Il vaso è colmo - Sandrigo30

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Anno XXXVII - n° 10 Novembre 2016 Periodico dell’Associazione P.S. "Sandrigo 30" Sped. in A. P. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NE/VI [email protected] www.sandrigo30.lindaver.org continua a pag. 1 “Al primo incontro del gruppo Promotori della Sede in tanti ci hanno detto che eravamo pazzi, che il progetto era trop- po ambizioso, ci hanno consi- gliato di lasciar perdere” ha ricordato Loreta Novello, coor- dinatrice generale della Coo- perativa Margherita di fronte al nastro inaugurale. Ma la nuova sede non solo c’è ma è stata splendidamente animata per 3 giorni dal 30 settembre al 2 ottobre con musica, risate, parole, immagini ed emozio- ni indelebili per molti, con la certezza che l’apertura a tutti della sede sia la consuetudine e non l’eccezione. In tantissimi (molti più del previsto!) sono arrivati a festeggiare portando la propria storia e le proprie passioni. Tra questi i ragazzi dell’Istituto Zanella che hanno racconta- to in musica la loro voglia di futuro chiosando con i Uoti- Cooperativa Margherita Inaugurazione nuova Sede sdis. Una bell’introduzione ai tanti sindaci intervenuti, alle associazioni numerose, ai sostenitori, agli ex presidenti della cooperativa (compreso Lucio Dal Molin al quale si è dedicata la sala riunioni), ognuno con un pensiero da condividere. Poi le persone con disabilità dell’Agenzia Terri- toriale che hanno distribuito tagliatelle a tutti tra le splen- Indiscutibilmente appartenente al territorio dide foto che raccontano del- le abilità nelle dis-abilità e la mostra dei modellini Ferrari di Sandro Fontana. Servono luo- ghi dove le narrazioni possano essere condivise, perché chi può raccontare la propria sto- ria a qualcuno è salvo, come hanno testimoniato Cristina Bellemo ed Igor Salomone. E sabato ancora un giorno di folla nel quale ognuno ha cer- La nuova sede della Cooperativa Margherita continua a pag. 2 Il laboratorio “Passato e Futuro” non è stato all’inizio un laboratorio facile da affrontare! Con un po’ di diffidenza iniziale, ma anche con la solita buona volontà che li contraddistingue, i par- tecipanti hanno cominciato a condivi- dere alcuni passaggi importanti della loro vita, aprendo quelle “finestrelle” che spesso venivano gelosamente tenu- te chiuse dato che, anche i ricordi, pos- Passato e Futuro Storie di vita in Agenzia Territoriale Il laboratorio denominato “Passato e Futuro” è attivo da alcuni anni e si svolge abitualmente il mercoledì pomeriggio presso l’Agenzia Territoriale, grazie alla passione, alla costanza e all’impegno di una nostra storica socia e volontaria Sandra Noaro. Questo è il resoconto del prezioso spazio di con- divisione che ha saputo creare negli anni. sono essere a volte dolorosi o scomodi da riportare in superficie. Si è partiti dal racconto delle loro esperienze scolastiche di bambini “poco capiti” all’interno di scuole non sem- pre, soprattutto per i più “anziani” del gruppo, adeguate a gestire sia dal pun- to di vista educativo che strutturale le varie disabilità che essi presentavano. Da quando l’Hotel Canova è stato letteralmente stipato di richiedenti asilo, l’Amministrazione Comunale di Sandrigo ha disposto dei sopral- luoghi settimanali per verificare lo stato di utilizzo della struttura. Anche oggi, 28 ottobre, i vigili del consorzio Ne. vi hanno effettuato un sopralluogo presso l’hotel Canova redigendo un verbale di quello che hanno trovato. L’ultima situazione di forte criticità risale ai primi di otto- bre quando il Sindaco, presa carta e penna, ha scritto al Prefetto, al Diret- tore dell’ULSS 6 ed al presidente del- la Cooperativa CON TE sig. Bazzera, richiamando tutti alla pericolosità di tale condizione di sovraffollamen- to. Al 5 settembre 2016 risultavano presenti n. 136 fra uomini, donne e bambini e la raccomandazione della stessa ULSS 6 era di ritornare, specie per motivi sanitari, nella capienza dell’Hotel che è esattamente pari a 103 persone. Oggi i vigili hanno redatto l’elenco dei presenti trovandovi 144 persone Il vaso è colmo fra adulti donne e minori. Quello che non è più accettabile è che per farci stare tutta questa massa di persone (che lo ricordo porta il numero dei presenti in Sandrigo ad oltre 220) i responsabili della Coo- perativa CON TE stiano utilizzando gli interrati dell’Hotel in zone asso- lutamente non attrezzate per farvi dormire uomini, donne e bambini. Ci sono brandine poste per terra senza servizi adatti dove dovrebbe esserci invece una sala riunioni e conferenze. Da sindaco segnalo come dai cittadini stia salendo un lamento sempre più allarmante in quanto ormai una parte di queste presen- ze stanno diventando moleste con utilizzo ormai monopolistico dei parchi giochi, in specie per giocarvi a calcio, nei confronti di anziani che andando al cimitero si trovano din- nanzi persone che chiedono denaro o con la messa in strada di rifiuti in modi e tempi assolutamente ina- datti. Se a questo aggiungo che mi viene riferito come ci sia qual- cuno (e non mi risulta che sia un richiedente asilo) in piazza che coglie l’occasione per aizzare l’ira dei cittadini dicendo che è colpa dell’Amministrazione perché non ha voluto firmare la convenzione con la prefettura, comprendo dove possa arrivare la meschinità umana. E’ della settimana scorsa una bel- lissima e proficua riunione tenutasi in biblioteca fra i Sindaci di Sandrigo e Santorso coadiuvati da don Dan- te Carraro direttore del C.U.A.M.M. di Padova, serata costruttiva nella quale si è condiviso che l’Europa deve fare uno sforzo come quello fatto dagli Stati Uniti nel dopoguer- ra con il piano Marshall. Solo così queste persone potranno eman- ciparsi nelle loro nazioni evitando di farsi coinvolgere in progetti di integrazione europea praticamente irrealizzabili. A seguito della nuova circolare del Ministero dell’Interno, che sposta sui Sindaci la progettualità di acco- glienza, in quella serata ho ribadito che Sandrigo è disponibile ad entra- re nel progetto SPRARS che prevede una accoglienza del 2 per mille dei richiedenti asilo, che per la nostra comunità vorrebbe dire dalle 15 alle 20 persone ma solo, e lo ribadisco solo, dopo che avremo avuto assi- curazione scritta che i due alberghi verranno svuotati ritornandoli alla loro gestione caratteristica. Sandrigo, e la prefettura lo sa bene, ha dato quello che pochi altri paesi in Veneto hanno dato in ter- mini di solidarietà. Perché spingersi così in avanti senza nessun ritegno oltraggiando ulteriormente una collettività che ormai è sul punto di scendere in piazza? Non ne colgo i vantaggi. Giuliano Stivan Sindaco di Sandrigo

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Anno XXXVII - n° 10 Novembre 2016

Periodico dell’Associazione P.S. "Sandrigo 30"

Sped. in A. P. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, NE/VI

[email protected]

continua a pag. 1

“Al primo incontro del gruppo Promotori della Sede in tanti ci hanno detto che eravamo pazzi, che il progetto era trop-po ambizioso, ci hanno consi-gliato di lasciar perdere” ha ricordato Loreta Novello, coor-dinatrice generale della Coo-perativa Margherita di fronte al nastro inaugurale. Ma la nuova sede non solo c’è ma è stata splendidamente animata per 3 giorni dal 30 settembre al 2 ottobre con musica, risate, parole, immagini ed emozio-ni indelebili per molti, con la certezza che l’apertura a tutti della sede sia la consuetudine e non l’eccezione.

In tantissimi (molti più del previsto!) sono arrivati a festeggiare portando la propria storia e le proprie passioni. Tra questi i ragazzi dell’Istituto Zanella che hanno racconta-to in musica la loro voglia di futuro chiosando con i Uoti-

Cooperativa Margherita

Inaugurazione nuova Sedesdis. Una bell’introduzione ai tanti sindaci intervenuti, alle associazioni numerose, ai sostenitori, agli ex presidenti della cooperativa (compreso

Lucio Dal Molin al quale si è dedicata la sala riunioni), ognuno con un pensiero da condividere. Poi le persone con disabilità dell’Agenzia Terri-toriale che hanno distribuito tagliatelle a tutti tra le splen-

Indiscutibilmente appartenente al territorio dide foto che raccontano del-le abilità nelle dis-abilità e la mostra dei modellini Ferrari di Sandro Fontana. Servono luo-ghi dove le narrazioni possano essere condivise, perché chi

può raccontare la propria sto-ria a qualcuno è salvo, come hanno testimoniato Cristina Bellemo ed Igor Salomone.

E sabato ancora un giorno di folla nel quale ognuno ha cer-

La nuova sede della Cooperativa Margherita

continua a pag. 2

Il laboratorio “Passato e Futuro” non è stato all’inizio un laboratorio facile da affrontare! Con un po’ di diffidenza iniziale, ma anche con la solita buona volontà che li contraddistingue, i par-tecipanti hanno cominciato a condivi-dere alcuni passaggi importanti della loro vita, aprendo quelle “finestrelle” che spesso venivano gelosamente tenu-te chiuse dato che, anche i ricordi, pos-

Passato e FuturoStorie di vita in Agenzia Territoriale

Il laboratorio denominato “Passato e Futuro” è attivo da alcuni anni e si svolge abitualmente il mercoledì pomeriggio presso l’Agenzia Territoriale, grazie alla passione, alla costanza e all’impegno di una nostra storica socia e volontaria Sandra Noaro. Questo è il resoconto del prezioso spazio di con-divisione che ha saputo creare negli anni.

sono essere a volte dolorosi o scomodi da riportare in superficie.

Si è partiti dal racconto delle loro esperienze scolastiche di bambini “poco capiti” all’interno di scuole non sem-pre, soprattutto per i più “anziani” del gruppo, adeguate a gestire sia dal pun-to di vista educativo che strutturale le varie disabilità che essi presentavano.

Da quando l’Hotel Canova è stato letteralmente stipato di richiedenti asilo, l’Amministrazione Comunale di Sandrigo ha disposto dei sopral-luoghi settimanali per verificare lo stato di utilizzo della struttura. Anche oggi, 28 ottobre, i vigili del consorzio Ne. vi hanno effettuato un sopralluogo presso l’hotel Canova redigendo un verbale di quello che hanno trovato. L’ultima situazione di forte criticità risale ai primi di otto-bre quando il Sindaco, presa carta e penna, ha scritto al Prefetto, al Diret-tore dell’ULSS 6 ed al presidente del-la Cooperativa CON TE sig. Bazzera, richiamando tutti alla pericolosità di tale condizione di sovraffollamen-to. Al 5 settembre 2016 risultavano presenti n. 136 fra uomini, donne e bambini e la raccomandazione della stessa ULSS 6 era di ritornare, specie per motivi sanitari, nella capienza dell’Hotel che è esattamente pari a 103 persone.

Oggi i vigili hanno redatto l’elenco dei presenti trovandovi 144 persone

Il vaso è colmofra adulti donne e minori. Quello che non è più accettabile è che per farci stare tutta questa massa di persone (che lo ricordo porta il numero dei presenti in Sandrigo ad oltre 220) i responsabili della Coo-perativa CON TE stiano utilizzando gli interrati dell’Hotel in zone asso-lutamente non attrezzate per farvi dormire uomini, donne e bambini. Ci sono brandine poste per terra senza servizi adatti dove dovrebbe esserci invece una sala riunioni e conferenze.

Da sindaco segnalo come dai cittadini stia salendo un lamento sempre più allarmante in quanto ormai una parte di queste presen-ze stanno diventando moleste con utilizzo ormai monopolistico dei parchi giochi, in specie per giocarvi a calcio, nei confronti di anziani che andando al cimitero si trovano din-nanzi persone che chiedono denaro o con la messa in strada di rifiuti in modi e tempi assolutamente ina-datti.

Se a questo aggiungo che mi viene riferito come ci sia qual-cuno (e non mi risulta che sia un richiedente asilo) in piazza che coglie l’occasione per aizzare l’ira dei cittadini dicendo che è colpa dell’Amministrazione perché non ha voluto firmare la convenzione con la prefettura, comprendo dove possa arrivare la meschinità umana.

E’ della settimana scorsa una bel-lissima e proficua riunione tenutasi in biblioteca fra i Sindaci di Sandrigo e Santorso coadiuvati da don Dan-te Carraro direttore del C.U.A.M.M.

di Padova, serata costruttiva nella quale si è condiviso che l’Europa deve fare uno sforzo come quello fatto dagli Stati Uniti nel dopoguer-ra con il piano Marshall. Solo così queste persone potranno eman-ciparsi nelle loro nazioni evitando di farsi coinvolgere in progetti di integrazione europea praticamente irrealizzabili.

A seguito della nuova circolare del Ministero dell’Interno, che sposta sui Sindaci la progettualità di acco-glienza, in quella serata ho ribadito che Sandrigo è disponibile ad entra-re nel progetto SPRARS che prevede una accoglienza del 2 per mille dei richiedenti asilo, che per la nostra

comunità vorrebbe dire dalle 15 alle 20 persone ma solo, e lo ribadisco solo, dopo che avremo avuto assi-curazione scritta che i due alberghi verranno svuotati ritornandoli alla loro gestione caratteristica.

Sandrigo, e la prefettura lo sa bene, ha dato quello che pochi altri paesi in Veneto hanno dato in ter-mini di solidarietà. Perché spingersi così in avanti senza nessun ritegno oltraggiando ulteriormente una collettività che ormai è sul punto di scendere in piazza? Non ne colgo i vantaggi.

Giuliano Stivan Sindaco di Sandrigo

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pag. 2Novembre 2016 - pag. 2

E’ un periodico informativo - politico - culturale dell’Associazione P.S.

«Sandrigo 30» fondato nel 1974

diretto daarnaldo pozzato

Direttore Responsabileelena guerra

Capo Redattoregiuseppe savio

Edito da: Associazione P.S. "Sandrigo 30"

Presidentegiuseppe savio

Sede e Redazione: Piazza Garibaldi, 5 - 36066 Sandrigo (VI)Autorizzazione del Tribunale di Vicenza n. 798 del 23 maggio 1994 (1^ autorizzazione n. 311 del 04 settembre 1974)Tipografia: G.N.G. srl - SandrigoSpedizione in Abbonamento Postale Pubblicità inferiore al 45% - Taxe PerçueConto Corrente postale: N° 13982368Codice Iban: IT 32 U 07601 11800 000013982368 Per pubblicità: 0444 659858Gli articoli firmati rispecchiano il pensiero dell’autore e non coinvolgono in alcun modo la redazione e la proprietà della testata.

Ai sensi del D.L. 196/2003, informiamo i nostri lettori che i loro dati in nostro possesso saranno utilizzati esclusivamente per inviare il nostro giornale. Questi dati saranno custoditi presso i nostri archivi informatici. I nostri lettori hanno il diritto di accedere liberamente alle informazioni che li riguardano per aggiornarle o modificarle rivolgendosi al responsabile o presso la sede.

Tiratura 3.500 copieSandrigo, Novembre 2016

www.sandrigo30.lindaver.org

Inaugurazione nuova sedesegue da pag. 1

Passato e futurosegue da pag. 1

“Sandrigo è come New York City” mi sento spesso dire da amici e conoscenti dei paesi vicini e non sapendo farmi i fatti miei cominciai a chiedere il per-ché di questo paragone immaginando un miliardario in armatura che volava sopra il tendone della festa del baccalà. Da tutti però la stessa risposta.

“A Sandrigo c’è il quartiere del Bronx, non si va nel Bronx”. Mi fer-mai un secondo a riflettere immagi-nando che nessuna amministrazione del passato avrebbe mai dato questo nome ad una via o ad un quartiere e non riuscendo proprio a stare zitto chiesi ancora: “E perché non si va nel Bronx?”

Non l’avessi mai fatto… Ottenni un campionario di risposte da fiera del fumetto; si narra dell’uomo con l’impermeabile che spaventa i bambini nei parchi, biciclette che svaniscono pochi minuti dopo essere state posteg-giate, auto danneggiate da sconosciuti, riunioni notturne di tossicodipenden-ti e tanto altro più o meno pesante. “Ma che razza di posto…” pensai tra me e me “chissà come sono le perso-ne che ci vivono? Meglio non averci

Quartieri americania che fare”. Ma siccome sono molto cocciuto e se mi pongo una domanda vi cerco pure la risposta sono andato a farmi quattro passi in questo quartiere, in questo “Bronx sandricense” a mio rischio e pericolo. La cosa incredibile che balza subito agli occhi è che vi han-no costruito un istituto comprensivo; ma come?

Infanzia, primaria e secondaria in un quartiere tanto pericoloso?

Passeggiando per il famoso parco ho notato bambini che giocano ed anzia-ni seduti ad osservarli sereni; scivoli, altalene ed altre giostrine, alcune nuove ed altre da sistemare (ma quale parco non le ha?); l’erba era stata tagliata e la pulizia generale era più che sufficiente, anzi sicuramente migliore di altri par-chi di paesi ben più grandi. Rimasi ad attendere l’uomo con l’impermeabile ma nulla…

Nel frattempo notai la sede di una cooperativa che lavora con i disabili; ma come, non hanno paura di quei vandali notturni di cui mi avevano parlato? Decisi di conoscere qualche residente ed inutile ribadire il mio stupore quando mi trovai di fronte

Il laboratorio ha affrontato in seguito la loro vita ormai adulta e proiettata alla possibilità di partecipare attiva-

mente al mondo del lavoro. Tante aspettative, tante speranze, qualche delusione ma sempre nella positività

e fiducia di sentirsi parte integrante di una società.

E alla fine, è stato importante per loro anche raccontare quale futuro avrebbero immaginato nei prossimi anni, quali e quanti sogni li avreb-

bero accompa-gnati cercando e imparando a non delegare ad altri scelte fon-damentali, frutto spesso di faticose e acquisite nuove autonomie.

Raccontarsi, raccontare è una via di comunica-zione importan-

te e fondamentale. Attraverso di essa scopriamo che molti aspetti della vita ci accomunano, capiamo che saper-

cato il proprio modo di vivere la vita a pieno: nell’angolo del benessere, ascoltando Ervas o le strepitose storie del Gruppo fiabe, nei vivacissimi laborato-ri per i bambini e non solo, tra le immagini, storie e video che raccontano della fatica e della speranza della memoria e della sua perdita con l’Alzheimer, con lo squisito angolo vegan, nel ricordo di Gianmaria Testa con le parole entusiasmanti della moglie Paola Farinetti, gustando il Baccalà della Pro-loco di Sandrigo, con il teatro di strada dei Quattro elemen-ti, nella musica di Francesca Pezzin e di Nicole Stella fino al dj set in notturna. Volti di ogni età e colore, storie di sandricensi che si intreccia-vano con storie di migranti, bambini ed anziani, lacrime e risate che hanno lasciato coperte variopinte, vasi pro-fumati, fiori di stoffa, sogni e desideri. E domenica mattina ancora insieme per la Santa Messa, il pranzo e per conti-

nuare i festeggiamenti fino a sera, pensando al territorio con Pase, Romano e la musi-ca dei Valincantà, ridendo a più non posso con The Stupid Street show. Stanchi ma felici perché in tanti, anzi tantissi-mi, sentono già le stanze di via Andretto come casa loro. E quando si è in tanti è più facile essere coraggiosi ed il viaggio

a gente comunissima come in tante altre vie o quartiere di qualsiasi paese del Vicentino. Famiglie di lavoratori che si alzano al mattino e tornano la sera, anziani in pensione che hanno dato il loro contributo alla storia del nostro paese, vedove, volontari della parrocchia, studenti in cerca del loro futuro, dipendenti, muratori, piccoli imprenditori, meccanici, dottori, ita-liani e stranieri.

Nulla insomma di diverso che si possa trovare in ogni via o quartiere di Sandrigo o nei paesi limitrofi. Certo qualcuno grida dal balcone, qualcuno corre in bici sui marciapiedi ma questo rende un quartiere “malfamato”? In un lontano passato sono accaduti fatti in questo quartiere a cui le cronache locali non erano abituati e l’abilità italiana del romanzare li ha resi imperituri ma è

giusto che i residenti d’oggi si sentano discriminati per questo? E’ giusto che amicizie possano spezzarsi, relazioni non crescere, o ragazzi rimanere iso-lati per la sola colpa di risiedere in un quartiere dal passato burrascoso ma dal presente normale ed uguale a tutti gli altri quartieri della stessa Sandrigo?

Nonostante la mia testardaggine que-sta volta la risposta non me la voglio dare da solo perché sono convinto che i Sandricensi sapranno trovarla al posto mio e finalmente la parola “Bronx” sparirà da tale quartiere.

Un cordiale saluto a tutti.P.S. Nonostante fosse un’esca appe-

tibile, la mia bicicletta è rimasta par-cheggiata in quella via dalla mattina fin sera e mi ha riportato a casa tutto intero.

Un lettore

COMUNICATONell’intento di onorare il servizio sacerdotale di

don Pierangelo Rigonrecentemente scomparso, alcuni amici e parrocchiani propongono

una pubblicazione con scritti e testimonianze che mettano in luce l’o-pera compiuta nel corso della sua esistenza. Scritti pastorali, scritti di ricerca ed altri, che evidenzino come la centralità dell’essere sacerdote sia stata la grande tensione che ha accompagnato la vita del presbitero.

Il Vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol ha visionato, approvato ed apprezzato il progetto.

Al fine di permettere la pubblicazione, sarà predisposta una Tabula gratulatoria nella quale saranno indicati i nominativi delle persone che hanno stimato la vita ed il servizio pastorale del sacerdote sandricense, per oltre un decennio Amministratore della parrocchia San Pancrazio ad Ancignano di Sandrigo.

L’adesione comporta il versamento minimo di euro 15,00 destinati alle spese per la pubblicazione del volume che sarà consegnato, prevedi-bilmente nel febbraio del 2017, in occasione di una serata organizzata in ricordo del primo anniversario della morte del compianto sacerdote.

Per dare la propria adesione rivolgersi a:Franca Lovo (335 70996339) oppure a Italo Francesco Baldo ([email protected])

in salita che aspetta la coope-rativa Margherita e le persone di cui si occupa sarà più leg-gero e più piacevole, certi che il consiglio di don Giovanni Sandonà non sarà inascoltato “passate a trovarli!”

Perché da storia nasce sto-ria …

Sonia Minchio - Presidente

li affrontare con maturità ci aiuta a diventare adulti, persone capaci di tenere memoria di quello che abbiamo vissuto perché tutto diventa importan-te nella misura in cui percepiamo che la nostra storia sarà sempre una storia unica e irripetibile.

Nel futuro ci piacerebbe che tutti

questi preziosi frammenti di vita potes-sero diventare uno spettacolo teatrale da presentare: ci piacerebbe che altre persone potessero immaginare e sentire come può essere la vita da un altro punto di vista, quello della persona con disabilità.

Sandra Noaro

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pag. 3 - Novembre 2016

Il ciclo viaggi iniziato a ottobre con-tinua lunedì 7 novembre 20.30 con “Racconti ed emozioni di due ultra-cycler: Paolo Aste e Paola Gianotti”. Paolo Aste da Valli del Pasubio e Paola Gianotti da Ivrea coinvolgeranno il pubblico con racconti e proiezioni delle imprese estreme in bicicletta da loro sostenute. Paola Gianotti ha realizzato un nuovo record che le ha permesso di regalare 73 bici ad altrettante donne ugandesi. La titolare del guinness mondiale del giro del mondo femminile è riuscita ad attra-versare 48 Stati statunitensi lo scorso aprile raccogliendo i fondi sufficien-ti per l’impresa africana. Lunedì 21 novembre alle 20.30 chiude il ciclo l’incontro dal titolo “I patagonici”. Ispirati dalla voglia di avventura e di immergersi nella natura incontami-nata due “ragazzi” sulla soglia dei 30 decidono di fare un viaggio in Pata-gonia, nel profondo sud dell’America Latina. Un viaggio riflessivo e quasi sempre tragicomico che non finisce alla “fin del mundo” ma rivive e prose-gue dopo il ritorno a casa sulle pagine di un blog: ipatagonici.com. Un rac-conto in parole, musica e immagini con il sandricense Jacopo Ferrarese e Nicola Bellin.

Piero Furlan parla dei Premi Nobel alla Chimica e Fisica lune-dì 14 novembre alle 20.30 alla biblioteca. Per la fisica quest’anno il riconoscimento è stato assegnato a David Thouless, Duncan Haldane e Michael Kosterlitz. I tre studiosi britannici lavorano nel campo delle fasi topologiche della materia con-densata, e hanno scoperto comporta-menti imprevisti dei materiali solidi. Le loro scoperte hanno spianato la

Comitato Attività Culturali Biblioteca

Attualità, scienza, viaggi e montagna

strada per la progettazione di nuovi materiali. Il premio Nobel per la chi-mica è stato assegnato a Jean-Pierre Sauvage (dell’università di Strasbur-go, Francia), Sir J. Fraser Stoddart (della Northwestern University di Evanston, Stati Uniti) e Bernard L. Feringa (dell’università di Groningen, Paesi Bassi). Il premio è stato confe-rito per “aver progettato e prodotto le macchine molecolari” (o nanomac-chine), ovvero molecole in grado di effettuare dei compiti attraverso un input di energia. Incontri organizzati in collaborazione con Pro Sandrigo e Sandrigo30.

Venerdì 18 novembre alle 20.30 si tiene la conferenza “La prima spedi-zione italiana all’Everest Iee73” con la proiezione del film originale. Parte-cipano Gianfranco Briani e Roberto Stella, componenti della spedizione. Interviene Maurizio Allioni, segreta-rio personale di Guido Monzino. Con questa occasione sarà inaugurata la stessa sera e sarà visibile fino a sabato 3 dicembre alla biblioteca la mostra fotografica sulla stessa spedizione (l’e-sposizione è aperta al pubblico negli orari di apertura della biblioteca). Evento organizzato in collaborazione con il Cai Sandrigo.

“Maschile e femminile tra mondo reale e virtuale” è un momento di informazione e consapevolezza per uomini e donne lunedì 28 novembre alle 20.30 in biblioteca in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’incontro vede la presenza di Grazia Chisin, consigliera di Parità della Provincia di Vicenza, Davide Cadore, assessore alla scuola e al sociale, che illustrerà alcuni dati inerenti agli adolescenti a San-

drigo, Cristina Martini, ricercatrice nell’ambito delle analisi dei media e dei casi di cronaca nera e formatrice su stereo-tipi e rappresentazioni della stampa nei casi di femminicidio e vio-lenza di genere, e Arianna Bigarella, psicologa e psicoterapeuta con specia-lizzazione in psicoterapia a indirizzo cognitivo comportamentale. Tra gli argomenti che saranno approfonditi ci sarà la teen dating violence, un fenomeno emergente che si riferisce a situazioni nelle quali uno dei due partner in età adolescenziale com-mette violenza fisica e/o psicologi-ca sull’altro, lo denigra tra gli amici come sul web e lo spinge a fare ciò per cui non è ancora pronto. Tra le abitu-dini relazionabili a questo fenomeno ci sono il controllo del telefono, dei social network, del look e delle azioni quotidiane. Modera Lauro Paoletto, direttore La Voce dei Berici. L’incon-tro è organizzato in collaborazione con Logika e le Agenzie educative.

Oltre al ciclo viaggi continuano le proposte culturali consolidate e non solo, ad ingresso libero: saba-to 3 dicembre appuntamento alla biblioteca con L’ora delle storie del Gruppo Fiabe dalle 10.30 alle 11.30. Letture ad alta voce per bambine e bambini. Le fiabe torneranno anche in occasione del Girotondo di Nata-le a Villa Sesso Schiavo sabato 26 e domenica 27 novembre. Martedì 13 dicembre si rinnova l’appuntamen-to con il Caffè letterario alle 20.45, l’appuntamento mensile per chi vuole condividere o è alla ricerca di consigli di lettura. Evento a cura del Grup-po di lettura. Giovedì 24 novembre alle 20.30 letture golose, a cura del Gruppo lettura di Thiene. Evento a cura degli Amici della cultura.

Lunedì 12 dicembre alle 20.30 incontro “Il mondo che vorrei. Il Progetto Italia di Emergency” per conoscere una realtà che si spende non solo nelle zone di guerra ma anche vicino a casa nostra. Una serata per discutere sull’attualità, per diffonde-re un messaggio di pace e ripudiare la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le con-tese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Per sperare in un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un’equa distribuzione delle risorse.

Per informazioni e iscrizioni rivol-gersi al numero 0444/461680 o scri-vere a: [email protected] o visitare la pagina Facebook “Comitato Cultura Sandrigo”.

Pro SandrigoMartedì 8 dicembre

Concerto dell’ImmacolataPremio Impegno sociale 2016

Ore 18.00: Accensione Albero di NataleOre 19.00: Santa Messa in DuomoOre 20.00: Consegna del Premio Impegno Sociale 2016A seguire concerto in Chiesa con il Coro La Vose del TesenaAl termine del concerto degustazione di cioccolata e vin brulé orga-nizzata dall’Associazione Alpini di Sandrigo. Annunci

Signora referenziata cerca lavoro, disponibile part-time come colf, stiro, pulizie e assistenza anziani.Per contatto chiamare i numeri: 380 1525988 - 327 2622976.

***Signora italiana automunita, referenziata e con esperienza offresi per stiro e pulizie il mattino.Chiamare o lasciare messaggio al 349 0511691

HIGH PROMOTION Domenica 27 novembre 2016

ASPETTANDO IL NATALEA Villa Trissino dalle 10.00 alle 18.00

Ore 10.00 per tutto il giorno: Mercatino dell’artigianato e prodotti del territorio - Angolo delle Letterine - Laboratorio dei pensieri felici - Cioccolata, the, brulè per tutti.Ore 10.30 Raccontastorie a cura di HP “La letterina magica” Ore 11.00 Aperitivo musicale in villa “Mandolinonovecento”Ore 14.00 Raccontastorie a cura di HP “La letterina magica”Ore 15.30 Natale in musica con Francesca PezzinOre 17.00 Canti di Natale con il coro “La Vose del Tesena” di Sandrigo

Info: www.hipromotion.it – tel. 3351327700Tutto il ricavato della manifestazione sarà devoluto a favore della fondazione “Città della speranza”

Si avvicina la ricorrenza dei defunti ed io cerco di anticiparla andando a tro-vare i miei cari prima della gran “raduno” del 1° novembre; di questa festività in effetti non mi è mai piaciuto molto l’assembramento e l’orazione collettiva svolta dentro il camposanto, per me il rapporto con i morti è una cosa intima e come tale lo preferisco svolgere nel silenzio e non nella confusione.

Così mi ritrovo qui a girare per il cimitero di giovedì pomeriggio, a 5 giorni da quello segnato in rosso sul calendario, assieme a me mia figlia Alice, alla quale ho chiesto di accompagnarmi. La giornata non è propriamente autunnale, meglio così, ciò mi fa apprezzare ancor di più il silenzio che mi circonda, al massimo ci saranno una decina di persone, troppo poche per disturbare i miei pensieri.

Questo luogo non mi ha mai creato né ansia, né paura, neanche da ragazzino quando una delle classiche prove di coraggio, era quella di entrare al cimitero col buio e restarci per qualche minuto (prova passata brillantemente peraltro) e così vago tra parenti e amici, ma anche tra semplici conoscenti, tutte persone con le quali tutti noi abbiamo incrociato spezzoni di vita, magari solo per un breve periodo, ma che adesso soffermandomi sui loro sguardi fanno affiorare in me ricordi ormai dimenticati come il vecchio bidello: “quante volte mi ha rincorso nei corridoi della scuola” dico a mia figlia. E qua chi c’è: “guarda Alice la mia vecchia maestra che estraeva i numeretti per interrogarci, da una scatola di pastiglie Valda, come fosse una tombola”... “questo invece è il vecchio parroco, sai una volta ha interrotto una messa per sgridare me con la mia combriccola “...” e là c’è il vecchio barista”, un testimone di memorabili sbronze, ma questo non glielo dico.

Continuando vedo anche tante facce sconosciute, mi soffermo volutamente in quelle più antiche, alcuni sono nati nell’‘800, incuriosito guardo le loro foto e vedo un’altra epoca, volti severi, arcigni, con cappelli e folti baffi; i loro occhi, benché abbiano visto due guerre mondiali, non sembrano rassegnati, ma fieri, di qualcuno stupiti, probabilmente per l’eccezionalità, a quei tempi, di posare per una foto.

A fianco altri visi, questi più recenti, molti a colori, per alcuni calcolo l’età, non so perché forse per confrontarla con la mia dividendoli così, nell’unico semiserio “gioco” che riesco a fare qua dentro, in 2 categorie: quelli prima della mia età e quelli dopo la mia età. Alice scuote la testa perplessa.

Da ultimo come sempre passiamo da Icio, il mio inseparabile amico d’infanzia, adolescenza e gioventù, lanciatosi contro un treno in una fredda giornata del 1990 a 28 anni, dopo un periodo di depressione; non riesco a parlare di Lui, troppe le storie vissute insieme, troppe le emozioni, le risate , i progetti assurdi, i litigi, le notti brave, le fughe dalla realtà, i tuffi nelle esperienze, che non ce la faccio, o forse non voglio ordinarle per raccontarle, per adesso. Solo negli ultimi 2 anni la sua improvvisa malattia ci aveva un po’ allontanato, io non riuscivo più a riconoscerlo e lui era troppo orgoglioso per farsi vedere “debole”, o almeno è così che me la son fatta digerire. Alice percepisce il mio silenzio e non mi chiede niente, aspetta e basta. Brava!

Un ultimo saluto e via, oltrepassato il cancello lasciamo il camposanto con i suoi “abitanti”, portandomi via come un ladro i loro ricordi, che poi sono anche i miei e che, se tramandati, almeno quelli, non muoiono mai.

Pispi

Al camposanto

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precariamente durante la guerra poco rimaneva, pur continuando a percepirsi tra la gente la necessità di una via per raggiungere l’altra spon-da del torrente e con questa, si può dire, l’altra metà della provincia. Tale esigenza sfociò, in epoca fascista, in una richiesta popolare al duce ver-so la fine degli anni ‘20, che si risol-se tuttavia in un nulla di fatto per diversità di opinioni all’interno della stessa comunità sandricense.

Più tardi, nel 1935, venne appro-vato un progetto per un ponte in cemento armato, opera che non fu mai realizzata.

Nell’agosto 1957, a distanza di più di vent’anni dall’ultimo, falli-to tentativo, venne costruita una passerella in cemento dotata di un sistema di drenaggio. Il progetto fu affidato all’ing. Pietro Cavaliere e la realizzazione alla ditta dei fratelli

Mario e Renzo Costantini. Tuttavia, dopo pochi anni, questo guado in cemento fu divelto da una violenta “brentana”. In sostituzione di questo venne quindi precariamente costru-ita una passerella in legno ad uso esclusivamente pedonale a fianco della quale nei giorni di secca si poteva circolare anche con mezzi a motore, grazie alla pista sottostante collocata sul greto fluviale.

Nel settembre 1960 il Sindaco Angelo Corrà chiese un finanzia-mento per la costruzione di un pon-te in cemento e con questo nuovo impulso si diede definitivo avvio ai lavori che portarono il sindaco Mario Pozzato ad inaugurare il 25 settembre 1966 il ponte che ancora oggi percorriamo.

Un’inaugurazione provvidenziale, si può dire, visto che due mesi dopo, nel novembre 1966, la grande piena dell’Astico spazzò via il ponte tra Sandrigo e Passo di Riva lasciando quello appena inaugurato come unico collegamento tra il nostro territorio comunale e tutti i paesi ad ovest dell’impetuoso corso d’ac-qua.

Infine, nel 2004 vennero ultimati degli interventi migliorativi con un ampliamento della carreggiata e l’affiancamento di una pista cicla-bile pedonale, come risulta dalla situazione odierna.

ricordi...Squadra atletica leggera

Scuola Media anno 1967. L’impegno e l’amore per lo sport dell’inse-gnante di educazione fisica, prof. Bernardi, ha stimolato nei ragazzi la passione per lo sport e la sana competizione.

L’angolo dei rimedi naturaliDa quaranta milioni di anni è presente sul nostro pianeta la Rosa

Canina, lo testimoniano i reperti fossili rinvenuti in Colorado.Progenitrice delle rose moderne, da sempre ne apprezziamo la bel-

lezza del fiore semplice, di un delicato rosa pallido e dei falsi frutti, (cinorrodonti), che colorano di un rosso brillante i cespugli della pianta, presente e diffusissima nel nostro territorio pedemontano.

Sembra che il nome “canina” derivi dall’uso che ai tempi di Plinio il vecchio si faceva della radice, utilizzata per la cura della rabbia.

Tuttavia sono soprattutto i falsi frutti che vengono utilizzati per le loro benefiche virtù, non solo per preparare deliziose gelatine e marmellate, ma soprattutto importanti dal punto di vista fitoterapico per estrarne numerosi principi attivi; sono infatti una sorgente naturale molto con-centrata di Vitamina C (100 grammi di cinorrodonti contengono la stessa quantità di vitamina C di un kg di limoni).

Altri componenti sono rappresentati da tannini, carotenoidi, acidi organici (malico e citrico) polifenoli e bioflavonoidi, questi ultimi, pre-senti anche nella buccia dei falsi frutti, che contribuiscono a favorire l’assorbimento della Vitamina C da parte dell’organismo.

Rosa Canina vanta quindi proprietà immunostimolanti, coadiuvante quindi nella prevenzione e nella cura delle affezioni respiratorie reci-divanti.

L’apporto di vitamina C facilita l’assorbimento del Ferro, pertanto è utile nelle anemie e nelle convalescenze. Rosa Canina viene utilizzata anche come coadiuvante, associata ad altri fitoterapici, per alleviare l’emicrania vasomotoria e per rafforzare le pareti dei vasi capillari.

Data l’importante escrezione di sali di ossalato che promuove, può facilitare la formazione di calcoli renali.

Elisabetta dott.ssa Stocco - farmacista

La nostra storia

Cinquant'anni del ponte di Lupiaa cura di Leonardo Carlotto e Alessandro Garziera

Ricorre quest’anno il cinquantesi-mo anniversario dell’inaugurazione del ponte di Lupia, un importante traguardo per una travagliata idea

nata un secolo fa, durante le sof-ferte vicende del primo conflitto mondiale.

All’epoca, l’unica via di comunica-zione che permetteva l’attraversa-mento del torrente Astico era il pon-te di Passo di Riva, sul quale correva la Vaca Mora, il noto trenino tanto importante per i trasporti in tutta la provincia di Vicenza. Durante la Grande Guerra era questo il princi-pale mezzo utile per inviare al fronte esplosivi e munizioni e per riportare a casa i feriti e le salme dei soldati caduti. L’aspetto critico di questo sistema consisteva nel fatto che il treno, spesso carico di materia-li pericolosi, doveva passare per i centri dei paesi e ciò rappresentava una fonte di pericolo di non poca gravità.

Fu dunque delle autorità militari

l’idea di costruire un nuovo ponte ferroviario ad esclusivo uso belli-co, il “Ponte delle Quattro Strade”, presso il guado che porta a Preara di Montecchio Precalcino, e conte-

stualmente di erigerne un secon-do che collegasse Lupia (all’epoca denominata Passo di Lupia) ai paesi al di là dell’Astico e finalizzato ad un

uso anche civile.A guerra conclusa le autorità mili-

tari offrirono ai comuni interessati

(Breganze, Montecchio Precalcino e Sandrigo) la possibilità di acquistare queste opere. Il rifiuto fu netto per

il “Ponte delle Quattro Strade”, più lunghe furono invece le trattative per quello di Lupia, che nel frattem-po venne affidato in sorveglianza al Comune di Sandrigo, fino al 1920 circa. Il regime di sorveglianza era giustificato dal rischio, all’epoca molto concreto, di furti e asporta-zioni dei materiali che costituivano il ponte.

Nel 1922 il consiglio comunale ne approvò l’acquisto e la contestuale spesa per la riduzione dello stesso a ponte pedonale, per un valore com-plessivo di 9250 lire. Nel frattempo, tuttavia, della struttura costruita

Guado in cemento che attraversa il torrente Astico, 1958. In primo piano si possono notare i fori, dal diametro pari a un metro, costituenti il sistema di drenaggio.

Prospettiva della passerella in legno, 1966 circa.

Inaugurazione del ponte di Lupia in cemento armato, settembre 1966.

E' morto Padre Ippolito

Abbiamo ricevuto notizia che Padre Ippolito Chemello, missionario in Brasile, è morto il 13 ottobre a Fortaleza.Esprimiamo il nostro grande dispiacere per la morte di Padre Ippolito, nostro fedele lettore e collaboratore con numerosi scritti dalla sua missione e formuliamo sentite condoglianze ai parenti.

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pag. 5 - Novembre 2016

Quando in redazione è stata pro-posta una nuova rubrica sulle azien-de storiche del paese, sono letteral-mente caduta dalle nuvole. Anche se sono cresciuta e vivo tuttora a Sandrigo, mi sono resa conto di non conoscerla affatto. Fin da piccola sono stata abituata a sentire parlare solamente di legno e ferro. Mai avrei pensato che il tessuto produttivo di Sandrigo potesse essere tanto ampio, con così tante realtà diver-se e particolari sparse sul territorio comunale. Ognuna ha un’identità, un vissuto che vale la pena di essere scoperto.

La prima storia che vogliamo raccontarvi riguarda la Zeta Farma-ceutici Group. Quasi sicuramente questo nome non vi suonerà nuovo. Nello scenario italiano è un’azienda farmaceutica molto conosciuta. Per-sonalmente, quando ho scoperto che lo stabilimento produttivo è a Sandrigo, proprio nella nostra zona industriale, non ci potevo crede-re. Figuriamoci quando mi hanno chiesto di intervistare il presidente, Cesare Benedetti.

Il giorno del nostro incontro mi sentivo in soggezione: l’idea di entrare in un’azienda così impor-tante e di parlare con il “grande capo” mi intimoriva. Tuttavia, non appena ho varcato l’ingresso della sede degli uffici, le mie ansie sono scomparse. Mi sono sentita un po’ come se fossi entrata a casa mia. Il bianco delle pareti, le vetrate e la luce, che pervadeva ogni angolo, avvolgevano tutto con una tran-quillizzante aura di professionalità. I primi sorrisi li ho scambiati con la segretaria e qualche dipendente di passaggio, ma il sorriso più grande era nel viso del Presidente: un uomo alto, la stretta di mano decisa e la voce squillante. Il suo modo di fare mi ha subito rasserenata. Il resto, lo lascio dire a lui.

Nel sito della Zeta Farmaceu-tici c’è uno spazio dedicato alle origini in cui si legge che l’azien-da è nata nel laboratorio di una farmacia. Non si approfondisce molto. Qual è la sua storia?

La storia ha inizio alla fine della seconda guerra mondiale, nel periodo in cui i miei genitori erano alla ricerca di opportunità di lavoro per i loro otto

Tessuto produttivo di Sandrigo

Incontro con le AziendeA partire da questo numero, nei prossimi mesi incontreremo alcune aziende di Sandrigo. Saranno colloqui con gli

imprenditori che racconteranno la storia della propria azienda, ci descriveranno i prodotti, i mercati di riferimento e gli sviluppi futuri.

Conosceremo alcune aziende “storiche” e altre “nuove” che hanno saputo svilupparsi, nonostante gli anni di crisi, e imporsi sul mercato, anche internazionale, con prodotti nuovi e specializzati, impiegando risorse nella ricerca tecnologica e nella promozione.

Un tempo le aziende di Sandrigo operavano principalmente in tre settori: ghiaia, legno e ferro. Oggi le nostre industrie spaziano su tutti i campi, dai prodotti medicali a quelli chimici ed estetici, dalle attrezzature industriali a quelle meccaniche di precisione, dalle elettromeccaniche alle elettroniche, dalle calzature sportive alle tute moto-ciclistiche, dai nontessuti geotessili ai tessuti per l’industria, oltre alle storiche attività della ghiaia e del legno. Sarà un viaggio alla scoperta dell’attuale tessuto produttivo di Sandrigo.

Zeta Farmaceutici Groupfigli. Nel 1947 si presentò l’occasione di acquisire un laboratorio di produ-zione che si trovava nel retrobottega della farmacia di Polegge, gestita da Emanuele Zuccato. Ecco perché “Zeta” è diventato il nome dell’azienda. Mia sorella più grande si era appena lau-reata in farmacia, in più la famiglia di mia mamma veniva da un mondo

di farmacisti - il nonno lo era in un paesino del bellunese - perciò i miei genitori hanno scelto di continuare la tradizione. Allora, ma anche oggi, le licenze per produrre farmaci venivano rilasciate dal Ministero della Salute e non era facile ottenerle, perché dove-vano esserci determinate garanzie. Il signor Zuccato aveva chiesto l’auto-rizzazione ministeriale perché voleva commercializzare un prodotto, per così dire “residuato bellico”, che ser-viva per potabilizzare l’acqua. Allora mio papà decise di prendere in mano la situazione, mettendo la figlia mag-giore a capo della produzione.

Nacque così l’Officina Galenica Zeta, che per legge poteva produrre solo una stretta fascia di prodotti. Quando mio padre morì, nel 1952 pochissimi anni dopo l’acquisizione, mia sorella si trovò a gestire l’azien-da senza l’aiuto di nessuno perché noi fratelli eravamo orientati in altre attività. Si occupò della gestione da sola fino agli anni Settanta, intratte-nendo rapporti commerciali perlopiù con colleghi dell’Università, ma alla morte di una delle sorelle, quella che si occupava della parte amministra-tiva, la maggiore non se la sentì di continuare da sola e pensò di mollare. Io, il più giovane, lavoravo a Milano come progettista al laboratorio di ricerche elettroniche della Olivetti e tra il ‘73 e il ‘74 dovetti fare una scelta: continuare la carriera informatica o aiutare la mia famiglia a uscire dall’impasse. Alla fine abbandonai il mondo dell’informatica e mi buttai

a pesce all’interno del mondo azien-dale. Mi sono assunto la responsabi-lità, onori e oneri. Con la liquidazione dell’Olivetti, la vendita della casa a Milano e andando ad abitare nella casa materna siamo riusciti a sanare i debiti accumulati negli anni e riav-viare l’attività. Il primo periodo è stato duro, dovevo capire cosa significava

avere un’azienda farmaceutica. Nes-suno ci aiutava c’era molta concorren-za, perciò ci siamo dovuti arrangiare carpendo informazioni un po’ qua e un po’ là. Innanzitutto abbiamo capi-to che l’Officina non poteva più stare dov’era, in una casa adibita a civile abitazione in Vicenza. C’era bisogno di un ambiente orientato all’industria. Per fortuna un giorno conobbi Lino Basso, ex sindaco di Sandrigo, che mi informò della presenza di terreni comunali messi a disposizione delle aziende che volevano insediarsi nel territorio. Un’azienda farmaceutica a Sandrigo sarebbe stata una bella novità, un’alternativa alle aziende del legname, del cemento precompres-so e metalmeccaniche. Così è stato. Comprammo il terreno e iniziammo a Sandrigo.

Come si è evoluta l’azienda da allora?

C’è stata innanzitutto un’evoluzio-ne nel mondo farmaceutico. Molte aziende con un bel marchio a livello nazionale si sono trovate in difficol-tà produttiva. Alcune di loro sono venute da noi a chiedere aiuto nella produzione e li abbiamo supportati, aumentando così prodotti e perso-nale. Successivamente, una di queste aziende, di proprietà di una multina-zionale, è stata messa in vendita. Noi non volevamo perdere il lavoro svolto fino ad allora, le persone assunte e i macchinari acquistati. Abbiamo deciso che se fossimo riusciti a trovare appoggio finanziario, avremmo potu-to acquistarla noi. Mettere a spasso

le persone non è mai stato nel nostro dna. Ecco che nel 2001 “Marco Viti” entra nel gruppo Zeta Farmaceutici. Non si è più parlato di una singola azienda, ma di Zeta Farmaceutici Group.

Noi produciamo circa mille prodot-ti, l’80% per il nostro mercato e una parte per le multinazionali. Come quantità, il 60% dei farmaci va alle multinazionali e il 30% al nostro mer-cato; ciò che resta sono integratori, medical device e cosmetici. Il marchio Zeta si è fatto strada anche in Euro-pa. Molte aziende estere incuriosite dalla nostra eccellenza sono venute a produrre da noi. Così le linee si sono ampliate e lo stabilimento stesso si è dovuto allargare. Quando ci siamo trasferiti a Sandrigo, il capannone era di 1200 metri quadrati, oggi siamo a circa 30.000 metri quadrati coper-ti, avendo acquistato dei terreni e capannoni limitrofi.

Negli ultimi anni abbiamo fatto uno sforzo enorme per qualificare l’a-zienda, per cercare in tutte le sezioni dell’attività le certificazioni, fatte da enti certificatori a livello europeo, che permettono di garantire la qualità dei nostri prodotti, farmaci e non. Le certificazioni riguardano la sicurezza e la salute dei lavoratori, l’ambiente e ciò che viene riversato nell’ambiente, la qualità dei prodotti (a testimoniare che ciò che è scritto sull’etichetta è ciò che realmente è contenuto nel pro-dotto), ma anche molti altri aspetti aziendali.

Un’azienda così importante deve avere anche un valido e numeroso team di collaboratori…

Nel 2016 siamo circa 250 persone a cui sono da aggiungere 160 esterni che lavorano per noi. Lo staff conta in totale circa 400 persone. Il 60% sono donne e questo per noi è mol-to importante. Siamo come in una famiglia e per questo non abbiamo messo in difficoltà nessuno nei casi di maternità, cosa non scontata per

un’azienda.Qual è il rapporto dell’azienda

con i giovani? Ci sono possibilità concrete, per esempio, per i neo-laureati?

Al momento siamo in contatto con tre università importanti: Università di Ingegneria Gestionale di Vicenza, l’I-stituto di Farmacia di Padova (Farma-cia e CTF), e con l’Università di Ferrara per quanto riguarda la Cosmetologia. Ogni anno viene un certo numero di studenti a fare lo stage e circa il 90% di loro viene assunto. Le richieste sono tantissime.

Quali sono i progetti futuri?Innanzitutto vorremmo essere sem-

pre più presenti sul mercato italiano. Per ora copriamo circa il 60% delle farmacie in Italia. Questo però non è sufficiente, perché i costi di gestione di un’azienda di questo tipo sono alti e c’è bisogno di un fatturato più eleva-to per poter fare continui e maggiori investimenti. Perciò guardiamo con attenzione anche lo scenario estero, cosa che prima non facevamo perché c’era abbastanza da fare in Italia.

Secondo Lei, cosa rende tanto speciale la sua azienda? Qual è il suo punto di forza?

Direi che i punti di forza sono l’en-tusiasmo, il senso di responsabilità, la disponibilità e chiaramente la cono-scenza di tutto il mondo del farmaco e dei suoi derivati, interni ed esterni, che si dedicano completamente al proprio lavoro. Si è creata un’atmo-sfera di coesione, una squadra com-patta, grazie all’entusiasmo, alla generosità e alla voglia di fare. Se c’è bisogno di fare qualcosa, nessuno si tira indietro. Nessuno di fronte a una necessità si tira indietro. Tutto ciò ha rafforzato l’imprenditorialità e se abbiamo costruito un capannone di 10.000 metri quadrati poco tempo fa è perché abbiamo capito che insieme si può fare. Tutti siamo ingranaggi di una grande macchina.

Maria Pozzato

LETTERE AL GIORNALERingraziamento

Preg.ma Redazionequando ho aperto San-

drigo 30 e ho visto l’intera pagina dedicata alla storia della Far-macia Chemello, con la foto dei miei Genitori in primo piano, mi ha preso una grande commozione, subito segui-ta da un senso di profonda gratitudine per tutti voi che avete avuto la sen-sibilità e la voglia di raccontarla, di dedicarle tanto spazio e tanta passione.

Gli anni recenti e il triste epilogo che ne è seguito hanno travolto e stravolto, nell’opinione pubblica, immagini e ricordi ed è estremamente meritevole che un piccolo gruppo di volonterosi abbia sentito l’impulso e la volontà di riportare alla luce, alla conoscenza dei più giovani e alla memoria dei più anziani, anche quella parte di quella storia fatta di tradizioni secolari di serietà e di impegno professionale, di amore, per dare al paese di Sandrigo e soprattutto alla sua comunità un ser-vizio il più qualificato possibile.

Non starebbe a me dirlo, ma come testimone, sento il dovere di ricorda-re che i miei genitori sono stati fedeli interpreti di quell’impegno.

La malinconica fine di questa lun-ga storia aveva finito per vanificarne i meriti. Voi avete saputo e voluto ridar-ne dignità e riconoscimento e l’avete fatto nel migliore dei modi.

Grazie dunque, grazie tante a tut-ti, a nome personale ma mi sento di interpretare anche i sentimenti di mio fratello Ippolito (ndr: padre Ippoli-to è mancato il 13 ottobre), da tanti anni lontano da Sandrigo, e dei miei nipoti. E grazie tante anche per un’al-tra vostra meritevole missione: quella di porvi come forza di coesione tra i cittadini di Sandrigo, trasferendo loro informazioni sulla vita della comunità, notizie recenti e passate, storia, cultura, rapporti tra cittadini e tra generazioni, tra i presenti e i lontani che ne sentono tanto la nostalgia.

E tanti affettuosi salutiMariano Chemello senjor

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29^ Festa del "bacalà"Foto Sorzato

I "Confratelli" schierati all'esterno del capannone per il "Gran Galà"Nomina a "Confratelli" della campionessa mondiale di ciclismo su strada Alessandra Cappellotto e dell'olimpionico Gelindo Bordin

Uno scorcio del “Gran Galà”

Un momento della sfilataFolla presente alla cerimonia di investitura

Gruppo di “Confratelli”

Nomina di un nuovo “Confratello”In centro il Sindaco di Rost con a fianco la Presidente della regione Nordland, il Console di Norvegia in Italia e il console italiano in Norvegia

La Presidente della regione Nordland con il “Confratello” Peter Jo-hansen e il presidente della Confraternita Luciano Righi

La Confraternita del Baccalà alla sfilata…. si lavora in cucina

Distribuzione dei piatti