Il Vangeè andarsene dal Paese.lo e rivoluzione · mio viaggio prima di partire, ... che ha colpito...

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Associazioni Senza Fini di Lucro: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Genova” ANNO XXIII - Numero 9 - ottobre-dicembre 2010 Periodico dell’Opera Diocesana “VILLAGGIO DEL RAGAZZO” www.villaggio.org - e mail: villaggio@villaggio.org In verità, la sostanza del viaggio sarebbe stata ben diversa. Partivo, infatti, in compagnia di don Federico Tavella e quattro amici (Matteo, Clau- dio, Luca e Maurizio) per la missione diocesana di Chiavari. E lo scenario che avremmo incon- Nel cuore di questa realtà, complessa e affasci- nante, la Missione diocesana chiavarese gioca un ruolo di straordinaria importanza. Tra- smette speranza, per prima cosa. Semplicemen- te diffondendo la parola di Dio, la “buona no- Sono stato a Cuba due settimane, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Gli amici, cui dicevo del mio viaggio prima di partire, mi guardavano con occhi luccicanti di invidia, fantasticando sulla bellezza di spiagge caraibiche, cocktails tropicali, serate accattivanti... trato si differenzia vistosamente dalla ben più no- ta Cuba turistica. Attraversando i villaggi più sperduti, visitando i malati, gli anziani, e accogliendo i poveri della mensa, ascoltando le loro storie intrise di soffe- renza e speranza, ti accorgi di ciò che Cuba è veramente. Molto lontana dal- la rilassante bellezza delle spiagge eso- tiche e dalle mistificazioni della propa- ganda rivoluzionaria: Cuba ti si svela come un luogo paradossale. Dove il sogno di un paese di uomini uguali si frantuma contro il muro di un regime corrotto, che non lascia spazio a criti- che, dissensi, proposte di cambiamen- to; dove la natura, pressoché inconta- minata, è di una bellezza superba, e dove rimani incantato dai colori del mare, dalla grandezza del cielo e dal- lo sfondo selvaggio della foresta. Ep- pure, il sogno prevalente dei cubani è andarsene dal Paese. Il Vangelo e rivoluzione Il Vangelo è rivoluzione

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Associazioni Senza Fini di Lucro: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Genova”

ANNO XXIII - Numero 9 - ottobre-dicembre 2010

Periodico dell’Opera Diocesana “VILLAGGIO DEL RAGAZZO”www.villaggio.org - e mail: [email protected]

In verità, la sostanza del viaggio sarebbe stataben diversa. Partivo, infatti, in compagnia di donFederico Tavella e quattro amici (Matteo, Clau-dio, Luca e Maurizio) per la missione diocesanadi Chiavari. E lo scenario che avremmo incon-

Nel cuore di questa realtà, complessa e affasci-nante, la Missione diocesana chiavaresegioca un ruolo di straordinaria importanza. Tra-smette speranza, per prima cosa. Semplicemen-te diffondendo la parola di Dio, la “buona no-

Sono stato a Cuba due settimane, tra la fine diluglio e l’inizio di agosto. Gli amici, cui dicevo delmio viaggio prima di partire, mi guardavano conocchi luccicanti di invidia, fantasticando sullabellezza di spiagge caraibiche, cocktails tropicali,serate accattivanti...

trato si differenzia vistosamente dalla ben più no-ta Cuba turistica.Attraversando i villaggi più sperduti, visitando imalati, gli anziani, e accogliendo i poveri dellamensa, ascoltando le loro storie intrise di soffe-

renza e speranza, ti accorgi di ciò cheCuba è veramente. Molto lontana dal-la rilassante bellezza delle spiagge eso-tiche e dalle mistificazioni della propa-ganda rivoluzionaria: Cuba ti si svelacome un luogo paradossale. Dove ilsogno di un paese di uomini uguali sifrantuma contro il muro di un regimecorrotto, che non lascia spazio a criti-che, dissensi, proposte di cambiamen-to; dove la natura, pressoché inconta-minata, è di una bellezza superba, edove rimani incantato dai colori delmare, dalla grandezza del cielo e dal-lo sfondo selvaggio della foresta. Ep-pure, il sogno prevalente dei cubaniè andarsene dal Paese.

Il Vangelo erivoluzioneIl Vangelo èrivoluzione

vella”: ed è difficile immaginare gli effetti travol-genti che questa Parola può suscitare. Lo intuiscivisitando le comunità cattoliche che la Missioneha contribuito a formare e a far crescere. Si dif-fondono e si moltiplicano, e la gente partecipaalle funzioni con una vitalità che ti lascia a boc-ca aperta! Soprattutto, io credo, la grande novi-tà portata dai missionari, che ha colpito il cuoredei cubani, è il “dare importanza alla perso-na”, prendendosi cura dei bisognosi ed inse-gnando che ciascuno di noi è grande agli occhidi Dio. Ogni individuo è persona unica e prezio-sa. Per chi è cresciuto imboccato dalla retoricadell’uomo nuovo, del sistema, della rivoluzione“delle idee”, sentirsi dire, forse per la prima volta,che Dio ti vuole bene per quello che sei, che pro-prio tu, in mezzo a tutti, sei unico, importante,che Dio ti conosce e ti ama, non solo, che ti amatalmente tanto da aver mandato suo figlio Gesùnel mondo a sacrificarsi per te, è il vero messag-gio “rivoluzionario”.Un parola che lascia il segno; ed i cubani si la-sciano trasportare da questo messaggio di spe-ranza. I giovani soprattutto - li abbiamo visti, era-vamo lì con loro - si lasciano entusiasmare, edescono in strada, bussano alle porte, per an-nunciare questa Verità. Stare in mezzo a loro èstraordinario: ti trasmettono forza, percepisci la

“fiamma vivida” della fede, e un poco provi ver-gogna al pensiero di come noi, nelle nostre co-munità, stiamo diventando credenti “abitudina-ri”, passivi...

Angelo Pittaluga

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Chiediamo alla parola di Dioascoltata (Lettera di San Paoloai Galati 3,7-14; Luca 11,15-26) di aiutarci ad identificarequalche atteggiamento oppor-tuno per sostenere la vita delVillaggio, per vivere la vita delVillaggio.Il brano della Lettera ai Galati

afferma direttamente il valoredella fede e il superamentodella legge. Nel confronto conil dono di grazia che viene da-to da Cristo Signore, la leggediventa incapace, o meglio,mostra la sua incapacità di ren-

dere l’uomo giusto. Cosa signi-fica? Possiamo dire che ci par-la dell’umiltà che è una dellevie necessarie per la fede e delsenso contrario di autosuffi-cienza. San Paolo denuncia ilfatto che la legge, se osservatasul serio, si fonda sulla forzadegli uomini; si forza sulla con-vinzione dell’autosufficienzadell’uomo. L’uomo è forte per-ché osserva la legge e quindiafferma se stesso. Ma dovendoaffermare la forza, constata in-vece la propria debolezza e in-sufficienza.

La fede ci fa incontrare inveceColui che ci ha dato se stesso.Per noi lo ha fatto, sul legnodella croce. E’ dunque in unatto di adesione a Lui, di amo-re che ci lega a Lui, che noitroviamo la strada dell’autenti-ca realizzazione nostra davan-ti a Dio. Credo che valga persé, in ogni caso, questo possi-bile confronto tra la superbia,l’orgoglio di fare da soli e l’u-miltà di affidarci. E questo puòtrovare applicazioni varie. Cer-tamente, prima di tutto, nel-l’ambito della vita di fede: l’u-

Un Villaggio da edificare con GesùOmelia rivolta al nostro personale nel 64° compleanno del Villaggio

miltà davanti a Dio e il render-ci conto della nostra incapaci-tà. La Provvidenza è pro-tagonista, non può non es-sere protagonista della nostravita, dell’opera del Villaggio.La Provvidenza alla quale dob-biamo fare riferimento è un’e-spressione della fede, cioè è ri-conosciuta dalla fede ed è ri-chiamata dalla fede. Noi allorasiamo chiamati a vivere il Vil-laggio non con un senso diautosufficienza: “facciamo conle nostre forze”; pur senzaescludere o mortificare il dis-corso delle competenze, dellecapacità ecc.. È l’atteggiamen-to di fondo, uno degli aspettiche può contraddistinguere lostile del Villaggio, che poi eralo stile di don Nando: stileumiltà, di umiltà profonda.Fondarci su questa consapevo-lezza ci spinge a non sentirciautosufficienti: “facciamo dasoli, ne abbiamo le forze”.Ci spinge anche a lavorare in-sieme, perché se uno ha il sen-so del proprio limite volentieriaccetta di completarsi con co-lui che lavora insieme a lui, vi-cino a lui.Per quanto riguarda il Vange-lo, io userei quattro parole perraccogliere il messaggio cheoggi possiamo fare nostro. Leprime due sono: unità e divi-sione. Gesù è accusato di cac-ciare i demoni, quindi di di-struggere il regno di Satana,con la forza di Satana. È un as-surdo, e Gesù fa tutta un’argo-mentazione: neanche il regnodi Satana può essere diviso inse stesso; neanche il regno delmale può vivere del grandemale della divisione. A me fapensare che sia una contro-prova che prima del male c’è ilbene, tanto è vero che il bene

si insinua anche nel regno delmale, sotto l’aspetto dell’unità.Anche il regno del male per es-sere se stesso ha bisogno diunità, di coerenza con se stes-so. Il messaggio a noi arrivaproprio in questa direzione:l’unità è necessaria per co-stituire ogni regno: il re-gno di Dio, ma anche il“regno” del Villaggio. Sec’è la divisione, dice Gesù,ogni regno cade, si disfa,non è capace di reggersi.Questo vale anche per il regnodel male e proprio perché, inse stesso, non sa raccogliere ilvalore del bene dell’unità. Manon deve essere l’esperienzadella nostra Opera.Le altre due parole sono veri-tà e menzogna. L’atteggia-mento nei confronti di Gesù è

un atteggiamento assurdo,menzognero. È talmente fortel’avversione a Gesù, il deside-rio di abbatterlo, di sconfessar-lo, di farlo cadere nella sua au-torevolezza, che si arriva all’as-surdo. Gesù dice: no, se ioscaccio i demoni vuol dire cheil dito di Dio è con voi, la po-tenza di Dio è qui. D’altra par-te i vostri figli vi giudicano. Lo-

ro, in nome di chi scacciano idemoni? Vi sentite di dire chelo fanno in nome di Satana? Eallora, perché io dovrei farlo innome di Satana? Questo at-teggiamento di menzogna stadentro ad ogni invidia, ognigelosia, ogni principio di ogniconflitto. Forse lo possiamosperimentare anche noi. Primaho parlato di “unità e divisio-ne”. L’unità si fonda sulla veri-tà, su una verità profonda delcuore, su l’apertura limpidadell’occhio, sullo sguardo purocon cui guardiamo la realtà eci guardiamo reciprocamente.Quello fonda l’unità. La men-zogna invece diventa assurdi-tà, diventa demolizione e de-molizione impossibile della ve-rità.Concludo rifacendomi all’af-

fermazione forte di Gesù: “chinon è con me è contro di mee chi è contro di me, disper-de”. Il principio della verità, ilprincipio dell’unità, il principiodell’umiltà è Gesù, è Gesù cro-cifisso. Quello che deveconnotare lo spirito delVillaggio è il riferimento aGesù crocifisso, essere conlui per edificare con Lui. 111133

Giungiamo lunedì 9 agosto al “Villaggiodel Ragazzo” di S. Salvatore di Cogornoche ci ospiterà per tre settimane. Tanto du-rerà la tournée delle Serate di Nomadelfia que-st’anno in Liguria. Si tratta di una forma di apo-

stolato che don Zeno ideò cinquanta anni fa im-maginando un popolo intero che d’estate, nellepiazze, portasse il Vangelo in maniera semplicee gioiosa attraverso le danze dei suoi figli, la te-stimonianza di solidarietà fraterna degli adulti ela parola del sacerdote. Il popolo del Vangelo,come un giornale locale ha definito Nomadelfia.Per far questo non basta la nostra volontà ma ènecessaria ogni volta la disponibilità di idoneestrutture locali. Non è facile. Chi ci conosce sache Nomadelfia arriva con bilico lavanderia, cu-cina mobile, bilico cucina, letti, materassi, pull-man, bagagli numerosi e... tanti, tanti bambini e

adolescenti vocianti e irrequieti. Cosa che nonha affatto scoraggiato i responsabili del Villaggiodall’ospitarci, facendoci sentire a casa nostra inogni momento e dandoci soprattuto la possibili-tà di incontrare tantissime persone, collaboran-

do così indirettamente al nostro apostolato. Unaltro “sogno di Dio” (come lo definisce preteRinaldo) che abbiamo avuto il dono di portare,tutti insieme, in terra.

LE RAGIONI DEL VANGELO IN PIAZZAA Nazareth, nel 1964 il papa Paolo VI affermòche «il Vangelo è codice del vivere...» non unalegge che riguarda solo i credenti ma valida pertutti gli ambiti della vita umana: individuale, fa-miliare, sociale e politica.Il Vangelo non è dunque un annuncio riservato1010

Serate di Nomadelfia 2010 in Liguria

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ai cristiani. Gesù infatti si manifesta a tutti fin dalsuo primo apparire sulla terra.La terra diventa così la “piazza” dove Dio, in Ge-sù, si manifesta a tutti gli uomini di buona vo-lontà e chiama tutti al dovere della solidarietàumana universale. La giustizia sarà infatti il me-tro con cui saremo giudicati: «avevo fame, se-te,... e mi hai dato... e non mi hai dato...».«Ero io in loro» ci dirà Gesù.Questo annuncio ha attraversato i secoli comefermento che ha fatto lievitare la coscienza deipopoli e ha donato all’Umanità le grandi con-quiste di civiltà: la condanna della schiavitù, del-l’inferiorità della donna, del razzismo, del dispo-tismo, delle guerre di aggressione e di conqui-sta, la proclamazione del diritto alla vita per ogniuomo, indipendentemente dalla razza, dalla reli-gione, dalle idee professate.Nomadelfia, seme di un popolo nuovo che ha li-beramente fondato le sue leggi sul Vangelo, haadottato la comunione di vita come mezzo peresprimere la sua Fede e la sua adesione a Cristo.Tra noi, come nelle prime comunità cristiane, si

vive la legge dei vasi comunicanti: nessuno è ric-co, nessuno è misero, ognuno dà secondo lesue capacità e riceve secondo le sue esigenze.Per questo l’affermazione del papa è stata perNomadelfia come un invito a portare in mezzo alpopolo la sua testimonianza di fraternità andan-do nelle piazze, cioè nei luoghi dell’incontro: li-bero dagli schemi, dalle appartenenze e dalleideologie.Per i credenti Nomadelfia può essere un esem-pio di come il Vangelo possa trovare applicazio-ne non solo a livello personale ma anche nelledimensioni sociali della vita. Ecco perché ci muo-viamo in tanti: piccoli, giovani, adulti, anziani,espressione di come le diversità possono fonder-si nell’unità.E infine il mezzo utilizzato per proporci alla gen-te: le danze tratte dalle tradizioni di tanti popoli,le danze come espressione di festa, di gioia, diamicizia, le danze per ricordare che il Vangelonon è un fardello oppressivo di norme ma unLIETO ANNUNCIO, la Buona Notizia che Diovuole la felicità dell’Uomo.

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Ancora una volta il Villaggiodel Ragazzo è protagonistadella crescita educativa e for-mativa dei giovani del Tigullio

grazie al Centro di FormazioneProfessionale che ha attuato ilIV anno “Tecnico delle cu-re estetiche”.

Una équipe di formatori quali-ficati, progettista, coordinatorie tutor hanno accompagnatole allieve lungo il loro percorso.Il 23 settembre a La Spezia,grazie ad un accordo con l’en-te Formimpresa Liguria, tut-te le allieve hanno potuto so-stenere l’esame teorico-praticodi qualificazione che le abilitaall’esercizio autonomo del-la professione di estetistae lo hanno superato con suc-cesso.Grazie a questo diploma le al-lieve, nonostante l’attuale pe-riodo di difficoltà di inserimen-to lavorativo, hanno sicure pro-spettive occupazionali.Auguriamo loro di poter segui-re con passione e professionali-tà il percorso prescelto.

Caparbiamente fino al diplomadi Franca Centanaro

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Caro prete Rinaldo,le scrivo dalla missione di Oyara, al sud delPerù. Sono felice di essere capitato in questa zo-na dove il paesaggio tropicalediventa, salendo piano piano,quello arido e fresco della Pu-na. In questa valle ci sono seimissioni dell’OperazioneMato Grosso. Qui a Oyaradiamo lavoro a una decina dioperai e in più c’è la Cooperati-va femminile che produce tap-peti. Queste ragazze sono usci-te dalle scuole professionali(che qui si chiamano “taller”) dialtre missioni della valle.Il mio compito è quello di se-guire campi di lavoro gratuiti inun bosco, il cui scopo è ricava-re legna appunto per le coope-rative e le scuole maschili. Devocercare di coinvolgere, di “gasa-re” un po’, questi ragazzi, insegnare loro a farequalcosa di gratuito per gli altri, in un mondoche dice l’esatto contrario. Il consumismo sta ar-rivando anche qui, con la televisione, la birra ealtre cose del mondo occidentale e irrompe conviolenza in una cultura fino a dieci anni fa total-mente diversa: basata sul lavoro dei campi, la fa-miglia, la vita semplice. Questa gente non èpronta a tutto ciò e il risultato è che continuanoad essere poveri, perché vivono in case sporche,di paglia e fango, sperperano i pochi soldi, si al-lontanano da Dio.

Veramente qui si impara di più ad affidarsi a Dio,a sentire come la vita è fragile, ad apprezzare illato vero, spoglio delle tante superficialità e dei

problemi che ci si fa da noi. Spero chequesto cambi anche me, mi aiuti a diminuirei tanti difetti che ho, a tornare un po’ migliore.Bisogna proprio chiudere gli occhi, e buttarsi.Certo, anche quel poco che finora ho visto deipoveri non lo potrò dimenticare. Soprattutto laloro bontà, come riescono ad essere gentili, a vo-lerti bene, nonostante la vita sia dura con loro.Nello sperarla bene nei suoi tanti impegni, la sa-luto.

Danilo Roccati

Sto imparando dai poveri

Centro Acquarone - vveenneerrddìì 1199 nnoovveemmbbrree oorree 2211

n.b. nell’intervallo: estrazione dei biglietti della Sottoscrizione a

premi (attenzione nei tagliandi è indicato erroneamete il Centro F. Chiarella)

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ssppaazziioo tteeaattrroo ddeell CCeennttrroo

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Durante il pellegrinaggio hoavuto dei momenti miei intimimolto belli. Una cosa però l'hoimparata: credo che la grandemaggioranza delle personetornino a casa con qualcosa inpiù.Il vero pellegrinaggio inizia qui,quando ritorniamo nelle no-stre case, nelle nostre famiglie,nelle nostre città, nel nostro fa-ticoso cammino quotidiano!Uno stacco, a Lourdes, una ca-rica d'energia, un respiro d'a-more, ma poi siamo tutti qui,tutti preghiere in cammino!

Rosanna

Una tappa del pellegrinaggio quotidiano

La “Tosca” nel borgo dei Fieschi

Per la prima volta un’opera lirica è stata rappresentata nella suggestiva cornice delsagrato di San Salvatore. Per la bravura degli interpreti, cui ha risposto un pubblicoplaudente che ha gremito tutta la piazza, resterà una serata indimenticabile.Ancora una volta grazie all’AAssssoocciiaazziioonnee SSiimmoonn BBooccccaanneeggrraa, che ha promosso l’evento,a tutti i collaboratori e ai generosi spettatori.

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«Noi della classe I B della Scuola Media abbiamopartecipato ad un evento speciale: abbiamo vi-sto un film. Direte voi: “tutto qui?” Non è tuttoqui. Non è la stessa cosa vedere un film in tele-visione a scuola o sia pure al cinema, ma con igenitori, ed invece assistere alla proiezione diuna pellicola in un vero e proprio cinematogra-fo con tutti i compagni delle varie classi».È stata un’esperienza diversa, particolarmenteintensa: un centinaio di ragazzi dagli 11 ai 14anni, nel buio magico della sala, hanno condivi-so le emozioni provocate dalla storia raccontatanel film, hanno sorriso e pianto tutti insieme im-medesimandosi nei due giovani protagonisti, so-no rimasti ammutoliti e attoniti al temine dellaproiezione. “Il bambino con il pigiama a ri-ghe” è la storia di un’amicizia e di cosa si è dis-posti a sacrificare per un’amicizia. Bruno è unbambino di 8 anni, che vive a Berlino con il pa-dre, ufficiale nazista, la madre e la sorella. Il pa-dre, in seguito ad una promozione, viene trafe-rito vicino ad un campo di concentramento etrasloca con tutta la famiglia per andare a viverelì. Bruno all’inizio non è contento della sistema-zione, soprattutto perché non ha nessuno concui giocare; pertanto decide di “esplorare” il giar-dino dietro la villa, ed arriva così alla recinzionedel campo di sterminio, dove incontra Shmuel,un bambino ebreo della sua stessa età, lì rin-chiuso. Bruno però non sa cosa succede nelcampo e quasi ogni pomeriggio lui e Shmuel sisiedono uno da una parte e l’altro dall’altra par-te della rete e parlano. Un giorno Shmuel dice aBruno che non trova più suo padre e gli chiedese può aiutare a cercarlo. Ottenutane la collabo-razione, Shmuel procura un vestito a righe comeil suo a Bruno che, dopo averlo indossato, entranel campo passando sotto la rete elettrificata.Nella ricerca i due ragazzi finiscono in un grup-po di deportati che le guardie del campo stannospingendo nelle camere a gas e lì muoiono te-nendosi per mano. Alla famiglia di Bruno, che lostava cercando disperata, non resta che consta-tare, con un urlo disumano, la tragedia appenaavvenuta.Quello che soprattutto ha colpito i ragazzi è che

lo spettatore “sa” (anche se fino all’ultimo non ri-esce a pensare un finale così impietoso, perchéterribilmente vero), mentre il bambino tedesco èassolutamente all’oscuro della “realtà”, per cuiscambia il campo di concentramento per unafattoria, i deportati per giardinieri e contadini, ladivisa dei prigionieri per un pigiama, l’oppressio-ne nel campo per un gioco: insomma Bruno, difronte a ciò che scopre e che gli adulti evasiva-mente nascondono, formula una spiegazione(solo apparentemente ingenua per lo spettatoreche sa) che ne dia un senso, perché la verità èimpensabile e inimmaginabile.Shmuel, da parte sua, sa di essere prigioniero,

ma ignora il motivo di quanto accade. Il sensodegli eventi è, in definitiva, un mistero per tutti edue e resta un mistero anche per gli alunni: co-me è potuto accadere tutto questo?Pietro commenta così: «In questo film ci sonomolti cambiamenti. Il padre è all’inizio molto dol-ce e affettuoso con la sua famiglia ma, quandosi trasferiscono presso il lager, sembra diventaresevero, evasivo, rigido; la madre, prima sorri-dente, solare e complice, diventa triste, trasan-data, piange e si scontra coni l marito; la sorella,da giudiziosa e affettuosa che era,appare infa-tuata delle idee naziste. Ma sono tutti cambia-menti in peggio: solo Bruno cresce e matura ab-bandonando i suoi giochi infantili». «Per forza -interviene Andrea - è la spinta che dà la veraamicizia, che fa superare qualunque barriera; miha colpito molto quest’amicizia tra due bambini“diversi” perché, nonostante provenissero da fa-miglie così lontane, il loro legame è molto forte».«Sì - incalza Saverio - questa storia vuole inse-88

Tutti insieme al cinemadella professoressa Silvia Bisso

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gnare che l’amicizia può funzionare anche trapersone diverse per classe sociale, religione,gruppo etnico; non capisco perché i nazisti odia-vano tanto gli ebrei!». Ribatte Hamza: «I nazistinon odiavano solo gli ebrei,ma anche gli zingari, gliomosessuali, gli handicap-pati, perché?». Fa eco Ales-sandro: «Io non capiscoperché moltissime personesono state sterminate neicampi di concentramento!»Insomma nel commentare ilfilm, in classe, si è iniziatoparlando di famiglia, senti-menti, affetti, amicizia, perarrivare a porsi interrogativisulla storia. Ma non è facile,neppure per un’insegnante,dare spiegazioni, perché l’a-nalisi delle cause storichenon sempre può dar contodel male e del bene. Perquesto, poiché mancavanoad alcuni le parole giusteper esprimere le loro emozioni e i loro dubbi, siè pensato di affidare ai disegni il compito di “par-lare” su quanto era stato visto al cinema. Cosìtutti, anche Angelo, Michael, Dayana, Jo-selyn, Brahim, Christian, Matteo, Lorenzo,Daniel, si sono espressi.

E così sono nati dei piccoli “capolavori”, capola-vori non per il loro valore artistico, ma per la po-tenza espressiva e l’intensità sintetica che li han-no caratterizzati.

Un’ultima considerazione degli alunni: «Quelloche ci ha lasciato questa esperienza è la capaci-tà che certe storie hanno di provocare, se benraccontate, un clima di grande partecipazioneed emozione, ponendo domande esistenzialianche a giovani anime».

Il 2010 per la nostra diocesi èun anno particolare per il IVcentenario dall’apparizio-ne di Nostra Signora del-l’Orto avvenuta il 2 luglio1610 a Chiavari, avvenimentocelebrato con tanto impegno edevozione. Anche nella nostrascuola secondaria abbiamo vo-luto seguire un percorso dieducazione all’evento che uni-sce i cristiani di questa parte dimondo e li invita a stringersi at-torno all’immagine della Mam-ma Celeste.

Con alcuni studenti abbiamoavuto modo di leggere la storia(a tutti rivelatasi inedita e sco-nosciuta) di questo evento chebrevemente qui di seguito vo-gliamo ricordare. Abbiamo sco-perto infatti che nel 1493 unadonna di Chiavari aveva fattodipingere, da un certo Bene-detto Borzone, sul muro ester-no di un orto, l’immagine dellaMadonna benedicente, con ailati San Sebastiano e San Roc-co, in ringraziamento del fattodi essere stata risparmiata dalla

peste che allora infieriva sullacittà. Col passare del tempol’orto divenne però un deposi-to e un immondezzaio, ma ildipinto conservava la sua im-portanza e la devozione versoquella effige era, nonostantetutto, sempre viva. La notte del18 dicembre 1609, una levatri-ce di Rupinaro, GeronimaTurrio, che la sera soleva re-carsi a pregare presso l’imma-gine sacra, si destò a un trattodal sonno e la Vergine, illumi-nata da una fulgidissima luce e

La presenza della Mammadel prof. Marco Cagnazzo

con le stesse sembianze del di-pinto venerato, le apparve di-nanzi. A conferma di tale even-to miracoloso, il 2 luglio del-l’anno seguente, Maria appar-ve anche a Sebastiano De-scalzo, un povero minorato,

guarendolo. Dopo che il pro-cesso canonico ebbe accertatola soprannaturalità degli eventiche si erano verificati, fu deli-berato di erigere un nuovotempio, nei pressi dell’anticopilone, ponendo la prima pie-tra il 1 luglio 1613. I lavori dicostruzione, che procedetterosostenuti dall’entusiasmo diun’intera comunità, terminaro-no vent’anni dopo, nel 1633.L’edificio fu dato in gestione aiCarmelitani Scalzi, i quali do-vettero nel 1797 allontanarsidalla chiesa a causa della sop-pressione degli ordini religiosivoluta da Napoleone Bonapar-te. Nel 1892, a seguito dell’isti-tuzione della nuova diocesi diChiavari, il santuario marianovenne elevato al titolo di catte-drale da papa Leone XIII. Nel1894, la chiesa fu consacratada monsignor Fortunato Vinel-

li, primo vescovo di Chiavari.La principale festività a Chiava-ri si svolge il 2 e 3 luglio, nellaricorrenza proprio dell’appari-zione mariana.La ricorrenza dell’apparizionedella Vergine è stata per gli

alunni anche un’occasione perfare un percorso della memo-ria assieme: i nostri antenati enoi, che ancora cerchiamo diavere la Madonna nel cuore, invari luoghi geografici.Nelle nostre vallate non sonopochi infatti i luoghi della me-moria del culto religioso cristia-no specificamente dedicati aMaria e che sono ancora visibi-li accanto a noi: oltre ai diecisantuari mariani presentinel Tigullio tra le località di San-ta Margherita Ligure, Rapallo,Chiavari e Lavagna, nati an-ch’essi dalla devozione popola-re e da miracolose apparizionidella Madonna, nella zona anoi più vicina vi sono dei luo-ghi (solo per citarne alcuni, al-trimenti l’elenco sarebbe statotroppo lungo) come il Santua-rio mariano di Cicagna: No-stra Signora dei Miracoli; o

l’Oratorio di San Martino nellafrazione di San Salvatore,che è stato sede della confra-ternita dei Disciplinati dellaBeata Vergine Assunta, que-st’ultima già presente dal XIIIsecolo; o la chiesa parrocchialedi Santa Maria, nella frazionedi Monticelli, antica sede mo-nastica; o la cappella di No-stra Signora di Caravag-gio, un piccolo edificio sacrosituato sul poggio della Squaz-za, lungo l’antico sentiero checonduce a Cogorno, costruitaintorno al 1731, al posto diuna ancor più antica cappelli-na, sempre dedicata alla Vergi-ne di Caravaggio.E qualcuno dei ragazzi ha an-che citato altre tradizioni, qualè per esempio quella della reci-ta del Rosario. Una tradizioneapparsa loro oggi non consue-ta, a dire il vero, ma che citatae riportata da alcuni di loro ciha fatto bene al cuore. Questaabitudine, apparsa agli alunnicosì anomala e poco diverten-te, è stata l’occasione per spie-gare loro come anziani e adul-ti sentissero invece familiarequesta pratica religiosa, nellecircostanze più diverse della vi-ta e della giornata, ed ha ricor-dato che quando si ama qual-cuno glielo si dice spesso. Si ècompreso che il Rosario è dav-vero un ripetere incessante allapropria Mamma celeste cheabbiamo tutti bisogno del suoamore protettivo e fedele.

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Quest’anno il Centro Benedet-to Acquarone e il Centro CostaZenoglio hanno scelto di svol-gere separatamente il soggior-no estivo, per offrire una mag-giore personalizzazione dellavacanza ai diversi ospiti delledue strutture. Il Centro CostaZenoglio, dall’11 al 18 set-tembre 2010, ha soggiornatoa Marina di Grosseto, presso ilCielo Verde Camping Villa-ge.Tredici persone, delle quali no-ve ospiti del Centro e quattroeducatori, hanno alloggiato inbungalows di legno moltoconfortevoli, posti uno in fac-cia all’altro, così da costituireun piccolo “villaggio” nel “vil-laggio”. La pineta che ospita ilcamping è molto estesa e riccadi uno splendido verde. Il risto-rante, il bar, il teatro all’apertoe un piccolo market con edico-la-tabacchi, tutti posti al centrodel camping, ci hanno permes-so di essere comodamente ri-

hanno permesso di coprire sa-lutari distanze tra le locazioni, iservizi e in nostri mezzi di tra-

forniti di tutto il necessario.Pranzi e cene al ristorante opiacevolmente gustati in spiag-

sporto.Data la lunga distanza, perraggiungere la spiaggia abbia-mo utilizzato il comodo trenino

gratuito interno che circolavacontinuamente tutto il dì.Il piacere di frequentare laspiaggia di finissima sabbia,con area attrezzata riservata anoi, le serate trascorse in com-pagnia della musica del piano-bar, la gita alle Terme di Satur-nia, facendo il bagno nei la-ghetti termali a cielo paerto,passeggiare in calesse per Ma-rina di Grosseto e la sua pinetae visitare la bellissima Castiglio-ne della Pescaia, acquistandole cartoline e i regali per i pro-pri cari, hanno reso ancor piùricca e interessante la nostravacanza.

P.S. Abbiamo vissuto anche unpiccolo imprevisto nel viaggiodi ritorno: il guasto elettronicodi un’auto. Ma anche questoevento inatteso, vissuto con unpizzico di spirito d’avventura,ha contribuito alla gioia per labella vacanza. 11111111

gia o in gita hanno arricchito lavilleggiatura; il prelibato menùcomprendeva ogni giorno scel-te varie tra antipasti, primi e se-

condi piatti e sempre prevede-va due o tre portate di pesce; lacolazione al bar dava l’inputgiusto alla giornata: cappucci-no e brioches fragranti.Le lunghe passeggiate a piedi,gradevolmente al fresco dei gi-ganteschi pini marittimi, ci

Una vacanza così non te la scordi mai piùdi Fabrizio Tassistro

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Mi presento: sono Giovanni, o Mattia, o Gabriel,o Alice, o Anna, insomma sono uno dei tantibambini che trascorrono parte della loro estateal Villaggio, al centro estivo Giochinsieme.Se avrete la gentilezza di ascoltarmi, vi voglio rac-contare la mia esperienza.Il primo giorno ero un po’ disorientato, e ancheun po’ impaurito... c’erano tanti altri bambini, al-cuni non li avevo mai visti... e poi tutte quellepersone con la maglietta rossa... speriamo chenon sia come a scuola!Noi bambini, ben 169, siamo stati divisi ingruppi a seconda della nostra età, e gli edu-catori (ecco come si chiamano quei tipi conla maglia rossa!) ci hanno spiegato com’è fat-ta la giornata a Giochinsieme. Al mattino,tutti al mare! Abbiamo un pezzo di spiaggiasolo per noi, possiamo giocare con la sabbia,facciamo il bagno e ci divertiamo un sacco...dopo la merenda e prima di tornare al Vil-laggio; di solito resta anche qualche minutoper andare al parco giochi lì vicino.Il mare mette appetito, sapete? E quindi ap-pena rientrati, giusto il tempo di lavarci lemani e siamo già a tavola! Gli educatori so-no sempre disponibili quando li chiamiamo,e ci portano quello che ci serve... io se pos-so, di certe cose faccio il bis! Qui ci troviamo tut-ti insieme, anche con i ragazzi delle medie che,siccome sono più grandi, mi hanno spiegatoche fanno altre cose... quest’anno per esempioavevano una cabina parlante che ogni settima-na proponeva giochi, dava premi... lo confesso,sono un po’ invidioso, non vedo l’ora di cresce-re per poter fare anch’io tutte queste cose “dagrandi”!Quest’anno Giochinsieme è stato ambientatonientemeno che nella mitica Fabbrica del Cioc-colato, sì, proprio quella del film! Ogni lunedìWilly Wonka e il signor Dahl (ma dove li ho giàvisti quei due...) ci spiegavano il tema della setti-mana: una parola maestra che ci avrebbe gui-dato dal lunedì al venerdì. Durante la settimanail gruppo dei bambini più grandicelli prova unascenetta che poi, il venerdì pomeriggio, sarà rap-presentata per tutti i presenti.

In questo modo, settimana dopo settimana, ab-biamo scoperto il significato vero di tante paro-le, e il valore dell’amicizia, della generosità, del ri-spetto... insomma, senza nemmeno renderceneconto, abbiamo imparato che “c’è più gioianel dare che nel ricevere”.Quest’anno sono venuti a trovarci anche dei per-sonaggi che con le loro opere o con il loro lavo-ro erano esempi viventi delle parole guida: ungiornalista, un pittore... quante cose ci hannoraccontato!

Ma anche gli altri gruppi non stavano con le ma-ni in mano! I pomeriggi così sono passati in unmomento... oggi un lavoretto, domani un gran-de gioco a squadre... qualcuno prova una can-zone o un balletto, tutti vogliono fare bella figu-ra il venerdì!E poi ci sono le gite... quest’anno, oltre alle or-mai classiche alle Bolle Blu, al Parco di Nervi, alParco acquatico Lavagello, per la prima volta sia-mo stati al Bowling! Per tanti di noi è stato un po’difficile, ma quanta soddisfazione vedere i birillicadere!Insomma, se ripenso alla paura che avevo il pri-mo giorno mi viene un po’ da ridere... è stataun’estate veramente “cioccolatosa”, come direb-bero gli Umpa Lumpa, e mi sono divertito unsacco... adesso è già ora di tornare a scuola, maso che il tempo passa in fretta. Chissà dove saràambientato Giochinsieme l’anno prossimo!10101212

La mia estate al cioccolatodi Luca Guerrini

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L’ambientazione di Giochinsieme 2010 per iragazzi dagli 11 ai 14 anni ha avuto come ti-tolo “V-Box - La condivisione crea ric-chezza” e può essere in parte raccontata inquattro foto:Il V-Box (Villaggio-Box), una cabina “occupata”da un educatore, ha introdotto il tema dellasettimana e ha guidato le giornate dei ragazzi(foto 1).

L’incontro con l’ospite che ha portato la suaesperienza sociale e lavorativa ai ragazzi rima-nendo coinvolto nelle bizzarrie del V-Box(foto 2).

I ragazzi, i veri protagonisti dell’estate, hannointeragito con il V-Box schiacciando un pul-sante del box.Ogni settimana i ragazzi hanno svolto diverse

attività legate alla musica, all’arte, alla fotogra-fia, al quiz e all’orienteering in un percorsoeducativo progettato secondo tematiche dicrescita in gruppo(foto 3).

Nell’incontro del venerdì pomeriggio con pre-te Rinaldo (la condivisione): i ragazzi ogni set-timana raccontavano in forme originali ciò cheli aveva colpiti dell’incontro con l’ospite e delleattività svolte insieme(foto 4).

L’ambientazione si è dimostrata molto coinvol-gente e ha costituito uno stimolo innovativoper tutti per potersi esprimere. Non sono man-cate le gite e tanti grandi giochi pomeridiani...attività socializzanti su cui punta molto il Vil-laggio. 111111111313

La condivisione crea ricchezzadi Patrizia Peri

Nel primo week end di giugnosi è svolta l’annuale kermessegiovanile organizzata dal Vil-laggio Basket dedicata ai cesti-sti della categoria Under 13che ha visto, nelle palestre diSan Salvatore e del Centro Be-nedetto Acquarone, la parteci-pazione di sei compagini pro-venienti dalla Lombardia, dallaLiguria, dall’Emilia Romagna edalla Toscana.Ecco alcune impressioni degliallenatori presenti.Cinzia Annigoni (Villaggio):«Buona prestazione da partedei ragazzi under 13. Per l’oc-casione sono stati rinforzati datre ragazzi della Tigullio Sport

Team. Un ringraziamento vaagli amici di Santa Margheritae un plauso ai ragazzi del ‘98che, pur essendo un anno sot-toleva, non hanno sfigurato...anzi...».Stefano Guzzi (Cernusco sulNaviglio - Mi): «Un torneo benorganizzato che mi ha permes-so ancora una volta di vivere

coi miei ragazzi una bella espe-rienza per la loro crescita, insie-me agli atleti delle altre squa-dre».Manuel Nannetti (BSL - SanLazzaro di Savena - Bo): «A vol-te basta una mail mandata pra-ticamente a caso per conosce-re persone super. Questo è ilmio caso. Leggo la mail del Vil-laggio Basket, società ligure apiù di 300 km da Bologna, checi invita ad un torneo. Io accet-to con entusiasmo per poterconcedere una bella esperien-za al mio gruppo di ragazzi,ma non so assolutamente cosami aspetta. Poi passo moltotempo con queste persone che

non ci fanno mancare nul-la, ci fanno compagniacon la loro simpatia e la lo-ro disponibilità in ognimomento della giornata...sembra davvero di stare acasa anche se queste per-sone le conosco da pochis-sime ore.Arriviamo quinti e alla premia-

zione sembriamo sul podioolimpico, tanta è la gioia.Con alcune di queste personeil rapporto è andato avanti, ol-tre il basket... Be’, costoro han-no nomi qualunque ma hannola capacità di farti sentire unodi loro... uno di casa e per que-sto grazie! Quelle persone sichiamano Fabrizio, Alessan-dro, Bobo (nostro tifoso nume-ro 1!) e tutti gli altri della socie-tà... ragazzi siete super!»«Sono entusiasta di come sonoandate le cose in questo tor-neo - dichiara Fabrizio Ma-gagnotti, presidente di Villag-gio Basket - e gli attestati di sti-ma ricevuti dai ragazzi, dagli al-lenatori e dai genitori ci dannola forza di portare avanti neglianni questa manifestazioneche è sempre più impegnativasia economicamente sia logisti-camente, ma che ogni anno cilascia con qualcosa dentro cheè più del semplice risultatosportivo. Ringrazio la FIP e laRegione Liguria, che con il loropatrocinio ci hanno aiutatonell’organizzazione dell’even-to, i volontari che hanno ri-nunciato a un week end pervenire ad aiutarci, tutti i ragaz-zi per l’impegno profuso inogni momento del torneo. Infi-ne - conclude il numero UnoBiancorosso - un pensiero an-che per i genitori che hannocapito lo spirito del nostro tor-neo e sono riusciti a sostenerele proprie squadre sempre coneducazione e sportività. A tuttiun caloroso arrivederci all’annoprossimo».

Alessandro Lasagna10101414

Più sportivi, più amici8° Memorial Romano Renzi - 4° Trofeo don Nando

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Lavagna, sabato 11 settembre 2010, ore 17.00,arrivo nel luogo prestabilito per prendere l’au-tobus della nostra prima trasferta di CoppaItalia di serie B2 maschile di pallavolo.Il tempo passa lentamente mentre giocatori,fans e dirigenti arrivano alla spicciolata. La ten-sione è evidente quando alle ore 17.30 l’auto-bus non è ancora arrivato e tutti quanti ci si in-terroga sulla esistenza o meno del servizio. Dub-bio che viene dissipato da lì a pochi minuti quan-do la sagoma bianca del mezzo viene accolta daun’ovazione generale.

Dopo aver ricevuto da parte del “mister” le indi-cazioni di come disporsi sull’autobus siamo salitiordinatamente ed abbiamo deposto bagagli evettovaglie negli appositi contenitori.Durante il viaggio il clima è positivo, divertente eallegro. Si cerca di allontanare la tensione dellagara con qualsiasi mezzo.Poco prima di uscire dall’autostrada facciamouno stop all’autogrill per sgranchire le gambe,muoversi un po’, bere un caffè e liberarsi da si-tuazioni imbarazzanti.Giungiamo alla palestra forse con qualche mi-nuto di ritardo; il che aumenta la tensione deigiocatori e del mister!Entriamo negli spogliatoi e ci prepariamo alla ga-ra mentre la squadra avversaria è già sul campoche effettua gli esercizi di stretching.

È la nostra prima gara a livello nazionale di serieB2 e siamo curiosi e tesi per questo.Le procedure da seguire sono sempre le stesse:riconoscimento da parte della coppia arbitrale,riscaldamento informale per circa trenta minuti,riscaldamento ufficiale per dieci minuti, chiama-ta dei capitani per la scelta della battuta e delcampo, consegna della formazione iniziale, pre-sentazione al pubblico e saluto tra le squadre.Già durante il riscaldamento si nota la differenzadi livello tra la serie C e la serie B2: più velocità epotenza.

I nostri fans sono seduti su una invisibilegradinata a sinistra del campo di gioco,zona in cui la squadra effettua il riscalda-mento e dove, come spesso avviene, ini-zia il primo set dell’incontro.L’atmosfera è calda e il pubblico, non nu-meroso causa le dimensioni ridotte delletribune, è accogliente e caloroso. I variset si concludono con alterno punteggio.Alla fine abbiamo perso ma abbiamo lot-tato con tutte le nostre attuali possibilità.Siamo convinti di aver fatto una buonaprestazione anche se il mister evidenzia itroppi errori in battuta e la poca incisivitàdella stessa. Durante l’incontro il misterha effettuato alcune sostituzioni facendodebuttare tutti in questa prima gara di

coppa.C’è molto da lavorare e sicuramente lavoreremo.Dopo la doccia risaliamo sull’autobus sconfittima non depressi. Il viaggio di ritorno viene subi-to allietato dalla fermata all’autogrill per mangia-re assieme il meritato pasto preparato dalla diri-genza. È l’ennesimo momento vissuto assiemeda tutta la squadra; durante la cena ci si guardanegli occhi convinti che siamo un bel gruppo.Arriviamo finalmente a Lavagna che sono le2:15 circa e dopo i saluti tutti a casa per il meri-tato riposo.Ringrazio la dirigenza per l’organizzazione, i nu-merosi e simpatici fans che hanno colorato disimpatia e calore il loro tifo, la squadra per l’im-pegno dato e il mister per le nozioni che ci re-gala. 111111111515

La nostra prima trasfertadi Alessandro Assarini

Due sono le Torri Gemelle:quelle dello stadio municipaleLuigi Ferraris di Genova. Lagradinata “nord”, genoana,confina con la Casa Circonda-riale di Marassi. In questa c’èinvece una cupola nel mezzo,sede dell’atrio centrale del car-cere. Snodo di reparti e luogodi passaggio per tutti. Una cu-pola che somiglia ad un tozzocampanile senza croce e senzaparafulmine. Le croci si trovanotutte dentro. Nelle notti e neigiorni che arrivano e passano,a volte.L’undici di settembre si ce-lebra la “notte bianca” aGenova, Centro Storico e din-torni. In carcere le notti sonoormai bianche dalle luci chenon si spengono mai. Si sonospente invece per il fratello diBorges, detenuto a Marassi nelCentro Clinico. Originario diSanto Domingo ha ricevuto lanotizia da sua sorella Juana,che non voleva lo venisse a sa-pere e mi chiedeva di prepara-re con il tempo l’annuncio del-la morte. Juana ha passatomolte notti in bianco per assi-stere il fratello. Ho invece dis-ubbidito dando la notizia aFrancisco, che sostiene che so-lo Dio gli dà la pazienza di resi-stere alle notti di Marassi. A vol-te sente Radio Maria e pregaper dormire e spera di tornarea casa da sua madre. Lo chia-ma “negro” per il colore dellapelle e sua sorella mi ha prega-to di dirgli che non tagli i ca-pelli.Ci sono le notti bianche diFred, nigeriano, che scrive a

don Gallo per trovare un do-micilio che lo accolga e gli per-metta di uscire di prigione.Fred non ha nessuno qui e scri-ve lettere per trovare una di-mora provvisioria che lo facciavivere. Da quando è stato arre-stato sua moglie, di origine ita-liana, è sparita nel nulla e a po-co sono valse le ricerche telefo-niche.Dal nulla, invece, riemerge Ca-stillo, colombiano con un pas-sato da rifugiato in Costa Rica,che ho rivisto a Marassi dopoesserne uscito. Riportato a Ma-rassi sarà giudicato tra qualchegiorno per “evasione” dagli ar-resti domiciliari. Andava in far-macia e al “Call Center” perchiamare la famiglia in Ameri-ca. Ho incontrato la sua signo-ra, addolorata per quanto ac-caduto, in via della Maddale-na, ora illuminata e quasi de-serta dopo le nove di sera.Per la notte bianca hanno ri-servato la zona pedonale attor-no al Centro Storico a partire

dalle due stazioni di Principe eBrignole. Di ritorno da Marassistavano allestendo le bancarel-le in mezzo alla centrale e no-bile Via XX settembre. A pochigiorni dall’undici di settembree non lontano da Piazza DeFerrari, dove un palco metalli-co viene montato e smontatocome le “Città Invisibili” di Cal-vino.La notte bianca della musica,dei negozi e dei musei aperti,delle birre e del “consumo dun-que sono”.Almeno nelle feste deisanti si sapeva chi festeg-giare e da qualche partec’era l’invito ad andarelontano. Ora no. La mercediventa dio e dio diventamerce di scambio per lenotti da imbiancare.Kinsley, nigeriano, non vedemoglie e figli da tempo e michiede di chiamare la famigliaperché venga a salutarlo e gliporti un po’ di salsa di arachidiche lui ama molto. Dorme con

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L’undici settembre di Marassi e dintornidi padre Mauro Armanino

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Si rinnova l’appuntamento annuale con

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lunedì 24 gennaio 2011 ore 20

Da quanto si apprende dallaRelazione annuale 2010 alParlamento sull’uso di so-stanze stupefacenti e sullostato delle tossicodipen-denze, presentata a PalazzoChigi dal Sottosegretario CarloGiovanardi, crolla il consu-mo di droga tra giovani eadulti in Italia: -25% in un an-no. Prendiamo atto della dimi-nuzione del consumo di drogain Italia. Nel 2009 i consuma-tori di droga in Italia sono di-minuiti del 25,7% rispetto al-l’anno precedente: nel 2008erano 3.934.450, nel 2009 so-no scesi a 2.924.500. In caloanche i consumi di tutte le so-stanze stupefacenti. Questoemerge dalla Relazione annua-le al Parlamento del giugno2010 sull’uso di sostanze stu-pefacenti e sullo stato delle tos-sicodipendenze in Italia, messaa punto dal dipartimento poli-tiche antidroga della Presiden-za del Consiglio dei Ministri.Sono diminuiti anche i de-cessi per droga: nel 1999erano stati 1.002, nel 2009 so-no stati 484. I motivi dell’inver-sione di tendenza nei consumisono molteplici. Hanno contri-

buito le azioni di prevenzionemesse in atto, il nuovo codicedella strada, ecc. Alcuni annifa, quando l’allarme AIDS eraaltissimo perché l’infezione erain espansione, è successo unfenomeno simile di controten-denza. In quel caso le Istituzio-ni hanno investito molte ener-gie e denari nella prevenzione.Sembra che, quando si in-veste su un messaggio pre-ciso che chiede non tantodi mettere in discussioneun’idea ma di cambiarecomportamenti che risulta-no essere nocivi a se stessie/o agli altri, allora si tro-vano risposte e il risultatoè che le persone cercano eimparano a non farsi ma-le. Il disco bus oggi, il profilat-tico ieri, sono gli esempi; in di-scoteca si può anche esagera-re nel bere perché il ritorno acasa è assicurato per l’eventua-le ubriaco ed è sicuro per pe-doni e automobilisti. Sonocambiati dei comportamenti equesto è bene perché si conso-lida a poco a poco il valore del-la responsabilità sociale.Accanto a questo non puòabbassarsi la guardia per-

ché dobbiamo segnalare an-che che è aumentato l’usodi stimolanti, in particola-re l’ecstasy, e di alcolici,tanto che giornalisticamente siparla di “allarme” alcol. Nell’ul-timo anno, si è riscontrato unaumento notevole di consu-matori “abituali” di bevande al-coliche anche tra la popolazio-ne femminile. L’assunzionequotidiana di alcol è infatti au-mentata in questi ultimi tre an-ni del 18,2%. L’incremento per-centuale delle ubriacature (ol-tre 40 volte nella vita) si è alza-to del 200%. Si verifica quelloche è stato definito policon-sumo (più droghe o droga in-sieme ad alcol). Gli stimolantiassunti insieme all’alcol sonosempre più frequenti tra i gio-vani. Ecstasy ma anche psico-farmaci stanno diventandosostituti addirittura della can-nabis. Negli Stati Uniti d’Ameri-ca, paese che da sempre ci pre-cede di un decennio nei feno-meni sociali che riguardano l’a-dolescenza, si parla di Farma-party, una tendenza degliadolescenti americani cheprendono le pillole dall’arma-dietto dei genitori. E poi c’è il

la Bibbia sotto il guanciale eper questo il libro si è sgualcito.Ne chiede una nuova per leg-gere i salmi la sera prima didormire e di buttare alcunegocce di acqua benedetta sulletto. Giovanni ha il rammaricodi aver perso buona parte del-le vita e di non essere stato fi-glio, padre, sposo, uomo. Diceche ormai è tardi per tornare

indietro. Vive con difficoltà alCentro Clinico e passa le nottiin bianco perché vi è ospite unpazzo che grida e insulta le in-fermiere. Anche gli operatori lotemono e non prendono deci-sioni.Le notti bianche si allungano ediventano sentieri sbiaditi ver-so la mattina. Oggi è il dodicisettembre. Gli ostaggi della

notte sono ammansiti dal son-no. La parola passa ai resisten-ti del giorno.

P.S. Secondo il Comune la not-te bianca è stata un successoper rilanciare l’economia: unmilione di euro investiti e dadieci a quindici guadagnati,più l’immagine, più le ricaduteturistiche...

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Dalla statistica alla responsabilitàa cura di Lele Girlando

pluralità si sostanzi la morale;alla scuola, ai servizi sociali, aiservizi sanitari il compito di ri-conoscere, accompagnare, so-stenere e intervenire sul males-sere sociale.Il problema droga non èpiù un problema di allar-me; rimane come spia diun fenomeno sociale, psi-cologico e talvolta psichia-trico ancora diffuso e sicu-ramente sommerso. Priorita-ria su tutto è la questione edu-cativa. Da questo punto di vi-

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mercato della droga on line. Cisono farmacie online che ven-dono farmaci e sostanze diogni genere senza richiederealcuna prescrizione medica.Non abbiamo nostalgia delloStato Etico che dica che cosa ègiusto e nemmeno che indichia tutti che cosa sia il bene. Ciinteressa che la Società Ci-vile guardi con attenzionea questi fenomeni; ci inte-ressa che la Società Civile rap-presenti la pluralità dei punti divista e che nel rispetto della

sta sarebbe utile l’attivazione diun tavolo di lavoro che su que-sto tema fosse capace di racco-gliere la preoccupazione edu-cativa diversamente presentein un territorio.Per quanto riguarda il “som-merso” bisogna tornare a pen-sare ad interventi di stra-da; e, se penso ai primi inter-venti degli anni Ottanta, soche di fatto sono partiti di lì.Da un ascolto del problema eda una presenza paziente equotidiana.

Alle “Lampade ardenti” - Agli amici dell’Eucarestia e del Villaggio

SSoolleennnnee cceelleebbrraazziioonnee eeuuccaarriissttiiccaa aannnnuuaallee

nneellllaa ppaalleessttrraa ddeell CCeennttrroo AAccqquuaarroonnee

presiederà il Vescovo mons. Piero Marini

presidente del Pontificio Comitato Congressi Eucaristici

IINNVVIITTOO SSPPEECCIIAALLEE aa ttuuttttii ggllii aaddoorraattoorrii nnoottttuurrnnii,, aallllee AAssssoocciiaazziioonnii ee

MMoovviimmeennttii,, aallllee PPaarrrroocccchhiiee,, aaffffiinncchhéé ssiiaa ccoommee ggllii aannnnii ssccoorrssii uunnaa bbeellllaa tteessttii--

mmoonniiaannzzaa ddeellll’’uunniittàà ddeellllaa CChhiieessaa ddiioocceessaannaa aattttoorrnnoo aa GGeessùù eeuuccaarreessttiiaa..

sabato 11 dicembre - ore 17 messa festiva

Don Nando Negri onlus

Gruppo Medie Giochinsieme - Offerte raccolte in occa-sione dell’Addiu du Fantin di San Salvatore - RiccardaMariscotti - Maria Rosa Olivari - Andrea Garbarino -Mauro Carlesi i.m. di Fabio e Simona Carlesi - MariaRosa Rampi - Franco Bacigalupo - Massimo Santoro -Marta Montanaro - Sorelle Accame - Giovanna

Sbardellini e Antonio Rivara i.m. della zia Lina SolariRivara - Massimo Podestà - Paola Gualeni

Per i lavori al Centro di Sampierdicanne

Comunità di Nomadelfia - Angela Canessa Queirolo -Delfina Baudino - Bagni Nino di Chiavari - Expò -Lorenzo e Marco Gnecco - Familiari e amici nel 50°

Le vostre offerte - il nostro grazie

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Periodico

Direzione e Redazione • 16030 -San Salvatore(Ge)

Via IV Novembre 115 Tel. 0185/3751 -www.villaggio.org - e-mail: [email protected] Tribunale n°1/88 del 26/1/1988

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OFFERTE PER I LAVORIDI RISTRUTTURAZIONE DEL

CENTRO DI SAMPIERDICANNE

Il secondo piano del Centro è finito e vi è giàinstallata la Comunità doppia diagnosi.Proseguono i lavori per il primo piano e il tetto.Sono previste spese per altri �470.000,00, soloin parte coperti da contributi già assegnati.Ci affidiamo ancora una volta alla Provvidenza ealla vostra solidarietà.

anniversario di matrimonio di Giuseppe e BrunaGardella - Gruppo alpini Sopralacroce - Fam. CostaArdissone - Maria Pia Solari Cavagnaro i.m. di Andrea -Luciano Arzeno - Eliana e Domenico Condemi in occa-sione del battesimo di Gaia - Piero Solari i.m. del figlioGiancarlo - Fabio e Vittoria in occasione del battesimodella figlia Sofia - Rinaldo Caffarena - Bruna Azaro -Angela Nanlin - Dario Nizza i.m. dei propri defunti -Giampietro Camoriano i.m. dei suoi cari - Fam. Raffaelee Sergio Ghirardelli i.m. dei propri defunti - La sorellaTeresa i.m. di don Antonio - Le figlie, i parenti e gliamici i.m. di Rosa Cuneo

Centro Benedetto Acquarone

Parenti e amici i.m. di Maria Luisa Nicolini - AngelaMeschi - Suor Margherita - le amiche dei corsi di culturadella terza età di Sestri Levante i.m. di RosabiancaPerazzo Vidali - Fam. del Bon, Orlandi, Actite, Allegretti,Monti e Montagni i.m. di Adriano del Bon - MariaIsabella Terzi - Parrocchia S. Giacomo di Ri - Sara Rivara

Grazie a...

...ai “Solisti del coro Segesta”, che si sono esibi-ti con maestria e passione la sera del 18 settembreall’Acquarone, un grazie plaudente dagli ospiti delCentro e da tutto il Villaggio...

... Edicola Valentino di Riva Trigoso e Tabaccheriaedicola Via Aurelia Cavi, che hanno offerto doni perle nostre pesche di beneficenza...

...Giovanni Raffo che ha donato 40 litri di olio dioliva...

AI LETTORI

A motivo delle tariffe postali, impazzite dal1 aprile, abbiamo dovuto spendere assai di piùper la spedizione del nostro mensile rispetto atutti gli altri anni, tanto da esaurire le risorsededicate (il famoso budget!).Quindi chiudiamo l’anno con un numero un po’più ampio che copre tre mesi, in attesa di unanuova legge che riduca i costi postali.Per il nuovo anno - restando invariata la nuovatariffa - usciremo in forma bimensile.È ingiusto e impossibile spendere per la spedi-zione di ogni numero poco meno di quanto necosta la stampa.Chiediamo scusa, ma non è colpa nostra.Tutti i periodici come il nostro sono in difficoltà.

Anche quest’anno noi soci del-la Maresport di Chiavari ab-biamo avuto la fortuna di tra-scorrere qualche giornata congli ospiti del Centro Acquaronee per questo ringraziamo Si-mone Sturla. Ulteriori ringrazia-menti sono obbligatori per iComandanti della Capitaneriadi Porto di Chiavari e SantaMargherita Ligure per l’apposi-ta ordinanza emessa per farcinavigare con maggiore sicurez-za. E sempre in tema di sicu-rezza quest’anno erano pre-senti anche volontari della Pro-tezione Civile di Chiavari. Que-sta precisazione tende a rassi-curare i genitori diffidenti, conla speranza di ripetere l’espe-rienza l’anno prossimo con unnumero maggiore di adesioni.Quest’anno, a causa del mal-tempo abbiamo dovuto rinun-ciare alla “festa di inizio estate”,

ma non a quella di “fine esta-te”, che è consistita in una bat-tuta di pesca con conseguente

consumazione del pescatopresso l’associazione. Abbiamomangiato pesce freschissimo inpasseggiata mare, a Chiavari,con vista su Portofino, per l’in-

vidia dei passanti (e di Boboche era a Lourdes).Abbiamo vissuto altre cose bel-

le... ma non ve le stiamo a rac-contare. Vi diciamo solo che,oltre ad esserci divertiti comebambini, sono nate nuoveamicizie.

ATTENZIONEIn caso di mancato recapito, rinviare all’Ufficio Postale di Genova Brignole per la restituzione al mittente, che si impegna a

pagare la relativa tassa.

DESTINATARIO SCONOSCIUTO TRASFERITO DECEDUTO INDIRIZZO INESATTO RIVISTA RESPINTA

A-mare i ragazzi disabilidi Marco Pasi

INCONTRO EX ALLIEVI/E

Centro di San Salvatore - venerdì3dicembre

ore 18:30 - arrivi

ore 19:00 - Messa

ore 19:45 - Presentazione attività formative

ore 20:15 - cena

Passate parola invitando uno ad uno tutti i villaggini