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Il sistema formativo nazionale, gli ordinamenti, autonomia scolastica e organizzazione della scuola, il profilo
professionale dei docenti con riferimento alle “Avvertenze Generali del bando di
concorso” e alla legge 107/2015
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ORDINAMENTI SCOLASTICI e
AUTONOMIA SCOLASTICA
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TEMI TRATTATI
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Data l'ampiezza della materia, sono stati scelti solo alcuni argomenti generali:
•L’istituzione scolastica all’interno del sistema normativo
•Cenni sullo sviluppo del sistema d’istruzione dal dopoguerra
all’anno 2000
•Le modifiche agli ordinamenti nel nuovo secolo
•L’ autonomia scolastica e il decentramento statale
•L’organizzazione della scuola
•La professionalità docente
AVVERTENZA
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Difficoltà a tener conto di alcune variabili:
•Diversità dei corsi di studio e delle esperienze professionali pregresse
•Diversità di aspettative rispetto al tema indicato
•Tempo ridotto
Nei materiali offerti sono presenti temi che non troveranno spazio nella presentazione
LE FONTI DEL DIRITTO E GERARCHIA DELLE FONTI Fonti primarie
• la Costituzione
• leggi ordinarie e leggi comunitarie
• decreti legislativi delegati – emessi per delega del parlamento
• decreti legge
• decreti legislativi emanati per attuazione di norme costituzionali
• leggi regionali
• sentenze della Corte Costituzionale su illegittimità di atti legislativi
• referendum abrogativi di atti legislativi
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LE FONTI DEL DIRITTO E GERARCHIA DELLE FONTI
Fonti secondarie regolamenti
• ordinanze in senso stretto
• statuti
• la consuetudine (essa ha potere normativo quando gli atti normativi la richiamano o rinviano ad essa)
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LA SCUOLA NELLA PRIMA PARTE DELLA COSTITUZIONE
Art. 33
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
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LA SCUOLA NELLA PRIMA PARTE DELLA COSTITUZIONE
Art.33 (segue)
• È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
• Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
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LA SCUOLA NELLA PRIMA PARTE DELLA COSTITUZIONE
Art. 34.
• La scuola è aperta a tutti.
• L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
• I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
• La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
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LA SCUOLA NELLA PRIMA PARTE DELLA COSTITUZIONE
L’istruzione è per i genitori diritto e dovere verso i figli
“E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nel caso di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.” (articolo 30 della Costituzione)
E’, dunque, norma costituzionale il diritto dei genitori, ma anche dovere, di istruire i figli.
LA SCUOLA NEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Uno dei diritti che la repubblica garantisce è proprio quello all’istruzione e tra le formazioni sociali sicuramente va compresa la scuola.
L’istruzione fra i compiti della Repubblica
“ E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (articolo 3 della Costituzione) E’ evidente che uno degli ostacoli da rimuovere è la mancanza di strumenti culturali.
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LA SCUOLA NEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
La promozione della cultura e della scienza
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica” (articolo 9 della Costituzione)
La cultura e la scienza sono un impegno della Repubblica italiana e fa da corollario a tutti gli altri impegni che rinviano al diritto all’istruzione. p
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LA SCUOLA E IL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE
Il nuovo Titolo V della Costituzione italiana approvato con legge costituzionale n. 3/2001 (18 ottobre 2001) dopo essere stato confermato con referendum del 7 ottobre 2001 introduce esplicitamente l’autonomia scolastica sia pur attraverso un inciso
“Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: …… istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale ..” (articolo 117 della Costituzione)
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LA RIPARTIZIONE DEI COMPITI FRA STATO E AUTONOMIE NEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE
Con le modifiche al titolo V della Costituzione, in particolare con gli artt. 114 e 117, l’istruzione non è materia “statale” , ma diviene materia (meglio sarebbe dire servizio) “nazionale”, da ricondurre non allo Stato, ma alla Repubblica , cioè agli Enti che, ai sensi dell’art. 114, costituiscono appunto la Repubblica: Stato, Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni.
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La scuola in crisi? Alcuni dati …
ANALFABETISMO
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DIPLOMATI (ISTRUZIONE SECONDARIA)
Vedere il «Rapporto sul sistema educativo italiano»
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LA SCUOLA IN CRISI ? Una breve storia
TRE FASI NELLA NOSTRA RECENTE STORIA • PRIMA FASE : Fino al 1962 (Scuola Media Unica) “riproduzione sociale”
“scuola di élite” • SECONDA FASE : “Promozione sociale” : liberalizzazione degli accessi e al titolo
di studio condizione per la promozione/qualificazione sociale • TERZA FASE :
“Manutenzione/compensazione sociale” Progressiva erosione della spendibilità del titolo di studio Viene meno l’accordo fra società e scuola Si accende l’interesse ai risultati della scuola, alle effettive
competenze da spendere nel mondo del lavoro.
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LA SCUOLA IN CRISI ? Una breve storia
• PRIMA FASE :
Fino al 1962 (Scuola Media Unica) “Riproduzione sociale” “scuola di élite”
Alunni iscritti a.s. 1955/1956
• Scuola Media Inferiore n. 905.768
• Scuola Secondaria Superiore n. 593.796
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LA SCUOLA IN CRISI ? Una breve storia
• SECONDA FASE :
Promozione sociale : liberalizzazione degli accessi e al titolo di studio condizione per la promozione/qualificazione sociale
• Alunni iscritti a.s. 1975/1976
Scuola Media Inferiore n. 2.778.597
(+ 306%)
Scuola Secondaria Superiore n. 2.096.582
(+ 353%)
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LA SCUOLA IN CRISI ? Una breve storia
SECONDA FASE
INTERVENTI LEGISLATIVI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVI:
• L.1859/62 : Istituzione scuola media unica
• L. 444/68 : Istituzione scuola materna statale
• L. 820/72 : Istituzione tempo pieno nella scuola
elementare
• DPR 416,417,419,420 del 1974 “Decreti Delegati” su organi collegiali, sperimentazione, stato giuridico personale della scuola
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LA SCUOLA IN CRISI ? Una breve storia
SECONDA FASE
INTERVENTI LEGISLATIVI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVI:
• L.517/77 : Interventi nella scuola elementare e media su valutazione alunni (eliminazione esami di riparazione, sostituzione della pagella con valutazioni numeriche con una scheda con giudizi analitici), introduzione dei concetti di programmazione educativa e valutazione formativa, flessibilità di organizzazione (classi aperte) e norme per l’integrazione alunni portatori di handicap
(“Dimmi come valuti e ti dirò che scuola sei…”)
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LA SCUOLA IN CRISI ? Una breve storia
SECONDA FASE INTERVENTI LEGISLATIVI PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVI:
DM 09/02/79 : Nuovi programmi della scuola media
DPR 104/85 : Nuovi programmi della scuola elementare
L. 148/90 : Riforma della scuola elementare (pluralità docenti, due modelli : modulo -27 h. settimanali + mensa- e tempo pieno – 40h. Settimanali-)
DM 03/06/91 : Nuovi orientamenti della scuola dell’infanzia
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LA SCUOLA IN CRISI ? Una breve storia
TERZA FASE :
• Manutenzione/compensazione sociale
• Progressiva erosione della spendibilità del titolo di studio
• “Sotto il titolo di studio niente” (Romei)
• Viene meno l’accordo fra società e scuola
• Si accende l’interesse ai risultati della scuola, alle effettive competenze da spendere nel mondo del lavoro.
TERZA FASE: GLI ORDINAMENTI
• L’AUTONOMIA SCOLASTICA (DPR 275/99)
(Vedasi oltre)
• La Legge sul SISTEMA PUBBLICO di istruzione, composto dalle scuole statale e da quelle paritarie riconosciute (L.62/2000)
• Le modifiche agli ORDINAMENTI : Berlinguer, Moratti, Gelmini
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ORDINAMENTI
• La proposta di riforma del sistema di istruzione del Ministro
Berlinguer (L.30/2000) , abrogata. Punti salienti: scuola dell’infanzia di tre anni che si raccorda
sia con il nido sia con la scuola di base, unificazione della scuola elementare e media in una scuola di base di sette anni, scuola secondaria articolata in un biennio (che conclude l’obbligo scolastico a 15 anni) e un triennio con il termine a 18 anni , invece che a 19. p
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ORDINAMENTI
• LEGGE 28 MARZO 2003, N. 53 (Moratti)
Art. 1 :
il Parlamento delega il Governo ad adottare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di istruzione e formazione professionale.
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ORDINAMENTI
LEGGE 28 MARZO 2003, N. 53 (Moratti)
• La legge troverà una sua applicazione nel decreto legislativo 59/2004 : “Definizione delle norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione,a norma dell’art. 1 della Legge 28 marzo 2003, n. 53 “.
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ORDINAMENTI
Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 (Moratti)
• Suddivisione percorso scolastico in tre periodi:
• Scuola dell’Infanzia 3 anni (da 2 anni e ½ a 5);
• Primo ciclo 8 anni (da 5/6 anni a 13 anni) : Scuola Primaria (ex scuola elementare) 5 anni e Scuola secondaria di I grado (ex scuola media) 3 anni;
• Secondo ciclo 5 anni (da 14 anni a 18 anni) : Scuola Secondaria Superiore (“Licei”) con abolizione degli istituti professionali (non attuata)
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ORDINAMENTI
Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 (Moratti)
• Revisione orari di funzionamento:
• Infanzia da un minimo di 875 ore annue (25 settimanali ) a un massimo di 1700 ore annue (50 settimanali);
• Scuola primaria da un minimo di 891 ore di lezione annue (27 settimanali ) a un massimo di 990 ore di lezione annue (30 settimanali) + fino 330 ore (10 settimanali) di mensa e dopo mensa;
• Scuola Secondaria I grado da un minimo di 891 ore di lezione annue (27 settimanali ) a un massimo di 1089 ore di lezione annue (33 settimanali) + fino 271 ore annue (7 settimanali) di mensa e dopo mensa;
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ORDINAMENTI
Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 (Moratti)
Cambiamento della scansione interna dei percorsi scolastici . • Primaria : primo anno (I) + primo biennio (II e III) e secondo biennio
(IV e V);
• Secondaria I grado : Biennio (I e II) + classe terza (come anno di orientamento);
• Secondaria II grado : I biennio + II biennio + V classe (non attuato)
• Abolizione esame di V Elementare ; Esame di terza della scuola secondaria di I grado definito “Esame di Stato”
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ORDINAMENTI
Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 (Moratti)
Altre modifiche:
• Trasformazione obbligo d’istruzione in “diritto-dovere”;
• Anticipo dell’età d’iscrizione alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria (possibilità di iscriversi a 2 anni e ½ (infanzia) e 5 anni e ½ (primaria);
• Introduzione della figura del docente Tutor (nei primi tre anni della scuola primaria obbligatorio Tutor almeno 18 ore nella propria classe);
• Modifiche alle modalità di valutazione ( decidono ”i docenti assegnati alla classe”);
• Introduzione del “Portfolio” dello studente;
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ORDINAMENTI
Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 (Moratti)
• Revisione degli orientamenti della scuola dell’infanzia e dei programmi della scuola primaria e secondaria di I grado:
• Obiettivi generali, profilo educativo , culturale e professionale dello studente a fine del I ciclo, Obiettivi specifici di apprendimento ( livelli essenziale delle prestazioni) da tradurre in obiettivi formativi per ogni alunno e in unità di apprendimento ; l’insieme degli obiettivi formativi e delle unità di apprendimento costituisce il Piano personalizzato delle attività educative.
• Portfolio delle competenze individuali per la valutazione e l’orientamento
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ORDINAMENTI
Legge “Moratti”
Punti essenziali :
• Previsione di un insegnante di classe prevalente che svolge le funzioni di tutor nei primi tre anni di scuola primaria (almeno 18 ore settimanali)
• Possibilità di affidare a esperti esterni le ore di attività aggiuntive nella scuola primaria e secondaria di I grado
• Diritto/dovere di istruzione da assolvere anche nella formazione professionale, ultimo anno di scuola secondaria di I grado orientativo alla scelta
• Introduzione del diritto alla formazione fino al 18° anno (per 12 anni), da assolvere anche nella formazione professionale
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ORDINAMENTI
Legge “Moratti”
Punti essenziali :
• Personalizzazione/ il concetto di personalizzazione è
stato tacciato di ”privatizzazione” del percorso educativo:
“Prima della riforma, al centro era la scuola, con la riforma, al centro diventava la famiglia” (Moratti intervistata da Ostellino sul “Corriere della Sera”)
• Diminuzione del tempo scuola al fine di promuovere percorsi personalizzati anche fuori dal sistema d’istruzione
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ORDINAMENTI
Altri interventi legislativi del Ministro Moratti
• Decreto legislativo n. 226/2005
Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge 28 marzo 2003, n.53
• Decreto legislativo 15/04/2005 n. 76
Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera c) della legge 28 marzo 2003, n. 53
• Decreto legislativo n. 227 del 17/10/2005 Definizione delle norme generali in materia di formazione degli
insegnanti ai fini dell'accesso all'insegnamento, ai sensi dell'articolo 5 della Legge 28 marzo 2003, n. 53
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ORDINAMENTI DECRETI 2007
Ministro Fioroni
• Nuove indicazioni per il curricolo (D.M. del 31/07/2007 )
Riscritte «INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO… »
Partire dalla persona che apprende per costruire, attraverso apposite strategie e metodologie, un CURRICOLO che rispetti i traguardi per lo sviluppo delle competenze (posti al termine della scuola di infanzia, primaria e secondaria di I grado) e gli obiettivi di apprendimento previsti dalle indicazioni.
Concetto di “ambiente per l’apprendimento”
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ORDINAMENTI
DECRETI 2007 Ministro Fioroni
• Nuovo Regolamento Obbligo d’Istruzione
(DM. 139/2007)
L’istruzione obbligatoria è impartita per almeno 10 anni, in prima attuazione e in via sperimentale
anche nella formazione professionale;
Permane il diritto dovere alla formazione per 12 anni.
ORDINAMENTI Legge n. 133/2008 (Tremonti)
• Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito in L. 133/2008 art. 64 Disposizioni in materia di organizzazione scolastica • Graduale incremento rapporto alunni/classi • Riduzione dell’organico ATA in un triennio • Piano programmatico di razionalizzazione delle risorse umane e
strumentali • Revisione assetto organizzativo e ordinamentale del sistema di
istruzione attraverso: razionalizzazione e accorpamento classi di concorso; ridefinizione curricoli, piani di studio e piani orari; ridefinizione assetto centri istruzione per adulti
• Responsabilità dei dirigenti scolastici
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ORDINAMENTI Legge 169/08 (Gelmini)
Decreto Legge 1 settembre 2008, n. 137
convertito in Legge 30 ottobre 2008, n. 169
“Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università”:
• Cittadinanza e Costituzione
• Valutazione del comportamento degli studenti
• Valutazione del rendimento scolastico degli studenti
• Maestro unico nella scuola primaria
• Adozione libri di testo
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ORDINAMENTI per approfondimenti il sistema scolastico italiano
I REGOLAMENTI 2009 (Gelmini)
• Revisione dell’assetto ordinamentale,
organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione DPR n. 89 del 22/3/2009
• Valutazione degli alunni DPR n. 122 del 22/06/2009
• Riorganizzazione della rete scolastica DPR n. 81/09
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ORDINAMENTI
D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 Riforma scuola dell’Infanzia e del I ciclo
Scuola primaria : Revisione orari : 24 ore settimanali elevabili a 27, 30 o 40 ore (non è prevista
la compresenza dei docenti) . Tempo Pieno per le 40 ore nei limiti di organico disponibile, senza
compresenza; Previsione a partire dalle prime classi dell’insegnante unico/prevalente.
Scuola Secondaria I grado : Orario di 29 ore settimanali + 1 ora settimanale di approfondimento delle
materie letterarie Possibilità tempo prolungato da 36 a 40 ore settimanali (compresa mensa)
nei limiti di organico disponibile; Revisione orari di lezione delle discipline; Possibilità inglese potenziato.
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ORDINAMENTI
DPR n. 122 del 22 giugno 2009 (Valutazione) approfondimenti
Riprende e amplia norme già contenute nella L.169/08.
Introduzione valutazione in decimi nella scuola primaria e secondaria (Superamento giudizi); Nella secondaria di I grado non si è ammessi alla classe successiva con un’insufficienza in una disciplina
Valutazione in decimi del comportamento (voto di condotta) e non ammissione classe successiva con 5 nella scuola secondaria di I e II grado
(per la primaria il comportamento è valutato con un giudizio);
Non ammissione all’esame di stato con una sola materia insufficiente (5) nella scuola secondaria di I e di II grado.
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ORDINAMENTI per approfondimenti il sistema scolastico italiano
Regolamenti Professionali, Tecnici e Licei D.P.R. n. 87, 88, 89 del 15/3/2010
Nuovo impianto organizzativo:
• Licei : Artistico;Classico;Linguistico;Musicale e coreutico;Scientifico;
Scienze umane.
• Tecnici : Settore Economico - Indirizzi: 1) Amministrazione, finanza e
marketing, 2) Turismo);
Settore Tecnologico – Indirizzi : 1) Meccanica, meccatronica ed Energia, 2) Trasporti e logistica, 3) Elettronica ed elettrotecnica, 4) Informatica e telecomunicazioni,5) Grafica e Comunicazione, 6) Chimica, materiali e Biotecnologico, 8) Agraria, agroalimentare e agroindustria, 9) Costruzioni, ambiente e territorio.
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ORDINAMENTI
Regolamenti Licei, Tecnici e Professionali
Nuovo impianto organizzativo (segue):
• Professionali : Settore servizi – Indirizzi :
1) Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, 2) Servizi socio-sanitari, 3) Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, 4) Servizi commerciali
Settore Industria e Artigianato – Indirizzi :
1) Produzioni artigianali e industriali, 2) Manutenzione e assistenza tecnica.
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ORDINAMENTI
Regolamenti Licei, Tecnici e Professionali Orari settimanali e suddivisione percorso complessivo
• Licei : Durata 5 anni , suddivisi in due bienni e un quinto anno – 27 ore settimanali ( Artistico 34 e Musicale 32).
• Tecnici : Durata 5 anni , suddivisi in due bienni e un quinto anno – 32 ore settimanali in media.
• Professionali :Durata 5 anni , suddivisi in due bienni e un quinto anno – 32 ore settimanali in media (abolito esame di qualifica al terzo anno, salvo diversi accordi con le regioni), rimane il conseguimento del diploma di istruzione professionale al termine del quinto anno.
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ORDINAMENTI ( Gelmini )
Scuola Età alunni / Durata Note
Scuola dell’ INFANZIA Età : Anni 3-6
Durata : 3 anni
Possibilità iscrizione a 2 anni e mezzo
Scuola
PRIMARIA
Età : Anni 6 -10
Durata: 5 anni
Inizio facoltativo a 5 anni e mezzo
Scuola SECONDARIA
Primo grado
Età : anni 11 – 13
Durata: 3 anni
Scuola SECONDARIA
Secondo grado
Età : anni 14 – 18
Durata anni 5
Obbligo Scolastico Si conclude a 15 anni
Durata : 10 anni
Ultimi due anni possono essere svolti nella formazione professionale/Ultimo anno anche nel lavoro come apprendista
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ORDINAMENTI
“2010 – Gelmini e Tremonti “ • Riduzione complessiva organico docente e ATA nel triennio
2009/2011 : Tot. Posti 130.921 (Docenti 87.362 e ATA 43.559)
• Collegato Lavoro (L. 183 del 4/04/11/2011 – art. 48, comma 8)
L’ultimo anno dell’obbligo d’istruzione (al 15° anno) può essere assolto nell’apprendistato (cioè in attività lavorativa)
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ORDINAMENTI
“2010 – Gelmini e Tremonti “ Gli interventi del Ministro dell’Istruzione Gelmini e del Ministro delle Finanze
Tremonti si sono incentrati su una riduzione costante dell’intervento dello stato nella spesa per l’istruzione statale, ritenuta eccessiva. Questo ha comportato una drastica riduzione di risorse finanziarie e di personale, accompagnata dall’introduzione di metodologie valutative e di principi pedagogici che sembrano guardare agli anni precedenti il “68 (pubblicamente additato come origine dei mali della scuola). Emblematico il ritorno affermato (ma di fatto non praticato) al “maestro unico” e al tempo scuola delle 24 ore settimanali nella scuola primaria.
Nostalgia della scuola della prima fase (prima del ’62) ?
Decentramento / Autonomia Scolastica LE RAGIONI
Processo generale in atto fine XX inizio XXI secolo
Crisi stato – nazione - Globale /Locale
Trasformazioni economiche, tecnologiche, politiche, sociali e culturali
Cultura della complessità
Autonomia scolastica all’interno di un processo più ampio di decentramento (insistente l’ida di federalismo) dello Stato e di un rafforzamento delle competenze degli Enti Locali
Gli alti tassi di insuccesso scolastico
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centralismo decentramento
agli organi locali viene concessa una quantità minima
di poteri
avviene un consistente
spostamento di potestà deliberativa
dal centro agli organi periferici
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decentramento
conoscenza diretta e più precisa dei bisogni da soddisfare dei problemi da risolvere
risposta più efficace
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decentramento
a partire dagli anni 90 avviene una forte accelerazione del processo di decentramento
in attuazione dell’art. 5 della Costituzione
Decentramento / Autonomia Scolastica
LE DIVERSE COMPETENZE FRA GLI ENTI RISPETTO AL SISTEMA DI ISTRUZIONE
• Stato : Norme generali istruzione
(norme e organizzazione autonomia, ordinamenti, valutazione sistema, livelli essenziali delle prestazioni, carriere studenti, selezione e reclutamento personale, criteri di massima per distribuzione personale, etc.)
Principi fondamentali (libertà insegnamento, libertà di accesso all’istruzione su tutto il territorio, sviluppo autonomia,
azioni compensative svantaggi, requisiti minimi funzionamento istituti scolastici, apprendimento per tutta la vita)
Prestazioni essenziali (Definizione prestazioni con criteri di sostenibilità e d esigibilità con modalità che coinvolgano tutti
gli attori della scuola),
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Decentramento / Autonomia Scolastica
LE DIVERSE COMPETENZE FRA GLI ENTI RISPETTO AL SISTEMA DI ISTRUZIONE
• Regioni/Enti Locali Legislazione concorrente (sulla base principi fondamentali)
Legislazione esclusiva (formazione professionale)
Normazione organica delle materie disciplinate dallo stato e organizzazione del servizio e del personale
Allocazione delle risorse umane e strumentali
• Scuole
Dipendenza funzionale –
Organizzazione autonoma del servizio (“come” organizzarsi per raggiungere gli obiettivi generali posti dalla legislazione e quelli individuati insieme al territorio)
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AUTONOMIA Scolastica
FINALITA’ Autonomia: Garanzia di libertà di insegnamento e pluralismo culturale
Progetto educativo che tiene conto delle domande delle famiglie,
delle diversità dei soggetti coinvolti, del contesto territoriale
Finalizzata a garantire il successo formativo in coerenza con gli obiettivi generali del sistema formativo
Finalizzata a migliorare l’efficacia del processo di insegnamento/apprendimento
Legge 59/97, art. 21 e DPR 275/99
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AUTONOMIA Scolastica
Autonomia funzionale
Autonomia didattica
Autonomia organizzativa
Autonomia di ricerca e sperimentazione
Reti di scuole
Curricolo per l’autonomia
Attribuzione di funzioni amministrative
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Personalità giuridica
Rappresentanza legale
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Autonomia finanziaria
Autonomia didattica, organizzativa, di ricerca, sperimentazione e sviluppo
Autonomia negoziale
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Gli e
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Personalità giuridica
L’istituzione scolastica cessa di essere amministrazione periferica
dello Stato per diventare un’entità separata
dunque autonoma con propri poteri d’azione e proprie responsabilità
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Gli e
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istintivi
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Rappresentanza
legale
potere di emettere dichiarazioni e compiere atti
esercitato dal dirigente scolastico legale rappresentante
dell’istituzione scolastica pro
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Gli e
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Autonomia negoziale
consiste nel potere conferito
alle istituzioni scolastiche di regolare attività e rapporti
attraverso accordi di rete
convenzioni consorzi intese
contratti per il migliore conseguimento
delle proprie finalità istituzionali
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Gli e
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Autonomia finanziaria
consiste nel potere conferito
alle istituzioni scolastiche di autonoma allocazione
delle risorse di formazione dei bilanci
e della gestione delle risorse ivi iscritte
per lo svolgimento delle attività di istruzione, formazione e
orientamento previste e organizzate nel Piano dell’Offerta Formativa
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Gli e
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enti d
istintivi
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Autonomia didattica
organizzativa di ricerca
sperimentazione sviluppo
nucleo centrale dell’autonomia scolastica
strumento per il raggiungimento
del successo formativo
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AUTONOMIA SCOLASTICA
Art. 4- (DPR 275/99) Autonomia didattica 1. Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa
delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.
2. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l'altro:
a) l'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività; b) la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione, nell'ambito del curricolo obbligatorio di cui all'articolo 8, degli spazi orari residui; c) l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo; d) l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; e) l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari
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AUTONOMIA SCOLASTICA
Art 4 - autonomia didattica (segue) 3. Nell'ambito dell'autonomia didattica possono essere programmati, anche sulla base degli interessi
manifestati dagli alunni, percorsi formativi che coinvolgono più discipline e attività nonché insegnamenti in lingua straniera in attuazione di intese e accordi internazionali.
4. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale, coordinandosi con le iniziative eventualmente assunte dagli Enti locali Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati.
5. La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, sono coerenti con il Piano dell'offerta formativa di cui all'articolo 3 e sono attuate con criteri di trasparenza e tempestività. Esse favoriscono l'introduzione e l'utilizzazione di tecnologie innovative.
6. I criteri per il riconoscimento dei crediti e per il recupero dei debiti scolastici riferiti ai percorsi dei singoli alunni sono individuati dalle istituzioni scolastiche avuto riguardo agli obiettivi specifici di apprendimento di cui all'articolo 8…
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AUTONOMIA SCOLASTICA
Art. 5 - (DPR 275/99) Autonomia organizzativa 1. Le istituzioni scolastiche adottano, anche per quanto riguarda l'impiego dei docenti,
ogni modalità organizzativa che sia espressione di libertà progettuale e sia coerente con gli obiettivi generali e specifici di ciascun tipo e indirizzo di studio, curando la promozione e il sostegno dei processi innovativi e il miglioramento dell'offerta formativa.
2. Gli adattamenti del calendario scolastico sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell'offerta formativa….
3. L'orario complessivo del curricolo e quello destinato alle singole discipline e attività sono organizzati in modo flessibile, anche sulla base di una programmazione plurisettimanale, fermi restando l'articolazione delle lezioni in non meno di cinque giorni settimanali e il rispetto del monte ore annuale, pluriennale o di ciclo previsto per le singole discipline e attività obbligatorie.
4. In ciascuna istituzione scolastica le modalità di impiego dei docenti possono essere diversificate nelle varie classi e sezioni in funzione delle eventuali differenziazioni nelle scelte metodologiche ed organizzative adottate nel piano dell'offerta formativa.
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AUTONOMIA SCOLASTICA
Art. 6 - Autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo (DPR 275/99) Le istituzioni scolastiche, singolarmente o tra loro associate, esercitano l'autonomia di
ricerca, sperimentazione e sviluppo tenendo conto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico delle realtà locali….
Art. 7 - Reti di scuole (DPR 275/99) Le istituzioni scolastiche possono promuovere accordi di rete o aderire ad essi per il
raggiungimento delle proprie finalità istituzionali…..
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AUTONOMIA SCOLASTICA
Nuova identità della scuola correlata alla cultura della progettualità
Progetto connesso al contesto per superare l’autoreferenzialità
Alcuni problemi: Carenza di risorse finanziarie e di personale Difficoltà a modificare l’organizzazione del lavoro Solitudine della scuola /mancanza di una rappresentanza
delle scuole autonome Eccessivo carico di competenze burocratico/amministrative
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PTOF (Piano Triennale dell’ Offerta Formativa Triennale) art. 3 DPR 275/99 modificato dalla Legge 107/2015
PTOF : dichiarazione di intenti, progetto della scuola, carta di “identità”
Da una concezione individuale dell’insegnamento
ad una dimensione cooperativa e comune di elaborazione di un progetto condiviso di scuola
Partecipazione di tutte le componenti scolastiche
all’ “impresa” di ogni istituto
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PTOF
Art. 3 - (DPR 275/99) Piano triennale dell'offerta formativa 1. «Art. 3 (Piano triennale dell'offerta formativa). - 1. Ogni istituzione scolastica
predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti, il piano triennale
dell'offerta formativa, rivedibile annualmente. Il piano è il documento
fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni
scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e
organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia.
2. Il piano è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di
studi, determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8, e riflette le esigenze
del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto
della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e
riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, valorizza le
corrispondenti professionalità e indica gli insegnamenti e le discipline tali da
coprire:
a) il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell'organico
dell'autonomia, sulla base del monte orario degli insegnamenti, con
riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di
flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità, ferma restando la
possibilità di istituire posti di sostegno in deroga nei limiti delle risorse
previste a legislazione vigente;
b) il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa.
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PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa)
Art 3 (segue) 1. Il piano indica altresì il fabbisogno relativo ai posti del personale
amministrativo, tecnico e ausiliario, nel rispetto dei limiti e dei parametri
stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22
giugno 2009, n. 119, tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 1, comma
334, della legge 29 dicembre 2014, n. 190, il fabbisogno di infrastrutture
e di attrezzature materiali, nonché i piani di miglioramento
dell'istituzione scolastica previsti dal regolamento di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80.
2. Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività
della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente
scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d'istituto.
3. Ai fini della predisposizione del piano, il dirigente scolastico promuove i necessari
rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed
economiche operanti nel territorio; tiene altresì conto delle proposte e dei
pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le
scuole secondarie di secondo grado, degli studenti».
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• L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA (organi collegiali)
• 1974 – Decreto Presidenza Repubblica n. 416
• Nuovo rapporto società – scuola
• Concetto di Comunità educante
• Interazione delle componenti scolastiche fra
loro e con il territorio
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L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA (organi collegiali)
- SOGGETTI CHE INTERAGISCONO:
FAMIGLIA /SCUOLA / SOCIETA’ (territorio)
- DIVERSE COMPETENZE DEI VARI ORGANI COLLEGIALI DA SVILUPPARE e INTEGRARE
- CONDIVISIONE / PARTECIPAZIONE all’ATTUAZIONE DEL PTOF
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L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA (organi collegiali ) • Consiglio di Istituto : Indirizzo e controllo
• Collegio dei Docenti : Ruolo tecnico professionale
• Dirigente : Direzione, Coordinamento e Gestione
• Consigli di classe (Secondaria), interclasse (Primaria), intersezione (Infanzia); assemblee genitori; assemblea studenti (Secondaria di II grado); comitato genitori; comitato studenti (Secondaria di II grado) : Funzione propositiva
• RSU (rappresentanze sindacali unitarie): Contrattazione integrativa di istituto (determinazione importi compensi fondo di istituto, utilizzo del personale rispetto POF, etc.
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L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA (organi collegiali )
• INDIVIDUARE 3 POSSIBILI MACRO AREE :
A) PIANIFICAZIONE e PROGRAMMAZIONE
B) ORGANIZZAZIONE e GESTIONE
C) GESTIONE FINANZIARIA
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aree
organi
PIANIFICAZIONE
E PROGRAMMAZIONE
ORGANIZZAZIONE
GESTIONE
FINANZIARIA
DIRIGENTE
SCOLASTICO
PREDISPONE COORDINA E FACILITA L’ESPLETAMENTO DEGLI ATTI
NECESSARI PER L’ELABORAZIONE E L’APPROVAZIONE DEL PTOF
PREDISPONE IL PROGRAMMA ANNUALE
ESERCITA IL POTERE DI COORDINAMENTO
E’ TITOLARE DELLE RELAZIONI SINDACALI
HA LA RESPONSABILITA’ DELLA GESTIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE E STRUMENTALI E DEI
RISULTATI DEL SERVIZIO
gestisce IL PROGRAMMA ANNUALE
SVOLGE ATTIVITA’ NEGOZIALE
COLLEGIO
DEI
DOCENTI
ELABORA GESTISCE VALUTA
IL PTOF
APPROVA IL PIANO DELLE ATTIVITA’
VALUTA PERIODICAMENTE
L’ ANDAMENTO DID. DISC.
ELABORA MODALITA’ e CRITERI PER LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI
DELIBERA L’ASSETTO ORGANIZZATIVO E LE
ARTICOLAZIONI COLLEGIO DOCENTI
FORMULA PROPOSTE FORMAZIONE CLASSI ASSEGNAZIONE DOCENTI
FORMULAZIONE ORARIO
DIVISIONE ANNO SCOLASTICO ADOTTA LIBRI DI TESTO
SCEGLIE SUSSIDI
INDIVIDUA FUNZIONI STRUMENTALI
CONSIGLIO
DI
ISTITUTO
DETTA INDIRIZZI GENERALI PER LE ATTIVITA’
PER IL PTOF
APPROVA IL PTOF
APPROVA IL PROGRAMMA ANNUALE
ESPRIME CRITERI GENERALI PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA E
ORGANIZZAZIONE SERVIZI SCOLASTICI definisce criteri per (CLASSI, DOCENTI,
ORARIO, ANDAMENTO DIDATTICO-ORGANIZZATIVO E GENERALE)
ADOTTA CARTA DEI SERVIZI REGOLAMENTO ISTITUTO,
Regolamento di disciplina, patto di corresponsabilità
ADATTA CALENDARIO SCOLASTICO
ACCETTAE RIFIUTA LEGATI, EREDITA’, DONAZIONI
DELIBERA ALIENAZIONE, TRAFERIMENTO COSTITUZIONE , ACQUISTO IMMOBILI
DELIBERA ADESIONE RETI E CONSORZI
INDIVIDUAEVENTUALE LIMITE SPESA (ART. 34 D.I. 44/2001)
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L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA (organi collegiali)
CONSIGLIO DI ISTITUTO – (Competenze principali) : • PTOF(Linee di indirizzo, approvazione del PTOF elaborato dal
Collegio Docenti) • Programma Annuale • Regolamento di istituto • Adattamento calendario scolastico • Partecipazione a reti di scuole • Criteri generali per formazione delle classi e assegnazione
docenti alle stesse, per le attività para/inter/extra scolastiche, per le visite guidate e i viaggi di istruzione, per ’individuazione degli esperti esterni…
• Utilizzo delle attrezzature e dei locali scolastici
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L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA (organi collegiali )
COLLEGIO DOCENTI – (competenze principali)
• ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico
• elabora il PTOF
• verifica periodicamente l’attuazione del PTOF
• organizza iniziative di recupero e sostegno agli alunni
• definisce i criteri per la valutazione degli alunni
• formula proposte per la composizione delle classi e l’assegnazione dei docenti alle stesse e per la formulazione dell’orario delle lezioni
• adotta i libri di testo
• promuove iniziative di aggiornamento dei docenti
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L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA (organi collegiali)
CONSIGLI DI CLASSE/INTERCLASSE/INTERSEZIONE
Competenze principali:
- Proposte al Collegio Docenti in ordine all’azione educativa e didattica
- Valutazione alunni e provvedimenti disciplinari (solo docenti)
- Agevolare ed estendere i rapporti reciproci fra genitori, docenti e studenti.
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L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA (organi collegiali)
• ASSEMBLEA DEI GENITORI
• COMITATO GENITORI (eletto dai rappresentanti di classe/sezione)
COMPETENZE : Favorire la partecipazione dei genitori – Creare collegamento fra eletti e elettori - Favorire l’elaborazione di proposte – Sostenere e aiutare le attività del Consiglio di Istituto e della scuola.
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L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA (organi collegiali )
• LA SCUOLA CHE CONSIDERA TUTTE LE COMPONENTI COME RISORSA E’ UNA SCUOLA CAPACE DI PROMUOVERE IL SUCCESSO FORMATIVO e IL PIENO SVILUPPO della PERSONA UMANA
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