ilGiornale ApocalissediLepage: Disco gratis sul web...

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Album il Giornale Giovedì 1 maggio 2008 31 Piera Anna Franini Ama l’azzardo ed è al- lergico alle convenzioni. È at- tore, drammaturgo, regista di cinema, teatro e opera, ma anzitutto è un rivoluzio- nario della scena: reinventa- ta. È Robert Lepage, l’arti- sta canadese (1957) che ha firmato le iperboli del Cir- que du Soleil, ha affrontato i classici, Shakespeare inclu- so, e creato spettacoli nuovi di zecca che mai passano inosservati. Lavori dove ri- versa l’attrazione per il lin- guaggio del corpo e la passio- ne per la cultura audiovisi- va, cinematografica e televi- siva. Il direttore d’orchestra e compositore Lorin Maazel pensò proprio a una regia «alla Lepage» quando deci- se di comporre un’opera tratta da 1984, il romanzo di Orwell poi diventato melo- dramma: battezzato tre an- ni fa a Londra e da domani sera alla Scala. Come tutte le creazioni di Lepage, an- che 1984 ha preso forma nel- la Caserne Dalhousie di Qué- bec City, ex caserma dei pompieri convertita in un moderno centro di produzio- ne dove i mattoni in cotto, le scale a spirale, torrette e si- rene, convivono con una macchina scenica d’avan- guardia a completa disposi- zione di Ex Machina, la com- pagnia multidisciplinare di Lepage. Che ci parla di 1984 proprio dalla Caserne. Come è nato l’incontro con Maazel? «Ero a Madrid quando rice- vetti una telefonata di Maa- zel. Mi parlò con entusiasmo di un’opera ispirata al ro- manzo di Orwell. Da artista maturo qual è, espose in mo- do estremamente chiaro la sua visione di 1984». E lei ne fu conquistato... «La considerai una grande intuizione. Ero poi solletica- to dall’idea di poter veder crescere un’opera a stretto contatto con librettisti e mu- sicista». 1984 è quindi il frutto di un lavoro di squadra... «Con dei picchi durante i giorni spesi tutti assieme a New York e in Virginia. È sta- to interessante confrontare le diverse competenze». Ricorda momenti partico- larmente esaltanti? «L’ultima settimana, in coin- cidenza con le prove d’orche- stra, nacquero ulteriori idee per la scena di 1984». Segue un altro suo lavoro tratto da Orwell... «Sì, La fattoria degli anima- li , testo che è una critica spie- tata al comunismo. Questa componente la si ritrova an- che in 1984, ma non è predo- minante. Qui il tema è la pre- senza di un controllo supe- riore, quello che Orwell pre- figurava già negli Cinquan- ta, pur in modo ottimistico». Come sarebbe a dire ottimi- stico? «La situazione d’oggi, alla fi- ne, è peggiore rispetto a quella messa in conto nel ro- manzo. Oggi il Grande fratel- lo, che tutto osserva e vaglia, non corrisponde forse alle migliaia di telecamere spar- se nel mondo?». Con 1984 è riuscito a sfrut- tare le potenzialità della sua compagnia? «In parte. Una volta uscita dalla Caserne, 1984 è stata adattata prima al Covent Garden e ora alla Scala». Eppure la Scala è fresca di lavori di riammodernamen- to... «È pur sempre un teatro di tradizione. Si sta lavorando molto bene, comunque. Io potrò seguire solo le ultime repliche, i miei collaboratori assicurano che alla Scala so- no estremamente collabora- tivi». A quando le prossime regie operistiche? «Nel 2010 lavorerò al Ring di Wagner al Met di New York dove in autunno ripren- do La Damnation de Faust mentre il Covent, in estate, ripropone la Carriera di un libertino. Sto poi pensando a Le Rossignol di Stravinskij». L’opera non esercita gran- de attrattiva sui giovani. Perché? «Prima cosa, i biglietti do- vrebbero essere più accessi- bili. Poi, se la musica non ha età, il linguaggio della mes- sa in scena deve essere inve- ce rinnovato, i registi dovreb- bero essere più aperti e con- sapevoli della nuova cultura dell’immagine. Con questo non dico che l’opera debba trasformarsi in cinema». 1984 non è piaciuta alla cri- tica londinese... «A Londra si vedono poche opere contemporanee, quin- di non c’è una grande sensi- bilità in questo senso. Poi non è stato gradito il fatto che Maazel abbia in parte pagato di tasca propria il suo lavoro». Apocalisse di Lepage: «La realtà ha superato il “1984” di Orwell» VISIONARIO Una scena di «1984», l’opera che il direttore d’orchestra Lorin Maazel ha voluto trarre dal celebre romanzo di George Orwell Lorenzo Arruga Grande testimonianza di vo- lontà e consapevolezza, questa di Non guardate al domani, al Teatro dell’Elfo di Milano: il teatro musica- le che s’impegna sulla storia recen- te, e per di più affronta con limpida coscienza un episodio controverso, inquietante e tragico, il rapimento e la morte di Aldo Moro e la scelta della Democrazia cristiana di non trattare con le Brigate rosse a costo di sacrificarlo. Angelo Miotto ha confezionato un onesto libretto a collage di documenti e lettere e Fi- lippo Del Corno, giovane musicista ed ispirato, colto interlocutore mu- sicale a Radiotre, lo ha musicato. Forse proprio la buona coscien- za, insieme alla devozione per i mo- delli musicali di Andriessen ed al- tri, ha influito sulle scelte del com- positore, che, a parte qualche ac- cento di pietà nelle parole dell’ulti- ma lettera dello statista, ha proce- duto semplicemente portando otto voci, sempre una per volta imperso- nando politici, brigatisti o giornali- sti, ad inerpicarsi per passaggi e in- tervalli e ritmi con secchezza, non più allo scopo del «recitar cantan- do» delle origini, cioè alla ricerca dell’espressione, ma per mostrare una sorta di neutrale oggettività, mentre dieci strumenti infuriano appaiandosi a loro senza cercare mai né contrappunti né armonie, e su uno schermo appaiono didasca- lie e spezzoni di filmati. In questo modo però non si vede perché radu- nare cantanti, tra cui alcuni di vivi- da qualità come Abbondanza, Pe- troni e Guadagnini, e il gruppo dei Sentieri Selvaggi diretto da Bocca- doro, ed un nutrito pubblico di ap- passionati e amici. Non c’è dramma- turgia, non canto, non dialettica. È un ripasso. La serata, applaudita, si è aperta con un colloquio fra Miotto e l’ospi- te di riguardo, Agnese Moro, figlia di Aldo, che ci ha dato senza volerlo una lezione di alta e serena civiltà. LIRICA E STORIA Intervista al fondatore del Cirque du Soleil, regista dell’opera diretta da Maazel, da domani alla Scala RIPENSAMENTI Download a offerta libera, i Ra- diohead ci ripensano. Dopo che an- che i Coldplay hanno seguito il lo- ro esempio, offrendo gratuitamen- te sul proprio sito un brano del nuo- vo album, Thom Yorke ha dichiara- to all’ Hollywood Reporter che il digital download gratuito di In Rainbows resterà un episodio iso- lato. «Penso che quella sia stata la scelta di un momento, in rispo- sta a una particolare situazione - ha detto Yorke -, in cui tutti ci chie- devano cosa intendessimo fare. Ora non avrebbe lo stesso valore». Disco gratis sul web Radiohead pentiti A PARIGI È morta a Parigi, all’ospedale Ame- ricain dove era ricoverata da tre settimane per un male incurabile, Jacqueline Perrier, vedova e musa di Marco Ferreri, con cui era stata sposata dal ’60 al ’97, anno della morte del grande cineasta milane- se. Canadese, ma residente a Pari- gi, era stata produttrice di vari film del marito: «Ciao maschio» (1978), «Chiedo asilo» (1979), «Storie di ordinaria follia» (1981) e «Come sono buoni i bianchi» (1988). Le sue ceneri torneranno in Italia per riposare accanto a Mar- co, sepolto al Cimitero del Verano. Morta la Perrier musa di Ferreri SMENTITE «Sposarmi io? Un’altra bufala dei giornali». Così Ambra Angiolini smentisce le voci di matrimonio con Francesco Renga. Ambra, in- tervistata dal settimanale «Donna Moderna», parla a tutto tondo del compagno: «Ha il culto della fami- glia, mi sposerebbe solo in chiesa. Ma proprio per questo però preferia- mo aspettare: andremo all’altare quando ci sveglieremo con la voglia di farlo»; della politica: «Io ho votato Veltroni, lui la destra»; e del suo fu- turo: «Se proprio lo devo dire, il mio sogno è diventare come Gianni Bon- compagni: autrice e regista». Ambra: sposarmi? una notizia bufala IL GURU DEL «CIRQUE DU SOLEIL» Il regista Robert Lepage, 50 anni PODIO Carlo Boccadoro DIGITALE FREE Prima serata in compagnia dei becchini più famosi del mondo: da domani alle 21 su Iris, il canale free del digitale terrestre di Media- set, ripropone tutte le puntate del telefilm Six Feet Under compre- si gli episodi inediti della quarta e della quinta stagione. Rivelazione del network statuni- tense via cavo Hbo, «Six Feet un- der» è andato in onda per la prima volta nel 2001 riscuotendo imme- diatamente un grande successo. Ha vinto, in sole cinque stagioni, 9 Emmy Awards e 3 Golden Globe. Su Iris i becchini di Six Feet Under In «Non guardate al domani» otto voci cantano la fine di Moro All’Elfo di Milano presente anche la figlia dello statista Il romanzo del totalitarismo 1984 è uno dei più celebri romanzi di George Orwell, pubblicato nel 1949. In un futuro prossimo (l'anno 1984) la Terra è divisa in tre grandi potenze: Oceania, Eurasia ed Estasia . In Oceania, dove la capitale è Londra, la società è amministrata secondo i principi del Socing (il socialismo inglese) e governata da un partito unico con a capo il Grande Fratello, un personaggio che controlla la vita di tutti i cittadini (la sua figura è un incrocio fra Stalin e Hitler).

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Albumil Giornale � Giovedì 1 maggio 2008 31

Piera Anna Franini

�Ama l’azzardo ed è al-lergico alle convenzioni.È at-tore, drammaturgo, registadi cinema, teatro e opera,ma anzitutto è un rivoluzio-nario della scena: reinventa-ta. È Robert Lepage, l’arti-sta canadese (1957) che hafirmato le iperboli del Cir-que du Soleil, ha affrontato iclassici, Shakespeare inclu-so, e creato spettacoli nuovidi zecca che mai passanoinosservati. Lavori dove ri-versa l’attrazione per il lin-guaggiodel corpo e la passio-ne per la cultura audiovisi-va, cinematografica e televi-siva.

Il direttore d’orchestra ecompositore Lorin Maazelpensò proprio a una regia«alla Lepage» quando deci-se di comporre un’operatratta da 1984, il romanzo diOrwell poi diventato melo-dramma: battezzato tre an-ni fa a Londra e da domanisera alla Scala. Come tuttele creazioni di Lepage, an-che 1984 hapreso forma nel-la Caserne Dalhousie di Qué-bec City, ex caserma deipompieri convertita in unmoderno centro di produzio-ne dove i mattoni in cotto, lescale a spirale, torrette e si-rene, convivono con unamacchina scenica d’avan-guardia a completa disposi-zione di Ex Machina, la com-pagnia multidisciplinare diLepage. Che ci parla di 1984proprio dalla Caserne.Come è nato l’incontro conMaazel?«Ero a Madrid quando rice-vetti una telefonata di Maa-zel. Mi parlò con entusiasmodi un’opera ispirata al ro-manzo di Orwell. Da artistamaturo qual è, espose in mo-do estremamente chiaro la

sua visione di 1984».E lei ne fu conquistato...«La considerai una grandeintuizione. Ero poi solletica-to dall’idea di poter vedercrescere un’opera a strettocontatto con librettisti e mu-sicista».1984 è quindi il frutto di unlavoro di squadra...

«Con dei picchi durante igiorni spesi tutti assieme aNew York e in Virginia. È sta-to interessante confrontarele diverse competenze».Ricorda momenti partico-larmente esaltanti?«L’ultima settimana, in coin-cidenzacon leprove d’orche-stra, lì nacquero ulteriori

idee per la scena di 1984».Segue un altro suo lavorotratto da Orwell...«Sì, La fattoria degli anima-li, testo che è una critica spie-tata al comunismo. Questacomponente la si ritrova an-che in 1984, ma non è predo-minante. Qui il tema è la pre-

senza di un controllo supe-riore, quello che Orwell pre-figurava già negli Cinquan-ta, pur in modo ottimistico».Come sarebbe a dire ottimi-stico?«La situazione d’oggi, alla fi-ne, è peggiore rispetto aquella messa in conto nel ro-manzo. Oggi il Grande fratel-lo, che tutto osserva e vaglia,non corrisponde forse allemigliaia di telecamere spar-se nel mondo?».Con 1984 è riuscito a sfrut-tare le potenzialità dellasua compagnia?«In parte. Una volta uscitadalla Caserne, 1984 è stataadattata prima al CoventGarden e ora alla Scala».Eppure la Scala è fresca dilavori di riammodernamen-to...«È pur sempre un teatro ditradizione. Si sta lavorandomolto bene, comunque. Iopotrò seguire solo le ultimerepliche, i miei collaboratoriassicurano che alla Scala so-no estremamente collabora-tivi».A quando le prossime regieoperistiche?«Nel 2010 lavorerò al Ringdi Wagner al Met di NewYork dove inautunno ripren-do La Damnation de Faustmentre il Covent, in estate,ripropone la Carriera di unlibertino. Sto poi pensando aLe Rossignol di Stravinskij».L’opera non esercita gran-de attrattiva sui giovani.Perché?«Prima cosa, i biglietti do-vrebbero essere più accessi-bili. Poi, se la musica non haetà, il linguaggio della mes-sa in scena deve essere inve-ce rinnovato, i registi dovreb-bero essere più aperti e con-sapevoli della nuova culturadell’immagine. Con questonon dico che l’opera debbatrasformarsi in cinema».1984 non è piaciuta alla cri-tica londinese...«A Londra si vedono pocheopere contemporanee, quin-di non c’è una grande sensi-bilità in questo senso. Poinon è stato gradito il fattoche Maazel abbia in partepagato di tasca propria ilsuo lavoro».

Apocalisse di Lepage:«La realtà ha superatoil “1984” di Orwell»

VISIONARIO Una scena di «1984», l’opera che il direttore d’orchestra Lorin Maazel ha voluto trarre dal celebre romanzo di George Orwell

Lorenzo Arruga

�Grande testimonianza di vo-lontà e consapevolezza, questa diNon guardate al domani, al Teatrodell’Elfo di Milano: il teatro musica-le che s’impegna sulla storia recen-te, e per di più affronta con limpidacoscienza un episodio controverso,inquietante e tragico, il rapimentoe la morte di Aldo Moro e la sceltadella Democrazia cristiana di nontrattare con le Brigate rosse a costodi sacrificarlo. Angelo Miotto haconfezionato un onesto libretto a

collage di documenti e lettere e Fi-lippo Del Corno, giovane musicistaed ispirato, colto interlocutore mu-sicale a Radiotre, lo ha musicato.

Forse proprio la buona coscien-za, insieme alla devozione per i mo-delli musicali di Andriessen ed al-tri, ha influito sulle scelte del com-positore, che, a parte qualche ac-cento di pietà nelle parole dell’ulti-ma lettera dello statista, ha proce-duto semplicemente portando otto

voci, sempre una per volta imperso-nando politici, brigatisti o giornali-sti, ad inerpicarsi per passaggi e in-tervalli e ritmi con secchezza, nonpiù allo scopo del «recitar cantan-do» delle origini, cioè alla ricerca

dell’espressione, ma per mostrareuna sorta di neutrale oggettività,mentre dieci strumenti infurianoappaiandosi a loro senza cercaremai né contrappunti né armonie, esu uno schermo appaiono didasca-

lie e spezzoni di filmati. In questomodo però non si vede perché radu-nare cantanti, tra cui alcuni di vivi-da qualità come Abbondanza, Pe-troni e Guadagnini, e il gruppo deiSentieri Selvaggi diretto da Bocca-doro, ed un nutrito pubblico di ap-passionati e amici. Non c’è dramma-turgia, non canto, non dialettica. Èun ripasso.

La serata, applaudita, si è apertacon un colloquio fra Miotto e l’ospi-te di riguardo, Agnese Moro, figliadi Aldo, che ci ha dato senza volerlouna lezione di alta e serena civiltà.

LIRICA E STORIA

Intervista al fondatore del Cirque du Soleil, registadell’opera diretta da Maazel, da domani alla Scala

RIPENSAMENTI

Download a offerta libera, i Ra-dioheadciripensano.Dopochean-che i Coldplay hanno seguito il lo-roesempio,offrendogratuitamen-tesulpropriositounbranodelnuo-voalbum,ThomYorkehadichiara-to all’Hollywood Reporter che ildigital download gratuito di InRainbows resteràunepisodioiso-lato. «Penso che quella sia statala scelta di un momento, in rispo-sta a una particolare situazione -hadettoYorke-, incuitutticichie-devano cosa intendessimo fare.Oranonavrebbe lostessovalore».

Disco gratis sul webRadiohead pentiti

A PARIGI

ÈmortaaParigi,all’ospedaleAme-ricain dove era ricoverata da tresettimane per un male incurabile,JacquelinePerrier, vedovae musadi Marco Ferreri, con cui era statasposata dal ’60 al ’97, anno dellamortedel grandecineastamilane-se.Canadese,maresidenteaPari-gi,erastataproduttricedi vari filmdel marito: «Ciao maschio»(1978), «Chiedo asilo» (1979),«Storiedi ordinaria follia» (1981)e«Come sono buoni i bianchi»(1988). Le sue ceneri tornerannoinItaliaperriposareaccantoaMar-co,sepoltoalCimiterodelVerano.

Morta la Perriermusa di Ferreri

SMENTITE

«Sposarmi io? Un’altra bufala deigiornali». Così Ambra Angiolinismentisce le voci di matrimoniocon Francesco Renga. Ambra, in-tervistata dal settimanale «DonnaModerna», parla a tutto tondo delcompagno: «Ha il culto della fami-glia, mi sposerebbe solo in chiesa.Maproprioperquestoperòpreferia-mo aspettare: andremo all’altarequandocisveglieremoconlavogliadi farlo»;dellapolitica:«IohovotatoVeltroni, lui la destra»; e del suo fu-turo: «Se proprio lo devo dire, il miosognoèdiventarecomeGianniBon-compagni:autricee regista».

Ambra: sposarmi?una notizia bufala

IL GURU DEL «CIRQUE DU SOLEIL» Il regista Robert Lepage, 50 anni

PODIO Carlo Boccadoro

DIGITALE FREE

Prima serata in compagnia deibecchinipiù famosidelmondo:dadomani alle 21 su Iris, il canalefreedeldigitaleterrestrediMedia-set, ripropone tutte le puntate deltelefilm Six Feet Under compre-si gli episodi inediti della quarta edellaquintastagione.Rivelazione del network statuni-tense via cavo Hbo, «Six Feet un-der» è andato in onda per la primavoltanel2001 riscuotendo imme-diatamente un grande successo.Havinto, insolecinquestagioni,9EmmyAwardse3GoldenGlobe.

Su Iris i becchinidi Six Feet UnderIn «Non guardate al domani»

otto voci cantano la fine di MoroAll’Elfo di Milano presenteanche la figlia dello statista

Il romanzodel totalitarismo

1984 èunodeipiùcelebriromanzidiGeorgeOrwell,pubblicatonel1949.Inun futuroprossimo(l'anno1984) laTerraèdivisa in tregrandipotenze:Oceania,EurasiaedEstasia . InOceania,dove lacapitaleèLondra,lasocietàèamministratasecondo iprincipidelSocing(il socialismoinglese)egovernatadaunpartitounicoconacapo ilGrandeFratello,unpersonaggiochecontrolla lavitadi tutti icittadini (lasua figuraèunincrocio fraStalineHitler).