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Sabato 18 gennaio 2014 – Anno 6 – n° 17 1,30 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Il Renzuschellum di Marco Travaglio B : “Ehilà Matteo, ma lo sai che è proprio bella ’sta sede del Pd? Niente bandiere rosse, sta- tue di Stalin, felci e mastello. O le hai nascoste perché venivo io? A me mi hanno eretto un mau- soleo portasfiga a piazza in Lucina, tant’è che ho detto: ‘Grazie ragazzi, ma a me di mausoleo mi basta quello di Arcore e, se permettete, mi gratto: preferisco un altro genere di erezioni, eh eh’”. R: “Capisco, presidente, però dobbiamo parlare del- la nuova legge elettorale. Verdini mi ha detto che lei preferisce la spagnola...”. B: “Di’ la verità, te l’han detto la Marysthelle e la Katiuscia. Cribbio però come girano le voci...”. R: “Dev’esserci un equivoco, io mi riferivo al mo- dello elettorale con i piccoli collegi e il diritto di tri- buna per i partiti minori”. B: “Guarda, io di collegi conosco quelli delle orfane e di tribune quella vip di San Siro. Comunque quel che va bene a Denis va bene a me: è tanto una brava persona, Verdini, anche se un po’ troppo onesto per i miei gusti. L’importante è che si voti e che io arrivi primo. E se arrivo secondo, pace: tanto tu mi richiami lo stesso al governo, no? Pensavo al ministero della Giustizia”. R: “No, guardi che quelli che la volevano al governo sono D’Alema, Napolitano e Letta, e sto cercando di rottamarli”. B: “Allora facciamo un partito unico. Se uniamo Forza Italia e il Pd, chi ci ferma più? Lo chiamiamo ‘Forza Pd’. Io ci metto le tv e i soldi, tu la faccia. Cercavo giusto un giovane pregiudicato”. R: “Io sono spregiudicato, presidente, non pregiudicato”. B: “Ah già, hai solo 38 anni. Io ce ne ho messi 77 per arrivare alla prima condanna. Ne hai di tempo, ragazzo. Allora la fai ‘sta fusione? Insieme saremo una patonza... cioè potenza: abbiamo lo stesso programma, alcuni dei tuoi li stipendio io da una vita, vi pubblico i libri con la Mondadori, siete sempre sulle mie tv. Appena annun- ciamo Forza Pd, ti si ricompatta il partito: son vent’anni che i dalemiani non vedono l’ora di confluire in me”. R: “Non annunciamo un bel niente. Sto ancora pa- gando la cazzata di quella visita ad Arcore, che lei fece gentilmente sapere alla stampa, e io lì a inven- tare scuse improbabili”. B: “Mi scordo sempre che i tuoi elettori sono co- munisti. Allora vieni solo tu, anzi porta pure la Bo- schi, e li fottiamo tutti”. R: “No grazie, ho già dato. Provi con Letta, semmai”. B: “Ma l’hai visto, ce l’hai presente? Pare Tutankha- mon. Ha l’appeal di un lavabo”. R: “Ma io dicevo Enrico, non Gianni”. B: “Anch’io... Dai su, fai un’opera buona, lo vedi co- me sono ridotto. Pur di levarmi dai piedi la San- tanchè, ho fatto i provini alla Marina, ma parla come Paperino. Se Dudù non mi fermava in tempo, stavo promuovendo coordinatore unico quel bietolone del Toti, che pare Ciccio di Nonna Papera. Ora mi tocca portarlo alla clinica ‘Sette chili in sette giorni’. Sono momenti difficili”. R: “Presidente, le ricordo che siamo qui per chiudere sulla legge elettorale”. B: “E che palle. Dai, dimmi la verità: è poi così im- portante? Ne abbiamo cambiate tre in vent’anni e ho sempre fatto quello che volevo io”. R: “Una legge bisogna farla, o si vota col sistema della Corte”. B: “Già, la Corte prostituzionale: mai che si faccia i cazzi suoi”. R: “Costituzionale, presidente: si chiama Corte co- stituzionale”. B: “Pardon, è che la lingua batte dove il dente duole. Allora, vuoi la spagnola? E facciamola. Tanto io non posso candidarmi”. R: “Napolitano non vuole che tagliamo fuori Alfano”. B: “Mah, de gustibus. Da quando ho rimpiazzato An- gelino con Dudù, io mi trovo benissimo: ultima- mente non riportava più l’osso indietro. Allora sia- mo intesi: modello francese corretto all’inglese con sbarramento alla tedesca, ok?”. R: “Eh no, questo si chiama barare. Lei cambia le carte in tavola: si era detto spagnolo”. B: “Ah già, tu sei giovane e ancora non mi conosci: quando dico una cosa, io intendo il contrario. Anzi, ora esco e dichiaro che mi hai chiesto di entrare in Forza Italia. Vedo che Max, Uolter, Pierlu e il nipote di Gianni non ti hanno spiegato niente. Su con la vita, Matteo: Franza o Spagna purché se magna” . Dopo lo scandalo intercettazioni, Obama annuncia la riforma della Nsa. Poi spiega: “Continueremo a spiare i governi di tutto il mondo”. Grande fratello per sempre OGGI RENZI E BERLUSCONI POSSONO FAR CADERE IL GOVERNO U di Nicola Gratteri CARCERI, QUEL FAVORE AI MAFIOSI SCANDALO DERIVATI Monte dei Paschi un anno dopo: così Bankitalia la fa franca De Girolamo dalla Gruber: “Sono una ragazza ingenua in un mon- do di lupi”. Boccia deve averlo conquistato con le barzellette LA CATTIVERIA NOBEL MANCATO “Legge elettorale, se chiudi l’accordo con il Cavaliere salta tutto”: la minaccia di Letta sostenuta dalla sinistra Pd, da Alfano e dai centristi. Ma il segretario bastona tutti, dai partitini al premier: “Enrico stai sereno”. Nel pomeriggio l’incontro con B. al Nazareno » “BATMAN” FOREVER » 170 milioni Vitalizi, altro che tagli: l’abbuffata continua Regione per Regione » NON SOLO GIOIA TAURO » Un mare di rifiuti Pattumiera Calabria: dopo i gas siriani ecco la mega discarica Pugnali, violenza e l’abbaglio di Videla L’altro J. L. Borges A un centinaio di chilometri dal porto in cui transiterà l’a rs e n a l e di Damasco si scava il secondo sito più grande d’Europa. Una bomba ecologica che minaccia la vita di 100 mila persone e attira gli interessi della mafia Fierro e Musolino » pag. 7 L’affare Franco Fiorito nel Lazio non ha cambiato nulla: nonostante le promesse di risparmio ogni anno continuiamo a spendere una montagna di soldi per gli ex consiglieri In Abruzzo, Calabria e Sicilia “pensione” intatta Paolin » pag. 6 L’Isola ecologica di Battaglina di Carlo Antonio Biscotto D i tanto in tanto critici let- terari o giornalisti si dilet- tano a elencare i grandi dimen- ticati dal Nobel. Immancabil- mente Jorge Luis Borges figura al primo posto di questa parti- colare classifica. » pag . 14 De Carolis, Marra e Tecce » pag. 2 - 3 Autodifesa del ministro in una Camera deserta: si descrive come vittima e tira in ballo il bebè. Ma si scoprono nuovi particolari: la partita della derattizzazione e l’ex fidanzato socio delle sorelle » pag. 4 - 5 SCANDALO ASL De Girolamo, nelle registrazioni c’è anche l’appalto anti-topi LaPresse U di Marco Politi ERRORE ETICO NON SI PARLA CON UN PREGIUDICATO S i può fare una riunione del consiglio scolastico con il professore pedofilo per discu- tere di programmi educativi? Non si può. » pag. 18 Lillo » pag. 10 IL DOSSIER “Amianto fuorilegge sugli elicotteri della Finanza” Feltri e Pacelli » pag. 9 » pag. 18 y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!z!#!#!{

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Sabato 18 gennaio 2 01 4 – Anno 6 – n° 17 € 1,30 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Il Renzuschellumdi Marco Travaglio

B: “Ehilà Matteo, ma lo sai che è proprio bella’sta sede del Pd? Niente bandiere rosse, sta-

tue di Stalin, felci e mastello. O le hai nascosteperché venivo io? A me mi hanno eretto un mau-soleo portasfiga a piazza in Lucina, tant’è che hodetto: ‘Grazie ragazzi, ma a me di mausoleo mibasta quello di Arcore e, se permettete, mi gratto:preferisco un altro genere di erezioni, eh eh’”.R: “Capisco, presidente, però dobbiamo parlare del-la nuova legge elettorale. Verdini mi ha detto che leipreferisce la spagnola...”.B: “Di’ la verità, te l’han detto la Marysthelle e laKatiuscia. Cribbio però come girano le voci...”.R: “Dev’esserci un equivoco, io mi riferivo al mo-dello elettorale con i piccoli collegi e il diritto di tri-buna per i partiti minori”.B: “Guarda, io di collegi conosco quelli delle orfane e ditribune quella vip di San Siro. Comunque quel che vabene a Denis va bene a me: è tanto una brava persona,Verdini, anche se un po’ troppo onesto per i miei gusti.L’importante è che si voti e che io arrivi primo. E searrivo secondo, pace: tanto tu mi richiami lo stesso algoverno, no? Pensavo al ministero della Giustizia”.R: “No, guardi che quelli che la volevano al governosono D’Alema, Napolitano e Letta, e sto cercando dirottamarli”.B: “Allora facciamo un partito unico. Se uniamoForza Italia e il Pd, chi ci ferma più? Lo chiamiamo‘Forza Pd’. Io ci metto le tv e i soldi, tu la faccia.Cercavo giusto un giovane pregiudicato”.R: “Io sono spregiudicato, presidente, non pregiudicato”.B: “Ah già, hai solo 38 anni. Io ce ne ho messi 77 perarrivare alla prima condanna. Ne hai di tempo, ragazzo.Allora la fai ‘sta fusione? Insieme saremo una patonza...cioè potenza: abbiamo lo stesso programma, alcuni deituoi li stipendio io da una vita, vi pubblico i libri con laMondadori, siete sempre sulle mie tv. Appena annun-ciamo Forza Pd, ti si ricompatta il partito: son vent’anniche i dalemiani non vedono l’ora di confluire in me”.R: “Non annunciamo un bel niente. Sto ancora pa-gando la cazzata di quella visita ad Arcore, che leifece gentilmente sapere alla stampa, e io lì a inven-tare scuse improbabili”.B: “Mi scordo sempre che i tuoi elettori sono co-munisti. Allora vieni solo tu, anzi porta pure la Bo-schi, e li fottiamo tutti”.R: “No grazie, ho già dato. Provi con Letta, semmai”.B: “Ma l’hai visto, ce l’hai presente? Pare Tutankha-mon. Ha l’appeal di un lavabo”.R: “Ma io dicevo Enrico, non Gianni”.B: “Anch’io... Dai su, fai un’opera buona, lo vedi co-me sono ridotto. Pur di levarmi dai piedi la San-tanchè, ho fatto i provini alla Marina, ma parla comePaperino. Se Dudù non mi fermava in tempo, stavopromuovendo coordinatore unico quel bietolonedel Toti, che pare Ciccio di Nonna Papera. Ora mitocca portarlo alla clinica ‘Sette chili in sette giorni’.Sono momenti difficili”.R: “Presidente, le ricordo che siamo qui per chiuderesulla legge elettorale”.B: “E che palle. Dai, dimmi la verità: è poi così im-portante? Ne abbiamo cambiate tre in vent’anni e hosempre fatto quello che volevo io”.R: “Una legge bisogna farla, o si vota col sistema della Corte”.B: “Già, la Corte prostituzionale: mai che si faccia icazzi suoi”.R: “Costituzionale, presidente: si chiama Corte co-stituzionale”.B: “Pardon, è che la lingua batte dove il dente duole.Allora, vuoi la spagnola? E facciamola. Tanto io nonposso candidarmi”.R: “Napolitano non vuole che tagliamo fuori Alfano”.B: “Mah, de gustibus. Da quando ho rimpiazzato An-gelino con Dudù, io mi trovo benissimo: ultima-mente non riportava più l’osso indietro. Allora sia-mo intesi: modello francese corretto all’inglese consbarramento alla tedesca, ok?”.R: “Eh no, questo si chiama barare. Lei cambia lecarte in tavola: si era detto spagnolo”.B: “Ah già, tu sei giovane e ancora non mi conosci:quando dico una cosa, io intendo il contrario. Anzi,ora esco e dichiaro che mi hai chiesto di entrare inForza Italia. Vedo che Max, Uolter, Pierlu e il nipotedi Gianni non ti hanno spiegato niente. Su con lavita, Matteo: Franza o Spagna purché se magna” .

Dopo lo scandalo intercettazioni, Obamaannuncia la riforma della Nsa. Poi spiega:“Continueremo a spiare i governi di tutto il mondo”.Grande fratelloper sempre

OGGI RENZI E BERLUSCONIPOSSONO FAR CADERE IL GOVERNO

U di Nicola Gratteri

CA R C E R I ,QUEL FAVOREAI MAFIOSI

SCANDALO DERIVATI

Monte dei Paschiun anno dopo:così Bankitaliala fa franca

De Girolamo dalla Gruber: “Sonouna ragazza ingenua in un mon-do di lupi”. Boccia deve averloconquistato con le barzellette

LA CATTIVERIA

NOBEL MANCATO

“Legge elettorale, se chiudi l’accordo con il Cavaliere salta tutto”: la minaccia di Lettasostenuta dalla sinistra Pd, da Alfano e dai centristi. Ma il segretario bastona tutti, daipartitini al premier: “Enrico stai sereno”. Nel pomeriggio l’incontro con B. al Nazareno

» “BATM A N ” FOREVER » 170 milioni

Vitalizi, altroche tagli: l’abbu ffat acontinua Regioneper Regione

» NON SOLO GIOIA TAURO » Un mare di rifiuti

Pattumiera Calabria:dopo i gas sirianiecco la mega discarica

Pugnali, violenzae l’abbaglio di VidelaL’altro J. L. Borges

A un centinaiodi chilometri dal portoin cui transiterà l’a rs e n a l edi Damasco si scavail secondo sito più granded’Europa. Una bombaecologica che minacciala vita di 100 mila personee attira gli interessidella mafia

Fierro e Musolino » pag. 7

L’affare Franco Fioritonel Lazio non hacambiato nulla:nonostante le promessedi risparmio ogni annocontinuiamo a spendereuna montagna di soldiper gli ex consiglieriIn Abruzzo, Calabriae Sicilia “pensione”intatta Paolin » pag. 6 L’Isola ecologica di Battaglina

di Carlo Antonio Biscotto

Di tanto in tanto critici let-terari o giornalisti si dilet-

tano a elencare i grandi dimen-ticati dal Nobel. Immancabil-mente Jorge Luis Borges figuraal primo posto di questa parti-colare classifica. » pag . 14

De Carolis, Marra e Tecce » pag. 2 - 3

Autodifesa del ministro in una Cameradeserta: si descrive come vittima e tirain ballo il bebè. Ma si scoprono nuoviparticolari: la partita della derattizzazione el’ex fidanzato socio delle sorelle » pag. 4 - 5

SCANDALO ASL

De Girolamo,nelle registrazionic’è anchel’appaltoanti-topi

La Pre ss e

U di Marco Politi

ERRORE ETICONON SI PARLACON UNP R E G I U D I CATO

Si può fare una riunione delconsiglio scolastico con il

professore pedofilo per discu-tere di programmi educativi?Non si può. » pag. 18

Lillo » pag. 10

IL DOSSIER

“Amiantofuor ileggesugli elicotteridella Finanza”

Feltri e Pacelli » pag. 9

» pag. 18

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2 SABATO 18 GENNAIO 2014 il Fatto Quotidiano

Sicilia, Crocettacontro Faraone: “Sideve dimettere”

IL PRESIDENTE della Regione Si-cilia, Rosario Crocetta, parlando aFocus Economia su Radio 24, ha ri-badito il proprio pensiero sulla vi-cenda dei fondi spesi dai parlamen-tari dell’Ars, e soprattutto su quelliper cui è finito indagato il compo-nente della Segreteria Pd Davide Fa-

raone: “Non credo ci si debba di-mettere in presenza di un sempliceavviso di garanzia. Però se il Pd so-stiene che la Cancellieri senza nep-pure un avviso di garanzia si devedimettere per una telefonata alloraanche Faraone, anche se gli vengo-no contestati delle fesserie, degli

scontrini per delle manifestazionipolitiche, si deve dimettere”.Davide Faraone, deputato nazionaledel Pd e responsabile del Welfarenella segreteria di Matteo Renzi, èindagato nell’ambito dell’inchiestasulle presunte spese irregolari deigruppi parlamentari dell’A ss e m b l e a

regionale siciliana. A Faraone ven-gono contestate spese per3.380,60 euro. Lui si è detto sereno,afferma di avere tutte le ricevute eche le mostrerà quanto prima. Adoggi, però, non le ha ancora mostra-te come promesso nei giorni pas-sati.

di Wanda Marra

Io e Berlusconi ci vedia-mo domani (oggi ndr) al-le 16 al Nazareno. Connoi ci saranno Letta, lo

zio, non Enrico, e Lorenzo Gue-rini”. In diretta dalla Bignardi,Matteo Renzi sgancia la bombae annuncia l’incontro con Ber-lusconi nella sede del Pd. Lagiornata finisce mantenendoquello che aveva promesso all’i-nizio. “Legge elettorale seria, viaSenato e Province, cambiare leRegioni. Mi hanno votato perquesto. Molti cercano di frenarema #iononmollo”. La lineaMatteo Renzi la dà via Twitteralle 9 e 10 di mattina.

LA MINORANZA democratica èpronta a tradirlo, il rapporto conLetta è logorato, gli alfaniani mi-nacciano di far cadere il governose chiude l’accordo sulla rifor-ma del voto con Berlusconi: mail segretario va diritto per la suastrada. E tiene fermo l’obiettivo:arrivare a una legge elettoraleche salvaguardi il bipolarismo.A chi avesse qualche dubbio sueventuali possibilità di cedi-menti dalla Bignardi chiarisceche sarà deluso. I “partitini”?“No al loro potere di ricatto” Ilbersaniano D’Attorre, che gli hadato un aut aut (“L’intesa colCav. è la fine del governo”)?“Non metta i bastoni tra le ruo-te”. Quagliariello che è andato alTg3 a dire che il sindaco nonpuò incontrare B.? “È ministro

perché l’ha scelto lui”. E Letta?“Stia sereno”. Dov’è che riesce?“È bravissimo in politica este-ra”. Renzi alza il tiro perché“dietro di me c’è solo il magoOtelma”. Ma lo dice chiaro etondo: “Se c’è un accordo chiarotra Fi e Pd anche Alfano ci sta”.La strategia, infatti, è quella ditrattare con Berlusconi e portar-si dietro anche il Ncd. Con unmodello preciso, lo spagnolocorretto, che sta elaborando ilpolitologo Roberto D’Alimon -te, il vero tessitore in questa par-tita difficilissima. Si tratterebbe

di un proporzionale con il turnounico, circoscrizioni piccole(con liste bloccate corte), macon una ripartizione dei seggi subase nazionale. E poi, soglia disbarramento non inferiore al5% e premio di maggioranza,che dovrebbe essere al 15-20%per chi supera la soglia del 35%.Un sistema che tra l’altro perRenzi avrebbe il pregio di la-

sciargli la scelta dei parlamenta-ri da inserire in lista. L’altra seranell’incontro ai limiti della rot-tura a Palazzo Chigi l’ha chiaritoal premier e anche ad Alfano(presenti a tratti Delrio, Lupi eFranceschini): lui non molla sulbipolarismo, e in più vuole la ri-forma del Senato, del titolo V,del lavoro. Non si ferma davantia nulla, neanche davanti all’in -gresso di B. al Nazareno. Chel’accordo vuole farlo con risaltomediatico portando a casa unanuova legittimazione. “Io figliodi Berlusconi? Mia madre ha

querelato per molto meno”,stoppa però illazioni e paragoni,il sindaco. Lui “non è uno deitanti”, ma “io non ho paura”.

IL GIOCO è pericoloso. Sia Lupiche Franceschini hanno minac-ciato: “Se fai l’accordo con Ber-lusconi salta il governo”. Cespu-gli armati da Letta, commentaun renziano. In molti nell’en -tourage del segretario pensanoche sia un gioco tattico, che nes-suno abbia davvero l’interesse amollare la poltrona sulla quale èseduto. E Renzi ai ricatti “strut -

turalmente” non cede. Anche seai suoi avrebbe confidato: “Ra -gazzi, gli agguati vengono da ca-sa mia non da fuori”. Ieri i ber-saniani l’hanno confermato:“Lo spagnolo non lo votiamo”.Eche salti tutto adesso o nei pros-simi giorni è possibile. Lunedì indirezione anche se la minoranzasi mette di traverso il segretario èin grado di portare a casa il man-dato a fare ciò che vuole. Però inAula è diverso: i gruppi sonoquelli voluti da Bersani. E la sto-ria insegna che di Berlusconinon ci si può fidare. E poi, dav-vero ad Alfano non convieneandare a votare? Se il centrode-stra si ripresenta insieme ha lesue carte da giocare. In Senatobastano un manipolo di demo-cratici, insieme a qualche peonedi FI e a qualche alfaniano ed ec-co che i numeri per la legge elet-torale non ci sono. Fine del gio-

co. “Non abbiamo la maggio-ranza nei due rami del Parla-mento, per non parlare del fattoche il voto segreto lascia pochechance a una legge non condi-visa”, avverte Francesco Russo,lettiano doc. Ma Renzi è prontoa portare il quadro all’esplosio -ne. Il piano B, quello del voto,non gli dispiace. Votare col pro-porzionale uscito dalla Consultapotrebbe essere un bagno disangue, ma al limite se la gioca. Èpronto pure al Piano C: se Na-politano non vuole sciogliere leCamere potrebbe dargli l’inca -rico a premier. Anche questo èda vedere: le larghe intese persempre prefigurate dalla leggedella Consulta sono quelle che ilColle ha sempre voluto. MaRenzi ancora una volta rischiatutto: “Sto mettendo la mia fac-cia su una cosa che non sonoriusciti a fare quelli di prima”.

Un Caimano al Nazareno“Stop a ricatto partitini”RENZI RIPERCORRE LA STRADA DEI SEGRETARI PD E PROVA A FARE LE RIFORMECON B. E NCD. AZZANNA QUAGLIARIELLO E IL GOVERNO: “ENRICO STIA SERENO”

A L L’AT TAC C OMatteo Renzi incontra

Berlusconi e fa arrabbia-re un pezzo del suo par-

tito e del governo Ansa

BASSE INTESE

L’I N CO N T RO

Oggi alle 16,

il segretario

e il fido Guerini

ve d ra n n o

Gianni Letta

e il condannato

D enis Verdini, l’ex coordinatore Pdl ora ufficialedi collegamento tra Pd renziano e Forza Italia

nella trattativa sulla legge elettorale, rischia il proces-so, insieme al senatore Riccardo Conti (Fi), per la vi-cenda legata alla compravendita di un immobile invia della Stamperia, a Roma. La Procura capitolina hachiuso l’inchiesta, atto che di norma precede la ri-chiesta di rinvio a giudizio. Lo stabile era stato ac-quistato da Conti per 26 milioni di euro e rivendutopoche ore dopo all'Enpap, l’Istituto di previdenza de-gli psicologi, diretto all'epoca da Angelo Arcicasa, per44,5 milioni. I due sono accusati di concorso in truffaaggravata. Verdini, che nella compravendita non haavuto ruoli, deve rispondere di finanziamento ille-cito: avrebbe avuto da Conti circa un milione di europochi giorni dopo l’operazione. Oggi, sul fattoquoti -d i a n o. i t saranno pubblicati i dettagli dell’inchiesta.

VERDINI Il negoziatorerischia il processo

FOTO RICORDO

APRILE 1996, D’ALEMA A MEDIASET“Una risorsa per il paese”. Così rassicurò l’allora segretario del Pdsche di lì a due anni sarebbe divenuto presidente del Consiglio, nella

visita all’azienda di Berlusconi. Ad accoglierlo il Gabibbo ma ancheFedele Confalonieri e l’allora direttore Giorgio Gori, oggi renziano

GIUGNO 1997, LA BICAMERALE E LA CROSTATADa presidente della Bicamerale, D’Alema vede costantemente Berlusconi.In particolare, la sera del 17 giugno a casa Letta (zio) dove con Marini e Fi-

ni, si firma l’accordo sul semipresidenzialismo davanti a una crostata. Il 9giugno 1998 la Bicamerale muore affossata da Berlusconi

NOVEMBRE 2007, ALLA CAMERAIl neosegretario del Pd, Walter Veltroni, stringe la mano a Silvio

Berlusconi prima dell’incontro sulla riforma elettorale in cui con-corderanno sul “modello spagnolo” (lo stesso di oggi). Esattamen-

te 54 giorni dopo, il governo Prodi cade affossato da Mastella

DICEMBRE 2010,MATTEO AD ARCORE

Era solo il sindaco di Firenze, nonlavorava ancora per la leadership

del Pd, ma l’incontro ad Arcore diMatteo Renzi fece scalpore. “Sono

andato a discutere di Firenze, infondo è il presidente del Consi-

glio”. “Un po’ mi somiglia, è fuoridagli schemi” rispose il Cavaliere.

A distanza di tre anni, l’incontro siripete. Ancora fuori dagli schemi

APRILE 2013,A CASA LETTA

La casa di Testaccio di Letta(nipote) ospita l’incontro de-

cisivo tra Bersani e Berlusconiper decidere il presidente della

Repubblca. Il Cavaliere offreuna rosa di tre nomi e il segre-tario del Pd sceglierà quello di

Marini. Impallinato. La se-gretezza, neanche stavolta,

porta fortuna Dlm

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3il Fatto Quotidiano SABATO 18 GENNAIO 2 01 4

di Carlo Tecce

Quando ha saputo di un comunicatocongiunto e accorato di Angelino

Alfano (Ncd), ennesimi Popolari diMauro e Casini e reduci di Monti, cheinvocano un incontro fra i partiti dimaggioranza per la legge elettorale e pa-ventano la crisi di governo, Enrico Lettanon è riuscito a fingere stupore. Se nonconcordata, l’offensiva (simbolica) eraauspicata. Essenziale per recapitare unmessaggio all’ex amico (o forse, maiamico) Matteo Renzi, che ormai “correspedito su binari paralleli: o sarà incon-tro o scontro”, spiegano da Palazzo Chi-gi.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO co -struisce la trappola, già illustrata a Renzi,con un pezzo di Alfano e un pezzo diMauro. E mette su un ghigno che il ca-rattere riflessivo e calcolatorenon lasciava sospettare: “Mat -teo non potrà dirmi perché ‘nonmi hai avvisato…’”. Letta con-sidera letale l’abbraccio con ilCavaliere per l’esecutivo e per ilpartito. Imputa al segretario lariabilitazione di un reietto po-

litico: “Io l’ho scaraventato ai margini, tul’hai rimesso in scena. E lo rendi deci-sivo. Qualcosa dovrai spiegare ai nostrielettori”. Nostri, appunto. Perché Lettacontrolla una piccola e preziosa truppanel Partito democratico e, assistito daAlfano e da Franceschini, prepara la ca-duta al Senato di Renzi se chiede i voticol sistema spagnolo approvato da De-nis Verdini e dal Capo di Arcore: “Cosìvai a sbattere”. Il segretario, però, hapronto il percorso alternativo: se Lettablocca la legge elettorale, un attimo do-po, i democratici escono dal governo.In questo momento di guerriglia pro-fonda e chiassosa, il presidente del Con-siglio, in pubblico, dissimula indifferen-za: ieri nessun contatto ufficiale conRenzi e nessun riferimento a modellispagnoli, unico o doppio turno, fra li-berazione di Marò, armi chimiche aGioia Tauro e una visita a Parma dal-

l’amico Bersani, ancora ricoverato. At-tende con pazienza di Giobbe l’impattodi Renzi col Cavaliere e apprezza la rea-zione di Gianni Cuperlo e compagni: “Ilpatto con Berlusconi fa finire il gover-no”. Certo, neanche Letta s’aspettavache le sensibilità di una minoranza de-mocratica fossero identiche a quelle diAlfano, terrorizzato dal ritorno a palaz-zo Grazioli, in ginocchio per implorareperdono al Caimano tradito. Il presi-dente del Consiglio, che non s’arrende aRenzi, ha la sensazione di giocare con

poche carte e, dunque, poche soluzioni.Il jolly sta al Quirinale, e Palazzo Chigismentisce di aver smarrito la solida sin-tonia con Giorgio Napolitano.

SUL COLLE, Letta rivendica un’esclusi -va, che sembra non possedere più. Oranon ipotizza neanche il rimpasto, unpalliativo che avrebbe la controindica-zione di insospettire Alfano e alleati.Scartata anche l’ipotesi di un nuovo in-carico: l’ultima volta, se non fosse inter-venuto il Cavaliere, sarebbe toccato alsindaco di Firenze. Ancora più vendi-cativo, esclusa la salita al Quirinale permollare Palazzo Chigi, Letta dice che iparlamentari di Renzi hanno diffuso ealimentato le voci sul dentro-fuori deiministri. Sì, lo stesso premier aveva sfio-rato l’argomento, sempre ambiguo fra“cambio di passo e cambio di squadra”,ma adesso il campo è diviso a metà: diqua Enrico e Angelino e di là Matteo e ilCavaliere. Un incubo democratico. Conil desiderio inconfessabile di Letta discappare, a maggio, per una poltrona dirilievo in Europa. Non prima di aver mi-surato la resistenza: la propria, allenatadue anni come sottosegretario di Prodi,e quella sconosciuta di Renzi.

Santanchèraccoglie fondiper Forza Italia

A DANIELA SANTANCHÈ è stato dato un ruolonella nuova compagine di Forza Italia. Nel partitodi Silvio Berlusconi dovrà occuparsi - avvertivaieri una nota da San Lorenzo in Lucina - di “fun-d ra i s i n g ”, vale a dire di raccogliere i soldi persostenere economicamente il movimento poli-tico. Nelle casse del nuovo partito, infatti, ar-riveranno parte dei rimborsi elettorali del Pdl, ma

la macchina (nonostante la cassa integrazioneper una buona parte dei dipendenti qui confluiti,annunciata dal tesoriere Bianconi) avrà bisognodi altra benzina. Per questo Santanchè, già de-putata con An, sottosegretaria con Berlusconi, enuovamente deputata con il Pdl, forte dei propritrascorsi nella raccolta pubblicitaria con Visibilia,dovrà darsi molto da fare.

BARRICATE DEMOCRATICHE“SENZA ALFANO SALTA TUTTO”IL SEGRETARIO HA CONTRO I SUOI. E C’È CHI LO AVVISA: “AL SENATO NON CE LA FAI”

Letta nel bunker aspetta il bottoCO N T RO M O SS E

capogruppo Roberto Speranza,che proponeva “la tripartizionegoverno-gruppi parlamenta-ri-partito”. Un anonimo bersa-niano protesta: “Ha voluto umi-liarci: è la sua idea di partito,quella di chi tiene la prima riu-nione della segreteria nel suocomitato elettorale”. Come rea-gire? “Da giorni i cuperliani ri-petono a Letta di mettere unpunto. ‘Renzi continua ad attac-care il governo? Digli che ti di-metti. Poi vediamo se continua ademolire la maggioranza di cuifa parte il suo partito”.

CESARE DAMIANO, cuperlia -no: “Se Renzi pensa che i 10 mesidi governo siano stati un falli-mento, meglio andare al voto”.Al Fatto spiega: “Se si taglia fuoriNcd dalla trattativa sulla leggeelettorale, è crisi automatica. Equesto provocherebbe due ef-fetti: il crollo degli indicatorieconomici e un voto con la leggecambiata dalla Consulta, concui non potrebbe vincere nessu-no”. E se l’esecutivo reggesse? “Inumeri in Senato non mi sem-brano così scontati”. Breve ri-passo: se Renzi trovasse la qua-dra sull’ispanico con Berlusco-ni, Pd più Forza Italia avrebbero168 voti su 321. Avrebbero, se laspaccatura non fosse già concla-mata. Il senatore lettiano Fran-cesco Russo rinforza il concetto:“Un’intesa senza Ncd è unabomba sotto la sedia governo:non avrebbe i numeri, soprat-tutto in Senato. Anche perchéc’è il voto segreto”. E poi, “Ber -lusconi non è affidabile, per il sìalla riforma chiederebbe qual-cosa in cambio”. Il governatoretoscano Enrico Rossi lascia ilsuo promemoria: “Berlusconiha già infinocchiato due leaderdella sinistra, D’Alema e Veltro-ni: a Renzi ho consigliato di stareattento”. Via telefono, GiuseppeFioroni (popolare, sostenitoredi Cuperlo) soppesa i termini:“Renzi è il mio segretario e lo so-stengo lealmente. Ma gli consi-glio saggezza e prudenza, perevitare il Big bang, la crisi”. Cu-perlo ventila un Letta-bis: “Le ri-flessioni di Gianni sono interes-santi, fanno parte della politica”.In serata, i renziani rispondono.Francesco Nicodemo, respon-sabile Comunicazione Pd, “cin -guetta” così: “D’Attorre minac-cia (paura eh!). Consiglio un ba-gno di umiltà e un po’ di rispettoper i nostri elettori”. Il deputatoAngelo Rughetti: “Qualcuno nelPd spera nel fallimento di Renziper votare a maggio con il pro-porzionale ed eleggere un Par-lamento che lo imbrigli”. Ma lu-nedì quanto sarà calda la dire-zione? “Sarà vivace” pronosticaDamiano. “Spero che non ci siauna spaccatura” prende tempoCuperlo. Renzi non rallenta: “IlPd balla? Non mi sembra. Vo-tiamo sempre. Abbiamo votatoanche l’8 dicembre”.Twitter @lucadecarolis

un partito carnivoro, che nonperdona nessuno”. Ieri mattinail segretario batteva il primo col-po via Twitter: “Legge elettoraleseria, via Senato e Province,cambiare le Regioni. Mi hannovotato per questo. Molti cerca-no di frenare ma io non mollo”.Un messaggio rivolto soprattut-to ai coinquilini di partito. Glistessi a cui, chiudendo la dire-zione di venerdì, Renzi avevaspiegato che decide chi ha vinto.Ossia lui, assieme alla sua mag-gioranza interna: “Non è cheuno tratta col premier e poi con icapigruppo, questa è la sede del-le decisioni”. E buonanotte al

ma spagnolo, quello che vuoleRenzi, non prevede le preferen-ze. Comporta liste bloccate,cioè decise dai segretari.

INSOMMA, la minoranza delPd lotta anche per salvarsi. Vuo-le vendere cara la pelle, nel lu-nedì in cui si voterà la propostadi Renzi sulla legge elettorale.Tappa delicata, a leggere anchela frase attribuita da Panorama aUgo Sposetti: “Matteo deve sta-re attento, mettendosi d’accor -do con Berlusconi rischia di ri-petere gli errori di Veltroni, chedopo l’accordo con lui sulla leg-ge elettorale perse tutto. Il Pd è

di Luca De Carolis

Il segretario che ha stra-vinto tira dritto, perché“ci sono state le prima-rie”. Ma la minoranza

che ha straperso ora lo aspetta alvarco e annuncia battaglia, perla sopravvivenza. Sa che la stra-da verso una nuova legge elet-torale è disseminata di botole, acominciare dall’incontro di og-gi con il signore dei bluff, Ber-lusconi. E che la crisi di gover-no, complice un Letta più chestufo, è a un passo. Micce per-fette, per rendere la direzionePd di lunedì la resa dei conti conMatteo Renzi. Sono pronti alloscontro, i bersaniani-cuperlia-ni. Invocano un cambio di rotta,proprio con Gianni Cuperlo:“Sulla legge elettorale si parta daun’intesa della maggioranza:possiamo portare a casa il dop-pio turno, la proposta del Pd.Ma si può valutare anche unLetta bis, per ripartire”. Minac-ciano la fronda, con AlfredoD’Attorre: “Il sistema spagnolonon lo votiamo, è incostituzio-nale: sarà battaglia politica a vi-so aperto”. Ed è sempre D’At -torre a paventare il rischio mas-simo: “Se Renzi chiude il pattocon Berlusconi che esclude tuttigli altri, il governo finisce do-mani”. Tradotto, bisogna ri-mettersi al tavolo con il NuovoCentro Destra (pro doppio tur-no). Altrimenti sarà crisi (qua-si) certa. O comunque flop inSenato, dove i numeri sonostretti, senza Ncd. E le frondepiù che possibili. Perché il siste-

BASSE INTESE

STRATEGIE CONTRAPPOSTEDopo l’incontro notturno di giovedì

a Palazzo Chigi le posizioni restano distanti:

“Vedendo il Cav. spacchi Pd e governo”

fattoa mano

“IL RIMPASTO NON È UNA COSAcompletamente negativa, ma non sichiami rimpasto. Dopo un anno, una‘performance review’ è molto appropriata”.

Mario Monti all’assemblea di Scelta CivicaMonti reloaded, si ricarica e riesce ancora a stupire.

“LA RIPRESA, IN PARTICOLARE per i consumi, è an-cora debole”.

Bollettino della Banca d’I ta l i aIn fondo al tunnel c’è solo un altro tunnel.

CON IL PATTO Berlusconi-Renzi la maggioranza finisce”.ll deputato bersaniano Alfredo D’At to r re

Morta una maggioranza, se ne fa un’a l t ra .

PA RO L EPA RO L E PA RO L E

Monti reloaded e queltunnel in fondo al tunnel

Enrico Letta La Pre ss e

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4 SABATO 18 GENNAIO 2014 il Fatto Quotidiano

Il sondaggiodi Grillo: Cancellierila più sgradita

TUTTI I MINISTRI devono andare acasa, ma la Cancellieri prima deglialtri. Lo dicono gli attivisti del Mo-vimento Cinque Stelle rispondendoa un sondaggio lanciato dal blog diBeppe Grillo, dal titolo “Quale mi-nistro cacceresti?”. I membri dell’e-secutivo di Enrico Letta “si sono di-

stinti per una pessima gestione dicasi di interesse nazionale e inter-nazionale”, si legge sul blog. Nell’e-lenco figurano “il caso Shalabayeva,l’affare Ligresti, le armi chimiche aGioia Tauro, le intercettazioni dellaDe Girolamo, i miliardi per gli F35 equelli per il Tav, la svendita di Te-

lecom Italia”. Argomenti da tenere inconsiderazione per esprimere il giu-dizio. Il sondaggio sarà chiuso oggialle 15, ma già ieri, poco dopo l’av v i odella consultazione, c’erano tremilarisposte. La più gettonata è il mi-nistro della Giustizia, AnnamariaCancellieri, con il 25 per cento. Se-

guono Alfano al 14 per cento, Lupi eMauro all’11. Per Nunzia De Girola-mo solo il 6 per cento delle prefe-renze. Il sondaggio prevede anchel’opzione “proponi un altro mini-s t ro”. Qualcuno ne approfitta percriticare Grillo, Casaleggio e i por-tavoce del movimento.

di Paola Zanca

Passeggia nervosa-mente davanti agliuffici del governo,indossa gli auricola-

ri. Oggi, più che ministro o vi-cepremier, Angelino Alfano fail guardaspalle di Nunzia De Gi-rolamo. Travestito da scudoumano, la scorta nell’aula semi-deserta, la assiste nel primoquarto d’ora di autodifesa, poise ne va: il b o d yg u a rd ha appun-tamento con Giorgio Napolita-no. Lei continua a parlare perun’altra mezz’ora, di fronte allaplatea scarna che nel momentodi massima capienza è arrivata atoccare il numero di 86 depu-tati, cinque sottosegretari e dueministri (Maurizio Lupi e Gae-tano Quagliariello). Clima so-porifero, tant’è che i fotografi siagitano per poco: basta che lei, ilministro dell’Agricoltura, sirassetti i capelli. Eppure è ilgrande giorno, quello che i 5Stelle prima e il Pd poi, chiede-vano a gran voce: venga a spie-gare in Aula, chiarisca questastoria dell’Asl, di Benevento edel “chi comanda”. Le è toccatofarlo di venerdì 17 ma a guar-dare la faccia di suo marito, ildemocratico Francesco Boccia,il problema non sembra la sfor-tuna. È quell’aula disertata an-che dall’opposizione (11 grillinipresenti), sono le “zone d’om -bra” denunciate dai principaliazionisti della maggioranza,che nemmeno l’arringa di 45minuti è riuscita a dissipare.

NON BASTA la fermezza con cuila De Girolamo ripete i “mai”, aproposito delle pressioni, dellenomine e dei controlli. Non ba-sta fare leva sulle “attività dispionaggio illegali a mio dan-no”, ovvero sulle registrazionifatte dall’ex direttore dell’Asl diBenevento Felice Pisapia du-rante i colloqui con il ministro:“Le intercettazioni – la smonta ilPd Umberto Del Basso De Caro,tra gli accusati del complottocontro la De Girolamo – non so-no abusive per la potente ragio-ne che non sono intercettazioni.Si tratta di trascrizione di con-versazioni tra presenti, pacifica-mente ammissibili dal codice dirito non come atti ma come do-cumenti”. Nunzia De Girolamo

si aggrappa a quell’intrusionenella sua vita privata, confidanella solidarietà dei colleghi:“Stiamo parlando di conversa-zione di un parlamentare, esat-tamente un parlamentare comevoi”. Li interroga: “Può esserciun’autorità etica in grado di giu-dicare sul livello gergale dellenostre espressioni all’internodelle nostre abitazioni private odelle mura delle nostre segrete-rie politiche?”. Tira in ballo la“patologia post parto” che la ob-bligava a ricevere a casa. Diceche sua figlia non potrà “mai epoi mai” pensare che sua madreabbia “calpestato quella bandie-ra alla quale si inchina ogni mat-tina quando entra in ufficio”.Il melodramma funziona, machiarire è un’altra cosa. Il bardell’ospedale da affidare allozio? Le pressioni per far cacciareil gestore? Quella frase: “Mandai controlli e vaffanculo”? “Unabattuta, del tutto decontestua-lizzata, legata ad altre vicende

che, in quel momento, stavanointeressando la struttura ospe-daliera e che creavano disagiosociale”, spiega –si fa per dire – ilministro in Aula. E i Nas che ar-rivano 5 mesi dopo? “Qualcunoabbia il coraggio di dire che li hoinviati io”. Quanto al “direttoriopolitico-partitico” che secondo imagistrati avrebbe gestito l’Asl,si schernisce la De Girolamo, dadeputata Pdl “ho seguito sul ter-ritorio tante vicende, ma sem-pre e soltanto nell’interesseesclusivo della buona sanità egiammai per interessi personalio elettorali”. E ancora, le nomi-ne: il direttore generale dell’Asldi Benevento Michele Rossi di-ceva “Nunzia, non resterò un se-condo su quell’Asl se non per tee con te”?. Coincidenze, vistoche lei ha detto sempre “no” e“adesso mi fanno pagare anchequesto”. Se ne va “con la co-scienza in pace” e “il cuore insubbuglio”. Ma se la mozione disfiducia presentata dai 5 Stelle

venisse calendarizzata, non èdetto che il ministro ne uscireb-be indenne.

NEL PD più di qualcuno ricordail caso di Josefa Idem, che si di-mise per aver pagato l’Imu sullasua palestra come se fosse unaprima casa: “Decisamente un al-tro stile”, dicono i deputati Lau-ra Coccia e Andrea De Maria. Larenziana Simona Bonafè chiedealla De Girolamo “di fare unpasso indietro”. Nicodemo Oli-verio, firmatario dell’interpel -lanza, insiste: “Saremo esigen-ti”. Poi alza il sopracciglio: “Unasi può anche difendere, ma micasi può mettere una medaglia...”.Lei non solo se la appunta, ma lasfoggia a Otto e mezzo, 12 ore piùtardi. Si presenterà a Lilli Gru-ber come una “ragazza ingenuain un mondo di lupi”. Abba-stanza sicura di sè, però, per direche resta ministro dell’Agricol -tura. Almeno “finché c’è questogoverno”.

AUTODIFE SA

AULA VUOTA PER LA DE GIROLAMO“RESTO FINCHÉ C’È QUESTO GOVERNO”SI DIFENDE: “SONO UNA RAGAZZA INGENUA”. IL PD: “RIMANGONO ZONE D’O M B R A”

di Antonello Caporale

L’incolpata arriva davanti ai suoi giudici: cinque-cento poltrone vuote. L’emiciclo sembra un cra-

tere dell’indifferenza, la solita immortale scena del mene fotto. È venerdì, e pure mattina presto. A quest’ora,sono le nove e mezza, di questo giorno della settimana(è 17 sul calendario!), “mai mai e poi mai” un deputatopotrebbe essere nel luogo in cui è stato chiamato, nelcentro esatto dei suoi interessi, dei suoi obblighi e, inlinea teorica, anche delle sue passioni. Hanno fattotutti la valigia la sera precedente: ragazzi di prima no-mina e signori di antico pelo. Trentenni e settantenni,quelli col panciotto e le signorine spor-tive in jeans. Di destra, di sinistra e dicentro. In alto e in basso. Senza grilli perla testa o anche grillini sputafuoco giàaccomodati all’uso in vigore nelle stanzedei bottoni: ricordarsi solo di passare allacassa. Nessuno controlla altro, nessunocensura, nessuno deve rendere conto.E così Nunzia De Girolamo, emblematerrificante di questa meglio gioventùtanto antica e tanto vicina ai vizi primor-diali della classe dirigente che ha con-dotto l’Italia al suo quotidiano patibolo,pronunzia il discorsetto dell’innocenzadavanti a suo marito che la guarda pen-soso da lassù, nello spicchio di sinistra diquesto Parlamento che sembra già cassa

vuota, Palazzo inerme e chino verso altri pensieri ealtre paure: Renzi che fa le scarpe a Letta, il governoche cade, Berlusconi che conduce tutti alle elezionianticipate. Nunzia e Francesco, giovanotti arrembantie influenti, coppia bipartisan, tecnici dell’amore oriz-zontale, a intesa larga, si assistono, si guardano, si con-centrano, misurano le parole dell’una e i cenni solidalidell’altro, l’affetto e i pericoli che sfidano il loro sogno.Volersi tanto bene e fare tanti figli oppure tanti voti,scalare ancora un po’ oppure resistere ancora un po’.Perciò l’onorevole Boccia conta quante volte “mai”l’onorevole Nunzia dirà: mai un affare, mai una svista,mai un urlo, mai un cliente, mai una ruberia, nem-

meno piccola. È tutto uncomplotto. Parla a lui,promette a lui, confermaa lui. A chi altri sennò?Non c’è il premier e nonc’è il governo. Solo fami-gli interessati a segnalarela presenza, la vicinanzanella tristezza. Il governo

è osso di seppia, lungo banco desolato. Un affaccen-dato Angelino Alfano si fa vedere, resta qualche mi-nuto poi si alza. C’è Quagliariello, quello delle rifor-me, piuttosto sbadigliante. Il corteo striminzito com-prende cinque sottosegretari, sempre Ncd.

SONO AFFARI LORO, è chiaro. Non è un problemadella politica, una questione che attiene alla demo-crazia, all’esercizio del potere e al suo controllo di le-gittimità. No, l’a f fa i re di Benevento è una risultanzaimpazzita di uno spargimento di sangue tra clan rivali,vendette sannite, intercettazioni sannite, beghe delFortore. Ecco dove la politica perde ogni sua repu-tazione, restituisce ai cittadini, che pure avrebbero bi-sogno della testimonianza di buoni comportamenti, laconsapevolezza che nulla mai è cambiato e nulla maipotrà cambiare. Persino i grillini, che su De Girolamohanno presentato una mozione di sfiducia, sono inundici. E gli altri cento? Quelli di Forza Italia dispersi,assenti. Solo Brunetta, capogruppo. Anzi no: altri duecolleghi lo accompagnano al rito falso dell’accerta -mento della verità. A nessuno frega nulla. Non al Pd,

che ha lasciato al calabrese Oli-verio, grande macinatore ditessere, l’onere di interrogare eincolpare il ministro. Si vedeinvece Rosy Bindi, e sarà pureda troppe legislature qui ma al-meno mostra di volerci restare,di crederci almeno un po’.

VENERDÌ 17Il discorsetto dell’innocenza e la coppia bipartisan

Ma ragazzi di prima nomina e signori di antico

pelo hanno fatto tutti la valigia la sera precedente

La meglio gioventù Trolley e poltrone

Il cratere dell’indifferenza (e dei famigli)

LA GARA bypassata per le am-bulanze del 118, un appalto trien-nale da 9-12 milioni per un ser-vizio che il ministro voleva affi-

dare direttamente. Viene favorita la socie-tà Modisan, quella che secondo Pisapiaaveva sostenuto il Pdl a Benevento. Allafine Modisan rifiuta, secondo Falato “per -ché avevano saputo della mia denuncia”.

L’EPISODIO che riguarda le ma-novre per non far pagare la multadella Asl a un negozio di mozza-relle di un amico del ministro. È

Luigi Barone che chiede un intervento deimanager e la De Girolamo non si oppone.“Una dell’Asl gli ha fatto il controllo e gli hasequestrato le mozzarelle, tre-quattromilaeuro di roba… Più la sanzione!”.

L’ORMAI famigerato bar dellozio del ministro. Nunzia De Giro-lamo parla al direttore generaledell’Asl Michele Rossi. “Miche’

manda i controlli all’ospedale Fatebenefra-telli e vaffanculo”. Così “facciamogli capireche un minimo di controllo ce l’a b b i a m o”.Questo per cacciare il gestore del bar, ap-punto, sul quale ha messo gli occhi lo zio.

LE AMBULANZEL’appalto da 12 milioniper il 118 e la Modisan

L AT T I C I N ILe mozzarelle di bufalae la multa da non far pagare

IL BAR DELL’O S P E DA L ELe pressioni per portarelo zio dietro al bancone

Scandalo sannita: questioni non chiarite

A R R I NGAIl ministro haparlato per 45minuti, inter-

rotta solo dallabreve protesta

del deputato diSel, Franco Bor-

do. Al suo fian-co, il ministro

A l fan o

La Camera ieri mattina, semivuota Ansa

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5il Fatto Quotidiano SABATO 18 GENNAIO 2 01 4

Benevento

Si chiama Antonio Tozzi, ha 45 annied ha un incarico pubblico collegato

al ministero della De Girolamo. Tutti igiornali scrivono che è l’ex fidanzato diNunzia, lui si è autodefinito “un amico difamiglia” in una sfiziosa intervista rila-sciata il 16 ottobre al Corriere del Mezzo-giorno. Ma è anche “socio di famiglia”,come ha scoperto il Fatto Quotidiano. Del-la famiglia De Girolamo. La famiglia cheha fornito la location delle riunioni del‘direttorio’ che ha gestito l’Asl di Bene-vento “in funzione di interessi privati e diricerca del consenso elettorale” (copyri -ght del gip Sergio Cusani). Lui, l’amico esocio di famiglia, in un recente passatocapo della segreteria politica della De Gi-rolamo prima che spiccasse il volo versoil governo, il 16 settembre scorso è statonominato direttore generale di Sin, unasocietà istituita nel 2005 per im-plementare il sistema informa-tivo agricolo e forestale. Il com-penso è di 175 mila euro l’anno,non disprezzabile di questi tem-pi. Sin dipende da Agea, l’Agen -zia per le erogazioni finanziariedell’Agricoltura, che ne detiene

il 51%. Dal 9 agosto Agea ha un nuovocommissario straordinario, il generaledella Guardia di finanza Luigi Mainolfi,anche lui di origini sannite. Il decretoporta la firma del ministro De Girolamo.Una beneventana che nomina un bene-ventano che a sua volta nomina un altrobeneventano. Una nomina Doc al cubo.

DAL NOVEMBRE 2011, data di istituzio-ne, al novembre 2013 Tozzi è stato am-ministratore e socio di Assist Broker srl,società di brokeraggio dove figurano co-me socie Francesca De Girolamo, 36 an-ni, e Graziana De Girolamo, 25 anni. Lesorelline di Nunzia. La più grande delledue, Francesca, ha lavorato all’Istitutovendite giudiziarie (Ivg), core businessnell’alienazione di beni pignorati, insie-me a Gianfranco Lombardi, figlio del-l’uomo chiave della P3 Pasqualino Lom-bardi. La più piccola, Graziana, si occupa

con successo di arte e design. Assist Bro-ker è una società piccola che non ha la-sciato traccia. Cinque soci, 10 mila eurodi capitale nemmeno interamente versa-to (duemila euro a testa), nessuna attivitàsvolta. Bilancio d’esercizio del 2012 conuna perdita netta di 791 euro. È in liqui-dazione da un paio di mesi. Cosa inten-devano fare e perché non lo hanno fatto?La curiosità resterà senza risposta perchéTozzi ha preferito chiudere la telefonataappena ha sentito le parole “Fatto Quo-tidiano”. E alle nostre doverose insistenzetramite un sms sulla società , ha replicato:

“Visto che è così bravo estragga anche ibilanci e troverà anche le sue risposte”.Non sapeva che ne eravamo già in pos-sesso.

NON C’È NULLA di male nell’essere soci(inattivi) delle sorelle di un ministro chepoi, in senso lato, è anche il tuo datore dilavoro. Però non bisogna lamentarsi se laDe Girolamo e il suo cerchio magico di-ventano l’emblema del ‘familismo’ del21° secolo che promuove il territorio be-neventano e un reticolo di amici e sodalicome serbatoio dal quale attingere perincarichi e prebende. Ieri l’Ordine deigiornalisti della Campania ha avviatoun’azione disciplinare su Luigi Barone daCeppaloni, promosso alla direzione delportale web del ministero, uno tra i piùattivi del ‘direttorio’. Nel quale figuravacome ‘consulente legale’ l’avvocato Gia-como Papa da Benevento, vice capo digabinetto del ministero delle PoliticheAgricole, già commissario liquidatoredel Consorzio Agrario Provinciale. Di-retto dal 2001 da Nicola De Girolamo. Ilpadrone della villetta delle riunioni a SanNicola Manfredi. Il papà di Nunzia. Tut-to in famiglia.

vin. iur. e m. l.

Lo strano trio:M5S, Finocchiaroe Mussolini

UNA CONVERGENZA anomala fra democra-tici, berlusconiani e Cinque Stelle. Una propostadi legge in materia di immigrazione per tutelare“la dignità umana” nelle procedure di prima ac-coglienza. L’hanno presentata al Senato le par-lamentari Laura Bignami (M5S), Anna Finoc-chiario (Pd) e Alessandra Mussolini (Fi). “Il di-segno di legge - spiega l’esponente M5S - mira a

L’ex fidanzato è socio delle sorelleÈ COSA LORO

perplessa su come stava an-dando la gara della derattiz-zazione di Benevento che poiconsegnerà l’appalto alla so-cietà Sigeco. Comunque il 30luglio il direttore generaledell’Azienda sanitaria locale,Michele Rossi, uomo fidatodi Nunzia De Girolamo, fir-ma la delibera per l’indizionedella procedura negoziata inmerito al servizio di disinfe-zione, disinfestazione e derat-tizzazione per il periodo lu-glio-dicembre 2013. L’im -porto dell’affidamento di seimesi è di 605 mila euro piùiva.

IL PROBLEMA era molto sen-tito grazie anche all’attenzio -ne dei media locali. La tvNtr24 scriveva sul suo sito in-ternet a gennaio del 2013, po-co dopo il colloquio De Gi-rolamo-Pisapia: “Ci vorrebbeun pifferaio magico anche aBenevento... quelle che vimostriamo nel video sonoimmagini girate da un nostroweb spettatore. Via del Po-merio, ore 9 circa, un topopasseggia indisturbato sulmarciapiede. Secondo i pre-senti era appena uscito dallefogne. Beh, il topolino avevaanche ragione, la puzza cheemanano i tombini è antipa-tica anche ai cittadini. Il pro-blema rifiuti che la città stavivendo in questi giorni dicerto non aiuta a tenere lon-tano i roditori”.

STANDO a quanto raccontatoda Felice Pisapia alle personecon cui si sfogava (non ai pm)nei mesi precedenti alla mi-sura cautelare contro di lui,su quella gara della derattiz-zazione c’era una contesa.Una società di Caserta avevainterrotto nel 2012 un lungodominio nel settore delle duesocietà Sigeco di Somma Ve-suviana e Cidap di Avellino; eSigeco, secondo Pisapia,avrebbe cercato un contattocon Nunzia De Girolamo.Nelle registrazioni di Pisapianon consegnate ai pm, secon-do il ricordo di chi le ha ascol-tate, dovrebbe esserci ancheun riferimento a un incontrorealmente avvenuto tra Nun-zia De Girolamo e un espo-nente della famiglia Raia.Probabilmente non si parlavadi ratti però, ma di politica.La famiglia Raia, infatti espri-me anche un consigliere re-gionale di Forza Campania:Paola Raia. Lei però al Fa t todice: “Non ho da tempo rap-porti stretti con mio fratello.Non c’entro nulla con la so-cietà di famiglia e ho vistouna sola volta in un convegnoil ministro”.

to , in una precedente registra-zione del luglio 2012, NunziaDe Girolamo parla della di-sinfestazione realizzata a casadella sua famiglia, nella cele-berrima villa di San NicolaManfredi dove il “direttoriopartitico-politico” come lodefinisce il gip di Benevento(composto dal ministro, daisuoi due fidi collaboratori edai manager dell’Asl) era riu-nito. E, secondo quanto Fe-lice Pisapia ha riferito alletante persone con cui si èconfidato, a svolgere il servi-zio a casa De Girolamo erastata la società Sigeco ammi-nistrata da Luigi Raia che poisi è aggiudicata l’appalto delladerattizzazione della città. Seanche fosse vero, ovviamente,non vorrebbe dire nulla an-che se Pisapia lo raccontavain giro ammiccando. Nellaseconda registrazione, De Gi-rolamo in verità sembrava

ne sarebbe di proprietà dellaDe Girolamo è falsa”. Anchel’altro legale del ministro,Gaetano Pecorella, dice diavere appreso dalla tv l’esi -stenza dell’audio.Il deputato del Pd UmbertoDel Basso De Caro avanza unsospetto: “Mi è parso moltopiù netto e nitido il tenoredelle parole pronunziate dalministro. In genere, sono piùnette e nitide le parole pro-nunciate da chi registra”.Certo la scena dell’incontroin quel caso ricorderebbe unincrocio tra una commediaanni Settanta tipo “Io registroperché so che tu registri” e unmusicarello di tarda scuolanapoletana: “I sorrici, a’ mi -nistra e ‘o malamente”. Pec-cato non sia disponibile l’in -tero audio. La manina ignotaha trasmesso al Tg 5 solo laparte nella quale Nunzia DeGirolamo ascoltava la tesi bi-slacca del complotto ai suoidanni e poi faceva un ritrattodi se stessa che nemmenoMadre Teresa di Calcutta.Al Fa t to però risulta che il col-loquio prosegua e venga no-minato per esempio il diret-tore generale della Asl Miche-le Rossi. Il ministro esprimequalche perplessità sulle mo-dalità di gestione della garasulla derattizzazione. La que-stione è interessante perché,stando a quanto risulta al Fat -

di Vincenzo Iurilloe Marco Lillo

Benevento

Anche la lotta con-tro i topi e le zan-zare entra di dirit-to nel grande a f-

fa i re De Girolamo. Tra le tan-te questioni trattate dall’a l l o-ra coordinatore del Pdl a Be-nevento nelle sue conversa-zioni con l’ex direttore am-ministrativo della Asl FelicePisapia c’è anche l’appaltodella derattizzazione che di lìa poco la Asl stessa avrebbedovuto assegnare.

LA ALLORA coordinatrice delPdl si interessò anche degliaspetti amministrativi dellalotta alla pantegana sannita il30 novembre del 2012. È l’in -contro a due nel quale pro-babilmente entrambi gli in-terlocutori registrano a futu-ra memoria. Felice Pisapia lofaceva e oggi lo ammette. An-che Nunzia De Girolamo, do-po avere gridato per giorni al-le registrazioni abusive, nonha mai escluso di avere re-gistrato la conversazione poitrasmessa parzialmente in tv.La modalità rocambolescacon la quale l’audio è giuntoin via anonima al Tg 5 lasciaadito a molti sospetti. Giove-dì a Servizio Pubblico MicheleSantoro aveva detto: “Abbia -mo chiesto l’audio ma l’uffi -cio diritti Mediaset ci ha spie-gato che non poteva darceloperché era di proprietà dei le-gali della De Girolamo”. San-toro aveva chiesto ai telespet-tatori: “Di chi è allora l’audio?Fate voi delle ipotesi”. Poi siera risposto più o meno così:“La De Girolamo dice che ri-corda la conversazione. E cer-to, gliel’ha data il suo avvo-cato”.Ieri è insorto proprio l’avvo -cato di Nunzia De Girolamo,Angelo Leone: “L’affermazio -ne secondo cui la registrazio-

A COLPI DI CIMICI

Probabilmente tutti

registravano tutti

Santoro: “Mediaset

ci ha spiegato che il file

è proprietà dei legali

della signora”

L’a u d i o - fo r m aggi oe i topi di BeneventoLA PARTE DELLA CONVERSAZIONE DELLA MINISTRA CON PISAPIANON TRASMESSA DAL TG5: I DUE DISCUTONO DELLA DERATTIZZAZIONEDELLA CITTÀ. APPALTATA ALLA DITTA CHE L’HA GIÀ FATTA A CASA SUA

AUTODIFE SA

AL MINISTEROAntonio Tozzi lavora per le Politiche

Agricole. Nominato un beneventano anche

all’Agenzia per le erogazioni finanziarie

TENSIONE Francesco Boccia, deputato Pd e maritodel ministro Nunzia De Girolamo, ieri durante l’intervento in aula

La Pre ss e /A n s a

PIFFERAI POCO MAGICI

Il ministero delle Politiche Agricole Ansa

garantire l’accoglienza adeguata di persone por-tatrici di esigenze particolari, quali minori, an-ziani, donne in stato di gravidanza, genitori sin-goli con figli minori, persone che hanno subitotorture, stupri o altre forme gravi di violenza”.Garanzie che, secondo lo spirito della proposta,devono essere estese non solo ai soggetti ri-chiedenti asilo “ma a tutti coloro che giungono,

per vari motivi, nel territorio nazionale”. Nel det-taglio, la proposta formulata dalle tre senatrici, esottoscritta da una trentina di colleghi, prevedela collaborazione fra aziende sanitarie locali(Asl) e centri di identificazione (Cie) per l’offer tadi servizi sanitari adeguati alle esigenze degli“ospiti”, compreso “un supporto psico-pedago-g i co” .

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6 SABATO 18 GENNAIO 2014 il Fatto Quotidiano

Rai, Lucio Prestai n d a ga toper corruzione

ACCUSATO di corruzione. Lucio Presta,agente dello spettacolo e manager diRoberto Benigni, Paolo Bonolis e An-tonella Clerici, è iscritto nel registro de-gli indagati dalla Procura di Roma. Lo harivelato ieri il sito Pa n o ra m a . i t . L’i n d a-gine condotta dal pm Alberto Galantiriguarda un giro di mazzette e favori che

alcuni dirigenti Rai avrebbero pretesoper favorire la Ldm, società di Piero DiLorenzo produttrice di diversi program-mi, fra cui Ciak si canta e I Raccomandati.“Dormo tranquillo, possono anche fareindagini su di me per i prossimi quindicianni, non c’è nulla che mi si possa con-te s t a re ”, ha detto ieri Lucio Presta al

sito di Pa n o ra m a . L’indagine era partitaa fine 2012 dopo una denuncia di DiLorenzo contro Gian Piero Raveggi, excapostruttura di RaiUno ora in pensio-ne, sua moglie Chiara Calvagni, dell’u f-ficio risorse, e Chicco Agnese, ex re-sponsabile dei palinsesti della prima re-te .

di Chiara Paolin

Le promesse, al tem-po dello scandalo,erano state genero-se: taglieremo tan-

to, taglieremo tutto. Erano igiorni in cui i giornali spara-vano a tutta pagina le ostrichemesse in conto al consiglio re-gionale del Lazio o i lecca leccadi Nicole Minetti, in Lombar-dia. Soprattutto, i giorni in cuila politica prometteva unasvolta epocale: addio stipendia vita per chi passa qualchemese tra aule consiliari e com-missioni “per la valorizzazio-ne delle tradizioni popolari”(vedi Campania e Sardegna);mai più vitalizi multipli tra ca-riche amministrative infilateuna dopo l’altra per una felicemartingala retributiva.

Il Lazio di BatmanEbbene. Da quel torbido fine2012 alle recenti mutande diCota, per arrivare alle calze dicachemire genovesi in parurecon le Louis Vuitton siciliane,è passata tanta legge sugliscranni dei 1.117 consiglieriregionali. Gente che costa 228milioni di euro l’anno (20 solonel Lazio) e si vede appollaiatasul baratro di un’ingiustizia:per colpa di Batman, al secoloFranco Fiorito, i consiglieridel Lazio e di tante altre re-gioni non avranno più dirittoal vitalizio. Anzi, gli toccherà ilsupplizio di vedere migliaia dicolleghi (e relativi congiuntidestinatari di reversibilità)papparsi ogni anno 170 milio-ni di euro per i prossimi ven-t’anni, dato che molti tra gli exsono splendidi cinquantenni.

Tra Marche e FriuliNelle Marche anche i figli finoal 26simo anno di età possonogodere del quantum, se fannogli studenti. E ce ne sono pa-recchi tra i 129 nuclei familiariaventi diritto, tutti contentiche il calo delle indennità de-ciso dall’aula in veste spendingreview non abbia minima-mente scalfito i vitalizi. Idemper il Friuli, dove Debora Ser-racchiani è orgogliosa di averabolito la pensione a vita giàper il mandato in corso doven-do però ammettere che nel2014 ben 9 milioni sui 22 delbilancio consiliare andrannovia così, per pagare chi non c’èpiù.

Diritti acquisitiLa risposta classica dei gover-natori a chi chiede che i rispar-mi intacchino i vitalizi giàstanziati è sempre la stessa:trattasi di diritti acquisiti, nonpossiamo farci nulla, rischia-mo cause, multe e sanzioni.“Non sono d’accordo - dicedall’Abruzzo Maurizio Acer-bo, di Rifondazione Comuni-sta -. Cominciamo coi doppivitalizi: oggi si possono accu-

LE CRONACHE parlamentari lo ricordanoper la mortadella mangiata in Senato nel2008 dopo la caduta del governo Prodi.L’ex senatore di An, Domenico Gramazio,conosciuto come “Er Pinguino”, torna oraalla ribalta perché intasca ogni mese undoppio vitalizio da 10.877 euro. La cifra, haspiegato ieri Sergio Rizzo sul Corriere dellas e ra , è la somma di due assegni: uno da ex parlamentare na-zionale, l’altro da ex consigliere regionale del Lazio. Per nonsprecare nulla, il posto in Regione l’ha lasciato in eredità al figlioLuca, ora capogruppo di Forza Italia. “Er Pinguino”, classe 1947,è stato eletto due volte alla Camera, nel 1994 e nel 1996, e alSenato nel 2006 e nel 2008. Pochi mesi dopo l’episodio dellamortadella, divorata in aula assieme al collega siciliano NinoStrano, si è distinto per aver usato le mani, durante una riunone,contro il direttore dell’Agenzia di sanità pubblica del Lazio, Clau-dio Clini, finito al pronto soccorso con lesioni e lividi. Ma la pas-sione principale di Gramazio è rimasta la mortadella. Ad aprile2013 l’ha portata in piazza Montecitorio per festeggiare la man-cata elezione di Romano Prodi al Quirinale.

mulare lo stipendio da parla-mentare, quello di deputatoUe e consigliere regionale. Hoproposto di abbassare dell’80per cento il vitalizio regionale

in caso di altra fonte di red-dito, mantenendo un limiteminimo di 4 mila euro lordi almese. Sono abbastanza per vi-vere decentemente, no? Invecenon si riesce a far passare nem-meno questo. Per ora s’è de-ciso solo di rinviare il taglio deivitalizi alla prossima legislatu-ra, alzando l’età minima da 55a 65 anni. E infatti c’è un saccodi gente arrabbiata con me”.

Il referendum noIn Umbria s’è tentata la ma-novra dal basso. Cittadinan-zattiva, Libera e Cisl hanno or-ganizzato un referendum rac-

cogliendo 10 mila firme: “Nonabbiamo chiesto cose impos-sibili, ma la Regione ci ha ri-sposto con un no secco - spie-ga Ulderico Sbarra, segretarioCisl Umbria -. Bisogna ripor-tare il vitalizio ai valori effet-tivamente spettanti in base aiversamenti. I percettori attualie futuri di vitalizi, oltre a quan-to loro spetta di diritto, per-cepiscono e percepiranno unacifra mensile pagata con il bi-lancio regionale, quindi a ca-rico di tutti noi”. Esito dellaprotesta pop: zero assoluto. InCalabria il M5S aveva propo-sto identico referendum, malaggiù non si è riusciti nem-

meno a farlo partire.

Sobrietà, vi pregoGli ingenui tentativi di smon-tare il comparto cedono da-vanti all’intelligenza degli elet-ti. Esemplare il caso di Loren-zo Nicastro, assessore pugliesedell’Idv che rischiava di vagarenell’incertezza economica einvece ha beccato al volo il sal-vacondotto predisposto dal-l’assemblea per la legislaturain corso: sganciando una di-screta sommetta (66 mila eu-ro), il Nicastro ha messo a frut-to i 30 mesi già accumulati ga-rantendosi un vitalizio peren-

ne di 4.300 euro. I colleghi me-no fortunati masticano amaronell’udire il presidente delconsiglio Onofrio Introna sal-modiare così: “2013 anno disobrietà, virtuosità e tagli”.Dulcis in fundo, la Sicilia, re-cord di spesa con 20 milioniall’anno per gli ex e altrettantiper chi è in carica. Qui non cipensa nessuno ad abolire il vi-talizio: già passare dal calcoloretributivo a quello contribu-tivo è stato difficilissimo. Eagli 11 mila euro dello stipen-dio, i capigruppo hanno appe-na deciso di aggiungersi altri1.160 euro. Giusto per non re-stare a secco.

Gianni Vattimo Ansa

A P P E STATO

Il professore non può

correre alle Europee

con il Movimento

avendo già svolto

due mandati: “Decida

la Rete, non Grillo”

REGIONI UN VITALIZIO È PER SEMPRENONOSTANTE APPELLI E PROMESSE DI RISPARMIO, OGNI ANNO SPENDIAMO 170 MILIONI DI EURO PER L’ESERCITO DEGLI EX

COSE DI CASTA

Autocandidato per il M5S

“Pe r c h é Rodotà va bene e io no?”Gianni Vattimo

11 mila euro al meseper “Er Pinguino”

di Emiliano Liuzzi

La sua candidatura alle Europee conil Movimento Cinque Stelle è du-

rata lo spazio di poche ore. Una tele-fonata a Beppe Grillo, l’iscrizione inRete, la trombatura: ha superato i duemandati, dunque non è candidabile.Dire che il professor Gianni Vattimol’abbia presa bene sarebbe sbagliato: èfurioso. Disposto ad andare fino in fon-do, a sottoporsi lui stesso al giudiziodella Rete. Si sente discriminato, dicelui. Come la Lega fa con la Kyenge.Partiamo dall'inizio, professore: è leiche ha contattato Grillo, giusto?Sì, l’ho chiamato e gli ho detto: io ci so-no, sono disposto a candidarmi convoi.Grillo era euforico?No, non esageriamo. Però non mi hachiuso la porta in faccia. Mi ha dettoche avrebbe consultato il regolamento,che gli avrebbe fatto piacere, che il pas-saggio dall'Italia dei valori, dove sonoeletto a Strasburgo, al Movimento Cin-que Stelle era un passaggio naturale.Sembrava un'apertura.Assolutamente sì.Poi cosa è successo?

Che Grillo ha spiegato che avevo giàfatto due mandati, dunque non erocandidabile, né compatibile con quelleche sono le loro regole. Si impiccano dasoli.Vero che si sente discriminato?Sì, assolutamente. Mi tengono lontanocome un appestato. Ma io non ho fattodue mandati con il Movimento CinqueStelle, di cui sono un recente iscritto.Non capisco perché Rodotà era il lorocandidato alla presidenza della Repub-blica e io non posso esserlo alle Euro-pee. Io e Rodotà abbiamo un percorsosimile. Non che mi paragoni a lui, masiamo passati dal Partito comunista,

dai Radicali, dai Ds.E a questo punto?Niente: chiedo ufficialmente a Grillo dicandidarmi alle primarie in Rete. Sa-ranno gli attivisti a decidere sul mio no-me. Se non mi vogliono come non det-to. Tra l'altro io non sono alla ricerca diuna candidatura. Ce l'ho. Di Pietro miha tirato le orecchie.Che vuole dire?Appena saputo mi ha chiamato e mi hadetto: guarda che noi ci presentiamo al-le Europee come Italia dei valori e tu seinaturalmente candidato. Le porte sonoaperte.Ha più parlato con Grillo?

No, non l'ho ancora sentito.Professore, lei pensa che Grillo sia unuomo di sinistra?Non credo proprio. Non lo è lui, né mipare che lo sia l'ideologo Casaleggio.Ma guidano un movimento che è in-vece di sinistra, per quello che significaancora oggi sinistra.Non è una contraddizione?Può sembrare, ma invece è esattamentequello che è accaduto con Di Pietro. Hamesso in piedi un partito di sinistra e DiPietro non era assolutamente di sini-stra. Ha assunto in seguito delle posi-zioni simili.Ma lei non si definisce un comunista?Che ci fa nel Movimento Cinque Stelle?Sono idealmente un comunista, certo.E mi riconosco in alcune battaglie che ilmovimento di Grillo porta avanti.Re n z i ?No, non mi piace.Pentito di essersi iscritto al Movimento5 Stelle?Assolutamente no. L'ho fatto con con-vinzione, resto un loro iscritto. Ripeto:che a questo punto sia la Rete a deciderese la mia candidatura è legittima o me-no. Se dicono di no me ne vado. E senzasbattere la porta.

AVANTI UN ALTRO

In Abruzzo, Calabria

e Sicilia la pensione

resterà integra

per i consiglieri

in carica. E niente

divieto di cumulo

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7il Fatto Quotidiano SABATO 18 GENNAIO 2 01 4

di Enrico Fierroinviato a Gioia Tauro

Benvenuti a Puzzo-poli”. “Benvenutinello scempio italia-no”. Striscioni di

benvenuto per chi arriva a GioiaTauro. Ma è roba di vecchieproteste, antiche delusione eperenni inganni per la trasfor-mazione della piana di uliveti earanceti in una “Monnezza Val-ley”. Puzza l’inceneritore, il piùgrande della Calabria, ammor-ba l’aria il depuratore, fa paura ilnuovo impianto di pirolisi, con-siderato un terzo terribile bru-ciatore di monnezza. Avevanopromesso lavoro, industrie, be-nessere, ma nelle tre aree indu-striali che circondano il grandeporto, i capannoni sono vuoti,nella desolazione crescono leerbacce e pascolano capre e pe-core. Non bastasse questo, i ca-labresi di Gioia ora hanno pauraanche dei container che ognigiorno vengono scaricati nelporto.

ED È QUI L’E R RO R E tragico delgoverno e dei suoi incauti mi-nistri. La gestione della “Ark Fu-tura” e dei 60 container con learmi chimiche di Assad è finoraun disastro. Un festival dell’ar -roganza. Parla il milanese Mau-ro Lupi e “bacchetta” i sindaci.“In due anni a Gioia Tauro sonostati trattati prodotti analoghi, eora fate tanto clamore”. Rincarala dose e ingrassa allarme e in-dignazione, la ministra EmmaBonino: “Voi sindaci non avetetutte le informazioni, nel 2013 il

porto ha gestito 29.802 tonnel-late, su 1508 container, di so-stanze tossiche di categoria 6.1,la stessa del materiale in arrivodalla Siria”. Nessuno ha maiavuto notizie. Che il porto diGioia Tauro fosse un apprododei misteri si sapeva da anni.Qui passano armi, rifiuti specia-li, droga. L’ultimo grande se-questro a giugno: 625,48 chili dicocaina.Che il porto sia anche il croceviadi affari oscuri, lo dimostra lapresenza della ‘ndrangheta. Pi-romalli, Molé, Alvaro, casaticon gli artigli ben piantati sullebanchine. Un dollaro e mezzo acontainer sbarcato fino agli anni‘90, raccontano le inchieste dellamagistratura. Tanto pagavanole grandi compagnie ai boss. Lachiamavano la “tassa calabrese”.Una montagna di soldi, se si cal-cola che i “contenitori” chesbarcavano ogni giorno erano

7.500. “Noi non sappiamo sem-pre cosa c’è nei container”, con-fessa un operaio. “Ci sono le bol-lette, i controlli doganali, ma quipassa di tutto”.Di certo nessuno al porto aveva idati che solo ieri, e solo dopol’annuncio di proteste (lunedì cisarà una manifestazione) sonostati forniti dal ministro degliEsteri. “La verità è che ci piscia-no in testa, come sempre”.Mimmo Macrì, segretario deiportuali del sindacato Sul, nonusa mezzi termini. “Certo chemovimentiamo anche materia-

le come prodotti chimici edesplosivi, ma non pericolosi co-me la roba dalla Siria”. PerchéGioia? Perché non un porto mi-litare? Il porto militare più vici-no è quello di Augusta, ma sta inSicilia, sottolineano i maligni,ricordando che la Trinacria è laterra di Alfano. Abbiamo sceltoGioia, ripetono all’unisono i mi-nistri, perché è un “porto di ec-cellenza”. “Minchiate – diceMacrì. La nostra professionalitàè fuori discussione, ma alloraspiegateci perché su 1.300 lavo-ratori portuali, 430 sono in cassa

integrazione. La movimenta-zione è aumentata del 13% equest’anno siamo arrivati a 2milioni e 200 mila container. In-somma se questa eccellenza, co-me la chiamano, funzionasse apieno regime, potrebbe dare la-voro a 6-7 mila persone”.

I L LU S I O N I . I sindacati aspetta-no. Anche loro, come i sindaci,non sono ancora riusciti ad ave-re una parola di chiarezza. Forselunedì o martedì verranno con-vocati a Palazzo Chigi. Spacca ilavoratori l’arsenale di Assad.“Non possiamo sempre urlaredei no - dice Nino Costantino,Cgil. L’abbiamo fatto contro lacentrale a carbone, ma qui par-liamo di pace. Ora però il gover-no dica parole nette sulla sicu-rezza”.Sulle banchine del porto diGioia Tauro, la politica giocaun’altra delle sue confuse parti-

te. Prendete il governatore dellaCalabria Giuseppe Scopelliti.Giura di aver saputo solo all’ul -timo momento della scelta delporto. Due giorni fa criticava ilgoverno del suo amico Alfanoed evocava addirittura scenarida “guerra civile”. Ieri ha cam-biato idea e toni.Povera Gioia Tauro e poveri ca-labresi. Porto e aree industrialidovevano essere il futuro. La ca-tena del freddo, le piattaformelogistiche. Quante balle. La ve-rità è la solita. Sprechi di soldipubblici e incapacità di avviareprogetti. I 480 milioni dell’ac -cordo di programma sono fer-mi, un bando di 25 milioni di eu-ro emanato dalla Regione per leattività dei piccoli imprenditoriè andato deserto. I treni non cir-colano più, nonostante i 260 mi-lioni stanziati per le Ferrovie. AGioia Tauro cresce solo la puzzadegli inceneritori e la paura.

“Benvenuti a Puzzopoli”il grande scempio di GioiaINCENERITORE, RIFIUTI TOSSICI, MAFIA, COCAINA E IL SILENZIO DEI POLITICI

di Lucio MusolinoBorgia (Catanzaro)

La chiamano “Isola ecologica Battaglina”. Inrealtà sarà una discarica dalle dimensioni gi-

gantesche, la seconda più grande d'Europa, co-struita su due falde acquifere con il rischio di av-velenare un intero territorio. Una montagna dirifiuti solidi urbani e rifiuti speciali sotto i piedidegli abitanti di Borgia, San Floro e Girifalco. Unfazzoletto di terra, tra Catanzaro e Lamezia Ter-me, già stuprato dalle pale eoliche e da mega-im-pianti fotovoltaici piazzati in mezzo ai boschi. Aqueste latitudini, come dimostrano le numeroseinchieste antimafia, l'energia pulita è un business,un affare dove sguazzano 'ndrangheta, politica eimprenditoria. I rifiuti lo sono ancora di più.Se la discarica di Battaglina sarà realizzata, la Ca-labria rischia di diventare la pattumiera d'Italiaautorizzata dalla Regione Calabria nonostante gliinquietanti pareri “Via” del Dipartimento poli-tiche dell'Ambiente che, nell'agosto 2009, scrive-va: “L’area ricade in zona boscata... derivante darimboschimento...”, “risulta distante dall’alveodel torrente a valle a circa 150 metri”. E come senon bastasse: “Dal punto di vista geomorfologico– è scritto sempre nel parere riportato in un espo-sto alla Procura – l’intervento modificherebbe so-stanzialmente il sistema di deflusso delle acquemeteoriche”, “l’area è compresa in zona sismica di

categoria 1”, “la discarica per rifiuti inerti prevedeanche lo smaltimento di rifiuti contenenti amian-to (ci potrebbero essere pericoli per gli abitanti acausa della possibile dispersione di fibre diamianto provenienti dalla discarica, perché è sot-tovento rispetto alla direzione prevalente dei ven-ti)”, “il sito occupato dalla discarica comprendeun’intera area interessata da un sistema idrico su-perficiale, costituito da fossi e incisioni con orli escarpate a volte instabili”, “la discarica non è pre-vista dal Piano Gestione Rifiuti 2007 della Regio-ne Calabria”, “il suddetto piano prevede che nellaProvincia di Catanzaro le discariche di rifiuti ur-bani attualmente presenti e in via di ampliamento(Catanzaro e Lamezia) soddisfano ampiamente ilfabbisogno impiantistico della stessa provincia”.

UN PARERE DEVASTANTE, mail progetto è andato avanti co-munque. La ditta ha scavato laprima vasca dove saranno river-sati i rifiuti e l'amianto. Ne man-cano 7 per deturpare completa-mente l'intera area: saranno ab-battuti tutti gli alberi distrug-gendo un bosco realizzato graziea un piano di rimboschimentodurato quasi 40 anni Per nonparlare del percolato che potreb-be infiltrarsi nelle falde acquife-

re. Un danno da scongiurare peril comitato “No discarica di Bat-taglina” che la settimana scorsa èriuscito a portare in piazza quasi10 mila persone.La politica sta a guardare. In li-nea teorica è al fianco dei citta-dini. In realtà le autorizzazionisono state firmate sulla carta in-testata della Regione Calabria.“Il governatore Scopelliti, il pre-sidente della provincia e il sin-

daco di Catanzaro si sono di-chiarati contrari alla discarica.Non capiamo perché allora nonsi chiude definitivamente”. Vir-ginia Amato ha 19 anni. È unadelle più attive contro l'ecomo-stro. Davanti all'ingresso delcantiere è stato allestito un pre-sidio fisso per impedire l'ingres-so dei mezzi. “Il bosco scomparee ci saranno pericoli per la salutedei cittadini. C'è il rischio idro-geologico. Chiediamo il ritirodel contratto stipulato con la dit-ta che sta realizzando i lavori”.Lavori che, come ricorda il pre-sidente del comitato EspeditoMarinaro, “erano stati bloccati. Il

cantiere era stato sequestrato dal Corpo forestale”.Lui è un maresciallo dei carabinieri in pensione:“Questa politica ci sta facendo incazzare”. Gli fa ecoil vice Tommaso Saraceno: “Ci stanno avvelenandotutti. Le due falde acquifere servono almeno 100mi-la persone. La Battaglina è una collina arenaria chegronda acqua. La chiamano ‘isola ecologica’ perchéè stato l'escamotage che ha permesso di dare l'avvioall'iter procedurale. In realtà sarà una bomba eco-logica. Abbiamo chiesto il sequestro del cantiere.Non vogliamo un ecomostro. Siamo pronti a tutto,perché questo terreno è nostro”.

CLOACA CALABRA

I G N O R AT I

La Bonino difende la

scelta del porto per il

trasbordo delle armi

chimiche: “Nel 2013

30 mila tonnellate di

meterie pericolose”

TANTI RISCHI

Nell’“Isola ecologica

Battaglina”ve r r à

realizzato l’e co m o s t ro

che potrebbe inquinare le

falde acquifere (ed esser

infiltrata dalla mafia)

Trasbordo in 48ore, poi distruzionein alto mare

500T O N N E L L AT EDA SMALTIRE

IL MATERIALE CHIMICO che arriveràa bordo del cargo danese Ark Futura (odel norvegese Ta i ko) sarà trasferito sul-la nave Usa Cape Ray, senza stoccaggioa terra dei container.L’operazione durerà 24-48 ore. E avver-rà entro metà febbraio.Gli agenti chimici saranno distrutti in

acque internazionali, mediante idrolisia bordo della Cape Ray, equipaggiatacon due “field deployable hydrolysissys te m s ” e sulla quale viaggeranno 35marine e 64 esperti chimici dell’A r my ' sEdgewood Chemical Biological Center. LaGermania smaltirà 370 tonnellate discorie prodotte dallo stesso procedi-

mento di distruzione eseguito sulla Ca -pe Ray. La Gran Bretagna distruggerà al-tre 150 tonnellate di agenti chimici dellacategoria più pericolosa sul proprio ter-ritorio. Per i “rifiuti” derivanti dalla di-struzione degli agenti meno pericolosi,indetta gara d’appalto internazionale aindustrie chimiche civili.

La super-discarica minaccia 100mila personeECO - M O ST R I

625CHILI

DI DROGA

L’ULTIMO GRAN-DE SEQUESTROCrocevia di trafficiillegali. 1.300i lavoratori, 430in cassa integrazione

Il sindaco di Gioia Tauro,Renato Bellofiore, e il

sindaco di San Ferdinando,Domenico Madafferi Ansa

FAT T O QU O T I D I A N O. I T Sul sito il video sulla discarica diBattaglina in Calabria di Lucio Musolino / Foto dal sito "No discarica Battaglina"

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8 SABATO 18 GENNAIO 2014 il Fatto Quotidiano

di Antonio Massariinviato a L’Aquila

L’ombra di un co-struttore, che hafatto da interme-diario con altre

aziende nella ricostruzione,aleggia su L’Aquila ormai da duegiorni. È stato l’ex sindaco Mas-simo Cialente, in un’intervista aServizio Pubblico, a lanciare ilsasso nello stagno: “C’è il presi-dente di un’importante istitu-zione cittadina che fa il broker daanni. E vorrebbe fare anche ilsindaco”. Il riferimento – spie -gano più fonti vicine a Cialente –è al presidente della Camera diCommercio di L’Aquila, Loren-zo Santilli, che è anche presiden-te del Consorzio stabile Erigeo.Un’impresa che ha lavorato neipuntellamenti del centro stori-co, al fianco dell’azienda Mazzi.

IL CENTRODESTRA non ha an-cora un candidato, nella prossi-ma partita politica aquilana, e ilnome di Santilli probabilmenteinizia a circolare. L’attività dibrokeraggio, d’intermediazionecon altre aziende, non è certo unreato, e Santilli è il presidentedella Camera di Commercio: ilFatto Quotidiano ha provato acontattarlo, per chiedere la suaversione dei fatti, ma – nono -stante ripetute telefonate e sms –non abbiamo ricevuto risposta.

Negli ambienti politici cittadini,comunque, il suo nome circolasempre più insistentemente. Amaggior ragione dopo la mani-festazione di ieri, che il sindacoha seguito dalla poltrona di casa.Il telefono squilla costantemen-te, c’è chi gli chiede di raggiun-gere la piazza, ma lui preferiscerestare apparentemente nel-l’ombra. “Non è il caso”, rispon-

de, fumando una sigaretta die-tro l’altra. Il suo è un braccio diferro con il Governo. E inizia al-le 17.30, quando la “sua” genteinizia a confluire verso un ten-done installato nel centro stori-co, affollandosi per la manife-stazione “A testa alta”: arrivanoesponenti del Pd da tutta la re-gione, con l’intento di dimo-strargli solidarietà.Parliamo di circa 1.500 persone,riunite sotto lo slogan “rimettia -

moli”, scelta per contrapporsi aun altro slogan e a un’altra piaz-za, quella dei 500 che ha chiestole sue dimissioni – all’indomanidegli arresti - urlando “dimet -tiamoli”.

A L’AQUILA adesso ci si conta. Eforse è ancora presto per dire sela città sia davvero spaccata co-me sembra. Bisognerà aspettare

questo pomeriggio, quando siterrà la seconda manifestazionedi piazza, questa volta control’ex sindaco e la sua Giunta. Dicerto c’è che Cialente non inten-de mollare la partita. Le agenziebattono dichiarazioni del tipo:“Non ci sono spazi per un mioripensamento”. Ma non è vero.Se c’è un pensiero che trova spa-zio, nella mente di Cialente, èproprio il ripensamento delledimissioni. Le condizioni sem-

brano due. Che il governo lanciun segnale, per ora mai arrivato,nello scontro avviato con il mi-nistro per la Coesione territoria-le, Carlo Trigilia. La secondacondizione riguarda l’indagine:se l’ingegnere del Comune,Marco di Gregorio, dovesse es-sere rinviato a giudizio, Cialentenon potrebbe rivendicare l’e-straneità della macchina ammi-nistrativa al sistema delle tan-genti ipotizzato dalla procura.Sarebbe il punto di non ritorno.Se Di Gregorio dovesse essereassolto, invece, Cialente conti-nuerebbe a giocare la sua parti-ta. Anche se la procura rinviassea giudizio il suo numero due,

ROBERTO RIGA, l’ex vicesinda-co anch’egli indagato: in quelcaso sarebbe stato “soltanto tra-dito” da un suo uomo. Nonsembra affatto un uomo deciso amollare, l’ex sindaco Cialente,piuttosto aspetta il momentoopportuno per ritirare le dimis-sioni, ma non può andare oltre il30 gennaio. Intorno a lui c’è lagiunta, o meglio, il Pd cittadinoe qualche esponente regionale.E poi quelle 1.500 persone arri-vate anche dal resto della regio-ne. Si vedrà oggi pomeriggio seL’Aquila si sta davvero spaccan-do in due fazioni - pro o controCialente - o se anche questa l’exprimo cittadino tenterà il ritor-no in sella.

UN GIORNO IN ITALIA

Banchiere indagatouccide mogliee figlio poi si spara

di Sandra Amurri

L’esperienza drammatica del terremoto l'ha vissuta adAvellino negli anni 80 quando era un bimbo. E ogni volta

che da Napoli, dove i suoi si erano trasferiti, ci tornava rivivevaquel senso di smarrimento. Anche per questo quando gli è stataofferta la direzione artistica del Teatro Stabile d'Abruzzo, Ales-sandro Preziosi l'ha accettata come un’occasione per riscattareil dolore della sua terra contribuendo a restituire bellezza ecultura a L'Aquila. Quarant'anni, volto noto della tv e del ci-nema che hanno coronato la sua carriera di attore teatrale. “Ionon dico mai: torno al teatro perché vivo di teatro. Il teatro è lapassione”. A L'Aquila il Teatro non c'è più, la furia del sismal'ha inghiottito. Forse rinascerà tra un anno, due, chissà. “Co-me faccio a fare teatro? Mi sono chiesto”. Utilizzando gli spazidel ridotto che sorge accanto e per gli spettacoli più grandil'auditorium della Guardia di Finanza a Coppito. ”L'impor-tante era ed è dimostrare come tra le rovine di una città ferita amorte, assediata dalla corruzione e dal malcostume, dalle di-missioni del sindaco, possa sopravvivere l'arte”, racconta Ales-sandro con una sensibilità profonda che dà voce alla sua bel-lezza: “Essere un attore prima di tutto è sentire dentro di sé una

responsabilità civile e so-ciale”. Una sorta di piffe-raio che comanda la rivo-luzione culturale come te-stimonia la scelta dei ruoliinterpretati nei Vicerè, nelsangue dei vinti, la fictionsu don Giuseppe Diana,ucciso dalla camorra, finoal giudice Sossi. E la suaunica speranza è riuscire adifendere il sogno comeCyrano de Bergerac che so-gna la luna, non accettacompromessi, muore perle ferite riportate in batta-

glia e lo fa in piedi sotto la luna piena, senza abbassare la testa“al Pd che mi ha scelto, al Pdl che è il mio committente, quelloche mi dà i soldi, affinché le mie scelte non siano condizio-nate”. E un grande timore: “Che il subbuglio politico possainterrompere questo cammino perché, come ha detto Benigninel discorso introduttivo al Parlamento europeo, nel nostroPaese è nata prima la cultura poi lo Stato. E la cultura non è unbene che si mangia, ma entra nelle viscere del tessuto sociale,scorre come sangue nelle vene e una mostra un bello spettacolosi mastica come fosse cibo”. E che la sua scommessa abbia datoi suoi frutti lo si vede dai numeri, rispetto agli abitanti, il TeatroStabile de L'Aquila ha il maggior numero di abbonamenti d'I-talia. Una scommessa che raggiungerà l'apice con la realiz-zazione del “Forum delle culture”. Progetto che prevede lacreazione in tre anni di una serie di laboratori di formazionecon la presenza di grandi personalità del mondo dell'archi-tettura, della ricerca scientifica, della letteratura, della psico-logia per creare quella che si potrebbe definire solidarietà del-l'interscambio. Il tono con cui Preziosi racconta L'Aquila èquello di chi non si “sente né impotente né politicamente di-retto, ma di chi prova, pur nelle difficoltà, a mettere in motouna competizione sana offrendo gli strumenti per la rinascitaperchè la formazione è alla base della prossima cultura politicasociale e pubblica”. E alla domanda cosa vorrebbe fare da gran-de risponde: “Il ministro dei Beni culturali”. E spiega “Pro-porrei una legge di settore che regoli le attività teatrali in-dipendentemente dal ministro. Mi piacerebbe mettere in pra-tica tutte le buone intenzioni dei politici, cominciando dallascuola”. E i sogni, come si sa, vogliono dormire con la passionee la tenacia che ad Alessandro Preziosi non mancano.

Le macerie a L’Aquila. In basso, il sindaco Massimo Cialente La Pre ss e /A n s a

IN PIAZZA

A L’Aquila ieri 1500

persone hanno preso

parte al “Alziamo

la testa”. Oggi attesa

una nuova

m a n i fe s t a z i o n e

Alessandro Preziosi Ansa

di Silvia D’Onghia

Avevamo notato che era ingrassata,ma non potevamo sospettare. Ulti-

mamente si era chiusa molto anche connoi”. Del resto in un convento adibito acasa di riposo per anziani ne succedonotalmente tante che non si può star dietroa tutto. E così nessuna delle consorelle siè accorta che lei, suorina salvadoregna di32 anni, in Italia da tanti anni, nel piùtotale e assoluto riserbo, approfittandodel cancello aperto, lunedì mattina hachiamato l’ambulanza e si è fatta portareal San Camillo De Lellis di Rieti, a pochichilometri dalla località di Campomoro,sede delle Piccole Discepole di Gesù. Ave-va un forte mal di pancia, credeva di avereuna colica renale – ha raccontato dolo-rante ai medici –, e figuriamoci se potevasospettare che quella massa informe chesi sentiva muovere nell’addome potevaessere, udite udite, un bambino.Francesco, per la precisione, come rac-contano le cronache reatine, un pupo diben tre chili e mezzo – alla faccia dellacolica renale – venuto alla luce, con benpoco di spirituale, mercoledì mattina. Unfiglio a sua insaputa, “non è possibile,sono una suora”, e giù rosari e Avemarie

per chiedere per-dono e soprattuttolo sguardo interro-gativo delle ostetri-che, delle infermie-re, dei ginecologi,delle suore e dellamadre superiora, epersino delle altrepuerpere che, nel-l’imbarazzo gene-rale, almeno hannoavuto la splendidaidea di fare unacolletta per il corredino di Francesco. Chemica vorrai lasciarlo nudo come Gesù,‘sto bambino nato quindici giorni dopo ilNatale. A nulla è servito il riserbo del-l’ospedale, la notizia è uscita comunque.

CHI SARÀ STATO?, si chiedono tuttiadesso in città. Gli esempi epici si spre-cano, e allora ci si segna il petto, anche sec’è qualcuno che insinua – malpensante –una presenza furtiva in convento, unanotte di nove mesi fa, qualcuno che si èintrodotto al buio e ha approfittato dellasorella. Oppure un momentaneo ritornoin patria, giusto qualche mese fa, ha sug-gerito il parroco della parrocchia Regina

Pacis di Rieti, don FabrizioBorrello, il quale ha volutomettere in evidenza l’estremasemplicità della suora. Fran-cesco, figlio dell’ignoranza.“Non ha saputo resistere alletentazioni – ha monitato lamadre superiora, preoccupa-ta che un evento, in fondo lie-to, possa trasformarsi in unenorme boomerang per la co-munità –. Non ha fatto delmale a nessuno, e proprio nonriesco a capire perché ci sia

così tanta attenzione attorno a questa sto-ria”. In effetti una suora incinta a sua in-saputa è una vicenda all’ordine del giorno.E così tutte le suore sono rimaste in con-vento, ad accudire i loro anziani, mentread assisterla è rimasta una sola consorella.Quel poco che si sa è che la sorella – anzi,la madre – terrà il bimbo, ma dovrà ri-nunciare alla vita monacale. Ma chissàche dirà di quel piccolo, suo omonimoforse non a caso, papa Francesco. Chissàse la sua rivoluzione arriverà ad ammet-tere che anche una suora, in fondo in fon-do, è anche una donna e che, a differenzadi Eva, può cedere alle tentazioni senzarischiare l’inferno.

Suora incinta “a sua insaputa”“UNA COLICA RENALE”: INVECE PARTORISCE UN BIMBO - FRANCESCO - DI 3,5 KG. “È IMPOSSIBILE”

Un gruppo di suore Ansa

HA UCCISO moglie e figlio per poi to-gliersi la vita con un fucile da caccia:Lamberto Albuzzani, presidente delCredito Cooperativo Area Pratese, in-dagato dalla Procura di Prato in un’in -chiesta sulla gestione dell’istituto ban-cario, ieri ha sterminato la propria fa-miglia a Campi Bisenzio, in provincia di

Firenze. Il figlio Marco si era laureato il12 dicembre scorso in Economia e com-mercio ed era in attesa di partire per unmaster. Il padre era cacciatore. I viciniraccontano che aveva l'abitudine di tor-nare a casa non prima delle 20. Ieri, in-vece, era arrivato verso le 18. Alle 18:30è arrivata la prima telefonata dei vicini

ai carabinieri. La famiglia è descritta co-me molto tranquilla.La sede della banca è a Carmignano, nelcomune di Prato. l'indagine era stataaperta l’estate scorsa dalla Guardia diFinanza e gli inquirenti ieri hanno de-finito la sua posizione assolutamente“m a rg i n a l e ”.

Preziosi: “Rinascitacon il teatro. Io sognola luna. E non mollo”

SISMA & CULTURA

Sulla ricostruzionel’ombra del broker“aspirante sindaco”DIETRO L'AFFARE POST TERREMOTO UNA FIGURA ISTITUZIONALEMENTRE CONTINUA IL BRACCIO DI FERRO TRA CIALENTE E GOVERNO

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9il Fatto Quotidiano SABATO 18 GENNAIO 2 01 4

Termini Imerese,gli operai sfilerannosotto al ministero

di Stefano Feltrie Valeria Pacelli

Dal 1992 l’amiantoè stato messo albando in Italia,ma quello che c’e-

ra è rimasto in circolazione.La circolare del tenente co-lonnello della Guardia di Fi-nanza, Carmine Cortese, del 9gennaio 2013, ha come ogget-to “Presenzaamianto suimezzi aerei”. El’effetto imme-diato è quello dichiudere la partedella base milita-re di Pratica diMare (vicino Ro-ma) in cui si èfatta in questianni la manutenzione deglielicotteri. In cui c’era amian-to.

IL MOVIMENTO Cinque Stel-le aveva denunciato alla Ca-mera il caso degli elicotterimilitari Agusta, controllatadel gruppo Finmeccanica,pieni di amianto, con un’in -terrogazione con primo fir-matario il deputato AlbertoZolezzi e che muoveva daun’inchiesta di Stefano Pitrellisull’Huffington Post. In Parla-mento, il ministro della DifesaMario Mauro aveva spiegatoche “non è realistica, tuttavia,la prospettiva di una rimozio-ne integrale della presenza diamianto, che, peraltro, possia-mo trovare ancora in grandiquantità anche nelle fabbri-

che, negli edifici privati e pub-blici e nell’ambiente”. Propriocome nella base di Pratica diMare, come certificato dall’i-spezione del tenente colon-nello Cortese che è coman-dante del “Primo Gruppo ae-reo” della Guardia di Finanza.Le analisi sono state eseguite il“30 dicembre 2013, relativa-mente alla ricerca delle fibreaerodisperse di absesto nel-

l’ambito dell’aviorimesse sededel I Gruppo Aereo”. Analisiche “hanno evidenziato il su-peramento dei limiti previstidalla legislazione italiana” equindi è stata disposta “a ti-tolo precauzionale, la cessa-zione di ogni tipo di attivitàlavorativa nei laboratori dellasquadra elettrodomestici dibordo e motoristi”. Nel docu-mento viene specificato “l’as -

soluto divieto diaccesso” ai labora-tori in cui, fino alnove gennaio, sifaceva la manu-tenzione degli eli-

cotteri. In un altro documen-to del 13 gennaio il coman-dante Cortese parla della “ac -clarata presenza sulle lineeA109B e AB412HP di parti-colari contenenti amianto chepossono potenzialmente con-taminare gli indumenti di la-voro degli specialisti operan-ti”. Il riferimento è a due mo-delli di elicotteri Agusta uti-lizzati dalle forze dell’ordine,dalla Finanza ma anche daiCarabinieri o dalla Forestale.Agusta aveva replicato all’Huf -fington Post di aver “agito sem-pre nel rispetto delle norma-tive nazionali ed europee in

materia di amianto” e perquanto riguarda i mezzi co-struiti prima del 1992, “l’a-zienda precisa che tutti gli in-terventi di rimozione richie-sti, relativi alla potenziale pre-senza di amianto in alcunicomponenti, sono stati effet-tuati in coordinamento con lestesse forze armate”. Comedire: la responsabilità è comeminimo condivisa con il mi-

nistero della Difesa. Nel mo-dello A109 “l’amianto può es-sere contenuto in guarnizioni,condotti, tubi, nonché pasti-glie dei freni, rotore e ruote”,si legge per esempio nella co-municazione di Agusta al mi-nistero della Difesa.

L’OSSERVATORIO Nazionalesull’Amianto spiega in un co-municato che l’ispezione diCortese a Pratica di Mare èfrutto anche dell’iniziativa dialcuni finanzieri del repartoromano, preoccupati per lapropria salute dopo la mortedi un loro collega che avevalavorato soprattutto nella na-vigazione marittima in Vene-to. Assistiti dall’avvocato EzioBonanni, si sono poi rivolti al-la Procura di Padova, presso laquale si era recato anche il lo-ro collega deceduto. A Torinoanche il pm Raffaele Guari-

niello sta indagando sugli eli-cotteri all’amianto. Proprio aGuariniello si sono rivolti inquesti giorni anche i vigili delfuoco, con il sindacato Cona-po, dopo che il dipartimentodei vigili del fuoco ha trasmes-so al personale una lista diparti e pezzi di ricambio deglielicotteri Agusta AB206 eAB412 usati dai pompieri chesono “potenzialmente inte-ressati” dalla presenza diamianto. Il timore dei vigilidel fuoco è che alcuni di questicomponenti siano ancoramolto pericolosi perché “sog -getti a sfregamento”, quindipossono rilasciare fibre can-cerogene nell’aria. “Delle duel’una, o è amianto e il perso-nale va informato e i pezzismaltiti, o non è amianto e ipezzi non vanno smaltiti”,scrive il segretario generaledel Conapo, Antonio Brizzi.

LA GUARDIA DI FINANZA AMMETTE:“AMIANTO SUI NOSTRI ELICOTTERI”POCHI GIORNI FA LE ANALISI: CHIUSO IL REPARTO DELLA BASE DI PRATICA DI MARE

di Salvatore Cannavò

Che fai mi cacci? Le parole di Maurizio Lan-dini, intervenendo ieri al direttivo nazionale

della Cgil, non sono queste ma il concetto sì. Loscontro tra il segretario della Fiom e la leader dellaCgil, Susanna Camusso, è tornato a livelli altis-simi con il capo dei metalmeccanici intenzionatoa non rispettare l’accordo sulla rappresentanza si-glato dalla Cgil con Cisl, Uil e Confindustria e cheil direttivo del principale sindacato ha approvatoieri con 95 voti a favore, 13 contrari e 2 astenuti.Maggioranza ampia per Camusso, quindi, circal’85%, anche se una quindicina di delegati dell’a-rea Lavoro e Società di Nicolosi e dell’opposizionedi Cremaschi non ha partecipato al voto. Il se-gretario generale è del tutto tranquilla e soddi-sfatta per il lavoro svolto. E non si è scompostaquando Landini, con cui pure sta svolgendo uni-tariamente il congresso Cgil (che si concluderà ainizio maggio), è salito sul palco e le ha rivolto, inun intervento duro, tutta la propria ira.

LA FIOM CONTESTA alla Cgil di aver fatto un ac-cordo che, di fatto, si ispira al modello Marchion-ne con le sanzioni per chi non rispetta gli accordi econ la possibilità di un comitato arbitrale com-posto dalle confederazioni e dagli industriali persanare i contenziosi. Il segretario delle tute blucontesta il merito e la forma dell’intesa della scorsa

settimana: “Con che faccia andrete a Pomigliano aspiegarlo?”. Poi l’avvertimento più importante:“Se pensate di limitare l’autonomia della Fiom tra-mite la Cisl, la Uil e la Confindustria, noi non ve lofaremo fare, chiaro? Per noi, ha aggiunto, quel te-sto non è vincolante e non lo rispetteremo”.

GELO DELLA SALAe della stessa Camusso che nonha fatto una piega e ha messo ai voti un testo in cuisi conferma tutto il lavoro svolto dalla segreteriapuntando sugli elementi positivi dell’intesa: la“continuità con gli accordi” precedenti; la rappre-sentanza finalmente “trasparente” con la certifi-cazione di iscritti e voti; la possibilità di validare gli

accordi solo se firmano delegati o sindacati cherappresentino il 50% più 1; l’abolizione della quotagarantita del 33% a Cgil, Cisl e Uil nelle Rsu. Quan-to al punto dolente, le sanzioni per chi non rispettai contratti firmati, la Cgil invita a considerare dueaspetti: “Per la prima volta si applicano le sanzionianche alle aziende” dicono gli uomini della Ca-musso e “si dà la possibilità a chi è rimasto fuoridagli accordi, come la stessa Fiom tra i metalmec-canici, di rientrare ai tavoli”. Camusso non sem-bra badare all’avvertimento di Landini: “Chi nonrispetta le nostre decisioni si mette fuori dallo Sta-tuto”.Lo scontro ha anche un aspetto politico. Chi ha

assistito alla contesa con uno sguar-do più distaccato, come gli uomini diCremaschi – unico a presentare undocumento alternativo al congresso– pensa che al leader Fiom sia statafatta pagare anche l’alleanza im-provvisa con Matteo Renzi. Il grossodella Cgil ha sostenuto Gianni Cu-perlo alle recenti primarie e una chein quella contesa ci ha messo la fac-cia, come Carla Cantone dei Pensio-nati, in passato riavvicinatasi a Lan-dini, ieri si è schierata con Camusso.Di Renzi, in particolare, la Cgil temela promessa fatta a Landini di rea-lizzare una legge sulla rappresentan-

za fatta al di fuori dal confronto con i sindacati.“Con questa intesa ci siamo ripresi una materiache è nostra” si è sentito dire negli interventi. An-che per questo, in asse con Bonanni e Angeletti,Camusso ritiene che se una legge vuole essere ela-borata – la Cgil ricorda che la sua richiesta di ap-plicare l’articolo 39 della Costituzione risale al1989 – dovrà basarsi sul testo dell’intesa approvataieri dal direttivo.

LANDINI HA ASSICURATO che non intende la-sciare la Cgil e che non si sente affatto isolato. Ilvoto del direttivo non lo sorprende e viene datoper scontato. Anche perché ha registrato un av-vicinamento con l’area di Nicolosi, formalmentein maggioranza ma che parla apertamente di “unproblema di democrazia” interno alla Cgil. Stesseparole utilizzate da Gianni Rinaldini, ex segretarioFiom. Alla sua sinistra, però, si muove l’area diGiorgio Cremaschi che spera di essere premiatanella partita congressuale. Anche perché il testoapprovato ieri sarà “diffuso e condiviso” in tutte leassemblee congressuali ma non sarà messo ai voti.Il suo documento potrebbe beneficiarne. Per Lan-dini si riapre comunque la strada dello scontro in-terno. Che potrebbe precipitare quando si veri-ficherà il primo “incidente”, cioè un accordo con-testato dalla Fiom. “Se non rispetta le decisioni”dicono in segreteria, “Landini si mette fuori dalloStatuto”. Appunto, che fai mi cacci?

“Che fai mi cacci?”, scontro Landini-CamussoIL SINDACATO VARA L’INTESA SULLA RAPPRESENTANZA. LA FIOM: LA VIOLEREMO. IL LEADER DELLE TUTE BLU PAGA L’ALLEANZA CON RENZI

Un elicottero della Guardia di Finanza

A L L’I TA L I A NA

F I N M ECC A N I C A

Dopo le denunce

dell’O ss e r va to r i o

nazionale e dei Cinque

Stelle sui mezzi Agusta

( Fi n m e cc a n i c a )

è partita l’ispezione

CIRCA 500 OPERAI della Fiat edelle ditte dell’indotto hanno parte-cipato all’assemblea indetta da Fim,Fiom e Uilm davanti ai cancelli dellafabbrica a Termini Imerese, chiusada due anni con tutti i lavoratori inCig in deroga. Anche il governatoredella Sicilia Rosario Crocetta ha pre-

so parte alla riunione. "Il presidenteCrocetta - dice il segretario dellaFiom di Palermo, Roberto Mastro-simone - ha condiviso le ragioni deisindacati, chiediamo la riaperturadello stabilimento. Il governo Lettadeve dare un segnale concreto allaSicilia e ai lavoratori. La Fiat deve

rivedere le proprie scelte su TerminiImerese". Per il 31 gennaio al mini-stero dello Sviluppo economico èstato fissato un vertice sulla verten-za; per quella data le organizzazionidei lavoratori metteranno a dispo-sizione dei pullman per consentireagli operai di raggiungere la Capitale

e partecipare a una manifestazionedavanti al dicastero di via Veneto.Anche il sindaco di Palermo, LeolucaOrlando, ha sollecitato i governi na-zionale e regionale a “colmare ilvuoto e l’inadeguatezza di risposteche interessano un grande territorioe la stessa città di Palermo”.

Traguardo in vista per la vertenza sugli auto-matismi stipendiali del personale della scuola.

Un decreto legge varato dal Consiglio dei ministriconferma quanto annunciato dal premier Letta neigiorni scorsi e cioè che dalle buste paga non verràprelevata la tranche di 150 euro come restituzionedegli scatti già pagati dal primo gennaio 2013, ri-pristina gli scatti d’anzianità per il 2014 e consentedi recuperare quelli del 2012 e 2013. Il provve-dimento demanda, infatti, a un’apposita sessionenegoziale il riconoscimento dell’anno 2012 ai finidella progressione stipendiale dei dipendenti dellascuola (insegnanti e personale non docente). E as-sicura che nelle more della conclusione di questasessione (e non oltre il 30 giugno 2014) “al per-sonale interessato verrà mantenuto il trattamentoeconomico corrisposto nell’anno 2013”. La pro-cedura negoziale per il recupero dei mancati scattiè stata già utilizzata per gli anni precedenti al 2012e - si spiega - viene finanziata con risparmi e risorseprovenienti dal settore scolastico senza alcun one-re aggiuntivo per il bilancio dello Stato.

SCUOLA Il Cdm cancellail prelievo ai professori

Maurizio Landini (Fiom) e Susanna Camusso (segretario Cgil) Ansa

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10 SABATO 18 GENNAIO 2014 il Fatto Quotidiano

di Marco Lillo

Un anno dopo l’esplosione dello scan-dalo Monte dei Paschi sulle pagine delFa t to c’è qualcosa che non torna nelmodo in cui stampa e magistratura

stanno chiudendo la pratica. Il processo che si tienea Siena mette sul banco delle vittime i controllorigabbati dai grandi imputati, Giuseppe Mussari eAntonio Vigni. Ma, a seguire le ultime udienze, laricostruzione che vuole Banca d’Italia e Consob te-nute all’oscuro di tutto e incapaci di capire quelloche accadeva a Siena, traballa. Per capire perché l’as -sociazione dei consumatori Adusbef spara ad alzozero contro l’atteggiamento dei magistrati senesi bi-sogna tornare al 22 gennaio 2013. Quel giorno IlFatto Quotidiano pubblica in prima pagina un titoloche oggi sembra scontato, ma che allora era un pu-gno in pancia al Monte e a tutto il sistema bancarioitaliano: “Mps, i conti truccati e il contratto nasco-sto”. L’articolo, frutto di un autonomo lavoro in-vestigativo, fa crollare Mps in Borsa. L’ex presidenteGiuseppe Mussari nel pomeriggio del 23 gennaio sidimette dalla guida dell’Abi.

IL SENSO DELLA STORIA raccontata era questo:per eliminare dall’attivo il derivato Alexandria senzafar emergere il buco di bilancio, Mussari e il suodirettore generale Antonio Vigni pensarono benenel 2009 di accordarsi con Nomura. La banca d’af -fari comprava a un prezzo alto e completamentefuori mercato il derivato tossico eMps accettava di acquistare daNomura un’operazione struttu-rata su un Btp italiano che scade-va addirittura nel 2034. La primaoperazione attiva per la banca diMussari era compensata dalla se-conda negativa. Lo scoop del Fat -to consisteva nella pubblicazio-ne di due documenti che prova-vano la relazione tra le due ope-razioni, entrambe fuori merca-to, e apparentemente separate. Ilprimo era il mandate agreement,un contratto scritto in inglese etrovato nell’ottobre 2012 dainuovi manager di Mps nella cassaforte dell’ex dgAntonio Vigni. Il secondo documento era la tra-scrizione di una telefonata del 2009 tra Mussari e ilcapo di Nomura in Europa, Sadeq Sayed, nellaquale i due si dicevano che le due operazioni eranofuori mercato e che l’una era il prezzo dell’altra.Il processo in corso a Siena sul mandate agreementnascosto ipotizza il reato di ostacolo alla vigilanzaproprio perché – per i pm Aldo Nastasi, GiuseppeGrosso e Antonino Natalini – il collegamento tra ledue operazioni configurato dal contratto firmato daVigni e poi messo in cassaforte, era stato nascostoalla Banca d’Italia e alla Consob. L’Adusbef noncondivide questa impostazione assolutoria versoBankitalia e ha presentato un esposto-denuncia allaCorte d’appello di Genova, competente sul Tribu-nale di Siena, e alla Procura Generale di Cassazione.

Secondo il presidente di Adusbef, Elio Lannutti, latesi sostenuta nel capo di imputazione del processonon regge se si ascolta su Radio Radicale l’interro -gatorio reso dall’ex capo degli Ispettori di Bankitalia,Giampaolo Scardone (nel frattempo passato a Ban-ca Carim come vicedirettore generale) il 2 dicembre2013. In quell’interrogatorio emerge che, prima delritrovamento del contratto, Bankitalia e Consobavevano gli strumenti per capire.La deposizione al processo come testimone dell’ac -cusa dell’allora ispettore Scardone è stata effettiva-mente un colpo di scena. Grazie alle domande in-calzanti dell’avvocato di Mussari, Fabio Pisillo, si èscoperto che il 17 aprile 2012 Scardone, all’esito diun’ispezione molto lunga, firma un rapporto nelquale afferma: “Analizzando congiuntamente ledue operazioni (“struttura Btp 2034” e nota Ale-

xandria) se ne possono apprezzare in parallelo glieffetti economici tra il fair value della prima (...) e leriprese da valutazione della seconda, risultanti daidati gestionali interni alla banca. Emerge un valoredi 75,5 mln a vantaggio di Nomura (108 mln - 183,5mln)”. In pratica l’ispettore di Bankitalia individua ilcollegamento tra due operazioni realizzate nellostesso periodo tra le stesse parti e aventi segno op-posto e trova pure la commissione pagata per il fa-vore da Mps a Nomura: è la differenza tra la perditasul Btp e il guadagno su Alexandria: pari a meno 75,5milioni di euro.Quando l’avvocato Pisillo chiede conto a Scardo-ne di quelle intuizioni profetiche, senza contrattoin mano, lui replica: “Fino a quel momento noiabbiamo fatto solo delle ipotesi. La dimostrazione,se mi permette, che noi questa cosa non l’abbiamocontestata all’azienda, perché non ce n’erano i pre-supposti di oggettività. Se noi avessimo saputo chenon era solo una sorta di esercitazione di scuola daparte nostra ma fosse, come dire, l’adempimentodi un mandato contrattuale, questa cosa in qual-che modo all’azienda gliel’avremmo contestata.L’avremmo quanto meno invitata a rivalutare ilprezzo delle due operazioni in modo tale da faremergere eventuali effetti negativi da portare alconto economico della banca”. Solo ipotesi, quin-di.Peccato che l’avvocato Pisillo tira fuori l’allegatonumero 6 alla relazione di Scardone. È un docu-mento consegnato dal Monte dei Paschi di Sienaagli ispettori nel quale non si fanno ipotesi sul col-legamento tra le due operazioni ma lo si dà percerto. Non è dato sapere né l’autore né la data deldocumento ma di certo è vicina a una mail del 21settembre 2009, allegata alla relazione dell’aprile2012 firmata da Scardone. Nell’allegato 6, risalen-te probabilmente a metà settembre 2009, gli uo-mini di Mps mentre stanno montando l’operazio -ne oggi contestata a Mussari e compagni, fannodue ipotesi su come effettuare l’operazione che poisarà cristallizzata nel mandate agreement. ScriveMps: “Le possibili linee di azione sono le seguenti:1) Nomura – si legge nel report di Mps – compra lacarta a 81 (come valutata attualmente a bilancio).Essendo il titolo ad Afs, inizialmente marcato a100, si avrebbe una perdita di circa 80 milioni aconto economico, e Nomura dovrebbe recuperare(ipotizzando una valutazione a 20 di Alexandria)

circa 240 milioni dall’operazione accessoria di Btpa Repo in Asset Swap + Repo Facility; 2) Nomuracompra la carta a 100. Nessun impatto a contoeconomico, e Nomura dovrebbe recuperare (ipo-tizzando una valutazione a 20 di Alexandria) circa320 milioni dall'operazione accessoria di Btp a Re-po in Asset Swap + Repo Facility”. A parte la com-plessità del linguaggio, il concetto è chiaro: se No-mura fa un regalo a Monte Paschi su Alexandria,comprando il titolo a 81, dall’altro lato Mps dovràfare un regalo simmetrico sul Btp in modo tale daperdere 240 milioni. Se invece l’entità del regalosale perché Nomura compra a 100, Mps dovràsobbarcarsi nell’operazione sul Btp una perditamaggiore: 320 milioni. Questo documento inter-no a Mps è – secondo la difesa di Mussari – piùchiaro del famigerato mandate agreement nello sta-bilire un nesso di reciprocità tra le due operazioni.Con la differenza che l’a g re e m e n t era chiuso in cas-saforte e quindi nascosto a Banca d’Italia e Con-sob, mentre questo, anche se solo nel 2012, è statoconsegnato agli ispettori della Banca d’Italia.

COSA NE HANNO FATTO? Quando l’avvocato Pi-sillo lo chiede all’ispettore Scardone, lui replicache è stato trasmesso alla Consob e ai suoi supe-riori. E perché non c’è stata contestazione alcuna?“Io non posso andare a contestare a una banca chesulla base di un contratto che io non conosco hachiuso un’operazione in perdita”. Il pm Grossopiù volte è intervenuto per frenare la vis oratoria diPisillo davanti al testimone in difficoltà. Proba-bilmente è stato solo il gioco delle parti processualiche porta l’accusa a tutelare il suo capo di impu-tazione. Talvolta però le esigenze dell’ufficio del-l’accusa non coincidono con quelle della pubblicainformazione e con la tutela dei risparmiatori.Sarebbe importante, se non da parte della Procuradi Siena, in altra sede, magari con una commis-sione parlamentare di inchiesta, perché nessunoin Banca d’Italia e Consob abbia attivato i poteri.Non solo nel 2009 quando l’operazione è stata ef-fettuata, ma nemmeno nei primi mesi del 2012quando Mps ha messo sotto il naso degli ispettoriun documento che “confessava” il trucco insitonel bilancio 2009. Rispondere seriamente a questadomanda è l’unico modo per evitare che altri al-legati esplosivi saltino fuori dai cassetti e che altricasi Monte dei Paschi si ripetano in futuro.

E C ONO M I A

D opo l'Istat anche laBanca d'Italia smen-

tisce le stime del governosulla ripresa economica.La crescita sarà infatti piùmodesta, e si lascerà in-dietro una larga fetta delsistema produttivo nazio-nale composto dalle pic-cole e medie imprese, si-tuate perlopiù nel Mezzo-giorno, con la disoccupa-zione che continuerà a crescere nei pros-simi due anni. La Banca d’Italia, nel suobollettino economico pubblicato ieri, èmeno ottimista dell'esecutivo. Dopo es-sere sceso di un altro 1,8 per cento que-st’anno, il Pil crescerà infatti di un mo-desto 0,7 il prossimo e dell’1 per cento nel2015. Il governo, nel Documento di eco-nomia e finanza, puntava invece a un in-cremento dell’1 per cento nel 2014 e del-

l’1,7 nel 2015. La nota do-lente resta il lavoro. La di-soccupazione sfiorerà in-fatti il 13 per cento nelprossimo biennio, rag-giungendo il picco del12,9 per cento nel 2015. Apesare è soprattutto lacontrazione dei consumiinterni, con il record ne-gativo dell'inflazione. “Sepermane su livelli conte-nuti per un prolungatoperiodo di tempo - si leg-ge nel documento di Ban-kitalia - potrebbe indurreuna revisione al ribasso

delle aspettative a medio e a lungo termine".L'Istituto di via Nazionale ha infatti tagliatole previsioni pubblicate a luglio: i prezzi alscesi all’1,3 per cento nel 2013, si ridurrannoancora quest’anno, all’1,1 per cento. Un lievemiglioramento è atteso per il 2015, anche se,ha avvertito il governatore di Bankitalia,Ignazio Visco, “non è certo con un ritornoall’inflazione che si può rendere sostenibilel’elevato livello del debito pubblico”.

C R E S C I TA Visco smentiscele stime del governo

Il derivato segretocon Nomurae l’addio di Mussari

UN ANNO FA, il 22 gennaio 2013, un ar-ticolo di Marco Lillo sul Fa t to rivela chenel 2009 il Monte dei Paschi ha truccatoil bilancio per nascondere una perdita da200 milioni di euro e far scattare un di-videndo da un centesimo che serviva al-l’azionista principale, la FondazioneMonte Paschi, per una complessa ope-

razione finanziaria (il prestito Fresh) conle banche creditrici. Secondo una rela-zione dell’ad Fabrizio Viola, poche set-timane prima i vertici della banca ave-vano scoperto nella cassaforte dell’ex di-rettore generale Antonio Vigni un con-tratto segreto che legava il derivato Ale-xandria a un’operazione in titoli di Stato

con Nomura. La banca giapponese chiu-deva un’operazione in perdita, in realtànascondeva un buco da 200 milioni diMps rifacendosi poi sul rendimento di unpacchetto di Btp. Il giorno dopo l’ar ticolodel Fa t to, l’ex presidente di Mps Mussarilascia la guida dell’Abi, l’a ss o c i a z i o n ebancaria italiana.

IL DOCU-MENTO È la

stessa Mps aesplicitare lo

scambio con Nu-mura. Nella foto,Giuseppe Mussa-

ri La Pre ss e

MPS UN ANNO DOPO BANKITALIA SAPEVAMA LA FA FRANCA AL PROCESSOGLI EX VERTICI SONO ACCUSATI DI OSTACOLO ALLA VIGILANZA. MA VIA NAZIONALE AVEVA AVUTOINFORMAZIONI MESI PRIMA CHE IL “FAT TO ” RIVELASSE IL BUCO DI BILANCIO DA 200 MILIONI

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12 SABATO 18 GENNAIO 2014 il Fatto Quotidiano

di Philip OltermannBerlino

Avolte l’arte si ispiraalla realtà, altre voltela precede. Quantosta succedendo nel-

l’ex Germania est sembra ispi-rato a Le vite degli altri, il capo-lavoro di Florian Henckel vonDonnersmarck, storia dram-matica degli abitanti della Ddrsottoposti al serrato controllodella temutissima Stasi. Traquesti anche il drammaturgoDreyman che si riteneva al si-curo per il fatto di essere amicodi tutti i pezzi grossi del regime.Dopo la caduta del Muro di Ber-lino Dreyman viene a sapereche anche la sua abitazione erapiena di “cimici” e, come molticoncittadini, si reca negli ufficidella disciolta Stasi per prende-re visione del suo fascicolo. Aconsegnarglielo sono gli stessiimpiegati che avevano lavoratoin quelle stanze durante il co-munismo.Dopo la riunificazione il gover-no decise di avviare un esperi-mento storico istituendo unaagenzia il cui compito era quellodi consentire a coloro che eranostati spiati dalla Stasi di prende-re visione del materiale che li ri-guardava. Qualche giorno fa lanotizia inattesa: il Commissariofederale dell’archivio della po-lizia segreta dell’ex Germaniadell’est ha ammesso che nei suoiuffici lavorano ancora 37 ex di-pendenti della Stasi. La Com-missione Federale per gli Archi-vi della Stasi fu istituita dal go-verno tedesco nel 1991 con ilcompito specifico di proteggereil materiale contenuto negli ar-chivi della Stasi dagli ex agentidesiderosi di distruggere le pro-ve delle loro malefatte e di ga-rantire l’accesso ai documenti achiunque avesse avuto anche ilminimo sospetto di essere statospiato o intercettato dalla poli-zia segreta della Ddr.

NEL 2007 un rapporto segretodel governo tedesco finito non sisa come in mano ad alcuni gior-nalisti rivelava che fin dall’inizionegli archivi avevano lavorato79 ex dipendenti della Stasi, al-cuni dei quali senza che il Par-lamento ne fosse a conoscenza,alimentando in tal modo il so-spetto che molti documenti po-tessero essere stati distrutti o al-terati. L’attuale responsabiledella gestione e del corretto fun-zionamento degli archivi, ilCommissario federale RolandJahn, ex giornalista dissidentedella Ddr, nel discorso inaugu-rale pronunciato nel marzo del2011 ha definito “intollerabile”il fatto che le vittime della Stasi oi loro familiari che chiedevanodi prendere visione dei docu-menti che li riguardavano do-vessero avere a che fare con exdipendenti della polizia segreta.“Ogni ex collaboratore dellaStasi tuttora in servizio negli ar-chivi dell’ex polizia segreta dellaGermania est è uno schiaffo infaccia alle vittime di quel regi-me”, ha detto Roland Jahn. Enon di meno qualche giorno fa èemerso che negli uffici degli ar-chivi lavorano ancora 37 perso-ne che lavoravano per la Stasi.Potrebbero non sembrare moltise si considera che il personaleammonta a 1.600 dipendenti,ma lo scandalo è scoppiato

ugualmente. In una intervistaconcessa al quotidiano Tages -spiegel, Roland Jahn ha ammes-so che risolvere il problema si èrivelato più difficile del previsto.La legislazione del lavoro tede-sca consente il trasferimento diun dipendente pubblico solo a

L’archivio della Stasi a Berlino. Sopra, lapidi lungo il percorsodel Muro. Il bacio Breznev-Honeker e una giovane Merkel La Pre ss e

condizione che venga collocatoin un posto “paragonabile” perretribuzione e incarico. “Abbia -mo ancora 37 dipendenti che la-voravano per la Stasi. Cinquesono stati trasferiti, 5 sono an-dati in pensione e uno è dece-duto. Tutti gli altri trasferimentisono in fase di attuazione, ma cisono problemi da superare”, haspiegato Jahn.

AL MOMENTO del crollo dellaDdr sembra che la Stasi avesse91.000 dipendenti a tempo pie-no e tra 110.000 e 190.000 infor-matori. La maggior parte diquelli riassunti sono tecnici oaddetti all’amministrazione oalla segreteria, ma almeno 2 era-no ufficiali di alto grado dellapolizia segreta.Le ultime rivelazioni gettano

una luce inquietante anche sullafigura del presidente JoachimGauck, che fu il primo commis-sario degli archivi della Stasi trail 1990 e il 2000. Nel suo libro del1991, “Die Stasi-Akten” (I file del-la Stasi), aveva difeso la scelta diriassumere il personale dell’expolizia di Stato della Germaniaest: “non avremmo potuto fare ilnostro lavoro senza le loro co-noscenze dei servizi segreti dellaDdr e del sistema di archiviazio-ne usato dalla Stasi”.

Originariamente assunti con uncontratto a tempo determinatodella durata di pochi mesi, fu-rono stabilizzati nel 1997 grazieal personale interessamento diGauck. Klaus Schroeder, storicoche si è occupato del problemadella presenza ex dipendentidella Stasi negli archivi, ha dettoal G u a rd i a n : “La responsabilità diaver consentito a queste personedi accedere a documenti delicatiricade sulle spalle di Glauck”.Jahn, l’attuale commissario, in-tervistato dalla Tagesspiegel hadetto che non si potevano fareparagoni tra la National SecurityAgency Usa e la Stasi: “trovo as-surdo paragonare la Nsa allaStasi – è una cortina fumogenautile solo a chi vuole impedire diricostruire la verità storica. È unparagone che non ci aiuta a ri-

solvere gli attuali scandali inmateria di intelligence e in qual-che modo banalizza l’operatodella Stasi. La Stasi non si limi-tava a raccogliere informazioni,ma sbatteva in galera anchequelli che criticavano lo Stato.Le polemiche sulla Nsa hannodimostrato quanto è importan-te protestare immediatamentequando si viene a conoscenza diviolazioni dei diritti umani”.

© The GuardianTraduzione di Carlo A. Biscotto

LE VITE DEGLI ALTRIDecine di ex funzionari del regime comunista

sono stati riciclati e supervisionano

la consultazione degli incartamenti

DUECENTOMILA INFORMATORIAi tempi della caduta del Muro, la rete di delatori

era ancora in piedi. Critiche al capo dello Stato

Glauck, primo responsabile dell’archivio

AG UZ Z I N I

Chi fa ricerche sui

familiari scomparsi

deve avere a che fare

con gli agenti della

macchina repressiva

del regime comunista

LA STASI SOPRAVVIVE A BERLINOMOLTI AGENTI DELLA POLIZIA SEGRETA DELLA RDT LAVORANO NEGLI ARCHIVI DELLA GERMANIA RIUNIFICATA

ALTRI MONDI

Il ‘requiescat in pace’ diHiroo Onoda è un elogio

della irriducibilità: l’ultimosoldato giapponese ad ar-rendersi nella SecondaGuerra Mondiale, tenente diquello che fu l’esercito im-periale del Sol Levante, èmorto a 91 anni, in un ospe-dale di Tokyo. Per trent’an -ni, insieme a 3 militari, manmano dileguatisi o uccisi,aveva ‘resistito’ nella giungla delle Filippine,totalmente isolato dal mondo reale, ignaroche il conflitto fosse finito, simbolo suo mal-grado del militarismo nipponico fanatico eostinato.La sua guerra vittoriosa contro disagi, insetti,malaria evoca il bushido, codice d’onore deisamurai, ma ha pure i codici genetici dei to-talitarismi Anni ‘30: riflette lo spirito di sa-crificio giapponese e la fedeltà cieca all’impe -ratore. Ma l’ostinazione di Onoda ebbe unprezzo di sangue: fece decine di vittime, fi-

lippini ‘nemici’. Inviato nel 1944 sull'isola diLubang, a ovest dell’arcipelago, vicino a Lu-zon, il tenente Onoda, 22 anni, addetto aiservizi, specialista nelle tecniche di guerri-glia, ricevette l'ordine d'infiltrarsi al di là del-le linee nemiche, per azioni di ricognizione esabotaggio: doveva cavarsela da solo finquando non avesse ricevuto nuove istruzio-ni; soprattutto, non arrendersi. Onoda ri-spettò la consegna per trent’anni.

NEL 1945, il Giappone fusconfitto e, dopo gli attac-chi con l’atomica su Hiro-shima e Nagasaki, firmò laresa. Nascosto nel foltod’una foresta tropicale,Onoda non lo seppe.Quando, nel 1950, uno deisuoi uomini lasciò il drap-pello, il Mondo scoprì gli‘irriducibili’: aerei lancia-rono volantini per infor-mare il tenente che la guer-

ra era finita; lui non ci credette. Li cercarono fino al1959, poi li diedero per morti e nessuno ne parlò più.Fino al 1972, quando Onoda e il suo ultimo compagnosuperstite attaccarono una pattuglia filippina. Onodariuscì a fuggire, il soldato restò ucciso. Viveva di fruttae radici e delle prede che riusciva a catturare.Si negò persino a una spedizione di suoi familiari man-data a convincerlo a deporre le armi. Alla fine, Tokyomandò un suo ex superiore, il maggiore Taniguchi, arevocare l’ordine del ‘44: era il 9 marzo 1974, Onodaaveva 52 anni. Il tenente fu l’ultimo dei ‘folli dell’Im -peratore’ ad arrendersi, ma, sulle isole del Pacifico,decine avevano continuato la guerra ad oltranza.Nel 1972, uno era stato preso sull’isola di Guam. Rien-trato in patria, Onoda faticò a raccapezzarci in unmondo che era cambiato: il Giappone era pacifista estava affermandosi come potenza economica. Nel '75,emigrò in Brasile, dove si sposò e gestì una pianta-gione. Nell' ’89, tornò a casa: sfruttò la sua leggenda diRambo nipponico, pubblicò un’autobiografia, fuospite di programmi tv, creò una scuola di soprav-vivenza. Nel 96 tornò a Lubang e donò 10.000 dollari auna scuola: una sorta di compensazione, per le suevittime sull’isola.

Addio al giapponese irriducibileIL SOLDATO ONODA È MORTO A 91 ANNI: SI ARRESE SOLO NEL 1974, A 30 ANNI DALLA FINE DELLA GUERRA MONDIALE

Pianeta terra

INDIA ”MANTENETE LE PROMESSE, NO A PENA DI MORTE”L'India deve mantenere le promesse fatte all’Italia e non applicare lalegge anti-terrorismo, che prevede la pena di morte, al caso dei duemarò. Il governo annuncia che lunedì al massimo, al tribunale indianosarà chiesto il rientro in Italia dei due fucilieri di Marina. Ansa

VATICANO RATZINGER SPRETÒ 400 PEDOFILIIl Papa emerito Benedetto XVI, durante il suo pon-tificato, ha spretato 400 sacerdoti in soli due annicon l’accusa di aver molestato bambini. Il Vaticanoha pubblicato tutti i dati raccolti per difendere laSanta Sede davanti a una commissione delle Nazio-ni Unite. Ansa

Il saluto militare di Onodonel 1974 La Pre ss e

RIPOSA IN PACE

Simbolo d‘a b n e ga z i o n e

e del codice d’o n o re

imperiale; continuò

a combattere nelle

Filippine, nemmeno

i familiari lo persuasero

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13il Fatto Quotidiano SABATO 18 GENNAIO 2 01 4

ni, Ségolène Royal. Quando Va-lérie scatenò un putiferio twit-tando un messaggio d'appoggioall'avversario di Royal nel bal-lottaggio per le legislative, l'excompagna di Hollande si sfogòcon alcune intime amiche: “An -zichè occuparsi di me, farebbemeglio a interessarsi della pros-sima”, avrebbe detto secondo

di Angela VitalianoNew York

Ho ripetuto spes-so a me stessoche non sareidove sono oggi

senza il coraggio di dissiden-ti come Martin Luther Kingche erano spiati dal loro stes-so governo. E come presi-dente, che guarda i rapportidei servizi segreti ogni mat-tina, non posso evitare di ri-

cordarmi che l’America deveessere vigile di fronte a tuttele minacce”. Sintetizza così,Barack Obama, nel corso diun lungo intervento, ampia-mente annunciato, la diffi-coltà che sta alla base di unpaese che deve poter proteg-gere, il più possibile, la suasicurezza senza, però, in-frangere i principi fonda-mentali della libertà indivi-duale e del diritto alla pri-vacy.

Parte da un dettagliato pro-logo storico, Obama, perspiegare, prima di tutto le ra-gioni dell’esistenza della Nsae del suo funzionamento,soffermandosi anche, neces-sariamente, sui cambiamen-ti che sono intervenuti negliultimi decenni, che hannoreso molto più “facile”, inqualche modo, raccoglieredati e “catalogare” c h i u n-que.“Le sfide alla privacy non

vengono solo dai governi,anche le grandi corporationseguono i nostri comporta-menti e archiviano le infor-mazioni – ha detto Obama,in un passaggio del suo di-scorso – ma gli standard perla sorveglianza da parte delgoverno devono essere piùalti”.Insomma se è vero che cia-scuno di noi diventa un tar-get ben identificabile anchesolo tramite le ricerche che si

effettuano via internet, è purvero che il governo di unpaese che mette le libertà in-dividuali al di sopra di tutto,dovrebbe essere in grado dinon ovviare del tutto ai suoistessi principi.

SENZA ENTRARE nel meritodella posizione di EdwardSnowden, Obama ha ribadi-to che, passare informazionisegrete potrebbe mettere arepentaglio la sicurezza na-zionale; tuttavia, il quadroemerso negli ultimi mesi nonpoteva non spingere il gover-no alla necessaria riformadella Nsa.Da oggi, dunque, partirannodei cambiamenti che, comesottolineato dal presidente,

sono solo un primo passonella giusta direzione.Fra i più significativi, la crea-zione di un panel di espertiche dovrà giudicare la legit-timità di una richiesta dicontrolli telefonici da partedel governo; la drastica di-minuzione del numero deicontrolli telefonici approvatie il divieto per il governo diconservare i dati raccolti, an-che se al momento non è pre-cisato che fine faranno; lamessa a punto, nei prossimimesi, di misure importantiper garantire e rafforzare laprotezione della privacy deicittadini, tra queste sicura-mente la decisione di limi-tare il periodo in cui il go-verno conserverà le informa-

zioni personali raccolte e, in-fine, la decisione di non“spiare” più i governi allea-ti.

MOLTO CRITICI nei con-fronti di Obama, Juliane As-sange, che ha bollato il suodiscorso definendolo “imba -razzante”, e Gleen Green-wald, il giornalista del Guar -dian ora passato al sito di in-chieste di eBay che per primoha pubblicato le rivelazionidi Snowden, che, affidando atwitter il suo pensiero, ancorprima di ascoltare l’interven -to del presidente americano,ha scritto: “Si tratta davverosolo fondamentalmente ungesto di pubbliche relazio-ni”.

Obama: cambieremo tutto(per poter spiare ancora)LA CASA BIANCA ANNUNCIA LA RIFORMA DELLA NSA. I GIUDICI DARANNO L’OK AGLI 007

Hollande, presidente-Fregoli: promesse e fugheLA LIAISON CON JULIE DURA DA 2 ANNI. VA IN CLINICA DA VALÉRIE, MA ERA PRONTO A LASCIARLA. SÉGOLÈNE MISE IN GUARDIA L’A N TAG O N I STA

S E C O N DAFILA Ju l i edietro Hollan-de alla cerimo-nia di insedia-mento nel2012. ValérieTrierweiler eBerlusconi eD’Addario nel2009 La Pre ss e

ALTRI MONDI

di Alessandro Oppes

Èuna battaglia persa in par-tenza, quella di François

Hollande per la difesa del suodiritto alla privacy. Ora che si èscoperchiata la pentola, i detta-gli si sommano ai dettagli, le in-discrezioni abbondano. E ilpresidente sa che non è indif-ferente per i cittadini venire asapere - come è avvenuto ierimattina con la pubblicazionedel nuovo speciale di Cl o s e r - chela sua relazione con l'attrice Ju-lie Gayet va avanti, tra alti e bas-si, fin dal 2011.Cioè prima ancora che Hollan-de approdasse all'Eliseo e cheaprisse le porte del palazzo pre-sidenziale a Valérie Trierweilerin un ruolo di première dame checominciava già a far acqua.Aveva visto giusto, in quei gior-

quanto riporta Cécile Amar nellibro-ritratto “Jusqu'ici tout vamal”, fin qui tutto va male, usci-to in questi giorni.E in effetti, “la prossima” - JulieGayet - era già in pista, tra in-contri segreti, rotture e ritornidi fiamma. Prima ancora che inrue du Cirque, si vedevano inun appartamento di rue du Fau-

bourg Saint-Honoré (semprevicino all'Eliseo), abbandonatoquando un concierge ficcanasocercò di fotografarli, e nel do-micilio parigino dell'attrice.Seguono distacchi e riconcilia-zioni (con cene e passeggiateromantiche di Julie e François aTulle e a Mougins, dove il capodello Stato ha una casa). E

Trierweiler, sempre più isolata,che l'estate scorsa parte sola perle vacanze in Grecia e attendeinvano di essere raggiunta.Il classico triangolo amoroso,che cambia la percezione che ifrancesi avevano di Hollande.La lunga relazione (25 anni)con Ségolène Royal “incarnavauna forma di modernità sessua-

le”, secondo quanto spiega il so-ciologo Eric Fassin: la libertà diuna coppia non sposata che ha 4figli, l'uguaglianza al punto che,prima l'una e poi l'altro, sonocandidati alla presidenza dellaRepubblica. Poi si passa, invece,alla “banalità” del rapporto tral'uomo di potere e una donnapiù giovane. E dopo, un'altra

donna ancorpiù giovane.Fino alla crisiche, secondoalcuni stretticollaboratori,Hollande ge-stirebbe consangue fred-do, “quasi fos-se un proble-ma politico enon senti-mentale”.

DI FACCIATA

Sia Assange che

Greenwald criticano

il presidente: “Si tratta

fo n d a m e n t a l m e n te

di un gesto

di pubbliche relazioni”

Gli omosessuali possono sentirsi i benvenuti alleOlimpiadi di Sochi, ma “devono lasciare in

pace i minorenni”, ha detto il presidente russo, Vla-dimir Putin, parlando ai volontari. I gay a Sochi“possono sentirsi tranquilli e a loro agio”, spiega ilpresidente, aggiungendo che non ci saranno discri-minazioni. Ha sottolineato che, secondo la leggeche in Russia vieta la propaganda gay ai minori, gliomosessuali non possono esprimere le proprie opi-nioni in materia di diritti a chi non abbia raggiuntola maggiore età.Intanto nella capitale della Repubblica caucasicadel Daghestan, Makhachkala, è stato compiuto unattentato. Ci sarebbero dai 5 ai 9 feriti, tra cui unpaio di poliziotti. Secondo una prima ricostruzione,un uomo è salito al primo piano del ristorante “Im-pero d’oro” e ha sparato con un lanciagranate. Poi,all’arrivo della polizia, è esplosa un’autobomba.

PUTINGay venite pure,ma lasciate stare i bimbi

RUSSIA IL BOOM DEL KAMIKAZEIl sito L i fe n ews , considerato vicino ai servizi se-greti russi, ha pubblicato il video con le imma-gini dell’attentato del 29 dicembre scorso allastazione di Volgograd (18 morti) da un giovanekamikaze, identificato come Asker Samedov, 23anni, proveniente dal Daghestan.

INDIA SUICIDA MOGLIE MINISTRO TRADITALa moglie del ministro indiano Shashi Tharoor èstata trovata morta in un hotel di New Delhi perun sospetto caso di suicidio. Sunanda Pushkar, 52anni, era stata ricoverata nei giorni scorsi dopo larivelazione su Twitter di una presunta relazionetra il marito e una giornalista pachistana. La Pre ss e

28MARZO

SI CAMBIA

IN MANO AGLIE S P E RT IEntrerà in funzioneil panel di“controllori”

NOVITÀ La Nsa dovràdisfarsi dei dati raccolti,che verranno conservati al-l’“esterno”; “campagne dispionaggio più ridotte; stop aintercettazioni degli alleatiORGOGLIO E PREGIUDIZIO Obama annuncia la rivoluzio-

ne dello spionaggio. A sinistra, Snowden, Assange e Greenwald La Pre ss e

DATA STORICA Il 17 gennaio 1961, nel messaggio d’addio Eise-nhower auspicò la separazione tra l’apparato militare industriale e lapolitica

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14 SABATO 18 GENNAIO 2014 il Fatto Quotidiano

SECONDO TEMPO

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

Jorge Luis Borges(1899-1986) La Pre ss e

SCHUMACHER ANCORA IN COMA“CONDIZIONI STABILI”Rimangono stabili le condizioni di MichaelSchumacher . Lo afferma Sabine Kehm,portavoce e manager dell’ex pilota tedescoricoverato a Grenoble dal 29 dicembre

AUSTRALIAN OPEN, PENNETTAE FOGNINI AGLI OTTAVIFlavia Pennetta e Fabio Fognini volanoagli ottavi negli Australian Open: i duetennisti italiani hanno vinto neirispettivi incontri di terzo turno

TAPPA ROMANA PER DARIO FOAL SISTINA IN MEMORIA DI FRANCATutto esaurito lunedì al Teatro Sistina, per latappa romana dello spettacolo di Dario Fodedicato alla memoria di Franca Rame. Iltesto è tratto dal suo libro “In fuga dal Senato”

I pugnali di J. L. BorgesLO SCRITTORE E IL DIALOGO CON LA VIOLENZA: LE ARMI DA TAGLIO DELLA GIOVINEZZA, L’ABBAGLIO PER VIDELA NELLA VECCHIAIA

In occasione della pubblicazionedi “Professor Borges: A Course onEnglish Literature”, il New York Timesha riproposto un’intervista delloscrittore argentino sul tema dellav i o l e n za

di Carlo Antonio Biscotto

Di tanto in tanto critici letterari o gior-nalisti si dilettano a elencare i grandidimenticati dal Nobel. Immancabil-mente Jorge Luis Borges figura al pri-mo posto di questa particolare clas-sifica di giganti della letteratura igno-rati dall’Accademia svedese. Nonsembra che, in vita, lo scrittore argen-tino se ne sia rammaricato più di tan-to. Borges era uno scrittore e, più chealtro, un uomo non comune. Per tuttala vita, ad esempio, intrattenne undialogo, non solo letterario, con laviolenza. Una volta parlando con unintervistatore della sua infanzia nelquartiere di Palermo,a Buenos Aires, disse:“Dare del vigliacco aqualcuno era il peg-giore degli insulti. Eroancora un ragazzinoquando mio padre mimise in mano un pu-gnale e mi insegnò ausarlo e a farmi rispet-tare a dispetto dei pro-blemi che avevo con lavista e di un aspettonon proprio da gla-diatore”. Forse perquesto le armi da ta-glio – spade, pugnali, stiletti – hannoavuto per Borges un misterioso, tali-smanico significato in qualche modolegato all’onore e alla virilità. Da ra-gazzo, negli Anni 20, Borges frequen-tava i barrios più malfamati di BuenosAires non disdegnando la compagniadi delinquenti dal coltello facile che aisuoi occhi rappresentavano gli auten-tici creoli, ovvero gli spagnoli arrivatiper primi nelle colonie del NuovoMondo, con la loro cultura intrisa dionore, machismo, fierezza.

DA GIOVANE Borges dedicò moltis-simo tempo al tentativo di scrivere unpoema epico capace, per dirla con lesue parole, di rendere pienamenteomaggio “alle mie tante Buenos Aires,di parlare con il mondo, con Dio e conla morte”. Borges voleva consegnare allettore il riflesso dell’essenza della cit-tà, come aveva fatto James Joyce conDublino, e voleva con questa opera re-

galare all’Argentina una identità cul-turale duratura e riconosciuta nelmondo. Alla fine purtroppo abbando-nò il progetto.Borges è stato uno scrittore profon-damente e totalmente argentino. Isuoi interessi metafisici e i dotti rife-rimenti letterari celano talvolta questasua radicata ”argentinità”, ma l’inte -resse per la storia e la politica dell’Ar -gentina era tale che fino alla morte ri-mase convinto che il suo destino per-sonale fosse inestricabilmente legato aquello del suo Paese. La sua famiglianon era ricca, ma era illustre, special-mente da parte di madre. Molte vie diBaires sono dedicate a suoi antenati, inparticolare al bisnonno materno Isi-doro Suarez, eroe della battaglia di Ju-nan del 1824, decisiva per l’indipen -denza dalla Spagna. La battaglia fucombattuta sulle Ande con le spade ele lance. “No retumba un solo tiro”, non sisentì nemmeno uno sparo, scrisseBorges in una poesia dedicata al bi-snonno. Il nonno paterno morì in bat-taglia nelle guerre indiane.

E NELLE POESIE scritte in onore deisuoi illustri antenati tornano conti-nuamente le spade, le armi da taglio, legole tagliate, gli schizzi di sangue, il“fragore delle lance nell’infuriare dellabattaglia”. Il pugnale torna anche nellasua famosa Poesia congetturale nella

quale il narratore èun altro famoso an-tenato di Borges,Francisco Laprida,avvocato e uomopolitico assassinatonel 1829, per ordinedel caudillo del mo-mento, con unacoltellata alla gola.In realtà – comespiegò lo stessoBorges – la poesianon intendeva cele-brare la morte vio-lenta, ma era piut-

tosto la risposta angosciata dello scrit-tore al colpo di Stato filo-nazista del1943 in Argentina. In quegli anni Bor-ges fu apertamente antifascista, ma ilsuo antifascismo non era immune dacontraddizioni che gli venivano con-tinuamente ricordate. Culturalmenteera nazionalista e politicamente era li-berale, ma ai nazi-fascisti non potevain alcun modo perdonare l’antisemi -tismo. Proprio in quegli anni, dopo es-sere stato violentemente attaccato dainazionalisti di estrema destra, scrisseun breve saggio nel quale metteva inridicolo l’antisemitismo e il bigotti-smo dei nazionalisti. ”Vorrei averequalche antenato ebreo”, disse piùvolte anche per l’ammirazione che nu-triva per il pensiero e la letteraturaebraici.A guerra finita, pur favorevole a unademocrazia di tipo europeo, non na-scose il timore che il “progressismo”liberal finisse per fare dell’Argentina

una parodia del Nord America o del-l’Europa impedendone una matura-zione culturale autonoma. Nel 1946definì il peronismo “la nostra verna-colare imitazione del fascismo” con ilavoratori al posto delle camicie neredi Mussolini. E tuttavia non seppe re-sistere alla tentazione di ritenere chel’Argentina avesse bisogno di una dit-tatura illuminata che guidasse il po-polo verso la democrazia e finì per ap-poggiare la giunta di Videla in Argen-tina e quella di Pinochet in Cile. Unamacchia indelebile per la reputazionedi Borges. Nel 1976, ospite di riguardodi Pinochet in Cile, disse che “comeera accaduto in Cile, solo la spada del-l’onore avrebbe potuto tirar fuori l’Ar -gentina dal pantano in cui si trovava”.E alludendo alla guerriglia che in Ar-gentina combatteva la dittatura del ge-nerale Videla, tirò in ballo ancora unavolta la spada: “Preferisco la spada, laspada lampeggiante alla furtiva dina-mite” del nemico. E in Spagna definì lagiunta di Videla “un governo di sol-dati, di gentiluomini, di gente perbe-ne”.

LA MITOLOGIA dell’onore, che colti-vava da quasi mezzo secolo, gli impedìdi vedere che il regime di Videla era unvero e proprio “regno del terrore”.Borges commise l’imperdonabile er-rore di dare lustro con il suo nome pre-stigioso a una versione di Stato fascistaben peggiore del peronismo che avevacondannato. Non c’era il culto dellapersonalità del peronismo, che tantoaveva infastidito Borges, ma al suo po-sto c’era un patriottismo feroce e omi-cida che sfregiò ogni connotato di ci-viltà e segnò nel profondo la societàargentina. Quando la censura allentòle maglie e Borges venne a sapere delleatrocità di cui si era macchiata la giun-ta, si pentì del sostegno accordato edefinì i membri della giunta “banditi”,“folli”, “criminali”.

A TORINO

Sgarbi e la Biennale fantasma

A BUENOS AIRES

“Ero un ragazzino quando

mio padre mi mise

in mano un coltello e mi

insegnò a usarlo e a farmi

rispettare a dispetto

dei miei problemi di vista”

di Andrea Giambartolomei

La data era stata annunciata a dicembre. “La PrimaBiennale della Fotografia italiana si svolgerà a Torino

dal 21 aprile al 21 giugno 2014”. Il curatore sarà “l’ono -revole Vittorio Sgarbi”. Iscrizioni aperte ai professionisti,ma pure ai “semplici appassionati”, fino al 15 gennaio: ba-stano 350 euro per giocarsi la chance di avere due fotoappese da un metro per due. E se Sgarbi e il comitato ar-tistico bocciano il portfolio? L’organizzazione rende centoeuro e ne trattiene 250. Funziona così la Biennale indettadall’Istituto nazionale di cultura (non un ente o una fon-dazione, ma una semplice srl) e diretta da Giorgio Gre-gorio Grasso, braccio destro di Sgarbi. Il progetto nell’ul -tima settimana ha mostrato qualche crepa. Un colpo l’haassestato proprio Sgarbi, indicato come curatore: “Nonposso essere, non avendo visto né progetti né carte né in-dicazioni di merito, responsabile di nulla di quello che mi

viene attribuito – ha scritto – Ho contestualmente avvisatoGiorgio Gregorio Grasso, pregandolo di non allargarsi ol-tre le sue facoltà organizzative”. Resta poi un problemanon da poco. L’evento doveva essere alle Ogr, spazio messoa nuovo per Italia 150, ma rimarranno chiuse tutto il 2014per altri lavori in vista dell’Expo 2015. Agli iscritti Grassoscrive: “Stiamo valutando, di comune accordo con la Re-gione Piemonte, una sede alternativa che possa avere ilmedesimo se non maggior prestigio per ospitare l’evento”.Dall’assessorato alla Cultura però fanno sapere di avere unsolo spazio, la Reggia di Venaria, e forse è un po’ troppo“prestigiosa” per l’iniziativa. “Le condizioni contratte al-l’atto di iscrizione alla Biennale della Fotografia riman-gono valide”, fa sapere il direttore ai concorrenti cheavranno diritto al catalogo stampato dalla Giorgio Grassoeditore (la sua casa editrice), mentre chi si classifica tra iprimi tre potrà esporre allo Spazio Biennale a Milano, dellasocietà Joy sas che organizza la Biennale.

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15il Fatto Quotidiano SABATO 18 GENNAIO 2 01 4

di Emiliano Liuzzi

Woody Allen girò tra quelle mura e scaffaliin legno che odorano ancora di inchiostro,

una delle scene memorabili di M a n h a t ta n , unomaggio in bianco e nero a New York, quella che,come recita il monologo iniziale, era la sua città elo sarebbe sempre stata. Giusto per capire cosavuol dire Rizzoli a Manhattan, un’ambasciatad’Italia più che un bookstore, un luogo di in-contro e lettura più che una semplicelibreria.

VENT'ANNI FA, quando non esisteva lateletrasmissione e Internet non eraneanche all'alba, gli italiani diventatinewyorchesi, andavano ad aspettare ilCorriere della Sera e la Gazzetta dello Sportalle cinque del pomeriggio. I giornalidel giorno prima, ovviamente, che laRizzoli imbarcava sul Boeing 747 del-l'Alitalia. Altri tempi, in una città checambia fisionomia ogni giorno, stra-volge lo skyline, perde le Torri Gemelle.La Rizzoli è sempre rimasta un puntosicuro. Fino a oggi: tre piani rischianodi scomparire, perché la società pro-prietaria ha intenzione di trasformarliin appartamenti. L'ipotesi è addiritturaabbattere la palazzina sulla 57esimastrada west, a un passo dalla Quinta. Gliintellettuali sono pronti a mobilitarsi,ma è la città dove gli affari passanosopra a qualsiasi pezzo di storia. Hacambiato sede il New York Times, puòfarlo in maniera altrettanto indolore la

Gucci, di proprietà non italiana, è rimasto Bul-gari, tiene duro la famiglia Ferragamo. Per il restonon cercate bandiere, non ce ne sono più. Qual-che ristorante resiste: lo storico Bice, il San Do-menico, Cipriani.Rizzoli in quella strada strategica respirava an-cora di cultura molto italica, e i proprietari dellostore avevano resistito all'americanizzazione dellalibreria: niente caffè, come invece offre Barnes &Noble, poche riviste, molti libri. Libri che hannoportato laggiù la nostra miglior letteratura, l'ar-chitettura, il giornalismo. Non è grande, ma hauno stile tutto suo, sofisticato. Lo volle WoodyAllen per quello che è ricordato un capolavoro,ma anche Ulu Grosbard, il regista di I n n a m o ra rs i(Falling in love in lingua originale), quello che èancora ricordato come uno dei film più romanticidella storia del cinema, protagonisti Robert DeNiro e, ancora una volta, come in M a n h a t ta n , Me-ryl Streep.

PER ADESSO, scrive La Stampa, dalla proprietàcongiunta fra la famiglia degli immobiliaristiLeFrack e il Vornado Realty Trust, non siriesce a ottenere altro se non una serie diinfastiditi “no comment” o, nella miglioredelle ipotesi, un rimando all’altro 50% di pro-prietà per avere dei commenti. Alla sede ne-wyorchese di Rizzoli dicono che l’azienda èancora in attesa di informazioni più completeda parte della proprietà la quale, stando a unadichiarazione ufficiale, ha detto semplice-mente che “spera di trovare una nuova col-locazione per il Rizzoli Bookstore”. Un modoelegante per dire che sì, se ne va un altro pezzodi storia.

Rizzoli. È stata per New York almeno quanto lasignora in grigio, come viene chiamato il più au-torevole quotidiano del mondo. L'unica speranzaè appesa a un intervento del sindaco che è italianoe potrebbe spendere mezza parola. Anche perchéa New York di italiano inteso come comunità èrimasto ben poco: Little Italy è ridotta a una mez-za strada, mantenuta giusto per i turisti, visto cheChinatown se l'è divorata. Lo stesso è accaduto aBrooklyn, allora “broccolino”, dove l'italiano non

si sente quasi più, in-goiato da una linguastrana, molto masticata,che i nonni hanno inse-gnato ai nipoti per unostrano senso di nostal-gia, che però di italianonon ha una regola, soloqualche vocabolo.Oggi la bandiera è rima-sta nelle vetrine di qual-che boutique: è italiano

di Malcom Pagani

Il pesce di nome Wandaè finito nella rete. E dal-la rete, quartier genera-le del suo sentimento,

comunica ogni giorno. Erasposata con l’attaccante argen-tino Maxi Lopez, detto gallinad’oro e adesso, nello zoo delpallone, ha scelto altro polla-me. Da tre mesi, quando conpoetico volo alla Cortázar:“Hasta acá llegó mi amor” la si-gnora Nara travestì da cervol’attaccante del Catania perconsegnarsi all’interista Mau-ro Icardi (informando in tem-

po reale un milione e mezzo diseguaci) Wandita ha fatto stra-da. Al twittare criptico degliinizi, è seguito un Truman Showdi rivelazioni quotidiane sunumero degli amplessi, figlicontesi, intensità delle rissecon la madre di Maxi accusatadi furto, gioielli ricevuti dal belMaurito e baci appassionaticon lo stesso nella depressacornice di San Siro.La squadra del fumetto indo-nesiano Thohir è nel caos, siparla di austerity e dell’acqui-sto estivo di Icardi (per taceredell’omologo Belfodil) rimanesolo la cifra a corredo di unmatrimonio di rara infelicità.12 milioni pagati (come tutto ilresto fino ad ora) da MassimoMoratti. Un anno fa Icardi se-gnava doppiette alla Juventus.Un inverno dopo si annoia intribuna, combatte con la pu-balgia (per qualche specialistastrettamente correlata alleedonistiche Olimpiadi in attocon Wanda) e a tempo perso,dedica all’amata messaggi inbilico tra H a r m o ny e P l ay b oyconsegnandoli ai guardoni datastiera: “Bocca sensuale, lasua lingua è la mia debolez-za”.

LUI E WANDA debordanoovunque. In via Montenapo-leone in Lamborghini, sullespiagge sudamericane durantele rapidissime vacanze natali-zie, sotto le luci del tatuatoreche incide nella carne i nomi diuna passione adolescenzialeche il duo sente l’insopprimi -bile bisogno di far conoscere. Ipuri di cuore inneggiano al lais-s e z-fa i re (Sò ggggiovani). I cen-sori del moralismo invitano anon giudicare. I tifosi smocco-lano. I compagni di Icardi im-precano. Gli avvocati di Wan-dita, lavorando di calcolatricefanno sapere che Maxi Lopez èil papà cattivo dei tre figli avuticon la presentatrice e D i e goM a ra d o n a (da improbabile di-fensore del nucleo familiare epossibile attore secondo i ma-ligni di una liaison con la stessaWanda) attacca Icardi a modo

suo: “È un traditore, ha giocatoa fare l’amico e poi ha rubato ladonna a un compagno, ai mieitempi l’avremmo picchiato aturno”. Mentre dal loggione siaffaccia anche Zaira Nara, lasorella minore di Wandita (giàpromessa sposa di un altro cal-ciatore passato a Milano, Fo r -lan) sul “passato” tutto “calcio,sputi e colpi di testa” evocatoda Maradona i più anziani po-trebbero raccontare una storiavecchia come il mondo. Ini-ziando dalla fuga di AnnamariaGalli che salutò il povero Ba-rison per Altafini e continuan-do con tutti gli altri scandali

che oggi, agli esegeti dell’eroepallonaro 2.0, abituati ai dissidisul Dna di B a l o te l l i e alle alcovemadrilene divise da C r i st i a n oRo n a l d o e Nicole Minetti nonfanno né caldo né freddo.

SE STUPIRSI è difficile, a MaxiLopez (che a sua volta vede ilcampo con parsimonia, diconosi sia altrimenti consolato ed èin attesa di trasferirsi a Livor-no) viene risparmiata la gognadal vivo in una arena italianache pure, nel ventennio nonancora dominato dai socialnetwork, quando lo stadio eraun teatro di strada, prendeva

ULTIMO DI TANTI

La storia con la top

Wanda Nara, ex di Maxi

Lopez, esibita fino alla

nausea. La tresca non è

una novità, ma almeno

una volta non c’era twitter

Icardi il twittatore amorosoUn grande futuro dietro le spalle?CHE FINE HA FATTO IL PICCOLO FENOMENO CHE UN ANNO FA STENDEVA LA JUVE CON LA MAGLIA DELLA SAMPL’INTER LO HA PAGATO 12 MILIONI E ORA LANGUE IN TRIBUNA. MA FUORI DAL CAMPO SI DIVERTE ECCOME

NEW YORK

All’interno della libreria

anche la scena finale

di “Innamorarsi”

La palazzina sulla

57esima strada potrebbe

essere abbattuta

forma di striscione, arma nonconvenzionale, insulto brutalegridato ai quattro venti per tut-ti e 90 i minuti. Ne pagò il fioGigi Lentini, quasi ammazzatodal ruotino della sua Porschelanciata a velocità incongruanella notte autostradale e rag-giunto al capezzale dall’ex mo-glie di Totò Schillaci, Rita, contanto di preghiera: “Se si salvasono pronto a lasciarlo”.La storia tra Lentini e la signoraBonaccorso in Schillaci si fer-mò all’incidente, i cori perso-nalizzati per l’incolpevole fac-cia spiritata di Italia 90 e per ilsupposto erede di Gigi Meroni

durarono piùa lungo. Ognitanto i tifosi siincattivivanoe lasciavanoscivolare da-gli spalti leg-gende metro-politane rielaborate e declinatesecondo un rito tribale. Fra n coB a re s i , di fronte alle insinua-zioni che piovvero in un po-meriggio del ’96 a Piacenza sul-le abitudini di sua moglie, per-se la testa e rispose con un gestocomunque meno violento delcanto collettivo. Christian Lellinvece, davanti alla certezza di

Bye bye Rizzoli, la Manhattan che fuCHIUDE IL BOOKSTORE LEGGENDARIO PUNTO DI INCONTRO DEGLI INTELLETTUALI: VENNE CELEBRATO ANCHE DA WOODY ALLEN

esser statofatto “becco”da Ballacktentò di recu-perare il rap-porto con laconsorte di-chiarando la-

conicamente: “Ballack mi hasemplicemente rovinato la vi-ta”. E se in Germania contigui-tà e triangoli intrappolaronoanche l’ex moglie di Th o m a sStrunz, Claudia, planata nelcuore di Ef fenberg, i palazzettidello sport dove si davano bat-taglia i migliori cestisti degli’80, furono spesso profanatidai cori contro Renato Villalta,campione di basket emilianoche un giorno, si disse, risolsealla sua maniera un qui pro quosentimentale con il portiere delBologna Zinetti incontrato(forse non per caso) sulle scaledi casa sua.

DI QUESTO panorama MauroIcardi ignora volti e storie. E seil cornuto è sempre l’ultimo asapere, ma il dubbio accompa-gna comunque chi ne ha sfio-rato le ambiguità, al netto deigiuramenti di eterna fedeltà diMaurito, fossimo in Wanda,saremmo sul chi vive. La suafilosofia ricorda quella di unantico profumo e Icardi vuolesomigliare all’uomo a cui nonsi deve chiedere mai. Mutuan-do Elbert Hubbard, ai tempi incui negava ogni addebito e at-traversava la relazione clande-stina con lo stupore dei giovaniamanti, si espresse chiaramen-te: “Non dare mai spiegazioni.I tuoi amici non ne hanno bi-sogno e i tuoi nemici non ti cre-deranno comunque”. Era an-cora Twitter, adesso è soloMoulin Rouge.

M AU R OE WANDAIcardi con lamaglia dell’In -ter. Sotto conla fidanzataWanda La Pre ss e

Il Bookstore Rizzoli a New York Co r b i s

SECONDO TEMPO

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16 SABATO 18 GENNAIO 2014 il Fatto Quotidiano

PER RAGAZZI

© LA COSTOLA DI ADAMO

Antonio ManziniSellerio Editorepagg. 248 © ¤ 14,00

N E L L’A SS O LU TA assenza di ricerca del consenso,il vicequestore Rocco Schiavone è assai simpatico: non dice (e non fa)le cose giuste. Poi è uno pieno di manie, tipo non sopporta che le scarpescamosciate si sporchino di neve. Ma casca male, nella sua nuova sededi neve ce n’è fin troppa: lo hanno spedito ad Aosta, trasferito da Romacon un procedimento disciplinare per aver pestato il figlio di un politicopotente che violentava ragazzine. “La costola di Adamo” è un noir chesi occupa della morte di una moglie, ma non inciampa mai nella retoricao in certi furori iconoclasti. Due parole vanno dedicate all’autore, An-tonio Manzini, che ha venduto con la prima puntata della serie 30milacopie (“La pista nera” è in corso di traduzione in Usa, Grecia, Spagna eFrancia): attore, sceneggiatore, parlantina schietta e un’allergia per lebanalità, che siano da bar o radical chic. Sulla fascetta troverete ungiudizio di Andrea Camilleri, insegnante dell’autore all’Acc a d e m i ad’arte drammatica: “Disegna un personaggio straordinario”.

Silvia Truzzi

IL NOIR

Andando su Youtubee digitando il suonome la potete an-cora vedere gareg-

giare, gambe magrissime esguardo serio, alle Olimpiadi diPechino del 2008. Lei, SamiaYusuf Omar, cresciuta a riso ecavolo lessato, arrivò ultima,dopo muscolose atlete europee,russe o cinesi, ma nello sguardoaveva già le Olimpiadi di Lon-dra del 2012. Dove però non ar-rivò mai, morta in un giorno diaprile dello stesso anno su unacarretta del mare che cercava diraggiungere Lampedusa, pertrovare un paese e un allenatoreche la potesse nutrire e far cre-scere. La rassegna stampa delgiorno in cui probabilmenteSamia è annegata non riportaneanche la notizia nelle primepagine, prese dagli scandali del-la Lega e dai problemi del go-verno Monti. E di lei oggi re-

sterebbero solo due scarne ri-ghe su Wikipedia – “Era un’a-tleta somala, nata nel 1991 inuna famiglia povera di Moga-discio” – se la sua storia nonfosse rimbalzata sui giornali,per poi, soprattutto, diventareun libro (e presto anche unfilm). Non dirmi che hai paura,Feltrinelli, scritto da GiuseppeCatozzella, giornalista e scritto-re, autore di A l ve a re , un roman-zo-inchiesta sulla ’ndranghetaal nord.

IL PUNTO DI VISTA – ed è unatendenza sempre più amata da-gli editori, quella di una storiavera raccontata come una fic-tion – è proprio quello di Samia:i muri scrostati della amatissi-ma scuola, le corse di nascosto,gli spiedini di trippa e agnellocucinati dalla madre per festeg-giare la sua prima vittoria, i pesiper le braccia e le gambe fatti

con le lattine di coca cola riem-pite di sabbia, i sedili coperti divelluto grigio del primo pul-lman che la portava alla primagara nazionale, l’unico bagnodella sua vita a Pechino. E poi,intrecciate alle risate e alla vo-glia di vincere, tutto il resto: laguerra che a un certo punto uc-cide suo padre, l’oppressionesempre più violenta degli inte-gralisti di Al-Shabaab, la par-tenza della sorella per il Viaggio,quello per l’Europa, che poi di-venta il suo. Il libro lo raccontafacendone sentire tutta l’agonia:

gli spostamenti ammassati nellejeep, il viaggio nel deserto senzafari, le soste per giorni e mesi insemi-prigioni senza cibo, in at-tesa che un parente mandi i sol-di per partire, infine l’ultimaspaventosa tappa in mare.Non dirmi che hai paura è uno diquei romanzi che crea un primae un dopo. Non solo perché lastoria di Samia va a toccare lanostra difesa primitiva – no, leOlimpiadi occidentali e la So-malia poverissima non possonotoccarsi – e ci ricorda quello chesperiamo non sia vero, cioè che

chi muore in mare ha le stessenostre identiche emozioni easpirazioni. Ma soprattuttoperché, pur coperto da una co-pertina celeste e da una farfallagialla, a proteggere il nostro fra-gile io, dà la sensazione di essereuno dei primi libri che andrà aformare la letteratura del nostroOlocausto contemporaneo.Con l’immagine del vecchio ca-duto nel deserto e abbandonatodai trafficanti, nonostante ilpianto dei parenti, che non ti la-scia più.

Eli. Amb.

La paura di SamiaOlocausto modernoDIVENTA UN ROMANZO LA STORIA DELL’AT L E TASOMALA ANNEGATA IN UN NAUFRAGIO

NUOVE GUERRE

© LA CREATURADEL DESIDERIOAndrea CamilleriS k i rapagg. 144 © ¤ 14,50

GRANDE affabulatore, nonchéteatrante, Andrea Camilleri ricostruisce una pru-riginosa e drammatica vicenda di inizio ‘900, la cuimaliarda protagonista è l’Ape Regina dei salotti mit-teleuropei: Alma Schindler. Considerata l’Elena diVienna, Alma era un’ambiziosa seduttrice: a 18 annifece perdere la testa a Klimt e a 23 sposò l’anzianoGustav Mahler, non disdegnando intanto un’avven -tura con Walter Gropius, maritato poi nel 1915 (ter-zo e ultimo consorte fu Franz Werfel). L’unico chenon riuscì mai ad averla in moglie, ma che l’amò conpassione e tormento per tutta la vita, fu Oskar Ko-koschka: i due intrattennero una relazione infuo-cata (aborto compreso) nel 1912, ma il pittore laelesse a musa imperitura, immortalandola sulla te-la e pure in 3d, fabbricando una bambola con le suefattezze. Zigzagando tra realtà e finzione, e sullascorta di documenti inediti, Camilleri tesse la tramainfausta e sensuale come un poliziesco; dopotuttoanche l’“Edipo re”, la tragedia per antonomasia, èun giallo.

Camilla Tagliabue

Lo sbirro e l’a l l e rg i aai luoghi comuni

La dolce derivaLiberty del Vate© IL MARTIRIO DI SAN SEBASTIANOGabriele d’AnnunzioElliot, pagg. 427, ¤ 29,00

BISOGNA immaginare, mentre si leggono i versidel “Martirio di San Sebastiano” di D’Annunzio, ilcorpo in movimento di Ida Rubinstein, il suo voltodiafano e ambiguo e raggiunte d’estasi negli attimi in cui il sacrificio sicompie. In quel finale di partita, in quel trionfo della morte, in queltrapasso estenuato e desiderato della figura ermafrodita e santa, ilpoeta sale ancora una volta sull’altare della più estrema e radicale edolcissima deriva liberty, della più sfibrata escrescenza del decaden-tismo europeo. Opera coloratissima, addirittura di gusto camp, scrittatra il 1910 e il 1911 in francese e frutto dell’incontro con Claude Debussy,“Il martirio” viene ristampato in edizione originale e nella versione ita-liana di Ettore Janni (approvata dallo stesso d’Annunzio), con una in-troduzione di Riccardo Reim e una nota di Jean Cocteau. Insieme aimmagini a colori, foto e bozzetti di scena. La prima fu nel 1911 al Théâ-tre du Châtelet con grande successo e altrettanto grande scandalo.

Enzo Di Mauro

IL CLASSICO

Alma, l’Elenadi Vienna

AMORI E INGANNI

© CON TOTALEABNEGAZIONETristan TzaraC a s te l ve cc h ipagg. 71 © ¤ 9,00

ARMIAMOCI di poesia: è questoil motto di Tristan Tzara, il padre del Dadaismoscomparso 50 anni fa e ricomparso in libreria conun caustico pamphlet, riedito da Castelvecchi.“Con totale abnegazione” raccoglie, oltre a ineditepostille, il lungo discorso che Tzara tenne nel 1947alla Sorbona, insieme all’amico e collega AndréBreton. Temi dell’intervento sono il rapporto tra artee rivoluzione e l’impegno etico e civile della lette-ratura: l’intellettuale firma un appassionato mani-festo delle avanguardie, un invito all’i n s u r re z i o n esurrealista e strampalata. Basta poco, perché “lapoesia è ovunque, è sparsa sulla superficie dellecose e degli esseri. Si trova nei romanzi, nella pit-tura, in strada, nell’amore delle cartoline”.

C. Tagl.

IL PAMPHLET

Un invitoall’i n s u r re z i o n e

Diario di unaschiappa da soldi

Samia Yusuf Omar Ansa

© DIARIO DI UNA SCHIAPPA:GUAI IN ARRIVOJeff KinneyIl Castoro, pagg. 218, ¤ 12,00

DIARIO di una schiappa” non è né un libroné un diario, è un quaderno rilegato con sca-rabocchi e didascalie. Peggio, 8 quaderni, unfilm e presto un filmbook. Una proliferazionemostruosa di un’idea insignificante. Laschiappa è Gregory Effley, un ragazzo dellemedie che annota e illustra quello che gli ca-pita, in questo caso in vista del ballo di SanValentino. L’unica cosa che succede però èche Greg non riesce a trovare una lei che selo fili. Visto che la trama è inesistente, forsel’autore, Jeff Kinney, pensava di fare la dif-ferenza con i personaggi, ma non c'è riusci-to. Per un adulto, il 12enne sfigato, la madreche vuole figli migliori, il padre assente e lo

zio inetto potrebbero additare le famigliecontemporanee, ma il risultato è così ste-reotipato da vanificare il tentativo. Ai bam-bini piace. Ma ai bambini piacciono anche lepatatine con sorpresa, altrimenti definite“s c h i fe zze ”. Chiamarlo letteratura insulta laparola, e il “per l’i n fa n z i a ” dopo è un’aggra -vante. È, questo sì, un fenomeno commer-ciale. “Primo posto nella lista dei bestsellerdel NYT” recita la bio dell’autore, che a benguardare della qualità del libro dice solo cheha venduto tanto. “Prossimamente altri Dia-ri di una Schiappa!” compare sulla prima pa-gina. Kinney – insignito del premio Ander-sen e apprezzato dalla critica, che ripetequale enorme successo sia (che altro po-trebbe dire?) – non sa scrivere né disegnare.Prevedendo altri guadagni, ha capito checonviene continuare.

Vanessa Ricciardi

SECONDO TEMPO

Rampin i,pover ocron istada NYC

di Elisabetta Ambrosi

EH NO, COSÌ non ci siamo.Ma come? Io scrivo pochi me-si fa un libro che si chiamaManifesto generazionale pernon rinunciare al futuro, doveinneggio all’audacia delle pan-tere grigie, e un anno doponell’azienda dove lavoro il mionome finisce nella lista deiprepensionabili? E allora altroche giornalismo anglosassone,questa volta, come faccio d’al-tronde da mesi e mesi nellamia rubrica su D, racconto dime, simbolo del ceto medioimpoverito: mia figlia precariain California, mio figlio poveroattore teatrale di Broadway,mia moglie col contratto a ter-mine. E dell’unico reddito sicu-ro in famiglia, “la pensione direversibilità di mia madre ot-t a n te n n e ”.Il mio nuovo libro – Banchieri.Storie dal nuovo banditismo glo-bale, Mondadori – è un gridodi dolore “per dare un volto aico l p evo l i ”, a quelli che ci ruba-no il futuro (a noi, non ai gio-vani che dovrebbero pensare achi sta peggio e sorriderequando fanno la fila). Chi so-no? Cherchez la banque!. Anzi iTronchetti de noantri e d’ol-treoceano. Quelli sì, con le lo-ro superliquidazioni e i para-caduti milionari che sono “re n -dite parassitarie, sanguisugheche sottraggono risorse all’e-co n o m i a ”. Mica io, che corro aCentral Park con l’a u d i o l i b roche racconta la faccenda delcammello che passa per lacruna, mentre il ricco non vain paradiso; e che sto su ungrattacielo a fare il d ow n s h i f -ting e il d ow n s i z i n g , a impormi“la regola spietata per cui seun libro ha meno del cinquan-ta per cento di probabilità cheio lo riprenda in mano va but-t a to”. Come Noè sull’arca, pri-ma del Diluvio.Insomma, altro che OccupyWall Strett, Occupy Re p u b b l i -ca . Non le banche, ma io, I’mtoo big to fail.

LETTURELETTURE

© NON DIRMICHE HAIPAU RA ,GiuseppeC a tozze l l aFe l t r i n e l l ipagg. 240© ¤ 15,00

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17il Fatto Quotidiano SABATO 18 GENNAIO 2 01 4SECONDO TEMPO

PAPA IN TV

Francesco, via alle fictionE quelle su Ratzinger?

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

A siringa o a co co m e roL’acquario diventa un must

ACQUARI DI FAMIGLIA Su DiscoveryChannel va in onda la seconda stagione

di Patrizia Simonetti

Morto un Papa se ne fa un altro.Una volta forse. Non era mai

accaduto che in Vaticano convives-sero due Pontefici e si incontrasseropure per scambiarsi gli auguri di Na-tale, situazione surreale cui però cisiamo abituati in fretta, come al fattoche Francesco auguri buon appeti-to, telefoni di persona a chicchessia,predichi una Chiesa povera e mettamano allo IOR, ma che sia contesotra Pietro Valsecchi e Claudia Moricome soggetto della prima fiction suun Papa vivente, per dirla alla RokkoSmitherson un po’ ci perplime, chepoi magari porta pure sfiga.Almeno nel 2005 Mediaset attese 15giorni dalla morte di Wojtyla permandare in onda Karol-Un uomo di-ventato papa, con la seconda puntatanel giorno dell’elezione di Ratzin-ger: un tempismo perfetto che con-tribuì a sfiorare il 44% di share. Piùpaziente fu la Rai che aspettò no-vembre per Giovanni Paolo II, attesapremiata da più di 11 milioni dispettatori. Cos’è ora tutta questa fre-nesia? Che forse sia stuzzicata daquel profumo di successo sicuro chesolo le fiction religiose, biografie pa-pali in primis, sembrano garantire?Fatto sta che la Taodue annuncia unfilm in due puntate tratto da Fran -cesco-Il Papa della gente della vatica-nista argentina Evangelina Himi-

tian che ne ripercorre la vita dall’in -fanzia al vescovato, passando per glianni della dittatura militare durantei quali, racconta l’autrice, aiutò mol-te persone. Per la regia Valsecchi hascelto Roberto Faenza che si dice“pronto” per questa “bella opportu-nità”, per protagonista AntonioBanderas che ora qualcuno dovràconvincere a traslocare dal MulinoBianco al Vaticano.

LA MORI INVECE va sul sicuro e siaffida alla regista dei santi LilianaCavani che le ha fatto leggere La listadi Bergoglio, libro del giornalista del-l'Avvenire Nello Scavo che punta adissipare ogni dubbio sull’ipotizzataconnivenza di Jorge Mario con il re-gime militare argentino, persuaden-dola poi ad acquistarne i diritti peruna mini serie da proporre alla Rai,che però sta già per sfornare l’enne -sima fiction su Wojtyla. Peccato.L’assurdo è che si facciano i contisenza l’oste perché sembra non fre-gare a nessuno che Papa Francescocontinui a ripetere che no, non vuolevedere la sua vita raccontata in TV, efu chiaro nell’incontro di dicembrecon i Bernabei di Lux Vide: belle levostre fiction su Don Matteo, SuorAngela e San Filippo Neri, continua-te pure, ma a me lasciatemi stare.Possibile che non lo ascolti nessuno?Forse dovrebbe telefonare... a un av-vocato.

di Fulvio Abbate

L’acquario è da sempre un must!Misteri dell’arredamento. Esi-

stono vari modi per illudersi d’esserefelici fra le quattro mura di casa inattesa del crollo o dell’ipoteca, conannesso pignoramento, finali, possi-bilmente immaginando una proie-zione esotica verso l’Altrove, il So-gno, l’Oceano, le Sirene, il Vorrei Manon Posso del profondo del mare.L’acquario, appunto, è uno di questi,il più concreto, l’acquario inteso co-me forma d’arredo assoluta viventepalpitante, l’acquario come miraggioraggiunto. Hai capito benissimo: l’a c-quario, nel senso della tazzona, più omeno impegnativa nel suo minutomantenimento, colma d’acqua, dovepiazzare alcuni poveri sventurati pe-sci (o piuttosto, se i mezzi sono pochi,pesciolini) a virare ininterrottamentesu se stessi.Bravissimi, avete capito bene, una va-sca che riproduca artificialmente (senon artificiosamente) un fondale, unabisso marino, possibilmente simileal vero con tutti i suoi segreti, le an-

fore perdute, le piante danzanti, i gi-gli d’acqua, le ninfee, un cosmodro-mo a uso personale e del propriosguardo dove piazzare la ronda deipesci prigionieri: un pesce pagliaccio(dopo Alla ricerca di Nemo questo èdavvero d’obbligo), un pesce neon,un pesce gatto elettrico, un pesce far-falla o anche, volendo fare le cose ingrande, un pesce martello, un cuc-ciolo di squalo o piuttosto i piranhache, se non ricordo male, produconosubito l’effetto-Goldfinger, dando altutto un tocco di alta classe neces-sario.

L’ASSAI VERSATILE piattaforma Sky,giusto per non farci mancare nulla,offre da tempo al suo pubblico un for-mat che costituisce l’apoteosi dellaperversione per il nostro oggetto dicuriosità liquida, “Acquari di fami-glia” (fisso su Discovery Channel),tutto quello che avreste voluto im-maginare come neppure Fantozzi di-venuto triglia in quello del DirettoreMegagalattico, lo ricordate, no? Co-me per altri format, c’è qui modo dicontattare una “ditta” a conduzione

familiare che ha sede a Las Vegas (tepareva!), in grado di estrarre dal ci-lindro delle bizzarrie ogni tipo, ap-punto, di acquario. Inutile dire chesiamo già alla terza stagione, e c’èsempre modo di seguire il pensatoiodi Wayde King e Brett Raymer, “sociin affari, migliori amici ma anche ag-guerriti rivali”, garantisce la brochu-re, i due gestiscono l’Acrylic TankManufacturing, società che realizzaacquari enormi come piscine, dissen-natamente particolari e soprattuttopezzi unici per pesci straordinari e surichiesta di clienti provenienti da tut-to il mondo. Te lo immagini un ac-quario a forma di siringa o piuttostodi vassoio o di grande cocomero? È lastessa America capace di creare al-berghi tematici quella che qui e ades-so va in fissa per gli acquari, il me-desimo paese che laggiù in Californiaha ordito il “Madonna Inn” a San LuisObispo, un’alta forma di bricolageche si fa bizzarria industriale. Chissàse la già menzionata triglia Fantozziriuscirebbe a resistere anche nel for-mat di queste acque?

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Gli ascoltidi giovedì

DON MATTEO 9S p e t t a to r i 8,1 mln Share 28%FINALMENTE LA FELICITÀS p e t t a to r i 3,8 mln Share 13,8%

BATMAN BEGINSS p e t t a to r i 1,8 mln Share 7,1 %SERVIZIO PUBBLICOS p e t t a to r i 2,1 mln Share 9,1 %

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.27 Meteo Previsioni deltempo

23.30 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.57 Meteo Previsionitempo

0.00 News + RassegnaStampa Attualità

0.27 Meteo Previsioni deltempo

6.00 Prima PaginaInformazione

7.55 Traffico - Meteo.itInformazione

8.00 TG5 MattinaInformazione

9.10 Dietro le quinteDocumenti

9.15 SuperpartesAttualità

9.55 Dietro le quinteDocumenti

10.00 Melaverde Documenti11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 - Meteo.it

Informazione13.40 Beautiful Soap14.10 Amici 13 Reality show16.00 Verissimo “Tra gli

ospiti: Belen Rodriguez”Attualità

18.50 Avanti un altro Gioco20.00 TG5 - Meteo.it

Informazione20.40 Striscia la Notizia

Attualità21.10 C’ è posta per te

“Seconda puntata”Varietà Condotto daMaria De Filippi

0.30 Speciale TG5 Attualità1.25 TG5 Notte - Rassegna

Stampa - Meteo 5Informazione

1.55 Striscia la NotiziaAttualità (Replica)

2.30 Selena - Biografico(Usa 1997). Di GregoryNava, con JenniferLopez, Jackie Guerra

7.45 True Jackson, VPTelefilm

8.35 Glee Telefilm10.30 Prima tv Mediaset

The Secret Circle“Sola” “Il demone” Tf

12.25 Studio Aperto -Meteo.it Informazione

13.00 Sport MediasetNotiziario sportivo

13.40 Matrix Reloaded -Fantascienza (Usa2003). Di AndyWachowski, LarryWachowski, con KeanuReeves, Hugo Weaving

16.10 Thunderbirds -Fantascienza (GB/Fra2004). Di JonathanFrakes, con BradyCorbet

17.50 How I Met YourMother “Il salto” Tf

18.15 Tom & Jerry Cartoni 18.30 Studio Aperto -

Meteo.it Informazione19.00 Tom & Jerry Cartoni 19.15 Shaggy Dog - Papà che

abbaia... non morde -Commedia (Usa2006). Di BrianRobbins, con Tim Allen

21.10 Daddy Sitter -Commedia (Usa2009). Di Walt Becker,con John Travolta

23.00 Pluto Nash - Azione(Usa/Aus 2001). Di Ron Underwood,con Eddie Murphy

6.55 Valeria medico legaleTelefilm

9.00 Carabinieri 6 “Ilsegreto di Gemma” Tf

10.05 DonnavventuraReal Tv

10.50 Ricette all’ italianaRubrica

11.30 TG4 - Meteo.it Infor.12.00 Ieri e oggi in tv Speciale

Varietà12.10 Un detective in corsia

“Ossessione - primaparte” Telefilm

12.55 La signora in giallo“Stazione di servizio” Tf

14.00 Forum Real Tv15.30 Ieri e oggi in tv Speciale

Varietà16.00 Le indagini di padre

Castell “La loggia” Tf17.00 Prima tv Poirot: la

sagra del delitto -Giallo (GB/Irl 2013). Di Tom Vaughan, con David Suchet

18.55 TG4 - Meteo.itInformazione

19.35 Il segreto Soap20.30 Tempesta d’ amore

Soap21.30 Open Range - Terra di

Confine - Drammatico(Usa 2003). Di KevinCostner, con RobertDuvall, Kevin Costner

0.10 L’ ultimo cacciatore -Drammatico (Usa1995). Di Tab Murphy,con Tom Berenger

7.00 Omnibus - RassegnaStampa Attualità

7.30 TG La7 Informazione7.50 Omnibus meteo

Informazione7.55 Omnibus Attualità9.45 Coffee Break Attualità

11.00 Otto e mezzo Attualità(Replica)

11.40 McBride - Delittopassionale -Drammatico(Usa 2006). Di e conJohn Larroquette

13.30 TG La7 Informazione14.00 TG La7 Cronache

Attualità14.40 Le strade di San

Francisco “Rodeo”“Violenza” Telefilm

16.35 Due South - Duepoliziotti a Chicago“I pugni di LevonJefferson” “Nome incodice Nautilus” Tf

18.10 L’ ispettore Barnaby“Scacco all’ assassino”Telefilm

20.00 TG La7 Informazione20.30 Otto e mezzo - Sabato

Attualità21.10 Faccia d’ angelo

Miniserie0.40 TG La7 Sport - Movie

Flash Informazione0.50 Amsterdam

operazione diamanti -Guerra (GB 1958). Di Michael McCarthy,con Peter Finch

7.00 TG1 Informazione7.05 Rai Parlamento

Settegiorni Attualità8.00 TG1 - TG1 Dialogo

Informazione8.25 UnoMattina In Famiglia

Attualità10.15 Che tempo fa

Informazione10.20 Linea verde Orizzonti

Rubrica10.55 Petrolio “Le mani sulla

moda” Attualità (Repl.)12.00 La prova del cuoco

Varietà Condotto daAntonella Clerici

13.30 TG1 Informazione14.00 Easy Driver Rubrica14.30 Lineablu Rubrica15.25 Le amiche del sabato

Varietà 17.00 TG1 - Che tempo fa

Informazione17.15 A sua immagine

Rubrica religiosa17.45 Passaggio a Nord Ovest

Documentario18.50 L’ eredità Gioco

20.00 TG1 Informazione20.30 Rai TG Sport

Notiziario sportivo20.35 Affari tuoi Gioco21.10 Sogno e Son Desto

“Seconda puntata -Ospiti Patty Pravo,Franco Battiato” VarietàCondotto da MassimoRanieri

0.00 Petrolio “Capitali inmovimento” Attualità

8.35 Voyager FactoryDocumentario

9.30 Punto Europa Rubrica10.00 Sulla via di Damasco

Rubrica religiosaMeteo 2 Informazione

10.30 Novità Cronacheanimali Documentario

11.30 Mezzogiorno infamiglia Varietà

13.00 TG2 Informazione13.25 Dribbling Rubrica

14.00 Squadra OmicidiIstanbul - Il transito -Poliziesco (Ger 2012)

15.40 Toni Costa: uncommissario a Ibiza -Il delitto è servito -Poliziesco (Ger 2012)

17.10 Sereno variabileRubrica

18.00 TG2 L.I.S. - Meteo 2Informazione

18.05 Sea Patrol “La verità”Telefilm

18.50 Squadra SpecialeCobra 11 “L’ ostaggioSemir” Telefilm

19.35 Razza UmanaMagazine Rubrica

20.30 TG2 - 20.30 Infor.21.05 Castle - Detective tra le

righe “Ammanettati”Telefilm

21.50 Prima tv Rai Body ofProof “Pelle e ossa” Tf

22.40 TG2 Informazione22.55 Rai Player Rubrica23.00 Sabato Sprint Rubrica 23.45 TG2 Dossier Rubrica

9.10 Il bandolero stanco(Repertorio) Doc.

9.15 Attanasio cavallovanesio -Musicale (Ita 1953)

11.00 TGR BellItalia Rubrica11.30 TGR Prodotto Italia

Rubrica12.00 TG3 - Meteo 3

Informazione12.25 TGR Il Settimanale

Rubrica12.55 TGR Ambiente Italia

Rubrica14.00 TG Regione - Meteo

Informazione14.20 TG3 Informazione14.45 TG3 Pixel Attualità14.50 Meteo 3 Informazione15.00 Tv Talk Rubrica16.55 Timbuctu: i viaggi di

Davide Documentario17.15 C’ era un castello con

40 cani - Commedia(Ita 1990)

18.55 Meteo 3 Informazione19.00 TG3 Informazione19.30 TG Regione - Meteo

Informazione20.00 Blob Varietà20.10 Che tempo che fa

Attualità21.30 Indiana Jones e il

tempio maledetto -Avventura (Usa 1984).Di Steven Spielberg,con Harrison Ford

23.35 TG3 - TG Regione Inf.23.55 Un giorno in Pretura

Attualità

LA TV DI OGGI

LA RADIO

SC1 Cinema 1SCH Cinema HitsSCP Cinema

PassionSCF Cinema

FamilySCC Cinema

ComedySCM Cinema MaxSCU Cinema CultSC1 Sport 1SC2 Sport 2SC3 Sport 3

17.25 Buona giornata SCH17.35 Incontro

con il male SCM17.55 Hot Shots! SCC17.55 Quanto è difficile

essere teenager! SCF18.20 Amistad SCU18.50 Nemico pubblico SC119.00 Romanzo

di una strage SCH19.10 Obsessed SCM19.25 Il nostro matrimonio

è in crisi SCC19.25 Flubber - Un professo-

re tra le nuvole SCF19.25 Cantando sotto

il vischio SCP21.00 Incontri ravvicinati

del Terzo Tipo SCU21.00 Parto con mamma SCC

21.00 Tesoro mi si sonoristretti i ragazzi SCF

21.00 Impatto imminente SCM

21.00 The Words SCP21.10 Il principe abusivo SC121.10 The Lincoln

Lawyer SCH22.40 S.P.Q.R. 2000 e 1/2

anni fa SCC22.40 Hook -

Capitan Uncino SCF22.45 Oceano di fuoco -

Hidalgo SCM22.45 Una sposa

per Natale SCP22.55 Il cavaliere

del Santo Graal SC123.10 40 carati SCH23.20 Munich SCU

14.30 Rugby, Heineken Cup2013/2014 Zebre -Tolosa (Diretta) SP2

16.30 Rugby, Heineken Cup2013/2014 Saracens -Connacht (Diff.) SP2

17.00 Basket, NBA 2013/2014New York Knicks - LAClippers (Replica) SP3

18.55 Rugby, Heineken Cup2013/2014 6a giornataMontpellier - BenettonTreviso (Diretta) SP2

19.30 Golf, PGA EuropeanTour The Abu DhabiGolf Championship: 3agiornata (Replica) SP3

20.40 Calcio, Serie A2013/2014 Juventus -Sampdoria (Dir.) SP1

21.00 Boxe, World Series ofBoxing 2013/2014Italia - Argentina(Diretta) SP2

21.30 Basket, NBA2013/2014 New YorkKnicks - Los AngelesClippers (Replica) SP3

23.30 Rugby, Heineken Cup2013/2014 LeicesterTigers - Ulster Rugby(Differita) SP3

0.30 Calcio, Serie A2013/2014 Roma -Livorno (Replica) SP1

1.00 Basket, NBA2013/2014Indiana Pacers - Los Angeles Clippers(Diretta) SP2

I film Lo sportUn sabato fra sci, calcio e motoriRugby, sci e soprattutto calcio, gli sport protagonisti della puntata, ma anche approfondimentidedicati a basket e motori. Si comincia alle 14.00 con il consueto intervento di Marco Tardelli perla rubrica “Sostiene Tardelli”. Quindi, linea all’ inviato Emilio Mancuso da Cortina d’ Ampezzodove è in programma la discesa libera femminile della Coppa del Mondo di sci. Dalle 14.30 colle-gamenti anche con lo stadio XXV Aprile di Parma per la cronaca dell’ incontro Zebre-Tolosa,sesta giornata di Heineken Cup. Inviato Paolo Pacitti. Per il calciomercato interverrà Filippo Bonsi-gnore dell’ Ansa. Uno sguardo alla Dakar 2014, in svolgimento in Sudamerica con l’ inviata diOmnicorse, Elisabetta Caracciolo. Con l’ ex azzurro Walter Magnifico, il punto sul campionato ita-liano di pallacanestro, alla vigilia della prima giornata di ritorno. Le dichiarazioni degli allenatori e itemi più caldi della Serie A saranno invece discussi insieme ad Elia Pagnoni de Il Giornale. Alle18.00 e alle 20.45 tocca ai due anticipi della prima giornata di ritorno della serie A, Roma-Livornoe Juventus-Sampdoria.

RADIO1 14.00

Page 18: ilfatto_20140118

18 SABATO 18 GENNAIO 2014 il Fatto Quotidiano

“par tecipava”. Quando eragiovane, si fa per dire, mentre isuoi compagni giocavano apallone, lui stava a guardare.Per non inzaccherarsi la scar-pe. Non era una cosa autore-vole. “Nu guaglione fatt'a vec-c h i o” lo aveva chiamato loscrittore napoletano LuigiCompagnone. Veniva ricorda-to solo per un’i m b a ra zza n tesomiglianza con Umberto diSavoia di cui qualcuno insi-nuava fosse figlio naturale. Maquesta mi pare una malignitàgratuita. Ai danni del Re.

n A D E SS O Napolitano deter-mina la politica italiana e hauna falange di adepti non solopolitici ma anche giornalisti.Un giornalista di Re p u b b l i ca ,Mario Pirani, un giornalistamolto autorevole, ha chiestol’incriminazione del Fa t to per“vilipendio al Capo dello Sta-t o”, un reato da Codice Rocco,un reato d’opinione che nondovrebbe esistere in una de-mocrazia. E invece ce ne sonoun mucchio, non tutti derivatidal Codice Rocco, alcuni dinuovo conio, come quella

di Marco Politi

Si può fare una riu-nione del consiglioscolastico con il pro-fessore pedofilo per

discutere di programmi edu-cativi dell’anno 2013/2014?Non si può. Non c’è da spie-gare molto. Non si può.In Italia sta accadendo di peg-gio. Tra poche ore saremo in-formati che un aspirante pre-mier, leader del maggiorepartito politico italiano, haincontrato un pregiudicatoper discutere di affari di Stato:una legge elettorale, l’a b o l i-zione del Senato elettivo.Stiamo parlando di elementicardine del sistema costitu-zionale. I media italiani – t e-levisione e carta stampata –stanno banalizzando l’eventoin maniera imbarazzante.Quasi si trattasse della nor-male prosecuzione dell’usodel potere, che Berlusconi haaccumulato negli anni, e delleinevitabili (o evitabili) tratta-tive politiche che si fanno conchi detiene una fetta di po-tere. Non è così. Come dicevaun diplomatico francese, “leforme non sono importanti,salvo quando vengono me-no”. In certi quartieri di Pa-lermo, se ti occupano abusi-vamente la casa, puoi andaredalla polizia e dai giudici – el’esito sarà lungo, forse incer-to – oppure ti rechi dal ca-pomafia di quartiere. Entroventiquattr’ore l’abusivo spa-risce. Ma non è gratis. Nonperché lo ‘zu ti chiede soldi,non è mica un poveraccio…quando sarà ti presenterà ilconto.Berlusconi è un personaggiocondannato e interdetto. C’èun prima e un dopo, sebbeneun’insistente ondata propa-gandistica tenti di confonde-re le acque. Prima della con-danna definitiva era una per-sonalità che a buon ragionerisultava repellente a molti e –in nome del libero arbitrio –poteva piacere ad altri. Dopola sentenza della Cassazione ilsuo status è mutato per unasentenza emessa in nome del“popolo italiano”, che ha –dovrebbe avere – una valenzanazionale. È una persona ca-ratterizzata da una “naturalecapacità a delinquere mostra-ta nella persecuzione del(proprio) disegno crimino-so”, come hanno sancito igiudici del processo Media-set.

CON LA FRESCA arroganza dichi è pervenuto a un posticinodi potere per grazia del sovra-no, l’economista Filippo Tad-dei membro della segreteriadel Pd ha dichiarato l’altramattina a Omnibus a chi glichiedeva dei dubbi sull’incon -tro Renzi-Berlusconi: “Fran -camente non capisco il sensodella questione”. Peccato,perché è ipotizzabile che ab-bia viaggiato in Europa e si saper certo che ha vissuto negliStati Uniti.L’incontro tra un politico in-censurato e un pregiudicato è

inconcepibile in qualsiasi ca-pitale democratica dell’Occi -dente. Un evento del genere èescluso a Washington come aBerlino, a Parigi come a Lon-dra. Nixon era stato eletto nel1972 con 47 milioni di voti.Nel momento in cui fu rico-nosciuto responsabile dei rea-ti connessi allo scandalo Wa-tergate, non fu più un inter-locutore per nessuno. Punto.I democratici americani han-

no continuato ovviamente atrattare e fare politica con irepubblicani, ma il colpevoledi reati era pubblicamentefuori gioco. Perché c’è unconfine invalicabile tra l’ono -rabilità pubblica prima e do-po una condanna. Anzi neipaesi anglosassoni e a demo-crazia matura c’è anche un se-condo confine, quello dellacondotta “appropriata” o“inappropriata”, che riguardala correttezza del comporta-mento pubblico e prescindedai procedimenti penali. Percui il politico, beccato con loscontrino delle mutande mes-so in conto al contribuente,sparisce subito dalla circola-zione e nessuno dei suoi so-dali di partito grida al com-plotto. Semplicemente perché“non si può”.In Italia la classe politica ri-muove costantemente questodiscrimine di etica pubblicaper cui i più grandi cialtronipossono gridare che non sonoindagati, facendoci ridere die-tro all’estero. Ma pazienza. Lamaggioranza paziente si ac-contentava di aspettare le sen-tenze definitive della magi-

stratura, augurandosi cheavessero un senso erga om-nes.Il fatto che da noi si voglia oraplatealmente varcare il limitetra chi ha la titolarità di buonafede per stare sulla scena pub-blica è chi è interdetto per gra-vi reati costituisce un ulterio-re allontanamento dell’Italiadallo standard dei paesi eu-ropei e occidentali. Dove “ul -teriore” significa ammetterecon tristezza che l’ultimo ven-tennio ha visto il nostro paesescendere sempre più in basso,ma c’era la speranza piccola,flebile, che il novembre 2011 el’accertata criminalità consentenza definitiva dell’ago -sto 2013 potesse segnare unpiccolo, graduale passo versoil ritorno all’Europa.

DICIAMO, a scanso di equi-voci, che a milioni di cittadinidelle beghe interne del Pd noninteressa niente. E meno chemai interessa il politichesecon cui il vertice imminente(o avvenuto) viene ammanta-to. Ci sono invece milioni dicittadini, che pagano le tasse,e tanti milioni che a destra,centro e sinistra sentono il va-lore della legalità e vorrebberouscire dal degrado istituzio-nale. E c’è quell’umanità pu-lita vista due anni fa in Piazzadel Popolo nel giorno di “Senon ora, quando?” .Questa Italia capisce perfetta-mente il “segno” di questovertice voluto da Renzi, checancella il confine tra ciò che èsostenibile nel costume de-mocratico e ciò che non lo è.Che mette sullo stesso pianodella presentabilità l’evasore echi non lo è.Raccontava Piercamillo Davi-go che nei dibattiti, quando ildiscorso scivolava sul “tantorubano tutti”, lui si fermava edomandava: “Lei ruba? Io no.Allora siamo già in due”. Tan-to per rimarcare la frontiera.Da oggi, nella società di co-municazione visiva in cui sia-mo immersi, il messaggio èchiarissimo. Tra Davigo eBerlusconi non c’è nessunadifferenza.

RENZI E BERLUSCONI

SECONDO TEMPO

Napolitano, chi criticail Re merita il carcere

BATTIBECCO

PER FAVORE BASTA

Come si può parlare

di riforma di principi

cardine della Repubblica

con un soggetto che ha

dimostrato una “naturale

capacità a delinquere”?

IL VECCHIO PCI

Di Napolitano si diceva

fosse autorevole,

ma perché lo fosse

non si sapeva spiegarlo

Era autorevole perché

era lì da sempre

Silvio Berlusconi La Pre ss e

di Massimo Fini

n CON PETER Gomez ho pre-sentato a Milano il libro di Tra-vaglio Viva il Re!. C'è volutaproprio tutta l’insipienza e lamediocrità della classe politi-ca italiana degli ultimi anni perfar assurgere Giorgio Napoli-tano a un ruolo di protagoni-sta. Nel Pci d’antan, quello deiTogliatti, degli Amendola, deiPajetta, dei Lajolo e persino deiColajanni, Napolitano era unasemplice suppellettile. Si dice-va che era autorevole. Se chie-devi a un ragazzo della Fgci, un“f i g i c i o t to”, di Napolitano ti ri-spondeva “Ah, è autorevole”,ma perché mai lo fosse non sa-peva spiegartelo. Era autore-vole perché era lì da sempre,da epoche pleistoceniche.Tutte le generazioni di italianiviventi, e fra poco anche mo-renti, se lo sono trovati in casa,pomposo e inamidato, fin dal-la nascita. Come Andreotti,con la differenza che il “d i voG i u l i o” ha segnato, nel bene enel male, la politica italiana,mentre di Napolitano non si ri-corda, prima di questi ultimis-simi tempi, non dico un’azio -ne, sarebbe pretendere trop-po, ma un discorso di un qual-che significato. Travaglio, nelsuo sterminato archivio, puòanche averlo trovato, ma hadovuto cercarlo col lanternino,con quella luce che sta in capoal medico quando in sala ope-ratoria deve fare un interventodi microchirurgia. “Un conigliobianco in campo bianco” loaveva definito impietosamen-te qualcuno. Lui non agiva,

“legge Mancino” (bello quel-lo) che punisce “l’i s t i ga z i o n eall’odio razziale”. Credo sia laprima volta che si voglionomettere le manette ai senti-menti. Nei regimi si punisconole azioni, le idee ma, tranneforse che in Corea del Nord,non è obbligatorio anche ama-re il Capo.Ma non è solo una questioneitaliana. Tira una brutta aria inEuropa. Che non è quella del-l’antisemitismo, ma del libera-lismo liberticida. In Francia sivogliono vietare, oltre al velo, iteatri a un comico, DieudonnéM’bala M’bala, che fa satiraantimperialista, antiamerica-na e anche antisemita. Ora, ilteatro è storicamente l’ultimaridotta della libertà di espres-sione, quando tutti gli altri ca-nali sono chiusi. Nella Jugosla-via di Milosevic l’opposizionesi faceva a teatro (e per la ve-rità anche fuori, molto di piùche in questo regime).Chiunque non è in linea con lacommunis opinio è pronto perla garrota mediatica e, all’oc -correnza, anche per le manet-te. Scriveva Stuart Mill che,con Locke, è uno dei padri dellaliberaldemocrazia: “La prote-zione dalla tirannide non è suf-ficiente: è necessario ancheproteggersi dalla tirannia del-l’opinione e del sentimentopredominanti, dalla tendenzadella società a imporre comenorme di condotta e con mezzidiversi dalle pene legali le pro-prie idee e usanze a chi dissen-te... a costringere tutti i carat-teri a conformarsi al suo mo-d e l l o”.

Con il condannatonon si discute

L’I N T E RV E N TO

Lo svuota-carceri faràbene anche ai mafiosidi Nicola Gratteri

Non ci sarebbe molto da aggiungere allalucidissima analisi del procuratore Ardi-

ta. È un esperto in questo settore e mi sento dicondividere tutto ciò che ha scritto e detto suldecreto svuota-carceri. Questo provvedimen-to è molto più di un indulto. L’indulto, comeha giustamente spiegato Ardita, beneficia tuttii detenuti nella stessa misura. Laliberazione anticipata, previstadal decreto svuota-carceri, pre-vede che il beneficio sia propor-zionale alla pena espiata.Pertanto, a beneficiarne saran-no anche i mafiosi che, contra-riamente ai detenuti comuni,sono rinchiusi in celle singole,doppie, al massimo triple e noncerto stipati sulle brandine aquattro piani. Ritengo sia giustala battaglia per la civiltà della pe-na che deve procedere nella le-galità e nel rispetto della dignitàdel detenuto, ma non bisogna far entrare nellatesta di chi commette un reato l’idea che tuttosi possa aggiustare. La certezza della pena deveessere garantita, non mercanteggiata. Il so-vraffollamento carcerario non si può risolvererinunciando in parte all’esecuzione della pena.La cosa grave è proprio questa: che si mettenella testa della gente l’idea che alla fine tuttos’aggiusta. Un sistema con livelli inadeguati dicertezza della pena e di risposta al criminecomporta come conseguenza inevitabile l’im-portazione di altri criminali sul nostro terri-torio, come succede già in altri paesi.Il sovraffollamento carcerario si può risolverein due modi. Uno: la realizzazione in tempi

brevi di nuove strutture penitenziarie, o dinuovi “bracci” in aggiunta a quelli esistenti.Due: con l’introduzione del modello ameri-cano che prevede una distribuzione più razio-nale degli spazi. Chiusi nelle celle dovrebberorestare solo i detenuti di Alta Sicurezza (41 bise individui socialmente pericolosi), gli altri po-trebbero usufruire degli spazi esterni, potreb-bero lavorare in un progetto di reinserimento

sociale. Bisogna ricorrere sempredi più alle misure alternative pertossicodipendenti e baby-crimina-li. Bisogna fare accordi bilaterali efar scontare la pena di molti dete-nuti nei paesi di provenienza.

NON PENSO che questa misura in-cida molto sul piano deflativo. Bi-sognerebbe procedere alla revisionedel sistema dei delitti e delle pene.Sono contrario ai provvedimentitampone. Bisogna porre mano auna riforma seria dell’intero setto-re. Sarebbe opportuno ascoltare gli

esperti del settore e trovare le soluzioni ade-guate. Indulti e misure come quella appena in-trodotta sono dei palliativi. Non si può metteresullo stesso piano mafiosi e detenuti comuni. Imafiosi devono essere puniti, tenendo contodel danno sociale causato al Paese. Non è que-sto il modo per risolvere il sovraffollamentocarcerario. Senza poi parlare del rischio-para-lisi negli uffici di sorveglianza. È stato varato ildecreto senza aggiornare il sistema informa-tivo per la trasmissione telematica delle ordi-nanze di scarcerazione alle varie Procure. Nonsi possono fare riforme che determinano ag-gravi di lavoro senza intervenire su mezzi e or-ganici. Così non va.

AnnamariaCancellieri Ansa

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19il Fatto Quotidiano SABATO 18 GENNAIO 2 01 4

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

Non ridateciil proporzionale

Quando Renzi cerca di fa-re accordi con Berlusconi,nonostante tante obiezio-ni del partito, cerca di fareuna cosa sensata per distri-carsi dalle maglie e dalletentazioni della Prima Re-pubblica, dove qualsiasiGhino di Tacco condizio-nava la politica a suo pia-cimento. Molti col pro-porzionale puro andreb-bero a nozze. Grillo, per-ché il suo interesse é quellodi fare confusione senzacostrutto e destabilizzare ilpaese, gli altri piccoli par-titi perché col maggiorita-rio non avrebbero più vocein capitolo e molti della si-nistra che perderebbero illoro potere e la loro poltro-na indipendentemente sevincono o perdono. SeForza Italia e Pd si metto-no d’accordo si può fareuna legge elettorale chepermetta a chi vince di go-vernare. Lo scandalo non ècercare un accordo conBerlusconi limitato allalegge elettorale, ma avercigovernato due volte.

Carlo Giglioli

De Girolamo-Cancellieridue pesi e due misure

Ho ascoltato la De Girola-mo e resto dell’idea chedebba dimettersi. È statacolta col cerino in mano ese vogliamo tentare di as-somigliare a un paese nor-male, se ne deve andare.Sento, però, di doveresprimere solidarietà peril modo indecente con cuiè stata trattata a Monteci-torio, con un’aula semi-vuota. Assente Letta e as-senti molti altri. Al suofianco una staffetta, tantoper salvare le apparenze,Alfano-Quagliariello. Chedifferenza rispetto al trat-tamento riservato allaCancellieri. Allora tutti in-torno, strette di mano,sorrisi. Banchi del gover-no pieni, aula stracolma.Anche Angelino Alfano,quando impapocchiò lasua difesa, basata tutta sul“non sapevo nulla dei ka-zaki”, ebbe maggiore soli-darietà. Solo alla Idem furiservato un trattamentopeggiore.

Carlo di Renzo

Il vero obiettivodella riforma Fornero

Possiamo fare, dopo dueanni, un primo bilanciodella cosiddetta “RiformaFornero” sulle pensioni:centinaia di migliaia dipersone (impropriamentedefiniti “esodati”), senzapensione, senza reddito esenza futuro; allungamen-to dell’età pensionisticache allontana ancora dipiù la possibilità per i no-stri giovani di accedere aun lavoro; spostamentodei contributi dei lavora-tori verso le pensioni inte-grative. Quest’ultimo erail vero obiettivo, neanchetroppo subliminale, dellariforma; in altri termini,spostare i soldi dei lavora-

tori verso la speculazionefinanziaria globale che stadevastando l’economia ela vita delle famiglie. Cen-tinaia di Rappresentanzesindacali unite (Rsu) dellepiù grandi aziende italia-ne si stanno muovendo,dal basso, contro questosistema, ma intanto qual-cuno di coloro che l’ha vo-tato in Parlamento chie-derà pubblicamente scusaai cittadini italiani?

Pietro Braglia

Inciucio col Caimano,un film già visto

Renzi si attovaglia con B.per discutere di legge elet-torale. Conseguenze: 1)insorge mezzo Pd: “Ma

come si fa a discutere conquello lì?”; 2) risposta:“Zitti voi che avete inciu-ciato una vita con quellolì”; 3) Stop, manca qualco-sa? Direi di sì per esempioun’osservazione facile fa-cile: ma questo Renzi, ilnuovo che avanza, il rotta-matore, non sta facendoesattamente quello chehanno fatto i suoi prede-cessori?

Giacomo Tagliavia

Preferenze, vigilareper evitare infiltrazioni

Il dibattito sulla legge elet-torale è concentrato sulmodello da adottare men-tre è trascurato l’altroaspetto della futura legge:il voto di preferenza. Ep-

pure le preferenze com-portano opportunità no-tevoli di miglioramento,anche morale, del corpoparlamentare, ma ancherischi notevoli di infiltra-zioni della criminalità or-ganizzata e di lobby nonsempre attente all’i n t e-resse nazionale. È perciòindispensabile che i parti-ti predispongano serieprocedure volte a far co-noscere tempestivamenteed esaurientemente i can-didati alle elezioni, dandocosì agli elettori la possi-bilità di verificare e inte-grare tali informazioniprima della ufficializza-zione delle liste elettorali.

Ascanio De Sanctis

L’enorme distanzafra Pd e Paese reale

Ancora non mi è chiarocosa intenda fare il Pd sulcosto del lavoro, sullapressione fiscale. I mesipassano e gli anni pure, leaziende continuano asparire come neve al sole,ma loro si occupano solodi legge elettorale, Berlu-sconi, umori di Renzi eLetta. I deputati Pd do-vrebbero andare in giro aconoscere cittadini, lavo-ratori e imprese, a render-si conto dei bisogni. Ieri,ad esempio, alcuni delM5S sono andati a verifi-care le condizioni degliospedali romani.

Rudi Toselli

CARO COLOMBO, in questi giorni, forseper allinearsi al peggio delle prossime ele-zioni europee, la Lega Nord guidata da Sal-vini ha superato di molto le volgari aberra-zioni di Borghezio, e ha stabilito il peggiorlivello di razzismo e xenofobia mai toccatoin Italia dopo il fascismo. Come mai in Par-lamento e nella vita pubblica e politica ita-liana pochi sembrano farci caso?

I ta l o

LA LETTERA si riferisce ovviamente agliattacchi, che diventano ogni giorno più vol-gari, contro il ministro Kyenge, e il discorsosulla “negritudine”, che non ha precedentinel nostro pur provato Senato. La Lega è unmicrorganismo infetto e deleterio che stamorendo da solo a causa di un livello moraletroppo basso persino per questo triste mo-mento politico, a causa del furto continuatodi risorse pubbliche perpetrato da una classedirigente solo in parte eliminata, a causa delfurto di voti con cui squallidi individui si so-no aggiudicati finte vittorie che ora dovran-no mollare. Morire in bellezza però nonsembra un pensiero o desiderio possibile perla Lega. Tutto il gruppo dirigente, con deter-minazione priva di una minima luce, si stadirigendo verso poltiglie di resti “padani”che a un certo punto (fra poco) saranno di-menticati. Questo per dire che l’impegnocon cui la Lega si ostina a insultare un mini-stro nero in questo governo toglierà allanuova Lega (che però sarebbe ingiusto defi-nire peggiore della prima, in quanto impos-sibile) gli ultimi voti puliti e chiarirà le ideeai pochi rimasti che ora sanno con certezza

di essersi sbagliati. Non tanto per l’immora -lità spregevole di ciò che i leghisti fanno e di-cono, quanto per la totale mancanza di sen-so logico e politico della loro umiliante bas-sezza. Però non è la Lega, ormai morta equasi sepolta a spaventare, ma il comporta-mento di ciò che resta dell’Italia. Primo, leistituzioni non hanno niente da dire. Secon-do, in ogni momento c’è chi sussurra, neglialtri partiti: “Vediamo la Lega, sentiamo laLega”, come se un simile gruppo potesse es-sere impunemente avvicinato senza mo-strare condivisione con le ignobili idee appe-na espresse (e continuamente ripetute).Terzo, finché esiste (per fortuna per poco) laLega, viene trattata dagli altri partiti (tutti,destra, sinistra e nuovi) come se fosse un en-te politico normale, con il quale ci si può ag-ganciare se e quando conviene per un’oppo -sizione, una coalizione e persino un gover-no. Il vero scandalo dell’Italia politica, agliocchi dei cittadini del nostro Paese, all’Eu -ropa e di ciò che resta del nostro buon nomenel mondo, è l’inconcepibile e immoralerapporto di normalità con questa vergognaitaliana. Resta una piccola consolazione percoloro che, tra poco, potranno vantarsi diavere visto subito che cosa accadeva e stavaper accadere nella Lega, mentre una folla dicolleghi politici e di colleghi giornalisti eraimpegnata a fare festa a Bossi, Calderoli,Castelli, Maroni e a fare finta di non vedereBorghezio .

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

La doppiavitadella Lega

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DIRITTO DI REPLICACon riferimento all’artico -lo pubblicato sul vostrogiornale il 16 gennaio, daltitolo “Bruxelles e la caccia-ta degli europei”, tengo aprecisare che l’Ambasciatanon “cade dalle nuvole”,come scritto dal giornalistaAlessio Schiesari. L’artico -lo è in realtà frutto di unaserie di telefonate avutedallo stesso Schiesari con ilnostro addetto stampa,Giovanni Donato. Questi,oltre ad aver fornito alloSchiesari contatti, infor-mazioni e dati utili (peral-tro, segnalo che il dato sugliitaliani residenti da voi ci-tato è errato: sono 257 milagli iscritti all’Anagrafe con-

solare), lo ha informato delmio incontro lo scorso 3gennaio con una connazio-nale che ha subito il prov-vedimento di espulsione,nonché della stretta inter-locuzione che stiamo aven-do con le autorità belghe,con altre ambasciate euro-pee di cui alcuni cittadinilamentano la stessa proble-matica e con la nostra rap-presentanza presso l’Ueper approfondire la que-stione ed individuare unasoluzione.

Alfredo Bastianelliambasciatore d’I ta l i a

a Bruxelles

Nel pezzo si evidenzia chel’ambasciata era al corrente

di un caso, quello di SilviaGuerra (“abbiamo ricevutola segnalazione di Silvia”).Per vostra stessa ammissio-ne (emersa durante il collo-quio con il dott. Donato)l’ambasciata non era però aconoscenza di altri casi si-mili, tant’è che telefonica-mente il vostro addettostampa ha aggiunto che“forse le persone interessatepreferiscono non farlo sape-re”. Stando ai dati fornitidalla segreteria per l’immi -grazione belga, se ne sonoverificati altri 387 in dueanni, circostanza di cui noneravate al corrente. Perquanto concerne il numerodi italiani residenti in Bel-gio, abbiamo preferito uti-lizzare i dati forniti dall’uf -ficio statistiche del diparti-mento all’immigrazionebelga invece di quelli del-l’ambasciata relativi agliiscritti all’Aire.

a.s.

Nell’interesse dell’impresaMancini s.r.l. chiedo di ret-tificare il contenuto dell’ar -ticolo pubblicato sul FattoQuotidiano il 14 gennaiodal titolo “Cialente: la Cu-ria vuole fare affari”, in cuisi ipotizzava il pagamentoda parte della società miaassistita della somma di37.000 euro al consiglierecomunale Pierluigi Tan-credi. L’impresa Mancinis.r.l. non ha mai corrispo-sto alcuna somma al sig.Pierluigi Tancredi nel pe-riodo in cui lo stesso hasvolto il suo ruolo di con-sigliere comunale dell’A-quila. Successivamente allasue dimissioni da tale ruoloha sottoscritto con lo stessoun regolare contratto dicollaborazione, ad ogginon più in essere, provve-dendo al pagamento deicompensi contrattual-mente previsti in modotrasparente e tracciabile. Lacollaborazione si è svoltanel biennio 2011-2012 e lesomme corrisposte sonostate regolarmente sotto-poste alla vigente normati-va in materia fiscale.

Avv. Tiberio GulluniMancini s.r.l.

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