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METODOLOGIA MEDICO SCIENTIFICA:
MEDICINA LEGALE modulo di Medicina Generale
Roma 22 Maggio 2014 - Aula A Clinica Ostetrica -Medico di Medicina Generale: Giuseppe Donato
IL SSN. La medicina territoriale.
MEDICO nel Territorio
La Costituzione della Repubblica Italiana sancisce esplicitamente "il diritto alla salute" per tutti i cittadini.
In applicazione del dettato costituzionale nasce poi il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nel 1978 con la legge 833.
Art. 32 della Costituzione italiana del 1948. "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".
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MEDICO nel Territorio
Obiettivo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nato nel 1978 con la legge 833 è quello di
“promuovere, mantenere e recuperare la salute fisica e psichica di tutte le PERSONE”
Salute non identifica più semplicemente la cura delle malattie ma, prima ancora, la promozione del benessere e lo sviluppo della capacità personali, tenendo conto delle differenti condizioni di ciascuno. È una autentica rivoluzione che incide sui modelli di organizzazione sanitaria spostando l’attenzione dalla fase acuta alla prevenzione primaria e secondaria, alla promozione di corretti stili di vita, ai rapporti tra salute, sicurezza, ambiente di vita e di lavoro.
“È nel territorio che si sviluppano i servizi sociosanitari rivolti alla prevenzione, alla diagnostica precoce, alle cure primarie, all’assistenza domiciliare”
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Libro Bianco sul futuro del modello sociale ;
approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 maggio 2009
MEDICO nel Territorio
Dichiarazione di Alma Ata sull'assistenza sanitaria primaria (6-12 settembre 1978)
Punto 6) ….. L'assistenza sanitaria primaria è una parte integrante sia del sistema sanitario di un paese, del quale rappresenta la funzione centrale e il punto principale, sia del completo sviluppo sociale ed economico della comunità. Essa rappresenta la prima occasione di contatto degli individui, della famiglia e della comunità con il sistema sanitario nazionale, portando l'assistenza sanitaria il più vicino possibile ai luoghi di vita e di lavoro, e costituisce il primo elemento di un processo continuo di assistenza sanitaria.
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il Sistema Sanitario Nazionale
Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) è un sistema di strutture e servizi che hanno lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’art.32 della Costituzione.
Il Servizio sanitario nazionale:http://www.salute.gov.it/portale/salute
il Sistema Sanitario Nazionale I Livelli essenziali di assistenza (Lea) sono costituiti
dall’insieme delle attività, dei servizi e delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza.
Fino a quando i Lea rimarranno alla base del nostro sistema sanitario, nessuno potrà essere escluso dalle cure perché troppo anziano o bisognoso di prestazioni troppo costose, perché dedito a comportamenti nocivi alla salute, troppo povero o, paradossalmente, troppo ricco: un reddito elevato può, al limite, giustificare la corresponsione di un ticket, ma non l’esclusione dal diritto all’assistenza.
il Sistema Sanitario Nazionale Oltre all’art. 32 della Costituzione (La Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti), è la legge di istituzione del Ssn del 1978 a introdurre per la prima volta il concetto di “livelli di prestazioni sanitarie che devono essere garantiti a tutti i cittadini”, concetto ribadito e rafforzato nelle successive riforme.
I Lea sono stati definiti a livello nazionale con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, entrato in vigore nel 2002. La riforma del titolo V della Costituzione ha poi previsto per le Regioni la possibilità di utilizzare risorse proprie per garantire servizi e prestazioni aggiuntive (ma mai inferiori) a quelle incluse nei Lea. Questo comporta che i Lea possano essere diversi da Regione a regione (fermo restando che quelli definiti a livello nazionale vengono garantiti in tutto il territorio italiano).
il Sistema Sanitario Nazionale Il cittadino contribuisce alla spesa sanitaria, attraverso la fiscalità
generale, in proporzione al proprio reddito e, laddove non abbia diritto ad una esenzione, attraverso il pagamento di uno specifico ticket per alcune prestazioni comprese nei Livelli essenziali di assistenza (Lea).
Il ticket, introdotto nel 1982, oltre a rappresentare un ulteriore finanziamento dell’assistenza sanitaria a livello territoriale, serve anche a limitare l’inappropriatezza, vale a dire il ricorso a prestazioni sanitarie non necessarie.
Attualmente i ticket riguardano: • le prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali e analisi di
laboratorio) • le prestazioni di pronto soccorso • le cure termali • le prestazioni farmaceutiche, solo nelle Regioni che hanno
autonomamente deciso di introdurli.
il Sistema Sanitario Nazionale
Al cittadino può essere riconosciuto il diritto all’esenzione dal ticket sulla base di particolari situazioni di reddito associate all’età o alla condizione sociale, in presenza di determinate patologie (croniche o rare) o del riconoscimento dello stato di invalidità e in altri casi particolari (gravidanza, diagnosi precoce di alcuni tumori, accertamento dell’HIV).
il Sistema Sanitario Nazionale La legge statale determina annualmente il fabbisogno sanitario, ossia il
livello complessivo delle risorse del Servizio sanitario nazionale (SSN) al cui finanziamento concorre lo Stato. Tale fabbisogno nella sua componente “indistinta” (c’è poi una quota “vincolata” al perseguimento di determinati obiettivi sanitari).
La composizione del finanziamento del SSN è evidenziata nei cosiddetti "riparti" (assegnazione del fabbisogno alle singole Regioni ed individuazione delle fonti di finanziamento) proposti dal Ministero della Salute su i quali si raggiunge un'intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni e che sono poi recepiti con propria delibera dal Comitato interministeriale per la programmazione economica - CIPE.
Le Regioni assegnano, in base a diversi parametri, le risorse finanziarie alle aziende, che le impiegano per garantire ai cittadini l’erogazione delle prestazioni di loro competenza previste dal Livelli essenziali di assistenza.
MEDICO nel Territorio
Dopo la 2° Guerra Mondiale tre figure mediche sono presenti sul territorio:
1) Medico condotto (Modello sanitario esteso a tutta la Italia unificata Legge Crispi – Pagliani 1888): ricco di storia e fama considerato a ragione il progenitore moderno del MMG
2) Medico di Famiglia: benestante, nuova cellula sociale della nascente borghesia
3) Medico della Mutua: rivolto a dispensare farmaci e più orientato al guadagno che alla cura e alla scienza
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Medico della Mutua …
… “armato di penna e ricettario: sempre più medico degli italiani”, unico a gestire relazioni con specialisti ed Informatori Farmaceutici
Contrapposto a: Medico di Famiglia e/o Condotto: libero professionista con maggiore spinta etica
Medico Ospedaliero: più colto e più vicino al progresso scientifico
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n. MMG Assistibili per MMG
n. PLS Assistibili per PLS
POPOLAZIONE (al 2011)
LAZIO 4.824 969
767 965 5.728.688
ITALIA 46.209 1.059
7.695 1.080 60.034.251
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Oltre l‟80% del solo personale dei ruoli sanitari, è costituito da dirigenti medici ed
infermieri (circa 112.000 medici e 276.000 infermieri per un totale di 388.000
dipendenti). PIANO SANITARIO NAZIONALE 2011-2013
MEDICO nel Territorio
Tra le più importanti innovazioni presenti con la
istituzione del SSN figurano:
• il potenziamento dei servizi sanitari assistenziali di primo livello con la creazione del Distretto sanitario di base;
• la istituzione delle USL (Unità Sanitarie Locali) a cui veniva concretamente affidata la gestione dell’assistenza sanitaria;
• il coinvolgimento dei cittadini nella gestione delle USL affidando a organi elettivi (cioè a funzionari politici) il governo delle stesse.
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MEDICO nel Territorio
C’è stata, però, il ritardo di una vera cultura della programmazione (il primo piano sanitario nazionale che sarebbe dovuto già essere approvato nel 1979 venne emanato solo nel 1993);
Attuale Piano 2011-13
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Piano Sanitario Nazionale Il PSN rappresenta lo strumento di definizione delle macro
linee d’indirizzo della programmazione sanitaria. Esso, pertanto, costituisce: • una cornice di sintesi all’ interno della quale vanno
ricondotti i diversi Accordi, piani e programmi, con evidenza degli elementi di coordinamento, integrazione e sinergia tra di essi. Le macro linee d‟indirizzo definite dal PSN, e frutto del processo di concertazione con le Regioni, trovano declinazione operativa nelle attività, nei documenti e negli accordi prodotti dai tavoli tecnici e dalle commissioni;
• l’elemento di garanzia dell’uniforme applicazione degli obiettivi e dei LEA a livello nazionale nella salvaguardia delle specificità territoriali, in rispondenza alle analisi dei bisogni di ciascun contesto locale.
Piano Sanitario Nazionale
il PSN pone come macro obiettivo del Servizio sanitario nazionale non solo quello della promozione “della salute dei cittadini”,
bensì quello della promozione del “benessere e della salute dei cittadini e delle comunità ” nella consapevolezza che “la vera ricchezza del sistema sanitario è la salute dei cittadini”
Piano Sanitario Nazionale Con la modifica al Titolo V della Costituzione, la quale ha
posto in capo allo Stato la garanzia dei Livelli essenziali di assistenza
e alle Regioni la responsabilità della loro effettiva applicazione
nel proprio territorio, vede, nella fase contemporanea, l‟attuazione delle
disposizioni in materia di federalismo fiscale contenute nell‟articolo 119 della Costituzione, in conformità a quanto sancito dal Patto di Stabilità tra Stato e Regioni.
La modifica del quadro costituzionale ha inoltre generato significativi cambiamenti del sistema di governance, sempre più orientato verso un approccio di concertazione tra Stato e Regioni che si concretizza principalmente attraverso l’utilizzo dello strumento "pattizio".
L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali È un ente con personalità giuridica di diritto pubblico che
svolge un ruolo di collegamento e di supporto decisionale per il Ministero della Salute e le Regioni sulle strategie di sviluppo del Servizio sanitario nazionale.
L’Agenzia svolge la sua attività in stretta collaborazione con il Ministero della Salute e con le Regioni sulla base degli indirizzi della Conferenza Stato-Regioni Unificata che, con delibera del 20 settembre 2007, ha indicato come obiettivo prioritario e qualificante dell’attività dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali il supporto tecnico-operativo alle politiche di governo condivise tra Stato e Regioni per lo sviluppo e la qualificazione del Servizio sanitario nazionale.
L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali le attività dell’Agenzia sono così articolate: 1. Valutazione di efficacia dei livelli essenziali di
assistenza; 2. Rilevazione e analisi dei costi; 3. Formulazione di proposte per l’organizzazione dei
servizi sanitari; 4. Analisi delle innovazioni di sistema, della qualità e dei
costi dell’assistenza; 5. Sviluppo e diffusione di sistemi per la sicurezza delle
cure; 6. Monitoraggio dei tempi di attesa; 7. Gestione delle procedure per l’educazione continua in
medicina.
La Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (SISAC) rappresenta la delegazione di parte pubblica per il rinnovo degli accordi riguardanti il personale sanitario a rapporto convenzionale.
Istituita con la legge 27 dicembre 2002, n. 289 (art. 52, comma 27), è costituita da rappresentanti regionali nominati dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano.
La SISAC, a seguito di specifico atto di indirizzo disposto dal Comitato di Settore della Sanità, svolge il ruolo di rappresentante negoziale delle Regioni e delle Province Autonome per i rinnovi degli accordi collettivi nazionali (ACN) della
• Medicina Generale, della
• Medicina Specialistica Ambulatoriale,
• Veterinaria ed altre Professionalità, della
• Pediatria di Libera Scelta e delle
• Farmacie Pubbliche e Private.
MEDICO nel Territorio
d.lgs 502/92 e 517/93: la seconda riforma sanitaria.
• viene proposto il principio della aziendalizzazione con la istituzione delle Aziende Sanitarie (Aziende USL e Aziende ospedaliere) dotate di personalità giuridica pubblica, di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica;
• viene ridotto il numero delle USL che da 600 passa a 200;
• viene istituita la figura del Direttore Sanitario aziendale e del Direttore Amministrativo, nominati direttamente dal DIRETTORE GENERALE;
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MEDICO nel Territorio
d.lgs 229/99: la terza riforma sanitaria.
• viene confermata l’importanza del SSN come strumento attraverso cui espletare il compito costituzionale di tutela della salute,
• viene completato il processo di aziendalizzazione e regionalizzazione del sistema e delle strutture sanitarie;
• viene introdotto il concetto di esclusione dai livelli di assistenza erogati a carico del SSN delle prestazioni sanitarie che non soddisfano il principio dell'efficacia e dell'appropriatezza, ovvero la cui efficacia non è dimostrabile in base alle evidenze scientifiche disponibili.
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MEDICO nel Territorio
Il primo Piano Socio Assistenziale della Regione Lazio, è stato approvato con D.G.R. n. 591 del 1/12/1999. Il Piano Socio Assistenziale Regionale, coordinato con quello sanitario, è lo strumento di programmazione e pianificazione attraverso cui la Regione determina i criteri di programmazione degli interventi e dei servizi socio-assistenziali.
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MEDICO nel Territorio
Primo piano sanitario regionale Lazio 1999-2001.
Piano sanitario regionale attuale 2010-2012.
• Al Distretto Sanitario è conferito l’incarico di gestire il reale decentramento delle attività sanitarie a livello territoriale, essendo concepito come centro di coordinamento tra la richiesta di salute del cittadino e la struttura che eroga il servizio.
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MEDICO nel Territorio
Primo piano sanitario regionale Lazio 1999-2001. Piano sanitario regionale attuale 2010-2012.
DISTRETTO: gestisce le seguenti attività: prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e medicina legale nell’ambito dell’assistenza sanitaria di base e specialistica territoriale, sia mediante erogazione diretta, sia organizzando l’accesso ad altre strutture della Azienda USL; svolge altresì attività socio-assistenziali, eventualmente gestite dall’Azienda USL per conto degli Enti Locali, assicurandone l’integrazione con le attività sanitarie.
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MEDICO nel Territorio
Numero USL 1992
Numero ASL (2009)
Numero distretti (2009)
Popolazione media distretti (2009)
Superficie di competenza del Distretto per Regione (Valori percentuali) < 140 Km2 (2009)
Lazio 51 12 55 102.304 33,3 %
Italia 659 145 711 84.452 25,0 %
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8° Supplemento al numero 27 2011 di Monitor
Trimestrale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali
LA RETE DEI DISTRETTI SANITARI IN ITALIA-
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COLLEGIO di DIREZIONE 1. Dir Gen., 2. Dir San., 3. Dir Ammin., 4. direttori di Distretto della
ASL, 5. direttori dei Dipartimenti
ASL
CONSIGLIO dei SANITARI (elettivo) 1. UN MMG 2. UN PLS 3. Altre
rappresentanze
COMITATI AZIENDALI (elettivi) 1. per MMG 2 MMG + 2 Dir Distretto + dir Gen + segretario
1. per PLS 2 PLS ++ 2 Dir Distretto + dir Gen + segretario
DISTRETTI
ASL
DIREZIONE GENERALE
Direzione SANITARIA
Direzione AMMINISTRATIVA
OSPEDALI Aziendali
TERRITORIO (Dipartimenti)
COMITATO ETICO , CAR
DIRETTORE Distretto
Unità Operative Semplici (UOS)
Medicina di BASE (MMG, PLS,
CA, Esenzioni Ticket)
ASSISTENZA DOMICILIARE
(CAD)
MED LEGALE e PROTESICA
MED SPECIALISTICA Ambulatoriale
SERT
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CAPD (Commissione Appropriatezza Prescrittiva Distrettuale)
UFFICIO di COORDINAMENTO delle ATTIVITA’ DISTRETTUALI
ASL
TERRITORIO
DIPARTIMENTI
UOS
SALUTE MENTALE
MATERNO INFANTILE (TSMREE –
ex UTR-, CONSULTORI, Med SCOLASTICA)
SERVIZI alla PERSONA (vaccini)
POLITICHE del
FARMACO
PREVEN-
ZIONE
FORMAZIONE (dipendenti e
convenzionati)
Sistemi informatici e
qualità
URP (Ufficio Relazioni Pubblico)
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SIAN (alimenti)
SISP (Mal. infettive)
SPRESAL (sicurezza
lavoro)
VETERINARIA
40
PREVENZIONE
5%
DISTRETTO
51%
Medicina di base 7%
Farmaceutica 13,57%
Specialistica ambulatoriale 13,3%
Assistenza Territoriale 17,3%
OSPEDALE
44%
La Medicina Generale è ben definita da 6 caratteristiche distintive:
1. è “generale”, perché si rivolge ad un’ampia serie di problemi di salute e a tutta la popolazione senza distinzione di età, sesso o altro
2. è “di primo contatto”, perché è un servizio disponibile sempre e a breve distanza dal paziente
3. è “orientata al contesto”, perché considera la persona nel suo insieme e nelle sue circostanze di vita e di rete sociale
4. è “continuativa”, perché copre longitudinalmente i bisogni di salute del paziente
5. è “comprensiva”, perché comprende l’assistenza curativa, riabilitativa e di sostegno al paziente così come comprende la prevenzione e la promozione della salute
6. è “di coordinamento”, perché, quando necessario, invia il paziente ad altri professionisti ed istituzioni sanitarie in un’ottica, almeno a livello teorico, di collaborazione e lavoro d’équipe
NIVEL (Netherlands Institute for Health Services Research)
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(modificata da V. Harth, J.G. Dagnelie e coll., 1968)
Medico di
Famiglia
Medico
Specialista
Medico
internista
Numero nozioni
Numero argomenti
concepimento nascita morte
Abitudini
di vita
1° evento
clinico
Presenza
fattori
di RISCHIO
Presenza
di
DISABILITA’
•Riduzione del rischio
•Identificazione precoce
•Ottimizzazione del trattamento iniziale
•Ottimizzazione del trattamento
iniziale e cronico,
•Ottimizzazione trattamento inabilità
Fattori
genetici
Quale medico nel territorio?
La medicina territoriale comprende attualmente quattro settori :
1. assistenza primaria (MdF)
2. continuità assistenziale
3. medicina dei servizi
4. emergenza sanitaria territoriale
Quale medico nel territorio?
Medicina Medico di Famiglia
Medico di Continuità
Assistenziale (Guardia Medica)
Medico dei
Servizi
Emergenza Territoriale
Pediatria
Pediatra
di
Famiglia
Specialistica
Specialista
Ambulatoriale
Specialista
Dipendente -
Ospedaliero
Modalità Lavoro Medicina Generale
Cooperative
UTAP, Casa Della Salute, UMG
AFT, UCCP
Med di RETE, Med
associazione, Med Gruppo,
UCP
MMG
Modalità Lavoro Medicina Generale
• gli studi sono ditribuiti sul territorio del distretto e non sono vincolati a sede unica
• collegamento reciproco degli studi dei medici con i sistemi informatici tali da consentire l'accesso alle informazioni relative agli assistiti dei componenti dell'associazione
Medicina di RETE
• sede unica del gruppo articolata in più studi medici.
• utilizzo, per l’attività assistenziale, di supporti tecnologici e strumentali comuni
• numero di medici non inferiore a 3 e non superiore a 8.
Medicina di Gruppo
• gli studi sono distribuiti sul territorio del distretto e non sono vincolati a sede unica
• associati da un minimo di 3 a un massimo di 10 (tranne casi particolari)
Medina in Associazione
Modalità Lavoro Medicina Generaled
• forme organizzative monoprofessionali (solo MMG o PLS)
• condividono, in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi,
AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali)
• forme organizzative multiprofessionali,
• erogano prestazioni assistenziali tramite il coordinamento e l'integrazione dei professionisti delle cure primarie e del sociale a rilevanza sanitaria
UCCP (unita' complesse di
cure primarie)
Previste nella Legge 189/2012, legge Balduzzi
Modalità Lavoro Medicina Generale
• organizzazione basata su forme aggregate di professionisti del territorio, che lavorano insieme per la salute della comunità e delle persone, collaborando con specialisti territoriali in uniche strutture fisiche
UTAP (Unità
Territoriali di
Assistenza
Primaria)
• unità organizzativa elementare a cui afferiscono i medici dell’area della medicina generale per concorrere alla realizzazione di obiettivi comuni di Assistenza Primaria
• la UMG è composta indicativamente da 15 a 25 MMG (a seconda del contesto oro-geografico e della programmazione regionale e aziendale)
• la UMG assiste la popolazione individuata dall’insieme di iscritti alle liste dei MMG che la compongono (quindi da 15 a 25.000 cittadini)
UMG (Unità di Medicina Generale)
• articolazione del Distretto sanitario, è un luogo fisico immediatamente riconoscibile dai cittadini, in grado di erogare l’assistenza primaria
• Possibili moduli aggiuntivi (pediatrico, degenza)
• operano medici del distretto, medici di medicina generale, medici specialisti territoriali e ospedalieri (che garantiscono anche le attività di diagnostica strumentale), psicologi, infermieri oltre ad operatori dedicati alle attività di accoglienza (PUA, CUP ecc.) e ad altre figure professionali in relazione alle specificità dei singoli territori
Casa Della
Salute*
* LAZIO: Decreto del Commissario ad Acta 14 febbraio 2014, n. U00040, BUR n.16 25/02/14
Modalità Lavoro Medicina Generale
• Cooperative nel settore della Medicina, con una diversità di vocazione, oggetto sociale, attività ed articolazione organizzativa che rispondono al diverso scopo per le quali sono state costituite, in funzione dei diversi modelli regionali e, a volte, provinciali di assistenza sanitaria.
• La maggior parte delle Cooperative mediche ha scopi di mutualità organizzativa all’interno della stessa medicina generale, mentre in altri casi prevale la “mission” di fornire dei servizi al cittadino.
Cooperative Mediche
• producono per le Cooperative aderenti ai Consorzi regionali (e quindi per i loro soci) servizi di varia natura : info-telematici, organizzativi, di acquisto beni e strumenti, servizi consulenziali su temi fiscali, giuridici etc; utili all’acquisizione in forma mutualistica dei fattori di produzione necessari all‘esercizio della professione medica che resta una professione individuale.
Consorzi di Cooperative
Mediche
L’associazionismo dei MMG in Italia …
MMG associati
MMG non associati
Gruppi ad
elevata
operatività
Gruppi a
bassa
operatività
• L’80% circa (36.800)
dei MMG risulta in
associazione
(semplice o
complessa)
• Il totale stimato di
gruppi di MMG
(semplici e
complessi) è oltre le
3.000 unità
• Di tali gruppi il 45%
circa (1.400) ha
un’operatività elevata
36.800
9.200
46.000 3.100
1.400
1.700
Fonte: analisi HBI su interviste, accordi integrativi e benchmarking 2012 , Dr Giorgio Carlo Monti – SIMG -
Diffusione e operatività dell’associazionismo MMG in Italia*
Totale MMG
Totale Associazioni operanti
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Malattie croniche gravi: diabete; infarto del
miocardio; angina pectoris; altre malattie del cuore;
ictus, emorragia.cerebrale; bronchite cronica,
enfisema; cirrosi epatica; tumore maligno (inclusi
linfoma/leucemia); parkinsonismo; Alzheimer,
demenze senili
ISTAT 2005: Una persona è definita “disabile” se presenta gravi difficoltà in almeno
una delle seguenti dimensioni: confinamento a letto, su una sedia o in casa; difficoltà
di movimento, difficoltà nelle funzioni quotidiane, difficoltà nella comunicazione (vista,
udito e parola) - classificazione OMS (ICIDH - International Classification of
Impairment, Desease, Disability and Handicap -1980).
ospe
dale
APPROCCIO AL «PAZIENTE» ANZIANO e/o CRONICO
Domic
ilio
Appare
Curato
Dimesso
Scompare
Riappare
Gira
PAZIENTE e ASSISTENZA
RADAR
Dr.ssa Silvia Cossa, ass sociale Campus Biomedico Roma
OMS E L’ACCESSO ALLE CURE Non si tratta più del semplice accesso al farmaco e alla terapia, ma di riuscire
a dare una risposta assistenziale integrata e completa che permetta al malato di affrontare il proprio percorso diagnostico, terapeutico e
assistenziale
nel modo più semplice possibile.
NON SI TRATTA PIU’ DI CURARE IL «MALATO» ANZIANO MA DI PRENDERE IN
CARICO IL SOGGETTO ANZIANO «MALATO»
APPROCCIO AL «PAZIENTE» ANZIANO
• Solo il 27% dei pazienti ipertesi è trattato appropriatamente;
• Il 55% dei pazienti diabetici ha livelli di emoglobina A1c al di sopra del 7,0%;
• Solo il 14% dei pazienti con malattie coronariche raggiunge livelli di colesterolo LDL raccomandati dagli standard internazionali;
• Solo la metà dei fumatori riceve dal proprio medico di famiglia consigli su come smettere di fumare.
Infermiere e
Assistente domiciliare
Medico, Infermiere e
Assistente domiciliare
Medico, Infermiere,
Assistente domiciliare,
Consulenze specia-
listiche e rete
territoriale
Autocontrollo: basso rischio
Gestione malattia: medio rischio
Gestione del caso:
alto rischio
Cure
palliative
MALATTIE CRONICHE
Chronic Care Model
Il paradigma assistenziale applicato alle malattie acute che è quello della “attesa”, cioè aspettare che un evento avvenga per poter intervenire e cercare di risolverlo, non è adatto alla gestione delle malattie croniche che diventerebbero un insieme di episodi acuti denunciati dal paziente . Il modello propone una serie di cambiamenti a livello dei sistemi sanitari utili a favorire il miglioramento della condizione dei malati cronici e suggerisce un approccio “proattivo” tra il personale sanitario e i pazienti stessi, con questi ultimi che diventano parte integrante del processo assistenziale
Chronic Care Model
Esso è basato sul principio che nello sviluppo di una buona assistenza per pazienti cronici è importante agire su sei fondamentali elementi interdipendenti e costruiti l’uno sull’altro : 1. Le risorse della comunità. : gruppi di volontariato, gruppi di auto aiuto, centri per anziani autogestiti. 2. Le organizzazioni sanitarie. 3. Il supporto all’auto-cura. 4. L’organizzazione del team. 5. Il supporto alle decisioni: adozione di linee-guida basate sull’evidenza e protocolli 6. I sistemi informativi.
Chronic Care Model
martedì 11 marzo
Arriva all’esame della Conferenza Stato Regioni di giovedì, lo schema di
Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri sul Fascicolo sanitario
elettronico. Il primo dei decreti attuativi che dovranno dare piena attuazione
alle misure urgenti per la crescita del Paese.
Il provvedimento stabilisce che il Fse dovrà contenere dei dati comuni in tutte le
Regioni (ossia, oltre ai dati identificativi dell’assistito, referti, verbali di pronto
soccorso, lettere di dimissione, dossier farmaceutico, consenso o diniego alla
donazione di organi) e altri dati integrativi la cui alimentazione è invece lasciata
alle scelte regionali (ad esempio: prescrizioni specialistiche e farmaceutiche,
prenotazioni specialistiche e di ricovero, cartelle cliniche, Adi, erogazioni di
farmaci, vaccinazioni, certificati medici, esenzioni ecc).
Il Fse conterrà inoltre un “taccuino personale dell’Assistito” all’interno del quale
ogni cittadino potrà inserire autonomamente dati e documenti personali sui
propri percorsi di cura. Cure che possono essere effettuate anche in strutture
private.
Fonte: Quotidiano Sanità
Fascicolo sanitario elettronico.
DEFINIZIONE Fragilità SIGG-SIMI
Soggetti in età avanzata o molto avanzata, cronicamente affetti da patologie multiple, con stato di salute instabile, frequentemente disabili, in cui gli effetti dell’invecchiamento e delle malattie sono spesso complicati da problematiche di tipo socio-economico
FRAGILITA’ CLINICA
Sindrome multifattoriale, determinata da una riduzione della fisiologica riserva funzionale e della capacità di resistere a eventi stressanti ambientali. Comporta un aumento di eventi clinici avversi.
Risposte assistenziali alla Fragilità
Assistenza Domiciliare
Integrata
Assistenza "Integrata", ad indicare che dietro ad ogni assistito vi è una peculiare e complessa organizzazione, un "lavoro di rete" che coordina ed integra le varie figure professionali (medici, infermieri professionali , terapisti della riabilitazione, operatori sociali), mantenendo i rapporti con gli specialisti, i day hospital, organizzando e prenotando esami o consulenze, procurando e fornendo i materiali e gli ausili necessari per l'assistenza al domicilio, secondo le necessità rilevate.
Assistenza
Domiciliare
Programmata
Assistenza svolta per assicurare la presenza periodica (settimanale, quindicinale, mensile) del medico di medicina generale al domicilio dello assistito non ambulante/facilmente trasportabile presso il proprio ambulatorio per: monitoraggio dello stato di salute in condizioni di fragilità.
Residenza Sanitaria
Assistita
Struttura extra-ospedaliera per anziani disabili, prevalentemente non autosufficienti, non assistibili a domicilio, bisognosi di trattamenti continui e persistenti, atta a fornire ac-coglienza ed erogazione di prestazioni: sanitarie, assistenziali, di recupero funzionale /sociale
Unità
Valutative Alzheimer
Centri specialistici diretti da un geriatria o un neurologo o uno psichiatra, che hanno il compito di diagnosticare e valutare la gravità della malattia, di stabilire la terapia appropriata, di attivare una serie di iniziative per il sostegno alle famiglie e di assicurare gratuitamente l'erogazione di farmaci e servizi dedicati.
Punto Unico di Ascolto
Integrato tra Comune e Asl garantisce, in particolare, la continuità e la tempestività delle cure alle persone con problemi sociosanitari complessi, cui devono essere fornite risposte multiple di tipo sanitario o sociosanitario.
Servizi
Sociali
Comunali
“La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuove interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, previene, elimina o riduce le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione.” Legge 8 novembre 2000, n. 328
Doing
things
cheaper
Doing
things
right
Doing
the right
things
Doing
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better
Doing
the right
things right
The evolution of health care
Quality
of
Health
Care
Sicurezza
Equità Parteci-
pazione
utenti
Appro-
priatezza
Efficienza
Efficacia
Cartabellotta A, Cellini M. Sole 24 Ore Sanità & Management Dicembre 2001 71