In questo numero DIC09 ITA.pdf11 Una lettera del Timor Est Preparazione per la Missione 12 Egli é...

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In questo numero... 2-3 Africa o semplicemente Amore? 4 Vangelo in azione 5 L’Africa mi ha invaso il cuore 6 Cosa possimao fare? 7 Formazione VOICA T.L. 8 Perchè il VOICA? 9 Servizio Civile Internazio - nale 10 Che lezione di saggezza 11 Una lettera del Timor Est Preparazione per la Missione 12 Egli é Sempre Presente 13 Superate la pigrizia e andate 14 Formazione alla vita for- mazione all’amore 15 Incontri di formazione 2010 per tempi brevi 16 Buon Natale! News VOICA Via Aurelia Antica, 180 00165 ROMA - ITALY Tel. +39 06 39375103 Fax +39 06 6385885 www.voica.org [email protected] Notiziario del Volontariato Internazionale Canossiano Dicembre 2009 Volume 8 Numero 3 Carissimi amici di Voica, questo tempo di Avvento ci richiama in modo particolare il grande amore di Dio per l’umanità, con il dono di sé nella persona del suo figlio Gesù. Con voi rifletto sulla triplice venuta del Signore. Una venuta nascosta si col- loca tra le altre due che sono manifeste. Nella prima venuta, nella debolezza della carne; in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito; nell’ultima verrà nella maestà della gloria. Nella pienezza dei tempi Dio mandò il suo Figlio: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi” (Mt 1,23). E la scrittura ci parla pure dell’ultima venuta del Signore alla fine dei tempi. Ed ora pensiamo alla venuta intermedia, quella che viviamo oggi, nel nostro quotidiano. “Se uno mi ama, dice il Signore, conserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui” (Gv 14,23). Siamo chiamati a custo- dire la parola in modo che scenda nel profondo e ci trasformi. Questa venuta intermedia apre il nostro cuore alle piccole ed a volte insignificanti presenze di Cristo che viene e ci chiede di accoglierlo in coloro che incontriamo o ci vivono accanto. Gli eventi quotidiani ci invitano ad un Nuovo Natale di pace e gioia nell’acco- gliere la venuta di Gesù nelle più semplici presenze umane. A ciascuno di voi, volontari ed amici di Voica, il mio più sentito augurio di un Santo Natale e Felice Anno Nuovo. Che la venuta di Gesù faccia rifiorire la speranza nel mondo e l’entusiasmo Missionario in ciascuno di noi nel servirlo con generosità ovunque siamo. Con affetto Sr Angela G.

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Settembre 2008 Volume 6 · Numero 3

In questo numero...

2-3 Africa o semplicemente Amore?

4 Vangelo in azione

5 L’Africa mi ha invaso il cuore

6 Cosa possimao fare?

7 Formazione VOICA T.L.

8 Perchè il VOICA?

9 Servizio Civile Internazio -nale

10 Che lezione di saggezza

11 Una lettera del Timor Est Preparazione per la Missione

12 Egli é Sempre Presente

13 Superate la pigrizia e andate

14 Formazione alla vita for-mazione all’amore

15 Incontri di formazione 2010 per tempi brevi

16 Buon Natale! News

VOICA Via Aurelia Antica, 180 00165 ROMA - ITALY

Tel. +39 06 39375103 Fax +39 06 6385885

www.voica.org [email protected]

Notiziario del Volontariato Internazionale Canossiano Dicembre 2009

Volume 8 Numero 3

Carissimi amici di Voica, questo tempo di Avvento ci richiama in modo particolare il grande amore di Dio per l’umanità, con il dono di sé nella persona del suo figlio Gesù. Con voi rifletto sulla triplice venuta del Signore. Una venuta nascosta si col-loca tra le altre due che sono manifeste. Nella prima venuta, nella debolezza della carne; in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito; nell’ultima verrà nella maestà della gloria. Nella pienezza dei tempi Dio mandò il suo Figlio: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi” (Mt 1,23). E la scrittura ci parla pure dell’ultima venuta del Signore alla fine dei tempi. Ed ora pensiamo alla venuta intermedia, quella che viviamo oggi, nel nostro quotidiano. “Se uno mi ama, dice il Signore, conserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui” (Gv 14,23). Siamo chiamati a custo-dire la parola in modo che scenda nel profondo e ci trasformi. Questa venuta intermedia apre il nostro cuore alle piccole ed a volte insignificanti presenze di Cristo che viene e ci chiede di accoglierlo in coloro che incontriamo o ci vivono accanto. Gli eventi quotidiani ci invitano ad un Nuovo Natale di pace e gioia nell’acco-gliere la venuta di Gesù nelle più semplici presenze umane. A ciascuno di voi, volontari ed amici di Voica, il mio più sentito augurio di un Santo Natale e Felice Anno Nuovo. Che la venuta di Gesù faccia rifiorire la speranza nel mondo e l’entusiasmo Missionario in ciascuno di noi nel servirlo con generosità ovunque siamo. Con affetto Sr Angela G.

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Mi chiamo Stefano, ho ventidue anni, abito a Bedizzole, in provincia di Brescia. L’estate scorsa ho pensato di trascorrere le mie ferie in modo alternativo. Contattando il VO.I.CA. (Volontariato Internazionale Canossiano), ho deciso di perseguire un progetto di volontariato nei paesi più poveri del Mondo. Io ed altre sette persone, tra cui una Madre canossiana che vive a Mompiano, avevamo il compito di raccogliere i fondi necessari per la costruzione di una nuova aula scolastica nella Repubblica Democratica del Congo; per esattezza ad Aru un villaggio-città a circa 30 km da Arua, cittadina ugandese, nodo di frontiera nel nord-ovest dell’Uganda. Aru è un villaggio al confine tra due paesi, Congo ed Uganda, con tutte le condizioni positive e nega-tive di questa locazione. Conta circa 30.000 abitanti di varie tribù. Il progetto è stata pensato a causa della scarsità di aule e scuole, infatti i numerosi alunni sono obbligati al doppio turno di frequenza (i piccoli al mattino ed i grandi al pomeriggio). L’orario di lezione è molto faticoso a scapito del rendimento, così come il rapporto classi/numero degli alunni. I genitori, dato il basso reddito, non posso assolutamente farsi carico della costruzione di nuove classi: contribui-scono, però, ogni anno con una quota di manutenzione per la scuola e le sue attrezzature. Lo Stato è molto lonta-no dal farsi carico della Pubblica Istruzione. L’obiettivo che le madri canossiane perseguono da tempo, è quello di offrire uno spazio educativo più adatto alle esigenze della popolazione scolastica nel villaggio. La nostra missione è stata quella di collaborare con la gente locale, già esperta nelle costruzioni. Per ottenere i fondi necessari all’adempimento del progetto avevamo deciso di banchettare con torte e dolci all’u-scita di alcune chiese in diversi paesi e province. Nemmeno noi ci aspettavamo un risultato simile. Grazie al con-tributo di associazioni, cittadini generosi, amici vicini e lontani e alla vendita dei nostri saporiti dolci, siamo riusciti

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a raccogliere all’incirca 8.200 €!!!! La cifra racimolata ci ha permesso di realizzare completamente il progetto; non solo, i soldi sono stati sufficienti a costruire le fondamenta di ben altre 5 aule. Davvero un risultato incredibile!!! Raccontare di un’esperienza come quella che ho avuto la fortuna di vivere (e sicuramente altre seguiranno) non mi è semplice. Potrei dire che attraversare mezzo continente obbliga a scontrarsi con situazioni di ogni tipo. Il viaggio è stato davvero una delle cose più avventurose che io abbia mai fatto. Tra aerei, pullman, furgoncini e motorini non si arrivava più a destinazione. E’ cosa certa: l’Africa ti offre la possibilità di metterti in gioco. L’Africa ti mostra ciò che sei realmente. Non puoi na-sconderti davanti ai suoi occhi. Non puoi sottrarti alla fatica e, a volte, anche alla timidezza, che leggi nei volti dei tuoi compagni. Cerchi di dare il meglio di te stesso perché la paura di deludere è tanta. Il pensiero di fallire agli occhi di alcune donne fantastiche, le SUPER MADRI MISSIONARIE, è vivo in ogni giorno della tua esperienza. Ho vissuto 26 giorni in un mondo dove non conta chi sei, cos’hai o quello fai. L’unica cosa che veramente conta, in questo posto, è sapere che la gente non vive che per sopravvivere ed è indispensabile quanto sai donare. Quanto ti sai donare, così semplicemente, come sei… vali più di quello che pensi, e lo scopri con gioia. Non vorrei essere troppo dispersivo ma voglio permettermi di fare un esempio semplice a tutti: immaginate di vivere per un mese in un mondo in cui i sentimenti sono veri, non esiste odio, solo pura e semplice sincerità, rispetto, amo-re per il prossimo. Penso che la Bibbia possa spiegare benissimo ciò che intendo dire. Attenzione a pensare che l’Africa sia un posto magico o un paradiso terreno dove non esista il “male”. Quello che impari a vivere insieme ai tuoi compagni, quello che persone come le madri (e parlo delle madri che in Africa hanno deciso di morire) sanno trasmetterti tutti i giorni, ti rendono possibile la visione di un bene che possa andare oltre ogni ostacolo. E’ giusto ricordare che esistono persone che tutti i giorni della loro vita, vivono per gli altri, che hanno DECISO di sacrificarsi per il bene e per l’amore, che quando arrivano a casa la sera non possono permettersi di rilassarsi tranquillamente sul divano, lamentandosi continuamente che anche domani al lavoro, sarà una giornata di difficile. Queste persone hanno DECISO di sacrificare i loro affetti, e tutto ciò che hanno di più prezioso, perchè credono in un ideale; perché non si stancheranno mai di credere che le cose possono cambiare!!! La cosa più triste è che vivono e muoiono nell’ombra assoluta. Nessuno le ricorda al telegiornale, in pochi piangono per la loro scomparsa. In pochi sanno che oggi ancora qualcuno crede nell’amore, nella fraternità, nella carità. Ringrazio Dio di avermi regalato questa vita. Lo ringrazio tutti i giorni. Perché per mia fortuna tutte le mattine, tutti i pomeriggi e tutte le sere so quanto sono fortunato, e mi sentirei egoista se anche io mi lamentassi continuamente per quello che oggi CREDIAMO non funzioni nella nostra vita. Io, nel mio piccolo, credo che la felicità sia più vicina di quanto si creda. Dobbiamo renderci conto che tutte le nostre fatiche per il raggiungimento della sognata cima della montagna non sono altro che una grandissima presa in giro.

La felicità sta ai piedi della montagna, e solo dopo, dandosi la mano si può arrivare in cima, insieme. Questo articolo spero faccia riflettere, penso a quanto amore c’è ancora intorno a noi. Lo vedo nei malati, nei sofferenti, nei delusi. L’amore è vicino al dolore. La felici-tà è una conseguenza dell’amore. Spero che queste righe siano riuscite a toccarvi il cuore, perché io ho ancora vo-glia di credere.

NON LASCIAMOLI SOLI - Stefano Cherubini

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Sono Clara Quadri, ho 35 anni, vivo a Montirone, in provincia di Brescia. Sono laureata in Medicina Veterinaria e lavoro presso un ambulatorio di Ghedi, vicino a casa. Nonostante il lavoro mi piaccia molto e nonostante mi sia messa, in diversi modi, a disposizione della mia comunità parrocchiale, sono almeno dieci anni che ho la sensazione di non arrivare a qualcosa di completo, la sensazione che il Signore desideri da me qualcosa d’altro. E, benché si dica spesso che la preghiera aiuta molto, assicuro che non è affatto semplice capire quale via Dio ha scelto per te. Tre anni fa, ad un incontro vocazionale (la tua vita per la sinfonia del sì), ho ricevuto la mia “nota musicale” (naturalmente il “SI”) con scritto: leggi Is 6,8 (Poi udii la voce del Signore che diceva: “Chi manderò e chi andrà per

noi?”. Ed io risposi: “Eccomi, manda me!”). Mi si è stampata in testa questa risposta di Isaia, che doveva essere la mia. Ma siccome non avevo la minima idea del “dove” il Signore voleva mandarmi, ho proseguito nella solita frenetica routine che mi toglieva il tempo di pensare. Qualche mese dopo, mentre ero a una settimana di riflessio-ne sulla Parola, ecco rincarare la dose e far trovare sotto il mio “gratta e vinci” (stavolta le frasi della Parola scelte a caso erano sotto forma di gratta e vinci!) questa frase degli Atti degli Apostoli: Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Mi sono sentita come quel figlio che risponde, al comando del padre sì, sì e poi non fa quanto a promesso. In effetti nelle mie preghiere ripetevo spesso, Signore eccomi, fa di me quello che vuoi però… , e non riuscivo mai a liberarmi da quel però, da quella paura. L’estate scorsa ho fatto una prima esperienza missionaria di sole tre settimane in Ecuador con le Ancelle della Carità. Ero partita carica di aspettative e convinta che il solo scappare da qui avrebbe causato in me quella trasfi-gurazione tipica della vera conversione. Ovviamente questo non è successo, ho goduto di un’esperienza bellissi-ma, ho visto veri testimoni del Vangelo in azione, ho assaporato l’accoglienza sincera e pura della gente povera, ma il mio cuore era ancora transennato da quei “però..” e non è potuto cambiare. Ho capito una gran cosa che si può essere seppelliti di amore o di odio ma se da dentro non si apre il cuore né l’uno né l’altro potrà causare mai alcuna trasformazione dentro di noi. Nello scorso mese Agosto, un po’ alla sprovvista, sono andata in Congo con il VOICA (Volontariato Internazionale Canossiano) e con altri 6 giovani. Il progetto era raccogliere fondi da portare in quella terra e poi, con quanto raccolto, costruire un’aula scolastica nel villaggio di Aru. Dopo un anno di allenamento a schiudere un po’ il cuore, sono partita spensierata e serena con la sola idea di staccare un po’ dal solito lavoro, fare qualcosa che magari poteva anche essere utile a qualcuno e raccogliere tutti quei doni che questo genere di esperienze ti lasciano. Questo ho fatto, e tornando mi sono accorta di avere il cuore così strapieno, così sazio da non aver più alcuna paura di lasciarlo nelle mani di Dio senza più però. Ora che ho scoperto che la ricarica al mio cuore è sempre attiva ed ho, perciò, così tanto da donare, la mia inten-zione è quella di diventare missionaria laica canossiana; partirò nel mese di Febbraio 2010, e ancora per Aru in Congo, sempre con il VOICA , ma questa volta come volontaria a tempi lunghi (un anno circa). I progetti che il VOICA sta realizzando ora nel villaggio sono nel campo dell’educazione: ampliamento della scuola elementare, una biblioteca e un centro di aggregazione per giovani ed adulti. Userò questo anno di volontariato come discerni-mento, poi, se Dio vorrà (è proprio il caso di dirlo!) andrò a Lomè in Togo per confrontarmi e condividere il cammi-no missionario con Maristella e Federica, le uniche due missionarie laiche Canossiane.

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Molti chiedono cosa spinga le persone a lasciare la propria terra per andare in missione o per fare una esperienza più o meno lunga di volontariato… lasciare la propria terra nella quale è inserita la pro-pria vita, i propri affetti, la propria casa per andare in un’altra na-zione o continente che sia, da popoli con diverse culture, tradizioni e stili di vita?!?. Io sono partita per un mese di volontariato con il VOICA (dopo vari incontri di formazione) in Togo, ad Agoè, nella comunità Yayra guidata da un’instancabile Maristella che da 11 anni opera in questa terra… Non ho maturato all’improvviso la scelta di partire, ma penso che il Signore dall’alto mi abbia guidato e abbia fatto scattare dentro di

me qualcosa che nonostante la mia giovane età mi ha spinto a partire; l’occasione giusta era in questo momento: bisognava coglierla al volo, nonostante l’insicurezza dei miei genitori e lo stupore dei miei amici. Sono queste persone, a me care, che involontariamente mi hanno dato la forza per partire, anche se loro erano assaliti da dubbi ed insicurezze io invece sicura della mia decisione ci credevo veramente, avevo esuberanza, entusiasmo e forza da vendere prima della partenza e al ritorno ne avevo ancora di più, tanto ho vissuto intensamente e pienamente lo scopo della missione: donare se stessi . Più faticavo e mi mettevo a servizio degli altri, più traevo soddisfazione e voglia di fare: penso di aver davvero vissuto il mese più bello e intenso della mia vita! Con tutti gli altri volontari, sia a tempi brevi che a tempi lunghi, lavoravo al “Centro Medico Sociale VOICA S.ta Bakhita”, il quale fornisce assistenza sanitaria a basso costo, ed in certi casi gratuita, per far fronte al sistema sanitario togolese nel quale “solo i ricchi hanno la possibilità di curarsi”. Ogni volontario aveva il suo compito, chi con competenze sanitarie e non collabo-rava dove vi era il bisogno, accettando ogni cosa proposta, non importa se piccolo o grande lavoro, del quale magari non capiamo l’importanza perché non ne vediamo subito i frutti, ma senza accorgerci ab-biamo seminato qualcosa che solo con il tempo e con altre persone che continueranno il nostro stesso cammino diventerà frutto. E se non saremo noi a goderne in prima persona non conta, poiché nel nostro piccolo siamo stati grandi essendo una tappa fondamentale di una lunga fila di persone che condividono un progetto comune. Ogni sera, anche se affaticata, mi addormentavo con il sorriso e con la voglia che la notte trascorresse in fretta per iniziare una nuova giornata. Lavorare a contatto con gente malata e che soffre non è assolutamente facile, bisogna essere forti e non farsi sopraffare dall’emozione. Ho visto cose che gelano il sangue e ti cambiano la vita: una ragazza morire di AIDS sola in un letto di ospedale e sapere che ce ne sono mille altre come lei e io ad osservarla impotente, non potendo far niente per evitarlo, se non starle vicino e farla sentire amata negli ultimi minuti della sua vita. Fa tanta rabbia vedere certe cose ed esse non sono facili da accettare, ma la voglia di lottare contro queste ingiustizie dà la carica per continua-re, come dà gioia vedere la luce negli occhi delle persone che si aiutano, nonostante siano sconosciute, parlino un’altra lingua o non capiscano il perché del nostro aiuto.

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Ho nostalgia di tutto questo… della gente, del cielo, della terra rossa, del profumo dell’Africa, della co-munità. La mattina quando mi sveglio sento che mi manca qualcosa, che in Togo non mancava; sembra un controsenso visto che sono nella mia casa, con tutte le mie cose, con tutta la mia famiglia. È difficile da spiegare, ma già dai primi giorni in Africa era come se io vivessi lì da sempre tanto ero felice; penso sia stato il Signore e la grande famiglia della comunità, le mie guide lungo questo percorso, che ho perce-pito come un percorso di grandi esperienze che mi hanno fatto crescere; mi piacerebbe molto trasmettere tutte le emozioni provate, alle persone che mi circondano, ma è davvero difficile perché non si riesce mai a raccontarle come si vorrebbe. Non ho ben capito se ho lasciato il mio cuore in Africa o se ho l’Africa nel cuore… Voglio ritornarci per scoprirlo, spero di riuscire a lasciarmi guidare dal Signore…

Carolina Conter

Sono qui nella mia stanza in un pomeriggio di riposo, il rientro è sempre più vicino e così penso un po' a questa missione. È sicuramente una bella esperienza che però mi ha lasciato l'amaro in bocca. Finalmente la tanto desiderata Africa! Finalmente ho toccato con mano ciò che per anni ho visto solo in tv e sentito raccontare. Te la immagini, la sogni, ti prepari, ma poi l'Africa ti stravolge. La realtà della missione è dura, quella del dispensario ancora di più. In un mese ho visto più sofferenza che in tutta la mia vita, e che tu voglia o no la devi affrontare . Ho visto tanta impotenza davanti alla fame, alla malattia e alla morte, ho visto che

anche chi ce la vuole fare ad uscire da questo baratro non può, non ha la possibilità. La cosa che più mi ha colpito è proprio questa: il non avere l'opportunità di cambiare. Se sei nata povera non hai alternative: farai una decina di figli con uomini o donne diverse e ti ammalerai di AIDS. Anche i bambini più intelligenti e capaci che potenzialmente potrebbero studiare e migliorarsi sono co-stretti a questa vita: nessuna prospettiva, nessuna meta per cui lottare. Chi offre una prospettiva futura a questa gente sono i missionari, che dedicano la loro intera esistenza ai poveri. Il magazzino della casa dei volontari è strapieno di quaderni e materiale scolastico che verranno distribui-ti ai bambini a cui la Mari e la Fede pagano la tassa scolastica, il dispensario è pieno di medicine che vengono vendute a prezzi stracciati ai malati. Tutte le cose che vengono distribuite ai poveri vengono tutte da noi, dall'Italia, dalle donazioni e quindi davvero ho capito quanto sia importante il nostro aiuto. Allora penso a quando sento dire in Italia: “Ma noi cosa possiamo fare per loro?”, noi possiamo fare tantissimo perchè noi, tramite i missionari che ci sono lì, diamo a tutti loro speranza.

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Ora davvero capisco quello che ci voleva dire Maristella quando, il primo giorno, ci ha raccontato questa storia: Un uomo vecchio stava scavando nel suo giardino. “Che cosa stai facendo?” gli chiese il suo vicino. “Pianto alberi di melograno” rispose. “Pensi di riuscire a mangiarne i frutti?” “No -rispose - io non vivrò abbastanza a lungo, ma gli altri sì. Vedi per tutta la vita ho gustato melograni piantati da altri. Questo è il modo di dimostrare la mia riconoscenza”. Noi dobbiamo piantare tanti semi, loro, con il tempo, sapranno trarne il meglio. Federica Trezzi

Formazione: questa è una parola-chiave per un volontario VOICA. È uno dei quat-tro pilastri su cui si basa il programma VOICA. Eppure, quando mi sono “arruolata” come volontaria, avevo solo una vaga idea di cosa fosse veramente la formazione. “Capisco gli altri tre pila-stri, e sono tutti ottimi, quindi mi basta ignorare la parte sulla formazione, proba-bilmente non è poi così importante,” pensavo fra me. Mi sono chiesta cosa

avrei fatto durante i due mesi e mezzo di formazione a Roma. Serve davvero così tanto tempo? Io non credo. In effetti, avevo ragione. Per la formazione non servono due mesi e mezzo a Roma, piuttosto è un processo continuo che può durare persino tutta la vita. La formazione VOICA ha molti obiettivi. Innanzitutto, mi ha preparato per il Congo, insegnandomi il carisma e la storia di Maddalena

di Canossa, mi ha abituato a vivere in comunità, a cucinare, a fare le pulizie e i lavori di casa, e mi ha fatto capire i principi su cui si basa il programma VOICA. In più, questo corso, mi ha insegnato che la

formazione non finirà quando lascerò Roma. E che non dovrebbe finire nemmeno quando lascerò il Congo fra due anni. Non dovrebbe finire mai. Il corso di formazione mi ha insegnato a essere

consapevole di me stessa e del mio stato di vita, per potermi migliorare costantemente e raggi-ungere obiettivi sempre più alti. Mi ha mostrato l'importanza di vivere meno freneticamente e di

concedermi il tempo di mettere a fuoco il rapporto che ho con me stessa, con la mia comunità e con Dio. Questa consapevolezza sarà sem-

pre con me e mi aiu-terà im-mensamente in Congo e per il resto

della mia vita. Ormai si sta avvicinando la fine del mio corso qui a Roma, ma solo ora posso dire veramente che la

mia formazione è cominciata, che ho imparato che passerò tutta la vita a for-

marmi in modo da diventare ciò che Dio mi chiede e che questa esperienza mi

ha mostrato come.

Karen D’Onofrio

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Perché lasciare il mio lavoro, la mia famiglia, per un volontariato in terra di missione? Perché ho terminato gli studi universitari e da alcuni anni lavoro, ma ora sento il desiderio di interrompere per uno spazio di tempo, essendo anche abbastan-za faticoso e, a volte, mi travolge la vita! Vorrei compiere qualcosa di significa-tivo in questo tempo libero dal lavoro e imparare ad essere indipendente dalla famiglia (sebbene, penso, sia ormai troppo vecchia per imparare a fare que-sto!). Così credo che la scelta di un tempo di volontariato in missione dovrebbe essere senz’altro una scelta giusta per me, fatta senza alcun rimpianto. Perché il VOICA? Perché Sono cattolica e in più provengo da una Scuola Canossiana in Hong Kong. Essere Volontaria col VOICA mi dà la possibilità di far conoscere Dio e farlo amare, servendo il suo popolo, incontrare volontari di altri paesi, culture, cammini di vita, ma con la stessa fede cristiana come la mia. Mi permette-rebbe anche di servire con un senso di gratitudine verso le Madri Canossiane, che hanno iniziato la mia scuola, dove ho ricevuto l’educazione e la formazione alle virtù cristiane durante i miei anni di scuola elementare e media. Perché Aru, nella Repubblica Democratica del Congo in Africa? Perché Mi offro ad andare in Congo col VOICA. Infatti, Non avrei alcuna preferenza e sono aperta a qualsiasi luogo per servire nel piano di Dio. Queste sono le domande sorte in me stessa e negli altri amici e queste sono anche le mie risposte circa la mia decisione di essere volontaria nella missione di Aru, R.D. C., per un mese. Ciò che è più importante è che capisco chiaramente che è un vero dono del Signore il sentire questa chiamata particolare e il desiderio di servire la sua gente nella R.D. C. All’inizio, ero veramente entusiasta della mia decisione, perché sape-vo che sarei andata a compiere qualcosa di significativo e di importante nella mia vita. Tuttavia, nel periodo di prepa-razione, ho avvertito dentro me delle incertezze e dubbi che provocarono una certa esitazione in diversi momenti: lasciare tutto a metà strada? … Ma, tutte le volte che esitavo nella decisione presa, ero sicura che Dio, che conosce le mie ansie e paure, sarebbe stato con me e mi avrebbe donato la forza di superare tutte le difficoltà che avrei incontrato. Questo mi ricorda la storia delle “Impronte sulla sabbia”, immagine che mi sottolinea che Dio mi ama e non mi lascerà mai. Egli mi aiuterà nei momenti più scabrosi. E ora posso dire: Dio, ti ringrazio per … * avermi donato questa meravigliosa esperienza in Aru, R.D. Congo, dove ho incontrato la gente del posto e sono diventati miei amici, ho dedicato più tempo alla preghiera e alla riflessione religiosa, ho imparato a vivere uno stile di vita più semplice, ho scoperto la bellezza della natura (specialmente le notti stellate. Una meraviglia inesprimibile!), ho partecipato con gioia al lavoro dei volontari nel vendere il pane dove lo si cuoce e trascorrere il mio tempo con i bambini dell’asilo nido … * avermi dato questa opportunità di seguire il cammino di S. Maddalena di Canossa nel servire i poveri e ho com-

preso quanto sono fortunata e quanto ci sia più gioia nel dare che nel ricevere … * avermi dato la presenza di ogni Sorella e volontario in questo cammino e per la loro premura, incoraggiamento, ispirazioni e condivisione con me e … * avermi dato mia madre e il suo amore, sentita molto vicina e comprensiva della mia decisione mostrandomi sempre la sua bontà e le sue premure. Celia Cheng di Hong Kong 28 Novembre 2009

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FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario), è la Federazione di 60 orga-nizzazioni non governative (Ong) cristiane di servizio internazionale volontario impegnate nella promozione di una cultura della mondialità e nella cooperazione con i popoli dei Sud del mondo, con l’obiettivo di contribuire alla lotta contro ogni forma di povertà e di esclusione, all’affermazione della dignità e dei diritti dell’uomo, alla crescita delle comunità e delle istituzioni locali. Nata inizialmente sotto forma di coordinamento tra diverse realtà laicali collegate al mondo missionario con il nome di FOLM (Federazione degli Organismi di Laicato Missionario), e trasformata nel 1972 in FOCSIV, rappresenta oggi la più grande Federazione italiana di Organismi

cristiani di volontariato internazionale. Attualmente è presen-te in 86 Paesi tra Africa, Asia, America Latina, Europa, Medio Oriente e Oceania, con 641 interventi di sviluppo e con 817 volontari coinvolti in prima persona nella realizzazione di progetti nei settori socio sanitario, agricolo, formativo, di difesa dei diritti umani. Quest’anno il Voica ha scelto otto volontari del Servizio Civile Internazionale sotto l’auspicio della Focsiv, che si uniranno ai volontari Voica nelle varie missioni. Essi sono: Laura Salo-moni, Valentina Carnimeo, Samanta Vitulano, Elisa Tambini. Questi sono andati in Togo il 30 novembre con Giacomo Grillo ( che lavorerà come infermiere per circa due mesi). Sono partiti con due volontarie Voica: Karen D’Onofrio e Lydia Shives che invece serviranno nella Missione della

Repubblica Democratica del Congo.

A Timor Est sono andati Gionata Carnino e Francesca Bennati. Questi lavoreranno nella scuola per un anno con Trisha Bruecken vo-lontaria Voica.

Eleonora Iannotta parte per il Cairo il 4 dicem-bre mentre Teresa Pepe la seguirà il 15 di-cembre .

Il 25 Novembre abbiamo celebrato la messa del mandato per tutti questi volontari del servi-zio civile e del VOICA. Preghiamo per tutti questi volontari affinché portino l’amore di Cristo ovunque, nelle loro particolari missioni. Diggy

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Un uomo si recò, un giorno, dal barbiere per farsi taglia-re i capelli e rifarsi la barba. L’uomo e il barbiere incominciarono a parlare di molte-plici cose e di argomenti della più svariata natura. All’improvviso si toccò il tema di Dio. Il barbiere disse: “Io non credo affatto all’esistenza di Dio”. “Ma perché?” domandò il cliente. “Perché? E’ semplicissimo! Basta uscire per strada per accorgersi che Dio non esiste!” “O … mi dica: se Dio veramente esistesse, ci sarebbero tanti malati? Ci sarebbero bambini abbandonati? E la sofferenza? E il dolore che pervade l’umanità? Io non posso pensare che esista un Dio che permetta tutte queste cose!”. Il cliente rimase per un attimo senza parole. Decise infine di non rispondere per evitare la discussione. Il barbiere finì il suo lavoro e il cliente uscì dal negozio. Appena sulla strada, incontrò un uomo con la barba e i capelli lunghi e incolti. La sua persona era molto disordinata e trasandata. Ritornò allora di corsa nel negozio del barbiere esclamando: “Sa cosa le dico? I barbieri non esistono!” “Come puoi dire ciò?”, replicò il barbiere. “Ma io sono qui e sono barbiere!”. “No!”, continuò il cliente, “Non esistono, perché se esistessero non ci sarebbero persone coi capelli e la barba tanto lunga e incolta come quella di quell’uomo che c’è fuori dal suo negozio, sulla strada!”. “Eh, no! I barbieri esistono, è solo che quelle persone non vengono da me!”. “Infatti, proprio questo è il punto! Dio esiste, solo che non tutte le persone lo cercano e vanno da Lui; forse perché ancora non lo conoscono, forse perché non credono, o forse perché credono ma non si fidano totalmente: ecco il motivo di tanto dolore e sofferenza in questo mondo!”.

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Ciao, sono arrivata a Timor Leste (Est) come viene chia-mato qui. E’ caldo e piove, per cui ci vuole un po’ di tempo per abituarsi. Le Suore si prendono cura di noi. Al presente abitiamo nella casa delle edu-cande ed nel prossimo weekend andremo nella ca-sa Voica. La posta elettronica funziona bene e così pure la luce. Mi hanno messo subito al lavoro, questa mattina, per parlare con le ragazze che fanno lezione di Inglese. Ho parlato dell’America per 30 minuti. Non fu facile riassumere la mia cultura in quel poco tempo, e spero abbiano impa-rato qualche cosa. Bene, questo è tutto per ora. Io sto bene, al sicuro e contenta. Pace e amore.

Trisha (Trisha bruecken è adesso in Timor Est per fare un anno di servizio)

Mentre mi preparo qui a Roma per partire per il Congo, rifletto sempre più che cosa significhi realmente essere missionaria. Incomincio a sentire più entusiasmo, mentre i giorni passano e la partenza si avvicina. Nell’ascoltare le vicende dei volontari, che ritornano dalla missione, ha aumentato il mio desiderio di lanciarmi nel profondo. Credo che la passione che scorgo nei loro occhi, l’emozione, l’entusiasmo delle loro voci e la pace del loro animo, non sono solo il risultato dell’esperienza vissuta in un nuovo paese e in una nuova cultura, ma il vedere Dio lavorare in loro e con loro. Questo mi dona speranza, perché prima di partire sono stata bombardata anche delle realtà negative che possono accadere ai volontari nel terzo mondo, ma nell’in-contrare questi testimoni e ascoltarli mi ha incoraggiata a non lasciarmi prendere dall’ansia e dalla paura. Ora desidero veramente partire per la mia missione ad Aru, Congo, dove credo che il Signore mi chiami. So con certezza che il Signore non mi sfiderà oltre quello che non posso sopportare. Non vedo l’ora di ascoltare e osservare il modo di esistere in Africa e respirare la bellezza intorno a me. Mi auguro di essere testimone dell’amore di Cristo in mezzo alla gente. Apprezzo la formazione ricevuta in Roma. Un messaggio si è impresso nella mia mente: come volontaria, non dovrei andare pensando a tutto quello che posso FARE in missione, ma semplicemente AMARE la gente, ascoltarla e incoraggiarla.

Lydia Shives

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Vorrei sottolineare che Cristo è presente in tutti gli aspetti della nostra vita. Nel Vangelo si trovano molte circostanze in cui il Signore è presente: alle nozze di Cana (Gv 2), alla mensa con i suoi amici e discepoli (Mt 9), mentre parla, lungo la strada di Emmaus, con i due discepoli (Lc 24) e con i malati bisognosi del suo potere di guarigione … Durante il suo ministero, qui in terra, Gesù non possedeva nulla, ma aveva tutto. Non solo ha donato a coloro che erano nel bisogno, guarigione, cibo e benedizione, ma offrì se stesso nascendo in un’umile stalla, vivendo fra la gente e poi, più drammaticamente,offrendo il suo sacrificio sulla croce. Da allora a oggi, Gesù è presente ancora nella nostra vita. È presente nelle nostre condivisioni e nel nostro dono. È presente quando riconosciamo le nostre benedizioni e la sorgente di tutte le grazie: GESÙ. È presente quando lo ringraziamo per tutto quello che riceviamo da Lui. Sarò sempre grata a Dio per tutte le meraviglie che ha compiuto nella mia esistenza! Mi ha fatto gustare la bellezza della vita quando mi ha dato l’oppor-

tunità di essere suo debole strumento d’amore per il suo amato popolo specialmente nel tempo vissuto in Pa-pua New Guinea e poi in Togo. Mi ha ridonato la guarigione e posso camminare ancora e proclamare la sua Parola! Mi ha messo accanto veri amici e una famiglia meravigliosa, che mi ha insegnato come donarmi agli altri. Mi ha reso consapevole che nel mondo nulla è più importante che l’AMORE. Sì, Egli è sempre presente in me. Il Signore è presente quando, con umiltà, riconosciamo i nostri errori e chiediamo perdono. È presente quando perdoniamo chi ci offende. Gesù stesso, nella sua estrema sofferenza, disse: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Il Signore è presente quando amiamo il nostro prossimo specialmente i poveri: coloro che hanno fame e sete non solo di cibo ma di amore, di premure, di attenzione, coloro che sono abbandonati, rifiutati, emarginati. È presente quando soffriamo nel vedere gente morire di fame o malattia o violenza. È presente quando testimo-niamo il suo amore di Padre in mezzo a coloro che soffrono. Eliminare Gesù dalla nostra vita sarebbe incredibile, impossibile! Cristo è parte di noi. Cristo è sempre presente nella nostra esistenza. Se Gesù è in ogni stagione della nostra vita, allora è sempre Natale! Non possiamo dimenticare che condivide-re, ringraziare, perdonare, amare sono parte della quotidianità nostra. Lasciamo che Gesù entri nei nostri cuori in questo Natale e sempre sia nella nostra vita! Cristo è amore … Natale è amore … Cristo è nel Natale …

Auguri a Tutti!! Digna P. Esguerra

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La settimana scorsa, la comunità delle Suore che abita vicino alla nostra casa, mi ha invitato a celebrare l’Eucaristia insieme a dodici giovani che in questi giorni stanno partendo per un anno di servizio volontario in paesi in via di sviluppo. Alcuni giovani provenivano dagli USA, altri erano italiani, caschi bianchi del Sevizio Civile internazionale, tutti legati ad un organismo missionario connesso con l’Istituto Religioso delle Suore Canossiane. Le destinazioni erano Timor Est, R.D. Congo, Togo. I giovani opereranno in strutture e progetti presso case religiose. Alla Messa erano presenti alcuni genitori dei giovani. Una ragazza era in crisi e mi ha confidato che i suoi geni-tori erano contrari alla sua decisione di partire per un anno. La liturgia e il rinfresco successivo, ambedue finemente preparate dalle Suore, la commozione dei ragazzi, gli abbracci e i ringraziamenti, mi hanno emozionato. Partire non è mai facile, lasciare le nostre sicurezze non è mai indifferente, spesso fa paura. Muoversi, tuttavia, è garanzia di novità; lo Spirito Santo è il motore di ogni partenza e il Creatore di ogni cosa nuova. La mia esperien-za è quella che ogni volta che ho vinto la pigrizia e la paura e mi sono messo in cammino ho ricevuto sempre in cambio luce, ricchezza, gioia. Gesù per primo ha scelto di partire: è partito dal cuore della Trinità ed è venuto in mezzo a noi; lo ha fatto, rischiando per amore. Lo stile della Chiesa e di ogni cristiano dovrebbe essere come quello di Gesù: partire, andare, rischiare. Ogni incontro con chi è diverso da noi ci arricchisce. È necessario che noi “andiamo” per primi, poi potremo dire a chi incontriamo “venite e vedrete”. Un anno fa, in prossimità del Natale, con gli studenti di una delle mie classi scolastiche, sono andato a visitare una comunità di anziani; la residenza era in un quartiere diverso da quello in cui abitava la gran parte dei ragazzi, dignitoso ma molto più popolare; camminando ci siamo accorti che i rumori e la parola erano differenti da quelle ascoltate normalmente, anche il comportamento della gente sull’autobus, le case, le vetrine, erano diverse. I ragazzi sono rimasti colpiti dall’esperienza fatta del diverso; ne abbiamo parlato a scuola; erano contenti e arricchiti. Avere uno spirito missionario non vuol dire fare grandi cose o preparare grandi piani; si tratta di andare, da soli, a coppie, in gruppo, e incontrare le persone, uscire di casa, dall’ufficio, dalla propria stanza, dal proprio quartiere per andare in un’altra casa, in un altro ufficio, in un'altra stanza, in altro quartiere. Si tratta di orga-nizzare una festa, una cena o un incontro culturale in meno e di partecipare a una festa , una cena o a un incontro culturali organizzati da altri, là incontrere-mo fratelli e sorelle che non frequentiamo abitualmente, ma che hanno un enorme desiderio di Dio e attendono l’”Avvento”, la venuta di qualcuno che parli loro di Gesù. Don Nicolò Anselmi

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FORMAZIONE ALLA VITA FORMAZIONE ALL’AMORE Anno nuovo Voica nuovo!!! Non vuole essere una battuta, ma la presa di coscienza che c’è stato un cambiamento nella direzione del nostro Gruppo. Sister Pat è stata chiamata a com-piere un nuovo lavoro, nella famiglia Canossiana, al suo posto la Madre Generale ha chia-mato Sister Angela. Come non ringraziare il Signore per il lavoro svolto da Pat. la nostra carissima e amatissima Manager canossiana?! Un grazie che si completa nella preghiera che innalziamo al Signore per quanto di nuovo è stata chiamata a compiere. La porteremo sem-pre nel cuore e ricorderemo i consigli che ci ha dato in questi lunghi anni di servizio. Un grazie al Signore anche per Sister Angela che inizia un nuovo cammino accanto a noi e per noi. Ci sarà utile la sua esperienza missionaria che, unita alla nostra, rafforzerà la nostra grande e splendida famiglia Voica. Siamo in tanti e in continua crescita, una realtà di volon-tariato che incide nel mondo missionario di Maddalena di Canossa e nell’umile Josephine Bakhita, una realtà che ci permette di esprimere al meglio le qualità che ciascuno ha, per il servizio dei poveri; vogliamo sempre più essere poveri coi poveri.

CONTINUA LA NAVIGAZIONE… e dopo questi preamboli ecco che il “tempo della pacchia è finito”, rimbocchiamoci le mani-che e iniziamo a pensare alla prossima estate, ai prossimi progetti. Progetti che quanto prima verranno definiti, dopo il viaggio che Sister Angela compirà in Africa in questo mese di di-cembre e in gennaio. Intanto il gruppo di coordinamento addetto alla formazione, ha fissato le date di prossimi incontri formazione 2010. Naturalmente tutti sono invitati a parteciparvi, anche quelli che forse non potranno venire con noi in missione. Sottolineo che il VOICA E’ UNA GRANDE FAMIGLIA , tutti devono sentirsi partecipi e membra attive per il bene dell’umanità e per il servi-zio alla Chiesa. Inoltre, a ciascuno un compito di re-sponsabilità: invitare nuovi amici, conoscenti, a farne parte, sia che desiderino partire, sia che vogliano semplicemente conoscere la nostra attività. VI SONO TANTI MODI DI PAR-TECIPARE ALLA MIS-SIONE!

Claudio

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28 febbraio 2010 – Brescia, via S. Martino 13 1° incontro con i volontari: motivazioni e aspettative del viaggio in missione. 14 marzo 2010 – Magenta, via S. Biagio, 15 Vista alla fiera del mercato equo e solidale (cfr.: www.falacosagiusta.org); interscambio. 11 aprile 2010 – Brescia, via S. Martino 13 Modalità di presenza in missione; la cultura e le culture (Africa, Brasile, Asia). 25 aprile 2010 – Verona, Casa Generalizia via S. Giuseppe, 5 Essere missionari “Ad gentes”; comunione e comunità: fare gruppo in missione. Progetti e presentazione dei Gruppi di partenza. 30 aprile – 2 maggio 2010 Tre giorni di spiritualità a Roma, Voica, Comunità S. Michele 16 maggio 2010 – Brescia, Costalunga Via Valbottesa, 19 Le Beatitudini evangeliche; essere testimoni della propria fede; divisione in gruppi di parten-za. 30 maggio 2010 – Brescia, Costalunga Via Valbottesa, 19 Come essere “Buon Samaritano” verso i fratelli; testimonianza; divisione in gruppi di par-tenza. 13 giugno 2010 – Brescia, Costalunga Via Valbottesa, 19 Giornata del Mandato Missionario; consigli pratici per la missione, consegna dei biglietti.

INFORMAZIONI, ISCRIZIONI E CONTATTI: Madre Angela Sambusida e.mail: [email protected] - cell. 3278340496 Diacono Claudio Fiorini [email protected]—cell. 3389048505

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22-29 Novembre – formazione specifica per i volontari del Servizio Civile 25 Novembre – Messa del mandato per i due gruppi di volontari (Voica e Focsiv) 29 Novembre – Trisha Bruecken lascia per Dili, Timor Leste per un anno di volontariato 30 Novembre – Karen D’Onofrio parte per due anni di volontariato in Congo con Lydia Shives per uno 6 Dicembre – Chiara Zilioli, Claudio Fiorini e altri amici arrivano al Voica per preparare programmi estivi 2010 12 – 27 Dicembre – Sr Angela e Diggy visitano i volontari in Congo

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