Il Sommelier Veneto - n.4 2013

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Anno 15 - Numero 4 - Dicembre 2013 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane S.p.A./Sped.A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - art.1 comma1 - NE/TV - Contiene I.P. - Prezzo di copertina 2,5 04/13 veneto Periodico informativo dell’Associazione Italiana Sommelier del Veneto www.aisveneto.it Il racconto dei sommelier veneti e di scuola veneta che hanno cercato e trovato fortuna all’estero. Ovvero, come essere internazionali e professionali rimanendo legati, nel cuore, alla propria terra A Longarone premi e degustazioni targate Ais SAPORI ITALIANI Appuntamento ad Auronzo il 31 gennaio e 1° febbraio COPPA SCI FORMAZIONE Tutti i corsi del prossimo semestre Sommelier globali

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Quarto numero della rivista ufficiale dell'Associazione italiana sommelier del Veneto.

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Anno 15 - Numero 4 - Dicembre 2013 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane S.p.A./Sped.A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) - art.1 comma1 - NE/TV - Contiene I.P. - Prezzo di copertina 2,5

04/13

ven

eto

Periodico informativo dell’Associazione Italiana Sommelier del Veneto • www.aisveneto.it

Il racconto dei sommelier veneti e di scuola veneta che hanno cercato e trovato fortuna all’estero.Ovvero, come essere internazionali e professionali rimanendo legati, nel cuore, alla propria terra

A Longarone premi e degustazioni targate Ais

SAPORI ITALIANI

Appuntamento ad Auronzo il 31 gennaio e 1° febbraio

COPPA SCI

FORMAZIONE

Tutti i corsi del prossimo semestre

Sommelierglobali

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via Verdi, 32 - 31046 Oderzo (TV) | T +39 0422 815 518 | F +39 0422 716 302

www.pololab.com | www.bioenologia.com | www.atecnos.com | [email protected] | [email protected] | [email protected]

Laboratorio Polo, Bioenologia 2.0 e Atecnos, tre realtà sorte come evoluzione di un concetto cardine che sta alla base della

nostra cultura professionale e scientifica: niente può essere migliore di quanto esista già in natura. Per questa ragione

orientiamo i nostri sforzi verso il perfezionamento continuo di metodi e strumenti che ci consentano di replicare i processi

naturali, offrendo la più completa competenza enologica: analisi accurate ed uniche, consulenza enologica ed agronomica,

prodotti naturali e lieviti attivi in crema. Esiste un nuovo modo di fare enologia? Naturalmente sì e solo naturalmente.

NATURALMENTE SÌ.

VI STATECHIEDENDOSE ESISTEUN nuovomodo DI FAREENOLOGIA?

ipso

fact

ory

.it

Siamo presenti alla25° Edizionedel SIMEIFiera Milano (Rho)12–16 novembre 2013Pad.11 | Stand L21 M22

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l’app

untodi Eddy Furlan

[email protected]

Confesso di aver provato una grande emozione nell’apprendere che il Focus di questo

numero avrebbe trattato il lavoro e le esperienze dei nostri sommelier operanti all’este-

ro. Mi ha fatto ricordare diciott’anni di programmazione e di lavoro nello svolgimento

dei nostri corsi Ais nelle principali città di Germania e d’Europa, dove è più radicata e

richiesta la ristorazione italiana, legata alle più belle realtà del panorama enologico del

nostro bel paese.

Già nel 1992, su richiesta dell’Ice, l’Ais nominava ed inviava tre suoi “Campioni d’Italia”

in un tour nelle più importanti città di Germania per svolgere svariati “minicorsi” sul vino

italiano. Io ero uno di quei tre e al mio ritorno nacque e crebbe dentro di me un progetto

che espressi nel programma dell’allora mia candidatura a presidente nazionale dell’Ais,

che poi decollerà con carattere di priorità appena eletto. Diciotto anni che hanno portato

l’Ais a raggiungere la più importante ristorazione italiana in Europa e a trasmettere, attra-

verso i nostri corsi, il giusto addestramento alla corretta comunicazione, al servizio ele-

gante e preciso, al razionale abbinamento cibo-vino. Immaginatevi l’emozione e l’orgoglio

nell’entrare in questi locali veracemente italiani dove al muro d’ingresso sta ambiziosa-

mente incorniciato ed appeso il diploma di Sommelier Professionista Ais; al tavolo, una

carta dei vini italiana firmata da un sommelier Ais.

Prima di lasciarvi alla lettura di questo nuovo numero della nostra rivista associativa,

voglio porre ad ogni singolo associato i migliori e più fervidi auguri di liete e serene

festività natalizie ma sopratutto di buon lavoro a chi di noi si occuperà di stappare e

servire i gioiosi brindisi di circostanza. A nome di tutto il direttivo di Ais del Veneto

che mi onoro di presiedere.

I corsi Ais rappresentano

una base fondamentale

per cogliere importanti

opportunità di crescita

professionale nel mondo della

ristorazione, in Italia

e all’estero

L’importanzadellaformazione Ais

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via Verdi, 32 - 31046 Oderzo (TV) | T +39 0422 815 518 | F +39 0422 716 302

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Laboratorio Polo, Bioenologia 2.0 e Atecnos, tre realtà sorte come evoluzione di un concetto cardine che sta alla base della

nostra cultura professionale e scientifica: niente può essere migliore di quanto esista già in natura. Per questa ragione

orientiamo i nostri sforzi verso il perfezionamento continuo di metodi e strumenti che ci consentano di replicare i processi

naturali, offrendo la più completa competenza enologica: analisi accurate ed uniche, consulenza enologica ed agronomica,

prodotti naturali e lieviti attivi in crema. Esiste un nuovo modo di fare enologia? Naturalmente sì e solo naturalmente.

NATURALMENTE SÌ.

VI STATECHIEDENDOSE ESISTEUN nuovomodo DI FAREENOLOGIA?

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venetodicembre

in questo numero

Le OpinioniL’appunto di Eddy Furlan 3

AssociazioneSapori Italiani ricorda il Vajont 14

Ad Auronzo si scia e si degusta 17

FocusSommelier con la valigia di Paolo Colombo 22

Pagine AISNotizie, avvenimenti, curiosità dalle Delegazioni territoriali venete 31

Cronache dal Gusto Alla scoperta di… Le regioni vinicole del Western Australia di Luciano Dal Bo 56

Ristoranti che Passione alla 7ª edizione 60

Bollicine Boom 62

RubricheLa bacheca 6

Enovità a cura di Paolo Bortolazzi 8

Mondo Olio a cura di Fabio Poli 12

Uno di noi: Sara Vertuan, professionalità in rosa 18

Il Goloso Curioso: Il misterioso (ma prelibato) granchio blu di Morello Pecchioli 53

Lavorincorso: Val Belluna, analisi e potenzialità della viticoltura di montagna

di Stefano Soligo ed Emanuele Serafin 54

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IL SOMMELIER VENETOPERIODICO DELL'ASSOCIAZIONE

ITALIANA SOMMELIER DEL VENETO

PROPRIETARIOASSOCIAZIONE ITALIANA

SOMMELIER DEL VENETOVIA ROMA, 45/2

31044 MONTEBELLUNA (TV)

DIRETTORE EDITORIALE EDDY FURLAN

DIRETTORE RESPONSABILEDINO MARCHI

EDITORE E CONCESSIONARIA PUBBLICITARIA EDIMARCA SAS

STRADA COMUNALE DELLE CORTI, 5431100 TREVISO

TEL 0422 305764FAX 0422 426343

[email protected]

IN REDAZIONE PAOLO COLOMBO

[email protected] 347 6987498

LAURA [email protected]

TEL. 338 3162365

GRAFICA MARIKA REGINATO

IMMAGINI FOTOGRAFICHETUTTI GLI ENTI E I CONSORZI

CITATI NEI TESTI, GARDIN&MAZZOLI ANTONIO CAMPANELLA

ANNO 15 - DICEMBRE 2013PERIODICO TRIMESTRALE

REGISTRAZIONE TRIBUNALE TREVISO N. 1042 DEL 23 OTTOBRE 1997

ISCRIZIONE R.O.C. N. 14021POSTE ITALIANE S.P.A.

SPED. A.P. D.L. 353/2003(CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46)

ART. 1 COMMA 1 NE/TV

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LABACHECAALBA VITAE: IL VINO SOLIDALE DI AIS VENETOIl frutto della vite, a sostegno della Vita. È questo lo spirito di Alba Vitae, iniziativa con la quale Ais Veneto seleziona un vino rosso di grande prestigio, in formato magnum, da met-tere in vendita a soci e appassionati ed il cui ricavato viene devoluto ad un’associazione che si occupa di tutela della vita. Il vino scelto per la terza edizione è il Fratta 2011 dell’A-zienda Agricola Maculan di Breganze (Vicenza). Rosso di grande struttura, prodotto da uve cabernet e merlot dopo un leggero appassimento. “Purtroppo – sottolinea Marco Aldegheri, vicepresidente Ais Veneto – si sente spesso par-lare del vino in termini negativi, mettendo in evidenza le problematiche legate alla guida o alla salute. Con Alba Vitae vogliamo dimostrare che un vino può essere solidale e fare del bene”. Tutto il ricavato dalla vendita delle bottiglie di Alba Vitae, al netto delle sole spese vive del produttore, verrà devoluto alla Lilt, Lega Italiana Lotta ai Tumori, sede di Vicenza. Sarà impiegato per le attività di prevenzione che nel 2014 vedranno Lilt impegnata in un programma di screening per il tumore dell’ovaio. Dopo due edizioni nelle quali Ais Veneto ha sostenuto associazioni che si occupavano di infanzia, quest’anno Alba Vitae va ancor più all’origine della vita stessa, occupandosi della donna in quanto madre. Il magnum da 1,5 litri, in cofanetto regalo, viene venduto al prezzo di 60 euro direttamente da Ais Veneto. Per informa-zioni e acquisti: 347/7259271, e-mail: [email protected]. È inoltre possibile inoltre acquistarlo attraverso i delegati provinciali di Ais Veneto.

PRANZO DEGLI AUGURI CON VINI D’OLTRE REGIONEPranzo per gli auguri di Natale, invece della tradizio-nale cena. Gradita novità per potersi intrattenere più a lungo senza affrontare il rientro a tarda sera. Organizzata dalla delegazione di Verona è stata ospi-tata Villa de Winckels, a Marcemigo di Tregnago, lo scorso 24 novembre. Ottimo cibo e preziose etichette che, come ha spiegato il vice presidente di Ais Veneto, Marco Aldegheri, avevano un denominatore comune: esser prodotte da viticoltori veneti in altre terre. Con l’aperitivo un Gran Cuvée Bianca Brut 2008, Villa Rinaldi. Aquilis 2012, Friuli Aquileia Sauvignon Doc della Tenuta Ca’ Bolani per il risotto con trota e pesto di basilico e Alicante 2010, Maremma Toscana Igt, Poggio al Tufo per i ravioli con ripieno di radicchio da campo spadellati in salsa di Monte Veronese. Il Ginolfo 2011, Viognier di Sicilia igt Baglio di Pianetto ha bagnato lo stinco di vitello disossato ai porcini, e in abbinamento al guanciale di manzo stufato al vino rosso con purè di patate è stato servito un Serpara 2007, Aglianico del Vulture doc, Terre degli Svevi. Per la delicata sfoglia con cuore morbido di cioccolato con salsa all’aran-cia, il Ra‘is 2010 Moscato di Sicilia igt, Baglio di Pianetto. In terra veronese si è voluto omaggiare il formaggio tipico, servito da Giovanni Roncolato del Consorzio Monte Veronese, titolare del caseificio “La Casara”. Sono stati abbinati a vini passiti. In tavola anche le di grappe Castagner. Momento clou il rico-noscimento al past president di Ais Veneto, Dino Marchi, per il prezioso impegno per la crescita asso-ciativa. Il delegato di Treviso, Arno Galleazzi, a nome di Ais Veneto e del suo presidente Eddy Furlan, assente per impegni lavorativi, ha donato un decan-ter di Italo Varisco (nella foto). Grazie ai produttori e ai ristoratori, i fratelli Roberto, allo chef di casa, e a Massimo e Ottavio, sommelier di lungo corso.

Da sinistra: Roberta Moresco e Marco-Aldegheri con Maria Vittoria Maculan assieme al Fratta 2011 di Alba Vitae

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LABACHECAGUSTO IN SCENA PRESENTA IL MEGLIO DELL’ENOGASTRONOMIA Grandi chef, vini di alta qualità e chicche gastrono-miche internazionali dal 16 al 18 marzo 2014. Sconti per i soci di Ais Veneto

La VI edizione di Gusto in Scena, evento ideato e curato da Marcello Coronini, ritorna alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia. Con il patro-cinio di Expo Milano 2015, Comunità Europea, Enit, Città di Venezia, l’evento riproporrà la formula del tre eventi in contemporanea: Chef in Concerto, il con-gresso di alta cucina, I Magnifici Vini, e Seduzioni di Gola, le 2 rassegne internazionali di cantine e gastro-nomici con 101 produttori nel 2013. I Magnifici Vini, assocerà alcune eccellenze a piccole cantine scono-sciute, ma di grande qualità. Un viaggio sensoriale unico in cui i vini saranno contraddistinti, a seconda dell’ambiente di produzione, dal simbolo di 4 categorie - mare, montagna, pianura e collina -, una suddivisio-ne tutelata da un brevetto depositato presso l’Unione Europea. Lucia e Marcello Coronini a Seduzioni di Gola proporranno una selezione sfiziosa di specialità italiane e europee, tra le ultime novità si potranno assaggiare nel 2014 i cioccolati di Domori, la frutta candita e le confetture di Agrimontana. Potrete scegliere tra iscriversi al congresso e avere accesso a tutto o visitare solo I MAGNIFICI VINI E SEDUZIONI DI GOLA.Marcello Coronini ha iniziato già nel 2011 a rivoluziona-re il concetto stesso di cucina, proponendone una nuova basata su un nuovo tema “Cucinare con... cuci-nare senza...”, capace di unire i piaceri della tavola a quelli della salute. Protagonista nel 2014 sarà “la cucina del senza”. Ogni chef presenterà la realizzazione di 2 piatti, perfettamen-te ripetibili, “uno senza… grassi e l’altro senza… sale” mentre i maestri pasticceri proporranno studi di “dessert senza… zucchero”. Vogliamo valorizzare l’a-

gricoltura italiana– spiega Marcello Coronini - che con le sue biodiversità ricche di gusto rende più facile a chef e pasticceri eliminare sale, grassi e zuccheri aggiunti. Si tratta per chi si occupa di cucina di una visione nuova, che coniuga gusto e salute e di un’occasione unica di formazione professionale con professionisti di grande spessore ». Fuori di Gusto, un “fuori salone” a tutto campo che dal 15 al 18 marzo coinvolgerà ristoranti, osterie e grandi alberghi con cene e menù Gusto in Scena a condizioni speciali.

IL PROGRAMMA PROVVISORIO

MAGNIFICI VINI e SEDUZIONI DI GOLA: Domenica 16:14.00-19.30 giorni 17 e 18: ore 11.00-19.00 CONGRESSO CHEF IN CONCERTO: Domenica 16Inaugurazione 13,30 congresso 14,00-18.30 giorni 17 e 18: 09,30 -12.30 –15,00-18,00

Gli sconti per i soci Ais Veneto

INGRESSI SCONTATI SOCI AIS A I MAGNIFICI VINI E SEDUZIONI DI GOLAPartecipazione un giorno 15€ - 2 giorni 25€ - 3 giorni 35€ INGRESSI SCONTATI SOCI AIS A CHEF IN CONCERTO con accesso a tuttoDomenica 16: 65€; per gruppi di 4 persone: cad. 55€

17 e 18 marzo: 85€; per gruppi di 4 persone: cad. 70€.Per iscriversi compilare il pdf sul sito presente da gennaio e inviarcelo, fare un bonifico sul conto indicato e presen-tare all’ingresso la tessera AIS e copia del bonifico.Maggiori informazioni su www.gustoinscena.it [email protected]

Foto: Giulio Ziletti

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PICCOLI SORSI DI INNOVAZIONEENOVITA’

CABERNET FRANC 2011Doc Vicenza - Tenuta Dalle OreSituata a Trissino sul colle “La Bertolà” nella valle dell’Agno a un’altitudine di circa 300 m, l’azien-da si sviluppa su 22 ha coltivati a sud con vitigni a bacca bianca (durella, pinot grigio e chardonnay) e, a ovest, con vitigni a bacca rossa

(cabernet sauvignon e cabernet franc). La tenuta sorge in una terra di confine che vede la Valpolicella e il Soave a ovest, la zona di Breganze a est e i colli Berici a sud. I vigneti, alternati a prati e a boschi, sono ben arieggiati e coltivati nel pieno rispet-to della natura con sovesci a filari alterni e il divieto assoluto di utilizzo di anti parassitari. La coltivazione rigorosamente a spalliera e doppio guyot, con sesti d’impianto che arri-vano a 4500/5000 ceppi ha. Caratteristica fondamentale della zona è la morfologia del terreno che varia dal basalto sgretolato nelle appendici più alte a una composizio-ne tufacea e calcarea con formazioni

argillose ricche di ferro più a valle. In degustazione il Cabernet Franc 2011: da vigne ultra sessantenni è parso di un colore rosso rubino intenso e viva-ce, con olfatto fine ed elegante. La mineralità in grande evidenza rac-chiude e accompagna le note di fico nero, marasca, sambuco ed elicri-sum. Grande l’equilibrio nella sua intensità e persistenza gusto olfattiva grazie anche a un tannino setato e deciso che sostenuto dalla mineralità dona struttura. Un vino dalla pacata austerità che descrive e riscrive nuove regole.Prezzo: 10,00 €Tenuta Dalle Ore - Via San Nicolò, 84 36070 Trissino - VITel. 0445 1925051 Fax 0445 [email protected]

GARGANICA 2012IGT Veneto - FaccioliL’azienda agricola Faccioli Enzo nasce nel 1969 a Lazise dove, com’e-ra consuetudine in quegli anni, la produzione puntava esclusivamente sulla quantità. Nel 1990 l’attività si trasferisce nel comune di Sona (VR) e

a cura di Paolo BortolazziProsegue il nostro viaggio nel variegato mondo della produzione veneta. Le aziende che desiderassero segnalare i propri prodotti possono contattare i delegati provinciali o il curatore della rubrica. Hanno Collaborato: Maria Grazia Melegari, Alessandro Fiorini, Claudio Serraiotto, Matteo Guidorizzi, Wladimiro Gobbo.

oggi conta 60 ha di proprietà e 20 in conduzione. Al capostipite Enzo si affianca il figlio Marco il quale, da subito, mostra di avere le idee ben chiare: produrre vino di qualità, riqualificare il territorio e le varietà tipiche nel pieno rispetto della natu-ra. Il primo passo vede la movimen-tazione del terreno mediante rime-scolamenti, l’attenzione si sposta poi su una scelta minuziosa di porta innesti e cloni, sempre nel rispetto della tipicità della zona. Il sistema d’impianto cambia, dalla classica e storica pergola, si passa alla spallie-ra (guyot – cordone speronato) con una densità di 7500/10000 ceppi/ha e un rapporto di produzione di 1 Kg d’uva per 1,5 m2 di apparato foglia-re. Due sono le linee di produzione, una commerciale “Corte Montresora” e una di nicchia “Faccioli”. In degu-stazione ci ha colpito Garganica 2012, 100% garganega. Cristallino e di colore giallo paglierino, il bouquet è fine e diretto, con sentori che ver-tono su fiori e frutta pasta gialla in maturazione, già al naso dimostra corpo e intensità. In bocca l’attesa non delude, secco, caldo e abbastan-za morbido con buona freschezza e sapidità. L’equilibrio “pecca” un po’ di giovinezza ma ha grandi doti d’in-tensità e persistenza. Vi consigliamo di acquistarlo e porlo in cantina per un anno, saprà regalarvi emozioni.Prezzo: 8,50 €Soc. Agr. Faccioli Enzo S.S.Via Campagnola, 12 37060 Sona - VRTel. 045 6081605 [email protected] www.facciolivino.it

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giorana, mandorla amara, tamarindo, pepe bianco e zafferano. Al gusto è secco, di morbidezza avvolgente con il sorso ben sostenuto da acidità e sapidità. Nella degustazione, il legno usato nell’affinamento resta sempre confinato sullo sfondo del vino, l’in-trigante nota amaricante e medicina-le propria delle fermentazioni con prolungata sosta sui lieviti e batonna-ge richiama lo stile d’importanti vini francesi. Prezzo: 11,00 €Selva Capuzza - Cantine Colli a Lago Loc. Selva Capuzza 25010 Desenzano del Garda - BSTel/Fax 030 [email protected]

PEDEVENDO FRIZZANTEFirmino MiottiVale la pena di incontrare Firmino Miotti tra le sue vigne, sul colle di Santa Lucia che si trova proprio die-tro il campanile di Breganze e ascol-tarlo mentre racconta della sua pas-sione di artigiano del vino che ha mantenuto la memoria storica delle antiche varietà locali, accanto alla più nota vespaiola o ai vitigni inter-

nazionali utilizzati per i vini di Breganze. Accanto ad un indimenti-cabile Torcolato potete dunque assaggiare l’austero e rustico rosso Gruajo, oppure lasciarvi sedurre dalla semplice freschezza dei rifer-mentati in bottiglia sui lieviti – ben tre – che di recente sono stati pre-sentati in azienda e sono ricavati rispettivamente dalle uve vespaiola (il Strada Riela), marzemina bianca (lo Sampagna) e pedevenda (il Pedevendo). Di tutti e tre se ne può bere senza problemi più di un bic-chiere: sono leggeri e appaganti. Ci è piaciuto particolarmente il Pedevendo per la bollicina sottile e il bel colore paglierino con riflessi verdi, il naso ben delineato di frutta bianca croccante e il sorso ampio e ben sostenuto da una spiccata acidi-tà. Ideale per l’aperitivo è di ottima compagnia anche con i fritti di pesce e le verdure in tempura. Firmino e la figlia Franca, che si occupa anche delle operazioni di cantina, a propo-sito di questa varietà citano Aureliano Acanti, l’accademico olimpico vicentino che ne “Il Roccolo Ditirambo” così scriveva nel 1754: “Grato e raro pedevendo egli è un ber di paradiso”. Ma Firmino aggiunge, sorridendo, che questo vino va bevuto anche per le particolari e accertate proprietà… diuretiche.Prezzo: 5,00 €Firmino Miotti Via Brogliati Contro, 53 36042 Breganze - VITel. 0445 [email protected]

MENASASSO 2009Lugana Superiore Doc Selva CapuzzaCapuzza, “Cappuccio”, è il toponi-mo che indica il terreno che va a ergersi a sud del lago di Garda verso le colline moreniche, al centro dell’anfiteatro della Lugana. Selva è “l’utile” stato, un luogo d’incontro tra vino e cibo; l’azienda è infatti anche un ristorante e un agriturismo. Un vasto podere di circa 50 ha, di cui 25 a vigneto e i rimanenti adibiti a uliveto e seminativi. Il terreno è un misto di ciottolato morenico e argilla e per la vigna non è prevista alcuna irrigazione di soccorso. La produzio-ne è di 300 mila bottiglie nelle deno-

minazioni di Lugana, San Martino della Battaglia e Garda, cui se ne aggiungono 150 mila come azienda Visconti. L’occasione dell’incontro è stata una verticale del Lugana Superiore Menasasso dall’annata 2009 alla 2001, ottimo esempio delle potenzialità e delle caratteri-stiche della turbiana. Di colore gial-lo paglierino intenso e vivace, con olfatto fine, fragrante e ampio che svela sentori di agrumi, miele, uva passa, radice di liquirizia, erbe aro-matiche secche, timo, salvia, mag-

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PINOT NERO 2012Daniele PiccininDaniele coltiva 3,5 ha di vigneti in tre parcelle nella valle dei Muni, in una zona boscosa, impervia e poco abitata che si apre a nord della Val d’Alpone, appena superato San Giovanni Ilarione. La bellezza sel-vatica dell’ambiente, forse lo spet-tacolo della ricca fauna o i passaggi dei cinghiali che visitano i vigneti inerbiti o chissà quale rivelazione sulla via di Damasco hanno convin-to Daniele a una viticoltura rispet-tosa degli equilibri naturali, con una tendenza al biologico di buon-

senso, senza gli eccessi di un pasdaran. I vitigni messi a dimora sono la durella, lo chardonnay, e poi corvina, molinara, cabernet e mer-lot, da vigne anche molto vecchie. Nel gradone più in alto a 450 m di altitudine c’è un vigneto giovane di pinot a guyot, che diventa alberello nelle parti più magre o scoscese. Il vino è profumato di piccoli frutti di bosco anche dolci, ma ha bisogno di qualche minuto per aprirsi, è appe-na imbottigliato e pecca di giovi-nezza. In bocca ha una bella fre-schezza con un pepe che pizzica e prende tutto il palato, sentori di bosco secco, bella bevibilità e pia-

cevolezza, un po’ rustico e non anco-ra elegante, come un vestito che si prova dal sarto, lo vedi che ti sta bene, anche se ha l’imbastitura, lo senti che è già buono ma sarà un magnifico vino.Prezzo: 15,00 €Azienda Agricola Piccinin Daniele Via Dell’Industria, 19 37035 San Giovanni Ilarione - VRTel. 348 [email protected]

RECANTINA 2012Igt Colli Trevigiani Ida AgnolettiIda Agnoletti e i suoi vini, una con-vivenza speciale dal reciproco scambio. La sua conoscenza, dedi-zione ed esperienza tramutano il frutto in essenze di vitigno che a loro volta restituiscono nuovi moti-vazioni alla creatrice. Attaccamento alla natura ereditato dai genitori e

consolidato dagli studi; determina-zione forgiata dal lavoro in un ambiente non propriamente femmi-nile qual è l’enotecnico. Eccola oggi nel suo casale di medievale struttura ai piedi del Montello, tra terreni argillosi con media presen-za del tipico ferretto e dalla fertilità profonda. Veniamo dunque alle sue “essenze” tralasciando le già famo-se “bordolesi”, Ludwig, Seneca, La Ida e il Motò; ci soffermiamo su quelle da autoctoni, comunque ottenute da soli lieviti indigeni: il Verdiso dai richiami canditi nella ricchezza del frutto e comunque fresco al sorso; il Follia da Manzoni bianco, non filtrato, pienezza che sboccia fragrante al naso; il Tranquillo e il PSL, entrambi da Glera in veste ferma e sui lieviti, prodotti della tradizione interpreta-ti con nitidezza e ricchezza. Per finire l’Enovità: la Recantina 2012, anch’essa fermentata e maturata in solo acciaio, rubino fitto dai baglio-ri violacei, consistente, presenta all’olfatto esuberanza di frutta scura matura, mirtillo, prugna e mora di gelso tra vinosità e florea-lità carnosa con viola e rosa; ele-ganza dal tocco di bacche di gine-pro. Succosa dal nerbo fresco, sfog-gia adeguato tannino giovane, pre-sagio di evoluzione appagante. Pulito e persistente.Prezzo: 8,00 € Azienda Agricola Agnoletti Ida Via Saccardo, 55 31040 Selva del Montello - TV Tel. 0423 621555 [email protected] www.agnoletti.it

PICCOLI SORSI DI INNOVAZIONEENOVITA’

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PICCOLI SORSI DI INNOVAZIONEENOVITA’

Lasciato illimpidire eccolo dunque al naso e al sorso nella versione tappo corona preferita al tappo sughero. Sorprendono il colore ed i profumi per la giovinezza. Lunghezza e finez-za nel perlage affiorante dal succo paglierino dorato. Tipicamente frut-tato nei profumi, Golden e Kaiser si rivelano con franchezza tra cedro e glicine su note di lievito. Sorso secco, smussato di calcarea soddisfazione.Prezzo: 18,00 €A. A. Roccat di Codello C. & M. Via Rocat e Ferrari, 1 31049 Valdobbiadene - TVTel. 0423 [email protected] - www.roccat.com

VALPOLICELLA CLASSICO SUPERIORE RIPASSO DOC 2009 - Monte SantoccioMonte Santoccio è una piccola e gio-vane realtà situata nel cuore della Valpolicella Classica, all’interno di un territorio dominato da colline verdi e vigneti rigogliosi. Due ettari in frazione Santoccio sopra Fumane, a 350 m di altitudine, equamente suddivisi tra pergola e guyot. A con-duzione famigliare, nasce nel 2006 grazie all’impulso, come spesso avviene, di una donna, che sprona e sostiene il suo giovane marito in quella che diventerà probabilmente l’avventura della loro vita. Un indis-solubile legame con la terra e la valo-rizzazione della tradizione sono i pilastri su cui Nicola, enologo e pro-prietario dell’azienda, sostiene e pro-muove la propria idea di “vino”. Nicola è il secondo produttore di Valpolicella a emergere dalla bottega Quintarelli, non a caso i sui vini non

sono muscolosi ma fini ed eleganti con particolare attenzione per la conservazione del frutto. Durante la nostra visita siamo rimasti partico-larmente colpiti dal Valpolicella Classico Superiore Ripasso 2009, esitante appena uscito dalla botti-glia, con il passare del tempo si rivela concretamente floreale, con la viola e il geranio che avvolgono la ciliegia e la marasca in un bouquet vivace. Il sorso è deciso, con l’alcol in leggera evidenza ma ben suppor-tato dalla struttura, una mineralità ben definita solletica il palato duran-te tutto il sorso. La chiusura è di speziatura dolce e frutto maturo, con i fiori sempre pronti a emergere.

Colpisce per precisione ed eleganza senza mai ricorrere ai muscoli per farsi ricordare.Prezzo: 10,50 €Azienda Agricola Monte Santoccio di Nicola Ferrari Località Santoccio 6Fumane - 37022 - VRTel. 349 [email protected]

TRENTASEI MESI 2010 (MAGNUM) - Vino Biancofrizzante a rifermentazione in bottiglia - RoccatDalla fiducia nel terroir e nel vitigno una sfida al tempo. Siamo in uno dei migliori cru della Glera, ossia nelle Rive di S. Pietro di Barbozza, le cui forti pendenze richiedono la sola manualità e conferiscono ricchezza al frutto grazie anche ai terreni variabilmente calcarei con marne e

argille. Esperienza e intuizione hanno suggerito a papà Clemente il formato magnum. Non trascurabile il contributo dell’erede Manuel forte degli studi e dell’esperienza in una prestigiosa azienda del Valdobbiadene superiore. Affiatamento che ha dato vita a que-sto prodotto che riteniamo segnerà un passo in avanti per la tipologia. L’etichetta indica chiaramente la sua lunga evoluzione “colfondo” suggerendola come condizione per un pieno apprezzamento e un velato invito ai produttori spesso troppo frettolosi nel commercializzarli. Intendiamoci, il terroir e l’annata non sono ininfluenti. Il 2010 è stata per Roccat annata da incorniciare; tutt’altro il 2011 che non consegnerà ai palati il Trentasei, che potranno comunque “consolarsi” con le altre proposte Docg dai diversi dosaggi e comunque eccellenze “Rive”.

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PICCOLI SORSI DI INNOVAZIONEENOVITA’

NOVITÀ E APPROFONDIMENTI SULL’EXTRAVERGINE D’OLIVA

Hanno Collaborato: Matteo Guidorizzi

OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA DAI PRÉDai Pré MarcoSono 10 ha a ulivi, circa 3.000 piante in diversi appezzamenti nelle colline a nord di Verona, nei comuni di Quinzano, Avesa e Parona. Gli impianti hanno dai 15 ai 60 anni, le varietà sono il franto-io, il favarol e il grignano. Per ora si ricorre a un frantoio esterno, ma c’è il progetto di riorganizzare la pro-duzione con acquisto di un impian-to aziendale se le condizioni econo-miche lo permettono. L’olio è stato appena franto, anzi in alcuni appez-zamenti più freddi la raccolta è ancora in corso, ma tutto poi sarà unito in un unico blend. Al naso si presenta con il tipico profumo di giovinezza di erbette cotte e un vegetale più tendente alle foglie e al frutto che all’erba. In bocca entra già abbastanza dolce, con amaro leggero, evidente sensazione tanni-ca, media l’intensità del piccante. La dolcezza e la piccantezza sono caratteri tipici e ancora ben presen-ti anche nella produzione dell’an-nata precedente, come il titolare ci ha dato modo di verificare.Prezzo: 8,00 € - 500 mlAzienda Agricola Dai Pré MarcoVia Cozzi 75, Quinzano - VRTel. 045 916536-334 3728069-333 [email protected] [email protected]

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA POMèA Contrà SoardaSiamo a Breganze, uno dei limiti nord della coltivazione dell’olivo, solo un particolare microclima, con le correnti d’aria dalla Valsugana alla Pianura Padana che tengono lontana l’umidità e ne consentono la facile coltivazione. 12 ettari quasi completamente rivoltati nel 1999, i vigneti tutti nuovi, ma per gli olivi l’età media è di 50 anni. 800 piante di varietà frantoio, leccino, coratina e grignano. Il terreno è vulcanico e calcareo, si va da circa 300 a 400 m di altitudi-ne. La coltivazione è in conversione biologica ed è seguita da un agronomo, raccolta molto precoce e per l’estrazione ci si affida a un sistema continuo della cooperativa locale. Anche se, come sapete, non bisogna tenerne conto, Pomèa colpisce per il colore verde intenso e la piacevole opacità della non filtrazione. Al naso si nota la giovinezza, mediamente intenso di erbet-te cotte con una nota aspri-gna e piccantina di erba appena tagliata, con sentori di foglia di pomodoro ed erbe aromatiche. In bocca ha appena un ingresso dolce, ma si fa subito decisamente pic-cante, poco amaro, corposo, lungo e persistente.Prezzo: 16,50 € - 500 mlVignaioli Contrà SoardaStrada Soarda 2636061 San Michele di Bassano del Grappa - VITel. +39 0424 505562-+39 0424 566785 [email protected] www.contrasoarda.it

“MondoOlio” è realizzato in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it

a cura di Fabio Poli

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l e a z i e n d e i n f o r m a n ol e a z i e n d e i n f o r m a n o

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“MondoOlio” è realizzato in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it

altitudini. A guidarla sono Gianni Strazzacappa e la moglie Elena che, dopo aver riconvertito i vigneti di famiglia, si sono posti da subito l’obiettivo di produrre uve di alta quali-tà secondo un progetto innovativo che coniughi tradizione e modernità.

Sfruttando la ricchezza dei terreni calcarei tipici della zona, che consente l’op-portunità di coltivare in modo orientato e mirato le diverse varietà di vite, è stata, infatti, aumentata la densità di ceppi per ettaro per favorire la competizio-

L’azienda Vigna Ròda, nata nel 2000, è una delle realtà emergenti dei Colli Euganei, terra generosa e molto mediterranea, parti-colarmente vocata alla viticoltura, che riesce a trasmettere ai vini, nei rossi in particolare, una solarità insolita a queste

Vigna Ròda: la tradizione

dei Colli Euganei

ne naturale tra le singole piante e la conseguente produzione di una minore quantità di grappoli, con-dizione essenziale per ottenere uve perfette. L’azienda coltiva 18 ettari a vigneto, con varietà come gli autoctoni Fior d’Arancio e Serprino oltre agli internazionali Merlot, Cabernet e Chardonnay, per una produzione annua di 70 mila bottiglie, molte delle quali destinate all’export, con mercati principali come Austria e Germania, e di recente con aperture di nuovi contatti anche verso il promettente Giappone. “Pur essendo considerata un’azienda di tipo convenzionale – spie-

ga Gianni Strazzacappa –, dove parte delle uve vengono acqui-state da fornitori della zona, curia-mo con molta attenzione il lavoro in vigna, con con-cimazione a base

di letame, la lotta integrata e riducendo al minimo il ciclo dei trattamenti fitosa-nitari in modo da coltivare la vigna sempre a bassissi-mo impatto ambientale. Vengono ridotte al minimo anche le operazioni di cantina, perché siamo con-vinti che il vino di alta qualità si ottenga prima di tutto in vigneto”.Vigna Ròda produce vini tipici della zona dei Colli Euganei, come il Fior d’A-rancio, nelle varietà spu-mante e passito, il Moscato

l e a z i e n d e i n f o r m a n ol e a z i e n d e i n f o r m a n o

Una realtà emergente del territorio, che coniuga la ricchezza di terreni particolarmente vocati alla viticoltura con un lavoro attento e curato sin dalla vigna

Azienda Vitivinicola Strazzacappa GianniVia Monte Versa, 156935030 VO’ (PD)Tel e Fax 049 [email protected]

secco, il Serprino, nonché vini con uve di vitigni internazionali con cui pro-duce lo Scarlatto (Merlot 60%, Cabernet 40%), vino di punta dell’azienda, e il Ca’ Zamira (Chardonnay). “La nostra necessità attua-le – continua Strazzacappa – è quella di potenziare la vendita sui mercati esteri, sia quelli nuovi come il Brasile che quelli dell’est Europa come Polonia, Ungheria e Slovacchia. Per questo saremo presenti quest’anno al Vinitaly ed il prossimo all’International Wine Festival in Austria. In ambito locale, invece, puntiamo molto sull’effetto trainante offerto sia dalla vicina zona turistico-ter-male di Abano e Montegrotto che dallo splendido scenario natura-le del Parco dei Colli Euganei e per questo due anni fa abbiano aperto per i nostri ospiti una nuova sala di degustazione dove offriamo agli eno appassio-nati i nostri prodotti assie-me a specialità del posto come il prosciutto di Montagnana ed il Grana Padano dop”.

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ASSOCIAZIONE

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“S“Sapori italiani e alpini”, giunta alla sua tredice-sima edizione, quest’anno si è svolta in un momen-to particolarmente sentito a Longarone e in tutta la provincia di Belluno: il 50° anniversario del disa-stro del Vajont. A celebrare la ricorrenza, il presi-dente del consiglio dei ministri Enrico Letta, che ha presieduto alla consegna della cittadinanza onoraria alla Polizia di Stato da parte del sindaco di Longarone, per l’opera di soccorso svolta dopo la catastrofe, presente il capo della Polizia Alessandro Pansa.La fiera – che ospita anche “Arte in Fiera”, mostra mercato dell’arte moderna e contemporanea, alla sua ottava edizione – ha voluto ricordare il tragico

A “Sapori italiani e alpini” sommelier

protagonisti con il concorso enologico

del Triveneto e le degustazioni. Premiato

il direttore del “Corriere della Sera”

Ferruccio De Bortoli

di Mario De Pra

Sapori Italiani ricorda il Vajont

evento con una mostra sulla valle del Vajont curata dalla Sovrintendenza dei beni artistici e culturali del Friuli Venezia Giulia. Le opere di Augusto Murer e Simon Benetton erano presenti, non solo nei padiglioni, ma anche lungo le strade di Longarone, di Belluno e Treviso. Sapori Italiani, secondo il presidente di Longarone Fiere, Oscar De Bona, si spinge sempre più alla ricerca di prodotti del territorio alpino. Ben venti le aziende bellunesi che hanno esposto miele, insac-cati, formaggi, prodotti della terra, birre e vini. Nel padiglione di Ais Veneto, oltre all’area riservata alle degustazioni tematiche, sono stati allestiti gli stand per i viticoltori, soprattutto locali. I somme-lier hanno curato gli eventi in collaborazione con Coldiretti di Belluno, Confartigianato alimentazio-ne e l’Associazione cuochi e pasticcieri, ricevendo il plauso del presidente di Longarone Fiere durante l’inaugurazione. Oltre al centinaio di stand dell’a-groalimentare, di particolare interesse è stata la

IL PREMIO A FERRUCCIO DE BORTOLIA Ferruccio De Bortoli il premio “Longarone Fiera Dolomiti”. Il premio viene assegnato annualmente a coloro che, a qualsiasi titolo, abbiano prodotto signifi-cative iniziative nel campo dello sviluppo economico, della ricerca, della promozione e dell’innovazione tec-nologica, della cultura, favorendo un’opportunità sostanziale di crescita e promozione nell’area dolomiti-ca. Il direttore del Corriere della Sera, tra le più presti-giose firme del giornalismo italiano, ha un legame spe-ciale con la provincia di Belluno: è originario di Cesiomaggiore, dove mantiene tuttora la casa paterna.

Oscar De Bona consegna il premio a Ferruccio De Bortoli

Il presidente del Parco Dolomiti Bellunesi, Benedetto Fiori, a sinistra, e Ferruccio De Bortoli

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ASSOCIAZIONE

A “Sapori italiani e alpini” sommelier

protagonisti con il concorso enologico

del Triveneto e le degustazioni. Premiato

il direttore del “Corriere della Sera”

Ferruccio De Bortoli

presentazione del progetto sulla biodiversità curato dall’Istituto agrario “Antonio della Lucia” di Feltre. Un’area particolarmente suggestiva è stata riservata al gelato artigianale, con una gamma di gusti realiz-zati con prodotti caratteristici dei diversi territori: Prosecco, noce, fichi, uva fragola, zucca. Proprio il gelato è stato il protagonista, ai primi di dicembre, della 54esima edizione della Mig, Mostra interna-zionale del gelato, dove, tra l’altro, è avvenuta la consegna del Premio internazionale “Mastri gela-tieri” a James Coleridge, titolare della “Bella Gelateria” di Vancouver, Canada, e a Donata Bergman della gelateria “Il Maestrale” di Santiago del Cile. Momento particolarmente significativo quello destinato alla consegna dei premi ai produt-tori vincitori del concorso enologico dedicato ai produttori del Triveneto che hanno ritirato i diplomi dalle mani del presidente di Ais Veneto Eddy Furlan in un momento di convivialità e festa.

»

IL NONO CONCORSO ENOLOGICOLa nona edizione del Concorso enologico, legato a Sapori Italiani, attraverso le Commissioni di degustatori ufficiali e sommelier, presiedute dal delegato Ais di Belluno, Roberto Ferro, hanno determinato vincitori nelle rispettive categorie i seguenti vini:- Vini spumanti: Prosecco Superiore docg dry mil-lesimato dell’azienda agricola Andreola di Stefano Pola di Farra di Soligo (TV)- Vini bianchi: Biancosesto 2012 doc dell’azienda agricola La Tunella di Ipplis di Ramariacco (UD)- Vini rossi giovani: Refosco dal peduncolo rosso 2011 doc dell’azienda agricola Val Panera di Villa Vicentina (UD)- Vini rossi maturi: Pignolo 2007 doc dell’azienda agricola La Tunella di Ipplis di Ramariacco (UD)- Vini dolci: Moscato rosa dell’azienda Kettmeir di Caldaro (BZ).Diplomi di menzione al Capo di Stato 2008 dell’azien-da Conte Loredan Gasperini di Venegazzù (TV) per l’e-leganza del taglio bordolese; all’Amarone Classico della Valpolicella di Tommasi viticoltori di Pedemonte Valpollicella (VR) per la tipicità; al Ribolla Gialla spu-mante brut 2009 di Collavini (UD), per l’eleganza di questa varietà autoctona.

LE DEGUSTAZIONI TEMATICHE Successo di pubblico, come consuetudine, per le degustazioni tematiche nel padiglione di Ais Veneto dove si sono succeduti vini rossi, bianchi e spumanti nelle tre sessioni curate dai sommelier di Belluno. Ma la preferenza del pubblico è andata oltre ogni aspetta-tiva alla presentazione delle micro vinificazioni spuman-tizzate e da uve provenienti da vitigni antichi, in parte ancora coltivate in provincia di Belluno e, in provincia di Treviso, nel Montello e nell’Asolano da Stefano Soligo di Veneto Agricoltura (Centro micro vinificazioni di Conegliano, vedi anche articolo nella rubrica “Lavorincorso”).

I VINI DEGUSTATI- Pavana Charmat rosé Ex brut, da uve provenienti da Seren del Grappa (BL). Bello il colore, buono il per-lage, buona anche l’intensità olfattiva con nota di pic-coli frutti di bosco.- Metodo classico, taglio chardonnay 40% - Manzoni 60%, da viti nel territorio di Lentiai (BL). Si manifesta con ottima schiumosità e finissimo perlage. Al naso ricorda i fiori di campo, la pera e le spezie.- Solaris, dall’omonimo ibrido coltivato in campo spe-rimentale in Valpolicella, risulta con perlage molto fine e discretamente persistente. Olfattivamente vengono riscontrate note di ananas e mango, con una buona cremosità al palato.- Bianchetta metodo classico. Vitigno tipico storico delle vallate feltrine e bellunesi. Ha spuma fine e persi-stente, con colore giallo paglierino intenso e dalla gra-devole sensazione fruttate e tropicale. - Recantina azienda Colmello. Vino rosso è stato presentato dal Stefano Soligo per ricordare questa varietà antica presente soprattutto nella Pedemontana della provincia di Treviso. Si tratta di un’uva nominata ancora in epoca romana e presente nel “Trattato moderno dell’agricoltura” di Giacomo Agostinetti del 1681. Il vitigno è stato oggetto di studio nell’ambito del progetto di salvaguardia delle biodiversità curato da Veneto Agricoltura.

I vini vincitori del concorso

Stefano Soligo di Veneto Agricoltura

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ASSOCIAZIONE

IX CONCORSO ENOLOGICO “SAPORI ITALIANI” 2013 POS. SPUMANTE AZIENDA GRADAZIONE VOTO1° Prosecco Doc Millesimato Dry Andreola 11,5% 2° Ribolla Gialla Doc 2009* Collavini 12% 2° Prosecco Superiore Asolo Docg 2012 Colmello 11,5% 3° Prosecco Superiore Docg Millesimato 2012 Astoria 11,5% 4° Prosecco Superiore Docg Millesimato 2012 Zardetto 11,5% 5° Prosecco Superiore Docg Millesimato 2012 Bortolomiol 11,5% 6° Prosecco Superiore Docg 2012 Astoria 11,5% 6° Refosco Millesimato Brut 2012 Zardetto 11,5% 7° Prosecco Superiore Docg Millesimato 2012 Andreola 11% 8° Prosecco Superiore Docg Millesimato 2012 Bortolomiol 12% 8° Prosecco Frizzante 2012 Liessi 12% 9° Prosecco Superiore 2012 Biasiotto Andrea 11,5% 9° Prosecco Superiore Docg 2012 Le Manzane 11,5% 10° Prosecco Superiore Asolo Docg 2012 Dal Bello 11% 10° Spumante Metodo Classico De Bacco 12,5% 10° Rabiosa Metodo Classico 2011 Pat Del Colmel 13%

POS. VINO BIANCO AZIENDA GRADAZIONE VOTO1° Biancosesto Doc 2012 La Tunella 13,5% 2° Müller Thurgau Doc 2012 Kettmeir 13% 3° Friulano Doc 2012 Ronco Blanchis 14% 4° Lison Pramaggiore Chardonnay 2012 De Lorenzi 13% 5° Verdiso Igt Le Manzane 11% 5° Manzoni Bianco Igt 2012 De Bacco 14% 6° Chardonnay Col di Pietra Igt 2012 De March 12,5% 7° Prosecco Docg 2012 Dal Bello 11% 7° Lugana Doc 2012 Tommasi 12,5% 8° Lison Pramaggiore Doc 2012 De Lorenzi 13%

POS. ROSSO GIOVANE AZIENDA GRADAZIONE VOTO1° Refosco Doc 2011 Valpanera 12,5% 2° Refosco D.P.R. 2012 De Lorenzi 13% 3° Refosco Doc 2011 Santa Margherita 14% 4° Cabernet Igt 2010 Villa Sandi 13% 5° Cabernet Franc Doc 2012 De Lorenzi 13% 6° Recantina Doc 2011 Pat Del Colmel 13% 6° Raboso Piave Doc 2008 Espedito 13,5% 7° Kaberlò Igt 2012 Le Manzane 12,5% 8° Geter Espedito 13%

POS. ROSSO MATURO AZIENDA GRADAZIONE VOTO1° Pignolo Doc 2007 La Tunella 14,5% 2° Amarone Della Valpolicella 2008* Tommasi 15% 2° Capo Di Stato Igt 2008* Loredan Gasparini 14% 3° Raboso Riserva Notte di Luna Doc 2007 Ca’ Di Rajo 14,5% 4° Raboso Sangue del Diavolo Doc 2009 Ca’ Di Rajo 13,5% 5° Rosso Montello Colli Asolani Doc 2008 Dal Bello 13,5% 6° Refosco Superiore Doc 2009 Valpanera 13% 7° Refosco Riserva Doc 2008 Valpanera 13,5% 8° Ripasso Superiore Valpolicella Doc 2011 Tommasi 13% 9° Valpolicella Doc Rafael 2011 Tommasi 12,5%

POS. DOLCE AZIENDA GRADAZIONE VOTO1° Moscato Rosa Doc 2010 Kettmeir 14% 2° Refrontolo Doc Liessi 14% 3° Verduzzo Friulano Doc 2010 Valpanera 14,5% 4° Cabernet Demisec Biasiotto 12%

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ASSOCIAZIONE

TTorna l’ormai classico e atteso appuntamento “eno-sciatorio” sulle Dolomiti Bellunesi, nello splendido comprensorio di Auronzo, Monte Agudo. In prima linea la delegazione di Belluno, che organizza l’e-vento. Ritrovo venerdì 31 gennaio, alle 19,30, per quello che potremo definire un “riscaldamento professionale”. Lo ospita sempre il ristorante bar Ribotta che farà da cornice alla degustazione inti-tolata “Emozioni sensoriali in viaggio dalla Sicilia alle Alpi” a cura del Gruppo Santa Margherita. Seguirà la cena conviviale.Sabato 1° febbraio, tutti in pista, per la 4a Coppa regionale Ais di Sci alpino con la formula della “combinata”: discesa, nella specialità dello slalom gigante, e degustazione alla cieca di tre bevande alcoliche.La prova di disce-sa, in un’unica manche, alle 10, mentre per la degustazione si torna al Ribotta, proprio ai piedi dell’impianto di risalita. Seguirà la premiazione e un ricco buffet e per i “veri” sportivi si proseguirà con musica e karaoke.Alla competizione potranno parteci-pare gli associati in regola con la quota associativa, in combinata anche con un familiare sino al secondo grado,

Il 31 gennaio e il 1° febbraio parte la 4a coppa

Ais di sci alpino, slalom e degustazioni alla

cieca. E per tutti momenti culinari e conviviali

Ad Auronzo si scia e si degusta

non socio e non competitore Fisi. Il socio potrà effettuare entrambe le prove, oppure una sola e lasciare l’altra al famigliare. L’organizzazione prov-vederà a procurare ski-pass ed eventuali conven-zioni con alberghi e ristoranti. Per tutti sarà l’occa-sione di un meraviglioso fine settimana da trascor-rere con amici e parenti tra le Dolomiti, in allegria. Programma dettagliato, costi e prenotazioni sul sito www.aisveneto.it.

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UNO DI NOI

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E’E’ un caso che le ultime due edizioni del premio di miglior sommelier professionista del Veneto siano andate ad una donna? Certo che no. Le “quote rosa” all’interno del mondo Ais sono, e non da oggi, in aumento, ma quello che conta davvero è che oltre alla quantità anche la qualità della som-mellerie al femminile sia decisamente in crescita, tanto da sopravanzare molto spesso i colleghi maschi, come dimostrano appunto le vittore delle vicentine Silvia Brunello nel 2012 ed Erica

Sottoriva quest’anno al premio promosso da Ais Veneto. Sensibilità, charme, sicurezza ma anche e soprattutto competen-za e preparazione. Queste le doti che fanno delle somme-lier donne una pre-senza sempre più richiesta nel mondo della ristorazione. E di cui non fa difetto Sara Vertuan, verone-se classe 1987, som-melier del Ristorante-Enoteca Maffei, uno dei più noti e apprez-zati nel cuore di

Sara Vertuan, veronese, sommelier

da molti anni del Ristorante Maffei,

uno dei volti del “Rinascimento al

femminile” nel mondo delle sommellerie

Professionalità in rosa

Verona, dotato di una cantina per la degustazione di vini fra le più fornite d’Italia.

SARA, QUANDO HAI COMINCIATO AD INTERESSARTI DI VINO?La passione per l’enologia è nata già quando fre-quentavo l’Istituto tecnico Agrario “Bovolino” di Buttapietra, quindi, visto che non potevo frequenta-re l’università, ho deciso di approfondire la cono-scenza dell’uva, del vino e dei processi di trasfor-mazione con i corsi Ais. Ho iniziato nel 2005 e lì, assaggiando diversi tipi di vini, è nata una vera passione per la degustazione. Ho terminato il terzo livello nel 2009, ma già da prima ho cominciato a lavorare nel mondo della ristorazione. Ho iniziato nella risotteria Melotti di Isola della Scala, ancora quando ero al primo livello dei corsi Ais, e da lì ho deciso che questa sarebbe stata la mia scelta pro-fessionale. Mi sono quindi trasferita a Verona ed ho iniziato a lavorare al Ristorante Maffei in piazza delle Erbe, dove mi trovo tuttora.

DI COSA TI OCCUPI, NEL RISTORANTE DOVE LAVORI?Grazie al corso Ais ho potuto sfruttare appieno le conoscenze acquisite lì e aumentare così la mia pro-fessionalità, sino a poter diventare sommelier del ristorante dove lavoro attualmente, il Maffei di Verona. Ho fatto però prima anche un’esperienza di un anno a Londra, presso il ristorante stellato Lo Zafferano, che mi ha insegnato moltissimo riguardo alla gestione della cantina, grazie alla presenza di tantissime etichette di vini straordinari a mia dispo-sizione. E’ stata un’esperienza molto gratificante, che mi è servita tantissimo per crescere. Avevo anche

Sara Vertuan

L’enoteca del Ristorante Maffei dove lavora Sara

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UNO DI NOI

19il Sommelier Veneto • 04/13

Sara Vertuan, veronese, sommelier

da molti anni del Ristorante Maffei,

uno dei volti del “Rinascimento al

femminile” nel mondo delle sommellerie

QUANTO È APPREZZATO, OGGI, IL LAVORO DEL SOMMELIER?I clienti oggi hanno ben in mente la figura del som-melier, che è sempre più richiesta per consigli sui vini. C’è una fiducia crescente in questa figura professionale, ed è questo un aspetto molto impor-tante. La caratteristica fondamentale è che il som-melier abbia la qualità di comunicatore del vino e, soprattutto, che non punti solo e sempre a presen-tare i vini di pregio e quelli costosi. Le più grandi soddisfazioni, ad esempio, io le ho avute proponen-do anche vini più semplici, poi molto apprezzati dai clienti. E’ un’esperienza gratificanti poter consi-gliare un qualcosa magari di inedito, capendo i gusti e le preferenze del cliente.

I TUOI PROSSIMI PROGETTI?Per il futuro vorrei frequentare i corsi per diventare degustatore ufficiale e magari ritentare con il concor-so per miglior sommelier, visto che ho già ho parteci-pato qualche anno fa alle selezioni ma non sono riu-scita a superare la trafila inziale, anche perché allora non avevo molto tempo per studiare, ma non è detto che ci riprovi prima o poi. In questo mestiere non si può mai dire di essere arrivati, alla base dev’esserci sempre una gran voglia di imparare ancora e cresce-re professionalmente, e questi sono i principali obiet-tivi che mi pongo nei prossimi anni.

l’occasione per restare lì, ma ho deci-so alla fine di tornare a casa, dove erano i miei affetti. Sono tornata a Verona e, grazie alla fiducia del pro-prietario, sono potuta ritornare al mio posto al Maffei. Attualmente gestisco la cantina e la carta dei vini. La prima è ben fornita, con 600 etichette per un totale di 7000 bottiglie, soprat-tutto di vini del territorio veronese che vanno per maggiore, in particola-re presso i turisti stranieri che fre-quentano il ristorante, dall’Amarone al Valpolicella. Buona è anche la scelta di vini toscani ma c’è anche qualche francese.

QUAL È STATO L’APPORTO CHE I CORSI AIS TI HANNO DATO A LIVELLO PROFESSIONALE?La formazione Ais mi è servita molto nel mio per-corso professionale, anche se tanti aspetti del mondo del vino li ho imparato sul campo. Ma la base teorica, e soprattutto le tecniche di servizio, per le quali ho frequentato il master apposito orga-nizzato dall’associazione, le devo tutte all’insegna-mento Ais. Sono state nozioni fondamentali per la mia crescita. Se si vuole trovare un lavoro di livello, la formazione Ais oggi è assolutamente indispensa-bile, perché la ristorazione va alla ricerca di perso-ne soprattutto con un’adeguata preparazione, in quanto l’esperienza la si fa sul campo. Basta avere voglia di imparare e di mettersi in gioco.

CONSIGLIERESTI A QUALCHE GIOVANE DI PENSARE AL SOMMELIER COME UNA PROFESSIONE?Sì, certamente. Gli spazi per trovare lavoro come sommelier in Italia ci sono ancora, anche se c’è poco ricambio. C’è molta offerta e poca domanda, ma bisogna anche considerare il periodo di crisi che sta vivendo il mondo della ristorazione. Molte più possibilità ho visto che ci sono a Londra, dove si può trovare da lavorare anche in poco tempo.

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DELEGAZIONE

BELLUNO

PADOVA

ROVIGO

TREVISO

1° LIVELLO

2° LIVELLO

1° LIVELLO

2° LIVELLO

3° LIVELLO

1° LIVELLO

3° LIVELLO

1° LIVELLO

1° LIVELLO

1° LIVELLO

1° LIVELLO

3° LIVELLO

MARTEDI’ dal 25/02/14 al 03/06/14 ore 20.30-23.00

LUNEDI’ dal 10/03/14 al 16/06/14 ore 18.30-21.00

MERCOLEDI’ dal 12/02/14 al 14/05/14 ore 20.30-23.00

MARTEDI’ dal 11/02/14 al 13/05/14 ore 20.30-23.00

LUNEDI’ dal 10/02/14 al 12/05/14 ore 20.30-23.00Es. scritto: 26/05/14 Es. orale: 09/06/14

MARTEDI’ dal 11/02/14 al 27/05/14 ore 20.30-23.00

LUNEDI’ dal 03/02/14 al 19/05/14 ore 20.30-23.00Es. scritto: 02/06/14 Es. orale: 23/06/14

MARTEDI’ dal 21/01/14 al 29/04/14 ore 20.30-23.00

VENERDI’ dal 21/02/14 al 06/06/14 ore 20.30-23.00

LUNEDI’ dal 03/02/14 al 12/05/14 ore 20.30-23.00

MERCOLEDI’ dal 19/02/14 al 28/05/14 ore 20.30-23.00

GIOVEDI’ dal 16/01/14 al 17/04/14 ore 20.30-23.00Es. scritto: 08/05/14Es. orale: 22/05/14

HOTEL EUROPABELLUNO

ART BAR RIBOTTAAURONZO DI CADORE

HOTEL GALILEOPADOVA

RISTORANTE LA BULESCARUBANO

RISTORANTE AL BOSCOMONTEGROTTO

VILLA CORTE FRASSINO Via Giuseppe Garibaldi, 52VILLADOSE

VILLA CORTE FRASSINO Via Giuseppe Garibaldi, 52VILLADOSE

HOTEL MAGGIOR CONSIGLIOVia Terraglio, 140TREVISO

HOTEL EURORESTViale Italia, 329CONEGLIANO

HOTEL FIOR Via Dei Carpini, 8 CASTELFRANCO VENETO

AGRITURISMO BACCHUSVia Ponte Vecchio, 20 BIGOLINO DI VALDOBBIADENE

AEROPORTO MILITARE Via Montegrappa, 83ISTRANA

CORSO PERIODO SEDE DELEGATO

Roberto FerroRist. La Buona Tavola 2 - BellunoTel. 0437/30673Cell. 333/[email protected]

Bruno ManieroTel. 333/5286277Fax 049/812038Cell. 333/[email protected]

Dante BrancaleoniTel. 0425/701307Cell. 335/[email protected]

Arno GalleazziTel./Fax 0422/261385Cell. 349/[email protected]

Programma Corsi 1° semestre 2014

20 il Sommelier Veneto • 04/13

Page 21: Il Sommelier Veneto - n.4 2013

Programma Corsi 1° semestre 2014DELEGAZIONE

VENEZIA

VERONA

VICENZA

2° LIVELLO

3° LIVELLO

1° LIVELLO

1° LIVELLO

1° LIVELLO

2° LIVELLO

2° LIVELLO

2° LIVELLO

3° LIVELLO

1° LIVELLO

1° LIVELLO

2° LIVELLO

2° LIVELLO

3° LIVELLO

MERCOLEDI’ dal 08/01/14 al 23/04/14 ore 20.30-23.00

GIOVEDI’ dal 09/01/14 al 10/04/14 ore 20.30-23.00Es. scritto: 24/04/14 Es. orale: 08/05/14

MARTEDI’ dal 11/02/14 al 07/05/14 ore 20.30-23.00

LUNEDI’ dal 03/02/14 al 19/05/14 ore 20.30-23.00

MARTEDI’ dal 04/02/14 al 20/05/14 ore 20.30-23.00

MARTEDI’ dal 04/02/14 al 20/05/14 ore 20.30-23.00

MERCOLEDI’ dal 12/02/14 al 28/05/14 ore 20.30-23.00

MARTEDI’ dal 04/02/14 al 20/05/14 ore 15.30-18.00

LUNEDI’ dal 20/01/14 al 28 /04/14 ore 20.30-23.00Es. scritto: 12/05/14Es. orale: 26/05/14

LUNEDI’ dal 27/01/14 al 12/05/14 ore 20.30-23.00

LUNEDI’ dal 10/02/14 al 26/05/14 ore 20.30-23.00

MARTEDI’ dal 28/01/14 al 06/05/14 ore 20.30-23.00

MARTEDI’ dal 04/02/14 al 13/05/14 ore 20.30-23.00

MERCOLEDI’ dal 22/01/14 al 30/04/14 ore 20.30-23.00Es. scritto: 13/05/14 Es. orale: 27/05/14

NOVOTEL Via Ceccherini, 21MESTRE

NOVOTEL Via Ceccherini, 21MESTRE

TRATTORIA LA PORCHETTAVia San Peretto, 18NEGRAR

HOTEL ROXY PLAZAVia San Matteo, 4 SOAVE

BOTTEGA CAMPAGNA AMICAViale Del Lavoro, 52 VERONA

HOTEL FIOREL. Lago Garibaldi, 9 PESCHIERA DEL GARDA

RISTORANTE ILVAVia Dossi, 145 SANGUINETTO

HOTEL VERONESI LA TORREVia Monte Baldo, 22DOSSOBUONO

HOTEL VERONESI LA TORREVia Monte Baldo, 22 DOSSOBUONO

RISTORANTE CA’ SETTEVia Cunizza Da Romano, 4 BASSANO DEL GRAPPA

ISTITUTO SAN GAETANO Via Mora, 54 VICENZA

ISTITUTO SAN GAETANOVia Mora, 54 VICENZA

RISTORANTE ALLA BUSA NOVENTA VICENTINA

ISTITUTO SAN GAETANO Via Mora, 54 VICENZA

CORSO PERIODO SEDE DELEGATO

Paolo Chinellato Cell. 348/[email protected]

Marco AldegheriTel. 045/8830236Cell. 392/[email protected]

Moresco RobertaTel. 0445/300282Cell. 335/[email protected]

21il Sommelier Veneto • 04/13

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U

22 il Sommelier Veneto • 04/13

focu

s

Quanto vale la preparazione Ais in un mercato

del vino ormai globalizzato, dove sempre più

spesso per trovare un’occupazione bisogna

essere disposti a trasferirsi all’estero?

Lo abbiamo chiesto

ai sommelier veneti

di scuola Ais

che hanno seguito

questa strada

valigiaSommelier con ladi Paolo Colombo

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UUno degli effetti collaterali della passione del vino è che questa ti spinge a viaggiare molto. Una volta imparate le basi e approfondita la conoscenza dei vini italiani, ecco che si apre un mondo vinIcolo straordinario, tutto da scoprire, fatto di realtà poco conosciute, di vini sorpren-denti e di grande qualità, di territori inusuali ma dal grande futuro. Non è un caso che una delle attività più apprezzate di Ais siano i suoi viaggi studio all’estero, toccando praticamente quasi tutti i continenti. Lo stesso mercato del vino, negli ultimi anni, si è profondamente allargato, merito certo della globalizzazione, ma anche delle superiori tecniche agronomiche, che per-mettono ormai di coltivare la vite a qualsiasi clima e latitudine, e del crescente apprezzamen-to del prodotto vino e della cultura che si cela dietro ad ogni bottiglia. Ecco, quindi, che chi decide di affrontare in modo professionale il lavoro di sommelier, ma anche chi sceglie come lavoro quello legato al vino in tutti i suoi aspetti commerciali, trova di fronte a sé tantissime alternative anche al di fuori dei confini nazionali, spesso proprio in quei paesi dove il vino sta prepotentemente emergendo come prodotto d’élite, come la Cina ed il Sudamerica ad esem-pio, e dove l’enologia italiana può puntare molto in alto, grazie alla sua superiore qualità. Vuoi anche per la crisi italiana degli ultimi anni, che ha colpito profondamente il mondo della ristorazio-ne, l’estero è guardato sempre più come una grande opportunità per chi ha deciso di fare del mondo del vino il suo mestiere. Per il consueto approfondimento del nostro giornale, abbiamo scelto quindi di raccontare le storie, le esperien-ze e i successi di quei sommelier nati e cresciu-ti grazie alla formazione di Ais Veneto che hanno optato per l’estero come sede lavorativa. Proprio per capire meglio quanto la “scuola Ais” posso essere vista anche come un ottimo serbatoio di tecniche, metodologie e conoscenze per affron-tare con il piede giusto qualsiasi esperienza all’estero. Come al solito, buona lettura.

23il Sommelier Veneto • 04/13

focus

Quanto vale la preparazione Ais in un mercato

del vino ormai globalizzato, dove sempre più

spesso per trovare un’occupazione bisogna

essere disposti a trasferirsi all’estero?

Lo abbiamo chiesto

ai sommelier veneti

di scuola Ais

che hanno seguito

questa strada

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valigia

“MAURO CIRILLI, San Francisco (Stati Uniti)

La preparazione didattica dell’Ais è la migliore in circolazione, ma va trasmessa con umiltà e professionalitàIl mio primo approccio con il vino è iniziato da giovanissimo. All’età di 5 anni, infatti, aiutavo già mio nonno durante le vendemmie nella zona di Arquà Petrarca, sui Colli Euganei. Da lì il rapporto è continuato fino a diventare una professione. All’età di 21 anni, quando lavoravo al Relais Des Alpes di Madonna di Campiglio come cameriere, il mio maître mi suggerì di partecipare ai corsi Ais, e così feci, diplomandomi nel ’98 a Padova. Nei tre anni in cui studiavo da sommelier ho avuto la pos-sibilità di lavorare in prestigiosi ristoranti come Villa dei Cesari a Londra, il Cibreo a Firenze e il Canova all’Hotel Baglioni a Venezia. Mentre lavora-vo a Firenze, nel 2000, conobbi mia moglie Carol, di origine americana. Dopo aver vissuto un anno insieme in Italia mi chiese se volevo andare a vive-re con lei a San Francisco. Non ebbi dubbi ad a prendere una decisione ed accettai in meno di 5 secondi. Ed oggi sono Wine Director nel locale Press Club di San Francisco. E’ stata una scelta felice, visto che negli States ho trovato una cultura del vino molto più complessa ed appagante, c’è una maggior possibilità di presentazione e vendita dei vini rispetto all’Italia e gli americani escono molto più spesso degli italiani per pranzare e cenare fuori casa. Ristoranti e wine-bar, quindi, dispongono di

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gradino di una lunga scala. Per questo suggerirei a chiunque di venire negli Usa a lavorare come som-melier, viste le molte opportunità che offre anche al di fuori della ristorazione. La Nasa, la North American Sommelier Association di cui faccio parte, presenta dei programmi unici come l’Italian Wine Specialist Course, il primo e unico corso di specializzazione sui vini italiani, il Master Wine Taster, basato sul diploma Ais di Degustatore Ufficiale, il Master of Wine Service Certificate, dedicato al servizio nella ristorazione, e il diploma di Certified Sommelier, ossia quello che si ottiene dopo i tre livelli Ais, che abbiamo presentato per la prima volta nel 2012 a Los Angeles. Per questo devo ringraziare Alessia Botturi e Diego Meraviglia, presidente e vicepresidente Nasa, per la fantastica abilità nel creare l’associazione lavorando in paral-lelo con l’Ais. Molti, infine, sono i progetti futuri in cui sarò coinvolto come sommelier: a gennaio parti-remo, per la prima volta a San Francisco con il

focus

210x148,5_06-2013.indd 1 29/05/13 10:30

L’Officina A.R.I.R. presente sul mercato dal 1968 è specializzata nell’ideazione, produzione e personalizzazione di secchielli, spumantiere, termobottiglie e accessori “Made in Italy” indispensabili per servire il vino, lo spumante o lo champagne.

14010 Antignano - AT - ITALYTel. +39 0141 205135/205626 - Fax +39 0141 205281www.arir.com - [email protected]

selezioni al bicchiere molto più vaste, con maggior scelta per il cliente. Essendo il mercato americano il più importante del mondo dal punto di vista di volume e qualità, vi sono molte possibilità di sele-zionare vini da tutte le parti del mondo e sviluppare “wine program” più complessi rispetto a ciò che si può fare in Italia.L’associazione dei sommelier più rinomata negli Usa è la Court of Master Sommelier. La trovo di altissimo valore professionale, con una grande pre-parazione specialmente sui vini francesi, ma ha due grosse lacune: è insufficiente nella formazione sui vini italiani e sull’abbinamento cibo-vino. Dobbiamo essere onesti, la preparazione didattica dell’Ais è la migliore in circolazione, anche se di questo non ce ne dobbiamo vantare, bisogna conti-nuare a trasmettere le nostre conoscenze senza arroganza ma con molta umiltà e professionalità. Mai dimenticarsi che nel mondo del vino c’è sem-pre tanto da imparare. Il diploma è solo il primo

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“ »

focuscorso per sommelier, un mio sogno che si realizza e nel 2014 è in programma la “riapertura” di un loca-le storico in San Francisco, lo Schroeder’s, un risto-rante a cucina tedesca dove curerò la lista di vini focalizzandomi su quelli tedeschi ed austriaci.

MARCO CAROLLO, Lima (Perù)

La formazione Ais è stata

fondamentale per inserirmi, tanto da diventare uno fra i più apprezzati sommelier peruvianiSono originario di Schio e le mie prime esperienze lavorative, dopo essermi diplomato all’istituto alberghiero di Recoaro, sono state nel mondo della ristorazione, seguendo mio fratello maggiore Paolo che di professione faceva lo chef. Ho lavorato prima al 5 Sensi di Malo per poi passare allo Statale 46 a Gisbenti di Valli del Pasubio, dove facevo il maître. Un giorno un cliente si rifiutò di farsi servire da me perché, diceva, non avevo alcuna esperienza col mondo dei vini. Era, scoprì poi, un selezionatore di

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L’Officina A.R.I.R. presente sul mercato dal 1968 è specializzata nell’ideazione, produzione e personalizzazione di secchielli, spumantiere, termobottiglie e accessori “Made in Italy” indispensabili per servire il vino, lo spumante o lo champagne.

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focusfocusvini dell’enoteca Pinchiorri. Questa cosa mi colpì a tal punto che il giorno dopo decisi di frequentare i corsi Ais della delegazione di Vicenza. Nel 2010 terminai i corsi e diventai così sommelier e nello stesso tempo anche titolare con mio fratello dello Statale 36. Spinto anche dal periodo di crisi che il mondo della ristorazione stava vivendo nel nostro paese, a marzo dell’anno successivo andai in Perù, dove da molti anni lavorava già mio padre Luigi nel settore dei laterizi. Lì ho conosciuto Jacqueline Rey, fondatrice e direttrice della prima scuola di sommelier e servizio di sala a Lima, che, vista la mia esperienza come sommelier, mi invitò a seguire la parte didattica dei loro corsi. Ho quindi iniziato a gestire i servizi come esterno per qualche azienda e in breve divenni direttore d’immagine d’area per vini e liquori della catena peruviana di supermer-cati alimentari del lusso Wong, parte del gruppo CencoSub, oltre mille negozi e 14 mila dipendenti sparsi fra Cile, Colombia, Argentina e Perù, di fatto la più grande cantina commerciale latinoamerica-na. Wong gestisce ben il 70% del mercato dei vini nel paese e per loro ho svolto il compito di somme-lier d’immagine e per gli abbinamenti anche dell’e-vento Expovino, una sorta di piccola Vinitaly, esperienza grazie alla quale ho potuto conoscere importatori ed enologi da ogni parte del mondo. Sono quindi diventato anche presidente dell’unione peruviana dei sommelier, che conta 300 associati come sommelier e più di 4000 appassionati. Qui in Perù negli ultimi sei anni si è vissuto un boom eco-nomico importante che ha fatto crescere enorme-mente il mercato del vino. E in questo i vini italiano stanno assumendo sempre una maggior rilevanza, seppur il mercato peruviano preferisca ancora quel-li argentini, cileni e spagnoli. Io collaboro con diversi importatori italiani e in qualche modo sto cercando tramite il mio lavoro da fare un po’ da ambasciatore del vino italiano. Devo dire che la mia formazione Ais è stata fondamentale per inserirmi in questo contesto, tanto che, senza esagerare, sono considerato uno fra i più apprezzati sommelier peruviani. Soprattutto sotto l’aspetto teorico, la qua-lità dell’insegnamento di Ais mi ha permesso di

www.cesariverona.it

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focus

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focusdistinguermi e di esaltare al massimo la mia profes-sionalità e sulla mia giacca è sempre presente il logo di Ais. Certo, anche le molte esperienze che ho vissuto in questi anni sono state importanti per la mia crescita professionale. Ho conosciuto molti vini diversi e ho potuto apprezzare realtà che da noi sono ancora poco note. Per il mio futuro voglio con-tinuare a fare ancora esperienza qui, e a breve partirò per Uruguay, Spagna e Sudafrica per dirige-re dei corsi di degustazione, ma il mio songo è quello di tornare in Italia ed aprire una mia enoteca dove io possa mettere in gioco tutta l’esperienza conseguita qui.

NICCOLÒ POLI, Londra (Gran Bretagna)

I sommelier di formazione Ais hanno un alto grado di riconoscimento a Londra e molti vantaggi in ambito lavorativoI primi approcci in sala li ho avuti nel 2010 quan-do, finito il liceo, ero alla ricerca di un lavoretto estivo. Ho trovato un posto come cameriere presso il Best Western Hotel di San Giovanni Lupatoto, dove il maître Giorgio Bonfante ha fatto crescere in me l’amore per la sala. Qui ebbi i primi assaggi di sommellerie, con piccole degustazioni e iniziando a

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focusproporre i primi abbinamenti ai piatti proposti. La passione per il vino l’ho ereditata da mio padre che ha una piccola cantina ma di qualità: dal Quintarelli al Dom Perignon, dal passito di Pantelleria al più classico dei Pinot Noir della Borgogna. Conseguito il diploma Ais ho iniziato a lavorare come assisten-te sommelier nell’enoteca di Eat’s di via Mazzini a Verona. Questa esperienza è stata per me un vero e proprio trampolino di lancio. L’amore per il vino è sempre stato legato a quello della scoperta, al viag-gio. Spinto da questo desiderio, ho deciso di affron-tare l’avventura all’estero, conscio delle mie poten-zialità, ma anche e soprattutto delle mie debolezze e della necessità di dover crescere a livello profes-sionale e personale. Ho inviato il curriculum alle più importanti enoteche londinesi, due delle quali mi hanno risposto fissandomi un colloquio e una mi ha assunto. Ad oggi, questa esperienza mi ha dato moltissimo dal punto di vista professionale: degu-stazione di importantissimi vini internazionali, contatti con clienti importanti, nuove modalità di servizio. La figura del sommelier in una città come Londra è molto apprezzata e ricercata, la formazio-ne Ais ha un alto grado di riconoscimento ed offre molti vantaggi in ambito lavorativo. Un sommelier Ais competente, con un minimo di esperienza e con una buona conoscenza della lingua inglese, non ha difficoltà ad inserirsi in una realtà lavorativa al di fuori del Bel Paese. Tuttavia, ho notato che se il conseguimento del diploma Ais può essere visto in Italia come un primo traguardo, all’estero è visto come un punto di partenza, certo molto vantaggioso, per proseguire negli studi. Nello specifico una qua-lifica WSET è considerata fondamentale per figure come Head Sommelier o Wine Manager. Il focus di questi corsi è prevalentemente legato al marketing e alla commercializzazione del vino, ma anche que-sti sono elementi conoscitivi fondamentali per un sommelier professionista. Nel futuro prossimo ho intenzione di continuare la mia esperienza lavorati-va londinese e completare gli studi WSET. Il mio sogno, però, è di lavorare per diverse aziende italia-ne, proponendo i nostri ottimi prodotti all’estero. Per ora è un sogno, domani chissà.

WANG YUAN, Pechino (Cina)

Nella mia attività di esportazione di vini italiani nel mercato cinese il corso Ais si è rivelato molto importanteSin dall’inizio del mio percorso professionale, mi sono sempre occupata di esportazioni dalla Cina all’Italia, così nel 2003 ho deciso di venire a vivere a Verona. Qui ho conosciuto meglio tanti prodotti italiani, molto interessanti e spesso unici al mondo, che possono avere un grande valore nel mercato cinese. Naturalmente quando sono arrivata in Italia ho iniziato a bere e diversi tipi di vino, imparando a conoscere colori e profumi e ad apprezzare gli abbinamenti con il cibo: per me è stata una grande avventura. Ad un certo punto sono venuta a sapere dell’esistenza dell’Ais e dei suoi corsi per diventare sommelier, quindi mi sono subito iscritta. Finora ho completato il 1° e il 2° livello, ho studiato con calma, anche se non è stato certo facile, a causa della differenza linguistica, soprattutto per i termini tecnici. Nel 2011 parlando con il mio ex-capo cine-se, un grande imprenditore intento ad esplorare nuovi business, abbiamo deciso di realizzare una collaborazione per portare i vini italiani nel merca-to cinese. Nell’affrontare questo compito il corso di formazione dell’Ais si è rivelato molto importante.

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focusQuando mi presento come un’allieva di Ais le per-sone mi danno più fiducia, soprattutto sulle valuta-zioni, le idee, i consigli che posso offrire sul vino. In Cina solo gli esperti conoscono bene l’Ais, non certo i consumatori finali. Il problema è che manca ancora una vera e propria cultura del vino, tanto che persino molti nostri importatori non possono definirsi davvero esperti del mondo enologico. E i consumatori ne sanno ancora di meno. Le loro valu-tazioni per la scelta di un vino riguardano gli aspet-ti legati alla provenienza, alla bellezza della botti-glia o dell’etichetta, oppure al costo. Non riescono a scegliere il vino per un giusto rapporto tra qualità e prezzo, non conoscono gli abbinamenti con il cibo. Ci sono, quindi, molte opportunità lavorative in Cina per i sommelier, sia con gli importatori che con gli hotel, i ristoranti o qualsiasi altro posto che sia in contatto diretto con i consumatori finali. Gli

unici corsi di formazione professionali simili all’Ais sono quelli organizzati per imparare a conoscere la grappa cinese fatta col riso. Ci sono anche alcune associazioni che fanno corsi di sommelier, ma non conosco di preciso come lavorano, anche se alcuni miei amici dicono che il corso può essere molto utile per coloro cui piace degustare e conoscere il vino. Grazie all’esperienza commerciale che ho fatto in passato vorrei provare a portare più prodot-ti italiani, anche di diversi settori, in Cina. Riguardo al vino i miei obiettivi sono innanzitutto quello di finire il 3° livello Ais e passare l’esame finale, poi di provare a presentare un maggior numero di can-tine italiane e vini di qualità in Cina, e quindi di diffondere in modo più capillare la cultura del vino in Cina: al riguardo, infatti, io e il mio partner cine-se stiamo organizzando un corso di sommelier in Cina, naturalmente con Ais.

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proprietà e 3 in affitto, e il supporto di 110 viticoltori che da lungo tempo confe-riscono le uve alla cantina. Numerosi vigneti sono compresi entro il triangolo d’oro Saccol, San Pietro di Barbozza e Santo Stefano. È questa la solida premes-sa, oltre ad un preciso lavoro in cantina, che con-sente a Ruggeri di offrire un Prosecco davvero “Superiore”. Nel corso del tempo l’apprezzamento del pubblico e della critica specializzata non è mai

mancato. Tra gli ultimi risultati conseguiti, pos-siamo ricordare che, dopo esser stata la prima cantina nella storia del Prosecco a vin-cere i Tre Bicchieri nella Guida Vini d’I-talia del Gambero Rosso nel 1997, la Ruggeri è tor-nata a vincere questo premio per ben quattro volte di fila, dalla Guida 2011 a quella del 2014, con il suo Giustino B.,

Un vero e proprio museo con vecchie viti centena-rie. L’idea è di Ruggeri, la prestigiosa cantina fondata nel 1950 da Giustino Bisol, che ha voluto con questo piccolo gesto con-tribuire a preservare nel tempo la molteplicità dei profumi e dei sapori che hanno marcato, nel tempo, la storia di Valdobbiadene. Un’azienda storica del ter-ritorio della Docg, in cui il fondamento qualitativo di tutto è sempre stato la vendemmia: 12 ettari di

Un vigneto museale

per Ruggeri

dedicato al fondatore. Nell’ultimo agosto Monica Larner, nella prestigiosa rivista internazionale Wine Enthusiast, assegnandogli 91 punti scrive che “può ben essere ritenuto il migliore Prosecco reperi-bile sul mercato”.Un vino molto particolare, esclusivo di Ruggeri, è proprio il Vecchie Viti, prodotto in sole cinquemi-la bottiglie l’anno, e rica-vato unicamente dalle uve di viti con un’età compresa tra i 90 e i 110 anni, veri monumenti vegetali. Da questa passione è nata l’i-dea per la preservazione del patrimonio genetico delle vecchie viti di Valdobbiadene. Per far ciò sono state messe a dimora barbatelle innestate col legno prelevato da antichi esemplari, punto di arrivo di un progetto nato in col-laborazione con il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e con Veneto Agricoltura. Mettendo a frutto le osser-vazioni sul campo sono state selezionate 57 Prosecche, 3 Perere, 3 Bianchette e 6 Verdise: tutte piante con oltre 100 anni di venerabili patriar-chi che ancora, ogni anno, producono splendidi grap-poli dorati. Per ogni bioti-po sono state piantate 3 viti, con gemme innestate su piede americano, crean-do così una piccola colle-zione, un vero e proprio “vigneto museale”. Salvaguardare la biodiver-sità ha un evidente valore in sé ed è anche di fonda-mentale importanza per contrastare la crescente omologazione dovuta al comune impiego di barba-telle fornite dai grandi vivai. Oggi la Ruggeri,

l e a z i e n d e i n f o r m a n ol e a z i e n d e i n f o r m a n o

Vit i centenarie per preservare i l patr imonio genetico e la stor ia enologica di Valdobbiadene

condotta da Paolo, Giustino e Isabella Bisol, produce poco meno di un milione di bottiglie, ven-dute per metà in Italia e per il resto in oltre 40 paesi: ultimo mercato rag-giunto il Kazakistan. Oltre ai mercati tradizionali, anche l’Oriente va assu-mendo una sempre mag-giore importanza, e di recente Ruggeri ha siglato un accordo di fornitura con l’importante catena di hotel superlusso Shangri-La, e il prossimo 5 dicem-bre, nella splendida corni-ce del Golden Circle Vip Customers dell’Island Shangri-La di Hong Kong, Ruggeri sarà ambasciatore dell’Italian Living Style, assieme a marchi di asso-luto prestigio come Bulgari e Lamborghini.

30 il Sommelier Veneto • 04/13

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Notizie, avvenimenti, curiosità dalle delegazioni territoriali venete Pagine

AIS

AIS

BELLUNO Corsi e gruppo servizi, le priorità • Vini

bellunesi, cresce in qualità • La storia del Raboso

PADOVA Spumeggiante Pinot nero • Pinot neri a

confronto • Grandi vini per grandi formaggi ROVIGO

Cucina veneta nel mondo • Bollicine, che passione

TREVISO Friuli, terra di vinI • Un grazie dal 51°

Stormo • Nella terra del Prosecco VENEZIA

Supertuscan e tradizione a confronto • Il Madeira ieri

e oggi VERONA Ad ogni cibo la sua birra • SO2

free: la nuova frontiera • I vini bianchi della Galizia

VICENZA Pinot nero, un vino che divide31

l e a z i e n d e i n f o r m a n ol e a z i e n d e i n f o r m a n o

creo
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32 il Sommelier Veneto • 04/13

pagine AISBELLUNO

BellunoDelegato Roberto Ferroc/o Ristorante La Buona Tavola 2 Via Martiri del XIV Settembre 1944, 2432100 BellunoTel./Fax 0437/[email protected]

»

Un anno, il 2013, portato a termine con molte soddisfazione. In primis i corsi di qualificazione, che pur con notevole contrazione, hanno coinvolto comples-sivamente ottanta allievi. Circa due-cento associati, che per la piccola

realtà della nostra delega-zione è sempre un buon numero. Tempo di bilanci

“di Roberto Ferro

Corsi e gruppo servizi, le priorità

e di ringraziamenti a coloro che con-sentono al nostro sodalizio di funziona-re al meglio. Un grazie dunque al Gruppo Servizi, che con la sua respon-sabile Nicoletta Ranzato, si è fatto apprezzare a Cortina con le ottime pre-

stazioni a Vino Vip e GustoCortina. Indispensabile, poi, l’apporto fornito dai direttori dei corsi, Angela Rech, Massimo Ballotta e Claudio Garna, che offrono un servizio di qualità. Un gra-zie sentito infine a Cesare Saviane e a

quanti con lui (degustatori ufficiali e sommelier) hanno allestito il padiglione Ais alla XIII edizione di “Sapori italia-ni” e al IX Concorso enologico. Auguri a tutti voi e un arrivederci al prossimo anno, subito in pista, in tutti i sensi, con la IV Coppa regionale di sci alpino ad Auronzo di Cadore il 31 gennaio e 1° febbraio. •

Un 2013 ricco di successi e subito in pista per un nuovo anno con molti appuntamenti al top

ENOGASTRONOMIA BELLUNESE SU RETE4 di Mario De Pra

Lo scorso novembre Rete4 ha girato a Feltre la trasmissione “Ricette all’italia-na” con Davide Mengacci. Cornice la splendida Piazza Maggiore, con riprese itineranti nella provincia di Belluno di Michela Coppa, che ha visitato Sospirolo, Feltre, Cesiomaggiore e il museo di Serravella, facendo tappa nella valle del Mis, in Val Canzoi, al centro di educazione ambientale del Parco “La Santina” e al centro culturale Piero Rossi del Capoluogo. Oltre alle bellezze architettoniche dell’antico borgo della Feltre antica, sono state presentate le eccellenze del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Dai formaggi del Consorzio Piave Doc e della Latteria di Camolino al fagiolo gialet, dal miele al pom prus-sian di Faller, le fragole di Sospirolo e soprattutto i vini. E’ stato Roberto Ferro a presentare due delle realtà vinicole presenti nel territorio del Parco. L’azienda Pian delle Vette di Massimo Rossi con i suoi Ampelusia da uve tra-miner, chardonnay e incrocio Manzoni, il Selvarech da uve teroldego e pinot nero, il Croda bianca spumante da uva bianchetta ed il Granpasso da uve terol-dego. La cantina De Bacco, di Marco e Valentina di Seren del Grappa, ha pre-sentato il Vanduja da uve pavana e tre-visana nera, il Jenia da uve incrocio Manzoni e chardonnay ed il Cuss da uve merlot.

IN TELEVISIONE

Il delegato di Belluno, Roberto Ferro, presenta i vini su Rete4

Sommelier bellunesi con il presidente regionale Eddy Furlan

Consegna del diploma di partecipazione al concorso “Risotto del sommelier” all’azienda De March

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Con la Festa dell’uva di Fonzaso si è aperta la sessione degli appuntamenti autunnali. L’impegno dei sommelier si è concentrato nell’allestimento del con-corso abbinato alla Festa dell’uva di Fonzaso a cui quest’anno sono stati ammessi solo i vini delle aziende che sottostanno ai disciplinari, con bottiglie etichettate. Ventuno i campioni sotto-posti ad esame. Per la categoria spu-manti il primo premio se l’è aggiudicato l’azienda De Bacco con il Metodo clas-sico Rosé da Pinot nero. Pian delle Vette ha vinto il primo premio, sezione vini bianchi, con il Traminer e anche quello della categoria rossi con Granpasso. La premiazione è stata pre-ceduta dalla relazio-ne del sommelier Flavio Bin, docente all’Istituto agrario Antonio Della Lucia di Vellai di Feltre. Bin ha evidenziato come in questi anni, anche grazie all’Ais, la qualità si è innal-zata lavorando, soprattutto, nel rispetto della natu-ra, con attenzione negli impianti vitivi-nicoli e, contestual-mente, rinnovandosi in cantina. Alle antiche varietà autoctone o territo-riali, come la bian-chetta e la trevisana

“di Mario De Pra

Alla Festa dell’uva di Fonzaso il concorso vinicolo mette in mostra l’impegno e l’eccellenza raggiunti da alcuni produttori bellunesi

Vini bellunesi, cresce in qualità

nera, si sono aggiunte quelle interna-zionali, come merlot, chardonnay, tra-miner e teroldego. Quindi una strada tutta in salita per questo manipolo di coraggiosi vignaioli, che davvero hanno saputo portare i loro vini ad un livello che non teme confronto con le vicine realtà vinicole di Veneto e Trentino. Agricoltura quasi eroica la loro, sia per le tipologie di terreno, sia per le condi-zioni atmosferiche spesso avverse. Nella tabella sono stati indicati i primi due vini, risultati con il maggior pun-teggio, per ciascuna categoria, metten-do tutti gli altri sullo stesso piano, per-ché davvero ognuno di loro meriterebbe una menzione. •

pagine AISBELLUNO

Spumanti 1° Pinot Nero M.C. (12,50%) - De Bacco 2° De Bacco - Spumante 2011

(11,50%) - Saca Bianchetta - De Bacco Cilà Bianchetta Frizzante (11%) - De Bacco Bianco Gentile Bianchetta 2012

(11,50%) - Vieceli

Bianchi 1° Traminer (13%) - Pian delle Vette 2° Traminer 2012 Tilio (13%) - De Bacco Chardonnay Pinot Nero San Micel

(12,5%) - Vieceli Chardonnay 2012 (12,5%) - De March Chardonnay 2012 Griss (13%) - De Bacco Chardonnay 2012 Jenia (13,5%) - De Bacco Müller Thurgau Traminer San Micel

(12,5%) - Vieceli Incrocio Manzoni 2012 Gijo (14%) - De Bacco Sauvigno 2012 (11%) - Andrighetti

Rossi 1° Gran Passo 2010 (13%) - Pian delle Vette 2° Cuss 2012 (13%) - De Bacco Rosso Gentile 2012 (12%) - Vieceli Cabernet 2012 (12%) - Vieceli Nero Gentile Barrique 2010 (12%) - Vieceli Nero Gentile Barrique 2009 (12%) - Vieceli Cabernet Barrique 2009 (12,5%) - Vieceli Vanduia 2012 (13%) - De Bacco

I VINI DEL CONCORSO

Consegna del premio all’azienda De Bacco

Consegna del premio all’azienda Pian delle Vette

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Prosecco millesimato brut Cuvée del fondatore. Uve prodotte a Colbertaldo e Guja, nella zona storica della Docg.

Nina 2011, da uve Incrocio Manzoni 6.013. Surmaturate in vite. Luminoso, elegante, complesso, persi-stente, con note di frutta esotica in un bell’equilibrio.

Marinò 2010. Un blend da uve raboso appassite per il 30%, 50% merlot e 30% cabernet sauvignon. Rosso rubino intenso, ciliegia, prugna e poi spezie da affinamento in barrique e ancora cuoio e viola in questo importante rosso.

Raboso “Sangue del diavolo” 2009. Di notevole struttura esprime la territo-rialità e la tipicità di questo vino.

Raboso “Notte di luna piena”. 30% di uve appassite in fruttaio, 70% affi-nato per 36 mesi in botte grande e 30% in barrique per 24 mesi. Struttura, eleganza e tannini poderosi, esprime sentori di mora, di marasca, cannella cuoio e tabacco. Sarà il futuro Malanotte Docg.

I VINI DEGUSTATI

Nella campagna trevigiana, tra Conegliano e Oderzo, in prossimità del Piave, le viti fanno bella mostra di sé. Angoli di storia antica si scorgono qua e là, come nella frazione Rai del comu-ne di San Polo di Piave, dove una torre immersa nella vegetazione è ciò che rimane del grande castello del X secolo e vicino, ancora intatta, la chiesetta del Carmine del XIV secolo. Qui ha sede l’azienda agricola Ca’ di Rajo della famiglia Cecchetto, visitata per una lezione tra vigne e cantina dagli allievi del primo corso di Auronzo di Cadore. Simone Cecchetto li ha accompagnati tra i moderni impianti, ma anche negli antichi sistemi di allevamento della vite a bellussera. Ha raccontato di que-sta terra e della sua azienda, del Raboso soprattutto, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, forse in epoca preromana, ma sicuramente riconosciu-

“di Mario De Pra

Visita studio a Ca’ di Rajo, l’azienda di San Polo di Piave nel cuore della Docg del Piave, tra storia e innovazione

La storia del Raboso

to ed esportato dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Vino difficile da gestire, che oggi, grazie al lavoro svolto da alcuni produttori, in partico-lare dalle due famiglie Cecchetto, sta riconquistando prestigio. L’apice è stato raggiunto con il riconoscimento della Docg “Borgo Malanotte”, che racchiu-de in sé l’importanza e la bontà di questo autoctono. Appassimento di parte delle uve Raboso e un attento lavoro in vite, oltre ad innovativi siste-mi di vinificazione, sono alla base di questo successo. Simone Cecchetto lo descrive con passione, affermando che la sua azienda non vende solo vino, ma anche il territorio. E’ seguita la degustazione con un interessante scambio di vedute tra l’imprenditore e gli allievi decisamente soddisfatti della lezione. •

I sommelier Ais con Simone Cecchetto, al centro

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Briosa la serata “Degustare e Incontrarsi”, lo scorso settembre. Protagoniste sette importanti aziende italiane e francesi, ambasciatrici nel mondo delle amate bollicine. Eddy Furlan, presi-dente di Ais Veneto, ha presentato i quattro terri-tori di elezione: Oltrepò Pavese, Franciacorta, Trento Doc e Champagne. Con passione, estrema cura e professionalità, ha ricordato come terroir, tecniche colturali e di cantina, l’attenta spuman-tizzazione con rifermentazione in bottiglia e i segreti più celati dello Chef de Cave, consentano ad un vitigno difficile come il Pinot nero di esal-tare forza ed eleganza. In apertura l’Oltrepò Pavese dell’azienda Travaglino con il M.C. Millesimato “Montecérésino Cruasé” Brut (100% Pinot nero). Cruà era l’antico nome del vitigno/vino per eccellenza prodotto in questa zona verso il 1700, migliore espressione storica del rapporto vino-territorio. Il Consorzio ha lavorato a lungo sul concetto “naturalmente rosé” poiché fino ad allora si usava creare cuvée da uve bianche e rosse, da mosti o da vini. Unendo le espressioni cruà e rosé ne nacque il cruasé e Travaglino, con

“di Beatrice Bozzolan

Sette etichette, italiane e francesi, testimonial nel mondo delle migliori bollicine

Spumeggiante Pinot nero

una breve macerazione di 18-24 ore sulle bucce per estrarre le sostanze polifenoliche e una sosta sui lieviti di 24 mesi, ha saputo creare un rosé di carattere: i piccoli frutti di bosco come la fragoli-na selvatica, il lampone e la mora e i sentori di lievito di birra si esaltano, grazie anche al suolo bruno-calcareo, argilloso, marnoso e arenario che ne garantiscono la tipicità. Passiamo in Franciacorta (decisamente più vocata allo Chardonnay che al Pinot nero) e al lago d’Iseo con la Gran Cuvée Prestige Rosé di Casa Caligola (100% Pinot nero), dove Paolo Perin ci ha antici-pato la presentazione del nuovo spumante “Beluga”. Altra espressione di questa terra è l’a-zienda Ronco Càlino con il suo Rosé “Radijan” (100% Pinot nero selezionato in Champagne e Borgogna). Due Franciacorta dal color rosa tenue, fine e delicato. Ci sostiamo in Trentino, prima alla Maso Martis col suo Brut Rosé e il suo responsabile commerciale Gianni Lazzaretto, poi da Ferrari con il Perlé Nero Extra Brut, vinificato in bianco, che sosta almeno 6 anni sui lieviti, con un intenso sentore di mele cotte e vaniglia, spic-cate note di pasticceria, lievi accenni di maggio-rana e un’avvolgente cremosità al palato. Si spo-stiamo nella terra dello Champagne, precisamen-te a Bouzy, dove il Gran Cru “Carte D’Or” di Herbert Beaufort ci ha regalato un elegante color

pagine AISPADOVA

PadovaDelegato Bruno Maniero Via Malachin, 5 35031 Abano Terme (PD)Tel./Fax 049/812038Cell. 333/[email protected]@aisveneto.it

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giallo paglierino intenso, delicati sentori di fiori bianchi freschi dalle decise note fruttate di pesca, mela matura e frutta secca. Chiude lo Champagne Thiénot 2006 “Cuvée Garance” Brut Blanc de Rouge. Un Pinot noir in purezza che proviene dal grand cru Ay e vinificato in bianco. Marchio inconfondibile di questa terra è da sem-pre il suolo calcareo-gessoso e le grandi escursio-ni termiche che donano grande mineralità e fre-schezza gustativa. Cornice dell’evento, il risto-rante “Rifugio Monte Rua” di Torreglia dei colle-ghi Carlo Tognazzo e Daniele Pagiaro che ci

hanno preparato un risotto di porcini e zucca, abbinati al Biancone dei Colli Euganei Doc dell’azienda agricola bio-logica “Alla Costiera”. •

GRAZIE A TUTTI di Bruno Maniero

Il 2013 è stato un anno ricco di soddi-sfazioni e con grandi eventi messi in scena assieme a magnifici attori che abbiamo saputo coinvolgere. Un grazie di cuore ai colleghi del direttivo per la continua e fattiva collaborazione, al Gruppo servizi per i servizi prestati a scopi benefici, ma soprattutto per il sup-porto a “Docg Eccellenza italiana nel mondo”, punta di diamante dei nostri eventi. Grazie ai corsisti speranzosi, ai giovani e meno giovani colleghi, ai diret-tori dei corsi Ivana e Romanato, agli assistenti ai corsi Caterina, Manuela, Alice, Renzo, Massimo, Igino, Rossano, Giorgia, Silvana, Stefano, Donato, Maria Cristina, Beatrice, Andrea e Marco. Un sere Natale e un prospero 2014.

DAL DELEGATO

Da sinistra Gianni Lazzaretto, Eddy Furlan e Bruno Maniero

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“I grandi Pinot neri europei a con-fronto, lo scorso 14 novembre al Ristorante la Bulesca di Rubano. Paola Tonello, Martin Franck e Roberto Gardini ci hanno intratte-nuto in un viaggio affascinante su questo importante vitigno e sul suo prezioso vino che mai svela al primo incontro tutti i suoi segreti. A con-fronto nove Pinot neri: tre dalla Borgogna, da sempre terra di Pinot noir, altrettanti Spätburgunder dalla Germania e tre italiani. Gardini ci parla della Francia. Dalla fine degli anni Settanta i terreni in Borgogna subiscono un notevole impoveri-mento per l’uso smodato di pesticidi e sostanze chimiche. La Côte de Nuits, una delle cinque zone vitivi-nicole della Borgogna, con il suo

“di Caterina Rita Barbera e Marco Dal Prà

Tre relatori per nove grandi etichette provenienti da Francia, Germania, Italia, ciascuna con la propria personalità e peculiarità

Pinot neri a confronto

terreno ricco di calcare e sassoso, offre al Pinot nero possibilità di crescita e sviluppo ottimali. In quel-le zone esistono vitigni di oltre 70 anni. I vini sono longevi: riposano in cantina spesso oltre dieci anni, affinando i loro sentori fruttati, flo-reali e vinosi e sfoggiando colori che variano dal purpureo al viola-ceo. Esprimono tannini di estrema eleganza, che se in un vino giovane manifestano una certa spigolosità al tatto, negli anni diventano rotondi in bocca, si distendono e avvolgono di piacere tutto il palato. Vini che dopo quattro anni non sono ancora ben equilibrati con quella marcata freschezza che li sosterrà ancora per anni, ma che esprimono già note speziate ed eteree, sentori di cuoio

e note ani-mali e non m a n c a n o frutti rossi sotto spiri-

to, cacao e vaniglia. L’euforia di gioventù in un vino che già affasci-na per la sua maturità di sensazioni. Anche i Pinot neri dell’Alto Adige mostrano struttura complessa e corpo robusto, con tannini che anche per le annate del 2009 si presentano ancora spigolosi, ma importanti ed eleganti, in evoluzio-ne, supportati dalla grande acidità. Vini con lunga persistenza gusto-olfattiva con finale di piccoli frutti rossi in confettura, che lasciano al palato belle sensazioni. Martin Franck ci illustra il Pinot nero in Baden, Pfalz e Rheinhessen e ci confida che il prodotto viene venduto ancor prima della vendem-mia e talvolta bisogna attendere due o tre anni per avere il vino che si è prenotato. Molte aziende di grande tradizione hanno puntato sulla pro-duzione biodinamica e godono di un posto importante nel panorama

Da sinistra Bruno Maniero, Roberto Gardini, Paola Tonello e Martin Franck

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“di Silvana Tavaglione

Tutto esaurito per la serata dedicata agli abbinamenti vino-formaggi curata dalla delegazione padovana a Torreglia

Grandi vini per grandi formaggi

Serata spettacolare per le nostre papille gustative, lo scorso novembre, con “Grandi formaggi e grandi vini” all’Antica Trattoria Ballotta, a Torreglia. All’ingresso, il delega-to Bruno Maniero ci accoglie con un grande benvenuto, soddisfatto per la grande affluenza. Immancabili Ivana Toma e Alberto Romanato, uno dei nostri direttori di corso, e i colleghi Donato, Stefano, Giorgia e Rossano che ci accolgono con un caloroso benvenuto. E’ bello partecipare a questi eventi, puoi liberamente commentare le tue sensazioni e continuare a imparare: il sommelier è come un vecchio saggio, più ci si sta accanto e più si impara.Dopo un aperitivo dei Colli Euganei, apre la serata il maître fromager Enrico Panzarasa, che con linguaggio chiaro, ci racconta i formaggi che degusteremo affiancato, per gli abbinamenti dei vini, da Bruno Piccioni. Il primo assaggio è il Brillat-Savarin Vignelait, una delizia di latte vaccino tripla crema abbinato a un Saten Franciacorta 100% chardonnay di Casa Caligola. Un’esplosione di gusti e sensazioni invade i nostri palati. A seguire il Provolone del Monaco Dop, che, per fregiarsi della deno-minazione d’origine protetta, deve essere prodotto con almeno il 20% di latte di vac-che Agerolesi. E’ stato annaffiato con Pietracalda Fiano di Avellino docg dei Feudi di San Gregorio. Altra degustazione un Cabrioulet Francia Pirenei latte di capra abbinato a un Sauvignon de La Tour 2012

Villa Russiz. Quarto formaggio, dalla Lombardia, il caprino Brouchon allo Zafferano abbinato al Nussbaumer Gewürztraminer 2011 della cantina Tramin. Si passa a un Monte veronese di malga Dop veneto, prodotto esclusivamente con latte vaccino crudo nelle malghe dei Monti Lessini, abbinato all’Amarone della Valpolicella Classico doc 2008 di Tommasi Viticolori. Penultimo formaggio un Rey Penaer Vsop 24 mesi, una versione origina-le e particolarmente affinata del classico Gouda, il formaggio olandese per eccellen-za, abbinato a un Chianti Classico riserva docg Carpineto, uno dei grandi vini di Toscana. Ultimo formaggio un Blue Stilton Dop, prodotto esclusivamente nel cuore dell’Inghilterra con latte vaccino intero. E’ stato abbinato a un Marsala Superiore riser-va 1985 dop Ambra semisecco delle

Cantine Pellegrino. Per finire un risotto “Ricco alla Padovana” abbinato al Pas Dosè Riserva Fongaro. E vorrei conclu-dere con la frase che più mi ha colpito: “il formaggio è vivo come il vino”. •

mondiale. “Il confronto fa crescere il territorio e fa crescere il vino”, sottolinea Paola Tonello, mettendo in evidenza il fatto che i vari viticol-tori della Renania si stimano e si supportano a vicenda. I terreni con-tinentali di Germania competono con onore con i grandi Pinot neri francesi della Borgogna e ci si chie-de come noi italiani possiamo pri-meggiare nel mercato dei Pinot. Secondo la Tonello serve competiti-vità e serietà che in questo momen-to mancano, come manca la conti-nuità, preferendo seguire le mode piuttosto che la tradizione. E’ importante comprendere che è nostro compito richiamare e acco-gliere nel miglior modo chi giunge nel nostro paese per scoprirne cul-tura, gastronomia e arte. Gardini sottolinea la differenza tra i Pinot neri francesi e tedeschi. Per i primi il carattere è giocato sull’affinamen-

to in legno e sulle tosta-ture mentre i Pinot della Renania esprimono la loro forte personalità, valorizzando in modo sorprendente la nota varietale. Bella vigoria e impostazione del vino in cantina con una vinifi-cazione che rispetta il frutto, sono ancora carat-teri che contraddistin-guono i Pinot neri di Pfalz, Renania e Baden.Quante emozioni suscita

questo vino. Già il suo colore rubi-no, violaceo a volte, che nel tempo vira verso il granato, limpido e tra-sparente come non ci aspetteremmo in un rosso longevo, ancor prima che lo abbiamo portato al naso e ne abbiamo assaporato tutti gli aromi e le papille e il naso ne percepiscano il nettare, ci ricorda un gioiello ele-gante, un rubino prezioso nel nostro bicchiere. •

Bruno Piccioni, a sinistra, con Bruno Maniero

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A Ca’ Cappello di Porto Viro, nella casa dei Polesani e Veneti nel Mondo, si sono ritrovati quindici discendenti di emigrati veneti provenienti da Argentina, Uruguay, Brasile, Australia e Sudafrica. Obiettivo, approfondire la conoscenza dei prodotti alimentari tipi-ci del Veneto. E’ loro intenzione, infatti, aprire dei ristoranti dove poter mangia-re “alla veneta”. Non più ristorante italiano, dunque, ma ristorante veneto. Fa riflettere, in questa epoca di globa-lizzazione dei gusti, che ci siano perso-ne che desiderino riproporre la cucina dei loro avi. Un corsista, proveniente dal Sudafrica ma che gestisce anche un ristorante a Londra, faceva notare che non esiste una cucina italiana e che i numerosi ristoranti italiani di fatto non sono che un sincretismo delle varie

“di Renato Maggiolo

Un interessante corso di enogastronomia e cucina veneta tenuto dai sommelier Brancaleoni e Maggiolo e rivolto ad oriundi provenienti da tre continenti

anche su cereali, pollame, pesce, salu-mi, i tagli di carne “povera” e i formag-gi. Si è convenuto sull’improponibilità di importare dall’Italia gli alimenti, se non qualche salume e formaggio, e di produrre in loco i prodotti. Il vero e proprio corso di cucina veneta consisteva nella metodologia di elabo-razione dei prodotti. Le lezioni pratiche di cucina sono state tenute da Eros Veronese, che ha puntato soprattutto nella pasta fatta in casa. Dante Brancaleoni ha illustrato le varie tipo-logie di vino italiane e venete, la scien-za dell’abbinamento cibo-vino e le tec-niche di servizio. L’esame organolettico dei vini è stato l’argomento più appas-sionante e il numero uno di Ais Rovigo ha dovuto scompaginare il programma per accondiscendere alle richieste di approfondimento dell’esame visivo, olfattivo e gustativo. Interessantissime per i corsisti le visite al mercato di Lusia, all’orto didattico, alla cantina Borin sui colli Euganei, al mercato del pesce di Contarina e allo stabulario di Scardovari. Dalle 17 in poi anche visite alle opere d’arte di Chioggia, Rovigo, Adria, Fratta, Pomposa, qualche giro in barca in mezzo ai canneti delle valli e qualche cena di pesce. Commovente fino alle lacrime, una sera, sentir can-tare tutti i corsisti sudamericani

“Merica, Merica. Cossa sarala sta Merica...” in lingua veneta di inizio Novecento. Se la nostra ristorazione continua così, tra qualche anno, per poter mangiare autenticamente vene-to si dovrà andare in Brasile o in Argentina. •

cucine regionali. Meglio quindi ritorna-re all’autentica e originale cucina regionale che per loro significa veneta. Si sono immersi per ben venti giorni, senza un giorno di pausa, nello studio della cucina veneta che significa anche ingredienti, metodologie tradizionali di cottura, storia. Tutor Marco Di Lello, vicepresidente dell’Associazione Polesani nel Mondo, insegnanti il dele-gato Ais di Rovigo, Dante Brancaleoni, Renato Maggiolo, sommelier ed esperto di agroalimentare, e lo chef Eros Veronese. Maggiolo ha introdotto i cor-sisti nella storia degli alimenti tradizio-nali, soprattutto quelli ortofrutticoli. Essendo grandi consumatori di carne, è stato, quindi, opportuno differenziare al massimo la proposta del menù. Focus

RovigoDelegato Dante Brancaleoni Via Carducci, 11345027 Trecenta (RO)Tel./Fax 0425/701307Cell. 335/[email protected]@aisveneto.it

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Cucina venetanel mondo

Da sinistra Eros Veronese, Marco di Lello, Dante Brancaleoni e Renato Maggiolo

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pagine AISROVIGO

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Rilassandosi con un aperitivo, durante una buona cena o per un brindisi importante, per accompa-gnare un momento di festa o semplicemente per-ché le “bollicine” sono sempre più amate da chi apprezza un buon calice di vino. I consumi in continua crescita, soprattutto grazie alle richieste del mercato internazionale, lo confermano. Sempre duttili, anche con le nuove tendenze del gusto, gli spumanti con facilità si accompagnano a diversi tipi di preparazioni culinarie, come alle splendide e freschissime materie prime della nostra tradizione gastronomica.Un recente sondaggio online sul consumo di spumanti, commissionato dal Consorzio Tutela Vini Lessini Durello in collaborazione con l’Ais e condotto su un campione di 700 esperti e appas-sionati, ha evidenziato un dato molto interessan-te: cresce l’attenzione e la ricerca verso uno spumante “alternativo”, ossia ottenuto da uve autoctone prodotte in territori a denominazione. Sempre più spesso la carta dei vini dei ristoranti propone etichette e realtà già conosciute, ma il consumatore esperto desidererebbe assaggiare qualcosa di diverso.Gli spumanti prodotti secondo il metodo classico sono quelli che sanno esprimere al meglio carat-teristiche quali struttura e complessità, finezza del perlage ed eleganza. Ma la qualità di una base spumante dipende da vari fattori: vitigno, terroir, maturazione dell’uva e tecnica di vinificazione. Tradizionalmente i vitigni più vocati sono quelli internazionali, come chardonnay pinot nero e pinot bianco, che danno ottimi risultati in molte aree d’Italia.

“di Emanuela Pregnolato

Otto spumanti per otto vitigni italiani scelti da Michele Ridini, provenienti da Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche

Bollicine, che passione

La delegazione di Rovigo, lo scorso 4 ottobre, nell’elegante contesto di Corte Frassino a Villadose, ha voluto proporre una degustazione di spumanti Metodo Classico ottenuti da uve diverse e che rispecchiassero territorio, storia e tradizio-ne della nostra penisola. Numerosi sono, infatti, in Italia i vitigni che una volta vinificati, rifer-mentando poi in bottiglia, maturando lentamente a contatto con i lieviti, sanno raccontare l’identità di un territorio e ciascuno con proprie caratteri-stiche espressive. Questo per far scoprire quanto la piacevolezza delle tanto amate “bollicine” si possa assaporare anche grazie a quei vitigni che trovano la loro collocazione ideale proprio nel nostro Bel Paese.Gli spumanti degustati sono stati: Prie Blanc Extra Brut di Cave du vin Blanc de Morgex et de La Salle, grande freschezza con splendide sensa-zioni minerali; Lessini Durello millesimato 2006 di Marcato, 60 mesi sui lieviti, miele, burro, pan di spagna, complesso e cremoso; Ribolla gialla Sinefinis, lieviti e frutta fresca; Erbaluce di Caluso Brut Cuvée tradizione di Orsolani, fini sentori di erbe aromatiche e crosta di pane, decli-nati con squisita classe ed eleganza; Cortese di Gavi Brut di Soldati La Scolca, persistente e complesso il corredo di aromi che elegantemente disegna una corrispondenza tra olfatto e gusto. E ancora Spergola Ca’ Besina di Casali, corpo e struttura con interessante profilo minerale;

Friularo di Dominio di Bagnoli, vivace e fragrante; Verdicchio Madreperla Gran Cuvée Brut di Moncaro, percepibile il grande corpo conferito dall’aliquota di Montepulciano presente, ottima freschezza e sapidità.I partecipanti sono stati coinvolti nella degustazio-ne con l’invito a compilare una sintetica scheda di valutazione, attribuendo anche un punteggio a cia-scun vino, corrispondente al grado di piacevolezza dello spumante degustato. Il Cortese di Gavi di Soldati La Scolca è stato unanimemente il vino più apprezzato, seguito a breve distanza dal sontuoso Durello di Marcato, l’elegante Erbaluce di Orsolani e il Prie Blanc con la sua squisita freschezza. Come di consueto è seguita la parte conviviale, che ha consentito di scambiare impressioni e pareri, soprattutto perché le realtà rappresentate dai vini assaggiati non sono a volte le più conosciute, trat-tandosi in alcuni casi di prodotti non sempre facil-mente reperibili sul mercato. E anche in questa serata è stato confermato l’interesse e l’apprezza-mento per uno “spumante alternativo”, interesse che suggerisce di proseguire su questo sentiero, perché molte altre sono le alternative nel vastissi-mo panorama ampelografico italiano.La serata è stata arricchita dalla presenza del produttore del Lessini Durello, il signor Marcato, e la degustazione, guidata dal delegato Dante Brancaleoni e da Gianvittorio Fenzi, ha coinvolto con passione la folta platea. Non sono mancati gli apprezzamenti per Michele Ridini, membro della delegazione di Rovigo, che si è dedicato alla ricer-ca e alla selezione di questi vini, per proporre otto espressioni di diverse tipicità che, oltre ad essere autentiche, contribuiscono a non uniformare il gusto e ad ampliare le possibilità di scelta. •

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Viaggio studio in terra friulana, lo scorso 19 ottobre. In visita a due aziende situate in aree a grande vocazione vitivinicola: i Colli orientali e il Collio. La prima sosta è stata a Butrio, presso la cantina del Conte Attimis. Siamo stati ricevuto dal conte Alberto che ci ha condotti fra le vigne, fra cui quella più storica di Picolit, e quindi, in cantina. In questo scenario incantevole abbiamo ricevuto una cordia-le e splendida ospitalità. L’altra azienda che abbiamo visitato è stata l’omonima cantina dell’amico Roberto Picéch. Un’altra bella realtà di queste terre dove si possono abbracciare le frontiere

“di Arno Galleazzi foto di Ferdinando Trevisan

In visita all’azienda Attimis e Picéch, due realtà emblema della loro terra

Friuli, terra di vini

pagine AISTREVISO

TrevisoDelegato Arno Galleazzi Via Cirenaica, 1331100 TrevisoTel./Fax 0422/[email protected]

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dell’est. Famiglia di fieri viticoltori, i Picéch abitano dal 1920 la collina di Pradis e nel 1963 hanno acquisito la pro-prietà delle vigne. Dal 1989 Roberto conduce l’azienda, precedente-mente impostata dal padre Egidio, detto “il Ribel”, e dalla madre Jelka. Accompagnati dai caldi colori autunnali e da una splendida giorna-ta di sole, siamo rientrati arricchiti di nuove cono-scenze. •

Il delegato di Treviso Arno Galleazzi con il conte Alberto Attimis

Nell’azienda di Roberto Picéch

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pagine AISTREVISO

Lo scorso 8 ottobre la mensa degli ufficiali dell’aeroporto militare d’Istrana, gestita dal nostro sommelier Alberto Tarantino, ha ospitato un appuntamento fortemente voluto dal delegato Arno Galleazzi. Obiettivo di questo atteso momento conviviale, ringraziare i sommelier che compongono il Gruppo Servizi per la loro sempre disinteres-sata disponibilità. La serata è stata arricchita dalla presenza di un carissimo amico, il gior-nalista Giampiero Rorato, che grazie alla sua dialettica e conoscenza dell’enogastrono-mia a tutto tondo, ha lasciato nei presenti grande ammira-zione. Un particolare ringra-ziamento a Giampiero per aver accettato il nostro invito. Grazie anche a tutti i nostri ospiti, al comandante del 51° Stormo, Mauro Lunardi, al presidente Ais Veneto, Eddy Furlan, ed al past president Dino Marchi. •

“di Arno Galleazzi foto di Ferdinando Trevisan

Un grazie dal51° StormoAll’aeroporto militare di Istrana un omaggio ai sommelier del Gruppo Servizi

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pagine AISTREVISO

Sommelier trevigiani di nuovo in visita all’azienda Merotto, in quel di Col San Martino (TV). Una zona vocata per la produzione del Valdobbiadene Docg, dove la vite nasce da oltre duemila anni. Come al solito, è stato un incontro convi-viale d’alto profilo eno-gastronomi-co e culturale, ricco di umanità e amicizia. Il patron Graziano e la sua famiglia, come al solito ospiti squisiti, come anche i suoi collabo-ratori. L’incontro ha lasciato in ciascuno di noi, un bellissimo ricordo: un’esperienza che ci ha davvero arricchito. •

“di Arno Galleazzi foto di Ferdinando Trevisan

Visita all’azienda Merotto, una realtà dove il buon bere e la cura dell’ospitalità sono di casa

Nella terra del Prosecco

A sinistra Graziano Merotto e Arno Galleazzi

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pagine AISVENEZIA

“di Paolo Chinellato foto Bruno Bellato

Degustazione di sei etichette di vini toscani classici ed innovativi, emozioni per tutti i sensi

Supertuscan e tradizione a confronto

ni. Sette filari di Sangiovese, due di Canaiolo e uno di Trebbiano era la “ricetta”, o meglio il vecchio discipli-nare del Barone Ricasoli per la produ-

zione del Chianti. Poi è stato eliminato il vitigno bianco, il Trebbiano, fino ad arrivare anche al Sangiovese in purez-za, bandito inizialmente dalle Doc, per esempio il Vigorello. In questo contesto nascono assemblaggi con il rosso principe di questa terra e nasce un esempio che ha fatto storia: il Tignanello, seguito poi da altri illustri

VeneziaDelegato Paolo Chinellato Via Bambane, 14/p30030 Martellago (VE)Cell. 348/[email protected]@aisveneto.it

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La Toscana da sempre costituisce uno dei più importanti riferimenti enologici italiani e non solo. E’ stata, e lo è anco-ra, un fermento di idee e di innovazio-ne. Terra del Sangiovese per tradizione, ma anche della Vernaccia e dell’Aleati-co, solo per citare alcuni noti vitigni, ma è anche aperta, fin dall’antichità, a sperimentarne altri, in particolare il Cabernet, soprattutto Sauvignon. Si pensi al Carmignano e all’antico “disci-plinare” di Cosimo III de’ Medici che prevedeva l’aggiunta fino ad un 20% di Cabernet (si chiama vino di Bordeaux) al classico Sangiovese, al “governo alla Toscana” con il Canaiolo e Colorino per arricchire di com-plessità ma soprattutto di colore il Sangiovese povero di antocia-

esempi di tagli sia con il Cabernet che con altri vitigni (Merlot, Syrah, ecc.), per non parlare di situazioni “estreme” con la vicenda, all’inizio travagliata, del Sassicaia (solo Cabernet Sauvignon). Come chiamare questi vini, ma soprat-tutto come collocarli nel panorama dei vini della Toscana? Ne è nato un termi-ne, un po’ esterofilo, che non li doveva penalizzare, ma dar loro un nome: “Supertuscan”, una vera e propria “classe”. Il successo di questi vini pre-mia in ultima analisi un concetto importante che si fa sempre più strada, anche al di là delle rigide e doverose regole del disciplinare: la ricerca della qualità. Visto da questa prospettiva si deve comprendere che un vino (e se vogliamo anche un vitigno) quando nasce in un determinato territorio (in

un terroir o, come dicono alcuni, in un territerroir) ne assume anche le complessità, i profumi e, quanto è fatto con passione, diventa di qualità. Per questi vini, noi andiamo oltre la stretta tipicità del pro-dotto del luogo per apprezzar-ne l’eccellenza e le emozioni che sanno trasmettere. E’ stato questo il senso di questo

incontro, ringraziando questi vini per quanto ci fanno comprendere e per la lunga strada che il mondo del vino, e quindi anche della sommellerie, deve ancora intraprendere. •

Graziano Simonella

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C’era una volta il Madeira e c’è oggi più che mai visto e considerato l’attuale impegno dei produttori per migliorare le produzioni e diffondere la cultura di questo grande vino liquoroso. Eccellente dimostrazione è stato l’in-contro svoltosi il 22 ottobre a Mirano al ristorante “Da Flavio e Fabrizio” tra la delegazione Ais di Venezia e i rappre-sentanti dell’Instituto do Vinho do Bordado e do Artesanato da Madeira. Il madeira, vino fortificato, come il porto, lo sherry e il marsala, deve la sua fama alla storia dell’omonima isola vul-canica che in passato vide crescere la sua importanza come sosta di riforni-mento per le navi britanniche che per-correvano la rotta atlantica. I vini imbarcati nelle loro stive, spesso a base di malmsey (malvasia), arrivavano curiosamente a destinazione imprezio-siti, come se i maltrattamenti di onde e le temperature equatoriali giovassero al

“di Gianpaolo Breda foto Bruno Bellato

L’Instituto do Vinho do Bordado e do Artesanato da Madeira a Venezia per far conoscere questo grande vino liquoroso

Il Madeira ieri e oggi

loro invecchiamento. Oggi questo vino rimane uno dei più longevi del mondo, una volta aperto può mantenere le sue caratteristiche invariate addirittura per mesi essendo sottoposto, durante la sua produzione, a temperature vicine a 50°C che lo rendono perfettamente resistente all’ossidazione. Il termine maderizzazione, spesso usato per indi-care un’eccessiva ossidazione su vini tradizionali, delinea in questi vini il tipico profilo olfattivo, sostenuto poi da un bouquet particolarmente evoluto.Il migliore vinho de roda arrivava da lunghi viaggi equatoriali per riscaldare le botti sotto il sole cocente. Oggi per avere un effetto simile si utilizzano altri sistemi produttivi chiamati estufagem e canteiro. Le prime sono stufe calde a 45°C in cui il vino resta a contatto per almeno tre mesi con moderni contenito-ri in acciaio coibentati da un sistema di serpentine in cui circola acqua calda. Terminata la “cottura”, il vino può essere imbottigliato o conservato in

pagine AISVENEZIA

Le Casalte Nobile – Carmignano. Si presenta con una bella trama fitta, un olfatto prorompente, all’apparenza un po’ grezzo con qualche nota non troppo elegante. La sua caratteristica non è l’eleganza, ma una scalpitante persona-lità che fa intravvedere una grande stoffa che ancora non è pienamente realizzata. In bocca è impetuoso, con tannini potenti, un tantino sgraziati, ma con promessi di sviluppi interessanti.

Rocca Ricciarda – Ricasoli. Interessante trama che apre al naso con profumi di frutta matura, speziatu-ra equilibrata, sentori vegetali. In bocca ancora freschezza importante, tannini già evoluti e ritorno delle note olfattive. Finale elegante.

Guado al Tasso – Antinori. Eleganza “aristocratica “ per questo nobile Supertuscan che si apre avvolgente con frutta matura, speziatura tendenzial-mente dolce e tannini già setosi. Equilibrio e personalità che portano ad un’armonia per noi raggiunta e una persistenza lunghissima.

Excelsus – Banfi. Gusto “internazio-nale” per questo importante vino che forse ammicca ad un orizzonte più commerciale e a note olfattive e gusta-tive più facili e accattivanti. Tannini ovviamente rotondi, speziatura dolce che lascia il sospetto di un prodotto di grande equilibrio, ma “costruito”. Piacevole il finale di fruttato maturo e note amaricanti.

Tiganello – Antinori. Storico Supertuscan che ancora ci parla di ele-ganza ed equilibrio con il suo colore compatto, le sue note di frutta matura e la sua fine speziatura. In bocca è avvol-gente, deciso, elegante, ma “tosto”, con un piacevolissimo e lungo finale.

Montevertine 2009. Ritorna “final-mente” il Sangiovese, nobile combat-tente con la sua tipicità e il suo spunto, tanto che qualcuno l’ha definito un “Borgognone” toscano con la sua spe-ziatura caratteristica, la trama leggera, ma la potenza importante e gentile di una delle più interessanti espressioni del Sangiovese. In bocca è austero ma avvolgente, tannini “veraci” ma non aggressivi e finale lungo e piacevole.

I VINI DEGUSTATI

»Graziano Simonella

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pipe (botti di 600 litri) per l’af-finamento su canteiro (assi che sostengono le botti) in sottotetti arroventati dal sole che rag-giungono temperature molto elevate. I vini migliori invec-chiano nelle botti per venti, trenta anni e più e, in segui-to, vengono imbottigliati con l’indicazione dell’annata.A seconda del tipo di vitigno utilizzato, la qualità del Madeira cambia totalmente. Oggi si fa molto uso del tinta negra, particolarmente ver-satile e generoso, coltivato nel 55% della superficie vitata, facile da gestire in tutta l’isola, ma i prodotti di maggior pregio, ognuno con un carattere diverso, sono ottenuti dalle “varietà nobili”: sercial, verdelho, bual, malmsey (talvolta persino il raris-simo torrontés).All’esposizione di Robina Vieira

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pagine AISVENEZIA Justino’s Sercial 10 anos.

Temperatura di servizio 10-12°C, ha più sostanza di uno sherry fino ma è comunque un aperitivo perfetto, uve raccolte nei vigneti più elevati dell’isola a piena maturazione, il più secco e “leggero” tra tutti, agile e scattante al palato, decisamente duro.

Barbeito Verdelho 10 anos Single Harvest. Demi-sec, ottenuto con ver-delho, l’uva bianca più diffusa nell’iso-la, tono ambrato brillante, marcate le note fumose su una punta di iodio, una frutta decisamente disidratata di fichi e datteri su un fondo di speziatura pun-gente, ben composto al palato, elegante il finale piacevolmente minerale.

Boal Single Harvest 2000. Un demi-doux, non è più un aperitivo ma ricerca abbinamenti sofisticati speziati, forse una cucina orientale. Veste un mogano antico, sinuoso nei suoi lenti movimen-ti, al naso ricordi di frutta candita, mandorle e prodotti di pasticceria, miele, note caramellate e vanigliate. Rotondo e vellutato al palato e di gran-de persistenza gustativa, minerale quasi torbato il finale.

Henriques Malvasia 10 anos. Il prin-cipe incontrastato della serata, uva malmsey ovvero la stessa malvasia che ha dato i nomi a sottoporteghi e ponti di Venezia e che dalla Grecia è arrivata anche nelle Azzorre. Delicato e al con-tempo potente e profondo, naso policro-mo impreziosito da un’evidente impron-ta ossidativa, ricca di note minerali, vegetali evolute e speziature quasi bal-samiche. Il palato è avvolgente e perfet-tamente equilibrato, bello anche il fina-le amaricante e caramellato. Dolce, mai stucchevole grazie alla spalla acida.

Tinta Negra 1999. Il più sperimentale tra tutti. Uva tinta negra, malleabile al gusto ma emerge l’alcol un po’ scompo-sto, pecca di presunzione pur rimanen-do comunque un vino importante, non convince completamente, manca di ele-ganza al naso, è più facile al palato.

Justino’s Madeira Colheita 1995. Uve diverse ma di un’unica annata, discreta la dolcezza, fine l’acidità, boquet estremamente ricco ed elegante, evidenzia pienezza e longevità su note vegetali e muschiate di grande spessore che sostengono una piacevole lunghez-za gustative e sensazioni dolci/amare.

Holivera Madeira 1993. Grandi evo-luzioni, perfetto equilibrio, compostezza gustativa, sorso pieno e vibrante su ricordi di mandorle, fichi, datteri, cioc-colato bianco, e una piacevole sfumatu-ra balsamico/resinata in chiusura.

I VINI DEGUSTATI

Gomez, in rappresentanza dell’Instituto do Vinho da Madeira, è seguito il servi-zio dei vini e la sala del ristorante, d’incanto, si è impreziosita di riflessi topazio, ambra e oro antico. Graziano Simonella, in un gioco di evocazioni, ha guidato la degustazione e ci ha accom-pagnato in un percorso poco battuto ma indispensabile per capire la tipologia di questa rarità dell’Atlantico, pren-dendo un po’ le distanze dai gusti tradi-zionali e ripercorrendo temi di lunghe evoluzioni, speziature e bouquet ossi-dativi. Ringraziamo per la buona riu-scita della serata Robina Vieira Gomez, Graziano Simonella, i sommelier che si sono prestati al servizio e al coordina-mento e Andrea Biscardi per la tradu-zione simultanea. •Gianpaolo Breda

Da sinistra Andrea Biscardi, Gianpaolo Breda, Graziano Simonella, Robina Vieira Gomez, Nadia Meroni e Paolo Chinellato

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mugo. Si ripetono subito dopo, nel 2011, sempre premio Birra dell’Anno di Unionbirrai con la Castigamatt, una Black Ipa cremosa e di grande impatto aromatico.In breve i cinque amici si rendono conto che per soste-nere la crescente richiesta del mercato devono passare a una struttura meno poetica ma più funzionale e all’inizio del 2013 si spostano in una nuova sede a Desio. L’obiettivo non cambia, realizzare un prodotto in cui il rapporto tra produttore e consumatore rimanga uno degli obiettivi primari, affinché la sicurezza sulla qualità delle materie prime sia garantita e si possa sempre godere di un prodotto artigianale e vivo.Dopo le presentazioni iniziali, il nostro ospite Silvio, ci ha guidato in un tour virtuale all’interno del birrificio per esplorare le materie prime e la tecnica di produzio-ne. Un percorso che ha permesso agli ospiti di avvicinar-si alla degustazione con maggiore consapevolezza, ricercando sin da subito le sfumature delle diverse tipologie di luppoli e malti utilizzati. “Schiume pregiate e piatti tradizionali” il tema della serata, che, grazie all’originalità delle birre e ai piatti della tradizione tiro-lese del ristorante San Briccio di San Briccio di Lavagno (VR), non è stato disatteso già dal primo piatto, una sfogliatina calda alle verdure con fonduta di Monte Veronese fresco. In abbinamento la Seta Special, una “blanche” dove la buccia d’arancia è sostituita dal ber-gamotto per una piacevole sensazione di freschezza e aromaticità che bene si è sposata con la rotondità della fonduta di Monte Veronese.Birra e brodo, connubio possibile? Questo l’obiettivo del secondo abbinamento, che, grazie alla moderata spezia-tura del canederlo e alla fresca sensazione di pompelmo della Seta, birra in perfetto stile blanche, possiamo considerare riuscito. Con l’arrivo della terza birra, la Reset, ci siamo proiettati nel mondo delle birre in stile

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Negli ultimi tempi le birre artigianali sono sempre più presenti sugli scaffali dei bar e delle enoteche, un suc-cesso dovuto all’efficace contributo del settore birraio che da alcuni anni è impegnato nel creare uno stretto rapporto tra birra e cucina. Una serata vivace, alla ricer-ca di nuovi profumi e di nuovi abbinamenti, questi gli elementi che hanno contraddistinto uno degli appunta-menti più curiosi tra quelli proposti, per la rubrica “Itinerari del gusto”, dalla delegazione di Verona. Il birrificio Rurale nasce nel 2009 dall’idea di cinque homebrewer che dopo alcuni anni di pentole e pentoloni decidono di produrre birra in modo professionale. L’obiettivo principale era ritrovare le origini agricole della birra, non a caso il birrificio nasce proprio all’inter-no di una realtà agricola valorizzando quella struttura che un tempo immagazzinava il raccolto annuale: il silos. Passano pochi mesi dalle loro prime cotte ufficiali che il lavoro dei cinque amici è immediatamente riconosciuto con il premio Birra dell’Anno 2010 di Unionbirrai per la Terzo Miglio, una American Pale Ale brassata con luppo-li americani. Equilibrata al palato, tra corpo di malto dolce e sentori agrumati di pompelmo e resinosi di pino

“di Paolo Bortolazzi

Ad ogni cibola sua birra

pagine AISVERONA

VeronaDelegato Marco Aldegheri Via Sasse 43A 37132 VeronaCell. 392/[email protected]@aisveneto.it

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Curiosa ma vivace serata della delegazione veronese in compagnia dei prodotti del birrificio artigianale Rurale di Desio

anglosassone, un’American Amber Ale che, grazie a un’equilibrata dosatura di luppoli e malti americani, ci ha permesso di incontrare un piatto deciso e caratteriz-zato come gli Strangolapreti al gorgonzola. Piatto forte della serata lo Stinco di maiale al forno, dalla carne morbida e succosa, di grande equilibrio ed eleganza, indubbiamente un piatto che vale una visita al ristoran-te. In abbinamento la Castigamatt, una Black Ipa dal colore ebano scuro, con schiuma fine e cremosa. Il dry hopping di luppoli americani regala profumi freschi, intensi e una chiusura amaricante pulita e di lunga persistenza. La serata non poteva certamente terminare senza un po’ di “dolcezza”, ed ecco che un vellutato tiramisù incontra la Fear, una Milk Chocolate Stout del birrificio Brewfist di Codogno. Di color marrone scuris-simo con schiuma beige e cremosa, colpisce con le note di caffè e cacao. Nonostante la rotondità dovuta all’uti-lizzo dell’avena, la bevibilità è facile e piacevole. •

Seta – Birrificio Rurale Birra in stile blanche speziata con

coriandolo e buccia d’arancia.Seta Special – Birrificio Rurale Seta incontra il bergamotto e diviene

special. La speziatura con coriandolo e buccia di bergamotto la rende fresca ed aromatica, unica per carattere.

Reset – Birrificio Rurale Birra ispirata allo stile American Amber

Ale, la dolcezza del malto si bilancia con un’abbondante luppolatura.

Castigamat – Birrificio Rurale Birra ispirata allo stile Black Ipa.

Aromi e sapori si intrecciano nelle componenti maltate e nella generosa luppolatura con varietà americane.

Fear – Birrificio Brewfist Dedicata a coloro che hanno paura

delle birre scure. Dolce, complessa, ma beverina. Il lattosio e le fave di cacao la rendono morbida e profumata. Una birra per golosi...

BIRRE DEGUSTATE

Paolo Bortolazzi, Silvio Coppelli (birrificio Rurale), Davide Zantedeschi

I piatti della serata

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pagine AISVERONA

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Negli ultimi anni, si è sentito parlare spesso di coltura biologica, biodinami-ca e di vini naturali, e qualcuno si sarà chiesto: qual è il vero obiettivo ? Fino a qualche anno fa, infatti, il vino si diffe-renziava in rosso, bianco, mosso o fermo e la tipicità di un prodotto era caratte-rizzata da linee ben marcate riconduci-bili ai luoghi di produzione e ai metodi di vinificazione. Oggi, invece, le cose sono cambiate, grazie alla sempre mag-giore capacità di degustazione, il con-sumatore ricerca un prodotto che, pur non ricorrendo ad “aiuti” né in vigna e né in cantina, abbia comunque caratte-ristiche di finezza e qualità che sappia-no regalare “emozioni”.Su quest’argomento lo scorso 23 otto-bre, presso l’hotel CTC di S. Giovanni Lupatoto (VR), si è tenuto un incontro che aveva come tema l’utilizzo dell’SO2 nella produzione di vino. Dopo le pre-sentazioni di rito, il delegato Marco Aldegheri ha ceduto la parola agli ospi-

“di Alessandro Fiorini

E’ possibile oggi produrre vini senza solfiti di qualità? La risposta da un incontro-degustazione con gli esperti di Assoenologi

SO2 free: la nuova frontiera

ti, il dottor Maurizio Polo e il dottor Luigino Bortolazzi di Assoenologi, i quali hanno illustrato l’utilizzo di nuove tecniche di vinificazione che permetto-no di limitare, e talvolta anche di elimi-nare, l’anidride solforosa. Fin qui tutto semplice, verrebbe da dire, ma in realtà così non è. Infatti, dalla relazione dei due ospiti è emerso che l’aggiunta di solfiti per il produttore è un “male necessario” perché le peculiarità anti parassitarie, chiarificanti e stabilizzanti dell’SO2 sono note a tutti. Eliminarla dal ciclo produttivo potrebbe condurre a un risultato non conforme agli stan-dard qualitativi richiesti dal mercato. Ecco quindi emergere i primi interroga-tivi, perché il vino è prodotto sì per tradizione, passione, dedizione e cultu-ra, ma deve garantire anche remunera-zione. Com’è possibile, quindi, arrivare ad ottenere un prodotto che abbia doti di qualità, finezza, eleganza e longevità se in cantina non si utilizza l’anidride

solforosa? La risposta è tanto semplice quanto complessa, è necessario, infatti, partire dal terreno e dalle concimazio-ni, che sono effettuate in base ai risul-tati dell’analisi dei mosti dei singoli vitigni e non più sui riscontri delle analisi effettuate sul reparto fogliare. L’uso di fitofarmaci è sostituito con pro-dotti naturali che non rilasciano mole-cole residuali e la cantina è gestita con maggiore attenzione e pulizia. La fer-mentazione del mosto è guidata da una ricerca sempre più spasmodica di lievi-ti autoctoni e selezionati che producono anti ossidanti, elementi essenziali per un risultato finale di qualità. •

“SONO” Bianco “Rubicone” Chardonnay Igp 2012 - Tre Monti

“Té3los il Bianco” Veneto Igp 2012 - Tenuta Sant’Antonio

“Té3los il Bianco” Veneto Igp 2011 - Tenuta Sant’Antonio

“Carm” Vinho Branco Douro DO 2012 - Casa Agricola Roboredo Madeira

“Terre della Tosa” Gutturnio Superiore Doc 2012 - La Tosa

“Terre della Tosa” Gutturnio Superiore Doc 2011 - La Tosa

“Té3los il Rosso” Valpolicella Superiore Doc 2011 - Tenuta Sant’Antonio

“Té3los l’Amarone” Amarone della Valpolicella Docg 2010 - Tenuta Sant’Antonio

“Carm” Douro Doc 2011 - Casa Agricola Roboredo Madeira

“Cantolibero” Lambrusco Grasparossa di Castelvetro 2011 - Tenuta Pederzana

I VINI DEGUSTATI

Francesco Ghibellini dell’Azienda Pederzana con Stefano La Tosa e Marco Aldegheri, delegato di Verona

Maurizio Polo, Luigino Bortolazzi e Tiziano Castagnedi della Tenuta Sant’Antonio

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Due eventi importanti a Verona e Rovigo con serate internazionali di presenta-zione dei vini bianchi della Spagna, in particolare i vini provenienti dalle due più rappresentative denominazioni di

origine della regione “atlantica” della Galizia, la rinomata D.O. Rías Baixas con la varietà aromatica “albariño” e la storica D.O. Ribeiro con gli uvaggi “capofilati” dalla varietà “treixadura”. La prima serata guidata, tenutasi lo scorso 28 marzo presso l’Hotel Veronesi La Torre a Dossobuono di Villafranca (VR), ha registrato il tutto esaurito con 62 tra colleghi e altri “aficionados” presenti. In degustazione 12 vini con le seguenti cantine partecipanti: per la D.O. Rías Baixas, degustazione dei vini “Albariño”, dall’omonimo vitigno, con la prestigiosa “bodega” di Pazo de Señorans, la storica Albariño Fefiñanes seguiti da Gran Bazar Ambar, Lusco e

“di Carlos Juste Rossini

Due appuntamenti con le principali D.O. della celebre regione spagnola, a Verona e Rovigo

I vini bianchidella Galizia

Vilarvín, per la D.O. Riberio, vini dai vitigni autoctoni “treixadura”, “tor-rontès”, “loureira”, con le “bodegas” di Campante, Pazo de Vieite, Manuel Rojo, Fernández Rodríguez, Adegas

pagine AISVERONA

Valdavia, José Estévez e José Manuel Blanco Pérez. Una serata ricca di sor-prese, quindi, che hanno scardinato più di uno stereotipo riguardo ai vini spa-gnoli, che ha destato grande interesse da parte di tutti i partecipanti.Secondo appuntamento a Rovigo lo scorso 17 maggio, presso la trattoria “Al Ponte da Luciano” in località Bornio di Lusia. Sono stati presentati per la D.O. Rías Baixas vini delle bodegas Señorío de Rubios, Condado de Tea Blanco, Esencia Diviña, Terra de Asorei e Paco&Lola, per la D.O. Riberio invece erano proposte le bodegas di Manuel Rojo, Antonio Cajide Gulín, San Roque, S.C.G., Casal de Armán, Nairoa, María Álvarez Serrano e Francisco Fernández Sousa. Anche in questo caso grande è stata la curiosità e l’interesse tra i par-tecipanti, presenti in 57. •

Luigi Pellicari, Carlo Rossini, Marco Aldegheri, delegato di Verona, e Alessandro Fiorini

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50 il Sommelier Veneto • 04/13

pagine AISVICENZA

Una serata attesa, quella dello scor-so 14 novembre, presso il ristorante “Alla Busa” di Lonigo. Protagonisti ben sette Pinot nero, messi a con-fronto con la guida attenta e precisa di Roberto Anesi, relatore Ais e miglior Sommelier nel 2008, titola-re del ristorante El Pais a Canazei, con numerose esperienze consegui-te nel settore. Il Pinot nero è un vino che divide, così esordisce Roberto, divide il pensiero e le opi-nioni di chi lo degusta ma soprattut-to di chi lo produce. E’ un vitigno difficile, capriccioso, incline alle mutazioni, altalenante per quantità e qualità, incapace di mantenersi stabile anche nel prezzo.

“di Rosanna Dal Santo

Sette etichette a confronto provenienti dalle aree più vocate di tutto il mondo, dalla Francia alla Nuova Zelanda, passando per il Trentino-Alto Adige

Pinot nero, un vino che divide

Sappiamo che è originario della Borgogna, come incrocio tra Traminer e Schwarzriesling, e che qui fin dal 1395 trova la sua massi-

ma espressione, ma in questa serata abbiamo fatto un viaggio alla sco-perta dei diversi linguaggi con cui si sa manifestare. Uno dei territori più vocati in Italia per il Pinot nero è il Trentino Alto Adige dove fu piantato intorno al 1838. Le prime testimonianze di compra-vendita di barbatelle risalgono a questa data. Ma solo ai primi del Novecento sono state valorizzate le sue poten-zialità e i viticultori si sono resi conto di essere in presenza di un vitigno eclettico, capace di espri-

»VicenzaDelegato Roberta Moresco Cell. 393/[email protected]@aisveneto.it

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mersi con sfaccettature diverse a seconda del territorio in cui veniva allevato.Questo vitigno necessita di aree ventilate e prive di umidità, che godono di una discreta calura diur-na atta a promuoverne una regolare maturazione, caratterizzata da un’e-scursione termica non eccessiva che ne preservi gli aromi che sono fondamentali per questa tipologia. L’eccessiva umidità favorisce, infat-ti, il marciume e l’oidio che si anni-da fra i suoi acini molto ravvicinati. Il Pinot nero è un’uva che matura presto e i produttori, soprattutto in Trentino, anni hanno scelto in que-sti ultimi di aspettare la maturazio-

Roberto Anesi, a sinistra, con Luca Grezzane, titolare del ristorante Alla Busa

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ne fenologica piut-tosto che quella tec-nologica, che dà risultati sicuramen-te migliori, poiché in questa varietà molto spesso i due periodi non coinci-dono perfettamente. Il colore è un altro tratto distintivo di questo vino, perché il Pinot nero ha uno scarso bagaglio colorante. Le tecni-che utilizzate dai produttori per estrarre quanta più materia colorante

pagine AISVICENZA

sono numerose. Interessante quella messa a punto da Pojer & Sandri che utilizza i vinaccioli di uve bian-che già vinificate per consentire una maggior estrazione di colore.Ad aprire la serata, giusto per “avvinare” il palato, un Trento Doc spumante Metodo Classico Brut Rosè Maso Martis, 100% Pinot nero, dal colore rosa tendente al salmone; al naso è ben presente la sua complessità, ribes fragoline fiori di ibisco, note speziate, ciocco-lata bianca, strutturato, corposo, minerale e sapido lunga la persi-stenza. Le zone di produzione del Pinot nero non sono moltissime, la Francia è naturalmente in vetta alla produzione, con Borgogna e

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pagine AISVICENZA

Champagne che producono vini nettamente diversi pur utilizzando lo stesso vitigno, grandi vini rossi che invecchiano per lunghi anni e strepitosi vini spumanti che si con-traddistinguono per l’ampio corredo olfattivo e gustativo. Anche la Germania è uno dei grandi produt-tori di Pinot nero soprattutto nella zona nord-ovest, seguono in termini quantitativi California, Svizzera, Nuova Zelanda, Australia, Oregon, Italia e Cile.In Italia le migliori espressioni pro-vengono dal Trentino e Roberto Anesi ci parla in particolare di Mazzon una piccolissima zona di circa 70 ettari che si trova nei pres-si dei comuni di Egna-Ora, area vocata al Pinot nero che qui ha tro-vato il suo habitat ideale grazie ai terreni particolari fatti di calcare, marne, sassi dati da depositi allu-vionali, ma con assenza di dolomia. Sono terreni drenanti, frutto del ritiro dei vecchi ghiacciai del Senales, che hanno caratteristiche pedoclimatiche uniche, tanto che si pensa di creare una microzona a denominazione d’origine da mettere in etichetta proprio con il nome “Mazzon”. •

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CCome sia arrivato nell’Alto Adriatico è ancora un mistero. Il granchio blu, così chiamato per il colore del ventre e delle chele, si sta diffondendo sempre più nel delta del Po, dai lidi ferraresi, alla laguna di Goro, a quella di Scardovari e alle altre coste rodi-gine, fino a Chioggia. C’è chi sostiene che sia arri-vato fin qui nell’acqua usata dalle navi per zavor-rarsi, e chi dice, e forse è l’ipotesi più giusta, che sia stato liberato da gente che intendeva allevarlo, ma poi ci ha rinunciato. Un po’ come è accaduto con i “castorini”, le nutrie, dapprima allevati per la pelliccia poi stupidamente liberati, con grave danno all’ambiente, quando l’affare è sfumato.Come le nutrie anche il granchio blu è un brutto soggetto. Ha un appetito formidabile e mangia di tutto: vongole, cozze, vermiciattoli, granchi, gambe-retti, avannotti, alghe che afferra con le sue lunghe e robuste chele. E’ un distruttore. Tanto che c’è chi teme possa mettere a rischio gli allevamenti di von-gole e cozze del delta. Insomma, è una sorta di prepotente Mike Tyson dei crostacei.Originario delle coste orientali dell’Atlantico, lo si trova dalla Nuova Scozia in giù. Qui nel nostro Adriatico, a quanto pare, non ha nemici naturali in

Il Goloso Curioso

di Morello Pecchioli

Arrivato, non è chiaro come, anche nell’Adriatico, il Callinectus Sapidus è diventato subito una ricercatezza da buongustai, che va a ruba nei mercati ittici del rodigino

grado di contrastarlo. Se non uno, il gourmet, il goloso appassionato di crostacei. Sotto il blu del Callinectes Sapidus, questo il suo nome scientifico, c’è una polpa di bontà celestiale. Lo sanno bene i golosi americani che fanno guadagnare milioni di dollari alle compagnie di pesca della baia di Chesapeake dove il granchio blu prospera abbon-dantemente.Come stazza il Sapidus (nomen omen) è più o meno come un astice. Come sapore, dice chi ha potuto apprezzarlo, è addirittura meglio. Anche le terribili chele sono piene di polpa tenera e gustosa. Sembrano fatte apposta per succhiarne golosamente il contenuto una volta bollito a dovere. La prepara-zione è la stessa per l’astice. Dove trovare il gran-chio blu? Sui mercati ittici rodigini di Scardovari, di Pila o di Porto Viro se mai c’è arrivato qualche esemplare è sparito subito. Un amico giornalista del delta suggerisce di farsi amico qualche pescato-re: soltanto una robusta raccomandazione (e qual-che euro in più) può aiutare a mettere in pentola il granchio dal colore alieno, ma dal sapore grandio-so. A chi riesce l’impresa suggeriamo di abbinarlo, come per l’astice, con un vino bianco fermo morbi-

do, sapido, di buon corpo: Soave o Custoza, se voglia-mo restare in Veneto, oppure Vermentino di Gallura, Polcèvera ligure o Vernaccia di San Gimignano.

Il misterioso (ma prelibato) granchio blu

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damigiana e Teroldego 2011, prelevato dalla piccola bar-rique di 110 litri di rovere francese media tostatura, detannizzata prima dell’inserimento del vino.

ANALISI E DEGUSTAZIONEIl Kerner, a seguito analisi sensoriale, presentava un’in-tensità visiva non particolarmente eccessiva dai lievi riflessi verdognoli e ben presenti riflessi dorati. Il perlage, grazie al prolungato rimescolamento con la componente cellulare morta, si presenta molto fine e discretamente persistente; la schiumosità è buona. Olfattivamente ven-gono esaltate le note tropicali (ananas e mango in primis) e floreali ma bene si manifestano con equilibrio le sensa-zioni di albicocca, pesca, menta ed indirettamente pietra focaia. Al tatto si evince la propria freschezza ed acidità con ottima persistenza e cremosità al palato; la nota alco-lica (12,6% v/v) si manifesta ben sposata. Al retrolfatto si conferma l’esplosione di note tropicali fresche.

La Bianchetta è un vitigno tipico e storico delle vallate Feltrine e Bellunesi; spumantizzata con metodo Charmat la vinificazione è stata preceduta da macerazione pre-fermentativa, pressatura soffice non superiore a 1 atm, chiarificata con enzimaggio a freddo, e fermentazione lenta a basse temperature. Imbottigliamento circa 6 mesi fa con 2 batonage settimanali il primo mese. Spuma fine e persistente con colore giallo paglierino intenso ed accesi riflessi verdognoli. Dalla gradevole sensazione fruttata e tropicale spazia verso note mediterranee di fiori e spezie.

lavori in corso

di Stefano Soligo ed Emanuele Serafin - Veneto Agricoltura

Val Belluna: analisi e potenzialità della viticoltura di montagna

Buone le prospettive dall’attività

di ricerca e sperimentazione sulla

viticoltura “eroica” del bellunese.

I risultati della degustazione di sei

vini, fra autoctoni e internazionali

Veneto Agricoltura. In prima mattinata si è avuta la possi-bilità di visionare la distilleria ed il centro di micro vini-ficazione con prova di caricamento delle piccole autoclavi ed inoculo dello starter già avviato precedentemente. L’attività si è svolta presso la nuova sala di micro spuman-tizzazione di recente costituita e gestita da Veneto Agricoltura assieme al Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Padova. I vini degustati dal primo pomeriggio sono stati rispettivamente Bianchetta spumante, Kerner spumante, Pavana vinificato in bianco spumante, Pinot Nero metodo classico 2010, Manzoni Bianco di annata prelevato dalla

CContinua l’attività a favore della viticoltura nella provin-cia di Belluno. Lo scorso 13 novembre il Centro per la micro vinificazione di Conegliano ha avuto la possibilità di ospitare produttori carinziani, friulani e ricercatori di entrambi le realtà nonché far degustare ed apprezzare sei vini provenienti da viticoltura eroica della montagna bel-lunese e micro vinificati presso il Centro di Conegliano di

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LAVORINCORSO

Piacevolmente morbido ed asciutto si sposa con primi piatti leggeri ed eleganti aperitivi.

Il Manzoni Bianco della zona di Colderù, vendemmiato in annata 2013 e quindi ancora in fase di stabilizzazione a freddo con 2 batonage settimanali, è stato prelevato direttamente dalla damigiana ed offerto nei tavoli di degu-stazione a tutti i sensorialisti. Olfattivamente nella sua fragranza manifesta marcate note tropicali di ananas ed agrumate di pompelmo rosa; al palato particolarmente fresco (ottima acidità) ed alcolico (quasi 13,7% alcool) con buona grassezza e complessità.

La Pavana, vinificata in bianco con immediata separazio-ne delle bucce subito dopo la diraspatura, è stata spuman-tizzata per una durata totale in autoclave di quasi 4 mesi, residuo zuccherino Brut (6 gr/l). Visivamente si manifesta con un rosa rubino acceso, senza riflessi aranciati o sal-monati, ed è caratterizzata da sensazioni floreali di cicla-mino e rosa, delicate ma percepibili note di marmellata di ribes, lamponi e qualche nota tropicale. Al palato non stravolge le attese evidenziando cremosità e marcata per-sistenza malgrado un basso residuo zuccherino. Freschezza importante e marcata sino al finale.

Il Teroldego (annata 2011), proveniente dalla frazione di Lentiai con vendemmia tardiva e macerazione delle bucce in vino dopo la fermentazione alcolica per 7 giorni, ha subito svinatura ed inoculo batteri lattici immediatamente dopo. A metà malolattica la piccola massa di vino entra in una piccola botticella di rovere francese di 110 litri (legno detannizzato per limitare gli apporti legnosi) e la perma-nenza è prolungata in legno a bassi quantitativi di rame (entrata in piccola riduzione, quasi voluta quale forma di protezione da eventuali ossidazioni). Vino particolarmente intenso dai marcati riflessi rubini; olfattivamente evince note di piccoli frutti rossi, cannella, liquerizia, spezie medi-terranee, confettura non particolarmente dolce, cacao e fragola ben matura. Al palato si dimostra immediatamente complesso e ben strutturato, ottima persistenza ed acidità.

Il metodo Classico 2010 (da uve Pinot nero), con sboc-catura avvenuta nel maggio 2013, ha riscosso particolare

curiosità essendo il primo metodo classico ufficialmente commercializzato e regolarmente dichiarato nella storia dell’enologia della provincia di Belluno. Le uve, che devo-no avere una buona acidità, non essere troppo mature e nemmeno troppo calde (per questo i migliori spumanti sono fatti in zone temperato-fredde) vengono messe intere in piccole idropresse, e schiacciate in modo molto soffice, per estrarre il succo senza comprimere troppo la buccia. La fermentazione avviene a temperatura controllata di 16°C e dopo inizia un periodo di contatto con i lieviti prima in vasi vinari a temperatura controllata e poi in bottiglia con costanti remuage. Il vino manifesta riflessi rosa particolar-mente intensi con sfumature appena salmonate; le sensa-zioni olfattive richiamano i piccoli frutti rossi, le note spe-ziate mediterranee, la frutta tropicale e la crosta di pane non eccessivamente scottata. Al palato ampiamente cremo-so e persistente, globoso e particolarmente importante con ottima freschezza e buona morbidezza.

Già dall’anno 2000 Veneto Agricoltura – Centro vitivini-colo di Conegliano, in collaborazione con altri enti, ha iniziato un lavoro di verifica del potenziale viticolo dell’a-rea della Val Belluna, nell’ambito di varie progettualità offerte dal programma comunitario Interreg Italia-Austria. L’area di indagine si trova nella provincia di Belluno, nel cuore delle Dolomiti. Questa zona si caratterizza sia per terreni collinari che montagnosi, con un’altitudine che varia dai 300 ai 700 metri sul livello del mare. L’area ha subito un’espansione tra le guerre ma si è ridotta ora a poco meno di una cinquantina di ettari. Il clima è quello tipico delle zone collinari-montagnose, con temperature invernali, rigide, moderato incremento delle temperature in estate e piovosità che spesso supera i 1000 mm l’anno. L’attività di ricerca si è concentrata sia sui vitigni “storici” dell’area, tra cui spicca la Bianchetta (conosciuta nell’a-rea con il nome di Bianca gentile), sia nell’introduzione in otto vigneti sperimentali dislocati in varie aree di vitigni a maturazione precoce (Pinot nero, Teroldego, Müller-Thurgau, Manzoni bianco, Traminer, Chardonnay).

La nuova sala di micro spumantizzazione di Veneto Agricoltura e del Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Padova

Un momento della degustazione

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ALLA SCOPERTA DI…

IIl Western Australia occupa circa 1/3 del totale territorio australiano. E’ lo stato più grande dell’in-tero continente, con un’area di 2,5 milioni di metri quadrati, famoso per le sue lunghe giornate di sole e cielo blu, spiagge bianche e paesaggi diversifi-cati da nord a sud. E’ una terra caratterizzata da diversità spettacolari, dove il rosso cupo delle antiche formazioni rocciose contrasta con lo scin-tillante blu dell’Oceano Indiano e la macchia verdeggiante delle meravigliose regioni del sud. Lo stato ha una popolazione di quasi 3 milioni di abitanti, racchiusi per il 92% nella parte a sud-ovest dello stato e nella capitale Perth. Le vinifi-cazioni, malgrado l’immenso territorio, sono con-centrate maggiormente nella zona a sud-ovest e a sud dello stato, questo per il clima più propizio alla coltivazione. Alcune regioni sono vicino a Perth, la capitale, mentre molte si trovano più a sud, lontano dalla zona metropolitana. Pur produ-cendo solo il 5% del totale dei vini australiani, da qui escono ben il 26% dei vini “top” del paese, ossia la crema dei vini australiani, quelli che spesso arrivano nei primi posti delle classifiche e sono apprezzati sempre più anche nel resto del mondo. Ognuna delle sue nove regioni vinicole ha caratteristiche ben precise, che porta a produrre vini ben determinati e caratterizzati. Eccole descritte in dettaglio.

BLACKWOOD VALLEYStabilita come regione del vino nel 1998, è situata internamente (ad est del Margaret River) e la sua altezza rispetto al mare è di l00 metri ad ovest e 340

Definita come una delle regioni più

belle dell’Australia, è anche una delle

più vocate aree viticole del continente,

dalle cui sottoregioni escono i migliori

vini australiani

di Luciano Dal Bo, sommelier

Le regioni vinicole del Western Australia

ad est. E’ caratterizzata da terreni ghiaiosi ben dre-nati. Il clima è mediterraneo con estati calde e secche ed inverni freddi, riuscendo quindi a dare un buon bilanciamento al vino. Vini prodotti: Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Shiraz.

GEOGRAPHEStabilita nel 1999, la regione si estende da Harvey al nord, fino a Busselton nel sud. Il vino prodotto in questa regione ha caratteristiche molto fruttate. Il clima varia da caldo a molto caldo con spesso del vento freddo proveniente dall’ovest che permette ai vigneti di raffreddarsi durante la sera e maturarsi. Il terreno è calcare e sabbioso calcareo. Vini prodotti: Cabernet Sauvignon, Merlot, Shiraz, Tempranillo, Zinfandel, Semillon/Sauvignon, Chardonnay.

GREAT SOUTHERNIl clima e il tipo di terreno di questa regione hanno fatto si che nel 1972 ini-ziasse la prima produzione viticola, e che nei tardi anni ’70 la regione divenisse famosa aggiudicandosi

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ALLA SCOPERTA DI…

MANJIMUPZona localizzata nel sud-ovest, tra le foreste, cono-sciuta anche per i tartufi. Il suo clima è caratteriz-zato da piogge e freddo durante il periodo invernale e da caldo e secco nel periodo estivo, clima tale da dare alle produzioni di uva un sapore fruttato ed un ottimo risultato. Il terreno è caratterizzato da sab-bia, laterizi, sabbia ghiaiosa e argilla.Vini prodotti: Chardonnay Shiraz, Pinot Noir, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon.

MARGARET RIVER Fin dalla prima piantagione risalente al 1967, la regione di Margaret River si è sviluppata per essere considerata una delle più importanti regioni per la produzione di vino al mondo. La regione, situata a 300 chilometri a sud di Perth, è stata riconosciuta come una delle zone più riconosciute ed importanti dell’intera Australia. L’area si espande tra le colline di Leeuwin, che si estendono per 90 chilometri tra nord e sud tra Cape Naturaliste e Cape Leeuwin, confinando ad ovest con l’Oceano Indiano. L’industria del vino nella regione di Margaret River è stata la più grande con-

Definita come una delle regioni più

belle dell’Australia, è anche una delle

più vocate aree viticole del continente,

dalle cui sottoregioni escono i migliori

vini australiani

numerosi premi all’interno delle competizione australiane. La regione si espande per 150 chilome-tri da nord a sud e per 100 chilometri tra est ed ovest, comprendendo le sotto regioni di Albany, Denmark, Frankland River, Mount Barker e Porongurup. Il terreno è simile quasi ovunque: late-rizio, sabbioso, argilloso o direttamente derivante da granito. Il clima varia molto, essendo diversa la regione in se stessa; tendenzialmente comunque si trova un clima abbastanza caldo nella parte più a nord e più fresco verso il sud. Con temperatura infe-riore media a gennaio, nella zona a sud si trova il Riesling, e lo Shiraz, mentre generalmente il Pinot Noir, Cabernet Sauvignon, Shiraz and Sauvignon Blanc si trovano nelle altre zone più a nord. Vini prodotti: Riesling, Shiraz, Pinot Noir, Cabernet Sauvignon, Sauvignon Blanc.

»Margaret River

Blackwood Valley

Swan Valley

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58 il Sommelier Veneto • 04/13

ALLA SCOPERTA DI…

tribuzione per la prosperità dell’area e per lo svilup-po del turismo nella stessa regione. Il cardiologo Tom Cullity piantò il primo vigneto a Margaret River negli 8 acri di terra che comprò nel 1967. Chiamò la sua proprietà “Vasse Felix”, esistente tuttora. L’area prese il nome dal marinaio francese Thomas Timothée Vasse, timoniere del vascello “Naturaliste dell’esploratore e naturalista Nicola Baudin, che fu dato per disperso nel 1801 durante un’esplorazione della costa. “Felix” significa “feli-ce”, o “fortunato”.L’area di Margaret River fu scelta dopo precisi studi, effettuati in quel periodo, per sostituire la nota area vinicola della Swan Valley, in quel tempo presa di mira da virus e malattie e quindi non in grado di garantire più raccolte e produzio-ni all’altezza. La scelta dei tagli dei vini fu limi-tata al riesling, al cabernet sauvignon e allo shi-raz, tutti acquisiti dai vigneti di Houghton’ nella Swan Valley – tagli provenienti da altri luoghi furono vietati temendo la filossera ed altre malat-tie. Successivamente a “Vasse Felix” iniziarono altre piantagioni come Moss Wood, Cape Mentelle, Cullen’s and Sandalford, tutte stabili-tesi lì prima del 1972. Gli anni ’70 hanno visto complessivamente un totale di 20 nuovi vigneti e gli anni ’80 altri venti in più. Negli ultimi 20 anni le piantagioni sono aumentate dieci volte e il numero dei produttori è aumentato di 6 volte; oggi ci sono più di 5000 ettari di terreno dedica-ti alla coltivazione vinicola.L’industria del vino ha cambiato certamente la fac-cia della regione di Margaret River. La qualità dei vini che vengono prodotti è ben conosciuta in tutto il mondo e la zona ha sviluppato un intenso interes-se turistico, tanto da creare numerosi e ben recen-siti ristoranti di classe. Molte fattorie locali sono

state convertite in terre per la viticoltura, la gente locale è principalmente impiegata dalle aziende vinicole. La regione ha un clima di stile mediterra-neo, e questo significa che i vigneti non soffrono le temperature estreme né d’estate né d’inverno. I livelli d’umidità sono ideali durante la crescita dell’uva e la combinazione di clima, terreno e pra-tiche di viticoltura danno un’ottima caratteristica di sapore e profumi ai vini prodotti, nonché un’eccel-lente qualità. Il terreno è composto prevalentemen-te da terriccio sabbioso formato da granito sotto-stante e da rocce magmatiche. Vini prodotti: Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Sauvignon Blanc, Semillon, Merlot.

PEELI primi vigneti di questa zona sono stati stabiliti da immigranti italiani nel 1850, ma la vera crescita è iniziata nel 1970.Oggi la regione registra più di 200 ettari di vigneti. La presenza di molta acqua in questa regione e la vicinanza dell’Oceano assicura-no un clima fresco, mantenendo una temperatura media per la maturazione del vino. Vini prodotti: Shiraz, Chardonnay, Chenin Blanc e Verdelho sono i più conosciuti, ma ci sono anche delle produzioni di Zinfandel, Tempranillo, Sangiovese, Mouvrdre, Viognier e Grenache. PEMBERTONLa coltivazione di vigneti in questa zona è iniziata solo nel tardo

Great Southern

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59il Sommelier Veneto • 04/13

ALLA SCOPERTA DI…

1980, ma ad oggi è aumentata esponenzialmente tanto che Pemberton è diventata la seconda regione del Western Australia, ben riconosciuta all’interno dell’Australia e nel mondo come produttrice di otti-mi vini e detentrice di notevoli premi. La regione, che si trova ad un’altitudine fra i 100 e i 200 metri è caratterizzata da alberi ad alto fusto, torrenti e cascate. Il suo clima è temperato, gode di buone piogge durante il periodo invernale e un buon calo-re durante i mesi estivi. Pemberton è la migliore regione per la crescita del Pinot Noir e del Chardonnay, ma è ben conosciuta anche per il Bordeaux. E’ nota anche per i suoi “Marron”, una specie d’aragoste che vive nelle acque dolciastre.Vini prodotti: Chardonnay, Pinot Noir, Sauvignon Blanc, Shiraz, Merlot. PERTH HILLSLa regione si trova a 30-60 minuti da Perth. Geologicamente e topograficamente è caratterizzata da molte valli, rocce e torrenti. Il clima, poiché c’è

un’altitudine di 300-400 metri sopra il livello del mare, è moderato. I vigne-ti sono caratterizzati da un suolo ghiaioso. Vini prodotti: Shiraz, Viognier, Chardonnay ed alcuni tipi di Cabernet.

SWAN DISTRICTLa regione dello Swan prende nome dal fiume che attraversa la città di Perth, che è anche il più importante

di tutto lo stato del W e s t e r n Australia. Ha una storia ricca ed anti-ca di produ-zione vinico-

la, risalente a 180 anni fa, iniziata da famiglie di immigranti europei ed oggi raffinata dalle nuove generazioni di enologi. Il suo clima va da caldo a molto caldo e secco. Il suolo si differenzia tra sab-bioso umido a sabbioso ghiaioso, fino a raggiungere il famoso terriccio rosso e l’argilla. I vini della zona sono quelli caratteristici di un clima molto caldo.Vini prodotti: Verdelho, Chenin Blanc, Chardonnay, Shiraz, Cabernet Sauvignon e fortificati.

LINK UTILI: Tourism Western Australia - www.westernaustralia.comAustralia’s South West - www.australiassouthwest.comExperience Perth - www.experienceperth.comGeographe Vignerons Association - www.geographewine.com.auMargaret River Wine Industry Association - www.margaretriverwine.org.auBlackwood Valley Wine Industry Association - www.blackwoodvalleywine.asn.au Pemberton Wine Region Association - www.pembertonwineregion.com.auGreat Southern Wine Producers’ Association - www.greatsouthernwines.com.auManjimup Visitor Centre - www.manjimupwa.comPeel Wine Association - www.peelwineassociation.com.auPerth Hills Vignerons Association - www.perthhillswine.com

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60 il Sommelier Veneto • 04/13

Ristoranti Che Passione ® è un marchio registrato dell’EditoreCHEPASSIONE di Riccardo PenzoVia Riviera 69 – 36024 Nanto (VI)[email protected]. 0444 730346Per contattare l’editore per informazioni 348 5252866 o Skype “Che Passione”

CRONACHE DAL GUSTO

AAlla presenza di tanti ristoratori e del delegato Ais di Padova Bruno Maniero, in rappresentanza dell’Ais Veneto, è stata presentata lunedì 2 dicem-bre la 7ª edizione del popolare network “Ristoranti Che Passione” presso il Ristorante La Montanella di Arquà Petrarca (PD). Durante la serata sono stati assegnati numerosi premi ai ristoratori più votati sul sito www.chepassione.eu e la targa del Miglior Sommelier Che Passione 2013 è andata a Jgor Tessari di Asiago che presta servizio al Ristorante Casa Rossa da Riccardo. La selezione dei ristoranti della guida avviene su prova diretta in tutta la regione Veneto e l’edizione 2014 si annuncia ricca di novità. Prima fra tutte è la partnership con MiSiedo, tecnologia leader nella pre-notazione in tempo reale del tavolo, che permette di verificare l’effettiva disponibilità nei ristoranti sele-zionati. L’editore ideatore del network è il sommelier Riccardo Penzo, che ci ha spiegato il successo della visibilità crescente e i nuovi obiettivi del progetto. Ha dichiarato che “la qualità della buona tavola è al primo posto per selezionare i ristoranti che menzionia-mo, da Cortina d’Ampezzo al Lago di Garda, poi tra-mite la tecnologia più recente di MiSiedo e le esclusi-ve promozioni ChePassione, vogliamo portare i nostri 6000 iscritti a conoscere i gestori, assaggiare i loro piatti, per generare un passaparola vero e aiutarci a

Ristoranti Che Passione alla 7a edizione

superare questa crisi nei consumi”. L’innovativa formula prevede promo-zioni dal 20% al 50% per due persone, nelle serate segnalate da ogni gestore e consul-tabili su sito o scari-cando l’app gratuita. Promozioni così consistenti possono essere applicate a tutti gli iscritti al net-work, bevande escluse e previa prenotazione col nuovo servizio, alla prima visita o ripetibile a discre-zione di quanto dichiarato dal gestore. Davvero un valido aiuto per uscire qualche volta in più al ristoran-te e degustare dei buoni vini in abbinamento, magari sfruttando lo sconto conseguito sui piatti. Da oggi tutti i sommelier del Veneto possono avere gratuitamente una promozione minima del 10% nei ristoranti del circuito, nei giorni indicati da ogni gestore secondo le possibilità indicate dal nuovo servizio di prenotazio-ne. Per ottenere le scontistiche superiori, dal 20% al 50%, possono richiedere la Guida 2014 del Veneto con 10 euro di sconto sul prezzo di copertina della Platinum Edition, utilizzando il codice “AISVENETO” nel carrello d’acquisto del sito. Le spese di spedizione saranno incluse e avrete diritto alla Platinum Card, che vi permetterà di beneficiare oltre alle promozioni nei ristoranti, anche di sconti in selezionate cantine vitivinicole venete.

CONEGLIANO VALDOBBIADENEPROSECCO SUPERIORE

L’Academy è uno strumento di conoscenza. La conoscenza è la via per comprendere ed apprezzare le differenze che rendono unico il Conegliano Valdobbiadene. Frutto dell’unione perfetta tra preziosa composizione del terreno, del clima e sapienza degli uomini che hanno modellato nei secoli queste colline. Per conoscere il Prosecco Superiore e l’origine di questo straordinario vino partecipa al primo corso on line della Conegliano Valdobbiadene Academy visitando il sito www.coneglianovaldobbiadene-academy.it

CONOSCERE LA DIFFERENZA

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Da sinistra: Riccardo Penzo, Jgor Tessari, premiato come Miglior Sommelier Che Passione 2013, e Bruno Maniero

Jgor Tessari di Asiago è il Miglior

Sommelier Che Passione 2013

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CONEGLIANO VALDOBBIADENEPROSECCO SUPERIORE

L’Academy è uno strumento di conoscenza. La conoscenza è la via per comprendere ed apprezzare le differenze che rendono unico il Conegliano Valdobbiadene. Frutto dell’unione perfetta tra preziosa composizione del terreno, del clima e sapienza degli uomini che hanno modellato nei secoli queste colline. Per conoscere il Prosecco Superiore e l’origine di questo straordinario vino partecipa al primo corso on line della Conegliano Valdobbiadene Academy visitando il sito www.coneglianovaldobbiadene-academy.it

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Jgor Tessari di Asiago è il Miglior

Sommelier Che Passione 2013

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P. La Tipografica

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CRONACHE DAL GUSTO

TTerritori, vitigni autoctoni, grandi e piccole cantine, pro-duttori di fama internazionale, talenti emergenti e produt-tori di nicchia. Sono stati questi i protagonisti della prima edizione di “Bollicine”, manifestazione dedicata agli spu-manti nazionali organizzata dall’Associazione IT-Quality di Padova e tenutasi a Strà (VE) lo scorso 6 e 7 ottobre. Negli eleganti saloni di Villa Foscarini Rossi erano presen-ti durante le due giornate dell’evento tutte le migliori pro-duzioni: Trentodoc, Prosecco Doc e Docg, Franciacorta,

Oltrepò Pavese, Durello, Gavi, Moscato d’Asti e Fior d’A-rancio Docg, bollicine da vitigni autoctoni di molte regioni e anche le “bollicine rosse” del Lambrusco e del Barbera. Più di 100 le cantine presenti con i loro prodotti, tutti disponibili all’assaggio. Più di 5 mila le bottiglie stappate, protagoniste di un vero e proprio “boom” negli ultimi anni, grazie alla crescita dell’apprezzamento verso le bollicine italiane soprattutto all’estero. Il successo della manifestazione si inserisce, infatti, all’interno di uno scenario economico che lascia ben spe-rare per l’intero settore. Le stime per il 2013 parlano di oltre 290 milioni di bottiglie italiane che saranno consu-mate nel mondo, per un controvalore di poco inferiore ai 3 miliardi di euro. Una stima che vede la crescita dell’ex-port con le bollicine in testa (Osservatorio Economico dei Vini Effervescenti). A settembre si è raggiunto un aumen-to delle esportazioni dell’8,1% rispetto al 2012. In volata gli spumanti italiani, in termini di crescita di volumi, con il +14% e di valore, +16,4%.Nei due giorni dell’e-vento sono state più di 1800 le presenze di pubblico qualificato di operatori, somme-

Bollicine Boom

lier ed appassionati. Molte le presenze di quelli provenienti dell’est Europa, inoltre per i produttori presenti si sono svolti due incon-tri formativi sull’inter-

nazionalizzazione delle imprese, curati da Giovanni Veronese e Marco Broianjgo, proprio per conoscere il per-corso più semplice e sicuro per arrivare con le bollicine su mercati lontani ma di prospettiva commerciale. Momento clou dell’evento sono stati anche i laboratori, che hanno registrato il tutto esaurito, condotti da Luca Gardini, miglior sommelier mondiale 2010, Marco Sabellico, cura-tore della Guida Vini d’Italia, e Nicola Frasson, responsa-bile Veneto della Guida vini d’Italia del Gambero Rosso. L’appuntamento è per l’edizione 2014, la seconda, dove ci sarà più spazio per i laboratori e nuove idee.

Conclusa la prima edizione di “Bollicine”

a Strà, con un alto gradimento del

pubblico e degli operatori. Stappate

più di 5000 bottiglie nell’evento nazionale

dedicato agli spumanti italiani

Marco Sabellico

Luca Gardini

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C’è molto di più in queste bottiglie.

C’è una località, Nervesa della Battaglia, sulla collina del Montello, nella provincia di Treviso, che si trova nel Veneto, in Italia, Paese di viti e vino.

Ci sono i nostri vigneti che coltiviamo secondo un’agricoltura compatibile e intelligente.

C’è una ricerca in campagna che sta arrivando ad annullare la chimica, semplicemente inducendo la pianta ad usare le proprie difese naturali.

C’è anche dell’altro nelle nostre bottiglie: molti importanti premi dati dalle più prestigiose guide italiane, anche alla nostra Recantina.

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