Imigraçao italiana para o brasil

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Anderemo in Mèrica In tel bel Brasil E qua i nostri siori Lavorerá la tera col badil!

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L’EMIGRAZIONE ITALIANA: IL PIU’ GRANDE ESODO DI UN POPOLO NELLA STORIA MODERNA

Cosa intendete per Nazione, Signor Ministro? E’ la massa degli infelici?

Piantiamo e raccogliamo il grano, ma non mangiamo mai il pane bianco. Coltiviamo le viti, ma non

beviamo il vino. Alleviamo gli animali, ma non mangiamo la carne.

Nonostante cio’, ci consigliate di non abbandonare la nostra Patria? Ma e’ una Patria la terra dove non si

riesce a vivere del proprio lavoro?

(Parole di un anonimo italiano al Ministro di Stato

italiano)

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Il primo viaggio collettivo di emigranti italiani verso il Brasile ebbe luogo

il 3 gennaio 1874, quando partirono dal porto di Genova, in una nave a vela, "La Sofia", nella spedizione Tabacchi,

e il secondo fu nel vapore " Rivadavia", entrambi battenti bandiera francese.

Il "Sofia" giunse in Brasile il 21 febbraio 1874, con386 famiglie, dirette alle terre di Pietro Tabacchi, a Santa Cruz .Secondo il sociologo italiano Renzo M. Grosselli, la spedizione

di Pietro Tabacchi, fu il primo caso di partenza in massa, senza ritorno, di emigranti dall’Italia Settentrionale verso il

Brasile.

Il nome della colonia creata nella regione di Espírito Santo, dal Governo Brasilliano, si chiamo’ Nova Trento.

Si puo’ dire che Santa Cruz, nella regione di Espirito Santo fu la culla dell’immigrazione italiana in Brasile.

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Nella prima meta’ del IXX secolo, in Europa ci furono diverse rivoluzioni liberali

che produssero profonde modifiche politiche ed economiche. Dopo il Congresso di Vienna del 1814, l’Italia si trovava divisa in 7

regioni: Il Regno di Piemonte-Sardegna; il Regno Lombardo-Veneto; il Regno

delle Due Sicilie; gli Stati della Chiesa e tre Ducati sottomessi al potere austriaco.

Nacque in Italia l’Ordine Carbonaro il cui scopo era la lotta contro l’assolutismo e l’intolleranza della religione ed aveva, come principio

fondamentale, la difesa degli ideali liberali. L’uomo di rilievo fu Giuseppe Mazzini.

Nel 1860 nel conflitto spicco’ Giuseppe Garibaldi, leader della Societa’ Nazionale, movimento anch’esso che adottava come precetto la

liberta’ italiana e la sua unificazione.

Re Vittorio Emanuele II

Garibaldi

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Nel 1850, su 1.800 comuni del Regno di Napoli, 1.500 non avevano strade. In molte regioni, la gente non sapeva cosa fosse il denaro; gli

scambi si facevano in natura, come ai tempi di Cicerone. "Il sostentamento di un bracciante costa meno di quello di un

asino”.

Nel 1861, soltanto 600.000 persone potevano votare: quelle che avevano un patrimonio o disponevano di un reddito. Erano i

"Signori". E si poteva votare solo per i benestanti. Quindi il popolo non aveva rappresentanti in Parlamento.

I lavoratori non avevano proprieta’; vivevano di lavoro schiavo.  La gran massa degli italiani non era considerata “popolo”.

Quando si diceva "popolo", ci si riferiva alla borghesia: dipendenti dello Stato, commercianti, avvocati, medici, etc.

Tutti gli “altri” (ed erano quattro quinti) non contavano nulla. Le cariche politiche erano imposte dal Re.

In virtu’ di questa situazione, con le autorita’ insensibili alle necessita’ delle masse popolari, incominciarono i primi movimenti di

emigrazione.  I lavoratori fuggirono da un Paese ingrato, che non fu mai la loro

vera Patria.Tra il 1860 e il 1865 ci furono ribellioni e massacri nel Meridione;

diversi vescovi furono espulsi o imprigionati.

Qui incomincia il periodo della grande e lunga emigrazione.

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La malaria uccideva 40.000 persone all’anno; la pellagra, 100.000. Tra il 1884 e 87 il colera aveva decimato 55.000 persone. Le

statistiche parlano di 400.000 morti all’anno.

La meta’ erano bimbi con eta’ inferiore a 5 anni, perche’ il cibo era scarso,

l’igiene quasi inesistente e le visite mediche

avevano prezzi proibitivi.Dei 3.672 lavoratori nelle miniere siciliane di zolfo, solo 203 furono

considerati sani e idonei alla leva.  Gli altri erano tutti malati. Dei 30 milioni di abitanti dell’Italia, 21 milioni erano

coloni, ossia braccianti. L’aratro era ancora dello stesso tipo di

quelli usati al tempo di Cincinnato, 2000 anni prima.

Da sottolineare che Inghilterra, Francia e Germania erano gia’ entrate nell’era

industriale.L’Italia sembrava, quindi, un Paese di

straccioni analfabeti. Solo il Piemonte e la pianura padana

mostravano un inizio di progresso agricolo.

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Centinaia di migliaia di italiani vivevano ancora in grotte o capanne di legno e fango senza finestre, o in scavi fatti nella

roccia. Secondo dati del 1879, in quei luoghi vivevano circa 10 persone

per vano.La terra apparteneva a coloro che non la amavano : chi vi

lavorava erano i servi, i discendenti degli schiavi. C’erano grandi appezzamenti dei quali si erano appropriati i "notabili" tramite l’usurpazione e l’acquisto  di terre tolte alla

chiesa. In queste proprieta’ i braccianti erano sfruttati; non avevano

nessun vincolo o diritto sulla terra. Per questo motivo era enorme la voglia di terra, di possederla per uscire dal nulla, per conquistare un minimo di dignita’. Ed e’ sempre per questo che Giuseppe Garibaldi fu accolto con entusiasmo: la povera gente, che sperava nella distribuzione della terra, si getto’ con furore sulle proprieta’ dei "galantuomini", ossia dei ricchi proprietari

terrieri, ma furono fermati e picchiati.

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E dicevano: "Sarà quel che sarà. Peggio del presente non sarà. Tentiamo la sorte. E

poiché abbiamo, presto o tardi, da morire, tanto vale di lasciare la nostra pelle in America come in Europa...

Viva l`America! Morte ai signori!... Noi andiamo in Brasile. Ora toccherà ai padroni lavorare la terra.“

In queste condizioni, quindi, l’emigrazione era stimolata dal Governo poiche’ era una via di uscita per risolvere i problemi di quelli che restavano.

Cio’ ci fa capire l’espatrio di circa 7 milioni di italiani nel periodo compreso tra il 1860 e il 1920.

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I primi italiani che emigrarono in Brasile nell’epoca della "grande

emigrazione" (1870-1920), furono soprattutto i veneti (circa 30% del

totale), seguiti da lombardi, campani e calabresi.

In seguito aumento’ l’emigrazione dei meridionali.

I veneti, piu’ biondi della maggior parte degli italiani, erano mezzadri, affittuari o piccoli proprietari per i quali la possibilita’ di accesso alla terra fu lo stimolo decisivo per il

rischioso viaggio. La diaspora veneta e’ stata una delle piu’ significative, ed e’ durata fino a tempi recenti.

Il grande esodo di fine ‘800/inizi ‘900 si riverso’ soprattutto verso il

Brasile, dove erano promesse terre e dove si formarono compatti

insediamenti veneti.Gli immigranti meridionali erano

bruni, piu’ poveri ed umili, in genere contadini

che non possedevano nessun risparmio: erano i braccianti.

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Nel 1850, il Brasile affrontava grosse difficolta’ di mano d’opera

qualificata. La forza-lavoro era costituita basicamente dagli

schiavi negri, e proprio in quell’anno veniva istituita la

Legge  Eusébio de Queirós, che proibiva il traffico negriero.

Il governo brasiliano si interesso’

agli emigranti europei quando vide che leve e leve di italiani ed altri europei stavano partendo per il Nordamerica, l’Australia e anche per il Sudamerica, portando nel

bagaglio il sogno di una vita migliore.

Quella dell’emigrazione e’ una “storia dimenticata”, il problema

sociale piu’ drammatico vissuto dall’Italia a cavallo tra ‘800 e ‘900.

Un problema, tuttavia, sottovalutato, se non occultato,

dalla cultura ufficiale.

(Propaganda del Brasile in Italia)

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Il primo grande gruppo di immigranti italiani in Brasile arrivo’ nel 1874, pero’ l’immigrazione fu ufficializzata solo nel 1875.

La traversata dell’Atlantico in vecchie navi era drammatica, un gioco al buio: tutto poteva andare bene, piu’o meno o male. Durante la traversata erano

comuni le morti ed anche i naufragi. E sempre, sempre quei“quarantasei giorni di macchina a vapore” erano giorni d’angoscia e

paura.Sbarco di immigranti nel porto di Santos (San Paolo), 1907.

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In Brasile, gli emigranti si diressero verso le regioni del Sud: Paraná, Santa Catarina e Rio Grande do Sul,

nonche’ verso le regioni del Sudest: São Paulo, Minas Gerais e Espírito Santo. Qui fondarono pezzi d’Italia: Nova Roma, Nova Vicenza, Nova Veneza,

Nova Trento, Novo Treviso, Nova Pádua, Nova Údine, Vale Vêneto, etc.   Sbarco di immigranti alla stazione dell’ostello Sao Paulo (SP), 1907

Memoriale dell’Immigrante / Museo dell’Immigrazione      

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La carenza della politica dei vari Governi dopo l’unificazione nazionale, non avevano saputo o voluto affrontare i problemi di sottosviluppo d’intere aree

del Paese e lasciarono volutamente aperto, come valvola di sfogo, il “rubinetto” dell’emigrazione attraverso il quale passarono 27 milioni di

italiani,Grazie alla loro ferrea volonta’, la maggior partedegli emigranti riusci’ a

vincere la lotta e diversi diventarono benestanti proprietari. "Dove lo Stato era fallito, gli straccioni erano riusciti"

(Manzotti).

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Ostello degli Immigranti – São Paulo

Arrivo degli italiani in una fattoria (“fazenda”) nel 1880

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Interessante notare che si tratta di un unico passaporto per tutta la famiglia. Molte famiglie di immigranti erano numerose, come quella della foto.

Ma c’erano pure coppie con uno o due figli, uomini sposati senza la famiglia (che sarebbe venuta in seguito) e giovani scapoli.

Foto del passaporto di una famiglia italiana, 1923.

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Emigrazione italiana senza guida, allo sbando, nella latitanza dello Stato. Anche la Germania aveva in quegli anni una forte emigrazione, ma i cittadini tedeschi

partivano nell’ordine, non erano in balia dell’azione nefasta dei “reclutatori” (in Italia, per giunta, ufficialmente riconosciuti dal 1887); erano invece informati e guidati,

venivano mandati solo dove la terra era buona e gli emigrati erano protetti, lasciando agli altri (agli italiani, purtroppo...) i posti piu’ difficili. Il“calvario” percorso da milioni di italiani nel disinteresse generale, consenti’ il progresso dell’Italia: grazie alla riduzione della popolazione ci fu cibo a sufficienza per coloro che restarono. Gli emigrati ricominciarono la loro vita in mezzo alla foresta e ad animali feroci ma, pur avendo ancora poco piu’ di niente, riuscivano a mandare tanto denaro ai parenti del "Paese" d’origine, che il Ministro delle Finanze dell’Italia considero’ queste rimesse

un "ruscello d`oro“.

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La propaganda dei pionieri ai compatriotiI primi coloni che si installarono in Brasile scrivevano ai loro parenti in

Italia:

“Venite al piu’ presto”. Paolo Rossato, uno dei primi coloni di Garibaldi (colonia, ora citta’, di Rio Grande do Sul) scrisse ai genitori : “Tentate di venire quanto prima. (...) La posizione e’ buona, l’aria e’ migliore che in Italia, l’acqua e’ buona. Ci sarebbe una colonia vicino alla mia. Se pensate di venire, scrivetemi subito, affinche’ possa riservarvi la terra”. (op.cit.19-20)

Casa di immigrante italiano preservata a Rio Grande do Sul

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Purtroppo l’Italia incomincio’ solo recentemente ad interessarsi ai suoi figli "all`estero“, circa 27.000.000 di vecchi italiani, dei quali

gran parte in Brasile.Gli italo-brasiliani sono considerati

la maggior popolazione di oriundi fuori dall’Italia.(Nota: oggigiorno Sao Paulo e’ la terza maggiore citta’ italiana nel mondo).

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SII ORGOGLIOSO DEI TUOI UMILI ANTENATI

Sono le persone umili quelle che cerco, il sale della Terra, per cosi’ dire,

coloro che domarono il suolo grezzo, e vi fecero crescere i semi.

Sono queste le persone a cui tengo, quando m’immergo nella strada della genealogia.

E mi sento trasportare dall’orgoglio, quando ricalco i loro passi per immortalizzarli.

Chi cerca il passato con sogni di gloria, di trovare educati eroi in ogni storia,

non deve giammai sentire disappunto quando scopre che gli umili bisnonni o trisavoli

avevano soltanto le stelle da contemplare.

G. McCoy In: The Sunny Side of Genealogy.

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Emigrazione italiana in Brasile, secondo le regioni di provenienza

periodo 1876/1920

Veneto 365.710Campania 166.080Calabria 113.155

Lombardia 105.973Abruzzo/Molise 93.020

Toscana 81.056Emília Romagna 59.877

Brasilicata 52.888Sicilia 44.390

Piemonte 40.336Puglia 34.833

Marche 25.074Lazio 15.982

Umbria 11.818 Liguria 9.328

Sardegna 6.113

Totale 1.243.633(Fonte:Brasile 500 anni di popolazione. IBGE. Rio de Janeiro. 2000)

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Film che suggeriamo:

Titolo: L’Albero degli Zoccoli Direzione: Ermanno OlmiAnno di produzione: 1978

Vincitore all’unanimita’ della Palma d’Oro per il Miglior Film al Festival di Cannes.

Ci fa conoscere la vita e le difficolta’ di una comunita’ di contadini della regione di Bergamo. Una delle famiglie decide di

mandare il figlio a scuola, invece di fargli lavorare la terra. E’ l’inizio di una serie di problemi poiche’ la scuola e’ molto

distante e la famiglia non e’ neppure in condizione di acquistare vestiti per il bambino. E’ veramente emozionante la storia di

questa gente umile e lavoratrice, raccontata con tanto realismo e poesia.

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Fonti:

"STORIA DIMENTICATA'' dello scrittore veneto Deliso Villa

e Ente Vicentini nel Mondo. Vicenza

Circa 60-70 milioni di italiani emigrati, con i loro discendenti (gli oriundi) sono sparsi in tutti i continenti, hanno radici comuni, certe affinita’ culturali e un’istintiva solidarieta’ con gli italiani che vivono nella Penisola. In Brasile sono piu’ di 20 milioni i cittadini italiani o

con ascendenza italiana. In Argentina, piu’ di meta’ della popolazione (circa 15 milioni) e’ di origine italiana (per citare solo

due casi).

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Jus sanguinis x Jus soliJus sanguinis x Jus soliLegge del sangue x Legge del suoloLegge del sangue x Legge del suolo

Il Brasile, come tutti i paesi d’immigrazione, ha sempre dimostrato una visione umanitaria e solidale, Il Brasile, come tutti i paesi d’immigrazione, ha sempre dimostrato una visione umanitaria e solidale, che pone al centro l’integrazione.che pone al centro l’integrazione.

Gli stranieri non sono discriminati ne’ emarginati perche’ diversi nel colore della pelle, nel taglio degli Gli stranieri non sono discriminati ne’ emarginati perche’ diversi nel colore della pelle, nel taglio degli occhi, nel credo religioso, etc. (jus soli – legge del suolo).occhi, nel credo religioso, etc. (jus soli – legge del suolo).

Oggigiorno e’ impossibile impedire che la cosiddetta “identita’” di una nazione subisca gli effetti di una Oggigiorno e’ impossibile impedire che la cosiddetta “identita’” di una nazione subisca gli effetti di una mescolanza di razze, usanze, culture ch costituiscono un arricchimento e non al contrario.mescolanza di razze, usanze, culture ch costituiscono un arricchimento e non al contrario.

Va sottolineato, comunque, che i discendenti (figli, nipoti, etc.) di italiani nati in Brasile possono essere Va sottolineato, comunque, che i discendenti (figli, nipoti, etc.) di italiani nati in Brasile possono essere anche anche italiani a tutti gli effettiitaliani a tutti gli effetti: e’ sufficiente registrarli presso il locale Consolato Italiano.: e’ sufficiente registrarli presso il locale Consolato Italiano.

Per meglio chiarire: per il Brasile, essi sono sempre cittadini brasiliani, mentre per l’Italia sono italiani Per meglio chiarire: per il Brasile, essi sono sempre cittadini brasiliani, mentre per l’Italia sono italiani nati all’estero.nati all’estero.

Un’ingenua domandina:Un’ingenua domandina:Il Governo Italiano sarebbe contento se i circa 70 milioni di figli e nipoti di italiani sparsi in tutti i Il Governo Italiano sarebbe contento se i circa 70 milioni di figli e nipoti di italiani sparsi in tutti i

continenti ritornassero in “Patria” a buon diritto? (jus sanguinis – legge del sangue)continenti ritornassero in “Patria” a buon diritto? (jus sanguinis – legge del sangue)Si tranquillizzi il Governo: essi non lo farebbero mai, giacche’ vivono meglio nei Paesi che hanno aperto Si tranquillizzi il Governo: essi non lo farebbero mai, giacche’ vivono meglio nei Paesi che hanno aperto

le braccia ai loro avi, Paesi nei quali si sentono ben inseriti (in Italia? per le ferie o la seconda le braccia ai loro avi, Paesi nei quali si sentono ben inseriti (in Italia? per le ferie o la seconda casa…)casa…)

Last but not least: oltre a tantissima “brava gente” l’Italia ha “esportato” (e continua a farlo) anche un Last but not least: oltre a tantissima “brava gente” l’Italia ha “esportato” (e continua a farlo) anche un buon numero di mafiosi, truffatori, narcotrafficanti, turisti sessuali e via di seguito… purtroppo.buon numero di mafiosi, truffatori, narcotrafficanti, turisti sessuali e via di seguito… purtroppo.

Chi scrive ha trascorso quasi tutta la vita in Brasile con la famiglia, dopo la 2a. grande guerra, ed ha Chi scrive ha trascorso quasi tutta la vita in Brasile con la famiglia, dopo la 2a. grande guerra, ed ha cognizione di causa.cognizione di causa.