in dispArte - N.7 Marzo 2016

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EDITORIALELa passerella dell’artista bulgaro Christo, che prenderà forma sul lago d’Iseo la prossima estate, sta facendo (giustamente) parlare la citta e la pro-vincia intera. Ed è tale la curiosità per un evento che ci metterà sotto i riflettori del mondo, che non si poteva non dedicargli - seppur con largo anticipo - una copertina e un servizio per capire meglio cosa accadrà. Detto questo, Bergamo e i bergamaschi han-no tanti motivi - ogni giorno - per appassionarsi al mondo dell’arte, senza aspettare l’evento di porta-ta internazionale per sfoderare una certa curiosità. Che forse di natura non ci appartiene, ma che stiamo trovando sul cammino come un bel regalo, come un’a-pertura al mondo capace di farci apprezzare ancora di più le nostre (tante) bellezze.

SOMMARIOin disparte - Marzo 2016

Magazine free di arte e culturaMensile - anno 2 - n. 3

Direzione: Cristian SonzogniHanno collaborato:Mario Rota, Veronica Basiricò, Marvin MojaRedazione: Via Madonna della Neve 3, BergamoStampa: Pixartprinting Srl - Quarto d’Altino (Ve)

e-mail: [email protected]

4 - Christo si ferma a Iseo

12 - Lorenzo Monguzzi, mercante di storie

16 - Morricone, vita da Oscar

22 - Fa’ la cosa giusta

26 - Il Giusto e le sue radici

30 - Next: De Gregori canta Dylan

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EVENTIEVENTIIN

DISPARTEARTISTI NEXT

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CHRISTO SI FERMA A ISEO

The Floating Piers. Sarà l’attrazione dell’anno in Bergamasca, l’opera dell’artista bulgaro Christo, che ha già fatto discutere ed entusiasmare l’in-

tera provincia. Ma pochi sanno che l’opera di Iseo ha avuto un percorso travagliato prima di approdare sul lago orobico. In origine, infatti, doveva essere re-alizzata sul delta del Rio de la Plata, 200 metri di passerella che non sono mai stati fatti perché non è mai arrivato il permesso. Venticinque anni dopo, nel 1995, dopo aver ultimato il lavoro “Wrapped Reich-stag”, tornò prepotente l’idea di “The Floating Piers” tanto da far predisporre due pontili galleggianti lunghi 150 metri e ricoperti di tessuto, che portas-sero in due isole artificiali nella baia di Tokyo, e che continuassero poi nel parco di Tokio Bay. Anche in questo caso, dopo disegni e bozzetti, negata l’auto-rizzazione. E adesso ci si prova sul lago d’Iseo, sta-volta con i permessi a posto e i lavori iniziati.

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“The Floating Piers” vedrà la luce la prossima estate (tra il

18 giugno e il 3 luglio 2016: i giorni più lunghi dell’anno).

L’artista di origine bulgara che vive negli Usa, e che con

la sua produzione artistica insieme alla moglie Jeanne-Clau-

de – scomparsa nel 2009 – ha stupito il mondo intero, torna in

Italia dopo 40 anni per realizzare una passeggiata: due chi-

lometri sulla terraferma e altri tre su un pontile galleggian-

te coperto da 90mila metri quadrati di tela poliammidica color

giallo intenso. Una struttura temporanea che si prevede sarà

fruibile da 17.750 visitatori alla volta.

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Il primo camminamento a pelo d’acqua collega Sulzano a Pe-schiera. Il percorso continua poi per qualche chilometro sulla terraferma, a Montisola, da Peschiera Maraglio fino a Sensole. In due punti di questa passeggiata via terra due passerelle riprendono il largo, creando una biforcazione per poi reincon-trarsi in mezzo al lago a 200 metri dall’isola di San Paolo. La passerella a questo punto definirà tutto il perimetro della piccola isola per poi ritornare sulla sponda est del Lago d’I-seo e proseguire via terra.

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“The Floating Piers” è un pontile costituito da 200mila parallelepipedi in polipropilene a sezione cava di 50x50x40 centimetri acco-stati e collegati tra loro a formare moduli di 100 metri di lunghezza per 16 di lar-ghezza. I 32 moduli avranno i bordi degradanti come una spiaggia in modo da permet-tere l’accesso dall’acqua in qualsiasi punto della passe-rella.

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“Avevamo già fatto qualcosa in Italia: a Spoleto nel 1968 (Fontana di Piazza Mercato e la torre medioevale), a Mila-no nel 1970 (statua di Re Vittorio Emanuele II e di Leonardo da Vinci), e a Roma nel 1974 (Mura Aureliane). Tornare dopo 40 anni è meraviglioso. Conosco il lago d’Iseo dagli anni ‘60, ma improvvisamente mi è tornato alla mente che Montisola è l’i-sola lacustre più alta d’Europa e che la sua popolazione deve prendere il traghetto per raggiungere la sponda del lago” (Christo)

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CHRISTO E LE SUE OPEREChristo e Jeanne-Claude, o più spesso semplicemente ‘Christo’, è il progetto artistico comune dei coniugi sta-tunitensi Christo Vladimirov Yavachev (Gabrovo, 13 giugno 1935) e Jeanne-Claude Denat de Guillebon (Casablanca, 13 giugno 1935 - New York, 18 novembre 2009), fra i maggiori rappresentanti della land art e realizzatori di opere su grande scala. I due artisti intervengono sul paesaggio e lo modificano, nel loro caso in maniera prov-visoria. Sono noti soprattutto per le opere realizzate con il tessuto, “imballando” monumenti o stendendo lunghi teli in luoghi naturali. Un esempio di questo si ritrova nella loro celebre opera realizzata tra il 1972 e il 1976 denominata Running Fence. Essa consiste in una recinzione continua, tesa da Est a Ovest per quasi quaran-ta chilometri tra alcuni declivi della campagna californiana, a nord di San Francisco. Si tratta di una serie di ampi teloni di nylon bianco appesi a un cavo d’acciaio sorretto da oltre duemila montanti metallici che, visti dall’alto, si snodano come un serpente e attraversano valli e colline fino a perdersi all’orizzonte. Quest’opera territoriale è volutamente giocata per contrapposizioni poiché la verticalità della recinzione si oppone netta-mente all’orizzontalità del paesaggio e l’artificialità del nylon contrasta con la naturalità dell’erba. Infine anche il biancore dei teli si contrappone ai sobri colori del terreno. Questa incredibile muraglia bianca assume un grandissimo valore simbolico. Quando i teli sono gonfiati dal vento, infatti, l’enorme serpente sembra quasi animarsi e per tutta la sua lunghezza risuona di un crepitare secco e sonoro. Per la realizzazione dell’inte-ro impianto furono necessari quattro anni, ma l’opera ebbe una vita estremamente breve essendo durata solamente quattordici giorni. Sulla produzione artistica della coppia hanno anche influito il pensiero e l’arte di Man Ray e Joseph Beuys, con particolare riferimento alle opere l’Enigma di Isidore Ducasse del primo e al Pianoforte con Feltro del secondo. Christo è principalmente l’artista delle opere, mentre Jeanne-Claude è l’organizzatrice. In genere le opere sono interamente finanziate dalla vendita dei disegni preparatori, collage o modellini. Dal 1972 tutti i loro lavori sono fotografati esclusivamente da Wolfgang Volz, mentre per almeno cinque dei loro maggiori lavori è stato prodotto anche un documentario da parte di Albert e David Maysles.LE OPERE PRINCIPALIFestival dei Due Mondi (giugno 1968). Spoleto. Imballaggio della Fontana di piazza del Mercato e del Fortilizio dei Mulini.Documenta 4 di Kassel (agosto 1968) - un imballaggio d’aria di 5.600 m³ sollevati da gru e visibili da 25 km di distanza.Valley Curtain (1970-1972) - un telo lungo 400 metri steso lungo una valle delle Montagne Rocciose in Colorado.Surrounded Islands (1980-1983) - le isole della baia di Biscayne a Miami sono circondate da una cintura di poli-propilene fucsia.Imballaggio del Pont Neuf (settembre 1985) - il Pont Neuf di Parigi, il più vecchio dei ponti della capitale francese, è impacchettato da un telo di poliestere giallo ocra.Imballaggio del Reichstag (giugno 1995) - il Reichstag di Berlino è impacchettato con un tessuto argentato. Mi-lioni di persone sono andate a vedere l’opera.The Gates (2004-2005) è stato aperto al pubblico dal 12 al 27 febbraio 2005. Era un percorso di 37 chilometri attraverso il Central Park di New York, costituito da materiale arancione intervallato da 7.503 portici, alti circa cinque metri e disposti a quattro metri di distanza fra loro.The Floating Piers (2016) una passerella di 3,5 km sul lago di Iseo che verrà realizzata nel giugno 2016.

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LORENZO, IL MERCANTE DI STORIE

Lorenzo Monguzzi nasce in Brianza, dove attual-mente vive, il 14 maggio 1967. Inizia la sua attività musicale come chitarrista e cantante,

allargando ben presto i suoi interessi anche alla composizione. A metà degli Anni ’90 dà vita con Piero Mucilli e Simone Spreafico a una formazione orienta-ta verso la musica acustica: i Mercanti di Liquore.Il repertorio del trio è costituito inizialmente da brani rivisitati di alcuni grandi cantautori italiani, pri-mo fra tutti Fabrizio de Andrè. Proprio questa scelta e questa predilezione per il grande artista genovese consente ai Mercanti di partecipare a numerose e im-portanti manifestazioni musicali: la più significati-va delle quali è senza dubbio “Faber, amico fragile”, tenutasi il 12 marzo 2000 al Teatro Carlo Felice di Genova. Nel 2003, insieme ai Mercanti di liquore, ini-zia a collaborare con l’attore Marco Paolini. Il primo spettacolo di quella che sarà una lunga e proficua col-

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laborazione si intitola “Song n.32″, un “concerto va-riabile” in cui le canzoni del trio si alternano a brevi monologhi, poesie e filastrocche. Da questo la-voro nascerà il cd “Sputi” del 2004. Con i Mercanti di Liquore incide: “Mai paura” 1999, “La Musica dei Poveri” 2002, “Sputi” (con Marco Paolini) 2004, “Che cosa te ne fai di un titolo” 2005, “Live in Dada” 2006, “Miserabili” (con Marco Paolini) 2008. Nell’au-tunno del 2012, sempre con Marco Paolini, è protagoni-sta della tournée teatrale “Ballata di Uomini e Cani, dedicata a Jack London”, insieme ad Angelo Baselli al clarinetto e Gianluca Casadei alla fisarmonica. Nella primavera 2013, in collaborazione con Jolefilm, ha dato vita ad un nuovo progetto: “Portavèrta”, primo disco da solista, uscito nei negozi il 4 ottobre. Il nuo-vo lavoro è stato presentato nell’estate 2013 con lo spettacolo Song n.14, un concerto teatrale che l’ha visto sul palco con un ensemble eterogeneo di musici-

sti (Orchestra Variabile) e nel quale Paolini ha par-tecipato nell’insolita veste di “gruppo spalla” , con brevi racconti e piccole storie, a far da contrappunto alla musica, protagonista assoluta dello spettacolo. “Portaverta” è anche il titolo dell’unica canzone del disco scritta in dialetto brianzolo e testimonia la necessità dell’artista di fare i conti ancora una vol-ta con le proprie origini e con tutte le contraddizio-ni della sua terra.

- Lorenzo Monguzzi in concerto -Sabato 26 marzo, ore 21.30 - Ingresso 10 euroin dispArte, via Madonna della Neve 3 - Bergamo

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PORTAVÈRTASun ‘nà in gir per el mund, te disi in cunfidénsa,sèmm minga dumà nünch che ghèmm una cusciensa.Gh’è gent che mör de fàmm, san pü ‘duè giràss,e a dìla propri tütta, ghèm poch de lamentàss.

Gh’è gent nasùda in guera, în semper dré a masàsse nün’ chì a bestemà per minga pagà i tass.

E tücc che vören sarà sü la porta e inveci a mí me piâs lasàla vèrta.E tücc che vören sarà sü la porta e inveci a mí me piâs lasàla vèrta.

Se go’ de fagh, a mí, a mí me piàss la gent,che la sia del me paés o de n’alter cuntinent.

E tücc cun la sua storia, e tücc coi so problemi,pensà che nünch sèmm mej l’è un ragiunà de scemi.

Ghe tuca de scapà perchè mören de famm,l’è no una nuvità, l’han fa’ anca gli italiàn.

E chì se trata minga de perd l’identità,ma basta dagh la culpa a quei püssé sfigà.

E tücc che vören sarà sü la porta e inveci a mí me piâs lasàla vèrta.E tücc che vören sarà sü la porta e inveci a mí me piâs lasàla vèrta.

Vi alter disaré che gh’è tròpa delinquensa,che ‘em supurtà fin tròpp e adess ghèm pü pasciensa.

Che a caminà per strada, nel centro de Milànl’è come vess formagg in mèss ai pantegàn.

Sèmm chì a cuntàss i ball, perché la veritàl’è che una volta ghérum ben poch de fass rubà,e adèss che ghèm püssé, adèss che ghèm quejcòss

sèmm diventà cativ perché se càgum adoss.

E tücc che vören sarà sü la porta e inveci a mí me piâs lasàla vèrta.

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ENNIO MORRICONEUNA VITA DA OSCAR

“Dedico questa musica e questo Oscar a mia moglie Maria”. Con queste parole Ennio Morricone, con la voce rotta dall’emozione, ha concluso il suo discorso di ringraziamento dopo la consegna dell’Oscar per la colonna so-nora di The Hateful Eight, il nuovo film di Quentin Tarantino. «Grazie per il prestigioso riconoscimento - ha

detto davanti alla platea del Dolby Theatre che gli ha riservato la standing ovation - ma un pensiero va agli altri nominati, in particolare a John Williams. Non c’è una grande colonna sonora senza un grande ispiratore come Tarantino e il suo team che ringrazio per avermi scelto». Dopo il riconoscimento alla carriera del 2006, finalmente Morricone, alla sesta nomination, è riuscito nell’impresa di portare a casa l’Oscar per la migliore colonna sonora originale.

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MORRICONE DIXIT“Quando ero molto giovane, ho iniziato a lavorare come compositore e arrangiatore di canzoni pop, per la ra-dio, per la televisione, per l’industria discografica, per il palcoscenico. All’improvviso, proprio dalla sera alla mattina, un regista mi chiese di comporre le musiche per un suo film (ed era Berardo Bertolucci, ancor prima di Sergio Leone) e così è iniziato il mio percorso nelle pellicole cinematografiche”.

“Nel passato, abbiamo usato i cosiddetti “suoni rea-li” perché nell’opinione di Sergio Leone erano molto, molto utili a dare il corretto messaggio al pubblico. Era utile per far arrivare alle persone di campagna il suono della città e viceversa. Per esempio, usavo il fischiettio perché serviva a far arrivare il messaggio del film con suoni semplici, che tutti potevano capi-re”.

“Sono passati 50, quasi 60 anni, da quando ho inizia-to a lavorare con Sergio Leone e nei film western del passato. Le mie idee musicali sono cambiate. Ho voluto fare qualcosa di completamente diverso da quello che facevo prima, non solo con Leone, ma anche con Corbuc-ci e con tutti i registi western con cui ho collabora-to. Non è neanche paragonabile”.

“Non scrivo per il successo. Scrivo per me. Per cui non sono mai stato sorpreso, né in positivo né in ne-gativo. La musica poi è intangibile, non ha sembianze, è come un sogno: esiste solo se viene eseguita, prende corpo nella mente di chi ascolta. Non è come la po-esia, che non necessita di interpretazione perché le parole hanno un loro significato. La musica può essere interpretata in vario modo. Una composizione per una scena di guerra può essere intesa anche come brano che accompagna una danza frenetica”.

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PER UN MONDO SOSTENIBILE

Terre di mezzo è un piccolo universo in cui abi-tano tanti mondi. Dal giornale di strada, fondato nel 1994, sono nati il settore libri, il volon-

tariato con una associazione onlus, il settore even-ti con la fiera del consumo critico ‘Fa’ la cosa giu-sta!’, in scena a Milano. Terre di mezzo – il giornale di strada, è membro della rete internazionale INSP ed esce dal 2009 nella nuova veste di street magazi-ne. I giornalisti di ‘Terre’ costituiscono l’antenna dell’agenzia online Redattore Sociale per Milano e la Lombardia. Terre è tra i fondatori di Earth – Europe-an Alliance for Responsible Tourism and Hospitality, e della rete italiana AITR – Associazione Italiana Turi-smo Responsabile. Nel 2012, viene insignita dell’at-testato di civica benemerenza del Comune di Milano. Terre di mezzo pubblica collane come ‘i Percorsi’, per chi ama viaggiare lento, per un turismo responsabile.

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E ancora ‘I Sapori’, per scoprire le altre cultu-re attraverso la cucina; ‘Le Guide agli stili di vita sostenibili’; ‘Le Periferie’, storie di chi vive ai margini delle nostre città; ‘La Narrativa’, autori stranieri e italiani di qualità; ‘I Dia-ri’ dell’Archivio nazionale di Pieve Santo Stefano; ‘L’Acchiappastorie, una produzione di albi illu-strati per bambini’, silent book e manuali di qua-lità, perché non si è mai troppo piccoli per amare la lettura ed educarsi ai temi della diversità e della sostenibilità. Accanto alla produzione edito-riale, sui temi cari al giornale si sono sviluppati progetti e iniziative culturali e di partecipazio-ne: il più grande è appunto Fa’ la cosa giusta! la prima e più grande fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, iniziativa unica nel suo genere quando è nata nel 2004 e, da allora, sempre in crescita. Infine, tratto distintivo e qualifican-te nel variegato “mondo Terre” è il volontariato: l’associazione ‘Insieme nelle terre di mezzo on-lus’ lavora su iniziative di sensibilizzazione e comunicazione come la ‘Notte dei senza dimora’. Ha promosso (nel 2010) un progetto di respiro interna-zionale per la prima volta lanciato in Italia: ‘La Grande Fabbrica delle Parole’, laboratorio gratuito di scrittura creativa per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie. L’Associazione cura ogni anno il programma culturale e la ricerca e coor-dinamento dei volontari di Fa’ la cosa giusta! Una fiera nata dal basso, nel 2004, che in dieci anni è diventata il punto di riferimento di un’inte-ra economia che propone un’alternativa al consue-to modello di sviluppo. Un luogo dove ogni anno le energie più fresche e creative del Paese – aziende e consumatori, politici, cittadini e associazioni – convergono per scambiare idee, vendere e comprare prodotti pensati nel rispetto dell’uomo e dell’am-biente, immaginare e sperimentare un’economia che schiuda un futuro più giusto per tutti. Per raccon-tare i primi 10 anni si sono raccolte le testimo-nianze, le storie e i volti di Fa’ la cosa giusta! in un libro: ‘Il futuro è di chi lo fa’.

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LE AREE TEMATICHEDELLA FIERA

ABITARE GREEN E SERVIZI PER LA SOSTENIBILITÀArredamento eco-compatibile, equo e solidale; design per la sostenibilità e l’accessibilità; studi di pro-gettazione sostenibile, autocostruzione, complementi d’arredo con materiali naturali o di riciclo, deter-sivi eco compatibili, aziende di raccolta dei rifiuti e di macchine e sistemi per la raccolta e il riciclo, bio-edilizia e bio-architettura, risparmio energetico, agevolazioni fiscali e finanziamenti etici, energia pro-dotta da fonti rinnovabili. Spazio orti e giardini.

MANGIA COME PARLIAziende agricole (produttori e trasformatori) e di-stributori biologici e biodinamici; realtà che di-fendono la biodiversità; produttori locali a “Km 0”;

associazioni e istituzioni impegnate in progetti di educazione all’alimentazione e in difesa della sovra-nità alimentare, consorzi di tutela dei prodotti tipi-ci, cibo di strada.

COSMESI NATURALE E BIOLOGICAProdotti per la bellezza, la cura del corpo e l’igiene personale.

CRITICAL FASHIONAbbigliamento, accessori, tessuti e materie prime per il confezionamento di abiti; scuole di moda; progetti di sviluppo, di produzione, di trasformazione e di-stribuzione.

ECONOMIA CARCERARIACooperative carcerarie italiane e progetti di reinse-rimento lavorativo e sociale.

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MOBILITA’ SOSTENIBILEAssociazioni, enti pubblici e imprese profit e non pro-fit impegnate nella diffusione di strumenti di mobilità sostenibile: bicicletta, trasporto pubblico, car sha-ring, car pooling, apparecchi elettrici e a idrogeno.

IL PIANETA DEI PICCOLIAbbigliamento, arredamento, giochi, prodotti per l’i-giene personale e per la cura del bambino.

TURISMO CONSAPEVOLEAssociazioni, enti pubblici, imprese profit o non profit e altre realtà impegnate nell’organizzazione e nella promozione di un turismo rispettoso dell’ambiente, dei diritti dei popoli e dei lavoratori.

PACE E PARTECIPAZIONEAssociazioni locali e nazionali, distretti e reti,

campagne, gruppi informali, gruppi d’acquisto, asso-ciazioni per la pace e la nonviolenza, Ong, volonta-riato, banche del tempo, comunità di vita, associazio-ni di tutela dei consumatori (Salone dei Consumatori), sindacati.

AREE SPECIALI

area vegan - street food - progetto speziale - spazio economia circolare - spazio donna - territori resi-stenti - fa’ la cosa giusta! umbria - salumeria del design

- Fa’ la cosa giusta -18-20 marzo, dalle ore 9 - Ingresso 7 euro (omaggio fino ai 14 anni) - Fiera Milanocity, Milano

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IL GIUSTO E LE SUE RADICI

Domenica 6 marzo il Giardino dei Giusti al Galga-rio ha vissuto un momento speciale: la dedica di un albero al “custode di Palmira” Khaled al Asa-

ad, “giusto di tutto il mondo” che con il sacrificio della vita si è opposto alla distruzione - da parte delle milizie dell’Isis - del sito archeologico con-siderato Patrimonio dell’umanità Unesco. Presenti il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori e l’Assessore Gia-como Angeloni,l’ex viceministro alla cultura croato Mijlienko Domijan, ora consulente per il patrimonio culturale, il dirigente dello stesso Ministero Bruno Diklic e la rappresentante a Bergamo di Amnesty In-ternational Anna Maria Rolla. Hanno voluto aderire all’iniziativa, seppur non potendo essere presenti, Vincenza Lomonaco, Ambasciatore della Rappresentanza Permanente Unesco a Parigi, il viceambasciatore d’I-talia a Zagabria Luca Laudiero, il Viceambasciatore d’Italia a Podgorica Antonella Fontana, Ivo Goldstein

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e Dragica Ponorac, rispettivamente ambasciatori della Rappresentanza Permanente della Croazia e del Montenegro all’Unesco a Parigi, con il Sindaco di Palmanova Francesco Martines. “C’è un nuovo nazismo alle porte e noi dobbiamo sconfiggerlo, come sia-mo stati uniti nella seconda guerra mondiale”. Così Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, il ‘Comita-to per la Foresta dei giusti’. Parlando del sacri-ficio del custode di Palmira ha aggiunto: “Si fanno certi gesti perché non si vuole rinunciare ad ave-re fiducia nell’umanità. A Khaled l’Isis ha tolto la vita, ma non gli hanno tolto la fiducia nella bel-lezza e nell’Umanità. Dico a tutti che i terroristi non possono vincere, perché non ci possono togliere il gusto dell’Umanità. I terroristi vincerebbero se noi ci facessimo prendere dall’odio verso l’altro, se ci comportassimo come loro e non avessimo più fiducia nell’uomo e nella possibilità di fare del bene”.

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A MILANO UN ALTRO ALBERO E UN MURALESUn grande murale firmato dai writer Pao, Ivan, Orticanoodles e Piger sulla parete della Fabbri-ca del Vapore, in via Procaccini: così Milano ha reso omaggio al coraggioso sacrificio di Khaled al-Asaad, l’archeologo siriano ricordato anche a Bergamo. L’inaugurazione dell’opera è inserita nel programma di eventi organizzati per la Gior-nata europea dei Giusti, promossa dal Comitato per la Foresta dei Giusti-Gariwo onlus. Al cu-stode di Palmira è già stato dedicato un albero piantato lo scorso novembre al Monte Stella, nel Giardino dei Giusti di Milano.

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LA STORIA DEI GIUSTIIl 10 maggio 2012 il Parlamento Europeo ha approva-to con 388 firme la proposta di Gariwo di istituire il 6 marzo una Giornata europea dedicata ai Giusti per tutti i genocidi. Nel 2003, dopo l’istituzione di un Giardino dei Giusti in alcuni luoghi-simbolo, come Ye-revan, in Armenia, e la proposta per Sarajevo, Gariwo ha coinvolto il Comune di Milano nella creazione di un Giardino dei Giusti che ricordasse coloro che si sono opposti ai genocidi in ogni parte della terra e che ancora oggi si oppongono ai crimini contro l’umanità ovunque siano perpetrati. È nato così, il 24 genna-io, il primo Giardino dei Giusti di tutto il mondo al Monte Stella e nel novembre 2008 si è costituita l’as-sociazione per la gestione del giardino, composta da Gariwo insieme al Comune di Milano e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Nel frattempo sono sorti giardini e altri spazi dedicati ai Giusti in ogni par-

te d’Italia, come a Genova, Palermo, Padova, Torino, Linguaglossa, Levico Terme. E appunto, adesso anche a Bergamo. Il sito internet è lo strumento principale di Gariwo per diffondere il tema dei Giusti e le figure esemplari spesso rimaste sconosciute. Si propone come punto di riferimento sulle problematiche legate alla resistenza morale, raccogliendo e segnalando articoli, appuntamenti, produzioni di ogni parte del mondo. Sul sito si trovano tutti i riferimenti alle attivi-tà di Gariwo, insieme al materiale documentario, bio-grafie, relazioni, mostre, recensioni di libri e film, video, link, percorsi didattici, riflessioni e appro-fondimenti. Il termine Giusto è tratto dal passo della Bibbia che afferma “chi salva una vita salva il mondo intero” ed è stato applicato per la prima volta in Israele in ri-ferimento a coloro che hanno salvato gli ebrei durante la persecuzione nazista in Europa.

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rancesco De Gregori torna a Bergamo al Teatro Creberg e canterà Bob Dylan. L’appuntamento è per il prossi-

mo 12 aprile alle 21. La nuova data fa parte dell’«Amore e furto tour 2016», voluto per presentare l’ultimo

album De Gregori canta Bob Dylan. Una bella notizia per i fan orobici del cantautore romano che aveva riem-

pito il Creberg già nei mesi scorsi. “Portare queste canzoni di Dylan in concerto – ha detto De Gregori - per me

è una grande soddisfazione, è un po’ tutta la vita che sogno di salire sul palco davanti al pubblico per poter

cantare le canzoni di Dylan. Per me è sempre stato un punto di riferimento estetico, musicale, culturale. Ho

cominciato da ragazzo a cantare le sue canzoni in camera mia, oggi l’idea di poterle proporre da un palco come

professionista è indubbiamente una gioia. Non sono uno studioso di Dylan, dunque il mio è un lavoro di artista e

non di studioso. Il disco si intitola “amore e furto” perché se non ci fosse stato l’amore il furto non si pote-

va fare. Quando canto i suoi pezzi in scaletta, pur avendoli tradotti, non li considero miei; per me rimangono

sempre pezzi di Dylan e mi dà una grandissima gioia cantarli”.

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DE GREGORI CANTA DYLAN

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