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Incontro Monti-Papa. Non si sa se il Vaticano pagher lIci. Sicuri invece i manganelli della polizia in piazza San Pietro contro gli indignados y(7HC0D7*KSTKKQ(www.ilfattoquotidiano.it

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Domenica 15 gennaio 2012 Anno 4 n 12Redazione: via Valadier n 42 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 fax +39 06 32818.230

1,20 Arretrati: 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

COS FAREMO PAGARE GLI EVASORILuigi Magistro, super 007 dellAgenzia delle Entrate, spiega al Fatto come si pu piegare la lobby pi potente: 10 milioni di furbetti fiscali

Le maestrine del bon tondi Marco Travaglio

Rating colposodi Stefano Feltri

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a allora era tutto inutile? Le pensioni, le tasse sulla benzina, il ritorno dellIci e prima ancora i tagli ai Comuni e alle Regioni, alla sanit, ai fondi per il Sud, cinque manovre in un anno. E forse era inutile anche il cambio di governo, da Berlusconi a Monti? Allo spread vicino a quota 500 ormai ci siamo abituati, ma adesso lagenzia di rating Standard & Poors ci ha mandati in serie B: il nostro debito pubblico passato dalla classe A a BBB+, due spanne sopra la soglia della spazzatura. Che il 2012 sar terribile, con una pesante recessione, lavevamo capito da un po. Ma ora scopriamo che, invece di lottare per non retrocedere dalla serie A, siamo gi in un campionato diverso, dove militano Per e Kazakistan, nostri fratelli di rating. A chi considera i responsi dellagenzia verbo oracolare, non resta che rassegnarsi: lItalia destinata al declino, lEuropa spacciata, solo la Germania, solida e immune da ogni declassamento, si erge sulle macerie della moneta unica. Uno scenario che stuzzica la miope Angela Merkel, incapace di prevedere che poi crollerebbe anche leconomia tedesca. A leggere gli auspici di S&P si dovrebbe procedere subito a drastiche liberalizzazioni e poi pregare perch, lo ammette lagenzia con una piroetta logica, i problemi del Paese dipendono pi dalla fragilit europea che dalle finanze pubbliche, ora relativamente al sicuro. Oppure si pu dire che il re nudo, che tre agenzie americane che dominano il mercato e si muovono allunisono non detengono loligopolio anche della verit. Come tutte le aziende in crisi, lItalia ha fatto il primo passo per salvarsi: cambiare lamministratore delegato. Monti non Berlusconi, i conti di oggi non sono quelli lasciati da Tremonti (nella manovra estiva cera un buco di 20 miliardi), il decreto salva Italia pieno di difetti, ma ha qualche logica e non solo tagli lineari. Il professore pu dire alla Merkel che la linea tedesca sta trasformando lEuropa in una grande Grecia. E pu spiegare ai mercati che la sorte dellEuropa, nel bene e nel male, nelle nostre mani. Non in quelle di Standard & Poors.

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Roma come Cortina, controlli della Finanza nelle vie dello shopping: il clima cambiato. Ma a Standard &Poors i nostri progressi non interessano: dopo il declassamento del debito i leader europei contestano la bocciatura e temono gli effetti sui mercati Caselli, Malagutti, Meletti, Travaglio pag. 6 - 7 - 8 - 9 zLA TRAGEDIA x Tre morti accertati nel disastro del Giglio

I QUARANTUNO SCOMPARSI DELLA NAVE CONCORDIA

La Costa Concordia davanti allisola del Giglio (FOTO ANSA)

Sono sessanta i feriti. Paura per i dispersi, c chi teme che tra loro ci siano altri che hanno perso la vita. Fermato il comandante, accusato di omicidio colposo, naufragio e abbandono della nave. Polemiche sui soccorsi pag. 2 - 3 - 4- 5 zdi E. Liuzzi e A. Massari

Udi Enrico Fierro

Udi Ferruccio Sansa

feriti, diT re morti,sei67indagati.41staspersi e Il comandante della nave in to di fermo: accusato domicidio colposo plurimo e abbandono della nave. Secondo gli inquirenti, sarebbe sceso dalla Concordia intorno alle 23:30, mentre la nave affondava. Gli ultimi passeggeri si sono salvati quattro ore dopo. pag. 2 z

LA STIVA LA SICUREZZA DIVENTATA CONTA MENO TRAPPOLA DEL COMFORT41 perMreancano ancorarintrac- R aggio metacentrico. Mosone. Sono da mento di raddrizzamencia . Pesa le parole, le to. Doppia carena. Termini bilancia, il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi, e d corpo ai timori che si sono diffusi. pag. 3 z tecnici, che i passeggeri di una nave non conoscono. Eppure la loro vita dipende da quei numeri pag. 4-5 z

CATTIVERIE

Napolitano: Abbiamo individuato i passi per uscire dalla crisi. Tipo il Sempione (www.spinoza.it)

uesta settimana si parlato molto di noi. Prima perch uno scoop del nostro Marco Lillo ha fatto dimettere il sottosegretario Malinconico e un altro scoop di Marco Lillo (che aggiungeva particolari inediti a quello di Sergio Rizzo sul Corriere) ha messo una bombetta sotto la poltrona del ministro Patroni Griffi. Quando un giornale fa uno scoop, gli altri lo riprendono citando la fonte. Nel nostro caso in pochi lhanno fatto: i pi han preferito sorvolare o addirittura inventarsi di avere scritto di Malinconico mesi fa (in realt tutti avevamo scritto di lui nel febbraio 2010, quando il suo nome comparve con quelli di Balducci e Piscicelli nellordinanza dei giudici di Firenze sulla cricca; ma le novit che lhan fatto dimettere le ha pubblicate il Fatto, punto). E alcuni giornali imbottiti di soldi pubblici si sono adontati perch abbiamo fatto notare la coincidenza del loro silenzio su Malinconico che li aveva appena imbottiti di soldi pubblici: ma, se la coincidenza non la fa notare lunico giornale che rifiuta i finanziamenti pubblici, chi altri la far notare? Poi s riparlato di noi perch, sulluno-due Consulta-Cosentino, abbiamo titolato Il giorno delle due porcate e cosca. La parola cosca non piaciuta al direttore di un grande giornale che, ci mancherebbe, ha tutto il diritto di dissentire. Ma noi volevamo sottolineare che il termine casta riduttivo per una maggioranza parlamentare che salva dallarresto, per la seconda volta in due anni, un noto amico di noti camorristi (questo si pu gi dirlo in base ai fatti: se poi quelle amicizie siano reato, lo stabiliranno i giudici). Quella che, dopo una catena di ricatti e avvertimenti, prima salva poi abbraccia un personaggio simile, non casta: cosca. Emanuele Macaluso non ha gradito nemmeno il termine porcata applicato alla sentenza della Consulta, a suo dire indegno di un giornale democratico. Ora, a parte il fatto che grazie a quella sentenza ci teniamo la legge Calderoli, definita porcata dal suo stesso autore, noi abbiamo spiegato perch labbiamo chiamata cos: perch le sentenze mafiosamente anticipate con pizzini ai giornali in violazione del segreto della camera di consiglio (primancora che si aprisse) squalificano chi le emette. Senza contare che la Consulta gi squalificata dallo scandalo della P3, a cui ben sei giudici costituzionali secondo il Tribunale di Roma anticiparono il loro verdetto sul lodo Alfano. Macaluso della P3 non parla e ci impartisce una lezione di bon ton istituzionale col solito trucchetto di guardare il dito per non vedere la luna. Lo scandalo non lazione, ma la reazione. Non sono i fatti, ma il linguaggio usato da chi li descrive. Ora, vista la platea piuttosto ristretta che in grado di raggiungere (i lettori del Riformista), la lezioncina ci lascerebbe indifferenti, se non sapessimo che Macaluso il corazziere capo del Quirinale. Le sentenze ammonisce vanno rispettate e (a proposito del milione e 200 mila firme buttate nel cestino dalla Consulta) non devono tener conto del numero degli innocentisti e dei colpevolisti. Bella sciocchezza: il giudizio di legittimit su un referendum non un processo penale dove si giudica un imputato. Nei referendum il numero dei proponenti conta eccome, infatti se le firme non superano il mezzo milione non si vota. Dunque fingere che quel milione e 200 mila persone (pi 115 costituzionalisti convinti della legittimit dei quesiti) non esistano non come condannare un imputato che molti ritengono innocente, o viceversa. , specie se lo si fa dopo torbide manovre, una ferita alla democrazia. Ma consolante la ritrovata fiducia di Macaluso nelle sentenze, qualunque tribunale le emetta. Chiss se ha poi scoperto cosa cera scritto nella sentenza definitiva sul suo protetto Andreotti. Lultima volta che ne parl, fu per gabellarla da assoluzione, invece era prescrizione del reato commesso di mafia. Il miglior modo per rispettare le sentenze leggerle. E, possibilmente, capirle.

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In tilt il sito Internet La compagnia diffonde notizie su Facebook

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IL NAUFRAGIOoltre che Facebook, a Twitter (@costacrociere). Il nostro primo pensiero si leggeva in bacheca va alle vittime ed esprimiamo tutto il nostro cordoglio e la nostra vicinanza ai loro familiari e amici. Tutto il nostro impegno ora concentrato nelloffrire assistenza agli ospiti e allequipaggio che erano a bordo della nave, per farli rientrare al pi presto a casa. Il servizio clienti di Costa Crociere ha gi iniziato a prendere contatto telefonicamente con tutti gli ospiti che avrebbero dovuto imbarcarsi sulla nave ieri a Savona e da oggi nei porti successivi previsti dal programma della crociera. Al momento non prevista alcuna variazione al programma di viaggio di tutte le altre navi della flotta. Per le informazioni la societ rimanda numero 848.50.50.50.

er tutto il giorno ieri stato impossibile entrare nel sito di Costa Crociere. La compagnia di navigazione ha informato sulla propria pagina Facebook dei disagi dovuti agli enormi volumi di traffico. Stiamo intervenendo sul problema, ha spiegato la societ che per tutti gli aggiornamenti sulla Costa Concordia allisola del Giglio rinviava,

COSTA MORTALELa nave Concordia affonda a pochi metri dallIsola del Giglio Tre morti, 60 feriti e 41 dispersi. Fermato il comandantedi Emiliano Liuzzi

e Antonio MassariIsola del Giglio

re morti, 67 feriti, 41 dispersi e sei indagati. Il comandante della nave in stato di fermo: accusato domicidio colposo plurimo e abbandono della nave. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, sarebbe sceso dalla Concordia intorno alle 23 e 30, mentre la nave affondava, lasciando che gli ultimi passeggeri si salvassero quattro ore dopo: intorno alle 3 del mattino. Il comandante Francesco Schettino, il cui arresto sar valutato dal gip marted, non stato ancora interrogato, ma gli inquirenti, nel rico-

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sola del Giglio ha dichiarato Verusio , la nave ha preso uno scoglio che si incastrato sul fianco sinistro, facendola inclinare e imbarcare tantissima acqua nel giro di due o tre minuti. La Procura sta valutando la posizione di tutti gli ufficiali presenti a bordo. Al momento dellimpatto con i fondali dellisola del Giglio, secondo le prime ricostruzioni, in plancia di comando cera anche un altro ufficiale con quattro sottufficiali. Si procedeva usando il gps che potrebbe non aver funzionato e una brusca virata forse avrebbe potuto evitare la tragedia.UNA MANOVRA molto costosa, per lalto consumo di carburante, che comunque non c stata: la Concordia ha iniziato a sfondare la carena tra le secche, ha puntato lisola e di l a poco ha iniziato ad affondare, causando tre morti, un cittadino peruviano e due francesi. Ma soprattutto il terribile, macabro dubbio che sempre pi si materializza, a pochi metri dallisola del Giglio, quando si scopre che nella nave non ancora possibile entrare. Nessun sommozzatore pu esplorarla, perch limbarcazione non stabilizzata, potrebbe inclinarsi ulteriormente e quindi, mentre scriviamo, nessuno in grado di verificare se a bordo ci siano altri corpi. Il dubbio che i dispersi siano rimasti imprigionati proprio tra gli alloggi e le lavanderie, che si tratti di personale dellequipaggio, per lo pi filippino e cinese. Troppe circostanze ancora non tornano a 24 ore dal naufragio: c troppa confusione nel conteggio delle vittime e dei dispersi. Per una quarantina di persone irrintracciabili, infatti, non si

Fuori rotta La Costa Concordia viaggiava molto vicina allIsola del Giglio. La rotta, secondo i pm, sarebbe stata decisa dal comandante. Gli isolani raccontano che capita spesso che una nave si avvicini per salutare e per mostrare ai passeggeri le bellezze della costa. In questo caso la manovra sarebbe stata maldestraconta alcuna rivendicazione dei familiari. Segno che i dispersi potrebbero essere tutti stranieri e che non siano tra i passeggeri. un altro elemento che rafforza il dubbio: la Concordia potrebbe essere un cimitero che affonda lentamente. Davanti allingresso della guardia costiera di Porto Santo Stefano, dove per tutto il pomeriggio sono stati interrogati i membri dellequipaggio, come persone informate sui fatti, si sono avvicendati una dozzina di consoli: alle 8 di sera, il diplomatico britannico esce accompagnato da sette connazionali, tutti avvolti tra le coperte, ma si tratta ancora una volta di passeggeri. In serata sempre pi chiaro: lequipaggio il vero buco nero di questa tragedia. Nel pomeriggio la Guardia di Finanza ci spiega che la Costa Crociere non ha consegnato ai soccorritori lelenco dei presenti a bordo. La Costa Crociere nega, soste-

Francesco Schettino avrebbe eseguito una manovra maldestra e abbandonato il natantestruire la dinamica dellincidente, hanno deciso che andava tenuto in stato di fermo. Il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, ha indagato anche il primo ufficiale in plancia, Ciro Ambrosio, per il quale non stato per disposto il fermo. Dalle prime indagini emerge che per Schettino si profilano gravi responsabilit: era sulla plancia di comando e si avvicinato molto maldestramente allI-

nendo di aver consegnato lelenco gi in mattinata, ma la Guardia di Finanza conferma: non abbiamo ricevuto nulla. Contattiamo Enrica Pennacchi, executive assistant al presidente della Costa Crociere, che ci parla dellesistenza di un elenco, fornito ai consoli, di

soli passeggeri. Ancora una volta qualcosa non torna: perch non fornire ai consoli anche lelenco dellequipaggio, che conta decine di stranieri, quellelenco dov? La Pennacchi riattacca il telefono. Nel frattempo la nave sinclina sempre di pi, continuando ad

affondare. La Concordia stava effettuando la sua regolare navigazione, da Civitavecchia a Savona, per la prima tappa della sua crociera nel Mediterraneo. A BORDO tra passeggeri ed equipaggio cerano 4.229. Due ore e mezza dopo la partenza, per, s verificato lincidente: i passeggeri erano a cena, hanno prima sentito un boato, poi una serie di

LA TESTIMONIANZA Il giornalista Luciano Castro

A bordo, un inferno di urla e panicodi Luciano

Castro*

iamo partiti da CiS vitavecchianelalle 19settimaper una na di crociera Mediterraneo. Eravamo diretti a Savona. Io ero gi a cena, il secondo turno, a tavolo con amici. Erano le 21,30. Allimprovviso ho sentito una forte vibrazione, un fragore e la nave si praticamente inchiodata. Il black out stato improvviso. La nave ha iniziato ad inclinarsi, i piatti e i bicchieri sono volati via. Intorno solo panico con gente che urlava e scappava via. Quando tornata la luce cerano le mamme con i bambini in braccio nel panico, i camerieri inebetiti. Dallaltoparlante della nave solo un codice alfanumerico per noi passeggeri privo di significato. Nessuno ci ha detto niente di quello

che stava accadendo. Le persone hanno iniziato la ricerca dei salvagenti. Solo allora ci hanno avvertito che si trattava solo di un problema elettrico. Ci stato ripetuto lo stesso messaggio dopo un quarto dora mentre la nave continua ad inclinarsi. Io sono rimasto al ristorante, al telefono, per raccontare allAnsa che cosa stava accadendo. Non so quanto tempo passato difficile stimare il tempo in quelle condizioni. La nave continuava ad inclinarsi poi arrivato il segnale dellevacuazione: 7 squilli brevi e uno lungo. Quando ci siamo ritrovati sul ponte 4 per raggiungere le scialuppe di salvataggio il caos era totale. La mia scialuppa era la 14, non scendeva bloccata sulla fiancata. I marinai lhanno liberato con un'a-

scia. Centocinquanta persone tutte insieme che cercano di conquistarsi la salvezza salendo sulla barca assegnata. Ho visto scene di disperazione persone terrorizzate che cercavano di salire sulle scialuppe degli altri e si buttavano a corpo morto. Anche il personale della nave era in difficolt: le manovre di emergenza sembravano studiate a tavolino. Molti si sono gettati in mare, la costa era vicinissima, tanti i membri dellequipaggio . Anche il comandante in seconda si gettato in mare. Quando siamo arrivati a terra siamo stati abbondonati. Meno male che cerano gli abitanti del Giglio. Ci hanno portato le coperte, i maglioni. Hanno aperto gli alberghi, le case, la chiesa. Ci hanno portato bevande calde. Ho visto un morto, un

uomo gonfio dacqua portato dalla corrente, un altro portato dalla lancia della polizia sotto un lenzuolo. Lequipaggio erano soprattutto asiatici e filippini molti di loro si sono tuffati per raggiungere la salvezza. Ho passato la notte con uno di loro: un filippino che lavorava in lavanderia che si buttato in mare mezzo nudo. Sono stato prima in chiesa poi in albergo da Ruggero. Mi ha dato la coperta che porto ancora con me. Isolani straordinari. Ho usato il telefono che mi ha messo a disposizione un panificio. Ancora non si sa se i morti sono soltanto tre ma comunque troppi per una vacanza. E con tutto quello che ho visto, se sono solo tre, un miracolo.*Testimonianza raccolta da Michela Gargiulo

GASOLIO nei serbatoi Rischio catastrofe i problemi per T rasversamentida affrontareanchel'incidenteealla nave Costa Concordia c' quello di vitare di carburante in mare. Nelle cisterne nave ci sono 2380 tonnellate di gasolio: se non si provvede si pu rischiare il disastro ambientale, spiega il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi. Il ministro dellAmbiente, Corrado Clini, affida le sue dichiarazioni a Twitter: Il nostro lavoro impegnarci al massimo con uomini e mezzi per scongiurare il rischio inquinamento, che avrebbe conseguenza gravissime. Allarme anche dal geologo Mario Tozzi, ex presidente del Parco dellArcipelago Toscano: importante che nelle prossime ore si provveda a mettere in sicurezza lo scafo e ad aspirare il carburante. Altrimenti lisola del Giglio condannata. Al contrario, dalla societ, arrivano parole rassicuranti: La nave in piena sicurezza sottolinea il direttore generale di Costa Crociere, Gianni Onorato sono gi arrivati tecnici dall'Olanda che si occuperanno di questo problema. Vuol dire aspirare il carburante presente nei serbatoi.

Domenica 15 gennaio 2012

I parenti delle vittime della Moby Prince Nulla cambiato

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IL NAUFRAGIOcontinua Rispoli, che nella sciagura perse una sorella . Scene da film che poi scopri essere pi che reali. Dopo gli ultimi incidenti nel mare della Toscana, lultimo dei quali finito con laffondamento con un peschereccio conclude Rispoli ci saremmo aspettati maggiore sicurezza in mare. Uno si aspetterebbe che una nave che trasporta 4-5 mila persone abbia la massima sicurezza, anche per tutti i controlli degli organi preposti. Invece questo fa capire quanta strada ci sia ancora da fare nel campo della sicurezza dei trasporti marittimi.

uando succedono queste cose inevitabile che la mente vada l. Rivivi quel dolore, ci che hai vissuto quella notte. A dirlo Loris Rispoli, presidente dellassociazione 140, uno dei comitati delle famiglie delle vittime del Moby Prince, il traghetto su cui il 10 aprile 1991 morirono 140 persone dopo una collisione con una petroliera nella rada del porto di Livorno. Leggo cose assurde

Le immagini dallalto mostrano la vicinanza della Costa agli scogli. In alto, al centro, il comandante Schettino. A destra, un soccorritore con un neonato in braccio (FOTO ANSA)

Tutti quei nomi che mancano allappelloLA STIVA POTREBBE ESSERSI TRASFORMATA IN UNA TOMBAdi Enrico

Fierro

black out, infine il disperato tentativo di salvarsi. Il primo soccorso giunto da un guardia coste della Finanza, che ha trasportato a riva una mezza dozzina di zattere con naufraghi a bordo. I primi soccorsi coordinati dalla Capitaneria di porto si sono protratti fino al primo pomeriggio. Poi iniziata la conta dei dispersi. Una conta che neanche allunit di crisi riescono a prendere in seria considerazione. E per un

semplice motivo: non possibile comprendere il numero delle vittime fin quando i sommozzatori non esploreranno la nave. Soltanto allora, verificando se anche allinterno della Concordia, vi sono vittime oppure no, si potr conoscere con esattezza il bilancio di questa tragedia. Ma lingresso dei sommozzatori legato alla sua stabilizzazione. E la Concordia, in queste ore, affonda sempre pi rapidamente.

ancano ancora 41 persone. Sono da rintracciare. Pesa le parole, le bilancia, il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi, e d corpo ai timori che si sono diffusi fin dalla mattina. Il numero delle vittime del disastro della Costa Concordia rischia di aumentare. Delle 4232 persone che, secondo gli elenchi forniti, erano a bordo della nave, al momento ne sono state rintracciate 4191. La verifica tra gli elenchi va avanti: un lavoro lungo che si protrarr fino a stanotte. Temo che il bilancio delle vittime di questo disastro sia destinato a salire, aggiunge il sindaco di Orbetello, Monica Paffetti.

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quella pi difficile da ispezionare. Il Costa, spiegano fonti della Guardia Costiera, adagiato su un fondale a 30 metri di profondit, ma c il rischio che il relitto scivoli a 70 metri. Per questa ragione i sub che hanno lavorato per tutta la giornata di ieri non si sono ancora calati per ispezionare la parte pi in basso del relitto. Mancano ancora allappello decine di persone, conferma il Capitano di Fregata Cosimo Nicastro, della Guardia Costiera. Un filo di speranza arriva dal sindaco dellIsola del Giglio,

INSOMMA, ci sarebbero ancora decine di dispersi tra i crocieristi e lequipaggio della Costa Concordia, corpi non recuperati in mare e forse rimasti intrappolati nella nave. Nella sua pancia,

Gli addetti alle cucine e alla sala macchine potrebbero non aver fatto in tempo a mettersi in salvo

Sergio Ortelli. Aspettiamo prima di dare cifre, possibile che in tanti siano stati soccorsi in mare e portati direttamente sulla costa. Nella parte squarciata della nave lacqua non era alta, la Concordia si inclinata lentamente e c stato tempo per mettersi in salvo. Le tre squadre di subacquei della Guardia di Finanza hanno battuto palmo a palmo la parte emersa della nave e qui non sarebbero stati trovati corpi, ma bisogner far passata la nottata e aspettare le prime luci dellalba per ispezionare le parti sommerse in condizioni di sicurezza per i sub. A rendere pi complicato il calcolo delle vittime e la ricerca di dispersi la confusione provocata dalla concitazione nelle prime ore del disastro. Quattro cittadini statunitensi ci racconta un ufficiale della Capitaneria di Porto che erano stati dati per dispersi, erano invece stati soccorsi di notte e portati in un albergo dellisola del Giglio, nessuno aveva segnato i loro

nomi e risultavano dispersi. Li abbiamo ritrovati solo ieri mattina. Ancora non stato concluso lincrocio dei dati tra lista passeggeri e persone salvate, dice il maresciallo Enrico Del Santos, responsabile delle relazioni esterne della Capitaneria di Porto, ci sono un migliaio di persone sparse tra lisola del Giglio, Porto Santo Stefano e altre localit. Un dato, anche questo, che fa riflettere sulla efficacia della macchina dei soccorsi. MA A RENDERE pi inquietante il mistero sul numero dei dispersi una notizia rimbalzata per tutta la giornata di ieri. Tra il personale di bordo, molti asiatici, indiani e filippini, cerano gli addetti alle cucine situate negli ultimi piani del colosso. Cuochi e camerieri che nel momento dellimpatto della nave con gli scogli erano al lavoro. Era lora di cena riferisce un testimone e le cucine erano in piena attivit. Il sospetto che molti non siano riusciti a raggiungere i piani superiori della nave e a mettersi in salvo. Solo quando i sub riusciranno a calarsi e ad ispezionare anche questa parte della Concordia, si capir se il disastro ha assunto proporzioni ancora pi drammatiche e se la storia avr deciso di ripetersi. Molti, L P ) nelle ore della tragedia, hanno evocato il Titanic, per il caos nei soccorsi, limpreparazione dellequipaggio denunciata da molti superstiti, la lotta feroce per accaparrarsi un salvagente, la gente che si buttava in mare, le sottovalutazioni iniziali. Mancava lorchestra, ma cera la terza classe, le cucine zeppe di lavoratori filippini chiusi nella pancia del tempio del divertimento galleggiante.A RESSE

Assalto ai salvagente, che non bastanoIL PERSONALE STRANIERO HA TENTATO DI AIUTARE, MA NON SAPEVA COME FAREdi Chiara Paolin

e su la N oi alle undiciLamezza s tirata cosa saracinesca. gente era in condizioni penose, offrire almeno una calda era il minimo. Nel bar davanti al molo del Giglio la proprietaria ancora arrabbiata, incredula. La notte del naufragio stata per lei un via vai continuo di gente spaventata, col cellulare in mano a cercare di calmare i parenti a casa: tutto bene, siamo salvi. Ma soli, infreddoliti, senza punti di riferimento. Per questo la gente dellisola ha dato ospitalit ai quattromila naufraghi che hanno rotto il silenzio della notte con urla e disperazione. Perch nessuno, mentre cenava con abiti eleganti e leggeri nel salone vetrato, pensava di dover uscire nel buio cercando una scialuppa, un giubbotto galleggiante, una coperta. Poi, allimprovviso, il panico. Eravamo nel caos pi totale, nessuno anche tra l'equipaggio sapeva darci in-

dicazioni precise racconta una famiglia di Frosinone, imbarcata da poche ore . Appena la nave ha cominciato ad inclinarsi, e tutti siamo stati sbattuti da una parte all'altra, cadendo e ferendoci, abbiamo deciso di andare fuori, a cercare le scialuppe di salvataggio. Ma c' voluta pi di un'ora per abbandonare la nave.IN REALT lassalto alle scialuppe ha aumentato la paura a bordo: insufficienti per accogliere tutti, precipitate sulla testa di alcuni viaggiatori del ponte sottostante quando la nave si inclinata, inutilizzate sul fianco che si sollevato dallacqua, non sono state il mezzo di salvezza. Molte persone si sono calate con le corde, le scalette, buttate a mare pur di raggiungere presto la riva. Siamo andati alle scialuppe ma non tutte andavano in acqua, alcune sono cadute sui ponti e c' chi rimasto ferito o contuso raccontano Ilaria e Safa, due

giovani ragazze. Abbiamo avuto una paura pazzesca, i giubbotti galleggianti bastavano appena per i bambini ha aggiunto infuriata una turista di Aprilia . Il personale ci diceva di tornare in cabina e invece noi siamo scappati tutti fuori, pronti a lanciarci in acqua anche se era buio pesto. E coi fischi dei marinai, le sirene, le urla, non si capiva pi niente. Disorganizzazione totale. E le norme di sicurezza erano state spiegate? La simulazione dellabbandono della nave era stata organizzata? Macch, chi li guarda mai quei foglietti appiccicati dentro le stanze alza le spalle un sopravvissuto . Si spera che in casi come questi sia lorganizzazione a coordinare il tutto. Invece no. Tra gente che calpestava chi era caduto a terra e genitori alla disperata ricerca dei propri figli nelle sale giochi, dallaltra parte della nave, pare che soprattutto i runner indiani e filippini, di servizio nelle cucine, abbiano

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tentato di dare una mano. Una giornalista di Sky, Mara Parmegiani Alfonsi, era a bordo e ha raccontato alle telecamere una situazione disastrosa: Il personale non era assolutamente adatto a svolgere i compiti che gli erano stati assegnati. Sulla scialuppa dove ero imbarcata io hanno cambiato anche il conducente. Non funzionavano neanche le luci dei giubbotti. Poi, a terra, non ci hanno dato nulla, nemmeno una bevanda calda. Fortuna che la signora del bar ha alzato la saracinesca e distribuito caff gratis a tutti.

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Al varo non si ruppe la bottiglia di champagne Poi lincidente a Palermo

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IL NAUFRAGIOuomini di mare considerano un cattivo presagio. Poi, due anni dopo, il primo incidente: il 22 novembre 2008, mentre entrava nel porto di Palermo, fu travolta da onde provocate dal maltempo. Durante le manovre, un urto provoc una ampio squarcio tra la prua e la fiancata dellimbarcazione. Non ci furono conseguenze per i passeggeri e l'equipaggio.

on nata sotto una buona stella la Concordia, una delle navi pi grandi della flotta Costa, insieme con le gemelle Serena, Pacifica e Favolosa. Il giorno del varo, il 7 luglio del 2006, la bottiglia lanciata dalla modella Eva Herzigova non si ruppe contro lo scafo. Un video postato su YouTube da uno dei presenti alla cerimonia, documenta quello che gli

MEGLIO I LUSTRINI DELLA SICUREZZANavi troppo alte rispetto allo scafodi Ferruccio Sansa

Subito dopo lurto In alto, una delle prime immagini dellincidenteil panorama. Sulla Michelangelo era tutto diverso, doveva affrontare le onde di trenta metri dellAtlantico. Oggi no, le nuove navi non amano le tempeste, le evitano grazie alla strumentazione avanzata. Spiega Damonte: Le navi da crociera rispettano norme della navigazione severe come mai. E la Costa Concordia era allavanguardia. Ma transatlantici e traghetti cos alti rischiano di essere meno stabili delle altre navi? Sono sicuri. vero, il raggio metacentrico di solito va da un metro a un metro e mezzo. Petroliere e navi cisterna arrivano a sette. Perch? Per ragioni di comfort. Una nave che sente pi le onde presenta meno rischi di ribaltamento. Una corvetta militare, che ha un raggio di 10

aggio metacentrico. Momento di raddrizzamento. Doppia carena. Termini tecnici, che i passeggeri di una nave non conoscono. Eppure la loro vita dipende da quei numeri, perch significano capacit di non inclinarsi (rendendo il salvataggio meno drammatico di come successo al Giglio), di non capovolgersi e di resistere agli urti. Il disastro di ieri mette sotto processo i grattacieli del mare (tutti, non solo la Costa Concordia): alti fino a 70 metri, come palazzi di 25 piani. La parte emersa enormemente pi grande di quella immersa. La nave pi comoda, pi spaziosa, ma meno stabile. Una nave da crociera di ultima generazione ha un raggio metacentrico di un metro. Un decimo di una nave militare, racconta un esperto. In pratica significa che i colossi del mare con migliaia di passeggeri hanno minore stabilit (perfino dei transatlantici di mezzo secolo fa). Dubbi che gli studiosi avanzano da anni. Non solo: una na-

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ve alta pi esposta al vento. Proprio la Costa Concordia in un giorno di burrasca del novembre 2008 urt il molo del porto di Palermo, squarciandosi la prua.ANDIAMO al Giglio dove gli inquirenti sono al lavoro. E dove, nonostante le proporzioni della tragedia, le autorit del Governo non si sono viste. N sentite. Ma che cosa successo ieri notte al largo dellisola? Scafi come questi sono progettati per resistere agli urti pi violenti. Ci sono paratie stagne ogni dieci, venti me-

Mesi per rimuoverla, poi potrebbe di nuovo navigare Nessun membro del governo presente

tri. Ma lo squarcio della Concordia sembra lungo 70-80 metri, pare aver interessato tre, quattro compartimenti della nave. Le paratie non sono state sufficienti, riflette Riccardo Damonte, perito navale dello studio Ansaldo di Genova, uno dei pi prestigiosi del mondo. I suoi esperti sono consulenti della Costa e gi ieri erano al Giglio. Ma perch la nave finita sugli scogli? Un black-out del sistema di navigazione? Difficile, navi come queste hanno sistemi ridondanti, se uno si rompe ne interviene un altro. Ci sono generatori autonomi che consentono di alimentare sempre le attrezzature. E se lo scoglio non fosse stato indicato sulle carte? Molto strano, sono aggiornate in continuazione. La risposta arriver dalle indagini. Ma i dubbi sui grattacieli del mare restano. Basta guardare i dati della Costa Concordia, una nave moderna, ultimata nel 2005 (i superstiziosi, che nel mondo della marineria abbondano, ricordano che al varo la bottiglia lanciata contro lo scafo non si ruppe): 114.147 tonnellate di stazza, 292 metri di lunghezza, 52 di altezza.

Per non dire delle 1.500 cabine, dei 5 ristoranti, dei 13 bar. Una citt galleggiante: lammiraglia Costa era capace di portare 4.880 persone (3.780 passeggeri e 1.100 membri dellequipaggio). Certo, ci sono sistemi di salvataggio molto avanzati, ma levacuazione di cinquemila persone unimpresa, soprattutto se la nave sta affondando. Che differenza rispetto ai modelli del passato! La Michelangelo (uscita dai cantieri di Sestri Ponente come la Costa Concordia) era alta poco pi della met. Portava 2.500 persone. MA POI ha vinto il modello americano, studiato per croceristi a stelle e strisce. Addio alla sobria eleganza delle navi italiane, si punta sui casino galleggianti. Bastava visitare i saloni della Costa Concordia (e delle concorrenti) per rendersene conto: ecco il salone centrale, decine di lampadari di cristallo, luci verdi, rosse e blu, specchi ovunque. Poi il centro benessere di 2.100 metri quadrati, le 4 piscine. Le vetrate tanto vicine alla poppa e alla prua per far godere

Ho visto il terrore nei loro occhiLE TESTIMONIANZE DEGLI ABITANTI DELLISOLA CHE HANNO ACCOLTO I NAUFRAGHIdi Michela Gargiulo

vacanza I morti dellaperuviano.hanno nomi stranieri: sono due turisti francesi e un marinaio Servel Francis, Micheaud Jean-Pierre e Thomas Alberto Costilla Mendoza sono annegati dopo essersi gettati dalla nave da crociera. Quaranta sono i feriti. Gravissimo un cuoco del Bangladesh. La conta dei morti potrebbe trasformare questa tragedia in un incubo: 40, forse 50 persone non si trovano pi.LA VACANZA della Costa crociere finita dopo due ore di navigazione, sugli scogli della Gabbianara, al Giglio. Sull'isola aspettavano il passaggio della nave da crociera. La chiamano navigazione turistica: un passaggio vicino alla costa che diventa un saluto. Ma mai avevo visto una nave cos vicina racconta Silvano Brizzi, gigliese, 39 anni. Abbiamo subito capito che c'era qual-

cosa che non andava. La nave ha impattato contro uno scoglio periferico affiorante sotto gli occhi dei gigliesi che aspettavano il passaggio del gigante del mare in una notte bellissima conferma Antonio Velardo . Ha imbarcato acqua da subito e si girata inclinandosi pericolosamente.

Dopo stata fatta una manovra per portare la nave su un fondale pi basso. I gigliesi sono corsi tutti sul molo, in casa sono rimasti solo gli anziani. Nella piccola isola dell'Arcipelago d'inverno si contano poco pi di 1000 anime. Hanno preso le barche e le hanno calate in mare e sono corsi a prestare soc-

Un padre ha gettato la figlia sulla scialuppa da 4 metri Erano mezzi nudi e distrutti dal freddo

corso. Da quando la nave si inclinata alla discesa delle scialuppe saranno passate tre quarti dora racconta Antonio. Siamo partiti noi insieme alle motovedette della capitaneria, della protezione civile. In mare cera l'inferno. Nel buio vedevi brillare centinaia di luci: erano le persone che si erano gettate in acqua con i giubbotti di salvataggio. DALLA NAVE scendevano le scialuppe cariche di persone terrorizzate. Cera chi si calava con le corde, chi si gettava in mare. Silvano ha in mente sempre la stessa scena: Ho visto un padre gettare la figlia sulla scialuppa da quattro, cinque metri e lui gettarsi subito dopo. I gigliesi non hanno perso tempo. Hanno caricato decine di persone in difficolt sulle loro barche e le hanno portate in porto. Molti di quelli che dovevano guidare le scialuppe in porto non erano preparati sottolinea

La foto del passeggero Unimmagine scattata dentro la Costa Concordia da uno dei naufraghi subito prima di lasciare la naveAntonio sbarcavano e si allontanavano subito. Quando i primi superstiti sono arrivati sul molo sono arrivate le coperte, le scarpe, le bevande calde. Si sono aperte le porte degli alberghi, delle case, dell'asilo, della chiesa. All'Hotel Bahamas hanno aperto le porte a 1000 persone. Abbiamo aperto il bar, i saloni, le camere racconta Paolo Fanciulli .Tanti bambini piccoli, tanti stranieri. Erano disperati racconta Silvano chi cercava la moglie, chi un parente. Molti di loro erano stranieri. Antonio si commuove: Ho visto persone arrivare a nuoto, mezzi nudi, infreddoliti, senza scarpe. Ho visto i miei paesani togliersi le scarpe, le giacche e portarsi a casa questi disperati. Ma per i gigliesi l'incubo la morte che arriva portata da mare.

Domenica 15 gennaio 2012

IL NAUFRAGIO

52 metriQUANTO ALTA, PER 292 DI LUNGHEZZA E 52 DI ALTEZZA

114.147LE TONNELLATE DI STAZZA HA UNA VELOCIT DI CROCIERA DA 21,5 NODI (35 KM/H)

1.500 cabine5 RISTORANTI, 13 BAR, 4 PISCINE E 2100 METRI QUADRI DI CENTRO BENESSERE

4.880 personeSONO 3.780 PASSEGGERI E 1.100 MEMBRI DELLEQUIPAGGIOpersone rest per un sistema comodo (ed economico) per i Paesi meno sviluppati, che diventarono il teatro di una vera e propria strage nei decenni successivi. Non ricordate? Rapido excursus asiatico degli anni Ottanta. Il 27 gennaio 1981 la nave passeggeri indonesiana Tamponas II prende fuoco e affonda nel mare di Giava. Muoiono 580 persone. Il 25 maggio 1986 una nave passeggeri affonda nel fiume Meghna, in Bangladesh. Muoiono circa 600 persone. Il 31 agosto 1986 la nave sovietica Admiral Nakhimov si scontra con un mercantile nel mar Nero. Entrambe le imbarcazioni affondano e muoiono 448 persone. Il 20 dicembre 1987 il traghetto Dona Paz collide con la petroliera Mt Victor nelle acque delle Filippine. Affogano 4.340 persone. Ma per noi la tragedia del mare degli anni Novanta una sola, dolorosa pi di tutte le altre per linfinito senso di impotenza allargatosi a cerchi concentrici dal luogo della tragedia in questi ventanni, unamara consapevolezza cresciuta anno dopo anno tra inutili processi e inaccettabili spiegazioni. RISALE a quel 10 aprile 1991 il pi grande lutto per la marina mercantile italiana, 140 persone sparite in acqua, un solo sopravvissuto. Il traghetto Moby Prince, in viaggio tra Olbia e Livorno, va a sbattere contro una petroliera dellAgip, che nellimpatto spruzza addosso al traghetto centinaia di tonnellate di greggio. Lincendio scaturisce violento e inarrestabile, ma gli ci vuole pi di mezz'ora per raggiungere i passeggeri rifugiatisi nel salone superiore: trenta infiniti minuti di terrore cui non si mai potuto trovare giustificazione di sorta. I soccorsi furono lentissimi, le prime vedette arrivarono in zona solo unora e mezza dopo limpatto, quando i viaggiatori erano gi rimasti intrappolati nel salone ormai completamente circondato dalle fiamme. Nessuno ha mai pagato per questo dolore, tra assoluzioni, prescrizioni e commissioni parlamentari incapaci di rendere giustizia a 140 martiri della pi tradizionale incuria italiana. La storia, in ogni caso, non insegna. Dagli anni Novanta anche lAfrica entra nellincubo, con una nave passeggeri che affonda nel lago Victoria nel 1996 (800 vittime) e un traghetto senegalese che nel 2002 si rovescia in seguito a una tempesta al largo del Gambia (1.800 morti). Ma lepisodio pi recente della strage acquatica quello del 10 luglio 2011, quando una nave passeggeri sovraccarica affonda nel fiume Volga, in Russia, vicino a Kazan. Le vittime sono 122, decine di bambini vengono ritrovati nella sala giochi finita sotto le acque gelide del fiume.

Quando il mare diventa nero come la morteDAL TITANIC AL MOBY PRINCE: CENTO ANNI DI TRAGEDIEdi Chiara Paolin

metri, risente di rollio e beccheggio, ma difficilmente si capovolge. Gi, il comfort, ma anche il bisogno di costruire navi con saloni degni di una reggia e capaci di trasportare cinquemila persone. O si allungano o si aumenta laltezza. E poi c la questione del doppio scafo, se cede il primo, resta sempre il secondo: Nessuna nave da crociera ce lha, spiega Damonte. Perch? Toglierebbe spazio per motori e passeggeri. Ce lhanno solo petroliere e navi cisterna, ma per evitare fuoriuscite di greggio. Sar lindagine a dire perch la Concordia andata contro gli scogli. Ma se avesse avuto il doppio scafo probabilmente non avrebbe imbarcato tanta acqua. E se fosse stata pi bassa, non si sarebbe inclinata cos. Ma lammiraglia Costa destinata alla rugine? Ci vorranno mesi per rimuoverla dal Giglio, racconta Massimo Gronda dello studio Ansaldo, Niente rimorchiatori, sarebbe impossibile. Dovr essere resa di nuovo stagna. Poi la si far galleggiare. Alla fine potrebbe anche tornare a navigare.

gni anno 20 milioni di persone salgono su una nave da crociera con valigie e sogni. Relax, mete esotiche, incontri. E nessuno di loro crede di dover finire il viaggio in altro modo, con una coperta buttata addosso e la morte negli occhi. Perch la nave non fa paura. Grande, solida, maestosa, procede sicura sulle acque di tutto il mondo. Nemmeno la pi struggente tragedia della storia navale contemporanea, laffondamento del Titanic, ha mai scalfito il mito di una tranquilla navigazione tra violini e paillettes, sorrisi e ambizioni.

O

DA QUEL 12 aprile 1912, che simbolicamente segn i limiti del nuovo secolo tutto tecnologia e arroganza rispetto alle leggi della natura (compresa quella umana, fallace anche ai tempi dei supersonar), non cambiato nulla nonostante i morti e le delusioni, i film con Di Caprio e le meno romantiche scene di carrette del mare legali che affondano intorno al pianeta. Eppure furono millecinqucento le vittime del Titanic, 1.012 quelle del vapore canadese Empress of Ireland inghiottite in 14 minuti davanti al Quebec nel 1914, solo 46 quelle ben pi memorabili per il nostro immaginario collettivo nel disastro dellAndrea Doria. Era il 1956 e lItalia cercava nuova credibilit dopo la fine della guerra: niente di meglio che il pi grande e veloce panfilo della marineria nazionale,

Il 12 aprile 1912 la tragedia del transatlantico Al largo di Livorno un mistero lungo ventanni

Cento anni fa trascorso un secolo dalla tragedia del Titanic (il primo in senso orario) durante il suo primo viaggio. A seguire, il Moby Prince nel porto di Livorno; subito dopo lAndrea Doria nel naufragio del 1956 (FOTO ANSA)213 metri di stile e lusso per raccontare al mondo un Paese capace di rinascere dalle macerie. Invece, proprio davanti alla citt di New York, lo scontro con il cargo norvegese Stockholm e lammarraggio delle 1.706 persone a bordo. Fine del sogno filante sulla spuma delloceano. Ma, soprattutto, lincidente segn il sorpasso dellaereo come mezzo di trasporto sulle lunghe distanze: fu cos che aeroporti mastodontici e velivoli sempre pi capienti conquistarono tutto il mondo occidentale - e le capitali mondiali - tra gli anni Sessanta e Settanta. Il trasporto navale delle

LIMPERO Costa Crociere

15 navi e un fatturato di quasi tre miliardidi Alfredo Faieta

S

ul sito di prenotazioni online Lastminute.com le crociere sulla Costa Concordia, probabilmente per una macabra svista, si vendono ancora. Una settimana di navigazione con quella nave nel Mediterraneo partenza da Cagliari o Palermo a gennaio costa a partire da 295 euro, con uno sconto, recita lofferta, di ben il 64 per cento. Probabilmente non sar la cabina a fianco di quella del comandante ma il prezzo ricalca la bassa stagione. Il giro che che fa scalo anche a Civitavecchia costa 402 euro. Svista a parte, le crociere da turismo di lusso si sono trasformate negli anni in una alternativa pi abbordabile grazie alla crescita dellofferta di mercato

che stata costante negli ultimi anni e alla concorrenza sempre pi agguerita. LItalia il faro del Mediterraneo in questo settore, e Costa Crociere la societ pi importante non solo a livello nazionale ma anche europeo con ben 15 navi e un fatturato di quasi tre miliardi di euro nel 2010, che la pone al 44 posto

del gruppo americano Carnival cruises Sono 17 milioni i croceristi nel mondo

nella classifica delle 3700 societ pi importanti italiane stilata dallUfficio Studi di Mediobanca. Fa parte del gruppo americano Carnival cruises, il maggiore al mondo nel settore con un centinaio di navi e 15,7 miliardi di dollari (12,6 miliardi di euro) di ricavi consolidati nel 2011. Al secondo posto in Italia c la Msc Crociere della famiglia napoletana Aponte, che ha sviluppato il business delle crociere nellultimo decennio diversificando quello tradizionale dei containers. La testa del gruppo solidamente a Ginevra per e non semplice reperire dati sulla societ. A fine ottobre del 2011 Venezia ha ospitato il primo Italian cruise day, nato per essere

punto di riferimento del settore che nel 2011 ha movimentato a livello mondiale 17 milioni di passeggeri, con i porti italiani in prima fila. Sono ben 4 quelli che hanno fatto da scalo a pi di un milione di croceristi e questi numeri, unitamente a quelli di fatturato e della cantieristica (attualmente in affanno come dimostra il caso Fincantieri) danno lidea dellimportanza del settore, che sottoposto alla crisi inizia a mostrare qualche crepa. In quelloccasione il direttore generale di Msc Crociere Domenico Pellegrino ha detto che le compagnie iniziano a difendere i propri numeri per poter continuare a sopravvivere ed il fenomeno sar particolarmente visibile a partire dal prossimo anno. E determinante il problema dei costi operativi, in particolare quello dei porti che sarebbero troppi ormai ma poco efficienti. La speranza, alla luce del disastro di Costa Concordia, che non si tagli in sicurezza.

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IN SERIE BLo scandalo EnronIl 9 novembre del 2001 la Standard & Poors mantenne il titolo della Enron, la grande multinazionale dellenergia statunitense, a BBB (adeguata capacit di rimborso), nonostante le perdite continue della compagnia dallagosto 2000. Il 3 dicembre del 2001 la Enron dichiar fallimento: un crac da 62 miliardi di dollari, uno dei pi grandi della storia (FOTO LAPRESSE)

Il controllore controllato dai grandi investitoriNessun vero campanello dallarme arriv dalla Standard & Poors mentre le grandi banche mondiali continuavano a mettere sul mercato i derivati tossici che portarono alla crisi del 2008. La societ di rating pagata da chi deve giudicare: negli anni precedenti la crisi si creato un colossale conflitto di interessi, S&P aveva tutti gli incentivi per valutare con la tripla A anche i derivati tossici che poi, dopo il crollo del mercato immobiliare Usa, si sono rivelati spazzatura (FOTO LAPRESSE)

DECLASSARE S&PRivolta dei leader europei contro lattacco dellagenzia che complica la crisi del debito (e la vita di Monti)di Stefano Feltri

Q

uesta volta Standard & Poors ha esagerato. La decisione di tagliare il giudizio sul debito di mezza Eurozona, mandando lItalia in serie B (BBB+) e togliendo alla Francia la tripla A, ha scatenato quella rabbia finora repressa verso i giudici degli Stati che non rispondono a nessuno se non ai loro azionisti (S&P, come Fitch e Moodys, quotata in Borsa). Il governo portoghese deplora la decisione di S&P di declassare il debito di Lisbona. Con la rabbia di chi quasi in fondo alla scala della rispettabilit creditizia (BB), lesecutivo di Pedro Passos Coelho dice ci che molti pensano. Non siamo noi i mandanti della crisi delleuro, spiega il direttore generale dellagenzia Moritz Kraemer in una conference call. Eppure resta limpressione che S&P ne sia almeno un catalizzatore.

BASTA GUARDARE le dichiarazioni di ieri, sempre nella conference call: Italia e Spagna sono a rischio con possibilit di immediato peggioramento, c il 40 per cento di possibilit di una recessione nellEurozona, e il salvataggio di Spagna e Italia oltre la portata del fondo Efsf,

il Fondo salva Stati europeo basato a Lussemburgo. Tutte ovviet, i report delle agenzie non brillano mai per analisi originali. Ma se il Fondo Efsf malridotto proprio perch le banalit di S&P producono effetti concreti quando si traducono in un cambio di lettera nel giudizio di affidabilit del debito: da ieri al fondo Efsf mancano 180 miliardi di euro di garanzie, proprio a causa della perdita della tripla A di Francia e Austria. Se il fondo vuole mantenere lo stesso merito di credito, qualcuno dovrebbe impegnarsi per una cifra analoga. Lalternativa, ventilata ieri proprio da S&P, che venga declassato anche il fondo, che faticher quindi ad adempiere il proprio compito, trovare credito a basso prezzo da girare agli Stati in crisi. Quando si passer dallEfsf allEsm, il Meccanismo di stabilit, questo problema dovrebbe svanire perch i soldi si verseranno davvero, cash, non garanzie. Ma avere 500 miliardi pronti sar ancora pi difficile per Paesi declassati. La questione delle agenzie di rating vale una considerazione, il commento di Angela Merkel. Il cancelliere tedesco comprensibilmente cauto, visto che la Germania rimasta al riparo dai colpi di S&P che le ricono-

scono politiche di bilancio prudenti e in grado di limitare il rapporto tra debito e Pil. Anche se in Germania qualcuno (i falchi) gongola perch i Paesi mediterranei vengono bastonati, perfino il monolitico fronte del rigore tedesco mostra qualche timore. Ewald Nowotny, membro tedesco del direttivo della Bce, avverte che il downgrade dell'Italia uno degli aspetti pi problematici del colpo terribile assestato dall'agenzia di rating. IL TENTATIVO di Mario Monti di guadagnare fiducia sui mercati diventa pi complicato dopo un declassamento dal forte impatto simbolico (per la prima volta lItalia passa dalla fascia delle A a quella delle B). E, si legge nella nota, c una possibilit su tre che tra il 2012 e il 2013 arrivi unaltra bocciatura. Proprio il caso italiano evidenzia il problema principale delle agenzie: a che pro risanare e fare sacrifici se poi si viene declassati comunque? Secondo il tipico schema delle profezie che si autoavverano, il downgrade, che si basa sul passato ma considera il futuro, determina un peggioramento dellumore degli investitori verso lItalia, aumentando quindi le possibilit che si verifichi lo scenario negativo ipotiz-

zato dallagenzia. Non sono problemi nuovi, il 15 novembre dello scorso anno la Commissione europea ha pubblicato la proposta di una direttiva sulle agenzie di rating. Ci sono varie opzioni, quella preferita dai tedeschi la creazione di unagenzia di rating europea (i cinesi si sono fatti la loro), che risponda ai governi europei e sia finanziata dal bilancio comunitario, cos da emanciparsi da Wall Street. Costerebbe anche poco, massimo 9 milioni allanno, ma chiss se sul mercato sarebbe presa sul serio, visto che farebbe un po leffetto delloste che spiega quanto buono il suo vino. MA COS non si risolvono i due problemi principali: gli errori di valutazione e gli effetti valanga. Tre economisti dellUniversit di San Gallo, in Svizzera (Manfred Grtner, Bjrn Griesbach Florian Jung) hanno scoperto per esempio che limprovviso downgrade dellIrlanda avvenuto sullonda del panico, non di valutazioni razionali: stando ai metodi di analisi applicati in precedenza da S&P, nel 2010 Dublino avrebbe dovuto avere AA e non BBB+. Quando c di mezzo la politica, interna ed europea, gli esperti di finanza non sembrano molto pi freddi e competenti delle persone normali. Ed la stessa Commissione Ue, nel report che accompagna la proposta della direttiva, a spiegare che tutta larchitettura finanziaria europea costruita in modo da innescare vendite automatiche a catena in caso di declassamento (colpa delle linee guida della Bce). La soluzione pi semplice sarebbe vietare i rating al debito pubblico. Ma una di quelle idee, come la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie, che sembrano destinate a restare nelle aule accademiche.

HENRY POOR Inizi con i report ferroviariHenry Varnum Poor pubblica il S tati Uniti.diNel 1860finanziario sullo stato del settore volume History of Railroads and Canals in United States, una specie report delle ferrovie. Nel 1906 nasce lo Standard Statistic Bureau per rendere consultabili informazioni finanziarie difficili da reperire sulle aziende americane e dieci anni dopo Standard Statistics inizia a dare giudizi di affidabilit (rating) a imprese e Stati sovrani. Nel 1941 le due societ si fondono e nasce Standard & Poors. Inizia cos la storia, ricostruita da Giovanni Ferri e Punziana Lactignola ne Le agenzie di rating (Il Mulino), dei giudici pi odiati in questi anni di crisi globale. Oggi 1,5 miliardi di attivit di investimento dipendono dai giudizi di S&P che nel 2007, prima dellesplosione della crisi, ha pubblicato 510 mila rating. Copre il 31 per cento dei mercati e il 70 per cento della capitalizzazione globale di mercato. Lagenzia opera in tutto il mondo, soltanto il suo reparto dedicato al mercato azionario impiega 8500 persone. stata la prima a valutare anche le obbligazioni con garanzia, a stimare le probabilit di ripresa, a considerare anche la capacit di gestione del rischio nella formulazione di un giudizio sullaffidabilit creditizia delle aziende. Per dare unidea del suo impatto, ci sono strumenti di investimento noti come Etf (Exchange Traded Fund) il cui valore dipende esclusivamente da indici formati dai titoli valutati da S&P. Prima dellarrivo del rating, gli investitori prendevano le loro decisioni sulla base delle notizie pubblicate dalla stampa specializzata e dai consigli delle banche dinvestimento. Poi la crisi bancaria e il panico del 1907, negli Usa, ha consigliato agli operatori di individuare strumenti di sintesi pi affidabili e neutrali. Sono cos gli stessi soggetti vigilati che pagano lagenzia per avere un rating, che funge un po da biglietto da visita sul mercato. Lidea ha funzionato fin troppo bene: ora molti fondi di investimento comprano e vendono soltanto in base al rating dei titoli, senza fare pi analisi autonome sulla qualit dei titoli giudicati dalle agenzie.

Da mesi la Commissione Ue studia come arginare lo strapotere dei controllori americani

GIUDIZI INUTILI O PREOCCUPANTI?

Superbonus Prima facevano comodo a tuttie agenzie di rating non sono state messe in discussione quando supportavano la creazione della moneta unica europea. La Bce aveva stabilito rating minimi per accedere ai suoi programmi di rifinanziamento. Le agenzie hanno fatto la fortuna di professori che hanno venduto i modelli di analisi del rischio a banche, assicurazioni e fondi e hanno contribuito alla costruzione della normativa europea sulla vendita dei prodotti finanziari (Mifid), tutta basata sui rating. Ma chi opera davvero sui mercati di rating non segue certo i rating, non ha mai preso sul serio gli ingenerosi giudizi sul Brasile, fino a pochi anni fa considerato spazzatura, e non ha mai valutato affidabili le valutazioni ottimistiche su Portogallo, Irlanda, Grecia e Italia. Nonostante il nostro Paese pagasse tassi dinteresse paragonabili a quelli della Colombia continuava a mantenere un rating di cinque voti superiore. Eliminando le agenzie di rating tutti dovrebbero usare il proprio cervello per distinguere cosa rischioso da cosa non lo . Siamo sicuri che sceglieremmo di investire i nostri risparmi in titoli di Stato italiani con un sottostante del 120 per cento di debito sul Pil e una recessione in corso? Forse conviene a tutti non indagare troppo sulle agenzie di rating e sulla valutazione del rischio e prenderci questa tripla B senza troppo rumore.

Vladimiro Giacch Un messaggio sensato ai politicier S&P il problema non sono i singoli paesi, ma lEuropa, le cui politiche possono risultare insufficienti (garbato eufemismo) per far fronte agli stress sistemici incombenti sullEurozona. Questo, dice la societ di rating, perch i problemi finanziari dellEurozona sono la conseguenza non soltanto di politiche fiscali allegre, ma di squilibri esterni e divergenze crescenti di competitivit tra i paesi del centro dellEurozona e la cosiddetta periferia. Per questo motivo prosegue S&P riteniamo che un processo di riforma basato unicamente sullausterit fiscale rischi di diventare controproducente, a causa di una domanda interna in calo per via delle crescenti preoccupazioni dei consumatori sulla sicurezza del proprio posto di lavoro e sui redditi a propria disposizione, che a sua volta comporter lerosione delle entrate fiscali. S&P ha ragione: la monomaniacale attenzione al debito oggi il principale ostacolo alla crescita, in quanto comporta manovre che deprimono leconomia, e quindi fanno peggiorare il rapporto debito/pil. Perci, anzich gridare alla congiura, i politici europei farebbero bene a cambiare politiche. Dimenticandosi il Fondo salva-Stati (che a questo punto perder la tripla A), dando mandato alla Bce di bloccare lemergenza acquistando titoli di Stato, e non impedendo gli investimenti necessari per far ripartire la crescita.

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Domenica 15 gennaio 2012

IN SERIE BLehman Brothers: la A fino al fallimentoUn altro caso emblematico fu quello della valutazione della Lehman Brothers, la banca simbolo della crisi mondiale del 2008: continu a mantenere il rating A fino al 15 settembre, il giorno del suo fallimento, mentre alcuni suoi prodotti come i derivati e i fondi, erano valutati addirittura con la tripla A, al pari dei Bund tedeschi (FOTO LAPRESSE)

Abbassato il debito Usa. Un errore per ObamaPer la prima volta nella storia, lo scorso 6 agosto, il debito sovrano degli Stati Uniti subisce un abbassamento del rating ad opera di Standard & Poor's. La valutazione AAA viene abbassata di un gradino, a AA+. Ma lAmministrazione americana, attraverso il presidente Obama protesta: uno sbaglio, basato su un errore di calcolo da 2 mila miliardi di controvalore, dice il Tesoro Usa (FOTO LAPRESSE)

La Francia non ci staUna decisione attesa, dalla politica e dai mercati, ma fuori tempo rispetto agli sforzi della zona euro, che non va drammatizzata ma nemmeno sottovalutata. Cos il primo ministro francese, Franois Fillon, a proposito del declassamento della Francia. E ha ostentato ottimismo sulle conseguenze per il paese. Ma intanto c chi - come il candidato socialista alla presidenza, Hollande - ritiene bocciata la politica di Sarkozy (FOTO LAPRESSE)

Non affossato il salvataggioS&P non ha silurato il pacchetto di salvataggio per lEurozona. Cauta la reazione del cancelliere tedesco, Angela Merkel. Daltra parte, la Germania non ha subito il declassamento. E il fatto che questo sia toccato a molti paesi europei, ci tiene a sottolineare, non vuol dire che Berlino deve fare di pi. Poi, ha ribadito che il meccanismo Esm dovr essere messo in funzione velocemente. E ha considerato lipotesi di rivedere le regole delle agenzie di rating (FOTO LAPRESSE)

E adesso lo spread torna a far pauraDOPO LA BOCCIATURA POSSIBILE REAZIONE A CATENA SUI MERCATIdi Vittorio Malagutti Milano

C'

un dato statistico, almeno uno, che d ragione all'esercito di pompieri che da venerd sera, con dichiarazioni e commenti vari, getta acqua sul fuoco dei timori innescati dalla nuova bocciatura dell'Italia. L'ultima volta che Standard & Poor's (S&P) ha declassato il debito del nostro Paese la Borsa di Milano non ha fatto drammi. Anzi da quel 20 settembre in cui il rating italiano cal da A+ ad A gli indici azionari hanno inaugurato una fase di moderato rialzo che durata quasi un mese, per poi ripiombare di nuovo nella tempesta che ha preceduto la caduta del governo Berlusconi a met novembre.

conseguenza nelle settimane scorse. Insomma, chi doveva vendere ha gi venduto. Questo il giudizio (o forse l'auspicio) che si raccoglie tra gli analisti. Solo domani, alla riapertura dei mercati, si capir se l'ottimismo giustificato. Nel frattempo i timori restano. Prima di tutto perch le cannonate di S&P sono andate a colpire anche un altro grande Paese come la Francia. Un colpo pesante che potrebbe innescare nuova instabilit in tutta l'Eurozona. Quanto all'Italia, retrocessa nella serie B del debito, al pari

di Per, Kazakhistan e Irlanda, adesso rischia di fare ancora pi fatica a collocare i propri titoli pubblici. In altre parole i rendimenti potrebbero tornare a salire e di conseguenza anche la spesa per interessi a carico del Tesoro. Non esattamente una prospettiva esaltante per uno Stato che quest'anno deve rifinanziare circa 400 miliardi di debiti di cui 150 miliardi entro aprile. IL PARADOSSO che una delle motivazioni del declassamento deciso da S&P proprio "la vulnerabilit crescente ai rischi di finanziamento esterno". Questa stessa vulnerabilit finisce per aumentare proprio a causa della bocciatura decisa dall'agenzia di rating in un circolo vizioso che non promette niente di buono. E pensare che solo pochi giorni fa, con il netto calo dei rendimenti registrato nell'asta dei Btp e, soprattutto, dei Bot, l'Italia sembrava in marcia verso territori pi sicuri. Adesso tutto torna in discussione. Va ricordato che il ra-

ting di BBB+, quello appena assegnato ai nostri titoli pubblici da S&P, finisce anche per ridurre la platea dei possibili investitori. Infatti, non mancano i grandi fondi internazionali che per regolamento interno possono mettere in portafo-

NON DETTO , quindi, che la stangata di S&P inneschi per forza di cose una nuova ondata di ribassi sui mercati. L'impressione, adesso come nel settembre scorso, che gli investitori prevedessero da tempo la bocciatura e si siano mossi di

Le ultime due aste sono state positive, ma ora i rendimenti di Bot e Btp rischiano di tornare sopra il livello di guardia

Ora si teme un taglio del rating anche per enti pubblici e istituti di credito

glio solo titoli di classe A. Molti di pi, peraltro, sono gli investitori istituzionali che sono tenuti a comprare solo prodotti finanziari denominati "investment grade", cio quelli con rating superiore a doppia B, considerati pi sicuri. Con la doppia retrocessione di venerd sera, l'Italia si trova ancora all'interno del recinto dell'"investment grade", ma pericolosamente vicina all'uscita. INTANTO , come gi accaduto lo scorso settembre, la bocciatura dar il via a un effetto a catena. probabile che nei prossimi giorni venga declassato anche il rating di grandi regioni, comuni enti e societ a controllo pubblico. Nel mirino anche le banche. Del resto se i titoli di Stato italiani tornano a perdere terreno sui mercati, non possono che calare anche le quotazioni degli istituti di credito che hanno i bilanci imbottiti di Btp. Non per niente, gi venerd pomeriggio, quando si sono diffuse le prime indiscrezioni su un prossimo taglio del rating, le azioni bancarie sono state le prime a perdere quota interrompendo una fiammata rialzista che durava da qualche giorno. Nuvole nere in arrivo, quindi, per istituti di credito come Monte dei Paschi e Banco Popolare, gi sotto pressione perch nei prossimi mesi dovranno rafforzare il patrimonio. Le tensioni maggiori potrebbero per scaricarsi su Unicredit che venerd prossimo chiuder l'aumento di capitale monstre da 7,5 miliardi. Dopo un esordio disastroso luned scorso, la quotazione della grande banca milanese ha recuperato terreno nel corso della settimana. Adesso per arrivato il siluro di S&P. Domani vedremo se il colosso Unicredit in grado di tener botta.

Fabio Scacciavillani Gli Stati non si riescono a misurarea sventagliata di declassamenti era attesa. La tripla A della Francia nei trading floor aveva ricevuto pietosa sepoltura mesi fa. Anche senza S&P sappiamo che Bot e Btp sono appesi alla corda degli interventi della Bce sul secondario (e al mezzo trilione di euro concesso alle banche europee per fare arbitraggi a rischio zero). Investitori istituzionali ma anche piccoli risparmiatori non attendono gli annunci delle agenzie per formulare un giudizio sul debito di un paese avanzato. Al massimo trovano una conferma alle loro analisi. Un rating dovrebbe riflettere la probabilit che un debitore fallisca. Ma il concetto di fallimento per uno stato sovrano ha contorni ambigui. Il Portogallo, lIrlanda e la Grecia non erano in grado di far fronte agli impegni ma con lintervento del Fmi hanno evitato (formalmente) la bancarotta. Gli Usa non si troveranno mai nella condizione di non poter ripagare il proprio debito (denominato in dollari): basta stampare moneta. Linflazione e la svalutazione sono una forma alternativa di default. Cambia chi subisce le perdite. In tempi di grandi rivolgimenti un rating una guida imperfetta, e talora fuorviante, per le scelte di investimento.

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20 MARZO Le banche non cedono, fallimento di Atene quasi certo che di & sembra destinata allesplosione pi deP iancheleil decisioni didelStandardpe- mente parte disinnescata, questa volta Poors, sui mercati domani ser fallimento negoziato flagrante. Alle sue banche servirebbesulla Grecia. Venerd si rotta la trattativa tra le banche internazionali creditrici e il governo di Atene, dovevano stabilire lo sconto sul rimborso dei debiti in scadenza. Cio la perdita delle banche sui titoli greci. Doveva essere il 50 per cento, poi la stima salita, i banchieri non ci stanno. Ma di tempo non ne resta pi molto, il 20 marzo scadono 14,4 miliardi di euro e al momento la Grecia non in condizione di rifinanziare il prestito, in assenza dellaccordo con le banche. Sono certo che troveremo unintesa perch nellinteresse sia della Grecia sia dei creditori privati e dei partner istituzionali, ha detto ieri il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos. La bomba della Grecia, che periodicaro 40 miliardi per rafforzarsi, soldi che non ci sono. I capitali privati sono fuggiti, nella misura di almeno 65 miliardi. Il fondo salva Stati Efsf ha pochi soldi ancora a disposizione, poco pi di 200 miliardi e la sua credibilit da venerd ridotta ai minimi: S&P ha declassato due dei Paesi su cui il Fondo si regge, Francia e Austria, e forse arriver un downgrade per lo stesso Efsf. La Grecia tecnicamente fallita da mesi (nel senso che non ha alcuna capacit di affrontare il suo debito senza aiuti esterni), ma diventa sempre pi evidente che non c alcuna rete di protezione intorno allinevitabile collasso di Atene. Nessuno crede pi al default ordinato. Si va verso il caos.

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La mission dellente che deve scovare chi non paga le tasseLuigi Magistro nellillustrazione di Emanuele Fucecchi

Agenzia delle Entrate, diretta da Attilio Befera, un ente pubblico che dal 2001 garantisce lassistenza ai contribuenti e il recupero dellevasione e dellelusione fiscale. La sua funzione quella di garantire il recupero di risorse, secondo criteri di efficienza, economicit ed efficacia nel rispetto dei principi di legalit, imparzialit, trasparenza.

L

SUPER 007Sottoposta alla vigilanza del ministro dellEconomia, che mantiene la responsabilit di indirizzo politico, lAgenzia agisce in piena responsabilit gestionale, operativa e gode di autonomia regolamentare, amministrativa, patrimoniale, organizzativa, contabile e finanziaria. I rapporti tra il ministero dellEconomia e lAgenzia sono regolati da una Convenzione triennale, con adeguamento annuale per ciascun esercizio finanziario, nella quale sono indicati i servizi da assicurare, gli obiettivi da raggiungere e le relative risorse. Equitalia la societ pubblica della riscossione, l'ente cio che ha come 'mission' quella di recuperare le tasse non pagate. A guidare la societ sono il direttore generale Marco Cuccagna e il presidente Attilio Befera.

LUIGIMAGISTRO

IL CONTROLLORE

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uigi Magistro, napoletano di 52 anni, laureato in Giurisprudenza e in Scienze della Sicurezza economica. Lavora nella Pubblica amministrazione da pi di 30 anni. Ha lavorato 20 anni nella finanza. Nel 2001, viene chiamato a istituire e dirigere il Settore Controlli sui soggetti di grandi dimensioni della Direzione centrale Accertamento.

Parla il super ispettore dellAgenzia delle Entrate: La lobby pi forte sono i 10 milioni di furbi, un contribuente su treTutto quello che volevate sapere sull'evasione fiscale: fatti e cifre, tempi e metodi, leggi, abitudini e culture. E tutto sulla caccia agli evasori. Ne abbiamo discusso per oltre due ore con Luigi Magistro, 52 anni, direttore centrale dell'accertamento all'Agenzia delle Entrate, dopo oltre 20 anni di carriera nella Guardia di Finanza. Detto in chiaro, l'uomo che guida la lotta allevasione fiscale, a capo di un esercito di 15 mila ispettori, poco meno di met dei dipendenti dellAgenziadi Giorgio Meletti e Marco Travaglio

EVASORI, ORA TREMATELei dice che non stata un'iniziativa estemporanea. No. L'estate scorsa abbiamo fatto oltre 20 operazioni del genere nelle localit turistiche, mi ricordo Capri, la riviera romagnola, la costiera amalfitana... Qui si parla di imprese piccole o individuali. Ma sui grandi evasori che cosa fate? quello di cui ci stiamo occupando sempre pi intensamente. Abbiamo messo nel mirino le grandi imprese, quelle con oltre 100 milioni di euro di fatturato. Sono 3500 in Italia, di cui mille solo in Lombardia. Questo ha

ono troppo pochi gli ispettori, chiarisce subito Luigi Magistro, tre anni fa eravamo 17 mila, ma non sostituiamo chi va in pensione. Dovremmo essere almeno il doppio. Il 2012 iniziato con le polemiche sul blitz dei suoi 80 ispettori a Cortina. Stato di polizia fiscale? Questo che chiamiamo blitz, per capirci, in realt una attivit ordinaria e neppure rilevantissima. Lo definiamo presidio del territorio, e se ne occupa principalmente la Guardia di Finanza, con circa 500 mila controlli lanno. Noi ne facciamo 50 mila. Il clamore suscitato stavolta per indubbio. Me lo spiego con il momento storico. Si sta determinando, finalmente, molta sensibilit nellopinione pubblica: mai come in questo momento le persone oneste si sentono esasperate dalla pressione fiscale, e levasore rimane doppiamente inviso.

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Furbetti del fisco in formato gigante

Adesso puntiamo sui grandi: quelle 3.500 aziende, con oltre 100 milioni di fatturato

determinato il venir fuori di tutta una serie di casi importanti, in una misura che fino a qualche anno fa non si vedeva proprio. Ci ricordi qualche esempio. Il caso recente delle banche che evadevano con operazioni sullestero ha avuto particolare risalto, si parlato recentemente poi di multinazionali come la Bosch, la Luxottica di Del Vec-

chio (300 e passa milioni di euro), il gruppo Menarini, pi di 400 milioni di euro. A queste 3500 grandi imprese quanto attribuite dellevasione totale? Io ho un'idea che utilizzo per disegnare le strategie di controllo. Ho diviso il mondo dei contribuenti in cinque categorie. I grandi di cui abbiamo parlato, poi ci sono le medie imprese, da cinque a cento milioni di fatturato, che sono 60 mila, e infine le piccole con il lavoro autonomo, circa cinque milioni di soggetti. Del fatturato generale delle attivit economiche, le tre categorie rappresentano un terzo ciascuna, ipotizzo anche un terzo ciascuna dell'evasione. Ne ha dette tre. La quarta pi piccola, ma ci sono violazioni molto gravi: il cosiddetto non profit. Sono circa 200 mila enti non commerciali, ma molti di essi sono finti: i famosi ristoranti camuffati da associazioni, le palestre... E la quinta categoria? la massa delle persone fisiche, circa 30 milioni di soggetti tendenzialmente a non alto rischio devasione, dove per si annida il sommerso, quei lavoratori dipendenti che, quando hanno finito lorario, magari si mettono la tuta da idraulico... Avete unidea di quanti siano gli evasori fiscali che producono i famosi 120 miliardi allanno di imposta evasa? Se ci riferiamo alle attivit economiche, per capirci alle partite Iva, che sono 5 milioni e dispari, chiaro che parliamo di diversi milioni di evasori, anche se per importi molto variabili. Sono pi della met?

Con buona probabilit s. E tra le persone fisiche? Non so se potrebbe valere il detto evangelico che chi senza peccato scagli la prima pietra... Possiamo quindi dire che gli evasori in Italia siano almeno 10 milioni, uno su tre? difficile dirlo, ma se ci mettiamo il sommerso direi di s, tranquillamente. Quindi parliamo di una delle lobby pi potenti d'Italia. Ma nel suo vocabolario quando scatta la parola evasore? complicato, un fenomeno caratterizzato da tante sfaccet-

tature. Per esempio, c una cosa di cui dopo trent'anni non posso dire di non essermi accorto: c' unevasione che io definisco di sopravvivenza. Determinate microimprese familiari, se non evadessero, non potrebbero stare sul mercato. Qual la sua stima dell'evasione fiscale, in euro? Leggo tante cifre, ma non la loro dimostrazione. Lunico metodo pi o meno scientifico quello di seguire il prodotto interno lordo, quello che fa lIstat, che stima un sommerso di 275 miliardi di euro. Ma io non sono

nella condizione di dire quanta evasione si realizza a seguito di questo sommerso. Buona parte di esso, se non fosse tale, non esisterebbe. Molti con l'evasione si assicurano un buon tenore di vita. Ed il nostro problema. Quando intercetti uno di questi signori, sar difficile farsi restituire quello che non ha pagato, e per un motivo molto semplice: non ce lha pi, se l speso! Una parte consistente dei nostri accertamenti non vengono nemmeno impugnati, il contribuente se ne infischia e non paga! Una parte

FRONTE MALAVITA I 5 miliardi delle cosche nascosti in Svizzeracerca di U n'inchiestaadi Servizio Pubbliconero pascapire il traffico di capitali in che ogni giorno, un ritmo incessante, sano il confine e si disperdono in Svizzera. Alla frontiere ci sono addirittura dei cani che sentono l'odore delle banconote nascoste. Soltanto nel 2010, dice un comandante della Finanza, sono stati rintracciati 15 milioni di euro: Alcuni trasportano piccole somme, 20 o 30mila euro, altri cercano di portare in Svizzera decine di migliaia di euro. Ma oltre i soldi scudati o depositati in banca, in Svizzera ci sono 5 miliardi di euro che non producono reddito, se non polvere, dice un giornalista del Sole 24 ore, nelle cassette di sicurezza. Questi 5 miliardi di euro potrebbero essere un'enorme riserva per pagare tangenti, ovvero fondi neri, oppure dei soldi di un falso scudo, che verranno ripuliti al momento opportuno. Gaetano Bellavista, componente della commissione antiriciclaggio dei commercialisti di Milano, cerca di spiegare l'origine di quei capitali: Penso che le organizzazioni criminali si siano precostituite la possibilit di nazionalizzare denaro che ancora non stato prodotto o esportato, che proviene dal traffico degli stupefacenti, tutto contante, verr portato all'estero entrer in queste cassette e poi potr essere regolarizzato pagando il 5 per cento dello scudo fiscale. E aggiunge: Chi ha bisogno di contante in Italia fa fatica a procurarselo. Quei 5 miliardi di euro tenuti in Svizzera non sono male. Potrebbe essere un forziere. Oggi se io devo pagare una tangente di un milione di euro, dove trovo i soldi in contanti? In Italia quasi impossibile generare questo denaro. Vado a prenderli all'estero, e questi se lo fanno pagare. Come la geografia dei soldi sporchi? Spiega Bellavista: Tutto transita dalla Svizzera, il resto Cina

Domenica 15 gennaio 2012

Nuovo plico esplosivo indirizzato allagenzia di riscossione

C

SUPER 007Marmorata, dove stata istituita una sezione distaccata della Squadra Artificieri Antisabotaggio della Polizia. Gli agenti, utilizzando una macchina radiogena, hanno potuto constatare che allinterno era contenuta polvere esplodente e unaltra miscela sulla cui natura sono in corso accertamenti. Poi gli artificieri hanno neutralizzato lordigno rendendolo inoffensivo. Il problema della sicurezza delle sedi di Equitalia stato oggetto di una riunione che si tenuta lo scorso 4 gennaio, presieduta dal Questore di Roma, Francesco Tagliente alla presenza di alcuni dirigenti di via S. Vitale, del responsabile della Squadra Artificieri Antisabotaggio e dei responsabili della sicurezza di Equitalia.

i risiamo: nuovo pacco esplosivo indirizzato a Equitalia. Un plico esplosivo diretto alla sede romana dellagenzia di riscossione stato intercettato nellufficio postale di piazza Mazzini. Seguendo le indicazioni impartite dalla Questura, il direttore dellufficio postale ha immediatamente inviato il plico alla filiale di via

Roma come Cortina blitz in pieno centroRISTORANTI E NEGOZI DELLO SHOPPING NEL MIRINO DI 250 FINANZIERIdi Stefano

Caselli

o stupore stato grande, ieri alle in L unGli avventori abitualiindella pausa14,Ropiccolo ristorante zona Prati, a ma. pranzo, per la prima volta forse da sempre, hanno infatti visto il titolare emettere scrupolosamente tutti gli scontrini fiscali. La spiegazione arrivata presto: da qualche ora, nel quartiere e in altre zone della Capitale, era in corso un controllo a tappeto della Guardia di Finanza. Il passaparola, evidentemente, deve essere arrivato in tempo da quelle parti.PER UN POMERIGGIO Roma sembrata Cortina dAmpezzo. Circa 250 uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza, tra agenti in divisa e personale in borghese, hanno setacciato il centro storico, le zone del quartiere Prati, intorno a via Cola di Rienzo, e viale Marconi (ma i controlli si sono estesi fino a Ostia). Obiettivo: contrastare abusivismo commerciale, vendita di merci contraffatte e, soprattutto, stanare i furbetti dello scontrino. A fine giornata gli uomini delle Fiamme Gialle, su 405 controlli eseguiti, hanno riscontrato 190 violazioni legate alla mancata emissione di scontrini e ricevute fiscali, oltre al sequestro di 500 mila prodotti contraffatti. In un deposito sulla via Prenestina, gestito da un ambulante, sono stati scoperti 113 mila orologi falsi praticamente identici agli originali destinati alla vendita on line. Quindici

grande, grazie a Dio sempre maggiore, siamo ormai sul 55 per cento, definisce il contenzioso e paga. Una parte, circa il 15%, porta il caso davanti ad un giudice. Per abbiamo una parte in mezzo consistente, circa un 30 per cento, che non chiude, non impugna e dice: Venitemi a prendere!. Dopo il blitz di Cortina che cosa succede alle persone che sono state controllate? Sono in approfondimento, bisogna dimostrare che hanno evaso in quel modo durante tutto lanno, e si tratta di provarlo. E con la caccia al Suv com' andata? Ai nostri che sono andati stato detto: Visto che vi trovate l e il presidio di cassa anche un po noioso, magari date unocchiata fuori e prendete la targa di qualche auto di lusso che passa, in modo tale che poi ci ragioniamo. Voi direte: Ma tu hai gi il PRA!. Nessuno meglio di me lo sa, ma vedere la macchina di lusso nel posto di lusso ci consente di avere un indizio in pi. Quali sono le cifre effettive dell'evasione recuperata?

C' da fare chiarezza sul rapporto tra i nostri dati e quelli della Guardia di Finanza. La grande differenza che la Guardia di Finanza fa solo contestazioni, lAgenzia delle Entrate fa anche contestazioni e poi le sviluppa assieme a quelle fatte dalla Guardia di Finanza: diventano quello che si chiama tecnicamente accertamento o erogazione delle sanzioni, poi deve incassare. I dati che dichiara la Guardia di Finanza sono le violazioni che ha constatato. Bisogna vedere se si riesce a tramutarle in un incassato. Non solo. La Guardia di Finanza accerta gli imponibili evasi, poi quante imposte ci siano da pagare su quegli imponibili lo pu stabilire solo lAgenzia delle Entrate. Quindi? A spanne, per il 2010 la Guardia di Finanza ha contestato una quarantina di miliardi di imponibili, che aggiunti a quelli contestati da noi ha dato luogo all'accertamento di maggiori imposte dovute per 30 miliardi. Alla fine tra pagamento spontaneo in sede di definizione e riscossione con i ruoli e con Equitalia,

nel 2010 abbiamo portato a casa 10,5 miliardi, nel 2011 abbiamo superato gli 11 miliardi. Rimane la quota considerevolissima di quelli che non pagano. Categoria simpatica. Io li chiamo evasori da riscossione. Qualcuno lo fa per necessit, vuol essere corretto, io la dichiarazione la faccio ma non ho i soldi per pagare. Oppure temono la violazione penale, chi dichiara tutto e non paga non incorre in fatti penali. Ma ripeto: abbiamo proprio tantissimi livelli diversi di evasione. A questo proposito, non vi ponete il problema che le vostre modalit operative possano finire per compattare il grande e il piccolo evasore? Pensiamo alle cartelle esattoriali indecifrabili di Equitalia. C un problema obiettivo: queste materie sono talmente ostiche per loro natura che veramente difficile renderle fruibili a chi non ha la minima dimestichezza. vero, certe volte non la capisco io la cartella, il che la dice lunga... Vedete, il vero dramma di Equitalia soprattut-

persone (due italiani e tredici stranieri) sono state denunciate. Gli uomini delle Fiamme Gialle si sono spinti fino alle strade del lusso della Capitale, via Condotti e via della Frattina, ma tra gli evasori scoperti non ci sarebbe nessun nome eccellente: Levasione un fenomeno trasversale - comunicano dalla Guardia di Finanza - a tutte le categorie commerciali e le fasce sociali. Abbiamo controllato le vie del lusso ma non risultano sanzioni, diciamo cos, eccellenti. Siamo in presenza di unoffensiva anti-evasione? Capisco che lequazione Roma-Cortina sia stimolante - dichiara il tenente Colonnello Davide Cardia - ma la nostra attivit in questo periodo non pi intensa del solito. Tuttavia chiaro che, in questo particolare momento di crisi, la sensibilit dei cittadini maggiore e probabilmente lo anche il senso di civilt. Di questo siamo consapevoli, non viviamo fuori dal mondo e dal tempo. Nei prossimi giorni il Piano coordinato di controllo economico del Territorio (questo il nome delloperazione) proseguir in altre zone della Capitale. Le violazioni fiscali riscontrate ieri vanno ad aggiungersi alle 198 gi rilevate a Roma dallinizio del 2012. Nel 2011, erano stati eseguiti circa 20 mila controlli e per un totale di 9.100 sanzioni. La media approssimativa, nel 2011 come nel 2012, dunque del 50%. Ogni due, uno evade. Sempre che che il passaparola non arrivi prima della Guardia di Finanza.

10 milioni 15 milaGLI EVASORI FISCALI IN ITALIA GLI ISPETTORI DEL FISCO

275non viene influenzato immediatamente da direttive specifiche. Quello che incide il quadro normativo, perch gli strumenti me li d la legge, non che io mi posso attribuire dei poteri da solo. Questo governo ci ha dato importanti carte: tutti i movimenti finanziari comunicati dagli operatori finanziari, il controllo sui conti correnti, poi c la norma secondo la quale non dire la verit nel controllo fiscale costituisce un illecito penale. Per la sanzione penale blanda: uno pu evadere 50, 100 mila euro, ma in galera non ci va. Non c Paese in Europa che persegua linfedele dichiarazione come reato. reato la frode, cio nascondere i redditi al fisco con artifici e raggiri. E l colpiamo duro. A proposito, cinque grandi banche italiane hanno appena pagato circa un miliardo per evasione fiscale. Per continuano a dire che paganopur essendo innocenti. Sa perch lo dicono? Perch gli amministratori temono lazione di responsabilit da parte degli azionisti. Devono sempre dire e fare risultare dagli atti societari che pagano solo per chiudere il contenzioso, anche se tutti sappiamo che se hai ragione col cavolo che chiudi, mi dai 300 milioni perch hai ragione? Intesa San Paolo, allepoca dei fatti, era guidata dallattuale ministro dello Sviluppo economico... E che cosa dovrebbe dire Passera? Che ha fatto le violazioni, che ha fatto labuso, che ha fatto lelusione? No, lui dice: Io non ho fatto niente, ma pur di togliermi di torno queste sanguisughe del fisco gli ho dato 350 milioni di euro. Perch tutti i i grandi casi di evasione si concludono con lo sconto? Non uno sconto, appare cos ma si chiama definizione condivisa. Proprio perch la prova dellevasione non sempre uni-

Oltre 11voca, si parte da un impianto accusatorio e alla fine si arriva a unanalisi approfondita e a un accordo sullammontare dellevasione che il contribuente accetta di ammettere. Torniamo alle nuove norme. Voi dal primo gennaio ricevete dalle banche tutti gli estratti conti mensili degli italiani? Neppure per sogno. Lestratto conto non ci serve a niente. A noi servono le movimentazioni accorpate, il totale di dare e avere dellanno. Le banche ci vogliono mandare gli estratti conto perch sono gi pronti, ma io voglio il dato elaborato per andare a incrociarlo con il reddito dichiarato. Se c discrepanza per me si accende la lampadina. Ma io non vado a curiosare nellestratto conto. Tutti i discorsi sulla privacy che si sono sentiti non hanno fondamento. Io sono napoletano, a Napoli si dice: Si parla a schiovere, cio ognuno parla senza sapere una mazza e senza chiederci spiegazioni.

I MILIARDI DI EURO I MILIARDI DI REDDITI NASCOSTI RECUPERATI NEL 2011

Una sede dellAgenzia delle Entrate (FOTO LAPRESSE)

La privacy in pericolo

Controlli sugli estratti conto? Una bufala. Non voglio neanche riceverli dalle banche

to sulla massa dei crediti dei Comuni, le multe e via dicendo. Il problema avere un soggetto riscossore diverso dal creditore, questa la scelta che stata fatta in Italia. Sulla lotta allevasione ci sono nuovi input da parte del governo Monti che state seguendo? La nostra attivit ha un trend che

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Domenica 15 gennaio 2012

Granata (Fli) propone di tassare chi ha fatto affari con gli Entidi Marco Lillo

a proposta arriva dal deputato di Futuro e Libert Fabio Granata. E recita cos: Chi ha avuto grandi vantaggi patrimoniali nellacquisto di immobili a prezzo di favore da enti pubblici (e si tratta spesso di politici, dirigenti pubblici, manager e grand commis dello Stato) dovrebbe essere chiamato a restituire una parte di questo

L

COSE LOROvantaggio allerario. Aggiunge, lonorevole: Perch il governo non prevede una patrimoniale su casi come quelli del Ministro Patroni Griffi, che suscitano imbarazzo nellesecutivo e indignazione nellopinione pubblica?. E spiega: Si potrebbe fare una norma che, escludendo le case davvero popolari e di modesto valore, acquistate da famiglie con redditi modesti, preveda una imposta patrimoniale immobiliare aggiuntiva rispetto allImu per tutti gli immobili ex pubblici che hanno un valore di mercato effettivo almeno pari al doppio del prezzo di acquisto. Non sarebbe difficile congegnarla, e sarebbe opportuna approvarla, conclude Granata.

e Valeria Pacelli

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lla fine il ministro Filippo Patroni Griffi ce lha fatta. Dopo tanti anni di stenti da inquilino in una casa popolare con vista Colosseo, fortunosamente scampato al rischio sismico, sopravvissuto alla mancanza di riscaldamento e dacqua corrente, si finalmente tirato fuori da questo scenario Dickensiano descritto da una sentenza del suo Consiglio di Stato che gli ha permesso di comprare una casa di 109 metri al Colosseo per 177 mila euro. Il Fatto felice di poter rassicurare la cittadinanza tutta: il povero ministro, dopo anni di stenti immobiliari, vive finalmente in un mega appartamento che misura il doppio di quello di via Monte Oppio 12. Certo, non guarda pi il Colosseo ma il ministro si consoler con lantica Torre delle Milizie che domina piazza Venezia, comunque meglio delle marrane di Centocelle. Il Fatto, in ansia per il ministro, ha ricostruito lultimo atto della commedia immobiliare di Patroni Griffi, Filippo non Giuseppe. Dopo laffarone messo a segno a spese dellInps sul Monte Oppio nel gennaio del 2008, il ministro riuscito a fare un ulteriore doppio colpo: a settembre 2011 ha affittato a un funzionario delle Nazioni Unite che lavora a Roma lappartamento al primo piano con vista Colosseo, e poco prima andato a vivere in un quarto piano

PATRONI GRIFFI AFFITTA BENECon i soldi recuperati dallo stabile ex Inps, vive in 210 mq l vicinovenduto nel 2001 dalla Toro Assicurazioni del gruppo Fiat a un prezzo scontato rispetto a quello di mercato. Io per, tiene a precisare Nocilla, ho pagato poco i due appartamenti comprati solo perch erano occupati. Lattico di 170 metri coperti lho poi venduto a un avvocato mente laltro al quarto piano di 210 metri tutti coperti, lho affittato da pochi mesi al collega Patroni Griffi per 3 mila euro al mese. Anzi, per lesattezza lui paga 3.600 euro ma le spese condominiali di 600 euro, le pago io. Il prezzo complessivo pagato allora stato di un milione e 750 mila euro per i due appartamenti ma poi ho speso 240 mila euro per fare uscire gli inquilini pi la ristrutturazione. Alla luce dellennesimo colpaccio di Patroni Griffi, la lunga storia immobiliare del ministro pi grande e signorile, affacciato non pi sui Fori ma sul punto pi bello di via Nazionale. E, anche stavolta c di mezzo un consigliere di Stato. Il padrone di casa di Patroni Griffi infatti Damiano Nocilla, ex segretario generale del Senato, nominato consigliere di Stato nel 2002. Lappartamento stato merita di essere ripercorsa dallinizio.IL MAGISTRATO diventa inquilino Inps nel 1986 in quanto vincitore di un concorso pubblico e trasferito in altra regione, potevo farne richiesta, dice lui sorvolando sul fatto che una cosa fare domanda e unaltra ottenere una casa con vista Colosseo a equo canone. Per 25 anni paga meno di un terzo del fitto di mercato. Dopo avere risparmiato un centinaio di milioni di vecchie lire rispetto a chi non ha trovato una simile occasione, lallora presidente di sezione del Consiglio di Stato ottiene, grazie a due sentenze del Consiglio di Stato, la possibilit di rendere eterno il suo privilegio. Nel gennaio 2008 compra per soli 177 mila e 754 euro una casa di 109 metri quadrati catastali, come rivelato