simbolico, permettendo lo sviluppo di un’intelligenza creativa e flessibile. Un’esperienza di fortissimo impatto emotivo e sensoriale: i bambini e le bambine dormono per la prima volta lontani da casa, dai genitori o comunque dall’ambiente familiare. La verifica, il riscontro di questa esperienza ci ha permesso di valutare la nostra attività educativo-didattica: nei tre anni di scuola si è creata una rete fittissima di rapporti interpersonali, grazie ad un ambiente, a modelli di riferimento che hanno consentito ai bambini ed alle bambine uno sviluppo armonico, sereno, rilassato, grazie a dinamiche comunitarie e collaborative attivate in ogni minima esperienza, un ambiente predisposto a fornire stimoli, a dare e ricevere contatti, all’esternazione: è il gruppo che educa in un forte clima socio-affettivo.

QUESTO NIDO NON È UN ALBERGO … L’esperienza del pernottamento

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Dormire al Nido

L’ esperienza del pernottamento al nido d’infanzia “Canguro” viene proposta ai bambini e alle bambine che durante l’anno scolastico hanno vissuto il dormitorio quotidianamente e che per questo hanno sviluppato una familiarità rispetto alla possibilità di dormire insieme ai compagni nell’ambiente del nido. Questo spazio vuole essere un regalo per i bambini, al fine di far loro condividere un’importante esperienza con i compagni nella quale percepirsi autonomi, e per i genitori, che hanno modo di vedere i loro figli capaci di gestire emozioni e sentimenti. Questa giornata viene scandita da attività che coniugano dimensioni conosciute a dimensioni sconosciute al bambino, stimolando in lui una varietà di emozioni che vanno dalla gioia ed entusiasmo, al timore di affrontare una nuova situazione che viene contenuta dalla presenza rassicurante degli educatori e dell’ambiente familiare del nido. Nel pomeriggio organizziamo centri di interesse quali la pittura nel chiostro, i giochi motori in salone e la manipolazione del didò in giardino. Successivamente facciamo merenda con pane e nutella per poi spostarci in giardino per cenare insieme con pizza e gelato. Così arriviamo al momento atteso del sonno e l’emozione del divertimento porta in sé anche la paura del buio e di dormire fuori casa senza genitori. La mattina al risveglio c’è Marco che suona la chitarra e le educatrici che cantano le canzoni più amate dai bambini prima di una ricca colazione insieme con ancora il pigiama!!!

P resso la scuola dell’infanzia “Il Folletto” e il nido d’infanzia “Il Canguro”, l’esperienza del pernottamento è un’abitudine consolidata ormai da circa quindici anni. Quest’anno anche il nido d’infanzia comunale “Il Bruco” ha debuttato con tale esperienza realizzata all’interno della stessa struttura. Il pernottamento dei bambini e delle bambine della scuola d’infanzia “Il Folletto” è sempre stato organizzato presso il casale del WWF (loc. Giannella), mentre il nido “Il Canguro”, dopo un’esperienza al “Pinottolaio” (Marina d’Alberese) ed un’altra al nido comunale “Il Delfino” di Marina di Grosseto, attualmente propone di trascorrere la notte all’interno della propria struttura sita in via Lago di Varano. Questa giornata speciale è stata pensata per i bambini e le bambine che concludono il percorso del nido o della scuola dell’infanzia e che si apprestano a passare al ciclo successivo. È per tutti, adulti e bambini, un momento per sperimentare l’autonomia, la stima, l’affetto, la relazione con gli altri e la capacità di dare e ricevere sicurezza. È l’occasione per essere gruppo anche fuori dalla routine, quindi un insieme di persone che collaborano e offrono sostegno le une alle altre. Il pernottamento quindi è un momento magico sia per noi adulti che per i bambini e le bambine. È un momento atteso per tre anni di frequenza, nell’arco dei quali viene immaginato, inventato, creato e ricreato, evocato, assaporato ed infine gustato.

Bianca (3 anni) Valeria (3 anni)

Ginevra (4 anni) Jessica (3 anni)

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I bambini e le bambine raccontano

«E’ da tanto tempo che pensiamo di andare al “Casale”, da tre anni, da quando si era nel gruppo dei grandi». «Per me era un castello tutto dipinto di giallo, dove c’era una bacchetta magica». «All’inizio avevo un po’ di pensierini, ma poi, arrivati al Casale, questi pensierini sono usciti via dalla testa, anche perché ci si sentiva protetti da Luciana e Domenico». «La mia preoccupazione era di svegliarmi la notte e chiamare mamma, ma ho dormito tutta la notte». «Ci siamo emozionati, che vuole dire che ci si sente qualcosa dentro il corpo, tipo una vocina che ti parla, ci si sente benissimo nel senso che ci mancava il fiato e siamo rimasti a bocca aperta». «Quando ci siamo svegliati, ci siamo ritrovati insieme, ammorbiditi, contenti». «Quando ho trovato il tesoro mi sono sentito leggero come una piuma, come quando mio fratello ha fatto la Cresima».

(Ambra, Flavio, Gaia, Giulio, Lavinia, Rachele, Valerio, Zoe)

Cronaca di una mamma ...

Educatrice: <<Il 20 maggio facciamo una festa e i bambini che l’anno prossimo andranno alla scuola dell’infanzia rimarranno a dormire al nido!>>.

Mamma Cristina (io): <<… Perché?>>.

E. : <<Per salutare i bambini, per trascorrere tutti insieme una giornata speciale, lo facciamo da tanti anni!>>.

Io: <<… Ah!...Ok!>>.

Uscita dal nido chiamo subito mio marito: <<Lo sai, Alessia passerà la notte fuori casa! Dormirà al nido per festeggiare>>.

Babbo Marcello: <<Ah sì? Carino!>>.

Io: <<Carino?! Senza di noi?! Ma lei non dormirà! Lo sai come fa la notte, ci cerca … e … quando non ci trova?>>.

M.: <<Stai tranquilla, perchè se hanno l’abitudine di farlo vuol dire che i bambini si adattano!>>.

Io: <<… Se lo dici tu …>>.

20/05/2011: Dopo baci e coccole Alessia va al nido con il “fagottino” del cambio per la notte. Babbo e mamma, dopo il lavoro, si ritrovano in una calma surreale: una casa senza rumori vuota! Una doccia rapidissima per uscire il più alla svelta possibile ed eccoci in macchina per andare a cena fuori! Le strade da percorrere sono molte, ma inevitabilmente la macchina si dirige davanti al giardino dell’asilo.

Ore 19.30: Ecco lì tutti i bambini seduti attorno a tavoli piccoli e gli educatori al tavolo grande… rimarrà sempre un mistero come faranno a farli stare così buoni a tavola! Comunque siamo lì, attenti a non farci scorgere. Cerchiamo di avvicinarci pian pianino per vedere Alessia. La scorgiamo, ma i bambini sono tanti, più di venti e ci accontentiamo di vederli “ovviamente” tutti sorridenti !

21/05/2011: Sabato mattina finalmente andiamo a riprenderla! Prepariamo l’occorrente per il mare e andiamo al nido. Molti come noi sono in attesa, quando finalmente escono tutti insieme! Alessia si attarda a giocare con una sua compagna quando la riabbracciamo la inondiamo di domande. Gli educatori ci rassicurano che è andato tutto bene. Alessia e gli altri bambini sono tranquilli e sorridenti, hanno ancora voglia di giocare, ma Roberta e Marco ci sembrano molto provati! Andiamo verso il mare tutti e tre di nuovo insieme e felici di aver provato questa bella esperienza… Subito arrivano le telefonate dei nonni per sapere com’è andata! È andata molto bene, Alessia oggi è più grande!

Il babbo di Chiara ...

Babbo: <<L'anno passato mia figlia Chiara ha partecipato al pernottamento al nido. Ero un po' preoccupato; infatti verso le 22.00 telefonai all’asilo. Le educatrici mi rassicurarono: tutto a posto, Chiara stava dormendo. Il sabato mattina, quando andai a riprenderla non voleva più venir via. Quest’anno, l’altra mia figlia Rosaria vivrà la stessa esperienza. Rosi è diversa da Chiara, non è abituata a dormire fuori casa, solo una volta è rimasta dalla nonna. E’ una bimba tranquilla il giorno, ma la notte no! Si sveglia spesso piangendo, perché perde il ciuccio! Speriamo bene, non mi allontanerò dal telefono quella sera e se anche lei riuscisse a dormire chissà se io chiuderò occhio!>>.

Educatori: <<Rosaria si è addormentata subito quando abbiamo spento le luci e si è risvegliata col sorriso e tanta voglia di giocare ancora con i suoi amici>>.

Ambra; Flavio; Gaia; Giulio;

Lavinia; Rachele; Valerio; Zoe

Ambra; Flavio; Gaia; Giulio; Lavinia; Rachele; Valerio; Zoe

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Babbo stasera dormo fuori!

I genitori raccontano ... Franca, mamma di Rachele ( 5 anni e 5 mesi)

D opo tre anni di attesa finalmente è arrivato il fatidico momento per andare al Casale. Nell’ultima settimana Rachele è stata molto emozionata, con tante domande per come era fatto e per quello che l’aspettava. Si è preparata tutti i suoi vestiti e naturalmente anche la valigia. Per me mamma non è stata la prima volta che ho provato questa esperienza, e quindi l’ho vissuta in maniera molto tranquilla, anche perché con i maestri Domenico e Luciana non c’è nessun motivo di preoccuparsi, infatti in qualsiasi momento della giornata sono in grado di dare amore e divertimento.

Michela, mamma di Ambra (6.3 anni)

M entre preparavo la valigia mi sentivo tranquilla, tutto il contrario dei giorni precedenti quando mille pensieri mi si affacciavano alla mente. Vedevo Ambra entusiasta e preoccupata nello stesso tempo e anche il babbo non era di grande aiuto: era più agitato della figlia, faceva avanti e indietro tra la cameretta e il soggiorno, dicendo ad Ambra: «Eh, domani si va al Casale!». Sembrava che cercasse di auto convincersi! Alla partenza mi sono commossa quando Ambra è salita sul pullman e ha salutato sua sorella Ale. Arrivata la sera ho sentito la mancanza di Ambra, anche se ero certa che i bambini erano tranquilli e al sicuro. Fortunatamente ho avuto occasione di andare a prendere le valigie al Casale ed ho potuto vedere questo posto meraviglioso, quasi magico, adatto proprio ai bambini. Ad Ambra questa esperienza ha lasciato un ricordo che le resterà per sempre nel cuore e nella mente!

Michela, mamma di Giulio (5.7 anni)

Q uando mi dissero per la prima volta che nell’ultimo anno di scuola materna era prevista “l’uscita al Casale” pensai che fosse una cosa strana e fuori dal comune, visto che i bambini di questa età dormivano una notte fuori casa con i loro maestri. I tre anni sono passati ed è arrivato anche per noi il momento tanto atteso. Dopo un’iniziale crisi, Giulio è divenuto entusiasta ed ansioso di fare questa esperienza ed io con lui. Ciò che mi ha più colpito è stata la naturalezza con cui tutto si è svolto, come se il bambino fosse partito, senza di me, con degli zii, con dei nonni, delle persone di famiglia! Sono sicura che i momenti vissuti e le sensazioni provate gli rimarranno nel cuore e nella memoria per sempre, come chi gli ha permesso di viverli e provarli, aiutandolo a crescere.

Giorgio (3 anni e 6 mesi) Alessia (2 anni e 10 mesi)

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Katia, mamma di Alessio (4 anni)

M a che cos’è questo pernottamento?”, mi sono chiesta all’inizio dell’anno scolastico quando il mio bambino Alessio, tre anni, ha cominciato a frequentare la scuola. Come mamma penso che sia stato un grande traguardo di crescita per mio figlio. Per me è stato importante fidarmi degli insegnanti, fino al punto di pensare (e i bambini sono convinti di questo, altrimenti non partirebbero con tanto entusiasmo!) che saranno sereni come a casa. Sicuramente dovrò ancora imparare tanto su questa emozionante esperienza, ma mi vedo ancora con le lacrime agli occhi quando l’autobus è partito con i nostri figli, i maestri e tutti i folletti al seguito!

Serena, mamma di Gaia (5 anni e 7 mesi)

P er un anno intero il “Casale” ha rappresentato la tappa prima dell’inizio della scuola elementare. Non avevo tutta questa emozione a spiegare a Gaia cosa avrebbero fatto e quando sarebbero andati, anzi mi meravigliavo dell’ansia espressa dalle altre mamme. Ed invece al momento fatidico non sono riuscita a controllare il mio stato d’animo. Ho impiegato due giorni per preparare la valigia e la notte prima della partenza non riuscivo a prendere sonno per paura di come Gaia si sarebbe sentita se durante la notte mi avesse cercata. Al mattino Gaia era tranquilla e alla domanda «ma sei emozionata?» lei mi ha liquidato con un «Mamy, che vuol dire emozionata? Io tanto mi diverto». La partenza in pullman è stato un altro mo-mento magico nel quale ho colto lo sguardo un po’ smarrito di mia figlia quando il mezzo si è mosso. La giornata per me è trascorsa con serenità, ma la sera a cena ho sentito un vuoto e la voglia pazza di averla a casa. La lacrima è scesa e mio marito stupito mi ha detto: «Non ci posso credere!». Sono sincera, quella goccia mi ha fatto scaricare da mesi di attesa e la notte è stata tranquilla!

Zoe, 5 anni e 10 mesi

Flavio (5 anni e 8 mesi) Lavinia (5 anni e 9 mesi)

Alice (5 anni e 6 mesi)

Ambra; Flavio; Gaia; Giulio;

Lavinia; Rachele; Valerio; Zoe

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S consigliato è invece proporre tutti i giochi

in modo istruttivo, insistendo con regole

didattiche: se il bambino conosce le

regole, ma quel giorno vuole capovolgerle, perché

non farlo? Anche questo è un gioco!!! È necessario ascoltare, osservare e seguire nostro figlio, uscire da una visione

rigida. Abbiamo visto bambini saltare di gioia cominciando il pranzo con il gelato

e finendolo con il primo!

U gualmente è importante giocare con i figli quando ne

sentiamo il desiderio. Se si è

stanchi per il lavoro, stressati o comunque non ce

la sentiamo proprio, è meglio aspettare "tempi

migliori".

L o stesso vale per il bambino… Insomma giocare

insieme si, ma deve essere un

piacere condiviso!

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C hi ha figli sa quanto sia importante giocarci insieme, è uno scambio affettivo ma anche conoscitivo. Attraverso il gioco conosciamo meglio nostro figlio: come si esprime e come vede la

realtà. Ma in che modo dovremmo giocare o svagarci, con

loro?

G iocare andrebbe inteso come attività di svago, anche leggere favole o passeggiare insieme può essere considerato gioco se al figlio piace. Ma quali sono i giochi più adatti? Tutti, tranne quelli che mettono a rischio l'incolumità. Non esistono giochi proibiti, ogni famiglia ha il suo stile. Anche il gioco della lotta con papà se contestualizzato è divertente e può essere accettato.

AL RISVEGLIO

Manuela (4 anni e 6 mesi)

domanda alla mamma:

«Mamma… ma i

pensieri parlano?»

EMMA (2 ANNI)

E. «Andiamo a

fare la spesa alla

POPPE?»

MOMENTO DEL SONNO «Mamma posso stare un po’ nel tuo letto?

Nel mio faccio brutti sogni, nel tuo no!»

A CASA

Si sta bene in

casa … E’ molto

morbida!!

Rachele (5 anni e 5 mesi) Valerio (6 anni e 1 mese)

LORENZO (3 ANNI) A LETTO Lorenzo a letto quando l’educatrice

gli dice che è l’ora di dormire si mette giù e fa finta di russare: Ed. «Lorenzo ma che fai?»

L. «Oh Lella ma non lo sai che quelli che dormono russano?»

Ed. «Ma te mica dormi ancora?» L. «Ah già … è vero!»

Alice (5 anni e 6 mesi)

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Rocco, il babbo di Emma (2 anni) racconta...

U n pomeriggio, pensando di aver avuto una bella ispirazione, ho preso un cartoncino e poi forbici, colla, scotch… L'idea era di creare un ragno di

cartone insieme alla mia bimba, Emma, che all'epoca non aveva ancora compiuto i 2 anni.

P er i primi due minuti Emma si è messa a guardare cosa stessi facendo. Poi ha iniziato a prendere le forbici, a srotolare lo scotch, ad imbrattarsi di colla… In definitiva, il gioco si è trasformato in un continuo richiamo: «Emma lascia questo, Emma lascia quello...».

D opo alcuni giorni siamo andati all'asilo. In quella occasione ci hanno proposto di costruire insieme ai nostri bimbi delle clessidre ad acqua.

L a costruzione è stata semplice e veloce e i bambini, dopo poco, avevano in mano il loro nuovo gioco!!!

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Piccoli suggerimenti per giocare e divertirsi insieme

Lasciare che i bambini giochino con noi come vogliono loro: se non esistono pericoli non interferire. Non giocare coi bambini per senso del dovere. E' meglio giocare per 15 minuti con intenso e reale coinvolgimento che un'ora distratti o annoiati. Valorizzare il gioco quanto tale, anche se ci sembra privo di senso.

Valorizzare il bambino non per i risultati ottenuti ma per l'impegno.

Essere pazienti, non far capire a

nostro figlio che stiamo aspettando che lui arrivi allo scopo o ancora peggio, per la fretta, sostituirsi a lui. Non insegnare ai bambini il modo con cui usare un gioco: che lo usi come vuole.

Anche nei giochi con regole (da

tavolo, di carte, di società...) assecondare i bambini quando

vogliono provare a cambiarle: anche questo è un gioco.

Dal bolg BUONAIDEA.IT

SIMONE E ANDREA (3 ANNI)

Andrea si sveglia presto,

ancora gli altri bambini

dormono, scende dal letto

ed entra in quello dove

sta dormendo Simone.

Ed. «Andrea dove vai?»

Andrea «Vado dal

mio amico!!!»

SIMONE ALLA MAMMA

S. «Guarda mi si è appiccicato un “volantino” (moscerino) ai pantaloni!!!»

Emma (2 anni)

Emma (2 anni)

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Progetto di ricerca-azione a cura di Enzo Catarsi

I n un momento in cui la nostra realtà esistenziale di umani si presenta in tutte le sue brutture, abbiamo avvertito come un “imperativo pedagogico” quello – almeno tentare di - educare al bello le nuove generazioni. Ecco, quindi, l’idea alla base di questo progetto, che intende stimolare gli adulti ad educare i bambini – “gioiosamente” - al bello, fin dai loro primi anni di vita. Ed in questa prospettiva, allora, “naturale” è venuto il richiamo a Mirò ed alla sua pittura, ai colori caldi che caratterizzano le sue opere e che ci propongono una visione “gioiosa” della vita e del mondo, aiutandoci a vederli in maniera anche critica e distaccata. Come ha scritto efficacemente Marco Dallari a questo proposito «Mirò dipinge la gioia attraversando le forme e i colori come se corresse al rallentatore. La sua è una “pittura-poesia” intessuta di sottili giochi lineari e cromatici che rimandano al mondo dell’infanzia, all’innocenza, all’innocenza dell’età adolescenziale, quando tutto sembra sospeso in una dimensione spaziotemporale lontana dalle lotte e dagli affanni della realtà quotidiana. Sia nei passaggi reali, sia in quelli visibili dalle finestre aperte sul panorama interiore, la pittura di Mirò è sempre lirica: parla di gioia di vivere e di gioia dello sguardo» (Dallari, 2002, 104).

I n questa prospettiva siamo convinti che compito degli adulti – ed in particolare dei professionisti dell’educazione – è quello di aiutare i bambini ad esprimersi liberamente, in primo luogo da un punto di vista artistico. Anche per questo è intendimento di questo progetto fare in modo che gli adulti facciano vivere ai bambini del nido e della scuola dell’infanzia la possibilità di vivere situazioni stimolanti e pensate per metterli in condizione di esprimere le loro emozioni, i loro pensieri, le loro “visioni” delle cose e delle persone. I bambini debbono essere rassicurati sul fatto di poter rappresentare con i segni e le forme che vogliono mostrare, andando oltre una mera prospettiva realistica e figurativa dell’espressione grafica e pittorica.

Il bello, Mirò e i bambini

Autoritratto 1937-1960 Joan Mirò

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P roprio per questo la scelta è caduta su Mirò, il quale, meglio di altri, può insegnare con le sue opere che il mondo può essere rappresentato con forme e colori “molteplici” e del tutto “personali”. Accostare Mirò ai bambini è un modo per educarli allo spirito critico e alla libertà di espressione.

A questo proposito molto convincenti appaiono le parole di Gianfranco Staccioli quando – recentemente – ha scritto: «Le “opere aperte” dei bambini presentano spesso dei tentativi di comunicazione che utilizzano spostamenti e parallelismi, come avviene in molte opere artistiche. Se così stanno le cose, dobbiamo dire che i bambini vanno aiutati a disegnare l’esplicito e l’implicito, il visivo e il percettivo, lo statico e il mutevole, il realistico e il simbolico (che è poi la ricerca costante che fanno anche gli artisti adulti). Chi disegna va aiutato a divenire “libero” dai condizionamenti e dagli stereotipi» (Staccioli, 2011, 12). Il bambino - artista a cura del Coordinamento pedagogico

I l progetto “Il bello, Mirò e i bambini”, verrà realizzato nell’anno scolastico 2011/2012 nei nidi e nelle scuole comunali dell’infanzia e in 7 nidi privati e accreditati della città di Grosseto. Tema centrale sarà quindi l’incontro dei bambini con l’arte di Mirò per consentire loro di utilizzare e condividere l’esperienza dell’arte, re-inventare la pratica artistica, narrare pensieri e percezioni della realtà attraverso la poesia, il ragionamento e la costruzione cognitiva. Verrà posta particolare attenzione alla dimensione creativa dei bambini e quindi al loro modo di percepire ed immaginare la realtà.

C ome afferma sapientemente Gianfranco Staccioli «Mirò ricercava l’essenziale, ma i bambini già lo disegnano. Avvicinarsi all’arte di Mirò significa lavorare sulle somiglianze, le allusioni, le similitudini, le metafore.

L e strade comuni da percorrere sono creare attraverso la pittura un ponte tra la natura e l’immaginario; guardare la realtà con amore e insieme con distacco proiettandola in una atmosfera di sogno. È bene fare attenzione alle cose, alla realtà ma senza farne copia. Deve essere appunto una “insognazione” cioè qualcosa che sta fuori della realtà, ma che parla della realtà». In questa prospettiva il ruolo degli educatori e degli insegnati sarà quello di aiutare i bambini ad esprimersi liberamente, in primo luogo da un punto di vista artistico. A loro disposizione verranno messi molteplici materiali per tracciare segni, esplorare spazi grafici, toccare, assemblare, disegnare, sperimentare, raccontare creando una congiunzione fra immagini, pensieri e poesia. Saranno predisposti contesti di esperienza nei quali la rappresentazione di segni e forme sarà un mezzo, come altri linguaggi, per ampliare, rappresentare, comunicare e approfondire la comprensione di concetti, idee ed emozioni.

L ’approccio dei bambini al bello e a Mirò, mediato dall’adulto, li aiuterà perciò a guardare la realtà esterna attraverso un percorso di analisi e di espressione; li stimolerà a riflettere sulle proprie idee e a costruirne delle nuove; potrà promuovere una prima esperienza di educazione estetica, favorire l’arricchimento estetico del contesto ambientale, il pensiero divergente, la capacità di elaborare l’imprevisto e di conoscere i segni e i colori in maniera assolutamente creativa.

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I bambini incontrano…

M I R O’

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