Immanuel Kant (1724-1804). Kritik der reinen Venunft, Riga, Hartknoch, 1781 Contesto culturale in...

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Immanuel Kant(1724-1804)

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Kritik der reinen Venunft, Riga, Hartknoch, 1781

Contesto culturale in cui si proviene alla “Critica” = illuminismo kantiano

rivoluzione scientifica del ‘700

crisi delle metafisiche tradizionali

se l’illuminismo porta l’intero mondo davanti al tribunale della ragione, Kant vi porta la ragione stessa per chiarirne strutture e possibilità

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L'opera è divisa in due grandi parti : 1.la Dottrina degli elementi e 2. la dottrina del metodo.

La prima è suddivisa in 1a. Estetica trascendentale e in 2a. Logica trascendentale.

Quest'ultima è divisa a sua volta in 2a/1. Analitica trascendentale e 2a/2. Dialettica trascendentale.

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La Dottrina trascendentale degli elementi indaga gli elementi formali della conoscenza che, per Kant, sono puri e a priori.

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L'Estetica trascendentale studia la sensibilità e le sue forme a priori che sono lo spazio e il tempo, mostrando come su di esso si fondi la matematica;

l'Analitica trascendentale  studia l'intelletto e le sue forme a priori (le 12 categorie), e mostra come su di esse si fondi la fisica;

infine la Dialettica trascendentale studia la ragione e le sue tre idee di anima, mondo e Dio, mostrando come su di esse si fondi la metafisica.

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la Dottrina del metodo (che è la parte più breve e conclusiva dell'opera) determina l'uso possibile degli elementi a priori della conoscenza cioè appunto il metodo della conoscenza stessa.

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la ragione può essere intesa nel titolo come facoltà conoscitiva in generale, anche se poi Kant

all'interno dell'opera distingue chiaramente tra

sensibilitàintelletto e ragione

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puro

è ciò che è fonte di conoscenza a priori, ovvero ciò a cui non è mescolato nulla di empirico, non derivando dall'esperienza;

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trascendentale

riguarda per Kant il nostro modo di conoscere le cose in quanto è reso possibile da forme a priori; in generale è ciò che precede qualsiasi

esperienza e ne è la condizione, per cui "trascendentale" diventa anche sinonimo di

"puro" o di "a priori".

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"Criticare"

per Kant vuol dire giudicare, valutare, soppesare, ossia interrogarsi sul fondamento

delle conoscenze umane chiarendone le possibilità, la validità, i limiti.

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la sua indagine vuole stabilire

1. come siano possibili la matematica e la fisica in quanto scienze,

2. come sia possibile la metafisica, intesa sia come disposizione naturale sia come presunta scienza.

Il tutto viene sintetizzato da Kant nella celebre formula "Come sono possibili i giudizi sintetici a priori?" e cioè : come possiamo avere una conoscenza che sia valida scientificamente ?  

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La conoscenza scientifica consta di proposizioni o di giudizi universali e necessari ed inoltre aumenta continuamente il sapere.

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Ma che cosa è un giudizio ?

In generale un giudizio consiste nella connessione di due concetti di cui uno (A) è il soggetto e l'altro (B) funge da predicato. Si presentano allora due casi :

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1 Il predicato (B) può essere contenuto nel concetto che funge da soggetto (A) e dunque può essere ricavabile dalla pura analisi del soggetto : in questo caso il giudizio è analitico come quando dico che "ogni corpo è esteso". Infatti il concetto di estensione è sinonimo di corporeità e quando affermo che "ogni corpo è esteso" non faccio altro che rendere esplicito ciò che si intende per "corpo".

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2 Il concetto che funge da predicato (B) non si trova implicito nel concetto che funge da soggetto (A) ed allora il giudizio è sintetico perché il predicato (B) aggiunge al soggetto (A) qualcosa che non è ricavabile per mera analisi del soggetto ma è qualcosa in più. Ad es. quando dico che "ogni corpo è pesante" esprimo un giudizio sintetico giacché il concetto di pesantezza non è implicito nel concetto di tutti i corpi. altri esempi, dicendo "il tavolo è rotondo", "la mela è verde" ecc. (la rotondità o il verde non appartengono necessariamente ai due oggetti presi in esame).

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I giudizi analitici sono giudizi a priori (cioè non dipendono dall'esperienza), universali e necessari ma non ampliano le nostre conoscenze.

I giudizi sintetici ampliano sempre le nostre conoscenze  però, essendo a posteriori (cioè basandosi sull'esperienza) non possono essere universali e necessari.

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La scienza, per essere tale cioè conoscenza valida, non si può basare né sui soli giudizi analitici né sui meri giudizi sintetici ma deve basarsi su un terzo tipo di giudizi che Kant chiama giudizi sintetici a priori , tali cioè che siano sia universali ,necessari e a priori che sintetici, cioè aumentino le nostre conoscenze.

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Per K le operazioni della aritmetica  sono "sintesi a priori". Il giudizio 5+7=12 (oppure 5668797+235408) è un giudizio sintetico a priori in quanto il risultato è stato ottenuto col sommare e non per via solo analitica (il 5 o il 5+7 non contiene a priori il 12 ma abbiamo dovuto contare); una volta però ottenuto il risultato, esso sarà per sempre valido per tutte le menti pensanti. Lo stesso vale per la geometria  (ad es. "la linea retta è la più breve tra due punti", infatti il concetto di "linea più breve" è aggiunto e non è ricavabile con nessuna analisi da quello di "linea retta"),

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Il problema da affrontare adesso è :

come sono possibili i giudizi sintetici a priori?

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Kant ritiene, a differenza del razionalismo, che la scienza derivi anche dall'esperienza;

però pensa anche , a differenza dell'empirismo, che alla base dell'esperienza vi siano dei principi non derivabili dall'esperienza stessa.

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rivoluzione copernicana = non è la mente che si modella passivamente sulla realtà, bensì la realtà che si modella sulla forme a priori attraverso cui viene percepita

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quando diciamo che "questa cosa di fronte a me è un tavolo" , lo possiamo dire perché il fatto di vederlo uno, tridimensionale, colorato ecc. non dipende dall'oggetto ma soltanto da noi stessi, dal soggetto che sta conoscendo.

Noi insomma non possiamo fare a meno di conoscere il tavolo in uno spazio e in un tempo determinato, non possiamo non vederlo colorato, con certe qualità ecc.; non possiamo non attribuirgli certe caratteristiche (è uno, ha certe qualità). Tutti questi sono i modi con cui il soggetto coglie sensibilmente le cose.

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Questi modi non appartengono all'oggetto ma sono

delle "forme" di cui l'uomo è dotato e che non può fare a meno di adoperare durante il processo di conoscenza.

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Qual è allora il fondamento dei giudizi sintetici a priori?

E' il soggetto stesso, con le sue leggi che governano il processo della conoscenza sia attraverso i sensi che attraverso l'intelletto.

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Il trascendentale è dunque la condizione che permette la conoscibilità degli oggetti, sia dell'intuizione sensibile che della pensabilità stessa degli oggetti.

il trascendentale è ciò che il soggetto mette nelle cose nell'atto di conoscerle (e cioè lo spazio, il tempo e le 12 categorie, come vedremo).

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Kant distingue fra sensazionesensibilitàintuizione fenomeno (e poi noumeno).

Estetica trascendentale

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La sensazione  è una semplice modificazione (un tempo si diceva affezione) che il soggetto subisce, passivamente, ad opera dell'oggetto:

ad es. quando sentiamo caldo o freddo, quando vediamo rosso o altri colori, quando gustiamo il dolce o l'amaro. In altri termini, è una azione che l'oggetto "produce" sul soggetto, modificandolo. 

Estetica trascendentale

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La sensibilità è la facoltà che noi abbiamo di ricevere le sensazioni, ossia la facoltà mediante la quale noi siamo suscettibili di essere modificati dagli oggetti.

Estetica trascendentale

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L’intuizione è la conoscenza immediata degli oggetti. Essa non crea, non produce gli oggetti ma dipende dall'esistenza degli oggetti stessi. In altre parole, gli oggetti esistono realmente e il modo come li conosciamo immediatamente è chiamato da Kant "intuizione". Egli chiama poi intuizione empirica la conoscenza sensibile in cui sono concretamente presenti le sensazioni, mentre parla di intuizioni pure riferendosi propriamente solo allo spazio e al tempo.

Estetica trascendentale

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Il fenomeno è l'oggetto dell'intuizione sensibile. Si ricordi che in greco la parola indica "ciò che si manifesta, ciò che appare". Dunque noi, quando conosciamo qualcosa sensibilmente, cogliamo l'oggetto quale appare a noi e non come è in sé; lo cogliamo come si manifesta a noi secondo le nostre forme della sensibilità. Nulla ci vieta di pensare che, se avessimo altri sensi, le cose ci apparirebbero in maniera diversa.

Estetica trascendentale

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fenomeno

materia consiste nelle varie sensazioni e, come tale, è a posteriori (=dipende dall'esperienza : non posso sentire caldo o freddo se non ho prima l'esperienza  del caldo o del freddo).

La forma dipende invece dal soggetto ed è il modo in cui "funziona" la nostra sensibilità, la quale, nel momento in cui accoglie i dati dei sensi, li "organizza” in maniera ordinata

Estetica trascendentale

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Lo spazio è la forma (=il modo di funzionare) del senso esterno ossia la condizione cui deve sottostare la rappresentazione sensibile degli oggetti esterni al soggetto.

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Il tempo è la forma del senso interno e cioè è la forma di ogni dato sensibile interno, in quanto da noi conosciuto.

non possiamo non cogliere spazio-temporalmente perché "siamo fatti così",abbiamo una sensibilità che "funziona" in questo modo.

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Siamo ora in grado di capire su che cosa si fonda la validità di scienze come la geometria e l'aritmetica.

Esse sono valide perché si fondano sulle forme a priori della nostra sensibilità, sulle intuizioni pure dello spazio e del tempo. Proprio per questo le due scienze hanno universalità e necessità giacché lo spazio e il tempo sono "strutture" del soggetto o, meglio, di tutti i soggetti…

Estetica trascendentale

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Siamo ora in grado di capire su che cosa si fonda la validità di scienze come la geometria e l'aritmetica.

Esse sono valide perché si fondano sulle forme a priori della nostra sensibilità, sulle intuizioni pure dello spazio e del tempo. Proprio per questo le due scienze hanno universalità e necessità giacché lo spazio e il tempo sono "strutture" del soggetto o, meglio, di tutti i soggetti…

Estetica trascendentale

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L'uomo non ha solo sensazioni ma anche intelletto.

Mediante le sensazioni, gli oggetti ci sono dati;

mediante l'intelletto essi sono pensati.

Entrambe le facoltà ci sono indispensabili

Logica trascendentale

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logica trascendentale , che studia i concetti puri dell'intelletto ovvero le categorie e dunque essa studia specificamente quei concetti che non derivano dagli oggetti ma sono a priori nel nostro intelletto. 

Logica trascendentale

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categorie =

funzioni logiche o modi con cui l’intelletto organizza le intuizioni /

concetti basilari della mente che rappresentano le supreme funzioni unificatrici dell’intelletto

Logica trascendentale

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intuizioni = sono affezioni (carattere passivo)

concetti = funzioni cioè operazioni attive che ordinano e modificano

Logica trascendentale

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per Kant le categorie non sono le leggi dell'essere, come per Aristotele,

ma sono le leggi della mente ovvero i modi come funziona il nostro intelletto

(sono forme sintetizzatrici e non contenuti). 

Logica trascendentale

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Pensare qualcosa è possibile solo in quanto la molteplicità delle intuizioni sensibili vengono congiunte in una sola rappresentazione : questa unità è chiamata da Kant

Io Penso ovvero Appercezione Trascendentale.

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il pensare è possibile a due condizioni:

1)      da un lato che il soggetto costituisca il termine di riferimento unitario delle varie intuizioni che devono appunto essere congiunte: l'Io Penso indica allora "L'unità trascendentale dell'intelletto", ossia quel centro mentale unificatore di carattere puramente formale o funzionale che accompagna tutte le mie rappresentazioni.

Logica trascendentale

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Dall'altro, il soggetto deve pure avere autocoscienza, cioè deve essere consapevole di essere il termine di riferimento unitario delle varie rappresentazioni. E' la coscienza di noi stessi di essere dei soggetti pensanti. Infatti qualsiasi giudizio formuliamo, ad es. "A è uguale a B", implica sempre che "Io Penso che A è uguale a B".

= affinché io possa rappresentarmi qualcosa, bisogna che la rappresentazione sia presente alla mia autocoscienza(che Kant chiama appercezione pura o trascendentale perché è a priori e si distingue dalla coscienza empirica in quanto è la condizione di tutte le mie rappresentazioni ),

Logica trascendentale

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Visto poi che l'Io Penso è identico in tutti gli uomini, ossia tutti gli uomini hanno la stessa "struttura unificante",

il risultato della unificazione sarà valido universalmente e oggettivamente per tutti.

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Le categorie sono universali :

non appartengono al singolo individuo bensì alla conoscenza umana in generale.

Grazie a questa universalità, esse rendono possibile l'oggettività del giudizio

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Deduzione trascendentale delle categorie

cioè al riconoscimento della loro validità tramite l'Io Penso

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Il termine "deduzione"

non è qui usato da Kant nel solito senso di "ragionamento che parte dall'universale per arrivare al particolare“(ricordate il sillogismo aristotelico: tutti gli uomini sono mortali/Socrate è uomo/quindi Socrate è mortale?),

ma nel significato giuridico di giustificazione.

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In altri termini : come mai la nostra conoscenza scientifica è valida? ? Su che cosa si basa la validità delle categorie ovvero del nostro modo di pensare le cose ?

La risposta è l'Io Penso.

Come il soggetto, quando coglie con i sensi gli oggetti, li spazializza e li temporalizza, così, quando li pensa, li ordina secondo le categorie, secondo i modi proprio del pensiero umano

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Rivoluzione copernicana =

sono gli oggetti a doversi conformare ai principi a priori che fondano il nostro conoscere.

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IO PENSO = distinto dagli aspetti particolari della coscienza individuale / indica il modo di pensare di ogni essere razionale finito identica struttura mentale che unifica

attività che si attua tramite il giudizio che si basa sulle categorie tutti gli oggetti pensati presuppongono le categorie

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IO PENSO =

principio supremo della conoscenza umana

ciò cui deve sottostare la realtà per divenire oggetto-per-noi

ciò che rende possibile l’oggettività del sapere (senza le categorie si cadrebbe nel soggettivismo assoluto)

ordina una realtà che gli preesiste

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? le intuizioni sono solo sensibili ed i concetti sono solo intellettuali : intuizioni e concetti sono dunque eterogenei. problema di come sia possibile applicare le categorie ai dati sensibili.

Ad es. come è possibile l'applicazione della categoria di causalità ai fenomeni (dire che "A è causa di B") se la categoria è un concetto puro che non può trovarsi nei fenomeni

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Occorre dunque una facoltà intermedia che presenti:

1. il carattere spontaneo proprio dell'intelletto, e

2. possa avere per oggetto rappresentazioni intuitive come la sensibilità.

Tale facoltà intermedia è trovata da Kant nella immaginazione

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Essa ha due funzioni :

nella sua funzione semplicemente riproduttiva,  essa è la capacità di richiamare alla memoria, di riprodurre l'immagine di un oggetto non più dato ai sensi

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Essa ha due funzioni :

Nella sua funzione invece produttiva, l'immaginazione produttiva esplica la sua attività mediatrice, dando origine a quelle rappresentazioni intermedie tra la semplice immagine (nel senso comune del termine, la quale è il prodotto dell'immaginazione riproduttiva ed è sempre particolare, singola, es. triangolo) ed il concetto (che è un prodotto della sintesi dell'intelletto ed è sempre generale) che Kant chiama schemi trascendentali,

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L'immaginazione produttiva dà origine agli schemi trascendentali puri, ad ognuno dei quali corrisponderà una categoria o un gruppo di categorie

Logica trascendentale

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schemi = regole di fondo tramite cui avviene l’applicazione delle categorie agli oggetti = sono le categorie calate, “tradotte” in linguaggio temporale

es. categoria della sostanza = schema è la permanenza nel tempo

es. categoria della causa/effetto = schema è la successione irreversibile nel tempo

es. categoria azione reciproca = schema è la simultaneità nel tempo

Logica trascendentale

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intelletto agisce sugli oggetti della sensibilità tramite un elemento mediatore:

il tempo =

medium universale attraverso cui gli oggetti sono percepiti

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il fenomeno è la cosa come "appare a noi",

è evidente che esso presuppone la cosa "qual è in sé", cioè il noumeno.

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Il noumeno è inteso da Kant in due modi :

in senso negativo è la cosa quale è in sé, ossia la cosa quale potrebbe essere pensata da noi … senza pensarla, senza usare le nostre categorie mentali !

In senso positivo  il noumeno sarebbe oggetto di una intuizione non sensibile, la quale però non è data all'uomo; dunque è un concetto-limite 

Logica trascendentale

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… che ci ricorda che l'intelletto non può conoscere le cose in sé ma solo pensarle nella loro possibilità, sotto forma di X ignote, di incognite

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Nella "Dialettica trascendentale" Kant affronta il problema

se la metafisica sia o no una scienza valida ossia ci possa dare delle conoscenze certe

Logica trascendentale/ Dialettica

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Dialettica = accezione negativa:

- logica delle parvenze - arte di dare aspetto di verità alle proprie illusioni

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ragione ha in Kant un significato generale che indica la facoltà conoscitiva in genere, e ne ha poi uno specifico, esaminato proprio nella  Dialettica trascendentale, che indica l'intelletto quando si spinge al di là dell'esperienza possibile.

Kant distingue allora tra la ragione (Vernunft) che è la facoltà dell'incondizionato, cioè l'intelletto quando pretende di andare oltre l'esperienza ed entrare nell'ambito della metafisica,

e l'intelletto(Verstand) quando si mantiene negli orizzonti della esperienza possibile.

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Kant chiama Idee le forme a priori ovvero i concetti puri della ragione (come le categorie erano le forme a priori o i concetti puri dell'intelletto). 

Esse corrispondono all'Idea psicologica o anima, all'Idea cosmologica o mondo, all'Idea teologica o Dio.

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L'errore della metafisica  consiste nel trasformare queste tre esigenze mentali di unificazione dell'esperienza in altrettante realtà autonome:

questa è però un'illusione strutturale così forte che non cessa neppure quando ci rendiamo conto che essa è tale

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= intelletto portato a pensare anche senza dati:

come la colomba che volesse volare senza l’aria, che essendo il limite al suo volo ne è anche la

condizione

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a) Psicologia razionale =

dalla unità incondizionata del soggetto pensante si pretende di passare ad affermazioni sulla natura del soggetto come sostanza spirituale o anima;

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== paralogismo è un ragionamento sbagliato che consiste nel partire dall'Io Penso e trasformarlo in una sostanza a sé.

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L'Io Penso non è affatto una sostanza, ma solo una pura attività formale a cui non possiamo riferire nessuna categoria (è da esso che dipendono le categorie; è soggetto e non oggetto delle categorie).

In altre parole, noi siamo coscienti di noi stessi come esseri pensanti ma non riusciamo a conoscere l'io quale è in sé stesso. Noi ci possiamo conoscere solo e sempre come fenomeni e dunque conosciamo solo l'io fenomenico

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b) Cosmologia razionale

Idea di mondo è studiata dalla cosmologia razionale e si riferisce alla totalità dei fenomeni cosmici.

In realtà, però, noi possiamo sperimentare solo questo o quel fenomeno ma non la serie completa dei fenomeni, per cui il "mondo" nella sua totalità rimane al di là di ogni esperienza umana possibile.

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Quando dunque vogliamo fare un discorso sul mondo nella sua totalità, finiamo per cadere in errori che Kant chiama antinomie,

ovvero in affermazioni o ragionamenti opposti ugualmente dimostrabili ma per ciò strutturalmente contraddittori e insolubili. 

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Antinomie

La prima sostiene nella tesi che il mondo ha un inizio nel tempo e un limite nello spazio; nella antitesi che il mondo non ha limiti né nel tempo né nello spazio.

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Antinomie

La seconda afferma nella tesi che ogni sostanza composta consta di parti semplici, mentre la sua antitesi dice che non vi è nulla di semplice ma tutto è composto.

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Antinomie

La terza afferma nella tesi che oltre alla causalità naturale vi è la libertà, mentre l'antitesi nega che vi sia anche la libertà ma tutto è determinato

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Antinomie

La quarta afferma nella tesi che, oltre al mondo, c'è un essere necessario, mentre l'antitesi sostiene che non vi è nessun essere necessario

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Queste antinomie rimangono insolubili

perché quando la ragione pretende di oltrepassare i limiti dell'esperienza non può che oscillare da un opposto all'altro senza avere mai la possibilità di decidere definitivamente per l'una o per l'altra delle alternative

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c) Teologia razionaleEsamina le prove dell’esistenza di Dio

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1. Prova ontologica (S.Anselmo, Cartesio, Leibnitz)

ricava l’esistenza di Dio dal concetto di essere perfettissimo salta dal piano della possibilità logica a quello della realtà ontologica in quanto l’esistenza noi possiamo constatarla solo per via empirica e non già dedurre per via intellettiva / giudizio di esistenza non è analitico ma sintetico e quindi possibile solo nell’esperienza (La differenza tra cento talleri (monete) reali e cento talleri pensati sta nel fatto che i primi esistono, si possono percepire, mentre gli altri no)

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2. cosmologica (vie tomistiche)

gioca sulla distinzione fra contingente/necessario

principio di causa è una regola con cui connettiamo i fenomeni e che non può servire a connettere i fenomeni con qualcosa di trans-fenomenico

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3. fisico-teologica (o anche teleologica) =

fa leva sull’ordine, finalità, bellezza del mondo per elevarsi ad una Mente ordinatrice = Dio creatore, causa ordinante trascendente

ricade nell’argomento ontologico = ordine della natura potrebbe essere conseguenza della Natura stessa / deve identificare la causa ordinante con l’Essere necessario creatore ricadendo nella prova ontologica

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agnostico (=non so, non conosco), in quanto ritiene che la ragione umana non possa dimostrare né l'esistenza di Dio né la sua non esistenza

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metafisica come scienza è impossibile giacché la pretesa sintesi a priori metafisica supporrebbe un intelletto intuitivo, che all'uomo non è dato o, in altre parole, ciò che supera l'ambito dell'esperienza rimarrà sempre indimostrabile per l'uomo

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? Ma che senso hanno allora le tre Idee in quanto tali ?

Esse - dice Kant - non possono avere un uso costitutivo  come le categorie, cioè non servono a conoscere alcun oggetto possibile, ma hanno un uso regolativo

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cioè valgono come "regole" per sistemare i fenomeni in maniera ordinata,

come se  tutti i fenomeni che riguardano l'uomo dipendessero da un principio unico (anima);

come se tutti i fenomeni della natura dipendessero unitariamente da principi intelligibili di un unico mondo;

come se la totalità delle cose dipendesse da un unico Essere necessario e creatore.

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E' la seconda e ultima parte, e anche la più breve, della Critica della ragion pura. In essa Kant distingue la filosofia dalla matematica. La prima viene definita come "conoscenza razionale mediante concetti", la seconda è invece "conoscenza razionale mediante la costruzione di concetti".   

Dottrina trascendentale del metodo

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La filosofia inoltre può dirsi "sistema" ma solo nel senso di "sistema di ricerca" di quell'unità a cui l'esperienza può offrire la materia. La filosofia deve poi evitare sia il dogmatismo che lo scetticismo. Con la critica  invece si segnano i confini delle possibilità della ragione e si stabiliscono le sue capacità. La filosofia non è tanto una realtà quanto un ideale : non si può imparare la filosofia ma si può imparare a filosofare, cioè ad esercitare correttamente la ragione.

Dottrina trascendentale del metodo

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Le Idee, non valendo come realtà, varranno come principi euristici (dal greco "eurischein"=scoprire), come condizioni cioè che impegnano l'uomo nella ricerca, unificando la conoscenza, rafforzano il pensiero e stimolano la ricerca a continuare per sempre

Dottrina trascendentale del metodo