IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015 · Ho vaghe idee...vorrei innanzitutto riposare, forse, in...
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Redazione: Agaj Alex, Anselmi Davide, Buonerba Giulia, De Filippo Beatrice, Gaia Luca, Lanfranchi Martina,
Scarpellini Luca, Ullah Mohammad Ashir
Cocciardi Michela, Mazzeo Annamaria
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
con la collaborazione di:
EDITORIALE
Cari lettori,
anche quest'anno sono state organizzati dalla scuola
tre incontri sul tema "Intercultura".
Gli incontri sono avvenuti in tre giornate diverse,
afforntando tematiche differenti che hanno coinvolto
tutte le classi.
Nel primo incontro, che ha interessato le classi
seconde, è intervenuto il Prof. Don Paolo Renner
(sacerdote della Diocesi di BolzanoBressanone,
Professore e Preside della Facoltà Teologica e
giornalista) sul tema “Religioni ed intercultura”.
Il secondo incontro è stato dedicato alle classi prime
con l'intervento dell'associazione Yaku, termine che
nella lingua degli indiani Quechua vuol dire acqua.
Il terzo ed ultimo incontro è stato dedicato alla
classe terze sul tema dello sfruttamento minorile.
(continua a p.3)
SOMMARIO
LO SPECCHIO DELLA SCUOLA
Letture estive..........................................................p.2
Intercultura alle Foscolo.........................................p.3
La storia della scuola..............................................p.4
Intervista alla Prof.ssa Flammia.............................p.5
Aufenthalt in Toblach..............................................p.6
Antike Schrifte........................................................p.7
Visita alla centrale di idroelettrica di Cardano.......p.7
NON SOLO SCUOLA
Confronto sul giornalismo......................................p.8
Flashbookmob.........................................................p.8
SCIENZE IN PILLOLE
Eclissi di Sole........................................................p.10
Laboratorio di Scienze alle Manzoni....................p.10
SU IL SIPARIO
Teatraki (2A)........................................................p.11
LA PALESTRA IN FORMA DAI CHE ANDEMO
La giornata sportiva 2015....................................p.12
Campionesse regionali!........................................p.12
NUVOLE D'INCHIOSTRO
Farfalle nella pancia.............................................p.13
Voci, suoni, immagini della mia famiglia.............p.14
La guerra con gli occhi di un soldato...................p.15
LET'S PLAY............................................................p.16
INTERCULTURA ALLE FOSCOLO
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IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
LETTURE ESTIVE: CONSIGLI DALLA BIBLIOTECA
Finalmente anche quest’anno scolastico sta finendo,
per alcuni ci sono ancora gli esami, ultima fatica
prima delle strameritate vacanze!!!
E’ stato un anno intenso pieno di studio, attività e
letture.
In biblioteca ne abbiamo fatte tante:
Tornei di lettura con tutte le classi fino alle
finalissime
Laboratorio di scrittura antica con tutte le prime: 8
ore per classe e mostra finale (dai geroglifici alla
stampa)
Letture ad alta voce per le prime con Nicola Benussi
Il sognalibro con le prime
Incontro con lo scrittore Matteo Corradini
Scrittura di racconti, lettura ad alta voce e
illustrazione con le classi 1 F e 3 C
Giornata della memoria per le terze
Letture animate in lingua tedesca con varie classi
Bookslaam con le classi 3 E e 3 F
Torneo di lettura interscolastico con la classe 3 E
Visite alle Biblioteca civica di Bolzano e alla
Biblioteca della scuola media “A. Schweitzer” con
varie classi
Giornata mondiale del libro
… e tante tante altre
Tantissimi prestiti: 3.683 quelli contati fino al 30
aprile.
Ricordo ad insegnanti ed alunni/e che è possibile
prendere in prestito libri a giugno per l’estate e
riconsegnarli a settembre…
… E proprio per l’estate ecco alcuni titoli in arrivo:
SUONARE IL ROCK A TEHERAN
E LA CHIAMANO ESTATE
LASCIAMI ANDARE
UN’ULTIMA STAGIONE DA ESORDIENTI
HEMINGWAY E IL RAGAZZO CHE SUONAVA LA TROMBA
SE TU FOSSI QUI
FERRIERA
NON DIRMI CHE HAI PAURA
NIENTE MI BASTA
VIAGGIO DI MATURITÀ
WEGENER. L’UOMO CHE MUOVEVA I CONTINENTI
LA CORSA GIUSTA
IO E MIO FRATELLO
DALLA PARTE SBAGLIATA. LA SPERANZA DOPO IQBAL
IL SEGRETO DI ESPER
ALTRE STORIE A TESTA IN GIÙ
MESSAGGIO DALL’IMPOSSIBILE
IL BAMBINO NELSON MANDELA
GLI AMICI NASCOSTI
LA NOTTE IN CUI LA GUERRA SI FERMÒ ‘O MAÉ. STORIA DI JUDO
E DI CAMORRA
NEMMENO UN GIORNO
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
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INTERCULTURA ALLE FOSCOLO
Nell'anno scolastico corrente la Commissione
Intercultura ha proposto tre incontri su altrettanti
argomenti per classi parallele.
Nel primo incontro è intervenuto il Prof. Don Paolo
Renner (sacerdote della Diocesi di Bolzano
Bressanone, Professore e Preside della Facoltà
Teologica e giornalista).
Il Prof. Renner ha tenuto una conferenza sul tema
“Religioni ed intercultura” partendo dal significato
del termine “cultura” già dal periodo preistorico,
intesa come linguaggio e soprattutto come mezzo
per coltivare il rapporto con il Mistero. Inoltre il
professore ha evidenziato la differenza tra l'essere
umano e l'animale, in quanto il primo a differenza
del secondo può pensare, è cosciente della morte e
sa prepararsi ad essa.
Il professore ha proposto molti esempi tratti dalla
sua vita personale, dai suoi numerosi viaggi in tutto
il mondo, in cui ha potuto incontrare persone di
culture e religioni diverse, sottolineando come solo il
rispetto, il “guardarsi da vicino” possa evitare scontri
ed incomprensioni, anche perché in un mondo
globalizzato non si può pensare ad una
“monocultura”, ma ad una varietà culturale.
Numerose ed interessanti le domande e le curiosità
degli alunni che hanno riguardato il paragone tra le
crociate e l'Isis, la violenza di quest'ultimo
movimento e il problematico legame dello stesso con
l'Islam. Gli alunni hanno anche chiesto fra l'altro in
merito alle diverse denominazioni di Dio, che invece
è unico, nelle diverse religioni e in merito al
rapporto fra mafia e religione.
Il secondo incontro è stato dedicato alle classi prime
con l'intervento dell'associazione Yaku, termine che
nella lingua degli indiani Quechua vuol dire acqua. I
relatori hanno affrontato i temi dell'acqua come bene
comune, della depurazione della stessa per mezzo
della piante (fitodepurazione) e della loro motivata
avversione alla privatizzazione di un bene di tale
importanza.
Elisabetta e Gabriele della 3C sul palco parlano di
sfruttamento minorile
www.yaku.eu
La difesa
dell'acqua è
difesa della
natura, della
giustizia, del
diritto alla vita
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IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
LA STORIA DELLA SCUOLA
Bolzano 26 aprile 2014.
Una data scelta a caso per un incontro particolare:
47 anni dopo, un gruppo di ex ragazzi decide di
rivedersi. Sono tutti ex studenti che hanno
frequentato la scuola media "Ugo Foscolo" negli anni
scolastici 1966/67 1967/68. Purtroppo all'appello,
oltre a due persone scomparse, mancano altri cinque
ex alunni che, per un motivo o per un altro, non
hanno potuto essere presenti all'incontro. Insieme a
noi c'è anche il prof. Gianpaolo Lovino.
Passeggiare nei corridoi completamente diversi dal
tempo che fu ci dà emozione ed i ricordi affiorano
lentamente. L'aula è sempre la stessa, profuma di
gesso sbriciolato alla lavagna. La modernità ci ha
tolto i tavoli in formica ed altri accessori di
insegnamento, allora sconosciuti, riempiono le aule.
Brevi visite, accompagnati dal nuovo custode, che ci
aiuta a immortalare quei momenti. Infine un tuffo
nella palestra, rigorosamente divisa tra maschi e
femmine, come si diceva allora.
Troviamo le pertiche ed il quadro svedese, allora
sistematicamente oggetti di esercizi e scalate, e ne
proviamo l'emozione ma i chili di troppo ci fanno
desistere un poco.
La breve visita è finita: gioiamo per il tempo passato
insieme a ricordare e ad annusare vecchi e nuovi
odori. Un ristorante alle porte di Bolzano ci aspetta
per rimembrare ancora e ritrovare, senza alcuno
sforzo, quello che era il nostro essere una classe
unita, con tutti i problemi di questo mondo:
antipatie, simpatie, amicizie ed inimicizie, rinsaldate
in positivo 47 anni dopo...
Paolo Carli
Il terzo ed ultimo incontro è stato dedicato alla
classe terze sul tema dello sfruttamento minorile. In
tale occasione è intervenuto il giornalista Paolo
Degiampietro, il quale ha presentato fotografie da lui
scattate in Sierra Leone e in Colombia,
commentando le pesantissime condizioni nelle quali
i minori sono costretti a lavorare. Numerosi sono
stati gli interventi degli alunni.
INTERVISTA ALLA PROF.SSA FLAMMIA
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
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Gentile Prof.ssa Flammia,
l'anno in corso è stato per Lei l'ultimo anno come
insegnante.
PERCHÉ HA DECISO DI INSEGNARE?
I miei genitori erano insegnanti e fin da piccola, a
casa, sentivo parlare di scuola, di alunni, di registri.
Tutto ciò fece nascere in me una forte curiosità per
questo mondo. Inoltre, la mia prima esperienza
scolastica risultò molto positiva, da indurmi a
continuare.
QUALE MATERIA PREFERISCE INSEGNARE:
ITALIANO, STORIA O GEOGRAFIA?
Amo molto sia l’italiano che la storia, anche perché
gli insegnanti di lettere da alcuni anni, purtroppo,
non insegnano più geografia.
COSA LE APPASSIONA DI PIÙ NELL’INSEGNAMENTO?
Far nascere negli alunni il desiderio di imparare e
sperimentare tecniche di studio diverse, far
conoscere ed apprezzare loro la bellezza di un testo o
di una poesia, comprendere insieme i momenti
particolari della nostra storia, ma anche essere
disponibile ad offrire un consiglio, un aiuto e una
parola di conforto nel momento del bisogno di
ciascun ragazzo, sono da sempre stati gli obiettivi del
mio lavoro.
SE NON AVESSE FATTO L’INSEGNANTE, QUALE
LAVORO LE SAREBBE PIACIUTO?
Non credo avrei fatto altro, pensandoci bene, però,
mi sarebbe piaciuto fare la cuoca o la pasticciera.
QUAL È LA DATA STORICA PER LEI PIÙ
SIGNIFICATIVA?
1946: l’anno di nascita della Repubblica Italiana e,
soprattutto, l’anno in cui in Italia venne, finalmente,
riconosciuto il diritto di voto alle donne.
QUANTI ANNI HA INSEGNATO E IN QUALI SCUOLE?
Precisamente, 44 anni 11 mesi e 27 giorni. Ho
iniziato alla Scuola Media Leonardo Da Vinci, una
piccola parentesi di 1 anno nella Scuola Media di
Laives e infine, da circa 25 anni, alla Foscolo.
COSA PENSA CHE LE MANCHERÀ QUANDO SARÀ IN
PENSIONE E CHE COSA INVECE NON LE MANCHERÀ,
PER ESEMPIO, LE MANCHERANNO I SUOI ALUNNI?
Mi mancheranno sicuramente gli alunni, quelli che
ho visto crescere e maturare in 3 anni, ma anche
quelli con i quali ho avuto dei contrasti perché non
avevano voglia di studiare e che oggi, però, sono i
più affettuosi, mi incontrano e mi salutano,
ringraziandomi per quello che, con fatica, sono
riuscita a dare loro. Non mi mancherà, invece,
dovermi alzare molto presto al mattino per essere
puntuale a scuola.
QUALI SONO I SUOI PROGETTI PER IL FUTURO?
Ho vaghe idee...vorrei innanzitutto riposare, forse, in
seguito, mi piacerebbe fare teatro, visto che mi
riescono bene le imitazioni; mi piacerebbe anche
scrivere un libro o dei racconti ma, soprattutto,
vorrei iniziare ad accettare l’uso del computer per
non “rompere” più “le scatole” a mia figlia.
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
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AUFENTHALT IN TOBLACH
Am Mittwoch Nachmittag haben wir eine
Schneeschuhwanderung gemacht.
Es war ein bisschen anstrengend, aber wir hatten
trotzdem viel Spaß!
Am Donnerstag haben wir die Schneehunde
gesehen. Einige von uns durften sie sogar
streicheln.
Am Abend haben wir den Fackelzug gemacht und
unsere Eltern haben uns zugesehen. Wir waren
alle sehr aufgeregt!
Am letzten Tag war das Skirennen. Jeder von uns
hat sein Bestes gegeben und wir haben alle eine
Medaille bekommen.
Am Nachmittag sind wir aufgebrochen um wieder
nach Hause zu fahren.
Es war eine wunderschöne Woche!
Am 2. März 2015 war der große Tag endlich da!
Aufgeregt und nervös haben wir um 7.45 Uhr auf den
Bus gewartet.
Endlich sind wir dann nach Toblach gestartet. Die
Busfahrt hat 2 Stunden gedauert, aber wir haben uns
sehr gut unterhalten!
Endlich angekommen, haben wir im Grand Hotel
unsere Zimmer bezogen und die Koffer ausgepackt.
Die Jugendherberge war super! Das Personal war sehr
nett und das Essen war wirklich lecker!|
Am ersten Tag sind wir zum Toblacher See gegangen.
Dort haben wir viel Spaß gehabt.Die Führung hat uns
vieles über die Tiere im Wald erklärt und darüber,
wie wir uns im Wald verhalten müssen.
Mit den Schneeschuen
Klasse 1D
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IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
ANTIKE SCHRIFTE
VISITA ALLA CENTRALE IDROELETTRICA DI CARDANO
Wir, die Klasse 1F, haben im 2. Semester das Projekt
“Antike Schiften” gemacht.
Es war sehr interessant, denn mir haben viele neue
Sachen gelernt und gemacht.
Wir haben mit einem Federkiel einen Text von
Mittelalter geschrieben.
Es war ein bisschen schwierig.
Dann haben wir aus Papierstreifen einen
Papyrusbogen gemacht und wir haben darauf unsere
Namen geschrieben. Es war sehr lustig!
Wir haben eine Tontafel modelliert und darauf
geschrieben.
Es war sehr schön und neu.
Wir haben wie die Menschen im Mittelalter
geschrieben.
Diego C., Andrea C., Diego G.
Premere un interruttore per accendere la luce o la
televisione è un gesto quotidiano e automatico, ma
solo pochi, in realtà, sanno che quel gesto è possibile
anche grazie ad una straordinaria impresa
ingegneristica come la centrale idroelettrica di
Cardano.
Il 16 aprile 2015 io e la mia classe (la III F) abbiamo
avuto l'occasione di visitare la centrale idroelettrica
di Cardano, la quale è stata per molto tempo la
centrale più grande d'Europa. A questo progetto,
realizzato in soli tre anni, hanno lavorato 5000
uomini che hanno costruito 16 km di galleria, per
incanalare il fiume Isarco in enormi tubi lunghi 330
m. Io avevo già avuto la possibilità di visitare la
centrale, ma è solo attraverso la scuola e insieme ai
propri compagni che si ricordano attività così
interessanti.
Questa centrale è entrata in funzione nel 1929 ed è
attiva ancora oggi. In quel tempo l'Alto Adige era nel
pieno periodo della politica di italianizzazione, e così
migliaia di italiani si trasferirono in questa regione
per lavorare nell'enorme centrale idroelettrica.
Le guide ci hanno anche raccontato che Mussolini si
affacciò da un balcone (costruito appositamente per
l'occasione), all'interno della centrale, per
inaugurarla e per parlare agli operai.
La centrale è composta da turbine che sfruttano
l'energia cinetica dell'acqua per trasformarla in
energia meccanica, facendo girare il generatore che
la trasforma a sua volta in energia elettrica.
Finalmente dopo altre procedure l'energia può
arrivare nelle nostre case.
Secondo me questa attività è stata molto
interessante: mi ha colpito soprattutto il fatto che
l'uomo, pur non avendo i mezzi di cui dispone oggi,
sia riuscito in pochissimo tempo a costruire una
centrale idroelettrica che forniva a tutta l'Italia il
60% di energia necessaria!
Mi ritengo fortunata a vivere in una regione come
l'Alto Adige perché è autosufficiente e pulita, ma
soprattutto perché è una regione “GREEN”.
Giorgia Mason
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CONFRONTO SUL GIORNALISMO
FLASHBOOKMOB
Lunedì 20 aprile la redazione del giornalino "Il Soffio
del testo" si è recata a visitare la sede del Corriere
della Sera a Bolzano. Di seguito riportiamo i nostri
commenti e le nostre riflessioni.
"Mi è piaciuta molto la visita alla sede del “Corriere
della Sera” perché ho scoperto e imparato cose
nuove. L'incontro con il giornalista Felice Espro mi ha
fatto riflettere sul fatto che anche una professione,
come quella del giornalista, richiede sacrifici,
impegno e spesso può significare mettere a rischio la
propria vita.
Martina
Abbiamo incontrato un ottimo giornalista che ci ha
raccontato anche aspetti poco conosciuti di questa
professione. Ad esempio ci ha detto di aver iniziato a
lavorare in Sicilia come giornalista di cronaca nera e
quindi spesso ha dovuto scrivere di crimini. Egli mi è
sembrato molto entusiasta della sua professione,
nonostante le numerose ore di lavoro al giorno e il
poco tempo a disposizione da trascorrere in famiglia.
Davide
E' stato un incontro illuminante. Il signor Felice
Espro ci ha aperto una finestra sul mondo del
giornalismo. Spero che un giorno riuscirò a scrivere
con l'oggettività di un vero giornalista.
Giulia
Il giornalista ci ha spiegato come si scrive una notizia
e ci ha fatto capire che per diventare giornalisti
occorre avere attitudine a capire cos'è una notizia.
Luca
E' stato molto interessante scoprire come lavorano
dei giornalisti professionisti. Ho imparato anche
quali strumenti servono per pubblicare un giornale:
mail, internet, programmi di grafica ed
impaginazione.
Alex
Il giornalista è stato molto bravo a coinvolgerci e mi
ha colpito molto ascoltare la sua esperienza.
Ashir
L'articolo apparso sul Corriere della Sera
martedì 21 aprile 2015
La Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore
è un evento patrocinato dall'UNESCO per
promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la
protezione della proprietà intellettuale attraverso il
copyright.
L'obiettivo della Giornata è quello di incoraggiare a
scoprire il piacere della lettura e a valorizzare il
contributo che gli autori danno al progresso sociale e
culturale dell'umanità.
A partire dal 1996, questa giornata viene celebrata
ogni anno il 23 aprile con numerose manifestazioni
in tutto il mondo.
Anche due classi della nostra scuola (la 1 F e la 3 F)
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
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hanno partecipato quest'anno alla Giornata mondiale
del libro, aderendo a due iniziative.
La 3 F avuto la possibilità di andare al Centro Trevi
per ascoltare la lettura del libro vincitore del premio
Andersen 2014 “IL PIANETA DI STANDISH”, di Sally
Gardner. Un libro originale, pieno di suspence e
ricco di emozioni. Al termine della lettura a ciascuno
di noi è stata regalata una copia del romanzo.
Poi ci siamo spostati in piazza Walther per il
Flashbookmob: un'iniziativa che prevede il ritrovo in
piazza di molte persone, ciascuno con il suo libro
preferito in mano.
Ad un segnale convenuto tutti abbiamo iniziato a
leggere, creando così un turbine di parole che è
diventato sempre più intenso man mano che i
minuti scorrevano.
Un vista mozzafiato per gli spettatori osservare una
folla di bambini e di ragazzi con un libro in mano.
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ECLISSI DI SOLE
LABORATORIO DI SCIENZE ALLE MANZONI
Venerdì 20 Marzo è stato possibile assistere, dal
cortile della scuola, ad un fenomeno scientifico
affascinante: un'eclissi solare.
Questo fenomeno si verifica in fase di novilunio
quando la Luna si interpone tra la Terra ed il Sole
intercettando i raggi di quest'ultimo e lasciando la
Terra in ombra totale o parziale.
Un caso particolare di eclissi solari sono le eclissi
anulari, che avvengono quando la Luna è molto
distante dalla Terra: in questo caso la parte esterna
del Sole sarà visibile come un anello intorno alla
Luna.
Abbiamo assistito ad un'eclissi solare parziale: se
avete notato, infatti, il Sole non era del tutto
oscurato, la Luna lo copriva solo per il 70% , con una
percentuale variabile in Italia a seconda della
regione geografica da cui si osservava il fenomeno.
Per poter guardare l'eclissi molti di noi hanno usato
degli occhiali da saldatore o dei vetri specifici, per
evitare che i raggi solari danneggiassero gli occhi.
Anche la scuola ha messo a disposizione diverse paia
di occhiali adatti.
Gli alunni della 1F ci hanno consegnato le loro
impressioni riguardanti l'eclissi; ne abbiamo
selezionati alcune per voi:
"A ME È PIACIUTA TANTO ANCHE SE MI ASPETTAVO QUALCOSA DI
PIÙ BELLO." Alessia
"PER ME É STATA UN'ESPERIENZA FANTASTICA, PER LA PRIMA
VOLTA HO VISTO UN'ECLISSI! È STATO BELLISSIMO." Giorgia B.
"È DA MOLTO CHE ASPETTAVO DI VEDERNE UNA: L'ECLISSI È
STATA UN'ESPERIENZA UNICA!"
"È STATO BELLISSIMO, FIGURIAMOCI NEL 2081, ANNO IN CUI
SARÀ COMPLETA. LA PRIMA ECLISSI CHE HO VISTO:
FANTASTICA!!!"
"È STATO FANTASTICO VEDERE L'ECLISSI! NON NE AVEVO MAI
VISTA UNA! SECONDO LA MIA OPINIONE È UN FENOMENO
FANTASTICO, PERCHÉ È DIVERSO DA TUTTI GLI ALTRI!"Giorgia L.
Il laboratorio di Scienze organizzato dal Prof.Tartari e
dai maestri della scuola Manzoni, ormai quasi al
termine, tornerà il prossimo anno scolastico.
Vi lasciamo alcune immagini delle attività svolte
quest'anno.
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
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TEATRAKI
Quest'anno la classe II A ha partecipato ad un
laboratorio teatrale, che si è tenuto in aula trilingue
due volte a settimana.
Gli alunni, guidati dagli insegnanti e dall'animatrice
teatrale Evi Unterthiner dell'associazione culturale
Theatraki, hanno lavorato sul “Don Chisciotte” di M.
Cervantes, bellissimo e appassionante romanzo del
XVII secolo.
Frutto di questo lavoro, intenso e molto impegnativo
(così lo definiscono i ragazzi), è stato lo spettacolo
trilingue dal titolo “Alles verrükt: Qijote nello
spazio”.
La rappresentazione si è svolta con successo il 6
maggio al teatro comunale di Gries nell'ambito della
Rassegna “Teatro della Scuola/Das Theater der
Schule 2015”. Gli attori hanno interpretato con forza
ed entusiasmo la storia di Don Chisciotte fatta di
follia, avventura, amicizia, paure e sogni.
L'esperienza del laboratorio è stata molto
significativa per l'intera classe. Ecco che cosa
scrivono alcuni dei protagonisti di questa avventura:
“Questa attività mi ha insegnato ad essere più decisa
e mi ha anche aiutata a capire quanto lavoro ci sia
dietro uno spettacolo teatrale.
Il teatro è bello perché quando reciti è come se
vivessi una seconda vita, in cui la realtà si mischia
con la fantasia”.
Juliana Hoxha
“Gigi proietti, attore di teatro ha detto: «Benvenuti a
teatro. Dove tutto è finto ma niente è falso». Questa
citazione mi è piaciuta molto perché rappresenta la
vera anima del teatro, dove tutto sembra costruito,
mentre è la migliore rappresentazione della realtà in
cui si vive. Secondo me il teatro è bello perché
unisce con la storia. Il legame tra teatro e storia
passata permette di conoscere epoche e personaggi
che appartengono al nostro passato, e questo ci
insegna a capire meglio il nostro presente”.
Samuel Guerra
“È stata un'esperienza molto bella: ho imparato ad
essere un po' più sicura di me”.
Francesca Carlino
“Grazie a questo lavoro abbiamo imparato a parlare
con un tono di voce più alto, scandendo bene le
parole ed abbiamo capito anche quanto è importante
la postura. Penso che il teatro ti aiuta ad esprimerti
meglio”.
Lorenzo Saller
“Il teatro aiuta ad affrontare le proprie timidezze”.
Elias Vonella
“Questo spettacolo è molto bello: più si va avanti e
più mi appassiona; è una di quelle storie che ti
prende, che ascolti attentamente perché vuoi sapere
come va a finire. Consiglierei a tutti un'esperienza
teatrale”.
Ayssa Salaris
“Fare teatro permette di acquisire sicurezza in te
stesso: diventi un'altra persona, anche se resti
sempre lo stesso.”
Giuseppe Lazzara
“Il teatro è bello perché ci fa capire la vita degli
altri”.
Filip Bozic
“Il bello di questo spettacolo è che con la semplicità
siamo riusciti ad esprimere la nostra fantasia”.
Luca Pignato
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
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LA GIORNATA SPORTIVA
CAMPIONESSE REGIONALI!
Lunedì 13 aprile tutti gli alunni della scuola "Foscolo" hanno partecipato alla giornata sportiva presso il
campo CONI di via S. Geltrude.
Ecco a voi alcune immagini delle gare di atletica.
Proprio cosi, la scuola Foscolo si è aggiudicata il
titolo di campionessa regionale di pallavolo.
Le ragazze della squadra titolare della nostra scuola,
provenienti dalle migliori squadre della città, hanno
difeso con le unghie e con i denti il loro meritato
titolo.
"Non ho mai avuto una squadra cosi forte e unita. É
la prima volta che la Foscolo va ai nazionali." spiega
un orgoglioso prof. Paganella.
Le atlete vincitrici sono:
Giulia Buonerba, Susanna Piva, Nicole Ianeselli, Sara
Rungaldier, Francesca Callegaro, Vanessa Cacciani,
Anna Hartman, Giorgia Mason, Majda Laghmami,
Maissen Said
Le ragazze sono determinate a uscire a testa alta dal
torneo nazionale a Cesenatico che si terrà a fine
maggio.
In bocca al lupo, ragazze!
g.b.
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
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FARFALLE NELLA PANCIA
Caro Diario,
sicuramente ti ho parlato di S.: brutto, basso,
occhialuto, con l'apparecchio e i capelli spettinati.
L'ho rivisto dopo le vacanze di Pasqua e non ci
crederai mai, ma sembra che sia uscito da una
rivista: ha tolto l'apparecchio e gli occhiali, non ha
più i brufoli (il peeling ha funzionato!), è comunque
basso, ma con i capelli tagliati alla moda e sembra
molto più alto. L'altro giorno sono riuscita a farmi
spazio nella folla di ragazze intorno a S.
(sembravano le fan scatenate di Justin Bieber dopo
un suo concerto). Ho detto al ragazzo che era
veramente cambiato e che era molto carino. La
campanella delle 7:45 è suonata e S. ha voluto salire
su per le scale insieme a me! “Che cosa dolce” ho
pensato!
Nel pomeriggio S. mi ha chiamato e ha detto testuali
parole: “Cciao. Haai vvoglia di veveniree a
prendere un gellato ininsieme a me?” (Quando è
agitato inizia a balbettare! Che dolceee!). Appena ho
riattaccato la cornetta ho pensato: se il ragazzo più
bello della scuola esce con una frana come me, non
devo deluderlo... Quindi ho messo un vestito mai
indossato prima, un po' di fondotinta per correggere
i miei brufoletti, un tocco di rimmel e..DINDON! S.
era arrivato!
Abbiamo camminato per un po' e mi sentivo
diversa...Una sensazione mai provata prima... Come
quando per la prima volta ho visto S. dopo il
cambiamento: farfalle nello stomaco, paura di
parlare e... Ma che cosa mi sta succedendo?!? Non è
che mi sono INNAMORATA?
Be', direi che non posso proprio lamentarmi, visto
che esco con “Justin Bieber”!
Ad un certo punto lui mi prende la mano e io inizio
a sudare come se non esistesse un domani.
Finalmente siamo arrivati in gelateria, avevo
assolutamente bisogno di un gelato...freddo...molto
FREDDO! Dopo aver ordinato siamo andati a
sederci su una panchina dove, dopo aver mangiato
un gigantesco gelato al gusto Ciocco Menta,
abbiamo iniziato a parlare della nostra amicizia.
Poi mi ha baciato sulla guancia (meno male! Perché
non sono proprio sicura di saper baciare bene).
Mentre lui parlava, ho capito che mi ero innamorata
e quello era il MIO primo (di tanti... almeno spero)
appuntamento. La nostra conversazione si è chiusa
con un abbraccio, ma non so dire di che tipo di
abbraccio si trattasse: se un abbraccio tra amici,
conoscenti, migliori amici, fidanzati, amanti o altro
ancora L'unica cosa di cui sono certa è che mi aveva
abbracciato! S. voleva a tutti costi rimanere più
tempo con me (glielo si leggeva in faccia), allora ha
trovato la scusa di accompagnarmi a casa e appena
siamo arrivati davanti al mio portone mi ha
abbracciata di nuovo e questo mi sa che era un
abbraccio da quasifidanzati, almeno spero!
19 Agosto
Caro Diario,
eh sì! Quell'abbraccio aveva molta importanza non
solo per me, ma anche per lui perché il giorno dopo
mi ha chiesto di fidanzarci... Io, ovviamente, gli ho
risposto di sì. Avresti dovuto vedere le facce delle
sue “fan”: erano ARRABBIATISSIME!
Sono molto FELICE che abbia scelto un ramo secco
come me in mezzo a tantissime margherite come
loro! Da quel giorno siamo diventati come delle
calamite, abbiamo sempre una scusa per vederci!
Siamo come i protagonisti di “Colpa Delle Stelle”
che, nonostante i problemi scolastici, le burrasche
famigliari e gli impegni sportivi, ci amiamo ancora e
questa è una cosa bellissima...Chissà perché avevo
paura di amare...
Un abbraccio A.
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
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VOCI, SUONI E IMMAGINI DELLA MIA FAMIGLIA
Anche oggi ho litigato con i miei genitori. Non è un
fatto anomalo, succede ormai troppo spesso.
Abbiamo punti di vista sempre differenti e molte
volte non ci capiamo. Sarà perché sono
nell’adolescenza, l’età definita dagli studiosi “di
ribellione”? Io mi sento diversa rispetto a un paio di
anni fa; è vero, sono cambiata, ma arrivare ad avere
divergenze con la mia famiglia non me lo sarei mai
aspettato.
A volte mi riesce addirittura difficile pensare che
persone con idee tanto differenti, possano avere lo
stesso sangue. Mi butto sul letto, arrabbiata. Poi,
però, penso che loro in fondo sono la mia famiglia,
mi hanno generato, mi hanno cresciuta e mi hanno
fatto diventare la persona che ora sono. Apro gli
occhi e lo sguardo mi cade su una vecchia foto
scolorita. Ritrae due ragazzi raggianti, con gli occhi
pieni di amore, fiducia e speranza. Il fotografo ha
catturato l’attimo in cui tra i due scoppia una risata.
I miei occhi inquisitori scrutano la foto in cerca della
ragione che ha scatenato quella ilarità. Solo dopo un
paio di secondi, mi accorgo di una creatura seduta di
fronte ai ragazzi: avrà al massimo un anno, ha i
capelli corti bruni e due grandi occhi marroni, ora
spalancati dallo stupore provocato dal movimento
bizzarro di una macchinina elettronica. Stacco la
fotografia e la giro: 2003. La creatura sono io e quei
ragazzi, i miei genitori. E allora, come in un
flashback, mi sembra di risentire la risata fragorosa
di mio padre, quando facevo qualcosa di buffo e
quella acuta e cristallina di mia madre, quando
facevo delle smorfie divertenti.
Ora che ci penso, non ho più sentito risate come
quelle negli ultimi giorni. Mi alzo dal letto e prendo
l’album delle fotografie. Tutta la vita di una famiglia
è racchiusa in questo oggetto. Lo apro alla prima
pagina: 1° gennaio 2002. Come in un film, guardo la
mia vita scorrere davanti a me. La mia nascita, il mio
primo compleanno, il mio battesimo, il mio primo
giorno in una squadra di pallavolo. Continuando a
sfogliare, noto che i miei genitori sono cambiati
dalla foto della risata: i capelli sono più corti, più
grigi, le rughe circondano gli occhi, la posa indica
che i ragazzi sono maturati eppure lo sguardo è
rimasto quello dei due giovani: pieno di amore,
fiducia e speranza. Scorro ancora le immagini e mi
imbatto in una foto che mi spinge indietro nel
tempo. La mia squadra di pallavolo ha vinto, io sono
il capitano che l’ha portata alla vittoria. Al collo
porto una medaglia dorata e nelle mani stringo una
coppa più grande della mia testa. Sono felice.
Guardo la folla intorno. Tutti gli sguardi sono puntati
su di me, ma a me interessa solo uno sguardo in
particolare. Mio padre mi guarda orgoglioso, io
gonfio il petto e sorrido ancora di più. La foto ha
intrappolato il luccichio nei miei occhi. D'istinto mi
volto e mi soffermo ad osservare la vecchia coppa
che ora mi sembra minuscola e la medaglia adesso
scolorita, sulla quale, però, è ancora leggibile
l’incisione: “Campionesse provinciali 2010”.
Il mio sguardo si offusca, batto velocemente le
palpebre ma una lacrima traditrice rimane impigliata
tra le ciglia. Chiudo di scatto l’album, mi vesto ed
esco. Troppe emozioni, troppe immagini del passato.
Percorro il vialetto di fronte a casa, ma un altro
flashback mi assale: i miei genitori mi tengono per
mano e insieme mi accompagnano il primo giorno di
scuola materna.
Mi volto e prendo la bicicletta. Tutto parla della mia
famiglia e mi urla che è parte di me. Ignoro la voce e
pedalo fino ad Appiano. C’è un prato che porta al
bosco. Cammino senza alzare lo sguardo finché mi
accorgo di essere nella radura. Di fronte a me c’è una
grande quercia. Mi siedo ai suoi piedi e prendo un
libro dalla borsa. Chissà come o perché mi viene in
mente mia mamma che, con pazienza, mi corregge
mentre leggo il mio primo libro: “Giulio coniglio”.
Poi ricordo quando ho raccontato a tutto il vicinato
che avevo letto un libro intero. Richiudo il libro e
decido di fare una passeggiata. Non percorro
neanche dieci metri, che un profumo molto forte mi
riempie le narici. Io, però, non arriccio il naso, anzi
mi lascio guidare da questa fragranza che evoca una
immagine lontana eppure ancora viva nella mia
memoria: con l’occhio della mente rivedo mio padre
che porge a mia madre dei fiori molto profumati, blu
e piccoli: nontiscordardime. Mi guardo intorno e
non sono sorpresa quando scopro di aver indovinato
la fonte del profumo: da dietro un cespuglio
spuntano, timidi, i fiori che mio padre regala ogni
IL SOFFIO ANNO XV NUMERO 4 GIUGNO 2015
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anno a mia madre per l’anniversario di matrimonio.
E ad un tratto comprendo che non posso ignorare
quella voce: tutto nel mondo parla della mia
famiglia, essa è parte della mia vita e di me.
Prendo il libro dalla borsa, scorro la prima pagina e
leggo la dedica: “Quando rivolgi lo sguardo alla tua
vita, le più grandi gioie sono quelle della famiglia”
(J. Brothers). Sorrido tra me e me, non poteva
esserci frase più appropriata in questo momento.
Torno a casa serena, e, senza un motivo apparente,
abbraccio i miei genitori. Loro, piacevolmente
sorpresi, ricambiano il gesto con gli occhi lucidi.
Non importa quante divergenze abbiamo, siamo una
famiglia, unita da un legame più forte di qualsiasi
altro: quello dell’amore. G.B.
LA GUERRA CON GLI OCCHI DI UN SOLDATO
Ricordo ancora che, quando leggevo alcuni libri
riguardanti la Prima Guerra Mondiale, mi
immedesimavo nei personaggi cercando di captare i
loro sentimenti, le loro paure e sofferenze e cercando
di distinguere quello che provasse un soldato, invece
che un tenente, oppure un caporale, invece che un
sergente. Ora, penso alle trincee: orribili e profondi
buchi che proteggevano, in parte, i soldati, che si
riparavano dai colpi dei nemici dietro a sacchi di
sabbia sistemati ai bordi delle trincee. Esse erano
divise, l'una dall'altra, solo da un filo spinato in
mezzo alla Terra di Nessuno. Ecco, la Terra di
Nessuno; erano quei metri in cui avvenivano i
combattimenti fra i soldati e in cui, per avanzare di
pochi metri, venivano sacrificati tantissimi soldati. Il
soldato; era fondamentale, ma era anche un uomo
che non aveva deciso di partecipare alla guerra, ma
a cui la guerra era stata imposta, senza lasciargli
alternative. Egli doveva combattere, resistere, ma
rischiava la vita ogni giorno, ogni ora, ogni minuto
che passava. Il cibo scarseggiava, ed erano
insufficienti anche il sonno e l'igiene. Sono sicuro del
fatto che il soldato soffrisse ed avesse anche delle
paure: soffriva, probabilmente, perché gli
mancavano la famiglia e gli amici o perché egli aveva
conosciuto delle persone in trincea, poi uccise. La
paura più grande era sempre il pensiero della morte
o veder morire delle persone care. Il soldato era
spesso il più sfortunato che aveva l'obbligo di sparare
quando avvistava un nemico, ma spesso quel soldato,
forte e coraggioso, che resisteva ogni giorno, non
riusciva a sparare di fronte ad un nemico. Era un
sentimento bello e nobile non riuscire ad uccidere un
nemico, quando stava bevendo un caffè o fumando
una sigaretta, perché colui che beveva e fumava non
era il nemico, ma l'uomo, che trascorreva la sua
giornata nella trincea, come loro. Soldati sporchi,
con le mani nere, erano costretti a sollevare armi e
tenerle puntate contro un uomo come loro che
correva e arrivava sempre più vicino e che
all'improvviso crollava per terra come addormentato,
ma non dormiva. E uno dopo l'altro cadevano in
mezzo alla Terra di Nessuno, e rimanevano lì, distesi,
perché nessuno sarebbe andato a riprendere i corpi
morti dei soldati. Gli uomini, purtroppo, muoiono
tutti i giorni e gli errori commessi durante la Prima
Guerra Mondiale continuano a verificarsi; l'uomo in
guerra è come una cavia che muore per esperimento,
senza godere o lasciar godere la vita.
Davide Anselmi 3B