Daniela Tondini dtondini@unite · SUMERI ED I BABILONESI Tavoletta sumerica risalente al periodo...

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Daniela Tondini Facoltà di Medicina Veterinaria C.L.M in Medicina Veterinaria Università degli Studi di Teramo [email protected] 1

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Daniela Tondini

Facoltà di Medicina Veterinaria

C.L.M in Medicina Veterinaria

Università degli Studi di Teramo

[email protected]

1

Certo, – dice Georges Ifrah, insigne esperto di

numerologia – per l’alto numero delle sue parti

ossee e delle articolazioni corrispondenti, per la

disposizione asimmetrica delle dita e la loro

relativa autonomia, infine, per il dialogo

permanente che essa intrattiene con il cervello, la

mano dell’uomo costituisce la più straordinaria

concentrazione naturale di risorse in questo

campo.

LA MANO:

ELEMENTO INDISPENSABILE

I nostri antichi antenati in un primo

tempo contavano soltanto fino a due.

Le dita di una mano furono usate per

indicare facilmente un insieme di due,

tre, quattro o cinque oggetti.

Il numero uno non fu, in una prima

fase, riconosciuto come vero “numero”.

LA MANO: IL PRIMO

STRUMENTO DI CALCOLO

Mano sinistra: unità e decine,

cioè da 1 a 99.

Mano destra: usata in maniera

simmetrica per registrare le

centinaia e le migliaia, in modo

che la posizione che indicava un

numero, ad esempio 35, nella

destra indicava altrettante

centinaia, quindi 3500.

LA MANO: IL PRIMO

STRUMENTO DI CALCOLO

Gli scavi archeologici hanno

portato alla luce molti

gettoni romani di osso o

avorio che portano una

doppia rappresentazione dei

numeri: su una faccia la

rappresentazione tramite le

mani e sull’altra il numerale

romano.

LA MANO: IL PRIMO

STRUMENTO DI CALCOLO

Un’altra tecnica, tutt’oggi

diffusa in India e nella Cina

meridionale, consisteva nel

contare per mezzo delle 14

falangi o delle 15 giunture

delle dita di ciascuna mano.

Il “grassello” del pollice

contava come giuntura.

LA MANO: IL PRIMO

STRUMENTO DI CALCOLO

I Cinesi estesero notevolmente le possibilità di

rappresentazione dei numeri tramite le mani,

considerando ciascuna giuntura delle dita suddivisa in

tre parti: sinistra, centro e destra. Introdussero, poi, a

livello soltanto strumentale, il principio posizionale nella

numerazione. Ogni dito, infatti, rappresentava un ordine

di unità. Nel sistema decimale, cominciando dalla mano

destra, il mignolo stava per le unità semplici, l’anulare

per le decine, il medio per le centinaia, ecc., proseguendo

la numerazione, con lo stesso criterio, nella mano

sinistra.

LA MANO: IL PRIMO

STRUMENTO DI CALCOLO

Le parti sinistra, centrale e destra delle tre

articolazioni delle dita rappresentavano le

unità semplici, per un totale di nove, come

vuole il sistema di numerazione decimale.

In conclusione, con una mano si arrivava a

rappresentare fino al numero 99.999 e con

entrambe le mani si poteva arrivare fino al

numero 9.999.999.999.

Con tale sistema, oltre che contare, si era in

grado di eseguire tutte le operazioni

aritmetiche fino allora conosciute.

LA MANO: IL PRIMO

STRUMENTO DI CALCOLO

DALLE MANI ALL’ABACO: I POPOLI ASIATICI

Ideogramma numerico cinese

Fin dai tempi antichi in Cina erano

utilizzate due tipi di notazione

numerica.

Il primo era formato da simboli distinti

per ciascuna delle cifre da 1 a 10 e da

ulteriori simboli per le potenze di 10.

Il secondo sistema, invece, era basato

sulla cosiddetta notazione a bastoncini.

L’INTRODUZIONE DELL’ABACO IN CINA

Un abaco cinese

L’etimologia della parola deriva

da un termine semitico abq

(polvere = tavoletta ricoperta di

sabbia dove venivano effettuati i

calcoli).

Le prime descrizioni del suan

phan (l’abaco cinese) risalgono

al XVI sec.

Suan phan

IL SUAN PHAN (ABACO CINESE)

Il suan phan era costituito da

cinque palline inferiori e due

superiori, disposte su ogni filo

di ferro e divise da un’asticella;

ogni pallina superiore, inoltre,

corrispondeva a cinque di

quelle inferiori.

LA MATEMATICA EVOLUTA IN CINA

Triangolo di Pascal

1 1 1 1 1 2 1 1 3 3 1 1 4 6 4 1 1 5 10 10 5 1 1 6 15 20 15 6 1 1 7 21 35 35 21 7 1 1 8 28 56 70 56 28 8 1 1 9 36 84 126 126 84 36 9 1 1 10 45 120 210 252 210 120 45 10 1

I matematici cinesi cercarono di calcolare con esattezza il valore di .

Conoscevano l’uso della

frazioni ed il cosiddeto

triangolo di Pascal.

Concepivano, inoltre, i

numeri negativi.

IL CALCOLO IN INDIA

La prima testimonianza delle

conoscenze matematiche presso il

popolo indiano risalgono al 476

c.ca, perché in tale anno nacque

l’autore del Sulvasutras (Regole

della corda), un compendio delle

regole matematiche conosciute in

quel periodo.

I SISTEMI DI NUMERAZIONE IN INDIA

Il primo sistema numerico

era formato da trattini

verticali disposti in

gruppo.

Nel III sec. entrò in uso la

scrittura Karosthi che

comprendeva dei simboli

rappresentanti le cifre 4,

10, 20, 100.

Un ulteriore evoluzione portò ai caratteri

Brahmi simili alla notazione alfabetica ionica.

I SISTEMI DI NUMERAZIONE IN INDIA

LA SCRITTURA NUMERICA ATTUALE IN INDIA

L’introduzione del concetto di posizione della

cifra consentì di ridurre le cifre numeriche a

soli nove simboli.

Altra invenzione fondamentale, anche se

incerta la sua vera origine (indiana, greca o

babilonese), fu quella dello zero.

L’EVOLUZIONE DELLA MATEMATICA IN INDIA

L’addizione e la moltiplicazione

venivano effettuate per mezzo

dell’iscrizione dei numeri in

alcune caselle, in modo molto

simile a quello da noi oggi

utilizzato.

Fu concepito, inoltre, il problema

della divisione di una cifra per

zero, avente come risultato una

quantità infinita.

L’EVOLUZIONE DEL CALCOLO PRESSO I MAYA:

IL CALENDARIO

Il 13 agosto 3114 a.C. segnò

l’inizio del calendario Maya.

Essi distinguevano quattro

calendari: lo Tzolkin, l’Haab, il

Conto Lungo ed il Calendario di

Venere.

TZOLKIN: IL CALENDARIO RELIGIOSO

Nello Tzolkin ogni giorno

è caratterizzato da un

numero, in una sequenza

di tredici (numero sacro

Maya), e da un nome, in

una sequenza di venti

nomi di dèi.

HAAB: IL CALENDARIO CIVILE E SOLARE

Giorni Maya Significato Mesi Maya Durata

Imix Acqua Pop 20 gg

Ik Aria Uo 20 gg

Akbal Notte Zip 20 gg

Kan Grano Zotz 20 gg

Chicchan Serpente Tzec 20 gg

Cimi Morte Xul 20 gg

Manik Cervo Yaxkin 20 gg

Lamat Coniglio Mol 20 gg

Muluc Pioggia Chen 20 gg

Oc Cane Yax 20 gg

Chuen Scimmia Zac 20 gg

Eb Ginestra Ceh 20 gg

Ben Canna Mac 20 gg

Ix Giaguaro Kankin 20 gg

Men Uccello Muan 20 gg

Cib Avvoltoio Pax 20 gg

Ceban Forza / Terra Kayab 20 gg

Eznab Selce Curmhu 20 gg

Cauac Tempesta Uayeb 5 gg

Ahau Signore

L’Haab era formato da 365

giorni: l’anno era suddiviso

in diciotto mesi di venti

giorni ciascuno, numerati da

0 a 19, ed aveva termine con

cinque giorni infausti, gli

uayet, in cui si credeva che i

morti si risvegliassero dal

sonno eterno per vendicarsi

dei torti subiti.

IL CONTO LUNGO: IL CALENDARIO SOLARE

Il terzo calendario, chiamato

Conto Lungo, iniziava dal 13

agosto 3114 a.C., e, costruito

secondo un originale sistema

a due ruote dentellate,

rappresentava l'integrazione

degli altri due calendari.

IL CALENDARIO DI VENERE: IL CALENDARIO ASTRONOMICO

Il Calendario di Venere, è inciso

su una grande pietra, un tempo

affissa alla Porta del Sole,

presso il lago Titicaca a 4000

metri d'altitudine.

Si tratta, sostanzialmente, del

calendario Haab, a cui sono

stati aggiunti alcuni caratteri

dello Tzolkin, oltre che scoperte

astronomiche fatte da tale

popolo (soprattutto quelle su

Venere).

IL SISTEMA DI NUMERAZIONE NEI MAYA

Il sistema numerico

Maya è basato sul

sistema vigesimale dei

calendari (20 unità).

Per scrivere una cifra

superiore a 19 si

metteva un puntino

(che valeva una

decina).

IL CALCOLO INCA

Gli antichi Inca utilizzavano

un sistema di numerazione a

base 40.

La rappresentazione dei

numeri avveniva attraverso

la giustapposizione di semi

all’interno di un abaco detto

yupana, utilizzato anche per

fare i calcoli.

YUPANA: L’ABACO INCA

Nessuno è stato fino ad ora in

grado di spiegare il significato

di queste tavolette geometriche

conosciute come yupana.

Differenti in dimensione e

forma, gli yupana sono stati

spesso interpretati come un

modello stilizzato di

rappresentazione simbolica.

IL SISTEMA NUMERICO INCA

Un sistema di calcolo Inca

era costituito dal khipu,

lacci annodati che sembra

contenessero un linguaggio

scritto nascosto, ottenuto

seguendo un codice binario

a sette cifre.

I khipu permettevano di

rappresentare dati numerici

ed altri tipi di informazioni.

LA MATEMATICA EGIZIANA

= 1

= 100

= 10

= 1.000

= 100.000

= 1.000.000

La decifrazione della scrittura

geroglifica egiziana è fondata

sul sistema decimale, additivo e

non posizionale.

LA MATEMATICA EGIZIANA

Attraverso la ripetizione dei simboli, gli

egiziani riuscivano a scrivere su papiro o su

pietra numeri superiori al milione.

Le informazioni ottenibili dalle pietre tombali

o dai calendari sono comunque limitate.

IL PAPIRO RHIND

Il papiro è stato scritto tra il 1849 e il 1801 a.C

È scritto non in caratteri

geroglifici ma in scrittura

ieratica (sacra).

Il principio additivo della

numerazione viene sostituito

con l’introduzione di simboli

speciali che rappresentano i

numeri da 1 a 9 ed i multipli

delle potenze di 10.

LA SCRITTURA PRESSO I SUMERI ED I BABILONESI

Tavoletta sumerica risalente al periodo della dinastia degli

Hammurabi (1800-1600 a.C.)

I Sumeri conoscono la

scrittura sessagesimale ed

eseguono calcoli su

tavolette.

Con due soli segni riescono

a costruire tutti i numeri:

“1” e “10” rappresentati

con T e <.

LA NOTAZIONE POSIZIONALE: I BABILONESI

Tavoletta Plimton 322, il più vecchio trattato sui

numeri esistente: riporta risposte ad un problema

che contiene terne pitagoriche, numeri a, b, c

con a2+b2 = c2

Ai Babilonesi si deve l’invenzione della notazione posizionale: il valore di ciascuna cifra, cioè, dipende dalla sua posizione nella scrittura complessiva del numero.

L’INDIVIDUAZIONE DELLO ZERO: I BABILONESI

È all’astronomo babilonese Naburian che va attribuita l’invenzione dello zero, anche se, in realtà, tale numero fu utilizzato solo un millennio più tardi per merito del matematico Aryabhata.

IL CALCOLO NELLE CIVILTÀ CLASSICHE

Lo sviluppo della matematica presso gli antichi Greci si è avuto con l’apertura dei rapporti con l’Egitto e la Babilonia.

La matematica assunse da subito una fisionomia originale.

IL CALCOLO NELLE CIVILTÀ CLASSICHE

Si può far risalire l’origine della matematica Greca al VI sec. a.C. con Talete e Pitagora.

Dal 600 a.C., poi, la matematica ha ottenuto un nuovo impulso con gli insediamenti sul Mar Nero e sul Mediterraneo.

IL CALCOLO NELLE CIVILTÀ CLASSICHE

I sistemi di calcolo Greco e Romano a confronto

I Pitagorici consideravano l’aritmetica una branca della filosofia di cui però si servirono per unificare tutti gli aspetti del mondo circostante.

IL SISTEMA DI NUMERAZIONE GRECO

Tavoletta Salamis

In Grecia (soprattutto nella zona Ionica) si affermò un sistema di numerazione basato su 27 segni prestati dall’alfabeto Greco corrente.

IL PLANETARIO DI ANDIKITHIRA

Complesso planetario, mosso da vari ingranaggi a

ruote dentate

Il più antico calcolatore ad

ingranaggi, noto con il nome

di macchina di Andikithira e

risalente all’87 a.C., serviva

per calcolare il sorgere del

sole, le fasi lunari, i movimenti

dei cinque pianeti allora

conosciuti, gli equinozi, i mesi

ed i giorni della settimana.

IL SISTEMA NUMERICO ROMANO

La numerazione romana riprese le lettere per indicare i numeri.

All’inizio i numeri venivano rappresentati per terra o sulla sabbia; successivamente su tavolette ricoperte di sabbia ed infine la sabbia fu sostituita dalla cera e le lettere furono incise con un ferro chiamato stilo.

IL CALCOLO PRESSO I ROMANI

L’abaco romano

Per fare i calcoli i Romani utilizzavano dei sassolini, i cosiddetti calculi, che venivano infilati nelle scanalature di un abaco.

I VARI SISTEMI DI

NUMERAZIONE

Tavola riassuntiva dei sistemi di numerazione dalle popolazioni precolombiane alle civiltà classiche