I’M MAGAZINE novembre - dicembre 2015 Anno viii n°50

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I’M MAGAZINE novembre - dicembre 2015 Anno viii n°50 Disponibile su App Store moda attolini Abiti da Oscar Intervista maurizio De giovanni La narrativa made in Naples moda patrizia pepe Woman is rock! pierfrancesco favino favino moda peuterey La sfida 2.0 Moda Camomilla Obiettivo internazionalizzazione Eventi tutto sposi 140mila visitatori alla 27ª edizione pierfrancesco moda attolini Abiti da Oscar Intervista maurizio De giovanni La narrativa made in Naples moda patrizia pepe Woman is rock! moda peuterey La sfida 2.0 Moda Camomilla Obiettivo internazionalizzazione Eventi tutto sposi 140mila visitatori alla 27ª edizione

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I’M

MAGAZINE

novembre - dic

embre 2015 Anno viii n°50

Disponibile su App Store

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Eventitutto sposi140mila visitatorialla 27ª edizione

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Edito da I’M srl redazione

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reg. trib. di napoli n° 47dell’8.05.2008

Editoremaurizio Aiello

Direttore responsabile ilaria carloni

CaporedattoreAlessandra carloni

Collaboratori:Laura caico

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Giuliano di domenicoSergio Governale

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PHFrancesco Paolo esposito

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StampaArti Grafiche boccia S.p.A. - Sa

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L’editore

Maurizio Aiello

il direttoreresponsabile

Ilaria Carloni

IN COPERTINA

34 Attoliniabiti made in naples da oscar

di SergiO gOverNALe

68 Maurizio De Giovannila narrativa made in naples

di ALeSSANdrA CArLONi

74 Camomillaobiettivo internazionalizzazione

di SergiO gOverNALe

82 Pierfrancesco Favinol’attore italiano più amato

dai registi americani

di iLAriA CArLONi

96 Monica Sarnellila vita del cantante non puoi farla senza amore

di ALeSSANdrA CArLONi

102 Maxtrisleader del confettificio

106 Gerardo Di Fiorealtro talento forgiato a napoli

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19 L’opinioneil carisma degli scaccini

di FAbriziO CArLONi

20 Bellezzale novità in chirurgia estetica

di ivAN LA ruSCA

22 Expo Milano 2015ha celebrato la campania della dieta mediterranea

di AriANNA NArdi

28 Milano Moda Donnapunti fermi i designer napoletani

di giuLiANO di dOmeNiCO

40 Vietri sul marelì dove si placa il libeccio...di gegè CupertiNO

46 Patrizia Pepewoman is rock!di SergiO gOverNALe

54 “Naples meets the world”missione internazionalizzazione

della moda napoletana

58 Peutereyla sfida 2.0di SergiO gOverNALe

64 Acquedotto Carolinogli acrobatici percorsi del vanvitelli

di gegè CupertiNO

92 Villa Comunaleil real passeggio

di emANueLe di bArtOLO

110 I’M Modelmiriam polverino

117 Professionisti al topbruno bilo

di ALeSSANdrA miLiterNi

120 Fotonotizie

124 Tutto il “gusto” di una crocieraai Caraibi

126 Da R-Store arriva Apple Watch

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128 Tutto Sposi140mila visitatori per la 27ª edizione

132 Trent’anni di moda per Visone

134 Grande successo per la terza edizionedel San Gennaro Day

136 Le Maschere del Teatro Italiano

138 Napoli Film Festivalanteprime, incontri e concorsi

140 Gran successo per il Campus Salute

142 Un calendario per la prevenzione

144 Zuiki raddoppia a Napoli

146 Eden Damiani incanta i napoletani

148 Collezione Natural Luxury Cucinelli

150 Da Feltrinelli tutti pazzi per Rita

152 Bulgari brilla con MassimoBottiglieri a Ischia

154 Capri Cine Galà

156 “Caprinsieme” per la ricerca

158 Parata di stelle all’opening della locationper eventi Belvedere Carafa

160 Party glamour al Virgiliodi FrANCeSCO FOrmiSANO

162 Rock party a Marechiaro

166 Un compleanno fiabescoper Valeria Della Rocca

170 Notte felliniana per Rubinaccidi mAridì SeSSA

174 In 500 per l’opening di “Dei Mille 16”

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L’Opinione

Un altro pezzo della storia dell’uomoche si sta perdendo è quello che col-lega il giudizio sociale alle caratteri-stiche delle proprie prestazioni perso-nali. Dal tempo di Adamo, la qualitàcostituita dalla forza fisica sempre

più integrata, e poi surrogata, dalla spiritualità, dallacultura, dall’intelligenza, dal senso della morale, dallacompostezza ed eleganza dei comportamenti, è sem-pre stata la leva su cui l’umanità ha fatto conto perprogredire, migliorare ed apprendere. Ebbene, conl’avvento della globalizzazione e la rottura con le tra-dizioni millenarie che hanno governato il mondo, ilrobot, il sistema diagnostico medico e finanziario,l’analisi statistica, il call center, il rilevatore di fumi,il numero verde, hanno reso sempre più irrilevantel’uomo nei mille processi che regolano i ritmi dell’es-sere vivente.In poche parole, il senso del pericolo o del rischio daparte del pompiere, del poliziotto, del bancario o delbanchiere, quello del gusto da parte del chimico del-l’industria alimentare, quello dell’olfatto per il misce-latore nell’attività di torrefazione o per il profumiere,sono diventati superflui. La gestione delle risorseumane nello Stato e nelle aziende è diventata attivitàmeramente amministrativa e routinaria, perché qual-siasi valorizzazione, verifica delle prestazioni, loroadeguamento, sono annullate, anche in questo am-bito, dai protocolli e dalle decisioni anonime di unGrande Fratello che regola mosse, moti, risparmi ap-parenti ed atteggiamenti.Ne è derivato, probabilmente sulla base di un disegnolobbistico imperscrutabile alla luce delle nostre cono-scenze, lo scombussolamento di tutto quello che ren-deva l’eccellenza umana fattore vincente. Con questonon vogliamo dire che la TAC, l’ecografia, la colonsco-pia, non siano state preziose al fine dell’allungamentodella vita media; vogliamo rivendicare soltanto il dirittodi sentirci proclamare la buona salute, preferibilmente,o la malattia da un buon clinico che, su quelle indaginie sulle analisi di laboratorio, fa affidamento per avereconferma delle sue ipotesi diagnostiche basate su studiapprofonditi ed esperienze. Così come ci piacerebbe,quando un’apparecchiaturasi guasta o l’impianto di ariacondizionata pompa ariafredda a dicembre, non doverfar affidamento sull’opera-tore sottopagato del call cen-ter albanese. Il ticket web, lo

stramaledetto modello da compilare on line descri-vendo con un numero limitatissimo di sillabe qual èil problema, impera a livello universale. Cosa ne èstato dei geometri, periti tecnici, ingegneri ed infer-mieri che si chiamavano sino ad un lustro or sono eche risolvevano il problema in un baleno? Tutti, inmaniera generale, trasformati in centralinisti che nonservono od in uscieri o ragionieri che vivono di nostal-gia ed aspettano di vendicarsi con l’azienda che ha di-strutto il loro futuro partendo dal passato.Ebbene, questo stato che abbiamo esemplificato, hadeterminato la fine tombale di qualsiasi valore costi-tuito dalle capacità intuitive, dalle caratteristiche este-tiche, professionali, intellettuali, etiche e comporta-mentali. In poche parole, un ottimo commerciale checon il bel biglietto da visita, con l’eleganza, con la co-lazione di lavoro brillante, rappresentava magnifica-mente il marchio e macinava fatturati mitici, è statoannullato dal ridicolo costituito dalle politiche che pre-tendono che, per il contatto con il cliente, si debba ot-temperare ad una serie tali di attività amministrativeda rendere l’incontro d’affari una parte assolutamentemarginale del rapporto con il mercato. Così per l’ap-plicazione dei protocolli medici, universali e standar-dizzati, che potrebbero rendere superfluo, al fine dellacura della patologie, anche il portantino o l’infermiere.A questo processo incontenibile di omologazione nonsono sopravvissuti i carismatici, i brillanti, gli intelli-genti, gli onesti ed i navigati che hanno, anzi, persoogni funzione, ma i gestibili, i plasmabili a direttivefolli che ubbidiscono a progetti utopistici e sballati eche applaudono a piani industriali a breve termineche non possono avere respiri più ampi. I tragici vin-citori del processo in corso da una decina di anni, sonoi cortigiani, gli scaccini ed i maggiordomi che compiac-ciono il narcisismo dei nuovi manager di cartone. Che,ultimi, in base ai progetti mondializzati che perva-dono tutto il mondo della produzione, del commercio,del terziario, della sanità e delle istituzioni, promuo-vono un sistema che si basa sulla totale omologazionedei processi e dei comportamenti. Sistema che vive dell’effetto volano di grandi masse

di capitali, di risorse umane, dibeni di consumo. Volano che,come dimostra l’industria auto-mobilistica e bancaria, se siferma, e non si può fermare, puòdeterminare la fine dell’econo-mia di consumo ed un disastro didimensione epocale.

[email protected]

Con l’avvento dellaglobalizzazione e la rottura conle tradizioni millenarie che hannogovernato il mondo, il robot,il sistema diagnostico medicoe finanziario, l’analisi statistica,il call center, il rilevatore di fumi,il numero verde, hanno resosempre più irrilevante l’uomonei mille processi che regolanoi ritmi dell’essere vivente.

il carisma degli scaccini

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di Fabrizio Carloni

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Bellezza

dott. ivan la rusCa

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le novitàin chirurgia estetica

La chirurgia estetica, avendo per defini-zione lo scopo di ricreare l’armonia delleforme e delle proporzioni secondo canoniestetici universalmente riconosciuti, è ingrado di migliorare l’aspetto fisico e, piùin generale, lo stato di benessere di un in-

dividuo, con ripercussioni positive sulla sua capacitàdi relazionarsi con il mondo esterno.In chirurgia estetica proliferano di continuo novitàche promettono di migliorare l’aspetto dell’individuo,con metodiche innovative, poco invasive, risultati im-mediati e duraturi, e con l’utilizzo di macchinariavente il comune denominatore “Laser” che fa sem-pre un certo effetto sul pubblico.Purtroppo si è rilevato che la maggior parte di questetecniche innovative sono per lo più inefficaci, quandonon addirittura dannose. La riprova di ciò è fornitadal fatto che generalmente non superano l’anno.Se una metodica è realmente efficace, supera laprova del tempo, si consolida e diffonde tra i chirur-ghi plastici, e non resta di certo confinata a pochieletti.La correzione di smagliature o cellulite resta ancoralontana dalla risoluzione, altrimenti la maggior partedei chirurghi plastici la proporrebbe come tratta-mento di base nei propri studi medici. Queste tecni-che innovative, al di là dell’attrattiva del momento,evidentemente non fanno i “miracoli” promessi!Si pensi invece a prodotti come il botulino e l’acidoialuronico che, per la loro comprovata efficacia neltrattamento delle rughe e di altre imperfezioni,hanno trovato diffusione ed applicazione amplissimee stabili nella maggioranza degli studi specialistici. Purtroppo il settore della medicina e chirurgia este-tica è letteralmente invaso da medici privi della ne-cessaria specializzazione, attratti dalla possibilità dialti guadagni nella erronea convinzione che trattasidi medicina e chirurgia di "facile esecuzione". Ma laverità è che solo i medici in possesso della specializ-zazione, conseguita a seguito di anni di studi univer-sitari post laurea, sono realmente in grado di pro-porre le metodiche più opportune per la risoluzionedegli inestetismi, secondo canoni scientifici seri ecomprovati. Pertanto l’aspirante paziente dovrebbe sempre pre-ventivamente informarsi se il chirurgo a cui intende

rivolgersi abbia una specializzazione congrua (guar-dare, per esempio, alla denominazione di "specialistain chirurgia plastica", e non accontentarsi di quelladi "chirurgo estetico o plastico"), e se abbia una pro-duzione scientifica adeguata (pubblicazioni, ad esem-pio), sinonimo di studio e aggiornamento professio-nale. Ai fini della verifica della sussistenza della spe-cializzazione e, quindi, della professionalità e serietàdel medico, oltre ai siti internet, sarebbe opportunofar riferimento a fonti autorevoli come la FederazioneNazionale Ordine dei Medici (FNOMCeO). Ma anchel’iscrizione a società scientifiche di settore come la So-cietà Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva edEstetica, (S.I.C.P.R.E.) e l’Associazione Italiana diChirurgia Plastica Estetica (A.I.C.P.E.) sono indicedi buona reputazione dei chirurghi plastici iscritti.Ci sono casi in cui sarebbe più serio ed opportuno daparte del Medico consigliare al paziente metodichetradizionali come la sana attività fisica e la correttaalimentazione, piuttosto che farlo imbarcare in trat-tamenti estetici innovativi tanto inefficaci quantoinutilmente dispendiosi, deludendone inevitabil-mente le aspettative.Un professionista serio ed onesto agisce così, inscienza e coscienza.Gli altri, da semplici venditori di prodotti.E ciò non è ammissibile in un campo dove, prima diessere “medici estetici” o “chirurghi estetici, si è in-nanzitutto Medici.I venditori di fumo lasciamoli ad altri campi.Qui ci sono in gioco la Salute e l’equilibrio psico-fisicodelle persone, valori irrinunciabili che vanno assolu-tamente tutelati.

L’aspirante paziente dovrebbe semprepreventivamente informarsi se il chirurgoa cui intende rivolgersi abbia unaspecializzazione congrua, e se abbia unaproduzione scientifica adeguata. Ai finidella verifica della sussistenza dellaspecializzazione sarebbe opportunofar riferimento a fonti autorevoli come laFederazione Nazionale Ordine dei Medici.

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le novitàin chirurgia estetica

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per sei mesi Milano è stata casa del-l’Esposizione Universale, andata inscena dal 1° maggio al 31 ottobre. IPaesi di tutto il mondo hanno mostratoil meglio delle proprie tecnologie al finedi dare una risposta concreta all’esi-

genza di riuscire a garantire cibo sano, sicuro e suffi-ciente per tutti i popoli. A fare da “contenitore” adExpo 2015 è stata una splendida area espositiva di1,1 milioni di metri quadri, in cui più di 140 Paesi eOrganizzazioni Internazionali hanno unito le forzeper dare vita ad un evento irripetibile. La manifesta-zione è stata vetrina per le eccellenze nei campi del-l’alimentazione e della nutrizione su scala mondiale,ma soprattutto ha saputo dare ulteriore risalto al giàrinomato “Made in Italy”. Naturalmente anche laCampania si è messa in gioco, e all’interno del Padi-glione Italia ha offerto ai visitatori il meglio dell’espe-rienza culturale e culinaria regionale, dando a tuttila possibilità di scoprire ed assaggiare i prodotti delleeccellenze della tradizione agroalimentare e gastro-nomica locale. Gustare Napoli significa soprattuto immergersi nel-l’esperienza della dieta mediterranea, tema con ilquale la Campania si è presentata ad Expo, nonchéuno dei più discussi dell’intera fiera essendo ricono-sciuto da tanti come modello di sviluppo alimentare,storico e sociale. Ben 429 tipicità gastronomichehanno infatti dato lustro al nostro territorio, con ununiverso di produzioni inimitabili e di grande pregioche solo e soltanto questa regione può vantare, perchéla Campania non è soltanto pasta e pizza. Di fatto,tra le 11 produzioni di Denominazione di Origine Pro-tetta, quelle che hanno riscosso più successo sonostate la mozzarella di bufala, il pomodoro San Mar-zano, il pomodorino del piennolo del Vesuvio, il pro-volone del monaco, il fico bianco del Cilento ed il pre-giato olio extravergine Ravece irpino. Otto le IGP (In-dicazioni Geografiche Protette) che hanno spopolatoall’esposizione, tra cui la mela annurca, il limone diSorrento, il carciofo di Paestum e la castagna di Mon-tella. Estremamente positiva anche la risposta delleimprese vitivinicole, che hanno deliziato le papille gu-stative dei visitatori a suon di Falanghina, Aglianicoe Taurasi. Da non sottovalutare il ruolo ricoperto dal

limoncello, al centro del progetto Fi.li.cos, che intendedare nuova vita agli scarti di lavorazione della sud-detta bevanda al fine di realizzare essenze per pro-durre creme, saponi e deodoranti; un’idea a dir pocogeniale!Ma la Campania dell’Expo non si è limitata ai confinidell’area dedicata: dall’ingegno di architetti napole-tani è infatti nato “The Jewel”, il gioiello che ha in-cantato i visitatori del padiglione dell'Azerbaijan. Unastruttura a dir poco mozzafiato costruita interamentein vetro, acciaio e legno, con tre sfere sospese nelnulla. La squadra che ha dato vita a quello che è statodefinito “il padiglione più bello dell’Expo” è mista (300persone in totale, 250 in Italia e 50 in Azerbaijan), ildesign, però, ha un cuore tutto partenopeo. A idearlosono stati i team di Simmetrico Network, Arassociatie AG&P, che insieme ai pilastri dell’ingegneria napo-letana di iDeas hanno dedicato più di un anno delleloro vite al progetto. Dunque, ad Expo Milano 2015la nostra regione non si è raccontata solo attraversola biodiversità del cibo, ma anche tramite la cultura,le tradizioni ed il genio degli individui che ne sonoparte.

expo milano 2015

ha celebrato la campaniadella dieta mediterranea

Gustare Napoli significa soprattutoimmergersi nell’esperienza delladieta mediterranea, tema con il qualela Campania si è presentata ad Expo.

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di arianna nardi

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N. 21

di giuliano di domenico

Per Salvatore Ferragamo protagonista è ilcotone insieme a sete impalpabili. I fiocchi siattaccano al profilo di ampie maniche, i nastri

si legano sulla schiena, il plissè dà ritmo e i grandi volantpercorrono le scollature.

Con N21 il mix maschile/femminile ritorna con le t-shirt indossate sotto gli abiti sottoveste in chiffon.

Milano Moda Donna con-tinua ad essere unodegli eventi più impor-tanti e seguiti di tuttoil fashion system; seigiorni, più di centoset-

tanta, tra sfilate e presentazioni, e uncalendario fitto di eventi che tra-sforma la città meneghina nella capi-tale della moda.Il made in Italy, apprezzato in tuttoil mondo, deve il suo successo ancheai designer napoletani come Alessan-dro Dell’Acqua che ha saputo risor-gere dalle ceneri e ritornare alla ri-balta con n21, che è diventata unadelle sfilate più attese della setti-mana della moda. Con la nuova col-lezione primavera estate 2016Dell’Acqua si mette nuovamente indiscussione perché è sempre alla ri-cerca di estetiche moderne. Il mixmaschile/femminile ritorna anchequesta volta con le t-shirt indossatesotto gli abiti sottoveste in chiffon.Una nuova sensualità femminile èraccontata negli abiti di macramèdeclinati nei colori pastello, negliabiti di pizzo di cotone sovrappostoda un velo di pizzo chantilly, nellestampe floreali e nelle scarpe daidecori tribali.Massimiliano Giornetti per sal-vatore Ferragamo concentral’attenzione sulle linee, sullagrana della materia, per dise-gnare una figura nobile e so-lenne, caratterizzata da unsenso di leggerezza e auste-rità. Protagonista è il cotoneinsieme a sete impalpabili. Ifiocchi si attaccano al profilo

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Ferragamo

MiLano Moda donna

Punti fermi i designer napoletani

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Trasparenze seducenti, pizzo chantilly, abiti fluttuanti, stampe e intarsi cheriproducono gli stucchi della splendida Cappella dov’è custodito il Cristo Velatosono la sintesi della primavera estate 2016 dello stilista Francesco Scognamiglio. Con Roccobarocco le elaborate stampe tridimensionali creano suicapi un effetto ricamo, dando vita a preziose composizioni e mix floreali.John Richmond, invece, punta sul colore, dal verde oliva al giallo canarinoe una varietà di colori metallici.

di ampie maniche, i nastri si legano sulla schiena,il plissè dà ritmo e i grandi volant percorrono lescollature sottolineando le spalle. La palette deicolori si polarizza sugli estremi opposti del nero edel bianco, accesa da tocchi di ruggine, azzurro,cinabro, rosa, verde.Per roccobarocco il leitmotiv di tutto è unsenso assoluto di naturalezza e libertà. Per la suanuova collezione il designer napoletano immaginaun raffinato viaggio che guarda agli anni Settantacon occhi moderni. Elaborate stampe tridimensio-nali creano sui capi un effetto ricamo, dando vitaa preziose composizioni e mix floreali. Nella pa-lette trionfano il classico bianco e nero insieme areminiscenze hippy.Napoli, il Cristo Velato e la Cappella San Severo

ispirano la nuova collezione di Francesco sco-gnamiglio. Trasparenze seducenti, pizzo chan-tilly, abiti fluttuanti, stampe e intarsi che ripro-ducono gli stucchi della splendida Cappella dov’ècustodito il Cristo Velato sono la sintesi della pri-mavera estate 2016 dello stilista. Mikado di seta,pizzo, tulle e chiffon si uniscono dando vita adabiti eterei dal bianco accecante.John richmond punta sul colore, dal verdeoliva al giallo canarino e una varietà di colori me-tallici. Più romantica e meno rock è la donna delgruppo Moschillo, che continua a mantenerel’animo ribelle indossando felpe con la scrittaPUNK. Le stampe seventies e le trasparenze si al-ternano ai ricami dei long dress che esaltano lafemminilità e la silhouette.

Francesco Scognamiglio Roccobarocco John Richmond

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Fendi

Blogger, influencer, buyer e giornalistihanno popolato la nuova edizione diMilano Moda Donna, sei giorni dedi-cati al “ready to wear” per la prossimaprimavera estate 2016. La donna Er-manno scervino ama i capi ultra

femminili ispirati però dal guardaroba maschile.Abiti lunghi in veli sovrapposti di chiffon e organzascivolano sul corpo, creando una silhouette sinuosa.Il pizzo crea un effetto suggestivo e sensuale. Spolve-rini taglio smoking in molteplici materiali: pizzo mul-tistrato, in pashmina doppiata con pizzo e lavoratadouble, in rafia, in canvas laserato o nella nuova or-ganza foggia militare. Bianco, nero e toni pastello conaccenni di pervinca colorano la palette cromatica.In casa Fendi si punta sulla sartorialità e l’artigia-nalità. Il DNA non sembra inalterato e Karl Lager-feld dona alla nuova collezione un allure noir. I fiorirappresentano il motivo conduttore; ricamati e appli-cati su accessori, abiti e pellicce. Pitone, la pelle, chif-fon, cotone, denim e astrakan convivono perfetta-mente e sottolineano la continua ricerca di sperimen-tazione da parte della maison romana. La collezione di blumarine è percorsa da un palpa-bile desiderio di dolcezza. Protagonista è una donnache si veste per essere e non per apparire; porta im-mensi pantaloni di canvas lavato con bluse di seta,indossa il giubbotto con le grandi tasche sull’abito dasera ricamato, lascia che sul trench si posino, come acaso, delle spille. La silhouette si definisce in movi-mento, ricami e bagliori illuminano le superfici la cuiprofondità è ottenuta con le stratificazioni.Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi per la prima-vera estate 2016, rivisitano la storia di Fay in chiaveanni Settanta. Victoria, la iconica sahariana del guar-daroba del brand, assume grazie al motivo paisleyuna luce del tutto nuova. Il denim a gamba diritta,diventato ricca tela per stampe e ricami, rivoluzionala propria identità di capo quotidiano per rappresen-tare un pezzo speciale del rinnovato guardaroba fem-minile. Le borse, piccole e maxi, esprimono un lookvissuto grazie al cuoio ed al camoscio trattati; arric-chite da intarsi, ricami o piccole borchie, sintetizzanoperfettamente il mood della stagione.Da trussardi tutto si mischia e si indossa a strati:tailleur, gilet con frange, blazer leggeri, sahariane e

Gli stilisti puntanosulle sovrapposizioni

Blumarine

In casa Fendi i fiori sono il motivo conduttore,ricamati e applicati su accessori, abiti e pellicce.Da Ermanno Scervino abiti lunghi in veli sovrappostidi chiffon e organza scivolano sul corpo.Con Blumarine la donna porta immensi pantaloni dicanvas lavato con bluse di seta e indossa il giubbottocon le grandi tasche sull’abito da sera ricamato.

Ermanno Scervino

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Trussardi

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Fay Dolce & Gabbana Giorgio Armani Emporio Armani

spolverini costruiti come top; tutto scivola come acqua sul corpo in assoluta armo-nia. Tagli a vivo e cuciture a punto coperta conferiscono a ogni capo un aspettomaterico e vissuto. L’impatto finale è di una leggerezza sofisticata e gli accessorisono dei piccoli capolavori. Le scarpe raggruppano sandali, anfibi e una nuova ver-sione di derby maschili realizzati in suede o in una micro rete di pelle intrecciata.La sensualità della Maison Giorgio armani non diventa mai sfrontatezza. Ilcorpo è protagonista, rivelato dal gioco di eleganti velature; la giacca, simbolo diuno stile inimitabile, si fa ancora più morbida e avvolgente e le gonne si fermanosopra il ginocchio. Nella palette di colori il rosso viene tagliato dal nero, dal cremae dal grigio perla. Per la sera il gioco delle sovrapposizioni e trasparenze si fascintillante grazie ai ricami che disegnano righe, fasce, motivi.Da Gucci il cambiamento ormai ha fatto tabula rasa di quello che restava diFrida Giannini. Il grande viaggio del nuovo direttore creativo continua e la nuovacollezione ne è la conferma. Si pesca dal baule ancora una volta e l’ispirazionearriva anche da Missoni, Roberta di Camerino e Walter Albini. Quello di Ales-sandro Michele è un mix di stili che ha sapientemente unito per descrivere lasua rivoluzione del brand. I tailleur si alternano agli abiti dalle lunghe gonne instile gipsy, alle divise maschili, alle camicie con maxi fiocco, alle biker jacket conborchie e a capi su cui sembrano disegnati colletti e cinture. Gli accessori diven-tano oggetti di culto da tenere nel guardaroba per la prossima stagione.La nuova collezione Emporio armani esplora diversi modi di essere muoven-dosi tra il gusto classico del maschile al femminile. Le piccole giacche sono abbi-nate a bermuda e shorts, i blazer e gli spolverini a pantaloni a sigaretta. I volumisono ariosi: morbidi i pantaloni che avvolgono la gamba per fermarsi al polpaccio.Top, giacche e abiti sono animati da asimmetrie che creano movimento. Coloripallidi come arsi dal sole, insieme ai grigi, rosa carne, cannella e pesca compon-gono la scala delle nuance scelte da Re Giorgio.Prendere un classico dell’abbigliamento femminile, rispolverarlo e farlo diven-tare il must per la prossima stagione? È quello che ha fatto Prada con il tailleur.La confusione, l’anarchia nello stile diventa nelle mani di Miuccia Prada mo-narchia perché solo lei riesce a ad essere la regina assoluta e ad imporre i propridiktat. Assenza di plateau per le scarpe che hanno un aspetto bon ton del tuttonuovo e per la sera la donna opterà per un look da segretaria luxury.Domenico Dolce e Stefano Gabbana sintetizzano in poche parole la nuova colle-zione: "Ogni tanto ci guardiamo e ci diciamo: non staremo diventando vecchi?Abbiamo così ricominciato a viaggiare per il mondo, a tutte le latitudini. Abbiamoparlato con tutti, abbiamo aperto gli occhi. Le tendenze, per esempio, sono lacosa più inutile di questo momento. Ciò che conta è ascoltare, capire e raccontare.Abbiamo ascoltato le nostre clienti e loro sono diventate la nostra ispirazione.Abbiamo capito cosa vogliono, cosa è cambiato, cosa desiderano. E abbiamo ve-stito tutto questo con un sogno italiano, un distillato di cartoline italiane da ri-camare letteralmente sopra ogni creazione". Le modelle fornite di IPhone sifanno dei selfie in passerella, quasi fossero in uno dei luoghi cuciti sulla nuovacollezione dolce & Gabbana, per fotografare per esempio i faraglioni o la torredi Pisa alle loro spalle. Un giro d’Italia lungo una passerella è la nuova prima-vera estate dei designer siciliani.

Prada

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attoLini

abiti made in naplesda oscar

Da “La Grande Bellezza” a “Youth, La Giovinezza”.Per Massimiliano, imprenditore di terza generazione

assieme al fratello Giuseppe, il rapporto con il cinemaè una consuetudine iniziata dal nonno Vincenzo

con Vittorio De Sica, Eduardo, Totò e Marcello Mastroiannie proseguita con il padre Cesare, da cuila maison partenopea prende il nome.

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di sergio governale

I’Mmade in Naples

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non è un'azienda, ma un labo-ratorio all'avanguardia dovesi fondono l'alta qualità arti-gianale con le nuove tecnolo-gie. A unire i due mondi perdare vita a uno stile unico è

Cesare Attolini, il marchio di abiti maschilimade in Naples che il mondo ci invidia. Perchése è vero che i grandi brand possono contaresu grandi numeri e ingenti risorse, la perfe-zione di una giacca sartoriale che ha fatto lastoria della tradizione partenopea si può rag-giungere solo mantenendo l'intero controllodella produzione, affidata a 130 sarti esperti,rigorosamente all'interno della maison. Eccoperché questi abiti sono da Oscar, come dimo-strano i capi per “La Grande Bellezza” diPaolo Sorrentino, vincitore del premio cinema-tografico, o andando più indietro nel tempoper Vittorio De Sica, Totò, Eduardo e MarcelloMastroianni. A spiegarlo è Massimiliano At-tolini, imprenditore di terza generazione cheha seguito assieme al fratello Giuseppe leorme del nonno Vincenzo prima e del padreCesare poi. Lo incontriamo nel nuovo labora-torio di Casalnuovo. “Qui creiamo le nostrecollezioni, presenti nelle boutique più impor-tanti dei cinque continenti, da New York aMiami, da Atene a Toronto, da Londra a Pa-rigi, da Berlino a Mosca, passando per Los An-geles, Tokyo e Dubai”, dice con orgoglio. Da seianni Cesare Attolini è presente con un proprioatelier a Napoli in via Filangieri, cui sono se-guite le aperture di New York nella centralis-sima Madison Avenue, a Istanbul, Baku(Azerbaijan) e Astana (Kazakistan). “Prestoapriremo nostre boutique direttamente a Mi-lano, Londra e Tokyo”, annuncia.

Partiamo dal cinema: è un rapporto, ilvostro, che parte da lontano.Sì. Iniziò con mio nonno Vincenzo. Totò, DeSica, Mastroianni e Clark Gable sono statidagli anni Cinquanta in poi i principali amba-sciatori nel mondo dello star system interna-zionale. Dopo di loro Vittorio Emanuele III eil duca di Windsor, simboli di come anche leconvenzioni aristocratiche dovettero piegarsial fascino e alla comodità made in Naples. Nonè una leggenda la storia che narra dell'impec-cabile Duca, sempre e solo abbigliato fino adallora con abiti cuciti da sarti inglesi, innamo-rarsi, passeggiando per la magica piazzetta diCapri, di una creazione di Vincenzo Attolini.Al punto di fermare il passante che la indos-sava per chiedergli di chi ne fosse la paternità.

non credo sia l'unico caso, vero?Verissimo. Non è infatti una leggenda nean-che quanto si racconta circa gli interminabilidibattiti fra il principe dei sarti e quello dellacomicità, il grandissimo Totò, sui temi dellapittura e dell'opera lirica. Mio nonno e Totò,

Da oltre dieci annirealizziamo abiti per ifilm di sorrentino.

possiamo dire, senza peccaredi immodestia, che anche gli abitihanno fatto il personaggiodel gagà Jep gambardella.abbiamo poi fornito i capiper michael Caine nel più recentefilm “la giovinezza”.

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mi raccontava spesso mio padre, erano grandi amici e di-scutevano molto, condividendo vari interessi artistici.Spesso Totò veniva nella sartoria di via Vetriera a trovarenonno perché gli piaceva vederlo all'opera. Quei momentiavevano un sapore unico, irripetibile, soleva ripetere papà.

veniamo ai giorni nostri e al jet set attuale.Conosco Paolo Sorrentino da molto tempo. Da oltre diecianni realizziamo abiti per i suoi film. Magistrale Toni Ser-villo ne “La Grande Bellezza”, vincitore del premio Oscarcome migliore film straniero! Possiamo dire, senza peccaredi immodestia, che anche gli abiti hannofatto il personaggio del gagà Jep Gambar-della. Abbiamo poi fornito i capi per Mi-chael Caine nel più recente film “La Gio-vinezza”. Senza ovviamente riferirmi aquesti due grandi attori, mi piace ricor-dare il motto di mio nonno: “Un buonsarto non è altri che un artigiano il qualecrea abiti imperfetti per corpi imperfetti”.

Parliamo della qualità e dallo stile diCesare attolini: da che cosa di-pende?Il senso della misura è il nostro leit mo-tive. Amiamo esprimerci rinunciando alricorso a stravaganze che lasciano iltempo che trovano. Nel nostro operare, laguida fondamentale è innanzitutto ago,filo e la qualità del taglio e dei tessuti. Aben vedere, il segreto è proprio quello di riuscire con sem-plicità e disinvoltura nella difficilissima opera di sintesi tratradizione e contemporaneità. E il risultato di tale sintesiè proprio quell'equilibrio e quell'armonia che si percepi-scono ogni qualvolta si indossa un nostro capo.

Come funziona il vostro laboratorio?Nostro padre, nella metà degli anni Ottanta, spinto dallavoglia di noi figli di esportare la nostra tradizione di sarto-ria napoletana, decise di cominciare una distribuzione in-ternazionale, non contattando i consumatori finali ma av-

la nostra guidaè la qualità dei tessutie del taglio.a ben vedere,forse, il segreto è proprio

quello di riuscire con sempli-cità e disinvoltura nella diffi-cilissima opera di sintesi tratradizione e modernità.il risultato è quell'equilibrioche si percepisce ogni voltache si indossa un nostro capo.

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Giuseppe Attolini, Toni Servillo e Massimiliano Attolini

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valendosi delle migliori boutique di tutto ilmondo. Assieme a lui iniziammo quindi a pro-grammare una costante crescita che ci ha portatidai sei sarti con due abiti cuciti al giorno agli at-tuali 130 sarti che cuciono 40-45 abiti al giornocon il solo ausilio di forbici, ditali, ago e filo, nonbadando alla richiesta più alta che proviene dalmercato. Perché l'accezione di unicità che ognimanufatto deve portare con sé è irrinunciabile ela qualità che sottende tutte le fasi di lavora-zione manuale è un dogma indiscusso. Io e miofratello Giuseppe selezioniamo personalmente imigliori tessuti in circolazione.

Quali per esempio?Filati scozzesi, inglesi, irlandesi e italiani, lanepregiate e cachemire puri. Le tonalità e i disegnisono realizzati esclusivamente su nostra indica-zione, allo scopo di vivificare costantemente lostile distintivo della maison. Nel nostro operarela guida fondamentale è innanzitutto la qualitàdei tessuti e del taglio. A ben vedere, forse, il se-greto è proprio quello di riuscire con semplicitàe disinvoltura nella difficilissima opera di sintesitra tradizione e modernità. Il risultato di talesintesi è quell'equilibrio e quell'armonia che sipercepiscono ogni volta che si indossa un nostrocapo.

Ci parli di questo nuovo laboratorio-salottoin cui ci troviamo.Abbiamo riunito sotto un unico tetto la lavora-zione delle camicie, delle giacche e dei pantaloni.Abbiamo attuato una forte verticalizzazionenegli ultimi anni, in particolare dal 2009. La no-stra è una crescita controllata, perché produ-ciamo tutto internamente. Da poco tempo ab-biamo allargato la produzione alla maglieria, allapelle e alle cravatte, affidando i nostri disegni aselezionatissimi partner esterni. Oggi siamo unasartoria italianissima e internazionale allo stessotempo, in cui forgiamo capi fatti esclusivamentea mano forti dei nostri ottant'anni di esperienza.

Qual è la vostra crescita del fatturato?Nel 2014 la crescita è stata del 12%. Dal 2011 al2013 è stata in media del 20%. Per quanto ri-guarda le previsioni, speriamo di poter consoli-dare la tendenza, confidiamo nel mantenimentodel trend. Abbiamo ricevuto tante richieste di in-gresso nel capitale da parte dei fondi di privateequity, ma abbiamo declinato le offerte perchévogliamo che l'azienda rimanga interamentenelle mani della famiglia.

oggi dove siete presenti?Oltre alle boutique estere in cui sono distribuitii nostri abiti, abbiamo da sei anni un atelier aNapoli in via Filangieri. Da tre anni e mezzosiamo a New York. Abbiamo poi aperto a Baku,Astana e Istanbul. Prossimamente saremoanche a Londra, Tokyo e Milano. Aspettiamosolo di trovare le giuste location.

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nel 2014 la crescita èstata del 12%. Dal 2011al 2013 è stata in

media del 20%. per quantoriguarda le previsioni, speriamodi poter consolidare latendenza, confidiamo nelmantenimento del trend.

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I’M turismo

vietri sul mare

lì dove si placail vento di libeccio…

di gegè cupertino

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terrazze degradanti verso ilmare dalle quali sembra disentir cantare Caruso,verde ovunque, alberi di li-moni: è Vietri sul Mare, si-tuata all'inizio della co-

stiera amalfitana, in pittoresca posi-zione nel Golfo di Salerno. È un luogo divilleggiatura e di produzione di cerami-che artistiche e da rivestimento, cono-sciuta, sin dall'antichità, come cittàetrusca, infatti, secondo la storiografiapiù diffusa, le sue origini sono ricondu-cibili all’antica Marcina, città etrusca ci-tata da Strabone nella sua Geografia.Probabilmente il nome della cittadinaderiva dal termine "Veteri" con cui i Ro-mani definirono gli insediamenti etru-schi. Secondo il mito, è legata alle av-venture di Giasone e dei suoi cinquantaArgonauti che, nel loro peregrinare allaricerca del Vello d'oro, furono sbalzatisu questi lidi dalla forza adirata di Eolo.Qui Giasone, rapito dalla bellezza del li-torale, fondò Marcina, probabilmente laprimitiva Vietri.Le ceramiche ricoprono i muri dellestrade e sono utilizzate come insegne diun percorso turistico - artigianale cheracconta con stili diversi, dal liberty alnaif, la vita del paese scandita dalle sta-gioni, dedicata al mare e al lavoro neicampi; ma anche l'itinerario di fededella via crucis, con ceramiche di varicolori e dimensioni, che conducono allabella piazza dove sorge la cattedrale diS. Giovanni Battista.Si trova ceramica persino sulle spiaggese si scava nella sabbia: variopinti coccidi "riggiole", piatti, statuine, frammentidi una tradizione che risale alla costru-zione di fornaci romane.Tra gli anni Venti e Quaranta del secoloscorso i vietresi lavorarono insieme conartisti tedeschi che erano stati richia-mati dalla bellezza della Costiera Amal-fitana, e dalla personalità di RichardDolker, maestro delle Kunstwerbe-schule di Stoccarda. Il gusto neoroman-tico della colonia di artisti tedeschi resecelebre la figura dell'asinello che da al-lora è il decoro ceramico più venduto. Fu intorno al '600 che la produzione edil decoro della ceramica si estesero aipavimenti, infatti ci sono testimonianzeillustri come il cotto raschiato che sitrova nell'antica sala della bibliotecadella Certosa di Padula. Tra l’800 e il'900, la produzione artigianale rag-giunse il suo massimo splendore ren-dendo la denominazione "ceramica vie-trese" una garanzia di qualità.

il territorio è articolato in sei borghi: albori, raito, Benincasa, Dragonea emolina. ognuna di queste frazioni dellalocalità costiera si veste della suaparticolarità, regalando nel complesso unoscenario mozzafiato di grappoli di caseappese ai pendii della costiera con cupolein stile arabo e antichissime chiese daglielementi romanici e barocchi. 41

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Alla ceramica sono dedicati due spazi espositivi: il Museodella Ceramica Vietrese, ospitato all'interno del complessodi Villa Guariglia a Raito, fastosa residenza estiva di Raf-faele Guariglia, ambasciatore d'Italia, dell'Ordine diMalta, nonché ministro degli Esteri del primo governo Ba-doglio, e il Museo Cargaleiro, nato nel 2003 grazie a unprogetto della Provincia di Salerno e dell'artista porto-ghese Manuel Cargaleiro. All'interno del Museo, ospitatoall'interno del Palazzo dei Duchi Carosino in Corso Um-berto I, sono esposte opere di artisti provenienti da tutti ipaesi del Mediterraneo, che raccontano le proprie cultureinterpretando in chiave moderna l'antica arte della cera-mica.Ma il vero biglietto da visita della città, è rappresentatodal Palazzo della Ceramica Solimene, realizzato dall'ar-chitetto Paolo Soleri sul modello del Guggenheim Mu-seum di New York. Si trova tra la Statale e l'inizio diCorso Umberto I ed appare come un'imponente costru-zione, articolata su un corpo centrale di fabbrica e otto tor-rioni altissimi, sede di uno dei più antichi e prestigiosi opi-fici di ceramica dell'intera Italia meridionale. Ha la fac-ciata interamente ricoperta da tubuli cilindrici in cotto dicolore rosso mattone e verde che rende l'impatto sempli-cemente spettacolare.Vietri è soprattutto un borgo marinaro. Le vecchie cartenautiche indicavano la rada vietrese come punto di riparodal vento di libeccio, tanto che ancora oggi, nelle case enelle chiese, si trovano piccoli vascelli di argilla, ex votoper gli scampati naufraghi. Oggi l'antica città di mare

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alla ceramica sono dedicatidue spazi espositivi: il museodella Ceramica vietrese,ospitato all’interno delcomplesso di villa guariglia araito, fastosa residenza estivadi raffaele guariglia,ministro degli esteri del primogoverno Badoglio, e il museoCargaleiro, nato nel 2003grazie a un progetto dellaprovincia di salerno edell’artista portoghesemanuel Cargaleiro.

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etrusca vanta una lunga striscia di spiaggia attrez-zata: dai Due Fratelli, gli scogli simbolo di Vietri, allespiagge della Crestarella con la torre del Cinque-cento, alla Bagnara, a Marina d'Albori, all'Acqua delFico, al Fuenti.Il territorio di Vietri sul Mare è articolato in sei bor-ghi: Albori, Raito, Benincasa, Dragonea e Molina.Ognuna di queste frazioni della località costiera siveste della sua particolarità, regalando nel complessouno scenario mozzafiato di grappoli di case appese aipendii della costiera con cupole in stile arabo e anti-chissime chiese dagli elementi romanici e barocchi.Raito è presentata da un pannello di ceramica fir-mato Giancappetti che informa i visitatori della sa-lubrità dell'aria. Appollaiato su una collina a due chi-lometri dal centro di Vietri, questo caratteristicoborgo ha origini antichissime e ospita due bellissimechiese. Quella dedicata al culto di Santa Maria delleGrazie, ha al proprio interno elementi romanici e ba-

rocchi e ospita la Cappella del Monte dei Marinai im-preziosita da affreschi della Scuola del Solimena. Lachiesetta di San Vito, invece, fa parte del complessodi Villa Guariglia. Dal rigoglioso parco della resi-denza dell'ambasciatore si gode una vista incantevoledel golfo di Salerno. Nel 1944, quando Salerno fu capitale d'Italia per al-cuni mesi, il Re Vittorio Emanuele III alloggiò pro-prio in questa villa. Altri luoghi di interesse sono i sentieri che colleganole frazioni alte di Raito, Albori con le fonti naturali(Fonte del Cesare) e le frazioni alte di Dragonea conla vallata di Cava de' Tirreni e la Badia. In questopercorso si arriva a un bivio che porta ai percorsidella Avvocatella e della Avvocata. Quest'ultimo èdetto "Sentiero degli Dei" perché si possono goderedelle viste divine e impareggiabili. Dal sentiero del-l'Avvocata si arriva fino al Monte Pertuso sopra Po-sitano.

tra gli anni venti e Quaranta del secolo scorso i vietresi lavoraronoinsieme con artisti tedeschi che erano stati richiamati dalla bellezzadella Costiera amalfitana e dalla personalità di richard Dolker,

maestro delle Kunstwerbeschule di stoccarda. il gusto neoromanticodella colonia di artisti tedeschi rese celebre la figura

dell’asinello che da allora è il decoro ceramico più venduto.

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PATRIZIA PEPEWoman is rock!

la stilista patrizia Bambi: capi quotidianiper donne orgogliose, chic e sensuali

di sergio governale

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euna donna rock quella di Patrizia Pepe, cometutte le donne di oggi che devono davvero pos-sedere molto ritmo ed energia per rincorrere imille impegni quotidiani. Ma è anche una donna“orgogliosa”, proprio come quella del nuovo spotW.O.M.A.N., sempre chic e sensuale, senza ec-

cessi né esagerazioni. Non solo: è pure glamour, dinamica,curiosa, ironica, emozionale. Così Patrizia Bambi, direttricecreativa del brand toscano, che ama definirsi energica, ap-passionata, vera, una donna sportiva – fiera di essere ita-liana – che ama anche la musica e l'arte.

Come e quando nasce Patrizia Pepe?Nasce nel 1993, grazie alla mia grande passione per la modae al desiderio mio e di mio marito Claudio di misurarci inuna nuova avventura imprenditoriale. La nostra azienda,Tessilform, produceva già per diversi brand di abbiglia-mento, ma volevamo darci un'identità più forte, più indipen-dente, attraverso un progetto tutto nostro: un marchio dalcarattere glamorous ma versatile, capace di unire stile e qua-lità in un look perfetto per ogni momento e impegno dellagiornata. La nostra visione della femminilità e dell'eleganza,valorizzata dai plus della vestibilità e del comfort, convinsesubito il mercato, soprattutto per l'attenzione continua allaricerca, all'innovazione, alla sperimentazione. Claudio dirigeda sempre l'azienda a livello imprenditoriale, mentre io mioccupo dello stile e dell'immagine. E credo che uno dei motiviprincipali del nostro successo derivi proprio dalla divisionenaturale dei nostri ruoli e dalle continue sinergie tra le no-stre due squadre, sia per lo sviluppo delle strategie commer-ciali che di marketing e comunicazione. Cosa che ha raffor-zato con straordinaria intensità l'espansione di PatriziaPepe, sia in Italia che sui mercati internazionali. La nostraè comunque una sfida continua, che punta sempre all'eccel-lenza, alla qualità e alla bellezza, per costruire e consolidare,giorno dopo giorno, il rapporto di fiducia con i nostri clienti,basato sulla cura di ogni dettaglio e su un servizio sempredisponibile e attento alle loro esigenze.

ricordi la filosofia che ispira il marchio.Vincente l'intuizione di voler creare un mondo Patrizia Pepe,fatto di passione, bellezza, benessere olistico, rispetto e mo-dernità. Ovviamente da indossare! È così che nasce lo stileunico delle mie collezioni, che rispecchia il gusto, la perso-nalità, ma soprattutto la silhouette della donna, rimanendosempre chic e sensuale, senza eccessi né esagerazioni. Lamia impronta stilistica non trascende mai dai valori fonda-mentali della raffinatezza, della cultura e della sapienza pro-duttiva, seppur con lo sguardo rivolto alle nuove tendenze,al ritmo di vita sempre più dinamico e veloce della moder-nità. Non immagino il capo fine a se stesso, ma lo dedico allifestyle delle donne alle quali mi ispiro. I miei abiti e acces-sori sono sempre pensati per accompagnare e valorizzare leesperienze di vita reale che noi donne viviamo nella nostraquotidianità.

Ci spieghi la sua visione della donna.La donna Patrizia Pepe è un mix di femminilità e sponta-neità, di glamour e sportività, di forza e romanticismo. È unadonna dinamica, curiosa, ironica, emozionale. Ha una pro-fonda sensibilità nei confronti del mondo e dei suoi cambia-menti. Abbraccia il progresso senza mai dimenticare il valoredel passato e delle tradizioni. Si divide continuamente tra il

Patrizia Bambi

l’italia è un paesericco di maestria erisorse. la creatività,

l'eleganza innata, la selezioneaccurata delle materie prime, lasapienza manuale e le tecnichedi lavorazione, il patrimonioche continua a tramandarsiattraverso le generazioni,allineando le tradizionidel passato agli strumentipiù innovativi. Questi valori,assieme alle idee, rappresentanol'unicità e l’esclusivitàdei nostri prodotti.

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lavoro, la famiglia, gli amici e i diversi interessi. Ama viag-giare, ballare, leggere, tenersi in forma, avvicinarsi alle di-verse esperienze come la musica, il cinema e l'arte. Così ilsuo stile nasce dall'armonia tra ricercatezza e praticità, trail desiderio di sedurre e l'esigenza di sentirsi sempre a pro-prio agio negli abiti che indossa. È una donna rock, cometutte le donne di oggi, che devono davvero possedere moltoritmo ed energia per rincorrere i mille impegni quotidiani.Per questo, quando creo un abito, penso soprattutto allalibertà di movimento, alla trasversalità che deve espri-mere. Così, cambiando magari un piccolo dettaglio, comeun accessorio, un look da giorno diventa velocemente unoutfit da sera. Gli abiti e gli accessori che scegliamo devonorendere la nostra vita più bella, ma anche più facile.

sono emblematici in tal senso lo spot W.o.M.a.n. el'omonima campagna pubblicitaria: qual è il mes-saggio che vuole lanciare?Lo spot W.O.M.A.N. rappresenta una scelta davvero inno-vativa e coraggiosa per un brand di moda e l'uso del mezzoTv, assieme naturalmente al canale web, è perfetto per ar-rivare a tutte le donne. Era quello che volevo! Il progettonasce come un vero e proprio inno all'orgoglio di essere

donne. Un orgoglio che, con il video e la campagna, ho vo-luto far diventare assolutamente corale e coinvolgente. Ov-viamente con un pizzico di ironia e leggerezza.

Passiamo a lei e alla sua sfera personale: quali sonoi suoi principali interessi?Amo molto la musica e adoro ballare. Mi piace leggere,quando trovo il tempo. Il cinema e l'arte, sono fra le miepassioni. Mi piace correre, perché mi sento libera. Maanche fermarmi, per stare insieme alla mia famiglia.

da donna, come vive la sua quotidianità?Se guardo la mia quotidianità è un po' come nel videoWoman, perché non voglio mai rinunciare a niente, anchese trascorro gran parte della mia giornata in ufficio, che ècome una seconda casa per me. Ma fino a quando ho l'ener-gia cerco di fare tutto. Sono sempre in movimento, prendodecisioni sul lavoro e cerco di passare più tempo possibileassieme alla mia famiglia. Però due volte alla settimanaprendo lezioni di ballo, per lo più salsa portoricana e latinhustle. Eppure, quando finalmente vado a dormire, nonmi sento stanca ma molto più carica di prima!

È una donna rock quella di patriziapepe, come tutte le donne di oggi che

devono davvero possedere molto ritmoed energia per rincorrere i mille

impegni quotidiani. ma è anche unadonna “orgogliosa”, proprio come

quella del nuovo spot W.o.m.a.n.,sempre chic e sensuale, senza

eccessi né esagerazioni.

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ama la musica? Certo! La musica fa parte della mia vita, mi cambial'umore, può farmi emozionare, per questo è unagrande fonte di creatività. Così come la moda e l'artein tutte le sue forme, ha il potere di abbattere le bar-riere, di oltrepassare i confini, di unire la gente. È si-curamente una delle passioni che ispira maggior-mente le mie collezioni, dunque anche per la realizza-zione del nuovo spot Tv, giusto per citare un esempio,ho voluto dare un ruolo determinante alla scelta dellacolonna sonora. “I'm a Woman” è un pezzo cult, ener-gico e positivo, una specie di mantra per ricaricarsi ericordare quanto sia piacevole essere donna.

ama anche lo sport?Naturalmente. Prediligo la danza e il running… Hoanche partecipato più di una volta alla Maratona diNew York. Tra l'altro, all'interno della nostra azienda,

abbiamo creato una palestra aperta a tutti i dipen-denti. Non solo per gli appassionati di fitness maanche per quelli che, in pausa pranzo, sentono il biso-gno di allenarsi per staccare un po'.

il suo rapporto con l'arte?È costante e appassionante, come quello con la modae la musica. Traggo sempre moltissime ispirazioni daquesto mondo: i colori, le sfumature, le luci e le ombre,i significati oltre la superficie, le sensazioni tattili, leemozioni visive. Ho un debole per Andy Warhol etrovo bellissimo il dipinto “Le Ballerine” di Degas. Al-l'ingresso della nostra azienda ci sono due grandicervi dello scultore torinese Paolo Grassino e nel mioufficio conservo la stampa Mao proprio di Warhol, laLighted Face di Fabrizio Corneli e una scultura del-l'artista irlandese Janet Mullarney. L'amore per

l'arte, soprattutto contemporanea, mi ha portato a in-tegrarla più volte nel nostro spazio di lavoro, un am-biente perfetto grazie alla sua tipica struttura indu-striale. Da anni la grande hall nell'ingresso ospita mo-stre di giovani artisti che si alternano ogni 2 o 3 mesi,visitabili da chiunque. Siamo molto fieri del fatto che,dopo essere passati da noi, alcuni artisti emergentiabbiano delle ottime opportunità in altri contestiespositivi.

si giudichi con tre aggettivi, con i quali intendeessere riconosciuta.Energica, appassionata, vera.

il vostro è un brand made in italy: in che cosaconsiste, secondo lei, la forza dell'italian sound?Italian sound…mi piace questa espressione! Sonofiera di essere italiana, di essere toscana. Oltre al

grande rispetto verso la storia del costume e dellamoda italiana, il profondo legame con la mia terra nonfa che accrescere la sensibilità che il marchio PatriziaPepe nutre nei confronti del made in Italy. L'Italia èun paese ricco di maestria e risorse. La creatività, l'ele-ganza innata, la selezione accurata delle materieprime, la sapienza manuale e le tecniche di lavora-zione, il patrimonio che continua a tramandarsi attra-verso le generazioni, allineando le tradizioni del pas-sato agli strumenti più innovativi. Questi valori, as-sieme alle idee, rappresentano l'unicità e l'esclusivitàdei nostri prodotti, che riflettono sempre un senso dibellezza fortemente legato al territorio locale ma dallospirito straordinariamente globale. L'Italian soundper me è l'equilibrio impareggiabile, e intramontabile,tra il design e la qualità, tra il glamour e l'eleganza,tra l'estetica e la funzione.

lo spot W.o.m.a.n. rappresenta una scelta davvero innovativae coraggiosa per un brand di moda. il progetto nasce

come un vero e proprio inno all'orgoglio di essere donne.

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oltre 150 i protagonisti dell’ap-puntamento dedicato alla modacampana denominato “Naplesmeets the World”. Un progettonato con l’obiettivo di accelerarela crescita dell'industria napole-

tana sui mercati esteri, e di sviluppare, attra-verso una serie di incontri commerciali fra ope-ratori stranieri, stampa estera e imprese cam-pane, una migliore conoscenza della realtà pro-duttiva della Regione favorendo il processo di in-ternazionalizzazione delle aziende di abbiglia-mento, accessori e calzature presenti sul territo-rio.Una kermesse di tre giorni di moda partenopea

nata dalla mente geniale di Luciano Cimmino,patron del gruppo Carpisa-Yamamay, promossadall'Unione industriale di Napoli attraverso laSezione Sistema Moda presieduta da MaurizioMarinella affiancato dal vice presidente CarloPalmieri, e realizzata dall'Ice, Agenzia per la pro-mozione all'estero e l'internazionalizzazione delleimprese italiane nell'ambito del piano ExportSud. L’iniziativa è stata patrocinata dalla Re-gione Campania, dal Comune di Napoli e dallaFederazione Sistema Moda Italia e con il contri-buto di Banco di Napoli e Ferrarelle.L'evento ha dato la possibilità a 60 aziende cam-pane di incontrare 100 operatori e giornalisti pro-venienti da 20 paesi del mondo tra Europa, Medio

“Naples meetsthe world”

Missione internazionalizzazionedella moda napoletana

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Ambrogio Prezioso, Luciano Cimmino, Maurizio Marinella, Carlo Palmieri, Luigi De Magistris, Riccardo Monti, Emilio Di Marzo

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Oriente e Usa. Un’occasione per comunicare nonsolo il valore della manifattura, ma anche il conte-sto, il carattere e il “genius loci” del territorio diideazione e produzione delle collezioni.La delegazione estera è stata di circa 90 ospiti trabuyer, stampa estera ed esponenti del fashion bu-siness, provenienti da Belgio, Francia, Germania,Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera, Australia,Stati Uniti, Cina, Giappone, Corea del Sud, Russia,Kazakistan, Azerbaijan, Libano, Arabia Saudita,che hanno potuto conoscere il nostro sistema mani-fatturiero.Dieci, invece, le imprese leader del nostro territorio,

i cosiddetti “Ambasciatori della moda napoletanadel mondo”: Amina Rubinacci, Barba, Cesare Atto-lini, Finamore, Isaia, Kiton, Marinella, Portolano,Russo di Casandrino, Tramontano Napoli, protago-niste dell’evento. All'apertura nella splendida cor-nice del Teatro San Carlo, hanno dato il benvenutoalla delegazione estera accolta da oltre 1.000 ospititra autorità, rappresentanti della società e delleaziende napoletane, ed hanno fatto da traino alle60 imprese selezionate produttrici di moda uomo,donna e accessori che hanno avuto modo di mo-strare un esempio delle loro collezioni e della capa-cità manifatturiera nelle sale di Castel dell’Ovo.

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Oltre 150 i protagonisti dell’appuntamento dedicato alla modacampana “Naples meets the World”.

Un progetto nato con l’obiettivo di accelerare la crescita dell'industrianapoletana sui mercati esteri e di sviluppare una migliore

conoscenza della realtà produttiva della Regione.

Franco Di Mare, Carlo Palmieri e Rosanna Purchia Riccardo Monti con alcuni ospiti

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La kermesse ha coinvolto anche i più gio-vani, che hanno partecipato attraverso la Se-conda Università di Napoli con una mostradelle capsule collection presentate a Milanonell'ambito della Fashion Week, dal titolo“Tradition and Innovation in italian Style.Dress Stories. SUN Fashion Event”. Il Di-partimento DICDEA con il laboratorio FAREFashion Research Lab, gli studenti e i do-centi del primo e secondo anno dell’indirizzoin Fashion Ecodesign della Laurea Magi-strale in Design per l’innovazione, hannopresentato cinque capsule collections ideatedagli studenti e realizzate da prestigioseaziende del settore Fashion oriented cam-pane. Le Aziende coinvolte sono state CesareAttolini, Deja-Vu, Kiton, Yamamay, e MarioValentino. Durante i corsi tenuti dai docentiPatrizia Ranzo, Maria Antonietta Sbordone,Roberto Liberti e Ornella Cirillo, team di stu-denti si sono cimentati nella ricerca stilisticae nell’innovazione di prodotto e di processodelle aziende coinvolte. Una tre giorni dove Napoli, per la primavolta, ha potuto dimostrare la sua vera fac-cia: bellezza, produttività, cultura e arte almondo del fashion internazionale.

Dieci le imprese leader delnostro territorio protagonistedell’evento, i cosiddetti“Ambasciatori della modanapoletana del mondo”: AminaRubinacci, Barba, CesareAttolini, Finamore, Isaia, Kiton,Marinella, Portolano, Russo diCasandrino, Tramontano Napoli.

Maurizio Marinella, Riccardo Monti e Carlo Palmieri

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La sfida 2.0Il gruppo toscano accelera il piano di

sviluppo e parte alla conquista di Usa e di tuttii Paesi asiatici che si affacciano sul Pacifico

peUterey

Un “consistente” programma di inve-stimenti sul brand, la ridefinizionedei canali distributivi, la razionaliz-zazione delle collezioni e un'innova-zione dello store concept. È il pianodi sviluppo 2.0 di Peuterey, gruppo

toscano presieduto da Francesca Lusini, che intendeimprimere un'accelerazione al progetto di sviluppoe all'espansione internazionale dell'omonimo mar-chio di high casualwear per uomo, donna e bambini.Il via al nuovo corso all'azienda di Altopascio(Lucca) è stato dato dall'imprenditrice lo scorsomese di febbraio, quando ha deciso di affidare le re-dini della società a Francesco Pesci con la veste diamministratore delegato. Il suo compito è quello dirafforzare la presenza del brand a livello globale egenerarne una più solida percezione da parte dellaclientela.Numerose le novità in casa Peuterey. Innanzituttouna nuova linea interamente made in Italy, la fu-tura punta di diamante della distribuzione top classdel marchio per l'uomo, il cui nome e direttore arti-stico saranno svelati il prossimo mese di gennaio inoccasione della Men's Fashion Week di Milano. Unintenso lavoro sarà inoltre compiuto sull'immaginee sull'essenza delle collezioni Main uomo e donna,dove i remake stagionali dei capi storici del brand –

come ad esempio Guardian, il giaccone imbottito inpiuma d'oca – saranno accompagnati da un amplia-mento della proposta: dal capospalla alle diverse ca-tegorie di abbigliamento.La futura sinergia tra le attività di comunicazione,trade e digitale, supporterà poi il marchio nel pro-getto di crescita e globalizzazione che, oltre al con-solidamento in Italia (il cui fatturato rappresentaattualmente il 72% dei ricavi) e in Europa, prevedeil rafforzamento delle aree già attive, come la Coreae il Giappone, e la conquista di mercati, quali StatiUniti e tutti i Paesi asiatici che si affacciano sul Pa-cifico, tra i quali Russia e Cina.La presenza in quest'ultimo Paese è stata di recenterafforzata grazie all'ultima apertura all'internodella Hang Zhou Tower, al quale ha partecipato lastar cinese Chang Xinyu. Il nuovo punto vendita siaggiunge ai monomarca già esistenti per un totaledi sedici flagship in giro per il mondo. Oltre a quelladi Hangzhou, le altre si trovano a Milano, Roma,Cortina d'Ampezzo, Parigi, Anversa, Amburgo, Düs-seldorf, Zurigo, Seul, Dubai, Pechino, Qingdao,Chengdu e ben due store a Shanghai.Attualmente Peuterey, che l'anno scorso ha fattu-rato 75 milioni di euro, realizza l'82% delle sue ven-dite nel canale wholesale. L'azienda intende ora farcrescere anche quello retail con un progetto ad hoc

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di sergio governale

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che proseguirà con un calendario di inaugurazioni che ripercorrerà leprincipali città della moderna Via della Seta. Sono infatti in pro-gramma due aperture all'anno in Cina dal 2016 in avanti. Non solo:sono già previste opening a New York, Londra e Tokyo. A tutto questosi affianca un lavoro per potenziare la piattaforma di e-commerce, giàoperativa in Europa e Stati Uniti.Per quanto riguarda un'eventuale quotazione a Piazza Affari, Lusinispiega che “aprioristicamente non si esclude nulla, anche se ad ogginon è negli obiettivi dell'azienda. Ciò che sicuramente ci interessa dipiù non è pensare al mercato azionario, bensì organizzarci, prepararci,disporre processi, dimensioni e un modello aziendale “da Borsa”. È perquesto che abbiamo partecipato al progetto “Elite” di Borsa Italiana.Nelle ultime stagioni Peuterey ha ricevuto grande consenso ed esposi-zione internazionale grazie anche alle apparizioni di celebrità del cali-bro di Sara Jessica Parker, Olivia Palermo, Justin Bieber, l'attrice NiNi, l'attore Deng Chao e il ballerino Huang Doudou in Cina, l'attricerussa Eugenia Malakova e il ballerino solista del Teatro Bolshoi An-drey Merkuriev, fotografati mentre indossano le giacche iconiche delbrand.Il brand propone modelli versatili, pratici e resistenti ai climi piùfreddi, realizzati con lavorazioni artigianali e materie prime eccellenti,tessuti tecnici, nylon e microfibra. Peuterey è celebre per i giubbotti,parka, giubbini altamente performanti e confortevoli, a cui affiancamodelli storici di giacca realizzati con canvas e pelle. Il marchio ita-liano dal nome francese propone un abbigliamento ricercato e di ten-denza, rivolto a un pubblico che desidera un look contemporaneo senza

rinunciare alla praticità e alla funzionalità.La collezione uomo-donna per la stagione autunno-inverno 2015-16 diPeuterey prende a modello ispiratore la professione del fotoreporter,come filosofia di vita in divenire tra la città e la natura, l'urbano e ilselvaggio, ma anche l'estremo. Un'avventura a caccia della notizia. Ungirovagare metropolitano, ma non solo, per catturare un istante irri-petibile.Partiamo dalla donna. Il viaggio parte dal cuore pulsante della civiltà:la città. Frenetica, cosmopolita, brulicante di energie, come negli scattidi Margaret Bourke-White. A quel mondo moderno si ispirano i coatasciutti e allungati nella forma, ma imbottiti sul retro a riscaldaresenza appesantire la silhouette. Il parka di nylon si costella poi di ta-sche multifunzionali, tiranti metallici e fodere water repellent a con-trasto per ravvivare la monocromia dei grigi acciaio, dei neri asfalto edei blu notturni. A rendere più grintoso il messaggio arriva inoltre unacarrellata di pellicce rigorosamente ecologiche, come le creature im-mortalate dall'obiettivo di Orsolya Haarberg. A ispirare i capi più tec-nici e ideali per le performance ad alta quota ci pensa il lavoro di MariaStenzel. Qui il cappotto in panno infeltrito di pura lana vergine è ac-cogliente, morbido nella costruzione sartoriale e contraddistinto da det-tagli trasformabili: dal collo di maglia smontabile all'interno in orsettoutilizzabile come gilet. Per le più sportive arrivano i completi PeutereyArctic, set di imbottiti dalle straordinarie capacità termiche, ideali pergli sport invernali e la vita all'aria aperta sui ghiacciai.

Numerose le novità in casa Peuterey. Innanzitutto una nuovalinea interamente made in Italy, la futura punta di diamante

della distribuzione top class del marchio per l'uomo, il cui nomee direttore artistico saranno svelati il prossimo mese di gennaio

in occasione della Men’s Fashion Week di Milano.

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Passiamo all'uomo. Peuterey cita il lavoro e la fi-gura di Bill Cunningham, celebre e celebrato teleo-biettivo del New York Times. Dal suo gusto classicoe senza tempo nasce il nuovo parka imbottito, strut-turato in alternativa al cappotto. Per i più corag-giosi l'attenzione si sposta sul lavoro avventuroso diSteve McCurry, occhio attento del National Geogra-phic e girovago per definizione. Qui la collezione di-venta più casual, trasversale e trasformabile, comeil bomber outdoor, prima indossato nell'impermea-bilità del nylon tecnico tre strati e poi rovesciato permostrare un vello di pelliccia tessile brunita.Per chi non rinuncia alle grandi performance in altamontagna, anche qui c'è la linea Peuterey Artic,ideale per gli sport invernali e la vita all'aria apertasui ghiacciai. In un omaggio agli scatti siderali di PaulNicklen e all'energia delle avventure ad alta quota.“Quello per l'inverno è un viaggio attraverso gliscatti di fotografi culto come Bill Cunningham,Steve McCurry e Paul Nicklen per l'uomo e Marga-ret Bourke-White, Orsolya Haarberg, Maria Stenzele Garance Dorè per la donna – spiega Coppola –.Partendo dal mondo visto attraverso i loro obiettiviabbiamo realizzato una collezione multitasking,adatta alla vita in città tanto quanto alle fughe im-mersi nella natura. Dai grandi classici, agli imbot-titi più tecnici e tecnologici, per spiegare la trasver-salità dell'universo Peuterey”.Un viaggio attraverso gli orizzonti sconfinati del de-serto di Sonora caratterizza invece la collezioneuomo-donna per la primavera e l'estate 2016, fatta

di capi multifunzionali e tessuti dall'aspetto natu-rale ispirati dalla vegetazione di questi luoghiestremi. Un susseguirsi di terre aride e colori pol-verosi tra i paesaggi di California e Messico, senzarinnegare certe atmosfere urbane.Iniziamo anche in questo caso dall'uomo. A partireda Peuterey, bomber double face e double color dautilizzare tutto il giorno. Per andare incontro ai vio-lenti acquazzoni estivi il coat cerato e nastrato di-venta il capo cult di stagione. Le proposte total looksono fatte di pezzi intercambiabili, visivamente fortia seguire le suggestioni desertiche, senza rinnegarela facilità d'uso cittadino. Come il trench rigorosa-mente waterproof.La sahariana di camoscio rifinita a mano si indossapoi con la maglieria di cotone melangiata nei tonidel tramonto, lavorata in un tecnologico effetto a ca-nestro. Completano tutto shorts cerati voluminosi el'alternativa alla classica camicia. Pensato per le av-venture outdoor è il parka ottanio con la fodera incontrasto.Per la donna nuovi must sono i montgomery tecniciin blocchi di colore da utilizzare tutto il giorno nelletonalità dei cieli tersi della Baja California. Anchein questo caso c'è il coat cerato e nastrato, vero capopassepartout da città tanto quanto da week end out-door. Morbida come le dune di sabbia dalle qualiruba i colori riscaldati è la nuova sahariana daesploratrice metropolitana. Stessa attitudine per lospolverino verde militare “Talitha” dalle volumetrieallungate, nuova it jacket della stagione.

La collezione uomo-donna perla stagione autunno-inverno 2015-16

di Peuterey prende a modelloispiratore la professione del

fotoreporter come filosofia divita in divenire tra la città

e la natura, l'urbano e ilselvaggio, ma anche l'estremo.

Un’avventura a caccia dellanotizia. Un girovagare

metropolitano, ma non solo,per catturare un istante

irripetibile.

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era il marzo del 1753 quando i lavoriper l’acquedotto, progettato da LuigiVanvitelli su commissione di re Carlodi Borbone, presero il via tra lo scetti-cismo generale delle maestranze del-l’epoca che vedevano l’opera come

qualcosa di tecnicamente impossibile. Non eradella stessa opinione Vanvitelli, ovviamente. Nel 1770, con una spesa complessiva di 622.424ducati, i lavori furono reputati compiuti. Dopoquasi 17 anni d’impegno, e con il supporto dei piùstimati studiosi e matematici del regno di Napoli,

l’opera lunga 38 km venne riconosciuta come lamaggiore del XVIII secolo per interesse architet-tonico e ingegneristico.Il lavoro si divise in tre grandi blocchi: dal monteFizzo al monte Ciesco, un secondo blocco dalmonte Ciesco al Garzano e dal Garzano fino allareggia. Fra il 1753 ed il 1755 fu compiuto il primotronco dell’acquedotto dalle sorgenti del Fizzo,poste alle falde del Taburno, al monte Ciesco, su-perando una palude, il fiume Enza, con un ponte,e la collina del Prato, dove fu trovata un’altra sor-gente. Fra il 1755 ed il 1762, fu forato il monte

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di GeGè Cupertino - foto di fabrizio Carloni

Gli acrobatici percorsi del Vanvitelli

acquedottocarolino

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Nel 1770, con una spesacomplessiva di 622.424ducati, i lavori furonoreputati compiuti. Dopoquasi 17 anni d’impegno,e con il supporto dei piùstimati studiosi ematematici del regno diNapoli, l’opera lunga 38km venne riconosciutacome la maggiore delXVIII secolo perinteresse architettonicoe ingegneristico.

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Croce, dove le maestranze si trovarono in tali difficoltà da deci-dere di sospendere i lavori in segno di protesta per i pericoli con-nessi al duro scavo. La sospensione dei lavori del tunnel delmonte Croce, minacciata dai lavoratori, fu scongiurata dalla ve-dova di un operaio morto sul lavoro. Essa, silenziosa e vestita alutto, riuscì a convincere i lavoratori a termine quel lavoro per ilquale il loro compagno aveva dato la vita.Nel 1755 si giunse alla foratura del monte Longano da cui Van-vitelli decise di raggiungere il monte Garzano mediante la co-struzione di un ponte che superasse la grande vallata fra i duemonti. Quel ponte, detto i Ponti della Valle, con i suoi 529 metridi lunghezza, era all’epoca il ponte più lungo d'Europa, e ricalcavaquelli romani superandoli in grandiosità. È annoverato tra le piùimportanti opere d’arte del mondo e costituisce l’elemento piùspettacolare dell’intero condotto.Il Vanvitelli, che aveva una grossa esperienza in campo idraulicoe ben conosceva gli acquedotti romani, il Pont du Gard in Pro-venza e il Pont Maintenon, concepì quest'opera grandiosa con 3ordini di archi a tutto sesto, il cui numero aumentò progressiva-mente: 19,27 e 43. Un passaggio permette di percorrere tutti gliordini, mentre sulla parte superiore corre una strada pavimen-tata in pietra, con parapetti, larga circa 3 metri. L'acquedottopassa sulla parte superiore della struttura. Il ponte di particolare pregio architettonico, è dal 1997 patrimo-nio mondiale dell'UNESCO (assieme all'intero acquedotto, allareggia di Caserta e al complesso di San Leucio). La qualità dell'opera vanvitelliana è testimoniata anche dallasua resistenza ai tre violenti terremoti che hanno colpito l'areanegli ultimi due secoli, senza intaccare l'impalcatura del viadotto.Alla base del ponte vi è un monumento-ossario, inaugurato il 1ºottobre 1899. Il monumento contiene resti dei soldati morti nellabattaglia del Volturno perché circa un secolo dopo, i Ponti dellaValle divennero famosi per lo scontro delle forze garibaldine co-mandate da Nino Bixio con le truppe di Francesco II. Questo os-sario, quindi, fu costruito per commemorare i garibaldini feritinella battaglia e ricordare l’evento. Il monumento è costituito daun obelisco triangolare, con una stella di bronzo simboleggiantel'Italia, che si eleva da una base triangolare in cui si apre la portaper l'ingresso all'ossario; ai lati di questa, dei bassorilievi raffi-gurano Garibaldi e Bixio, mentre, sulla porta, una statua inbronzo raffigura la Vittoria Alata. L’opera è godibile in qualsiasiora del giorno ed anche di sera tarda se c’è la luna piena. Se si sale il monte Garzano (basta seguire le indicazioni per ilsantuario di san Michele Arcangelo), subito si passa l’arcata cheporta le grandi lapidi commemorative della costruzione dell’ac-quedotto. Poi, a mezza costa del monte, si passa sotto un’arcatadell’ultimo livello degli archi del condotto. Da lì la veduta deiPonti della Valle mozza il fiato. Si può notare da qui anche labianca costruzione dell’Ossario dei garibaldini. Questa costru-zione è sulla destra della strada, per chi proviene da Maddaloni.È vietata la possibilità di fare pic-nic e scampagnate. Non è in-frequente, perciò, trovare nel posto venditori vari ed anche quelliche vendono ‘o pede e ‘o musso, gustoso affettato del piede e delmuso di vitello condito con sale e limone, il tutto in un ecologicofoglio di carta oleata. Si mangia con le mani. Chi lo ha provatoconsiglia di non farselo scappare…Successivamente, si forò quindi il monte Garzano con tre anni diduro lavoro e usando la polvere da sparo. Nel 1759 Carlo di Bor-bone inaugurò questo primo blocco di lavori. Nel 1762, l’acque-dotto funzionava appieno fino all'imbocco del traforo del monteGarzano. L’inaugurazione di questo tratto ebbe momenti dram-matici perché l’acqua ritardò a raggiungere la fine della condottatra lo scetticismo di molti, il disagio del giovane Ferdinando IV eil panico di Vanvitelli. Finalmente l’acqua arrivò tra gli applausidella folla. Il re abbracciò Vanvitelli e lo gratificò di 1000 ducati.

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L'acqua fu poi portata a Caserta, attraverso le frazionidi Casola, Tuoro, Santa Barbara. Il capolavoro edilizio dell'acquedotto fu l'orgoglio diVanvitelli e delle maestranze che avevano lavoratosotto la guida tecnica di Francesco Collecini e del Pat-turelli. L'acqua zampillò finalmente dalla collina diBriano alimentando le numerose cascate del parcodella Reggia, salutando la vittoria della fatica umana.L’acquedotto, denominato Carolino in onore del re, co-stituisce una grande opera di ingegneria idraulica euna delle imprese piu importanti realizzate dai Bor-bone. La costruzione di un acquedotto, che portassel’acqua dalle sorgenti del Fizzo alle vie d’acqua del Pa-lazzo Reale di Caserta, fu uno straordinario successotecnico che diede ulteriore fama all’architetto LuigiVanvitelli il quale riuscì così a smentire tanti uominidi scienza che avevano teorizzato che mai l’acqua delFizzo sarebbe giunta a Caserta. I calcoli di Vanvitelli e dei suoi collaboratori e l’abilitàdelle maestranze avevano consentito di superare tuttele difficoltà, particolarmente quella di riuscire a dare

al condotto una pendenza media di solo mezzo milli-metro per metro di percorso.L’acquedotto portò acqua nel beneventano ed ai mu-lini, alle vasche, alle fontane, alle peschiere, ai giardinie agli impianti idrici dell’intera reggia e della città diCaserta, oltre a servire all’irrigazione dei campi caser-tani, all’abbeveraggio del bestiame, ai pastifici. Im-messa infine nell’acquedotto Carmignano, arricchì laportata di questo acquedotto che portava l’acqua a Na-poli. Il condotto ha uno sviluppo in lunghezza di circa 38Km, come già accennato, largo 1.20 metri ed alto 1.30.È tutto interrato, tranne la parte che passa sui pontied e segnalato da 67 torrini, caratteristiche costruzionia pianta quadrata e copertura piramidale, destinatea sfiatatoi e ad accessi per l’ispezione. Il condotto rap-presentava una moderna infrastruttura lungo la qualesi estendevano giardini e tenute reali destinate sia ascopi di svago che a fini produttivi in un susseguirsidi paesaggi montani e fluviali.

Nei pressi delle sorgenti del Fizzo, nel territorio di Ai-rola dove ha origine il percorso dell’acquedotto Caro-lino, furono realizzati due collettori, il Carcarella ed ilFicucella, che scaricavano le acque in due vasche diraccolta: “le vasche del Fizzo”. Le vasche facevano siche l’acqua si depurasse ed inoltre era presente unmeccanismo del troppo pieno qualora la portata au-mentasse improvvisamente. Oggi tutta l’area e stataripulita da arbusti e sterpaglie rendendola fruibile pergodere del suggestivo rumore dell’acqua sorgiva e dalpaesaggio circostante. L’antico Mulino che si trovavanei pressi delle vasche e stato trasformato in Masseriae nei pressi si trova il primo dei 67 torrini che seguonoil condotto del Carolino. La storia ci ha resi ricchi con opere imponenti comel’acquedotto carolino ma sta a noi mantenere in vitatale ricchezza e non lasciare che il tempo che passainesorabile possa cancellare tutto. A tal proposito,Gennaro Caparco, in qualità di promotore dell’orga-nizzazione di vigilanza volontaria per i beni culturalisi occupa del sollecito e della promozione delle opere

di tutela e di mantenimento dell’Acquedotto Carolino.Tramite i social network social network ha dato il viaa una raccolta firme per una petizione rivolta alle isti-tuzioni ma non ha ricevuto, ad oggi, alcuna rispostaconcreta e l’opera si sente abbandonata.Andrebbero verificate le strutture degli archi, la puli-zia del luogo avviene sporadicamente, la casa dell’excustode potrebbe diventare un museo. Ma senzal’aiuto delle istituzioni nulla potrà farsi.Lo scorso giugno il comitato per la valorizzazione delsito si è riunito perché è stato rinvenuto un nuovotronco dell’acquedotto grazie alla collaborazione del-l’architetto Ettore Ventrella, il Tronco di San Bene-detto, inserito nel circuito. Per il momento non ci sonofondi destinati al recupero, ma tantissimi sarebberogli interventi necessari al mantenimento del grandiosolavoro del Vanvitelli. Sarebbe bello se l’uomo di oggiavesse la sensibilità per apprezzare, valorizzare e cu-stodire quello che il passato con generosità gli ha do-nato.

La qualità dell’opera vanvitellianaè testimoniata anche dalla suaresistenza ai tre violenti terremotiche hanno colpito l’area negliultimi due secoli, senza intaccarel’impalcatura del viadotto. Allabase del ponte vi è unmonumento-ossario, inaugurato il1º ottobre 1899. Il monumentocontiene resti dei soldati mortinella battaglia del Volturno.

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di alessandra Carloni

maUrizio

de GiovaNNi“L’ispirazione è come una serie di stanzedi cui basta aprire la porta e raccontarea chi sta fuori quello che si è visto”.

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immaginate un uomo seduto al tavolino delGran Caffè Gambrinus, ha un'aria assorta eun portatile acceso in attesa dell'ispirazione.Ha 15 ore a disposizione per portare a ter-mine un racconto e partecipare ad una garaper giallisti esordienti cui i colleghi l'hanno

iscritto a sua insaputa. Questa è la fotografia del mo-mento in cui è iniziata la seconda vita di Maurizio DeGiovanni che, nel 2005, quel concorso lo ha vinto.Oggi è uno scrittore affermato, pluripremiato, i suoiracconti sono tradotti in inglese, francese, tedesco,spagnolo, catalano e danese. Una zingarella è statala musa ispiratrice del ciclo di romanzi, pubblicati daEinaudi Stile Libero, che ha per protagonista il com-missario Luigi Alfredo Ricciardi, un poliziotto che do-mina la scena criminale della Napoli degli anniTrenta. La piccola gitana, quel giorno al Gambrinus,ha fatto una boccaccia dal vetro del bar ed è svanitacome un fantasma. Così De Giovanni ha preso a scri-

vere del poliziotto che vede i morti e ne coglie l'ultimopensiero. Da allora è diventato un caso letterario edopo aver dato vita al malinconico commisario Ric-ciardi, ha dato alla luce l'inquieto e contemporaneoispettore Lojacono. Nel 2014 De Giovanni ha pubbli-cato, sempre per Einaudi Stile Libero, l'antologia"Giochi criminali" (con Giancarlo De Cataldo, DiegoDe Silva e Carlo Lucarelli) e nel 2015 è uscito per Riz-zoli il romanzo "Il resto della settimana", apparte-nente alla serie sportiva dei suoi capolavori, perchè loscrittore napoletano è anche un grande appassionatodi calcio. L'ispirazione di Maurizio De Giovanni sem-bra non conoscere crisi e lo porta a infilare un suc-cesso letterario dopo l'altro. Tra i più recenti ricor-diamo la raccolta di racconti “Le solitudini del-l’anima”, edito da CentoAutori. Si tratta della secondaantologia di storie brevi dello scrittore napoletano. Laprima, “ Le mani insanguinate”, è uscita l’annoscorso. In ogni pagina, in ogni romanzo, in ogni rac-

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Maurizio De Giovanni.Nato a Napoli, il 31 marzo 1958.È uno scrittore di romanzi gialli.

Tra le sue opere più celebri“Juve-Napoli 1-3” e le serie del

commissario Ricciardie dell’ispettore Lojacono.

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conto, c'è Napoli, la città cui è legato da un profondosenso di appartenenza.

Quando ha scoperto di avere talento per la nar-rativa? Non l’ho scoperto ancora, a dire la verità. Mi sono tro-vato iscritto per scherzo a un concorso per esordientie per non dare soddisfazione agli amici buontemponici sono andato, inventandomi in quella occasione Ric-ciardi e vincendo il concorso. Ne sono felicissimo, masono convinto che il vero talento, quello immenso e in-sopprimibile, venga fuori da ragazzi e accompagni pertutta la vita. Nel mio caso, credo solo di aver inventatoun paio di buone storie e di avere qualche bel perso-naggio che me le racconta.

Tutti sappiamo chi è oggi, ma chi era MaurizioDe Giovanni, impiegato di banca?Un uomo normalissimo e sereno, che affrontava conimpegno il proprio lavoro e combatteva con le millequotidiane preoccupazioni che hanno tutti i papà. Népiù né meno di ogni altra persona, insomma. Ancheoggi cerco di rimanere uguale a me stesso, nella con-sapevolezza di aver avuto molta fortuna con questameravigliosa occasione di cambiare vita.

In cosa è cambiata principalmente la sua vita

da quando è un caso letterario?Be’, la gente mi riconosce per strada e mi chiede difarsi un selfie con me, o di firmare pezzi di carta. Lacosa mi diverte, ma cerco di non dare a questa noto-rietà più peso di quanto sia necessario. Ho però l’oc-casione di dire la mia opinione in molti contesti, e mifa molto piacere perché ci sono questioni in cui parlarchiaro è fondamentale.

Scrive ad un ritmo molto elevato e riesce sem-pre ad inchiodare i lettori. Come fa a tenere ac-cesa la fiamma dell'ispirazione?Non è una cosa complessa. Funziona come una seriedi stanze di cui basta aprire la porta, e dare un’occhiataa quello che succede all’interno per poi raccontare a chista fuori quello che si è visto. Finora non ho mai avutoproblemi a cercare le storie, anzi ne ho molte di più diquante riesca a metterne su carta; ma se dovesse ac-cadere, semplicemente smetterei di scrivere perché amio modo di vedere uno scrittore onesto se non haniente da raccontare non deve scrivere nulla.

Napoli è molto presente nella sua vita, nei suoilavori. Che rapporto ha con la sua città?Il mio rapporto con Napoli è quello che si può averecon una madre invadente e impicciona, sovrabbon-dante e chiassosa, di quelle un po’ rompiscatole di cui

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Mi sono trovato iscritto per scherzo a un concorso peresordienti e per non dare soddisfazione agli amici

buontemponi ci sono andato, inventandomi in quellaoccasione “Ricciardi” e vincendo il concorso. Sono statofelicissimo, ma sono convinto che il vero talento, quello

immenso e insopprimibile, venga fuori da ragazzi.““

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ci si vergogna a volte, ma che mai si cambierebbe connessun’altra. Vedo i difetti, ne parlo e ne discuto, manon sarei me stesso da nessun’altra parte e non in-tendo abbandonarla. L’amo disperatamente, e nesono profondamente scontento; se tutti fossimo con-sapevoli di esserne figli, magari potremmo cominciarea cambiarla un po’.

Il suo commissario Ricciardi percepisce gli ul-timi pensieri dei morti prima di spirare. Qualisono secondo lei quelli più frequenti?Ricciardi sente l’ultimo pensiero dei vivi, non deimorti. Ne sente l’immensa malinconia del distacco, ildolore della perdita dei sensi, la consapevolezza tar-diva della bellezza della vita che si sta per lasciare.Sente un dolore cieco, ottuso e disperato, al quale nonpuò dare sollievo ma che può contribuire a dimenti-care dando giustizia a chi è stato ucciso. Oggi siamotestimoni di morte portata in luoghi di vacanza, suuna spiaggia, in mezzo a bambini; possiamo sentireanche noi quello che ascolta Ricciardi, se solo poniamoun po’ d’attenzione a quello che ci succede attorno.

C'è un personaggio tra quelli che ha creato chele assomiglia e perché?Sono convinto che uno scrittore non debba rappresen-tare se stesso, ma solo personaggi credibili. È peròinevitabile che in quei personaggi vada a finire la pro-pria storia, le persone incontrate, i film visti e i libriletti, le storie d’amore e di odio che ci hanno sfiorato.Penso che tra i miei personaggi quello che casual-mente mi assomigli di più sia il brigadiere Maione,della serie di Ricciardi. La paternità, il modo di amarela città confondendosi in essa, l’istintività dei compor-tamenti credo siano miei.

Lei è un calciofilo devoto alla squadra del Na-poli. Cosa pensa del nuovo allenatore?Penso che sarebbe stato giusto che Sarri fosse laprima scelta e non la quinta o la sesta, e che fosse le-gittimato da un contratto almeno biennale e non an-nuale. Penso anche che sia un ottimo allenatore, chel’anno scorso abbia impartito al signor Benitez duebelle lezioni e che ci stia dando delle ottime soddisfa-zioni.

Ci parli del suo ultimo romanzo della seriesportiva, "Il resto della settimana".È un romanzo attorno al calcio ma che di calcio parlamolto poco. Diciamo che si concentra sull’effetto diquesta malattia (che altrimenti non si chiamerebbe“tifo”) sul popolo dell’unica grande metropoli italianacon una squadra sola: una città che con la propriasquadra si identifica moltissimo. Spero sia in gradodi divertire ma anche, se possibile, di commuovere unpo’.

Ricciardi ha difficoltà nel comunicare con l'al-tro sesso, lei che rapporto ha con le donne?Non le ho mai capite, e devo onestamente dire chenemmeno ci provo. Penso siano la maggiore meravi-glia del creato, che siano depositarie di ogni passionee che siano uno dei motivi per cui valga la pena vivere,

ma di qui a capirne le linee di ragionamento ne passa.Sono però felicissimo di raccontarne, e scopro semprecon sorpresa che anche i miei personaggi femminilinon si lasciano capire da me ma hanno alla fine unaperfetta coerenza comportamentale.

Se diventasse sindaco della sua città e allena-tore della sua squadra, quale sarebbe il suo pro-gramma?Per carità! Sono felice di essere uno che racconta sto-rie, ma di così… articolate e profonde non riesco pro-prio a inventarne. A ognuno il suo mestiere, per for-tuna.

È vero che un albergo partenopeo che le ha de-dicato una stanza accanto a quelle intitolate aMarilyn, alla Loren e alla Hepburn? Cosa hapensato quando lo ha saputo?Ho partecipato all’inaugurazione di quella stanza,graziosa e “narrativa” come lo spirito dei gestori delCine Holiday, l’hotel in questione, impone. Ne sonostato incuriosito e molto orgoglioso, nella piena con-sapevolezza che ci siano moltissimi napoletani chel’avrebbero meritato molto più del sottoscritto.

Ci parli del suo ultimo romanzo.Quest'ultimo romanzo, “Anime di vetro – Falene peril commissario Ricciardi” è una storia di rinuncia, sa-crificio, amore e mare sulle note di una delle più bellecanzoni della nostra immensa tradizione. Spero pro-prio che possa piacere ai lettori. Lo spero con tutto ilcuore.

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Obiettivo internazionalizzazioneAccordi in Germania e Russia.

Prossima tappa: il Medio Oriente

Camomilla

di sergio governale

I’Mmade in Naples

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Camomilla italia racconta la storia diogni donna da oltre quarant'anniattraverso un abito, un dettaglio,un accessorio. I numeri di questomarchio di abbigliamento e acces-sori per l'universo femminile – di

proprietà della società partenopea Cmt (Compa-gnia Manifatture Tessili Srl), che ha dato vita aun progetto di franchising altamente strutturatoe competitivo, oggi diventato una delle realtà piùradicate del panorama nazionale italiano – sonodi tutto rispetto. Oltre duecento negozi mono-marca in tutta Italia, in grado di generare un girod'affari di circa 70 milioni di euro con oltre duemilioni di capi venduti all'anno e più di 700milaclienti fidelizzate.La storia parte quindi da lontano. Dopo averaperto il suo primo negozio monomarca a Napolialla fine degli anni Settanta, adesso l'aziendaguarda verso Oriente, dove ha intenzione di cre-scere gradualmente, e all'Europa, dove sono incorso già degli accordi con partner locali in Russiae Germania. L'impresa made in Naples è in una

fase di continuo scouting per questa prima fase diinternazionalizzazione, prospettando per il futurol'arrivo di una consistente quota di vendite daimercati esteri.Il marchio, il cui nome è associato a eleganza e so-brietà, si è conquistato sempre più nel tempo lastima del pubblico femminile. Un percorso di cre-scita culminato per Camomilla con l'apertura delsuo e-shop nel mese di ottobre del 2014. Il pro-getto di vendita on-line e il restyling dell'interosito sono stati realizzati al fine di dare la mas-sima visibilità alle collezioni, composte ogni sta-gione da circa mille riferimenti per incontrare ilgusto di ogni donna.Secondo la società, che da tempo pensava a questotipo di operazione, il debutto nell'e-commerce in-fluenzerà la crescita dei ricavi in maniera espo-nenziale. Le clienti possono ora acquistare la col-lezione allo stesso prezzo del canale retail e par-tecipare alle stesse attività promozionali.La mission aziendale? Creare valore. L'offerta delbrand, sia per il partner sia per la cliente, non siriduce alla semplice “vendita” di un prodotto, ma

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La proposta moda Camomilla Italiaè studiata per vestire una donna “vera” che vive il suo tempo: volitiva, femminile,metropolitana e ironica. È sulle sue esigenzeche Camomilla Italia modellabuona parte della produzione, mediandotra carriera e tempo libero.

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è infatti la nascita di un rapporto cheviene curato nel tempo senza mai lasciarenulla al caso. I valori fondanti del-l'azienda? Qualità, etica, trasparenza,passione e condivisione nella crescita.Orientato verso le clienti, il marchiocerca di coglierne i bisogni ancor primache questi si manifestino, interpretandoe rispondendo prontamente alle loro esi-genze.Come? Attraverso soprattutto la LoverCard, il “fashion pass” per il mondo Ca-momilla che premia le clienti tramite unaraccolta punti. Introdotta nel 2011, la fi-delity card gratuita ha consentito alla so-cietà di creare un database di clienti a cui

dedicare promozioni e iniziative speciali.Il rinnovamento distributivo introdottodal canale di vendita sul web coinvolgeanche i punti vendita. L'azienda prevedeinfatti di integrare nel medio-lungo pe-riodo l'intera rete degli store, consen-tendo alle clienti di scegliere un prodottoon-line e ritirarlo poi in negozio.Il brand conta ad oggi 210 negozi mono-marca in Italia, di cui circa cento a ge-stione diretta e il resto in franchising.L'acceleratore per il retail è arrivato negliultimi anni dal canale travel: gli storeaperti in stazioni e aeroporti sono circaquindici, gli ultimi nelle stazioni di Fi-renze e Napoli. Imminenti, invece, altre

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Le collezioni sono pensateper essere trasversalie articolate su più linee:da quella classica edelegante a quella giovanilee di tendenza, a cui siaffianca la ricca propostaaccessori che completala formula del total look.

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aperture, tra cui quella presso lastazione di Bologna. Raggiun-gere una distribuzione semprepiù capillare del marchio conl'obiettivo di accrescere la brandawareness è l'obiettivo di Camo-milla. Oltre ai punti di venditasu strada e nel canale travel, lasocietà continua a concentrarsianche sulle aperture presso cen-tri commerciali e outlet.È attualmente in corso anche unprogetto di riposizionamento delbrand, con un'ottimizzazione ditutta la rete e un restyling deglistore, con un design fatto di co-lori tenui e naturali e studiatoper accogliere la clientela e con-sentire la più efficace shoppingexperience. Il nuovo layout pre-vede ambienti ancora più acco-glienti e armoniosi grazie anuovi elementi di arredo.La proposta moda CamomillaItalia è studiata per vestire unadonna “vera” che vive il suotempo: volitiva, femminile, me-tropolitana e ironica. È sulle sueesigenze che Camomilla Italiamodella buona parte della suaproduzione, mediando tra car-riera e tempo libero. È per que-sto che le collezioni sono pensateper essere trasversali e artico-late su più linee: da quella clas-sica ed elegante a quella giova-nile e di tendenza, a cui si af-fianca la ricca proposta accessoriche completa la formula del totallook.Protagonista delle collezioni è ilcapospalla, vero must di casaCamomilla, presentato semprein chiave inedita, preziosa e sar-toriale. Lo affiancano il tailleur,la maglieria e i complementi, chegiocano un ruolo rilevante im-preziosendo i capi. La collezione per l'autunno-in-verno 2015-16 conferma la ten-denza moda che vede il cappot-tino, alternato al piumino, comemust-have nel guardaroba dellastagione fredda. Giochi di coloried effetto “ecopelo” per i nuovimodelli, che dal lungo al corto,avvolgeranno la donna di que-st'inverno. Perché l'universofemminile è tutto per il mondoCamomilla. Il motto del brand sipuò infatti sintetizzare così: lacollezione, la squadra e le clientiprima di ogni cosa.

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pierfraNCesCo

faviNo

L’attore italianopiù amato dairegisti americani

il successo per Pierfrancesco Favino è arrivato nel 2001 con "L'ultimobacio" di Gabriele Muccino, che lo ha voluto in seguito, nel 2006, anche in"Baciami ancora". Da lì è stata una rapida ascesa verso una carriera co-stellata di ruoli intensi e diversi, che in tutti i casi hanno lasciato unatraccia nel pubblico: dal Libanese di "Romanzo Criminale" al Davide di"Saturno Contro", dal Cobra di "ACAB" a quello di Mimmo in "Senza

Pietà". Il suo talento ha conquistato anche Hollywood, infatti, Favino è uno deipochi attori nostrani ad essere amato dai registi americani: ha recitato al fiancodi Tom Hanks in "Angeli e Demoni", in "Rush" diretto da Ron Howard, in "WorldWar Z", nel film "Miracolo a Sant'Anna" diretto da Spike Lee, e ha conquistatoanche la Disney, che lo ha voluto per "Le cronache di Narnia - Il Principe Ca-spian". Un talento indiscusso il suo, che mette tutti d'accordo in un giudizio po-sitivo unanime, ma di Favino si ama anche la persona oltre che l'attore, perchési mostra sempre misurato e discreto, mai scontato e soprattutto sempre auten-tico, interessato a ciò che fa, più che ai risultati che ottiene. Del resto a confer-marlo è anche la sua vita privata, in cui è l'eccellente papà di due bambine, Gretae Lea, e fedele marito dell'attrice Anna Ferzetti. È da poco uscito nelle sale il suoultimo film, “Suburra”, il più atteso della stagione diretto da Sollima ed inter-pretato da Piefrancesco Favino, Elio Germano e Claudio Amendola. È un affrescosul potere della Roma dei pontefici dimissionari e dei politici corrotti. Al teatro,invece, lo vedremo a Gennaio al Teatro Diana di Napoli con “Un servo per due”,un varietà fuori dagli schemi.

"Senza nessuna pietà”, il noir di Alhaique, presentato alla Mostra delcinema di Venezia, ha segnato la sua prima volta da co-produttore. Per-ché sta cercando di diversificare rispetto al lavoro di attore?Le motivazioni sono diverse. Certamente c'è il desiderio di mettere a disposizionedei più giovani la mia esperienza in modo che possano crescere. Vale la pena in-correre in dei rischi perché ciò avvenga, e in questo caso é avvenuto con un filmche mi ha conquistato sin dalla prima sceneggiatura e con un regista di talento,Michele Alhaique.

In questo film interpreta Mimmo, “il ciccione che sa fare a botte”, che

di ilaria Carloni

foto di daniele barraCo

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Pierfrancesco Favino.Nato a Roma, il 24 agosto 1969. Di-plomato all'accademia nazionale diarte drammatica Silvio D’Amico diRoma, ha raggiunto il successo sulgrande schermo nel 2001 con “L’ul-timo bacio”. Tra suoi ruoli memora-bili il “Libanese” di “Romanzo Crimi-nale”, Davide di “Saturno Contro”,Cobra di “ACAB”, Mimmo in“Senza Pietà” e l’onorevole FilippoMalgradi in “Suburra”. Tra le pellicoleamericane: “Angeli e Demoni”,“Rush”, “World War Z”, “Miracolo aSant'Anna” e “Le cronache di Nar-nia - Il Principe Caspian”. Ha duebambine, Greta e Lea dalla compa-gna, l'attrice Anna Ferzetti.

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però ha anche un suo lato tenero. In “Romanzo criminale” invece è il Liba-nese, un “cattivo” senza scrupoli: quale di questi due personaggi ha sentitopiù nelle sue corde? Ho amato entrambi i personaggi. Mimmo perché simile ad un supereroe che soffre peril suo stesso potere, un talento umano chiuso dentro la sua stessa fisicità. Il Libanese éstato invece un personaggio importante nel percorso della mia carriera. Ancora ora, atanti anni dall'uscita del film e dopo due serie TV con altri attori, qualcuno a Roma michiama “Libanese” , un personaggio carismatico che è rimasto impresso negli occhi delpubblico.

Per il ruolo di Mimmo è dovuto ingrassare 20 kg, cosa abituale per gli attorihollywoodiani, meno per quelli italiani. Ha fatto una dieta ingrassante speci-fica, o ha solo mangiato senza controllo? E soprattutto, è stata dura dima-grire?Il cibo é un ottimo antidepressivo... A parte questo, la crescita é avvenuta sotto il con-trollo di un esperto, quanto la fase di dimagrimento. Forse ancora in corso, i famosi chiliche non perdi più direbbe qualche donna! Comunque in famiglia ero ben accolto nono-stante un cambiamento di questo tipo.

Dopo Nastri d’argento, David di Donatello e le esperienze americane, si sentesoddisfatto?Non ho mai lavorato pensando aipremi, nonostante siano evidente-mente una gratificazione. Senzaretorica credo che il premio piùgrande sia il gradimento del pub-blico, la signora che ti ferma perstrada per complimentarsi o i gio-vani che ti parlano del tuo ultimofilm.

A che età ha sentito che do-veva fare l’attore? È statadura?Fin da piccolo. Inizialmente loprendevano tutti come il gioco diun ragazzino. Quando poi èemersa l'intenzione di farne dav-vero un mestiere iniziando il miopercorso di formazione, diciamoc'è stata un po' di diffidenza in fa-miglia. Poi superata.

È il direttore de “L’Oltrarno”, la scuola di alto perfezionamento professionaleper attori nel cuore di Firenze: ce ne parla?L'Oltrarno é una scuola per giovani attori, a partecipazione pubblica con bando, e delladurata di tre anni. È nata con il supporto del Teatro della Toscana che ha inserito questoprogetto nel novero della sua offerta didattica, e fa parte dell'attività di Teatro Nazio-nale. È una scuola che guarda al futuro, con docenti che arrivano dall'estero, tra i mi-gliori al mondo. L'obiettivo é formare attori che possano lavorare sia in Italia che al-l'estero, ma formati da noi, qui in Italia, dove il talento certo non manca.

Piace molto alle donne per il suo aspetto così virile e poco studiato. Che rap-porto ha con l’estetica? È vanitoso? Si piace?Non é un argomento che mi preoccupa quotidianamente, ma che mi incuriosisce e hacertamente fascino. La moda mi attrae e sono un appassionato attento e critico, piuttostoattento ai dettagli. Mi informo e ho un'idea di stile precisa, molto italiana, ma che saapprezzare anche le eccellenze straniere.

Si sente parlare molto poco del suo privato, che tiene ben lontano dai riflet-tori. È difficile difendere la sua privacy?Non credo. Io comprendo l'attenzione delle persone nei confronti di una persona che édiventata popolare attraverso il cinema e la televisione. Poi spetta a te tracciare una

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Non ho mai lavorato pensandoai premi, nonostante siano

evidentemente una gratificazione.Senza retorica credo che il premio piùgrande sia il gradimento del pubblico,la signora che ti ferma per strada percomplimentarsi o i giovani cheti parlano del tuoultimo tuo film.

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linea di rispetto e viene naturale anche agli altri non ol-trepassarla.

Ha due figlie, Greta e Lea: la paternità lo ha cam-biato? In che modo? Che tipo di padre è Favino?Appunto, a proposito di privacy! La paternità non può noncambiarti. Guardi il mondo intorno e lo desideri miglioreper loro, il senso di responsabilità evolve ulteriormente. Iocredo e spero di essere percepito come un padre che ascoltae che ama, un padre presente nonostante il mio lavoro miporti così spesso fuori casa.

Da 11 anni al suo fianco c’è Anna Ferzetti, anche leiattrice. Cosa l’ha colpita di lei? È difficile conciliarela vita di attori e di genitori?Non é facile, ma credo che questo sia stato possibile so-prattutto grazie alle doti caratteriali di Anna. Le sonomolto grato per questo. Soprattutto quando eravamo in-sieme in tournée per “Servo per Due” non è stato sem-plice.

Tra le produzioni estere: “Le Cronache di Narnia:il principe Caspian" di Andrew Adamson, “Miracoloa Sant’Anna” di Spike Lee, “Angeli e Demoni”,“Rush” di Ron Howard, e “World War Z” di MarcForster. Com’è lavorare all’estero per un italiano?Se avesse la possibilità di trasferirsi definitiva-mente in America lo farebbe?Io voglio vivere in Italia e continuare a lavorare qui guar-dando anche all'estero, dove ho potuto migliorare la miaconoscenza del mestiere, imparare un altro linguaggio vi-sivo e di relazione, vivere produzioni che godono di budgetimpensabili per l'Italia, e che permettono di vivere espe-rienze molto suggestive.

Moretti ha affermato a Cannes che in Italia il ci-nema non è rappresentativo come in America. Leicosa ne pensa? È sottostimato?Penso che il cinema italiano abbia le maestranze migliorial mondo, attori straordinari e produttori spesso coraggiosie professionali oltre che appassionati. Serve però adeguarela nostra visione a quella del linguaggio internazionale,comprese le storie che raccontiamo, nella scrittura e nellemodalità.

Quali gli impegni recenti?Ho fatto tanto teatro ma nel contempo ho girato un film

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La paternità non può noncambiarti. Guardi il

mondo intorno e lo desiderimigliore i tuoi figli. Spero diessere percepito come unpadre che ascolta e che ama,un padre presente nonostanteil mio lavoro mi porticosì spesso fuori casa.

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in Francia, uscito a giugno 2015, sto girandola seconda serie de "Il Marco Polo" di Netflixe il prossimo anno uscirà il film di RobertoAndò “Le Confessioni”.

Dal 13 al 24 gennaio prossimo sarà a Na-poli al teatro Diana con “Un servo perdue”, in cui interpreta Pippo, un riadat-tamento di quello che è l’Arlecchino. Cene parla?“Servo per due” é quasi un varietà, il pubblicosi diverte e si sente parte dello spettacolo. C'éimprovvisazione, musica, ballo, comicità davecchio varietà. "Servo per Due" non rientrain una precisa categoria, è davvero fuori daglischemi.

Una commedia che ci riporta agli annitrenta. Quanto c’è di attuale, e quantodel passato in questo spettacolo?Il testo a cui si ispira é l'Arlecchino di Goldoniche é sempre di grande attualità e proprioper questo riproposto in versioni sia classicheche rivisitate. Credo che il tema sia dentroalle relazioni tra gli uomini, che non abbiatempo.

Qual è a suo avviso la situazione del tea-tro in Italia?"Servo per due" ha fatto sold out anche du-rante la seconda tournée e le persone in Italiastanno andando a teatro, è bene che questosi dica perché è un segnale molto positivo.Quindi non parlerei di crisi da questo puntodi vista. Semmai ci muoviamo in un contestodove i costi sono alti e per fare impresa biso-gna metterci del proprio e lavorare su pro-getti condivisi.

“Un Servo per due” lo hai definito unsogno/progetto. Come è nato questosogno?Dovete chiederlo a Paolo Sassanelli. Lo ab-biamo scritto insieme. Io non me lo ricordo...ho rimosso! Per questo "Servo per Due" é spe-ciale, il divertimento c'è stato sin dall'inizioed il risultato é uno spettacolo che le personeamano molto, in modo trasversale.

Che rapporto ha con la platea napole-tana?Nello spettacolo c'è anche un omaggio diver-tente a Napoli. Il minimo per una città cheha dato tanto al nostro mestiere e al teatroitaliano.

Il prossimo sogno da realizzare, nel pri-vato e sul lavoro.Continuare tutti i miei percorsi, personali eprofessionali, facendo del mio meglio.

Se dovesse definirsi? I’M…?I'M happy to be here!

“Servo per due” équasi un varietà, ilpubblico si diverte e si

sente parte dello spettacolo.C'é improvvisazione, musica,ballo, comicità da vecchiovarietà. Non rientra in unaprecisa categoria,è davvero fuoridagli schemi.

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villa ComUNale

Il Real Passeggio«La Villa Reale è situata, relativamente alla Riviera di Chiaia,

come il giardino delle Tuileries rispetto alla strada di Rivoli.Soltanto, invece della Senna è il Mediterraneo: invece del

quai d’Orsay è l’estensione, è lo spazio, è l’infinito.La Villa Reale è senza dubbio la più bella e soprattutto

la più aristocratica passeggiata del mondo».Alexandre Dumas, Il Corricolo, 1841i’M novembre-dicembre 2015

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DI EMANUELE DI bARTOLO

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fin dal 1692 il vicerè Medinacoeli avevafatto sistemare il lungomare di Chiaia,destinandolo a passeggiata pubblica,facendo lastricare la strada e arric-chendola di alberi e fontane. La fonda-zione della Villa Reale si deve al re

Ferdinandio IV che, nel 1778, diede incarico aCarlo Vanvitelli di realizzare un giardino pub-blico per il “Real Passeggio”. Il progetto inizialedella Villa, che si estendeva da Piazza Vittoriafino all’attuale Cassa Armonica, prevedeva l’in-gresso di due edifici simmetrici, oggi distrutti,adibiti come padiglioni della musica, locali perrinfreschi, botteghe e come corpo di guardia, es-sendo a quei tempi la Villa recintata. Il tracciatovanvitelliano era costituito da cinque viali fian-cheggiati da tigli e da olmi, con gruppi di statuedi soggetto mitologico, ancora in parte esistenti.Nel vialone centrale era situata una fontanaadorna di statue in stucco raffigurante la sirenaPartenope ed il Sebeto del Sanmartino, sostituitanel 1791 dal gruppo del Toro Farnese che vi ri-mase fino al 1825 quando venne trasferito almuseo borbonico: al suo posto fu collocata, succes-

sivamente, una vasca in porfido proveniente daPaestum sorretta da quattro leoni disegnati daPietro Bianchi, che molti della zona ricordano colnomignolo “delle pape-relle”. Il Real Passeggio,detto anche Tuglieria inricordo dei giardini fran-cesi, era il luogo d’incon-tro dell’aristocrazia na-poletana, vietato, tranneche nel giorno della festadi Piedigrotta, ai poveri,ai servitori ed alle per-sone malvestite. Nel1807 Giuseppe Bona-parte incaricò l’archi-tetto Stefano Gasse diprolungare il tracciatodella Villa. In tale occa-sione fu creata una zonaricca d’alberi e piante, il “boschetto”, dove vennepoi situata la fontana del Ratto d’Europa delloscultore napoletano Angelo Viva (1789). Nel 1834il Gasse realizzò un ulteriore prolungamento

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della Villa fino all’attuale Piazza della Repub-blica, creando un galoppatoio e i tempietti di Vir-gilio e del Tasso. La villa prese il suo aspetto at-tuale a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento,quando la ditta Du Mesnil realizzò l’asse stradaledell’odierna via Caracciolo, stravolgendo il pro-getto vanvitelliano con l’affaccio diretto sul mare.In questi anni venne costruito il padiglione instile pompeiano, poi utilizzato dalla Società Pro-motrice di Belle Arti “Salvator Rosa”, luogo di ri-trovo per gli artisti ed il primo nucleo della Sta-zione Zoologica napoletana, promossa e fondatadal darwiniano Anton Dohrn, Qui, al primo piano,nel 1873, in una sala poi trasformata in biblio-teca, il pittore tedesco Hans von Marèes, eseguìun ciclo di affreschi con scene marine ed agresti,recentemente restaurati. Nel 1878 venne co-struita al centro della Villa la Cassa Armonica,raffinato esempio di costruzione in ghisa e vetro,espressione del Liberty partenopeo, che, realiz-zata da Enrico Alvino, faceva parte di un piùampio sistema di sistemazione della Villa.

Il Real Passeggio, dettoanche Tuglieria in ricordodei giardini francesi,era il luogo d’incontrodell’aristocrazia napoletana,vietato, tranne che nel giornodella festa di Piedigrotta,ai poveri, ai servitoried alle persone malvestite.

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Monica Sarnelli.Nata a Napoli il 9 maggio1966. È famosa per le sue

canzoni napoletane, ma la suavoce è rimasta impressa alpubblico anche per la sigla

della soap “Un posto al sole”.Tra i suoi brani più famosi

ricaordiamo “Chesta sera” e“Notte lenta”.

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moNiCa

sarNelli

“È tosta la vita di un cantante,non puoi farla senza amore”di alessandra Carloni

foto di diana petrarCa

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ecosì poco il tempo per amare", così canta MonicaSarnelli nella sigla della famosa soap "Un posto alsole". L'amore, non quello della vita ma quello perla vita, è il comune denominatore delle canzoni cheinterpreta, si potrebbe dire da sempre. L'artista na-poletana, infatti, ha iniziato ad esibirsi a quattro

anni nell'auditorium della sua parrocchia e da allora non ha maismesso. "È tosta la vita di un cantante", ci tiene a precisarlo,"non è un lavoro che puoi fare senza amore". E lei ama la musica,riscoprire le sonorità napoletane, come ha fatto con l'album "Laz-zare Felici", incidere "vecchi classici" e "nuovi classici" della can-zone partenopea e rinnovarne le emozioni. Dal 27 novembre saràprotagonista al Teatro Delle Palme in “Sirene, Sciantose, Mala-femmene e altre storie di donne veraci”, scritto per lei da Fede-rico Vacalebre, uno spettacolo musicale dedicato alle donne chetornerà a far parlare di sé durante la prossima stagione.

Si può dire che canta da una vita. Ha scelto il suo destinodi cantante, o è stato il destino a scegliere per lei? Probabilmente era scritto nel mio destino che diventassi unacantante, ma devo ammettere che ce l'ho messa tutta. Canto daquando sono nata. A quattro anni ho avuto la fortuna di trovarenella mia parrocchia un contesto nel quale esibirmi, impiegandoin maniera sana il tempo libero. Dal momento in cui ho consta-tato che il canto era la mia più grande passione, mi sono impe-gnata con tutte le mie risorse. Vorrei dire a chi vuole intrapren-dere questo mestiere che è tosta, pieno di sacrifici, non puoi or-ganizzarti le vacanze, è difficile gestire una famiglia, devi sem-

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Pino Daniele è stato il miogrande ispiratore, nei mieilavori c'è tanto di lui. Halasciato un segno indelebilenelle persone comuni e intanti artisti checustodiscono tracce del suopatrimonio musicale. Comecantautore arrivava drittoal cuore delle persone, comeuomo non era un libroaperto e non tutti sonoriusciti a comprenderela sua dolcezza.

pre aspettare quel treno famoso che potrebbe pas-sare da un momento all'altro. Ci deve essere un'au-tentica passione alla base di tutto questo, non resi-sti se lo prendi solo come un lavoro.

Lei che ha sempre avuto a cuore la musicad'autore partenopea di ieri e di oggi, ci dica,cosa è cambiato?Dopo i grandi, da Carosone a Pino Daniele, la scenanon è cambiata molto, nel senso che non c'è statoun ricambio. C'è tanto fermento, ma è riuscito ademergere solo chi ha sconvolto il panorama dellamusica partenopea, come i "99 posse" o gli "Alma-megretta".

Qual è il comune denominatore delle sue can-zoni, c'è un messaggio, un senso, un'emozioneche le caratterizza?Il comune denominatore è l'amore che gira intornoalla nostra vita, non solo di coppia. Ciascuno di noidovrebbe mettere più amore in tutto ciò che fa, il pro-prio mestiere ad esempio. Mi capita spesso di averea che fare con persone che fanno il proprio lavoro inmaniera triste, scontata, senza amore. Ecco, io cantol'amore per la vita e ne dovrebbe circolare di più.

Quali sono i suoi valori?La crisi economica ha un unico risvolto positivo,quello di aver costretto la gente ad un bagno diumiltà: quello che una volta si dava per scontato,oggi è un lusso. Questo mi fa piacere perché sonouna persona di sostanza, non bado alle etichette,non amo chi ostenta status symbol e si assoggettaal consumismo. Posso anche comprare un oggettomolto costoso, ma lo faccio solo perché mi piace. Permia fortuna ho un pubblico che mi assomiglia, checome me ama la sostanza e non si lascia ingannaredalle apparenze. In Italia ci si scandalizza di frontead un video di una suora con le tette scoperte e nondi fronte ai politici che arraffano. Siamo un popolodi falsi moralisti, le chiese sono piene, ma poi, finitala Messa, se ne combinano di tutti i colori.

Il suo curriculum è lungo, ha iniziato moltogiovane. Se le chiedessi di fare un primo bi-lancio della sua carriera?Dico la verità, sono contentissima di come si sonoevolute la mia vita e la mia carriera. Molti ammi-ratori mi dicono che avrei meritato di più, forse èvero, ma ho costruito anche una famiglia e non tuttigli artisti ci riescono. Sono soddisfatta, non ho rim-

“foto di pietro menzione

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pianti e rifarei tutto quello che ho fatto, sempresenza scendere a compromessi.

Il suo rapporto con la città e con la culturadi Napoli?Sono molto legata alla mia città, non l'ho mai mol-lata, sono sempre tornata da lei. Per Napoli ho unamore di odio e passione, dovrebbe cambiare lamentalità dei napoletani, dovremmo avere mag-giore rispetto per la nostra città. Manca il sensocivico, in troppi si comportano come se la propriacasa finisse appena varcata la porta di ingressoed è un vero peccato. Va detto che spesso sono gliinsospettabili ad essere i più incivili.

Chi è Monica Sarnelli nel privato, qualialtri interessi coltiva oltre la musica?Sono una mamma, ho due figli che non soppor-tano più il mio stereo a tutto volume! La mia piùgrande passione resta la musica, me ne circondo.Sono una persona molto creativa, mi piace espri-mere la mia personalità attraverso la mia imma-gine che curo molto. Non seguo la moda ma adoroi vestiti, creare uno stile tutto mio. Infine amo glianimali, ho un cane stupendo che porto con meanche ai concerti.

C'è un incontro professionale che ha se-gnato il suo percorso o che le è rimasto par-ticolarmente nel cuore?Nella mia vita ho avuto la fortuna di conosceretanti artisti quando conducevo la storica trasmis-sione musicale "Ritmi urbani", e da ognuno hopreso qualcosa. Sicuramente nel mio percorso èstata importante la collaborazione con Peppino DiCapri con il quale ho girato il mondo quandoavevo solo vent'anni, calcando i più prestigiosipalcoscenici del mondo, a Londra, Parigi, in Bra-sile. Un'esperienza che mi ha forgiato.

Che ricordo ha di Pino Daniele?Pino Daniele è stato il mio grande ispiratore, neimiei lavori c'è tanto di lui. Ha lasciato un segnoindelebile nelle persone comuni e in tanti artistiche custodiscono tracce del suo patrimonio musi-cale. Come cantautore arrivava dritto al cuoredelle persone, come uomo non era un libro apertoe non tutti sono riusciti a comprendere la sua dol-cezza. Abbiamo scoperto che era un padre tene-rissimo, che frequentava la Chiesa, che era anchepiù fragile di come sembrava. Sono felice di averlosalutato nel suo ultimo concerto al Palapartenopea Napoli.

Progetti in cantiere?Sto preparando un album che uscirà a Natalee anche un inedito. Torno al Teatro DellePalme dal 27 al 29 novembre con “Sciantose,Sirene, Malafemmene e altre storie di donneveraci”, scritto da Federico Vacalebre. È unospettacolo musicale “rosa”, una dedica alledonne attraverso la canzone napoletana che haavuto un grande riscontro.

Ciascuno di noidovrebbe mettere più

amore in tutto ciò che fa, ilproprio mestiere ad esempio.Mi capita spesso di avere a chefare con persone che lavoranoin maniera triste, scontata,senza amore. Ecco, io cantol’amore per la vita e nedovrebbe circolare di più.

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Leader del confettificio

Maxtris

di alessandra Carloni

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Da tre generazioni la famigliaPrisco si tramanda un'arteantica e tipicamente ita-liana. L'antico confettificioItaliana Confetti si contrad-distingue per l’innovazione,

la creatività e per gli investimenti su mac-chinari di ultima generazione, utili ad ot-timizzare i ritmi di produzione senza ri-nunciare alla qualità. Sotto la guida diDario e Nicola Prisco il costante sforzo nelvoler conciliare tradizione ed innovazioneha dato i suoi frutto costituendo oggi il va-lore aggiunto di un’azienda che da oltre100 anni impone al mercato un confetto diqualità, realizzato secondo una eccellentemaestria di produzione. La italiana Con-fetti detiene il marchio Confetti Maxtris,leader nel suo settore. Un merito che va si-curamente riconosciuto alla famiglia Pri-sco è quello di aver sdoganato il confetto,di averlo liberato dal luogo comune che loha sempre voluto icona dei ricevimenti ma-trimoniali. Grazie a Maxtris, infatti, oggiil confetto non è più soltanto parte di unabomboniera, ma protagonista di eventimondani, compleanni, cene di gala, partyesclusivi e di tendenza. Non è più solobianco, rosa, azzurro e rosso, mandorla ocioccolato, come era un tempo. Oggi i desti-natari, i consumatori, i colori, le forme e igusti dei confetti non hanno più confini. Lavasta e variopinta gamma di prodotti dellaItaliana Confetti non ha nulla a che vederecon i lontani cugini ovali e bianchi chiusinei sacchetti di tulle, sia perchè si prestaalla celebrazione di tutte le ricorrenzedella vita, sia per le confezioni originali ecurate nei dettagli. Un aspetto verso cuil'industria alimentare in generale si mo-stra sempre più sensibile è quello dellarealizzazione di prodotti senza glutine.Maxtris, da sempre molto attento ad ana-lizzare esigenze e tendenze dei consuma-

La vasta e variopinta gamma diprodotti della Italiana Confetti nonha nulla a che vedere con i lontani

cugini ovali e bianchi chiusi neisacchetti di tulle, sia perchè si presta

alla celebrazione di tutte le ricorrenzedella vita, sia per le confezionioriginali e curate nei dettagli.

Nicola Prisco103

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tori, ha previsto una vastagamma di prodotti senza glutine,alcuni dei quali presenti nel Pron-tuario dell’Associazione ItalianaCeliachia. Il confetto rappresentauna delle eccellenze del nostrosettore alimentare, molto apprez-zata all'estero, sul cui mercato laItaliana Confetti si sta affac-ciando con sempre maggiore cu-riosità e interesse. "Siamo partiticon pochi gusti per arrivare oggiad oltre settanta diversi tipi" -spiega Prisco - il quale anticipache al Vebo, la fiera più impor-tante per la bomboniera a Napoli,la loro azienda presenterà dellenovità assolute. Basta collegarsial sito www.confettimaxtris.it pertoccare e assaporare quasi l'esplo-sione di colori e sapori offerti eper farsi guidare verso il prodottoche più si addice alla nostra per-sonalità, al nostro evento, al de-stinatario di un regalo. Confetti alposto dei fiori, ad esempio. Con-fetti al posto del solito cadeau.Confetti per tutto e per tutti. Que-sto e molto altro è Maxtris.

L’antico confettificio ItalianaConfetti si contraddistingueper l’innovazione, la creativitàe per gli investimenti sumacchinari di ultimagenerazione, utili ad ottimizzarei ritmi di produzione senzarinunciare alla qualità.

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I’Mmade in Naples

gerarDo

Di fioreAltro talento forgiato a Napolidi alessandra Carloni

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Gerardo Di Fiore.

Nato a Giugliano in Campanianel 1934. Studia scultura pressol’Accademia di Belle Artidi Napoli dove oggi è titolaredella cattedra di Scultura.

L’Accademia di BelleArti di Napoli ne haforgiati di talenti,come quello di Ge-rardo Di Fiore (Giu-gliano in Campania

1934) che ha studiato lì dove oggi è ti-tolare della cattedra di Scultura. Ilsuo estro creativo rappresenta unarottura con la solennità di miti eforme classiche. Di Fiore sin daglianni '60, infatti, rinnega materialiscultorei con una tradizione millena-ria, quali il bronzo, il marmo e lacreta, preferendone di più umili.Nella sua produzione l'impiego di ma-teriali di riciclo, di prodotti di scarto,di rottami, che destano nel fruitore unconflitto emotivo tra attrazione e re-pulsione, ha un valore altamente sim-bolico. Come emblematico è il suo uni-verso di poliuretano espanso, popo-lato da nylon, plexiglas e vinavil. Il"rifiuto" inteso come scarto, avanzodell'era tecnologica, simboleggia ildissenso verso l'uso spietato della ma-teria da parte delle moderne tecnolo-gie. La scelta della gommapiuma èdoppiamente emblematica in quantoè un materiale deperibile e questoprofana il principio secondo il qualeun'opera d'arte è eterna e indistrutti-bile; inoltre, da "mortale" e impalpa-bile figlia dei tempi moderni, rendeperfettamente l'idea della inconsi-stenza dei valori, della precarietà edella fragilità della condizione umanacontemporanea. Nelle sculture e nelleinstallazioni di Di Fiore il dolore e lapolemica cedono il passo ad un'ironiapenetrante, quasi tragica. Dopo unaprima fase in cui ha prevalso l'im-pressionismo informale, ben presto loscultore riscopre la forma, abbrac-ciando un surrealismo pregno di im-magini neoclassiche sulle quali in-combe la minaccia del tempo che di-strugge e seppellisce tutte le cose. Inquesto contesto l'artista gioca di illu-sione, creando corpose sculture cheappaiono marmoree ma sono "vile"gommapiuma. L'evoluzione artisticaha portato Di Fiore ad intervenire sulterritorio realizzando numerose in-stallazioni negli spazi pubblici e im-portanti collaborazioni come quellacon Errico Ruotolo, Vincent D'Aristae Joseph Beuys. Molto significativenel suo percorso sono state anchel'adesione alla Galleria Inesistente edai Gruppi di Azione Sociale, con iquali si creavano operazioni che estre-mizzavano le teorie Fluxus e predica-

Il “rifiuto” inteso come scarto dell’eratecnologica, simboleggia il dissenso versol’uso spietato della materia da parte dellemoderne tecnologie. La scelta dellagommapiuma è doppiamente emblematicain quanto è un materiale deperibile e questoprofana il principio secondo il qualeun’opera d’arte è eterna e indistruttibile.

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vano l'anonimato dell'artista a favoredell'opera e della sua natura. La fra-gilità, la precarietà che caratterizzanola società contemporanea, sono duedimensioni molto evidenti nelle sueopere. Tra le altre ricordiamo: Godsave the Queen, installazione che hadato il nome ad una mostra personaleal Madre, identificando nella "Queen"in senso più ampio la Madre Terra o,comunque, tutte le Regine insidiatedall'egoismo dell'uomo. È costituitada una foresta di canne di bambù rea-lizzate in gommapiuma, al centrodella quale una tigre in ceramicasembra sorvegliare smarrita il suohabitat; Gli angeli ribelli, che consistein un bassorilievo in gommapiumacon angeli in pose peccaminose che,dopo aver conosciuto gli eccessi di So-doma e Gomorra, hanno optato perl'abbandono del Paradiso cedendo allalussuria; Risacca, lavoro a pavimento

che propone uno spaccato marinodove s'inscena, attraverso il nero delpetrolio e i frammenti di scultureclassiche come teste di cavallo e corpialla deriva, il dramma dell'uomo con-temporaneo. Divinità pagane ed eroidella mitologia classica trovano sepol-tura per volontà di Gerardo Di Fiorenell'installazione site-specific “O my-thos deloi oti” con la quale lo scultoreha contaminato con la contempora-neità un tempio dell’arte antica comeil Museo Archeologico Nazionale diNapoli. Sono morti importanti e in-gombranti, le cui lapidi sono degne distare al centro di un edificio monu-mentale, di abitare un luogo della me-moria come un museo. Un perfetto ci-mitero di gommapiuma è dunqueun'altra creatura che Di Fiore hamesso al mondo per custodire il ri-cordo del tempo andato e celebrarecontemporaneamente il coraggio diuna consapevolezza: quella che nientee nessuno conosce l'eternità.

Tra le sue opere ricordiamo: God save the Queen, installazioneche ha dato il nome ad una mostra personale al Madre,

identificando nella “Queen” in senso più ampio la Madre Terra o,comunque, tutte le Regine insidiate dall'egoismo dell'uomo.

È costituita da una foresta di canne di bambù realizzatein gommapiuma, al centro della quale una tigre in ceramica

sembra sorvegliare smarrita il suo habitat.

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L’iDentikit

Occhi: verdi

Capelli: castani

Altezza: 174 cm

Misure: 88 - 63 - 89Titolo di studio: diploma

in informatica

I’MModel

in Naples

ade

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MiriaM

poLverino

foto di salvatore catapano

foto di ryan vinCent d’alessandro

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Le migliori amiche sonola sorella di 17 anni e lamamma, con le quali haun bellissimo rapportodi intimità e confidenza.È fidanzata da tre annicon Alessandro,fotografo di moda chespesso la immortala neisuoi scatti e con cuicondivide la passioneper i viaggi.

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foto di salvatore catapano

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La metaindimenticabile èstata Parigi, mentrela seconda casa,dopo Napoli, èNew York, che leoffre semprenuovi stimolie opportunitàlavorative.

foto di ryan vinCent d’alessandro

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Bruno Bilo, riveste la figuraprofessionale del Senior Pri-vate di Alliaz Bank F.A Spa,

banca italiana dell’omonimo colossoassicurativo, con una rete di 2.300Financial Advisors sul territorio na-zionale. Ha 43 anni, è un uomosportivo, appassionato di corsa eapnea a livello agonistico. Ama lamusica, suona il pianoforte. Bruno,dopo la laurea nel 2003 in ScienzePolitiche ad indirizzo economico, el'abilitazione come commercialista erevisore dei conti, decise di dedicarsiall’attività di consulenza nel mondodei servizi d’investimento. Ha sceltodi lavorare per Allianz Bank, bancasolida e focalizzata su un unico mer-cato: i Clienti privati interessati aiservizi di investimento.Gli ho chiesto di spiegarci con parolesemplici chi è e di cosa si occupa unconsulente finanziario e, soprat-tutto, in cosa si differenzia dall’atti-vità del classico assistente titoli diuna Banca. “Io opero attraverso unastruttura snella e capace di reagirerapidamente e efficacemente aicambiamenti delle condizioni dimercato o delle esigenze dei clienti.Questa flessibilità ci differenziadalle banche classiche e ci permettedi affrontare il cambiamento conpiù sistematicità ed efficacia. Noifacciamo solo quello che sappiamofare meglio. Per questo riusciamo arendere tutto chiaro e semplice.Siamo convinti che la nostra offertadebba assolvere a una funzione pre-cisa e dichiarata, con efficienza e ra-zionalità, senza nascondere sor-prese. Con i nostri Clienti vogliamocostruire una relazione duratura,fondata sulla fiducia e sulla traspa-renza, sulla correttezza e la sempli-cità dei rapporti. Ciò significa esseresempre presente, rispondendo inmodo efficiente ai bisogni dei propriClienti e delle proprie risorse. Dopola prima fase di analisi delle esi-genze del cliente, valutata la suaesperienza in tema di servizi d’inve-stimento, di tolleranza ai rischi delmercato, viene la fase più impor-tante quella “progettuale”, nellaquale viene costruito un “portafo-glio” come se fosse un “vestito su mi-sura”. Noi siamo convinti che il ren-dimento del proprio investimentonon è una questione di mercati o di

professionisti aL top

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di alessandra Carloni

foto di franCesCo paolo esposito

bruno bilo

senior private

in aLLianz Bank

“Siamo convinti che la nostraofferta debba assolvere a unafunzione precisa e dichiarata,con efficienza e razionalità,

senza nascondere sorprese.Con i nostri Clienti vogliamo

costruire una relazioneduratura, fondata sulla fiducia”.

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Bruno Bilo

fortuna ma frutto delle scelte effet-tuate e dei propri comportamenti.Scelte che sono validate dagli stan-dard di tutela a livello europeodalle normative in vigore ed effet-tuate tramite i supporti tecnologicipiù avanzati. Io esamino nel detta-glio la vita dell’aspirante investi-tore, l’età, le sue condizioni di sa-lute, la professione, la composi-zione del nucleo familiare, i suoiobiettivi e, da ciò, nasce la strate-gia di investimento. Strategia chenon deve mai causare affanno osopportare maggiore volatilità (ri-schio) di quella che è necessaria.Questa è la parte più complicata!La nostra professione è molto “gio-vane”, scontiamo quindi (non sem-pre fortunatamente) un atteggia-mento da parte dei risparmiatori,siano essi singoli individui, fami-glie, o aziende private, che è più at-tento al mero risultato finanzia-rio/guadagno e non alla scelta(obiettivo di vita rilevante) che,condivisa con l’Advisors in fase diprogettazione del portafoglio,spesso viene “rinnegata” per unamotivazione che in finanza com-portamentale viene definita come“over confidence” nei confronti diun settore, quello del risparmio,che spesso si presume conoscere

direttamente o non (attraverso ilconsiglio di un amico fai da te) me-glio degli altri…”. IntervistandoBruno, avverto tutta la passioneche mette nel suo lavoro mentrefioccano nozioni e considerazionisul tema, che mi danno la misuradel suo spessore professionale. Unaltro aspetto che mi colpisce è lasua grande carica umana. Brunomi spiega che il suo obiettivo è la-vorare in “scienza e coscienza”.“L’uomo viene prima dell’investi-tore” mi dichiara Bruno. “Occorretenere presente che prima deimercati vi sono una persona e unafamiglia che con sacrificio hamesso da parte dei capitali cheserviranno per raggiungere degliscopi ben precisi e chiari. Gli studidei figli, la sostenibilità della pro-

pria situazione previdenziale, l’ac-quisto di una abitazione, la sicu-rezza dei propri cari sono finalitàben chiare e concrete diverse daquell’astrattezza che i mercati fi-nanziari ci propongono ognigiorno. È nostro compito tradurretutto ciò in strategie funzionali”.Gli chiedo che consiglio si sente didare ai giovani che si avvicinanoa questo settore: “Il consiglio chemi sento di dare ai più giovani, èdi avvicinarsi alla promozione fi-nanziaria con molta attenzione!Passione, sacrificio, trasparenza,onestà, una buona rete di rela-zioni, unite ad un buon gioco disquadra all'interno di un gruppobancario o assicurativo “nonavido”, sicuramente sarebberofattori chiave per il successo..

“L’uomo viene prima dell’investitore. Occorre tenere presente che primadei mercati vi sono una persona e unafamiglia che con sacrificio ha messo daparte dei capitali che serviranno perraggiungere degli scopi ben precisi echiari. È nostro compito tradurre tuttociò in strategie funzionali”.

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Napoli Pizza Village

Lucia Celano e Roberta Mastellone di Cava de’Tirreni e Laura Liguori di Napoli hanno conqui-

stato il pass per la finale di “Miss Ciclismo 2015”,la kermesse giunta all’undicesima edizione, che siconclude a metà dicembre a Lugano. Le tre ragazzesono state scelte nella prefinale a Boscoreale traquattordici concorrenti tra partecipanti Campanie,Laziali e Abruzzesi.

Nuova linfa per il Teatro Posillipo

Marco Ferrigno, il più famoso deimaestri presepiali, sempre at-

tuale nelle sue creazioni, per questoNatale ha realizzato la statuetta diSamantha Cristoforetti, la primadonna italiana nello spazio e quelladel suo collega russo Anton Shkaple-rov. Le statuette dei due astronautirappresentati con la tuta spaziale,sono state consegnate in occasionedell'evento conclusivo del loro "PostFlight Tour" tenutosi a Napoli al tea-tro San Carlo. Samantha Cristofo-retti è rappresentata da Marco Fer-rigno con in mano una tazzina dicaffè: è la prima donna, infatti, adaver bevuto nello spazio un espresso,simbolo della tradizione partenopea.

Tre bellezze campanein bicicletta

Un intervento portafortuna quello di BrunoVespa al Napoli Pizza Village, in occasione

della sua partecipazione a “Scuola di Pizza casaRossopomodoro”. Il giornalista di Porta a Porta,dopo aver sottoscritto la World Petition #piz-zaUnesco per la raccolta di un milione di firmeal fine di sostenere la candidatura italiana al-l’Unesco dell’Arte dei pizzaioli napoletani comebene immateriale dell’Umanità, ha lanciato unaugurio alla pizzaiola Teresa Iorio in vista dellafinale del Campionato Mondiale. Teresa Iorio siè laureata campionessa mondiale aggiudican-dosi il Trofeo Caputo: è stata la prima donna aricevere il titolo della categoria Pizza STG, lapiù importante, dopo ben 14 anni di potere ma-schile.

Ferrigno e lestatuette “spaziali”

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il nuovo corso del Teatro Posillipo - risorto grazie al supporto del gruppoNemea e al sostegno di un team di lavoro composto da Stefano Vitucci,

Alessandro Cannavale, Francesco Cappuccio coordinati da Raffaele GuarinoCeo dell’azienda Kidea - ha preso il via con una cena di gala a cui ha parte-cipato anche il Sindaco Luigi De Magistris. Napoli ha risposto con un afflussostraordinario di ospiti ed esaurimento posti per il ristorante interno affidatoad Enzo Politelli, patron delle Terrazze Calabritto. Ad accogliere gli invitati,anche l’art director Giulio Morelli e l’ufficio stampa Lorenzo Crea, affiancatida un plotone di hostess. Il Teatro Posillipo sarà aperto tutta la settimana,con uno spazio significativo dedicato alle presentazioni di libri e ai workshopcon attori e artisti, oltre ad anteprime cinematografiche.

foto di sergio aletta

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“Miss Over 2015", il concorso di bellezza perle donne al sopra dei 39 anni d'età, è stato

vinto, per la prima volta, da una napoletana. Sichiama Rosanna Rizzo, ha 42 anni, ed è stata elettaa Riccione la più bella d'Italia tra le quarantenni; è1,70 cm di altezza, diplomata al liceo linguistico, eha il sogno nel cassetto di recitare in teatro. La suapartecipazione al concorso ha dimostrato che anchequando non si è più ragazzine, si può "giocare" conla propria bellezza, che soprattutto quando è par-tenopea, non sfiorisce con l'avanzare dell'età.

eil napoletano Francesco Cicchella che ha trion-fato nei panni di Massimo Ranieri, alla quinta

edizione di "Tale e Quale Show", in prima serata suRai1. La performance vincente è stata con la can-zone “Se bruciasse la città”, che ha conquistato giu-ria e pubblico. Prima di questa, nelle puntate prece-denti, ha interpretato Fedez, Tiziano Ferro, CesareCremonini, Stash, Francesco Renga e Stevie Won-der, con le quali il giovane napoletano ha dimostratole sue eccellenti doti canore, accompagnate a una de-terminazione tipica partenopea.

A “Tale e quale show”trionfa un napoletano

annamaria Colao, l'endocrinologa napole-tana, indicata tra i 100 scienziati più im-

portanti al mondo, ha vinto il premio Isaia, con-segnatole nella sede romana della RegioneCampania. Il riconoscimento è andato a lei nonsolo per il valore scientifico, ma per le numeroseiniziative sociali che la professoressa Colao rea-lizza a Napoli e in Italia da anni, soprattutto at-traverso il Campus della Salute. Il premio,ideato da Letizia Isaia, è andato anche al regi-sta Pupi Avati, alla giornalista de "Il Mattino"Maria Chiara Aulisio, al giornalista Rai SandroPetrone.

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Il Premio Isaiaalla Prof. Colao

La 40enne napoletanapiù bella d’Italia

I’M sposaInstagram

i’M Magazine è pronto a spopolare su Instagram!La vita della rivista sarà postata quotidiana-

mente per i suoi seguaci/fan, attraverso le news piùimportanti relative al numero in uscita, le foto, ivideo, istantanee di eventi, party, le ultimissime intema di food, fashion e segreti in anteprima delpersonaggio in copertina, o della modella del mo-mento. I "seguaci" vivranno più da vicino la comu-nità online. Seguiteci…@immagazine1

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tecnologia e globalizzazione trasformano anchei modi di vivere la casa. In questo contesto, si

inserisce "Riflessi One 2015, Smart Living forSmart Life", premio nazionale indetto da Riflessicon il patrocinio di ADI Campania. Il bando ri-chiede un prodotto originale che ripensi il living conoggetti e arredi più semplici e immediati, innovativie friendly, che riguardano varie tipologie: tavoli, ta-volini, arredi che contengono o sorreggono, sedie epanche, specchi, anche per la loro funzione spec-chiante. Tre le categorie del Premio: Riflessi d'Oro,Riflessi Argento, Riflessi Junior. Al vincitore diognuna di esse 4.000, 3.000, e 1.000 euro, oltre allacollocazione del progetto nella produzione azien-dale. Una menzione speciale è intitolata a RobertoMango, designer napoletano degli anni '50. Per par-tecipare al Premio è necessario iscriversi a con-

[email protected] entro il 23 novembre 2015 e in-viare i progetti sempre a [email protected] le 23.59 del 7 dicembre 2015, secondo lemo-dalità del Bando su www.riflessisrl.it.

Scomparso lo storicoedicolante di Napoli

Un debutto in grandestile per Sergio Assisi

in veste di regista con ilfilm “A Napoli non piovemai”. La commedia di-pinge la città partenopeain maniera solare, e vedeil confronto di tre sin-dromi diverse, quella diPeter Pan, che assale Barnaba alias Assisi, un qua-rantenne mai cresciuto che cerca ancora il successoprofessionale come fotografo, quella del suicidio cheossessiona Jacopo, abbandonato sull'altare dallasposa promessa e la sindrome di “Stendhal” che hacolpito Sonia, un'aspirante artista, piombata da Na-poli a Milano. Il movie party si è svolto a Villa Dia-mante al termine della proiezione del film al “Metro-politan”, nell'ambito di “Napoli Film Festival. Inun'atmosfera goliardica, all'insegna della napoleta-nità, accolti da Carmine Esposito, l'intero cast e tantiamici che hanno brindato ad Assisi sulla coreograficatorta bianca e rossa a forma di ombrello.

Cecilia Rodriguezper Preludio Junior g

rande happening con Cecilia Rodriguez per l’inau-gurazione dello store di abbigliamento “Preludio

Junior” di Giovanni Manfrellotti e Annalisa Esposito.A celebrare l’apertura del punto vendita a Ponticelli,una sfilata di moda uomo, donna e bambino a cura diLudovico Lieto e a seguire un cocktail party per i nu-merosi ospiti intervenuti. Momento clou della serata,il taglio del nastro con Marta Manfrellotti e Cecilia Ro-driguez, che hanno ufficialmente aperto lo store “Pre-ludio Junior” tra gli applausi della folla.

Movie partyper Assisi

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Riflessi One 2015 Smart Living for Smart Life

Un altro simbolo della napoletanità - quellavera - se ne è andato: è Gennaro Manzoeto, lo

storico edicolante di Piazza Municipio, punto di ri-ferimento per i napoletani e soprattutto per i tanti

professionisti che lavorano in quella zona. Tifosissimo delCalcio Napoli, tant'è che la sua edicola è tutta verniciatadi azzurro, Gennaro era noto a tutti non solo per essereun uomo buono e generoso - non appena ti vedeva spun-tare in motorino, diceva con aria rassicurante “lascialoqui, lo guardo io!” - ma anche per essere il fornitore uffi-ciale delle mazzette di quotidiani per l'Amministrazionecomunale. Costituiva una memoria storica per Napoli, co-nosceva tutto e tutti, pur senza essere mai invadente o in-discreto. Fu lui a scoprire e denunciare, dieci anni fa, laprostituzione giovanile a pochi passi dalla sua edicola, invia Santa Brigida e per questo fu insignito di uno specialeencomio dal Comune. Il Sindaco Luigi De Magistris lo haricordato con molto affetto: "Un uomo semplice e profondoallo stesso tempo. Un pacione e un combattente allo stessotempo. Un uomo buono e gentile. Un uomo vero. Se ne èandato un compagno di giornata, un amico. Ciao, mio ca-rissimo Gennaro, ti ho voluto assai bene”.

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Tutto il “gusto” di una crociera ai Caraibi

Capita sempre, durante un viaggio dall’altra partedel mondo, di avere un’irresistibile voglia del"piatto della nonna". Gli italiani, infatti, molto le-

gati alle proprie tradizioni culinarie, cercano sempre unapiccola Italia ovunque vadano. Una vacanza a bordo diuna delle navi della flotta di MSC vuol dire anche que-sto: sperimentare la crociera anche dal punto di vistadelle prelibatezze culinarie. Sulle navi gli ospiti possonointraprendere un vero e proprio percorso gastronomico,passando dalla cucina italiana a quella internazionale.Ogni giorno sulle 12 navi della flotta vengono offerteduemila ricette diverse. Per chi segue diete particolari,per chi ha delle intolleranze alimentari o deve seguirespecifici regimi dettati dalla propria religione, vengonoproposti diciassette menu ad hoc. È pos-sibile scegliere anche la proposta “Deli-ziosamente Sano”, un menù elaboratocon l'aiuto di un team di nutrizionisti ededicato agli amanti del benessere. Cisono poi i menù per i piccoli ospiti, creatiin collaborazione con l’OsservatorioChicco. I bimbi, che possono scegliere dicenare nella Fun Time Dinner, un’areaseparata decorata in modo speciale perloro, possono, per il dopo cena, restare incompagnia degli animatori e divertirsicon i loro coetanei.Il buffet è aperto venti ore al giorno ed ilservizio in camera è attivo H24.Ci sono poi i ristoranti tematici, conpiatti gourmet, vere delizie per il palato.È il caso di Eataly, a bordo di MSC Di-vina e MSC Preziosa, che puntano all'italianità dei menue del prodotto, in un ambiente sobrio e moderno. Per ipiù "internazionali" vi è la cucina giapponese, con quelloche Berlitz ha definito “the best sushi at sea”, preparatodal Kaito Sushi Bar. Ma ci sono anche l’Asian FusionRestaurant e il Tex Mex, tra tacos, fajitas, burritos perpoi rinfrescare il palato con un margarita ghiacciato, cir-condati da un’allegra atmosfera festaiola.Per chi viaggia in Yacht Club, l'eccellenza è al ristoranteA’ la carte dedicato: ambiente raffinato, atmosfera softe cibo prelibato in una location panoramica con vistamare. Il “The one buffet & pool sundeck” offre invece du-rante la giornata la possibilità di assaporare squisiti ge-lati dalla selezione Venchi e gustare drink preparati dalteam del mixologyst bar.

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.Il servizio food & beverage è offerto da Msc italcatering che dal 1997 con il suo

team esperto e qualificato di Corporate Chef e Corporate Bar Manager crea menucon duemila ricette diverse. Ogni giorno vengono proposti diciassette menu

capaci di soddisfare i gusti e le esigenze di ogni ospite.

La cucina che gira il mondo solcando i mari

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Dopo una lunga attesa, arriva finalmente daR-Store, Apple Watch, il nuovo e rivoluzio-nario smart watch di Apple con le funzioni

del sistema operativo Watch OS, appositamentemutuato da iOS (iPhone/iPad) per un orologio. Sitratta di un perfetto compromesso tra prodotto tec-nologico e fashion grazie al mix dato dalla cassa conil touch screen. I cinturini sono prodotti in diverseparti del mondo con materiali unici e pregiati daditte specalizzate olandesi, francesi e italiane. Pos-sono essere in pelle o acciaio, e persino rifiniti amano come il cinturino a maglie. I design sonoesclusivi, come quello “Sport” in fluoroelastomero o

quello in acciaio a maglia milanese.Le caratteristiche delle casse e del display dell’oro-logio sono di assoluto pregio e al top di gamma nelmercato degli orologi da polso.Il prodotto rappresenta il perfetto complemento diiPhone (funziona solo combinato con quest’ultimo)ed è il prodotto Apple che può essere maggiormentepersonalizzato.Dopo l’iPhone 6s - naturale evoluzione dell’iPhone6 che ha riscosso un successo mondiale - AppleWatch rappresenta l’ennesima finestra sul futuroda parte della casa di Cupertino, ed è disponibile intutte le gamme da R-Store..

Da r-store arrivaappLe WatCh!

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Moda, vip e oltre140mila visitatorialla 27ma edizione

TuTTo SpoSi

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1. La sfilata Molaro; 2. Martina Ferrara

e Gabriel Garko; 3. Ungaro; 4. Anna Falchi;

5. Martina Ferrara e Valeria Marini; 6. Archetipo;

7. Laura Torrisi e Martina Ferrara;

8. Martina Ferrara e Giulio Berruti.

foto di gianni riCCio

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Conclusa a Napoli la 27maedizione di Tutto Sposi, ilsalone del wedding piùgrande d’Italia che si èsvolta nei padiglioni fie-ristici della Mostra d’Ol-

tremare. I numeri record dei visitatori,ben 140mila nei nove giorni espositivi,hanno premiato lo sforzo organizzativodella presidente Martina Ferrara cheancora una volta ha puntato sulle tec-nologie innovative e sulle piattaformesocial per promuovere l’evento. Grazieal canale dedicato su You Tube TuttoSposi è stato possibile trasmettere in di-retta HD ogni momento delle 9 sfilate,mentre con il supporto delle 30.000 pri-vilege card, un pass gratuito per le gio-vani coppie che ne hanno fatto richiestasu Facebook prima dell’inizio del sa-lone, hanno sicuramente contribuito alsuccesso di afflusso. Vincente anche lacomunicazione sociale attraverso ilforum della Famiglia, che di fatto hainaugurato la 27ª edizione, con presenzedi grande prestigio. Al dibattito, sultema della dichiarazione di nullità delmatrimonio, hanno aderito il sindaco diNapoli Luigi de Magistris, gli avvocatiAnnamaria Bernardini de Pace e LauraSgrò, oltre l’ex presidente dell’ordinedegli avvocati, Francesco Caia attualemembro del Consiglio nazionale Fo-rense. Il valore del contenuto trattato,contemporaneo a quanto discusso al Si-nodo dei Vecovi a Roma voluto da PapaFrancesco, è stato sottolineato da unvideo intervento di SE il Cardinale diNapoli Crescenzio Sepe. Quattro i testi-monial dell’evento Tutto Sposi, che sisono succeduti sul white carpet, a par-tire dall’attrice Laura Torrisi, passandoper il bell’attore Giulio Berruti allashow girl e produttrice Valeria Marinisino al felice ritorno di Gabriel Garko.Ma a Tutto Sposi è stata protagonista,in collaborazione con la Big Bang Pro-duction, anche la bellissima Anna Fal-chi. Particolare momento di questa edi-

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zione è stato sicuramente la serata di galainaugurale realizzata dall’atelier Vanitascon un aperitivo seguito da una sontuosacena, con 400 ospiti tra futuri sposi e clientidella maison. Ma proprio la stilista MariaRosaria Cacciapuoti ha aperto il white car-pet con la sfilata degli abiti della collezione2016 di Vanitas intitolata #Passione - contestimonial Belen Rodriguez e il marito Ste-fano di Martino - ispirata alla tradizionedella sartoria napoletana rivisitata e arric-chita con elementi di moda attuale e con lasua creatività, rendendo unici i capi per glisposi nel il giorno più importante della lorovita. A concludere il primo week end di defilésono state le sfilate di Gianni Molaro, tor-nato a Tutto Sposi dopo tre anni di assenzacon una preview della sua collezione, seguitoda Dive & Dame della stilista Pina Rinaldicon una collezione da diva, che sottolinea lasilhouette, esprimendo il massimo dellafemminilità senza mai dimenticare la sem-plice eleganza di Grace Kelly. Durante legiornate settimanali, invece, spazio al con-sueto concorso Miss TuttoSposi, organizzatoin collaborazione con la rivista di modaWhite Sposa. La fascia del concorso è an-data a Valentina Petrosino, che ha sbara-gliato la concorrenza delle 300 modelleiscritte e quella delle 22 selezionate per lafinale. Dal giovedì alla domenica, poi, sisono succeduti ben sei appuntamenti conl’alta moda sposa sul palcoscenico del Pala-sposa. Primo a calcare la passerella è statolo stilista Gino Signore che ha portato inscena ben 4 collezioni per il 2016: quella diValeria Marini, per un matrimonio party al-l’insegna del divertimento; quella di Victo-ria F, per matrimoni tradizionali ma conbuon gusto; quella di Enzo Miccio, che ri-chiama il suo stile bon ton e la linea SignoreExcellent per chi vuole sentirsi diva. Poi unassolo sul white carpet con il defilé dell’ate-lier Stella White con una Bridal Collectionmolto elegante, femminile, sofisticata, consoluzioni indimenticabili. Gran finale nelweekend conclusivo con la moda sposo cheha visto protagonista lo stilista Cleofe Fi-nanti by Archetipo, seguito dalla collezionedi 50 abiti romantici e tradizionali dell’ate-lier BG Le spose di Ungaro dello stilistaBruno Giordano. La chiusura di Tutto Sposiè stata affidata, sulla passerella, a duegrandi esponenti della sartoria napoletana:Gianni Molaro, con una collezione compostada 33 abiti da sposa ispirata alle dee del-l’Olimpo, al sogno e a tutto ciò che significaandare al di là della realtà in un viaggio oni-rico, fatto di audacia, seduzione e maliziosabellezza. A seguire la collezione di PinellaPassaro dell’atelier Passaro Spose con oltrecento modelli in vari stili: da quello roman-tico a quello sensuale.

Quattro i testimonial dell’eventoTutto Sposi, che si sono succedutisul white carpet, a partire dall’attriceLaura Torrisi, passando per ilbell’attore Giulio Berruti alla showgirl e produttrice Valeria Marini sinoal felice ritorno di Gabriel Garko.

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.9. Vanitas; 10. Pinella Passaro;

11. Signore; 12. Dive & Dame;

13. Stella White; 13. Il Sindaco De

Magistris e Lino Ferrara.

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Trent’anni dimoda per Visonedi laura CaiCo

foto di pippo by Capri

eventi

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“trent’anni dedicatiallo stile”, quellidella vita professio-nale dello stilista na-poletano Alessio Vi-sone che per festeg-

giarli, ha presentato la strepitosa collezioneautunno inverno 2015/2016 sui GradiniFrancesco D’Andrea a Napoli in stile Alta-Roma, con un saliscendi dalle rampe Bran-caccio sino a via dei Mille. A seguire, ilgiorno successivo, uno splendido Gala nellafascinosa location del chiostro di San Dome-nico Maggiore: sei lustri di successi festeg-giati in grande stile, che hanno richiamatoun parterre d’eccellenza fra industriali, ar-tisti, imprenditori, aristocratici per condivi-dere un momento di irripetibile bellezza peril mix di moda, arte, architettura e sceno-grafia curata personalmente dall’ecletticostilista. Tra i flash di Pippo by Capri, vistil'attrice Annie Papa, la modella spagnolaMarjo Berasategui, Annalisa Fiore, EnzoDe Paola, Serena e Lilly Albano, la protago-

nista della fiction “Gomorra”Cristina Dona-dio, la cantante Monica Sarnelli, PatrizioRispo, Valentina Stella, Graziella Pagano,l’assessore all'Istruzione della RegioneCampania Caterina Miraglia, GiovannaMartano, Agata Zanfino Leccisi, Valeria Va-lente, Gisella Bardi, Simona Gallipoli D’er-rico, Ada Maddaloni, gli avvocati Gennaroe Rosy Famiglietti, l’artista Silvana Ga-leone, la campionessa emergente del wake-board italiano Ginevra Gentile, il campionedi sci Marco Berardinone, Valeria Ragno,Giancarlo e Sandra Carriero, Cecilia Dona-dio, Valeria Valerio, Roberta Buccino Gri-maldi, Tonino Colangelo, Antonella e Sil-vana Carriero, Aldo e Bamba Gentile, An-tonio e Roy Capasso, Marcella e Paola Grilli,Tony Petruzzi, Mino Cucciniello, Stefania eLorena Sivo, la marchesa Maria ConsiglioVisco, Giovanna Cretella presidente di Ar-temisia, Anna Paola Merone, Vanni Fondi,Rosy Broccio, Gianni Russo, Nicola Prisco eDaniela Garofano, Alfredo Mariani, SalvioParisi, Gianluigi Torino..

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anche quest’anno il San Gennaro Day, il premio chericonosce il "miracolo" terreno dell'arte, dell'im-prenditoria, della musica, della cultura e della me-ridionalità, non ha deluso le aspettative del suopubblico, infatti anche la terza edizione del premioè stata una vera e propria festa con uno strepitoso

successo di pubblico e un gran consenso da parte di stampa e addettiai lavori. Organizzata dalla Jesce Sole, la kermesse ha visto avvi-cendarsi ospiti che ogni giorno rappresentano la parte positiva eproduttiva della città di Napoli. A fare gli onori di casa, il direttoreartistico Gianni Simioli, quest’anno accompagnato da una scoppiet-tante Anna Trieste, blogger e giornalista partenopea, che, con il suotalento, è stata la vera rivelazione del San Gennaro Day 2015. Tan-tissimi i nomi che si sono avvicendati sul palco allestito sul sagratodel duomo a partire dall’avvocato Gerardo Marotta che, con la suaLectio Magistralis, ha lanciato un messaggio di speranza ai napole-tani, un invito a non arrendersi e a guardare al futuro con la consa-pevolezza di avere un grande passato alle spalle. Il programma dellaserata è stato ricchissimo e tanti i premiati: il re della commediaitaliana Vincenzo Salemme che, con il suo lavoro, ha contribuito adiffondere un’immagine positiva, solare di Napoli e del Sud; JamesSenese che, con il suo sax e la sua voce, racchiude in sè “dolore, vocee rabbia” di una città; tanto spazio al cinema d’autore con Iaia Forte,premiata per suoi ruoli indimenticabili e sempre “napoletani”; èstato ricordato il miracolo della preghiera che diventa solidarietàgrazie alla Comunità di Sant’Egidio; la voce bruna di ValentinaStella ha regalato momenti di grande emozione; grande commozioneper il premio alla memoria di Umberto Bile in ricordo della sua vitaspesa per la cultura partenopea; è stato premiato anche l’impegnodel giornalista Vincenzo Iurillo che scrive di Napoli, da Napoli e perNapoli, sempre a servizio della verità; un premio al sogno che di-venta concretezza nel lavoro è stato assegnato alla stilista RenataGatta e al talento di Jorit Agoch che, con il suo San Gennaro sulmuro di Forcella, ha portato un messaggio di speranza in un mo-mento difficile per la nostra città. Tanti momenti di allegria ed iro-nia con Peppe Iodice e Nico e i suoi desideri. Grande spazio ai gio-vani con La Maschera e Loredana Daniele. Il momento culminantedella serata è stato quando sul palco del san Gennaro Day è arrivatala splendida Belen Rodriguez che ha intonato Luna Rossa e ha gio-cato con il pubblico napoletano ed è stata premiata dal sindaco LuigiDe Magistris che le ha consegnato il Premio san Gennaro per avercontribuito, grazie al progetto Monumentando, al restauro della co-lonna spezzata sul lungomare.

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Grande successo per la terzaedizione del San Gennaro Day

1. Il Sindaco De Magistris e Valter

De Maggio;

2. James Senese e Gianni Simioli;

3. Valentina Stella; 4. Belen Rodriguez;

5. Stefano Di Martino;

6. Vincenzo Salemme.

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La quinta edizione del Premiole Maschere del Teatro Ita-liano, l’oscar del palcoscenico,premia come migliore spetta-colo dell’anno “Lehman Tri-logy” di Luca Ronconi il

grande maestro del teatro scomparso dapoco. La migliore regia va ad Antonio La-tella per “Natale in casa Cupiello”, mi-gliore attore protagonista Eros Pagni per“Il Sindaco del Rione Sanità”, migliore at-trice protagonista Manuela Mandracchiaper “Hedda Gabler”. Due i napoletani pre-miati: il regista Antonio Latella e l’attoreNando Paone per la categoria miglior at-tore non protagonista con lo spettacolo“Don Giovanni” di Alessandro Preziosi.Gli altri premiati: miglior attrice non pro-tagonista Monica Piseddu per lo spetta-colo “Lo Zoo di Vetro”, miglior attoreemergente Alessandro Averone per lospettacolo “Der Park” di Peter Stein, mi-glior interprete di monologo Giulia Laz-zarini per il monologo “Muri”.Prima e dopo Basaglia, mi-glior scenografo FerdinandWoegerbauer per “Der Park”,miglior costumista MaurizioMillenotti per “Il Giardinodei ciliegi”, miglior autore dimusiche Nicola Piovani per“La dodicesima notte”, mi-gliore autore di novità ita-liana Stefano Massini per“Lehamn Trilogy”, miglior di-segnatore di luci Luigi Sacco-mandi per “Il Don Giovanni,vivere è un abuso, mai un di-ritto” di e con Filippo Timi. Quest’anno erano tredici le categorie ingara: miglior spettacolo di prosa, mi-gliore regia, attore protagonista, attriceprotagonista, attore non protagonista,attrice non protagonista, attore/attriceemergente, interprete di monologo, sce-nografo, costumista, autore di musiche,autore di novità italiana e disegnatoredi luci. La giuria in questa edizione eracomposta da Gianni Letta, presidente digiuria, Rosita Marchese, CdA TeatroStabile di Napoli, Giulio Baffi, critico deLa Repubblica, Maricla Boggio, dram-maturgo, Antonio Calbi, direttore delTeatro di Roma, Moreno Cerquetelli, cri-tico del Tg3, Emilia Costantini, criticodel Corriere della Sera, MasolinoD’Amico, critico de La Stampa, MariaRosaria Gianni, capo redattore culturadel Tg1, Geppy Gleijeses, presidente Gi-tiesse Artisti Riuniti e Teatro Quirino,Enrico Groppali, critico de Il Giornale,Andrea Porcheddu, critico di www.gli-statigenerali.com.

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1. Giulia Lazzarini; 2. Giuseppe Fiorello;

3. Luca De Filippo e Alessandro Avero;

4. Nando Paone; 5. Nicola Piovani;

6. Stefano Massini; 7. Antonio Latella;

8. Monica Piseddu.

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Le Mascheredel TeatroItaliano

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sette giorni di grande cinema con proiezioni, anteprime, in-contri con gli autori e concorsi hanno animato la città diNapoli per la 17ª edizione del Napoli Film Festival, la ma-nifestazione diretta da Mario Violini che si è tenuta dal 28settembre al 4 ottobre 2015 al Cinema Metropolitan, alPAN, all'Institut Français e all'Instituto Cervantes. Ospiti

del ciclo “Incontri ravvicinati” Mario Martone, Francesco Munzi eMarco Risi che insieme a Libero de Rienzo e Andrea Purgatori hannoreso omaggio alla memoria di Giancarlo Siani, nel trentennale dallamorte, con la proiezione di Fortapasc. Protagonista anche il cinema in-ternazionale con Amos Gitai, il regista israeliano che ha portato inesclusiva a Napoli, il suo ultimo lavoro presentato alla 72ª Mostra delcinema di Venezia, Rabin the last day. Cuore pulsante del festival, cin-que concorsi tra cinema europeo e produzioni partenopee. Per Eu-ropa/Mediterraneo, è stato l’olandese Matterhorn [Cervino] di DiederikEbbinge ad aggiudicarsi l’ambito Vesuvio Award, firmato da LelloEsposito. Per il concorso SchermoNapoli Corti premiato Gianfelice Im-parato, miglior attore della sezione per La smorfia e Giusy Lodi migliorattrice per Bellissima. Per la categoria Miglior Animazione ha vintoFacing off di Maria Di Razza. Premio per il miglior cortometraggio Au-toproduzioni a Per un'ora d'amore di Edgardo Pistone. Miglior corto-metraggio della categoria “Realizzati da una casa di produzione” a Nu-vola di Giulio Mastromauro. Il Vesuvio Award per il miglior cortome-traggio è andato a Teatro di Ivan Ruiz Flores prodotto da AntonelloNovellino. Per SchermoNapoli Doc, Miglior Autoproduzione è La parteche resta di Cristiano Regina, per le produzioni professionali vince Staydi Giovanni Sorrentino. Vesuvio Award per il miglior documentario aCostellazioni di Luigi Cuomo.

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1. Andrea Purgatori, Libero De Rienzo e

Marco Risi; 2. Mario Martone;

3. Mario Violini, Amos Gitai e Antonella

Di Nocera; 4. Marco Risi; 5. Sergio Assisi;

6. Amos Gitai; 7. Francesco Munzi;

8. Il cast di “A Napoli non piove mai”.

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NapoliFilmFestivalAnteprime, incontri e concorsi

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Un ospedale per la prevenzione unico al mondo:è il Campus Salute, il più grande ospedale dacampo al mondo allestito per la prevenzione.

Predisposto in piazza del Plebiscito, conta oltre 300medici, coadiuvati da 200 volontari, che per un lungoweek end hanno visitato gratuitamente i napoletani,diviso in diverse aree tematiche. Ideata dal primariodi Endocrinologia del Policlinico II di Napoli prof.ssaAnnamaria Colao (presidente del convegno AlfaO-mega che ha aperto la “settimana della Salute” e fon-datrice del Campus 3s insieme alla dottoressa FlaviaFumo e all’avvocato Rosy Mauriello Famiglietti), lakermesse è finalizzata a portare avanti un progettodi informazione, educazione e intrattenimento checoinvolgano grandi masse. “La Salute è un gesto con-creto - ha dichiarato Annamaria Colao - e non sem-

plicemente assenza di malattia, ma soprattuttoquella condizione in cui il corpo è sano perché lo sonoanche la mente e l'ambiente in cui si vive. La saluteva dunque riempita di contenuti, idee, invenzioni, ri-cerche, attività, perché ognuno possa crearsi la pro-pria ricetta di benessere.” Tommaso Mandato presi-dente di SportForm ha ribadito, invece, che “Faresport è un invito, un consiglio, una necessità per ilproprio benessere psico-fisico, che apporta energia,salute, divertimento, aggregazione, educazione versose stessi e verso gli altri, sconfiggendo le abitudini se-dentarie della vita di oggi: ecco perché Campus3s ePrevention Race, in cui lo Sport viene declinato intutte le attività possibili, dal gioco alla prevenzione,risponde alle esigenze specifiche di ogni età, adattea famiglie e gruppi di giovani”.

Gran successoper il Campus Salute

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scaturito dalla vulcanica mente della professoressa Annama-ria Colao, ordinario di Endocrinologia della Federico II, unadei cento scienziati più importanti al mondo, il Calendario

del Campus Salute 2016-17 è stato presentato nel corso di unafantastica festa a Città della Scienza. Incisivo come il suo titolo,l’almanacco del Campus Salute reca per tutti i 24 mesi del biennio2016-17 uno specchietto promemoria - redatto dall’infaticabileAnnamaria Colao - dei controlli da eseguire per monitorare la pro-pria salute. La serata di presentazione, condotta dallo showmanFlavio Sly, ha visto sfilare sul moderno palco dell’Auditorium di

Città della Scienza, quasi tutti iprotagonisti fotografati nelle pa-gine patinate da PH & Concept LeMonde D’Annalì di Annalisa Car-bone che ha realizzato il servizio. Sisono alternati ai microfoni, Rosariade Cicco, Nunzia Schiano, France-sco Paolantoni, Patrizio Rispo, An-tonella Stefanucci, la musicistaMaria Sbeglia con il figlio violinistaRiccardo Zamuner, il pugile Patri-zio Oliva, la cantante Monica Sar-

nelli, Gioia Spaziani, il sassofonista Marco Zurzolo, la cantanteFrancesca Maresca, Imma Cerasuolo, lo scrittore Maurizio DeGiovanni e i Comma 22, straordinaria equipe di professionisti conl’hobby della musica. Tra gli intervenuti, il direttore di SportformTommaso Mandato, Flavia Fumo, Loredana Manfredonia, Mas-simo Vernetti, Marina Romano, Simona Gallipoli D’errico, AdaPuca Maddaloni, il presidente del Circolo tennis in Villa Comu-nale Luca Serra, Livia Panico, Raffaella Juliano, Gianfranco Vi-sone, Rosaria Saturno, Lia Pellegrino, Carla Riganti, Fiorella Co-lombai, Stefania Maggiulli, Renato Rocco, Giorgio Liguori.

Un calendario perla prevenzione

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tantissime le fan di Zuiki presenti all'inaugurazionedella nuova boutique che ha aperto a Via Toledo conun pink party molto originale, raddoppiando la sua

presenza nella strada dello shopping partenopeo, lì dove èiniziata la storia dell’azienda, che ha aperto il suo primoflagship store nei pressi di Piazza Trieste e Trento. Il branddi abbigliamento femminile, interprete da sempre di unostile giovane, dinamico e assolutamente pop, è nato nel2003 dall’iniziativa creativa dei fratelli Nunziata. Ad oggi,è presente sul territorio nazionale con 130 punti vendita inItalia, tra diretti, in franchising e outlet. Con circa 500 di-pendenti l’azienda registra un giro di affari di 100 milionidi euro, in crescita del 28% rispetto ai 78 del 2013. Per que-sto nuovo traguardo ha scelto come testimonial dell'eventoStefano De Martino, il ballerino napoletano marito dellabellissima Belen Rodriguez, per la gioia di tutte le clienti.Il concept dell’evento “Think in pink”, perché “pensare rosa”alleggerisce la mente, fuga i pensieri negativi e lascia spa-zio al divertimento. Un concept che rende omaggio a donnaattiva, dominatrice, contemporanea, musa ispiratrice dellamoda Zuiki, eclettica, romantica e super femminile. Coe-rentemente al mood scelto - il rosa - il cuore di via Toledo èstato animato da un pink carpet, hip hop performances epink boys che in bici rigorosamente rosa hanno guidato, inun crescendo di entusiasmo, all’incontro con il fashionbrand. Al taglio del nastro, insieme ai fratelli Nunziata fon-datori della Ennepi srl proprietaria del brand, Biagio Am-ministratore Delegato, Paolo Presidente, Nello DirettoreRetail e Michele Direttore Amministrativo, presenti tra glialtri: la bellissima Marta Krevsun da Temptation Island,Guia Barsanti Art Director Zuiki, alcune note fashion blog-ger Giulia Gaudino, Lucia Palermo, Noemi Guerriero, My-riam Sorbo, Martina Chiella, Maria Giovanna Abbagnale,Noemi Del Prete, Roberta Fusco. In uno splendido flagshipsviluppato su due piani, immerse in una suggestiva atmo-sfera moderna, che pur conserva i tratti distintivi di un pa-lazzo d’epoca, sono state presentate le ultime tendenze perl’Autunno/Inverno 2015/16. Total look versatili ed accessi-bili in un format in cui il design gioca con la moda, lì dovenon ci sono regole imposte, ma in cui vince il mix&matchalla ricerca di uno stile assolutamente personale.

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Zuiki raddoppia a Napoli

Pink Opening con Stefano De Martino

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La collezione Eden Damianiincanta i napoletani

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foto di franCesCo paolo esposito

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L’ultima collezione Damiani Eden è stata presentata all’interno della sugge-stiva boutique di alta gioelleria di via Filangieri, dove gli invitati sono statiaccolti dal direttore Vittorio Ianniello e dal team composto da Roberta Sbre-

scia, Giovanna Pollo e Nicola Nappi e dalla visual Monica Vanzago. La nuova col-lezione Eden, dalle linee sinuose e morbide, avvolge con anelli, bracciali e orecchiniuna donna sofisticata e glamour rendendola protagonista. Il tutto è stato accom-pagnato dalle scelte gourmet di Alba catering coordinate da Carlo Tamasco e dalsuo staff; nella cornice della boutique sono intervenuti oltre ai clienti e amici dicasa Damiani: la giornalista Chiara Giordano madrina dell’evento, Emanuela Co-maschi (store manager Hermes), Vincenzo Liguori (store manager Fendi), StefanoErrico (store manager Dodo), Marina Maffei, Gabriella Naso col coniuge l’architettoGiuseppe Falconio, Fabio Ummarino, Ferdinando Iodice, Giuseppe Ferrara(Gruppo Fineco), Gemma Bellomi (store manager Bvlgari), l’attore Maurizio Aiello,Miki Lee (Marinella), Salvatore Chiocca (Siae), Salvatore Strazzullo, Maria RosariaRomano e Susy Santarpino, la dott.ssa Crispino con le figlie, Marcello Iorio (Fer-ragamo), il designer Renato Sole con Giuseppe Martorelli, il maestro orafo LucioNicastro, l’Hair stylist Davide Giannone, il make-up artist Federica Serge, lo stylistAlessandro Legora, il giornalista Gianni Valentino della Repubblica, FrancescaBrusciano del quotidiano Roma, Angioletta de Goyzueta (presidente del ProgettoItaca Napoli Onlus) e le socie Mariella Mucci, Fabrizia Paternò e Esmeralda Ricci..

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Collezione Natural Luxury Cucinelli

Tra cashmere e cucina partenopea

La boutique napoletana di BrunelloCucinelli ha presentato la colle-zione uomo-donna per l’autunno e

inverno 2015 nel corso di un affollatis-simo cocktail, accompagnato dagli as-saggi di due eccelse “firme” della ristora-zione partenopea, Mimì alla Ferrovia e laMasardona. Protagonisti dell'evento inuovi capi in puro cashmere della colle-zione A/I 2015/2016 che mixa sapiente-mente il guardaroba maschile con magliee pelle di impronta artigianale: tra imust, gli abbinamenti fra il denim e lacravatta e tra i pantaloni jogging con lagiacca classica, caratterizzati da formemorbide e finiture metalliche. Spiccanonella nuova collezione i cappotti "Taylor"con rever a lancia in beaver di puro ca-shmere resi idrorepellenti grazie ai trat-tamenti di finissaggio, i cappotti "Nauti-lus" in panno double di lana e cashmereispirati all'eleganza marinara; il capo-spalla Aviatore in nappa, di morbido she-arling a pelo riccio con trapunta internain Thermore e collo in shearling stacca-bile; i piumini senza maniche bimaterialiin nylon opaco e flanella in misto lana,seta e cashmere, perfetti per le stagionidi passaggio, i pantaloni slim in flanelladi lana gessato largo con pences e i cardi-gan a quattro fili di puro cashmere, conchiusura a tre bottoni, il taschino e le ta-sche a toppa, in linea con il gusto CasualSartorial che caratterizza la collezione.Tra i presenti, le giornaliste AnnamariaChiariello e Anna Paola Merone, LuigiLavorgna, la stilista Francesca Ciccarelli,la “subrettina” Lisa Fusco con la sorellaAnna, l’attore Maurizio Aiello, Fabio Um-marino, il presidente Fiavet Ettore Cu-cari, Annamaria Alois, Carlo Starace,Brunella Movibile, Nino De Nicola. .

di laura CaiCo

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Da Feltrinelli“Tutti pazzi per Rita”

Cinquant’anni di canzoni che hanno fatto storia, e che fanno venirenostalgia degli anni passati, in cui sognare aveva ancora un valorefondamentale per i giovani. È la musica di Rita Pavone, la piccola

grande donna senza tempo, che nonostante i milioni di dischi venduti, èrimasta semplice e piena di umiltà. Per i 70 anni Rita ha voluto condivi-dere la sua vita da favola scrivendo un libro, “Tutti pazzi per Rita”, pre-sentandolo alla Feltrinelli di Napoli, città che lei ama molto. Il libro, editoda Rizzoli, è scritto a quattro mani da Rita e Emilio Targia: sono 350 pa-gine di autobiografia con aneddoti della sua vita artistica e privata, com-preso l’amore con Teddy Reno. Pagine che scorrono come un fiume che at-traversa tutta la vita di una cantante “sempreverde”, una vita costellatadi amici che hanno lasciato una testimonianza nel libro: come Renato Zero,Lina Wertmuller, ruggeri, Morandi e Pupi Avati. A concludere il libro, uncapitolo importante, “Una vita per Rita” scritto da un amico storico dellacantante, il noto avvocato napoletano Anton Emilio Krogh, che raccontala sua “pazzia” per Rita, da quando bambino, a soli 4 anni, ascoltò “La par-tita di pallone”. Rita è sempre la special guest nelle famosissime feste atema che organizza, la più nota quella fiabesca nella sua tenuta sicilianain cui Rita vestita da Mary Poppins lanciava caramelle ai 1500 ospiti af-facciata da una finestra, cantando “Supercalifragilistichespiralidoso”.Anche questa presentazione è stata un’occasione per l’avvocato Krogh ditirar fuori una serata dal suo cilindro, stavolta per pochi intimi: una cenanel suo loft di Chiaia culminata in una gigantesca torta che riproduceva aperfezione la copertina del libro “Tutti pazzi per rita”. .

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Grande protagonista della serata è stato il nuovo orologio maschile DiagonoMagnesium, espressione di competizione ed efficacia, un orologio sportivo ed

un segnatempo elegante, dal carattere deciso, urbano e contemporaneo.

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Bulgari brilla conMassimo Bottiglieri ad Ischia

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Nel cuore di Ischia, presso la splendida cornice dellaCorte degli Aragonesi, la Maison Bulgari ha pre-sentato in collaborazione con Massimo Bottiglieri

Gioielli, un evento esclusivo, in cui Bulgari ha svelato lesue icone preziose. Tra show cooking e live music di WalterRicci, uno dei più talentuosi giovani jazzisti italiani, le ve-trine si sono illuminate di bagliori, tra zaffiri, smeraldi,brillanti e le ultimissime collezioni di orologi. Grande pro-tagonista della serata, in anteprima, è stato il nuovo oro-logio maschile Diagono Magnesium, presentato in grandestile con proiezioni speciali. Il Magnesium è espressione dicompetizione ed efficacia, è un orologio sportivo ed un se-gnatempo elegante, dal carattere deciso, urbano e contem-poraneo dai materiali di altissima qualità: il Magnesio, re-sistente e leggero, il Peek, polimero che rivoluzionò l’indu-stria spaziale, e la ceramica. Il movimento è a carica auto-matica di manifattura Bulgari. Durante la serata a cuierano presenti anche Ilaria Castagna, Direttore VenditeBulgari, con l’area manager Walter Mirigliano, i padronidi casa Massimo e Teresa Bottiglieri hanno illustrato aipresenti, anche le altre novità della Maison Bulgari, comeil nuovo orologio Lucea e l’Octo finissimo, la collezione digioielli Diva e l’intramontabile collezione Serpenti..

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Capri Cine Galà

Un evento che cresce sempre di più eche quest’anno ha portato del palcodel Chiostro Piccolo dell’anticaCertosa, Claudia Gerini uno dei voltipiù amati del grande schermo.

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Nel complesso monumentalepiù grande dell’isola diCapri, la Certosa di SanGiacomo, è andato in scenail cinema e su un virtualered carpet hanno sfilato i

nomi più importanti dello star system italianoe straniero protagonisti della sesta edizionedel Capri Cine Galà promosso dall’Associa-zione Aurea A, curato dal critico e storico delcinema Valerio Caprara ed organizzato daAnnalisa De Paola. Nel parterre il sindaco diCapri Gianni de Martino e l’assessore alla cul-tura Caterina Mansi e il commissario del-l’Azienda di Soggiorno Fernanda Speranza.Un evento che cresce di anno in anno e chequest’anno ha portato del palco del ChiostroPiccolo dell’antica Certosa, Claudia Geriniuno dei volti più amati del grande schermo edalla simpatia e verve dirompente. Come dacopione, ad anticipare la proiezione del film,che viene scelto ogni anno dal curatore Vale-rio Caprara, il talk show tra il personaggioprincipale ed il critico e storico del cinema.Quest’anno, è toccato a ClaudiaGerini con la visione del suo ul-timo film "Amiche da Morire",una pellicola dalla trama inu-suale con tre grandi protagoni-ste a contendersi il primato diprima donna, da Claudia Ge-rini, che nel film interpreta ilruolo di una prostituta, Cri-stiana Capotondi e Sabrina Im-pacciatore. E donna anche la re-gista dietro la macchina dapresa Giorgia Farina. Finale asopresa del talk show, prima diapplaudire la Gerini sul grandeschermo, è stato quando ValerioCaprara ha letto al pubblico un sms inviatoda Carlo Verdone che ha postato una sua po-sitivissima critica sulla carriera della Geriniricordando le sue brillanti interpretazioni neisuoi film, "Viaggi di Nozze" e "Sono Pazzo diIris Blone". Un coro di applausi ha sottoli-neato le parole di Verdone e poi via le imma-gini che hanno chiuso la serata di cinema allaCertosa, per continuare poi con il tradizionaleparty nella villa di Enzo e Annalisa de Paola,che ha raccolto un centinaio di ospiti, sia ita-liani che stranieri. Un mix di buona musicacon il dj Fabio Vuotto alla consolle, e il gour-met particolare che è stato elaborato per l’oc-casione e molto apprezzato e gradito dagliospiti. Tra queste le attrici Lina Sastri e Ve-ronica Mazza, la regista americana SonjaNassery, con il marito Eduardo Taraglia, latop model Antonia Del Latte,Brando e Maria-rosa De Sica, con la mamma Silvia Verdone,il presidente della Camera di CommercioMaurizio Maddaloni, l’imprenditrice avv.Anna La Rana, lo stilista Mariano Rubinacci,il cantautore napoletano Ciro Sciallo e la gior-nalista Mariolina Sattanino, ed un nutritogruppo di under trenta..

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“Caprinsiemeper la ricerca”

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Grande successo per CaprInsiemeper la Ricerca, l’evento di benefi-cenza svoltosi allo Yachting Club

Capri di Marina Grande. La serata è stataorganizzata dalla Fondazione ProsudOnlus presieduta dal Prof. Vincenzo Mi-rone, Ordinario di Urologia presso l’Uni-versità Federico II di Napoli, e supportatadal Dott. Domenico Monda, noto odontoia-tra napoletano da sempre promotore di ini-ziative di beneficenza legate all'isola diCapri assieme alla moglie Sasa Castiello eall’Arch. Valentina Pisani. L’evento è statopatrocinato dal Comune di Capri e dal-l’Università Federico II di Napoli. Scopodella serata presentata da Serena Ama-bile, raccogliere fondi da destinare ai pro-getti della Fondazione, che si occupa diprevenzione e ricerca nel campo del tu-more della prostata. La serata, rigorosa-mente ad invito e in total white look, havisto piu’ di 1000 ospiti che hanno ballatofino a tardi con la musica di Marc’AntonioDeejay. Tra loro, il Sindaco di Capri Gio-vanni de Martino, e l’Ass. alle Attività Pro-duttive del Comune di Anacapri CaterinaFarace, il filosofo Aldo Masullo, Vicepresi-dente di Prosud, Giovandomenico Lepore,Federico Cafiero de Raho, Procuratoredella Repubblica di Reggio Calabria. Nu-merosi anche i personaggi dello spettacolointervenuti alla serata: Patrizio Rispo eFrancesco Paolantoni, già testimonialdella Fondazione, Enzo Miccio, CarmenRusso ed Enzo Paolo Turchi, lo stilistaNino Lettieri e tantissimi personaggi delleIstituzioni, dell’imprenditoria e della me-dicina. .

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party Parata di stelleall’opening della

location per eventiBelvedere Carafa

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La famiglia Della Notte di Antonio & Anto-nio Group, già proprietari dei più noti risto-ranti napoletani Antonio & Antonio, Gusto

& Gusto, Acquolina, Villa Posillipo, Giusepponea Mare e Zi Teresa, hanno intrapreso una nuovasfida, la più ambiziosa della loro storia professio-nale. In sinergia con Sire Ricevimenti d'autore,hanno infatti rilevato l'ex Cenacolo Belvedere, di-mora storica settecentesca che sorge imponentea Via Aniello Falcone, dominando tutta la collinadel Vomero e godendo del panorama mozzafiatodi Mergellina con Capri sullo sfondo. AntoninoDella Notte, con i cugini Antonio e Silvio, facendoqualche piccolo intervento di manutenzione,hanno riportato in auge gli antichi fasti del Ce-nacolo, adibendolo a location per eventi esclusivi,dai matrimoni, alle kermesse, sino agli eventiculturali. Con la collaborazione di Sire Ricevi-menti, nella persona di Massimo Calafiore edEnzo Borrelli, che si avvarranno delle cucinedella location, predisponendo quindi dinner di al-tissimo livello preparati direttamente sul posto,hanno reso anche l'evento di presentazione delnuovo Belvedere Carafa, unico per la città di Na-poli. Tra i 1300 invitati, infatti, una parata di vip,tra i quali la coppia Valeria Golino e RiccardoScamarcio, sempre refrattari agli eventi mon-dani. Per questa occasione, invece, hanno volutoanche officiare il taglio della torta insieme alla fa-miglia Della Notte ed al Sindaco De Magistris,venuto a complimentarsi per l'ambizioso pro-getto. La famiglia napoletana, conosciuta a tutticome "Antonio & Antonio", hanno infatti resoonore alla città riportando in vita una locationstorica simbolo della bellezza di Napoli. Accoltida Antonino Della Notte, affiancato dalla imman-cabile moglie Cristina e dal figlio Antonio con lafidanzata Anna, da suo cugivo Antonio DellaNotte con la moglie Haiati, dal cugino Silvio DellaNotte con Rosanna, e dalla direttrice del Belve-dere Marilena Di Martino: Valentina Stella chesi è esibita nei suoi pezzi più famosi, Sal Da Vinci,Rosaria De Cicco, il Presidente della circoscri-zione Vomero Mario Coppeto, il Comandantedella stazione dei vigili urbani Vomero GiuseppeCortese, il presentatore Massimiliano Ossini,Luca e Lina Ferrara, Raffaele Barba e consorte,la moglie del bentornato portiere del Napoli, PepeReina, l'epatologo Fulvio Calise, Paolo Coppola esignora, il professor Giovanni Docimo, il direttoredel "Roma" Antonio Sasso, il Dott. Marco Limon-celli, Felice Marinelli, Anthony Cantalino del-l'atelier Vanitas e tanti altri tra vip, amici edospiti illustri. .

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Party glamour al Virgilio

Moda, stile, innovazioni: questi sonogli assi portanti del gruppo Deep-keikoo, hair stylist napoletani che

si stanno imponendo nel loro settore di com-petenza. Per celebrare la ricorrenza dei 10anni dalla fondazione del marchio che nascedal talento creativo di Salvatore Silvestro eDomenico Redi, è stato organizzato unevento al Virgilio Club in collaborazione coni noti e event manager Francesco Moriello eAlessio Aurino, che stanno promuovendo ladiffusione degli estrosi hair stylist. Proprio in occasione dell’evento, Deepkeikooha lanciato la collezione "Diagonale", note-vole connubio di originalità e tendenza voltoa favorire la ricerca del miglior look possibileper ogni tipo di personalità. I clienti, così, diventano protagonisti del per-corso salone articolato nelle sue diverse fasi:accoglienza, consulenza, esecuzione e veri-fica delle aspettative, il tutto senza ovvia-mente trascurare la qualità dei prodotti uti-lizzati nei loro lavori. A questo scopo, è av-venuto il lancio di "Icona", azienda volta agarantire l’utilizzo di prodotti di prima qua-lità nel settore dell’hair, garantendo come alsolito stile, innovazione e professionalità,tratti caratterizzanti dell’intero progetto De-epkeikoo. .

di Fabio Formisano - foto di Gianluca savarese

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Rock party a MarechiaroI’M

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foto di Francesco beGonja

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Mimmo Rocco, con la moglie Anna-paola e i figli Rossella e Salvo,hanno dato vita al party più rock

dell’anno nella loro villa a Marechiaro.Un centinaio di amici di tutte le età, purchérock, sono stati accolti da un concerto che havisto sul palco la tribute band Riff/Raff, cheha avuto alla batteria per un mini tour

Mimmo Rocco, con la moglieAnnapaola e i figli Rossella e Salvo,hanno dato vita al party più rockdell’anno nella loro villa a Mare-chiaro. Un centinaio di amici di tuttele età, purché rock, sono stati accoltidal concerto dei Riff/Raff.

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anche Mr. Simon Wright, batteristadegli AC/DC dal 1983 al 1990.Gli spettatori hanno cantato e ballatoe cantato sino a tardi hot dog caldi ebevendo birra in perfetto stile con-certo rock.

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Un compleanno fiabescoper Valeria Della Rocca

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foto di francesco begonja

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L’incantevole Castello Medioevale Di Castellammare Di Stabia hafatto da cornice al compleanno di Valeria Della Rocca, ideatricee produttrice del "Gala del cinema e della fiction in Campania".

Ad accogliere i circa 300 invitati Valeria con il marito Edoardo de Mar-tino avvolti da un'atmosfera fiabesca, con figure eteree in abito lungocon maschere piumate, realizzate dalla costumista del San Carlo GiusyGiustino. Gli ospiti, rigorosamente in smoking ed abito lungo, sono ri-masti incantati dalla bellezza del luogo, dove la strepitosa Raoul SwingOrchestra ha intonato i brani soul e swing più apprezzati degli anni ‘50nel jardin d'hiver. La cena è stata curata nei dettagli da Paolo Tortora,che ha saputo interpretare la cucina napoletana in chiave raffinata edelicata. Fotografati da Francesco Begonja, Giulio e Antonio Paone, Ve-ronica Mazza con il marito Eduardo Tartaglia, Riccardo Villari, Fulvioe Valentina Martusciello, Manuel ed Iliana Grimaldi, Toto e TeresaNaldi, Gabriella e Gianni Iurza, Carlo Vosa, Fabrizio di Luggo con Mi-chele Von Droogenbroeck, il marchese Giovanni Diana con la moglie Ga-briela Gardenas, Viky Dalmases con il marito Valerio Romano, Robertae Giuliano Buccino Grimaldi, il console Josuè Louis Solano, Gaetano edAnnalisa Di Giuro, Domitilla e Claudio Buonomo, Erika e Svevo de Mar-tino, il marchese Peppe Spinelli, Simona Gallipoli, Michele Del Guercio

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con Mariapia, Giovanna ed Angelo Spena, ve-nuti per l'occasione da Bari l'imprenditore Mi-chele Carofiglio con la moglie Ilaria, il diret-tore del porto di Capri Fabrizio de Maddi conla compagna Stella Bottoni,Valentina e Ste-fano Borrelli, il notaio Altiero con la moglieDaniela, e Giuseppe Borselli con la semprebriosa Fernanda Speranza che ha lasciatoCapri per l'occasione. Alle 24.30 una splen-dida torta dalle nuances del rosso come il ve-stito della festeggiata, è stata portata al cen-tro della pista per un soffio ed un Brindisi au-gurale. .

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Nottefelliniana perRubinacci

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di maridì sessa - foto di Francesco beGonja

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Originalità, estrosità, stra-vaganza: una “notte felli-niana” per gli ospiti della

vulcanica manager AlessandraRubinacci, figlia d'arte di Barbarae Mariano Rubinacci, fondatoredella nota omonima maison dimoda che esporta brillantementeil made in Naples in tutto ilmondo. In mille hanno parteci-pato al suo mega birthday partyal Circolo della Staffa di Napoli inperfetta linea con il dress code:“Limitless”, un anniversario chesi rinnova già da qualche anno,con questo tema “fuori ogni li-mite” che lascia libero spazio adogni forma di espressione. Blackcarpet, gazebi illuminati da lucisoffuse rosse e flash di agguerritipaparazzi hanno accolto gli ospitiin un'atmosfera da set cinemato-grafico, in cui si muovevano per-sonaggi e figuranti ispirati adopere di maestri d'arte come“Amarcord”, “La Dolce Vita”. Se-ducenti angeli neri con grandi alidi struzzo, pantere con domatori,lustrini, acconciature di piumemulticolor, scolaretti ribelli, califfiluccicanti, danzatrici del ventre,ogni invitato “aveva studiato datempo” come essere eccentrico,come poter “sorprendere” l'elettoparterre della festa più esclusivae più bizzarra dell'anno. Tra iprimi ad arrivare, Maria Carmene Monica Vitobello con i rispettivimariti, Roberto e Maria GiovannaBerni Canani, Paolo Serpone,Maria Barros, le strepitose Luc-kies Ladies Annalaura di Luggo eFrancesca Frendo accompagnatedai rispettivi compagni OlindoPreziosi ed Alessandro Amica-relli, Peppe e Marcella Attolini,Gianluca e Monica Isaia, LucioPortolano, Riccardo Pascucci,Alessia Giangrasso, Mario e Ful-via Barba, Cristina Bianchi, Gior-gio Nocerino, Fernanda Speranza

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e Giuseppe Borselli, Roy Capasso, Mariano Bruno, Francesco Calabrò,lo stilista Alessio Visone, Vittorio, Alessia, Stefania Carità, Rocco e Ma-nuela Cerra, Francesco ed Annamaria Stoppoloni, Ottone ed AnnalisaChirico, Gigi e Gina Coscia, Valentina Crispino, Alessandra Calise,Patty Scorzelli e Paolo Napolitano, Claudia Pedicchio e Giancarlo Pau-dice, Antonia De Mita, Luca e Domenica De Nigris, Massimo Garzilli,Dario e Daniela Giordano, Maurizio Foglia Manzillo, Angelo, StefanoFabrizio Lancellotti, Maurizio e Cristina Vitiello, Vittoria Grimaldi-Mauro e Paola Giordano, Giuseppe e Desiree Klain, Alessandro Lukacs.Dopo un prelibato dinner buffet sai sapori mediterranei big perfor-mance del d.j Alex Marinacci accompagnato dal sax di Vincent ed ilviolino della eterea Simona, con la seducente animazione di cubiste insuper sexy mise total gold, mentre sulle pareti del Circolo e nella fittamacchia mediterranea venivano proiettati giochi di laser coloratissimitali da ricordare l'ambientazione tipica dei festini più folli di Ibiza. Get-tonatissimo anche il free bar acrobatico di Tania Future che si è esibitocon mojto giganti e cocktail di ogni tipo. Visti, tra tanti, Irene Normale,Gino Serrao,Caterina Torlonia, Giuliano e Ginevra Russo, Adele ed An-tonio Pignata, Antonio e Tonya Paone, Marco e Sabrina Pedone, Gian-luca e Carolina Resi, Emanuele e Valentina D'Abundo, Arianna Rodri-guez, Remo e Teresa D'antonio, Gianandrea e Giada De Cesare, Lucae Valentina Rinaldi, Paolo e Barbara Visconti, Albero Sifola, MarcoGiannotti, Maria Laura Musolino..

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Il Club del fitness a Chiaia

In 500 per l’opening di“Dei Mille 16”

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foto di Francesco beGonja

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Musica, centrifugati e sport a Chiaiaper l’opening party di “Dei Mille 16”,il primo fitness club del centro citta-

dino in grado di offrire agli amanti del benes-sere una soluzione a trecentosessanta gradi:palestra, centro estetico, fisioterapia e bar ve-gano. Migliaia di nomi noti del parterre cittadino esportivi si sono susseguiti tra le sale dellanuova struttura nel corso di un cocktail ani-mato dai dj set di Marcantonio.Tra loro il presidente dell’Acen cittadina Fran-cesco Tuccillo con la moglie Antonella Nar-done, dell’Ordine dei Commercialisti di NapoliVincenzo Moretta e del Consorzio ChiaiaCarla Della Corte con il marito Gigi Angri-sani. Ancora, non potevano mancare quindil’attore Maurizio Aiello con la moglie IlariaCarloni ed il presidente dell’Aidda campanaMarta Catuogno così come il professore EnnioCascetta con la moglie Manuela e tanti altritra cui la wedding planner Cira Lombardo,l’organizzatrice di eventi Donatella Cagnazzoe tanti amici come Elena Colonna, Renato

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Tuccillo, Paola Villari, Enzo Carità,Paola Abbamonte, Paolo Franzese,Francesco e Maria De Giovanni, Fer-nanda Speranza, Carlo Guardascione,Antonio D’Apuzzo, Paolo Franzese etanti altri immortalati dagli scatti delfotografo Francesco Begonja. Un opening party che si è svolto neglioltre ottocento metri quadrati del-l’area fitness completamente ristrut-turata in uno dei palazzi storici di viadei Mille, a cui a breve si aggiunge-ranno quattrocento di fisioterapia ecentocinquanta di estetica, tutti alle-stiti con i più moderni macchinari persoddisfare le esigenze di una plateasempre più esigente. .

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