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In cerca di Mr. Hyde
Pensare “il non ancora pensabile” nella relazione analitica
di Paolo Boccara
Accade spesso nel lavoro clinico quotidiano
di vivere alcuni momenti particolari, in cui emergono
inaspettatamente certe emozioni…
ci si vergogna, si cerca di evitare qualcosa che fa paura …
…. ma la paura che emerge nelle situazioni cliniche
è un buon segnaleper avvertirci che
qualche cosa di significativo sta avvenendo tra noi e il paziente
Le “agonie primitive” di Winnicott:
paure in cerca di configurazioni ricorrenti e pensabili
• Ritorno a uno stato non-integrato (difesa: disintegrazione)
•Perdita della collusione psicosomatica e fallimento dell’insediamento (difesa: depersonalizzazione)
“nella psicoanalisi quando ci si accosta all’inconscio – cioè a ciò che non sappiamo - è inevitabile,
sia per il paziente che per l’analista, essere turbati
In ogni studio di analista dovrebbero esserci due persone piuttosto spaventate: il paziente e lo psicoanalista.
Se non sono spaventati c’è da domandarsi perché si prendono il disturbo di scoprire quello che tutti sanno”
(Bion, 1976)
• Sara e le sue “vertigini”
• Gabriella e la sua “vergogna”
• Luca e le sue “paure coatte”
Capovolgere il vertice :
non più il narratore che evoca la paura
Ma paura come attivatore di storie
il bisogno di narrare diventa fattore terapeutico rispetto adangosce, ansie, paure
per il narratore,
l'importanza del NARRATORE INTERNO e de
L’ACCOMPAGNATORE NARRANTE( A. Ferro 1991 )
miti(es. Narciso o Edipo)
I emozioni trasformate in rappresentazioni, immagini, storie
come gradino di simbolizzazioneverso il pensiero e il pensiero verbale.
Ferruta (2004)
“Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde” del 1886.
La metamorfosi irreversibile di un rispettabile medico e scienziato in un orribile stupratore ed
assassino.
Jekyll, custode geloso della sua reputazione, dell’immagine pubblica di sé, quando si accorge che non può più controllare tale
metamorfosi, si uccide a difesa del suo ruolo sociale.
Un giallo
Nella confessione finale
Jekyll descrive
il pericolo di poter esplodere sotto la pressione
di contenuti estranei ed invasividella propria mente
in cui lo sforzo a controllarsisi mescola
alla rabbia e alla frustrazione di non trovare per sé
uno spazio mentale disponibile ad accoglierli
“ è possibile avanzare la supposizione che verrà il giorno in cui si scoprirà che l’uomo è unicamente un puro agglomerato di soggetti diversi, multiformi e indipendenti gli uni dagli altri”
“ Mi sono proposto di gettare una luce sulla oscurità dell'anima: tutto nella persona umana vive al confine del proprio contrario. Questo confine è del tutto convenzionale e provvisorio come mostra il fatto che si interrompe ad esempio nei sogni “
R. L. Stevenson
Anche per Freud
l'individuo
luogo di un conflitto irriducibile con l'altro soggetto che è dentro di sé
sconosciuto e inquietante estraneità
la psicoanalisi
il luogo e il metodo per la messa in crisi della coscienza in quanto
" falsa coscienza"
Metodo che ci avvicina all’inconscio
a“ ciò che non si mostra”
che è nascosto, celato.
E “ celarsi” si traduce : “to hyde”
Hydeprodotto di una scissione volontaria,
l’esplicitazione del nascosto dentro ognuno di noi
è l’inquietante condizione umana, in cui continuamente si ha a che fare
con elementi fortemente emotivicaotici e non ancora elaborati in
forma di pensiero.
Hyde assume il significato di un’ombra impenetrabile,
di un’area di non conoscenza
Ma in Jekyll e Hydesi rispecchia anche
uno degli aspetti più drammatici della nostra vita.
“ Ciò che angoscia il soggetto molto più che la sua morte imminente, è
innanzitutto la sua non realtà, la sua non esistenza (…)
ora è proprio di questa vita, per quanto peritura possa essere, di cui viene a
dubitare il soggetto nello sdoppiamento di personalità.
(…) il reale non è dalla parte dell’io, ma dalla parte del fantasma: non è l’altro che mi sdoppia, sono io che sono il
doppio dell’altro”.
Claude Rosset
1° suggestione.
“Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde”
ci parla della paura di non essere se stessi:
“quello che viviamo giornalmente non ha
niente a che fare con la nostra vera natura”
Ma cosa è la paura?Freud
il “perturbante“
il ritorno e l'affiorare inaspettato
di qualcosa di rimosso
il non familiare
l'in-solito
che sopraggiunge a nostra insaputa
e che perciò "genera angoscia e terrore".
Jung
“ombra”parte non accettata della
personalità
Il perturbante è soprattutto l’altro,
ciò che noi siamo e non conosciamo,
ciò che anche siamo a dispetto di quello che crediamo di conoscere di noi stessi .
L’ombra è qualcosa che non si può pensare che siamo, che non conosciamo
Bion
emergenza di elementi protomentali, di emozioni primitive,
di elementi β che attendono trasformazione
“il pensiero trae comunque origine dall'incontro delle urgenti necessità, che prendono il nome di "
terrore senza nome"con la capacità di revérie della madre”.
Ed è proprio Bion
che , negli anni ’50,
comincia a descrivere
quelle situazioni emotive in cui la mente psicotica deposita le parti scisse (elementi beta)
nell’altro
che a sua volta le personifica attraverso la formazione di doppi, di alter ego,di sosia immaginari.
“ quando capiamo qualcosa della stranezza di possedere una mente,
una mente che ci porta anche a pensieri scomodi, emozioni sconcertanti e fantasie persecutorie,
ci accorgiamo che si soffre ad avere una mente,
che sempre viene conosciuta solo in parte e quindi sempre ci mette nei guai.
C. Bollas
“la delicatezza dell’apparato mentale umano
dipende dal fatto che
l’homo sapiens nasce con tendenze e scopi e strategie,
ma con nessuna sapienza e nessuna certezza di sé,del proprio valore delle proprie qualità”
R. Tagliacozzo
Jekyll e Hyde: fenomeno di depersonalizzazione
Se “ l’esperienza del sé
include tutti i sé passati e futuri, in cui i sé potenziali sono mescolati con i sé
attualizzati (…)
la depersonalizzazione sottolinea le varianti potenziali dell’individuo nel proprio modo di
rappresentarsi”
R. Tagliacozzo
2° suggestione.Hyde
se prima
“quello che non crediamo di essere”
ora
“protocomunicazioni di aspetti di sé
che cercano spazio figurativo nel campo”
L’oggetto introiettato non è qualcosa di nuovo che viene
messo dentro, ma è qualcosa che si scopre dentro
( e che fino a quando è privo di significato, fa paura)
Mentre il racconto sembra far riferimento ad
un modello di apparato psichico piuttosto chiuso in se stesso,
guidato da un narcisismo primario senza che la
presenza dell’altro risulti in qualche modo strutturante
I primi film
ben rappresentanoquella certa
nube di colpevolizzazioneche colonizza l’intero scambio
con l’altro,in nome di
una funzione superegoicae moralista
che va a cacciadel nemico da battere
( la parte psicotica, o perversa, o la distruttività primaria).
Gli “altri” ostacolano Jekyll, attivano la trasformazione in
Hyde, potrebbero aiutare Jekyll
ma di fronte alla trasformazione
hanno paura
Nel raccontoLanyon
unico testimone della trasformazione,
ha una reazione di paura e di paura muore
nei film
i testimoni della trasformazione
sono anche altri nuovi personaggi
e reagiscono
in maniera molto diversa tra loro…
Parlare di comprendere le passioni certamente non equivale a dire che
bisogna farsene infettare.
a volte, tuttavia, farsi infettare è indispensabile per comprendere che …..
p.e. la personificazione di parti di sé scisse, segrete, clandestine
va ricondotta a vuoti della relazione primaria
“ Nei primi due anni di vita il bambino va incontro a delle esperienze affettive ed emozionali molto significative ed è
verosimile che queste esperienze siano memorizzate ( memoria emotiva ed affettiva).
Molte di esse saranno positive ed essenziali per la crescita mentale e fisica altre potranno essere traumatiche (…)
con conseguenti frustrazioni e delusioni continue che organizzano in lui delle difese ed alimentano delle fantasie
Saranno queste l’essenza della memoria implicita e del“nucleo inconscio del Sé non rimosso”.
M. Mancia ( 2004 )
“ Vi sono lunghi periodi di tempo nella vita di un bambino piccolo durante i quali poco importa a questi di essere
diviso in tante parti o di essere tutto intero, di vivere nel viso di sua madre o di vivere nel proprio corpo, purché di
tanto in tanto si unifichi e senta qualcosa
il recupero e l’introiezione di parti di sé scisse si compiono grazie al loro transitare attraverso l’incontro con un altro,
sosia non esorcizzato
un bambino che non abbia nessuna persona per riunire i suoi pezzi gli uni agli altri, parte con uno svantaggio
nell’integrazione del Sé che deve compiere, e può darsi che non riesca a raggiungerla o non riesca in ogni caso a
mantenerla con la necessaria fiducia…”
Winnicott
Le emozioni intense, e la paura è una di queste, allora richiedono una risposta dotata di specificità, cioè
frutto del lavoro dell’adulto, per accogliere e in qualche modo condividere il punto di vista del
bambino e trovare un modo per cavarsela( Gaburri e Ambrosiano)
Se l’ambiente squalifica quelli che per il bambino sono segnali di paura, mina la fiducia dello scambio
con il gruppo e induce a introiettare un senso di inadeguatezza colpevole o, nei casi estremi, una sensazione di non essere veramente umani, di
essere alieni ( Macciò e Vallino)
3° suggestione
Hyde rappresenta
il nucleo dell’inconscio del Sè non rimosso
strutturatosi nella prima infanzia
a seguito d’importanti esperienze relazionali
in cui
ad emozioni intense e piene di paura
non è stata data una
risposta dotata di specificità.
La messa in discussione della priorità della rimozione ha reso possibile accostare
le nevrosi narcisistiche alle dimensioni psicotiche della mente
ma la centralità dei meccanismi di scissione mina alla radice
l’idea di un inconscio rimosso conservativoe si confronta
con il fatto che tante aree potenziali della mente non riusciranno mai a emergere alla realizzazione.
Gaburri e Ambrosiano
Freud, negli “Studi sull’isteria”
di fronte alle difficoltà che gli ponevano le sue pazienti, precorrendo i tempi e se stesso, si affaccerà sul proto-mentale
domandandosi se l’analisi non ci confronti talvolta con pensieri che non sono stati semplicemente sottratti alla
coscienza, perché sentiti incompatibili con le rappresentazioni prevalenti, ma che “non sono mai stati formulati”, per i quali “si dava solo una possibilità
virtuale di esistenza”
G.Goretti
Egli fa l’ipotesi che la terapia, in quei casi,
consisteva
nel “completamento di un atto psichico precedentemente
incompiuto”
quindi il compito dell’analista sarebbe quello
“di compiere atti psichici incompiuti del paziente: di
pensare e sentire quello che il paziente non ha pensato e ha solo confusamente percepito,
ma che, in una qualche forma è presente in lui”
G.Goretti
il “ripetitivo”
dà la possibilità di evidenziare le manifestazioni di un aspetto del sé, carico di ferite narcisistiche, che potremmo definire
bambino rifiutato.
Sappiamo da tempo che in molti pazienti alberga una fantasia molto angosciante:
quella appunto di un bambino che non ha diritto di esistenza
Un area della mente che è sede di traumi molto precoci, dove la rabbia è pur sempre fame divorante, avidità prorompente e
dunque vita
L. Pallier
Madre / bambinoAnalista / paziente
Jekyll / HydeIo / l’altro
due parti del Sé che rivivono nell’ esperienza analitica personificandosi
4° suggestionePotremmo considerare l’analisi
come un percorso in cerca di Mr. Hyde,a patto che…
…l’analista diventi permeabile( novello Jekyll)
rispetto a emozioni, ruoli, aspetti scissi
che transitano nel campo dell’incontro in una posizione di relativa
indistinzione rispetto al paziente.
Gli elementi non ancora pensabili che attraversano il campo riguardano entrambi i membri
( come i due personaggi del racconto)
sono emozioni che entrano nell’incontro e collaborano allo scambio in forma di doppi
“l’analisi dei pazienti aiuta l’analista,, a unificare in modo non difensivo le esperienze rimaste
inarticolate nella propria analisi e nel proprio lavoro analitico con i propri pazienti
e può e deve permettere all’analista di avvicinare anche parti di sé che conosce da tempo per
esperienza personale, ma che magari non sa di sapere o non lo sa nel modo
integrato e verbalmente simbolizzato.
Odgen
Questa concezione dell’incontro analitico
come talvolta un
“campo dei pensieri senza pensatore”
( Gaburri 1997)
ha inevitabili ricadute,
fertili e inquietanti
sul modo di intendere la cura psicoanalitica
La grande intuizione di Stevenson
“includere l’altro come personificazione di notizie sul Sé, come espressione figurativa di aspetti emergenti e
potenziali del Sé, altrimenti condannati alla scissione e all’isolamento
ma nello stesso tempo
la soluzione tragica proposta, così tanto impressionante per tutti nei secoli,
si collega ad una angoscia primaria difficilmente risolta, relativa
all’ avventurarsi in quel percorso di separazione e forse d’impossibile
integrazione
D’altra parte…
desiderare un coinvolgimento intenso e contemporaneamente averne paura è
proprio dell’uomo ….
… ed è forse anche per tale motivo che fa paura andare
in cerca di
Mr. Hyde !