In cammino, - ANAtante nella vita sociale e culturale del territo-rio ove opera. Mi aspetto,...

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NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE Periodico trimestrale della Sezione ANA di Belluno • Iscrizione Tribunale di Belluno n. 1 del 6/2/2003 - Presidente Arrigo Cadore • Direttore responsabile Dino Bridda - In redazione: Mario Dell’Eva, Luca Federa, Ilario Tancon Sped. in A.P. art. 2 c. 20/C L. 662/96 DCI BL - Tassa Pagata/Taxe Perçue - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio P.T. di Belluno 32100 detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare relativa tariffa Anno I • N. 1 • Marzo 2003 di Dino Bridda Direttore cordi, valori e speranze, quegli stessi elementi che appartengono alla tradizione alpina e che questo giornale avrà cu- ra di mettere costante- mente in risalto. Mi aspetto collabo- razione, aperta e since- ra, da parte di tutti i gruppi e di tutti gli as- sociati, affinché queste pagine siano rese da voi molto vive e partecipate: ciò sarà la testi- monianza evidente che la nostra Sezione non conosce soste ed è un soggetto impor- tante nella vita sociale e culturale del territo- rio ove opera. Mi aspetto, pertanto, cronache dai gruppi, suggerimenti, lettere, notizie e in- formazioni su tutto quanto riguarda l’”uni- verso alpino” e, nei limiti dello spazio a dis- posizione, mi auguro che riusciremo a sod- disfare le vostre aspettative. Mi accingo a questo nuovo compito nel- la consapevolezza di rendere un servizio im- portante per la visibilità della nostra Sezione e confido nel sostegno di una redazione gio- vane e capace, oltre che nella collaborazione fattiva di chi ha responsabilità a vario titolo nell’intero quadro sezionale. Nel pieno rispetto di quanto sino ad og- gi realizzato, in fatto di comunicazione, sen- to il dovere di pormi nello stato d’animo del “bocia” che, come rammenta il monumento alla caserma “Salsa”, guarda ove il dito del “vecio” indica: il solco tracciato da Mario Dell’Eva è in quella direzione e ciò sarà un monito costante per questo nuovo giornale. Ed ora, “in marcia”! E non solo verso Aosta, ma anche oltre, con orgoglioso e co- sciente spirito alpino. D opo quasi trent’anni di intensa attività giornalistica ho accolto con piacere, ma anche con trepidazione l’invito a dirigere questa testa- ta sezionale: per me è una nuova esperienza professiona- le assai sti- molante. Provengo da una famiglia di antica di- scendenza bellunese ove si contano artiglie- ri, aviatori, fanti, ma, assieme al nonno ma- terno, condivido il fatto di aver portato la nappina verde del Btg. “Belluno”: prevale, perciò, il sangue alpino nelle mie vene! Tutto ciò, assieme ai miei trascorsi gior- nalistici, mi auguro sia un valido biglietto di presentazione alla platea dei lettori di questo giornale che è appena nato, ma ha tanta vo- glia di andare avanti. D’altro canto, l’amico Franco Fiabane ha perfettamente sintetizzato nel disegno della testata quello spirito che è rivelato proprio dal nome di questa pubbli- cazione. Siamo tutti “in marcia” lungo i sentieri della vita, ciascuno col suo zaino di idee, ri- In cammino, per crescere Foto di una vecchia tradotta dell’epoca bellica. Quella che ci porterà ad Aosta sarà sicuramente più festosa e idealmente è bene augurante anche per questo nuovo giornale.

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NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE

Periodico trimestrale della Sezione ANA di Belluno • Iscrizione Tribunale di Belluno n. 1 del 6/2/2003 - Presidente Arrigo Cadore • Direttore responsabile Dino Bridda - In redazione: Mario Dell’Eva, Luca Federa, Ilario TanconSped. in A.P. art. 2 c. 20/C L. 662/96 DCI BL - Tassa Pagata/Taxe Perçue - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio P.T. di Belluno 32100 detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare relativa tariffa

Anno I • N. 1 • Marzo 2003

di Dino BriddaDirettore

cordi, valori e speranze,quegli stessi elementiche appartengono allatradizione alpina e chequesto giornale avrà cu-ra di mettere costante-mente in risalto.

Mi aspetto collabo-razione, aperta e since-ra, da parte di tutti igruppi e di tutti gli as-sociati, affinché questepagine siano rese da

voi molto vive e partecipate: ciò sarà la testi-monianza evidente che la nostra Sezionenon conosce soste ed è un soggetto impor-tante nella vita sociale e culturale del territo-rio ove opera. Mi aspetto, pertanto, cronachedai gruppi, suggerimenti, lettere, notizie e in-formazioni su tutto quanto riguarda l’”uni-verso alpino” e, nei limiti dello spazio a dis-posizione, mi auguro che riusciremo a sod-disfare le vostre aspettative.

Mi accingo a questo nuovo compito nel-la consapevolezza di rendere un servizio im-portante per la visibilità della nostra Sezionee confido nel sostegno di una redazione gio-vane e capace, oltre che nella collaborazionefattiva di chi ha responsabilità a vario titolonell’intero quadro sezionale.

Nel pieno rispetto di quanto sino ad og-gi realizzato, in fatto di comunicazione, sen-to il dovere di pormi nello stato d’animo del“bocia” che, come rammenta il monumentoalla caserma “Salsa”, guarda ove il dito del“vecio” indica: il solco tracciato da MarioDell’Eva è in quella direzione e ciò sarà unmonito costante per questo nuovo giornale.

Ed ora, “in marcia”! E non solo versoAosta, ma anche oltre, con orgoglioso e co-sciente spirito alpino. •

Dopo quasi trent’anni di intensa attivitàgiornalistica ho accolto con piacere, ma

anche con trepidazione l’invito a dirigerequesta testa-ta sezionale:per me èuna nuovaesperienzaprofessiona-le assai sti-molante.

Provengo da una famiglia di antica di-scendenza bellunese ove si contano artiglie-ri, aviatori, fanti, ma, assieme al nonno ma-terno, condivido il fatto di aver portato lanappina verde del Btg. “Belluno”: prevale,perciò, il sangue alpino nelle mie vene!

Tutto ciò, assieme ai miei trascorsi gior-nalistici, mi auguro sia un valido biglietto dipresentazione alla platea dei lettori di questogiornale che è appena nato, ma ha tanta vo-glia di andare avanti. D’altro canto, l’amicoFranco Fiabane ha perfettamente sintetizzatonel disegno della testata quello spirito che èrivelato proprio dal nome di questa pubbli-cazione.

Siamo tutti “in marcia” lungo i sentieridella vita, ciascuno col suo zaino di idee, ri-

In cammino,per crescere

Foto di una vecchia tradottadell’epoca bellica.Quella che ci porterà ad Aostasarà sicuramente più festosae idealmente è bene auguranteanche per questo nuovo giornale.

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ASSEMBLEA

2 IN MARCIA

Dopo il saluto alla Bandiera per ricordare tut-ti i caduti in guerra, sul lavoro o nell’adem-

pimento del servizio, nonché tutti i Soci dece-duti nel corso dell’anno, per acclamazione è sta-to eletto presidente dell’assemblea Angelo To-lotti che ha diretto i lavori con professionali-tà e competenza.

Molte le autorità presenti, fra le quali: ildott. Giuseppe Sacchi, in rappresentanza delPrefetto dott. Costantino Ippolito; il sindaco diBelluno m.o Ermano De Col; l’on. Maurizio Fi-starol; il consigliere regionale dott. Guido Tren-to; il presidente della provincia arch. Oscar DeBona; il ten. col. Benvenuto Pol, comandantedel 16° Rgt. Alpini Belluno; il ten. col GiorgioDi Francia, comandan-te del Gruppo Carabi-nieri; il ten. col. ValerioGiuseppe Cellini, co-mandante della Guar-dia di Finanza; i presi-denti delle sezioni Anadi Cadore, Feltre e Val-dobbiadene; i rappre-sentanti delle associa-zioni combattentisti-che e d’arma. Al co-mandante del 7° Rgt. Alpini Feltre, col. Gian-franco Rossi, ed ai suoi alpini è andato il salu-to ed il ringraziamento dell’assemblea per lamissione di pace in Bosnia, durata oltre quat-tro mesi: “La gloriosa Bandiera del 7°, vantoed orgoglio della nostra provincia, è ben custo-dita nelle vostre mani”.

È seguita la lettura delle varie relazioni:morale (Arrigo Cadore), protezione civile (Ora-zio D’Incà), finanziaria (Renato Bogo), reviso-ri dei conti (Giorgio Sartori), tutte approvateall’unanimità. Sulla prossima trasferta ad Ao-sta ha parlato il vice presidente Renato Menel.

Una breve e simpatica cerimonia ha poisuggellato la consegna di riconoscimenti aisoci Luigino Bortoluzzi, per meriti sportivi;Romeo Conti, già segretario del gruppo di Mel;Domenico Fullin, già capo gruppo di Chiesd’Alpago. Con la consegna di un quadro d’au-tore l’assemblea ha poi tributato il giusto ed af-fettuoso ringraziamento a Mario Dell’Eva peri quasi quarant’anni di impegno alla gui-

Questo primo anno della mia presidenza mi ha fatto toccare con ma-no quanto sia stimata ed amata la nostra Associazione da parte delle au-torità costituite e dai cittadini bellunesi. Testimonianze di simpatia, di solida-rietà e di incitamento a continuare sulla strada che abbiamo intrapreso migratificano e mi danno la forza per continuare. I rapporti con tutte le auto-rità locali sono sempre stati improntati alla massima collaborazione e la dis-ponibilità dimostrata da tutti nei nostri riguardi è sempre stata ampia e sin-

cera. Di tutto questo il merito è tutto vostro amici al-pini, e vi ringrazio di cuore.

Mi è d’obbligo ricordare i Presidenti che mihanno preceduto e ai quali, nel periodo in cui hocollaborato con loro, ho cercato di dare sempre ilmassimo per il bene della nostra Associazione: Ro-dolfo Mussoi che mi ha accolto per la prima voltain Consiglio con cordialità e simpatia; Bruno Zanet-ti dinamico e coinvolgente; Mario Dell’Eva semprepresente e prodigo di consigli; Franco Patriarcaamico generoso e ancora prezioso collaboratore.A loro il mio saluto ed un grazie per quello che mihanno insegnato.

LA SITUAZIONE DEI SOCII soci sono 7.235 (- 35) e gli aggregati sono 1.073 (+ 39); questi ultimi

continuano ad esserci vicini e dimostrano un vero attaccamento alla no-stra Associazione dando un prezioso contributo alla protezione civile. In to-tale i nostri iscritti sono quindi 8.308 e posso ben dire che la nostra Sezio-ne rappresenta una forza di tutto rispetto nel panorama della nostra As-sociazione.

Oltre al naturale calo dovuto a questione anagrafiche, debbo rileva-re che qualche gruppo non e stato in grado di conservare la posizioneche aveva in passato e questo forse per problemi organizzativi: mi auguroche per il 2003 ciò non avvenga. Conosco perfettamente la situazione ge-nerale: so che la materia prima è in costante calo, ma chiedo ancora unavolta a voi capigruppo di non scoraggiarvi e di impegnarvi a scovare tuttiquegli Alpini che fino ad ora non hanno voluto iscriversi alla nostra Associa-zione, vuoi per disinteresse, vuoi per apatia.

Siamo tutti fortemente impegnati a convincere i giovani di leva, alme-no fino a quando questa esisterà, a il proprio servizio di volontari nel Reggi-mento simbolo della nostra Provincia: il 7°. Non dobbiamo mollare mai;guardiamo avanti con fiducia, impegno ed unità di intenti perché abbia-mo il compito di difendere e mantenere in vita la nostra storia, le nostre tra-dizioni ed il nostro spirito di corpo.

Cari amici capigruppo e delegati, abbiamo costruito tutti insieme que-sta splendida Sezione: non la dobbiamo disperdere, la dobbiamo conser-vare gelosamente e, se possibile, migliorarla con una forte apertura men-tale e con tanta serenità.

RAPPORTI CON LE ALTRE SEZIONI E CON I GRUPPICon cadenza semestrale tutti i presidenti delle sezioni del Triveneto si in-

contrano per discutere programmi e manifestazioni che interessano tutti; ven-gono trattati ed esaminati anche problemi di carattere generale che riguar-dano l’avvenire della nostra Associazione. Sono riunioni molto partecipatee coinvolgenti.

Con le Sezioni del nostro raggruppamento - Cadore, Feltre e Valdob-biadene - ci teniamo sempre in contatto e ci sentiamo spesso; i nostri

La cronaca dei lavoriUn’assemblea serena e partecipata

LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE

Guardiamo avanti con fiduciae immutato orgoglio alpinoRiportiamo ampi stralci del discorso pronunciato da Arrigo Cadorealla tribuna dell’assemblea

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3IN MARCIA

ASSEMBLEA

incontri preparatori alle riunioni del Triveneto sono sempre sereni edamichevoli e portano a conclusioni di reciproca soddisfazione.

I nostri gruppi continuano a mantenere rapporti di amicizia con altri grup-pi appartenenti a Sezioni diverse. Questi scambi di visite fanno bene a tut-ti e servono senz’altro a cementare sempre più lo spirito di fratellanza e disolidarietà che da sempre alberga negli Alpini.

Il Presidente ha poi elencato le manifestazioni più importanti alle qua-li la Sezione è stata presente od è stata organizzatrice nel corso del 2002:80° della Sezione di Feltre; celebrazione a ricordo degli italiani sepolti a Mi-losevice (Repubblica Ceca) con la presenza del coro “Monte Dolada”;130° del corpo degli Alpini e 30° del Ponte degli Alpini a Belluno con ceri-monia al Palasport; collaborazione alla mostra documentaria sulla storia de-gli Alpini alla Sala De Luca; presentazione del libro “Alpini di pace” di Gio-vanni Lugaresi.

MUSEO DEL 7°Finalmente, dopo anni di lettere, incontri, illusioni e delusioni, negli ulti-

mi mesi del 2002 abbiamo ottenuto l’autorizzazione, da parte delle Autori-tà competenti, alla consegna del Museo alla Provincia di Belluno con il re-lativo trasferimento in una nuova Sede che è in via di allestimento. I nostrisforzi hanno avuto il risultato che da tanto tempo aspettavamo.

Un grazie sentito al presidente della Provincia Arch. De Bona per lasua sempre costante e fattiva collaborazione e per aver messo a disposi-zione lo stabile dove presto verrà degnamente ospitato quello che per i bel-lunesi è simbolo e memoria storica di fatti, persone ed avvenimenti cheben difficilmente potranno essere dimenticati.

Al dr. Squarcina, capo di gabinetto della Provincia un rinnovato graziee le scuse per averlo più volte importunato.

Una menzione particolare e un sentimento di gratitudine e di riconoscen-za vanno al gen. Angelo Baraldo. Senza il suo aiuto, forse la matassa nonsi sarebbe dipanata poiché il Museo poteva partire per altra destinazione.Al gen. Baraldo va il ringraziamento non solo di tutti gli Alpini della SezioneANA di Belluno, ma anche dell’intera provincia di Belluno per aver fatto sìche un patrimonio di storia e di testimonianza resti nei luoghi che gli sonopropri.

Al gen. Grifoni ed al m.llo Rotasso grazie per aver messo a disposizionela loro esperienza e professionalità.

Il Presidente ha poi ricordato altri due importanti momenti dell’annoscorso:

– il giuramento degli alpini del 7° Rgt. “Feltre” sul Broi di Agordo, svolto-si in un clima festoso, partecipato e di grande emozione, ovvero un auten-tico bagno di italianità;

– l’adunata nazionale di Catania con la bella trasferta in nave, il nostrostriscione “Dalle Dolomiti all’Etna uniti dal cappello alpino” molto applau-dito e l’ottimo servizio d’ordine coordinato da Cesare Colbertaldo.

GIORNALE SEZIONALE E RAPPORTI CON LA STAMPACome avete potuto notare, dal mese di ottobre il giornale sezionale vie-

ne spedito a tutti i soci iscritti su iniziativa del Consiglio di Sezione con deci-sione unanime (riunione di giugno 2002). I primi duenumeri sono stati sperimentali e da marzo il giorna-le uscirà con un nuovo titolo e con nuova testata,mentre le novità di carattere tipografico verrannointrodotte gradualmente. La tiratura sarà di circa8.500 copie con cadenza trimestrale. Tutte le se-zioni hanno un proprio periodico che viene inviatoa tutti i soci e pertanto anche la nostra Sezione havoluto, con questa iniziativa, portare a conoscen-za di tutti i propri iscritti le notizie che riguardano laSezione, oltre a quelle che possono interessare lin-tera nostra vita associativa.

Mario Dell’Eva, che per 39 anni ha redatto dasolo il giornale, qualche mese fa aveva chiesto diessere sollevato dall’incarico di redattore capo per-ché gli acciacchi e l’età non gli permettevano disopportare un peso così grande. Mario è stato l’ar-tefice unico del nostro periodico, e di questo tutti noi dobbiamo essergli gra-ti e riconoscenti: per tanti anni si è sobbarcato un lavoro enorme di ricercae di aggiornamento su fatti e situazioni che ci circondano.

Il corteo, formatosi a conclusione del-l’assemblea, sta per giungere allastele di viale Fantuzzi ove sarà depo-sta una corona a ricordo dei Cadutidi tutte le guerre.

da del giornale “Col Maor”, un “piccolo”mattone, come lo ha definito lui stesso, per co-struire il prestigio della Sezione.

La serie degli interventi delle autorità èstata aperta dal sindaco di Belluno che ha ri-cordato la situazione delle caserme dimessenel capoluogo, ha preannunciato azioni fortiper sbloccare quella della “Piave”, ha ribaditola necessità di sviluppare un ragionamento suscala provinciale per il mantenimento dellapresenza delle truppe alpine sul nostro territo-rio. Gli ha fatto eco il presidente della provin-cia De Bona che ha annunciato l’imminente tra-sferimento del museo del 7° a Villa Patt, ha elo-giato l’impegno sociale degli alpini ed ha au-spicato la stipula di convenzioni con Sezionie gruppi per varie attività a favore delle comu-nità locali.

Elogi al lavoro dell’Ana sono stati pronun-ciati anche dal vice prefetto Sacchi, mentrel’on. Fistarol si è detto convinto che gli alpini,come hanno sempre fatto, sono in grado di as-solvere ai difficili compiti che li attendono,dalla missione in Afghanistan al servizio diprotezione civile, perché sono perfettamenteattrezzati sul piano materiale e morale. Lo haseguito il consigliere regionale Trento che hadefinito gli “alpini di pace” vere “sentinelledel territorio” in una provincia molto diffici-le e diversa che merita di vedere riconosciutala sua specificità.

La serie di interventi è stata chiusa dal rap-presentante della sede nazionale Vittorio Bru-nello che ha visto nell’efficienza e nella com-pattezza della sezione di Belluno l’emblema diun’Ana amata e stimata in tutta Italia per quan-to gli alpini sanno dare alla comunità in termi-ni di solidarietà e fedeltà ai migliori valori

Successivamente si è formato un corteo, pre-ceduto dalla banda di Borsoi e da labari e ga-gliardetti, che ha portato una corona d’alloroalla stele ai Caduti di viale Fantuzzi. •

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PROTEZIONE CIVILE

4 IN MARCIA

I n apertura del suo intervento Orazio D’Incà ha riassunto gli in-terventi più significativi attuati nel 2002: esercitazioni pratiche,

corsi di aggiornamento, prove didattiche, vigilanza sponde fiumie zone a rischio, servizio acquedotti per crisi idrica, azioni peremergenze locali.

Successivamente la relazione ha toccato quattro aspetti fon-damentali della nostra Protezione Civile sotto il profilo dell’impe-gno, delle strutture operanti e di mezzi e materiali a disposizione.

L’IMPEGNO IN MOLISEL’impegno più significativo è stato quello che ci ha coinvolto nel-

le operazioni di soccorso a seguito del sisma che ha colpito la Re-gione Molise il 31 ottobre 2002 alle ore 11,30 che ha distrutto paesiinteri e ha causato vittime in tenera età.

Immediatamente posti in allarme dalla nostra struttura naziona-le, ci siamo attivati e dopo solo due ore eravamo pronti a partire convolontari, attrezzature e mezzi. L’ordine di partenza è arrivato alle ore24 e le nostre squadre, composte da 14 volontari autosufficienti, so-no partite alla volta del Mo-lise. Inseriti nella colonna del-la Regione Veneto, i nostri uo-mini si sono dimostrati anco-ra una volta indispensabili perl’intervento richiesto; la partelogistica, portata dalle nostresquadre, garantiva l’interaoperatività per tutto il primoturno del contingente vene-to. Un grazie particolare, peraver messo a disposizione leloro attrezzature, va al nu-cleo di P.C. Alpini del comu-ne di Sedico.

Il primo turno di 14 volontari ha operato a Montorio, una frazio-ne del comune di Larino, per il montaggio degli accampamenti esuccessivamente si è spostato a Larino per l’intervento assegnato:montaggio delle tendopoli per il prontointervento con le stesse funzionalità deiVigili del Fuoco. Dopo nove giorni, tutte lesquadre venivano sostituite, e la nostraSezione è partita con un secondo gruppodi dieci volontari.

La Regione Veneto, gemellata con icomuni di Toro e di Monacilioni, individua-va gli interventi e la colonna veneta li por-tava a termine. Venivano così attivati tut-ti i servizi necessari per rendere più vivibi-le la tragica situazione in cui si trovavanoi senza tetto. Dopo aver provveduto al-l’allestimento della tendopoli, i nostri uomini hanno svolto un serviziodi vigilanza e di assistenza davanti alle scuole-tenda, cercando ditrasmettere ai bambini un po’ di sicurezza e dando loro anche unsostegno psicologico.

Altro personale, affiancato alle squadre dei Vigili del Fuoco,collocava strutture di puntellamento alle abitazioni permettendo intal modo di riaprire le vie al transito di pedoni e mezzi, mentre altresquadre intervenivano per la demolizione di strutture dichiarate ina-gibili. Dopo 16 giorni il nostro intervento terminava; siamo consape-voli di non aver risolto tutti i problemi che il sisma ha lasciato, ma sia-mo certi di aver portato in mezzo a quelle genti così duramentecolpite, oltre a quel poco che materialmente siamo riusciti a fare, lasolidarietà e l’amicizia che noi alpini siamo soliti dare.

SQUADRE SEZIONALILe normative vigenti in materia di sicurezza richiedono che il vo-

lontario sia il più possibile preparato per prevenire eventuali inci-denti che potrebbero accadere durante gli interventi di emergen-za e non.

La nostra Sezione, durante il 2002, ha individuato all’interno deigruppi 2 squadre di 7 volontari ciascuna che sono preparati e pron-ti ad intervenire per primi nel caso di incendi boschivi. Sono attrez-

zati con equipaggiamento idoneo, mezzi ed attrezzature ed abilita-ti anche dal punto dell’idoneità fisica. La loro disponibilità in caso diemergenza è immediata.

Con i contributi regionali già assegnateci e pervenuti, e con ladisponibilità dell’Ente Parco delle Dolomiti Bellunesi, stiamo cercan-do di dotare tutti i Gruppi che hanno le squadre A.I.B. di materiali edattrezzatura individuale in modo da poter coprire in modo capilla-re tutta la zona di competenza della nostra Sezione. Le squadredebbono comunque essere composte da cinque volontari per ognisingolo Gruppo e i componenti debbono aver svolto il corso di A.I.B.presso un centro specializzato, che nel nostro caso è quello della Fo-restale di Sospirolo.

SQUADRE SANITARIA-SICUREZZA-LOGISTICAAltro passo importante riguarda la costituzione della squadra Sa-

nitaria Sezionale composta ormai da una quindicina di volontari tramedici ed infermieri professionali, diretta dal Dott. Gianni Appollo-nia. Questo nucleo di pronto soccorso ha lo scopo di garantire l’as-

sistenza durante gli innumere-voli interventi che vengonoeffettuati anche a livello se-zionale; si pensa ad un inse-rimento nella nostra strutturanazionale dove, ci siamo ac-corti, le risorse nelle grandiemergenze mancano equindi l’intervento di questefigure professionali può ga-rantire la cosiddetta primaemergenza.

A seguito di contattiavuti con l’allora direttoredella ULSS di Belluno dr. Ange-

lo Lino Del Favero, ci è stato assicurato un rifornimento di materialesanitario di primo impiego. Stiamo inoltre ultimando la definizione del-la preparazione della squadra di sicurezza che avrà lo scopo di in-

tervenire nei posti più impervi, ad esempiocon l’uso di motosega in scarpate o in al-vei o che vede personale preparato ed at-trezzato al recupero di legname in luoghipericolosi.

Altra squadra in fase di costituzione èquella della logistica.

Quanto detto sopra, non vuol divi-dere gli uomini della P.C. in volontari di se-rie A e volontari di serie B, ma mira ad eli-minare al massimo il verificarsi di inciden-ti a carico di chi interviene, perché aver lapossibilità di scegliere le persone dalle giu-

ste caratteristiche per un determinato lavoro vuol dire operare conpiù professionalità e sicurezza.

MATERIALI - MEZZI – MAGAZZINOLa Sezione si sta attrezzando con materiali che ci consentiran-

no di operare sempre più in sicurezza sia come equipaggiamentoindividuale che in attrezzature e mezzi.

Parte del materiale, già ordinato, andrà a completare l’equipag-giamento delle squadre A.I.B. e la squadra sanitaria; altro materia-le, già individuato, verrà acquistato non appena avremo scelto il for-nitore. Ci siamo finalmente dotati di apparecchiature radio chehanno tutte le Sezioni e ciò permetterà, se ce ne sarà bisogno, di po-ter comunicare in fase operativa con un unico linguaggio. Voglio quiringraziare le istituzioni della Regione Veneto che tramite gli Assesso-rati di competenza ci hanno dato la possibilità di essere al passo coni tempi. La Sezione sta cercando di individuare dei magazzini ove po-ter collocare tutte le nostre attrezzature. Operare in sicurezza con mez-zi ed attrezzature moderne rappresenta un incentivo per quantihanno voglia di entrare nella nostra P.C.

Concludo affermando che la professionalità del volontario, ol-tre che dare sicurezza allo stesso, dà sicurezza e tranquillità agli En-ti che ne chiedono l’intervento. •

ECHI DELL’ASSEMBLEA

Protezione civilesempre in prima linea

L’esauriente ed interessanterelazione letta da Orazio D’Incà

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5IN MARCIA

LETTERE IN REDAZIONE

Il sen. Luigi Poli, già comandante del 6° Regg. Art. da montagna poi del4° C.A. Alpino e arrivato a Capo di S.M. alla Difesa, così scrive.

Carissimo Dem,abbiamo portato avanti assieme, dalla trincea di Col Maór, battaglieindimenticabili su problemi, tanti problemi vitali del mondo alpino.Ora leggo, con grande tristezza e rimpianto, che dal primo di gennaiohai lasciato la redazione di Col Maór. Perché? Non è giusto! Leggo, sem-pre con tristezza e rimpianto che, in chiusura della tua lettera, ti fir-mi “già Dem”. Tutto ciò non è giusto e non deve avvenire perché tunon sei vecchio, ma sei portatore di idee nuove e custode della me-moria degli Alpini Bellunesi e del Cadore, nelle pagine di Col Maór,il più bel periodico alpino che tu hai creato e vivificato.Voglio continuare a leggere i tuoi articoli e, se me ne darai spunti, con-tinueremo a farne ancora insieme.Il fiore che mi hai mandato nel tuo biglietto di auguri, nasce bello erigoglioso dal vecchio Col Maór; quel fiore sei tu, al di fuori delle re-sponsabilità di ieri, rinato più bello e libero.Con viva stima e affetto. Luigi Poli

Grazie, amico e coetaneo Luigi Poli e arrivederci in Visentin! (dem)

••<LETTERA APERTA

Una stretta di manoe guardiamo avanti!Ospitiamo volentieri questa lettera aperta ai soci delgruppo alpini di Salce, agli amici sostenitori edagli abbonati del giornale “Col Maór” che l’ami-co Mario Dell’Eva ha voluto indirizzare nel momen-to del commiato dalla responsabilità della reda-zione del periodico dopo ben trentanove anni di gran-de impegno e di apprezzato lavoro. Egli sarà anco-ra con noi, in altra veste, ed in questo momento glidobbiamo un sentito ringraziamento per aver sa-puto tracciare una strada dalla quale nessuno di noidevierà mai. (red.)

Ritengo doveroso chiedere ospitalità a questonuovo giornale sezionale “In marcia” per dar-vi le necessarie precisazioni su questa avvenu-ta trasformazione.Dopo aver ravvisato - presidenza della Sezio-ne e redazione di “Col Maór” - la necessità diuna svolta editoriale del giornale di Sezione, siacome veste tipografica, sia come tiratura, per uninvio a tutti gli associati, oltre naturalmente apersone, enti e abbonati, si fecero riunioni diredazione, di presidenza e di consiglio diretti-vo.Nel corso di tali riunioni emerse anche la pos-sibilità del cambiamento della testata, cioè delnome del giornale “nuovo”. È stato effettuatoun referendum a mezzo “Col Maór” di ottobree il consiglio direttivo fece inoltre un sondag-gio con votazione, su alcuni nomi di testata,compresa quella tradizionale. Da una riunio-ne poi della nuova redazione del giornale èscaturito un altro nome ”In marcia” che ven-ne accettato dalla maggioranza e portato inconsiglio di Sezione, il quale, dopo interventidi tutti i consiglieri, ha ratificato, sempre amaggioranza, il titolo proposto.Cari amici, dobbiamo accettare la decisionedella maggioranza e “Col Maór” chiude la suaserie con il numero 6 del 39° anno. I giorna-li delle Sezioni e dei Gruppi sono tanti picco-li mattoni per il completamento della “casa” chesi chiama Associazione Alpini, istituzione benpiù grande e al di sopra di tutto, da rispettare;in cui riconoscersi e alla quale dobbiamo man-tenerci legati e fedeli, nel ricordo e rispetto dei“veci” che misero il primo mattone nel 1919.Vi ringrazio per la stima e l’amicizia che in 39anni mi avete dimostrate e guardiamo avanti...“in marcia”.Una cordiale stretta di mano e un arrivederci.

Mario Dell’Eva

Il Comando delle Truppe Alpine con, in particolare, il servizio Meteomontha arricchito con la sua presenza il panorama espositivo di Praesidium, il ter-

zo Salone di servizi e delle attrezzature per la protezione civile, che si è svol-to dal 4 al 6 ottobre a Longarone Fiere in concomitanza con Expodolomiti. Unappuntamento che ha richiamato a Longarone oltre 11 mila visitatori.

Grande interesse è stato manifestato dal numeroso pubblico per l’ampiostand del Comando delle Truppe Alpine presente con il comandante del Cen-tro settore Meteomont di Belluno, tenente colonnello Leopoldo Sperotto econ il tecnico, il maresciallo Francesco Mearilli. A Praesidium è stata presenta-ta innanzitutto la parte di soccorso sulle piste da sci, uno dei compiti istituzio-nali del Comando, con vari tipi di simulazioni. Grande spazio è stato riserva-to poi al servizio Meteomont, istituito nel 1972 in collaborazione con il Cor-po Forestale dello Stato e l’Aeronautica militare.

“La rassegna di Longarone Fiere - ha sottolineato Sperotto - è stata l’occa-sione per illustrare al pubblico l’importanza di questo servizio che il compi-to di garantire la sicurezza dal pericolo di valanghe ai reparti che operano e siaddestrano nell’ambiente montano innevato. Quotidianamente noi trasmet-tiamo da Belluno dal mese di dicembre ad aprile un bollettino sul rischio va-langhe in base ai rilevamenti sulle nove stazioni automatiche e 14 manuali spar-se sul territorio che va dalle Prealpi venete alle Dolomiti. Sono addirittura 45automatiche e 80 manuali se consideriamo l’intero arco alpino, mentre per quan-to riguarda la situazione sull’Appennino l’operazione è condotta interamen-te dal Corpo Forestale dello Stato. Il nostro è un lavoro d’equipe che portia-mo avanti con grande impegno da anni. I dati vengono inviati a Roma anchedalla Forestale, il cui coordinamento provinciale è guidato a Belluno da Fla-vio De Nicolò. L’assistente tecnico è invece Gianpiero Fedon ad Auronzo”.

La ricostruzione all’interno dello stand dell’ambiente invernale tipico del-le nostre zone dolomitiche con l’inserimento delle attività che gli alpini svol-gono durante la stessa stagione invernale hanno attirato l’attenzione del pub-blico, che ha chiesto informazioni sulle moderne apparecchiature utilizzate peri rilevamenti, sui metodi di elaborazione delle previsioni meteorologiche e sul-l’organizzazione generale dei vari servizi. Per il Comando Truppe Alpine, la cuisede centrale si trova a Bolzano, la presenza a Praesidium non ha dunque tra-dito le attese ed ora si pensa già al prossimo anno. Adriano Padrin

A “PRAESIDIUM” 2002

Alpini e Meteomonta Longarone FiereSignificativa presenza al terzo salonedi servizi e attrezzature per la protezione civile

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I NOSTRI SIMBOLI

6 IN MARCIA

I l problema della sistemazione del Museodel 7° Alpini, collocato fin dall’istituzione

in locali della caserma “Tommaso Salsa”, ha tro-vato la via giusta per una sistemazione e conla possibilità di un arricchimento con nuovi re-perti, cimeli, documenti.

Lo Stato Maggiore dell’Esercito ha inviatol’autorizzazione alla Provincia di Belluno peril ritiro del materialemuseale dal Comandodel 16° Reggimento Al-pini Belluno alla caser-ma “Salsa” e la colloca-zione in idonei localialla Villa Patt di Sedico.

Qualcuno ha sol-levato obiezioni perchéla sistemazione avvienein un paese decentra-to. Resta il fatto che ilComune di Belluno,interpellato in meritoanni fa, aveva chiara-mente risposto che nel capoluogo non avevaa disposizione locali adatti alla sistemazionedel museo, anche perché prima deve sistema-

Il Btg. “Val Cordevole” sulla roccia

Il Battaglione “Val Cordevole” fu l’ultimo battaglione “valle” costitui-to nella prima guerra mondiale 1915-18 e doveva essere un reparto

sciatori, ma le esigenze continue e urgenti del conflitto lo impiegaro-no sempre comereparto alpinooperativo. Dopoun primo periododi combattimentisul fronte dolomi-tico, la rotta di Ca-poretto costrinseall’abbandono del-le posizioni tuttele unità della IV Ar-mata e il “Val Cor-devole” venne de-stinato, prima sulPiave, poi nel setto-re dell’Adamello.

La foto inviata da Silvano Peloso di Agordo, riprende una scritta scal-pellata sulla roccia: 276a Comp. (è la terza compagnia costituita nel 1916ndr.) Batt. Val Cordevole III Sezione M (riteniamo mitragliatrici ndr.) 1918.

Probabilmente si profilava l’offensiva italiana che sarebbe culmina-ta con la battaglia e la vittoria di Vittorio Veneto.

re il proprio museo civico che ha una sede di-venuta ormai troppo ristretta.

Il progetto per una sede alla “Fantuzzi” èsvanito con lo scioglimento della “Cadore”.La Sezione Alpini di Belluno ha quindi accol-to la proposta avanzata dal presidente della

Provincia Oscar De Bona perla sede di Villa Patt. Sedico sitrova a soli 8 km. da Belluno,sulla strada statale che la con-giunge a Feltre, ha centri vici-ni abbastanza popolosi comeSospirolo, S. Giustina e Tri-chiana, inoltre la sede è presti-giosa ed è nei progetti della

Provincia di trasformarla in un centro cultura-le, turistico ed allargare il museo a testimo-

nianze per un settoreriservato ad arti, me-stieri e tradizioni bel-lunesi e quindi verocentro di attrattiva pervisitatori e studiosi, ol-tre che, naturalmente,per le scuole, alle qua-li il Museo del 7° era fi-nora praticamente pre-cluso.

Mentre scriviamoqualcosa si è mosso ein senso positivo.Ab-biamo cosi superato il

periodo delle speranze e dei timori. Riteniamoopportuno riportare, per la storia, l’appelloapparso sul n. 2 de “L’Alpino” del 15 gennaio1939.

Il colonnello Carlo Ghe, comandante del 7° Al-pini, si è fatto promotore di un Museo Sacrarionella caserma “Gen. Tommaso Salsa” in Belluno,sede del reggimento, per raccogliervi i cimeli edi ricordi più significativi, a perenne memoria,devozione ed incitamento.

Il col. Ghe rivolge per mezzo de L’Alpino, uncaldo appello, perché vogliano contribuire con af-fettuoso memore slancio alla formazione del Sacra-rio, a tutti i Capi venerati ed ai fidi gregari diguerra e di pace, che ebbero l’onore di servire la Pa-tria nel 7°, in Libia, sulle Alpi e sulle Ambe. Sa-ranno particolarmente utili al raggiungimento del-lo scopo le offerte in oggetti come ritratti, fotogra-fie, documenti vari, corrispondenze di guerra, libri,biografie, memorie, resoconti di battaglie, stampe,medaglie, armi, cimeli guerreschi, ecc., ed anchele offerte - anche minime - in denaro necessarie perl’arredamento decoroso ed austero del Sacrario. Leofferte in oggetti od in denaro potranno essere in-viate direttamente al col. Ghe, comandante del 7°Alpini in Belluno.

Il Museo è quindi una realizzazione tuttabellunese ed ecco perché la Sezione Alpini diBelluno si è sempre adoperata affinché taleistituzione rimanesse in Belluno o nelle imme-diate vicinanze, come sarà la sede di Villa Patta Sedico.

Mario Dell’Eva

UFFICIALE IL TRASFERIMENTO A VILLA PATT DI SEDICO

Il museo del 7° va in villaAzione incisiva della nostra Sezionee del presidente della Provincia

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7IN MARCIA

I NOSTRI SIMBOLI

AL RIFUGIO DEL 5° ARTIGLIERIA ALPINA

Il premio “Italia che lavora”per il 2002 è salito in quotaMeritato riconoscimento a Giuseppe Del Vesco e Graziella Viel

L’anno prossimo ricorrerà il decennale della gestione di Giuseppe DelVesco e Graziella Viel al rifugio 5° Reggimento Artiglieria Alpina del

Col Visentin a quota 1764. È sempre una gestione un po’ difficile e com-plicata per dover condividere l’edificio con l’Amministrazione milita-re, che dispone del primo piano e del sottotetto per gli apparati del Cen-tro nodale del Genio militare di Padova, come riferiamo in questa stes-sa pagina.

Il rifugio infatti soffre l’usura del tempo e del maltempo che lassùimpazza durante i temporali e la stagione invernale ed avrebbe bisognodi molti lavori conservativi.

Per premiare i dieci anni di attività al Visentin è giunto propizio emeritato il “Premio Italia che lavora 2002” a Giuseppe Giovanni De Ve-sco e signora Graziellache è stato consegnatoa Venezia nel corso del-la cerimonia tenuta alConference Center delRamada Hotel. Bens’addice quindi il mot-to ideato da Del Vesconel biglietto reclamisti-co “Venite in monta-gna a vedere meglio ilmare”. Ma questo sipuò distinguere solonei pomeriggi adaman-tini dopo un tem-porale. (dem)

Secondo una notizia di Legambiente, al mi-nistero dell’Economia ci dovrebbe essere

una lista di beni demaniali in vendita. Numero-si quelli in provincia e fra essi quelli esistentiin città, in parte chiusi, come le caserme Fan-tuzzi, Toigo e Piave. L’elenco si apre con il ri-

fugio sul Col Visentin, costruito con l’esclusi-va manodopera degli artiglieri del Quinto nel1939/40, con il concorso di enti e persone bel-lunesi. Già una decina di anni fa era circolatala voce che lo Stato era intenzionato ad aliena-re lo stabile, in parte occupato da un centro no-dale del Genio di Padova ed in parte adibito a

rifugio dato in consegna alla Sezione Ana di Bel-luno. La situazione attuale non è mutata, inquanto il primo piano ed il sottotetto sonoancora occupati dai genieri ed il piano terra escantinato adibiti a rifugio gestito da Giusep-pe Giovanni Del Vesco da dieci anni.

Purtroppo il gestore ci ha dato confermache lo stato del manufatto si presenta grave: habisogno urgente di lavori di manutenzione,anche con interventi radicali, infatti sia il reg-gimento Genio di Padova, sia l’ufficio del Ge-nio militare, responsabile degli edifici del de-manio statale, nonostante tante richieste fattedalle sezione Ana di Belluno e da Del Vesco,non intervengono e dilazionano i lavori di an-no in anno. Ad esempio, la cappella-torretta,sacrario dei caduti del 5. Regg. art. alpina “Pu-steria”, è stata chiusa dal gestore perché, a cau-sa delle infiltrazioni d’acqua, è divenuta inagi-bile.

Altra notizia fornita da Del Vesco è quel-la relativa alla selva di antenne che soffocanoil rifugio.Un’antenna si è schiantata sul sentie-ro che porta al rifugio con grave pericolo perle persone. La proprietaria dovrebbe essere unaditta della provincia di Treviso ed in merito èstato interessato anche il sindaco di Vittorio Ve-neto per la rimozione. Dato lo sviluppo chehanno avuto i collegamenti satellitari, una de-cina di antenne, lassù installate negli passati,sono in via di demolizione e per il prossimoanno dovrebbero dare un po’ di respiro a quelpunto di ritrovo, caro ai bellunesi ed anche ai

vittoriesi. La sezioneAna di Belluno ed il ge-store ora chiedono unintervento da parte delGenio militare, appe-na la stagione lo per-metterà, e che il centronodale, attualmenteautomatizzato, vengatrasferito in altra sede.

Mario Dell’Eva

È INTITOLATO AL 5° RGT. ARTIGLIERIA ALPINA “PUSTERIA”

Sul Visentin il rifugiochiede nuova vitaUrgenti opere di ristrutturazionee lo sgombero delle antenne

(IN ALTO)Momento di una cerimoniadavanti al rifugio “5° artiglieriaalpina” sul Visentin.

(A SINISTRA)Il rifugio si promuove così!

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LA GALLERIA DELLA STORIA

8 IN MARCIA

Il 26 gennaio Brescia ha voluto rendere piùsolenne, più significativa del solito la cele-

brazione rievocativa della tremenda e sangui-nosa battaglia di Nikolajewka, l’ultima delle un-dici per uscire dalla sacca creata dalle travolgen-ti truppe sovietiche che avevano sfondato sulDon. È stata la battaglia della disperazione, disoldati che non avevano più niente da perde-re, che con sovrumana forza d’animo, più checon quella delle armi combatterono per un’u-

nica, ultima speranza: la Patria, la propria fa-miglia, la propria casa.

Riteniamo che un ricordo significativo siaquello riportato da “Doss Trent”, il giornale del-la Sezione di Trento.

Da una intervista di Maria Depaoli Tomasi adAbramo Rautscher, reduce di Russia abitante aCognola (Trento).

Era il 16 gennaio 1943: la disperata marciaverso l’ovest è cominciata mentre infuriava unatremenda bufera di neve. Noi della Tridentina da-vanti alla colonna. E quando meno te l’aspettavi,l’urlo della tormenta spezzato dal crepitare di unamitraglia. E noi a rispondere tentando di individua-

re e colpire le ombre delnemico. Poi di nuovo inmarcia. Solo al limite del-lo sfinimento, poche oredi riposo; fortunato se tro-vavi un’isba abbandona-ta. Camminare… stre-mati dalla fame e dalfreddo. E ancora combat-timenti improvvisi. “Cela faremo mai ad usci-re da questo inferno?’’

Avanti, allucinati, uomini trasfigurati e qua-si senza contorno.

Inutile cercare con gli occhi o chiedere “Do-v’è il tale?”. Gli assenti li immaginavo accovaccia-ti in terra, ormai addormentati, schiantati dallastanchezza e la neve pian piano che stendeva loroaddosso un candido manto quasi a proteggerli.

Dopo dieci giorni di quel terrore, con un pie-de che da tempo dava chiari segni di congelamen-to, nella mia mente c’erano solo domande: “Dio,perché succede tutto questo? Perché cammina-re? Per arrivare dove? Papà, è per caso questoil posto ove anche tu da soldato sei morto inRussia durante l’altra guerra?

Anche tu eri troppo stanco come lo sono

io adesso? Papà, posso dormire qui con te?”.Mi sono seduto stremato in mezzo alla neve. Sol-dati tutti uguali mi passavano davanti e non mi ve-devano. Sentivo il sonno che mi prendeva e mi in-torpidiva, dolce. Una voce dura tagliente: “Abra-mo, che fai?”.

- Dormo.Due mani forti mi tiravano in piedi. “E ades-

so che fai?”.- Mettimi giù che voglio dormire.Percepii netto il dolore di due sberle diritte, in

piena faccia. “Non è tempo per dormire, avan-ti, cammina!”.

Sentivo e capivo che quella era la voce dellasalvezza, ma ero stanco, troppo stanco per cammi-nare.

- Non ce la faccio, grazie amico...Sentii un qualcosa di duro puntato sul petto e

le parole come un sibilo. “Ti sparo se non cam-mini. Piuttosto che lasciarti uccidere dai russio dal freddo ti uccido io!”.

Camillo Stenico (Camparta di Lavis) mi guar-dava e mi scuoteva. “Vei Abramo, che sem prestfòra…“ soggiunse quasi piangendo.

Mi appoggiai a lui e come automa ricominciaia camminare. Il giorno dopo, l’ultimo, durissimoscontro. Finalmente una breccia nell’accerchia-mento. Eravamo a Nikolajewka, la città che per meè sinonimo di tomba degli alpini.

Momenti terribili di una tale intensitàumana che è difficile immedesimarvisi sessan-t’anni dopo. E ricordo che un caro amico, or-mai deceduto da anni, Ernesto Da Rech, mi rac-contava che al limite delle sue forze durantequella interminabile, inumana marcia versol’ovest, ad un certo momento, sfinito dal fred-do e dalla fame, si sedette ad un lato della pi-sta di neve e pian piano si sentiva preso da untorpore di sollievo, quasi liberatore. E si salvòsolo per l’intervento di un certo Bortol, carabi-niere, se ben ricordo di Fonzaso, che lo rimi-se a forza in piedi, lo caricò su un cavallo, pre-dato chissà dove, lo rincuorò e sostenne finchéfu in grado, a fatica, di riprendere la marcia e...avanti, verso la salvezza.

E noi, che non abbiamo conosciuto queitragici giorni della ritirata di Russia, una lun-ga dolorosa scia di sangue e di morte sullasteppa di neve, dedichiamo questo struggentericordo a tutti, purtroppo ormai pochi, redu-ci di quel tragico gennaio 1943. (dem)

NIKOLAJEWKA 1943-2003

Una leggendalunga sessant’anniLa testimonianzadi un superstite della Tridentina

(IN ALTO A DESTRA)Un momento della cerimoniadi dieci anni fa a Nikolajewka.

(SOTTO) Sempre nel 1993 il nostrovice presidente AngeloDal Borgo con l’indimenticatoavv. Peppino Prisco, reduce diRussia.

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9IN MARCIA

LA GALLERIA DELLA STORIA

DA ROSSOSCH A CARFONUNA BELLA STORIA DI GUERRA

Nina e “Pino”,il ricordo d’un tempoUna maestrina russaricorda gli alpini italiani

Qualche tempo fa i giornali russi pubblicaronola storia di Nina, un’ottuagenaria maestra ele-

mentare che a Rossosch aveva conosciuto i solda-ti che lavoravano al comando del Corpo d’Arma-ta alpino dislocato colà durante la difficile campa-gna 1942-43. Uno di loro l’aveva posta in salvoquando l’edificio fu bombardato prima dell’arrivodell’Armata Rossa. Le sarebbe piaciuto sapere sec’erano superstiti in Italia di quei tragici giorni.

La notizia è stata raccolta da Giovanni Fonta-nive, ricercatore di fatti storici di quell’eroica epo-pea, grazie al suo amico russo Nikolaj Savcenkoche glielo ha tradotto. A Carfon di Canale d’A-gordo vive l’86enne Crispino Xaiz, allora furiere ne-gli uffici diretti dal gen. Nasci. La sua memoria è an-cora lucida e la notizia proveniente dalla Russiagli ha riaperto la mente ad antichi ricordi. Crispino,per gli amici semplicemente Pino, ricorda perfetta-mente anche il nome di Nina, quella graziosa mae-strina dalle lunghe trecce che aiutava i soldati ita-liani a disbrigare le faccende al comando di Ros-sosch. Aiutò anche a Pino a far di conto, addirittu-ra con un pallottiere.

Al collega Dario Fontanive del “Gazzettino”Pino ha raccontato alcuni episodi di quei tragici gior-ni, soprattutto quelli della ritirata quando si trovò atu per tu con i carri armati sovietici e, per chissà qua-le fortunata sorte, ebbe salva la vita e riuscì a met-tersi in salvo.

Ovviamente Pino è contento di sapere cheNina è ancora viva e che si ricorda degli alpini ita-liani. Apprezza il fatto che lei li abbia mandati a sa-lutare ed abbia chiesto loro notizie. Se ha fattoquesto, ha commentato commosso Pino, vuol di-re che gli alpini si sono comportati bene con lapopolazione locale.

“...A spetta e spera che già l’ora si avvicina...”. Così almeno recita unamalinconica canzone che mi è tornata alla mente proprio mentre ten-

tavo di stendere alcune considerazioni relativamente alla sorte degli indenniz-zi promessi agli ex prigionieri di guerra USA edagli ex internati in Germania.

Già, perché queste poche parole, suggerite-mi da un amico, esprimono come meglio nonsi potrebbe la sospirata attesa di tutti coloroche stanno ancora aspettando quel poco che fuloro promesso. “Intanto presenti la domanda

d’indennizzo - fu loro detto - poi vedremo”. E da allora in molti si sono illusi,sperando (e, col passare del tempo, disperando) di ricevere quanto promesso.

Ed anche se negli ultimi mesi la questione ha avuto primo piano purenelle aule parlamentari, gli ultraottantenni, che allora scamparono ai lager na-zisti, non la scampano oggi all’inesorabile logica burocratica della Germania.Mi sto riferendo alla vicenda cha ha visto coinvolti circa 700.000 italiani, mi-litari e civili, deportati ed internati in Germania fra il 1943 ed il 1945.

Il regime nazista, per aggirare i dettami della Convenzione di Ginevra del1929 a tutela dei prigionieri di guerra, li considerò prima come “internati mi-litari italiani (IMI)” e poi come “lavoratori civili volontari/obbligati”. Asse-gnando loro queste qualifiche, si ritenne così libero di poterli schiavizzare sen-za alcun controllo né vincolo legislativo.

Ma oggi, a oltre 50 anni di distanza, la Fondazione “Memoria, Responsa-bilità e Futuro”, istituita in Germania per riconoscere un giusto indennizzo al-le vittime, ha inspiegabilmente escluso dal beneficio sia gli ex internati sia gliex lavoratori forzati parificandoli anch’essi ai militari (!) e considerandoli a tut-ti gli effetti prigionieri di guerra con l’obbligo, imposto da quel regime, di pre-stare il proprio lavoro senza alcun indennizzo. All’ingiustizia è seguita dunqueanche la beffa.

Veniamo ora alla questione del risarcimento retributivo per gli ex prigio-nieri di guerra italiani e per i cooperatori attivi negli Stati Uniti d’America, cheha visto fra i suoi promotori anche il senatore bellunese Giovanni Crema, pro-tagonista di un’interrogazione ai ministri dell’economia e della difesa.

Pur notando recentemente segni d’interesse per le loro richieste finora dis-attese, i reduci della prigionia in USA (ex POW) pretendono ancora molte spie-gazioni. In special modo relativamente alla vicenda che, come dichiarato da Cre-ma, ha visto il Governo Statunitense stanziare, fra il ’48 ed il ’49, 26 milioni didollari unitamente all’elenco completo dei prigionieri cui erano destinati. Tan-ti soldi mai distribuiti, perché distratti dalle finalità originarie attraverso una se-rie di fatti a dir poco inqualificabili, quali il rilascio di certificati liquidati ad unvalore di cambio molto inferiore a quello effettivo oppure la probabile mano-missione prima e lo smarrimento poi dell’elenco originario dei prigionieri trat-tenuti negli USA. Come non citare infine la chiusura della contabilità specialedei fondi, disposta nel 1996, ed il relativo versamento all’erario dei residui, mal-grado l’incompleto pagamento dei diritti spettanti ai diretti interessati?

Problematiche, queste, parzialmente ammesse anche dai Dicasteri interro-gati che, per tutta risposta, hanno auspicato una “piena quanto soddisfacentesoluzione in tempi ragionevoli”. Ma non è forse offensivo ed irrispettoso, og-gi, parlare di “tempi ragionevoli” a coloro che, pur avendo tanto patito e sof-ferto, stanno ancora aspettando un riconoscimento?

NÉ VIVI NÉ MORTIPer completare questa veloce panoramica non può essere trascurata un’al-

tra (ma non ultima) drammatica questione: la pietosa conta dei “dispersi”. O me-glio, dei “né morti né vivi”. Già, perché in base a studi autorevoli, pare che sulfronte russo, dei totali 85.000 morti (nelle ritirate, nelle marce e nei lager russi)solo 27.000 siano quelli ufficialmente accertati. E similmente, dei 700.000 Inter-nati Militari Italiani (IMI) ben 45.000 siano i dispersi (ossia gli ufficialmente némorti, né rimpatriati). Numeri, questi, che però non contano per l’indennizzo,giacché, secondo la Repubblica Federale di Germania, le vedove non rappresen-terebbero i mariti premorti come nel caso delle ordinarie pensioni di guerra.

Tutto lecito, secondo la legge. Non secondo la coscienza che continua a chie-dersi se esista davvero una plausibile motivazione che giustifichi l’esclusione dalriconoscimento di chi, silenziosamente, è scomparso anzitempo proprio a cau-sa delle sofferenze patite in guerra. Luca Federa

PER GLI EX-PRIGIONIERI DI GUERRA

Una beffa di oltre mezzo secoloRiguarda indennizzi promessi e mai erogati

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LA VITA DEI GRUPPI

10 IN MARCIA

Sabato 9 novembre 2002, nel cortile dellascuola elementare “Mur di Cadola” di Ca-

varzano, gli alpini del nostro Gruppo hanno ce-lebrato la festa dell’Unità d’Italia e la giorna-ta delle Forze Armate insieme a tutti i bambi-ni delle scuole materne ed elementari delladirezione didattica del 2° Circolo di Bellunoe ai ragazzi della locale scuola media “I. Nie-vo”. La cerimonia — alla quale sono intervenu-te autorità civili, militari e religiose — è stataaccompagnata dalle festose note della Bandadella Città di Belluno e dalla calorosa parteci-pazione di genitori, maestre e alpini e ha avu-to momenti di grande entusiasmo e commo-zione. Gli alpini del “Cavarzano-Oltrardo”, inparticolare, hanno voluto sottolineare l’im-portante ricorrenza con il dono della bandie-ra nazionale a ciascuna scuola intervenuta. Ilcapo gruppo Giuseppe Piazza, nel salutare glioltre trecento bambini presenti alla cerimo-nia, ha ricordato che “quello che ha portato al-l’Unità d’Italia è stato un cammino lungo e soffer-to, durato settant’anni, dalla Prima guerra d’Indi-pendenza (1848) in avanti, costato il sacnficio dimolti italiani che hanno creduto nel valore di ri-unire sotto un‘unica bandiera i destini di tutto ilpopolo italiano”.

Il 4 novembre, ha proseguito Piazza, “festeg-giamo il nostro Stato, la nostra Italia, che si rico-nosce tutta nei valori della pace, della libertà edella solidarietà, valori che si compiono con l’ope-ra e il contributo di tutti”.

Nel consegnare la bandiera ai giovani stu-denti il capo gruppo Piazza ha voluto idealmen-te trasmettere loro il testimone, ricordandoche “la bandiera nazionale racchiude e rappre-senta, quale simbolo visibile, il sacrificio e l’impe-gno di tutti coloro che nel passato hanno contribui-to e di coloro che nella vita di ogni giorno contri-buiscono a preservare e mantenere l’Unità dello Sta-to italiano ed è il simbolo più alto degli ideali e deivalori che l’Italia ha sempre difeso e sostenuto”..

Ha, dunque, esortato i ragazzi ad avere cu-ra ed a proteggere la bandiera, così come do-vranno avere cura e proteggere quegli idealidi vita e quei valori di amore, amicizia, solida-rietà, libertà, lealtà, onestà e pace che in mo-do così forte hanno animato quella giornata difesta. Certo rimarrà nel cuore di tutti i parteci-panti il momento altissimo dell’alzabandie-ra, quando il coro di trecento e più voci dibambini e ragazzi delle scuole del Cavarzano-Oltrardo ha intonato l’inno nazionale.

***

Sabato 29 marzo 2003, alle ore 20.30,nella palestra della scuola media statale ‘I.Nievo” di Cavarzano, gli alpini del gruppo“Cavarzano-Oltrardo” aprono i festeggiamen-ti per il 38° anniversario di fondazione con unarassegna di cori di montagna. Per fare festaagli alpini del “Cavarzano-Oltrardo”, infatti,

Il capogruppo di Vallada Agordina Maurizio Nardi ci ha mandato unalunga corrispondenza su una bella iniziativa da loro attuata a favo-re dei bambini delle elementari.Stralciamo i punti salienti di tale corrispondenza.

È stato realizzato un piccolo calendario, che certo non può competerecon tutti gli altri in circolazione, non è patinato, non è a colori, non ci sonofoto di star del cinema o dello sport, ma assicuro che un calendario così valecome un tesoro. Questo piccolo lavoro è nato dalla collaborazione del nostrogruppo con la scuola elementare di Vallada e unisce tradizione e modernità,passato e presente…

… L’idea di base era quella di insegnare alle nuove generazioni la vitache si svolgeva una volta in questa comunità, la vita che facevano i loro bi-snonni e anche alcuni dei loro nonni. Ci siamo valsi di un libro degli anni tren-ta, scritto in dialetto da un nostro compaesano, che traccia scene di vita quo-tidiana lungo tutte le quattro stagioni. Alcuni brani di questo libro fanno datesto ai mesi del calendario, in quanto ai vecchi attrezzi da lavoro i ragazzihanno avuto accesso al museo di storia e cultura che è ubicato presso la sedecomunale…

… Nella vita delle nostre genti un ruolo importante, anche se non richie-sto, l’ha avuta anche la guerra. Così, sempre muovendosi nel contesto dei pro-grammi scolastici, le maestre hanno introdotto delle letture di Mario RigoniStern, autore famoso per avere ampiamente trattato la vita quotidiana dellegenti di montagna e le storie degli alpini in guerra…

… Il calendario ha avuto una tiratura di un centinaio di esemplari e gran-de successo hanno avuto i racconti di Rigoni, al quale i bambini hanno in-viato il calendario e alcuni disegni tratti dai suoi racconti, riempiendolo di do-mande per lo più sulle gesta degli alpini in Russia. Il nostro ruolo in questoprogetto si è concretizzato dal punto di vista tecnico fornendo agli alunni unaprima stesura del calendario e lasciando poi a loro il compito di perfezionar-lo sotto la guida delle maestre…

… Nel marzo del 2002 i bambini sono stati da noi portati a vedere il Mu-seo della Grande Guerra in Marmolada, e quest’anno, grazie alle offerte rac-colte con il calendario, stiamo valutando alcune idee che possano unire pro-gramma scolastico, storia e Alpini…

… Tutto ciò non sarebbe possibile senza la disponibilità delle due mae-stre, che sono particolarmente attaccate a valori e tradizioni cari a noi gentedi montagna, valori che quotidianamente trasmettono ai loro alunni consemplicità e spontaneità…

Cavarzano-Oltrardo

Vallada Agordina

si alterneranno nel cor-so della serata le vocisquillanti degli amicidel coro “C.A.I.” di Bel-luno, del coro “Bian-che Cime” di Belluno edel coro “Monte Dola-da” di Puos d’Alpago.La serata è aperta a tut-ti gli amici e agli ap-passionati del bel can-to. I festeggiamenti si concluderanno, poi, do-menica mattina 30 marzo, a partire dalle ore9.15, con la tradizionale cerimonia alpina del-la deposizione della corona ai caduti (monu-mento di Cavarzano), la S. Messa celebratanella chiesetta di S. Lucia a Safforze (ore 10)e con l’alzabandiera e la bicchierata nella se-de del gruppo a Villa Montalban di Safforze.

Gli alpini dell’Oltrardo incontra-no i bambini della scuola ele-mentare di Mur di Cadola.

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11IN MARCIA

LA VITA DEI GRUPPI

Sin dalla fondazione,avvenuta nei primi

mesi del 2002, i diri-genti del gruppo Ana“Caviola/Cime d’Auta”avevano contattato laSocietà Cooperativa diCaviola la quale ha as-segnato loro l’uso incomodato dei localidella vecchia latteria,sita in via Cime d’Auta,affinchè lo stesso po-tesse avere una sede.

Grazie alla collaborazione volontaria dicittadini, commercianti e artigiani locali, i con-siglieri hanno ristrutturato nella sua globalitàil fabbricato con l’aiuto di alcuni enti localiquali i comuni di Falcade e Canale d’Agordo ela Comunità Montana Agordina. Un grazieparticolare va a tutti gli artisti ed alla Società Im-pianti Val Biois, i quali, in forma gratuita, han-no donato all’associazione i premi salienti del-la lotteria, quale prima fonte di autofinanzia-mento. Durante il corso dell’anno il gruppo siè attivato nello sfalcio e nelle piccole manuten-zioni ad alcune vie silvo-pastorali della zona,nella vigilanza delle acque nel periodo autun-nale e nel realizzare iniziative a fini benefici eturistici.

Il 9 novembre si è presentato alla comuni-tà confortato dalla presenza di numerosi sim-patizzanti, rappresentanze di numerosi Grup-pi Alpini ed onorato dalla presenza del Presi-dente sezionale Arrigo Cadore e di altre auto-rità miliari e civili. La manifestazione ha avu-to inizio con la posa della corona d’alloro almonumento dei caduti presso la chiesa dellaMadonna della Salute, è proseguita con la San-ta Messa celebrata dal Parroco Don Bruno DeLazzer, la sfilata lungo le vie del paese, l’inau-gurazione della sede con rinfresco. Ha fattoseguito il banchetto presso i locali del Polo diFalcade (Scuola Alberghiera), con la presenzadi alcuni rappresentanti del Gruppo Folclori-stico Val Biois. Negli stessi locali Giovanni An-drich ha gentilmente esposto la sua collezio-ne storica che rappresenta documentalmentel’epopea storica degli Alpini ed il loro ultrasecolare valore. Importante è stata poi la rea-

lizzazione del gigante-sco cappello alpino,posizionato davanti al-la sede, che ha corre-dato il presepio alpinovisitato, ed ammiratoda numerosi turisti.

Tanto è stato fattoe molto ancora resta darealizzare. Tra i primiobiettivi sarà l’attivacollaborazione con al-tre associazioni localiper formare un gruppo

di Protezione Civile. Il Capogruppo ErnestoFenti, a nome del Consiglio direttivo, coglie l’oc-casione per salutare e ringraziare quanti han-no collaborato, auspicando che questa picco-la realtà, oltre a mantenere una propria iden-tità, sia proiettata nel tempo sempre più a ser-vizio della comunità e ricorda ai giovani l’im-portanza della loro adesione al gruppo, fonteattiva della comunità valligiana, quali messag-geri nel tempo dei valori basilari insiti nelle gen-ti alpine.

In occasione dell’assembleadel Gruppo è stato colloca-

to nella cappella adiacentela chiesa di Pieve un crocifis-so “particolare.”

Qualche anno addietroa Selva di Cadore, in occasio-ne di una ristrutturazionenella casa della Famiglia Ro-va (della signora Margheritae del fratello Ermenegildo,attuale consigliere sezionale),è stato tolto dalla parete an-che il Crocifisso, che congran sorpresa della signoraMargherita, aveva sul retrouna scritta: Reduce delle trup-pe italiane da Vinalongo orta-to a Selva in novembre 1915.

I signori Rova hanno così pensato di farlo ri-tornare alle “origini”. Hanno allora contattato ilgruppo Alpini “Col di Lana”, per portarlo a Li-vinallongo. Si è poi valutato assieme al Decanomons. Murer il luogo e l’occasione. Con unasemplice cerimonia dopo la S. Messa il crocifis-so è stato posto nella sua nuova dimora, accom-pagnato da una targhetta, con la foto della scrit-ta sul retro della croce, e l’aggiunta di una frase:Salvato e posto al riparo/ da un soldato noto a Dio,/ritorni ammirato da moniti di pace/volontà di alpi-ni senz’armi./24 novembre 2002, Selva di Cadore-Livinallongo.

***

Caviola/Cime d’Auta

Livinallongo

La sede del gruppo“Caviola/Cime d’Auta” conl’emblema del gigantescocappello alpino.

(SOPRA)Da sinistra: il capogruppoValerio Nagler, il sindaco diLivinallongo Ugo Ruaz e i fratelliMargherita e ErmenegildoRova.

(A SINISTRA)Al microfono il capo gruppodi Caviola/Cime d’AutaErnesto Fenti.

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LA VITA DEI GRUPPI

12 IN MARCIA

Un appuntamento ricco di emozioni e diricordi vissuto e partecipato al di là di ogni

più rosea aspettativa. Qesto è statoil primo “Memorial Celio Fullin”,una serata di canto corale svoltasi aTambre nella chiesa parrocchiale il4 gennaio scorso.

La serata è stata organizzata dallocale Gruppo Alpini e dal coro par-rocchiale, ambiti nei quali l’amicoalpino Celio, recentemente scom-parso, donava il suo impegno co-stante e la sua fraterna amicizia, di-ventando punto di riferimento permolti.

Il canto corale popolare, beneseguito dal coro “Monte Dolada”e dalla “Corale dei Laghi” di Revinee Tarzo, è sembrato il modo miglio-

re per dare vita a questo appuntamento che ri-peteremo annualmente nel periodo natalizio,con lo scopo doveroso e sentito di ricordarel’amico Celio.

***

Domenica 12 gennaio si è svolta a Tambrel’annuale festa del Gruppo. Dopo il ritrovo inpiazza in una mattinata splendida ma parti-colarmente rigida, è stata celebrata la S. Messanel corso della quale Don Luigi ha ringraziatogli Alpini in generale, e quelli di Tambre inparticolare, per il loro costante impegno so-

ciale di solidarietà. Durante la celebrazione è sta-to benedetto un nuovo gagliardetto del Grup-po offerto dai fratelli del compianto Vice Capo-gruppo Celio Fullin.

Durante la cerimonia in piazza per la po-sa della corona alle lapidi dei Caduti hanno por-tato il saluto, oltre al Capo Gruppo Loris Bo-na, il Sindaco di Tambre Claudio Azzalini ed ilPresidente della Sezione Arrigo Cadore che, tral’altro, ha ricordato che quest’anno il “PremioFedeltà alla Montagna” arriverà a Tambre - as-segnato alla Cooperativa Monte Cavallo - e checi saranno una grande festa e una grande ceri-monia nei giorni 27 e 28 settembre prossimi.

La festa del 12 gennaio è stata dedicata aisoci del Gruppo reduci della seconda guerramondiale ai quali, durante il rancio, è statoconsegnato un semplice ma significativo ricor-do personalizzato unitamente al libro di Ma-rio Dell’Eva “La Sezione Alpini di Belluno ol-tre il Duemila “. I reduci, ai quali il Gruppo havoluto esprimere la propria “gratitudine e rico-noscenza” sono: Giovanni Bona (Nini) CapoGruppo onorario e medaglia d‘argento al valormilitare, Isidoro Bona, Erminio Bortoluzzi, Fer-ruccio Bortoluzzi, Vincenzo Costa, Giosuè DePra, Attilio Facchin, Marcellino Fullin, Costan-tino Gandin, Primo Pianon (medaglia di bron-zo al valor militare), Vittorio Saviane, AngeloStiletto.

Altro avvenimento degno di nota è il tes-seramento di ben tre nuovi “boce” (una raritàcon i tempi che corrono) ai quali è stata con-segnata la tessera dal Presidente della Sezione:Simone Bortoluzzi, Mauro Costa e Franco DeMarchi. La fanfara Aalpina di Borsoi ha, fortecome sempre, reso più solenne la cerimoniaed allietato la festa.

Il tutto si è concluso a tarda ora presso lasede sociale in località S. Anna dove sono in cor-so i lavori per la costruzione di un nuovo de-posito di materiali ed attrezzatura del Gruppoe della Protezione Civile.

Come da tradizione degli ultimi anni, anchequest’ultimo Natale, all’uscita della S. Messa dimezzanotte, alcuni gruppi alpini dell’Agordinohanno preparato brulè e tè da offrire, assieme agliauguri di Buon Natale, alla gente che usciva dal-la chiesa, raccogliendo delle offerte.

Negli anni precedenti queste offerte sonoandate prima al centro oncologico di Aviano“Via di Natale “, poi a “Casa Tua 2” di Belluno,e quest’anno su proposta del Gruppo Alpini“Col di Lana” di Livinallongo sono state datealla casa di riposo “Villa S.Giuseppe“ di Livinal-longo.

Gli otto gruppi che hanno aderito (Caviola,Cencenighe, S. Tomaso, Selva di Cadore, Laste,Rocca Pietore, Alleghe e Livinallongo) hannoraccolto 2200 euro che, con la presenza del con-sigliere sezionale Renato De Toni, sono stati poi

consegnati alla direttri-ce dott.ssa Mara Case edal Sindaco di Livinallon-go Ugo Ruaz.

In principio s’erapensato che tale som-ma sarebbe stata utileper rifornire la casa diriposo di tute ignifugheantincendio. Vista laconsistenza delle offer-te, si è invece pensato di destinarla quale contri-buto per 1’acquisto di un automezzo adibito altrasporto degli ospiti della casa di riposo. Un sen-tito ringraziamento, da parte degli alpini, va al-la sensibilità della nostra gente che ci ha aiuta-ti con generosità.

Valerio Nagler

Tambre

Il consigliere sezionale RenatoDe Toni ed alcuni capi gruppodell’Agordino alla cerimonia diconsegna del contributo alladirettrice della casa di riposodott. Mara Case, alla presenzadel sindaco Ugo Ruaz.

Nella parrocchiale di Tambresta cantando il coro“Monte Dolada” diretto daAlessio Lavina.

Foto di gruppo degli alpini diTambre col presidente seziona-le Arrigo Cadore.

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13IN MARCIA

LA VITA DEI GRUPPI

AGORDOSeverino Luciani è il nuovo capogruppo,

eletto all’unanimità a succedere ad AlessandroSavio. Del nuovo direttivo fanno, inoltre, parte,oltre al vice presidente Franco Bustreo ed al re-

sponsabile della protezione civile Claudio Ga-vaz, i consiglieri Alessandro Badan, Loris Benve-gnù, Sandro Conedera, Luigino Da Ronch, Mas-simo De Lazzer, Tito De Nardin, Agostino De Me-nech, Aldo Dorigo, Giovanni Fadigà, Mauro Fa-renzena, Antonio Ferracin, Alessandro Savio,Attilio Santomaso, Fiori Schena, Luigi Selva,Damiano Soppelsa, Flavio Tormen e GiuseppeValcozzena.

VOLTAGOIl gruppo ha organizzato con successo, dome-

nica 5 gennaio, in località “Canpagna de Sot”, iltradizionale “Pavarón de la Befana”. Nell’occasio-ne sono stati distribuiti vin brulè e caramelle. Leofferte raccolte sono state devolute a “Casa Tua2” di Belluno.

GOSALDOA fine 2002 si è riunita l’assemblea per il

rinnovo degli organi sociali alla presenza del pre-sidente sezionale Arrigo Cadore. Nel dibattito, fral’altro, si è discusso anche del problema degli al-pini di leva e di quelli a ferma breve. Successiva-mente il nuovo direttivo si è riunito il 2 febbraioper distribuire le cariche. Capo gruppo è statoconfermato Renato Chenet, vice capo gruppo èTullio Bressan, segretario è Livio Marcon, consi-glieri Vincenzo Chenet e Mario Masoch.

CENCENIGHEL’assemblea d’inizio anno ha eletto nel con-

siglio direttivo: Marco Minotto, Moreno Fattor,Leopoldo Frena, Luciano Fontanive, William Faè,Luigi Groppa, Fedele Groppa, Sergio Manfroi,Umberto Manfroi, Stefano Rasa, Fermo Soppel-sa, Fabio Soppelsa e Remo Brancaleone.

CANALE D’AGORDOGrande festa per gli ottant’anni del gruppo

Ana locale presieduto da Luciano Crepaz. La gior-nata è stata sottolineata dai suoni festosi della ban-da di Borsoi. La cerimonia ufficiale si è tenuta almonumento ai caduti, con l’intervento delle au-torità locali, ove è stato anche consegnato un ri-

conoscimento al “vecio” Antonio Manfroi “Nin”.Per l’occasione è stato presentato anche il volu-me “Scendendo il passo… Guardando avanti”di Dario Fontanive, lavoro pubblicato per celebra-re gli ottant’anni del gruppo.

COLLE SANTA LUCIASi sono moltiplicate le iniziative per far rina-

scere il locale gruppo Ana, compreso un incon-tro alla presenza del presidente sezionale ArrigoCadore. Molto favorevole è l’amministrazionecomunale che, per bocca del sindaco Paolo Fre-na, si dice disponibile all’iniziativa “anche perchéabbiamo necessità di avviare alcuni interventi disistemazione e manutenzione della chiesetta al-pina del Giau, di cui vorremmo che si occupas-sero gli alpini”.

MELAssemblea per il rinnovo delle cariche nella

sede di Tallandino per le squadre Aib e della pro-tezione civile locale. Nel nuovo direttivo, oltre aisei capi squadra, compaiono Gian Pietro Tambur-lin, Luca Conti, Brunello Susana, PierantonioCavallet, Walter Pellizzari, Domenico Canei, Ren-zo Grigoletto, Giampaolo Ciet, Renato Menel,Mario Dall’Asen e Ivan Da Rui.

TRICHIANADal notiziario del gruppo “Ponte S. Felice”,

diretto da Mario Cesca e giunto al n. 1 del suo32mo anno di vita, apprendiamo che la prima at-tività del 2003 è stata l’adunata alpina tenutasi do-menica 12 gennaio u.s. con ritrovo alla trattoria“alla Posta” di S. Antonio di Tortal. Sono segui-te la S.Messa e la deposizione di una corona al mo-numento ai caduti con un breve concerto in piaz-za della banda di Lentiai. Il rancio alpino è sta-to consumato al ristorante “da Canton” a Nicciaove sono state anche lette le relazioni morale e fi-nanziaria per il 2002.

LIMANAIl gruppo Ana ha donato alla parrocchia un

telo riproducente la Sacra Sindone conservatanel duomo di Torino. Dopo la benedizione, daparte del parroco don Attilio Menia che ha anchespiegato il significato religioso dell’esposizionedella Sindone nella chiesa di Limana, l’alpino esindonologo Cesare Maria Glori ha illustrato lastoria ed il significato dell’icona sacra.

In breve

(A SINISTRA) Il presidente sezionaleArrigo Cadore taglia il nastrodella nuova sededel gruppo di Agordo.

(A DESTRA)Foto ricordo per gli 80 anni delgruppo di Canale d’Agordo.

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LA VITA DEI GRUPPI

14 IN MARCIA

LIVINALLONGO - Aldo Grones, capitanodel Genio Alpino, è “andato avanti” po-co prima di compiere 61 anni. Capogrup-po del “Col di Lana” per tre anni, nell’a-gosto 1992 inaugurò il bivacco “Bgt. Alpi-

na Cadore”,eretto dai vo-lontari delgruppo e po-sto in vetta al“Col di san-gue”. Gugliel-mo Gabrielli celo ricorda conrapide pennel-late: “Aveva in-nato senso arti-

stico. Elaborò gli emblemi degli alpini fo-domi, adesivo e gagliardetto. Animava lenostre riunioni con la fisarmonica. Cono-sceva tedesco ed inglese e ciò gli consen-tì d’intrecciare rapporti internazionali,quali quelli con i Gebiergsjager tedeschie con l’associazione “Mountain Soldiers”.Fu animatore del coro “Fodom” e diretto-re del coro parrocchiale di Arabba, già as-sessore comunale ed ufficiale di zona deivigili del fuoco volontari. Portava con or-goglio il cappello alpino fregiato d’oroed era dotato di intelligente autoironia”.Alla moglie Marilena ed ai figli Gabriele eRoberto le condoglianze del Gruppo edi questa redazione.

CASTION – Duilio Candeago è decedutodopo una vita dedicata al lavoro, alla

famiglia edagli alpini. Ca-po Gruppo diCastion dal1981 al 1987,socio fondato-re, colonnaportante e sto-rica, ideatoree sempre in pri-ma linea pertante iniziative,

come in occasione del terremoto del Friu-li. Anche se lo statuto non lo prevede, i so-ci lo avevano nominato Capo Gruppoonorario.

SEDICO-BRIBANO-ROE – Il Gruppo piangela prematura e tragica scomparsa dell’a-

mico e socioPaolo DeNard, vittima diun tragico inci-dente sul lavo-ro. I soci delGruppo, unitial dolore dellafamiglia, ne ri-cordano l’im-pegno e la de-dizione.

SALCE – È deceduto Vittorio Carlin, clas-se 1916, del Genio Alpino, combatten-te sul fronte greco-albanese nel 1940-41.Il Gruppo, che era presente alle ese-quie, porge alle figlie rinnovate condo-glianze.

TORONTO – È deceduto a Toronto il 16novembre u.s. Secondo Nicoletto, nato adArten di Fonzaso nel 1924. Nel 1946-47prestò serviziomilitare nella65ma compa-gnia del Btg.“Feltre” e poiemigrò in Ca-nada. Si distin-se nella comu-nità italiana efra la gente delluogo per la-boriosità, dis-ponibilità, altruismo e spirito di solidarietà.Fu nostro abbonato per tanti anni. Allafiglia Carmen le nostre espressioni di cor-doglio.

ROMA - Nel luglio scorso è scomparso aRoma, ove risiedeva, il gen. MassimilianoBrugnara, nato nel 1914. Ufficiale di primanomina nel Btg. “Borgo San Dalmazzo”del 2° Rgt., dal1937 al 1941operò in Etio-pia nel Btg.“Uork Amba”ove si meritòuna medagliad’argento alV.M., la crocedi guerra al V.M., tre croci almerito di guer-ra, venne promosso in s.p.e. per meriti diguerra e subì anche una ferita da armada fuoco al braccio. Prigioniero di guer-ra in Kenia fino al 1945, rientrato in patriafu capitano comandante della compa-gnia dimostrativa al 4° Rgt., della compa-gnia mortai e della 42ma al Btg. “Aosta”(1948-1952) che comandò col grado dimaggiore nel 1957-58.Col grado di colonnello comandò il 7°Rgt. a Belluno: vi arrivò il 1° ottobre 1963e dopo nove giorni si trovò impegnatocoi suoi uomini nell’opera di soccorso aLongarone per la tragedia del Vajont. Ri-mase a Belluno fino all’11 novembre 1965.Ritornò tra noi il 1° ottobre 1968 per co-mandare la Brigata “Cadore” sino al 14gennaio 1970. La sua esperienza militare a Belluno è du-rata quasi quattro anni complessivamen-te ed il gen. Brugnara fu sempre moltovicino alla nostra Sezione, disponibile in tut-te le richieste e ben inserito anche nellacomunità bellunese.

SEDICO-BRIBANO-ROEIl gruppo Ana, guidato da Luigi Scalet, ha

offerto una castagnata per S. Martino nella sededi Villiago. L’8 dicembre si è poi tenuta l’assem-blea annuale. Sempre molto attivo il nucleo di pro-tezione civile che nel 2002 ha effettuato lavori percirca 740 ore complessive. Infine va ricordatoche l’assessore Roberto Maraga, in merito a ven-tilata ipotesi di cessione dell’ex-scuola elementa-re di Villiago, ha assicurato che il comune di Se-dico non lascerà gli alpini senza sede. Un even-tuale e provvisorio dislocamento, in attesa diuna futura e definitiva sede, punterebbe sull’ex-scuola alberghiera di via De Gasperi.

CASTELLAVAZZOIl capitello di Olantreghe, costruito nel 1882,

è simbolo della frazione ed ora è tornato all’ori-ginario splendore. Lo si deve all’opera del loca-le gruppo Ana ed in particolare dei soci ManlioSevero Mazzucco, Pietro Talamini, Leo Anzolute Eugenio Sacchet. A tagliare il nastro è stato Ce-sare Mazzucco, che coi suoi 96 anni è uno dei piùanziani della piccola frazione di Castellavazzo.

SOIS

Riuscitissima la Befana Alpina, organizzatadal Gruppo di Sois presso l’asilo. Presenti tutti ibambini con i loro genitori.

Sono state donate le tradizionali calzette edun regalo collettivo su segnalazione delle maestre(materiale didattico).

Nel nostro ricordo

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15IN MARCIA

SPORT

La commissione sportiva della Sede Nazionale ha assegnato alla nostraSezione l’organizzazione dell’edizione 2003 del campionato individua-

le di corsa in montagna.Preziosa, in tal caso, la collaborazione del responsabile provinciale Fi-

dal Giulio Pavei che ha già individuato il percorso: sarà un ottimo veicolopubblicitario per l’intero nostro territorio e speriamo che gli atleti che si stan-no preparando a quell’appuntamento possano darci lusinghieri risultati.

Inoltre, a chi ha la costanza di seguire tutta l’attività sportiva della Se-zione, ovvero Franco Patriarca, Luigino Da Roit e Giorgio Sitta, va il nostrosincero plauso per il continuo lavoro svolto con serietà e competenza.

Due medaglie “pesanti”, due ori dalla ses-santottesima edizione dei campionati ita-

liani Ana, andati in scena ad Asiago lo scorso16 febbraio. Alla “Golf arena” dell’Altopiano,che il giorno precedente aveva visto correre gliatleti di Coppa del Mondo, la sezione porta acasa due titoli tricolori. Uno nella categoria

Seniores – di 150 punti Fisi con il “postinovolante” di La Valle, Eudio De Col, l’altra conuno dei tecnici che hanno fatto la storia del fon-do italiano, Dario D’Incal, impostosi tra i Ma-ster B1. Ma se le vittorie sono due, i buoni ri-

sultati sono tanti, a cominciare dal quarto po-sto dell’azzurro di corsa in montagna MarcoGaiardo nella categoria assoluta. Nella classi-fica per società è arrivato un quinto posto checostituisce un passo in avanti rispetto all’otta-vo del 2002, ma che, con l’allestimento di unasquadra più “corposa” numericamente, può

esser tranquillamente mi-gliorato la prossima sta-gione.

Di seguito le classifi-che. Seniores – 150 pun-ti Fisi (15 km tl): 1. Al-berto Pertile (SezioneAsiago) 38’35”4; 2. Alfio

Di Gregorio (Vicenza) 39’00”1; 3. Paolo Bar-zaghi (Luino) 39’06”7; 4. Marco Gaiardo (Bel-luno) 39’16”7. Seniores + 150 punti Fisi (15km tl): 1. Eudio De Col (Belluno) 42’05”3; 2.Massimo Corradini (Trento) 42’31”6; 3. Car-lo Dal Pozzo (Asiago) 42’51”; 23. Denis Pra-maor (Belluno) 49’20”6. Master A1 (10 km tl):1. Stefano De Martin Pinter (Cadore) 26’13”9;2. Walter Vallazza (Cadore) 27’33”7; 3. Corra-do Pirola (Bergamo) 28’01”9; 12. Italo Refosco(Belluno) 29’36”5; 24. Alessandro De Col (Bel-luno) 31’07”5; 48. Paolo Buso (Belluno)37’27”6. Master A2 (10 km tl): 1. Valentino DeMartin Bianco (Cadore) 27’18”8; 2. GianniPedranz (Trento) 27’23”9; 3. Diego Magna-bosco (Asiago) 27’31”. Master A3 (10 km tl):1. Battista Rossi (Sondrio) 28’01”9; 2. AldoAgradi (Milano) 28’25”; 3. Marcello Gionta(Trento) 29’27”5; 8. Moreno Entilli (Belluno)30’46”8; 9. Bruno Savio (Belluno) 31’02”7;19. Livio Follador (Belluno) 32’44”3. MasterA4 (10 km tl): 1. Gino Ceccato (Bassano)29’28”3; 2. Alfredo Pasini (Bergamo) 29’30”7;3. Valerio Baritussio (Carnica) 30’20”7; 5. IvoAndrich (Belluno) 31’20”5; 9. Costantino Co-stantin (Belluno) 32’48”1; 39. Ugo Cerentin(Belluno) 44’41”1. Master B1 (5 km tl): 1.Dario D’Incal (Belluno) 14’39”7; 2. Sergio En-drizzi (Trento) 14’41”3; 3. Attilio Tanara (Ve-rona) 15’07”. Master B2 (5 km tl): 1. MatteoSonna (Trento) 14’44”3; 2. Enzo Cossaro (Udi-ne) 15’30”6; 3. Egidio Spreafico (Lecco)15’47”1; 16. Aldo Taufer (Belluno) 17’29”5; 23.Luigino Da Roit (Belluno)20’28”2. Master B3(5 km tl): 1. Franco Gottardi (Trento) 17’05”;2. Carlo Rovisi (Trento) 17’18”; 3. Vincenzo Fer-ret (Aosta) 17’29”; 5. Vito Della Lucia (Bellu-no) 18’16. Master B4 (5 km tc): 1. AdolfoBrean (Aosta) 19’33”; 2. Giovanni Defrancesco(Trento) 20’14”4; 3. Franz Hosp (Alto Adige)20’21”7. Master B5 (5 km tc): 1. Fulvio DeLorenzi (Sondrio) 23’22”1; 2. Heros Deppi(Cadore) 23’42”4; 3. Innocente Del Fabbro(Carnica) 25’03”3.

La classifica per società per somma com-plessiva dei punti (trofeo colonnello Tardiani),ha visto imporsi la sezione di Trento, davantia Bergamo e Vicenza. Cadore al quarto posto,Belluno al quinto e Feltre al dodicesimo.

Ilario Tancon

AL CAMPIONATO ITALIANO ANA DI SCI NORDICO

Sulla neve siamo due volte d’oroAltri ottimi piazzamenti per gli atleti sezionali

L’8 GIUGNO PROSSIMO

In Nevegal il campionatodi corsa in montagna

Il gruppo dei nostri atleti delfondo che si sono bene com-portati ai campionati di Asiago.

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ASSEMBLEA

16 IN MARCIA

Mario continuerà ad essere per noi e per la nostra Sezione la memoriastorica: la sua collaborazione ed i suoi scritti saranno sempre presenti sullepagine del nostro giornale. Grazie Mario per tutto quello che hai fatto in que-sti anni: sei stato la voce e la penna, talvolta pungente, della nostra Sezio-ne e, come hai promesso, continueremo a leggerti con piacere e con in-teresse ogni volta che vorrai scrivere qualche pezzo: le nostre pagine saran-no sempre a tua disposizione.

Un grazie ad Adriano Padrin per aver diretto il giornale per 7 anni.Il nuovo nostro giornale sezionale si chiamerà iN MARCIA e sarà diret-

to dal giornalista e alpino Dino Bridda che avrà come redattori le nuove le-ve alpine Luca Federa e Ilario Tancon. Al nuovo staff un grosso in bocca allupo e buon lavoro. L’immagine della testata è stata disegnata dallo scul-tore Franco Fiabane.

I rapporti con gli organi di stampa locali sono più che ottimi. Il Gazzet-tino ogni martedì mette a disposizione delle tre Sezioni della provincia unapagina intera. È stata una scelta gradita da tutti i lettori che più di una vol-ta si sono complimentati per tale iniziativa.

L’emittente televisiva Telebelluno è sempre disponibile ed interessataa tutte le nostre iniziative ed ha assicurato per l’adunata di Catania la ripre-sa della trasferta e della sfilata. Il tutto è stato poi condensato in una cas-setta che ha raccolto molti consensi.

Il Presidente ha poi ricordato con calorose parole di elogio le più signi-ficative ricorrenze e riunioni di gruppo svoltesi nel 2002: Cornei d’Alpago, Agor-do, Canale d’Agordo, Livinallongo del Col di Lana, Mel, oltre al raduno deireduci del Btg.“Belluno” ed all’incontro di Attimis (ne riferiamo qui a fianco).

Dopo aver ricordato di aver partecipato a ben 33 assemblee e radu-ni, il Presidente ha così proseguito.

I1 clima che ho potuto toccare con mano è abbastanza sereno e co-struttivo. Solo in qualche gruppo ho sentito nell’aria qualche tensione equalche segno di nervosismo interno.

Vi chiedo, e ve lo chiedo con forza, di abbassare i toni: basta invidie,rivalità, incomprensioni dovute principalmente ad un mancato dialogo; in-contriamoci e parliamo con serenità e pacatezza dei nostri problemi, sen-za preconcetti e diffidenze. Diamoci tutti una regolata e cerchiamo di la-vorare in amicizia e serenità perché la nostra Associazione possa continua-re a vivere ed operare all’interno delle nostre comunità. C’è già abba-stanza tensione nella vita di tutti i giorni, cerchiamo che almeno da noi si pos-sa respirare aria di concordia e di collaborazione: uno dei miei compiti è pro-prio quello di far si che i vincoli di amicizia e di fratellanza non debbano maimancare al nostro interno.

Dopo aver sottolineato che nel 2002 sono stati raccolti q.Ii 570,61 di der-rate alimentari per il Banco Alimentare e gli amici dei gruppi dell’Agordino,come ogni anno, hanno accompagnato per una settimana sulle piste di sciun gruppo di non vedenti, il Presidente ha esclamato: La parola SOLIDARIE-TA’ è davvero ormai entrata nel vocabolario della nostra Associazione e diquesto siamo molto fieri.

In un significativo passaggio sul problema del mantenimento delletruppe alpine, poi, il Presidente ha sottolineato l’efficacia dell’interrogazio-ne congiunta presentata dai parlamentari bellunesi Maurizio Paniz e Mau-rizio Fistarol, ha ricordato la tenace azione degli organi responsabili sezio-nali in proposito ed ha ribadito che sono necessari il coinvolgimento e la col-laborazione di tutti, nonché una forte unità d’intenti, per portare avantiquesta battaglia nell’interesse dell’intero territorio provinciale: La provinciadi Belluno è una provincia alpina per eccellenza, non può perdere i suoi Al-pini!

Nei ringraziamenti finali il Presidente ha ricordato i più stretti collabora-tori: i tre vicepresidenti Franco Patriarca, Angelo Dal Borgo e Renato Menel;l’addetto stampa Mario Dell’Eva; il collaboratore di segreteria Mario Visini;l’addetto al tesseramento Bruno De Nard; il responsabile della protezionecivile Orazio D’Incà, nonché tutti i membri del consiglio direttivo ed i capigruppo.

Menzione particolare per il segretario Renato Bogo, discreto, puntua-le, efficiente, un vero punto di riferimento per tutti noi.

Arrigo Cadore ha poi così concluso: Nel rinnovare ancora pubblicamen-te il mio forte attaccamento ed il rispetto per le Forze Armate e per le For-ze dell’Ordine, le Istituzioni, la nostra Bandiera e la Patria, non posso che chiu-dere con un forte: Viva l’Associazione Nazionale Alpini e Viva l’Italia! •

Ad Attimis26 anni dopoQuelli che il “Cantiere n. 2”...

Significativa è stata la cerimonia per il 70° difondazione del gruppo Ana di Attimis che

si è tenuta nell’ottobre scorso con la presenza,fra gli altri, di una consistente delegazione del-la nostra Sezione e dei nostri gruppi con i pro-tagonisti di quel “Cantiere n. 2” che operaro-no colà nel lavoro di ricostruzione dopo il ter-remoto del maggio 1976. Col labaro della se-zione erano presenti anche i gagliardetti deigruppi di Salce, Cavarzano-Oltrardo, Schiara eSois, alpini dei gruppi di Ponte nelle Alpi, Mas33, Cornei e Tambre, il sindaco di Lentiai Leo-poldo Marcer.

Per l’Ana centrale hanno partecipato i con-siglieri nazionali Dante Soravito de France-schi, in rappresentanza del presidente Parazzi-ni, e Aldo Innocenti. Durante la cerimoniasuggestivo è stato il passaggio nel cielo di At-timis della pattuglia acrobatica delle FrecceTricolori. Nel corso della mattinata sono sta-te intitolate due vie della cittadina friulana algen. Sergio Meneguzzo, presente la moglie, edall’indimenticato presidente dell’Ana FrancoBertagnolli, presenti la moglie e la figlia.

Dopo il discorso ufficiale del sindaco di At-timis dott. Maurizio Malduca, sono stati chia-mati i rappresentanti delle sei sezioni del can-tiere n. 2 ai quali il capogruppo dell’Ana loca-le Marino Flocco ha consegnato il suo guidon-cino. La manifestazione è stata allietata dall’e-sibizione della fanfara della Brigata “Julia”.

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Obiettivo su alpini bellunesi,gagliardetti, autorità ed amicidi Attimis.