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Martedì 27 ottobre 2015 – Anno 7 – n° 296 e 1,50 – Arretrati: e 3,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 y(7HC0D7*KSTKKQ( +\!#!"!$!_ Meglio Tony che mai » MARCO TRAVAGLIO T ony Blair, sterminatore della sinistra inglese e anche di quella italiana per interposti D’Alema, B. e Renzi, chiede scusa. L’attacco del 20 marzo 2003 all’Iraq – ammette con appena 12 anni di ritardo in un’intervista alla Cnn – fu un tragico “errore di pianificazione e di valutazio- ne”, dovuto a rapporti di intel- ligence “sbagliati” e alla pre- visione sballata di “ciò che sa- rebbe accaduto una volta ri- mosso il regime” di Saddam Hussein: cioè la guerra civile fra gli sciiti andati al potere e i sunniti che, emarginati e umi- liati, si sono presi la rivincita fondando l’Isis. Si dirà: bella scoperta, ci eravamo arrivati anche senza le sue scuse. E poi quella di Blair è un’azione pre- ventiva, proprio come la guer- ra in Iraq. L’ex premier bri- tannico – la cui popolarità a Roma è inversamente propor- zionale a quella a Londra, dov’è talmente sputtanato che i laburisti si sono ridotti a vo- tare Corbyn – tenta di antici- pare le conclusioni della com- missione d’inchiesta Chilcot, che si accinge a smascherare le sue menzogne: il suo via li- bera a Bush per l’attacco con- giunto a Baghdad non risale alla vigilia, cioè al marzo 2003, quando – come lui ha sempre giurato – non c’erano più al- ternative alla guerra, bensì al- la primavera del 2002, quando le ispezioni dell’Onu sulle fan- tomatiche armi di distruzione di massa erano appena inizia- te. È la prova che Blair era in totale malafede: aveva ragio- ne la Bbc che accusò il suo go- verno di aver “r i t oc c a to ” i rapporti d’intelligence sugli inesistenti arsenali chimici, atomici e batteriologici di Saddam per renderli più ac- cattivanti (sexed up) e convin- cere l’opinione pubblica a so- stenere il conflitto. Downing Street scatenò la guerra ter- monucleare contro la Bbc e il caso finì dinanzi a un giurì in- dipendente affidato a un ex giudice, Lord Hutton. Il quale stabilì che la Bbc aveva ragio- ne sui “ritocchi”, ma non sulla malafede del governo. Il gior- nalista Andrew Gilligan, au- tore dello scoop, si era fidato di una fonte, lo scienziato Da- vid Kelly, che si era rivelata corretta: l’Iraq di Saddam, co- me aveva già accertato l’Onu e contrariamente a quel che so- steneva Blair, non possedeva armi di distruzione di massa. Lord Hutton riconobbe però la buona fede di Blair e con- dannò Gilligan per averlo ac- cusato di malafede. Gilligan dovette lasciare la Bbc, come pure il direttore generale Greg Dyke. Poi l’ entourage blairiano diede in pasto alla stampa il nome di Kelly, che si suicidò. SEGUE A PAGINA 20 p Il sottosegretario Zanetti chiede la testa della responsabile delle Entrate, scelta nel 2014 dal premier: non è allineata. Dopo ore di silenzio, tiepida difesa del Tesoro. La guerra è cominciata L’EX PREMIER “Io e Bush favorimmo l’Isis” Blair si è pentito per l’I raq : troppo tardi, troppo solo q FURIO COLOMBO A PAG. 10 q DI FOGGIA, FELTRI E PALOMBI A PAG. 2 - 3 IGNAZIO GUEVARA È QUELLO CHE È, MA IL PD È PEGGIO RICERCA Il rapporto dell’Oms La salsiccia provoca il cancro, ma molto meno delle sigarette q CARRA E DELLA SALA A PAG. 9 p L’Organizzazione mondiale della Sanità: la carne lavorata è canceroge- na, la carne rossa non lavorata forse L’UOMO DEL BOSS Bulgarella: “Miei i locali a Trapani per la Procura” q VECCHI A PAG. 7 Mai più Chi oserà mangiare altri würstel? Ansa CREPE A PALAZZO Da Chiamparino a Delrio: cresce il fronte dei non-allineati Renzi perde i pezzi in casa sua e non riesce a cacciare Marino p Il sindaco resiste e chia- ma Bersani per avere una sponda. I consiglieri dem non staccano la spina e spingono perché sia il leader a sporcarsi le mani L’ultima piazza La manifestazione di domenica a difesa del sindaco Marino Ansa q DE CAROLIS E MARRA A PAG. 4 - 5 » SELVAGGIA LUCARELLI S e avevo dubbi sul fatto che il pensionato di Vaprio d’Adda non fosse il prototipo del vec- chietto spaurito e traumatizzato dagli eventi, ho avuto tutte le con- ferme del caso domenica pomeriggio. Giubbotto di pelle marrone e aria spa- valda da giustiziere âgé, il signore che appena una settimana fa ha ammazzato un ragazzo di 22 anni, ha già un’agenda di ospitate tv che neanche Mara Venier. Alle due del pomeriggio infatti, l’uomo che non riesce più a dormire, il vecchietto devastato dal dolore, dà inizio alle sue esternazioni su Ca- nale 5 con la premessa: “Io non avevo voglia di parlare in tv”, riuscendo a essere contempora- neamente pure su Rai Uno in un’inter- vista registrata per L’arena di Giletti. SEGUE A PAGINA 13 È NATA UNA STELLA La domenica tv di Francesco Sicignano El Grinta, il telepistolero dell’Ad d a La cattiveria Allarme dell’Oms: “Le carni essiccate provocano il cancro”. Panico tra le olgettine WWW.FORUM.SPINOZA.IT ERICA JONG “Non ho più paura di volare ma di morire” q MUSOLINO A PAG. 17 Manovra: la soglia del cash va triplicata per “soddisfare i bisogni di stretto consumo ”. Chi non gira con 3 mila euro in tasca per le spesucce si vergogni q ANTONIO PADELLARO A PAG. 11 Il governo bombarda il fisco AGENZIA DELLE USCITE Avviso di sfratto alla Orlandi, altro regalo agli evasori CAMPO DALL’ORTO Buco nero Rai: 12 mesi di appalti senza controllo q PACELLI E TECCE A PAG. 6 Ex amici Matteo Renzi e Rossella Orlandi LaPresse/Dlm

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Quotidiuano

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Martedì 27 ottobre 2 01 5 – Anno 7 – n° 296 e 1,50 – Arretrati: e 3 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

y(7HC0D7*KSTKKQ( +\!#!"!$!_

Meglio Tony che mai

» MARCO TRAVAGLIO

T ony Blair, sterminatoredella sinistra inglese eanche di quella italiana

per interposti D’Alema, B. eRenzi, chiede scusa. L’attaccodel 20 marzo 2003 all’Iraq –ammette con appena 12 annidi ritardo in un’intervista allaCnn – fu un tragico “errore dipianificazione e di valutazio-ne”, dovuto a rapporti di intel-ligence “sbagliati” e alla pre-visione sballata di “ciò che sa-rebbe accaduto una volta ri-mosso il regime” di SaddamHussein: cioè la guerra civilefra gli sciiti andati al potere e isunniti che, emarginati e umi-liati, si sono presi la rivincitafondando l’Isis. Si dirà: bellascoperta, ci eravamo arrivatianche senza le sue scuse. E poiquella di Blair è un’azione pre-ventiva, proprio come la guer-ra in Iraq. L’ex premier bri-tannico – la cui popolarità aRoma è inversamente propor-zionale a quella a Londra,dov’è talmente sputtanato chei laburisti si sono ridotti a vo-tare Corbyn – tenta di antici-pare le conclusioni della com-missione d’inchiesta Chilcot,che si accinge a smascherarele sue menzogne: il suo via li-bera a Bush per l’attacco con-giunto a Baghdad non risalealla vigilia, cioè al marzo 2003,quando – come lui ha sempregiurato – non c’erano più al-ternative alla guerra, bensì al-la primavera del 2002, quandole ispezioni dell’Onu sulle fan-tomatiche armi di distruzionedi massa erano appena inizia-te.

È la prova che Blair era intotale malafede: aveva ragio-ne la Bbc che accusò il suo go-verno di aver “r i t oc c a to ” irapporti d’intelligence sugliinesistenti arsenali chimici,atomici e batteriologici diSaddam per renderli più ac-cattivanti (sexed up) e convin-cere l’opinione pubblica a so-stenere il conflitto. DowningStreet scatenò la guerra ter-monucleare contro la Bbc e ilcaso finì dinanzi a un giurì in-dipendente affidato a un exgiudice, Lord Hutton. Il qualestabilì che la Bbc aveva ragio-ne sui “ritocchi”, ma non sullamalafede del governo. Il gior-nalista Andrew Gilligan, au-tore dello scoop, si era fidatodi una fonte, lo scienziato Da-vid Kelly, che si era rivelatacorretta: l’Iraq di Saddam, co-me aveva già accertato l’Onu econtrariamente a quel che so-steneva Blair, non possedevaarmi di distruzione di massa.Lord Hutton riconobbe peròla buona fede di Blair e con-dannò Gilligan per averlo ac-cusato di malafede. Gilligandovette lasciare la Bbc, comepure il direttore generaleGreg Dyke. Poi l’e nt o u ra g eblairiano diede in pasto allastampa il nome di Kelly, che sisuicidò.

SEGUE A PAGINA 20

p Il sottosegretario Zanettichiede la testa dellaresponsabile delle Entrate,scelta nel 2014 dalpremier: non è allineata.Dopo ore di silenzio,tiepida difesa del Tesoro.La guerra è cominciata

L’EX PREMIER “Io e Bush favorimmo l’Isis”

Blair si è pentito per l’I raq :troppo tardi, troppo solo

q FURIO COLOMBO A PAG. 10

q DI FOGGIA, FELTRI E PALOMBIA PAG. 2 - 3

IGNAZIO GUEVARAÈ QUELLO CHE È,MA IL PD È PEGGIO

RICERCA Il rapporto dell’Oms

La salsiccia provocail cancro, ma moltomeno delle sigarette

q CARRA E DELLA SALA A PAG. 9

p L’Organizzazione mondiale dellaSanità: la carne lavorata è canceroge-na, la carne rossa non lavorata forse

L’UOMO DEL BOSS

Bulgarella: “Mieii locali a Trapaniper la Procura”

q VECCHI A PAG. 7

Mai più Chi oserà mangiare altri würstel? Ansa

CREPE A PALAZZO Da Chiamparino a Delrio: cresce il fronte dei non-allineati

Renzi perde i pezzi in casa suae non riesce a cacciare Marinop Il sindaco resiste e chia-ma Bersani per avere unasponda. I consiglieri demnon staccano la spinae spingono perché sia illeader a sporcarsi le mani

L’ultima piazza La manifestazione di domenica a difesa del sindaco Marino Ansa

q DE CAROLIS E MARRAA PAG. 4 - 5

» SELVAGGIA LUCARELLI

Se avevo dubbi sul fatto che ilpensionato di Vaprio d’Adda

non fosse il prototipo del vec-chietto spaurito e traumatizzatodagli eventi, ho avuto tutte le con-ferme del caso domenica pomeriggio.Giubbotto di pelle marrone e aria spa-valda da giustiziere âgé, il signore cheappena una settimana fa ha ammazzatoun ragazzo di 22 anni, ha già un’agendadi ospitate tv che neanche Mara Venier.

Alle due del pomeriggioinfatti, l’uomo che nonriesce più a dormire, ilvecchietto devastatodal dolore, dà inizio alle

sue esternazioni su Ca-nale 5 con la premessa: “Io

non avevo voglia di parlare intv”, riuscendo a essere contempora-neamente pure su Rai Uno in un’inter -vista registrata per L’arena di Giletti.

SEGUE A PAGINA 13

È NATA UNA STELLA La domenica tv di Francesco Sicignano

El Grinta, il telepistolero dell’Ad d aLa cattiveriaAllarme dell’Oms:“Le carni essiccateprovocano il cancro”.Panico tra le olgettine

WWW.FORUM.SPINOZA.IT

ERICA JONG

“Non ho piùpaura di volarema di morire”

q MUSOLINO A PAG. 17

Manovra: la soglia del ca s h va triplicata per “soddisfare i bisogni di st re t tocon su mo ”. Chi non gira con 3 mila euro in tasca per le spesucce si vergogni

q ANTONIO PADELLARO A PAG. 11

Il governo bombarda il fiscoAGENZIA DELLE USCITE Avviso di sfratto alla Orlandi, altro regalo agli evasori

CAMPO DALL’O RTO

Buco nero Rai:12 mesi di appaltisenza controllo

q PACELLI E TECCE A PAG. 6 Ex amici Matteo Renzi e Rossella Orlandi La Pre ss e / D l m

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2 » PRIMO PIANO | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 27 Ottobre 2015

NON ALLINEATA Il sottosegretario all’Economia Zanetti chiede la cacciata del capo dell’Agenzia delleEntrate voluta un anno fa da Renzi. Dopo ore di silenzio, difesa obbligata del Tesoro. È solo l’inizio

» CARLO DI FOGGIA

To c c h e r à a M a t t e oRenzi sbrogliare il pa-sticcio, se di questo sitratta: lo scontro tra

un pezzo del governo e il ver-tice del Fisco è divampato ieriallo scoperto. Per oltre sei oreRossella Orlandi rimane in at-tesa di un chiarimento alle pa-role del sottosegretario all’E-conomia (e segretario di Scel-ta Civica) Enrico Zanetti, chein mattinata l’accompagna al-la porta a mezzo stampa: “Secontinua a esternare il suomalessere - spiega a R e p u b b l i-ca- e a dire che l’Agenzia muo-re, le dimissioni diventano i-nevitabili. Sono convinto chela mia posizione sia assoluta-mente condivisa da PalazzoChigi”. A quel punto, dagli uf-fici di via Cristoforo Colomboparte la raffica di chiamate aldicastero di Pier Carlo Pa-doan e per diverse ore si restain attesa di una smentita. Allafine, una telefonata col mini-stro sblocca tutto. Per ora.

IL GIORNO più lungo della di-rettrice dell’Agenzia delle En-trate - nominata a giugno 2014da Matteo Renzi - termina vir-tualmente alle quattro, quan-do i giornali sono in edicola daun pezzo, con il ministero cheemana una nota a tratti imper-sonale: l’Agenzia “ha un ruolocruciale nella strategia del go-verno per la lotta all’evasionefiscale e nel contesto di immu-tata stima nel direttore Ros-sella Orlandi, questo ministe-ro è impegnato nell’attività dirafforzamento organizzativoe operativo della struttura”. Iritardi vengono imputatial l’assenza del ministro, im-pegnato in un convegno all’E-xpo. I siti la leggono come unasmentita formale del ministe-ro al suo sottosegretario. “Se lavoleva sfiduciare, così l’ha raf-forzata”, commentano i ren-ziani più vicini al premier. Adifendere subito la Orlandi ar-riva però solo la minoranzaPd.

Sono lontani i tempi in cui ladirettrice - classe 1956, tosca-na, prima donna al verticedell’Agenzia, carriera tutta in-terna all’amministrazione -partecipava alla Leopolda echiamava il premier “Matteo”ricalcandone gli slogan (“il fi-sco cambia verso”). Giovedìscorso ha lanciato l’ultimo al-larme a un convegno della C-gil: “Se va anti così, l’Agenziam u or e ”. Tutto nasce dallasentenza delle Consulta che amarzo ha fatto decadere 767dirigenti del Fisco (su 1.100 to-tali), perché nominati senzaconcorso. La questione si tra-scina almeno dal 2001, cioè dasempre, ed è stata rinviata diproroga in proroga da tutti igoverni da Monti in poi. A sen-tenza acquisita, però, è partita

Il dossier Palazzo Chigi non sa motivare le misure sul contante, che aiutano solo l’economia in nero

EVASIONE, I FAVORI INGIUSTIFICABILIIL COMMENTO

» STEFANO FELTRI

L a curiosità era grande:come farà il governo agiustificare le norme che

favoriscono l’evasione conte-nute nella legge di Stabilità?La relazione illustrativa delprovvedimento arrivato ieri inSenato non delude le attese.

Il punto più contestato èl’innalzamento del limite alleoperazioni in contante da1.000 euro (fissato dal gover-no Monti) a 3.000. Il governofa una premessa non necessa-ria: nel 2014 la massa mone-taria complessiva era di 164miliardi di euro. E cita la fonte:non la Banca d’Italia o la Bce,ma gli artigiani di Mestre,quella Cgia specializzata nelconquistare titoloni con simu-lazioni rapide e a volte ardite.Le affermazioni successivesono invece prive di dettagli. Ilricorso al contante è correlatoalla “elevata percentuale disoggetti unbanked”, cioè fuori

dal sistema finan-ziario. E chi sa-r a n n o m a i ?Vecchiette conla pensione da3.000 euro? Omagari orga-nizzazioni cri-m i n a l i e p a-droncini evasoriche usano valigettedi banconote? Il gover-no non lo dice.

Lo stesso estensore della re-lazione illustrativa della ma-novra che ha sentito il bisognodi citare la Cgia, non specificaquali siano gli “studi che esclu-dono un indice di correlazionediretta tra utilizzo del contan-te ed evasione fiscale”.

Possiamo stare tranquilli,comunque, perché la facoltà ditenere 3.000 euro in tasca ser-ve soltanto a “garantire mag-gior fluidità nelle transazionieffettuate quotidianamenteper il soddisfacimento di biso-gno di stretto consumo” e per

non penalizzare l’I-talia verso altri

Paesi. Quali sia-no i “bisogni distretto consu-m o ” c h e r i-chiedono mi-gliaia di euro in

c o n t a n t i n o nviene chiarito.Ancora meglio la

spiegazione del perchéviene abolito il divieto di pa-gare in contanti i canoni di af-fitto per la casa: “La norma siè dimostrata di scarsa effica-cia anche per la oggettiva dif-ficoltà di enforcement (tral’altro non è prevista nessunasanzione), mentre ha creatodisagi per le locazioni turisti-che, più in generale, ai soggettiche operano correttamente”.

Il governo aveva quindi duescelte: punire chi finora ha tra-sgredito senza rischiare san-zioni o premiarlo, togliendodel tutto la norma. Ha scelto laseconda linea, si può immagi-

nare la frustrazione di chi èstato così improvvido in que-sti anni da rispettare una nor-ma senza sanzione per purosenso civico. Il messaggio èchiaro: se puoi, aggira la legge,tanto lo Stato, prima o poi, siarrende.

Il principio è ribadito pocherighe più sotto, dove si giusti-fica l’eliminazione dei limiti alcontante in uno dei settori piùa rischio infiltrazione per lacriminalità organizzata, l’au-totrasporto.

Spazzato via il divieto di pa-gare cash qualunque importoperché “la norma ha creato di-sagi per il caso dei piccoli pa-gamenti regolati ad esempiodagli autisti dei mezzi di tra-sp or to ” e, soprattutto, “p er-ché non è prevista alcuna san-zione a carico di chi viola lanorma mentre a carico di com-mercialisti e altri soggetti chetengono la contabilità delleditte di trasporto è previstol’obbligo, totalmente ignora-

to, di segnalare le violazioni”.La soluzione sembrava moltosemplice: correggere la falla,introducendo sanzioni per icommercialisti o i contabiliche si accorgono di strani mo-vimenti di contanti che viola-no la legge. Invece no, il gover-no ha preferito buttare nel ce-stino tutta la legge, per la gioiadi contabili, commercialisti, esoprattutto di autotrasporta-tori che hanno bisogno di nonlasciare traccia di pagamentila cui spiegazione è meglio nonrivelare.

Nessun accenno, nella rela-zione illustrativa della mano-vra, a eventuali impatti posi-tivi di questa “liberalizzazio-ne” del contante. E neppureall’impatto negativo dei vin-coli. Non ci sono ragioni eco-nomiche per avere più contan-te. È soltanto una cortesia a e-vasori o aspiranti tali. E il te-sto del governo non prova nep-pure a nasconderlo.

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la guerra. Per mesi, non si è fat-to nulla, almeno non ufficial-mente, perchè da allora è ini-ziato il pressing dell’Agenzia.“Così è la paralisi del Fisco”, ladenuncia. La soluzione ipo-tizzata dall’Agenzia - le “reg -genze temporanee” - viene ri-spedita al mittente. In diverseoccasioni - risulta al Fatto - iltesto proposto da Orlandi (colbeneplacito di Padoan) arrivain Consigli dei ministri e ognivolta - sotto la pressione di Za-netti - viene respinto, grazieanche all’opposizione di unaparte del Tesoro, in testa il ca-po di Gabinetto del ministero,Roberto Garofoli.

LA SOLUZIONE è arrivata cosìcon un emendamento al de-creto Enti locali: concorso dabandire e concludere “entro il2 0 16 ”, nel frattempo il bucoviene riempito da “posizioniorganizzative a tempo” (Pot),col 60% del vecchio stipendio.Il 4 settembre scorso, però,l’ufficio legislativo del Tesorospedisce una lettera all’Agen -zia, che il Fatto ha visionato. Itoni sono spicci: avete chiestoche si esprima il Consiglio diStato sulle Pot, ma “non pos-sono tacersi perplessità vistoche la norma è stata da noi pre-disposta in collaborazionecon codesta Agenzia”. Tra-

dotto: sbrigatevi, e del concor-so, poi, non c’è ancora traccia.Di questo malessere si è fattocapo Zanetti, la cui interlocu-zione con il premier va però a-vanti da tempo, con un’occhioanche al rimpasto di governo(Zanetti chiede la delega al Fi-sco, ora in mano a Luigi Caserodi Ncd). La sua uscita è peròsintomo di un dato acquisito:alla Orlandi è mancata la co-pertura politica. La questionetocca anche le scelte legislati-ve compiute finora. L’Agenziaè rimasta stupefatta, per così

dire, dalla scelta di alzare la so-glia sull’uso del contante a tre-mila euro. E si è anche oppostaal tentativo di riportare Equi-talia (la riscossione) sotto ilcontrollo del Tesoro. Partitapersa dalla Orlandi: alla guidaè stato nominato il renzianoErnesto Maria Ruffini.

ORLANDI è cresciuta allascuola di Vincenzo Visco, ed èstata nominata quando il rap-porto tra Renzi e l’ex ministroera solido. Poi è calato il gelo:“Mi hanno chiamato, hannopreso due misure dal mio cen-tro studi e non si sono fatti piùsentire”, ha spiegato Visco inun recente convegno. Un di-stacco iniziato con la delega fi-scale, e la famosa norma “salvaBerlusconi”, su cui l’Agenziafece sentire la sua contrarietà,così come sullo stop al rad-doppio dei termini di accerta-mento. Anche le difficoltà del730 precompilato, che MatteoRenzi si è intestato, sono stataaddossate all’Agenzia. “Chie -deremo a Renzi e Padoan se èpossibile che si dica che stia-mo lasciando morire l’Agen -zia”, replica Zanetti. In balloc’è però l’intero sistema delleAgenzie fiscali voluto da Vi-sco. Tutto, ora, è nelle mani diRenzi.

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Terreno di battagliaLa Consulta ha fattodecadere 767 dirigentia marzo: da allora c’èin corso una guerra

Fisco, il governo cominciaa licenziare la Orlandi

In uscita Rossella Orlandi; sopra, Zanetti Ansa

CHI STA COI FURBASTRI

Alfano se ne vanta:“Sul tetto al cashho imposto la linea”

qNO, NON MI PIACCIONO (i 3.000euro di soglia contante, ndr). L’ho

detto in Consiglio dei ministri, però pensoche ci sia una regola che va rispettata: unodice la sua opinione, poi uno si adegua allevolontà della maggioranza”, dice il ministrodella Cultura Dario Francechini a Mix 24 diGiovanni Minoli, su Radio 24, parlandodell’aumento della soglia all’uso del con-

tante. “Siamo arrivati a un punto – ha spie-gato –che uno se non condivide una cosa sene va. Insomma, mi pare un po’eccessivo. Ioho detto come la penso. Ho anche ricono-sciuto ad Alfano, siccome abbiamo avutomolte volte una discussione su questo e iosono sempre riuscito a fermare la cosa. Chequesta volta abbia vinto lui, capita”. Il mi-nistro dell’Interno, anziché prendere le di-

stanze da una norma che sembra avere l’u-nico scopo di favorire l’evasione, rivendicavia Twitter: “Su innalzamento tetto contan-te Franceschini dice che ho vinto. Ha ragio-ne e vigileremo perché la vecchia sinistranon ottenga passi indietro”. Anche in vistadelle Amministrative di primavera, Alfanoci tiene: gli evasori devono sapere chi rin-graziare nell’urna.

Il casoRo ss e l l aOrlandi èd i re t to redell’A ge n z i adelle Entratedal marzo2 01 4 .Qualchegiorno fa, a unconvegno, hadetto “se vaavanti così,l’A ge n z i am u o re ”. Siriferiva ai mesidi stalloseguiti allasentenza dellaConsulta cheha dichiaratoillegittimi 700dirigenti su1.100 totali. Ils o t to s e g re t a r i oall’Eco n o m i aZanetti l’hainvitata adimettersi. Ilministero ieril’ha difesa, manon troppo

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Martedì 27 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PRIMO PIANO » 3

CONTI PUBBLICI La legge di Stabilità arriva in Parlamento Il testo» MARCO PALOMBI

Alla fine la Legge di Sta-bilità approvata dalgoverno il 15 ottobre -e arrivata in Parla-

mento solo ieri, dopo una de-cina di giorni di ri-scrittura -non è da 26 miliardi e mezzocome spiegava il premier, mada 31,6 miliardi. Lo scrive lostesso governo in una tabellariassuntiva: nuove o maggiorispese correnti per 11,2 miliar-di, minori entrate per 20,3 mi-liardi (compreso il rinviodell’aumento dell’Iva), più al-tre frattaglie. I mezzi di coper-tura, invece, si fermano a quasi14 miliardi: 5,7 sul lato delleentrate e quasi 8 da riduzionedi spese a vario titolo. Per il2016 fa una “d i f f e r e nz a ”, silegge, pari a “-17,728 miliar-di”. Questa tabella, peraltro,non parla della spesa per in-vestimenti, il vero buco dellastrategia del governo: l’annoprossimo dovrebbe ammon-tare al 2% del Pil circa, un pun-to e mezzo in meno della me-dia Ue. Il “budget 2016”, comelo chiamano al Tesoro, sem-bra l’operazione elettorale diun governo conservatore: si li-mita a rinviare di un anno il pa-reggio di bilancio, premia i cit-tadini più ricchi (quelli che a-vranno sconti maggiori sullacasa) e le imprese. Per di più,presenta più di una criticitàsulle coperture: non propriolo straordinario volano di cre-scita descritto ieri dal mini-stro Pier Carlo Padoan. Eccoun riassunto dei contenuti.

IVA E ACCISE. Gli aumenti au-tomatici vengono rinviati diun anno. Secondo il governo,valgono 15,1 miliardi nel 2017(cui va aggiunta almeno laclausola di salvaguardia da 2miliardi sui proventi della v o-lontary disclosure) e 19,5 mi-liardi nel 2018 e nel 2019. C’èpiù di un dubbio sui numerisottostanti a queste previsioni,che potrebbero cioè esserepeggiori. L’esecutivo prefigu-ra comunque nel triennio2017-2019 - nonostante il bi-lancio preveda già pesanti ta-gli alle regioni da oltre 14 mi-liardi - una manovra totale dacirca 60 miliardi.

IMU/TASI. È l’unica grande o-perazione della legge: 3,7 mi-liardi di sgravi ai possessoridella prima casa. La manovraprovvede a risarcire i Comuniper i mancati introiti e gli con-cede di tenersi le aliquotemaggiorate per le seconde ca-se (ma solo se li hanno delibe-rati entro il settembre 2015).Ai sindaci, poi, viene data unpo’di flessibilità sui vincoli delPatto di stabilità interno.

IMPRESE. Sono, per il secondoanno consecutivo, le grandivincitrici della manovra: ot-tengono un altro miliardo l’an -no di sgravio fiscale sulle as-sunzioni, un miliardo (per al-cuni anni) sui super-ammor-tamenti delle spese per inve-stimenti fatte tra ottobre 2015

La manovra sale a 31,6 miliardima aumentano anche i buchiSecondo le tabelle del provvedimento, mancano coperture per oltre 17,7 miliardi di euro

e dicembre 2016. Poi mezzomiliardo per incentivare lacontrattazione aziendale, altri500 milioni per la cancellazio-ne dell’Imu sui macchinariimbullonati e circa 600 per I-mu e Irap agricole.

SPENDING REVIEW. Non c’èquasi per niente: i tagli di spesa- che ammontano a 7,9 miliardisecondo il governo - sono so-stanzialmente lineari. Curiosoche il secondo importo più ri-levante (800 milioni) sia il ta-glio del Fondo taglia-tasse,cioè un mero artificio contabi-le. Il primo è ovviamente quel-lo da 2 miliardi al Servizio sa-nitario nazionale (dal 2017 in

poi ci penserà la mazzata sulleregioni a determinare nuovitagli alla sanità). Brutte notiziepure per i Centri di assistenzafiscale (Caf): -100 milioni.

TASSE E TICKET. Renzi si è van-tato di aver bloccato le tasse lo-cali. Non è proprio così: intan-to possono aumentarle le Re-

gioni in deficit sanitario (sonootto) e i Comuni in dissesto epre-dissesto (circa 500). Manon solo: i governatori, alleprese coi tagli alla sanità, po-tranno aumentare i ticket o in-trodurne di nuovi; i sindaci, in-vece, rifarsi su tariffe e prezzidi concessioni e servizi. La tas-sa sui rifiuti, per dire, è una ta-riffa (la Tari), i balzelli sulle in-segne dei negozi o sul suolopubblico sono concessioni. Iprecedenti, poi, dicono chequando i tagli si sommano alblocco delle addizionali salgo-no i costi per le famiglie (in ge-nere trasporto locale, mensescolastiche, etc). E i servizi,ovviamente, diminuiscono.

POVERTÀ. Il governo ha lan-ciato un piano nazionale da600 milioni nel 2016 e un mi-liardo dal 2017 in poi. Al mo-mento non è chiaro quanti sia-no i “soldi nuovi” stanziati sulcapitolo, visto che il Piano na-zionale assorbe anche pro-grammi precedenti come lasocial card o l’Asdi, il nuovo as-segno di disoccupazione ap-pena entrato in vigore.

STATALI. I dipendenti pubblicisono tra gli sconfitti della ma-novra: 300 milioni per il rin-novo di contratti (8 euro lordial mese medi) fermi da sei annie la proroga del blocco del turnover- cioè l’impossibilità di so-stituire chi va in pensione - al25% per i prossimi anni (que-sto per la truppa, i dirigenti in-vece avranno soglie più alte).Sui contratti c’è poi una cosa

strana: i soldi dei rinnovi an-dranno per 219 milioni ai di-pendenti delle amministra-zioni centrali e per 81 milioni apoliziotti, militari, prefetti ediplomatici. Restano fuori gli1,2 milioni di travet di regioni,enti locali e sanità: per loro cisarà un decreto a gennaio.

PRESE IN GIRO.“Opzione don-na”, che epermette a chi ha irequisiti di andare in pensionecon le vecchie regole, viene pa-gato coi fondi per gli esodati ecol blocco dell’indicizzazionedelle pensioni. Il part time pergli over 63 ancora coi soldi de-gli esodati. Un pezzo degli am-mortizzatori sociali in derogacoi soldi per mandare in pen-sione prima chi fa lavori usu-ranti. Il fondo per le adozioniinternazionali con un taglio alfondo per la famiglia.

SERVIZIO CIVILE.Sorpresa ne-gativa: Renzi aveva annuncia-to 100 milioni in più, però nellalegge non ci sono.

RAI. Il canone finirà nella bol-letta elettrica e costerà 100 eu-ro (anziché 113): la tv pubblica,comunque, non vedrà un euroin più, perché i 500 milioni sti-mati di recupero dell’evasionese li terrà il Tesoro.

ECOBONUS. Vengono proro-gati quelli per le ristruttura-zioni edilizie e l’e ff ici en ta-mento energetico (con relati-vo acquisto di elettrodomesti-ci e mobili).

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Spending reviewCi sono quasi solotagli lineari: il piùgrosso (800 milioni)al Fondo taglia-tasse

SLOT & C. 1,1 miliardi previsti da sanatorie e nuove gare

Giochi, l’esecutivo espropria i Monopolima le entrate sono a rischio flop

qLA VIA SCELTA è sempre la stes-sa: fare cassa sui giochi. Ma c’è il

rischio flop. E per questo il governo ha de-ciso che sarà il Tesoro a stabilire con undecreto “le norme tecniche dei giochi,delle scommesse e dei concorsi a premi”,scippando la potestù all’Agenzia dei mo-nopoli. Gli introiti previsti dalla legge distabilità dal settore - riepilogati da Agri-pro News - sono valutati in 1,1 miliardi:500 milioni da un incremento del prelievoerariale unico (Preu) sulle slot; 100 milio-ni da un incremento dello stesso Preu sul-le più potenti Vlt; 410 milioni dalla garaper l’assegnazione di 15 mila licenze, 10mila agenzie di scommesse e di 5 mila

corner; 73,5 milioni dalla gara per le con-cessioni del Bingo e 24 milioni dalla garaper le 120 concessioni del gioco online.Sulle “agenzie di scommesse”, il tema ècontroverso. Per il governo ora sono 17mila, duemila delle quali “e m e rs e ” dallavecchia sanatoria sui centri clandestiniche però è stata un flop (erano previste 5mila regolarizzazioni). Ora viene ripro-posta. Non solo. Del vecchio prelievo da500 milioni della Stabilità 2015 sono ar-rivati solo 180 milioni. Tradotto: le nuoveentrate sono a rischio flop, e per questo ilgoverno ha incaricato della supervisioneil Tesoro. Senza però prevedere una clau-sola di salvaguardia.

I numeri

31 ,6m i l i a rd i ,l’entitàco m p l e ss i vadellamanovra èsalita rispettoai 26,5annunciatidal premier

1 5, 1m i l i a rd i ,q u a n tovalgono leclausole dis a l va g u a rd i econ aumentiautomatici diaccise e Ivanel 2017

2%del Pil, laspesa peri nve s t i m e n t inon è maistata cosìbassa, addioc re s c i t af u t u ra

Il ministrote c n icoL’e conom i st aPier CarloPadoan haacconte nt atoRenzi nellas critturadel Bilancioper il 2016Ansa

Fatto a mano

Lo sberleffo

I DDL “F U O R I L EG G E ”E IL POVERO PADOAN» FQ

, IL TORMENTATO e decisamenteirregolare, percorso attraverso il

quale i ddl Stabilità e Bilancio sono arrivatialle Camere si può leggere in controluce pu-re dai documenti. O meglio, dalle firme suidocumenti. Un breve riepilogo dei fatti. Stabilità e Bi-lancio vengono approvati dal Consiglio dei ministri il 15ottobre dopodiché svaniscono: la legge prevede chesiano in Parlamento “entro il 15 ottobre”, ma ogni anno

il tempo di sparizione aumenta, nonostantequesto significhi accorciare i tempi dell’esameparlamentare. Nei giorni successivi al 15 otto-bre, numerose bozze con data e ora testimo-niano il processo di ri-scrittura di testi e numeri

avvenuto tra Tesoro e Palazzo Chigi: i ministri, insom-ma, hanno approvato una cosa che non esisteva.Infine, c’è la questione della firma: siccome i ddl Sta-bilità e Bilancio sono stati ultimati sabato, Il Fatto a-

veva fatto notare che Renzi non avrebbe potuto fir-marli (è in Sudamerica). I testi parlamentari testi-moniano l’ennesimo strappo: l’unica firma - oltre aquella di Mattarella da Palermo - è quella di Pier CarloPadoan. Problema: la legge prevede che sia il governo(per mezzo del presidente del Consiglio) a presen-tare i ddl alle Camere e non il solo ministro del Tesoro.L’unica cosa buona è che, se spunta il solito comma“s a l va - q u a l c u n o”, si sa già con chi prendersela.

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4 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 27 Ottobre 2015

Volevamo il Giglio MagicoOra è già fuga da Matteo

» WANDA MARRA

Sergio Chiamparino, ilgovernatore del Pie-monte, qualche giornofa è arrivato a dimetter-

si dalla presidenza della Con-ferenza Stato-Regioni. Unascelta maturata (e congelatafino alla fine della Stabilità)dopo che la Corte dei Conti haregistrato un disavanzo di 5,8miliardi di euro per la sua Re-gione. A Torino, però, gira vo-ce che le motivazioni siano an-che politiche: sono mesi cheChiamparino non è più in sin-tonia con Matteo Renzi, sonomesi che parlare con il pre-mier per lui è diventato com-plicato. Con l’abolizione dellatassa sulla casa e l’i nnalza-mento della soglia del contan-te a 3000 euro, la rottura sem-b r a e s s e r s i c o n s u m a t a .Chiamparino è il penultimo di

una lunga lista di persone vi-cine a Renzi che in manierapiù o meno esplicita esprimo-no disagio (l’ultima è RossellaOrlandi, la direttrice dell’A-genzia delle Entrate, ormai èin bilico, nonostante la difesadel ministro dell’Econo mia,Pier Carlo Padoan).

IL PRESIDENTE del Piemonte èmolto legato, per frequenta-zioni che risalgono all’Anci, aGraziano Delrio, attuale mini-stro delle Infrastrutture. Fuoridal Giglio magico da mesi, èsempre più lontano dallatraiettoria del “renzismo” uf -ficiale. Da sempre contrarioall’asse privilegiato con DenisVerdini, è l’unico renziano au-tonomo che ha ancora un ruo-lo di spicco, ma è anche sem-pre più ai margini. Conta tra ifedelissimi, Angelo Rughetti -sottosegretario alla Pa, maidavvero entrato nel Giglio, eormai sempre più schiacciatodai rapporti privilegiati delministro, Marianna Madiacon Bernardo Mattarella, ilsuo capo dell’ufficio legislati-vo, e Giulio Napolitano - eMatteo Richetti, deputato e-miliano, tra i primi ad appog-giare l’allora sindaco di Firen-ze nella sua impresa di rotta-mazione, ma poi tenuto fuorida tutto.

Storie diverse, ma tutti pro-fili di un certo peso politico, adifferenza di molti renzianipiù ortodossi: Delrio faceval’endocrinologo, è stato sinda-co di Reggio Emilia, ha 9 figli eun’immagine da leader solidoe affidabile; Rughetti, anche

lui provenienza Anci (di cui èstato segretario), ex capo di ga-binetto di Enzo Bianco al mi-nistero dell’Interno, ha unpassato da eminenza grigia;R i c h e t t i , e x p r e s i d e n t edell ’Assemblea regionaled el l ’Emilia Romagna, studia-va da giovane leader in pro-

prio. Delusi loro da Renzi,Renzi distante da loro.

Nessuno in realtà pensa(ancora) a un’operazione po-litica alternativa. Non ci sonole condizioni, e neanche unprogetto. Ma i malumori e ledifficoltà si incrociano. C’è Lo-renzo Guerini, vice segretario

dem, per esempio, lasciatospesso a gestire un partito dicui Renzi si occupa poco e mal-volentieri, senza le coperturenecessarie. Da dopo le ammi-nistrative si dice che dovrebbeessere sostituito all’Organiz -zazione (Stefano Bonaccini, ilpresidente dell’Emilia Roma-

gna, in pole position), ma non èancora successo niente. E traun po’ vanno al voto Milano,Napoli, Roma, Bologna e To-rino. Quello che un’operazio -ne politica invece la sta già fa-cendo è Andrea Orlando. DaGuardasigilli ha il compito(delicato) di portare a casa le

riforme della giustizia voluteda Renzi, senza alienarsi deltutto i magistrati. E da leaderdei Giovani Turchi (insieme aMatteo Orfini, che però nellagestione del caso Marino è en-trato in un cul de sac) è l’unicoche ha un ruolo di peso senzaessere renziano né della pri-ma, né della seconda, nédell’ultima ora. La sua corren-te, piuttosto nutrita, è alleatadei renziani e Orlando sta la-vorando per allargarla con gliex bersaniani della minoranzadialogante. Persone comeMaurizio Martina, ministrodell’Agricoltura, Enzo Amen-dola, responsabile Esteri delPd (e da mesi in attesa, invano,di un posto alla Farnesina) eMatteo Mauri, che ora sono vi-cinissime al premier, ma che infuturo, unendosi con i Turchi,potrebbero rappresentareun’area sempre più vasta didissenso del quale il premiersarebbe obbligato a tenereconto. E poi, c’è Michele Emi-liano, il governatore della Pu-glia in rotta con Renzi da me-si.

Se il Sud pugliese si unissecon il Nord piemontese, eccoche alcuni punti comincereb-bero a trasformarsi in linee. Ela battaglia potrebbe divente-rebbe interessante.

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DOSSIER Tutti i nuovi “nemici” del premier Ma n ov re

P ORT FOL IO Cile, Perù e dintorni Le foto ufficiali di Palazzo Chigi sulla trasferta oltreoceano

Renzi va in missione, il cielo si commuoveUltimo giroL’e spre ssioneè contritae piuttostos chifata.Questo viag-gio, Renzi, do-veva farlo conl’aereo tuttonuovo, invecegli è toccatoil vecchio bo-eing. Pazienza

Il miracoloLa cittadellaInca diMachu Picchuha già il suoperché. Maattenzione, inPerù succedo-no altre cosest raord i n a r ie.P iove.E Matteova in estasi

La matassaIn Cile, all’Os-servatorio Eu-ropeo Austra-le chiedonouna consu-lenza al pre-mier italianosu come sbro-gliare i filii nga r bug l i at i

Il cerchioSempre den-tro all’Eso, ungruppo di per-sone si radu-na a discutere.Il portavoce diSensi intitolala foto “C i rcle”:ovvio, l’epi -centro è lui

Super selfieQuesta inve-ce Sensi l’hab at te z z at a“E nergia”. Dadove viene?Da Matteo?Beh, sononella sedecilena di EnelGreen Power...

L ECC A L ECC A

LA FAVOLADEL SENSI BUONO» FQ

,MENO MALE che c’è Filippo a“stemperare le asperità del pre-

mier”. Lui –parliamo di Sensi, Nomfup per isocial-dipendenti – ha fatto del lavoro delportavoce “un’ar te”. Ma quale responsa-bile della comunicazione, Sensi è “c re a to req u o t i d i a n o” della narrazione di Palazzo Chigi.Per la verità, questo lo sapevamo anche noi delFa t to, che vi abbiamo raccontato come Sensi go-

verni con pieni poteri quasi la totalità dell’i n-formazione italiana.

Veline e immagini, sms sulle indicazioni di“Renzi ai suoi...” e retroscena pilotati. Tutto (o

quasi) quello che sapete di Matteo Renzi, passada lui. Ma nella sua rubrica di sabato su Io Donna,il magazine femminile del Corriere della Sera, Ma-ria Teresa Meli ci ha raccontato il lato nascosto diFilippo (nascosto almeno a noi che lo chiamiamo

e a cui non risponde praticamente mai): “Un gior-nalista multitasking”, che “per primo” ha portatoin Italia “le moderne tecniche di comunicazione”,che “conosce le lingue”. Ma soprattutto Sensi“fondamentalmente è un buono”, che non se laprende con quelli (“come il Fatto”) che lo trattanomale.Grazie Meli, se ci fosse venuto il dubbio di averesagerato, ce l’hai fatto passare.

Sergio Chiamparino La Pre ss e Andrea Orlando Ansa Maurizio Martina Ansa Angelo Rughetti Ansa

Matteo Richetti Ansa Graziano Delrio La Pre ss e Michele Emiliano Ansa Lorenzo Guerini Ansa

Gli scontriDai 3.000 euroin contanti all’assecon Verdini: i nodidel governo

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Martedì 27 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 5

» LUCA DE CAROLIS

Il marziano cercava consi-gli, forse un appoggio for-male. Ha trovato solida-rietà, e un suggerimento:

“Fai quello che senti, ma cari-care questa vicenda di signifi-cati politici nazionali non a-vrebbe senso”. Dalla sua trin-cea in Campidoglio, domenicascorsa Ignazio Marino ha te-lefonato a Pier Luigi Bersani.Il sindaco dimissionario spe-rava in un sostegno della mi-noranza dem. Quella che pureè stata gelida nei confrontidella sua elezione e del suomandato. Ma che venerdìscorso, quando la direzionenazionale del Pd ha votato sulrinnovo dell’incarico di com-missario del partito romano aMatteo Orfini, ha mostratopollice verso con i suoi otto no.Un atto simbolico, a fronte dei181 sì. Ma Marino ha ugual-mente notato quelle spalle gi-rate al suo primo avversario. Eha cercato Bersani. Il collo-quio è stato “molto cordiale”,raccontano. L’ex segretariodem gli ha manifestato caloree dispiacere per “una vicendapesantissima”. Lo ha ascolta-to. Ma non si è spinto più in là.“Non ho dato consigli, non nedo mai” ha spiegato Bersani aisuoi. Però un’i nd i c a z io n egliel’ha data: “Questa è una vi-cenda da politicizzare sul pia-no nazionale, valuta tu il dafarsi in base a come ti senti e albene della città”. Tradotto, al-meno per come l’ha capitaMarino: non andare drittocontro Renzi. Parole comun-que importanti per il sindaco.Convintosi ormai dell’esigen -za di non attaccare frontal-mente il rottamatore, e di nonrinnegare il Pd. “Io l’ho fonda-

ROM A Marino chiama BersaniLui: “Fai quello che senti”Telefonata tra il sindaco e l’ex segretario: “Non dare al tuo caso un peso nazionale”

to questo partito” ha rivendi-cato domenica al microfono,arringando i sostenitori inpiazza del Campidoglio. Ma-rino vuole presentarsi comeun democratico, ingiusta-mente vilipeso dal Pd. E giocadi contropiede, con i dem cheannaspano e prendono tem-

po. Lo confermano i tormentidei 19 consiglieri comunali,che invocano l’intervento diRenzi per sbrogliare la matas-sa.

IERI MATTINA si sono riuniti,per poi partorire una nota at-tendista: “Ribadiamo che ilgruppo consiliare e il PartitoDemocratico sono tutt’unonel giudicare l’a m m i n is t r a-zione Marino. La posizione as-sunta dal Pd nazionale e da tut-ti noi non è mai cambiata ri-spetto al 12 ottobre, quando ilsindaco ha presentato le di-missioni, ogni futura decisio-ne sarà condivisa e concordata

con il partito”. Un sostegnoformale a Orfini, che ad ogginon controlla un gruppo spac-cato. Lo ammette lo stesso ca-pogruppo Fabrizio Panecal-do: “Ognuno di noi ha una po-sizione diversa: io sono pernon votare nessun atto controil sindaco insieme alle destre”.Impossibile, insomma, con-vincere tutto il gruppo a votarela sfiducia assieme a Fi e ai5Stelle. Che non a caso, conMarcello De Vito, pungono:“Siamo pronti a una mozionecongiunta con il Pd per sfidu-ciare Marino, la smettano digiocare a poker”. Panecaldoappare invece più possibilista

riguardo a eventuali dimissio-ni, “a patto che il quadro muti”.Ma anche se lasciassero tutti e19 non basterebbe, perché su-bentrerebbero i non eletti. Perstaccare la spina a Marino ser-virebbe che si dimettessero 25consiglieri su 48: un favore chele opposizioni non sono dispo-ste a concedere.

Il rischio concreto è che ilPd rimanga sulla graticola finoal 2 novembre, data ultima peril ritiro delle dimissioni da par-te di Marino. Senza dimenti-care che il 5 novembre inizia ilprocesso per Mafia capitale,con tanti ex dem alla sbarra.“Se il sindaco ci chiama per unconfronto noi andiamo” assi -cura Panecaldo. Valeria Ba-glio, presidente d’aula e vicinaal sindaco, allarga: “Sceglierele sorti della Capitale è una re-sponsabilità che deve essereaffrontata dal Pd nazionale”.Ossia, serve un segnale di Ren-zi, quello che Marino chiededa due settimane. Si vociferache renziani di peso spinganosul premier per un suo inter-vento. Intanto Gianluca Pe-ciola (Sel) rilancia: “I sindacinon si sfiduciano a distanza,Marino deve venire in aula edessere ascoltato: se proponeun programma valido ci con-fronteremo”. Ma il tempo cor-re. Marino ha ancora settegiorni per deporre le armi o re-stare marziano, fino in fondo.

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Altri sette giorniI consiglieri Pd in unanota: fedeli al partitoPoi ammettono:“Posizioni diverse”

Filo diretto Il sindaco dimissionario Ignazio Marino e l’ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani Ansa

» FABRIZIO D’E S P OS I TO

La camicia, sotto il maglioncinoblu, impedisce di chiamarlo

descamisado. In compenso, però,c’è la barba. E così il barbudo re -sistente Ignazio Marino si è ritro-vato populista ad arringare la fol-la, convinto che “la democrazia siesercita in piazza”. Un Campido-glio sudamericano proprio nelmomento in cui il premier èdall’altra parte del mondo e gli IntiIllimani si professano cileni ren-ziani. È il ribaltamento di tutto, glieroi dei due mondi che si rovescia-no a vicenda. Solo che a Roma, af-facciarsi da un balcone e parlare alpopolo, dalle parti di piazza Vene-zia, è questione pericolosa, e nonnei termini, per rimanere nel temadella resistenza, della tragica Mo-neda del socialista Allende.

L’evoluzione domenicale delsindaco solitario ma non triste néfinal è intrisa di populismo pero-nista, intruglio argentino in cuidentro c’è un po’ di tutto e dovegiustizialismo, anzi justicialismo,

sta per giustizia sociale, a favoredei poveri e gli ultimi. Ed è ai po-veri e agli ultimi, che Ignacio Ma-rinho, ha dedicato uno dei passag-gi più applauditi del suo comiziodi domenica scorsa: “Chi ci hapreceduto si è servito dei poveri edegli ultimi, noi invece abbiamoservito i poveri e gli ultimi”. Ova-zione per il barbudo in maglion-cino.

Nel repertorio sfoderato in die-ci minuti di discorso ci sono tutti,ma proprio tutti, gli ingredientidel populismo sudamericano.L’evocazione della piazza, unicadepositaria della democrazia (e ilconsiglio comunale?), e soprat-tutto il ricorso ridondante al ne-mico dei poteri forti, ai “s a l ot t ibuoni”, alla politica delle “stanzechiuse”. Anche per questo, per es-sere più efficace, Ignacio Marinhocomunica il suo “c o r a g g io ”, la“sua determinazione” all’“aria a-perta”. Come che vada, il terrazzoo balcone del Campidoglio vale aquesto punto, con le dovute pro-porzioni, il grido dei d e s c a m i s a-

dos contro l’esilio delloro amato generale:“Se siente, se siente,Peron està presente”.Sembra poi incredi-bile, che nel momen-to cruciale del comi-zio, politicamenteparlando, il sindaconon abbia lesinato unm us t de ll ’or a to ri aberlusconiana. E cioèla domanda retoricarivolta alla folla, di cui già si co-nosce la risposta. Il Condannatodi Arcore usa questo espedientein ogni campagna elettorale. Ierilo ha fatto il generale Marinho:“Mi chiedete di ripensarci?”. Al-tra ovazione e risposta scontata:“Non vi deluderò”. Il “non vi è de-l ud e r ò”, che tradotto vuol dire“non me ne andrò neanche con lebombe”, pochi minuti dopo è sta-to ripetuto per altre tre volte (tipo“resistere, resistere, resistere”) ascanso di ogni equivoco interpre-tativo. A sinistra le suggestionipopuliste di questa Seconda Re-

pubblica, ossia il lega-me diretto tra leader epopolo, sono state va-rie, e l’ultima riguardala rivoluzione aran-cione di Luigi de Ma-gistris a Napoli. Caso aparte, invece, il para-gone con il venezuela-no Hugo Chavez, “d i t-tatore del popolo”, ac-costato in fasi diverses i a a l d i p i e t r i s m o

dell’Italia dei valori sia allo scerif-fo di Salerno Vincenzo De Luca.

Non è un caso, allora, per tor-nare a Marino, che il sindaco ab-bia concluso il comizio con una ci-tazione del rivoluzionario per ec-cellenza, argentino ma glorificatoa Cuba: il Che (altro parallelo conil Renzi sudamericano che hascritto su Facebooknon i diari del-la motocicletta ma quelli dell’a e-reo di Stato). Ha concluso “I g n a-cio”: “Siamo realisti, vogliamol’impossibile”. Il golpe populistadel Marino militare.

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Populismi Il balcone, il microfono, i poveri e gli ultimi, la lotta ai poteri fortiIN PIAZZA

Ignacio il peronista está presente

D ome n ica Manifesta -zione pro-Marino Ansa

Chi ci hap reced ut osi è servitodei poveri edegli ultimi,noi inveceabb i a m oser vitoi poveri. Michiedete dir i p e n s a rc i?Non videl u de rò

IGNAZIOMARINO

FRONTE DEL NO

It alicum,pronti i ricorsicontro la leggee l e t to ra l e» TOMMASO RODANO

L a battaglia legalecontro l ’Ita lic umsta per iniziare. A

guidarla è lo stesso avvo-cato che ha af-f o s s a t o i lP o r c e l-lum, Feli-c e B e s o-stri. A lan-ciare l’in i-ziativa con-tro la legge elet-torale sarà il “C o o rd i n a-mento per la democraziaco sti tu zio nal e”, una retedi associazioni impegnatenella difesa della Carta. Iricorsi saranno sottopostiai tribunali dei capoluoghidei distretti di Corte d’a p-pello, probabilmente neiprimi 15 giorni di novem-bre. Se ne saprà di più il 29ottobre: l’iniziativa saràpresentata ufficialmentenella sala stampa della Ca-mera dei deputati.

“Al testo ha lavorato ungruppo di giuristi estre-mamente qualificati –spiega Besostri – ma il ri-corso, per legge, può esse-re presentato solo da cit-tadini-elettori a titolo in-dividuale. È lo stessoschema che ha permessodi portare il Porcellum difronte al giudizio dellaCorte costituzionale, chelo ha dichiarato illegitti-mo”.

All’iniziativa del Coor-dinamento hanno già a-derito associazioni delmondo progressista (co-me Articolo 21 e Libertà eGi us t i z i a) , s indacat i(Fiom e Usb), partit i( L’Altra europa con Tsi-pras, Rifondazione co-munista) e singoli parla-mentari di Sel, ex Pd e mi-noranza dem (De Petris,D’Attorre, Casson, Fassi-na e molti altri). Parteci-pano, inoltre, costituzio-nalisti e personalità dellacultura come Gustavo Za-grebelsky, Massimo Vil-lone, Sandra Bonsanti eDomenico Gallo. L’el en-co è destinato ad allun-garsi: Danilo Toninelli haannunciato il sostegno at-tivo del Movimento 5stelle.

Contro la legge eletto-rale, ieri è intervenuto an-che Massimo D’A lema:“ B i s o g n a i m b o c c a r eun’altra strada”, ha dettol’ex premier, perché l’I t a-licum “può aprire la stra-da a rischi gravi per il Pae-se”. In attesa di presenta-re i ricorsi, il Coordina-mento ha depositato inCassazione anche duequesiti referendari perl’abrogazione della leggeelettorale.

Lo sberleffo

GENNARINO CONTROTUTTI (TRANNE UNO)» ENRICO FIERRO

, GENNARINO ‘O PASDA-RAN, al secolo Gennaro

Migliore, ex pupillo di Fausto Ber-tinotti, ex uomo ovunque ai tempidi Sel e Nichi Vendola, da un annopasdaran renziano. Guai a chi gli tocca Mat-teuccio suo. Son botte, e da orbi. Marino, nelsenso di Ignazio sindaco di Roma, se ne deveandare, “antepone i suoi problemi a quelli

della città”. Una pagina intera su IlM a t t i n o, quotidiano della sua città, perdire che a Roma il Pd è già pronto, chepresto si faranno le primarie e… ne ve-dremo delle belle. Alla faccia del Con-

siglio comunale capitolino, del sindaco anco-ra in carica e anche della piazza. “Qualche mi-gliaio di persone (reali, ndr) non può influiresulla volontà di un elettorato che, in base a un

recente sondaggio (quindi voti molto virtuali,ndr), all’80% non voterebbe Marino”. Siste-mato Ignazio, botte a De Magistris, anche luipensa solo a se stesso. Quindi via. E Basso-lino? “Contesto il bassolinismo, non Basso-l i n o”. Il lettore non ha capito e pazienza. Mi-gliore è però generoso. Si candiderà a sindacodi Napoli? “Non esiste questa ipotesi”. I na-poletani possono dormire tranquilli.

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6 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 27 Ottobre 2015

Lo sberleffo

NESSUNO RISPONDEAL POVERO CASINI» FD’E

, IMMAGINIAMO il travaglio, la ri-flessione, il dibattito nel foro inte-

riore di tutti questi mesi. E poi finalmente ilparto, sul giornale di proprietà del suoce-ro costruttore, il Messaggero. Parliamo diPier Ferdinando Casini, ex leader della Casa dellaLibertà ed ex presidente della Camera, che in quan-to tale ha impiegato settimane per affidare a un’in-tervista ciò che già tutti sapevano. E cioè che, d’ac-

cordo con Alfano, Cicchitto e Loren-zin, è necessario fare un centro e poiallearsi con Renzi. Casini dun-que parla e seduto comodonella sua magione caltagiro-

nesca aspetta un profluvio di rispo-ste, il classico dibattito. Invece nulladi tutto ciò. Sui quotidiani di ieri nonc’è traccia della fondamentale inter-

vista casiniana sulla nascita dei moderati per Renzi.Delle due l’una: o nessuno domenica, per vari mo-

tivi, è riuscito a sbirciare la conversazione dell’exleader dell’Udc oppure è una questione di cru-dele realismo. In quel centro moderato renzia-no, al momento, l’unico a contare è Denis Ver-dini, ex berlusconiano. Non Casini, non Al-fano, nessuno di Ncd e Udc. Ecco, neanche

Verdini ha risposto a Casini.

» VALERIA PACELLIE CARLO TECCE

C’è un buco di un an-no che inquieta ildirettore generaledella Rai Antonio

Campo Dall’Orto. Dagli ulti-mi mesi del 2014 all’estate del2015, sotto la gestione di Lui-gi Gubitosi, la Rai ha smessodi indagare sugli appalti e icontratti di un’azienda chefattura oltre 2,5 miliardi dieuro. Viale Mazzini disponedi uno strumento di controllointerno che si chiama “a u-dit”, e per quasi dodici mesi èstato disattivato. Ancora nonsono chiari i motivi, ma Cam-po Dall’Orto prende le di-stanze dal predecessore. Nonsi fida del lavoro svolto in pas-sato e vuole introdurre il suometodo.

SPAVENTATO per questo bu-co nero di un anno e per l’in -chiesta della Procura di Ro-ma che riguarda commesse diun paio di anni fa, il direttoregenerale ha nominato un av-vocato dello Stato, che da lu-nedì farà parte del suo staffassieme al capo Guido Rossi(ex Mtv) e all’ex uomo di fi-ducia di Lorenza Lei, Mauri-zio Rastrello. Il dg è preoccu-pato anche per la lentezza concui la Rai ha agito sul presun-to malaffare degli appalti. Ilfascicolo audit su David Bian-cifiori, titolare di una societàper servizi di produzioni tv eai domiciliari dallo scorso a-prile (nell’ambito di un’i n-chiesta su altri fatti della pro-cura di Velletri), è stato chiu-so il 23 settembre 2013. Masoltanto il 17 giugno, a seguitodi una perquisizione dei fi-nanziari, i magistrati hannopotuto conoscere i documen-ti su Biancifiori, alias “Scar -face”, accatastati in un plicodi Viale Mazzini. Per appro-fondire meglio la vicenda Rai,i magistrati romani hanno ot-

DI TUTTO DI PIÙ Sugli appalti della Raizero controlli per 12 mesiCampo Dall’Orto: un avvocato dello Stato nello staff e distanze da Gubitosi

tenuto da Gianfranco Cario-la, il direttore dell’Audit diViale Mazzini, 37 dossier cheriguardano non solo l’i m-prenditore ma l’intero asset-to del servizio pubblico: daglistudi tv Dear al Festival di Sa-nremo, dagli accordi esterniper le serie tv ai programmipiù rinomati del palinsesto fi-no ai bar affidati ad una socie-tà di un imprenditore ritenu-to dai pm “colluso”con la pre-

sunta associazione di Massi-mo Carminati, “er cecato” diMafia Capitale. Il sistema diViale Mazzini deve affronta-re un ampio esame giudizia-rio, allora Campo Dall’Orto sicautela.

Intanto l’inchiesta dellaProcura di Roma si prean-nuncia piena di novità. Il pmPaolo Ielo sta analizzandotutti i dossier consegnati dal-la Rai solo pochi mesi fa. Dos-

sier che, nonostante presen-tassero delle irregolarità o e-lementi penalmente rilevan-ti, non sono mai stati inviatiprima a Piazzale Clodio.Quelli con irregolarità sonoper lo più appalti datati neltempo, per questo il pm si staconcentrando soprattutto suquelli affidati alle imprese ri-conducibili a Biancifiori perl’edizione del festival di Sa-nremo 2013. In questo caso lagara per luci e audio è stata in-detta nel 2012. Per quanto ri-guarda quella audio, le im-prese che hanno partecipatoerano tre, di cui una si è tirataindietro. Stesso fatto verifica-to nella gara per le luci: tra icinque partecipanti, benquattro hanno fatto retro-marcia. Come ha confermato

il direttore delle Risorse U-mane in Rai Valerio Fiorespi-no, in un’intervista a Report.

Nel caso dell’edizione diSanremo 2013, il pm contestagià a Biancifiori e ad altri diaver erogato ad un dipenden-te Rai “responsabile della su-pervisione tecnologica per ilfestival di Sanremo 2013,somme di denaro in contan-ti”.

MA LA PROCURA di Romavuole fare chiarezza anche sualtro. Innanzitutto, capire sesia stato messo in atto un si-stema di sovrafatturazioneper forniture pagate dall’a-zienda pubblica, ma non for-nite. Seconda cosa, si sta cer-cando di capire anche se c’èstato e quale sarebbe stato ilguadagno per chi ha favoritol’imprenditore. Su questofronte si sta lavorando in pri-mis sui subappalti: il sospettodi Paolo Ielo infatti è quelloche, in alcuni casi propri i su-bappalti venissero dati ad a-ziende riconducibili a fun-zionari Rai. Altro capitolo delpresunto do ut des, anche que-sto tutto da verificare, è quel-lo delle assunzioni. Un caso e-siste già: David Biancifioricon il fratello e altri infatti èaccusato di corruzione, per a-ver erogato “a Ivan Pierri, di-pendente Rai, con incarico didirettore della fotografia,somme di denaro in contantie assumevano, in qualità diprocuratrice, la moglie delmedesimo presso la Lo.Bel.Graphic s.r.l. società ricon-ducibile a Biancifiori”.

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Le indaginiI magistrati romanispulciano i dossier:gare per luci e audiodi Sanremo 2013

Il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto e il suo predecessore Luigi Gubitosi Ansa

Il dirigente Anas: “Mazzetta da 25 mila euro”Inchiesta La Dama nera pronta a collaborare. Germanà (Ncd):“Alfano conosce l’imprenditore perquisito da almeno 15 anni”

Si preannuncia piena di no-vità l’inchiesta sulle tan-

genti Anas della Procura diRoma. La “Dama nera” Anto -nella Accroglianò, dirigentedell’Anas, considerata la figu-ra-chiave dell’indagine, sa-rebbe pronta a collaborarecon gli inquirenti. Durante gliinterrogatori di garanzia di ie-ri, si è avvalsa della facoltà dinon rispondere, ma il suo av-vocato Giancarlo Pittelli ha di-chiarato che, dopo aver lettogli atti, “nei prossimi giorni sa-ranno presi contatti con ilpubblico ministero”. Intanto,arrivano le prime ammissioni.Il funzionario Giovanni Parla-to, arrestato anche lui per cor-ruzione, avrebbe ammesso u-na tangente da 25 mila euro.Intascata, secondo l’a cc u sa ,nell’ambito di “una pratica re-lativa all’esproprio avviato

da ll ’Anas nei confronti deiproprietari di un terreno inC al ab r ia ” e “ma t er ia l me nt eportata a Roma dall’avvocatoBattaglia”.

Quei 25 mila euro erano sta-ti trovati in auto il 12 maggiodurante un controllo dei mili-tari della guardia di Finanzaguidati da Cosimo Di Gesù,che lo avevano pedinato du-rante l’incontro con l’avvoca -to Battaglia, accusato anchelui di corruzione. Una perqui-sizione che aveva preoccupa-to molto la Accroglianò: Par-lato – scrive il gip nell’or di-nanza di custodia cautelare –“viene fatto fuori” dagli affari,perchè la donna è convinta

che siano in corso intercetta-zioni.

NEI GIORNI scorsi, il Corr ieredella Sera aveva pubblicato lanotizia di una conversazione,il 10 giugno, in cui la “dama ne-ra” “chiede a Ricciardello diattivarsi attraverso le sue co-noscenze politiche, facendoun chiaro riferimento al Mini-stro dell’Interno Angelino Al-fano, e di essere accreditata, u-nitamente a Elisabetta Parise,presso i nuovi membri del Cdade ll’Ana ”. Giuseppe Ricciar-dello è un imprenditore sici-liano, perquisito anche luine ll ’ambito dell’inchiesta A-nas, che ha portato la scorsa

settimana a dieci ordinanze dicustodia cautelare. Di questi,cinque sono finiti ai domicilia-ri (come l’ex sottosegretarioLuigi Meduri che verrà inter-rogato oggi), altri cinque incarcere. Ricciardello è anchesuocero di Nino Germanà, de-putato regionale di Ncd in Si-cilia. Il Fa tt o ha contattatoGermanà per chiedergli se suosuocero conoscesse davveroAlfano. “Le dico tre cose – af -ferma il deputato –Ricciardel -lo è mio suocero, non mi ha maichiesto una cosa del genere enon c’è mai stato un incontrocon Alfano (…). Siamo nellostesso partito, è normale che siconoscano. Ma non ci sono mai

stati incontri in cui si parlava dilavori o appalti pubblici”. PerGermanà, quindi, il suoceroconosce il ministro dell’Inter -no da “almeno 15 anni”, anchese ad Alfano non avrebbe maichiesto favori. Eppure lo stes-so Ricciardello, sabato scorso,aveva negato al Fatto di cono-scere il ministro.

VAL. PAC.© RIPRODUZIONE RISERVATA

2, 5miliardi di euroIl fatturato annuodella tv di Stato

PALAZZO CHIGI

Una poltronaper Ercolani,la spin doctordi Lotti» WANDA MARRA

O rmai sono quasinove mesi che Si-mona Ercolani,

autrice e produttrice tv tral e p i ù n o t e ,svolge unac o n su l e n-z a “ u f f i-ciale” perP a l a z z oChigi. Pere s s e r e p i ùprecisi , per ilsottosegretario Luca Lot-ti. Dal 24 febbraio (e conscadenza il 31 dicembre)ha l’incarico di coordina-mento e direzione artisti-ca, promozione e diffusio-ne della iniziative per ilCentenario della Primaguerra mondiale e del Set-tantesimo anniversariodella Resistenza e della Li-berazione. Retribuzione:46 mila euro. Nei mesi, pe-rò, il rapporto si è conso-lidato: Ercolani e Lotti sisono trovati immediata-mente bene e lei gli fa an-che da spin doctore consu-lente ombra. Lotti, che perscelta appare poco pubbli-camente, ma si vede moltonei tavoli che contano, haun capo segreteria fidatis-simo (Nicola Centrone),ma neanche un portavoceufficiale. Gli dà una manoAntonio Funiciello. LucaDi Bonaventura, che all’i-nizio lavorava per lui, èpassato da tempo a MariaElena Boschi. La Ercolani,dunque è arrivata al postogiusto, al momento giusto.E da donna di potere qual èha intercettato il percorsodel più vicino al “capo”.

Amministratore dele-gato e direttore creativodella casa di produzioneStand by me, la Ercolaniha al suo attivo molti pro-grammi di successo (Sfideè il più famoso di tutti).Già per il Pd di Bersani ge-stiva alcuni eventi alle Fe-ste nazionali. Ed è statatra gli spin doctor dell’exsegretario per le primariedel 2012 e per la campa-gna elettorale 2013. Nelpassaggio a Renzi è statapreceduta dal marito, Fa-brizio Rondolino, tra gliultrà dichiarati. Da mesi èin corsa per un incaricoimportante: Renzi e Lottil’avrebbero voluta allaguida della Rai. Bloccatada Berlusconi, è stata bru-ciata da Monica Maggio-ni. Adesso è in corsa per ladirezione di Rai1. Ma c’èun problema: le sue socie-tà sono partecipate da Lu-cio Presta, manager deidivi che vanno per la mag-giore. Si aprirebbe unconflitto d’interesse.

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Martedì 27 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 7

CASO UNICREDIT “Io con Messina Denaro?Affitto a pm e poliziotti”Bulgarella, imprenditore indagato: “A Trapani, procura e questura miei inquilini”

» DAVIDE VECCHI

Andrea Bulgarella,l’imprenditore ri-tenuto dalla dire-zione antimafia di

Firenze fiancheggiatore delboss latitante Matteo Mes-sina Denaro, è proprietariodegli edifici che a Trapani o-spitano la questura e la pro-cura. “Affitto da 30 anni lasede alla questura e da 10 gliuffici alla procura”, ha dettoieri Bulgarella per avvalora-re la sua distanza da Cosanostra. Eppure le indaginicondotte dai carabinieri delRos hanno evidenziato pro-fondi legami tra Bulgarella eMessina Denaro. Nelle otto-mila pagine di atti ci sono ri-scontri e testimonianze chericordano, tra l’altro, comefu proprio il boss a racco-mandarsi affinché all’i m-prenditore venissero affida-

ti i lavori in Toscana. E gli in-quirenti fiorentini, di fatto,lo hanno indagato insiemead altri – tra cui il numerodue di Unicredit, FabrizioPalenzona – per associazio-ne a delinquere e altri reaticon l’aggravante del favo-reggiamento della mafia. Alui, Questura e Procura diTrapani – quindi lo Stato –pagano l’affitto. La notizia èconfermata, ma nessuna au-torità vuole commentare.Dalla cittadina siciliana ri-mandano a Roma: in via A-renula, al palazzo dove hasede il dicastero della Giu-stizia oggi guidato dal mini-stro Andrea Orlando. Maanche da qui le uniche rispo-ste sono il silenzio.

Ieri Bulgarella si è difesoin sede di riesame. I giudicidel Tribunale di Firenze sisono riservati di deciderenei prossimi giorni in meritoalla revoca del sequestro dialcuni documenti avvenutodurante le perquisizioni ef-fettuate l’8 ottobre. Al riesa-me ha fatto ricorso anchePalenzona.

I LEGALI dei due, rispettiva-mente Giulia Padovani eMassimo Dinoia, hanno de-positato due memorie difen-sive con le quali negano ogniaddebito. Bulgarella, comedetto, prendendo le distanzeda Cosa nostra e dal boss la-titante; mentre Palenzonaprendendo le distanze daBulgarella e ribadendo cheUnicredit non ha in alcunmodo agevolato l’imprendi -tore ad attuare un piano di ri-s a n a m e n t o s o l o g r a z i eall’intervento diretto del vi-cepresidente, come sostienel’accusa. “La Procura diceche è stato approvato il pia-no mentre è vero esattamen-te il contrario”, ha detto Di-noia. Secondo il legale, nonsolo, “come scritto nel de-creto”, la delibera del comi-tato crediti della Banca “del23 aprile non ha approvato ilpiano di risanamento delGruppo Bulgarella”, ma “èvero esattamente il contra-rio: il 23 aprile c’è stata unasonora bocciatura. Abbiamodepositato altre due delibe-re”, ha aggiunto, “una del 16giugno e una del primo lugliodove si nega, con altre duesonore bocciature, il pianodi risanamento del GruppoBulgarella” che “ad oggi non

è stato approvato” . Perquanto riguarda la banca,che nel decreto è ritenutavittima di una truffa, Dinoiaha detto di aver depositato ilrisultato “dell’Audit di Uni-credit: gli organi ispettividella banca hanno detto chetutto è stato fatto in modoperfetto”.

NON SOLO, ma Dinoia sispinge oltre e arriva a negarel’esistenza stessa di rapportitra Palenzona e Bulgarellache, dice, “non si sono maivisti, sono due perfetti estra-nei e in tutto questo anno emezzo non si sono scambiatinemmeno una telefonata.Ditemi voi come si può pen-sare che il vicepresidente diUnicredit possa mettersi intesta di favorire un perfettosconosciuto o Cosa nostra”.Bulgarella, invece, sostienedi aver visto Palenzona “duevolte, una in una bar a Romae una da lontano. Ma non ab-biamo mai parlato di affa-ri”.

Al netto dei riscontri inve-stigativi, secondo l’accusa irapporti erano mediati at-traverso Roberto Mercuri,fedelissimo di Palenzona:nella sua casa di Rapallo, in-fatti, nell’agosto 2014 si sonoincontrati a cena anche conil socio di Bulgarella. L’avvo -cato liquida l’argomento de-finendo Mercuri come “ilbraccio destro di Palenzonain Aeroporti di Roma doveha l’incarico di suo assisten-te personale”. Toccherà oraai giudici del riesame con-fermare o meno la soliditàdell’impianto accusatorio.

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CRISI Il governatore: “Il governo lo farò e presto”

qNULLA DI FATTO aRoma nell’incontro tra

il governatore siciliano Ro-sario Crocetta, l’a ss e ss o reall’Economia AlessandroBaccei e il sottosegretarioalla Presidenza Claudio DeVincenti con quello agli Affari regio-nali Gianluca Bressa. La riunione,durata più di tre ore è stata rinviata alprossimo 9 novembre. L’obiettivo e-ra di provare a rimettere in sesto iconti siciliani per chiudere il bilancio2015. Servono 1,4 miliardi che do-

vrebbero arrivare proprio daPalazzo Chigi. A questo pun-to potrebbe slittare anche ilrimpasto della giunta Cro-cetta. In merito Crocetta hadetto: “Devo sentire i segre-tari dei partiti di maggioran-

za, mi devono dire loro cosa intendo-no fare: io non ho posto condizioni i-naccettabili. Sono sempre ottimista,comunque un governo lo faccio. Emolto presto. Con Palazzo Chigi si èanalizzato un debito strutturale noncausato da noi, che ereditiamo”.

Giustizia e paradossi“Da 30 sono padronedi casa degli agentie da dieci dei giudici”Silenzio da via Arenula L’imprenditore Andrea Bulgarella. A destra, Fabrizio Palenzona e M, Messina D e n a ro

L’i nch ie st aIlv i ce p re s i d e n tedi Unicredit,Fa b r i z i oPa l e n zo n a ,p ro t a go n i s t adi alcune dellepiù rilevantipar titefinanziarie,è indagatoa Firenzeper reatiaggravati dalfavo re g g i a m e n toa CosaN o s t ra .Nel mirino deipm i rapportitra la bancae AndreaB u l ga re l l a ,i m p re n d i to ret ra p a n e s e ,a cc u s a toda pentitidi esseretra coloroche hannoa gevo l a tola latitanzadel superbossM a t te oM e ss i n aD e n a ro

FUGHE DA ALFANO

Anche Giovanardilascia Ncd. M5s al Pd:“Ora le unioni civili”

qIL NUOVO CENTRODESTRA di An-gelino Alfano perde l’ennesimo pezzo.

Stavolta a lasciare Ncd (e la maggioranza) è ilsenatore Carlo Giovanardi, salito sulle barri-cate, nelle ultime settimane, contro il ddl sulleunioni civili. Giovanardi raggiunge l’ultimo e-sule alfaniano, Gaetano Quagliariello, e portain dote la (sparuta) pattuglia dei Popolari li-berali dell’Emilia Romagna (amministratori

locali e coordinatori provinciali). Nella letterache spiega il suo addio, Giovanardi scrive diaver preso atto “del fallimento della missionee degli obiettivi alla base della nascita del Ncd,in quanto determinati a contribuire, in perife-ria come al centro, all’affermazione di un cen-trodestra alternativo alla Sinistra”. L’esodo daAlfano continua: gli ultimi a lasciare, prima diGiovanardi e Quagliariello, erano stati Augel-

lo, Piso e De Girolamo. Con l’uscita dell’u l t racattolico, secondo Sinistra e Libertà, cadonoanche gli alibi della maggioranza per i ritardisull’approvazione delle unioni civili. “Il docu-mento di Giovanardi – sostiene il senatore diSel, Peppe De Cristofaro –, fa cadere il velo die-tro il quale l’esecutivo si è nascosto per rallen-tare e bloccare una legge di civiltà, che anchel’Europa ha più volte richiesto all’Italia”.

Bilancio Sicilia, Crocetta a Palazzo Chiginon trova ancora i soldi. Giunta rinviata

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8 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 27 Ottobre 2015

» GIORGIO MELETTI

Di regali dal governo i-taliano la Philip Mor-ris e le altre multina-zionali venditrici di

fumo – note internazional-mente come Big Tobacco – nehanno già ricevuti numerosida molti anni a questa parte.Ma quello che dovrebbe esse-re sbloccato oggi dalla com-missione Affari sociali dellaCamera è sicuramente il piùclamoroso e insensato. Incu-rante dell’aspro dibattito in-ternazionale in corso da anni,il governo Renzi è già prontoad affidare alla Philip Morris isistemi di tracciabilità deipacchetti di sigarette, la tec-nologia destinata a contrasta-re il contrabbando. Propriociò che l ’O rg an iz za zi on emondiale della Sanità (Oms)ha vivamente raccomandatoai governi di tutto il mondo dievitare. La tecnologia PhilipMorris è già pronta: si chiamaCodentify, e al ministerodell’Economia è già pronto ilregolamento che, con frettasospetta, le aprirà la strada.

L’E VA S I O N E delle accise sullesigarette costa al fisco dell’U-nione europea 12 miliardi dieuro l’anno e fa circolare siga-rette a prezzo scontato, quindimoltiplica l’insidia per la salu-te soprattutto dei più giovani edei più poveri. E per definizio-ne il primo sospettato di eva-sione delle accise non può cheessere il produttore. Affidarealla Philip Morris i sistemi an-ti-contrabbando “è come met-tere la volpe a guardia del pol-laio”, ha sintetizzato all’agen -zia Reuters la scienziata ingle-se Anna Gilmore, direttore delgruppo di ricerca sul tabaccoall’Università di Bath. È veroperò che i governi italiani sonospecialisti di volpi a guardiadei pollai, tanto più quando c’èdi mezzo Big Tobacco con isuoi generosi finanziamenti a

VOLPI & POLLAI Nuovo regalo di Renzia l l’amica Philip MorrisAffidata al suo sistema Codentify la guerra al contrabbando di sigarette

tutte le fondazioni politicheche contano, da Open di Mat-teo Renzi ad Arel e Vedrò di E-nrico Letta, fino a ItalianiEu-ropei di Massimo D’Alema.

La battaglia sul tabacco nonè solo italiana. Anche a Bruxel-les la lobby di Philip Morris èfortissima e ascoltata. E il nodoche oggi viene al pettine da-vanti al Parlamento italiano èproprio questo. Il protocolloemesso tre anni fa dall’O ms

all’articolo 8 parla chiaro: “Gliobblighi assegnati ai governinazionali non possono essereassolti dalla, o delegati alla, in-dustria del tabacco”.

LA DIRETTIVA europea 40 del2014 dice una cosa molto di-versa, che il governo italianoha copiato pari pari all’articolo16 del decreto delegato di re-cepimento: “I fabbricanti diprodotti del tabacco fornisco-

no a tutti gli operatori econo-mici coinvolti negli scambi diprodotti del tabacco, dal fab-bricante fino all’ultimo opera-tore economico a monte dellaprima rivendita, compresi gliimportatori, i depositi e le so-cietà di trasporto, le apparec-chiature necessarie per la re-gistrazione degli acquisti, del-le vendite, dell’immagazzina -mento, del trasporto o delle al-tre operazioni di manipolazio-ne dei prodotti del tabacco”.

Si affida dunque alla volpe lavigilanza del pollaio, rispet-tando in apparenza la direttivaeuropea. Ma ciò di cui il gover-no italiano non tiene conto – enon sembra una distrazione –è che l’Unione europea staprocedendo a tappe forzate auna sorta di recepimento del

protocollo Oms. Una volta ter-minata la complessa procedu-ra di diritto internazionale, leregole del protocollo prevar-ranno sulla direttiva 40 e quin-di sulle leggi nazionali. GillesPargneaux, europarlamenta-re francese e presidente delGruppo di lavoro contro le in-gerenze dell’industria del ta-bacco, ha scritto nei giorniscorsi una lettera a Renzi permetterlo in guardia contro ilgioco sporco di Big Tobacco(gioco che però Renzi conoscebenissimo da attento lettoredella stampa internazionale eda assiduo frequentatore deivertici di Philip Morris qualeè). Ma soprattutto Pargneauxinvita il governo italiano ad at-tuare il protocollo Oms, finorabellamente ignorato dai go-verni Monti, Letta e Renzi.

LO SCENARIO che si prepara ètipicamente italiano. Il gover-no, ottenuti i pareri consultividi Camera e Senato, pubblicain Gazzetta Ufficiale il decretolegislativo 212, scatta il rego-lamento che affida a PhilipMorris l’autovigilanza attra-verso la tecnologia Codentify epoi, il giorno che il protocolloOms diventerà valido agli ef-fetti giuridici rendendo – co -me sottolinea Pargneaux – il -legale l’adozione del sistemaCodentify, la lobby di Big To-bacco cercherà di far valere ilfatto compiuto e, nella peggio-re delle ipotesi, lo Stato italia-no sarà chiamato a pagare aPhilip Morris un bel po’ di mi-lioni di euro a titolo di danno.

Twitter @giorgiomeletti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il regolamentoL’O rg a n i z z a z i o n emondiale della sanitàvieta di dare i controlliin mano a Big Tobacco

Bologna Matteo Renzi all’inaugurazione del nuovo stabilimento Philip Morris il 10 ottobre 2014 Ansa

Barnard e la guerra di religione in pasticceriaLe disavventure del giornalista, alticcio, col fornaio tunisino(vende biscotti a forma di bara con tanto di croce) e i poliziotti

La spiegazione era sempli-ce: non era un oltraggio

alla croce, nessuna guerra direligione. “Quei biscotti? So-no per la festa di Hallo-ween”, avrebbe detto il for-naio tunisino indicando idolci a forma di bara espostiin vetrina, con una croce di-segnata sopra, che tanto ave-vano fatto arrabbiare PaoloBarnard. Il 57enne giornali-sta bolognese, un grande in-compreso che nella vita si èscontrato un po’ con tuttidalla Cia a Milena Gabanelli,non si è accontentato.

Secondo il commercianteche gestisce un forno in viaEmilia Levante alla periferiadel capoluogo emiliano, Bar-nard all’alba di lunedì 19 ot-tobre avrebbe “continuato aurlare”contro quei dolci. “E-ra ubriaco”, ha raccontato il

fornaio, che a un certo puntoha chiamato la polizia. “A-vesse chiamato i Pasdaran diKhomeini, o i talebani, mi sa-rebbe andata meglio”, scriveBarnard sul suo blog ( ht-tp ://p aolo bar nard .inf o), n elquale racconta l’e pi s o di otralasciando l’ubriachezza.

PURE COI POLIZIOTTI non èandata benissimo. Barnard,ha fatto sapere la Questurasenza indicare nome e co-gnome del giornalista, è stato“sanzionato per ubriachezzama ni fes ta ” (una multa in-somma) e “denunciato peroltraggio a pubblico ufficia-le”. Nel verbale si legge che

avrebbe rivolto agli agenti e-spressioni poco commende-voli come “siete indegni delladivisa”e“meritate gli stipen-di che prendete”e fatto acco-stamenti poco ragionevolicon i casi di Federico Aldro-vandi e Stefano Cucchi, uc-cisi il primo da colleghi diquegli agenti e il secondo danon si sa chi, forse dai cara-binieri indagati sei anni do-po.

Inutile chiedere a Barnardla sua versione. A domandarisponde solo che Hallo-ween non c’entrava: “Qu e idolci sono in vendita 365giorni l’anno – ha detto ilgiornalista –. Il tizio islamico

ha umiliato la polizia, io hodifeso la divisa. Ma sa, un a-mico vicequestore mi ha det-to: ‘Non potevano che pren-dersela con te. Se oggi tocchiuna zingara che ruba, denun-cia l’agente per molestie ses-suali e lo sospendono’ ”.

NON UNA PAROLA sugli in-sulti e l’ubriachezza, il restolo scrive sul suo blog con iconsueti toni pacati. “Chiedoun vino e una pasta. L’islami -co mi dice che il vino devotoccarlo io, perché lui, isla-mico, non può, è peccato perlui. Ok, sopportiamoli, sono600 anni indietro a noi, nonhanno mai avuto un Illumi-

nismo... Poi le donne… be’, letrattano da vomitare... Negliospedali italiani ’sti islamicipretendono spesso (nonsempre) che in corsia sia unadottoressa a toccare le loromogli, anche se hanno un tu-more che le ammazzerà... O-bietto al pasticcere, mentremi stappo da solo un vino emangio una pizzetta, che seun pasticcere occidentale fa-cesse i biscotti a forma di barada morto con Maomettostampato sopra, da loro gli ta-glierebbero la gola in 72 mi-nuti. Questo accadrebbe inTunisia, Algeria, Iran, Paki-stan ecc. Lui fa l’a rr o ga n te .Tanto questi stronzi lo sannoche lo possono fare”. Dei po-liziotti, naturalmente, scriveanche di peggio.

A. MAN.© RIPRODUZIONE RISERVATA

12 mldL’e va s i o n e stimatasulle accise nell’i n t e raUnione europea

LA LETTERA

Il dg Bankitaliaai dipendenti:“Noi buoni,Il Fatto cattivo”

S alvatore Rossi di me-stiere fa il direttoregenerale della Banca

d’Italia e il presidentedell’Ivass, l’apposita auto-rità di controllo che, comedimostrano icontinui calid e l l e p o-lizze, tan-to spaven-ta le assi-c u ra z i on i .O cc as io na l-mente, però, sioccupa pure del moraledelle truppe di PalazzoKoch o di mettere a posto isindacati interni che lo mi-naccino. Per questo secon-do scopo ha appena scrittouna lettera a tutti i dipen-denti della Banca centrale:“Un giornale –scrive Rossiriferendosi al F a t t o – hadato notizia di una indagi-ne giudiziaria a carico delGovernatore per vicenderiguardanti la Banca Po-polare di Spoleto (Bps)”.L’articolo, aggiunge Rossi,“era scandalistico e ten-denzioso”: ora, dopo “unacerta eco iniziale”, giorna-li e tv si sono adeguati allanostra versione, benedet-ta pure dal Quirinale.

Sia chiaro, la linea è unasola. Questa: “L’azione divigilanza sulla Bps è statalineare, tempestiva, e-semplare. Tutti noi sap-piamo, e lo riaffermo quicon forza, come l’attivitàdella Banca d ’Italia sisvolga nella più assolutacorrettezza formale e so-stanziale”. È chiaro? “So -spettare che quelle deci-sioni siano scorrette vuoldire sospettare anche del-la capacità professionalee dell’onestà di centinaiadi colleghe e colleghi” e“stupisce e addolora cheun tale sospetto sia statoavvalorato e rilanciato dauna sigla sindacale inter-na ”. Qui Rossi non vuolesolo negare l’evidenza –cioè i molti casi in cui l’a-zione della Vigilanza èstata smentita da Procureo Bce (Pop Vicenza da ul-timo) –ma anche dare unabacchettata al sindacatoFalbi Confsal, che s’è per-messa di chiedere l’auto -sospensione del governa-tore Ignazio Visco.

Conclusione: “Esor tociascuno ad applicarsi allavoro che svolge col fer-mo convincimento di ap-partenere a un’ist ituz io-ne salda, trasparente,competente, al serviziodel bene comune”. Se fos-simo in Fantozzi ora qual-cuno urlerebbe: “È ungrande direttore! È unsanto!”.

MA. PA.© RIPRODUZIONE RISERVATA

RIDURRE IL PESO DEL DEBITO

Saipem, 1 miliardodal Fondo Strategicoper aiutare l’Eni

qORMAI SEMBRA FATTA: è attesaper oggi la presentazione del piano

dell’ad di Saipem Stefano Cao, a Londra. Ilpunto più atteso è la manovra sul debito cheserve a rendere indipendente la società di in-frastrutture petrolifere dalla sua controllan-te, cioè l’Eni, che è creditore nei suoi confrontidi 5 miliardi di euro. Secondo indiscrezioni lamanovra dovrebbe aggirarsi attorno agli 8

miliardi di euro. Previsto un maxi-aumento dicapitale che dovrebbe attestarsi attorno ai3-3,5 miliardi di euro (pari alla attuale capi-talizzazione del gruppo). Il gruppo provvede-rà poi a rifinanziare 4-4,5 miliardi di euro didebiti, ricorrendo al finanziamento bancario,parte del quale, in un secondo tempo, potreb-be essere alleggerito con l’emissione di unbond. Il riassetto di Saipem sarà accompa-

gnato da un alleggerimento dei rapporti conEni, intenzionata a deconsolidare il debitodella controllata dai propri bilanci. Per farloEni, assistita da Credit Suisse, cederà unaquota di Saipem al Fondo strategico Italianocontrollato dalla Cdp, disponibile a investirenell’operazione circa 1 miliardo di euro (va-lore che equivale, agli attuali valori di borsa, acirca il 15% della Saipem post-aumento).

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Martedì 27 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 9

» LUCA CARRA

La carne lavorata è cance-rogena, la carne rossanon lavorata potrebbeesserlo. È il risultato

della nuova monografia delloIarc di Lione, l’agenzia dell’O r-ganizzazione Mondiale dellaSanità che valuta la canceroge-nicità delle sostanze. Al di làdelle reazioni scontate (i vege-tariani che esultano, gli amicidella fiorentina che imprecano,gli oncologi intervistati sull’o n-da della notizia che minimizza-no) cosa aggiunge il verdettodello Iarc a quanto già si sape-va? Poco sul lato pratico, moltosu quello scientifico.

DA ALMENO DIECI ANNI tutti inutrizionisti si adoperano aconsigliare un consumo mode-rato di carni rosse, soprattuttodi insaccati e scatolette, che pa-revano aumentare il rischio dialcuni tumori, oltre che di ma-lattie cardiovascolari e diabete.Consigli ragionevoli, basati sualcuni studi. Non mancavanoperò diatribe e polemiche in-torno alla certezza dei dati.

Di bello lo Iarc ha questo:prende un pool di esperti chenon hanno conflitti di interessicon l’argomento da trattare, erevisiona tutti gli studi più im-portanti. In questo caso 800. Lamonografia che ne esce, di so-lito dopo parecchi mesi di lavo-ro, è molto più solida dei singolistudi tirati da una parte e dall’al -tra nelle dispute. Risultato: lacarne rossa, come quella di bo-vino adulto, cavallo, montone,viene classificata dallo Iarc co-me 2A: “Probabile cancerogenoper gli umani”. La carne lavora-ta invece – hot dog, salumi, sal-sicce, carne in scatola e biltong(carne speziata, essiccata, ma-rinata e di solito tagliata in stri-

scioline, comune nell’Africa delSud) –appartiene alla categoria1: “Cancerogena per gli umani”.Senza il forse. Come a dire chese per la carne rossa le prove adisposizione sono limitate e la-sciano qualche margine all’er -

rore, nel caso della carne lavo-rata questo margine non c’è.

Per fare un paragone, nellaclasse 2A troviamo a fare com-pagnia alla carne rossa, l’erbici -da glifosato, l’inquinamento dabiomassa e le radiazioni ultra-

violette. Nella categoria 1 il ta-bacco e l’amianto. E i fumi dadiesel. Mangiare carne aumen-terebbe il rischio di contrarreun tumore al colon-retto, oppu-re, con minore certezza, al pan-creas o alla prostata.

DIFFICILE STABILIRE con chia-rezza il perché di questo lega-me: la maggioranza degli studiesaminati, infatti, stabiliscecorrelazioni statistiche fra con-sumi e mortalità, mentre le in-dagini sui meccanismi sono piùvolatili. Le cause possono starenella carne stessa (per esempioil contenuto di ferro da proteineanimali), oppure nei metodi dicottura, soprattutto ad alte tem-perature, dove si sviluppano so-stanze come gli idrocarburi po-liciclici aromatici, presenti an-

che nell’inquinamento. Oppureancora nei metodi di conserva-zione. Difficile capire. Nel dub-bio, suggerisce l’Oms, modera-zione.

Ma quanto fa male mangiarecarne? Infinitamente meno cheesporsi ad amianto, e molto me-

no che fumare. La dimensionedel rischio, che poi è l’unica cosache conta, è infatti ben diversa.Per intenderci, se noi mangias-simo una media giornaliera di50 grammi di carne lavorata a-vremmo un rischio aumentatodi contrarre un tumore al co-lon-retto del 18%. Per 100 gram-mi di carne rossa quotidiani, in-vece, l’aumento sarebbe del17%. Chi fuma un pacchetto disigarette al giorno da vent’anniha un rischio aumentato diprendersi un tumore al polmo-ne del 1000%.

Anche in termini assoluti ladifferenza balza all’occhio: se-condo il recente rapporto “Glo -bal Burden of Disease”, ogni an-no nel mondo si stimano 34.000morti attribuibili a una dietaricca di carni trasformate,200.000 da inquinamentodell’aria, 600.000 da alcol, unmilione da fumo di tabacco (so-lo per cancro). “Mangiar carnequindi espone a un rischio bassoa livello individuale, ma, visto ilgran numero di persone nelmondo che mangiano carne la-vorata, significativo in terminidi salute pubblica”, spiega il di-rettore della monografia IarcKurt Straif.

ANCHE IL DIRETTORE dello IarcChristopher Wild ha voluto ri-lasciare una dichiarazione, vi-sto il prevedibile panico scate-nato dallo studio: “I nuovi risul-tati confermano i consigli di ri-durre i consumi di carne. Certola carne rossa ha un valore nu-trizionale importante; quindi ilnostro è un invito ai governi ealle agenzie sanitarie a tenerconto nelle future raccomanda-zioni alimentari del bilancia-mento fra rischi e benefici di u-na dieta a base di carne rossa”.

www.scienzainrete.it© RIPRODUZIONE RISERVATA

» VIRGINIA DELLA SALA

Ipiù arrabbiati sono gli america-ni: già quando il rapporto dello

Iarc (Agenzia internazionale perla ricerca sul cancro) sulla possi-bile cancerogenicità della carnerossa trattata era stato solo an-nunciato dal Daily Mail, il Nami(l’American Meat Institute Nor-th) aveva accusato l’O rg an iz za-zione Mondiale della Sanità didiffondere “inutile allarmismo edati drammatici”.

IL PRESIDENTE Barry Carpenternon si era risparmiato in sarca-smo: “Per lo Iarc solo una sostanzachimica presente nei pantaloni dayoga non causa il cancro. Quindipotete partecipare alle lezioni diyoga, ma non potete respirare aria(cancerogeno di classe I ), sedervial sole (classe I), bere vino o caffè(classe I e 2A,), mangiare cibi alla

griglia (classe 2A), u-sare aloe vera (classe2 B )”. Una reazionecomprensibile: unanotizia ufficiale diquesta portata può a-vere effetti deva-stanti sulla lobbyd el l’industria dellacarne. Soprattutto sesi considera che è u-no dei settori più red-ditizi degli Stati Uniti e del mondo,dove il consumo è in costante cre-scita (l’ultimo rapporto Fao pre-vede un aumento del 73% entro il2050): Asia al primo posto, poi A-merica e Europa. Spulciando i datidella “terra degli hamburger” sipuò notare che, nel 2013, negli Usasono stati smerciati 8,6 miliardi di

polli, 33,2 milioni dibovini, 2,3 milioni trapecore e agnelli e 112milioni di maiali .L’anno scorso, il soloconsumo di carne bo-vina ha avuto un va-lore di 38 miliardi didollari. Allargando losguardo a livello glo-bale (dati 2014 dellafondazione Heinrich

Boll), ci troviamo di fronte a unacircolazione di quasi 1,4 miliardidi suini, 517 milioni di pecore, 430milioni di capre e 296 milioni dibovini. Motivo per cui anche Fe-dercarni, ieri, ha sottolineato l’im -portanza di non creare allarmismipur “senza commentare d’istintoquando si tratta di indicazioni di

carattere scientifico”. A esultare,invece, vegani e vegetariani, l’on -cologo Umberto Veronesi in testa(“Lo sapevamo da almeno 20 anni.L’eccessivo consumo di carne è ilmotivo principale dell’ingiustiziaalimentare nel mondo”).

EPPUREanche il loro mercato, chein Italia riguarda circa il 9%dell’intera popolazione (6 % vege-tariana, 3% vegana secondo G-fk-Eurisko) ha risentito dei colpidello Iarc. Nei mesi scorsi era sta-to riconosciuto come “p rob abi lecarcinogeno” il glifosato, il diser-bante più venduto al mondo e u-tilizzato in agricoltura. E in quelcaso a ribellarsi era stata la mul-tinazionale Monsanto.

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L’agenzia Iarc mette gli insaccati nella classe di amianto e tabaccoLa bistecca nell’elenco 2: “Nocività probabile” come i raggi Uva

Verdetto dell’Oms:salumi e carni rosse“sono cancerogeni”

L’ALLARME

Rivolta Barry Carpenterper gli industriali Usa

In Germania Salumi e insaccati a Erfurt per una verifica di qualità Ansa

Affare globale Nel 2014 sono circolati 1,4 miliardi di suini

E la lobby Usa del würstel attacca:“Anche l’aria provoca il tumore”

ABUSI E CONSUMI Direttore responsabile Marco TravaglioDirettore de ilfattoquotidiano.it Peter GomezVicedirettori Ettore Boffano, Stefano Feltri

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Il pericoloIl direttore Straif: “Rischioindividuale basso ma,visti i numeri, significativoper la salute pubblica”

Le vittime

34Mila sono id e ce ss iattribuibiliogni anno nelm o n d o,secondo il“GlobalBurden ofDisease”, auna dietaricca di carnil avo ra te

200Mila sono imorti annuidai n q u i n a m e n todell’aria,sempre al i ve l l omondiale

600Mila sono imorti da alcol

1Milione sonoi morti, soloper cancro, dafumo dit a b a cco

NAPOLI, INCARICO AL GIUDICE

La nomina del Csmblocca il processoall’amico di Dell’Utri

qQUANDO IL TRASFERIMENTO diun magistrato rischia di mandare a

gambe all’aria un processo importante,quello sul saccheggio della biblioteca Giro-lamini. La vicenda riguarda Nicola Russo(nella foto), uno dei giudici che ha condan-nato Silvio Berlusconi per la compravenditadei senatori, che è stato nominato dal Csmresponsabile della Scuola di formazione

della Magistratura, che ha sede in Toscana.Russo verrà collocato “fuori ruolo”e non po-trà più presiedere il collegio C della PrimaSezione del Tribunale di Napoli davanti alquale è in corso il dibattimento sul saccheg-gio della storica biblioteca che vede tra i 14imputati l’ex direttore ed amico di MarcelloDell’Utri, Massimo Marino De Caro. Dell’U-tri è indagato in un altro filone: secondo la

Procura avrebbe ricevuto in regalo qualchelibro rubato. La legge stabilisce in caso di tra-sferimento di uno dei giudici l’a zze ra m e n todell’istruttoria dibattimentale. A meno chetutti i legali non diano il consenso alla pro-secuzione del processo. Russo dovrebbe as-sumere l’incarico a dicembre. Potrebberoessere azzerati 18 mesi di udienze.

VINCENZO IURILLO

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10 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 27 Ottobre 2015P randeGiazzaInviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano

00193 Roma, via Valadier n° 42 - [email protected]

La medicina omeopatica serveChiedetelo ai nostri pazientiSiamo stanchi delle diatribe che siripetono sui giornali, più o menodue volte l’anno (da ultimo su que-sto quotidiano del 18 u.s.), sulla va-lidità o meno della medicina omeo-patica, tra i farmacologi come ilprof. Garattini che affossa questamedicina considerandola “ac q u afresca” e le multinazionali del far-maco omeopatico che si affannanoa spiegare la validità delle “dosi in-fi ni tes im ali ”. Ed il pubblico chenon l’ha mai provata resta interdet-to se credere o meno. Penso che gliunici a poter spiegare il funziona-mento (l’iter di guarigione) di que-sta medicina siano i medici o i ve-terinari omeopatici i quali riscon-trano, quotidianamente, la validitàdell’omeopatia sulla pelle dell’am-malato – sia esso uomo, animale opianta (questi ultimi due certo nonsensibili ad un “effetto placebo”).Ecco perché, nel gennaio del 1991(ventiquattro anni fa) è nata Apo I-talia, l’Associazione pazienti o-meopatici (www.apoitalia.it ) perdare voce a quei milioni di italiani iquali possono testimoniare, attra-verso i risultati ottenuti dalla pre-venzione omeopatica e dalle guari-gioni di malattie anche croniche, lavalidità di questo metodo terapeu-tico per seguire il quale, pur forza-tamente contribuendo al finanzia-mento del Ssn, pagano di tasca loro,grazie all’incostituzionale manca-to riconoscimento di questa medi-cina complementare, sia la visitamedica che i farmaci. Non si puòcerto pensare che i governi euro-pei, e non solo, i quali nella stra-grande maggioranza riconoscono,includendo tra le prestazioni delwelfare la medicina omeopatica,l’abbiano fatto senza un preventivocontrollo, impiegando soldi pub-blici per la somministrazione di“acqua fresca”.

VEGA PALOMBI MARTORANO,ASS. PAZIENTI OMEOPATICI

Tav, il sabotaggio è la reazioneminima all’offesa percepitaBruno Tinti, criticando la sentenzadi assoluzione dello scrittore ErriDe Luca, sostiene che “è evidentela concreta pericolosità delle suep ar o le ”. Senza entrare in tecnici-smi giuridici di cui non sono com-petente, faccio notare che le paro-le, e quindi anche la parola “sabo-t a gg i o ”, sono un “flatus vocis” e,pertanto, non possono arrecare al-cun danno. Tale termine viene pro-nunciato in occasione dei lavori delTav che prevedono la perforazionedi una montagna piena di amianto edi uranio, sostanze che, diffuse

ne ll ’ambiente, potrebbero provo-care la condanna a morte di un’in-tera popolazione. Poichè il dirittoalla vita è un diritto costituzional-mente garantito, ritengo sia legit-timo tutelarlo invocando la legitti-ma difesa, prevista dal nostro ordi-namento. Dal momento che la rea-zione all’offesa percepita, ovvero lacondanna a morte di una popola-zione, è costituita da una sempliceparola (sabotaggio), la sproporzio-ne è a vantaggio dell’offesa. La pa-rola “sa bo tag gi o” si configura co-me una reazione minima e propor-zionata all’aggressione subita, opercepita come tale, e, pertanto, èconforme alla legge.

MAURIZIO BURATTINI

Buonanno ottiene la visibilitàche cercava con la pistolaL'esibizione della pistola in direttatv da parte dell’europarlamentareleghista Buonanno è stata riportata

con molta evidenza su tutti gli or-gani di informazione, tutti (o quasi)per stigmatizzare “l'episodio senzapr ec ed en ti”. Penso, però, che diquesto il più contento sia proprioBuonanno, che ha ottenuto ciò chevoleva: le prime pagine dei giorna-li. Ora, già trovo immondo che si-mili soggetti possano essere stati e-letti, ma gli stessi giornali che locriticano dovrebbero evitare didargli tanta importanza, e alle suebecere sparate rispondere con un“lo q ua c e” silenzio. Mio padre erasolito dire: “Le persone ignorantivanno consumate ignorandole”.

MAURO CHIOSTRI

Femminismo, la conseguenzaalla disparità tra i due sessiDato che ormai a proposito o asproposito si cita il femminismo, ilmaschilismo e la misoginia, dafemminista convinta e attiva dasempre credo sarebbe necessario

ripensare al femminismo, ridiscu-tere del suo significato e ricordarele condizioni che lo hanno suscita-to. Le disparità di trattamento trauomini e donne, prima del ’68, era-no enormi. L’elenco delle disparitàsarebbe veramente troppo lungoda descrivere, resta il fatto che lecondizioni di vita e di diritti per idue generi erano veramente agliantipodi. È nato così, dall’ingiustotrattamento, il femminismo. La ri-chiesta era parità di diritti, ma an-che di doveri. Veniva rifiutato l’usodella propria avvenenza per otte-nere migliorie varie, per lo più eco-nomiche o di carriera. Oggi pur-troppo tali nobili posizioni vengo-no spesso ribaltate o strumentaliz-zate. Le critiche, quelle vere, do-vrebbero essere accettate da tutti,femministe comprese, senza pro-blemi in quanto, possedendo sia uncervello che cultura possono tran-quillamente controribattere alla

pari e non dovrebbero suscitarereazioni indignate e accuse di ma-schilismo o misoginia che, pur esi-stendo ancora, si basano su altro,certamente non sulla disapprova-zione altrui. Le donne non possonopensare di essere immuni, a causadel loro genere, da contestazioni,“ri dico lizz azio ni” o altro perchéqueste pretese sono l’antitesi delfemminismo. L’obiettivo delle bat-taglie femministe era la parità di di-ritti e non “l’impunità” assoluta. Seuna donna sbaglia o non è in gradodi dirigere o fare politica il fatto diappartenere al genere femminilenon si può metterla al riparo dacontestazioni o critiche.

ALBAROSA RAIMONDI

Italia, il paese in cui nessunorispetta i divieti e le regoleLeggo sui giornali il gran clamoresugli assenteisti di Sanremo. Maper me che ho 75 primavere sullespalle, non è certo un fatto strabi-liante. Il punto è che in Italia damolti anni non ci sono più controlli.È lampante che a Sanremo se noninterveniva la polizia a un certopunto il Comune sarebbe stato sen-za impiegati e avrebbe dovuto as-sumerne degli altri che con il tem-po avrebbero intrapreso lo stessoandazzo. A Roma ci sono diversi di-vieti di sosta ma ho scritto ai vigilidi zona di toglierli perché nessunoli rispetta, anzi ci parcheggiano inseconda fila, e togliendoli i vigili cifarebbero più bella figura. A Cam-po dei Fiori il Comune aveva fattomettere dei segni-limite ai tavolinidei ristoranti ma dopo qualche me-se quei segni è come se non esistes-sero e i tavolini invadono la piazza.I controlli, caro direttore, i control-li: il vero problema del Paese. Unproblema che misteriosamentenessuno vuole risolvere.

GIOVANNI SCARABELLO

Tre uomini a difesa della CartaScarpinato, Di Matteo, GratteriMeno male che in Italia ci sono ma-gistrati come Roberto Scarpinato,Nino Di Matteo, Nicola Gratteri etanti altri come loro, altrimenti perl’Italia sarebbe stata la fine di tutto.Un grandissimo saluto e un graziesincero a persone come questi ma-gistrati e come la magistratura tut-ta in Italia composta da gente seria,preparata, colta e genuina che safare il proprio lavoro con tutte ledifficoltà che incontra ogni giornoper l’esistenza di leggi che nonsempre rispecchiano la nostra Co-stituzione e che non sono ugualiper tutti e per la mancanza di strut-ture e di fondi, grazie alla politica.

ELIO ALFANO

A DOMANDA RISPONDO FURIO COLOMBO

Tony Blair si scusaper la guerra sbagliataCARO FURIO COLOMBO, Tony Blair ha detto che tuttipossono sbagliare e si scusa per avere distrutto l’Iraq in-sieme a Bush. Chiudiamo qui?

C R I ST I A N O

INCALZATO DA UNA COMMISSIONE di indagine che, allavoro in un Paese serio, è una seria minaccia alla suareputazione e anche alla sequenza di cose che sappiamo enon sappiamo sulla guerra in Iraq, Tony Blair ha pen-sato di dire sorry , all’intervistatore dellaCnn, una parolache oscilla tra scusa e pentimento. Nel farlo conferma trecose gravissime: che ha mentito (è lui che aveva giuratosull’esistenza di armi di distruzione di massa e sull’an -nuncio che “possono distruggerci in 45 minuti”), che hausato rapporti e documenti errati, falsi o falsificati, cheha ingannato, allora e fino ai nostri giorni, l’o p i n io n epubblica del mondo su ciò che è veramente accaduto die-tro lo schermo delle carte false. Due cose non ha detto: ilperché lo ha fatto o dovuto fare. E come ha potuto ac-cettare, lui che sapeva, la posizione di membro del “quar -tetto” di personalità diplomatiche e politiche che avreb-bero dovuto immaginare, negoziare, costruire la pace intutta l’area che comprende il massacro di cui Blair oraammette di essere co-autore. Beneficia di un vero o falsoapprezzamento (in Europa e nel mondo, certo non nellearee colpite a morte dalla sua iniziativa e spinte nellemani del terrorismo) dal punto di vista politico, se si pen-sa che il giovane e nuovo primo ministro italiano ha e-letto Tony Blair, eroe di una falsa causa e di una spa-ventosa guerra, a suo mito e modello. E se si riflette sullabenevolenza dei media (soprattutto quelli italiani) chehanno ignorato tutto e hanno sempre distribuito il clichèdel giovane e geniale politico che ha cambiato il suo par-

tito, il suo Paese e ha continuato a riconoscergli comebenemerenza di aver fatto esplodere un pezzo di mondo,in cui sono state distrutte intere popolazioni e tutti gliequilibri possibili. Considerata la forte impopolarità dicui Blair gode nel suo Paese, la gloria italiana è strana ecolpevole due volte, se si pensa che proprio in Italia (me-glio, “dall’Italia”) in tempo reale, Blair si è trovato con-tro l’onesta, informata e implacabile opposizione diPannella e dei Radicali, che hanno messo in discussione(primo evento del genere) la possibilità realistica di nonfare una guerra non per generali principi di pace (chesono nobili ma facili da screditare) ma con argomentiimpossibili da confutare e che infatti non sono stati con-futati ma ignorati, a partire da tutta l’informazione i-taliana. L’idea era un “Iraq libero” da cui si era detto (edocumentato) che era possibile rimuovere il dittatorema non il Paese. E si dimostrava, come spesso accadenella buona medicina, che si poteva curare senza di-struggere. Era un modello di mondo pulito e avanzatoche richiedeva due tipi di informazione vera: dai media edai governi. Non è accaduto, e anzi si è formata, saldata edura ancora, una complicità stretta. Rompere questo le-game è il tema dei prossimo congresso dei Radicali (frapochi giorni a Chianciano): il diritto dei popoli alla co-noscenza. Cambierebbe il mondo, la politica e ciò che or-mai chiamiamo la moralità degradata. Come vedete l’u-so di un condizionale cauto, prudente, segnato di pes-simismo, è d’obbligo. Blair si scusa. Ma dopo, molto dopoavere ingannato il mondo tra gli applausi.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n° 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

PRO GR A M M I TV

09:55 Tg110:00 Storie Vere11:10 A conti fatti - La parola

a voi12:00 La prova del cuoco13:30 Tg114:05 La vita in diretta15:00 Torto o ragione?

Il verdetto finale16:30 Tg116:40 La vita in diretta18:45 L'Eredità20:00 Tg120:30 Affari tuoi21:20 Così lontani così vicini23:28 Tg1 60 Secondi23:30 Porta a Porta01:05 Tg1 Notte01:40 Inventare il Tempo

- Le variazioni Goldberg02:35 Sottovoce

11:00 I Fatti Vostri13:00 Tg2 Giorno14:00 Detto Fatto16:15 TELEFILM Senza Traccia18:00 Tg Sport18:20 Tg218:50 TELEFILM Hawaii Five-019:40 TELEFILM N.C.I.S.20:30 Tg2 20.3021:00 LOL ;-)21:15 Il più grande pasticcere23:20 Sorci Verdi00:45 Tg201:00 Speciale 90° minuto

Serie B01:50 TELEFILM The Blacklist02:30 L'alchimista03:10 FILM Son contento04:45 Videocomic Passerella

di comici in tv05:25 Detto Fatto

11:00 Elisir12:00 Tg312:45 Pane quotidiano13:10 Il tempo e la Storia14:20 Tg315:15 La casa nella prateria15:55 Aspettando Geo16:40 Geo19:00 Tg320:00 Blob20:15 Sconosciuti - La nostra

personale ricercadella felicità

20:35 Un posto al sole21:05 Ballarò00:00 Tg3 Linea notte01:15 Zettel La filosofia

del movimento01:45 Fuori Orario. Cose (mai)

viste01:50 FILM Su sambene

no est aba

09:40 R.i.s. Delitti Imperfetti10:45 Ricette all'italiana11:30 Tg412:00 Detective in corsia13:00 La Signora in giallo14:00 Lo Sportello di Forum15:30 Flikken - Coppia in giallo16:37 FILM Sfida oltre il fiume

rosso18:55 Tg419:30 Tempesta d'amore - Pri-

ma Tv20:30 Dalla vostra parte21:15 La strada dei miracoli02:05 Tg4 Night News02:27 Media Shopping02:45 FILM Il delitto Matteotti04:42 Il Capitano della Legione

07:59 Tg508:45 Mattino Cinque11:00 Forum13:00 Tg513:41 Beautiful14:10 Una Vita - Prima Tv14:45 Uomini e donne16:00 Grande Fratello - Day

Time16:10 Il Segreto - Prima Tv17:00 Pomeriggio Cinque18:45 Avanti un altro20:00 Tg520:40 Striscia La Notizia21:11 I misteri di Laura - Pri-

ma Tv23:06 FILM Out of sight - Gli

opposti si attraggono01:01 Tg501:21 Striscia La Notizia

08:25 Settimo Cielo10:25 Royal Pains12:25 Studio Aperto13:00 Grande Fratello 201513:25 Sport Mediaset14:00 I Simpson14:25 Futurama14:55 Big Bang Theory15:25 2 Broke Girls15:50 E alla fine arriva mamma!16:40 La vita secondo Jim17:35 Mike & Molly18:00 Camera Cafè18:30 Studio Aperto19:25 C.s.i. - Scena del crimine21:10 Segnali dal futuro23:40 Il Prescelto00:25 Fronte del palco01:45 Live a casa tua02:20 Premium Sport News02:45 Studio Aperto

- La Giornata

06:15 Meteo06:20 Traffico06:25 Oroscopo06:30 Omnibus News (live)07:30 Tg La707:50 Meteo07:55 Omnibus La7 (live)09:45 Coffee Break (live)11:00 L’aria che tira (live)13:30 Tg La714:20 Tagadà16:15 Ironside18:15 Il commissario Cordier20:00 Tg La720:35 Otto e mezzo21:10 Dimartedì (live)00:00 Tg La700:10 Otto e mezzo00:45 Coffee Break02:00 L'aria che tira04:30 Omnibus La7

19:30 Giustizieri da strapazzoin Louisiana

21:00 Gone Girl21:10 Fratelli unici22:50 Bad Company

- Protocollo Praga00:50 Bessie02:45 The Normal Heart05:00 Angry Games

15:00 Spartacus16:00 The Pacific18:10 I Borgia19:10 Spartacus19:40 In Treatment20:10 The Leftovers23:10 The Brink23:40 Ballers00:10 The Leftovers

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Martedì 27 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PIAZZA GRANDE » 11

MARINO, RESISTI: FALLOPER LA DEMOCRAZIA

» ANTONIO PADELLARO

STIZ, IL GIUDICECHE COMPRESE

PIAZZA FONTANA» GIANNI BARBACETTO

Su Ignazio Marino sinda-co di Roma si può pensa-re tutto il male possibile:che sia stato gravemen-te inefficiente e troppo

assente, che all’inizio abbia chiu-so un occhio o forse entrambi suMafia Capitale, che sui famosiscontrini non l’abbia raccontatagiusta. Anche il comizio di dome-nica davanti ai tanti fedelissimiraccolti in piazza del Campido-glio può essere visto come l’enne -sima esibizione di un personag-gio che non rinuncia alla luce deiriflettori (e delle tv) e che intendevendere cara la pelle nella guerrache gli ha scatenato contro il Pd.

Ma se l’intemerata del cosid-detto Marziano (mah) riuscirà arendere un po’ più trasparente lavicenda della sua estromissionedecisa nelle segrete stanze conprocedure degne di una repubbli-ca caucasica, ben venga l’invoca -zione “Ignazio resisti”. Disposti aperdonargli perfino quella ro-boante citazione diChe Guevara, vistoche nessuno a Romagli aveva chiesto l’im -possibile, ma solo larealtà di qualche bucain meno e di qualcheservizio di nettezzaurbana in più.

P R I M O. La farsa delledimissioni imposte, loabbiamo già scritto,rappresenta il modellodella democrazia di-retta renziana. Quelladell’io sono io e voi noncontate nulla. Quelladel colpirne uno per e-ducarne cento. Infattiun bel giorno il com-

missario romano del Pd, MatteoOrfini, riceve un ordine perento-rio dal Matteo di Palazzo Chigiche i giornali riassumono più omeno così: o tu cacci lui o io cacciote. Il sindaco, è vero, in quelle oresi sta coprendo di ridicolo sullaquestione dei pranzi mai avvenuticon Sant’Egidio e con l’ambascia -tore del Vietnam, e dei conti chenon tornano pagati con la carta dicredito del Comune. Però non èindagato e oggi anche Orfini negache si sia dimesso “per gli scontri-ni”, bensì “per una serie di erroripraticamente quotidiani”.

Bene, e la mozione di sfiduciache illustra la caterva di errori? Eil dibattito in consiglio comunale?E l’autodifesa del sindaco? E il vo-to finale che legittima la crisi?Niente di niente. Decidono tutto idue assessori, Causi ed Esposito(che guarda un po’ sono anche se-

natori renziani), dopo lunghi emisteriosi conciliaboli. Marinone emerge pallido e dolorante co-me se gli avessero estratto non ledimissioni, ma un molare senza a-nestesia. E i 650 mila romani checomunque lo hanno votato? Chis-senefrega.

E allora, Ignazio cazzo resisti,convoca il consiglio comunale eripristina qualche regola elemen-tare. Il Campidoglio non è la Su-burra, o non lo è ancora. Restitui-sci un minimo di decenza alla tuacarica. Riferisci per filo e per se-gno come sono andate le cose. Tihanno minacciato? Dillo. Hannocercato di tacitarti con qualchepremio di consolazione? Dillo.Fai uscire allo scoperto quelli delPd e chi dai banchi della destragioca a rimpiattino sulla pelle deicittadini. Dai modo all’opposizio -ne seria di esporre le proprie cri-

tiche. Ti faranno fuorilo stesso, ma ci devonomettere la faccia. Nonsiamo a Minsk.

SECON DO. Ripo rtarela crisi nelle sedi isti-tuzionali allungherà itempi di qualche gior-no e ciò consentirà alsindaco di presentarsi(con tanto di fascia tri-colore), il prossimo 5novembre, all’apertu -ra del processo perMafia Capitale dove ilComune si è costituitoparte civile. A condi-zione che non sia solol’ennesima passerellanarcisistica, ma l’o c-

casione imperdibile per dare con-tenuto a un atto che non può es-sere solo simbolico, ma l’illustra -zione sostanziale del danno subi-to dalla città e del relativo risar-cimento morale e materiale ri-chiesto. Anche qui Marino parli edenunci, se ne è al corrente, lecomplicità e i condizionamentimessi in atto dalla politica e dallaburocrazia interna, troppo spessoin combutta con il crimine orga-nizzato. Provi a citare fatti e cir-costanze e non si limiti a fare conle dita il segno di vittoria, che ap-pare una sorta di ridicola appro-priazione indebita dell’ind agi nedella magistratura romana.

T E R ZO. Con probabilità pari a ze-ro di restare sulla poltrona di pri-mo cittadino, la resistenza di Ma-rino può avere come obiettivo ilprepararsi la strada in vista delleprimarie del Pd, con la speranza diripetere l’exploitdel 2013. Potreb-be anche tentare con una lista ci-vica di disturbo, che avrebbe perògrossi costi e scarse possibilità disuccesso. Se dunque Marino an-drà alle primarie, le vinca o no, sa-rà comunque una risposta al dise-gno che intende mettere sottocontrollo le amministrazioni pe-riferiche. Sull’esempio romano siordina al Pd locale di sfiduciarequel sindaco o quel governatoreche si dimostra troppo autonomodal renzismo. Lo si sostituisce conqualche podestà che gode la fidu-cia del capo e i giochi sono fatti.

Anche se non ha coperto le bu-che e se la città continua a galleg-giare nel degrado, l’ultimo atto delsindaco Marino può essere unservigio reso alla democrazia. Nesarà capace?

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Ci ha lasciato GiancarloStiz, giudice silenzio-so. Aveva 87 anni. Ne a-veva 43 quando, nel1971, s’imbatté nella

“pista nera”che portava alla stragedi piazza Fontana. A Roma i ma-gistrati stavano conducendo l’i-struttoria contro Pietro Valpreda,ballerino, anarchico, da due anniimputato “ufficiale” della strage,una strage “rossa”. A Treviso, pe-rò, al giudice Pietro Calogero eraarrivata la testimonianza di GuidoLorenzon, insegnante spaventa-tissimo e segretario della sezioneDc di Maserada sul Piave, che ave-va ricevuto strane confidenze daun suo vecchio compagno di col-legio: un libraio di Treviso di nomeGiovanni Ventura che gli avevaparlato di armi, di bombe, di vio-lenza, di un’organizzazione pron-ta a intervenire. Partono le primeindagini sul gruppo veneto di Or-dine nuovo che aveva in FrancoFreda il suo leader carismatico.Lorenzon, pur timoroso, accusa.Ventura, spavaldo, nega.

IL FASCICOLO arriva sul tavolo diStiz, giudice istruttore, con una ri-chiesta di archiviazione. “Era unamateria scottante”, raccontò Stiz achi scrive, nel 1993, dopo un silen-zio durato due decenni. “Per que-sto l’ho soppesato, quel fascicolo,letto e riletto. Bastava un timbro ela vicenda sarebbe stata chiusa persempre”. Il timbro dell’a r c h i v i a-zione resta sospeso a mezz’ar i a .

Stiz decide di sentire personal-mente Lorenzon e Ventura. “Li hointerrogati a lungo e mi sono subitoconvinto che Lorenzon diceva ilvero e Ventura il falso. Perciò ho re-

spinto la richiesta di archiviazionee ho disposto l’istruttoria formale”.Nasce la prima inchiesta sulla “pi -sta nera”, che sarà poi pienamenteconfermata da quelle sentenze diCassazione che pur mandano as-solti i singoli imputati, per i qualinon sono state trovate, anche a cau-sa dei depistaggi di Stato, provecerte di responsabilità penali indi-

viduali. Stiz fa arrestare Freda eVentura per associazione sovver-siva e ricostituzione del partito fa-scista. Poi ordina l’arresto anche diPino Rauti, il fondatore di Ordine

nuovo. Diventasubito, per unaparte dell’op in io-ne pubblica, una“toga rossa”. Laprima di una lungaserie. Eppure erat u t t’altro che uncomunista. Suopadre Paolo era uf-ficiale dell’eserci -to. Uno zio era ge-nerale dei carabi-nieri. Giancarlo e-

ra cresciuto con un’educazione se-vera. Studio, casa, unico svago lacaccia nei boschi attorno a Belluno.Era destinato anch’egli alla carrie-ra di ufficiale. Solo l’a rmis tiz iodell’8 settembre 1943 lo aveva co-stretto a cambiare progetti: studialegge, entra in magistratura.

Dopo l’arresto di Rauti, inizianole minacce, le telefonate, le lettere

anonime, gli attacchi della politica.La sua faccia lunga e triste sembra-va conservare ogni traccia degli at-tacchi subiti e del grande doloreper una vicenda, pudicamente na-scosta, generata dalla situazione incui la famiglia del piccolo giudicedi provincia ha dovuto vivere peranni. Anni di tensione, di vita sottoscorta. E anche, più semplicemen-te, di trasferimenti impossibili, dicarriera professionale bloccata.Volevano fargliela pagare. E ci so-no in qualche modo riusciti.

STIZ, CHIUSO nelle sue giacche difustagno, cercava di stringersi aipochi ricordi buoni che gli erano ri-masti. La seduta del Parlamentodedicata alla sua indagine, nel1972, conclusa con un lungo ap-plauso scrosciante. La seduta delConsiglio comunale di Treviso,che lo ha voluto presente per dimo-strargli stima e riconoscenza. Leattestazioni di affetto di tanti col-leghi e di tanti cittadini. “Per lestragi hanno sofferto le vittime, imorti e i feriti. Hanno sofferto i lorofamiliari. Ma abbiamo sofferto an-che noi, i sopravvissuti. Eppurenon mi lamento. È il rischio dellanostra professione: lo mettiamo inconto quando la scegliamo. Comesi fa a chiudere gli occhi, quando sideve fare il proprio lavoro? Cosafai, metti un timbro e chiudi tutto?No, non è possibile. Prima c’è il do-vere. Rifarei tutto, senz’al t ro .Chissà, forse anche meglio”.

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NOI E LORO

Renzi in fugaO solo in viaggiod’affari latini» MAURIZIO CHIERICI

L asciamo perdere le voci che vo-gliono Renzi in Sudamerica per e-vitare i mal di pancia della legge di

Stabilità arrivata in Parlamento col ri-tardo sincronizzato alla fuga “da l l’It a-lietta delle polemiche”, pri-me parole appena sbarca-to in Cile. Trascina gliimprenditori nel para-diso degli affari: dopoSantiago, Perù e Colom-bia, conquiste facili per-ché economie estranee alMercosur quindi sciolte dailacciuoli dei labirinti comunitari. Pecca-to lo abbiano informato male: il bloccoandino (Argentina, Brasile, Paraguay,Uruguay) è integrato al Mercosur e nonmuove un dito senza il permesso delleburocrazie che asfissiano. Sbagliare è u-mano, saltare per sei giorni da una Ca-pitale all’altra può essere faticoso mal-grado la piacevolezza della scampagna-ta nella primavera australe. Quel sorrisodel Renzi che regala consigli alla presi-dente Michelle Bachelet. Sottovoce, traun verso di Neruda e la telefonata a Mon-tezemolo sul diretto Alitalia Roma-San-tiago; sottovoce, alla Michelle della pro-vincia sudamericana, fa sapere come di-fendere le chiacchiere segrete. Manoche copre la bocca, non si sa mai i gior-nalisti. Rubano le parole sulle labbra.Guai fidarsi di loro. Primo incontro colprimo ministro peruviano fra le rovinedel Machu Picchu nel ricordo del mila-nese Raimondi: un secolo e mezzo fascopre la meraviglia sotto le erbacce. Gi-ta domenicale al femminile, solo im-prenditrici avventurose: quei 2500 me-tri che fan girare la testa ai signori in età.E finalmente Lima: dopo Santiago ab-braccia l’altra piccola comunità italia-na.

NEL CONTINENTEpiù italiano del mondo,Argentina e Brasile raccolgono milioni dioriundi legati alla terra dei padri dal votodi 350 mila italobrasiliani più gli italoar-gentini e italovenezuelani: 12 deputati e 6senatori a volte decisivi nel tenere a gallagoverni che traballano. Ma Renzi ha pre-ferito girare al largo. Non sopporta chinon è d’accordo, e chi vota dai mari delSud non è d’accordo. E quei ministri dainomi italiani, per carità, non si sa mai.Non diffidenza alle bandiere di partito,ma perché rabbiosi contro le nuove re-gole dalla nuova Italia. Senato affidato al-le regioni, addio alle sei poltrone di Pa-lazzo Madama. E pensioni da tagliare perfrenare la fuga alle Canarie di chi lascia lecittà dove ha passato la vita: via dall’Italiadelle tasse e pagano gli emigranti. Ultimainquietudine, ius soli, legge non chiara suifigli degli italiani che votano da lontano:d’ora in avanti non saranno più italianiper aver aperto gli occhi dall’altra partedel mondo? Max Bono, direttore di Ci-cero, rete on line che raccoglie le italicheproteste dall’Australia a Buenos Aires;Max Bono immalinconisce sepolto dallestesse domande. “Si sentono abbandona-ti: non sanno che fine faranno domani”.Mentre scrivo, Renzi beve il caffè conSantos, presidente della Colombia, gior-nali e Tv alla Berlusconi. Purtroppo la vi-sita scade nel piccolo cabotaggio: stannocontando i governatori votati domenica.Chi ha vinto, chi ha perso. Sbrigano i com-plimenti con gentilezza latina: Roma pernoi è importante, mi raccomando tornatepresto… Due parole affettuose e tornanoalle loro spine. Il giro finisce all’Av an adove è bello naufragare sotto la bandierastelle e strisce sul Malecón. Purtroppo inritardo. Da anni i manager Usa allarganogli affari al sesto piano del Nacional, al-bergo monumento. Noi dovremo sgomi-tare con gli eterni spagnoli, inglesi già in-filati, braccio di ferro con canadesi maiparalizzati dall’embargo. Ma il Renzi deimiracoli tornerà in trionfo.

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È MORTO A 87 ANNIPer primo capì che dietrola strage c’era la pistadell’eversione nera.Senza di lui l’intera vicendasarebbe stata archiviata

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12 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 27 Ottobre 2015

Ho fatto avvertire io il professor Ta-kanori Fukushima della notizia

del Quotidiano Nazionale secondo cuiavrebbe diagnosticato un tumore be-nigno del cervello a papa Francesco. Elui non si capacitava. Ha detto subito diaver incontrato solo una volta il pon-tefice, in udienza pubblica”.

I N T E RV I STATO da Enrico Cisnetto peril talk show televisivo Roma Incontra,Luigi Bisignani si conferma persona in-formata dei fatti altrui. In questo caso loaiuta un caso della vita. Nel 2011, quan-do patteggiò la pena di un anno e sette

mesi per le numerose accuse (tra cui as-sociazione a delinquere e corruzione)nel processo P4, disse di aver trattato laresa giudiziaria perché preferiva occu-parsi della salute di sua figlia. La qualeè stata guarita proprio da Fukushimacon 18 ore di intervento al cervello.

La conoscenza di Fukushima con-

sente a Bisignani di notare che, per unodei più famosi neurochirurghi delmondo, spostarsi in elicottero o jet pri-vato è un’abitudine. Questo non basta aderubricare a equivoco la notizia delpapa malato: è sicuramente un velenotargato Opus Dei. “Il papa sta benissi-mo, mangia a rotta di collo, è proprio unmangione ed è anche un po’ ingrassato,ama il tartufo anche se a un certo puntoha capito che un papa non deve esage-rare”.

È DUNQUE IN CORSO UNA GUERRA tral’Opus Dei e i gesuiti, i primi pensano diessere i gesuiti del terzo millennio, mai secondi hanno il papa nelle loro file”,spiega Bisignani che conferma le insi-nuazioni affidate a caldo a un articolosul Tempo: “La fantasia di Dan Brownpotrebbe perfino localizzare il prota-gonista in una palazzina liberty a pochipassi da villa Borghese che durante gli

anni di Wojtyla ne ha viste di tutti i co-lori con una preferenza per il color por-pora”. Trasparente il riferimento all’a-bitazione dell’ex portavoce di KarolWojtyla, Joaquìn Navarro Valls, vicinoa ll ’Opus Dei. Mentre il collegamentodel complotto anti-Bergoglio con le“mosse disperate di un ex potentemonsignore spagnolo a cui il Vaticano,per prudenza, ha addirittura tagliato iltelefonino di servizio” si arricchisce diun solo dettaglio: “Giuro che non mi ri-cordo come si chiama, in questo mo-mento mi sfugge, però comincia per B”.Infatti, era già chiaro il riferimento amonsignor Lucio Angel Vallejo Balda,ex segretario giubilato dalla Prefetturadegli Affari Economici, altro uomo O-pus Dei.

Bisignani vigila. Sei mesi fa rivelò u-na lettera anonima di minacce a JorgeBergoglio (“Presto San Pietro sarà pu-rificato con il tuo sangue”), piena didettagli accuratissimi sugli impegnidel Papa, i cardinali di curia e gli addettidelle maggiori basiliche e santuari, “ag -giornati meglio dell’Annuario Pontifi-cio”. Il resto alle prossime puntate.

G. ME.© RIPRODUZIONE RISERVATA

» CARLO TECCE

Co m’è finito il Sino-do? In Vaticano sonoesausti, ma rispon-dono volentieri con

un po’ di ironia: “È appenacominciato”. Perché ora pa-pa Francesco deve riformarela Curia, affrontare un paio diviaggi essenziali per il pon-tificato (Africa in novembree Messico in febbraio), ritoc-care la platea dei cardinali e-lettori con il prossimo Con-cistoro (entro marzo) e sop-portare altri veleni che variefonti danno per imminenti.La risposta per sigillare e ar-chiviare le tre aspre settima-ne di Sinodo va scovata a pa-gina 12 dell’Osservatore Ro-mano.

Statistiche, sondaggie maggiornazeI numeri che fornisce il quo-tidiano vaticano: un ambo,secco, 86 e 90. In sintesi: piùd el l’86 per cento dei para-grafi del testo ha ottenuto ilconsenso di oltre il 90 percento dei padri sinodali.

Ma non è un plebiscito perJorge Mario Bergoglio,un’ovazione di una sala cheha rumoreggiato. Il capitolosui divorziati risposati è pas-sato con un voto di scarto sullimite di 177 (178 sì, 80 no). InVaticano ripudiano le cate-gorie “vinc itor i” e “scon fit-ti”, in alternativa indicano la“posizione prevalente” c heil documento conclusivo delSinodo deve sempre riflette-re. Poi se la parola cerchiatadi rosso è “discer niment o”,la capacità di distinguere lesituazioni e i momenti cherievoca il pensiero dei gesui-ti, la firma di Bergoglio èscolpita su pietra.

Scandali e timoriE il fattore tedescoPer una coincidenza che ivescovi definiscono controppo candore “strana”, suimedia l’assemblea sinodalel’ha presentata e illustrata ilprete Charamsa che, in con-ferenza stampa col compa-gno catalano, ha accusato laChiesa di omofobia. Il 3 ot-tobre è il giorno di Charam-sa, ma l’apprensione dei ri-formisti si manifesta il lune-dì seguente con l’interventodi Peter Erdo, il cardinaleungherese che coordinava lacommissione plasmata daFrancesco per stendere ilprogetto sinodale. Erdo hasubito blindato la Chiesa, lavecchia Chiesa. “C o m u n i o-ne ai divorziati: no”. Lo stes-so lunedì, in aula, parla il car-dinale George Pell. Così ilmartedì mattina (6 ottobre),Bergoglio riprende il micro-fono per rassicurare i più re-calcitranti sul tema comu-nione ai risposati: “La dottri-na non è in discussione”. E

l’argentino replicava a Erdo,a Pell e, soprattutto, ai tredi-ci cardinali che gli avevanospedito la lettera contro ilmetodo sinodale. Ha gene-rato una contorta letteraturail ruolo del circolo in linguatedesca, che poi ha approva-to all’unanimità gli emenda-menti al testo base. Era unasorta di gruppo misto, fraconservatori (Gerhard Mül-ler), progressisti (WalterKasper), moderati di sinistra(Reinhard Marx) e allievi diR a t z i n g e r ( C h r i s t o p hSchönborn). Questo ha con-sentito al guineano RobertSarah, autore di un libro di i-nequivocabile sapore sino-dale (Dio o niente), di cemen-tare la compattezza dei dele-gati africani (il Papa non civa per caso). Mappamondo:la fronda dei reazionari varintracciata negli Stati Uniti,in Polonia e dintorni e, inmaniera diffusa, in Italia. Al-lora merita una menzionemonsignor Bruno Forte,l’arcivescovo di Chieti-Va-sto che ha arginato Erdo incommissione. Forte saràcardinale.

La svolta con una frase,i complotti e l’E me r i toLa Chiesa di Bergoglio è uncammino: c’è una guida, cer-to, ma c’è pure una comuni-

t à . P e r o n o r a r e i c i n-quant’anni del Sinodo, il Pa-pa ha ordinato un dibattitosincero: “No ai compromes-si, non siamo un Parlamen-to”. Non solo i tedeschi e nonsolo monsignor Forte: Ber-goglio ha recuperato voticon il discorso del 17 ottobre,cerimonia solenne per cele-brare il Sinodo. Il messaggio:“Io garantisco l’unità dellaChiesa”.

Con un po’ di ritardo, inVaticano hanno ricostruitola torbida vicenda del tumo-re benigno al cervello. E ri-feriscono di un precedenteinquietante. Metà marzo2013, Bergoglio appena elet-to in Conclave, circolanotante indiscrezioni. Questacolpisce: il pontefice ha unpolmone, l’altro l’ha persoda giovane. Il significato:non vivrà a lungo. Tutto fal-so: Bergoglio ha due polmo-ni, gli manca un lembo.

A ogni Sinodo, per ognicriticità, ecco che riappare lasagoma di Joseph Ratzinger.In Vaticano detestano l’e f-fetto “stampella”: BenedettoXVI non si intromette neifatti di Francesco. Ma fannosapere: prima del Sinodo,Bergoglio ha pranzato daRatzinger. E presto andràper il bis.

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Intervista tv Confermate le accuse indirette a Navarro Valls e Vallejo Balda

Bisignani: “Il complottoè targato Opus Dei,ho avvertito io Fukushima”

IL PERSONAGGIO

Dalla lettera alla malattia:cosa c’è dietro al Sinodo

IL DIARIO La mediazione di Forte, il discorso e i pranzi con Ratzinger

TOM TOM

DSECONDE NOZZE

OSTIA AI DIVORZIATICon un solo voto di scarto (178favorevoli contro 177 contrari)arriva il nullaosta per la comu-nione ai divorziati, convolati anozze per la seconda volta. Perloro, sarà il vescovo locale a va-lutare “caso per caso”

DCOPPIE DI FATTONO AL MATRIMONIO

Nessuna apertura sulle unionitra persone dello stesso sesso.Si ribadisce però l’a t te n z i o n eper le famiglie e l’amore omo-sessuale: “Ogni individuo deveessere rispettato nella sua di-gnità”

DPEDOFILIAAIUTO ALLE FAMIGLIE

“Tolleranza zero”. Il Sinodo hacondannato senza esitazioni lapratica che ha toccato da vicinogli ambienti della Chiesa. Atempo stesso, si è ribadita lanecessità di “una stretta colla-borazione con la giustizia”

CALABRIA

Voto di scambio,assolto il senatoreNcd Piero Aiello

qIL FATTO NON SUSSISTE: è finitacosì la vicenda processuale del sena-

tore Ncd Piero Aiello, accusato di aver otte-nuto, in occasione delle elezioni regionali del2010, appoggio da esponenti della 'ndran-gheta di Lamezia Terme. La sentenza è stataemessa dal giudice per le udienze preliminariGiuseppe Perri, al termine del processo conrito abbreviato concluso a distanza di due

anni dall’inizio dell’inchiesta. “Ho semprecreduto - ha detto Aiello dopo la sentenza -nella giurisdizione e non mi sono mai disco-stato dalla retta via che mio padre, carabi-niere, mi ha sempre indicato come l’unicache sia dato percorrere”.Unanime la soddisfazione del mondo poli-tico, in particolare dei suoi colleghi di partito.Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha

chiamato Aiello e al telefono si è detto “co n -tento per l’a ss o l u z i o n e ”. Per il presidente deisenatori di Area popolare Ncd-Udc, RenatoSchifani, si tratta di una “bella notizia, ma an-che della conferma del suo operato politicoispirato a principi di onestà”. ConcludeMaurizio Lupi: “Avevo la certezza moraledell’innocenza del senatore Aiello, ora si èaggiunta la certezza giudiziale”.

Il Papa sta benissimo,è un mangioneed è anche un po’ingrassato, amail tartufo ma ha capitoche non deve esagerare

Me ss agg i Bisignani scrive su Il Tempo La Pre ss e

PRIMASECONDA RIGA

J OS E P HR ATZ I N G E RB e n e d e t toXVI hag u i d a tola Chiesa finoal 28 febbraio2 01 3

B RU N OFO RT EL’a rc i ve s covodi Chieti-Vasto ham e d i a toe sarà prestoc a rd i n a l e

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Martedì 27 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 13

RIESAME A NAPOLI

“Il gip ha fattoil copia-incolla”Liberi i poliziottidi Gigi D’Ale ssio» VINCENZO IURILLO

I l giudice fa il copia e in-colla dei files dei pmdella Direzione di-

strettuale antimafia e 16indagati di unainchiesta dic a m o r r av e n g o n osc ar ce ra-t i . L o h ad e c i s o i lRiesame diNapoli, annul-l a n d o l e 1 1 9 3 p a g i n edell’ordinanza firmata dalgip Carlo Modestino, rite-nute prive del requisito“dell’autonoma valutazio-n e”. Il giudice, scrivono imagistrati della dodicesi-ma sezione presieduta daTeresa Areniello, si sareb-be appiattito “ad una meraadesione acritica alle scel-te dell’accu sa” visto che“riporta pedissequamentela richiesta del pm, addi-rittura riproducendo lamedesima suddivisione inparagrafi e utilizzando lestesse parole”.

Il provvedimento fa ru-more, perché tornano inlibertà esponenti del clandei Casalesi, i loro fian-cheggiatori e i tre poli-ziotti del commissariatodi Marcianise accusati diaver coperto il clan e di a-ver scortato abusivamen-te il cantante Gigi D’A l e s-sio. Strisciano tra gli ope-ratori del diritto com-menti del tipo: “Il copia eincolla accade spesso, maquando riguarda gli arre-sti dei signori Rossi nes-suno se ne accorge”. IlRiesame ricorda che ilprincipio della “a ut on o-ma valutazione”è stato ri-b a d i t o d a l l a l e g g e47/2015 sulla custodiacautelare. I tre magistratiricordano i progressi tec-nologici che consentono“la trasmissione informa-tica dei files” e la “t r a s p o-sizione di intere parti diinformativa”. E censura-no l’operato del collega,che avrebbe omesso unavalutazione autonomadel compendio cautelare.La valutazione riportatainfatti è quella del pm Lui-gi Landolfi, che il Gip “r i-copia in toto”.

PER UNA FRASE CONTRO IL M5S

Sul Facebook di Grillopioggia di insulticontro la Littizzetto

qL’HA INDICATA al pubblico ludi-brio, come una ragione per chiedersi

“se valga la pena di pagare il canone”. Ma difronte alla marea di improperi contro la co-mica Luciana Littizzetto, anche sessisti,Beppe Grillo è dovuto intervenire: “Vi chie-do uno sforzo, evitiamo gli insulti”. Eppurene sono piovuti a valanga sul suo profilo Fa-cebook e sul suo blog, dove il leader dei

5Stelle ha linkato un monologo dell’ar tistatorinese durante Che tempo che fa. “La Lit-tizzetto insulta gli elettori M5s in diretta tv”accusa il portale di Grillo.Aprendo il filmato, si ascolta la comica chesi sofferma sulle stelle cadenti raccontandodi aver letto che queste sono "nella maggiorparte cacca, nello specifico degli astronau-ti". Poi Littizzetto conclude: “Quando c'è un

movimento di pancia, come vogliamo chia-marlo? Movimento 5 Stelle”.Il blog polemizza: “Perché pagare il canone,per farci insultare?”. Ma iscritti ed elettoriM5s vanno molto oltre. E su Facebook la co-mica si becca insulti in serie: da “ra cc h i amalefica” a “brutto mostro”.Fino all’intervento dello staff, a invocare au-to co n t ro l l o.

» SANDRA RIZZA

Pa l e r m o

Un manager di Stato,Walter Virga, che in-formava delle novitàaziendali l’ex titola-

re della “Nuova Sport Car”,quel Vincenzo Rappa jr al qua-le il Tribunale di Palermo hasottratto la concessionaria diauto, nell’ambito del maxi-se-questro da 800 milioni che hacolpito l’impero di VincenzoRappa senior, il nonno con-dannato per mafia. Un altroamministratore giudiziarioche scopre, nella tabaccheriasequestrata ai boss Lo Piccolo,un ammanco di 42 mila euro, esegnala i suoi sospetti su unimpiegato, Sandro Morvillo,fratello di Tea, una cancellieradelle Misure di prevenzione:si scopre così che in passato ildipendente era stato indagatocome prestanome di boss. Eancora: da una intercettazio-ne viene fuori che “i figli di E-lio Grimaldi (assistente giudi-ziario della sezione sotto in-chiesta a Palermo, ndr) sonodapper tutto”. Tanto che ilgiudice Fabio Licata, oggi an-che lui indagato a Caltanisset-ta, commenta: “Si devono dareuna calmata”.

NE È PASSATA di acqua sotto iponti da quel 1982 quandovenne aprovata la legge Ro-gnoni-La Torre che, oltre alreato di associazione mafiosa,istituiva per la confisca dei be-ni a Cosa Nostra. E se i padrininon hanno mai tollerato l’ideadi separarsi dalle loro ricchez-

ze, lo “scandalo Saguto” oggidimostra che la “roba”dei bossfa gola a molti: avvocati, do-centi universitari, cancellieri,pronti a spartirsi i tesori ma-fiosi a colpi di parcelle, emo-lumenti e posti di lavoro. E’ il“cerchio magico” di SilvanaSaguto: tra i raccomandati da“sistemare” nelle aziende se-questrate, ci sarebbero perso-ne vicine ai figli del giudice, alprefetto di Palermo FrancescaCannizzo (sua grande amica),a un colonnello della Dia, e c’èpersino la moglie dell’ex diret-tore di Banca Nuova, France-

sco Maiolini: Valeria Aiello,approdata proprio alla “Nuo -va Sport Car”. Le intercetta-zioni dell'ennesimo “caso Pa-lermo” rivelano che la gestio-ne dei beni sequestrati è statain questi anni un grande affare,condotto all’insegna di un ci-nismo che il trentacinquenneavvocato Walter Virga, inter-cettato, sintetizza così: “Iomorirò... ma morirò ricco”. Un“sistema corruttivo” prospe -rato in Tribunale nella certez-za della totale impunità. “I ma-gistrati si difendono tra loro”,giura il giovane Virga, indaga-

to col padre Tommaso, giudiceed ex membro del Csm (in pas-sato, secondo i pm, avrebbeaiutato la Saguto coinvolta inun procedimento disciplina-re). E spiega: “Ottomila magi-strati ne difendono uno”.

OGGI FRANCO LA TORRE , fi-glio del dirigente del Pci uccisoa Palermo nell’82, poco dopoaver scritto la legge sui seque-stri alle cosche, ammette: “E’vero, c’è un pezzo di antimafiafatta da mafiosi”. E il “caso Sa-guto”, con la distribuzione deibeni tra gli avvocati amici, po-

ne un problema più che serio:che fine fa la “roba” dei boss?Nel 2006 il padrino dell’Udi -tore Francesco Bonura uscì digalera e venne assunto come“ impiegato di concetto”d a l l’Immobiliare Raffaello,società sequestrata anni primaal suo clan. In quell’ufficio, Bo-nura continuava a incontraremafiosi e a fare affari. Solo uncorto circuito istituzionale?

ORA IL PREFETTO Um b e rt oPostiglione, direttore dell’A-genzia nazionale dei beni con-fiscati, sbandiera il record di3.350 beni tolti alla mafia, ma il90% delle aziende sequestratefallisce ancor prima di arrivarealla confisca, e le intercetta-zioni dei colloqui tra Virga eRappa jr fanno pensare che laquestione non sia mai stata ri-solta. La legge prevede l’azze -ramento delle cariche per gliex titolari delle società sottosequestro, ma tra giugno e lu-glio, il proprietario della“Nuova sport Car”, preoccu-pato per la sua concessionariaaffidata ad un amministratoregiovanissimo (“un ragazzinoda niente”), contatta Virga e glichiede se “è utile vederci, senon la disturbo”. E l'avvocato:“Ma quale disturbo. L’a v re ichiamata comunque prima diprendere una decisione”.

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L’i n t e rc e t t a z i o n eAl telefono l’av vo c a t oWalter Virgaspiegava: “Io morirò,ma morirò ricco”

S ig i l l i U n’azienda sequestrata; sopra, la giudice Silvana Saguto Ansa

SEGUE DALLA PRIMA

» SELVAGGIA LUCARELLI

R oba che se ne avesse a-vuto voglia, probabil-mente sarebbe stato

anche a bordo campo perQuelli che il calcio. In studiodalla D’Urso ci sono PieroSansonetti e Matteo Salvini.Appena apre bocca il signoremanifesta subito la sua pro-pensione suicida a farti venirvoglia di stare dalla parte de-gli indifendibili, che siano i la-dri o Barbara D’Urso.

La povera conduttrice nonfa in tempo a presentarlo cheviene zittita: “Allora, non par-li sempre lei che ha questo di-fetto!”. La D’Urso per un at-timo pensa di tirar fuori la pi-stola come Buonanno ma ab-bozza. Nel frattempo ci sonodei problemi tecnici, per cuil’uomo comincia a strepitare:“Se il collegamento funzionabene, altrimenti me ne vado a

casa a mangiare che non homolta voglia di chiacchiera-re”. Purtroppo il collegamen-to viene prontamente ripristi-nato e il povero uomo che nonaveva voglia di parlare, parlaininterrottamente per cin-quanta minuti, con tanto dibandiera italiana che svento-la sul cancello della sua villet-ta, manco avesse ucciso un te-desco sul Monte Grappa, an-ziché un albanese nel giardinodi casa.

Quando vede Salvini si illu-mina: “Oh, uno buono, poi chec’entra, Salvini può piacere onon piacere perché non ha lacamicia, non ha le mutande,ma in mezzo a questo brancodi idioti di politici…ecco quellisani!”. Ora, a parte che se Sal-vini gira di notte senza mu-tande voglio il porto d’a rm ianche io, mi pare di capire chesecondo il signore i leghisti sa-rebbero la parte sana del Pae-se. Vedrò di mandargli il dvd“The best of Joe Formaggio”.

Poi, con toni semprepiù concitati , ag-giunge che secondoun “referendo” il90% degli italiani ècon lui e qui comin-cia ad autopromuo-versi portavoce di tuttigli aspiranti pistoleri d’Ita-lia, preda di un’esaltazioneche a guardarlo, uno si do-manda se sul comodino avessesolo una pistola o anche l’ar-senale di Hamas in un doppio-fondo dell’abat-jour. Seguonodichiarazioni elegantissimequali: “Quelli che dicono chedovevo alzare il dito e spararein aria, il dito sai dove devonometterselo?” (promosso subi-to a commentatore medio del-la bacheca di Salvini) e “Neglianni 70-80 il nostro era unPaese così tranquillo!”, al cheil buon Sansonetti gli fa timi-damente notare che in queglianni c’era qualche strage ditroppo. Apriti cielo. Il pacificopensionato spara – metafori-

camente parlando – u-na raffica di “Non di-ca cazzate!”,“Lei di-ce solo un mucchiodi cazzate!”, “L einon merita rispet-

to! ”, “Porca puttanae va !” , “Stia zitto!” ,

“Non rompa le balle”, che sequella notte dalla finestra a-vesse detto anche la metà delleparolacce rivolte a Sansonettial ladro, anziché sparargli,quello avrebbe cominciato acorrere e si sarebbe fermato alconfine con la Svizzera.

E poi: “Io sarò assolto e leinon ha capito una mazza!”,“Che cazzo ne sa se io l’ho col-pito al cuore!”e poi “Ma qualeeccesso di legittima difesa, ladifesa è legittima sempre!”,che magari verrebbe da chie-dergli come mai, se era tantoconvinto che la difesa fosse le-gittima sempre, abbia rac-contato che il ladro era in casae non in giardino. Fondamen-tale poi l’intervento di Salvini:

“La verità è che se uno inse-gnasse ai figli a lavorare an-ziché a rubare non succede-rebbe nulla”. Parlava di Bossie figli, naturalmente. Fattosta che lo slogan “Ospitali acasa tua” è stato sostituito colpiù attuale “Se entri in casamia (ti sparo)” e il mite vec-chietto ha concluso il collega-mento lasciandoci una cer-tezza: uno con questa gestionedella rabbia non avrebbe do-vuto avere non dico una pisto-la, ma neanche uno zampiro-ne per far fuori le zanzare. Enon è che uno rimpianga i pen-sionati alla Fantozzi col SanBernardo che apre la porta ailadri, ma io che dei ladri ho ilterrore, ho molta paura anchedi un pensionato collerico co-me questo, specie se ha una pi-stola sul comodino. È legitti-ma paura, credo. Ed è quella –la paura – a essere sempre le-gittima, non la difesa. Spiega-telo al Grinta dell’Adda.

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L’I NC H I E STA

Saguto, il cerchio magicoe il tesoro di Cosa Nostra

Il caso Palermo L’indagine dimostra che la gestionedei beni mafiosi è stato un grande affare privato

Il telepistolero d’Adda In tv il pensionato di Vaprio perde il controllo, offende e attaccaIL COMMENTO

MA CHI GLI HA DATO IL PORTO D’ARMI?

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14 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 27 Ottobre 2015

A FG H A N I STA N TERREMOTO CON 238 MORTIIl terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito ieri Af-ghanistan e Pakistan ha ucciso 238 persone, ma il bi-lancio è destinato a salire. Oltre 1000 i feriti. Dodicistudentesse afghane sono morte nella calca durantela fuga dalla loro scuola. Un’organizzazione islamicapachistana ha detto che il terremoto “è un avverti-mento divino” e ha chiesto ai fedeli di “pregare perchiedere perdono dei propri peccati”. La Pre ss e

L I BA N O IL PRINCIPE E LE ANFETAMINEDue tonnellate di anfetamine Captagon sono sta-te sequestrate ieri all’aeroporto di Beirut, all’i n te r -no di un aereo privato e un principe saudita è statofermato assieme a quattro connazionali. Il caricoera diviso in 40 valigie trovate a bordo dell’a e re oda turismo. Il captagon è spesso utilizzato anchedai combattenti che lo utilizzano in prima linea percancellare il senso di fame e la paura.

La Santa anti immigrativotata dai nuovi poveri

POLONIA Szydlo, figlia di un ex minatore, sarà premier. Il partito(Pis) ha intercettato il malcontento di periferie e campagne

Rotta balcanica Dal vertice con la Merkel piano per creare 100 mila posti di accoglienza

Il grande Risiko: bombe russe,diplomazia tedesca e 130 mila in fuga

SI R I A

» CATERINA MINNUCCI

Iraid continuano a prenderedi mira aree dove c’è un’alta

concentrazione di civili.Scuole, ospedali e mercati so-no a rischio”. A denunciare u-na situazione che in Siria èall ’ordine del giorno, unapiattaforma di 47 organizza-zioni non governative attivesoprattutto nei paesi che sop-portano il peso della crisi deirifugiati, come il Libano, laGiordania e la Turchia. Solonelle ultime ore le ong hannoregistrato un esodo di almeno130mila civili per l’aume ntodella frequenza e dell’inten -sità dell’offensiva aerea e diterra in corso da parte dellaRussia, dell’Iran e delle forzegovernative siriane nelle re-gioni centro-settentrionali di

Hama, Idlib e Aleppo. La Bbc,nel tracciare un bilancio diquattro anni e mezzo di guer-ra civile ha parlato “di uno deipiù grandi esodi di rifugiatinella storia recente” e di co-me i quattro milioni di profu-ghi scappati dalla Siria dall’i-

nizio del conflitto, abbianocreato “una coda intermina-bi le” sulle rotte migratoriecon un flusso medio di 200mila persone al mese che con-tinuano a fuggire verso l’Eu -ropa dai conflitti in corso. Nelgrande risiko siriano, con la

L ontanodalla guerraProfughi siria-ni in Macedo-nia Re u te rs

Russia e l’Iran che sostengo-no Assad, mentre Usa e statidel Golfo armano i ribelli,proprio l’Europa sta giocan-do una partita decisiva per ilfuturo dell’Unione: la ricercad i u n a c c o r d o c o n c r e t os ul l ’accoglienza dei migran-ti, che in questi mesi ha gene-rato uno scontro a viso apertotra i leader degli stati mem-bri.

AL TERMINE d ell’enne simovertice sull’emergenza per lagestione dei migranti lungo larotta balcanica verso la Ger-mania, il presidente dellaCommissione europea, Jean-Claude Junker ha commenta-

to: “Adesso non ci resta chemettere in pratica questo ac-cordo”. Il nuovo piano preve-de 17 punti per cercare di mi-gliorare la cooperazione fragli Stati nella gestione dellefrontiere e di aumentare il so-stegno umanitario ai richie-denti asilo; dovrebbero esserecreati 100 mila nuovi posti diaccoglienza per i profughi, dicui 30 mila in Grecia entro lafine dell’anno più altri 20 mi-la, e altri 50 mila lungo la rotta.Un passo fondamentale saràl’attivazione del meccanismodi Protezione civile Ue per of-frire ai migranti cibo, acqua,assistenza sanitaria e siste-mazioni adeguate all’a v v ic i-

narsi dell’inverno. I leaderbalcanici hanno criticato l’ec -cesso di “decisionismo” dellaGermania, mentre gli esclusidal vertice, tra cui l’Italia, nonhanno visto di buon occhio lascelta inedita di riunirsi all’ul -timo minuto. La cancellieratedesca Angela Merkel, che a-veva chiesto la convocazionedella riunione, ha sottolinea-to che sono stati fatti dei passiavanti “n el l’accoglienza aimigranti ma bisogna arrivarea un’equa ripartizione degli o-neri tra gli stati membri senzacompromessi a ribasso”. In-tanto domani la leader dellaCdu, sarà a Pechino per chie-dere al governo cinese di usa-re la sua influenza sulla Rus-sia per facilitare il dialogo sul-la guerra civile in Siria.

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» ROBERTA ZUNINI

Se la cancelliera AngelaMerkel è diventata lamamma dei profughi,Beata Szydlo, a dispet-

to del suo nome, ne sarà la ma-trigna. Anzi, la prossima pre-mier polacca, dopo la schiac-ciante vittoria elettorale delsuo partito, l’euroscettico na-zionalista conservatore PiS(Diritto e Giustizia), di profu-ghi non ne vuole vedere nem-meno uno in patria, perchécome dice il leader del suopartito, Jaroslaw Kaczynski,“causano epidemie” e drena-no soldi dalle casse dello sta-to. “Portiamo Budapest a Var-savia” è stato lo slogan dellasua campagna elettorale, i-spirata dalla crociata ultrana-zionalista e confessionale diViktor Orban, il primo mini-stro ungherese che ha innal-zato muri per arrestare il flus-so migratorio, specialmentequello “islamico”. Peccatoche Orban sia un fan di Putin,nemico giurato del nuovo e-stablishment polacco.

MA IL NUOVO corso intrapre-so dalla Polonia, sia per ragio-ni demografiche sia per il suopeso economico e geopoliti-co, influenzerà le sorti dell’U-nione Europea molto più del-la piccola Ungheria. E non so-lo per quanto riguarda la crisidei profughi. A contenere lescelte della cinquantaduennefiglia di un minatore e mammadi due ragazzi - artefice dellavittoriosa campagna elettora-

le che nel maggio scorso hapermesso ad Andrzej Duda,un collega di partito, di diven-tare presidente della Repub-blica - peraltro non ci sarànemmeno un partito di sini-stra. Santa governerà in per-fetta solitudine visto che nonavrà bisogno di formare unacoalizione grazie alla percen-tuale raggiunta dal suo parti-to. Secondo i suoi detrattori,però sola lo sarà davanti alletelecamere e nei meeting in-ternazionali, ma per quantoriguarda le decisioni politi-

che, dovrà eseguire gli ordinidel suo mentore, il cattolicis-simo e autoritario presidentee cofondatore del partito Ja-roslaw Kaczynski, ex primoministro. Insomma Santa nonsarebbe altro che un burattinonelle mani dell’uomo politicoche, assieme al gemello Lech(diventato Capo dello Stato emorto mentre era ancora incarica in uno strano incidenteaereo in Russia nel 2010) è sta-to ed è ancora protagonistadella vita politica del paese damolti anni. Ma non tutti sonod’accordo sul fatto che la si-gnora sarà solo un burattinonelle mani di Kaczynsky.

La settimana scorsa nell’ul -timo dibattito televisivo pri-ma del voto, l’imperturbabilee laboriosa Santa, finora cono-sciuta esclusivamente in am-bito provinciale, ha mostratole sue doti di leader, straccian-

do la premier di centro sini-stra uscente Ewa Kopacz, ri-masta spiazzata dalla sua lo-gica populista ma ferrea ed e-spressa con toni pacati.

A CONTRIBUIREal suo succes-so all’interno della base delpartito è stato il suo continuosbandierare la propria umileestrazione sociale e il ruolo dimadre impegnata in politicaper il bene delle nuove gene-razioni. Secondo gli sconfitti,se le sue promesse elettoraliverranno mantenute, il bilan-cio pubblico potrebbe arriva-re a perdere una sessantina dimiliardi di euro in pochi anni.Pur non avendo adottato l’eu -ro, la Polonia, essendo mem-bro Ue, così facendo creeràproblemi anche ai conti deipaesi cosiddetti virtuosi comela Germania e quelli scandi-navi. Ma Santa dice che ri-

sponderà come il suo idoloOrban: finanziando le spesedello Stato con nuove tassesulle banche. Scegliere la“pr o vi n c ia l e” Santa Szydlocome nuovo volto del partito èstata un’astuta intuizione diKaczynski, conscio della crisidelle industrie tradizionali edel settore rurale a fronte del-la nascita di nuovi settori di at-tività, come quelli tecnologici.Che hanno creato una societàa due velocità: emarginati del-le campagne e periferie con-tro una classe emergentecomposta dai giovani laureatiche vivono a Varsavia. Unoscontro che ha esacerbato inmolti la nostalgia dei tempi incui lo statalismo imperava, lasovranità dello Stato era indi-scussa, i confini blindati e, so-prattutto, non esisteva l’Unio -ne Europea.

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Mi mandaKac z y n s k iSanta Szydlo eil suo mentore,il capo del par-tito conserva-tore Pis, Jaro-slaw Kaczyn-ski Ansa

LE NOV I TÀ

Senza la sinistraPer la prima volta dallarivoluzione non violenta cheriportò la democrazia nel 1989,avviando la caduta dell'Imperosovietico e del Muro di Berlino,ogni forza di sinistra è rimastafuori dal nuovo Parlamento

Pensioni e riformeLa prima legge che saràabrogata riguarda l’etàpensionabile: dagli attuali 67 a65 anni. Il programma prevedeper la prima volta l’elargizione diassegni familiari di 125 euro perogni secondo figlio e lacancellazione di alcune riforme emisure di austerity introdotte dalgoverno di centro sinistra

Nostalgia canagliaMolti elettori voglionoun ritorno al passato:confini blindati eniente Unione europea

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Martedì 27 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 15

BA N G L A D E S H TAVELLA, QUATTRO ARRESTILa polizia ha arrestato quattro uomini coinvoltinell’omicidio del cooperante Cesare Tavella, ucciso il28 settembre scorso in un agguato per strada a Dac-ca. Tre di loro secondo gli investigatori “sono diret-tamente coinvolti”. Tavella, 51 anni, era stato uccisocon alcuni colpi di pistola nell’area diplomatica diGulshan. Smentita la pista dell’Isis, al contrario diquanto rivelò il sito web americano S i te . Ansa

T U RC H I A SCACCO AL NEMICO DI ERDOGANA sei giorni dalle elezioni politiche, un tribunale diAnkara ha deciso di assegnare a un’amministrazio -ne controllata la gestione della holding Koza Ipek, cuifanno capo diversi media critici verso l'Akp del pre-sidente Erdogan. La decisione, riferita da diversi me-dia locali, giunge a causa dei suoi presunti legamicon la rete del magnate e imam Gulen, ex alleato poidiventato nemico numero uno di Erdogan. Ansa

A RGE N T I NA Altro che Evita, l’e ro i n adi Cambiemos è Maria VidalHa sconfitto il candidato dell’ex presidente Kirchner, sarà governatrice di Buenos Aires

Guatemala Morales parla alla pancia del paese, ma il sospetto è che dietro di lui ci siano i militari

Jimmy, diventare presidente con le barzelletteIL PERSONAGGIO

» CARLO ANTONIO BISCOTTO

Dopo una stagione discandali, corruzione e

arresti i cittadini del Guate-mala hanno eletto presiden-te con una maggioranzaschiacciante (67,4%) l’ex co-mico televisivo Jimmy Mo-rales, conservatore, profon-damente religioso, con allespalle l’ombra inquietantedei militari appoggiati nel2012 con l’ingresso nel Fron-te di sicurezza nazionale.Quei tempi, assicura il neopresidente, sono passati eper convincere gli elettori hausato slogan immediati co-me “Né corrotto né ladro”oppure “Vi ho fatto riderecome comico, non vi faròpiangere da presidente”.

Appreso il risultato vincen-te, Morales ha dichiaratoche si è trattato di “un votocoraggioso, un voto di spe-ranza, un voto che vuolemettere fine alla corruzio-ne”. Le analogie con BeppeGrillo non si limitano alla co-mune profes-sione di prove-nienza. ComeGrillo, Moralesin televisione e ateatro usa spes-so un linguaggiosenza fronzoli ericorre a battutegrossolane tan-to da essere ac-cusato di sessi-smo e omofobia.La comicità suae di suo fratello

Sammy, ricorda più quella diPierino e dei cinepanettoniche quella raffinata e intel-lettuale dei Simpson, maJimmy si giustifica; vuoleparlare alla pancia del Paese.La sua piattaforma politicanon è molto strutturata: un

opuscolo di ap-pena sei paginen e l l e q u a l i s iparla quasi e-s cl us iv am en tedi abbassare letasse e ridurre lecompetenze delg o v e r n o l a-sciando più spa-zio all’iniziativaprivata e al mer-cato. Accanto aquesti due temialcune proposte

stravaganti: dotare gli inse-gnanti di un dispositivo Gpsper ridurre l’assenteismo eregalare uno smartphone adogni bambino guatemalte-co.

LA CANDIDATA s c o nf i t t a ,Sandra Torres, ha una bio-grafia e una personalità agliantipodi rispetto al neo-pre-sidente: laureata, politica dilungo corso, cattolica, apertasui temi etici. Morales è in-vece protestante evangelico,contrario all’aborto, ai ma-trimoni gay e alla legalizza-zione delle droghe, di fami-glia modesta. Ma gli elettorilo hanno premiato: “Si amostanchi delle solite facce edei politici che si arricchi-scono a spese nostre - ha det-

to un suo sostenitore - eragiusto dargli una possibili-tà”, ha dichiarato GilbertoMaldonado, falegname, con-cludendo: “Dicono che nonha esperienza. Va bene, met-tiamolo alla prova”.

Anche Jimmy Morales hai suoi detrattori. L’ex caba-rettista ha dovuto rassicura-re l’elettorato dichiarandoche il suo non è il partito deimilitari e prendendo aperta-mente le distanze dal ruolobrutale svolto dall’e serc itodurante la guerra civile del1960-1996. Ma non ha com-pletamente dissipato il timo-re che con la sua presidenzapossa riaccendersi il conflit-to territoriale con il vicinoBelize.

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Il programma“N o” ad abortoe matrimoni gay,però vuolregalare unos m a r t phonea ogni bambino

Comico Jimmy Morales Re u te rs

» MAURIZIO CHIERICI

Erede di Evita Peron”.In Argentina si dicesempre così quandouna signora scavalca

l’uomo politico importante ediventa governatrice dellaprovincia (regione) di Bue-nos Aires, dove vive metàgente del paese.

Mai tanto diverse. MariaEugenia Vidal, 43 anni, spo-sata, tre figli, è cresciuta nelconservatorismo dell’u ni-versità cattolica. Entra in po-litica dopo la militanza gene-rosa nei comitati antipover-tà. Frequenta le villjais mise-r ia s , favelas argentine. Alletelevisioni che volevano sa-pere come sia riuscita a su-

perare Anibal Fernandez,candidato di Christina Kir-chner, risponde con sempli-cità: “Parlo con la gente. Cor-ro quando chiedono aiuto.Sanno che possono fidarsi”.Ce l’ha fatta anche il marito,Ramiro Tagliaferro, da ieriè sindaco di Moron, 700 milaabitanti nella provincia diBuenos Aires. Sempre conCambiemos di Ma ur ic ioMacri anche se le sue virtùnon ricordano le virtù dellamoglie. Ha rappresentatol’Argentina come osservato-

re nelle elezioni di Venezue-la e Brasile. Se Maria Eugeniaé tutta politica e famiglia, Ta-gliaferro non nasconde lapassione che trascina la suavita: gioco d’azzardo.

LEGGEN DARI E perdite a LasVegas e nei casinò del Mar dePlata. Non solo tappeti verdi,ma spese faraoniche per l’e-quipe che lo accompagna inpolitica: pubblicitari, consi-glieri, copywriter. Tre milio-ni di dollari in 34 anni. Magariescono dalle casseforti deisussidi per studenti: il parla-mento provinciale gliene af-fida la gestione. Con l’aplombdel gentiluomo malinconico,Anibal Fernandez, capo digabinetto della repubblica, fai complimenti alla signorache l’ha messo sotto e attri-buisce la sconfitta alle “infa -mie” di Canale 13. Alla vigiliadelle primarie il giornalistaJorge Lanata lo “mesco la”agli affari del narcotraffico.Trasmissione denunciata al-la Corte Interamericana deidiritti umani “ma chi votanon se ne è accorge”perché ilmonopolio di radio e televi-sioni, giornali di provincia egiornali nazionali “resta nel-le mani del gruppo Clarin, e-ditore di canale 13”.

Tra Clarin e gli alfieri dellaKirchner non è mai corsobuon sangue. Dal tentativodel governo di rompere unmonopolio “che minaccia lademocrazia” alla scoperta dinonne e madri di piazza diMaggio “vicine alla Casa Ro-sada”: rintracciano i figli (or-mai adulti ) di due giovani

sposi spariti nei sotterraneidella dittatura. Bambini a-dottati da Roberto ed Erne -stina Herrera Noble, mari-to e mogl ie proprietar idell’impero Clarin tenero coigoverni in divisa, riverenteverso presidenti alla Menem.Informati sulla fine dei geni-tori naturali, i due ragazziNoble (non più ragazzi), fattidue conti scelgono l’er e d i t àdella madre adottiva.

IL GOVERNOpretende giusti-zia e mal gliene incoglie. Cla-rin bombarda ogni giorno. Ilko di Anibal Fernandez po-trebbe esserne la conferma.Intanto Daniel Scioli, mezzosconfitto, e Macri che perdetre punti ma si considera su-gli allori, armano il gran fina-le. Il 21 per cento dei voti diSergio Massa , il terzo can-didato che è fuori dal ballot-taggio, aprono corteggia-menti che el Tigre (dal muni-cipio dove abita ) si prepara acapitalizzare. Presto per direcome. Comunque vada i ri-sultati di domenica annun-ciano la fine della speranza inAmerica Latina. Falliti gli e-redi di Nestor Kirchner, Lulae Chavez, l’inclusione dei‘senza niente’ che ha risve-gliato Brasile e Venezuela erincuorato i diseredati ar-gentini, diventa un capitolodel passato. Che vinca Scioli oMacri, eredi di un peronismosincopato su tasti diversi,Buenos Aires torna nelle ma-ni della borghesia comprado -ra, alleata con multinazionalie interessi stranieri.

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María Eugenia Vidal, una delle candidate forti del partito di Macri Ansa

INTIFADA DEI COLTELLI Altri tre morti

Telecamere sulla Spianata delle Moscheeisraeliani e musulmani litigano ancora

qL'INTIFADA dei coltelli non si èconclusa. Ieri altri tre morti; un pa-

lestinese di 19 anni che lanciava sassi aHebron, e altri due che hanno subito lastessa sorte portando i loro attacchi; in u-no di questi un soldato è rimasto grave-mente ferito. Il premier israeliano Benya-min Netanyahu sta pensando al-la revoca dello status di residen-te a Gerusalemme Est per alcunipalestinesi. Intanto l’installazio -ne di telecamere di sorveglianzasulla Spianata delle Moschee, u-na delle condizioni dell’a cco rd oraggiunto lo scorso fine settima-na tra Israele e Giordania con lamediazione americana - e chedoveva essere il primo passo per

far rientrare le proteste palestinesi - ha giàcausato tensioni. Il complesso, che ospitala moschea di al-Aqsa e la Cupola dellaRoccia, il terzo luogo sacro per i musulma-ni, è anche venerato dagli ebrei per i templibiblici di Salomone e di Erode. Il custodegiordano del patrimonio musulmano che

gestisce la Spianata, ha fatto sa-pere che una squadra “era al la-voro per installare le telecamerequando la polizia israeliana hainterferito e ha interrotto il lavo-ro ”. A sua volta l’ufficio del primoministro israeliano ha riferitoche “secondo gli ultimi accordi,la posizione delle telecamere a-vrebbe dovuto essere coordina-ta da organismi professionali”.

Ben Neta-nya hu Ansa

B a l lot t a g g io

n ILS U CC E SS O asorpresa delcandidato dice n t ro d e s t raMauricioMacri(C a m b i e m o s) ,costringe alballottaggio ilFronte dellaVi t to r i ara p p re s e n t a toda DanielScioli (erededellap re s i d e n teu s ce n teK i rc h n e r ) ;Scioli haottenuto il36,12%, Macriil 34,97%

n I TITOLIdelle bancheargentine inrialzo a WallStreet in vistadel primoballottaggiodella storiapolitica delPa e s esudamericano

Conser vatriceC re s c i u t anell’u n i ve r s i t àcattolica, si è fattale ossa nelle favelas

I vizi del maritoNeo sindaco diMoron, leggendariele sue perdite ai tavoliverdi di Las Vegas

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Martedì 27 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 17

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Te m p o

vante e non vado in si-nagoga, ma ogni sin-gola discussione cheriguardi le tradizio-ni religiose è im-possibile da con-durre in Israeleper via degli or-todossi . Nonsono personedisposte a con-siderare le opi-nioni altrui. Ciòdetto è in ArabiaSaudita che i ra-gazzi vengono con-dannati a morte soloper aver espresso il lo-ro dissenso politico,certo non in Israeleche è il paese più civiliz-zato di quella parte dimondo. In Israele c’è undibattito democraticofervente e le donne hanno su-bito ottenuto un forte ricono-scimento politico, come di-mostra la luminosa carrieradi Golda Meir, che fu pre-mier. Posso solo augurarmiche i paesi del Medioriente infuturo possano assomigliaredi più a Israele.

Ma crede ancora che la no-stra società possa cambia-r e?

Abbiamo già fatto passi da gi-gante, ma siamo noi donne adover portare avanti il cam-biamento. Continua ad esserela nostra battaglia. Chi credeche quelle lotte iniziate neglianni Settanta siano finite,sbaglia di grosso. Il cambia-mento, per quanto faticoso,non è mai certo. Prendete lademocrazia: i governi equisono una piccola minoranzanel mondo e appena abbassia-mo la guardia, i fascismi sonopronti a tornare. Allo stessomodo, i diritti delle donne so-no sempre in pericolo. I so-prusi possono prendere for-

me diverse.P e r a n n il’hanno de-finita una“ p u t t a n afe l i ce”.

Viviamo in unmondo domi-nato dagli uo-mini e il ma-chismo è con-s i d e r a t o u nvalore. Anco-ra oggi ci sonogiornalisti acaccia esclu-sivamente dispunti mali-

ziosi, desiderosidi sapere soltantoquale sia il segreto

per la scopata “z i-pless”, la scopata per-fetta. Eppure baste-

rebbe leggere i miei libri percapire che Isadora continuaad inseguirla sempre, ma ècome l’unicorno bianco. Nonesiste. Piuttosto mi interessacogliere i nostri paradossi…

Ad esempio?Non ci rendiamo conto di es-sere schiavi di questo mondovirtuale fatto di iPad, pc, e-mail e sms. La virtualità allon-tana i corpi, ci isola, ci rendefreddi. Asciutti. La scienza ciha regalato decenni di vita inpiù rispetto ai nostri bisnon-ni, ma noi che uso ne stiamofacendo? Andiamo a cena conil nostro partner e continuia-mo a tenere lo sguardo fissosullo smartphone. Non lesembra un paradosso?

Ha ancora paura di volare?È la morte a farmi paura. Sia-mo convinti di avere tempoper fare tutto. Ci sembra qua-si un inconveniente, unagrande scocciatura. Ma lamorte accade e fa parte dellavita.

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marito a New York, ma con-tinua a perseverare nelle suebattaglie, consapevole delpotere delle parole in una so-cietà ancora dominata dai va-lori maschili. Dopo nove annidi attesa è finalmente tornatain libreria con “Donna felice-mente sposata cerca uomo fe-licemente sposato”. Ed è pro-prio il suo rapporto con iltempo la chiave di questo li-bro in cui la protagonista, Va-nessa Wonderman, si prendecura della figlia incinta, masoprattutto accudisce i geni-tori malati. Erica Jong non hapiù paura di volare. Oggi i suoitimori sono diversi.

Lei continua a combattereper le libertà femminili. Te-me che le imponenti migra-zioni da Oriente aggrave-ranno il ruolo della donna inO cc i d e n te?

Nel mondo arabo le donne so-no schiave. Non dobbiamoprenderci in giro. Noi dobbia-

mo chiederci seriamente co-sa accadrà nel prossimo futu-ro. Queste migrazioni ver-ranno assimilate dalla nostrasocietà o verremo sopraffat-ti? Dobbiamo tenere alto il li-vello di guardia, ma in realtànessuno ha la minima idea dicosa accadrà. Negli Usa ci so-no moltissime donne che pro-vengono da Iraq, Iran, Libanoe Arabia Saudita e sono dav-vero felici di aver avuto lapossibilità di cambiare vita edessere libere.

Si fanno spesso grandi pro-clami in tal senso. Un piccolopasso quale potrebbe esse-r e?

Il cambiamento è sempre du-ro da mandare giù. Ma baste-rebbe che gli imam dicesseroqualcosa: forse le cose inizie-rebbero a mutare.

Nel libro scrive che la circon-cisione è una pratica da abo-lire. Accadrà?

Non sono una ebrea osser-

Non solo“z iple ss” Jo n ga difesa delledonne privatedella libertàA n s a / La Pre ss e

Duca Bianco, nuovo albumAlla vigilia del 69esimo compleanno,David Bowie festeggia con un nuovoalbum di inediti, “Blackstar ”: primosingolo il prossimo 20 novembre

Cinema, vince “Io che amo...”Il film con Scamarcio e Chiattiprimo per incassi nel weekend coneuro 1.204.453. Seguono “HotelTransylvania 2” e “Suburra”

Venezia conferma BarberaAlberto Barbera sarà direttoredella Mostra del Cinema diVenezia anche per il 2016. Lo hastabilito il Cda della Biennale

Erica Jong La scrittrice di “Paura di volare” è in Italiaper presentare il nuovo libro: “Siamo ancora in pericolo,oggi dobbiamo combattere per i diritti delle arabe”

“I nemici delle donnesono l’Islam estremoe la scopata perfetta”

S» FRANCESCO MUSOLINO

e gli altri paesi del medio o-riente somigliassero a Israeletutto sarebbe più sempliceper le donne”. Erica Jong, 73primavere alle spalle senzaperdere un filo di carisma,non ha mai avuto paura di an-dare controcorrente. Subitodopo il suo intervento allakermesse milanese BookCi-ty, la romanziera statuniten-se è felice di esprimere la pro-pria opinione anche sullequestioni religiose che scuo-tono l’Occidente. Nel 1973 larese celebre il romanzo Pauradi volare (Gabriele Muccino èal lavoro per portarlo sulgrande schermo) vendendo27 milioni di copie e creandogrande scalpore per aver osa-to parlare della liberazionedel desiderio sessuale femmi-nile tramite le avventure delsuo alter ego, Isadora Wing.Oggi vive con il suo quarto

Se gli altriPaesi delm ed i oo r i e n tes o m i gl i a s -sero aIsraele tuttosarebbe piùs e m pl i ceper il generefe m m i n ile

Il libro

l D on n afe l ice me ntesp os at acerca uomofe l ice me ntesp os atoE. JongPagine: 288P rezzo:18,50 eE ditore:B ompiani

P illola

n F I FA ,I N FA N T I N OAL POSTODI PLATINIUfficiale lac a n d i d a t u radel segreta-rio generaledell’Uefa, de-legato a so-stituire il pre-sidente qua-lora il france-se decidessedi ritirare lac a n d i d a t u radopo la so-spensionedi 3 mesi

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18 » SECONDO TEMPO | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 27 Ottobre 2015

I» SILVIA TRUZZI

n tutte le epoche si è gridatoalla decadenza letteraria:dunque il “nostalgismo” è unvizio di vecchia data e gli al-larmi non sono sempre giu-stificati. Dello stato di salutedella narrativa domesticaabbiamo parlato – r i a n n o-dando i fili dell’inchiesta suScrittori e massa di AlbertoAsor Rosa – con GiovanniPacchiano, scrittore e criticoletterario per tantissime te-state, dall’Europeo al Corrie-re della Sera, passando per ilGiornale e il Sole 24 Ore.

Come sta la nostra narrati-v a?

Meno male di quanto si pen-si. Esistono autori bravissi-mi, che chiamo “s o tt o t ra c-cia ” perché semplicementenon arrivano al grande pub-blico. O ci arrivano in misuralimitata, o sembrano a tortosolo fenomeni regionali co-me Francesco Biamonti, an-che se poi lui è diventato re-lativamente famoso. La let-teratura italiana ha una tra-dizione fortemente regiona-le. Nell’Ottocento, dopo l’U-nità, questo frazionamento ècontinuato. Guardiamocos ’ha dato quel secolo:Manzoni, Verga, Nievo. Poiperò ti accorgi che pure allo-ra c’erano autori sottotrac-cia, oggi ignorati anche dalleantologie. Vittorio Imbrianiè un grande narratore, ma èpressoché disertato. Anni fascoprii nell’Illustrazione ita-liana del 1875 un suo roman-zo, L’i mpie trat rice , che nonera mai stato pubblicato: uscìallora con Serra e Riva. Un al-tro narratore di talento è Re-migio Zena, il cui miglior la-voro, La bocca del lupo, è am-bientato a Genova... Voglio

NUOVE MISERIE L’attore: “Mi sento molto vicino al mio personaggio, Thierry, che perde il lavoro ma non la dignità”

Il cinema al posto della politicaLa ricetta di Vincent Lindon» FEDERICO PONTIGGIA

Non sono della stessaclasse sociale, eppu-re, mi sento molto vi-

cino al mio Thierry che perdeil lavoro ma non la dignità. Peril presidente Hollande quellicome Thierry sono gli ‘s d e n-tati’, perché non hanno i soldiper il dentista? Non mi inte-ressa quel che dice Hollande,ma posso dire che i valori u-mani sono indifferenti all’e-strazione sociale”. Parola diVincent Lindon, migliore at-tore a Cannes per La legge delm e rc a t o , diretto dall’a mi c oStephan Brizé, che arriva nel-le nostre sale il 29 ottobre conAcademy Two. Il suo Thierryè un 50enne, disoccupato da20 mesi, che vive con i 500 eu-ro di sussidio: una moglie e unfiglio disabile, momenti disvago sulla pista da ballo, tan-ti colloqui (anche via Skype) einfinite trattative con la ban-ca e per vendere una casettamobile al mare. Un giorno, fi-

to, vogliamo agire?”. Non soloscendere in piazza, ancheguardare un film è un’azionemorale: “Come diceva mio pa-dre, ‘se questo film può cam-biare anche una sola personasul pianeta, allora era neces-sario farlo’. Si può cambiare lagente, ne sono convinto, manon se la costringiamo a guar-dare la merda che passa in tv.Viceversa, se un bambino cre-sce con Antonioni, Visconti,Lubitsch, Renoir e King Vi-dor, poi non sarà più in gradodi vedere merda: è una que-stione di istruzione naziona-le”.

CUI, PARREBBE, non stannocontribuendo i prestigiosiCahiers du Cinéma: “Han noscritto che il cinema di sinistraè morto: perché, esiste un ci-nema di sinistra? No, i Cahiersnon mi tolgono il sonno, delresto, 49 anni fa avevano pro-nosticato nessun futuro da re-gista per Claude Lelouch…”.

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gravi anche rispetto al feno-meno migratorio, un altromercato senza legge morale.Per il precedente Welcome,diretto da Philippe Lioret nel2009, Lindon era stato a Ca-lais, aveva incontrato i mi-granti, sei anni dopo accusa u-na “politica incapace di af-frontare i problemi su un arcotemporale di 30-40 anni: oggil’orizzonte è di 2, 3 o 4 anni, inossequio alle scadenze eletto-rali. Le metafora è quella dellabarca con una falla: un conto ètirarla fuori dall’acqua e por-tarla al rimessaggio per ripa-rarla a regola d’arte, un altrometterci l’ennesima pezza. Lapolitica dell’Unione Europeaè quella della pezza: i migrantinon sono un’emergenza risol-vibile dando vitto e alloggioper un mese, ma persone cheavremo con noi per tutta la vi-ta. Vogliamo rendercene con-

ogni tre mesi non passano unagiornata con e come le perso-ne di cui si dovrebbero far ca-rico?”. Le responsabilità dellapolitica, dice Lindon, sono

nalmente, Thierry trova la-voro, da addetto alla sicurez-za di un supermercato, e in-sieme trova nuovi interroga-tivi etici: “Ci sono milioni diThierry, in Francia come in I-talia. Viviamo una tragediasenza confine: i ricchi sonosempre più ricchi, i poverisempre più poveri. Questofilm ha risvegliato la coscien-za di classe in Francia, è vero,ma solo per sei minuti: se i po-litici hanno bisogno di un filmcosì per ridestarsi, beh, alloranoi non abbiamo bisogno diquesti politici”.

UNA CASTA impermeabile al-la realtà, contro cui Vincentpunta il dito: “Il nostro mini-stro del Lavoro non sa comefunziona un ufficio di colloca-mento, quello dell’Istruzioneche cosa significhi gestire unaclasse con 50 bambini: perché

famiglie non capita spesso,come una volta, che il geni-tore passi il libro che sta leg-gendo ai figli. Inutile sotto-lineare che la tv e Internethanno cambiato comporta-menti e scelte del pubblico.Tutto si brucia subito. Va ri-cordata però anche la scarsaattenzione di giornalisti ecritici a tutto ciò che non siaun caso, o ad autori che nonsiano già molto noti.

Secondo Asor Rosa la criti-ca ha abdicato alla sua fun-zione.

Forse. Ma non è vero che gliarticoli sui giornali non con-tano più: il lettore si fidelizzase il critico dice la verità enon gli consiglia delle bufale.Però non basta: quando eroragazzo, ogni settimanale a-veva una rubrica dedicata ailibri, ben fatta e attendibile. Ele segnalazioni circolavano.Oggi molti periodici hannotagliato o eliminato le rubri-che (spesso francobollinisenza nessuna importanza).Alla maggior parte della cri-tica di oggi manca la capacitàdi entusiasmarsi per un libro.Antonio D’Orrico del Corrie-re è uno dei pochi esempi incontrotendenza. Bisogna di-re che ha ragione Berardi-nelli: sull’ultimo Vita e pen-sieroha scritto che dagli AnniSessanta i critici iniziarono acoltivare specialmente lateoria della letteratura, chepiano piano è arrivata anchenelle scuole. Ecco allora glistudenti di medie e superioricostretti a dividere i brani in“sequenze” e a scovare figu-re retoriche. La forma e la re-torica sono diventate più im-portanti della letteratura.Provocando sbadigli in inte-re generazioni di studenti.

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s o s p i ro s a ) il minimalismo.Ma c’è anche Antonio Fran-chini (Acqua, sudore, ghiac-cio). E ci sono Pietro Grossi,Viola Di Grado, Ignazio Ta-rantino, Paolo Cortesi.

E più noti?Di Paolo Giordano ho ap-prezzato i primi due fulmi-nanti capitoli de La solitudi-ne dei numeri primi. Ma poisembra non tenere il passo. Ilproblema maggiore dei nar-ratori di oggi è proprio la dif-ficoltà di reggere la strutturadel libro. L’ultimo di Missi-roli è un romanzo a metà: hauna parte parigina bellissimae una seconda milanese fiac-

ca. Su Piperno ho dubbi: mipare sovrabbondante e ma-nierista. Meglio come criti-co: è bravissimo. Ammaniti èun autore interessante, ma ilsuo meglio, Io non ho paura,èun romanzo che riletto oggisa di artificio. Leopardi dice-va che i libri bisogna leggerlisempre due volte. Piccolom’interessa poco.

Si pubblica troppo: è d’a c-co rd o?

Una pletora di titoli nuovi o-gni anno, in un mercato cosìristretto come quello italia-no, è uno sproposito. Inoltre,a scuola si legge poco e nelle

prio la mancanza di tradi-zione.

Alessandro Banda (Dolcezzedel rancore) ha dietro le Ope-rette morali del Leopardi; ilprimo Cappelli – quello nonancora noto degli esordi – haChandler per i thriller, comeil magnifico Floppy Disk, e iminimalisti per i racconti dicostume; con Christiane devemorire, Veronica Tomassiniha Cechov; Arturo Cattaneo,in La notte inglese, ha la gran-de narrativa inglese del No-vecento; Santamaura (Il pa-radiso e gli assassini) l’i m-mensa tradizione persiana.Annalucia Lomunno (Rosa

dire che qualche voce di ta-lento, ma sottotraccia, c’èsempre stata. Allora eranopoche, oggi sono di più.

Perché ce ne sono di più?C’è più consapevolezza. Gliautori come Calvino o Pave-se si distinguevano ancheper un loro mondo internod’eccezione, che li designavasubito come veri maestri; ec-co, anche Biamonti lo è stato.Viveva appartato a San Bia-gio della Cima, ha scrittoquattro romanzi – per fortu-na non era scrittore a gettocontinuo – e aveva una tra-dizione alle spalle.

Un'altra obiezione è pro-

S crittorie massaOgni anno u-na marea dinuovi titoli,ma non tuttisono da but-tare Ansa

La leggedel mercatoLindon mi-glior attore aCanne s La Pre ss e

L’I N T E RV I STA GIOVANNI PACCHIANO Secondo il critico abbiamo autoribravissimi che però non riescono a raggiungere il grande pubblico

“In Italia ci sono ottimi narratoriQuelli che nessuno conosce”

Le voci sotto tracciasono molte: Banda,Cattaneo, Tomassini,Santamaura ,Di Grado, Cortesi,Franchini, Tarantino...

P illola

n ROMA PERPA S O L I N IDa stasera inprima nazio-nale al TeatroIndia di Roma(fino a dome-nica) “SonoPa s o l i n i ”,d ra m m a t u r -gia cantatada GiovannaMarini conEnrico Fratta-roli e il CoroFavorito dellaScuola diMusica di Te-staccio. Los p e t t a co l oapre “Il Tea-tro di Romaper PPP”: 7s p e t t a co l i ,street art e lamaratona del2 novembreall’A r ge n t i n a

Se i politicihannobisogno diun film cosìperridestarsi ,allora noinonabb i a m obisogno diquestip ol i t i c i

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Martedì 27 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 19

Sp or t

QUESTIONE DI FORMA Un tempo si chiamava “contropiede”, oggi “ripartenza”Ma il gesto dell’ivoriano ci riporta al calcio che si giocava negli oratori o nelle strade

Gervinho come Rossella:palla al piede e via col vento

B I S O GNA SA PE R PE R DE R E

Il professor Rossifinisce nella sagadi Don Camillo» MALCOM PAGANI

P osizioni dialettiche sul campo:“Valentino è un eroe italiano, Mar-quez un cornuto, la Spagna un pae-

se di merda”,“Valentino ha sbagliato, DeCoubertin è morto e anche lo sport non sisente tanto bene”,“Valentino ha ragione,ma mi hanno detto che non ha pagato letasse e quindi ha torto a prescindere”.Tra slogan ed enfasi, confusione e dema-gogia, deliri e trattati di psicologia con ildottor Rossi siamo già dalle parti di Pep-pone e Don Camillo. Sulla mattana di unistante che ha – quasi – mandato a put-tane un’impresa straordinaria, si affac-ciano teorie cospirative, nuovi video, e-lucubrazioni pensose e dettagli ‘esclusi-vi ’ che fanno impallidire la narrazionedel Jfk di Oliver Stone e trasformano inparodia persino la dietrologia del fintoallunaggio a stelle e strisce raccontatonel lontano Capricorn One.

IN ATTESA DI CAPIRE se a Valencia, ultimatappa del Mondiale, gli ultimi saranno iprimi, alla sempreverde galleria legataall’improvviso sbrocco del fuoriclasse èstata data una rapida spolverata. DiegoMaradona, Roberto Mancini, AntonioCassano, Mario Balotelli, Daniele DeRossi, Jimmy Connors, Henri Leconte,Zinedine Zidane, Mike Tyson, Mauro I-cardi, Terry Butcher, Seba Rossi e tanti,tantissimi altri. Memorie più o meno re-centi di ditate negli occhi, palle strizzate,sgambetti, morsi, testate al costato, pe-tardi rilanciati ai tifosi intemperanti e in-sulti agli arbitri. Mentre l’amarcord fa ilsuo corso, i rispettivi eserciti rinserranole righe e preparano i soldati. In Spagnagridano al crollo del mito, in Italia il Conisi schiera con Rossi: “È caduto nella pro-vo caz ion e”. Tintinnar di sciabole, peti-zioni a favore del romagnolo, richieste diritiro di onorificenze cittadine, puracommedia dentro a un quadro in evolu-zione che dopo una stagione così brillan-te, per Rossi avrebbe dovuto avere soltan-to la cornice del trionfo. Si vedrà, ma finoalla bandiera a scacchi, nell’attesa di pro-clamare il vincitore, non si parlerà d’al -tro.

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» ROBERTO BECCANTINI

Ci sono momentic h e s e m b r a n ofinti, tanto sonoveri. Penso al goldi Gervinho, al

Franchi, con tutta la Fioren-tina che bivaccava alle pen-dici del fortino romanista. Insintesi: la ferocia di De Rossiartiglia l’ennesima preda,palla a Florenzi, da Florenzi aGervinho. Non uno sbirroche lo tenesse d’occhio. Il piùvicino, nostalgia Roncaglia,era comunque lontano. E co-sì, via col vento. Dalla metàcampo della Roma alla portadella Fiorentina. Fuga per lavittoria.

QUELLE AZIONI LÌ, oggi, sichiamano ripartenze. Quan-do ero ragazzo, si chiamava-no contropiede. È stato il sac-chismo a rivoltare il lessico,mescolando esigenze e appa-renze, vezzi e mezzi. Non sose ci avete fatto caso, ma nes-suno dice più “sinistro”, “si -nistra”. E non solo a Media-set. Anche a Sky. Tutto è“mancino”,“mancina”: e soloogni tanto, Mancini. Il calcioè un romanzo popolare che ciostiniamo a decorare, qua elà, con vocaboli parascienti-fici. “Attaccare lo spazio”droga l’idea: smarcarsi eratroppo banale, troppo volga-re. È tutto un “abbassarsi” e“a lz a r si ”, con tanti saluti, epersonali rimpianti, agli umi-li “ar re tr ar e” e “av an za re ”.Nel 2017 “intensità” compiràtrent’anni. Nacque a Fusi-gnano e crebbe a Milanello,allattata dalle generose

mammelle del nuovo cate-chismo. Da quei giorni, e daquelle lavagne, ha sedottofolle e creato folli.

Ecco perché il deserto cheGervinho aveva attraversatocon la solitudine e la foga del-la punta raminga e golosa,quasi abbandonata, ha avvi-cinato il calcio del businesspiù efferato al calcio che sigiocava negli oratori o nellestrade, là dove, sostieneCruijff, i ragazzi imparavanoa cadere e, per come cadeva-no, sceglievano cosa diventa-re, se dei commedianti o degliartisti. Persino il parroco piùtimorato di Dio avrebbe cen-surato la libertà concessaall’anima di Gervinho. Unavolta, se non altro, le difeseviolate potevano aggrapparsialle attenuanti dei demonitentatori: fregati, sì, ma daJair su parabola di Suarez oda Boniek su filtrante di Pla-

tini. Non domenica, non a Fi-renze.

Il Napoli di Sarri magari èpiù bello, più tornito, ma a-desso che guarda tutti dall’al -to la Roma potrà lavorare su-gli eccessi, sui difetti. Provane sia il gol-lampo di Salah,splendido per concezione edesecuzione, come se il mezzosuicidio di Leverkusen, conq u el l ’impatto così molle equel finale così stolto, avessesuggerito a Garcia un decollomeno remissivo. Dopodiché,giù la saracinesca e al diavoloil possesso palla.

In dodici partite, Cham-pions inclusa, la Roma ha su-bìto sempre gol tranne che aFrosinone. L’attacco, in com-penso, è il più prolifico deltorneo. Era da scudetto ad a-gosto, figuriamoci a fine otto-bre, con la Juventus in ripre-sa ma ancora distante.

Gervinho, in estate, era de-

stinato al miglior offerente.Salah, girato dal Chelsea allaFiorentina, flirtava con l’In -ter. Questo è arrivato, quello èrimasto. Quattro vittorieconsecutive addobbano leambizioni societarie, nonmeno dei cinque gol firmatidall’egiziano e dei quattro si-glati dall’ivoriano (e da Pja-nic).

ATTENTI alla classifica: Roma20, Napoli, Fiorentina Inter eLazio 18 (Milan 13, Juventus12). È proprio un altro cam-pionato, con il centro-sud algoverno e la sola Inter a reg-gere, per ora, il gonfalonenordista. La Lazio ha bucatoil Toro con i chiodi di FelipeAnderson. Il Napoli è passatodi forza oltre l’organizzatis -simo Chievo: Higuain, natu-ralmente. Pali, gol, pressing,braccia: sempre, e sempre dipiù. Straripante lo smalto a-tletico del gruppo. Funzionaanche la fase difensiva, noc-ciolo della sfida che Mazzarrie Benitez avevano lanciato eperso con la Juventus di Con-te e Allegri.

Le squadre scese dalla gio-stra europea hanno vinto tut-te, meno la Fiorentina. Segnoche, questa volta, il famigera-to turnover ha funzionato. Dastasera a giovedì si torna incampo. Apre l’Inter, a Bolo-gna. La Roma ospita l’Udine -se, la Lazio è di scena a Ber-gamo e la Fiorentina a Vero-na, il Napoli riceve il Paler-mo. Toccherà al Chievo fissa-re i confini del Milan, e al Sas-suolo dosare i progressi diMadama. Lotta continua.

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Benvenu -ti al sudÈ un altrocampiona -to, conil centro-sud al go-verno e lasola Intera reggere,per ora, ilgonfalonenordista

Fuga per lavittoria Il goldi Gervinhodome n icaal FranchiLa Pre ss e

DA Z E ROA DI E C I Sugli spalti di Firenze i fischietti per sfottere Salah: non è bastata la lezione della parrucca di Conte

Tafazzisti in viola e geni del maleSi salva solo il giudizio su Dybala» PAOLO ZILIANI

TIFO VIOLA.E se il popo-lo fiorentino lasciasseperdere la goliardia?

Tre anni fa, tutti al Franchicon la parrucca in testa persfottere Conte: risultato, Fio-rentina-Juventus 0-5. Dome-nica tutti allo stadio col fi-schietto in bocca per sbeffeg-giare Salah: risultato, pron-ti-via, gran gol dell’egiziano eFiorentina ko.

Voto 0 TA FA Z Z I ST I

MO URIN HO. Per l’all enat oreche profetizzava stagioni da“zero tituli”dando del vecchioa Caio (Ranieri) e dell’incapa -ce a Sempronio (Wenger), 5sconfitte in 10 partite non sonoil massimo. I tempi cambiano:anche per gli Special One.

Voto 2- BANAL ONE

RO N C AG L I A . Se è vero che toc-cava a lui non perdere di vistaGervinho nelle ripartenze del-la Roma, allora non ci sono

dubbi: vista l’azione del goldello 0-2, per il buon Facundourge visita oculistica.

Voto 2 ORBO

M I H A J LOV I C . Visto che DiegoLopez, per un anno e mezzo, èl’uomo che ha evitato con lesue prodezze che la farsa-Mi-lan degenerasse in tragedia, tiaspetti che il Donnarummache Sinisa gli preferisce debut-ti in A stile Buffon in Par-ma-Milan 0-0 (1995). Invece ilgol che il ragazzino prende daBerardi è da asilo del calcio.

Voto 3- SCHIAPPA SCOUT

O R SATO. Che sia il miglior ficodel bigoncio degli arbitri di ca-sa nostra non si discute; macacciare Salah, che lo ha man-dato a quel paese con semplicegesto della mano, strepitando:“Vaffanculo a me non lo dice”,

è da donnicciola isterica. Pic-coli Farina crescono.

Voto 4-CURA DEL SONNO

GALLIANI. Il Milan in estate a-veva azzeccato una sola mos-sa, l’acquisto dei due bomberBacca e Luiz Adriano: dotati,

complementari, scatenati.Che fare quindi? Per rovinaretutto, niente di meglio del ri-torno all’ovile di Balotelli:l’uomo che con la sua sola pre-senza riuscì a liquefare, a ini-zio 2013, il talento del rampan-te El Shaarawy. Pe rsev era reautem diabolicum.

Voto 4 GENIO DEL MALE

I CA R D I. A dispetto dell’e tà ,all’Inter è già arrivato a indos-sare la fascia di capitano. Pri-mo esempio – come calciatore– di capitano non giocatore:nel senso che capitano lo si ar-guisce per via della fascia, nongiocatore per via di come sta incampo. Non solo Kondogbia.

Voto 5 PA R ACA R RO

PO GBA. Che la scelta di farsidare il 10 che fu di Sivori, Pla-tini, Baggio e Del Piero non

fosse un’ideona lo si era capitosubito. Ora c’è arrivato anchelui: e al 10, sulla maglia, ha pen-sato bene di aggiungere un +5.Risultato: anche col 10 + 5, cal-ciare i rigori come li calciavanoSivori, Platini, Baggio e DelPiero non è così scontato.

Voto 6 di stima CO N F U SO

SA R R I . Non dite a Maradonache da quando disse: “Sarrinon è l’allenatore giusto”, ilNapoli è diventato una via dimezzo tra l’Ajax di Cruijff e ilBarcellona di Messi.

Voto 9 GENIO DELLAL A M PA DA

DY BA LA. Vedere Allegri rac-contare in tv che “Dybala sof-fre il contatto con l’uomo e vainserito con giudizio”, dopoche il ragazzo ha fatto il bello eil cattivo tempo fottendosenebellamente del contatto conl’uomo, è stato divertente. Unbel tacer non fu mai scritto.

Voto 10 R I V I N C I TA© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ritorno diBalo M a r ioBalotelli sedu-to in tribunaaccanto a Ber-lusconi Ansa

Improvvi -do Mara -dona dis-se: “Sarrinon èl’allenato -re giusto”.Ora il Na-poli è unavia di mez-zo tra Ajaxe Barcello-na

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20 » ULTIMA PAGINA | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 27 Ottobre 2015

Dalla Prima

» MARCO TRAVAGLIO

Se le recenti scoperte dellacommissione Chilcot fos-

sero già state note 12 anni fa,anche la malafede di Blair sa-rebbe stata accertata e il suogoverno se ne sarebbe dovutoandare anzitempo al postodei vertici della Bbc.

Ora però che Blair chiedescusa, va forse ricordato che

non c’erano soltan-to lui e Bush a so-

stenere la bufaladelle armi di di-s t r u z i o n e d i

massa. C’era an-che il nostro go-

verno, guidato da B.,con gran codazzo di stampaguerrafondaia. Ma natural-mente né B. né i suoi alleati(oggi sparsi tra Forza Italia,Lega Nord, Ncd, Udc, Api, F-dI e affini) né tantomeno lepenne bombardiere hannomai ammesso di aver raccon-tato un sacco di balle agli ita-liani, mandando migliaia disoldati a morire e a ucciderein nome di quella menzogna.E di tante altre, tipo l’alleanzafra Saddam e Osama bin La-den (i due non si erano mai vi-sti, si odiavano e si erano con-dannati a morte reciproca-mente) o l’esportazione dellademocrazia (con i risultati atutti noti). Rammentiamo, aimperitura memoria, i titolidel Giornale allora diretto daMaurizio Belpietro, che ve-deva distintamente dalla suafinestra in via Negri a Milano,munito si suppone di cannoc-chiali e binocoli satellitari adaltissima precisione, i terri-bili ordigni di Saddam chequelle schiappe cecate degliispettori Onu non riuscivanoa individuare sotto il loro na-so. “Gli iracheni pronti a usa-r e l e a r m i c h i m i c h e ”(23.3.2003), “Così Saddam haingannato gli ispettori. A Ba-ghdad una struttura specia-lizzata nell’occultare armi eprove. L’Onu sapeva, ma hataciuto” (29.3.2003). “Antra-ce, botulino, agenti nervini evescicanti: Saddam ha nasco-sto il suo arsenale in case,scuole, moschee, pronto a u-tilizzarlo con bombe, aerei emissili. Dispone di 100-5600tonnellate di Sarin e Vx e 25mila litri di carbonchio”, “30mila munizioni chimiche emigliaia di litri di nervinoscoperti in una fabbrica di pe-sticidi” (30.3.2003). “Trova-te attrezzature per micidialiarmi chimiche” (2.4.2003).

Analoghe visioni allucino-gene colpivano i cicciobom-ba cannonieri del Foglio, ad-dirittura prima della loroconversione al sanfedismocattolico. Giuliano Ferrara,già agente della Cia, si scagliòcontro l’“aggressione della B-bc al governo Blair” e si feli-citò per l’epurazione di Gilli-gan, “un simil Santoro” licen-ziato “senza nemmeno biso-gno di un discorso di Blair daSofia” perché “la Gran Breta-gna è un paese serio” e lì “nonhanno fatto il girotondo comeda noi per Biagi & Co., comeavviene qui quando le bufalegiornalistiche sono premiatedalla protesta del valorosopopolo televisivo”.

Quando poi un reportagedi Sigfrido Ranucci testimo-niò su Rainews24 che le armichimiche le avevano usate letruppe occidentali per radereal suolo Fallujah e sterminarei suoi abitanti col fosforobianco, il Giornale liquidò loscoop come “una sciocchez-

za”, “una storia di ordinariademagogia e partigianeria fi-loterrorista”: infatti – testua-le – “il fosforo è stato impie-gato per illuminare le posta-zioni nemiche”.

Neppure le prove fotogra-fiche delle torture americanenel carcere di Abu Ghraib, an-che dopo la condanna pro-nunciata da Bush, smosserodi un millimetro i nostri cap-pellani militari: il garantistaFerrara parlò di “episodi cir-coscritti” (almeno 25 prigio-

nieri morti per le sevizie), al-larmatissimo che lo scandalo“ci indebolisca nella guerra”:non per le torture in sé, be-ninteso, ma per “la voracitàmorbosa di dire che la colpa èdell’Occidente, di pubblicareimmagini delle torture deglioccidentali”. Piero Ostellinointimò sul C or r i er e : “Nonchiamiamole torture”, masemplici effetti collateralidella “mancanza di profes-sionalità, di addestramento,di controllo” delle truppe,

giacché “la democrazia rea-le” è “catturare i sospetti diterrorismo, farli parlare, ac-cumulare la maggior quanti-tà di informazioni”: insomma“l’intelligence non è un bal-letto”, si è sempre fatto così,possibilmente avendo cura di“non farsi fotografare se simaltrattano i sospetti di ter-rorismo”.

Poteva mancare il profes-sor Angelo Panebianco? Noche non poteva. Infatti nell’e-state 2006 il noto garantista

liberale sostenne sul Corriereche la lotta al terrorismo nonè roba da signorine ed è ora dipiantarla con “l’apologia del-la legalità” e con l’idea mal-sana che “i diritti umani e lostato di diritto debbano sem-pre avere la precedenza sututto”. Si legalizzi dunque la“zona grigia a cavallo tra le-galità e illegalità, ove gli ope-ratori della sicurezza possa-no agire per sventare le mi-nacce più gravi”: un “nuovocompromesso tra stato di di-

ritto e sicurezza nazionale”per consentire una modicaquantità di tortura.

Ora Blair e Bush ci hannoalmeno fatto la grazia di le-varsi dalle palle otto e setteanni fa, e il primo s’è pure scu-sato. Invece le nostre Stur-mtruppen non solo non siscusano, ma sono sempre aiposti di combattimento, dalParlamento e alle migliori e-dicole, pronte a invadere laLibia, la Siria e di nuovo l’Iraqa bordo di Giuliano Ferrara.