Se mi lasci mi cancello

Se mi lasci Mi cancello dipendenza affettiva � co-dipendenza � contro-dipendenza

e

Violenza di Genere

erica pugliese ph.d. | psicologa | psicoterapeuta

Erica Pugliese | Ph.D. | Psicoterapeuta!

Indice

Prima Parte Dipendenze Affettive �  Definizione

�  Origini

�  Tipologie: Dipendenza Co-Dipendenza Contro-Dipendenza

�  Trattamento

Seconda Parte Violenza di Genere �  Genere: cenni storici e

definizione

�  Tipi di Violenza nella coppia

�  Il ciclo della Violenza

�  Gli autori della Violenza

�  Domande frequenti

�  Trattamento


DIPENDENZE AFFETTIVE

PRIMA PARTE


“Il bisogno di amare è

il bisogno fondamentale

dell’uomo, superiore per

urgenza a quello della fame, della sete o dello

stesso “sesso”, in quanto

per soddisfarlo questi

ultimi possono anche

essere messi a tacere.

Erich Fromme, L’arte di amare, Mondadori, Milano, 1995


Relazione Sana

•  Si cresce insieme

•  Si prova piacere e gioia di vivere

•  Favorisce lo sviluppo di complicità e senso di appartenenza

•  Ci si prende cura l’uno dell’altro

•  Equilibrio fra dipendenza e autonomia

•  Cooperazione

•  Accettazione reciproca

•  Si accettano i cambiamenti della coppia nel tempo

Dipendenza Affettiva

•  Dolore

•  Insoddisfazione

•  Umiliazione

•  Autodistruzione

•  Difficoltà di separazione

•  Incompatibilità

•  Mancanze di rispetto/VIOLENZA

•  Diversità progettuale

•  Ostilità

•  Competizione

•  Non condivisione di bisogni


Quando l’amore incatena, fa soffrire, nega la libertà dell’individuo, allora siamo di fronte a quel fenomeno

che la psicologia contemporanea definisce “Dipendenza Affettiva” o in inglese, “Love Addiction”. Guerreschi (2011)

Dipendenza Affettiva Patologica


Dalla Luna di Miele all’Inferno

Innamoramento

•  E’ presente in tutti gli esseri umani di tutte le culture

•  Ha una durata diversa che può andare da qualche settimana a due anni circa.

•  Si trasforma in qualcosa di diverso poiché entrano in gioco altri fattori, tra cui la c o n d i v i s i o n e e l a pianificazione di un futuro insieme.

Dipendenza Affettiva

•  Non r iesce ad accet tare i l cambiamento che caratterizza il rapporto d’amore

•  Interpreta qualsiasi atteggiamento del partner come una mancanza di affetto o come carenza di amore o passione.

•  Entra in un elevato stato di allarme che lo porta a ricercare il proprio compagno/a in modo sempre più frequente e ossessivo oppure a trovare un nuovo partner per poter sperimentare le sensazioni iniziali delle relazione.


Dalla Luna di Miele all’Inferno

Quando il rapporto cambia si verifica uno shift dalla condizione piacevole di luna di miele ad un vero e proprio inferno, il dipendente affettivo vive un perenne stato d’angoscia e potrebbe instaurarsi un meccanismo simile a quello dell’overdose da sostanze (per esempio se prima bastavano tre messaggi al giorno per sentirsi rassicurato/a ora ne sono necessari 10).


L’Amore romantico e la dipendenza

“Amare è come una droga: all'inizio viene la sensazione di euforia, di totale abbandono. Poi il giorno dopo vuoi di più. Non hai ancora preso il vizio, ma la sensazione ti è piaciuta e credi di poterla tenere sotto controllo. Pensi alla persona amata per due minuti e te ne dimentichi per tre ore. Ma, a poco a poco, ti abitui a quella persona e cominci a dipendere da lei in ogni cosa. Allora la pensi per tre ore e te ne dimentichi per due minuti. Se quella persona non ti è vicina, provi le stesse sensazioni dei drogati ai quali manca la droga. A quel punto, come i drogati rubano e si umiliano per ottenere ciò di cui hanno bisogno, sei disposto a fare qualsiasi cosa per amore”.

Paulo Coelho, Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto, Bompiani, Milano (1994)


La Dipendenza Affettiva Patologica viene definita come una tipologia di relazione tra due individui che conduce alla compromissione della salute mentale dei protagonisti coinvolti i quali, nonostante questo, mantengono la relazione.

Dipendenza Affettiva Patologica


Dipendenze affettive sono una nuova dipendenza?

Dipendenza Comportamentale

Dipendenza da sostanza


Dipendenza da sostanze

“Condizione psichica e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”

Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)


11 classi di disturbi correlati a sostanze:

1.  Alcool

2.  Caffeina

3.  Cannabis

4.  Allucinogeni

5.  Inalanti

6.  Oppiacei

7.  S e d a t i v i / i p n o t i c i /ansiolitici

8.  Stimolanti

9.  Tabacco

10.  Altre sostanze

11.  Non correlato a sostanze (gambling).


Dipendenza da sostanza e amore romantico:

risultati studi risonanza magnetica

Maggiore attivazione durante la risonanza magnetica funzionale (fMRI) delle regioni cerebrali associate con il

piacere e la motivazione, ad esempio, l’area tegmentale ventrale, il nucleo caudato, la corteccia cingolata anteriore (ACC), la regione insulare sinistra e un’aumentata secrezione ormonale ipotalamica

Aron et. al., 2005; Bartels & Zeki, 2000; Bartels & Zeki, 2004


Dipendenze affettive vs dipendenza da sostanza

La Dipendenza Affettiva, a differenza delle altre forme di dipendenza comportamentale, si sviluppa nei

confronti di una persona e ciò la rende più difficile da riconoscere e da contrastare. Spesso il soggetto si considera

una vittima ponendo all´esterno l´origine della propria sofferenza non rendendosi conto che siamo noi ogni giorno a scegliere.


Le origini della dipendenza affettiva

Lo sviluppo di un legame tra due individui ha:

•  Una base evolutiva

•  Influenzata da aspetti di apprendimento cognitivo, sociale e culturale

Fisher, 2004; Marazziti, Akiskal, Rossi e Cassano, 1999; Peele e Brodsky, 1975; Young-Bruehl, 2003



Punto di vista evolutivo

•  Gli individui si uniscono allo scopo di procreare.

•  Il partner verrebbe dunque scelto secondo determinate caratteristiche che garantirebbero la continuità della specie

Fisher (2004)



•  La cultura e la società sembrano influenzare la scelta del partner e il prototipo di relazione di coppia (Henderson e Cunningham, 1993)

•  I messaggi e le immagini veicolate dai mass media di famiglia felice e amore romantico promuovono norme e valori sul tipo di relazione che si dovrebbe stabilire (Young-Bruehl, 2003)

•  Sono incoraggiate relazioni durature basate sul sacrificio

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QUAL E’ L’ORIGINE DELL’AMORE?

ESPERIMENTO DI HARLOW



•  L’attaccamento

•  Modelli operativi interni

•  Tipi di attaccamento


4 Modelli di Attaccamento

•  Sicuro

•  Insicuro-ambivalente

•  Insicuro-evitante

•  Insicuro-disorganizzato


Attaccamento sicuro nel bambino

Normale livello di stress quando il caregiver si allontana

Stato di piacere al suo ritorno

Caregiver attento alle esigenze e risponde prontamente ai bisogni del bambino senza limitare il suo desiderio di muoversi ed esplorare l’ambiente circostante.

Al suo ritorno è presente divenendo u n a b a s e s i c u r a n e l l a rappresentazione del bambino.


Attaccamento sicuro nell’Adulto

L’adulto con questo sti le di attaccamento si caratterizza per un buon livello di autostima, bassa ansia e sensazione di agio nelle situazioni di vicinanza fisica ed emotiva.

Nel caso in cui la relazione con il partner si concluda, nell’adulto s i c u r o n o n s i r e g i s t r a u n abbattimento dell’autostima mentre sembra orientato all’accettazione della situazione seppur questa sia accompagna da dolore.

Esistono? Si. Erica Pugliese | Ph.D. | Psicoterapeuta!

Attaccamento insicuro ambivalente nel bambino Nell’attaccamento insicuro-ambivalente il

bambino ricerca morbosamente l’adulto quando si allontana mentre al suo ritorno lo respinge. In questo stile di attaccamento il caregiver ha un comportamento ambiguo e imprevedibile, trasmettendo l’idea di esserci un momento ma di non esserci più successivamente. Il bambino potrebbe provare ansia abbandonica, insicurezza e avere livelli bassi di autostima.


Attaccamento insicuro ambivalente nell’adulto

L’adulto insicuro-ambivalente: -  stile di amore “nevrotico” caratterizzato

da forte ansia, idealizzazione del partner e gelosia patologica

-  Atteggiamento richiestivo nei confronti del partner

-  Tendenza a respingerlo se è lui ad avere bisogno di attenzione.


Attaccamento insicuro-evitante nel bambino

Il bambino insicuro-evitante sembra invece rimanere calmo quando si separa dal caregiver, ma lo evita e lo rifiuta quando ricompare. Nell’attaccamento evitante, il caregiver tende a essere distanziante e si prende cura esclusivamente dei bisogni primari del bambino trascurando quelli emotivi come sicurezza e appartenenza.


Attaccamento insicuro-evitante nell’adulto

•  L’adulto evitante nella relazione di coppia tende a essere anch’egli d i s t a n z i a n t e e v i t a n d o i l coinvolgimento emotivo e sentendosi a disagio in caso d’intimità fisica ed emotiva.

•  I sentimenti principali che prova sono i ra , te r rore e ans ia abbandonica che valuterà come emblematici di un sé “cattivo” poiché in passato sono stati ignorati o messi addirittura in ridicolo.

•  Questa immagine negativa di sé nell’adulto consoliderà la credenza di essere inamabile o la necessità di perseverare in una relazione insoddisfacente piuttosto che provare a stare solo, sviluppando una dipendenza affettiva.


Attaccamento disorganizzato nel bambino

N e l l ’ a t t a c c a m e n t o disorganizzato i l bambino m o s t r a , i n e n t r a m b e l e situazioni, e quindi quando il caregiver si allontana e poi ritorna, un comportamento variabile, contradditorio e a volte disorientato.

E’ il risultato di un’esperienza traumatica del bambino o di eventi traumatici multipli come abusi e maltrattamenti.

Può comportare lo sviluppo di un modello operativo interno frammentato caratterizzato da a l t i l i ve l l i d i a n s i a e d evitamento e alterazione degli stati della coscienza.


Attaccamento disorganizzato nell’adulto

N e l l ’ a d u l t o c o n a t t a c c a m e n t o disorganizzato possono essere presenti:

•  sintomi dissociativi

•  disregolazione emotiva

•  immagine di sé e dell’altro non integrata, instabile e/o negativa e idealizzata

A livello relazionale possono essere presenti:

•  s e n s o d i c o n f u s i o n e e incontrollabilità

•  Visione catastrofica

•  Tendenza a scegliere par tner inaffidabili, violenti e aggressivi.

•  Tendenza a divenire partner e genitori maltrattanti o abusanti o a loro volta vittime di partner violenti e maltrattanti.


Attaccamento e dipendenza affettiva

Attaccamento insicuro-ambivalente

Attaccamento insicuro-evitante

Attaccamento disorganizzato


Chi sono i dipendenti affettivi?

•  Possono presentare tratti o hanno una personalità narcisistica, istrionica, dipendente e borderline.

Il loro partner è:

•  un soggetto rifiutante, sfuggente che rincorrono pensando di poterlo cambiare o redimere

•  un soggetto dipendente, richiestivo, eccessivamente preoccupato di essere abbandonato o di rimanere solo

•  un soggetto completamente dedicato a loro, che li mette al primo posto anche a discapito di stesso


Tipi di Dipendenza Affettiva

•  Dipendenza

•  Co-Dipendenza

•  Contro-Dipendenza


La dipendenza Affettiva Disturbo Dipendente di Personalità (DSM V)

Le persone con Disturbo dipendente di personalità si caratterizzano per la presenza di un eccessivo e pervasivo bisogno di cura, sottomissione, vicinanza e attenzione causato dalla paura abbandonica.


La dipendenza Affettiva 1.  Difficoltà a prendere decisioni quotidiane senza il ricorso a

suggerimenti, rassicurazioni e consigli da parte degli altri. 2.  Richiesta agli altri di assumersi responsabilità che dovrebbero

spettare a loro. 3.  Paura di essere in disaccordo con gli altri e rischiare

disapprovazione. 4.  Difficoltà a iniziare progetti senza il supporto di altri. 5.  Eccessivo bisogno di protezione e supporto da parte di altri,

anche permettendo ad altri di imporre loro stessi piuttosto che rischiare il rifiuto o la disapprovazione.

6.  Sentirsi vulnerabili e indifesi quando soli. 7.  Cercare disperatamente una relazione non appena ne è termina

una. 8.  Preoccupazione irrealistica di essere lasciati soli e di non essere

in grado di prendersi cura di se stessi.


La dipendenza Affettiva

La dipendenza normale da quella patologica si distingue per la

particolare modalità di ricerca della relazione: nel

DDP questa diviene priva di controllo, non modulata e disadattiva e comporta un intenso timore abbandonico, passività e ricerca persistita di aiuto e rassicurazione.

Bornstein (1993; 1996)


Che origine ha?

•  Stato di vuoto terrifico disorganizzato

•  Stato di auto-efficacia

•  Stato di overwhelming

•  Stato di coercizione e di ribellione alla coercizione


Che cosa accade nella relazione?

•  Ciclo oblativo o dell’amore altruistico

•  Ciclo sado-masochista

•  Ciclo caotico-disregolato

Scopo primario è la ricerca di relazioni in grado di appagare il loro bisogno di sicurezza e protezione.


La Co-Dipendenza

Storicamente tale costrutto è stato introdotto per la prima volta nella letteratura clinica con riferimento a compagni o in genere ai familiari di dipendenti da alcol che sembravano vivere un malessere comune e altrettanto invalidante. Per questa ragione furono creati degli appositi gruppi di auto-aiuto chiamati Al-Anon/Alateen e Al-Anon Family Groups.


La Co-Dipendenza

•  Si caratterizza per un atteggiamento di cura nei confronti dell’altro di tipo invischiato al fine di assicurarsi vicinanza nella relazione.

•  Il dizionario medico Merrian-Western (2016) definisce la co-dipendenza come una condizione psicologica o una relazione nella quale una persona è manipolata da un’altra che sia affetta da condizione patologica (come dipendenza da alcol o da eroina) e in termini più ampi si riferisce alla dipendenza dai bisogni o dal controllo di un altro significativo. Tale comportamento autodistruttivo interferisce con l’abilità dell’individuo di partecipare alla mutualità della relazione. Inoltre l’attenzione ossessiva per l’altra persona è finalizzata a farli sentirsi sicuri della relazione, necessari e/o di valore per l’altro


Che origine ha?

•  Stato di vuoto

•  Stato di potere e invulnerabilità

•  Stato della colpa altruistica

•  Stato di masochismo



•  Ciclo sado-masochista

•  Ciclo invalidante

Se per il dipendente affettivo la relazione serve lo scopo primario di sentirsi competenti e auto-efficaci, nella co-

dipendenza il bisogno è di potere e invulnerabilità.


La Contro-Dipendenza

Stato di rifiuto dell’attaccamento e di negazione del bisogno personale di dipendenza che si distingue dal desiderio di una sana autonomia


Che origine ha?

E’ possibile ipotizzare che il contro-dipendente possieda nuclei tematici simili al disturbo narcisistico, disturbo evitante e borderline di personalità.

•  stato grandioso

•  di vuoto devitalizzato

•  depresso/terrifico

•  di transizione

•  di minaccia/solitudine e perdita

•  aggressivo abusante

Tali stati che possono essere ricondotti a quelli individuati da Young (1990): sé grandioso, bambino vulnerabile, bambino arrabbiato e autosufficiente distaccato.



•  Ciclo del rispecchiamento

•  Ciclo dell’idealizzazione

•  Ciclo della gemellarità

•  Ciclo competitivo 1

•  Ciclo competitivo 2

•  Ciclo dell’attaccamento 1

•  Ciclo dell’attaccamento 2


La dipendenza affettiva patologica Nessuno degli individui coinvolti nella relazione si ritiene in grado di uscire dalla relazione nonostante il malessere percepito.

•  Il dolore causato dal vuoto terrifico in cui entrano nel momento in cui avviene la separazione viene ritenuto inacettabile.

•  L’altro viene percepito ancora come necessario.

•  Inoltre in un rapporto così sbilanciato, il dipendente affettivo (dipendente, co-dipendente e contro-dipendente) si cancella annullandosi sempre di più e viene spesso fagocitato dall’ansia, uno dei sintomi principali per cui ricorre a una psicoterapia.

Le coppie potenziali sarebbero dipendente-contro-dipendente, co-dipendente-contro-dipendente e co-dipendente-dipendente.

da Pugliese, E. Se mi lasci mi cancello (in corso di stampa) Erica Pugliese | Ph.D. | Psicoterapeuta!

Trattamento cognitivo-comportamentale per superare la dipendenza affettiva

Dipendenza e co-dipendenza

•  Libri di aiuto aiuto

•  Individuale

•  Di gruppo (con o senza conduttore)

•  Individuale e di gruppo


•  Assessment e contratto terapeutico

•  Psicoeducazione

•  Ristrutturazione Cognitiva

•  Training Assertività, Rifiuto, Manipolazione, Rabbia e autonomia

•  Ristrutturazione dei modelli di attaccamento insicuro attraverso l’elaborazione e il contenimento delle esperienze negative infantili e l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti

•  Prevenzione Ricadute e Conclusione

Trattamento cognitivo-comportamentale per superare la dipendenza affettiva


Assessment, contratto e obiettivi terapeutici

•  4 incontri di valutazione

•  Restituzione del caso al pz

•  Contratto terapeutico: un incontro a settimana di 50 minuti ed eventuale partecipazione a gruppi o esposizioni per problemi collaterali (per esempio terapia per agorafobia, attacchi di panico).


Assessment, contratto e obiettivi terapeutici

•  O b i e t t i v o t e r a p e u t i c o g e n e r a l e “ d a l l a dipendenza alla sobrietà affettiva”: non è evitare tutte le relazioni, ma apprendere come sviluppare e mantenere relazioni sane, non compulsive nella quali la persona sperimenta benessere e la possibilità di esprimere se stessa a pieno.

•  Obiettivo terapeutico in base al caso: separarsi o continuare la relazione IMP per evitare abbandono immediato della terapia


La psicoeducazione

•  Stare insieme o separarsi? •  Benefici e costi •  Relazione sana vs relazione patologica

•  Amore romantico vs attivazione fisiologica •  Accettazione dell’altro vs cambiamento di sé

•  Cosa sono gli schemi? •  Personale visione della realtà, di sé, dell’altro, della vita in generale ed anche su come uno pensa di

essere visto dall’altro. •  Questi schemi non corrispondono necessariamente alla realtà e alla visione che l’altro ha di noi.

•  ABC •  Illustrazione di credenze di base, comportamenti, emozioni e sensazioni fisiche (PAN)

•  Cicli interpersonali •  Ansia e depressione


Ristrutturazione cognitiva I pensieri automatici negativi

•  La maggior parte delle persone si persuade che i propri sentimenti di COLLERA, PAURA o TRISTEZZA sono causati dagli avvenimenti esterni o dall’atteggiamento degli altri (mi hai fatta arrabbiare!, non ce la farò mai, non posso vivere senza di lui, è colpa mia)


Pensiero e comportamento

•  I pensieri influiscono su emozioni, reazioni fisiche e COMPORTAMENTI

La signora X in preda al panico per la preoccupazione per il marito in ritardo, conclude che deve aver avuto un incidente. In quel momento il figlio di 10 anni entra in salotto per recitare la poesia e lei reagisce dicendo “Non è il momento non vedi che tuo padre non c’è”.

•  Se crediamo ai PAN il comportamento può divenire inopportuno e incoerente (aggressività immotivata) o manifestarsi tramite l’inibizione (non uscire di casa se non accompagnati).


Schemi interpersonali


Schemi interpersonali

•  Mindfulness: consapevolezza degli schemi, pensieri automatici, emozioni e sensazioni fisiche

•  Tecniche immaginative: esposizione all’evento ritenuto pericoloso (per esempio la separazione ) e alle emozioni da esso suscitate.


La manipolazione

•  Chi sono i manipolatori?

•  La contro-manipolazione

•  L’assertività


Chi sono i manipolatori


Chi sono i manipolatori

L’arte di non lasciarsi manipolare, Isabelle Nazare-Aga 2011


Siamo tutti dei manipolatori?

•  Prendere l’ultima banana dal cesto senza chiedere agli altri se qualcuno la vuole non fa di voi un egoista

•  Valutate la frequenza delle caratteristiche da 1 a 10

•  Se vi siete immediatamente sentiti dei manipolatori e in colpa chiedetevi: Fate davvero trasmettere i messaggi agli altri? Siete critici e sprezzanti? Ignorate richieste e bisogni degli altri? Siete degli sfruttatori? Seminate terrore e zizzania?

•  Non va confuso l’uso della manipolazione dalla personalità manipolatrice


La contro-manipolazione: esempi

M: Questo tuo amico non fa per te

P: E’ il tuo punto di vista.

M: comunque penso che non sia alla tua altezza

P: Capisco. Ma è comunque una tua opinione

M: Ok.


La contro-manipolazione: esempi

M: Pensi solo a te stesso. Come ti viene in mente di andare in piscina il sabato quando non lavoro?

P: E’ preoccupante se ti senti abbandonato se vado in piscina per un’ora il sabato mattina.

M: Non mi avevi mai fatto una cosa simile!

P: Non sentirti perseguitato se faccio quello che mi piace

M: Perché stare con me non ti piace?

P: Si molto. Ma ho bisogno di ritagliarmi uno spazio tutto per me e ci farà un gran bene.


Sappiate affermarvi

•  Le vittime dei manipolatori sono persone che:

•  Hanno a esprimere chiaramente e sinceramente loro stesse (esigenze e bisogni) – ASSERTIVITA’

•  Rispettano poco i propri bisogni e fanno di tutto perché si abbia di loro una immagine positiva

•  Saranno “estremamente generose” per non essere definite “egoiste”

•  Non chiederanno niente per non “imporre”

•  Diventeranno troppo discrete per non “disturbare”

•  Non oseranno rifiutare per non sembrare insensibili, inumane, antipatiche


La rabbia e il desiderio di vendetta

Evitare di cadere dalla passività all’aggressività

•  vs l’altro: rabbia, vendetta, punizione

•  vs se stessi: insicurezza di sé, vergogna per l’umiliziano subita e ruminazione aggressiva


Perdonare se stessi


Come vivere una vita serena?

TED

Robert Waldinger


Imparare ad amarsi

Nessuno può amarci abbastanza da renderci felici se non amiamo veramente noi stesse, perchè quando nel nostro vuoto andiamo a cercare l’amore, possiamo trovare solo un altro vuoto. Quello che manifestiamo all’esterno è un riflesso di quello che c’è nel profondo di noi: quello che pensiamo del nostro valore, del nostro diritto alla felicità, quello che crediamo di meritare dalla vita. Quando cambiamo queste condizioni, cambia anche la nostra vita.

da Robin Norwood, Donne che amano troppo (p. 180).


Violenza di Genere �  Genere: cenni storici e

definizione

�  Tipi di Violenza nella coppia

�  Il ciclo della Violenza �  Gli autori della Violenza

�  Domande frequenti

�  Trattamento

SECONDA PARTE


La piccola fiammiferaia


Introduzione al concetto di Genere

•  Con l’espressione “violenza di genere” si indicano tutte quelle forme di abuso che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.

•  In questa sede si fa riferimento alla violenza perpetrata nei confronti delle donne basata sul genere.


Violenza di Genere

Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che

provochi o possa verosimilmente provocare danno

fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata.


Violenza di genere nella coppia

•  Si è in una relazione violenta quando uno dei due partner domina e/o controlla l’altra persona. Gli strumenti psicologici dell’abusante sono l’intimidazione e lo scarico di responsabilità che possono originare nella vittima emozioni come paura, colpa e vergogna.

•  La violenza inizialmente agita mediante minacce, dirette o velate, può in seguito degenerare in azioni fisiche a danno della donna e/o di coloro che la circondano, con danni la cui gravità varia fino al femminicidio e quindi alla morte della vittima.


Violenza di genere nella coppia: come riconoscerla?

•  Hai paura del tuo partner per la maggior parte del tempo

•  Eviti di dire o fare qualcosa per paura della reazione del tuo partner

•  Ti senti sempre sbagliata verso il tuo partner

•  Credi di meritare di essere ferita o maltrattata

•  Pensi di essere pazza

•  Ti senti impotente


Violenza di genere nella coppia: come riconoscerla?

Il tuo partner::

•  Urla contro di te

•  Ti critica e umilia

•  Ti tratta così male che sei in imbarazzo di fronte ad amici o familiari

•  Ignora o denigra le tue opinioni o successi

•  T’incolpa del suo comportamento violento

•  Ti vede come una proprietà o un oggetto sessuale, piuttosto che come una persona

•  È spesso di malumore e imprevedibile

•  Ti fa del male o minaccia di ferirti o ucciderti

•  Minaccia di prendersi i vostri bambini o far loro del male

•  Minaccia di suicidarsi se lo lasci

•  Ti costringe a fare sesso

•  Distrugge i tuoi oggetti personali

•  È eccessivamente geloso e possessivo

•  Controlla dove vai o cosa fai

•  T’impedisce di vedere i tuoi amici o la famiglia

•  Limita il tuo accesso al denaro, al telefono e alla macchina

•  Ti controlla continuamente


Tipologia di violenza di coppia

1.  Violenza Fisica

2.  Violenza Emotiva

3.  Violenza Psicologica

4.  Violenza Sessuale

5.  Violenza Economica

6.  Violenza Assistita



•  Violenza Fisica. È la forma di violenza più riconoscibile in quanto visibile e coinvolge l’uso della forza contro le vittime con conseguenti lesioni. Le azioni violente comprendono calci, pugni, spintoni, il sovrastare fisicamente, costringere nei movimenti e rompere oggetti come forma d’intimidazione, sputare contro, mordere, picchiare, soffocare, schiaffeggiare, minacciare con e/o usare armi da fuoco o da taglio e privare il soggetto di cure mediche. Si parla di abuso fisico anche quando l’abusante ha percosso un paio di volte la partner causando lievi ferite che non necessariamente richiedono una visita in ospedale.

•  Violenza Emotiva. La violenza emotiva è causata da persistenti insulti, umiliazioni e/o critiche che nel tempo possono distruggere il valore che la persona ha di sé. L’abuso emotivo è un tipo particolare di violenza per molte donne difficile da capire e da denunciare dal momento che si mantiene in superficie e non ci sono segnali fisici della sua azione. Ma le ferite, anche se non si vedono, sono profonde e minano la stima che la donna ha di se stessa. La violenza emotiva è infine associata ad altri tipi di abusi (fisico, psicologico, economico o sessuale) e spesso precede la violenza fisica.



•  Violenza Psicologica. Con violenza psicologica s’intende l’insieme di intimidazioni, minacce o comportamenti che incutono paura e che perseverano nel tempo. A differenza dell’abuso emotivo che mina il valore della donna, la violenza psicologica ha come strumento elettivo la paura e compromette anche la percezione di sicurezza che la donna ripone in sé e negli altri.

•  Alcuni esempi di abuso psicologico sono: evitare che la vittima parli con altre persone se non sotto il permesso dell’abusante, non permettere alla vittima di lasciare l’appartamento, minacciare o ricattare la vittima di violenza quando è in disaccordo con il partner abusante, ecc. Sia la violenza emotiva che quella psicologica non sono da sole una condizione sufficiente per condurre ad azioni di violenza fisica, anche se spesso le precedono. Inoltre, la perdita del valore di sé unito alla paura del proprio partner e di rompere questo silenzio, rappresentano essi stessi una grave ferita.


Gaslighting

Il termine deriva dal film 1944 Gasligh di Ingrid Bergman e Charles Boyer

•  Il partner violento fa credere alla vittima che lei è pazza

•  Il partner violento scredita la vittima facendo in modo che appaia pazza agli occhi degli altri

Viene annullata la capacità di giudizio e autonomia della vittima



•  Violenza Sessuale. L'abuso sessuale comprende lo stupro, le molestie, i contatti fisici non graditi e altri comportamenti umilianti ed è definito come qualsiasi situazione nella quale la donna si sente costretta a partecipare a un rapporto sessuale non voluto o percepito come degradante per la sua persona. Si è vittime di abusi sessuali, anche se si è stati costretti ad avere rapporti non protetti o ad abortire: quest’ultima forma di abuso è conosciuta come coercizione riproduttiva. L’abuso sessuale è frequente nelle relazioni violente nelle quali la donna perderebbe la libertà di esprimere il diritto di rifiutarsi e danneggia profondamente il valore di sé, la fiducia e il senso di sicurezza a causa del livello prolungato di paura al quale si espone.

•  Violenza Economica. Tra i tipi di violenza di genere, l'abuso economico è forse il meno ovvio e conosciuto. Può assumere diverse forme: ad esempio il partner potrebbe impedire la formazione o l’impegno lavorativo della compagna. L’abuso economico è molto comune in quelle famiglie in cui c’è un unico partner che gestisce le entrate e le uscite economiche o quando più semplicemente solo uno dei due lavora e l’altro è in una condizione di dipendenza forzata. Non avendo accesso al denaro se non tramite il partner violento, la vittima si sente completamente in balia dell’abusante. Questi infine potrebbe rifiutare di fornire soldi anche per acquistare i beni di prima necessità o altro ancora. L’abuso economico fa sentire la donna fallita e dipendente e, come le altre forme di abuso, mina il suo valore personale aumentando contemporaneamente l’erronea convinzione di avere bisogno del partner per sopravvivere poiché si ritiene priva delle risorse economiche e delle abilità per fronteggiare la vita.

•  Violenza Assistita. Qualsiasi atto di abuso (fisico, psicologico, emotivo, sessuale o economico) compiuto direttamente su figure significative adulte o minori, a cui si assiste direttamente, come testimoni, o indirettamente, percependone gli effetti negativi sul clima familiare. Questo tipo di violenza è un fenomeno purtroppo sottovalutato sebbene l’esposizione a episodi di abuso danneggi seriamente il benessere psico-fisico e le abilità d’interazione sociale del minore e dell’adulto. Al momento manca un sistema d’intervento e una normativa chiara in materia per la presa in carico e la tutela coordinata della donna vittima di violenza e dei testimoni degli abusi. Tale vuoto legislativo può far percepire questo tipo di violenza come meno preoccupante sebbene gli effetti sulla donna e sui testimoni rappresentino un grave danno come avviene per le altre forme di abuso.


Il ciclo della Violenza


Fase 1 Crescita della tensione

In questa fase, il partner può essere estremante critico, irascibile ed esigente. La donna prova a tenere sotto controllo la situazione tentando di calmare il partner o evitando di dire o mettere in atto azioni che potrebbero sollecitare la sua ira. Molte donne affermano di sentirsi come se “camminassero sulle uova”. Con l’aumento della tensione, i tentativi della donna possono perdere di efficacia mentre subentrano le minacce dirette o implicite da parte del partner accompagnate, ad esempio, da comportamenti scontrosi e silenzi ostili. Questo potrebbe già essere il momento giusto per chiedere un aiuto esterno, ad amici, familiari e/o professionisti (psicologi, forze dell’ordine, centri antiviolenza…).


Fase 2 Il maltrattamento

Il partner abusante perde il controllo e mette in atto il comportamento violento. L’azione può cominciare con insulti e minacce alle quali può seguire la

violenza fisica spinte, braccia torte, per poi arrivare a schiaffi, pugni e calci fino alla minaccia con oggetti contundenti o armi, o all'effettivo uso di questi.

L’abusante potrebbe ricorrere alla violenza sessuale.

La donna in questa fase si sente completamente impotente e potrebbe decidere di non reagire per paura. Dopo l’iniziale shock, può sentirsi responsabile della reazione violenta, come descritto nella successiva sottofase “scarico di responsabilità”, ed è possibile che neghi l’accaduto o minimizzi la sua gravità, rifiutandosi di rivolgersi alle autorità competenti per denunciare la violenza e i maltrattamenti o ritirando la denuncia qualora fosse partita.


Fase 3 La luna di miele

Dopo l’episodio di violenza, l’abusante potrebbe inizialmente sentirsi in colpa e chiedere scusa per il suo comportamento. In realtà è molto più preoccupato per se stesso e per la sua immagine. Sarà comunque amorevole, attento e mostrerà rimorso per la sua azione, chiederà perdono e prometterà di non farlo mai più, magari di andare in terapia e di fare di tutto per cambiare affinché la donna non si separi da lui, minacciando talvolta anche il suicidio.

Colpa e Scuse


Fase 3 La luna di miele

È molto comune che l’abusante si presenti prometta di rinunciare a qualsiasi elemento “esterno a se stesso” in grado di instillare la tensione - come il bere, il lavorare troppo, una relazione extra-coniugale, la situazione economica, lo stress eccessivo, ecc. – tutti fattori che entrambi vorrebbero credere essere la “causa effettiva” dell’esplosione. Inoltre accade spesso che giustifichi la sua r e a z i o n e a t t r i b u e n d o l a r e s p o n s a b i l i t à d e l s u o comportamento alla donna che in qualche modo l’avrebbe provocato.

Scarico di responsabilità


Trattamento

•  Individuale

•  Di gruppo

•  Individuale e di gruppo


Trattamento Individuale La terapia individuale prevede generalmente uno o due incontri a settimana.

Le sessioni includono:

•  La psico-educazione sul DPTS, ansia e depressione e sulla violenza di genere (dipendenza affettiva, tipi di violenza, ciclo della violenza, conseguenze fisiche, emotive, comportamentali e psicologiche)

•  Ristrutturazione cognitiva

•  Emozioni: colpa, vergogna, paura, rabbia..

•  La regolazione delle emozioni

•  Comportamenti: assertività, la contro-manipolazione

•  L’esposizione all’evento traumatico in immaginazione (per esempio psicodramma)

•  Si prende anche in considerazione l’eventualità di rivolgersi a delle case rifugio per garantire la sicurezza della donne e dei figli minori.

•  Sono possibili moduli opzionali che affrontano questioni comuni concomitanti, come l’abuso di sostanze e la gestione del dolore e della perdita.


Trattamento Individuale

Si affrontano i temi salienti per le donne maltrattate con particolare riferimento a cinque aree ritenute compromesse in seguito agli episodi di violenza:

•  Senso di sicurezza

•  Fiducia

•  Potere/controllo

•  Autostima

•  Intimità


Le domande frequenti

•  Perché penso che sia tutta colpa mia?

•  Perché credo di non poter vivere senza il partner?

•  Perché dice di amarmi?

•  Perché continuo ad amarlo?

•  Chi è l’abusante?

•  Perché il partner violento non cambia?

•  Perchè non riesco ad andare via?


Perchè non riesco ad andare via?

TED Video

Leslie Morgan


Trattamento di gruppo

•  La terapia di gruppo aiuta inoltre le donne vittime di violenza a comprendere che il loro dolore è condiviso e comprensibile e a sentirsi incoraggiate e supportate mediate un atteggiamento non giudicante, un’esperienza che molto probabilmente è stata assente nella loro vita.

•  Il gruppo è composto da un minimo di 5 a un massimo di 15 persone e gli incontri hanno cadenza settimanale: con la partecipazione a questi gruppi le donne apprendono di non avere bisogno di essere dipendenti dagli altri e di concedersi completamente per sentirsi al sicuro.

•  Nelle fasi iniziali del trattamento, vengono fornire informazioni sullo sviluppo e sul mantenimento delle relazioni di dipendenza affettiva, sulle varie forme di violenza, sugli effetti del trauma e sui sintomi del DPTS.

•  Infine, il lavoro si concentrerà sulle capacità di coping (come far fronte alle situazioni stressanti) e sulle tecniche di comunicazione efficace, lasciando sempre uno spazio di discussione con le altre persone del gruppo.


Il vaso di Pandora


Grazie per l’attenzione!

erica pugliese

ph.d.|psicologa|psicoterapeuta

[email protected]

www.linkedin.com/in/erica-pugliese


Se mi lasci mi cancello

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