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Eroi discreti del nostro passa-to. Giramondo, imprenditoriper necessità, pionieri di unnuovo futuro. Sono gli uominichehanno segnato i passi fon-

damentali dell'editoria, divulgando edando impulso al mondo della cartastampata.Hanno in comune un territorio, quellembo di Toscana stretto tra Emilia eLiguria che si chiama Lunigiana, unevento letterario che li rappresentada quasi mezzo secolo e un'innata-espontanea attrazione per i libri.

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Andiamo allora in Piazzadella Repubblica,

a Pontremoli, davantiai duecento librai venutida tutt'Italia (di questi,150 sono pontremolesi)per decidere l'assegnazionedella statuetta in ceramicadi San Giovanni di Dio,protettore dei librai.Una scelta non faciletra i sei finalisti indicatidalla Selezione Bancarellache da qualche annoprecede il premio veroe proprio per facilitareil lavoro della giuria. Nullainvece è cambiatonella serata di festa in piazza

• IL PREMIO DEI LIBRAI.all'ombra del Campanone:il notaio apre le schededavanti al pubblicoche segue attento e prendenota dei voti o si aggiratra le bancarelle pienedi libri. E tutti, librai e lettori,applaudonoil librodell'anno,quellopiù venduto!11aancheil più graditoai venditori,che quest'annoè stato la gita

a Tindari di Andrea Camilleri.Tra loro si incontranopersonaggi come GiuseppeBenelli, l'anima coltadi Pontremoli e del Premio.Il professore, vicepresidentedella Fondazione Città

del Libro,organizzatricedel Premiocon l'UnioneLibraiPontremolesie l'AssociazioneNazionaleBancarella,è personaggio

di spicco non soloin Lunigiana: insegna infattifilosofia del linguaggioa Genova ed è presidentedella Deputazione di storiapatria per le provincepannensi. «Nell'agosto 1952- ci racconta - sessanta libraisi radunarono a Pontremoliper un congresso promossodall'Associazione TuristicaAlta Lunigiana. A settembredello stesso anno, OrianaFallaci descriveva su Epocal'evento del ritornoa casa degli ambulantiche se ne erano andati moltianni prima per il mondoa vendere libri».

club3 / NOVEMBRE 2001 - 83

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Gli emigrantidella cultura

Segue da pago 83

Una bella storia, che ricorda nel no-me del premio, il Bancarella, lo spiri-to avventuroso e le fatiche di queicittadini dell'alta Val di Magra che,nel XIX secolo, per sopravvivere siinventarono un lavoro e divennerocosì ambulanti, venditori di pietreprima, e poi librai «obbedendo a unastrana ispirazione» come diceva diloro Oriana Fallaci.L'itinerario che ricostruisce le traccedel loro passaggio inizia a Pontremo-li, dove il21luglio si è svolta l'ultimaedizione del Premio Bancarella e pro-segue nei comuni di Mulazzo, Bagno-ne e Fivizzano.La cultura libraria in Lunigiana hauna connotazione unica e del tuttoparticolare, perché è il frutto del lavo-ro e dell'amore che lega al libro l'ani-ma e le vicende di molti uomini.Questo, in una terra di confine prova-ta dalla scarsità di lavoro, abbando-nata per cercare fortuna altrove, madove si voleva, e si vuole tuttora,continuare a tornare .

.Nel ricostruire questa storia, il pro-fumo dei libri ci accompagna indie-tro fino al 1470 e lontano fino all'Ar-gentina, per tornare in quest'inizio diterzo millennio in Lunigiana, dove sistanno concretizzando due iniziativeculturali. Un diario di viaggio cultura-le che si può cominciare a leggereanche dalle ultime pagine. Da unprermo che celebra, anno dopo anno,numerosi successi editoriali. .

• LE BANCARELLE DEGLI ANALFABETI.

All'inizio dell'Ottocentopovertà e scarse

prospettive favorironol'emigrazione dallaLunigiana versoil bresciano, dove servivamanodoperaper la pelatura dei gelsi.Gli emigrati, durante i lorospostamenti cominciarono

a vendere pietreper affilare le falcie si procuraronoalmanacchi e lunaricon suggerimentiper l'agricolturae informazioni sulle fierealle quali era importantearrivare. Questi scritticominciarono a essererichiesti. Gli emigranticommerciavano librima non sapevano leggeree, come racconta GiovanniMaucci, discendentedell'editore Emanuele,<<davanti alle bancarellefingevano di essereimmersi nella letturadei giornali che peròa volte tenevanoa rovescio.Impararono a riconoscerei libri dal colore dellacopertina, perchécorrispondevaai generi letterari »,Anche Giovanni, dopotanti anni in Francia,è tornato in Lunigianaper vivere a Parana

con la moglie Giannina.Insieme hanno allestitoin casa una mostrafotografica di famig1iae ricostruito il loro alberogenealogico che vantail famoso antenato:Emanuele Maucci.Questo personaggio diParana fu imprenditoree divulgatore della culturaitaliana all'estero. Avviòdue librerie (la MaucciHermanos a Buenos Ayrese EI Parnaso de las Musasa Città del Messico)e una casa editricea Barcellona che divennela maggiore in Spagna.La Casa Editrice America,nel 1927 , aveva stampato7 milioni di libri differenti,25.000 a settimana:erano edizioni popolaridi classici greci e latini,tradotte in spagnoloe diffuse in Centroe Sud America grazieai parenti che gestivanole librerie di Buenos Ayrese Città del Messico.

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STAMPA IN MUSEO •

Facciamo un salto indietro nei secoli, sempre in Lunigiana, ma nella Fivizzano a cavallodel 1470. Una data importante, perché «il vero evento del secondo millennio - ci dice

Eugenio Bononi, curatore del Museo della Stampa del paese - non è stata la scopertadell'America, del tutto casuale, ma l'invenzione della stampa a caratteri mobili.E in questo contesto la Lunigiana riveste un ruolo di primaria importanzache deve esserìe riconosciuto pienamente».Jacopo da Fivizzano era collaboratore e apprendista nell'officina veneziana del pretepadovano Clemente. Questi, a sua volta, aveva appreso l'artedella stampa in Gennania, a Magonza, la città di Gutenberg,inventore riconosciuto del carattere a stampa. Così proprioin quegli anni Jacopo avvia una delle prime stamperiedel mondo e, tra i primi in Italia, stampa libri con il primocarattere tipografico. A lui viene quindi oggi intitolatoil museo della stampa di Fivizzano, nei locali del seicentescoe signorile palazzo Fantoni.Nelle sette stanze dove Agostino Fantoni nel 1802 inventò(si dice qui) la prima macchina per scrivere, si possono vederegti incunaboli (le prime edizioni) stampati a Fivizzanoe in altre città italiane, antiche lastre incise e i relativi impiantiper la stampa, litografie, strumenti per rilegare libri, esempidi filigrane, ferri per le impressioni in oro o a freddosulle rilegature, caratteri tipografici di legno del XXsecoloe le prime macchine per scrivere.Il museo diventerà sede di laboratori di restauro, rilegatura e tutto ciò che ha attinenzacon la cultura del libro; avrà un'area di attività didattica, una sala per conferenze,mostre temporanee, un luogo di ristoro e merchandising con vendita di libri, profumiletterari, audiovisivi, prodotti enogastronomici tipici della Lunigiana.

LIBRI E DESTINI

L oris Jacopo Bononi stalavorando a un progetto

che ha per obiettivo ridareidentità alla Lunigianaattraverso il suo legame con lastampa e il libro.

<<Sichiamerà Libri eDestini, come il miolibro - spiega. Sarà unpercorso della 'conoscenza conl'apertura di scuoleprofessionaliriguardanti la stampa,dai laboratori peril restauro di libria iniziative chene promuovanola cultura».Il progetto riguardail museo di Fivizzano euno in allestimento da

dedicare a Emanuele Maucci.Quindi, sorgeranno tre museivirtuali: a Pontremoli,Aulla e Bagnone.

• UN CARRO DI VOLUMI •

Scopriamo un'altraimportante biblioteca,

lIuella di Bagnone,con il suo archivio storico,

più vasto della Lunigiana:. si contano all'incirca 2500

, cioè volumicorrispondenza

che i capitani inviavanoFirenze con le notizie

di quanto accadevanel marchesato. Fascicolicuciti insieme (da cui il nomedi filze) e a volte rilegaticon una sorta di copertinadi pergamena. Si riferisconoal periodo che dal 1502arriva fino al 1860-1870,anche se un inventariodel 1800 cita filze del 1400,

quindi precedentiallo spostamento della sededella giustizia da Bagnonea Castiglion del Terziere(1451). Alcuni di questivolumi sono purtroppo moltorovinati perché per anni sonorimasti in completo statodi abbandono ed espostiall'umidità nel sottotettodi una casenna. «Finché- racconta Luciana BastioniCortesini, assessore allacultura di Bagnone dal 1994 -non mi sono impegnatain prima persona e con l'aiutoa puro titolo di volontariatodei giovani di Bagnone.C'è stato anche chi ha messoa disposizione il suo carroper la legna e con quelloabbiamo trasportato i librifin sotto il palazzo comunale,poi li abbiamo issaticon una carrucola e sistematiin scaffali. Oggi stiamolavorando per dare un ordinecronologico e storico a tuttoil materiale catalogato» •Un lavoro lungo, meticoloso,che richiederà tuttal'attenzione e la pazienzadella dottoressa MonicaAnnanetti che se ne occupa.

Soprattutto per le grandidifficoltà di letturae interpretazione.Ma che a volte concedequalche soddisfazione, comeè stato per il ritrovamentodell'atto di acquisto,della fine del 1600, delle traviper il pulpito della cappellagentilizia di san Niccolò,la prima chiesa di Bagnone.Ora lo si può vedere espostoin una bacheca all'internodella stessa chiesa, a fiancodel notevole Castello Nocetiche domina da secoli il paesedi Bagnone, uno dei più bellie vivaci di una Lunigiana dallemille sorprese.

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