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DI VITAMINE PER IL NOSTRO ORGANISMO
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GRAVIDANZA PERCHÉ ASSUMERE L’ACIDO FOLICO?
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NATURALE E DURATURA
N. 7MAGGIO 2016
news dal mondo naturaleSPAGYRICA
SPAGYRIALA "SCOPERTA" DI COPERNICODEL DR. GIORGINI (II PARTE)
EditorialeSommario 4 SpagyriaCome Copernico scoprì la “sua” scoperta.(II parte) Giorgini Dr. Martino.
8 MemoriaConcentrarsi, sì… ma con naturalezza.Esistono aiuti naturali per la concentrazione?
12 OcchiUno sguardo naturalmente sano.Come proteggere i nostri occhi in modo naturale.
16 GravidanzaA cosa serve l’Acido folico in gravidanza?Scopriamo di cosa si tratta e perché assumerlo durante la “dolce attesa”.
20 MultivitaminiciCosa sono i multivitaminici?Un breve viaggio alla scopertadi questi integratori di vitamine per bambini e adulti.
24 Garcinia CambogiaGarcinia Cambogia, il frutto tropicale che aiuta a dimagrire.L’acido idrossicitrico della Garcinia Cambogia: un grande alleato delle diete dimagranti.
28 Discipline alternativeI 5 movimenti.Dr. G. Di Luccio.
30 AlimentazioneCol Cavolo che Guarisci!Breve ma veridica panoramica di un ortaggio polivalente.
32 SolariUna tintarella graduale e duratura!Come preparare la pelle all’abbronzatura in modo naturale.
35 Dicono di noiI commenti e le recensioniai prodotti Dr. Giorgini.
Maggio è un mese di grande ricchezza di fiori, colori, canti di uccelli e ronzare di insetti; nelle tiepide serate è possibile godere di profumi primaverili che evocano ricordi e sensazioni ancestrali.Proprio per questo meraviglioso spettacolo – peraltro gratuito – è fon-damentale non demandare le nostre sensazioni a strumenti per così dire “estranei”: la Natura è sempre più di frequente descritta, foto-grafata, filmata e registrata in “dischetti” che pur capaci di contenere milioni di dati, sono inadatti a trasmettere la sensazione fresca e im-mediata che i cinque sensi fanno vivere all’uomo. Così, figlio di un pensiero cartesiano che ha celebrato il dualismo tra soggetto e oggetto (res cogitans e res estensa), l’uomo non solo continua a mantenersi separato dalla Natura, ma anche da se stesso; parafrasando Jung, nessuna voce giunge più all’uomo dalle piante né questi si rivolge a esse con la speranza di essere ascoltato. Quasi in-torpidito, questi sembra voler rinunciare a vivere tutte le meravigliose sensazioni che un mese come maggio offre. Questo non vuol dire rinunciare a priori ai vari e utili strumenti tec-nologici, al contrario! Di fronte alla bellezza di un tramonto, immor-talare il paesaggio con la fotocamera di un telefono cellulare è sicu-ramente un atto quanto mai utile per poi ricordare, quando nel futuro si osserverà la foto, l’istante vissuto. Ciò tuttavia non deve tagliare il cordone ombelicale che lega colui che osserva al tramonto, con il rischio che l’universo virtuale prenda sempre più il posto di quello reale di cui l’uomo è parte integrante. Ora, di fronte a questo discorso, quale può essere il collegamento con Spagyrica? Apparentemente nessuno. In realtà, come già scritto in passato, essa è uno strumento attraverso il quale il lettore può com-prendere l’invito della Natura a essere “attivo” e quindi a scegliere e discernere per se stesso consapevolmente. Scegliere non già da qual-cosa, ma all’interno di qualcosa – «Je suis de la Nature, dans la Na-ture, par la Nature et pour la Nature», affermava la scrittrice francese George Sand –, dove lo stacco tra il soggetto e l’oggetto va visto come presupposto per scoprire la loro completa identità. Identità, coincidenza, simbiosi tra osservante e osservato, com’era percepito nell’antica Roma, quando nel mese di maggio si celebrava-no i Florali, con cui si onorava il risveglio dell’intera Natura. Spagyrica vuole festeggiare non tanto la sua registrazione in Tribunale – atto che le conferisce maggiori responsabilità –, quanto una ritrova-ta presa di coscienza che si sta sempre più manifestando: quella fidu-cia negli antichi e quel recupero del modo di vivere i mesi dell’anno in maniera simbiotica, conoscendone e vivendone in modo consa-pevole ogni singolo aspetto. Buona lettura in piena consapevolezza!
LBM
Una ritrovata presa di coscienza
SPAGYRICA news dal mondo naturale ~ Periodico mensile N. 7 Maggio
EDITORE: Elitto Edizioni ~ Via Val della Meta, 4 - 50034 Marradi (FI)
DIRETTORE RESPONSABILE: Lorenzo Bellei Mussini ~ e-mail: [email protected]
REDAZIONE: Federica Stefanini
PROGETTO GRAFICO: Roberta Ferriani
DIREZIONE, REDAZIONE, IMPAGINAZIONE E STAMPA (in proprio): © Ser-Vis Srl ~ Via Isonzo 67 - 40033 Casalecchio di Reno (BO)
Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 8414 in data 07/04/2016
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dell’apparato respiratorio e, insieme all’anice verde, promuove il benessere della gola. Anice verde e angelica di Boemia coadiuvano la fluidità delle secrezioni bronchiali mentre rame e selenio, con vitamine A, B6, B12, C, D e acido folico, contribuiscono alla normale funzione del sistema immunitario.
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4
Come Copernico ha scoperto la "sua"scoperta(II parte di II)
5
Per i Babilonesi e gli Assiri, lo studio dell’astronomia serviva soprattutto a tenere un
calendario preciso. «Come il calendario ebraico tuttora in uso, anche quello assiro-
babilonese era un calendario solare-lunare, che prevedeva un anno solare in poco
più di 365 giorni… la Terra era considerata una sfera con equatore e poli, e anche
i cieli erano divisi da immaginarie linee equatoriali e polari. Il passaggio dei corpi
celesti era legato all’eclittica, la proiezione sulla sfera celeste del piano dell’orbita
terrestre attorno al Sole. Vi era poi una serie di concetti astronomici in uso ancora oggi…
come quello degli equinozi (che si verificano quando il Sole, nel suo apparente moto annuale,
incrocia l’equatore celeste) e dei solstizi (i movimenti in cui il Sole, nel suo apparente moto
annuale lungo l’eclittica, si trova alla sua massima declinazione a nord e a sud).
Eppure non sono stati i Babilonesi o gli Assiri a inventare il calendario, né gli ingegnosi
metodi di calcolo per metterlo a punto. I calendari in uso presso questi popoli (come del
resto il nostro calendario) ebbero origine a Sumer. Qui, infatti, gli studiosi hanno trovato
un calendario, usato fin da tempi antichissimi, che rappresenta la base di tutti i calendari
successivi… perfino del nostro attuale calendario… Secondo il professor Stephen Langdon1,
vi sono prove che tale calendario, certamente già in uso all’epoca di Dungi, sovrano di Ur
intorno al 2400 a. C., risale addirittura a duemila anni prima di lui, e cioè al 4.400 a.C.!»2.
È possibile che i Sumeri, peraltro privi di strumenti tecnologici, avessero quelle conoscenze
astronomiche e matematiche di astronomia sferica e di geometria?
Eppure «essi avevano un termine – DUB – che, in astronomia indicava la “circonferenza del
mondo” di 360 gradi, in relazione alla quale parlavano di curvatura o arco dei cieli. Per i loro
calcoli astronomici e matematici tracciavano l’AN.UR, un immaginario “orizzonte celeste”
che serviva loro per misurare il sorgere e il calare dei corpi celesti. Perpendicolarmente a
tale orizzonte tracciavano un’altra immaginaria linea verticale, la NA.BU.SAR.DA, mediante
la quale riuscivano a calcolare il punto corrispondente allo zenit, che chiamavano AN.PA.
Tracciavano anche le linee che oggi chiamiamo meridiani e paralleli… il parallelo che
segnava il solstizio d’estate era chiamato AN.BIL. (“punto fiammeggiante nel cielo”).
Nel 1925, gli astronomi, dopo aver lavorato a lungo, suddivisero i cieli visti dalla Terra, in tre
regioni – settentrionale, meridionale e centrale – e raggrupparono le stelle in 88 costellazioni.
Nulla di nuovo: i Sumeri le avevano già suddivise allo stesso modo e vi avevano assegnate le
relative costellazioni! L’attuale fascia centrale, la fascia delle 12 costellazioni dello zodiaco,
corrisponde esattamente alla via di ANU, nell’ambito della quale i Sumeri raggruppavano le
stelle in 12 case…
Il grande cerchio che la Terra disegnava nel suo moto attorno al Sole era suddiviso in 12 parti
uguali, di 30 gradi ciascuna (12 x 30 = 360)…
Per millenni si è pensato che fossero stati i Greci a elaborare tale sistema. Oggi appare chiaro
che gli astronomi greci si limitarono ad adottare nella loro lingua, come nella “mitologia”,
un sistema astronomico già esistente, derivato dai Sumeri.
Abbiamo già visto in che modo Ipparco, Eudosso e altri avessero ottenuto i dati di cui
disponevano. Anche Talete, l’astronomo che predisse l’eclissi totale di Sole del 28 maggio
585 a.C., che fermò la guerra tra Lidi e Medi, ammise che le sue conoscenze derivavano da
fonti mesopotamiche pre-semitiche, dunque Sumeriche!
Le rappresentazioni pittoriche dei segni dello zodiaco, così come i loro nomi, sono rimasti
intatti fin dalla loro introduzione a Sumer…»3.
Le opere letterarie di Accadi, Hurriti, Ittiti e di altri popoli dell’antico Medio Oriente,
essendo traduzioni o versioni di originali sumerici, erano piene di termini presi a prestito
dalla lingua sumerica, che riguardavano corpi e fenomeni celesti: gli studiosi babilonesi,
infatti, nel copiare o tradurre elenchi di stelle o calcoli di matematica planetaria, annotavano
spesso sulle tavolette l’originale sumerico. Un’importante serie astronomica che i Babilonesi
chiamavano Il giorno del Signore era stata copiata, per ammissione degli stessi scribi, da
una tavola sumerica che risaliva al tempo di Sargon di Akkad (III millennio a. C.). Un’altra
tavoletta datata al periodo della terza dinastia di Ur, anch’essa del III millennio a. C., elenca
e descrive una serie di corpi celesti in maniera talmente chiara che gli studiosi moderni
hanno avuto poche difficoltà a riconoscervi una classificazione di costellazioni, tra le quali:
Orsa Maggiore, Drago, Lira, Cigno, Cefeo o Triangolo nei cieli settentrionali (ovvero quelli
dell’emisfero boreale), Orione, Cane Maggiore, Idra, Corvo e Centauro in quelli meridionali
(dell’emisfero australe), oltre alle ben note 12 costellazioni zodiacali della fascia celeste
centrale…
Una tavoletta sumerica conservata al Museo di Berlino (VAT. 7847) elenca le costellazioni
zodiacali cominciando da quella del Leone: ciò ci riporta indietro fino a circa 11.000 anni
a.C., all’epoca in cui l’uomo cominciava a lavorare terra…»4.
[1] Stephen Langdon, Tablets from the Archives of Drehem (tavolette dagli archivi di Drehen).[2] Zecharia Sitchin, Il pianeta degli Dei, Ed. Piemme.[3] Zecharia Sitchin, Op. cit.[4] Zecharia Sitchin, Op. cit.
6 7
Il professor H. V. Hilprecht5 si spinse ancor più in là. Dopo aver studiato migliaia di
tavolette concluse che: «tutte le tavole di moltiplicazione e di divisione provenienti
dalle biblioteche dei templi di Nippur e Sippar e dalla biblioteca di Assurbanipal
[a Ninive] si basavano sul numero 12.960.000, che poteva essere collegato solo al
fenomeno della precessione, e che i Sumeri erano a conoscenza del Grande Anno
di 25.920 anni (25.920 x 500 = 12.960.000)!
Dobbiamo rasentare la fantascienza, ma a chi poteva interessare, a Sumer, per
esempio, l’esatta localizzazione dell’equatore celeste o le accurate e sofisticate
misurazioni delle distanze interstellari? Eppure erano molti i testi che, mediante
calcoli complicatissimi, cercavano di stabilire la distanza esatta tra i corpi celesti… Il fatto,
poi, che esistessero tre diversi metodi per misurare la distanza interstellare indica quanta
importanza si attribuisse a questa materia!»6.
Infine, grazie ai reperti ritrovati, è evidente che i Sumeri conoscevano anche i tre pianeti
visibili solo con il telescopio, posti oltre Saturno: Urano, Nettuno e Plutone! In un sigillo
esposto al Museo del Vicino Oriente di Berlino (VA 243), vi è esposta una scena “mitologica”
che ritrae la consegna dell’aratro all’umanità da parte del dio dell’agricoltura ed è decorata
in alto con una stella circonda da pianeti: il nostro sistema solare (fig. 2)!
Circa 4.500 anni fa! Ma come facevano i Sumeri, che non avevano il telescopio, a esserne
a conoscenza? «Un confronto tra le antiche raffigurazioni e uno schizzo che avevo fatto del
sistema solare così come conosciamo noi (fig. 3) evidenzia una importante differenza: gli
Antichi includevano un pianeta piuttosto grosso tra Marte e Giove, mentre noi li abbiamo
la fascia degli asteroidi (che i Sumeri chiamavano “bracciale martellato”)». Ciò che resta di
un pianeta dopo una collisione? Proprio così descrivono i Sumeri nell’Enuma Elish, “Epica
della Creazione”!
Tutto quanto riportato è sufficiente per comprendere come Copernico ha scoperto la sua
scoperta: nell’Antichità! Ha dato fiducia alla teoria degli Antichi, secoli e secoli indietro per
ritrovare la Verità!
E se fosse così anche per altre materie, come, ad esempio, chimica, fisica o biologia? E se la
teoria dei Quattro Elementi degli Antichi fosse da ri...“scoprire”?
FINE della seconda e ultima parte. Salve!
Giorgini Dr. Martino
FIGURA 2
FIGURA 3
[5] H. V. Hilprecht, The Babylonia Expedition Of the University of Pennsylvania.[6] Zecharia Sitchin, Op. cit.
CONCENTRARSI, SÌ... MA CON NATURALEZZAEsistono aiuti naturali per la concentrazione?
In antichità, era attraverso l’assenza di rumori che si cercava di favorire la concen-trazione: nelle scuole pitagoriche, per esempio, il silenzio dei discepoli aveva una
durata di cinque anni; dopodiché a essi veniva concessa la parola. Secondo alcuni la concentrazione in silenzio era l’unica strada per l’ispirazione: va da sé che un tempo si vive-va in contesti meno rumorosi, ove non si rimaneva frastornati dalla confusione, condizione oggigiorno alquanto rara.
Carichi intensi di lavoro, vita frenetica, cambiamenti repentini nello stile di vita sono fat-tori di stress che possono mandare momentaneamente in crisi il cervello, la centralina del nostro corpo. Una delle prime conseguenze in questi casi è la stanchezza mentale, che si concretizza in difficoltà di concentrazione e ridotte prestazioni “intellettuali”. Per concen-trazione si intende la capacità di un soggetto di focalizzare in maniera esclusiva e costante nel tempo la propria attenzione su un elemento (materiale o immateriale), senza lasciarsi distrarre da altri fattori esterni. Va da sé che questa capacità richiede uno sforzo mentale robusto; sicché è naturale che risulti ridotta nei casi di affaticamento psico-fisico, che si possono manifestare con maggiore frequenza al cambio di stagione o nei periodi di lavoro o studio intenso. Talvolta la difficoltà di concentrazione può essere accompagnata da un calo della capacità di memoria e delle funzioni cognitive in generale.
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Si tratta di un minerale essenziale, una sorta
di tuttofare, per l’organismo: oltre a essere in
grado di intervenire nei processi di divisione
cellulare e proteggere le cellule dallo stress
ossidativo, può sostenere la capacità visiva, la
funzione cognitiva e promuovere il benessere
di ossa, unghie, pelle e capelli. «Una delle
scoperte più emozionanti fatte negli ultimi
tempi dalla medicina è che lo zinco riveste un
ruolo importante nella cicatrizzazione delle
ferite. Già nell’antico Egitto lo zinco veniva
applicato localmente sulle ferite sotto forma
di calamina». (J. I. Rodale, Il libro completo
dei minerali per la salute, Firenze 1988).
A che cosa serve lo Zinco?Il primo aiuto nella capacità di concentrazione può arrivare dunque dalla lotta allo stress e all’eccessiva fatica mentale. In questi casi, dopo aver escluso la presenza di patologie specifiche (per le quali è sempre opportuno rivolgersi al medico di fiducia), è possibile trarre giovamento anche dall’assunzione di integratori specifici. Le piante per contrastare la stanchezza mentale e favorire le capacità cognitive sono la Cen-tella asiatica e l’Eleuterococco, utili per supportare memoria e funzioni cognitive; il Ginseng che può contrastare stanchezza fisica e mentale, la Bacopa che favorisce la memoria e il rilassamento, nonché il Ginkgo biloba, il cui estratto delle foglie ha proprietà analoghe a quelle delle piante sopracitate.
Sempre per favorire la memoria e le funzioni cognitive, un aiuto può giungere anche da vitamine e minerali quali Magnesio, Ferro, Zinco, Iodio, Fosforo. Senza dimen-ticare che per contrastare stress e stanchezza mentale è fondamentale mantenere un corretto stile di vita e alimentare. Occorre dunque prestare un’attenzione speciale alla dieta quotidiana, evitando eccessi e limitare il consumo di alcolici, oltre a garantire al proprio corpo le giuste ore di sonno.
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UNO SGUARDO NATURA LMENTE SANOCome proteggere i nostri occhi in modo naturale.
La vita di tutti i giorni pretende moltissimo dai nostri occhi: se si lavora al computer, per esempio,
gli occhi devono adattarsi a diversi livelli di contrasto e luminosità; mentre se si portano lenti a
contatto viene a ridursi la quantità di ossigeno che raggiunge la cornea, limitando così la normale
produzione di liquido. Anche uno studio o una lettura eccessivi, eseguiti spesso in spazi chiusi e
ristretti con luci artificiali, possono affaticare molto la vista; infine agenti esterni come polveri e
sporcizia possono provocare infezioni a questi nostri organi. Non sorprende quindi che i nostri
occhi soffrano e inizino a lacrimare, bruciare ed arrossarsi.
L’occhio è l’organo di senso preposto alla ricezione degli stimoli luminosi e delle immagini
che, elaborate a livello celebrale, danno luogo all’esperienza visiva. Non a caso si sente spes-
so dire che l’occhio è lo specchio dell’anima, questo perché essi sono l’espressione del mon-
do interiore. Infatti ogni sguardo è un libro aperto verso la vita interiore e talvolta racconta la
persona stessa: uno sguardo luminoso può manifestare serenità e buona disposizione verso il
prossimo; uno cupo può indicare difficoltà emotive, mentre un’espressione con pupille dilata-
te (e magari la bocca sempre aperta) può indicare stupore.
Per questa e molte altre funzioni è quindi fondamentale tutelare e proteggere il nostro sguardo,
i nostri occhi.
Come ogni singola parte dell’organismo umano, gli occhi sono organi di straordinaria impor-
tanza, per questo è necessario prendersi sempre cura di essi. Oltre a sottoporsi a una visita
oculistica annualmente, per mitigare bruciore e secchezza temporanee ci si può avvalere per
esempio di lacrime artificiali, utilizzabili anche quando si portano lenti a contatto, mentre
per ridurre l’affaticamento è indispensabile fare ginnastica oculare e tenere puliti gli occhi.
Ancora, indossare occhiali da sole può proteggere gli occhi da polveri o da pollini durante il
periodo primaverile, nelle giornate ventose e in spiaggia.
Ma anche chi si trova in luoghi al riparo da vento e polveri può comunque ritrovarsi con gli
occhi affaticati: l’aria estremamente asciutta di certi ambienti può infatti provocare rosso-
re e secchezza. Si tratta, tutto sommato, di piccoli accorgimenti finalizzati alla protezione
di organi fondamentali!
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Un ulteriore e non irrilevante supporto
per la cura dei nostri occhi può giun-
gere anche dal mondo naturale.
Esistono infatti alcuni prodotti
fitoterapici che possono essere
molto utili per la vista: il Mir-
tillo nero (Vaccinium myrtil-
lus), la cui droga può favorire un
«aumento della resistenza e della permeabilità
dei capillari, con azione specifica degli enzimi
della retina» (A. Bruni, M. Nicoletti, Dizionario
ragionato di erboristeria e di fitoterapia, Pa-
dova 2003), apporta un’azione benefica
sulla vista, mentre la Vite rossa (Vitis
vinifera) «viene in aiuto con i suoi
bioflavonoidi», sostanze che possono
favorire «il benessere della re-
tina» (Le dieci erbe indispen-
sabili. I rimedi verdi da tene-
re sempre in casa per curare
ogni genere di disturbo, a cura
di G. Maffeis, Milano 2014). Infine l’Ippocastano
(Aesculus hippocastanum) «noto per la sua azio-
ne venotonica […] riduce anche la fragilità ca-
pillare» (F. Perugini Billi, Manuale di fitoterapia,
Azzano San Paolo 2004).
Albero maestoso dal ricco fogliame verde, l’Ippo-castano è costantemente presente nei grandi par-chi della Francia. Tuttavia, esso «è francese soltanto dall’inizio del XVII secolo, perciò Maria de’ Medici non ha potuto conoscere quelli, oggi magnifici, dei suoi giardini del Lussemburgo, che furono pianta-ti dopo la sua morte; quanto agli ippocastani del parco di Versailles, erano piccolissimi al tempo di Luigi XIV» (J. Brosse, Storie e leggende sugli albe-ri, Pordenone 1992). Questo dimostra, ancora una volta, l’importanza degli alberi nella vita dell’uo-mo, sicché parlare di centralità della concezione archetipica della pianta equivale ad ammettere che l’universo è un Tutto coeso e simpatetico, dove la differenza tra chi osserva e ciò che è osservato è il presupposto per scoprire la completa identità.
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Mirtillo nero e vite rossa favoriscono la funzionalità del microcircolo alleviando la sensazione di pesan-tezza alle gambe. Inoltre, svolgono un’azione antios-sidante e sono utili per il benessere della vista. La vi-tamina C promuove la formazione del collagene e la normale funzione dei vasi sanguigni.
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A COSA SERVE L'ACIDO FOL ICO IN GRAVIDANZA?Scopriamo di cosa si tratta e perché assumerlo durante la "dolce attesa"
La gravidanza è uno dei momenti più felici nell’esistenza di una donna, nel corso del quale il corpo femminile subisce diverse trasformazioni per accogliere una nuova vita.Le frenetiche attività della vita moderna rendono talvolta difficile vivere con natu-ralezza questo incredibile evento, che troppo spesso viene ancora oggi trattato come una patologia e inserito in percorsi altamente medicalizzati.La gestazione in ogni cultura è, invece, da sempre considera-
ta un periodo “magico” e privilegiato nella vita femminile e come tale andrebbe vissuta, fatta salva la presenza di problematiche specifiche. Non a caso, infatti, nella mitologia primitiva, la statua della Dea Madre con seni grandi e fianchi ar-rotondati, era venerata come simbolo di benaugurante fertilità.
Uno stile di vita sano nel corso dei 9 mesi di gestazione e un’alimentazione bilanciata sono dunque i primi “regali” che una madre può fare al nascituro. Una donna in dolce attesa in condizioni di normalità non deve affatto, come molti ancora pensano, “mangiare per due”,
ma deve assumere con la dieta quotidiana dosi adeguate di nutritivi e vitamine necessarie per favorire il sano e corretto sviluppo del feto.
Tra tutti i nutritivi importanti, un ruolo fondamentale in questo periodo è stato riconosciuto ai folati e all’Acido folico, responsabili della cor-
retta sintesi del DNA. Secondo gli esperti, infatti, a una ca-renza di Acido folico nel corso della gravidanza sono im-
putabili diversi problemi del feto, per esempio «molte malformazioni cerebrali e del sistema nervoso come
la microcefalia o la spina bifida» (P. Pigozzi, Il cibo in gravidanza, Firenze 2002).
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Acido folico: alimenti più ricchi e integratoriL’Acido folico, o vitamina B9, deve il suo nome al latino folium (foglia): il primo a coniare il termine fu infatti lo studioso americano Mitchell che negli anni Quaranta estrasse questa sostanza dalle foglie di spinaci. La dose minima giornaliera di Acido folico che una donna in gravidanza dovrebbe assumere per as-sicurare il coretto sviluppo del feto è pari a 400 mcg; secondo le linee guida del Ministero del-la Salute Italiana, questo dosaggio dovrebbe essere assunto, se possibile, già a partire da
un mese prima della gravidanza, quando già si sta progettando il concepimento.Un’alimentazione varia ed equilibrata in ge-nere dovrebbe garantire dosi sufficienti di Acido folico (si stima che la dose minima per un adulto sia di circa 200/300 mcg). Questa vitamina, infatti, è presente in dosi elevate negli asparagi e nelle crucifere (broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolfio-ri) e in buone quantità in agrumi, frutta secca, legumi, spinaci e altre verdure.Nel periodo della gravidanza, però, il fab-bisogno giornaliero di acido folico au-menta, poiché il feto per svilupparsi attin-ge alle risorse materne di questa sostanza. Talvolta l’alimentazione da sola non è sufficiente a garantire al corpo materno le dosi minime necessarie per il corretto sviluppo fetale, specie perché la cottura eccessiva degrada la presenza di questa vitamina nei cibi. Occorre poi tenere pre-sente che l’assunzione di alcuni farmaci può ridurre l’assorbimento di Acido folico e a sua volta favorire carenze. Ecco perché molti ginecologi consigliano alle donne in gravidanza di integrare questa preziosa vitamina, facendo ricorso a prodotti speci-fici almeno fino al terzo mese di gestazione.
Ripartire dalla B, non solo in gravidanzaDiversi studi hanno dimostrato che carenze di vitamine del gruppo B, di cui l’Acido folico fa parte, sono più diffuse del previsto nella popolazione, infatti «indagini epidemiologiche francesi recenti hanno documentato che più del 40% della popolazione, con punte del 60% tra le donne, non riceve, con l’alimentazione, quantità adeguate di vitamina B9 (acido folico)» (F. Bottaccioli, Il sistema immu-nitario. La bilancia della vita, Milano 2008). Assumere dosi adeguate di questa vitamina è peraltro fondamentale in ogni momento della vita, non solo nel corso della gestazione; altre ricerche hanno infatti messo in correlazione «la carenza di acido folico (B9) e di vitamina B12 ai disturbi dell’umore: del resto è noto che l’acido folico è necessario per la sintesi della metionina, un aminoacido molto importante, il cui derivato S-adenosilmetionina è un ottimo antidepressivo». (F. Bottaccioli, Mente inquieta. Stress, ansia e depressione, Milano 2011).
ACIDOFOLICO
B9
Integratore alimentare a base di aci-do folico e alchemilla. In previsione di una gravidanza è utile l'assunzio-ne integrativa di acido folico per au-mentare le riserve di folato materno. Un basso tenore di folato materno è un fattore di rischio per lo sviluppo di difetti del tubo neurorale nel feto. L'acido folico contribuisce alla cre-scita dei tessuti materni e interviene nei processi di divisione cellulare che determinano lo sviluppo del feto nel grembo materno. L’acido folico con-tribuisce anche a rinforzare il sistema immunitario, a ridurre la stanchezza e l’affaticamento e a mantenere la nor-male funzione psicologica. Inoltre, interviene nella sintesi degli ammino-acidi, nel metabolismo dell’omocistei-na e nell’emopoiesi, cioè nella forma-zione e maturazione di tutte le cellule del sangue.
DOSE DA 1 PASTIGLIA
VITAMINEAcido folico
ERBEAlchemilla
PASTIGLIA 1
• SENZA LATTOSIO• SENZA GLUTINE•100% VEGANO
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CHE COSA SONO I MULTIVITAMINICI?Un breve viaggio alla scoperta di questi integratori di vitamine per bambini e adulti.
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Spesso si sente parlare di vitamine, ma in pochi sanno esattamente di cosa si tratta. Esse sono dei macronutrienti che l’organismo umano non è in grado di sintetizzare e che pertanto devono essere introdotti con un’alimentazione sana ed equilibrata.
Il termine deriva dal tedesco “vitamin” e significa letteralmente “anima della vita”. Si tratta di sostanze fondamentali per il mantenimento delle attività vitali, indispensabili e insostitu-ibili per la vita, che l’uomo e gran parte degli animali assumono con gli alimenti.
Ma a cosa servono le vitamine? Queste (da sole o in gruppo) svolgono un ruolo speci-fico per il corretto funzionamento delle varie attività del corpo umano e una loro
potenziale carenza nell’organismo può favorire lo sviluppo di diverse proble-matiche. Le vitamine supportano il corretto funzionamento del sistema
immunitario, favoriscono la funzionalità del sistema nervoso, so-stengono il benessere delle ossa, la capacità visiva e contrastano
l’affaticamento e la stanchezza fisica. In condizioni di “normalità”, un’alimentazione bilanciata do- vrebbe essere suffi-
ciente a garantire tutti i nutritivi di cui il no-stro corpo ha bisogno.
LIPOSOLUBILI E IDROSOLUBILI: DIVERSE MA UGUALMENTE UTILICome sono classificate le Vitamine? Sono divise in due gruppi, in base alla loro solubilità: vi sono quelle idrosolubili e quelle liposolubili. Le prime (Vitamina C e del gruppo B) pos-sono sciogliersi nell’acqua, non possono essere accumulate nel nostro organismo e vanno introdotte quotidianamente con il cibo; le seconde (gruppi A, E, D, K) possono sciogliersi in sostanze grasse ed essere immagazzinate nel fegato dove diventano una sorta di “riserva” per il nostro organismo.
Talvolta con la dieta non è possibile soddisfare l’intero fabbisogno di vitamine, a causa di condizioni particolari quali problematiche del fegato, assunzione di farmaci che ostacolano il corretto assorbimento delle vitamine, nonché diete particolari povere di alcuni tipi di nu-trienti. In questi casi, il ricorso a integratori multivitaminici può rivelarsi un valido supporto! Tuttavia, anche in condizioni di normalità e quindi in assenza di particolari problematiche come quelle sopracitate, l’assunzione di integratori multivitaminici può essere d’aiuto, basti pensare a chi pratica molto sport, allo stress provocato dai ritmi frenetici della vita moderna e, soprattutto, a chi ha un’alimentazione sbilanciata.
20 21SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA
Informazione pubblicitaria a cura del Dr. Giorgini
Il Recommen-
d e d D a i l y
A l l owance ,
ov ve r o l a
quantità gior-
naliera racco-
mandata, indica
la dose MINIMA di
una vitamina o di un minerale di cui si ha
bisogno per rimanere sani e per evitare
carenze nutrizionali. Per questo motivo
si possono assumere quantitativi maggio-
ri del 100% RDA.
L’UL (Tolerable Upper Intake Level) è,
invece, la quantità giornaliera massima
di vitamine e minerali che si possono in-
trodurre. Sia gli RDA sia gli UL ammes-
si negli integratori alimentari sono stati
stabiliti dal Ministero della Salute. «Nel
maggio 1941 un comitato dell’Accademia
delle scienze statunitense propose per
la prima volta che venisse stabilita una
“quantità giornaliera raccomandata” di
nutrienti essenziali. Tali linee guida furo-
no sviluppate con l’obiettivo di ridurre
tra la popolazione l’incidenza di malat-
tie da carenza alimentare come scorbuto
(carenza di vitamina C), pellagra (carenza
di niacina) e beriberi (carenza di vitamina
B)». (J. E. Pizzorno Jr., M. T. Murray, Trat-
tato di medicina naturale, Novara 2001).
VI TA M I N
E
Al contrario degli integratori mono-vitaminici, quelli multivitaminici, come è de-sumibile dal nome stesso, sono a tutti gli effetti prodotti alimentari consistenti in un concentrato di sostanze come vitamine, nutrienti e sali minerali, concepiti per far fronte alle specifiche esigenze in base alla fascia d’età. Questo perché la quan-tità giornaliera raccomandata (RDA) dei bambini e dei ragazzi in fase di crescita è diversa da quella di un adulto. Grazie al supporto di questi prodotti, sarà così possibile integrare efficacemente i preziosi nutritivi che troppo spesso sono carenti a causa di fattori esterni o di uno stile di vita scorretto.
L'RDA, questo sconosciuto
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Multivitaminico contenente il 100% NRV di tutte le vitamine in 1 sola pasti-glia. Ogni vitamina svolge una funzione specifica e, in particolare, contribuisce a: proteggere le cellule dallo stress os-sidativo (B2, C, E); mantenere la nor-male funzione del sistema immunitario (A, B6, B12, C, D e acido folico), del sistema nervoso (B1, B2, B3, B6, B12, C e biotina), delle ossa (C, D, K) e della ca-pacità visiva (B2, A); contrastare la stan-chezza fisica e l’affaticamento (B2, B3, B5, B6, B12, C e acido folico).
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DOSE DA 1 PASTIGLIA
VITAMINEA, C, E, D, K e Gruppo B
(B1, B2, B3, B5, B6, B12, acido folico
e biotina)...
ERBETagete (luteina),
Rosa canina, Acerola...
PASTIGLIA 1
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GARCINIA CAMBOGIA, IL FRUTTO TROPICALE CHE AIUTA A DIMAGRIREL’acido idrossicitrico della Garcinia Cambogia: un grande alleato delle diete dimagranti.
Nelle aree tropicali e umide dell’India e del Sud-est Asiatico cresce una pianta sempreverde della famiglia delle Guttiferae, che produce frutti gialli dalle dimen-sioni simili a piccole arance.I frutti di questa pianta, la Garcinia Cambogia, sono noti anche col nome di Tama-rindo Malabar, e vengono usati da sempre dalle popolazioni locali per la prepara-zione di cibi e a fini “terapeutici”, per esempio per favorire la digestione.
La pianta venne scoperta in Occidente solo verso la metà del Settecento, grazie al botanico francese Laurence Garcin, al quale si deve appunto il nome di Garcinia; all’epoca si inizia-rono a studiare le proprietà delle sue resine, ritenute un buon rimedio anti-diarroico.Solo di recente, tuttavia, la Garcinia Cambogia è “salita alla ribalta” del grande pubblico, in seguito alla scoperta da parte di alcuni studiosi delle “proprietà dimagranti” del suo principio attivo: l’acido idrossicitrico (HCA). Il Dr. Mehmet Öz, conduttore di un famoso programma televisivo statunitense dedicato alla medicina, in maniera iperbolica è giunto a definire la Garcinia Cambogia come “il Santo Graal per la perdita di peso”!La parte della pianta usata in fitoterapia per la preparazione di integratori naturali è la scor-za dei frutti ricca, come accennato sopra, di principio attivo, l’acido idrossicitrico; questa sostanza è simile all’acido citrico ma, a differenza di quest’ultimo, abbonda in natura solo nei frutti della Garcinia.
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La Garcinia Cambogia e il Mangostano della Regina
Il frutto della Garcinia Cambogia è della stes-sa famiglia del Mangostano (Gargina mango-stana), il cui aspetto è infatti piuttosto simile. Il Mangostano è da secoli usato a fini fitoterapici nella Medicina tradizionale cinese, e alla sua polpa sono riconosciute proprietà antiossidanti e di supporto alle naturali difese dell’organismo. La diffusione di questo frutto in Europa avven-ne solo ai primi dell’Ottocento e la sua difficile coltivazione fu incentivata, pare, dalla Regina Vittoria d’Inghilterra. Le cronache narrano che la Regina stessa fosse una tale estimatrice di questi frutti «da offrire la carica di cavaliere, o alcuni dicono 100 pounds, a chiunque le avesse portato un Mangostano maturo commestibile». (Dueep J. Singh, John Davidson, The Magic of the Mangosteen - Garcinia Cambogia for Good Health, Mendon 2014).
Erba per la salute e la salvezza
Acido idrossicitrico, per un effetto anti fameProprio all’HCA si possono attribuire le proprietà che hanno resa famosa e ricercata la Garcinia Cambogia per favorire la perdita di peso: «nel trattamento del sovrappe-
so si utilizza la buccia essiccata del frutto, ricco in acido idrossicitrico (principio attivo), ad azione ipolipidemizzante e anoressigena» (E. Campanini, Sovrappeso e cellulite. Pre-venzione e cura con le terapie naturali, Milano 2005).In pratica, l’assunzione di Garcinia Cambogia può facilitare il rispetto di una dieta ipocalori-ca, riducendo gli attacchi di fame che portano a sgarrare a tavola o, peggio, lontano dai pasti.La seconda importante virtù di questo estratto è la capacità di sostenere il metabolismo dei lipidi, infatti «l’HCA inibisce la lipogenesi interferendo con l’enzima ATP-citratoliasi [...]. Pertanto, l’HCA inibisce l’accumulo di calorie sotto forma di grassi di deposito» (F. Perugini Billi, Manuale di Fitoterapia, Azzano San Paolo 2008).
L’AIUTO TROPICALE CONTRO IL COLESTEROLO
All’estratto della Carcinia Cambogia sono riconosciute proprietà utili per controllare il senso di fame e sostenere il metabolismo dei lipidi; alcuni studi hanno inoltre messo in evidenza la benefica azione che l’acido idrossicitrico, il principio attivo della pianta, può svolgere per il controllo di colesterolo e trigliceridi: «L’acido idrossicitrico blocca la formazione di ace-tilcoenzima A, un substrato utilizzato nel fegato ed altri distretti per la sintesi del colesterolo e degli acidi grassi. […] La garcinia si usa per ridurre il peso corporeo e per mantenere entro certi limiti i livelli di colesterolo e trigliceridi». (F. Capasso, R. de Pasquale, G. Grandolini, Farmacognosia. Botanica, chimica e farmacologia delle piante medicinali, Milano 2011).
Formato: 180 pastiglie - € 27,6045 dosi da 4 pastigliesolo € 0,61 a dose
Integratore alimentare coadiuvante di diete ipocaloriche per la riduzione del peso cor-poreo. La garcinia promuove l'equilibrio del peso corporeo, favorisce il controllo del senso di fame e contribuisce al metaboli-smo dei lipidi.
GARCINIA CAMBOGIA pastiglie
DOSE DA 4 PASTIGLIE
ERBEGarcinia cambogia
PASTIGLIA 1 PASTIGLIA 2 PASTIGLIA 3 PASTIGLIA 4
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Dalla dialettica Yin Yang si sviluppa la
teoria dei Cinque Movimenti.
Se consideriamo che lo Yang è l’e-
spansione e lo Yin è la concentrazio-
ne dell’energia, tra Yang e Yin vi è un
graduale passaggio di uno nell’altro.
Mentre uno decresce l’altro cresce e
poi viceversa, fino alle loro massime
e minime espressioni, in un continuo
mutare dell’uno nell’altro.
La cultura antica della tradizione cine-
se era di tipo rurale e si basava sull’os-
servazione dei cicli della natura.
Se lo Yang è il giorno e lo Yin la notte,
lo Yang è anche l’estate e lo Yin l’inver-
no. Come dal giorno si passa alla notte gradual-
mente con il passare delle ore, così dall’estate si
passa all’inverno attraverso l’autunno e dall’in-
verno si ritorna all’estate attraverso la primave-
ra. Così si identificano due coppie di opposti.
La coppia sud-nord, estate-inverno, Fuoco ed
Acqua; la coppia Est-Ovest, pimavera-autunno,
Legno e Metallo ed al centro di queste due cop-
pie si trova la Terra.
Yang è il Creativo e simboleggia l’energia del
Cosmo, Yin è il ricettivo e simboleggia l’energia
della Terra. Dalla loro attrazione reciproca ori-
ginano le mutazioni, causa di tutte le trasforma-
zioni che avvengono negli esseri che vivono tra
cielo e terra, tra cui l’uomo.
Per gli agopuntori la malattia è un disequilibrio
di queste due forze, Yin e Yang.
Descrivendo le stagioni si ottiene la rappresen-
tazione del BaGua del Cielo Posteriore, com-
posto da otto trigrammi: Cenn, Sunn, Li, Kkunn,
Tui, Kkienn, Kkan, Kkenn.
La primavera si desta, Cenn, scaturisce dalla
terra come un Tuono, ad esso corrisponde lo
Yang Ming, ovvero lo Yang luminoso, il primo
Yang a cui corrispondono i meridiani del Gros-
so Intestino e dello Stomaco, secondo una re-
lazione alto basso con cui topograficamente i
meridiani sono accoppiati. Poi viene il Vento
soave, Sunn, che scioglie la neve invernale e fa
sbocciare il mondo vegetale, ad esso corrispon-
de il livello energetico Shao Yang, piccolo Yang,
a cui corrispondono i meridiani del Triplice Ri-
scaldatore e della Vescica Biliare. Viene poi il
culmine dell’anno, Li, il Fuoco, la media estate,
dove tutte le cose viventi sono all’apice della
vitalità, ad esso corrisponde il livello energetico
più Yang, il Tai Yang, ovvero il grande Yang a cui
corrispondono i meridiani del Piccolo Intestino
e della Vescica. La luce culmina con il segno
Kkunn, il ricettivo, la Terra, che concede i suoi
frutti e rappresenta un cardine di equilibrio, il
meridiano Vaso Concezione. Segue il medio
autunno, Tui, il sereno, il piccolo Yin, il livello
energetico Shao Yin a cui corrispondono i meri-
diani di Cuore e Rene, la gioia e la calma. Dopo
questo intervallo di riposo la lotta ricomincia, il
pensiero ritorna dalla terra al cielo, Kkienn, il
padre, il Creativo, simbolo della purezza, il pas-
saggio dove l’oscurità della terra lascia spazio
al chiaro del cielo, è rappresentato dal Metallo,
siamo alla fine dell’autunno, il Jue Yin dove Jue
significa fine di un ciclo, è lo Yin intermedio a
cui corrispondono i meridiani del Maestro del
Cuore e del Fegato. Ora l’anno ha raggiunto la
sua stagione più buia, l’inverno, Kkan, l’ele-
mento che lo rappresenta è l’Acqua, il colore
I Cinque Movimenti è il nero, il livello energetico più Yin, il grande
Yin, il Tai Yin a cui corrispondono i meridiani
di Polmone e Milza-Pancreas. Come l’acqua si
concentra nel punto più profondo così l’inverno
prosegue nel tempo del raccoglimento, Kkenn,
il Monte, il fermarsi, a cui corrisponde il me-
ridiano più Yang di tutti il meridiano del Vaso
Governatore. Qui nella profonda quiete dove le
energie si concentrano, la fine di ogni cosa si
salda al suo inizio, morte e vita, il ciclo si chiu-
de e se ne riapre un altro.
In epoca successiva viene introdotta la teoria
dei Cinque Movimenti, conciliando la teoria
dello Yin e dello Yang con quella dei trigrammi
dell’antico libro dei “I Ching” che vi ho appena
descritto.
All’elemento Legno corrisponde la Primavera,
il Vento, il colore è il Verde, la coppia di me-
ridiani è Fegato e Vescica Biliare secondo un
ordine non più alto-basso ma interno-esterno,
Biao/Li, dove all’interno abbiamo un organo Yin
e all’esterno un viscere Yang. Dal Legno, secon-
do la legge di generazione Sheng madre-figlio,
si genera il Fuoco, l’Estate, il colore è il Rosso,
a questo elemento corrispondono due coppie
di meridiani, Cuore-Piccolo Intestino e Maestro
del Cuore-Triplice Riscaldatore. Dal Fuoco si
genera la Terra, quella che i Cinesi chiamavano
anche la stagione di Mezzo, la quinta stagio-
ne, l’Umidità, il colore è il Giallo, la coppia di
meridiani Milza-Stomaco. Dalla Terra si estrae
il Metallo, siamo in Autunno, la Secchezza, il
colore è il Bianco, e i meridiani sono il Polmo-
ne-Grosso Intestino. Dal Metallo si raccoglie
per condensazione l’Acqua, l’Inverno, la sta-
gione del Freddo, il colore è il Nero, la coppia
di meridiani è il Rene e la Vescica.
Al ciclo di generazione Sheng madre-figlio de-
scritto, dobbiamo associare la legge di inibizio-
ne Ke nonno-nipote, rappresentato graficamen-
te come una stella a cinque punte, che controlla
la reciproca produzione dei Cinque Movimenti.
Dal corretto funzionamento di queste due leg-
gi la vita procede in modo armonico. Il Legno
domina la Terra perché la trattiene, la Terra do-
mina l’Acqua in quanto l’assorbe, l’Acqua do-
mina il Fuoco spegnendolo, il Fuoco domina il
Metallo fondendolo, il Metallo domina il Legno
tagliandolo.
Ad ogni elemento corrisponde anche un senti-
mento, un’emozione.
Le teoria dello Yin-Yang e dei Cique Movimenti
rappresentano un passaggio dove dai demoni,
come causa di malattia, si passa ad un’ottica
naturalistica della malattia stessa, dove l’equili-
brio è visto come motore del benessere dell’in-
dividuo e dove anche gli stili di vita giocano
un ruolo fondamentale per mantenere la salute.
Prima di tutto il clinico deve preservare questo
equilibrio, affinché la salute sia una condizione
che possa perdurare per tutta l’esistenza di una
persona.
Dott. Giovanni Di Luccio
Medico Agopuntore
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Breve ma veridica panoramica di un ortaggio polivalente
COL CAVOLO CHE GUARISCI!
Celebre nella cucina italiana e non solo, il cavolo è una verdura estremamente nu-triente e salutare, da considerarsi fondamentale per la nostra alimentazione, grazie alle sue numerose proprietà benefiche. All’interno della famiglia dei cavoli è possi-
bile identificare quello riccio, quelli nero e rosso, il cavolo verza, cappuccio, broccolo e i cavolfiori. Pianta tipicamente invernale, viene seminata nel periodo tra aprile e giugno. Originario dell’Europa e coltivato da oltre 4000 anni, questo ortaggio ha sempre ricoperto una grande importanza nelle diete alimentari.
Le foglie del cavolo e il succo che se ne ricava hanno una stupefacente efficacia in molte applicazioni, sia esterne sia interne. Depurando l’organismo, il cavolo partecipa all’elimina-zione dei residui e dei veleni che causano o mantengono uno stato di malessere, aiutando, in tal modo, la natura medicatrix.In generale, il cavolo mangiato crudo in insalata o sorbito come succo fresco, o cotto a stu-fato, possiede virtù incomparabili per la cura delle affezioni più svariate. In realtà, come per la maggioranza delle piante, della frutta e degli ortaggi, le virtù curative del cavolo sono state, di volta in volta, vantate, esagerate, dimenticate o denigrate. Eppure è facile trovare nella letteratura innumerevoli prove della sua azione, riconosciuta fin dall’antichità. Ippo-crate, Crisippo, Plinio, Galeno, Catone il vecchio ne hanno trattato abbondantemente (J. Valnet, Cura delle malattie con ortaggi, frutta e cereali, Firenze 1992).
Considerato una vera e propria panacea, per secoli il cavolo è stato usato dai Romani come purgante, depurativo, nonché nella preparazione di cataplasmi; non casualmente, i soldati se ne servivano per medicare le loro ferite. La ricchezza di zolfo, arsenico, calcio, fosforo, rame, iodio in esso contenuti può spiegare le sue virtù eupeptiche, remineralizzanti e rico-stituenti; mentre abbondante è la presenza di vitamine, quali A, B1 e B2: tramite quest’ul-tima, peraltro, il cavolo partecipa alla respirazione cellulare. È tuttavia grazie allo zolfo (responsabile dell’odore sgradevole del vegetale in cottura) che tale ortaggio contiene una azione disinfettante e tonificante nelle affezioni dell’apparato respiratorio, mentre grazie al magnesio, al potassio e al calcio può risultare un valido aiuto nel rafforzamento del sistema immunitario. La presenza della clorofilla può favorire la produzione di emoglobina e altresì
la diminuzione degli stati anemi-ci, anche se la cottura del cavolo va a distruggere questo elemento. Nondimeno, le sue proprietà an-tianemiche sono dovute anche al ferro in esso contenuto e al rame che interviene nella fissazione calcica normale, mentre grazie ai suoi protidi e i suoi glucidi è ener-getico e costruttore. È quindi facile comprendere come un alimento del genere costituisca spesso un ri-medio polivalente di rara efficacia (Ibidem).
Da quanto scritto si evince che, se si vuole conservare il potenzia-le contenuto nel cavolo, occorre limitare il più possibile le trasfor-mazioni che, per quanto minime, porteranno ugualmente a una di-minuzione delle sue proprietà ini-ziali. Per questo motivo il miglior modo per utilizzare il cavolo sarà quello di consumarlo crudo, ma-gari come antipasto, condito con un buon olio, sale marino, limo-ne o aceto di vino, prezzemolo e aglio. Oppure lo si potrà consu-mare sotto forma di succo estrat-to con la centrifuga elettrica: un bicchiere al giorno potrà garantire un miglioramento dello stato ge-nerale, un recupero della vitalità e una riduzione di disturbi intestinali e urinari. Una sola raccomanda-zione: sarà bene aggiungervi del succo di carota o qualche goccia di limone, visto il sapore poco gra-devole e non da tutti apprezzato!
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UNA TINTARELLA GRADUALE E DURATURA!Come preparare la pelle all'abbronzatura in modo naturale
I primi weekend soleggiati di maggio sono un’ottima occasione per trascorrere un po’ di tempo al mare, in spiaggia, per esporsi dopo i mesi invernali ai raggi del sole.Benché il desiderio di abbronzarsi rapidamente sia forte, è tuttavia necessario ricordare di non esporsi al sole senza protezione dal momento che i raggi solari invecchiano la pelle e possono causare eritemi e scottature. Come per quasi tutte le funzioni dell’organismo, anche nel caso di un’abbronzatura sana l’alimentazione è fondamentale: esistono, infatti, particolari sostanze contenute in alcuni alimenti che aiutano la nostra pelle a colorarsi in maniera più graduale e omogenea, nonché a sviluppare le opportune difese che proteggono da eritemi e scottature.Va da sé che, insieme all’alimentazione, è sempre opportuno proteggere la pelle in maniera adeguata!
Ma perché ci si abbronza? Inoltre, è possibile favorire l’abbronzatura in modo naturale? L’abbronzatura è un meccanismo fisiologico messo in atto dalla nostra pelle per proteggersi da un aumento di radiazioni. La melanina prodotta a seguito dell’esposizione solare si tra-sferisce agli strati più superficiali dell’epidermide, per tentare di “neutralizzare” gli effetti nocivi degli ultravioletti.La principale conseguenza di questo meccanismo, visibile all’esterno, è il cambiamento di colore della pelle, che si scurisce. L’intensità dell’abbronzatura può variare da persona a persona, in base al fototipo di appartenenza che sono stati classificati in sei tipologie; per tale motivo, al fine di una sana e piacevole abbronzatura è importante sapere a quale foto-tipo si appartiene.
È singolare notare come la percezione di un tempo sia oggigiorno ribaltata: infatti, mentre alla fine dell’Ottocento un incarnato color porcellana era sinonimo di nobiltà ed eleganza, di contro una pelle dorata dal sole era associata alle classi sociali (e ai lavori) più umili. Oggi, invece, i canoni estetici si sono del tutto ribaltati e un colorito abbronzato è considerato si-nonimo di vitalità e bellezza. E però, anche per quel che riguarda l’abbronzatura è sempre d’uopo evitare gli eccessi che possono avere effetti negativi sia per l’estetica, sia per la salute.
Sola
ri
Esistono tuttavia alcune regole per ottenere una piacevole abbronzatura, in grado di durare più a lungo sin dalle prime ore di sole. Così, per preparare la pelle, è consigliabile adottare almeno due mesi prima dell’esposizione, un’alimentazione ricca di betacarotene, sali mi-nerali e vitamine A, C ed E. Inoltre, per contrastare spellature e ottenere un’abbronzatura più luminosa, oltre a mantenere un buon livello di idratazione (consumando almeno due litri di acqua al giorno) è consigliabile fare ricorso a integratori specifici che garantiscano alte concentrazioni di nutritivi e vitamine e procedere a una graduale esposizione ai raggi solari. I prodotti più indicati per l’abbronzatura e per preparare la pelle al sole sono quelli che contengono erbe e nutritivi per contrastare lo stress ossidativo causato dai raggi UV, quali Semi d’uva, Tè verde, Acerola, Tagete, Rosa canina, Magnanese, Zinco, Rame, Sele-nio e Vitamine B2, C ed E; la presenza di Rame utile per favorire la pigmenta-zione, mentre l’azione sinergica di Zinco, Iodio e Biotina, favorisce il benessere della pelle.
Il meccanismo dell’abbronzatura…
Regole e rimedi naturali per un’abbronzatura sicura
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IL FASCINO INDISCRETO DELL’ABBRONZATURA…
Un problema importante in villeggiatura riguarda l’esposizione al sole; «l’abbronzatura era già apprezzata e conosciuta dagli antichi romani. Marziale, in un suo epigramma, saluta così un amico che parte per la villeggiatura: “Ristora, almeno per un’estate, il tuo povero collo. La tua pelle assetata si beva il sole a grandi sorsi. Sarai bellissimo, finché starai lonta-no. E quando tornerai i tuoi amici esangui non ti riconosceranno: ti invidieremo le tue gote abbronzate, noi, stirpe di pallidi. Ma Roma ti ruberà in un attimo quel colore che il viaggio ti ha donato: tornassi pure più nero di un etiope”» (M. Palleschi, Vivere bene, vivere a lungo. Regole e consigli per una sana longevità, Roma 1998). Il sole resta pur sempre un amico, ma da “frequentare” con moderazione.
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Tè verde, semi d’uva, acerola, rosa canina, tagete, zinco, manganese, rame, selenio e vitamine B2, C ed E contrasta-no lo stress ossidativo causato dai raggi UV. Zinco, iodio e vitamine A, B2, B3, C e biotina promuovono il benessere della pelle. Inoltre, il rame risulta utile per favorire la nor-male pigmentazione della cute.
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fare km per trovarli, ora per fortuna li trovo ovunque… grazie Dr. Giorgini».
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