IlFatto_20130501

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Mercoledì 1 maggio 2013 – Anno 5 – n° 119 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 di Paolo Flores d’Arcais S iamo in piena “neolingua”, quella del Grande Fratello di orwelliana memoria: ieri sono state cancellate dall’italiano la lo- cuzione “conflitto d’interessi” e il lemma “ineleggibilità”, i concetti stessi devono di- ventare impensabili, benché (o forse proprio perché) lungo tutta la campagna elettorale il Pd avesse giurato e spergiurato che porre fine al conflitto d’interessi era una questione sia di civiltà istituzionale che di efficienza economica, dunque cruciale e improcrasti- nabile. Immediatamente dopo le elezioni, il braccio operativo di Bersani, senatore Mi- gliavacca, aveva anzi garantito che il Pd avrebbe votato per l’arresto di Berlusconi in caso di motivata richiesta di un pm, e il pre- sidente dei senatori, Luigi Zanda, che Ber- lusconi andava dichiarato ineleggibile. Poi la rielezione di Napolitano e il “contrordine compagni!” con cui il Pd ha completato la sua mutazione antropologica in partito do- roteo postmoderno. “Con la lotta al conflitto d’interessi non si mangia”, è la giaculatoria d’ordinanza e d’a- morosi sensi col Caimano, con cui la Ca- sta-Pd cerca di tagliare la lingua a chi gli ricorda le promesse appena gettate al ma- cero. Ma è proprio un liberista doc come Luigi Zingales, laurea alla Bocconi, PhD al Mit di Boston, professore all’Università di Chicago, editorialista del quotidiano della Confindustria, promotore della destra civile “Fermare il declino”, che va ripetendo in ogni talk show come ogni conflitto d’inte- ressi produca impoverimento materiale, co- me il monopolio televisivo di B. generi mo- stri (anche economici), come l’Italia non possa uscire dalla crisi finanziaria e produt- tiva, e dalla cronica inefficienza dell’ammi- nistrazione pubblica, senza mandare siste- maticamente in galera i ladri, i corrotti e gli “amici degli amici” di ogni specie e rango. Otto milioni e mezzo di italiani hanno votato il Pd credendo di votare anche per queste misure. Scoprono invece che le loro schede fanno mucchio con quelle andate a Cicchitto e Santanchè, Alfano e Scilipoti, per innalzare il Conflitto d’Interessi nella sua forma per- sonificata (tecnicamente: Ipostasi), Silvio Berlusconi, a Presidente della Convenzione che riscriverà la Costituzione. Nell’intera storia d’Italia un voltafaccia del genere non ha precedenti, il trasformismo di Depretis al confronto sembra una gemma di coerenza. Il ceto politico del Pd che ha votato la fiducia ha firmato la propria ignominia morale, e stabilito che qualsiasi cosa dica in futuro un dirigente Pd la sua credibilità è per definizione zero, flatus vocis per gonzi. Dipartito democratico di Marco Travaglio D icono che i pesci rossi abbiano la memoria corta, tre mesi non di più. Ma la stampa ita- liana li supera, diffondendo balle à gogò che non tengono minimo conto della storia degli ultimi tre mesi: elezioni, consultazioni, presidenziali. 1. ”Il governo Letta non ha alternative: i 5Stelle hanno detto no a Bersani e il Pdl ha detto sì a Letta”. Ma i 5Stelle han detto no a Bersani che chiedeva la fiducia a un suo governo di mino- ranza, fondato su 8 genericissimi punti, che per sopravvivere avrebbe raccattato i voti qua e là in Parlamento. Nessuno ha proposto un governo Pd-M5S presieduto da un uomo super partes. Er- rore di Bersani, che non andava al di là del pro- prio nome, convinto di aver vinto le elezioni. Ed errore dei 5Stelle che, quando salirono al Colle la seconda volta coi nomi di Settis, Zagrebelsky e Rodotà in tasca, non li fecero perché Napolitano disse no a un premier extra-partiti. Così rinun- ciarono a vedere il bluff del Pd: anche se Bersani fosse stato sincero, un suo governo con M5S non avrebbe mai ottenuto la fiducia da tutto il Pd (che s’è spaccato persino su Marini e Prodi, figurarsi su un’alleanza coi grilli). 2. “M5S, se voleva governare col Pd, doveva vo- tare Prodi”. Ma M5S aveva candidato Rodotà, uomo storico della sinistra, uscito al terzo posto delle loro Quirinarie, mentre Prodi era a fondo classifica. Chi ridacchia dei pochi voti raccolti da Rodotà (4677) dovrebbe ridacchiare di più di quelli avuti da Prodi (1394). Ma soprattutto: mentre i 5Stelle facevano scegliere a 48 mila iscritti il loro candidato, Bersani faceva scegliere il suo a uno solo: Berlusconi. Che indicava Ma- rini, poi impallinato dal Pd. Che allora mandava allo sbaraglio Prodi. Ma, mentre Grillo chiedeva ufficialmente al Pd di votare Rodotà per gover- nare insieme, Bersani non ha mai chiesto a M5S di votare Prodi per governare insieme (con Ro- dotà premier). Si è tentato invece lo “scouting” sottobanco per strappare i 15 voti che mancavano a Prodi al quinto scrutinio. Ma Prodi non ci è neppure arrivato, perché al quarto gli son man- cati 101 voti Pd. Come poteva il Pd pretendere che M5S votasse spontaneamente, senza richieste ufficiali, un candidato osteggiato dal suo partito, rischiando di spaccarsi e di non riuscire neppure a eleggerlo a causa dei franchi tiratori Pd? 3. “Grillo voleva fin dall’inizio l’inciucio Pd-Pdl”. Ma, se così fosse, avrebbe lasciato andare le cose com’erano sempre andate, anziché fondare un movimento contro “Pdl e Pdmenoelle”. E soprat- tutto avrebbe scelto un candidato di bandiera per il Colle (se stesso o Fo o un parlamentare qua- lunque), per blindarsi in un dorato isolamento: non avrebbe certo interpellato la base online, no- toriamente influenzata da grandi personalità del- la sinistra come quelle poi uscite dalle Quirinarie. In realtà Grillo aveva semplicemente previsto l’inciucio, previsione che non richiede partico- lare acume a chi segue la politica da un po’. 4. “Quello di Letta è un governissimo di larghe intese”. A contare gli elettori che rappresenta, è un governino di minoranza: su un corpo eletto- rale di 47 milioni (di cui 35 hanno votato), i partiti che l’appoggiano raccolgono appena 20 milioni di voti, avendone persi per strada 10 rispetto a cinque anni fa. Gli stessi partiti che sostenevano il governo Monti e che, dopo le urne, riconobbero che quel governo era stato bocciato. E ora rie- sumano lo stesso ménage à trois, con ministri più giovani ma meno autorevoli e competenti dei tec- nici. Come se gli italiani non avessero votato. 5. ”Il governo Letta pone fine a vent’anni di guerra civile fredda”. Sarà, ma a giudicare dagli inciuci ventennali, dai teneri abbracci Bersa- ni-Letta-Alfano e dagli occhi dolci che si fanno gli ex combattenti, non si direbbe. Spaccato su nonno Marini e papà Prodi, il Pd ritrova una rocciosa compattezza su padron Silvio, da sem- pre al centro dei sogni erotici dei suoi dirigenti. Più che di una guerra, è la fine di una lunga re- lazione clandestina con l’outing liberatorio dei due amanti: “Sì, è vero, andiamo a letto da ven- t’anni: embè?”. CONFLITTO D’I N T E R E SS I VIETATO PARLARNE Secondo tutti i sondaggi dopo la nascita del governissimo il Pdl gua- dagna oltre 3 punti e il Pd ne perde altrettanti. Complimenti, bel colpo! PARTITI: 40 MILIONI DAI PRIVATI NOME PER NOME, CIFRA PER CIFRA L’INTERVISTA Vietti (Csm): “Immunità per i parlamentari? Se ne può parlare” L’Olanda ha un nuovo Re. E senza dover fare 5 votazioni » www.forum.spinoza.it LA CATTIVERIA » L’INTERVISTA John Le Carré: “Anche le Talpe si sono globalizzate” Dwight Garner » pag. 14 Prime frizioni nella nuova maggioranza. A Franceschini che dice “per ora è sospesa solo la rata di giugno”, il Pdl risponde a muso duro “attenti, facciamo cadere l’esecutivo”. Il premier in Europa conferma gli impegni “ma come troviamo le risorse è affare di casa nostra” d’Esposito e Feltri » pag. 4 » GOVERNO » Mentre Letta vola a Berlino dalla Merkel Diktat di Berlusconi: sull’Imu decido io Mascali » pag. 7 » pag. 18 Ansa I 100 mila euro di Bertelli (Prada) al Pd, a Lista Civica i 710 mila di Borletti (Buitoni) e i 100 mila di Enrico Bondi, il sostegno delle cooperative, i 5 milioni di An girati al Pdl. E ancora, i versamenti dei politici ai loro stessi gruppi (magari sperando nella candidatura), Di Pietro che si svena per Rivoluzione civile e Bossi che non sgancia un euro per la Lega di Maroni Tecce » pag. 2 - 3 dc L’AGGUATO DI DOMENICA U di Furio Colombo LA SINISTRA CHE HA SCELTO DI ANDARE SULLA DESTRA Buon Primo maggio. Torniamo in edicola giovedì 3 Il sito sarà regolarmente aggiornato Lugi Preiti era a meno di un metro di distanza dal maresciallo Giangrande quando, col il braccio teso e la pistola puntata sul volto del carabiniere, ha aperto il fuoco Nel tondo rosso al centro, Preiti e il carabiniere Giangrande Nel tondo a sinistra, Negri, l’altro carabiniere ferito y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!z!,!z!#

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Mercoledì 1 maggio 2 01 3 – Anno 5 – n° 119 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

di Paolo Flores d’A rc a i s

Siamo in piena “neolingua”, quella delGrande Fratello di orwelliana memoria:

ieri sono state cancellate dall’italiano la lo-cuzione “conflitto d’interessi” e il lemma“ineleggibilità”, i concetti stessi devono di-ventare impensabili, benché (o forse proprioperché) lungo tutta la campagna elettorale ilPd avesse giurato e spergiurato che porrefine al conflitto d’interessi era una questionesia di civiltà istituzionale che di efficienzaeconomica, dunque cruciale e improcrasti-nabile. Immediatamente dopo le elezioni, ilbraccio operativo di Bersani, senatore Mi-gliavacca, aveva anzi garantito che il Pdavrebbe votato per l’arresto di Berlusconi incaso di motivata richiesta di un pm, e il pre-sidente dei senatori, Luigi Zanda, che Ber-lusconi andava dichiarato ineleggibile. Poi larielezione di Napolitano e il “contrordinecompagni!” con cui il Pd ha completato lasua mutazione antropologica in partito do-roteo postmoderno.“Con la lotta al conflitto d’interessi non simangia”, è la giaculatoria d’ordinanza e d’a-morosi sensi col Caimano, con cui la Ca-sta-Pd cerca di tagliare la lingua a chi gliricorda le promesse appena gettate al ma-cero. Ma è proprio un liberista doc comeLuigi Zingales, laurea alla Bocconi, PhD alMit di Boston, professore all’Università diChicago, editorialista del quotidiano dellaConfindustria, promotore della destra civile“Fermare il declino”, che va ripetendo inogni talk show come ogni conflitto d’i n t e-ressi produca impoverimento materiale, co-me il monopolio televisivo di B. generi mo-stri (anche economici), come l’Italia nonpossa uscire dalla crisi finanziaria e produt-tiva, e dalla cronica inefficienza dell’a m m i-nistrazione pubblica, senza mandare siste-maticamente in galera i ladri, i corrotti e gli“amici degli amici” di ogni specie e rango.Otto milioni e mezzo di italiani hanno votatoil Pd credendo di votare anche per questemisure. Scoprono invece che le loro schedefanno mucchio con quelle andate a Cicchittoe Santanchè, Alfano e Scilipoti, per innalzareil Conflitto d’Interessi nella sua forma per-sonificata (tecnicamente: Ipostasi), SilvioBerlusconi, a Presidente della Convenzioneche riscriverà la Costituzione.Nell’intera storia d’Italia un voltafaccia delgenere non ha precedenti, il trasformismo diDepretis al confronto sembra una gemma dicoerenza. Il ceto politico del Pd che ha votatola fiducia ha firmato la propria ignominiamorale, e stabilito che qualsiasi cosa dica infuturo un dirigente Pd la sua credibilità è perdefinizione zero, flatus vocis per gonzi.

Dipartito democraticodi Marco Travaglio

Dicono che i pesci rossi abbiano la memoriacorta, tre mesi non di più. Ma la stampa ita-

liana li supera, diffondendo balle à gogò che nontengono minimo conto della storia degli ultimitre mesi: elezioni, consultazioni, presidenziali.1. ”Il governo Letta non ha alternative: i 5Stellehanno detto no a Bersani e il Pdl ha detto sì aLetta”. Ma i 5Stelle han detto no a Bersani chechiedeva la fiducia a un suo governo di mino-ranza, fondato su 8 genericissimi punti, che persopravvivere avrebbe raccattato i voti qua e là inParlamento. Nessuno ha proposto un governoPd-M5S presieduto da un uomo super partes. Er-rore di Bersani, che non andava al di là del pro-prio nome, convinto di aver vinto le elezioni. Ederrore dei 5Stelle che, quando salirono al Colle laseconda volta coi nomi di Settis, Zagrebelsky eRodotà in tasca, non li fecero perché Napolitanodisse no a un premier extra-partiti. Così rinun-ciarono a vedere il bluff del Pd: anche se Bersanifosse stato sincero, un suo governo con M5S nonavrebbe mai ottenuto la fiducia da tutto il Pd (ches’è spaccato persino su Marini e Prodi, figurarsisu un’alleanza coi grilli).2. “M5S, se voleva governare col Pd, doveva vo-tare Prodi”. Ma M5S aveva candidato Rodotà,uomo storico della sinistra, uscito al terzo postodelle loro Quirinarie, mentre Prodi era a fondoclassifica. Chi ridacchia dei pochi voti raccolti daRodotà (4677) dovrebbe ridacchiare di più diquelli avuti da Prodi (1394). Ma soprattutto:mentre i 5Stelle facevano scegliere a 48 milaiscritti il loro candidato, Bersani faceva scegliereil suo a uno solo: Berlusconi. Che indicava Ma-rini, poi impallinato dal Pd. Che allora mandavaallo sbaraglio Prodi. Ma, mentre Grillo chiedevaufficialmente al Pd di votare Rodotà per gover-nare insieme, Bersani non ha mai chiesto a M5Sdi votare Prodi per governare insieme (con Ro-dotà premier). Si è tentato invece lo “scouting”sottobanco per strappare i 15 voti che mancavanoa Prodi al quinto scrutinio. Ma Prodi non ci èneppure arrivato, perché al quarto gli son man-cati 101 voti Pd. Come poteva il Pd pretendereche M5S votasse spontaneamente, senza richiesteufficiali, un candidato osteggiato dal suo partito,rischiando di spaccarsi e di non riuscire neppurea eleggerlo a causa dei franchi tiratori Pd?3. “Grillo voleva fin dall’inizio l’inciucio Pd-Pdl”.Ma, se così fosse, avrebbe lasciato andare le cosecom’erano sempre andate, anziché fondare unmovimento contro “Pdl e Pdmenoelle”. E soprat-tutto avrebbe scelto un candidato di bandiera peril Colle (se stesso o Fo o un parlamentare qua-lunque), per blindarsi in un dorato isolamento:non avrebbe certo interpellato la base online, no-toriamente influenzata da grandi personalità del-la sinistra come quelle poi uscite dalle Quirinarie.In realtà Grillo aveva semplicemente previstol’inciucio, previsione che non richiede partico-lare acume a chi segue la politica da un po’.4. “Quello di Letta è un governissimo di largheintese”. A contare gli elettori che rappresenta, èun governino di minoranza: su un corpo eletto-rale di 47 milioni (di cui 35 hanno votato), i partitiche l’appoggiano raccolgono appena 20 milionidi voti, avendone persi per strada 10 rispetto acinque anni fa. Gli stessi partiti che sostenevano ilgoverno Monti e che, dopo le urne, riconobberoche quel governo era stato bocciato. E ora rie-sumano lo stesso ménage à trois, con ministri piùgiovani ma meno autorevoli e competenti dei tec-nici. Come se gli italiani non avessero votato.5. ”Il governo Letta pone fine a vent’anni diguerra civile fredda”. Sarà, ma a giudicare dagliinciuci ventennali, dai teneri abbracci Bersa-ni-Letta-Alfano e dagli occhi dolci che si fannogli ex combattenti, non si direbbe. Spaccato sunonno Marini e papà Prodi, il Pd ritrova unarocciosa compattezza su padron Silvio, da sem-pre al centro dei sogni erotici dei suoi dirigenti.Più che di una guerra, è la fine di una lunga re-lazione clandestina con l’outing liberatorio deidue amanti: “Sì, è vero, andiamo a letto da ven-t’anni: embè?”.

CONFLITTO D’I N T E R E SS IVIETATO PARLARNE

Secondo tutti i sondaggi dopo la nascita del gove r n i ss i m o il Pdl gua-dagna oltre 3 punti e il Pd ne perde altrettanti. Complimenti, bel colpo!

PARTITI: 40 MILIONI DAI PRIVATINOME PER NOME, CIFRA PER CIFRA

L’I N T E RV I STA

Vietti (Csm):“Immunità peri parlamentari?Se ne può parlare”

L’Olanda ha un nuovo Re.E senza dover fare 5 votazioni

» w w w.fo r u m . s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA » L’I N T E RV I STA

John Le Carré:“Anche le Talpe sisono globalizzate”

Dwight Garner » pag. 14

Prime frizioni nella nuovamaggioranza. AFranceschini che dice“per ora è sospesa solola rata di giugno”, il Pdlrisponde a muso duro“attenti, facciamo caderel’e s e c u t i vo”. Il premierin Europa confermagli impegni “ma cometroviamo le risorse èaffare di casa nostra”

d’Esposito e Feltri » pag. 4

» GOVERNO » Mentre Letta vola a Berlino dalla Merkel

Diktat di Berlusconi:sull’Imu decido io

Mascali » pag. 7

» pag. 18

Ansa

I 100 mila euro di Bertelli (Prada) al Pd, a Lista Civicai 710 mila di Borletti (Buitoni) e i 100 mila di EnricoBondi, il sostegno delle cooperative, i 5 milioni di An giratial Pdl. E ancora, i versamenti dei politici ai loro stessigruppi (magari sperando nella candidatura), Di Pietroche si svena per Rivoluzione civile e Bossi che non sganciaun euro per la Lega di Maroni Tecce » pag. 2 - 3

dc

L’AGGUATO DI DOMENICA

U di Furio Colombo

LA SINISTRACHE HA SCELTODI ANDARESULLA DESTRA

Buon Primo maggio.Torniamo in edicolagiovedì 3Il sito sarà regolarmentea g g i o r n a to

Lugi Preiti era a meno di un metro di distanza dalmaresciallo Giangrande quando, col il braccio teso e lapistola puntata sul volto del carabiniere, ha aperto il fuocoNel tondo rosso al centro, Preiti e il carabiniere GiangrandeNel tondo a sinistra, Negri, l’altro carabiniere ferito

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I 100 mila euro di Bondi, i 710 mila di Mrs. Buitoni

LO SCONTO AL GOVERNATORESOLO 7.000 DA PARTE DI FORMIGONIHa insistito così tanto Roberto Formigoni peravere il seggio di senatore a Roma e il Pdl gli hafatto pure lo sconto: a differenza dei colleghi, hapagato solo 7.000 mila euro.

Monti tra Bombasseie “il super-tagliatore”Non avrà dimestichezza con la politica, peròMario Monti è un professore a far di conto.Anche per Scelta Civica, fabbricata in frettaa gennaio per le elezioni di febbraio. In po-chi giorni, il movimento ha raccolto oltre 2milioni di euro. I candidati in posti blindati,pescati non senza riflessioni aggiunte tral'imprenditoria e l'acca-demia, si sono prestoadoperati con bonifici amolte cifre. Carla AnnaIlaria Borletti dell'Ac-qua, coniugata Buitoni,ha donato 710.000 euro.Tanta generosità cheMonti non è riuscito aripagare: doveva entra-re nel governo come ministro, potrebberientrare come sottosegretario. Alber toB o m b a ss e i , gruppo Brembo, non si è sve-nato: 50.000 euro e spiccioli. La metà di untecnico fra i tecnici, nominato l'11 aprileamministratore delegato all'Ilva di Taranto:ma Enrico Bondi non aveva già rimosso l'e-sperienza a Palazzo Chigi e, prima di sa-lutare, lo stesso giorno, la Camera registraun contributo di 100.000 euro. Per l'esordioromano, Lorenzo Dellai – che viene da Tren-to e dai laboratori di Italia Futura di Mon-tezemolo – non ha badato ha spese e ha

versato 72.000 euro in due rate. La famigliaMerloni ha partecipato con 150.000, cosìl'erede Maria Paola, ex democratica, ritornain Parlamento. Luca Cordero di Monteze-molo ha avuto uno sguardo lungo, non hasvuotato le casse di Italia Futura per unesperimento risultato poi fallimentare: l'as-sociazione di LCdM non ha superato i100.000 euro. Il professore voleva eccitare lepiccole, medie e soprattutto grandi aziende:non ha avuto reazioni entusiastiche. I co-struttori Salini si sono limitati a un obolo,20.000 euro: hanno pareggiato persino laNuova Casa di cura di Decimomannu. GliOdontonetwork di Milano e la Paolonia Im-mobiliare si sono fermati a 10.000. Ha fattomeglio lo scrittore Edoardo Nesi, eletto inToscana, 17.000 euro.

Nicola Latorre e i tifosidel mattoneTra le 87 pagine che elencano i soldi privatiai partiti privati, una intera la merita N i co l aL a to r re , senatore Pd,che fece parte di quellagranitica covata puglie-se di Massimo D'Alema.Per una campagna elet-torale non proprio pal-pitante, causa leggeporcellum, Latorre haricevuto donazioni per

225.000 euro. La Isvafim non ha fatto man-care un sostegno di 30.000, anche se a M a t-teo Renzi ne andarono il doppio per le pri-marie. La società di multiservizi fa capo adAlfredo Romeo, in passato coinvolto inun'inchiesta a Napoli: assolto da accuse pe-santi – era in grado di manovrare appalti – èstato condannato a due anni in primo gradoper un singolo episodio di corruzione inmerito a un'assunzione. Il mattone credetanto in Latorre: 30.000 euro da ColonnaPrima di Roma (che possiede le più sug-gestive terrazze romane), 30.000 ancora daItaliana Costruzioni e ben 50.000 da Sor-gente Group.

Il tesoretto di Tabaccie il sostegno di RomeoIl Centro democratico di Bruno Tabacci, checon qualche migliaio di voti ha consentito alPd di ottenere il premio di maggioranza aMontecitorio, si è fatto sentire grazie ai soldidi Romeo (Isvafim) 30.000 euro e del can-didato Nicola Benedetto, 50.000.

Da Ingroia a Favia:tanto paga Di PietroNessuno ha conquistato il Parlamento, mala coalizione Rivoluzione Civile di A n to n i oI n g ro i a si è retta soltanto con i soldi del-l'Italia dei Valori: un milione di euro per la

campagna nazionale,50.000 per quella regio-nale laziale. Il partito diAntonio Di Pietro ha an-che donato 50.000 per ilcomitato promotoreper il referendum sul la-voro; 40.000 a G i ova n n iFav i a , consigliere emi-liano ex Movimento Cinque Stelle; 30.000ad Antonio Borghesi, ex capogruppo a Mon-tecitorio e 20.000 per Ambrosoli presidentein Lombardia.

An e Forza Italia foraggianoil Pdl, Silvio noQuesta è la notizia: Silvio Berlusconi nonsgancia più moneta per il partito. E i liberalidi Arcore, che detestavano la fusione con gliex fascisti di Alleanza Nazionale, devonoringraziare proprio la liquidazione di An.Nonostante la diaspora di Ignazio La Russae Giorgia Meloni, più la pattuglia di G i a n-franco Fini, il Pdl si è meritato un contributodi 5,6 milioni di euro che, assieme a un paiodi milioni della defunta Forza Italia, hannopermesso di attaccare i manifesti per l'a-bolizione dell'Imu. In proporzioni diverse,gli eletti hanno partecipato a una raccoltainedita per i berlusconiani: i bonifici va-riano da 9.600 a 15.000. Ma gli amici disempre hanno compiuto uno sforzo in più:

Onorevoli, Pradae le Coop: i 40 milionidei “p r i va t i ” ai partitiIL BOTTINO DEI TECNICI, L’ASSEGNO-SPERANZA PER LE CANDIDATURE, IL SOSTEGNODELLE IMPRESE. ASPETTANDO LA MANNA DEI RIMBORSI ELETTORALI

IL SALVADANAIOI l lu s t ra z i o n e

di Marilena Nardi

di Carlo Tecce

Irimborsi ai partitiesistono ancora,anche se EnricoLetta vuole taglia-re e controllare.Non vi preoccu-

pate: a luglio sarà staccato ilprimo assegno per la primarata a chi l'ha chiesto: tutti,tranne il Movimento CinqueStelle. La torta di 91 milioni –tra spese per la campagnaelettorale e finanziamenti aigruppi – sarà divisa per por-zioni più grosse. La legge pre-vede che al sostegno pubblicosi affianchi il contributo pri-vato: vanno dichiarate le do-nazioni oltre i 4.999 euro. Inqueste pagine troverete unresoconto - nome per nome ecifra per cifra - dei 40 milionidi euro versati ai partiti per leultime votazioni. Non mancanessuno. Tranne, ancora, ilM5S che ha organizzato loTsunami di Grillo con sotto-scrizioni di poche decine dieuro.

IL 27 APRILE è scaduto il ter-mine per presentare la ren-dicontazione, all'appello

mancano Scelta Civica, Pdl ePd. La Lega Nord, visti i tra-scorsi dell'ex tesoriere Belsito,ha inviato quattro faldoni damigliaia di pagine. Questespese saranno pubblichequando verranno convalidateda un comitato nominato al-l'interno della Corte dei Con-ti. Ma prima di mostrare lecarte, gli stessi di Scelta Ci-vica, Pdl e Pd hanno chiestodi avere la parte spettante dei91 milioni.

PER ADESSO, potete divertir-vi a capire come Mario Montisia riuscito a raccogliere oltre2 milioni di euro profittandodi imprenditori-candidati edi tecnici generosi come

Enrico Bondi. Vi abbiamo ri-sparmiato l'elenco dei depu-tati e senatori che versanouna quota al partito (spessodetratta dall'indennità), fissa-ta in circa 9.600 per il Pdl equasi il doppio per il Pd: con-viene, perché la somma pro-cura un beneficio per l'Irpefcon sconti sino al 19%. Ma ungiovane candidato, che nondispone di questi soldi, comefa? Viene inserito lo stesso neilistini bloccati grazie al Por-cellum?In attesa di una risposta, sipuò dire che ci sono bonificicuriosi, come quelli che pun-tuali arrivano dall'imprendi-tore Alfredo Romeo, che so-stiene il democratico ex da-lemiano Nicola Latorre. Lafrangia democristiana del Pddovrà ricordarsi, quando sa-rà, se sarà, il momento di unascissione, che gli ex comunistinelle regioni rosse garanti-scono liquidità con l'apportodi decine e decine di coope-rative. Non fosse per unagrande azienda di Bologna - edove, sennò? - e per un gioiel-lo di Prada, il Pd dovrebbesperare nei lauti rimborsi persopravvivere ai bilanci prima

che con all’avvento di Renzi.Le solite imprese di costru-zioni partecipano al caricoelettorale per la propaganda:perché lo fanno? Simpatia ocosa? Vanno incrociate le si-gle per interpretare il grandeaiuto che riceve sempre l'Udcdi Pier Ferdinando Casini,seppur ormai estinta.

E FA SORRIDERE il ricco Pdldel ricco Cavaliere che con-quista ossigeno finanziariocon i 5 milioni degli ex di Al-leanza Nazionale. E cosa diredel povero Antonio Di Pietro,escluso da tutto e da tutti, chesi svena per la RivoluzioneCivile di Ingroia? Avrannoragione i pionieri GianpieroSamorì e Alfonso Luigi Marrache se la cantano e se la suo-nano, si pagano l'esperienzaelettorale e salutano senza la-sciare traccia. Come Umber-to Bossi, che non dà un euroal Carroccio guidato da Ma-roni.

LA GRANDE TORTA

I grillini non figurano:

hanno avuto solo

quote sotto la soglia

I piddini e quel doppio

sui berluscones: perché

c’è lo sconto Irpef

IL DOSSIEROltre al sostegno pubblico, ecco su cosa fa contola politica. Nome per nome, cifra per cifra:in 87 pagine la rendicontazione dei contributioltre i 5 mila euro

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3il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2 01 3

DICHIARAZIONICO N G I U N T EUn documento di 87 pagi-ne, che proviene dalla Ca-mera, contiene tutti i con-tributi di persone fisiche ogiuridiche ai partiti. Il pe-riodo di riferimento va dal1 novembre 2012 al 28aprile 2013

Il Quirinale tagliale indennità dello staff

IL SENATORE A PROCESSO PER MAFIAD’ALÌ PUNTUALE AI PAGAMENTIAntonio D’Alì, il senatore a processo per mafia,è tra quelli che nel Pdl hanno donato di più perdisciplina di partito: 10.200 euro, un pochino inpiù dei 9.600 largamente richiesti.

TURISMO SOCIALISTAPER IL PSI GLI ALBERGATORI DI FIRENZEIl Psi ha raccolto soltanto 10.000, ma le due quotedi pari importo provengono entrambe da Firenze:una dalle Terrazze Brunelleschi e una dalla Com-pagnia Italiana Alberghi.

RICONOSCENZA CAPITALEAIUTI ANCHE AL COMITATO DI FASSINOIl Pd romano non si è dimenticato del fondatoreFassino, ora sindaco di Torino e ha inviato duecontributi al comitato, nel 2012 e nel 2013, perun totale di 85.000 euro.

L’annuncio arriva con la conferma del-la squadra del Quirinale. In una nota

del Colle, Giorgio Napolitano dà conto deitagli operati al proprio staff. L’indennità difunzione del Segretario generale sarà ri-dotta del 15%, i compensi dei Consiglieridel Presidente della Repubblica del 12%, leindennità previste infine per il personalecomandato e distaccato del 5%.La nota non spiega a quanto ammontinocomplessivamente i tagli annunciati, an-che perchè con il nuovo settennato l’interostaff potrebbe subire modifiche. L’inden -nità di funzione di Donato Marra ammon-ta a circa 350 mila euro l’anno (il segretariogenerale è anche giudice del consiglio distato in aspettativa e anni fa ci fu una po-lemica tra lo stesso e la trasmissione Repor tper un’indennità aggiuntiva di circa180mila euro che sarebbe stata versata daPalazzo Spada). Un taglio del 15% di que-sta indennità di funzione (la maggiore nel-

la scala dell’amministrazione dello Stato)la fa retrocedere quindi a 300 mila euro lor-di l’anno. Marra andrà quindi a prenderesempre più del Presidente Napolitano cheha il proprio assegno congelato dal 2010alla cifra di 239.182 euro l’anno.Del compenso per i Consiglieri e consu-lenti si ha invece un conto complessivo,tratto dall’ultimo bilancio del Quirinale (ilprimo “analitico” della storia del Palazzo),di 2.620.828 di euro. La sforbiciata del 12%ammonterebbe quindi a quasi 220 mila eu-ro. Gli attuali distaccati al Colle (103) pe-sano infine sul bilancio per 12.228.450. Iltaglio del 5% ai loro emolumenti farebberisparmiare alle casse della Presidenza po-co più di 610 mila euro. Il risparmio com-plessivo è quindi poco sopra gli 800 milaeuro l’anno. La dotazione annuale del Qui-rinale resta invariata a 228,5 milioni di eu-ro. Ma si annunciano nuove economie.

e. d . b.

BASSA QUOTA PER I FINIANIPAGANO IN POCHI, CASSA VUOTAAlle urne è andata male, se possibile, la raccoltafondi è andata ancora peggio per Fli. Hanno ver-sato solo alcuni degli ex parlamentari per un to-tale di 142.000 euro.

Se ce ne fosse ancora bisogno, il generoso Ste-fano Menichini - generoso quando si tratta di

soldi pubblici, s’intende - dimostra la sua capa-cità nel cogliere la notizia. Però ha un approccioelegante e distensivo, da larghe intese: inizia congli insulti, procede con gli insulti e finisce con gliinsulti al Fa t to che ha spiegato il fallimento edi-toriale di E u ro p a a spese dei contribuenti. Me-nichini ci accusa di aver scritto “numeri alla rin-fusa”, anche se riportati chiaramente nei bilanci.Spesso i bilanci sono fonti di notizie, ma il di-rettore ha un rapporto complicato con le notizie,come testimoniano i dieci anni di spreco per unquotidiano sempre presente in edicola senza chenessuno se ne accorgesse. Insomma, Menichini,dove sono finiti questi 30 milioni di euro pub-blici? Un aiutino: la notizia, forse, erano i 30 mi-lioni.

“E U R O PA” SA L ATA

Menichini certo,ma i 30 milioni?

57.400 dal fidato Paolo Bonaiuti e 35.000 daSandro Bondi. Per l'ascesa in politica, l'im-prenditore Bernabò Bocca ha sostenuto ilpartito che l'ha accolto con 25.000. Eventostraordinario, però: per la prima volta, l'av-vocato Niccolò Ghedini non viene pagato dalcliente Berlusconi, ma stacca addirittura unassegno di 35.000 euro. I quasi 35.000 eurodi Marco Milanese nulla hanno potuto: ilCavaliere non l’ha ricandidato.

Il Pd tra la “quota 18 mila”e la falange rossaIl Partito democratico ha fissato la quotabase di 18.000 euro, e tutti l'hanno rispet-tata. Il lungo rosario di nomi e di cifre haun granello più spesso al punto di Pa t r i z i oBer telli, marito diMiuccia Prada, checredeva di poter spin-gere Pier Luigi Bersania Palazzo Chigi con100.000 euro. La bolo-gnese Seci è l'unicaazienda che si è mo-strata generosa essen-do tanto facoltosa:100.000 euro. Nel gruppo democraticonessuno è assente: nemmeno i non elettifra Livia Turco, Paola Concia, Vincenzo Vi-ta e Marco Follini. I finanziatori demo-cratici diventano più interessanti in pro-vincia o nei comuni. Ad Alessandria, las-sù, si spingono la ditta piacentina Antas,30.000 euro e la conterranea IngegneriaBiomedica Santa Lucia (vicina da sempre aBersani), 18.000. La Santa Lucia ritorna a

Piacenza, stavolta nei confini, con 25.000euro in più rate. A Cesena le cooperative –da Conscoop e la Gesco Consorzio – nonvanno oltre i 5.000. A Ferrara, la Con-cordia Soc. Coop. fa di più: 15.000 euro. APisa è molto attiva la Cittadella Spa diPontedera, 25.000. Segno che nelle regionirosse, i partiti locali hanno ottime dispo-nibilità finanziarie.

E Bossi boicotta le cassedel nemico MaroniFa un certo effetto non trovare il nome diUmberto Bossi, né di un figlio a caso, tra ifinanziatori leghisti, nemmeno se – in ri-goroso ordine alfabetico – compaiono i di-sciplinati deputati e senatori. Roberto Ma-ro n i risponde presente con i suoi dovuti29.000 euro: il partito ha ricambiato il fa-vore con 450.000 per la scalata al Pirellone.Tra i versamenti detratti spesso in bustapaga dei parlamentari uscente e poi di nuo-vo entranti, si fanno notare i 71.000 euro diRoberto Calderoli. E anche i 15.000 di Car-botermo spa, una società che gestisce gliimpianti di riscaldamento sempre al Pirel-lone.

Messina, nel dubbiosostegno bipartisanUna citazione va fatta per la Caronte&Tou-rist di Messina, che gestisce i traghetti perlo Stretto, e non ha scelto una chiara col-locazione politica. Ha versato prima 50.000al Pd di Messina e poi 40.000 al Grande Suddi Gianfranco Micciché, un berlusconiano

mai troppo in fuga dal Cavaliere. L'ItalianaCostruzioni di Roma, per non farsi trovareimpreparata e anche lungimirante vistol'inciucio, ha donato 30.000 euro a N i co l aL a to r re (Pd) e anche 25.000 all'Udc roma-no.

Caltagirone, Casini vasul sicuro (in famiglia)Da sempre l'Udc puòcontare sui capitali diCaltagirone, suocerodi Pier Ferdinando Ca-sini, adesso sono im-ponenti i contributidel distributore Sidamsrl (200.000 euro) e delcostruttore Donati(100.000). A Roma il partito riceve 10.000anche dal Teatro di Marcello.

I Cristiano Popolarie gli affitti al ParlamentoI Cristiano Popolari di Mario Baccini & G i u-seppe Galati, non senza qualche fatica, han-no raccolto 130.000 euro. Però i finanziatorisono tutti curiosi, a cominciare da Milano90 srl, la società che affittava immobili alParlamento e che ora attraversa la burrascaeconomia dopo aver perso numerose com-messe: la Milano ha elargito 35.000 euro intre rate. Divertenti anche i 18.000 euro diPrai Trading& Shipping: imbarcazioni dilusso e costruzioni futuristiche. Non rinun-cia a 10.000 euro il Consorzio Laziale Ri-fiuti.

Da Samorì all’e c l e t t i coMarra: carissimi giocattoliLa politica è costata cara al banchiere Gian -piero Samorì, piccolo satellite nella galassiadel centrodestra con il suo Movimento Ita-liani in Rivoluzione. Lo 0,2% dei voti ha ri-chiesto una spesa di 500.000 da parte di Mo-dena Capitale, la capogruppo degli affari diSamorì. L'eclettico avvocato e scrittore Al -fonso Luigi Marra, conosciuto per la rela-zione (soprattutto mediatica) con Sara Tom-masi, ha pagato 140.000 euro il suo giocat-tolo chiamato Partito di Azione per lo Svi-luppo.

Mobilitazione sicilianaper Grande SudGianfranco Micciché ci è riuscito: volevaqualche poltrona inParlamento e volevaessere decisivo per ilPdl in Sicilia. Ce l'hafatta. E con un’e c c e l-lente raccolta fondi.Grande Sud ha incas-sato mezzo milione dieuro. Per la causa si so-no mosse le miglioriimprese siciliane come Kemeko (30.000),Autrostrade di Palermo (20.000). Buonamobilitazione a Potenza con la Geocart(20.000) e Sud'altro, studi e ricerche sulMezzogiorno (20.000). La ImmobiliareMalu di Roma credeva nel progetto e hainviato 110.000 euro in Sicilia.

Twitter: @Teccecarlo

1 3 ,9 mlnPo p o l odella libertà

1 1 ,1 mlnPar titod e m o c ra t i co

4 ,6 mlnLe gan o rd

2mlnS ce l t acivica

1mlnR i vo l u z i o n ecivile

CARTA CANTA

40MILIONIDI EURO

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4 MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 il Fatto Quotidiano

di Stefano Feltri

Enrico Letta ha 48 ore per risolvere un pro-blema molto più serio dei primi screzi in-

terni alla maggioranza sull’Imu. É un’azione di-plomatica quasi disperata, tra i molti danni delritardo nella formazione del governo c’è che ilpremier si è ridotto all’ultimo per limitare i dannia Bruxelles. Il destino del governo Letta dipendein gran parte dai numeri che il commissario eu-ropeo agli Affari economici e monetari Olli Rehnpresenterà venerdì mattina alle 11, a Bruxelles:sono le stime di primavera della Commissione,previsioni su deficit e Pil condite con alcune righedi raccomandazioni. Letta habisogno che quelle raccoman-dazioni siano incoraggianti espera che i numeri annuncino lachiusura della procedura d’in -frazione cui è sottoposta l’Italiadal 2009 per deficit eccessivo.La Commissione quasi certa-mente certificherà che il deficit2012 è stato al 3 per cento, ri-spettando i vincoli di Maastri-cht. Il problema è che Rehn, ve-dendo un deficit 2013 pericolo-samente vicino al tetto (2,9 per

cento nelle previsioni del governo, ma potrebbeessere superiore nei calcoli di Bruxelles) avrebbetutte le ragioni per tenere in sospeso il giudiziosull’Italia e magari rimandare la chiusura dellaprocedura a ottobre. Il governo Letta così pas-serebbe i primi sei mesi di vita senza alcun mar-gine di manovra, senza poter spendere un euro.Con le conseguenze di tenuta che si possono im-maginare. La data in cui si prende la decisione è il29 maggio, ma le premesse stanno nei numeri divenerdì. Per questo oggi Letta arriva a Bruxelles,incontra il presidente del Consiglio Hernan vanRompuy e, domattina per colazione, il presidentedella Commissione europea José Barroso. Gli

chiederà di non infierire sull’Italia, spiegherà co-me intende muoversi e ribadirà quanto detto an-che ieri a Berlino, in un gelido incontro con An-gela Merkel: “Confermo che manterremo gli im-pegni. I modi e le forme con cui troveremo le ri-sorse è roba di casa nostra e non devo spiegarla anessuno”. Tradotto in numeri: Letta sta promet-tendo di tenere il deficit 2013 sotto il 3 per cento.

EPPURE IL PREMIER avrebbe due strade diplo-matiche, spiegano fonti di Bruxelles. La prima:spiegare a Barroso che il deficit italiano deve as-solutamente superare il 3 per cento nel 2013, perarginare la recessione e pagare i debiti arretrati

della pubblica amministrazio-ne, e chiedere una dilazione diun paio d’anni per il rientro. Co-me hanno fatto il Portogallo, laSpagna e la Francia. Invece Lettapare intenzionato a seguire lastrategia di Mario Monti: gliobiettivi di bilancio, e quindi lacredibilità dell’Italia, non si di-scutono. A qualunque costo. Leeventuali deroghe si ottengono,sulla base della virtù dimostratae su voci specifiche (come è statoper lo 0,5 per cento di deficit che

Monti ha strappato al Consiglio europeo del 15marzo per pagare 40 miliardi di debiti arretrati).Questa seconda strada è molto faticosa e dall’esitoincerto. Anche perché a Bruxelles per ora ci dannoil beneficio del dubbio, ma aspettano di capirequante delle promesse (tante) di Letta nel suo di-scorso diventeranno voci di spesa. Il portavoce diOlli Rehn ieri ha detto che “Abbiamo preso attodella dichiarazione di Letta sull'Imu, ma è prestoper commentare, abbiamo bisogno di vedere idettagli delle misure che verranno prese”.A Berlino, ieri, Letta si è trovato in sintonia conAngela Merkel nell’indicare il lavoro come prio-rità, “nuovo focus”, ha detto la cancelliera. Ma nel-la frase “il fiscal compact non è tutto, la politicadeve portare lavoro in Europa” sarebbe troppoleggere aperture da parte della Merkel. Anche lei èin campagna elettorale ed è più sensibile ai disoc-cupati, ma soltanto di quelli tedeschi. Oggi Lettavedrà anche François Hollande, a Parigi. Ma l’im -popolarità domestica del presidente francese e lasua strategia pasticciata a livello europeo hannolasciato l’Italia da sola a confrontarsi con Berlino eBruxelles. Monti è riuscito a lungo a sfruttare a suovantaggio il peso di Parigi mascherando le fragilitàdi Hollande, per Letta, da tempo lontano dai cor-ridoi brussellesi, sarà più difficile.

Twitter @stefanofeltri

FRAGILE INCIUCIO

di Fabrizio d’E s p o s i to

Il governissImu vacillanel giorno di Silvio Ber-lusconi al Senato. A Pa-lazzo Madama si vota la

fiducia all’esecutivo di EnricoLetta e il Cavaliere arriva sul-l’onda alta e spumeggiante delsuo primo ultimatum sull’odia -ta tassa della casa, tanto per farcapire chi comanda: “Certo chesono fiducioso sia sull’abolizio -ne sia sulla restituzione. Nonsosterremmo un governo chenon attui queste misure né lososterremmo dall’esterno. Ab-biamo preso un impegno congli elettori e vogliamo mante-nerlo”. È la risposta, o Imu o ele-zioni, per essere più chiari, alleparole del neoministro per iRapporti con il Parlamento,Dario Franceschini, che diceche quella di giugno è solo unaproroga, “l’Imu non verrà tol-ta”.

DAL PDL SI ALZA subito unfuoco di sbarramento. L’ex AnAltero Matteoli chiede “chiari -menti” prima che il Senato votila fiducia”. Un altro ex An, Mau-rizio Gasparri, se la cava con unabattuta a effetto: “O si leva l’Imuo si leva Letta”. È la prima guer-ra, o guerricciola, nel perimetrodell’inciucio. Un conflitto che satanto di propaganda, come di-mostra la Capitale inondata daitrionfali manifesti del Pdl sull’I-mu (“A Roma tolta a 376mila fa-miglie”) in vista delle elezioniamministrazioni per il nuovosindaco. I falchi del Pdl, più

quieti e sorridenti del solito, tra-ducono la mossa di Franceschi-ni con la chiave delle divisioniinterne del Pd: “Devono tenerebuona la parte sinistra del par-tito e la Cgil, ma Letta ha accet-tato l’80 per cento del nostroprogramma e si va avanti così.

In ogni caso Berlusconi ha fattocapire chi detiene la golden sha-re del governo”. Comanda lui,se mai qualcuno avesse avutodubbi in merito. E il piano B re-sta sempre lì sullo sfondo: caval-care l’Imu per il voto a Roma il26 maggio (un test nazionale,con Alemanno che ancora inse-gue il candidato del centrosini-stra, Marino) e poi aprire una fi-nestra autunnale per le politicheanticipate, capitalizzando i son-daggi vincenti di questi giorni,con il centrodestra primo.

LA FORZA DEL Cavaliere è sim-metrica alla debolezza ammessada Letta, nella sua replica al Se-nato: “C’è un carico di aspetta-tive assolutamente eccessivo suquesto governo, con riferimen-

PRIMI EFFETTI

A Roma Alemanno

usa in campagna

elettorale lo stop

all’imposta sugli

immobili cercando

la rielezione

LA COPPIAEnrico Letta parla con il suo vi-ce, Angelino Alfano, ieri al Se-nato La Pre ss e

DEFICIT

Merkel fredda, governo appeso a Bruxelles

A BERLINO

Il presidente del Consiglio

conferma gli impegni

“ma come troviamo

le risorse è affare di casa

n o s t ra ”. In attesa

della Commissione Ue

Napolitano:“Sta esplodendola disoccupazione”

to a tutto quello di cui il Paeseavrebbe bisogno, rispetto allaoggettiva fragilità di quello chenoi abbiamo fatto e stiamo fa-cendo”.La scontro di ieri ha registratoanche l’ingresso in campo deisindacati. In particolare dellaCgil di Susanna Camusso, con-traria all’abolizione integrale:“Così vengono sottratte risorsea politiche più necessarie. Biso-gna scegliere e dire che si difen-dono le persone con una sola ca-sa, non chi ha 20 ville e 37 ap-partamenti, e con valore basso”.Il ministro Graziano Delrio poispecifica: “La restituzione nonrientra nel programma”. È la di-mostrazione che sull’Imu co-munque si consumerà una par-tita che lascerà vincitori e scon-fitti. E Berlusconi punta a esseretra i primi. Anzi, l’unico vinci-tore. Per capirlo bastava guar-darlo ieri al Senato, circondatocome al solito da esponen-ti-adoratori del suo partito. APalazzo Madama c’è stato unospettacolo surreale e incoerente.Tra gli zelanti dell’inciucio che

hanno gridato alto e forte il lorosì in aula, durante la discussio-ne, si sono fatti notare, per en-tusiasmo e convinzione, Dome-nico Scilipoti e Alessandra Mus-solini, entrambi nel Pdl. L’iconadei famigerati Responsabili ave-va in tasca un intervento lungo,ma lo stop del presidente PieroGrasso gli ha imposto una con-clusione anticipata. Non senzaaver proclamato la speranza chequesto governo sia “duraturo”.La Mussolini è stata più solenne:“L’era glaciale è finita, final-mente dopo un anno e mezzo dola fiducia convintamente”.

TUTTO QUESTO è però nulla inparagone all’apologia di RenatoSchifani, che ha trasformato ladichiarazione ufficiale di voto inun ringraziamento al Caro Lea-der Silvio, seduto accanto a lui eche ha alternato sorrisi e occhichiusi, godendosi l’intervento egli applausi dei suoi: “Un leaderche con la lungimiranza propriadell’uomo di Stato ha consenti-to e consente oggi all’Italia di ri-trovare la strada maestra dellasolidarietà, della governabilità edella pacificazione anteponen-do alla cultura dell’odio la cul-tura del bene comune. Di questone siamo fieri e lo ringraziamo”.Il capogruppo del Pdl, Schifani,è ritornato anche sulla questio-ne dei big esclusi dal governo:“Sulla prospettazione di un ri-cambio generazionale, ci è statochiesto di escludere alcuni espo-nenti di primissimo piano e noi,per senso di responsabilità, ab-biamo evitato un’inutile batta-

glia di bandiera”. Se per Schifaniquesto è l’esecutivo voluto so-prattutto da Lui, per il centristaOlivero il governo “si pone incontinuità con Monti”. Delledue l’una. Il democrat Zanda ci-ta invece Aldo Moro e il sensodel dovere. Tre padri per un go-verno: Berlusconi, Monti e Mo-ro. La fiducia passa con 233 sì, 59no e 18 astenuti. B. continua asorridere e va persino a salutarealcune grilline. Ai suoi fa unaraccomandazione: “Attenzioneche il M5S è ancora alto nei son-daggi”. Il Cavaliere tiene in pu-gno il governo e ieri sulla giu-stizia si sono visti per la primavolta Napolitano e la neoguar-dasigilli Cancellieri per “un pri-mo giro d’orizzonte sui proble-mi”.

"STA ESPLODENDO in Europa e anche su piùvasta scala la questione della disoccupazionegiovanile, di una generazione senza lavoro. É que-sta la nuova grande questione sociale del nostrotempo". Lo afferma il Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, nel messaggio inviato in oc-casione della Festa del Lavoro al ministro del La-voro, ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, al

presidente della Federazione Maestri del Lavorod’Italia. "In Italia – aggiunge il Capo dello Stato –c'è stata negli ultimi anni una drammatica perditadi posti di lavoro. La disoccupazione colpisce ungran numero di famiglie. Sono quasi un milione inuclei famigliari in cui nessun individuo in etàlavorativa ha un’occupazione. In cinque anni lacifra è più che raddoppiata”

BERLUSCONI MINACCIA GIÀ LETTA“S U L L’IMU COMANDO SOLTANTO IO”IL CAVALIERE PRONTO ALLA CRISI SE NON VENGONO ACCOLTE LE RICHIESTE DEL PDLDUE MINISTRI PD, FRANCESCHINI E DELRIO, ESCLUDONO IL RIMBORSO DELLE QUOTE 2012

AL SENATO

Il premier prova

a ridimensionare:

“C’è un carico

di aspettative

a ss o l u t a m e n te

eccessivo su di noi”

fattoa mano

Enrico Letta a Berlino con Angela Merkel La Pre ss e

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5il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2 01 3

ricandidatura. Poi Mastran-geli si è sempre comportato inmaniera leale con noi. L'e-spulsione mi sembra troppo”.Davanti al resto del gruppo,Cotti si era schierato contro laradiazione di Mastrangeli. Econ lui altri 24 eletti, tra cui isenatori Serenella Fuksia eLuis Alberto Orellana. Ancheil deputato Stefano Vignaroliaveva bocciato l'idea dell'e-spulsione, anche se il suo giu-dizio su Mastrangeli è tutt'al-tro che morbido. “Non cono-sce lo spirito di gruppo e il la-

voro di squadra. Per me è uncorpo estraneo al Movimen-to, ma l'espulsione non por-terà nulla di buono. Non faràaltro che fomentare polemi-che e farci perdere tempo”.Intanto Mastrangeli, dopo ilverdetto della rete, promettebattaglia non solo politica,ma anche legale. Ha già as-sunto due avvocati.Fanno spallucce sulla posi-zione Beppe Grillo e Gianro-berto Casaleggio, al lavoro suquella che dovrebbe essere lafase due del Movimento. Di-versi gli obiettivi e, tra questi,lo stop ai comizi in piazza,maggiore spazio al dialogocon imprenditori e operai (laFiom, soprattutto), casalin-ghe e disoccupati.

e.liu.

FRAGILE INCIUCIO

di Marco Palombi

Signori, si ricambia.Dopo gli annunci diEnrico Letta, pare chel’imposta sugli immo-

bili verrà modificata (per oranon è stata affatto abolita). Eper la quarta volta in due annibisognerà rifare tutti i conti suquel che spetta ai comuni. Ri-sultato? Inevitabili tensioni traTesoro e enti locali e i soliti pro-blemi di chiusura dei bilanci deimunicipi.L’Imu era stata inventata dalgoverno Berlusconi nel marzo2011 nell’ambito del federali-smo fiscale: avrebbe sostituitola vecchia Ici nel 2014. A no-vembre di quell’anno, però, ilnuovo esecutivo di Mario Mon-ti ne anticipò la nascita al 2012estendendola alla prima casa,inglobando l’Irpef fondiaria eaumentando le rendite catasta-li. I tecnici, per di più, destina-rono una bella fetta del gettito –23,7 miliardi in tutto, 4 dalleabitazioni principali – allo Statocentrale. I Comuni si tenevano isoldi dell’Ici più una quota sullaprima casa e gli eventuali au-menti discrezionali.

OV V I A M E N T E non era un rega-lo: tanti soldi arrivavano in piùdall’Imu, tanti erano i tagli che ilgoverno apportava ai trasferi-menti. Inizia qui la guerra traAnci e Tesoro: secondo i sinda-ci, infatti, a Roma hanno sotto-stimato il gettito della vecchiaIci di almeno un miliardo di eu-ro rubandolo, dunque, ai comu-ni. A dicembre, infine, Monticede alle pressioni del Parla-mento e decide che l’Imu 2013

andrà tutta ai Comuni, con l’ec -cezione di opifici, alberghi, fab-bricati commerciali etc: conquesta novità però – calcolandoanche il miliardo della nuovaTares sui servizi indivisibili - loStato azzerava i suoi finanzia-menti ai comuni.

ORA, PERÒ, si cambierà ancorae, se si abolisce l’Imu sulla primacasa, bisognerà tornare ai tra-sferimenti da Roma e all’inevi -tabile trattativa sul gettito “chesarebbe stato”. “Questa è la cosadrammatica – spiega AlbertoZanardi, professore di Scienzadelle Finanze a Bologna – Ladialettica tra erario e comuniviene moltiplicata perché ognianno cambiamo l’imposta e bi-sogna stabilire da capo quel chesarebbe stato il gettito”.Togliendo l’Imu sulla prima ca-sa bisognerà trovare una cifracompresa tra i 3,3 e i 4 miliardi.É il primo, enorme problema:circa il 25 per cento dei Comuni,infatti, aveva aumentato l’ali -quota sull’abitazione principalericavandone un extragettito, al-tri avevano intenzione di farloquest’anno (Napoli e Bologna,ad esempio), tutti avevano giàinglobato quelle maggiori tassenel bilancio di previsione per il2013. L’inghippo? I trasferi-menti statali saranno tarati sul-l’aliquota base del 4 per mille –senza aumenti – per evitare chechi ha faticato per tenere basse letasse venga alla fine penalizzato.Spiega il primo cittadino di Bol-zano Luigi Spagnolli: “Il presi-dente Letta ha annunciato chenon si pagherà l’Imu sulla primacasa: dovranno però dirci comee dove prendere quei soldi già

messi a bilancio”.Discorso che riguarda anche laTares, altra imposta comunale,se si deciderà di rimandarla al-l’anno prossimo. “In questo sta-to di incertezza – dice il vicesin-daco di Genova Stefano Bernini- non riusciremo ad avere un bi-lancio: senza certezza di entrate,i Comuni saranno costretti adandare avanti a dodicesimi (dimese in mese, ndr) con il rischiodi spendere di più”. Non solo: isindaci - se i trasferimenti statali

fossero rallentati come è acca-duto negli ultimi anni - potreb-bero trovarsi ad avere pure pro-blemi di liquidità. “Effettiva -mente c’è un problema e lo af-fronteremo”, dice il neomini-stro Graziano Delrio, sindaco diReggio Emilia.

NON È UNA MERA faccendacontabile. Nei bilanci dei muni-cipi ci sono le strade, il verde, irifiuti, il welfare di prossimità,gli asili e altre cosette: niente sol-di, niente servizi. Ammesso enon concesso che alla fine Enri-co Letta trovi coperture solide,c’è altro che va infine sottolinea-to: come spiega la tabella dell’A-genzia del Territorio che pub-blichiamo, abolire tout court l’I-mu sulla prima casa avrebbe ef-fetti regressivi abbastanza evi-denti. In italiano significa chefavorirebbe i più ricchi, cioè chiha case più costose, assai di piùrispetto a chi possiede abitazio-ni modeste o normali.

Da 163 a 161. Dopo le di-missioni di Giovanna

Mangili, il Movimento 5 stel-le perde un altro pezzo, que-sta volta per esclusione a fu-ror di popolo: da ieri MarinoMastrangeli, senatore con lapassione per i salotti tv, non fapiù parte del gruppo dei 5stelle. Lo hanno deciso gliiscritti con una votazioneonline sul sito b e p p e g r i l l o. i t :quasi l'89 per cento, circa17.200 persone, si è espresso afavore dell'espulsione, per viadella sua partecipazione a di-versi talk show, primo tra tut-ti quello di Barbara D'Urso.Una maggioranza bulgara,che però non cancella i dubbi,soprattutto di coloro che, inquesti due mesi, con Ma-strangeli hanno condiviso gliuffici di Palazzo Madama.E se tutti sono d'accordo conil divieto di andare sul piccoloschermo, almeno una ventinadi eletti non vede di buon oc-chio il metodo dell'espulsio-ne. “Non serve a niente, senon a perdere un voto in aulae 57 mila euro di contributi,che ora andranno al gruppomisto”, spiega Roberto Cotti,senatore a 5 stelle originariodella Sardegna. La sua opi-nione l'aveva già discussa congli altri colleghi una decina digiorni fa, durante l'assembleaconvocata per decidere l'al-lontanamento di Mastrange-li. Ora rincara la dose e pren-de le difese del senatore dif-fidato. “Nemmeno a me piac-ciono i salotti televisivi, mal'espulsione si può accettaresolo per cose gravi, anzi gra-vissime. Ad esempio nel casodi scontri fisici. Per tutto il re-sto si può pensare a provve-dimenti diversi, come la non

Studio Nens su dati Agenzia del Territorio relativi al gettito Imu 2012

La finta abolizioneche inguaia i ComuniCON LO STOP ALLA TASSA SULLA CASA GLI ENTI LOCALI SI TROVERANNOCON 2 MILIARDI IN MENO, SOLDI CHE DOVRANNO ARRIVARE DA ROMA

Troppi talk show,il Movimentoespelle un senatoreVOTO ON LINE SUL BLOG DI BEPPE GRILLOMASTRANGELI ANDRÀ NEL GRUPPO MISTO

CINQUE STELLE

CAOS TOTALE

I sindaci: “Con questi

continui cambiamenti

c’è troppa incertezza

e non possiamo fare

i bilanci, procederemo

mese per mese”

IDEM CONTRO ANGELA: FAIDA TEUTONICA”GIUSTO IL RISENTIMENTO ITALIANO”A dirlo è una donna con il sangue un po’ italianoe un po’ tedesco. Josefa Idem, neo ministro perle Pari opportunità, le Politiche giovanili e loSport, secondo quanto afferma il sito del tabloidBild, avrebbe affermato davanti alle telecameredelle televisioni tedesche che il risentimento

degli italiani nei confronti della cancelliera tede-sca Angela Merkel “è comprensibile”. Gli italia-ni, inginocchiati dalla crisi economica, identifi-cherebbero nella cancelliera l’amarezza dellemisure di austerità imposte dall’Europa per ri-sanare le casse dello Stato. Josefa Idem nascein Germania nel 1964, poi viene naturalizzataitaliana. È una donna da record: nel kayak indi-

viduale è stata più volte campionessa mondiale,l’ultima nel 2012 alle Olimpiadi di Londra all’etàdi 48 anni. Sposata con il suo allenatore, Gu-glielmo Guerini, dal quale ha avuto due figli. Èstata testimonial di Emergency nella campagnaa favore della donazione di organi. Dal Quirinaleha ricevuto il riconoscimento di Grande Ufficialedell’ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Un disegno di legge per sapere quanto gua-dagnano Beppe Grillo e Gianroberto Casa-

leggio è stato depositato dal senatore del Popolodella Libertà Lucio Malan. Il senatore ha giusti-ficato la sua inusuale richiesta, dato che si tratta disemplici cittadini italiani e non di parlamentari,perchè a suo avviso è lecito che “anche i leader dipartiti rappresentati in Parlamento debbano ren-dere pubblico il proprio reddito e il proprio pa-trimonio”. Malan ricorda che “Dal 1982 senatori,deputati, ministri e sottosegretari hanno questoobbligo, che con la legge anticorruzione dell’annoscorso è stato esteso a vice ministri, consiglieriregionali, provinciali e comunali”. Grillo e Casa-leggio, seppure non eletti in Parlamento, sono ileader di un movimento “fortemente rappresen-tato in Parlamento”. Perciò, spiega Malan, “è unaevidente anomalia, tanto più per una formazioneche fa della trasparenza uno dei principali mitidella sua propaganda”.

MALAN Ma Grilloquanto guadagna?

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6 MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 il Fatto Quotidiano

Noemi incintae dimessaimmortalata da Oggi

DA QUELLA famosa festa di com-pleanno di diciotto anni, nel 2008, incui si è fatta immortalare in un brin-disi con l’allora premier Silvio Ber-lusconi, Noemi Letizia ha cambiatomolti volti. Da semplice ragazza unp o’ in tiro, è diventata sempre piùeccentrica con i suoi vestitini suc-

cinti e i capelli biondo platino. Ma ilsettimanale Oggi l’ha immortalata inuna versione inaspettata. Incinta diquattro mesi, negli scatti apparemolto dimagrita, con i capelli piùscuri e al naturale e senza un filo ditrucco. La Letizia aspetta un bam-bino da Vittorio Romano, figlio di un

noto imprenditore napoletano, con ilquale ha una relazione dal 2011. Ilpapà di Vittorio, Valerio, è sposatocon una donna della nobiltà spagno-la, Vicky de Dalmases, che fu re-sponsabile delle relazioni interna-zionali durante la giunta regionale diAntonio Bassolino.

di Caterina Perniconi

Sente pronunciare ilsuo nome, si congedadal capannello di par-lamentari che lo cir-

condano sorridenti e sfila sot-to la presidenza del Senatopronunciando il sì e rafforzan-dolo con un ampio gesto dellatesta. Le sorti del governo di-pendono da Silvio Berlusconi,che ci mette volentieri il sigillocon la sua fiducia.Ma il Partito democratico nonci sta. “Basta con le preteseinaccettabili” è il titolo di uneditoriale in prima pagina del-l’Unità firmato dal direttoreClaudio Sardo. Affidare addi-rittura la presidenza della

Convenzione per le riforme aBerlusconi “è troppo, sarebbeun contributo al loro fallimen-to” secondo il quotidiano de-mocratico. Insomma, stop airicatti che servono solo per ti-rare una corda già molto cor-ta.

BERLUSCONI non sembra col-pito dall’ammonimento. Arri-va a Palazzo Madama in trion-fo, non risparmia baciamanialle ministre, battute con i ma-schi, saluti ai grillini e minaccea mezzo stampa: “Certo che sa-rei il più bravo a presiederel’organo costituzionale”. In au-la non interviene, lascia la pa-rola a Renato Schifani ma par-tecipa attivamente al discorsocon cenni di assenso, sorrisiper le parole a lui esplicitamen-te destinate e applausi quandoil capogruppo auspica nuovepolitiche europee meno rigo-riste. Dopo il voto Enrico Lettaè volato a Berlino per capireche margini di manovra puòavere per accontentare anchequeste richieste di Berlusconi.Che, sostenuto dai falchi delsuo partito, non ha nessuna in-tenzione di pacificare gli ani-mi. E insiste sulla Convenzioneconsapevole che la sua è un’ar -ma per sbarrare la strada aeventuali presidenti del calibrodi Luciano Violante, MassimoD’Alema o Mario Monti. An-che i grillini hanno espresso“sdegno” per la pretesa di Ber-lusconi, chiedendo che a pre-siedere l’organo sia un costitu-

zionalista (come l’amato Stefa-no Rodotà) ma a spiegare qualesia la strategia del governo è lostesso Letta durante il discorsoal Senato: “Ho ascoltato l’aper -tura di credito che la Lega havoluto dare – ha detto il neopremier – l’ho colta e con gran-de attenzione. Ho ascoltato leparole del senatore Calderolisulla Convenzione, ci sarà daparte di tutti noi la volontà di

fare questo percorso comune”.Insomma, per tenere anche ilCarroccio stretto nei ranghidel governo, Letta pensa di af-fidargli la presidenza dellaConvenzione, magari proprioa Giancarlo Giorgetti, già coin-volto tra i dieci “saggi” di Na-politano perché a capo dellaCommissione speciale dellaCamera. Classe 1966, Giorgettisarebbe perfetto per l’opera -

zione di maquillage del nuovogoverno che non vuole esporre“vecchi arnesi” della politica.

LO STESSO DISCORSO valeper i sottosegretari: nel Popolodella Libertà ad ambire ad unincarico sono in molti e i criteridella scelta molteplici: il primoe non emendabile è quello dinon aver avuto ruoli nei pre-cedenti governi. Agli ex mini-stri andranno “solo” le presi-denze delle commissioni inquota Pdl. Poi c’è l’ipotesi diriservare una quota ad alcuniparlamentari non eletti e alledonne più giovani. Di certo an-drà riequilibrata l’assenza dalgoverno degli ex An rimasti fe-deli a Berlusconi e dei falchiche se restano completamentefuori dai giochi torneranno abreve a chiedere le urne. Il ten-tativo di “neutralizzarli” conuna poltrona parte dalla vicepresidenza della Camera. Il po-sto lasciato libero da MaurizioLupi, nominato al dicasterodelle Infrastrutture, Berlusco-ni lo ha promesso a DanielaSantanchè. L’importante è chenon attenti al nuovo governo.La spina può staccarla solo ilCapo.

ALTRI INCARICHI

Daniela Santanchè

verso la vicepresidenza

della Camera

Per i sottosegretari

in corsa gli ex An

e molte donne

è in difficoltà si trova in questura e chia-ma”. D’altra parte “non stava liberandoun killer”. Ma il titolare del Viminalenon è l’unico neoministro che si eraspecializzato nella difesa del BungaBunga. Nel febbraio 2011 Beatrice Lo-

renzin, dicastero dellaSalute, aveva trovato laprova inconfutabile perscagionare il capo:“Credo non sapessedavvero che telefonan-do poteva incorrere inun possibile reato, equesta è la radice dellasua innocenza. Non po-teva neanche immagi-nare che stava facendoun errore”. Una difesa aoltranza che risale aitempi di Noemi Letizia,la minorenne di Porticiche frequentava il Cava-liere. Pareva difficile, al-l’epoca, che Lorenzin eFranceschini facessero

parte dello stesso esecutivo (lei lo ac-cusava di essere un classista “più radicalche chic”, affetto da “sessismo prurigi-noso che non esita a strumentalizzare ledonne per assecondare i propri teoremiantiberlusconiani”). Di più: “France -schini e compagni hanno deciso diinaugurare la quarta via della sinistraitaliana: il gossip casereccio” (Lorenzin,maggio 2009). Anche perché “il proble-ma non è Berlusconi”, come spiegava ilministro delle Infrastrutture Maurizio

di un capo di Stato straniero, magarimandi a prenderla un ambasciatore e lafaccia dormire in ambasciata, nonmandi una ragazza che dopo poche orela riconsegna a una prostituta brasilia-na”. Erano i giorni in cui il vice di Enri-co Letta, Angelino Alfano, lo accusavadi “pescare nel torbido”. Anzi, chiarival'allora Guardasigilli, la telefonata di B.per far liberare Ruby era “esattamentenelle corde del presidente: apprendeche una persona a cui vuol bene perché

ziano. Nei giorni della mozione Paniz,il ministro per i Rapporti con il Par-lamento sbeffeggiava i neo alleati: “Secapiterà un’altra volta, naturalmenteper dovere istituzionale, di chiamareuna questura per far rilasciare la nipote

di Beatrice Borromeoed Emiliano Liuzzi

Le lacrime bersaniane sono diven-tate larghe intese. Ma gli entusia-

smi e gli abbracci del primo giorno sisono fatti tiepidi davanti alprimo scoglio, l’Imu. Sep-pur con la consapevolezzache il matrimonio s’ha dafare. Una convivenza, quel-la tra Pd e Pdl, che almenonei toni è iniziata da moltotempo. Giusto per fare unesempio, prendiamo unEnrico Letta d’annata.

IN PIENA BUFERA giudi -ziaria su Ruby si limitò a di-re che sarebbero stati gravi– attento a usare il condi-zionale – le pressioni diBerlusconi sulla questura diMilano e la novella della ni-pote di Mubarak. Da lì inpoi, almeno Letta (che eravicepresidente del Pd), ha evitato di af-frontare l’argomento. Tanto che il 18gennaio 2011 è costretto a intervenire ilpresidente della Repubblica, GiorgioNapolitano: “L’opinione pubblica èturbata, credo sia necessaria chiarezzain breve tempo”. Un paio d’anni fa, for-se, il tempo delle larghe intese non eraancora del tutto maturo. Almeno perDario Franceschini, che oggi governaassieme a cinque ministri secondo cuiRuby era la nipote del presidente egi-

I nve n z i o n i Vecchi vizi di nuovi ministri

Quando Ruby era la nipote di Mu barak

LA DIFESA

S P U D O RATA

Silvio credo

non sapesse davvero

che telefonando

poteva incorrere

in un reato,

e questa è la radice

della sua innocenza

Lupi. Si tratta di alti principi: “In questianni si è teorizzato che ogni desiderio èun diritto. Mi sembrano ipocriti anche imiei amici di sinistra, che oggi attac-cano il presidente e che qualche anno fapredicavano l'amore e il sesso libero”.Non che fossero molti, gli amici di si-nistra che criticavano B.

NEANCHE TRA LE DONNE: da JosefaIdem, attenta alle coppie gay e mai in-teressata all’affare Ruby, ad Anna Ma-ria Cancellieri, ministro della Giustizia,flirt alle spalle con la Lega, il Pdl e il Pdche, dopo aver evitato di trovarsela can-didata a sindaco di Bologna nel centro-destra, le hanno offerto la cittadinanzaonoraria di Bologna. Ma la Cancellieri èprudente per mestiere: nasce prefetto,solo in tempi recenti si ritrova nel mon-do della politica nonostante smentiscaogni due mesi con la promessa di “tor -nare a fare la nonna a tempo pieno”.Intanto però governa insieme a Gaeta-no Quagliariello (ministro per le Rifor-me Istituzionali), che nel 2011 preten-deva l'immunità per il premier e urlavacontro “l’uso politico della giustizia”.Le più intraprendenti però restano ledonne del Pdl. Nunzia De Girolamo,oggi alle Politiche agricole, nel 2011 mi-nacciò a più riprese (spalleggiata pro-prio dalla Lorenzin) una manifestazio-ne di piazza contro gli insulti della “ma -gistratura” e in piena solidarietà con ilcapo Silvio Berlusconi. Manifestazioneche, causa mancanza partecipanti, nonvenne mai fatta.

Convenzione, barricate Pd“Mai a guida Berlusconi”SHOW AL SENATO DELL’EX PREMIER CHE VUOLE DETTARE LE RIFORMELA PRESIDENZA DELL’ORGANO COSTITUZIONALE VERSO LA LEGA

IN BASSO A DESTRA

Al senatore Pd Luigi Manconi dispiace che, quando miinsulta, io risponda (“a Travaglio je rode”). E va capito:

è abituato ai tempi in cui i suoi compagni, quando attac-cavano qualcuno, lo facevano talmente bene da lasciarlo esa-nime sul selciato, impossibilitato a rispondere. Ma, siccomenon ci sono più i lottatori continui di una volta (o, meglio, sisono trasferiti al potere), dovrà rassegnarsi a sentire la miavoce. Ieri, sul Fo g l i o di Ferrara & Berlusconi, il molto pro-gressista Manconi ripete che il sottoscritto è “amorale e im-morale”, “scrive malissimo”, “fa ridere pochissimo”, è “ge -rontofobo”, “ha 50 anni” (48 da poco compiuti, ma fa lostesso), “perde vistosamente i capelli”, è “speculare a Ber-lusconi” anzi è “la simbiosi perfetta di Berlusconi”, “gestisceun certo traffico di influenza”(si dice “di influenze”, ma fa lostesso), “nessuno gli vuole bene”, “nelle Quirinarie finisceultimo”(a 48 anni si è ineleggibili, sciocchino), “il suo furorecontro il Pd è di destra”. Poi il Manconi azzarda un’analisipsicologica del sottoscritto, definendolo “perfetta manife-stazione del narcisismo nell’epoca della ‘rottura degli spec-chi’”. Immaginiamo che verrebbe fuori da un’analisi psi-cologica del Manconi, senatore del Pd che scrive su un houseo rg a n di B. (e ben retribuito, si spera) contro gli avversari diB., ex capo del servizio d’ordine di Lotta continua e dunqueirenico pacifista, prova vivente del detto longanesiano “inItalia le rivoluzioni cominciano in piazza e finiscono a tavola(tranne quella volta che, durante un assalto, il Manconi sibeccò un proiettile vagante in un gluteo perché, tanto percambiare, scappava), difensore delle vittime degli agenti pic-chiatori e coautore dell’indulto che ha salvato dal carcere gliagenti picchiatori, talmente progressista da aver votato pro-prio ieri la fiducia al governo Letta Continua, insomma per-fetta manifestazione di dissociazione e sdoppiamento, piùsindrome di Giovanna d’Arco (la pulzella sentiva le voci, ilpulzello vede sms e mail che naturalmente non gli ho maiinviato). Le masse che gli vogliono bene gli stiano vicino. Neha tanto bisogno.

( m .t rav. )

DA LOTTA A LETTA CONTINUA

Manconi, piccino,perché fai così?

Berlusconi fa il baciamano al neo ministro Nunzia De Girolamo Dlm

Beatrice Lorenzin Ansa

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7il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2 01 3

La Gdf perquisiscela casadi Riccardo Bossi

IERI sera gli agenti della Guardia di Finanzahanno perquisito l’abitazione milanese di Ric-cardo Bossi a caccia di documenti relativi alloyacht da 2,5 milioni di euro ormeggiato in Tu-nisia e che, in base alle indagini, sarebbe statoacquistato grazie a un’appropriazione indebitadell’ex tesoriere Belsito.Come spiegava ieri Il Corriere della Sera, il fi-

glio maggiore di Umberto aveva parcheggiatol’imbarcazione nel porto tunisino di Port ElKantaoui.I pm milanesi che indagano sulla vixcenda han-no ribattezzato l’imbarcazione “S te l l a ” e han-no scoperto che sarebbe stata acquistata daBelsito in favore di Riccardo Bossi tramite l’u-tilizzo di un prestanome, Stefano Alessandri.

di Antonela Mascali

Doveva essere ilnuovo ministrodella Giustizia, in-vece Michele

Vietti è rimasto a fare il vice-presidente del Csm. Poche oreprima di rendere nota la sualista, Enrico Letta ha sceltoAnna Maria Cancellieri.Presidente Vietti cosa è suc-ce ss o?Non ne ho idea. Ho appresodai giornali di quella che nonera certo un'autocandidatura.L'ipotesi ovviamente mi ha lu-singato ma non mi ha distoltoneppure per un momento dalmio attuale lavoro che mi ono-ra e mi onera con piena sod-disfazione. Comunque AnnaMaria Cancellieri è stato unottimo Ministro e nell'interlo-cuzione con lei il CSM vedràcertamente valorizzato il pro-prio ruolo.In ambiente Pdl si parla di unveto di Berlusconi. È vero?Ignoro l'esistenza di veti cosìcome di sponsorizzazioni.Come si spiega questa esclu-s i o n e?Spero dipenda dalla circostan-za che non ho fatto male il vi-cepresidente del Csm. Proba-bilmente la mia modesta com-petenza in materia di giustiziaè ritenuta più utile a Palazzodei Marescialli che a via Are-nula.Eppure lei, quando era deputa-to dell'Udc ha proposto la leg-ge sul legittimo impedimentoad hoc per il presidente delConsiglio che era proprio Ber-l u s co n iNon ho proposto io quella leg-ge. Quale membro della Com-missione Giustizia della Ca-mera suggerii alcune soluzioni(con il suo partito, l’Udc, si è iastenuto perché la norma spe-ciale fu allargata ai ministri,ndr) che peraltro furono di-sattese, contribuendo alla boc-ciatura da parte della Cortecostituzionale.

Lei è stato anche sottosegreta-rio alla Giustizia e all'Econo-mia in due governi retti da Sil-vio Berlusconi. Erano gli annidelle leggi “ad personam” co -me la ex Cirielli taglia prescri-zione che oggi critica e chevorrebbe cambiareSulla legge Cirielli, la cui pa-ternità sta nel nome nono-stante il disconoscimento, ilmio partito dell’epoca fece ap-provare un emendamento cheescludeva l'applicabilità dellanorma ai processi pendenti.Nel 2001 ha promosso la de-penalizzazione del falso in bi-lancioNon ho depenalizzato il falsoin bilancio ma ho contribuitoa definire meglio una fattispe-cie obsoleta, mantenendone lanatura criminosa. Constatoche dopo dieci anni e svariatigoverni nessuno ha cambiatola legge mentre io ho detto escritto che lo si deve fare, so-prattutto per evitare la crea-zione di provviste funzionalialla corruzione.Intanto Berlusconi con quellalegge è uscito da un paio diprocessi perché “il fatto noncostituisce più reato”...Non si può valutare una rifor-ma dal l'esito di un solo pro-cesso. Peraltro quell'interven-to faceva parte di una legge de-lega molto più ampia che con-sentì di introdurre nuovi reatieconomici come le false co-municazioni sociali, il falso inprospetto, le false comunica-zioni delle società di revisione,l'omessa comunicazione delconflitto di interessi e consentì

pure di fare la più incisiva ri-forma del codice civile dal1942 in materia di so-cietà. Ogni giudi-zio dovrebbesempre tenerconto dei pro edei contro.Se fosse diventa-to ministro dellaGiustizia quali sa-rebbero state le sue priorità?Nel mio ultimo libro "Faccia-mo giustizia" ho proposto an-

zitutto di rivedere proprio lamateria della ex Cirielli, la pre-scrizione, evitando di fare delprocesso penale una corsa adostacoli in cui vince chi arrivaultimo. Ho suggerito di sfol-tire il sistema delle impugna-zioni per rendere la pena piùefficace e tempestiva. Interve-nire ancora contro la corru-zione rimane una priorità. Nelcivile occorre deflazionare ilprocesso con il ricorso alle so-luzioni alternative quali la me-

diazione, la conciliazione el'arbitrato.Pensa ancora, come nel 2004,che vada ripristinata l'immuni-tà parlamentare?Un sistema di ammortizzatoriche eviti una frizione direttatra iniziativa giudiziaria e rap-presentanza parlamentare esi-ste in molti Paesi occidentali enello stesso Parlamento euro-peo. Se ne può discutere lai-camente, anche se non mi pareoggi una priorità, evitando inogni caso soluzioni autoasso-lutorie.

Perché ha incontrato il 30marzo 2012 a Torino l’a l l o rapresidente di FinmeccanicaGiuseppe Orsi nel suo ex

studio da avvocato?Ho incontrato il Presi-

dente della più grandeazienda italiana, al-

l'epoca non inda-gato, come in-contro tanti al-tri rappresen-tanti del mon-do istituziona-le e produttivo.

Abbiamo avutouno scambio di

opinioni sulla situazione eco-nomica generale e locale.Ma lei è il vicepresidente del-l’organo di autogoverno dellamagistratura perché deve par-lare con un manager?La mia carica non comportauna condanna a essere mono-tematico.Come se ne esce da questa cri-si economica e della giustizia?Dal mio punto di vista: rifor-mando la giustizia che è unodei fattori di competitività delPaese. Se funziona, il sistemagiudiziario ci rende attrattiviper gli investimenti e ci con-sente di agganciare la cresci-ta.Ci sono state polemiche per ilno al fuori ruolo di Antonio In-groia come esattore in Siciliadato che ci sono tanti prece-denti di incarichi non giurisdi-zionali. Due pesi e due misure?Tutti i precedenti del Csm so-no nel senso di vietare inca-richi che comportino attivitàdi gestione in società di capi-tali. Nessuna disparità di trat-tamento.

MINISTROM A N CAT O

Non so perché

non mi abbiano scelto

per via Arenula

Incontrai Orsi a Torino,

nel mio ufficio: mica sono

m o n o te m a t i co

Letta l’aveva chiesto con gentilezza, ma con fer-mezza, ai suoi compagni d’avventura: lasciate

parlare me, teniamo una voce unica, facciamo ca-pire a tutti che stavolta il compromesso più che sto-rico è miracoloso. E invece i ministri gli hanno di-sobbedito in mezzo secondo. Manco il tempo dichiedere la fiducia al Senato che Flavio Zanonato,chansonnier dello Sviluppo economico, discettavadi Europa sulle pagine di Repubblica. E pure i col-leghi Alfano e Franceschini hanno derogato: il mi-nistro degli Interni ha ri-dato la linea sul caso Prei-ti, quello dei rapporti col Parlamento ha dovutogarantire all’Ansa che l’Imu non farà saltare il go-verno. E poi ci sarebbe anche la dichiarazioncina diChiara Maria Carrozza: “Non ci sarà mai da partemia una graduatoria, una preferenza, fra scienzedure e scienze umanistiche”. Meditando sullescienze dure, la giornata s’è chiusa con GrazianoDelrio dalla Gruber. Un silenzio da paura.

MINISTRI DISCOLI

Silenzio stampa traun’intervista e l’a l t ra

tw i t te r @ c h i a ra p a o l i n

di Chiara Paolin

Non tutto è perduto se qualcuno si alza inpiedi e dice così: “Borghezio la smetta e

stia zitto. Sono assolutamente disgustata daqueste affermazioni. Si può non essere d’a c-cordo su provvedimenti come lo ius soli, masi deve rimanere nel rispetto della dialetticademocratica”. Manuela Dal Lago, candidatasindaco a Vicenza per la Lega Nord, manda aquel paese il collega di partito che ieri allaZanzara delirava commentando la nominadi Cecile Kyenge a ministro per l’I n t e g r a-zione.

“QUESTO È UN GOVERNO del bonga bonga,vogliono cambiare la legge sulla cittadinanzacon lo ius soli e la Kyenge ci vuole imporre lesue tradizioni tribali, quelle del Congo. Lei èitaliana? Il Paese è quello che è, le leggi sonofatte alla cazzo...” spiegava l’eurodeputatoMario Borghezio. Aggiungendo: “La personagiusta per fare il ministro era il sindaco Gen-tilini, persona preparata, esperta, di una certa

serietà. Treviso è la città con la maggioreintegrazione. Verrebbe da chiedere la carta diidentità del Congo perchè almeno là non fan-no ministri così. La Kyenge sembra una bravacasalinga, non un ministro del governo”. E,per restare in Veneto, ieri s’è aggiunta la perladi Luca Zaia, governatore leghista: due gha-nesi sono stati fermati come presunti vio-lentatori di una donna austriaca, e Zaia hapensato di dover coinvolgere il ministro. “LaKyenge venga a Vicenza a rendere visita allavittima, con il coraggio di affrontare i pro-blemi per quello che sono e per ribadire atutti che non ci può essere integrazione senzalegalità” ha detto Zaia.Carezze morali e pensieri profondi rispetto

agli insulti che i siti di estrema destra e tantepagine facebook hanno pubblicato negli ul-timi giorni: dal classico “sporca negra” al -l’inedito governo che puzza di “scimmia con-golese”. “Pazienza, Cecile è una tipa tosta,non si spaventa per così poco” alza le spalleDora Kyenge, la sorella che abita a Pesaro e siè ritrovata a raccontare per strada com’è ave-re un parente ministro della Repubblica. “Iofaccio la cassiera alla Coop, e anche la sarta -spiega Dora -: in città mi conoscono tutti enon ho nessun problema. Però si sa che ilproblema del razzismo in Italia esiste. Si sen-te. E per questo mia sorella è stata scelta daEnrico Letta, perché sa come affrontarlo”.Nessun timore di essere vittima del ruolo,

cioè di avere ottenuto un po-sto così importante più per ilcolore della pelle che per lequalità professionali? Dorasmette di sorridere: “Su que-sto non ho dubbi: mia sorellaè una persona in gamba,molto preparata, che ha pas-

sato tutta la vita agestire i proble-mi dell’immigra -zione. Oltretuttovorrei ricordareche è italiana.Italianissima.Siamo cittadine

di questo Paese come chiunque altro. Quindibasta con queste stupidaggini. Cecile devefare il suo lavoro, e su questo essere giudicata.Tutto qui”.

NEL FRATTEMPO LA POLIZIA POSTALE haaperto un fascicolo sugli insulti razzisti e mil-le segnali di solidarietà sono arrivati al mi-nistro Kyenge. Il presidente della Camera,laura Boldrini, ha sintetizzato: “Non sono co-se degne di un paese civile”. Il ministro nonha voluto rilasciare dichiarazioni, limitando-si a un tweet serale: “Ringrazio per la par-tecipata attenzione e vicinanza che mi espri-mete. Credo che anche le critiche insegninose ci si confronta con rispetto”.

LA SORELLA DORA“Nel nostro Paese il razzismo esiste, si sente. Ma Cécile è

una persona preparata, lavorerà bene e nessuno avrà più

niente da dire”

Insulti razzisti, la Kyenge non replicaBORGHEZIO: “GOVERNO DEL BONGA BONGA”. ZAIA: “VENGA A SPIEGARCI LA LEGALITÀ”

Il ministroper l’I n t eg ra z i o n e

Ansa

G OV E R N I S S I M O

Michele Vietti

“I m mu n i t àparlamentare?Pa r l i a m o n e ”

Vicepresidente Csm AV VO CAT OSulla legge Cirielli:

“Se nessunola tocca ci saràun motivo” La Pre ss e

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8 MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 il Fatto QuotidianoDE M O C R AC K

di Antonello Caporale

Si arriva al nodo deinodi e FrancescoSanna, sardo d'azio-ne per via del carat-

tere votato al fare qui e orapone sul tappeto la domandacentrale: “Siamo più coglionidi quegli altri? Siamo noi i piùcoglioni di tutti?”È una bella questione che valeun viaggio dentro palazzoMadama. Infilato nel vicolodella paura il volto di NicolaLatorre, splendido dalemianodalle larghe vedute, benchè si-curo e convinto della linea lie-vissimamente teme che la fur-bizia, quando raggiunge unsuo apice grossolano e pre-suntuoso, si trasformi in unadevianza dell'intelligenza eche il sapore di questa avven-tura prenda presto il sensodella fregatura. “Avverto nellapancia qualcosa, rimugino eripenso. Hai voglia tu se nonlo faccio! Ma ha senso pren-dersi paura? La verità è che èsaltata la democrazia, è in crisiil concetto di rappresentanza,il vincolo ideologico, l'appar-tenenza. Dobbiamo saperlo einterrogarci prima che siatroppo tardi”. Come sapete loscaltro Latorre non ha mai lacravatta fuori posto e benchèscosso anche oggi ha il voltopresente all'obbligo di giorna-ta: molto istituzionale. Il Se-nato è un vascello di seconda

classe, si arriva con i bagagligià ammaccati dal viaggio ini-ziato. Dopo le prime quindiciore di responsabilità l'esecu-tivo di servizio alla nazione hafatto salire a bordo la primapolemichetta: che fare dell'I-mu? Annuncio poi precisa-zione, poi ri-precisazione.Perciò qui il clima è marca-tamente rilassato, si navigautilmente a vista ed è tutto nelsolco immortale della Demo-crazia cristiana. Infatti ci si ar-rende alla maestà della rifles-sione di Riccardo Villari:“Corpi che vagano, compreso

il mio. Si potrebbe chiudere ilpalazzo e destinarlo a museo.Non cambierebbe niente. Quasi registra il già avvenuto, ilgià visto. Siamo notai certifi-catori, troppi e quindi inutili”.Lei è perfetto per un posto dasottosegretario allora: “Nonchiedo niente, sarà la provvi-denza a incaricarsi del caso”.

SI VEDE che è tempo demo-cristiano, c’è un ritmo anticodella giornata che non può de-siderare altro che la penni-chella. Niente a che vedere conl'adrenalina berlusconianache riempiva i corridoi di urlae spintoni, e squadre di par-lamentari contrapposte e ve-ramente belligeranti. Oggi no.La maggioranza è tranquilla esi disperde verso il prosciuttoe la mozzarella, il piatto freddoalla buvette. Allo sguardo re-siste una macchia rossastra, ilnugolo dei militi ignoti del Pd,dei caduti in battaglia, dei vin-ti che in lacrime si unisconoalla gioia dei vincitori. PersinoDario Franceschini, che è sta-to nominato ministro e viveuna rinnovata felicità, haqualcosa che non gli torna: “Cipenso anch’io, eccome se mirode. Ma è uno stato di ne-cessità. Non vede?”. Gli rode, èinsoddisfatto ma continua,forse la situazione migliorerà.Ci vuole stomaco, fede, moltoottimismo. Lucrezia Ricchiu-ti, cooptata dal mondo del-

CO N T R I Z I O N E

Fra n ce s c h i n i :

“Mi rode, eccome

se mi rode

Ma è uno stato

di necessità

Non vede?”

LA DOMANDA DEI DEMOCRATICI:“MA SIAMO PIÙ COGLIONI DEGLI ALTRI?”IL PARTITO TRAMORTITO E LE LACRIME DI COCCODRILLO SULLE LARGHE INTESE

N E L L’O M B RASopra, la sala stampa di San-t’Andrea delle Fratte, sede delPd; a sinistra, Rosy BindiEmblema, Ansa

Il deputato Pd di Libera“Pacificazione? Te m ogiochini sulla giustizia”

Davide Mattiello

Youdem, redazionechiede dimissionia Chiara Geloni

di Wanda Marra

Non posso accettare il rischio che la pa-cificazione nazionale passi non per la

giustizia, ma per il negoziato politico”. Da-vide Mattiello, neo parlamentare del Pd pie-montese, una vita nell’associa-zione Libera, non ha votato lafiducia alla Camera. Sceglien-do di uscire dall’Aula. Dopo-diché ha messo a disposizionedel gruppo dei Democratici aMontecitorio le sue dimissio-ni, che sono state respinte.Perché questo voto?È la mia storia, il mio impegno.Io lavoro con i testimoni digiustizia e con le vittime della mafia. L’unicaforma possibile di pacificazione passa per laverità storica e giudiziaria. Non posso ac-cettare la tesi espressa da Eugenio Scalfari neisuoi editoriali, a difesa del presidente dellaRepubblica Napolitano quest’estate, quandosi parlava della “trattativa”. Ovvero che ci siastata una guerra. Ma non è così, c’è stato unattacco criminale. E i politici conniventi e imafiosi sono criminali.Scusi, ma perché lei si è presentato col Pd?Penso che sia l’unico partito con un progetto

pesante. E i giovani parlamentari neo elettimi fanno sperare che sia possibile continuarea pensarlo.Sulla giustizia le parole di Letta cosa le hannofatto pensare?Da come mi sembra partito, c’è il rischio che

questo governo faccia delle mi-sure su giustizia e corruzionemolto superficiali. E questonon va bene, perché continua apassare il messaggio che i furbila fanno franca e i coglioni pa-gano.Lei come pensa che si dovrebberisolvere la questione Berlusco-ni?Il nostro leader Renzi continua

a dire che lui Berlusconi non vorrebbe ve-derlo in prigione, ma in pensione. Ecco, iodico che lo vorrei vedere processato. Perchécontinua a difendersi dai processi e non neiprocessi.Non è d’accordo col premier e neanche conuno dei papabili segretari, come fa a rimane-re nel Partito Democratico?Io sono un europeista convinto, il mio ri-ferimento è Altiero Spinelli e il mio sognosono gli Stati Uniti d’Europa. E questo nonpossono realizzarlo né Sel, né Grillo.

l’antimafia, espressa dalle vi-scere di Libera, la creatura diDon Ciotti, non ce la fa. Leino. La paura ha già fatto no-vanta e ha già messo all'angoloPippo Civati e Davide Mattiel-lo. Troppo sprovveduti, disar-monici, distonici, si sono ar-resi alla prima prova di re-

sponsabilità. Cesare Damianosi è iscritto al purgatorio: havotato col naso chiuso. Maguardare il volto terreo di Fe-lice Casson è la dimostrazioneche la pena dev'essere infinita.Gli si stringono intorno equalcuno appoggia la manosulla spalla per incoraggiarlo.In fondo c’è Enrico Letta lag-giù, è un amico, in fondo è delPd. Ma gli occhi suoi, e siamonella sfortuna più grande, ca-dono sul sorriso efferato diGasparri, e la compostezza ri-trovata di Silvio Berlusconiche si gode dal suo banco la

performance di Schifani, il ca-pogruppo: “Lei, onorevoleBerlusconi ha dato prova diessere uno statista”. Lui ha fat-to cenno con la testa e rin-graziato degli applausi. “Sia -mo morti, sono fuori stradaquelli del Pd”.

LA PATTUGLIETTA dei socia-listi capitanati da RiccardoNencini (sono tre), si ritrovanell’arsura alla fontanella delbar. Acqua per tutti e orazionefunebre: “Bersani ha sbagliatotutto e la sinistra sta scivolan-do verso il nulla, ci stiamo an-nientando e siamo stati dei co-glioni grandi così”. Marco DiLello ha risposto all’interroga -tivo di Sanna sul chi ha fregatochi. Teniamoci su e non pen-siamoci: “È un partito natosbagliato, il concetto di inclu-sione ha annacquato le diffe-renze, sostituito la passione,chiamati tutti a volgere losguardo verso l’obiettivo piùbreve, l'approdo quotidiano.Dobbiamo sbrigarci a capireche così non si va lontano e alcongresso bisogna parlarne”.Il congresso? Gianni Cuperlopensa che il congresso salveràl'anima dei peccatori. Ma qui èun popolo del peccato, e asquadrarlo appare nient’affat -to pentito. Vedere Rosy Bindistralunata, immobile dentro ilcorso dei corpi che si accin-gevano a dare la fiducia e lei,con un sospiro: “Io non ce la

faccio”. Ce l’ha fatta, alla finesi è data un pizzicotto comeCesare Damiano e anche laLaura Puppato. Lei e lui, Cor-radino Mineo, che avrebbevoluto meglio precisare le ra-gioni del suo distinguo, inter-venendo in aula. “Mi dispiacema devo interromperla, iltempo a sua disposizione èterminato”, ha detto Grasso, ilpresidente, inflessibile. E tuttoè finito. Il governo di EnricoLetta, sono Davide contro Go-lia ha detto, ha salutato festosoed è partito per la valle di Gio-safat.

La senatrice Pd di Desio“Questo governo non faràniente contro la mafia”

Lucrezia Recchiuti

Non potevo votare la fiducia a questo go-verno. Avrei dovuto sconfessare me stes-

sa”. Lucrezia Ricchiuti, neo-senatrice Pd vieneda Desio, per 10 anni consigliere comunale del-l’opposizione, poi vicesindaco. Una lunga mi-litanza, dal Pci al Pds, ai Ds, al Pd.Senatrice, perché il suo no?La linea del partito è cambiata enessuno ci ha informato.Ma voi avete votato in direzioneil via alla linea di Napolitano.Ci hanno sempre informato acose fatte. Come sulla candida-tura di Marini al Colle. E nessunomi ha ancora spiegato perchénon andava bene Rodotà comePresidente, o perché è stato dettono alla candidatura di Zagrebelsy sulla quale al-cuni stavano lavorando, la notte dopo l’affos -samento di Prodi. Poi c’è la mia storia.O v ve ro?Per anni a Desio, terra di ’ndrangheta, mi sonooccupata di abusivismo e di speculazione edi-lizia, di discariche abusive. Poi ci siamo autosciolti nel 2010 e dopo l’indagine “Crimine in-finito” abbiamo vinto le elezioni. Berlusconi hatenuto per anni in casa Mangano: come possopensare che un governo che si accorda con il Pdlpossa fare qualcosa contro la mafia?

Co m ’è arrivata in Senato?Ho vinto le primarieDa chi era portata?Da nessuno. Non appartengo a nessuna corren-te e sono libera di fare ciò che voglio. Come dicel’articolo 67 della Costituzione.

Perché si è candidata?Mi sono resa conto che io e il mioSindaco eravamo soli a portareavanti la battaglia contro la cri-minalità organizzata a Desio. Ecome noi, ci sono tanti ammini-stratori che vanno tutelati. Vo-levo portare il tema della batta-glia contro le mafie all’attenzio -ne del Parlamento e del gover-no.

Già delusa?Nel programma di Letta di questo problemonesi fa solo un cenno.Pensa di lasciare il Pd?No. Magari mi butteranno fuori. Ma io conti-nuo a fare il lavoro per cui mi sono candidata.Nel gruppo del Senato ci sono molti scontenti.Che ne sarà del Pd?Io spero che venga spazzata via questa classedirigente, che ha sbagliato tutto, dalla campa-gna elettorale in poi.

wa . m a .

R I F L E SS I O N I

Latorre: “Rimugino

e ripenso. Ma ha

senso prendersi

paura? La verità

è che è saltata

la democrazia”

NERVI TESI a Youdem, la televisionedel Pd. La maggior parte dei redattoriavrebbe chiesto alla direttrice ChiaraGeloni di dimettersi. Ma Geloni, con uncontratto a termine legato alla segre-teria Bersani, per ora resta: “Aspetto ilreggente: se mi conferma rimango finoal congresso, altrimenti me ne andrò”.

CAOS REGGENTENel caos del Pd ogni giorno nasceun’ipotesi reggente: fino a ieri in po-le position c’era la candidatura diEpifani. Ma i dalemiani stanno lavo-rando a un’alternativa. Prima si èfatto il nome di Cuperlo, ora si sta-rebbe lavorando sulla Finocchiaro

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9il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2 01 3DE M O C R AC K

di Salvatore Cannavò

C’è attesa per quelloche potrebbe av-venire a sinistradel Pd dopo il va-

ro del governo Letta. Lo dimo-strano le scadenze previste perle prossime settimane. Lo di-mostra la partecipazione al con-vegno della Fiom, ieri a Bolo-gna, su “Lavoro e welfare”. L’i-niziativa, convocata un mese emezzo fa, ricorda Landini, do-veva vedere la partecipazione,tra gli altri, di Stefano Rodotà,dell’ex ministro Fabrizio Barca edi Sergio Cofferati. Quasi l’an -nuncio di un evento politico.Forte, quindi, la delusione nelloscoprire l’assenza del professo-re candidato alla Presidenzadella Repubblica e l’interventoin video, dalla propria scrivaniaal ministero delle Finanze, doveè tornato a lavorare, di FabrizioBarca. L’intervento, dal vivo, diSergio Cofferati, centrato suun’analisi molto netta delle po-litiche di austerità e di rigore,non ha invece offerto novità sulfronte politico.

È TOCCATO quindi al segretariodella Fiom, Maurizio Landini,offrire qualche appiglio con unarelazione-replica al discorso delnuovo premier Enrico Letta el’’annuncio di un’opposizioneesplicita al governo. Opposizio-ne avviata con la manifestazionedel 18 maggio a Roma. Ma ilpiatto più succolento, Landini,l’ha offerto quando, leggendo lalettera con cui Stefano Rodotà siè scusato dell’ assenza, ha an-nunciato che il professore par-lerà dal palco di San Giovanni. Enon sarà solo. Accanto a lui an-che Gino Strada e, se accetterà, ilcostituzionalista Gustavo Za-g re b e l s ky . “Non vogliamo fareun partito” ha ribadito per l’en -nesima volta Landini , “siamoun sindacato fondato sui prin-cipi di autonomia e indipenden-za”. Però la Fiom “ambisce adavere un’idea generale” e, inquesta fase, punta a costruire un“campo”, una rete di iniziativasindacale e sociale nella qualechi ha da costruire un’iniziativapolitica la possa costruire.È facile notare che gli ospiti di

San Giovanni sono nomi spon-sorizzati dal Movimento 5 Stelleper la Presidenza della Repub-blica. La preoccupazione di do-versi rivolgere a quel mondo,ormai, caratterizza stabilmentel’iniziativa della Fiom. “Nel con-fronto con i partiti avuto il 9 giu-gno dello scorso anno - spiega alFa t to Landini, prima di avviarsi aPalazzo Re Enzo, in piazza Mag-giore - avevamo di fronte i se-gretari del centrosinistra. Oggici sono gli 8 milioni e mezzo dielettori che hanno votato Grilloe quelli che si sono astenuti”. Laproposta centrale di ieri, non acaso, è stato il “reddito di citta-dinanza”, un sostegno da offrire

a “disoccupati e inoccupati” chenon sostituisca la cassa integra-zione “pagata da imprese e la-voratori”. Il reddito, spiega Lan-dini, come forma per “riunifica -re un mondo del lavoro distrut-to dalla crisi e ridare forza a unsindacato che altrimenti non hapiù futuro”.

LANDINI al sindacato e Rodotàalla politica? È il desiderio dimolti. Il professore, in effetti, haspiegato che “nel sistema socialee politico italiano si sta aprendoun vuoto pericoloso, che può es-sere colmato soltanto grazie alritrovamento di un filo comuneda parte del variegato mondo

La sinistra delusache aspetta RodotàAL CONVEGNO FIOM LANDINI GUARDA A GRILLO E LANCIAIL REDDITO DI CITTADINANZA: “SIAMO UN SINDACATO NONUN PARTITO. IL PROFESSORE ATTESO SABATO A L’AQU I L A

MARZO NERO per l’occupazione femminile.Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, 70 miladonne hanno perso il lavoro rispetto a febbraio.Un crollo preoccupante, tenuto conto ancheche sinora le lavoratrici erano state meno col-pite dalla crisi. Ma ora, fanno notare gli esperti,neanche la permanenza al lavoro delle donnesopra i 50 anni (effetto della stretta sulle pen-

sioni) basta per frenare l’emorragia. Nel giro diun anno, sempre secondo l’Istat, si sono persicomplessivamente 248mila posti di lavoro. Iltasso di disoccupazione a marzo è stato del-l’11,5%, stabile rispetto a febbraio. Ma moltoprobabilmente si tratta di un mero calcolo sta-tistico: ovvero, l’esercito dei due milioni e 950mila senza lavoro non cresce solo perché molti

non cercano neanche più un’occupazione, so-praffatti dallo scoramento. Non a caso, l’Istatregistra un sensibile aumento della inattività trale donne. Tra gli under 25 il tasso di disoc-cupazione è del 38,4%, inferiore solo a quello diGrecia e Spagna. Mentre tra i ragazzi tra i 15 e i24 anni i disoccupati sono 635 vmila, il 10,5%dei loro coetanei.

di Luca De Carolis

Vedo grande disagio tra elettori e iscritti al Pd, ma i pro-blemi principali della gente sono altri: in giro per Roma

incontro gente che piange dalla disperazione”. Ignazio Marino,candidato sindaco nella capitale per il centrosinistra, senatorePd dimissionario (“La lettera di dimissioni l’ho mandata, il Se-nato deve approvarla”), dice di non temere contraccolpi dalcaos nel suo partito: “I cittadini mi chiedono soluzioni, e iocerco di darle, studiando come un secchione e ascoltando tutti.Questo è il mio compito, al di là della politica nazionale”.Marino, che clima respira tra la gente del Pd? Deve giustificare ilpartito per l’alleanza con Berlusconi?Il disagio tra elettori e iscritti è forte. Non comprendono lestrategie politiche degli ulti-mi tempi. Ma in generaleemerge una grande stan-chezza verso tutte le ideolo-gie. Mi parlano e mi chiedo-no poco di massimi sistemi,e tantissimo dei problemi deiloro quartieri o di quelli per-sonali.Lei è in campagna elettoraleda alcune settimane: dopo ilflop su Prodi e il governissimonon si è fatta più difficile?No: credo pesi il fatto chequesta è una elezione ammi-nistrativa. Il vero tema sonogli effetti della crisi economi-ca. L’altro giorno una signoraè venuta da me a un appun-tamento elettorale con le ana-lisi della tiroide, perché sono un medico, e lei non ha i 300 europer lo specialista. Incontro persone in lacrime, perché non ce lefanno ad arrivare a fine mese o non trovano lavoro.Non teme davvero di pagare la crisi del Pd? Sul web è rivolta,anche dagli utenti romani...Non ho timori: piuttosto, mi capita di trovarmi in imbarazzo difronte a certe domande specifiche della gente. Quando ti chie-dono quanto tempo ci vorrà a mettere i pali della luce in unquartiere lasciato a se stesso, è davvero difficile.Il governo Letta potrà aiutare Roma? A proposito: lei avrebbevotato la fiducia?Mi limito a fare i migliori auguri di buon lavoro al governo e aEnrico Letta. Spero di interagire con lui da sindaco di Roma.Sinceramente: in un momento come questo, l’essere un uomocon una storia politica relativamente breve la può favorire?Le rispondo con i dati: sono stato parlamentare per due annicome indipendente (dal 2006, per i Ds, ndr), poi sono statorieletto con il Pd. La tessera l’ho presa solo nel 2009, poco primadi correre alle primarie nazionali.Quindi, questo percorso la avvantaggia...Dico che questa è la mia storia, di un medico che fa parte delPd.Nel partito romano sono volati stracci: il segretario è stato di-chiarato decaduto, tra le polemiche. Non teme di finire in unaguerra tra correnti?No, perché a contare sono i voti di 2 milioni e 700mila cittadini,e non le logiche di qualche capo corrente, se esistono.Quando ha sentito l’ultima volta Bersani?Abbiamo parlato al telefono nel giorno dell’elezione di Na-politano. Gli ho chiesto consigli, perché lui ha amministratol’Emilia Romagna.

del lavoro e della sinistra”. Ma seha accettato “con molto entusia-smo” di parlare nella piazza del18 maggio “per un progetto dicambiamento sociale e politi-co”, ha anche ribadito che nonvuole “prestarsi a operazioni dibreve respiro”. Il suo impegnoprioritario, del resto, è rivolto al-la “Costituente dei beni comu-ni”, una rete di giuristi e movi-menti sociali che si ritroverà sa-bato 4 maggio a L’Aquila. Unluogo frequentato da molti“grillini” con poche venaturepoliticiste e rivolto all’“azionesociale”. Se una sinistra dovrà ri-nascere, il rapporto con la no-vità-Grillo, sarà decisivo.

Ansa

Candidato Pd a Roma“Base scontenta,ma la gente piangeper la crisi”

Ignazio Marino

PRIORITÀ

PUBBLICHE

Tra elettori e iscritti

c’è forte disagio

Questa però

è un’elezione

a m m i n i s t ra t i va :

mi chiedono il lavoro

o i pali della luce

L’anno scorso ebbero il lo-ro bel da fare. Una tren-

tina di anarchici (la giornatapoi proseguì carica di tensionetra scontri con la polizia e “as-salti” a palazzo civico) cercò diimpedire al sindaco Piero Fas-sino e alla delegazione del Pddi sfilare per il centro di To-rino durante il corteo del pri-mo maggio. Ma quest’anno - in cui si an-nunciano tensioni forse anche maggiori -non ci saranno. Lo spezzone di corteo delpartito che governa la città non potrà infatticontare sul proprio servizio d’ordine. Lasquadra - composta da un gruppo di “an-ziani” ex Pci, quindi senza legami diretti coni ragazzi di “pallacorda” che nei giorni scorsihanno occupato le sedi del partito per pro-testa - sfileranno da soli in coda al corteo,

dietro allo striscione “Resisten-za democratica”. Non ci stannoall’inciucio con il Pdl, voglionoil congresso subito e protestanocontro i “signori delle tessere”.Michele Paolino - responsabileorganizzativo del Pd torinese -ha tentato una mediazione finoall’ultimo, invano: “Capisco laloro rabbia - dichiara - alcunidi loro sono persone con pro-blemi non indiferrenti di cassaintegrazione e mobilità. La loroscelta, che non ostacoliamo, faparte della dialettica di un par-

tito che, come tutti possono facilmente os-servare, sta discutendo. Significa che siamoun partito vivo, che non rinuncia certo a sfi-lare al corteo del primo maggio, una festa chesentiamo profondamente nostra”. E se cifossero contestazioni? “Ci sono ogni anno -sospira - vorrà dire che, qualora fosse ne-cessario, non starà a noi consentire la Pd l’in-gresso in piazza ma alle forze dell’ordine”.

Stefano Caselli

TORINO Primo maggiosenza servizio d’o rd i n e

Lavoro, a marzo70 mila donnehanno perso il posto

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10 MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 il Fatto Quotidiano

di Sandra Amurriinviata a Taranto

Il 1° Maggio di lotta-Sì aidiritti, no ai ricatti”. È iltitolo del concerto che sisvolge oggi a Taranto al

parco archeologico di Soli-to-Corvisea, alle spalle dellaConcattedrale, organizzato dalcomitato Cittadini Liberi e Pen-santi al quale partecipano LucaBarbarossa, Fiorella Mannoia,Luca Carboni, Riondino, RoyPaci e molti altri nomi noti delmondo dello spettacolo, tutti atitolo gratuito e a proprie speseper dimostrare solidarietà aduna città divorata dall’inquina -mento dell’Ilva, dall’indifferen -za e dalla compromissione dellapolitica. Ultimo esempio è l’av -viso di garanzia al sindaco Ip-pazio Stefàno nell’ambito del-l’inchiesta “Ambiente svendu-to”. Lui spiega in una conferen-za stampa di non aver ricevutonulla e motiva con ciò le suemancate dimissioni. Gli chie-diamo se oggi ci sarà. Risponde:“Perché che c’è?”. Informato ri-batte: “A me la musica non pia-ce”, mentre i cittadini presentigli urlano “pagliaccio”.

“QUANDO MI HANNO invitatonon ho esitato un attimo ad ac-cettare perché la situazione cheTaranto subisce non può e nondeve finire nel dimenticatoio”sono le parole di Fiorella Man-noia “mettere la mia notorietà adisposizione di una causa sacro-santa come quella del diritto allavoro e alla salute è il mio unicomerito a cui non posso sottrar-mi per non far prevalere il pes-simismo della ragione all’otti -mismo della volontà”. Motiva-zioni condivise da Luca Barba-rossa: “A Riondino ho risposto:

eccomi se posso esservi utile. C’èun gran bisogno di dimostrareche il problema dell’Ilva non èun problema solo di Taranto madel Paese e per un artista essere afianco di chi non ha diritto adavere diritti è un dovere. Voglia-mo far sentire ai cittadini di que-sta bellissima città così umiliatache non sono soli”. Tanti i vo-lontari che hanno contribuito amontare il palco ad allestire learee ristoro a curare ogni piùpiccolo dettaglio. “Non sarà uncontro-concerto rispetto a quel-lo di Piazza San Giovanni” ci tie-ne a sottolineare Massimo Bat-

TARANTO, PRIMO MAGGIONELLA POLVERIERADALLA MANNOIA A BARBAROSSA, DA RIONDINOA ROY PACI PER DARE MUSICA A CHI RESISTE ALL’I LVA

di Giuseppe Zingaro

La storica rassegna musicale, organizzata dai sindacati con-federali per celebrare la festa dei lavori, prende il via tra

novità e polemiche. Il temadi quest’anno è “La musicaper il nuovo mondo: spazi,radici, frontiere”. Madrinadella kermesse: Geppi Cuc-ciari. Sul palco con lei, dalcompositore premio OscarNicola Piovani a Vinicio Ca-p o ss e l a . E ancora, tra gli al-tri: Max Gazzé, Marta suitubi, Management del do-lore Post Operatorio. Laparte serale, quella più at-tesa, comincerà con un’or -chestra di cento violoncel-listi, diretta da G i ova n n iSollima, che eseguirà l’In -no di Mameli per poi con-cludere sulle note di BellaCiao. Oltre ai grandi nominon sono mancati i grandiesclusi: al rapper Fabri Fi-bra, considerato diseduca-tivo dall’associazione DiRe(Donne In REte contro laviolenza), è stato impeditodi esibirsi. Nel pomeriggiospazio anche ai 6 finalisti di1 M fe s t i va l , il contest che ve-de in gara Aeguana way,Almamediterranea, CRI-FIU, Le Metamorfosi, Toromeccanica e Honeybird & the bir-dies. Il vincitore si esibirà nuovamente in serata. Dal 4 marzo,con una sorta di quirinarie ante litteram, il popolo del web hapotuto votare tra circa 700 band candidate a suonare nella par-te pomeridiana del concerto. Sono state tante le polemiche perquesto esperimento di democrazia diretta musicale, con unaserie di accuse rivolte all’organizzazione, da parte di moltiiscritti, sulla mancata trasparenza nel conteggio delle prefe-renze online. Un concertone al passo coi tempi, dunque, no-nostante Elio (e le storie teste) salirà sul palco per evidenziarnela parte più retorica e autoreferenziale con il suo nuovo singolo“Complesso del primo maggio”. Così al passo coi tempi chedell’evento verrà girato un film, diretto da Stefano Vicari, at-traverso le immagini raccolte dal pubblico in piazza, armato dismartphone ed App creata per l’occasione. Marco Godano,l’organizzatore, annuncia che per risparmiare il catering sarà apagamento per ogni artista. C’è la crisi.

Capossela ed Elioper il Concertonea San GiovanniSULLO STORICO PALCO ANCHE PIOVANI,MAX GAZZÉ E I MARTA SUI TUBI

RO M A

IN PIAZZA

tista del comitato organizzatore“gli artisti che si esibiranno ogginon avranno alcun cachet in no-me del lavoro, qui sono venutiperchè credono nel significatodi questa festa. Noi non voglia-mo più essere ostaggio di questosistema in un territorio caratte-rizzato da precarietà diffusa ed il40 per cento di disoccupazio-ne”. Si spera il tutto esaurito perun’aerea che può ospitare fino a50mila persone seppure nonsiano i numeri a destare preoc-cupazione quanto che passi ilmessaggio: “Politica dal basso emusica”. Che tradotto vuol dire:non abbiamo più alcuna fiducianelle Istituzioni e nel sindacatotant’è che non ci sarà nessunosul palco a rappresentare laCGIL da dove invece interve-ranno i rappresentanti di molteassociazioni compreso il Forumsociale antimafia Felicia e Pep-pino Impastato, No Tav, NoTriv. Al concerto presentato daValentina Petrini e Andrea Ri-vera parteciperanno ancheFrancesco Baccini, Capovilla,Elio Germano e le Bestierare,

l’Orchestra Popolare Ionica,Raf, Michele Riondino & theRevolving Bridge e Roy Paci. Fi-no a mezzanotte quando il cielosopra Taranto diventerà ugualea quello ritratto nei giorni scorsida due eco-sentinelle a dimo-strazione che la legge ad hoc hasalvato la produzione a dispettodell’ambiente.

A DISPETTO DI CHI ha dichia-rato che la situazione dell’aria diTaranto sia nettamente miglio-rata e che l’Ilva sia in ritardo nelrispetto di una sola prescrizioneprevista dall’AIA. Non si tratta,come sostiene l’Ilva di un “effet -to ottico classico di una città dimare” bensì dei fenomeni dello“slooping” che sprigiona in at-mosfera gas inquinanti causatidall’utilizzo improprio delletorce al servizio delle acciaierie edalla diossina che continua aduscire dagli elettrofiltri dell’ag -glomerato, posti alla base del ca-mino E-312. Mentre i campi mi-nerali sono ancora all'aria apertae il vento dissemina le polverisottili.

IL SINDACO

La reazione

del primo cittadino

Ippazio Stefàno:

“Cosa c’è domani?

Un concerto? A me

la musica non piace”

Susanna Camusso, segretario dellaCgil, si è spinta a dire che il Con-

certone del Primo maggio “è segnatodal tempo”. Il prossimo anno sarà il25° anniversario e “bisogna fare unariflessione”. La riflessione, forse, ri-manda al ruolo più generale del sin-dacato, ai suoi rapporti unitari e, so-prattutto, al modo di recuperare unrapporto con un mondo del lavoro se-gnato dalla crisi.In ogni caso, oggi Cgil, Cisl e Uil sa-ranno insieme a Perugia, città sceltaper onorare le due dipendenti regio-nali, “Daniela e Margherita”, uccisedagli spari di un imprenditore “im -pazzito” da crisi. Un’occasione, spie-gano i sindacati, anche per ricordare ilcarabiniere ferito a palazzo Chigi. La

manifestazione sarà particolarmenteunitaria perché, proprio ieri, le treconfederazioni hanno siglato un do-cumento comune con cui chiedono algoverno l’urgente “rifinanziamentodella Cig in deroga” e“il completamentodell’effettiva salva-guardia degli “esoda -ti”. Richiesta anche la“riduzione delle tas-se per dipendenti epensionati”, l’allen -tamento del patto distabilità per i Comu-ni, la riduzione deicosti della politica, laproroga dei contrattiprecari nella Pubbli-

ca amministrazione e, in particolare,la riforma dell’Imu, non la sua abo-lizione, “esonerando solo i possessoridi un’unica abitazione, con un tetto ri-ferito al valore dell’immobile”. Su que-

sta piattaforma Cgil,Cisl e Uil terrannouna manifestazionenazionale il 22 giu-gno prossimo”.L’appuntamentoche, però, si presteràalle principali pole-miche è quello di Bo-logna dove il Primomaggio sarà festeg-giato, in piazza Mag-giore anche conConfindustria. A

parlare, infatti, ci sarà il presidente diUninindustria, Alberto Vacchi, im-prenditore “illuminato”, proprietariodell’Ima, azienda del “packaging” da2500 dipendenti e che va molto bene.Il profilo di “colomba” non impediràalla Fiom di disertare l’appuntamentoe di festeggiare in provincia di Ferraracon il suo segretario regionale, BrunoPapignani: “Lavoratori e imprese nonhanno gli stessi problemi: c’è tuttol’anno per incontrarsi, non serve il pri-mo maggio”. Per quanto riguarda larappresentanza, il testo varato ieri cheha il consenso della Fiom, prevede lacertificazione della rappresentanza ela validazione degli accordi con alme-no “il 50%+1 della rappresentanza e laconsultazione certificata dei lavorato-

ri, a maggioranza semplice”. Per laFiom è il superamento del “modelloMarchionne” anche se i suoi contesta-tori sottolineano che sarà costretta adaccettare l’esigibilità dei contratti.Una volta firmato, insomma, non sisciopera più. In ogni caso, è un pas-saggio centrale nella vita futura delsindacato.

Sa. Can.

Cgil, Cisl e Uil si ritrovano più unitee presentano il conto a Enrico Letta

IL CORTEO UFFICIALE

A PERUGIA

La dedica è per le due

dipendenti regionali

uccise. Firmato l’a cco rd o

sulla rappresentatività.

Scontro a Bologna per la

parola agli imprenditori

brevi

IL PAPA EMERITO RATZINGER RITORNERÀ IN VATICANO Pa d reLombardi ha annunciato che Joseph Ratzinger ritornerà a vivere in unconvento interno al Vaticano. Insieme a lui monsignor George Gaen-swein e le quattro Memores che se ne prendono cura. Una stanza èstata sistemata anche per le visite di suo fratello. Ansa

POMEZIA DUE MORTI FOLGORATIDue uomini stavano cercando di rubare il rame dauna cabina elettrica di una fabbrica dismessa, maqualcosa è andato storto e sono morti folgoratidall’elettricità. I corpi, ritrovati semicarbonizzati,non sono stati ancora identificati. Il colpo gli avreb-be fruttato solo qualche centinaio di euro.

POCHI SOLDI

L’o rga n i zza z i o n e

spiega che

per la prima volta

i cantanti dovranno

pagarsi il catering

da soli

BRINDISI MARE “RO SS O ”. TUTTO OK“Abbiamo potuto constatare il rispetto dei para-metri tabellari, all’infuori di un solvente, il tetrai-drofurano che non è normato”. Non vi sarebberogrosse anomalie, quindi, per l’Arpa, nel contenutodella sostanza di colore rossastro segnalata il 23aprile scorso nelle acque del porto di Brindisi.

Susanna Camusso, segretario Cgil Ansa

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11il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2 01 3

di Antonella MascaliMilano

Per il buco da oltre unmiliardo dell’ospe -dale San Raffaele diMilano una condan-

na e 3 assoluzioni decise ieri se-ra dal Tribunale di Milano.Condannato a 5 anni di carcereper concorso in bancarottal’imprenditore Pierino Zam-marchi. Assolti, invece, il figlioGianluca Zammarchi, un altroimprenditore, Fernando Lora eil suo contabile Carlo Freschi,tutti imputati per associazione adelinquere e concorso in banca-rotta per “distrazione”.Dunque, secondo i giudici, nonc’era l’associazione a delinqueree solo Pierino Zammarchi hacontribuito alla caduta rovino-

sa dell’ospedale di don LuigiVerzé e ha leso le garanzie deicreditori. È stato condannatoanche all’interdizione dalle ca-riche societarie (10 anni) daipubblici uffici (5 anni) e a unaprovvisionale di 700 mila euro afavore dei commissari giudizia-li della fondazione Centro SanRaffaele e un’altra da 100 milaeuro a favore del Centro SanRaffaele. Il pm Luigi Orsi avevachiesto pene per tutti tra i 4 annie 9 mesi e i 4 anni e 4 mesi.

SECONDO LA PROCURA, gliimprenditori facevano parte delsistema di Piero Daccò, il fac-cendiere amico dell’ex governa-tore e attuale senatore del PdlRoberto Formigoni, da cuiavrebbe avuto favori per i suoiclienti nel mondo della sanità, in

Fondazione San RaffaelePaga uno soltantoPER IL BUCO DI OLTRE UN MILIARDO È STATO CONDANNATOSOLO PIERINO ZAMMARCHI, 5 ANNI PER CONCORSO IN BANCAROTTA

Ayala e il caramellaio di scortaA GUARDIA DEL MAGISTRATO C’ERA ANCHE UN CIVILE. FU VISTO IN VIA D’AMELIO

C RONAC H E

cambio di benefit e finanzia-menti occulti per il “Celeste”.Durante la requisitoria, l’accusaaveva parlato di un “interessedegli imprenditori a parteciparea una giostra criminale” che ve-deva don Verzé e Mario Cal (ilvicepresidente morto suicida)“drenare risorse dalla fondazio-ne”. I due, hanno fatto in modoche “fossero i fornitori” a dargli isoldi “per pagare Daccò e i suoimandanti...”. Il sistema, secon-do l’accusa, prevedeva la “costi -tuzione di un fondo nero” pa -gando a un fornitore compia-cente “un di più che poi vienerestituito in nero” in modo dapagare così “Daccò e i suoi man-danti”.Per il buco del San Raffaele,Daccò, con il rito abbreviato, neimesi scorsi, è stato condannato

a 10 anni di carcere. Sempre ieriil giudice del lavoro di Milano,Silvia Ravazzoni, ha respinto ilricorso presentato dai sindacatiUsi Sanità e Usb contro l’ospe -dale San Raffaele per condottaantisindacale.

INTANTO CONTINUA l’occu -pazione del rettorato dell’uni -versità Vita Salute del San Raf-faele iniziata lunedì da studentie specializzandi dopo che il mi-nistero dell’Istruzione non hamesso al bando alcun posto perla facoltà di medicina per il pros-simo anno accademico(2013-2014).Oltre all’occupazione c’è il bloc-co dell’attività didattica, per de-cisione dei professori che ap-poggiano la protesta studente-sca. Finora le scuole di specia-

O CC U PA Z I O N I

Gli studenti sono

sul piede di guerra

Lo scontro tra le

Sigille di Don Verzé

e l’ospedale blocca

le immatricolazioni

L’ospedale San Raffaele di Milano Ansa

SCUOLA VELENOSA GENITORI OCCUPANOGenitori costretti a occupare la scuola dei propri fi-gli contro il Comune di Brescia. Alla Grazia Deled-da i bimbi sono obbligati a giocare su una piastra inmetallo perché il giardino è contaminato da Pcb.Come raccontato sul Fatto il 18 febbraio, le famiglieda 10 anni chiedono la bonifica inutilmente.

VELLETRI CROLLA SOLAIO, UN MORTOStava ristrutturando il solaio di un appartamen-to al pian terreno del centro storico, quando ilsolaio gli è crollato addosso, morendo sotto lemacerie. La vittima è un operaio romeno di 46anni, che lavorava senza protezioni e probabil-mente in nero. X xxxx

ROMA VITTIMA STALKING SFIGURATARischia di rimanere sfigurato dall’acido muria-tico dopo un’aggressione alla fermata di un tre-no. È successo a Roma, dove un uomo di 32 an-ni, già vittima di stalking, è stato colpito al voltoe al torace da acido muriatico in strada. È cacciaall’aggressore, probabilmente una ex.

lizzazione in sciopero sono 21su 25.“La situazione è piuttosto gra-ve”, ha detto un rappresentantidegli studenti: non solo sonostate bloccate le iscrizioni al pri-mo anno di medicina per ilprossimo anno accademico ma iposti per le specializzazioni so-

no stati riassegnati e accorpatialle altre università di Milano.

IL DECRETO ministeriale del 24aprile non ha assegnato alcunposto all’università del San Raf-faele per lo scontro tra le Sigilledel fondatore don Luigi Verzé,Raffaella Voltolini e GiannaZoppei e i nuovi vertici dell’o-spedale, tenuti fuori dal cda del-l’ateneo. Un contrasto che haspinto la proprietà del San Raf-faele a non rinnovare la conven-zione tra università Vita e Salutee ospedale. L’ex ministro dell’I-struzione Profumo un paio disettimane fa aveva nominato unsuo rappresentante per cercaredi intavolare una mediazione.Ora non è più ministro. Entrofine settimana verrà in visita ilnuovo, Maria Chiara Carrozza.

di Giuseppe Lo BiancoPalermo

C’era un uomo in via D’A-melio il pomeriggio del

19 luglio 1992 che si aggiravaassieme ad alcuni esponentidelle forze dell’ordine e chequalche giorno dopo la strageprese servizio nella scorta delgiudice Giuseppe Ayala. Quel-l’uomo, che non era né un ca-rabiniere, né un militare, dimestiere faceva il commer-ciante di caramelle: si chiamaRoberto Campesi, e a ricono-scerlo in fotografia, ieri mat-tina in aula a Caltanissetta nelprocesso per la strage di viaD’Amelio, è stato l’appuntato

dei carabinieri in pensioneRosario Farinella, ex capo-scorta di Ayala, che ha smen-tito la versione del giudice suimovimenti attorno alla borsadel magistrato ucciso da cuisparì, probabilmente quel po-meriggio, l’agenda rossa. FuAyala a volerlo nella scorta, hadetto ieri Farinella, e quando ilsuo caposcorta gli fece presen-te che la presenza di un civilein una scorta armata di un ma-gistrato antimafia era quanto-meno inopportuna, Farinellafu sollevato dall’incarico e tra-sferito ad altro servizio. Cam-pesi rimase invece nella scortadel magistrato e cinque annipiù tardi venne arrestato con

l’accusa di millantato credito etruffa nei confronti dei figli diGianni Ienna, un imprendito-re arrestato per mafia nel ‘94ritenuto un prestanome deiboss Graviano. In quell’occa-sione Campesi si sarebbe fattoconsegnare 160 milioni con lapromessa di organizzare unacampagna di stampa in favoredi Ienna, con l’aiuto dei depu-tati Tiziana Maiolo e VittorioSgarbi che hanno negato diconoscerlo. Nell’udienza di ie-ri Farinella ha più volte smen-tito la versione fornita dal giu-dice Ayala e dal giornalista Fe-lice Cavallaro, sostenendo diavere preso lui la borsa di Bor-sellino e di averla consegnata,

su indicazione di Ayala, a unapersona “che Ayala conosce-va”. “È una persona che co-nosco io – mi disse Ayala – manon ricordo se disse che era unufficiale o un ispettore. Nonera però il capitano Arcangio-li”. L’ex caposcorta ha detto diessere stato in via D’Ameliocon Ayala “in auto” (e non apiedi, come aveva sostenuto ilgiudice), e di non ricordare lapresenza sul luogo dell’esplo-sione del giornalista Cavallaro(che però non conosceva, ndr).Si riprende il 6 maggio con ladeposizione del tenente Car-melo Canale e del magistratoamico di Borsellino Diego Ca-valiero.

La Procura di Roma ha chiesto il processo per l’excapo della Protezione civile Guido Bertolaso,

per l’imprenditore Diego Anemone, per l’ex presi-dente alle opere pubbliche Angelo Balducci e altri 15coinvolti nell’inchiesta sugli appalti del G8 e alcuni“Grandi eventi”.Non ci fu invece alcun abuso edilizio per le opere deiMondiali di nuoto, nel 2009. È quanto ha stabilito ilgiudice monocratico di Roma che al termine di unavicenda giudiziaria durata oltre due anni ha assolto,con la formula “perché il fatto non sussiste”, 19 per-sone accusate di una serie di violazioni edilizie e pae-saggistiche. Il giudice Marina Finiti ha assolto, tra glialtri, Angelo Balducci, ex presidente del consiglionazionale dei lavori pubblici, Claudio Rinaldi, l’excommissario della rassegna iridata, e l'architettoAngelo Zampolini, il cui nome compare anche nellavicenda giudiziaria relativa all’appartamento al Co-losseo dell’ex ministro Claudio Scajola.

B E RT O L A S O Chiesto ilprocesso su appalti G8

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12 MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 il Fatto Quotidiano

versare con gli ultimi il Medi-terraneo. Domenico è un uomocurioso e sprezzante del perico-lo come se non esistesse, pur es-sendo perfettamente consciodel rischio.Il suo corpo minuto e fragile,sempre coperto da stirate cami-cie messe nei pantaloni, rac-chiude il cuore che contraddi-stingue i grandi giornalisti. Isuoi occhi raccontano le storieche ha vissuto: occhi tristi in-castonati in un viso quasi ma-

ghrebino. Ci siamo conosciuti aTripoli, durante l’assedio delleforze non governative al com-pound di Gheddafi, Bab al-Azi-ziya. Fu un incontro fugace esfortunato. Lui e altri tre gior-nalisti avevano preso la via er-

rata durante l’entrata in città efurono sequestrati per circa 48ore dall’esercito del Colonnel-lo. Quando lo liberarono il suosguardo era perso, spaventato eallo stesso tempo eccitato dallalibertà. Aveva visto la morte av-vicinarsi e l’aveva schivata di unsoffio. Il suo driver era stato uc-ciso sotto i suoi occhi e quellidei suoi colleghi. Quasi consenso di colpa, è tornato in Ita-lia e ha raccolto fondi per la fa-miglia dell’autista giustiziato.

DA ALLORA ci siamo sentiti piùvolte e sfiorati in Tunisia, Egittoe Siria ma senza avere la pos-sibilità di lavorare insieme. Afebbraio La Stampa ha deciso dimandarci insieme in Mali percoprire la “guerra” dei francesiper liberare le ex terre colonialidai fondamentalisti islamici.Emozionato e allo stesso tempofiero di accompagnare Dome-nico, scopro con lui una guerrainvisibile. Frustrati passiamocirca due settimane in territoriomaliano, con la vana speranzadi potere vedere il conflitto. Gliscontri rimasero lontani, mascoprimmo che le nostre ideeerano sempre più vicine. Par-lammo di guerra, di vita e mor-te. E di tanta Siria. Giusto inquei giorni era scomparso un

ALTRI MONDI

Ancora nessuna notizia diDomenico Quirico, entrato inSiria il 6 aprile e che non danotizie di sé dal 9, mentre sitrovava tra Homs e Damasco

di Fabio Bucciarelli *

Consigliano a chi vuolevedere la storia da vi-cino, a chi vuole par-tecipare agli avveni-

menti in prima persona, di se-guire i fotografi. Loro hanno bi-sogno di sentire la storia e la ter-ra tremare sotto i loro piedi perscattare le immagini che diver-ranno testimonianza. Averel’incoscienza dei fotogiornalistinon è un lavoro per tutti. Du-rante la mia breve carriera, ilnumero dei w r i te rs che sono ve-nuti con me, che hanno decisodi lasciare il computer in alber-go e armati di penna mi hannoaccompagnato in prima linea, liconto sulle dita di una mano. Iltaccuino rosso di Domenico c’èsempre. È fra i primi ad arriva-re. I suoi racconti sono sinceri epungenti, e come lui, si intru-folano nelle storie più dimen-ticate, quelle fuori dai circuitimain stream. Si traveste da Tua-reg per affrontare il desertoafricano e da tunisino per attra-

QUIRICO NEL SILENZIO SIRIANONESSUNA NOTIZIA DEL GIORNALISTA DE “LA STAMPA”. IL SUO MODODI LAVORARE NELLE PAROLE DEL FOTOGRAFO CON CUI È ANDATO IN MALI

I pensieri solitaridel reporter sotto le bombe

MEMORIE DI REPORTER

buon amico, il brillante reporterJim Foley lungo la strada che daIdlib porta ad Aleppo. Diversicolleghi ci hanno lasciato e altrisono stati sequestrati mentrecercavano di diffondere per ilmondo le ingiustizie di questo

conflitto. Ora anche Domenicomanca all’appello; voglio pensa-re che presto, insieme a Jim, tor-ni per raccontarci come megliosa fare la storia degli uomini.

* fotografo, Robert CapaGold Medal 2013

SEGUI CHI SCATTA

È la regola dei reporter,

per essere vicini

alle storie. Le tante

esperienze al fronte

e la capacità

di raccontare l’umanità

di Maurizio Chierici

Ipensieri di un giornalista isolato nelniente si dividono tra la famiglia che

aspetta un segno e la rabbia del non poterraccontare la realtà nelle quali è immerso.Immagino che l’immobilità di DomenicoQuirico sia agitata dall’impossibilità dirompere il silenzio: appunti inerti nel tac-cuino. Chi racconta le guerre civili attra-versa un disordine senza confini, nessunacertezza se non l’azzardo di un’invisibilitàprima o poi smascherata. Dipende da chi.Se il lampo elettronico avvicina una lon-tananza anni fa incolmabile, il vecchiomodo del testimoniare sul campo, ascol-tare il dolore, attraversare macerie e de-solazione, è il documento da trasmettere allettore. Condividere l’infelicità senza ag-gettivi per far capire che morti, feriti, pro-fughi sono atrocità quotidiane, calde estrazianti: i numeri dei bollettini le con-gelano nell’indifferenza che allunga la no-

stra disattenzione. Camminare con la gen-te è il vecchio giornalismo che il gelo tec-nologico non può sostituire. Da semprel’impegno di Quirico. Faticoso, solitudine,pericoli ma è il solo modo per trasmetterealle nostre abitudini l’infelicità di popoliormai vicini.

CON QUALE SPERANZA sta aspettando diraccontare non lo sappiamo. È la speranzache ha aiutato l’attesa di tanti giornalisti.Una volta –1982, invasione del Libano gui-data dal generale Sharon – mi sono rifu-giato nel limbo di un posto sconosciuto as-sieme a due compagni di viaggio: Giancar-lo Lannuti (Unità) e Maurizio Mengoni(Gr1 Rai). Dalla frontiera siriana stavamoarrivando a Beirut che bruciava quando icaccia israeliani bombardano la strada.Voragini aprono le strade. Pattuglie di mi-lizie ostili fra loro: filo nasseriane, filo si-riane, cristiano maroniti, palestinesi. Lecandele illuminano un alberghetto circon-

dato da guardie armate senzabandiere. Chiediamo rifugio:perquisizioni, valigie aperte,attesa infinita. Alla fine apro-no una stanza. All’alba provia-mo a rimetterci in viaggio. Machiudono la porta: decidonoloro se e quando partiremo.Tre giorni così. Col pensierodell’allarme che agita chi nonci ha visti arrivare. Ambasciatain allarme. E le famiglie cheascoltano l’annuncio dellasparizione. Un giorno, due

giorni, tre giorni: nessuna notizia. Un gior-no, due giorni, tre giorni e noi lì in silenzio.Le parole ci spaventano. Ognuno coi pro-pri pensieri. Lo sappiamo solo dopo: dal-l’Italia arrivano altri giornalisti per capiredove siamo finiti, ma cercare nella Beirutsegmentata in chissà quante bande armateè impresa impossibile. Non riusciamo adormire. Qualcuno prendeva appunti,scrive massaggi: non si sa mai per chi. Ilquarto giorno succede qualcosa. Si sparaattorno all’hotel. Ore dopo quello che hal’aria del comandante allarga la mano ver-so la strada. Possiamo andare. Ma come?Di nuovo a piedi. Posti di blocco, docu-menti, perquisizioni. Infine l’albergo a duepassi dall’Hamra, allora via Veneto di Bei-rut: palazzi scrostati dai combattimenti. Lastoria di Quirico può finire così.Abbiamo rivissuto la stessa angoscia dallaparte di chi aspetta. San Salvador, hotel Ca-mino Real abitato da soli giornalisti. I mi-litari che hanno ucciso il vescovo Romeronon sopportano le cronache dei loro mas-sacri. Soprattutto le immagini di una fe-rocia che fa il giro del mondo. E una seral’allarme: John Hoagland, fotografo di Ne -wsweek non è tornato. Le autorità erano ar-rabbiate per la sua copertina: corpi disfattidalla tortura. Gigante biondo, testimonia-va la violenza dei violenti. Per due giornicattivi pensieri e la speranza di rivederlocon racconti uguali ai nostri. Con tantescuse lo hanno riportato i militari: per er-rore gli avevano sparato. Indossava lat-shirt bianca con le parole: “Non sparare,giornalista”. Non se ne sono accorti.

UOMINI E NUMERI

Condividere l’i n fe l i c i t à

senza aggettivi

per far capire che morti,

feriti, profughi sono

atrocità quotidiane,

calde e strazianti

di Paolo HutterTunisi

L’ex primo ministro della transizione nel 2011 , il“vecchio leone” Caid Beji Essebsi, ha ufficializ-

zato la candidatura alle presidenziali, aprendo la con-creta possibilità che l'egemonia degli islamisti di En-nahda nella politica tunisina sia al tramonto, o alme-no destinata ad accontentarsi di una fetta di potere.Pochi mesi dopo la vittoria elettorale di Ennahda del-l'ottobre 2011 Essebsi era tornato impetuosamenteall'iniziativa con un “Appello alla Tunisia” che si ètrasformato nella creazione di un partito politico, Ni-daa Tounes, e di una prima coalizione, l'Unione per laTunisia. Il vecchio (classe 1926) Caid Essebsi è giàriuscito a mettere insieme il consenso necessario persfidare Ennahda. In alcuni sondaggi il suo partito tal-lona Ennahda, mentre sul piano delle preferenze per-sonali per un eventuale presidente, col suo 30% Es-sebsi supera chiunque altro e sarebbe agevolmente ingrado di vincere al secondo turno, quando l'elezionesi trasformerà in un referendum pro o contro gli isla-misti politici.La Costituzione non è pronta, si tratta intensamentesu vari nodi. Erano anche in campo ipotesi di leggeper stoppare o svuotare la forza dell'anziano leader:una legge per impedire a chi ha più di 75 anni di esserepresidente della Repubblica, un braccio di ferro perevitare che il presidente della Repubblica abbia unruolo anche di governo. Con il suo annuncio Essebsiha spiazzato gli avversari, che avranno difficoltà a fareleggi che parranno ad personam contro di lui. Non sisa ancora quando saranno le presidenziali ma Essebsiparte in vantaggio. Dice che Ennahda ha spaccato lasocietà sull'islamismo, mentre occorre rimetterla inmoto per il progresso sociale e civile. E sui suoi 86 annidice che dev'essere il popolo a decidere. Mentre i gior-nalisti qui citano l'età di Napolitano.

L’87ENNE “N ap o l i t a n odi Tunisia”

Pianeta terra

USA ”ASSAD HA USATO ARMI CHIMICHE: STIA IN GUARDIA”Cambio di strategia Usa per la Siria: il presidente Obama ha denun-ciato l’uso di armi chimiche contro i ribelli, confermando voci che cir-colano da tempo. La denuncia rappresenta il superamento della “li -nea rossa” e avvicina l’impegno diretto Usa nel conflitto. La Pre ss e

UCRAINA LA UE CON LA TYMOSHENKOLa carcerazione preventiva di Yulia Tymoshenkodall’agosto del 2011, prima della sua condanna a 7anni di carcere per abuso di potere, è giudicata “il -legittima e arbitraria” dalla Corte europea dei di-ritti dell’uomo. Ma il ricorso presentato dall’ex pre-mier ucraina è definito “i n a m m i ss i b i l e ”. La Pre ss e

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13il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2 01 3ALTRI MONDI

Gli islamici feliciper L’Aquila“DIO È GRANDE. E tante chiese sono stated i s t r u t te … Sì, tutte le chiese sono crollate”. Èl’aprile del 2009, all’indomani del terremotoche distrugge L’Aquila, questa è una delle fra-si intercettate dal Ros dei Carabinieri nell’in -chiesta condotta dalla procura di Bari: 6 per-sone – di nazionalità tunisina e marocchina -sono state arrestate e accusate di apparte-nere a una cellula del terrorismo internazio-nale di matrice fondamentalista islamica. Ilpresunto capo della cellula - i cui membri siaddestravano anche sull'Etna per simularesituazioni di guerriglia – è Hosni HachemiBen Hassen, 45 anni, tunisino, già imam dellamoschea di Andria e gestore di un call center.Da l l ’inchiesta emergono i suoi collegamenticon personaggi di rilievo del terrorismo in-ternazionale come Essid Sami Ben Khemais,Ben Yahia Mouldi Ber Rachid e Ben Alì Moha-med, già condannati in via definitiva. La cel-lula non aveva stabilito obiettivi precisi, spie-gano gli investigatori, ma era pronta a colpire– in Italia e altrove – non appena avesse ri-cevuto un ordine. “Il culto della morte - scriveil gip del Tribunale di Bari, Maria Scamarcio -è l'elemento determinante che motiva il ter-rorismo jihadista”. Il collaboratore JelassiRihad, sentito nel novembre 2009, spiegacon quali concetti vengono indottrinati i fu-turi terroristi: “L'unica cosa certa nella vita èla morte! Allora perché devo lavorare, perchédevo sposare, perché devo far figli? Il giornodella nascita di una persona è una condannaa morte! Con questi pensieri, con questa fi-losofia, ti fanno diventare la vita un inferno!Non c'è via di uscita che la morte! Arrivi alpunto che la vita ti fa schifo!”.

Antonio Massari

USA OBAMA: CHIUDEREMO GUANTANAMO“Inutile, costosa e dannosa per l'immagine degliStati Uniti”. Obama torna su destino del carcere diGuantanamo, dove sono recluse 166 persone ac-cusate di far parte di al Qaeda o altri gruppi ter-roristici, e che sono in sciopero della fame. Il pre-sidente ne promise la chiusura già nel 2008. Ansa

OLANDA GUGLIELMO È IL NUOVO RE“Vi presento il nuovo re. Guglielmo-Alessandro”.Beatrice accompagna il sovrano sul balcone delpalazzo reale dopo aver abdicato, mentre una follaarancione applaude e grida: “Lunga vita a Gugliel-mo e Maxima”. La monarchia volta pagina e perprima apre il capitolo della gioventù. La Pre ss e

di Francesca BorriAleppo

Ha il suono di un aereo che arriva, etutti, è un istante, si guardano, le pa-role che si spengono in bocca: ma èsolo un cancello che scorre e si chiu-

de. Un'accetta che spacca la legna è una raffica dika l a s h n i kov , il passo di un tacco femminile il colposecco di un cecchino. Sembriamo normali, adAleppo. E invece la paura è un cancro che ci staconsumando dentro.A 8 mesi dall'inizio della battaglia, una sola cosanon è cambiata, qui: i caccia di Assad sono cosìimprecisi che non bombardano mai le linee delfronte - rischierebbero di centrare non i ribelli,ma i lealisti. E se prima l'obiettivo più gettonatoera l'ospedale al-Shifa, ora che dei suoi muri nonresta che polvere, dei suoi medici un fiore e unafoto in cornice, il luogo più pericoloso sono le fileper il pane e gli aiuti umanitari. Non sono chedonne e bambini, stamattina. In duecento, si con-tendono una manciata di scatole con un po’ diolio, riso ceci. Zucchero. Addosso una maglia

sdrucita e poco altro, le ossa che scolpiscono sche-letriche la pelle. Le madri ti vedono, straniera, etentano di lasciarti il figlio in braccio, ti dicono:“Bring him with you, save him”, Salvalo. Portalo via.

TI CONSEGNANO IL FIGLIO TRA LE BRACCIAE TI IMPLORANO: “PORTALO VIA DI QUI”È alla fame, Aleppo, travolta da un'epidemia di ti-fo, per strada si vende di tutto, sembra ognunoabbia rovesciato a terra il salotto di casa, teiere, tv,telefoni, tovaglie, interruttori della luce, qualsiasicosa - più esattamente: pezzi di qualsiasi cosa: per-ché Aleppo non è che macerie: uno ti vende il pas-seggino, un altro le ruote. Ibtisam Ramdan ha 25anni, abita con i suoi tre figli e la tubercolosi in untrancio di fognatura sotto l'argine del fiume, laporta che è una grata di pollaio, il focolare un bi-doncino di vernice, e questi tre bambini, nel buioumido di un angolo rancido, che piangono e tos-siscono, tossiscono così forte e piangono così di-sperati che rantolano - un residuo di riso su unritaglio di cartone: non hanno neppure piatti: ecomunque qui intorno, al momento, non c'è nien-te di commestibile. E come loro decine d'altri: tut-to l'argine del fiume è faglie e tuguri, pezzi di cose,lamiere pietre, assi di legno, teli di plastica - ti ciritrovi dentro, tra donne, bambini, anziani mu-tilati e muti, passi a un centimetro e neppure tiguardano, anneriti dal carbone delle stufe, i piedi

nel fango. Non hanno che l'acqua piovana, la pelletempestata di infezioni, persino i gatti, qui, sonomalati, mentre un aereo, improvviso, ti ringhia intesta, provi a scostare un'anta, e trovi un uomo chesta morendo di leucemia, provi a scostarne un'al-tra, e trovi un uomo che sta scuoiando un topo -provi a fare una domanda, e il tuo interprete checrolla in pianto e ti dice scusa, ma non ho più pa-role, non ho più parole per tutto questo.È così alla fame, Aleppo, così sfinita che i missili diAssad colpiscono, e si rimane ad abitare tra le ma-cerie. Come a Ard al-Hamra, 117 morti - di cui 17ancora qui, sparsi sotto di te. I vivi ti sbucano dascale, soffitti collassati, uno a uno, da pavimentisgretolati, mozziconi di pilastri, un tappeto chepende da un lampadario: non hanno che quelloche hanno addosso, nel telefono di Fouad Zytoon,36 anni, la foto di una testa scagliata su una men-sola, è sua figlia. Insistono per raccontarti tutto neidettagli, vuoi i nomi delle vittime?, ti chiedono, hol'elenco completo, e tu ti vergogni a dirlo, ma no,non hai bisogno dei nomi, è sufficiente il numero,e poi è tardi, e Aleppo è mille storie e questo è soloun rigo del tuo articolo, è tardi, davvero, e poi sei

stanco, e impolverato, e sei ter-rorizzato da questo aereo sullatua testa, che continua a girare, egirare e girare, il pilota che stascegliendo chi bombardare, cheforse sta scegliendo te e no, haibisogno solo del numero, grazieè sufficiente, 117, di cui 17 mairecuperati - e il ragazzo, a bru-ciapelo, che ti guarda, ti dice: haivisto? non resta più niente, dellenostre vite, neppure un nome.Sembra normale, Aleppo. Tra lemacerie è cresciuta l'erba, tantola guerra è diventata carne di questa città, i tassistiti vedono con la Nikon al collo, e ti fermano, comefossi un turista, ti chiedono: ti accompagno alfronte? - poi incroci una bambina, e ti fa il salutomilitare: poi incroci uno spazzino, per strada, unelettricista che ripara un'antenna, e come un ru-more di frustata, all'improvviso, il corpo che cade:abbattuti: un cecchino. Poi all'ingresso dell'ospe-dale, mentre l'aereo scompare, riappare plana, tor-na in quota, all'ingresso dell'ospedale sono stesi icadaveri senza carta di identità, la gente passa, sol-leva appena il lenzuolo, si accerta non sia un fra-tello, un cugino. Poi entri in un campo giochi,mentre forse sta scegliendo te, e tra le altalene c'èun sacco a pelo, mentre forse tocca a te, e dentro il

sacco a pelo un ragazzo violaceo, un foro alla tem-pia. Poi entri in una scuola, un'aula, e ai mortai, ibambini che neppure si girano: solo a una gran-dinata di proiettili cominciano a discutere: è unad o s h ka (mitragliatrice pesante, ndr), dice Ahmed, 6anni, no è un kalashnikov a canna corta, dice Omar,6 anni - mentre forse tocca a te, adesso, e non tirimane che stringerti a te stesso, insieme a tuttoquello che non hai detto nella tua vita, le volte cheadesso è tardi per tutto, e la vita è di una bellezzaferoce, adesso che forse tocca a te.Fino a quando arriva la notizia: bombardato SheikSaid. Ed è ruvido ammetterlo, ma è un sollievoinfinito: Sheik Said: non tu - un sollievo infinito:sapere che qualcuno è morto. E - è come se questaguerra ti avesse lasciato nudo allo specchio: nudoin quello che davvero sei. Perché conti solo tu, nel-la tua vita, sanguina ammetterlo, ma questa guerranon ti ha derubato di niente: la tua umanità, la tuadiversità non è mai esistita. Conti solo tu - e unavita così, che vita è?Perché poi, esausto, ti snodi tra gli ennesimi sacchidi sabbia per schivare l'ennesimo cecchino. Ma traquanto arriviamo?, chiedi, i nervi in frantumi, èancora lontano? - ed è solo allora che capisci laguerra di Siria: quando in mezzo al nulla, Alaa tidice: siamo già arrivati.Perché dell'antico souk di Aleppo, i 4mila metriquadrati più incantevoli del Medio Oriente, unavertigine di voci, e storie e colori, uno straripare divita, non è rimasto che questo: macerie. I piedi checammini e affondano fino alle caviglie, spunzonicontorti di ferri arrugginiti, vetri lamiere, le ser-rande sventrate e traforate dai proiettili. Polvere epietre. Nient'altro. Ma davvero nient'altro. Ti gui-dano vicolo per vicolo, i ribelli: questo è il mercatodel cotone, ti spiegano, questo il mercato degliorefici, a destra le spezie, lì in fondo l'argento. Einvece non sono che macerie. Qui le spose com-prano l'abito, e ti indicano un mozzicone di qual-cosa, qui l'anello - indicativo presente: e tu nonvedi che niente.

QUASI NULLA È RIMASTO DEL SUK: IL LUOGOPIÙ INCANTEVOLE DEL MEDIO ORIENTERibelli e lealisti sono così vicini che si insultanomentre si sparano - è una guerra del secolo scorso,la guerra di Aleppo, è una guerra di trincea com-battuta a colpi di fucili, al fronte la prima volta nonci credi: con queste baionette che hai visto solo nei

libri di storia, e pensavi non siusassero più dai tempi di Napo-leone, oggi che la guerra si fa con idroni: e invece qui ci si scontra esquarcia metro a metro, con quel-la lama legata alla canna, e cariatadi sangue, e perché è davvero stra-da a strada, corpo a corpo, i ran-dagi, fuori, che si contendono unosso di tibia. Anche se non sonoche pretoriani di un impero dimorte, ormai, mentre dalla vec-chia moschea, patrimonio Une-sco dell'umanità, ti salutano con ilsegno della vittoria come fosserodavanti al Colosseo per una foto

ricordo: e invece non sono che davanti a minaretischiantati a terra, muri sfigurati dall'artiglieria ro-vi di macerie mentre ti fermano, qui è vietato en-trare, ti dicono: è l'area riservata alle donne, e in-vece non sono che resti di cose che neppure capiscicosa sono - mentre montano la guardia a un'al-lucinazione: ma tutto, qui, tra i fantasmi delle spo-se, è più sacro della vita.Sembrano strade, sono La strada di Cormac Mc-Carthy. Neppure il m u e zz i n , ormai, chiama più allapreghiera: cerca donatori di sangue per i feriti del-l'ultimo missile, piovuto mezz'ora fa. E solo un ka-lashnikov, all'improvviso, ti risveglia - fuori si ri-comincia a sparare. È l'unico segno di vita - fuori,qualcuno muore. Qualcuno non è ancora morto.

IL CECCHINO SPARA

Incroci una bambina

che fa il saluto militare,

poi un elettricista che

ripara un'antenna. Un

rumore come di frustata

e cadono abbattuti

Il suono della mortetra le macerie di AleppoLA POPOLAZIONE SFINITA DI FAME E PAURA SI RINTANA NEI CUMULIDI ROVINE. E LA GUERRA È DIVENTATA CARNE DELLA CITTÀ

R E P O RTAG ED’AU T O R E

Le foto di questa pagina sono diStanley Greene, uno dei maggio-ri reporter americani (per corte-sia di Francesca Borri). Nel suk

distrutto; a destra, l’interno del-la grande moschea; a sinistra,

l’esterno e un cecchino dei ribelli

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14 MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 il Fatto Quotidiano

SECONDO TEMPO

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

di Dwight Garner

Incontro John Le Carré in un pub di St. Buryan, inCornovaglia, nelle prime ore del mattino quandointorno a noi dozzine di persone stanno partendoper la caccia alla volpe. L’ottantunenne scrittore –alto, distinto, austero, i capelli bianchi accurata-mente tagliati – non è un cacciatore, ma quandoalcuni amici gli chiesero di firmare una petizioneper vietare la caccia alla volpe, si rifiutò e difese,pur con poca convinzione, quell’antica tradizio-ne. Mentre i cacciatori si allontanano a cavallo, LeCarré sorseggia le ultime gocce del suo punch ecommenta: “per lo meno non stanno cacciando lapovera volpe con i droni”.Non è difficile capire le ragioni del buon umoreche Le Carré non riesce a dissimulare. Ha supe-rato gli 80 e la sua popolarità non accenna a di-minuire. A Hollywood, Philip Seymour Hoffmane Rachel McAdams hanno appena terminato leriprese di Yssa il buono, mentre Ewan McGregorsarà il principale interprete de Il nostro traditore ti-po. In Gran Bretagna è appena uscito il suo ultimoromanzo, A delicate truth, che parla di una ope-razione di antiterrorismo condotta a Gibilterra efinita malissimo. Le Carré si conferma non soloun maestro del genere, ma anche un grande scrit-tore capace di abbozzare in due righe un perso-naggio e di fornire una chiave di lettura della sto-ria.

PER MOLTI VERSI il gergo in uso nel mondo dellespie è stato inventato da Le Carré. Persino il co-pyright della parola “talpa”, nel senso di agenteinfiltrato, gli è stato attribuito dall’Oxford EnglishDictionary. Ma la più grande invenzione di LeCarré è lo stesso Le Carré. Nato nel 1931 a Poole,nel Dorset, era figlio di un truffatore. Suo padre,Ronnie Cornwell, era amico dei famigerati e fo-togenici banditi londinesi, i gemelli Kray. Scontòuna condanna in carcere per una frode nei con-fronti di una compagnia di assicurazione e, perdirla con le parole di Le Carré, “non faceva cheprogettare ed escogitare sistemi illegali per gua-dagnarsi di vivere”.“All’apice della sua carriera di malfattore posse-deva un ippodromo a Maisons-Lafitte, fuori Pa-rigi, e lo si poteva incontrare a Monte Carlo al-l’Hotel de Paris in compagnia del sindaco di Lon-dra”, ricorda. “Ebbe una vita molto avventurosa.Certo quando le cose andavano male la polizia ve-niva a cercarlo a casa e noi nascondevamo le autodietro la casa e spegnevamo tutte le luci”.La vita del giovane Le Carré era piena di impre-visti: “mio fratello e io dovevamo spesso cambiarecasa in tutta fretta. Capitava sovente di rimaneresenza denaro. Le poche volte che nostro padre eraa casa pretendeva di essere il centro dell’attenzio -ne. Chiunque si azzardasse a leggere un libro ve-niva immediatamente rimproverato”.Quando aveva cinque anni sua madre se ne andò e

John fu spedito in collegio doverimase fino a 16 anni. Di sua ma-dre ha pochissimi ricordi: “sequalche volta, come capita a tut-ti, sono stato crudele o cattivoforse la causa va cercata nel fattoche da piccolo mi è mancato l’a-more di una madre”.Prima di entrare a Oxford, nel1952, aveva studiato lingue eaveva lavorato in Austria perl’intelligence militare come in-terprete dal tedesco durante gliinterrogatori di disertori chepassavano dal blocco comunistain Occidente. A Oxford si laureòin lingue con il massimo dei votie cominciò a lavorare per l’MI5.Poco dopo iniziò a scrivere il suoprimo romanzo: Chiamata per ilmor to. Adorava il Security Servi-ce MI5: “Era come lavorare perun grande giornale. gente diver-tentissima. Erano tutti moltoanticonformisti, aperti, intelli-genti e con strani interessi”.Nel 1960 fu trasferito all’MI6 einviato a Bonn e Amburgo dovesi occupò di intercettazioni, in-terrogatori e formazione diagenti sul campo. I servizi nongli consentirono di pubblicare ilsuo primo romanzo con il suo

vero nome, David Cornwell, così chiese all’editoredi consigliargli uno pseudonimo. “Mi consigliòdue monosillabi dal suono anglosassone, del tipoChunk Smith o Hank Brown”, dice Le Carré. “Ioscelsi Le Carré. Dio solo sa perché o come mi eravenuto in mente”.Quando l’insperato, ma clamoroso successo delsuo terzo libro, La spia che venne dal freddo, lo co-strinse a dare le dimissioni dai servizi, dovette pa-gare lo scotto della notorietà. “Il mio primo ma-trimonio fu un disastro… per colpa mia”. La suaprima moglie, Ann, gli ha dato tre figli. “Era dif-ficile vivere con me”. La fama gli rese anche dif-ficile farsi degli amici nel suo nuovo campo, quellodella letteratura. “Ero una anomalia. La maggiorparte degli scrittori debbono lavorare duro per ar-rivare al successo. Per me era stato facilissimo.Non potevo mescolarmi agli altri scrittori e com-

portarmi come se niente fosse perché la maggiorparte di loro sudavano sette camicie per guada-gnare un paio di migliaia di sterline l’anno”.Dalla seconda moglie, Valerie Jane Eustace, editordella Hodder & Straughton, ha avuto un figlio, Ni-cholas, romanziere con il nome d’arte di NickHarkaway.

HA ESITATO prima di autorizzare una secondaversione cinematografica de La talpa, dopo quellacon Alec Guinness. “Non ero certo che se ne sen-tisse il bisogno e poi mi sembrava di tradire Alecconsentendo ad un altro attore di interpretareSmiley”. A Le Carré piace farsi vedere sul set e os-servare gli attori che danno vita ai suoi personaggi.Nel 1990 ricorda di non aver voluto che JeremyIrons interpretasse il ruolo principale in Casa Rus-sia. Il ruolo andò poi a Sean Connery. “Si trattò di

una faccenda personale. Un giorno in un parco diLondra i suoi enormi cani avevano aggredito imiei che erano molto più piccoli. Jeremy Ironsnon si fermò nemmeno per scusarsi. Non gliel’hoperdonato”.

ANCOR PRIMAdella caduta del muro di Berlino, ilsuo interesse per la guerra fredda era già scematotanto che nel 1983 aveva già scritto La tamburinaambientato in Medio Oriente. “Dopo La talpa midissi che dovevo mettermi alla prova con qualcosadi diverso. Niente di eroico, intendiamoci. Solo uncambio di prospettiva. Oggi il mondo dello spio-naggio è diverso, multietnico: facce bianche, nere,gialle e totale interclassismo”. D’altro canto LeCarré trova assurda e ridicola l’ossessione dei suoiconcittadini per le classi sociali.Quanto agli avvenimenti degli ultimi anni nonriesce a nascondere la sua contrarietà per la po-litica di Stati Uniti e Gran Bretagna dopo gli at-tentati dell’11/9. “Sono stato critico in tempi nonsospetti”, ricorda. Quando nel gennaio 2003quasi tutti i giornalisti e gli scrittori del mondoapprovavano la decisione di rovesciare SaddamHussein, scrisse sul Times un pezzo dal titolo“Gli Stati Uniti sono impazziti”. “Bush e la suacricca sono riusciti a deviare su Saddam la rabbiadella gente nei confronti di Osama bin Laden. Èstato un autentico imbroglio. Per questo sonosceso in piazza insieme alla mia famiglia”. È an-cora talmente arrabbiato che in bagno, dinanzi alwater, ha appeso una foto di Bush per poterlaguardare ogni volta che urina.

© The New York Times – Distribuito da The NewYork Times Syndicate

Traduzione di Carlo Antonio Biscotto

EMELI SANDÈ BATTE I BEATLES63 SETTIMANE PRIMA IN HIT PARADEEmeli Sandè con l’album “Our version ofevents”ha venduto 2 milioni di copie in GranBretagna e trascorso 63 settimane nella hitparade, superando il debutto dei Beatles

ZANETTI OPERATO AL TENDINEMORATTI: SICURO DI RIVEDERLOJavier Zanetti è stato operato e l'intervento, èperfettamente riuscito. Il presidente dell’InterMoratti si dice certo che si riprenderà: “Èimpossibile per i tifosi non rivederlo in campo”

IL MINISTRO BRAY VIA TWITTER:SALVIAMO IL MAGGIO FIORENTINOSalviamo il Maggio Fiorentino! È la promessafatta via twitter del neoministro della CulturaBray. Domani il ministro sarà a Firenze perla prima del Don Carlo, opera di apertura

UNDICI

SETTEMBRE

Deviare su Saddam la

rabbia contro Bin Laden

è stato un imbroglio

Davanti al water ho

appeso una foto di Bush

per poterla guardare ogni

volta che urino

L’inventore della “Ta l p a ”

Le Carré: “Oggi anche le spiesi sono globalizzate”

L’i n te r v i s ta

Gary Oldman nel film Tinker, Tailor, Soldier, Spy (La Talpa), tratto dall’omonimo romanzo. Sotto, lo scrittore John Le Carré La Pre ss e

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15il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2 01 3

© Muf fa di Ali Aydin, con ErcanKe s a l

T U RC H I A , giorni nostri. Rimastovedovo, il guardiano delle ferro-vie Basri (Ercan Kesal) soprav-vive per un’unica ragione: sapereche ne è del figlio Seyfi, arrestatoper motivi politici e desaparecido18 anni prima, quando tra il 1990e il ’96 le unità anti-terrorismodell’esercito facevano scompari-re curdi e attivisti di sinistra. Ognimese Basri scrive due lettere aministro degli Interni e Questura:non riceve risposta, fuorché in-terrogatori, isolamento e torture.A testa bassa, Basri va avanti,sventa uno stupro, cade preda diattacchi epilettici, ma non mollala presa: che fine ha fatto Seyfi?Leone del Futuro a Venezia 2012,è Muffa dell’esordiente Ali Aydin,che parte da un fatto di cronaca:nel ’95 davanti al liceo Galata-saray di Istanbul, le ribattezzate“madri del sabato” avevano ini-ziato una protesta permanenteper i propri cari scomparsi. MaAydin va oltre: dalla denuncia ci-vile all’arte, dalla piaga sociale aldolore privato, è un tosto, sordoesame di coscienza di stampodostoevskiano, con pochi movi-menti di macchina e tanti motid’animo. Idiota tra gli umiliati e gli

offesi, Basri porta sulle spalle unnuovo neorealismo: povero fuorie ricco dentro, tutto da vedere.

Federico Pontiggia

© Il cecchino di MichelePlacido, con Daniel Auteuil

IL CAPITANO Mattei (DanielAuteuil) sta per prendere una te-mibile banda, quando un cecchi-no (Mathieu Kassovitz) sparadai tetti parigini: poliziotti a terra,rapinatori in fuga. Ma uno (LucaArgentero) è ferito, e deve farsicurare da un medico criminale(Olivier Gourmet). Mentre ilbottino chiama altro sangue, il

cecchino viene catturato: a piedelibero rimangono intrighi e in-confessabili legami con la guerrain Afghanistan. Prima provafrancese di Michele Placido, è Ilcecchino, un polar memore diJean-Pierre Melville, sodale diOlivier Marchal (36 Quai desOrfevres) e fratello di Romanzocriminale: azioni ben girate, matroppe sottotrame nel copione,per un pareggio senza infamie,nel nome del genere. Placido èun buon professionista, e questanon è l’Italia: 14 milioni di budgetnelle mani di due giovani sce-neggiatori esordienti...

Federico Pontiggia

RECENSIONI Muffa, omaggio n e o re a l i s t aai d e s a p a re c i d o s di Istanbul

di Elisa Battistini

C’era una volta LuisBuñuel con le li-bere associazionisurrealiste e i ma-

scheramenti onirici che da Uncane andaluso e L'age d'or condu -cono, con lunghe traversie, alfinale di Quell'oscuro oggetto deldesiderio. Portando al cinema lascena dell'inconscio, che la bor-ghese ipocrisia degli anni Venticerca ancora di nascondere sot-to il tappeto per non fare i conticol suo portato distruttivo ederotico. E c’era una volta Hit-chcock, che surrealista fu nella

collaborazione con SalvadorDalì, chiamato a disegnare lescenografie del sogno di Io ti sal-ve r ò , il primo grande classicopsicanalitico della storia del ci-nema (1945). Ingrid Bergman,psichiatra, si innamora di Gre-gory Peck afflitto da un gravis-simo senso di colpa a causa diun episodio rimosso. Da allorafino ad oggi, il cinema ha sguaz-zato con vivo piacere nel latooscuro della psiche, pochi si so-no avventurati nel mondo jun-ghiano, ma alla fine uno di loroha messo sullo schermo il dis-sidio tra allievo e maestro in ADangerous Method (2011). È sta-

to David Cronenberg, che conSpider già aveva regalato un ri-tratto di schizofrenico enco-miabile quanto la percezionedepressa che Antonioni era riu-scito a realizzare in Deserto ros-so.

LA PASSIONE del cinema per ledistorsioni della soggettività eper la relazione medico-pazien-te (manipolatoria o meno e inentrambe le direzioni) si è de-clinata in una quantità enormedi soggetti e scelte, conferman-dosi una delle ossessioni prefe-rite di sceneggiatori e registi diogni epoca. Quando il protago-

nista è apertamente “disturba -to” la fantasia del regista puòprendere il volo: dagli horrorpolanskiani Re p u l s i o n e L'inqui -lino del terzo piano, a Pe rs o n a diBergman fino ai labirinti psi-chici di Lynch in Strade perdute eMulholland Drive, la psicosi è siasoggetto che stile, ovvero con-sente narrazioni innovative,montaggio sperimentale, sce-nografie inusuali, per rendereconto dei percorsi non linearidei protagonisti. Il lettino, cioèla relazione tra dottore e pazien-te, si è prestato alle commedie incui anche i gangster non si sen-tono bene (Terapia e pallottole),alla storia d'amore (vera o falsache sia) per via del transfert(Analisi finale), al dramma fami-gliare (Gente comune) o a allestorie in cui lo stesso psicana-lista si rende conto di non essereal di là del bene e del male (Lastanza del figlio), tratto domi-nante anche nel piccolo scher-mo dove In Treatment (serieamericana con Gabriel Byrne,ora italiana con Sergio Castel-litto) ha ottenuto uno straordi-nario successo raccontando le

vicende di uno strizzacervelli.

È PER QUESTO che lo sgambet-to dell'ultimo film di Steven So-derbergh, Effetti collaterali (oggiin uscita), è abile e intelligente.Il 50enne americano si prendeun po' gioco dello spettatore delfilone psicanalitico e un po' delfilone stesso. L'aspettativa lega-ta al rapporto psichiatra (JudeLaw) e malata (Rooney Mara),nonché l'apprensione per la de-pressione suicida di quest'ulti-ma vengono ricoperti da unatrama thriller che confina colpoliziesco “politico”. Perché alcentro dell'intreccio ci sono le

giudizi legati al sapere che cir-conda la psicanalisi e alla frui-zione dei film su di essa, si puòdire che Effetti collaterali intro -duca la sfera del denaro per sol-levare alcuni dubbi. La mossa èunire l'ignoranza diffusa checirconda il mondo dei farmaci adati molto concreti: la pillola vagiù ma non sappiamo veramen-te cosa produca se non soldi perchi la vende.

SIAMO DROGATI di oggetti dicui non abbiamo controllo e ne-gli Stati Uniti – dove un bam-bino su dieci prende psicofar-maci e gli stimolanti per infantifruttano circa 2 miliardi di dol-lari l'anno – la medicalizzazionedella società coinvolge interessigiganteschi ben al di là della sfe-ra individuale. Siamo abituati avivere in mezzo ad ansiolitici eserotonina senza padroneggia-re la materia, ma lo stesso valeper economia e finanza. La no-stra quotidianità insondabile,fatta di cure mediche esatta-mente come di soldi, è la drogapiù potente, quella che ricono-sciamo meno perché ci siamoimmersi. Quindi quella cheproduce gli effetti più duraturi, idanni permanenti, quella chesintetizza meglio le illusionidella contemporaneità. Impre-gnati di vulgata psicanalitica, glispettatori stessi dimenticano,come Jude Law, la prima mossada cui tutto, inconscio incluso,nasce: la finzione e la maschera.Effetti collaterali si inserisce nellanarrazione della psicanalisi alcinema beffandoci delle cre-denze in materia. Come se unsecolo abbondante di raffigura-zione dell'inconscio ci abbia fat-to dimenticare i soggetti coi lo-ro chiarissimi interessi. A un se-colo di distanza, il vero proble-ma è forse riconoscere la realtàsepolta dai fantasmi di Freud?

SECONDO TEMPO

Arriva lo psicothrillerEFFETTI COLLATERALI DI SODERBERGH CON JUDE LAW E CATHERINE ZETA-JONES

INCONSCI PERICOLOSIChanning Tatum in ‘Effetti col-l at e ra l i ’, da oggi nelle sale,diretto dal regista premio Oscar,Steven Soderbergh.Sotto, una scena da ‘M u f fa ’, delturco Ali Aydin

MIX DI GENERI

Il regista carica

di ironica suspense

il legame tra terapeuta

e paziente. Sullo sfondo,

gli interessi dell’industria

fa r m a ce u t i c a

di Paolo Ziliani

Per la serie: “Facciamoci ricono-scere”, ecco il primo italiano (al-

l’estero) espulso per litigio con uncompagno al momento di tirare un ri-gore. Non è successo in Fantozzi allar i s co ss a , ma in Pecsi-Honved Budape-st 0-3, campionato ungherese: protagonista Davide Lanza-fame, 26enne attaccante nato a Torino, che tre anni fa giocavanella Juve di Delneri, una carriera divisa fra Serie A (Juve,Palermo, Parma, Brescia, Catania) e Serie B, prima del pas-saggio, a gennaio, al glorioso club d’Ungheria (la squadra chefu di Puskas). Minuto 51 del match. L’Honved è già avanti diun gol, segnato proprio da Lanzafame, e beneficia di un ri-gore a favore. Sulla palla va Leandro Martinez, italo-argen-tino che batte sul tempo Lanzafame. Discussione. Lanzafamevuole assolutamente calciare il rigore del 2-0, ma Leandronon ci sente (e l’arbitro lo ammonisce ). Lanzafame però nonsi dà pace, sbraita, strattona il compagno. Dopo un minuto dibaruffa, l’arbitro si stufa e lo espelle. Lui se ne va vaffancu-leggiando Martinez, che però può posare la palla sul dischet-to: rincorsa e gol. Due minuti dopo, ancora Martinez – chesenza Lanzafame si sente un altro – firma il gol del 3-0. Neglispogliatoi, brindisi. Soltanto uno non beve: Lanzafame.

ITALIAN JOB Lanzafame:“Il rigore è mio”. Espulso

© Hansel e Gretel – C a cc i a to r idi streghe di Tommy Wirkola,con Jeremy Renner, GemmaAr ter ton

ABBANDONATI da piccoli nelbosco, i fratelli Hansel e Greteltrovano la casa di marzapane,attrezzata a dolci e strega cat-tiva come la fiaba insegna. Mai Grimm bros. non abitavano aHollywood ed erano dunquepoco interessati ai sequel.Perché questo identifica ilblockbuster in audace 3D, ilcui racconto mostra i nostrieroi ormai adulti e trasformatiin abili “cacciatori di streghe”,talento sviluppato in seguitoall’aver “a r ro s t i to” in forno lafamosa megera che a sua voltavoleva mangiarseli da fanciul-li. Assoldati dal sindaco di unvillaggio, devono trovare e di-struggere i responsabili del ra-pimento di 11 bimbi. Natural-mente la missione ha succes-so, con esiti che chiaramentedaranno vita a un (ulteriore)sequel. Fanta-action da intrat-tenimento puro, il film ha lostile di un videoclip me-tal-horror in versione extralar-ge. Con tanto di streghe clo-nate da Marilyn Manson.

Anna M Pasetti

© La madre di AndresMuschietti, con Jessica Chastain,Nikolaj Coster-Waldau

LE SORELLINE orfane Victoriae Lily scompaiono in seguitoall’omicidio della madre daparte del padre, che a sua vol-ta perde la vita in un incidentestradale. A ritrovarle dopo an-ni è lo zio, che decide di “a d o t-tarle” con la compagna Anna-bel (Chastain, in versione rockcon caschetto nero). Ridotteallo stato di due selvagge, siscopre hanno vissuto da soleper anni in una casa abban-donata, sopravvivendo grazie

a una serie di misteri, che pro-prio la riluttante Annabel è“p re d e s t i n a t a ” a scoprire. L’e-sordio in horror “p a t ro c i n a to”dal maestro del genere Guil-lermo Del Toro sorprende permaturità registica specie nellatenuta della suspense, animaimprescindibile del cinema dipaura. Ovvia ma non banaliz-zata la metafora della vendet-ta morale, qui virata al fem-minile. Avesse osato di più, ildeb Muschietti avrebbe con-fezionato un autentico “capod’o p e ra ”. Gran successo inat-teso al box office americano.

Anna M Pasetti

multinazionali del farmaco euna pillola apparentemente mi-racolosa capace di non far sen-tire disperata la protagonista.La pillola ha però come effettocollaterale quello di portare alsonnambulismo, stato in cui siagisce senza consapevolezza.Senza raccontare come Soder-bergh si prenda gioco dei pre-

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16 MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 il Fatto QuotidianoSECONDO TEMPO

PENNE E VENDETTE

Ferrara, il vizio re s t aaggredire gli altri

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Come rovesciare il tavolodel talk-show politico

BEPPE GRILLO Il suo rapporto con la tvè stato al centro di “P i a z z ap u l i t a ” Ansa

di Loris Mazzetti

Giuliano Ferrara è un giornalistadalla profonda cultura. Così

come alcuni scrittori (da Cervantesa Manzoni, da Scott a Eco, fino al piùrecente Armando Comi) hannousato l’artificio del “manoscritto ri-trovato” come meccanismo narrati-vo, il direttore del Fo g l i o usa le lettereal giornale per consumare le sue“vendette”. L’attenzione riservata a“un animaluccio untuoso della spe-cie Raiuno&Lotta dura” mi lusinga.Reo di aver scritto che Ferrara è ilmoderno inventore della macchinadel fango (non me ne voglia Feltri):ho toccato nervi scoperti, infatti nel-la risposta al lettore, lo spione dellaCia a pagamento, continua a mani-polare la verità, sostenendo che“Biagi se ne andò quando arrivai aPa n o ra m a , sennò lo avrei cacciatoio”. Fui testimone, grazie al “vivavo -ce”, della sua terza telefonata a Biagi,nella quale lo pregò di rimanere pro-mettendogli libertà assoluta. “CaroGiuliano non posso scrivere per ilgiornale che andrai a fare, ti sareid’imbarazzo. Sul piano personalesono a tua disposizione”. Così rispo-se Biagi. Nell’articolo da me citato(pubblicato il 4 aprile 2001), Ferra-ra, dopo aver liquidato Montanellicome “incarognito che ha perso latrebisonda, ormai può dire qualun-que cosa perché non è più lui a par-

lare ma il suo carattere”, definì Biagi:“Il noto re della Serie B, il celebre di-vulgatore di bellurie sentimentali,l’adulatore dei veri potenti e il gran-de maramaldo con i veri perdenti, ilgiornalista da treno che tutti di-sprezzano in segreto e il lobbista ne-vrastenico che tutti in segreto temo-no per la sua inclinazione a brigare”.Il 25 settembre 2001 feci notare aFerrara che il Foglio, per mano di Pie-trangelo Buttafuoco (l’adulato daifascisti del Terzo millennio di CasaPound), aveva recensito una punta-ta del Fa t to annunciata ma non an-data in onda.

B U T TA F U O CO aveva scambiato ilministro Martino (intervistato) perl’ex presidente Scalfaro. Il direttorenella risposta, facendo sfoggio dellasua immensa cultura, parafrasò il“Non l’ho letto e non mi piace” diGiorgio Manganelli, trasformando-lo in “Qui non si scherza, si stronca”.Concludendo con una lezione digiornalismo da par suo: “I giornalisono fatti così. A un certo punto bi-sogna che si divertano e divertano ilpubblico alle spalle di qualcuno”. Ri-cordo al direttore del Fo g l i o che il suo“vizietto” di “aggredire illegittima-mente la reputazione altrui” è statopiù volte oggetto di sentenze a favoredi Biagi. Quando si tratta di Ferrarachi paga è sempre il padrone mai ilfedele valletto.

di Luigi Galella

Il talk televisivo si nutre di contrad-dizioni, come il teatro drammatico,

in cui la narrazione dev'essere conflit-tuale, se non vuole rischiare di farsisoporifera. Se gli attriti mancano van-no inventati ad arte, come nei reality,in cui gli autori redigono canovacci piùo meno verosimili di amore e guerra,che i personaggi “reali” con diverso econtrastato successo interpretano.Si può dare della realtà dei talk showuna lettura radicale, che ne denuncial'inganno, la trappola, per spettatori eattori inconsapevoli. La tv come “im-magine” snaturante da cui guardarsi.Se metti insieme Grillo, Schifani e Ga-sparri, “io sono già morto”, sostiene ilprimo dei tre. Per la prima volta in ma-niera chiara, quasi didascalica (Pi a zzap u l i ta , La7, lunedì, 20.15), il leader delM5S denuncia il pericolo di sedersi inuno studio televisivo a fianco di quelloe di quell'altro, la cui “sola visione” loucciderebbe. Come “l'occhio” di quelfilm cult dei primi anni 60 in cui unfotografo ammazzava le modelle perpoter fissare per sempre sulla pellicola

gli attimi che precedevano la loro mor-te: L'occhio che uccide, per l'appunto.Che denunciava simbolicamente l'in-sidia della cristallizzazione della vita, lasua “morte”, attraverso l'atto da “guar-done” dell'occhio cinematografico.

N E L L ' I N T E R E SSA N T E servizio di Ales-sandro Sortino e Laura Bonasera, Gril-lo è circondato da molta gente, e parlacon una donna ripresa di spalle, unasimpatizzante del Movimento, da quelche sembra di capire, che lo interrogapolemicamente. Lui reagisce nel suomodo consueto, argomentato e spet-tacolare. Ci ha lavorato vent'anni in te-levisione, spiega, sa bene di che cosa sitratta. La tv è mistificatoria. Semprepronta ad alterare ciò che sei, nel giocodelle inquadrature, del montaggio e de-gli opportuni primi piani, tuoi e deituoi avversari. La contiguità con gli altriuccide. Lo stare lì in mezzo, come unodei tanti. Basta poco per omologarti.C'è poi un secondo contestatore, chemolto civilmente pone obiezioni. Unoche cautamente esprime il suo dissensoriguardo alla strategia dell'assenza, per-ché la gente ha bisogno di sapere, ca-

pire. Ma altri del Movimento conte-stano il contestatore, nel metodo primache nel merito: così facendo, sosten-gono, ti guadagni solo i tuoi cinque mi-nuti di gloria: “Ti stai facendo mani-gliare da questi qua”. Quelli della tv,naturalmente. L'occhio che uccide.Ma la tv non è solo talk, e la strategia diGrillo non è quella dell'assenza toutcourt, il suo vero intento è il ribalta-mento di prospettiva. Per averlo, bi-sogna che la tv si muova verso di lui, enon viceversa. Cambia la scena teatrale:dalla rappresentazione in studio, pet-tinata e in posa, alla strada e alla piazzapolverosa. La tecnica di ripresa diventaincerta, mossa, ma l'immagine che si faprecaria rende più prezioso l'oggetto.Non più punto di osservazione privi-legiato dello sguardo, l'occhio della ca-mera si confonde a quello dei tanti altrispettatori. E le domande dell'intervista-tore, più o meno estemporanee, allequali Grillo si concede, vengono equi-parate a quelle del pubblico. Tutti val-gono uno. E qualcuno – la tv, spode-stata imperatrice – anche meno diuno.

l u i g a l e l @ g m a i l .co m

Gli ascoltidi lunedì

M O N TA L BA N OS p e t t a to r i 10 mln s h a re 36,43%FANTOZZI CONTRO TUTTIS p e t t a to r i 1.2 mln share 4 , 41 %

AFFARI TUOIS p e t t a to r i 6.1 mln share 2 1 ,6 8 %STRISCIA LA NOTIZIAS p e t t a to r i 5.4 mln share 1 9,0 5 %

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

9.10 Email to Bill Gates -Drammatico(Ger 2007)

11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 Informazione13.40 5 appuntamenti per

farla innamorare -Commedia (Usa 2009)

15.15 Rosamunde Pilcher:Prova d'amore -Drammatico(Aut/Ger 2006)

16.55 Prima tv La scelta delcuore - Drammatico(Can 2012)

18.50 The Money DropGioco

20.00 TG5 Informazione20.20 Striscia la Notizia -

La voce dell'insolvenzaAttualità

20.40 Calcio, UEFAChampions LeagueSemifinale. Gara diritorno Barcellona -Bayern Monaco (Dir.)

22.45 Speciale ChampionsLeague Rubricasportiva

0.30 TG5 Notte - Meteo.itInformazione

9.35 Una mamma per amicaTelefilm

10.30 E.R. Telefilm12.25 Studio Aperto -

Meteo.it Informazione13.00 Sport Mediaset

Notiziario sportivo13.40 Cartoni animati16.05 Smallville Telefilm17.45 Prima tv Mediaset

The Middle Telefilm18.10 Prima tv Life Bites

Sit com18.30 Studio Aperto -

Meteo.it Informazione19.20 Così fan tutte Sit com19.30 C.S.I. NY Telefilm21.10 Quel pazzo venerdì -

Commedia (Usa2003). Di MarkWaters, con Jamie LeeCurtis, Lindsay Lohan

23.00 Prima tv MediasetThe Vampire Diaries"Prima del tramonto" "Il defunto" Telefilm

0.35 Ultraviolet -Fantascienza (Usa2006). Di KurtWimmer, con MillaJovovich

9.50 Carabinieri 6 Telefilm10.50 Ricette all'italiana

Rubrica11.30 TG4 Informazione12.05 Un detective in corsia

Telefilm12.55 La signora in giallo Tf

14.00 TG4 Informazione14.45 Forum Real Tv15.35 La mia Africa -

Drammatico (Usa1985). Di SydneyPollack, con RobertRedford

18.55 TG4 Informazione19.35 Tempesta d'amore

Soap20.30 Walker Texas Ranger

"Mister O - secondaparte" Telefilm

21.10 The Closer "Finchémorte non ci separi -prima parte" "Finchémorte non ci separi -seconda parte" Telefilm

23.20 Prima tv MediasetBones "Omicidio a SanValentino" "Il killer nelmirino" Telefilm

1.00 TG4 Night NewsInformazione

9.50 Coffee Break Attualità11.00 L'aria che tira Attualità12.25 I menù di Benedetta

Rubrica (Replica)13.30 TG La7 Informazione14.05 TG La7 Cronache

Attualità14.40 Le strade di San

Francisco "Bersagliorosso" Telefilm

15.30 Diane, uno sbirro infamiglia "Adrenalina""Ostaggi dellamenzogna" Telefilm

17.10 Il CommissarioCordier "Mossa falsa"Telefilm

18.45 I menù di BenedettaRubrica

20.00 TG La7 Informazione20.30 Otto e mezzo Attualità21.10 We Want Sex -

Biografico (UK 2010).Di Nigel Cole, con SallyHawkins, AndreaRiseborough

23.30 S.O.S. Tata "FamigliaPeroni" Real Tv (R)

0.30 Omnibus NotteAttualità

6.45 Unomattina Attualità10.00 Unomattina Verde

Rubrica10.25 Unomattina Rosa Att.11.00 TG1 Informazione11.05 Unomattina Storie Vere

Rubrica12.00 La prova del cuoco

Varietà 13.30 TG1 Informazione14.00 TG1 Economia Infor.14.10 Verdetto Finale Att.15.15 La volpe e la bambina -

Avventura (Fra 2007).Di Luc Jacquet, conBertille Noël-Bruneau

17.15 Prima tv Rai Finding RinTin Tin - Avventura(Usa 2007). Di DannyLerner, con Tyler Jensen

18.50 L'eredità Gioco20.00 TG1 Informazione20.30 Affari tuoi Gioco21.10 Prima tv Rosso San

Valentino "Quartapuntata" Fiction

23.15 Porta a Porta "Signoripolitici, ora parliamo noi"Attualità

0.50 TG1 Notte Informaz.

6.40 Cartoon Flakes Ragazzicontenitore

8.35 Le sorelle McLeod Tf10.00 TG2 Insieme Attualità11.00 I Fatti Vostri Attualità13.00 TG2 Giorno

Informazione14.00 Detto fatto Attualità16.10 Senza traccia Telefilm17.30 11 Settembre 1942

Documentario17.50 Rai TG Sport

Notiziario sportivo18.15 TG2 Informazione18.45 Cold Case "Pin-up Girl"

Telefilm19.35 Squadra Speciale

Cobra 11 "Un giovanecollega" Telefilm

20.30 TG2 - 20.30Informazione

21.05 Prima tv Vulcano -Drammatico (Ger2009). Di Uwe Janson,con Yvonne Catterfeld

23.05 TG2 Informazione23.20 Prima tv A Gifted Man

"In caso di fulmine a cielsereno" "In caso dirinascita" Telefilm

9.50 La Storia siamo noiDocumentario

10.50 Speciale TG3 Attualità12.00 TG3 - Meteo 3

Informazione12.25 TG3 Fuori TG "Giovani

e lavoro" Attualità12.45 Le storie - Diario

italiano Attualità13.10 Doc 3 "Di tessuti e di

altre storie" Attualità14.00 TG Regione - TG3

Informazione14.45 TGR Leonardo Rubrica15.00 Anteprima Concerto

del Primo MaggioEvento (Diretta)

16.00 Concerto del PrimoMaggio 2013 Evento(Diretta)

19.00 TG3 - TGRegioneInformazione

20.00 Concerto del PrimoMaggio 2013 Evento(Diretta)

0.00 TG3 Linea notteAttualità

1.00 Meteo 3 Informazione1.05 Una giornata

particolare Rubrica

LA TV DI OGGI

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

8.40 La telefonata diBelpietro Rubrica

8.50 Mattino CinqueAttualità

11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 - Meteo.it

Informazione13.40 Beautiful Soap14.10 CentoVetrine Soap14.45 Uomini e Donne

Talk show16.05 Amici Reality show16.50 Pomeriggio Cinque

Attualità18.50 The Money Drop

Gioco20.00 TG5 - Meteo.it

Informazione20.40 Striscia la Notizia -

La voce dell'insolvenzaAttualità

21.10 Milano - Palermo: ilritorno - Poliziesco(Ita 2007). Di ClaudioFragasso, con GiancarloGiannini, Raoul Bova

23.25 Aldo Moro - Ilpresidente Miniserie

1.50 TG5 Notte - Meteo.itInformazione

8.40 Una mamma per amicaTelefilm

10.30 E.R. - Medici in primalinea Telefilm

12.25 Studio ApertoInformazione

13.00 Sport MediasetNotiziario sportivo

13.40 Cartoni animati16.05 SmallvilleTelefilm17.45 Prima tv Mediaset

The Middle "La spia"Telefilm

18.10 Prima tv Life BitesSit com

18.30 Studio Aperto -Meteo.it Informazione

19.20 Così fan tutte Sit com19.30 C.S.I. NY "L'iniziazione"

"Il finto movente"Telefilm

21.10 Colorado "Secondapuntata - Co-conduttore: VladimirLuxuria" Varietà Ruffini

23.50 Abbronzatissimi -Commedia (Ita 1991).Di Bruno A. Gaburro,con Eva Grimaldi, AlbaParietti

11.30 TG4 Informazione12.00 Speciale Tierra De

Lobos Documenti12.05 Un detective in corsia

Telefilm12.55 La signora in giallo Tf

14.00 TG4 Informazione14.45 Lo sportello di Forum

Real Tv15.30 Hamburg Distretto 21

Telefilm16.35 My Life Soap16.55 La baia di Napoli -

Commedia (Usa 1960).Di Melville Shavelson,con Clark Gable

18.55 TG4 Informazione19.35 Tempesta d'amore

Soap20.30 Quinta Colonna il

Quotidiano Attualità21.00 Calcio, UEFA Europa

League Semifinale.Gara di ritorno Chelsea- Basilea (Diretta)

22.55 UEFA Europa League -Speciale Rubricasportiva

0.05 Aliens vs Predator 2 -Azione (Usa 2007). Con John Ortiz

7.50 Omnibus Attualità9.50 Coffee Break Attualità

11.00 L'aria che tira Attualità12.25 I menù di Benedetta

Rubrica (Replica)13.30 TG La7 Informazione14.05 TG La7 Cronache

Attualità14.40 Le strade di San

Francisco "Mascheradi morte" Telefilm

15.30 Diane, uno sbirro infamiglia "Il lupocattivo" "Un caso dicoscienza" Telefilm

17.10 Il CommissarioCordier "Ragione distato" Telefilm

18.45 I menù di BenedettaRubrica

20.00 TG La7 Informazione20.30 Otto e mezzo Attualità21.10 Servizio Pubblico

Attualità (Dir.)23.45 Omnibus Notte

Attualità0.50 TG La7 Sport

Informazione1.00 Otto e mezzo

Attualità (Repl.)

6.45 Unomattina Attualità10.00 Unomattina Verde

Rubrica10.25 Unomattina Rosa

Attualità11.05 Unomattina Storie Vere

Rubrica12.00 La prova del cuoco

"Andrea Ribaldone:abbinare saporicontrapposti su unabase tradizionale"Varietà

13.30 TG1 Informazione14.00 TG1 Economia

Informazione14.10 Verdetto Finale

Attualità15.15 La vita in diretta

Attualità18.50 L'eredità Gioco

20.00 TG1 Informazione20.30 Affari tuoi Gioco21.10 Che Dio ci aiuti "Vite

parallele" "Donne emotori" Fiction

23.20 Porta a Porta Attualità0.55 TG1 Notte - Che

tempo fa Informazione1.30 Sottovoce Rubrica

6.40 Cartoon Flakes Ragazzicontenitore

8.35 Le sorelle McLeod "Unduro colpo" "La colpadei padri" Telefilm

10.00 TG2 Insieme Attualità11.00 I Fatti Vostri Attualità13.00 TG2 Giorno

Informazione14.00 Detto fatto Attualità16.10 Senza traccia

"Azzerare" "Questionidi cuore" Telefilm

17.50 Rai TG Sport Notiziariosportivo

18.15 TG2 Informazione18.45 Cold Case "Il

candidato" Telefilm19.35 Squadra Speciale

Cobra 11 "Contro ogniregola" Telefilm

20.30 TG2 - 20.30Informazione

21.05 Prima tv The Voice ofItaly "Live, secondapuntata - Ospite GiannaNannini" Reality show

0.30 TG2 Informazione0.45 Rai Parlamento

Telegiornale Attualità

8.00 Agorà Attualità10.00 La Storia siamo noi Doc.10.50 Codice a barre Attualità11.30 Buongiorno Elisir Att.

12.00 TG3 Informazione12.25 TG3 Fuori TG Attualità12.45 Le storie - Diario

italiano ttualità13.10 Prima tv Lena Soap

14.00 TG Regione - TG3Informazione

14.50 TGR Leonardo Rubrica15.05 TGR Piazza Affari Rub15.10 La casa nella prateria

Telefilm16.00 Cose dell'altro Geo

Geo & Geo Doc.19.00 TG3 - TG Regione

Informazione20.00 Blob Varietà20.10 Un posto al sole Soap21.05 Troppo forte -

Commedia (Ita 1986).Di Carlo Verdone, conAlberto Sordi, CarloVerdone

23.10 La Storia siamo noiDocumentario

0.00 TG3 Linea notteAttualità

LA TV DI DOMANI

Page 17: IlFatto_20130501

17il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2 01 3

TWITTER DIXIT

Espulso M a s t ra n ge l i : ora può andare da Vespa

SECONDO TEMPO

FUORI DAGLI SCHEMI La foto è tratta dal sitointernet del deputato Sberna, che ricorda il suo passatodi missionario e invoca politiche più giuste rivolte alle fa-miglie numerose

L’espulsione di Marino Ma-strangeli dal Movimento Cin-que Stelle è avvenuta con lapartecipazione della Rete. Sulsocial sono proseguiti i com-menti riguardanti il senatore.

SONO entrato nel sito pervotare l'espulsione di#Mastrangeli dal #M5S.Mi hanno venduto un cofa-netto di film della D'Urso.

@pur troppoPRIMA le bandiere inpiazza ora il cartellino alparlamentare.. Al #m5s ilrosso piace proprio... #si-scherza ma non troppo

@ C a fa ro G i o rg i o

quando vuole@ Pi n o d e f

E INVECE quando siespelle #Borghezio dal Si-stema Solare? C'è un tele-voto? Attendo notizie.Grazie. #mastrangeli

@ Ro Ro R i cHO un certo sentore che#Mastrangeli farà la stes-sa carriera di #Scilipoti...

@pisnilabIL CITTADINO #Mastran -geli continua a citare la#CoreaDelNord cm esem-pio d nn-democrazia, e iomi chiedo se sappia collo-carla geograficamente

@ Le e S o n g y i S o n i a

CIOÈ . Uno va da BarbaraD'Urso e viene solo espul-so? Io l'avrei condannatoai lavori forzati

@ Pa m e l a Fe r ra raE P U R ATO in manieraesemplare #mastrangelidel #M5S , la pubblica go-gna come nel medioevo

@ f ra n ce s co a m e l i# M A ST R A N G E L I : mi do-vrete portare via con laforza. L'hanno già fatto...

@ L u ca M u l e oA D E SS O che #Grillo lo haespulso il sen. #Mastran-geli non deve decurtarsi lostipendio e può andaredalla Defilippi e da Vespa

GRANDI festeggiamenti per il mio addio al nubilatocon tanti amici speciali...si dice che arriverò in Lam-b re t t a !

@ Va l e r i a M a r i n i VMCAMBIO di stagione = armadio rinnovato (senza sve-n a rs i )

@lapinellaINTERNET fa fatica...sappiate che vi penso sempre...èun momento un po’ particolare ma state tranquilli...

@ A m o ro s o O FFINE tour. Tristezza. Rientro.

@BrienzinaPA RT E N Z A da olbia x nizza

@ B r i a to re Fl av i o

Web, 20 anni dalla scintillache ha cambiato il mondo

I “l i ke”sulle prigioni

LA RECENSIONE delle prigio-ni. Dopo ristoranti, alberghi, enegozi su internet arrivano an-che i penitenziari americani. Lanotizia è stata diffusa dal Wa-shington Post; si tratta di an-

nunci sempre più popolari sulsito di ricerca Yelp. Si possonotrovare commenti sulla puliziadelle celle, sulla qualità del ci-bo, su eventuali problemi ri-guardo la sicurezza o maltrat-

tamenti da parte delle guardie.Secondo l’avvocato california-no Robert Miller “Si tratta diuno strumento molto prezio-so, aiuta a rendere trasparenteun sistema che non lo è affat-

t o”. Yelp non ha commentato,limitandosi a sottolineare chegli utenti possono recensirequalsiasi tipo di azienda cheabbia una sede, purchè rispettile regole del sito.

BIZZARRIE

di Pasquale Rinaldis

Dopo aver raccolto col suo esperimento di cro -wfunding, una cifra superiore al milione di eu-

ro, riuscendo a prodursi il proprio disco solo grazieal supporto dei fan, la cantante inglese AmandaPalmer, venuta a conoscenza delle difficoltà diMorrissey (indimenticato leader degli Smiths) neltrovare un’etichetta che gli produca il nuovo disco,in segno di riconoscenza e gratitudine è corsa insuo aiuto invitandolo con una lettera aperta a darsi,appunto, al c row f u n d i n g , prevedendo per lui un suc-cesso assicurato. Del resto, sarebbe il primo artistadi un certo livello di fama a intraprendere un simileprogetto. Coi milioni di fan sparsi nel mondo po-trebbe trasformarsi in un evento storico. Vedremocosa risponderà l’ex Smiths.

MUSICAPure Morrisseypensa al crowfunding

“Conti on line, ma non sono grillino”

di Valerio Cattano

Una autostrada verso il mondo. Massimaespressione di libertà di pensiero, oceano a

cui affidare un messaggio in bottiglia; ma anchestrumento di pressione, mezzo per divulgare no-tizie fasulle, influenzare il corso di una campagnaelettorale o gli scambi in Borsa.È il mondo delletre “w”, il WorId Wide Web, che ieri ha compiuto20 anni. La rivoluzione ebbe il suo battesimo il 30aprile 1993 negli uffici del Cern - OrganizzazioneEuropea per la Ricerca Nucleare - di Ginevra; fat-tore decisivo, la volontà di mettere a disposizionela tecnologia senza rivendicarne i diritti.

IL “PA P À ” del Web è Tim Berners-Lee, un ricer-catore del Cern, che elaborò la piattaforma nel1989 per favorire la condivisione di informazionitra i fisici di università e istituti di ricerca. Fra le“teste d’uovo” esisteva un problema di comuni-

cazione: i fisici usavano computerdiversi e quando trasmettevano idati delle loro ricerche, chi le rice-veva era costretto spesso ad unaconversione per “leggerli” sullapropria macchina. Al momentodell’ideazione, il World Wide Webrappresentava soltanto uno deimolti servizi disponibili su Inter-net. La semplicità d’uso e soprat-tutto la decisione di renderlo un servizio libero esenza diritti ne portò alla rapida diffusione, tantoda essere divenuto il più diffuso standard di tra-smissione su Internet. Per celebrare l’anniversariodella pubblicazione del documento che ha resogratuita la tecnologia Web, il Cern ha avviato unprogetto per ripristinare il primo sito della rete,che non era più in linea. Si tratta di una copia di ciòche aveva realizzato Berners-Lee su un computerNeXT. Sul sito http://info.cern.ch/ viene spiegata

la filosofia che accompagna que-sta ricostruzione; offrire agli in-ternauti la possibilità di guardare

le schermate originali che spiegavano come curareil proprio server e leggere i documenti che si ri-cevevano dai colleghi.

ROLF HAUER sul sito del Cern sostiene: “Non c’èsettore della società che non sia stato trasformatodalla invenzione, in un laboratorio di fisica, delweb. Dalla ricerca al business, all’educazione, ilweb ha ridisegnando il modo di comunicare, la-vorare, innovare e vivere. Il web è un potente

esempio dei benefici della ricerca di base per il ge-nere umano”. Un ruolo non indifferente lo ebbeRobert Cailliau, ingegnere belga che aderì al pro-getto World Wide Web (WWW) e divenne benpresto il primo fra i sostenitori, sforzandosi di tro-vare le risorse utili per proseguire l'iniziativa; aBerners-Lee e Cailliau si affiancò un gruppo spa-ruto di studenti che, lavorando con contratti a bre-ve termine per contribuire al codice e ai protocolli,sviluppò il Web nei due anni successivi. Sul sito delCern, la conclusione della storia ha come capito-letto finale il titolo “L'esplosione del web”. Il 30aprile 1993 il Cern riuscì ad elaborare il codice sor-gente di WorldWideWeb rendendolo disponibi-le; software libero. Gli internauti hanno contri-buito con i propri server e siti. Alla fine del 1993c’erano oltre 500 server conosciuti, e il WWWaveva inciso per l'1% sul traffico internet, che al-l’epoca sembrava parecchio. Il resto lo si quan-tificava con l'accesso remoto, la spedizione diemail e il trasferimento di files. Venti anni dopo,sono circa 630 milioni i siti che possono esserevisitati on line per le ragioni più diverse, dalloshopping al consulto di medicina, dalla lettura dinotizie alla visione di video musicali, film e do-cumentari. Il mondo, non solo quello delle comu-nicazioni, è cambiato per sempre.

Tim Berners-Lee, “p ap à ”delWeb; a sinistra, il primo sitoelaborato dal Cern

di Irene Buscemi

Viaggia in seconda classe tra lo stu-pore dei controllori, indossa dei

sandali, e rendiconta tutto su internet.È il “deputato francescano” MarioSberna, bresciano, sposato con Egle epadre di 5 figli, dei quali due adottati.Sembra un grillino, ma l’apparenza in-ganna. È stato eletto con la lista di Ma-rio Monti, Scelta civica. Dal suo sti-pendio da parlamentare, 11mila europer il mese di aprile, ha tenuto per sé2500 euro, devolvendo il resto in be-neficenza. Il suo conto corrente e i bo-nifici effettuati a favore dei poveri efamiglie disagiate si possono trovareonline, sul suo sito. “L'avevo promessoin campagna elettorale, prima di en-trare in Parlamento che mai avremmocambiato la nostra classe sociale - ciracconta al telefono Sberna - è unascelta condivisa con la mia famiglia,sa-rebbe uno scandalo guadagnare tuttiquesti soldi mentre milioni di personeannaspano, restiamo nella classe socia-le da cui proveniamo”. Figlio di unoperaio, appassionato della trasparen-za in rete, il suo sito è una vetrina cu-

rata nei minimi dettagli. Lì si trova ilsuo curriculum ricco di esperienze al-l'estero, nell'ambito della cooperazionee integrazione.

M I SS I O N A R I O in Brasile per quattroanni, è stato volontario nella Curia diBrescia, è a capo di una cooperativasociale per persone disagiate e presiedel’associazione nazionale Famiglie nume-ro s e . “I nostri compagni di viaggi sonosempre stati i poveri – racconta Sberna- è evidente che con 16 mila euro ognimese, per una famiglia il cui conto cor-rente ha sempre viaggiato sul filo delrosso, dimentichi da dove vieni e anchedovi stavi andando”. Da come parla e simuove, con i suo sandali francescanisempre ai piedi, sembra non avere nullaa che fare con i banchieri e i ricconilegati al mondo bocconiano del pro-fessor Monti. “È stato lui a chiamarmi eio ho deciso di accettare, almeno dadentro si ha più possibilità di cambiarele cose, in passato facevi mille viaggi avuoto per andare a parlare con i politicidelegati”. Non ama farsi chiamare ono-revole: “Fatelo fra tre o cinque anniquando avrò fatto qualcosa di concreto

e onorabile per il mio paese”.Anche se ha molto in comune con i 5Stelle non cambierebbe mai casacca.“Lei mi vuol far passare dall'altra parte,sarebbe un passaggio veloce, sono no-stri compagni di banco, ci separa sol-tanto una scalinata” afferma scherzan-do. “Sto bene dove sto, in Scelta Civicaci sono tante persone rispettabilissime,anche Bombassei che guardavo con dif-fidenza è di una umiltà e sobrietàstraordinaria”.

LO STIPENDIO però Sberna se lo de-curta come e più dei 5 Stelle. “Guardo

quei ragazzi e vedo in loro i miei figli,talvolta penso che siano troppo inqua-drati e ingenui, ma la loro voglia dinovità, impegno e volontariato è am-mirevole - afferma ancora Sberna -spontaneamente si decurtano lo sti-pendio, non è un gesto da poco, so-prattutto perché sono giovani che ma-gari guadagnavano mille euro e oggi siritrovano con cifre da capogiro in ta-sca”. Ma se verso i parlamentari 5 Stellec’è ammirazione, Grillo e Casaleggionon si meritano le stesse parole gar-bate.

“UN MILIARDARIO , con la moglie chesi bagna le chiappe a Malindi, non puòvenire a fare il predicatore, distribuiscaun po’ di soldi e poi vediamo, glielodice uno che pagava 60mila lire per an-dare a vedere i suoi spettacoli”. Sonotante le scelte che allontanano Sbernadal movimento 5 Stelle: “Non alzarsidavanti a un uomo di 87 anni è in-concepibile, puoi non condividere, maabbiate rispetto di un uomo anziano”riferendosi a Giorgio Napolitano.Sul governo Letta, il deputato è otti-mista, ha dei volti sobri che lo rassi-curano, come quello di Graziano Del-rio e Cecile Kyenge, ma chiede a granvoce una delega per la famiglia. Anchesu questo fronte la sua candidatura nongli sembra incoerente. “Ha fatto piùMonti in un anno per le famiglie che ilsuo predecessore, volere l'abolizionedell'imu è demagogia, per le famiglie èpiù importante evitare l'aumento del-l'Iva a giugno”.

O N O R E VO L E

“Non mi piace questo

titolo, utilizzatelo fra

quattro anni, magari

se avrò fatto veramente

qualcosa di concreto

per il Paese”

MISSIONARIO, SEMBRA DEL M5S MA È STATO ELETTO CON SCELTA CIVICA. HA UNAFAMIGLIA NUMEROSA, PRENDE 11 MILA EURO AL MESE, MA NE TIENE SOLO 2.500

Page 18: IlFatto_20130501

18 MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2013 il Fatto Quotidiano

delle contrapposizioni. Si os-serva un compiaciuto Bru-netta che stringe la mano aLetta, sorridendo, come siguarderebbe il pitbull dacombattimento coccolare ungattino. E il discorso, poi. Uncapolavoro di carpiato conavvitamento e salto mortale,dove invocando la larga inte-sa si smontano le costruzionidel governo precedente(Imu, lavoro, esodati), natoda una larga intesa con glistessi protagonisti. Propriogli stessi. E così oggi montia-ni, berlusconiani e Pd votanoper superare certe riforme ecerte decisioni per cui vota-rono sei mesi fa montiani,berlusconiani e Pd. L’altravolta perché la situazione eradisperata e bisognava salvare

di Furio Colombo

Tutto ciò che è ac-caduto in questigiorni nella politi-ca italiana appare

privo di senso. Certo è privodi senso agli occhi di chi havotato a sinistra. È accadutoquesto: l’intero e vasto grup-po di deputati e senatori cheerano stati eletti per contrap-porsi a Berlusconi, ai suoi va-lori e al suo partito, improv-visamente hanno attraversa-to l’emiciclo e sono andati asedersi con la parte che ave-vano il compito di sconfig-gere. L’immagine deve esserechiara, affinchè non ci siaconfusione. Non è la destrache è venuta a sinistra (fattodel resto indesiderabile e im-possibile). Non è stata trova-ta una terra di mezzo, comein certi racconti o leggende.No, è avvenuto, in modo ine-quivocabile, il trasferimentosulla destra di ciò che restadella sinistra italiana (tranneil Sel e due deputati Pd). So-no state accettate persone,storie, eventi anche di pocofa, come l’occupazione delPalazzo di Giustizia di Mi-lano, programmi del recenteperiodo elettorale, progettiper il prossimo futuro, valo-ri.

T U T TO ciò è confermato daimmagini in cui non soloscompaiono le distanze sim-boliche, ma si moltiplicanogli abbracci, come per pro-vare che tutto ciò è accadutodavvero. Sarà difficile per ilPd, chiunque ne diventi il Se-gretario, spiegare agli elettori(che certo si sentono vittimedi un misterioso inganno)perchè questo passaggio inmassa da sinistra a destra èavvenuto secondo un ritodetto di “pacificazione”, cheinvece è ovviamente una resae, al momento, la fine dellaidentità di un importantepartito politico. Non basteràla spiegazione della emergen-za, e della necessità di dare alpiù presto un governo all’I-talia. Perchè prima bisogne-rebbe spiegare perchè (e chi)ha negato il voto a RomanoProdi mentre stava per essereeletto subito, e ha fatto fintadi non accorgersi del nome diRodotà, che avrebbe portato,insieme, il nuovo presidentedella Repubblica e aperto unnuovo spazio per il governo.È vero, in entrambi i casi visarebbero stati effetti collate-rali. Prodi era il simbolo stes-so del no a Berlusconi. Il votoa Rodotà avrebbe esclusoBerlusconi e il berlusconismoda ogni spazio politico inquesta legislatura, eccetto gliinfelici scatti d'ira di Brunet-ta, e avrebbero introdotto iCinque Stelle a una parteci-pazione politica non solo diveti. E il Pd avrebbe incassatoa pieno la sua prima, vera vit-toria politica in vent’anni:guidare un governo immunedalle scorie berlusconiane delpassato (che, come le radia-zioni, avevano già pericolo-

samente penetrato la vita in-terna di quel partito) e scol-larlo del tutto da quel tanto dicollaborazionismo che avevagià segnato paurosamente ilpiù importante partito di op-posizione. Il voto unanimeper l’eterna amicizia conGheddafi (su proposta e pro-getto di Berlusconi e Maroni)può essere un esempio effi-cace e tetro. Ma a quel tempoBerlusconi governava. Avevavinto le elezioni. Perchè go-verna adesso, co - guidando il

governo di altri, dopo che leelezioni le ha perse? Perchèha in mano la “golden share”di un governo detto “di Enri-co Letta”, formalmente il vicesegretario superstite del Pd,ma in realtà completamentecontrollato da Berlusconi edal suo rappresentante Ange-lino Alfano, un replicanteperfetto e succube, dal qualeci si può aspettare solo ob-bedienza?

Q U E L L’OBBEDIENZA, losanno tutti, è dovuta a Ber-lusconi, che non ha vintonulla e comanda tutto. Ormailo sapete che questa afferma-zione azzardata purtroppo èvera. Per fargli spazio si è do-vuto abbattere Marini (fatto)si è dovuto abbattere Prodi(fatto), si è dovuto evitare dipronunciare il nome di Ro-dotà e far finta che non vi fos-sero altri voti in Parlamento(fatto) è stato necessario in-

caricare i “saggi”, per intro-durre in politica il concetto discuola-guida (fatto), inter-rompere le votazioni presi-denziali di Camera e Senatofingendo che fossero impos-sibili, per costringere Napo-litano ad essere ri-votato (fat-to) e infine incaricare di for-mare il governo al dottorEnrico Letta, colto, gentile eadatto. Adatto a che cosa?Non lo sappiamo, salvo il fe-nomeno stupefacente dellatransumanza di tutto il Pd(meno due) che va sulla de-stra, in modo che sarebbe im-possibile per gli elettori rin-tracciarlo, nel caso che do-vessero esserci improvviseelezioni. Ma anche il ritornoalle urne non dipende più dalCapo dello Stato, come daCostituzione. Dipende daBerlusconi. Lealmente lo hadetto subito: o mi togliete l’I-MU adesso e sempre, o liqui-diamo tutto. Dunque Came-ra e Senato hanno approvato,tra gli abbracci, un governodi Berlusconi, con Berlusco-ni, per Berlusconi, mettendo-gli in mano il telecomando.Ora l'attesa è in apparenzaper la sorte dell'IMU (e di tut-ti i Comuni italiani). In realtàl’attesa è per certe sentenze ecerti spostamenti di processi(per esempio da Milano aBrescia) e certi legittimi im-pedimenti (che non si pos-sono non riconoscere a chi hain mano il telecomando di unintero governo) per far scat-tare certe prescrizioni. Or-mai, con il ritorno nei ruolichiave della stretta osservan-za berlusconiana, tutta la Re-pubblica ha un solo nemico(secondo noi, un solo com-battente per la libertà) nelleistituzioni : i giudici. Quandodirigevamo L'Unità, D'Ale-ma ci aveva avvertito: “Nonfarete fuori Berlusconi per viagiudiziaria. Ci vuole la poli-tica”. Eccola la politica. Diosalvi la via giudiziaria, e la Re-pubblica.

di Oliviero Beha

n IL PAESAGGIO sembrerebbe questo, ed è an-cora più “d e fo r m a to” (copyright Furio Colombo)di quello degli anni d’oro del Caimano. In primopiano c’è sempre e comunque Lui, che resuscita laBicamerale d’antan chiamandola Convenzioneper le Riforme Costituzionali non potendo ancorachiamarla “Circonvenzione degli incapaci” (gli av-versari politici). Che cosa gli importi almeno Lui lofa capire chiaramente ed è ormai sul punto di dirloa reti unificate: il Cavaliere Inarrestabile (nei duesensi, copyright mio) non vuole finire in carcereneppure metaforicamente e possibilmente vuoleincarnare un gollismo ambrosian-milanista, sulColle o nei dintorni. Sullo sfondo c’è un Paese sfat-to ormai da una generazione, in un Truman-showintollerabile che la crisi economica almeno parevaaver concluso a colpi sperequati di “m o n t i s m o”.Sia pure iniquamente si stava affermando il “prin -cipio di realtà” che da noi è una bizzarria… E inveceno, per chi ricorda il finale di quel film capolavoro diPeter Weir, è come se il protagonista, la casta toutcourt, fosse rientrata all’interno del pallone dellasimulazione virtuale. La novità in questa dispera-zione dilagante è che con la Rete gli eccessi sonoall’ordine del giorno e la comunicazione immedia-ta è un’arma a doppio taglio, senza impugnature:date certe condizioni ti ferisci comunque. Pren-dete commenti e interpretazioni del M5S da unlato e dei loro “nemici” dall’altro e avrete un’ideacomplessiva della situazione: ci muoviamo tutti suun pack assai esile, il ghiaccio brontola, la gente

della piazza rischia, carabinieri compresi, mentrequella del Palazzo è abituata ad alzarsi in elicotteroe quindi della fragilità del pack se ne fotte. Ma inmezzo sembra riaffacciarsi l’italianissima que-stione democristiana, oggi vestita dei panni diquestione demo-lettiana. La diresti un sofisma dapolitologi con o senza tomi e fiaschi davanti, unaquestione remotissima dalla disperazione quoti-diana di un popolo che è senza memoria, senzaidentità, quindi senza un’idea di futuro.

n UN POPOLO senza politica sottostante a unapolitica senza popolo, costretta a raccomandarsisempre e solo all’intramontabilità (copyrightGianni Brera) del Capo dello Stato. Eppure la que-stione demo-lettiana è solo lontanamente paren-te di quella democristiana che ben riassume granparte dell’idea di Paese dal dopoguerra in poi finoal berlusconismo corrente. A chi non voleva mo-rire democristiano quella stava sul groppone perquello che rappresentava, un’idea della vita, dellasocietà e della politica magari del tutto indigeri-bile. Ma per respingere qualcosa, essa deve esi-stere. Mi dite oggi in che cosa consiste davvero laquestione demo-lettiana, che antropologia cultu-rale esemplifica, che idea offre dell’oggi al di là del-l’Imu e soprattutto del domani? Non ho paura diLetta, né di Alfano, e neppure della Lorenzin anchese alla salute ci tengo: ho paura del vuoto, e vi as-sicuro che nelle interminabili stagioni democri-stiane contrapposte al comunismo matriciano ita-lico questo “horror vacui” non l’ho mai provato.

www.olivierobeha.it

IL NUOVO GOVERNO

SECONDO TEMPO

Non temo la Lo re n z i n ,ho paura del vuoto

IL BADANTE

La mente che cancellaUn classico dell’h o r ro r

PIOVONO PIETRE

B I PA RT I S A N

Si moltiplicano gli

abbracci, si riducono le

distanze. Ma sarà dura

spiegare alla base del Pd

che questa non è una resa,

è la fine di un’identità

MARX INSEGNA

Spesso la storia,

quando si ripete, lo fa

in forma di farsa.

Sarà per questo che

quando la DC si ripete

lo fa in forma di LettaSilvio Berlusconi con Angelino Alfano. A destra, Mario Tanassi Ansa

di Alessandro Robecchi

La mente che cancella è unclassico dei film dell’orro -

re. L’amnesia, l’incubo, il ri-petersi immutabile deglistessi eventi. Di solito il pro-tagonista è un uomo normaletravolto dalle circostanze. Sialza e oggi è come ieri. Se vabene, come l’altro ieri. Se vamolto, molto bene cometrent’anni fa, quaranta, cin-quanta. Accende la tivù esente il discorso del nuovopresidente del Consiglio chechiede la fiducia. Pensa:“Bravo questo Tanassi”. Oera Rumor?Certo, si sa, spesso quando lastoria si ripete lo fa in formadi farsa. Sarà per questo chequando la Dc si ripete lo fa informa di Letta.Funziona così: piccole parti-celle di memoria svaporano.Poi le aree di amnesia si al-largano. Ruby? E chi era? Ilfalso in bilancio? Uh! Meso-zoico! Barbatrucchi e pre-scrizioni giudiziarie? Uff, an-cora con quella roba! Poi,lentamente, anche le areedella memoria recente ven-gono intaccate. Non il passa-to remoto, non il passatoprossimo, ma un anno, unmese… puff, sparito. Ange-lino Alfano che marcia sulPalazzo di Giustizia di Mila-no giura come ministro del-l’Interno davanti al presiden-te Napolitano, che di quel ge-sto inconsulto (la marcia,non il giuramento) avevadetto: “Tensione destabiliz-zante”. La mente che cancel-la, appunto.Poi, siccome non si tratta dicasi isolati ma di epidemia dimassa, la memoria sparisce atutti. Si plaude alla ritrovataconcordia, al superamento

il paese. Questa volta perchéla situazione è disperata e bi-sogna salvare il paese. Lamente che cancella.Effetto collaterale: il possibi-lismo. Un’apertura, un bene-ficio del dubbio che si ripeteidentico ogni volta e che sipuò spiegare solo con unasorta di eterna, ricorrenteamnesia. Con qualche diffe-renza: là, ai tempi dei tecniciin loden, si parlava solo di co-me trovare i soldi e non di co-me spenderli. Qui, nel Ta-nassi redivivo (ma non piùvivace) si pensa a come spen-derli e non si dice come tro-varli. Ma le analogie sono piùnumerose delle differenze.Una per tutte: là si parlavaquasi solo di economia e dibilanci, ma poi si faceva ri-corso in Europa contro labocciatura della vergognosalegge 40. Qui, in un discorsoche sfiora l’universo mondo,dalla conquista delle galassiealla fame nel mondo, nem-meno una riga su diritti civili,coppie omosessuali e argo-menti correlati. Dal parla-mento meno cattolico disempre nasce uno dei gover-ni più cattolici di sempre.Naturalmente la mente checancella non riuscirà a can-cellare del tutto il principio direaltà. Appena si tratterà ditrovare i soldi per tutte le bel-le cose dette, si porrà il pro-blema di dove trovarli. Noncon una patrimoniale (sacri-legio!), non dai superpatri-moni (come disse Monti:“Non sappiamo chi sono”),ma con i soliti noti, noi.Compreso l’uomo normaledel film, quello con la menteche cancella. Che dirà: “Io‘sta cosa l’ho già vista”. Ecco,appunto. Pessima trama.

@AlRobecchi

Se la pacificazioneè una vergogna

Page 19: IlFatto_20130501

19il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 1 MAGGIO 2 01 3

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

Lo strano paradossodei tecnici

Se nei momenti di diffi-coltà questo Paese chiamai tecnici a formare governicompetenti, è indispensa-bile che quando si ritornaa governi politici a preva-lere nella loro composi-zione siano gli incompe-tenti? O meglio, perché gliesperti sono scelti solo perdeterminati settori (adesempio l’economia o gliesteri)? Possiamo fare ameno di conoscitori dellematerie loro assegnate insettori strategici per losviluppo dell’Italia comel’agricoltura, i beni cultu-rali, l’ambiente, il turi-smo, la sanità, la pubblicaistruzione (per citarne so-lo alcuni)? Eppure è pro-prio dall’efficacia nellepolitiche settoriali chepuò venire buona partedelle risposte alla crisi eall’inefficienza nazionale.Infine, se questa è la situa-zione che dobbiamo ama-ramente constatare, al-meno non si facciano lepulci alla presunta ine-sperienza dei deputati 5Stelle considerati inade-guati a esprimere perso-nale di governo.

Melquiades

A cosa servela convenzione

Non capisco perché permodificare la Costituzio-ne occorra istituire - evi-dentemente per legge eforse perfino per legge co-stituzionale - un’appositaconvenzione, magari liti-gando su chi debba pre-siederla. Dopo tanti ten-tativi andati a vuoto nelcorso dei decenni, nonbasta affidarsi alle norma-li Commissioni per gli af-fari costituzionali attivepresso ciascuna Camera?Aggiungo che al punto incui siamo l’unica soluzio-ne che garantisca la go-vernabilità è una forma dipresidenzialismo da bi-lanciare con un rafforza-mento del Parlamento edella Corte Costituziona-le, alla quale - restandol’unica autorità di garan-zia - andrebbe assicuratapiena indipendenza daglialtri poteri.

Nevio Pelino

Se solo i ricchipagassero l’Imu

Rivedere l’Imu per i red-diti più bassi e per le pri-me case dei meno abbien-ti è sicuramente una cosagiusta. Non farla pagareper nulla sarebbe un ulte-riore modo per far pagaresempre ai soliti in quantolo Stato e i comuni an-drebbero a prendere i sol-di altrove. I comuni sicu-ramente opterebbero peraumentare ancora le ad-dizionali che già sono au-mentate in maniera spro-positata facendo pagare,come sempre, a dipen-denti e pensionati, gli uni-ci che non possono evade-

re e che spesso sono in af-fitto o sono gli stessi chepagano un mutuo per unapiccola casa di proprietàacquistata con tanti sacri-fici. E ne verrebbero av-vantaggiati quelli chehanno prime case di lussoe che spesso evadono leimposte.

Monica Stanghellini

Un governo natop e rd e n te

Alfano esorta i politici anon fare “risparmi” sul-l’uso delle scorte. Io nonvorrei essere frainteso,perché la situazione è ab-bastanza pericolosa, lagente è spossata, Alfanonon ha pensato, e con lui ilresto dei luminari appa-rentemente sotto assedio,

che uno stato sociale mi-nimamente dignitoso sa-rebbe un deterrente mol-to migliore? In primisperché non si mettono inpericolo altri ragazzi mal-pagati e poi si darebbe ret-ta alla Costituzione, chenon è un dettaglio. Maforse la mia soluzione ètroppo estremista o po-pulista, resta il fatto che èiniziata l’era dei suicidi2.0. Si è stanchi anche diuccidersi da soli e la testadi qualcuno, mentre affo-ga nei suoi pensieri bui,pensa sia giusto per tuttiportarsi dietro i presunticolpevoli delle proprie di-sgrazie. La situazione è se-

ria e un governo che sin-ceramente non sembramale, ma che è nato per-dente e all’insegna del tra-dimento non credo sia lasoluzione.

Rudi T.

Quando Berlusconigridava al golpe

Berlusconi ha più voltegridato al golpe nella ge-nerale indifferenza deimedia, ma per una voltache l’ha detto Beppe Gril-lo si è andati avanti unasettimana a parlare dieversione. A parte il solitosistema italico dei due pe-si due misure, i fatti sonoquesti: il risultato eletto-rale ha evidenziato chia-ramente che il 70% degliitaliani ha votato “con-

tro” Berlusconi o comun-que per un radicale cam-biamento rispetto al pas-sato. A fronte di questachiara indicazione del po-polo “sovrano” il presi-dente Napoletano ha ac-cettato il reincarico allavelocità della luce e calpe-stando disinvoltamentela volontà popolare, haimposto una soluzioneche ripropone esatta-mente la maggioranzache ha sostenuto il prece-dente Governo Monti edove il Partito di Berlu-sconi – cioè il perdente –non solo è tornato al Go-verno, ma ne condizionapesantemente la soprav-vivenza imponendo ipunti del suo program-ma. Se questo non è un

CARO COLOMBO, sono un po’ m e ra -vigliato. Non mi dirai, con l'ostinato“Non mi piace” del “Natale in casa Cu-p i e l l o” di De Filippo, che non ti va beneEmma Bonino ministro degli Esteri nelgoverno Letta?

E n zo

SONO DUE DISCORSI differenti, uno èquanto vale la Bonino, l'altro: di che go-verno stiamo parlando. Il mio giudiziopersonale sulla Bonino è noto e risale ne-gli anni. Emma Bonino vale molto. Ognivolta che dovessi fare dieci nomi rispetta-bili e presentabili in Italia e fuori, inclu-derei (includo sempre) il nome di EmmaBonino fra i primi tre. Ma qui stiamoparlando di un governo-Sindone. Comeun lenzuolo tutt’altro che santo, tutto ciòche avvolge la ideazione, preparazione,formazione e presentazione di questo go-verno mostra vistose, riconoscibili, im-pronte di Berlusconi. Voglio essere chia-ro. Ciò non toglie nulla al valore perso-nale e politico di Emma Bonino (comenon riduce di certo la qualità, nota e sti-mata del nuovo ministro dell'EconomiaSaccomanni). E neppure significa cheadesso queste due figure stimate sarannoberlusconiane. Ma il loro valore è inseri-to dentro una grande pozione salvificada servire con urgenza al paese affinchéBerlusconi eviti miracolosamente sen-tenze ed esclusione dai pubblici uffici(dunque dalla politica) resti “senza mac-chia” (pensate a che punto stiamo per ar-

rivare) nel casellario giudiziario e sia di-sponibile: a) per restare a pieno diritto acapo del suo partito e della lista elettoralePdl in non lontane elezioni; b) buon ma-teriale, anziano, rispettato e solido, perdiventare senatore a vita; c) salire even-tualmente con tutti gli onori alla Presi-denza della Repubblica. Voi dite, no,questo no, dopo le notti di Arcore, il ra-pimento del rag. Spinelli, la compraven-dita di deputati, senatori e giudici. Diteche questo è impossibile. Non è impossi-bile se, a pochi giorni dall’occupazionedel Palazzo di Giustizia di Milano, deci-so e guidato da Angelino Alfano , lo stessoAlfano può diventare vice primo mini-stro e ministro dell'Interno (dell'Interno)della stessa Repubblica di cui aveva ap-pena attaccato, anche fisicamente (conquella occupazione e cercando i giudicidi stanza in stanza), la magistratura delpaese. Ripeto la fiducia in Emma Bonino.E ripeto lo stupito, umiliato, indignatogiudizio su questo governo che è governodi Berlusconi e per Berlusconi. Purtroppotra le due notizie, un bravo e competenteministro degli Esteri, e il controllo di Ber-lusconi su tutta l'operazione, prevale laseconda notizia, che torna con più forzadi prima a spingere nell'imbarazzo e nel-lo stupore milioni di italiani. Certo, nontutti.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

Boninoin casaLetta

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golpe che cosa è? L’unicadifferenza che vedo è cheè avvenuto in modo nonviolento e con il plauso deimedia (voi a parte, comesempre). A rendere il tut-to più insopportabile c’èinfatti il contorno dellemesse cantate organizza-te quotidianamente dagiornali e Tv che al dannoaggiunge anche la beffa.

Carlo Stevan

È solo un’o p e ra z i o n edi facciata

In matematica si dice che"cambiando l'ordine degliaddendi il risultato noncambia". In politica non èperò così. Ieri nel discorsodel presidente del Consi-glio Letta, quando si è af-frontato sia il "tema" della

giustizia, sia quello del-l'Ambiente, si è parlatoinnanzitutto di imprese epoi dei cittadini. Una scel-ta che lascia stupiti. Nontanto perché nell'ipoteti-ca agenda del governo ap-paiono tutti e due gli "ad-dendi", quanto perché ilprimo, quasi fosse il piùurgente, è sempre e co-munque l'impresa. Lagiustizia dev'essere piùcelere, innanzitutto perconsentire alle impreseuna certezza del dirittoche le invogli a investire inItalia, così come il proce-dimento autorizzativoambientale dev'essere piùsnello sostanzialmenteper lo stesso motivo. Epoi, sempre nel discorsodi Letta, sono "arrivati" i

cittadini. Tutti ad applau-dire, tutti a lodare la nuo-va svolta, tutti pronti ascommettere su questanuova pagina della politi-ca. Ma siamo sicuri che,leggendo tra le righe, sitratti di nuova politica o,più semplicemente, diuna operazione di faccia-ta? Ma non sono le perso-ne a fare le imprese e nonviceversa? L'economia,pur nella gravità del mo-mento, può essere sempree comunque l'unico e in-superabile punto di par-tenza?

Gianluca Mondì

A volte bisognacambiare giornale

Forse avevate ragione. IlPd non aveva alcuna vo-glia di allearsi con M5S.Che tristezza però. Dal1980 circa, ogni mattinaho comprato Repubblica.Da alcuni anni, saltuaria-mente, ho comprato an-che il Fatto Quotidiano.Dal giorno delle elezioninon ho più comprato Re-pubblica e ho invece sem-pre comprato Il Fatto. L’I-talia di Pansa, Ferrara,Formigoni, Maroni etc.ha vinto di nuovo. Ciò chemi ha lasciato veramentestupefatto e indignato è lavittoria di Maroni sul-l’Avv. Ambrosoli. Ma chegente c’è in Lombardia?Io sono del 1947 e avendozii e cugini a Milano hosempre frequentato quel-la città. Vi posso garantireche negli anni 60/70/80erano tutti una spannapiù in alto rispetto al restod’Italia, anche della miaFirenze che tanto amo eora diventata il trampoli-no di lancio per un ragaz-zotto ambizioso. Inten-diamoci Renzi non è unbischero, ma dice tutto e ilsuo contrario. Insommatutto fumo e niente arro-sto. Il Caimano ha già det-tato le sue condizioni.Evidentemente il male ènel nostro dna. Questanon è una giustificazione,ma una magra consola-zione.

Lolli Guido

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