Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

download Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

of 7

Transcript of Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

  • 8/8/2019 Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

    1/7

    Il significato delle tentazioni

    nel Vangelo di MatteoMt 4, 1-11

    Il messaggio di Ges e stato formulato dagli evangelisti con il termine Vangelo, che significa: "labuona notizia", questa buona notizia, l'immagine di un Dio che, contrariamente al Dio dellereligioni, che premia i buoni e castiga i malvagi, un Padre che a tutti, indistintamente, comunicail suo amore.Con Ges cambia, poi, anche il senso del peccato. Nella religione il peccato la trasgressione alla legge, cio ai precetti e alle regole che siritenevano dettate da Dio. Per Ges, invece, il peccato tutto il male che, volontariamente, si fa a se stessi e agli altri.Ges, inoltre, presentato un Dio che non chiede di essere servito, ma che, lui stesso, si mette al

    servizio degli uomini.Questo, allora era veramente clamoroso!Le religioni avevano fatto credere che Dio deve essere servito con sacrifici e offerte, mentre il Dioche Ges ci presenta, non chiede n sacrifici n offerte, ma Lui che si sacrifica e si offre per gliuomini.Il Dio di Ges non toglie il pane, ma Lui stesso si fa pane per gli uomini. un Dio completamente nuovo, un Dio che dona pace e serenit.Per questo il suo messaggio si chiama "la buona notizia", e l'uomo si deve liberare da ogni paura diDio. Ora sappiamo che Dio continuamente ci ama e, il suo amore, non viene condizionato dainostri limiti.

    Neppure il peccato impedisce a Dio di comunicare il suo amore.Questa novit talmente clamorosa che con difficolt stata accolta.Per questa sua visione di Dio, Ges stato ritenuto un pazzo dalla sua stessa famiglia, statoabbandonato dalla gran parte dei suoi discepoli, ritenuto un bestemmiatore, e dunque meritevoledi morte, da parte delle autorit religiose.Gli evangelisti hanno trasmesso questa buona notizia con formulazioni differenti, ognuno secondoil suo "piano teologico".Gli evangelisti sono dei grandissimi letterati e dei profondi teologi e, nella loro opera, non sonointeressati a trasmettere una cronaca della vita di Ges, ma a formulare un messaggio teologico.I vari episodi evangelici non riguardano la storia ma, pur cogliendo elementi storici, sono una

    teologia, cio una parola che vale per tutti i tempi.E importante, quando si legge un vangelo, comprendere quello che l'evangelista ci vuolerealmente dire dal come lo dice, perch la Parola di Dio sia valida per sempre.Anche per noi, a distanza di duemila anni, la Parola di Dio rimane validissima, se sappiamodistinguere tra quello che l'evangelista dice da come lo dice, usando la cultura dell'epoca, leimmagini letterarie dell'epoca, le tecniche letterarie dell'epoca.Fatta questa premessa, possiamo iniziare la lettura del Vangelo di Matteo.L'evangelista Matteo scrive per una comunit di giudei che ha riconosciuto in Ges il Messia, ilCristo, ma ancora attaccata alla tradizione religiosa di Mos.Allora Matteo, che probabilmente uno scriba, un raffinato teologo dell'epoca, compie una

    grandissima opera letteraria, per far comprendere, alla sua comunit, che Ges non un profetacome Mos, ma molto di pi, l'immagine del Dio invisibile, il Dio con noi.Per fare comprendere questo, l'evangelista, compie un'abile operazione letteraria.

    1

  • 8/8/2019 Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

    2/7

    Innanzitutto divide il suo lavoro in cinque parti, esattamente quanti i libri scritti da Mos.Si pensava, allora, che Mos fosse l'autore dei primi cinque libri della Bibbia, quelli che contengonola legge e che, con un termine tecnico, vengono chiamati Pentateuco. Poi ripercorre la vita di Mos. Mos deve la sua sopravvivenza ad un intervento di Dio che losottrasse alla strage di tutti i bambini maschi ebrei voluta dal Faraone. Ed ecco che, solo in Matteoe non negli altri evangelisti, troviamo l'episodio della strage dei bambini di Betlemme, Erode ilnuovo Faraone e, come Mos era scampato alla mano del Faraone, cosi Ges scampo alla mano diErode. C', ancora, un altro parallelismo, quello fra il monte delle beatitudini e il monte dove Dio diedea Mos la legge. Ges, come Mos, sale sul monte e detta la nuova alleanza con il suo popolo,unalleanza non pi basata sulla legge di Mos, i dieci comandamenti, ma sulle otto beatitudini.La legge di Mos, i comandamenti, stabiliscono un'alleanza tra dei servi ed il loro Signore, mentrela nuova alleanza, quella che Ges proclama attraverso le beatitudini, tra dei figli e il loro Padre.E mentre, sotto la legge, si esigeva l'obbedienza a Dio, con Ges si richiede la somiglianza al Padre.Con Ges la parola obbedienza non ha pi diritto di cittadinanza! Il credente non pi chiobbedisce a Dio osservando le sue leggi, ma colui che assomiglia al Padre praticando un amoresimile al suo. Anche le famose dieci piaghe d'Egitto, grazie alle quali Mos, con l'aiuto di Dio, libera il suopopolo dalla schiavit, trovano in Matteo, in riscontro, le dieci azioni compiute da Ges, che nontrasmettono morte ma comunicano vita. Infine, Mos muore sul monte Nebo senza poter entrare nella terra promessa e morendo, lascia ilsuo potere ad un suo successore, Giosu, e cos, anche Matteo termina il suo vangelo sul monte,non con una scena di morte, ma con una scena di vita, con Ges nella pienezza della suaresurrezione.Ges, poi, non ha bisogno di individuare il suo successore, poich rimane con noi per sempre:"Ecco io sono con voi tutti i giorni".Questa, in sintesi, la linea teologica del Vangelo di Matteo, linea differente da quella degli altrievangelisti.Detto questo, iniziamo la nostra riflettere sul brano delle tentazioni di Ges, come troviamo nelvangelo secondo Matteo al capitolo quarto, versetti 1-11.

    Allora Ges fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E, dopoaver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. E il tentatore,avvicinatosi, gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani.Ma egli rispose: Sta scritto: "Non di pane soltanto vivr l'uomo, ma di ogni parola cheproviene dalla bocca di Dio".Allora il diavolo lo port con s nella citt santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e glidisse: Se tu sei Figlio di Dio, gettati gi; poich sta scritto: "Egli dar ordini ai suoiangeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perch tu non urti con il piedecontro una pietra".Ges gli rispose: altres scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo".Di nuovo il diavolo lo port con s sopra un monte altissimo e gli mostr tutti i regni delmondo e la loro gloria, dicendogli: Tutte queste cose ti dar, se tu ti prostri e mi adori.Allora Ges gli disse: Vattene, Satana, poich sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e alui solo rendi il culto".Allora il diavolo lo lasci, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano.

    Il deserto, nell'A.T., ha un duplice significato, il luogo della prova e il luogo della tentazione.L'evangelista, parlando di deserto, non d un' indicazione geografica essendo un episodio che nonriguarda la storia ma la fede.

    2

  • 8/8/2019 Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

    3/7

    "(...) nel deserto per essere tentato dal diavolo".Conosciamo tutti questa espressione: "le tentazioni di Ges", ma, se per noi il termine "tentazione"ha sempre una connotazione negativa, cio sollecitare qualcuno a compiere il male, in questo

    brano, invece, il diavolo, non va da Ges per invitarlo a compiere azioni malefiche, o peccaminose,ma gli si offre come il suo pi valido collaboratore per realizzare la sua vita.Allora, pi che di tentazioni, bisognerebbe parlare delle seduzioni di Ges.Diavolo: per noi "diavolo" e "demonio" sono sinonimi, indicano la stessa realt ma non cosi neivangeli, dove un conto il "diavolo" e un conto sono i "demoni", sempre al plurale, e le due realtnon vano mai confuse.Satana e diavolo indicano la stessa realt. Satana il termine in ebraico, diavolo in greco.Nei vangeli il diavolo ha un posto minimo, appare soltanto qui e poi non compare pi. veramente sorprendente, come nella vita di tanti cristiani, abbia, invece, un posto cosiimportante e rilevante!Il diavolo , in questa immagine che l'evangelista ci presenta, la figura del potere che rendecompletamente refrattari all'accoglienza, all'accettazione e alla pratica del messaggio di Ges.Con il termine "demoni" gli evangelisti indicano tutti quegli esseri tipici della cultura antica, unacultura fatta di credenze, di superstizioni.In quell'epoca, per esempio, credevano all esistenza delle sirene, dei centauri, delle sfingi,malattie, eccetera. Tutto questo mondo andato sotto la voce "demoni".Cos, tutto ci che non si sapeva spiegare e che condizionava la vita degli uomini, veniva chiamatodemonio. Per esempio, l'insolazione si pensava che fosse un demonio che andava in giro fra mezzogiornoe le tre del pomeriggio. La depressione, si diceva che il depresso era uno posseduto dal demonio.Nei vangeli non si trovano mai una persone possedute da satana o dal diavolo, ma ci semprepossedute dai demoni.Satana nei testi biblici viene presentato non come un nemico di Dio, ma come una specie difunzionario della corte divina. Il suo compito era di scendere sulla terra, osservare ilcomportamento delle persone e riferire a Dio, che gli permetteva di castigarle coloro che sicomportavano male.Con Ges, il povero diavolo, si trovato disoccupato, perch il Dio di Ges ama tutti e non intendepunire nessuno. Per questo, nel Vangelo di Luca troviamo quell'immagine stupenda riferita daGes che vede il diavolo precipitare come folgore sulla terra (Lc 10,18)!Con Ges il diavolo non ha pi accesso al cielo, non c pi bisogno dellaccusatore!Ges, dunque, va nel deserto per essere tentato dal diavolo.A "tentare" Ges, durante la sua vita, saranno i farisei e gli scribi, queste persone sono i veri diavoliche tenteranno Ges.La denuncia dell'evangelista contro i farisei e gli scribi tremenda!"E dopo avere digiunato quaranta giorni e quaranta notti (...)".In un certo spiritualismo va di moda la pratica del digiuno, Ges non si mai sognato di invitarealla pratica del digiuno. Il digiuno un elemento di morte e nella comunit cristiana, non ci

    possono essere segni di morte ma esuberanza di vita.L'evangelista dice, "dopo avere digiunato quaranta giorni e quaranta notti (..)" ... aggiunge lequaranta notti per indicare che, quello di Ges, non un digiuno religioso che inizia all'alba etermina al tramonto.Dura quaranta giorni e quaranta notti perch, nel Libro dell'Esodo, si legge che Mos stettequaranta giorni e quaranta notti senza mangiare pane e bere acqua.Ges, dunque, non inferiore a Mos n all'altro grande personaggio che incontreremo sul montedella trasfigurazione, Elia, anche lui digiun per quaranta giorni.

    3

  • 8/8/2019 Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

    4/7

    Quando poi, nei vangeli ed anche nell'A.T., incontriamo dei numeri, dobbiamo ricordare chevanno interpretati in maniera figurata e mai aritmetica o matematica, per non rischiare di far direal vangelo quello che l'evangelista non ha inteso dire.Il numero quaranta nei vangeli indica una vita.L'evangelista vuole far comprendere che Ges, per tutta la sua esistenza stato sottoposto alleseduzioni del diavolo e se il diavolo, termina la sua funzione in questo episodio, vedremo poi checi saranno altri diavoli, farisei, scribi, apostoli, a tentare Ges."E dopo avere digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame".La fame di Ges una fame pi profonda. Non si tratta di una fame di genere alimentare, ma diuna fame interiore, molto pi ricca, quella di realizzare la volont di Dio."Il tentatore allora gli si avvicino e gli disse."Normalmente le traduzioni riportano "se sei Figlio di Dio" ma dovremmo meglio tradurre"giacch sei il Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane". una tentazione che ritroveremo nella vita di Ges e saranno le persone religiose che, per credere,chiederanno un segno, un miracolo. tipico delle persone religiose chiedere e cercare segni. Le persone religiose non hanno fede emascherano la loro mancanza di fede con la ricerca continua di segni, di miracoli, di luoghimiracolosi, di persone, pi o meno, carismatiche.Cercheranno sempre, per tutta la loro esistenza, e non troveranno mai.Ges si rifiuta di dare o lasciare segni ma invita a credere per diventare segno per gli altri.Chi ha bisogno di un segno per credere, crede in un Dio diverso da quello ci ha manifesta in Ges,vogliamo un Dio che fa cose straordinarie, che si manifesta attraverso i miracoli.Quando gli evangelisti vogliono indicare le azioni di Ges, non adoperano mai il Termine miracoloma, "segno", "opera" o "prodigio". importante per noi, perch se i miracoli non li possiamo fare, i segni, le opere, i prodigi, s. Eccoperch Ges dice "le opere che io compio anche voi le potete compiere, anzi ne potete compiere dipi".Nella nuova edizione del Nuovo Testamento, sparito il termine "miracolo".Se andate a vedere il capitolo due di Giovanni, dove si narrano le nozze di Cana, troverete chedove, nella vecchia edizione, c'era scritto che "questo fu il primo dei miracoli compiuti da Ges",nella nuova edizione c' scritto che "questo fu il primo dei segni compiuti da Ges".Quindi non miracoli ma opere compiute da Ges, segni che compito della comunit continuare.Nel deserto, quindi, il tentatore invita ad un rapporto miracoloso con Dio, ma Ges che nontrasforma le pietre in pane per salvare se stesso, si far pane per la salvezza di tutti, e l'episodiocon il quale Ges risponder a questa seduzione sar quello della condivisione dei pani (Mt 14,13-21).I discepoli gli si avvicinarono e lo pregarono di congedare la gente in modo che si potessero"comprare da mangiare. Ma mentre i discepoli, che non hanno ancora compreso la novit portatada Ges, usano il verbo "comprare", Ges propone loro il verbo "dare": "Voi stessi date loro damangiare".Quando uno accumula per se, si crea ingiustizia e si crea fame, mentre quando la comunit metteinsieme quello che ha, ecco il miracolo, si crea labbondanza.Il tentatore invita Ges ad un rapporto miracolistico con Dio, ma Ges gli risponde Non di solopane vivr luomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

    Ges molto chiaro. Non basta il pane per mantenere in vita la persona, ci vuole anche la suaparola, la sua parola che, una volta accolta, d pienezza di vita alluomo.Ladesione a Ges e al suo messaggio non diminuisce la persona, ma la potenzia.

    Se consideriamo lepisodio della tentazione del pane soltanto da un punto di vista storico, non cidice pi di tanto. Se invece lo prendiamo come indicazione per lesistenza della comunit, alloraracchiude un insegnamento molto profondo.

    4

  • 8/8/2019 Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

    5/7

    Ges ribadisce la sua piena fiducia nel Padre cos come dovrebbe fare ogni credente, senzaaffannarsi per cosa mangeremo o cosa berremo perch, nella realizzazione del regno di Dio, tuttequeste cose saranno date in aggiunta.Questa prima seduzione, ci invita ad avere fiducia in Dio, che conosce i bisogni delluomo, senza laricerca dei miracoli per credere.Inoltre ci assicura che, chiunque orienta la propria esistenza al bene degli altri, ha garantitalassistenza da parte di Dio, unassistenza piena.Allora il diavolo lo condusse con s nella citt santa e lo depose sul pinnacolo del tempio.Il pinnacolo era il punto pi alta del tempio, una meraviglia, di quellepoca, a Gerusalemme.Secondo la tradizione il Messia sarebbe comparso allimprovviso nel tempio.Allora il diavolo gli dice sei il Messia, va incontro alle attese della gente, fa quello che la gente siaspetta da te. Anzi, giacch sei il figlio di Dio, gettati gi, perch sta scritto che Dio, ai suoi angeli,dar ordine, al tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani perch non abbia a urtarecontro un sasso il tuo piede!.Il diavolo si presenta come un esperto conoscitore della Bibbia, un teologo competente,esattamente come i farisei e i dottori della legge.Saranno infatti costoro che, con le citazioni della Bibbia, tenteranno di sedurre Ges per impedirglidi realizzare il suo regno, il regno di Dio.Il testo-sfida che il diavolo propone si trova nel salmo 91, dove si legge che al giusto vieneassicurata la protezione da parte di Dio.Questa tentazione diabolica si ripresenter al momento della crocifissione.Saranno, allora, i sommi sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, cio i componenti del Sinedrio, chehanno crocifisso Ges, a dire: giacch sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce (cf. Mt 27,42-43). la stessa tentazione del diavolo, fa quello che la gente si aspetta da te.Chi di noi non avrebbe voluto un Dio che si manifesta attraverso lonnipotenza, un Dio che,crocifisso, scende vincitore.Ma Ges non cosi.Ges gli rispose: Sta scritto anche: Non tentare il Signore tuo.Tentare Dio esigere da lui un segno, possibilmente miracoloso, della sua presenza, della suafedelt, metterlo nella necessita di intervenire.Ges che, invece, ha la certezza che Dio con lui, non ha bisogno di chiedergli interventistraordinari per confermarne la presenza.Questa tentazione si rif ad un episodio dellA.T., quando il popolo, nel deserto, trovandosi indifficolt, chiede: ma Dio qui o non qui con noi?.Ges invita ad una totale fiducia in Dio che sempre con noi.Per questo, levangelista, presenta Ges come il Dio con noi.Il credente colui che accoglie il Signore e, con Dio e come Dio, orienta la sua vita verso gli altri adifferenza dei farisei, di ogni tempo, che orientano la loro vita esclusivamente a Diodisinteressandosi degli altri.Di nuovo il diavolo lo condusse con s sopra un monte altissimo e gli mostr tutti i regni delmondo con la loro gloria e gli disse: Tutte queste cose io ti dar, se, prostrandoti, mi adorerai. la tentazione suprema. Il monte non indicato, non un monte geografico, un montetopografico. un monte molto alto. Lindicazione importante.A quellepoca il monte, essendo il luogo della terra pi alto e pi vicino al cielo, era considerato ladimora degli dei.Questo brano va interpretato allinterno di un contesto culturale dove si pensava che, tutti coloroche detenevano un potere, avevano la condizione divina.Il Faraone era considerato un dio, come anche limperatore romano era ritenuto un dio o un figliodi dio.

    5

  • 8/8/2019 Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

    6/7

    Tutti quelli che detenevano il potere avevano la condizione di dio. Allora il diavolo, portandoGes sul monte alto, gli offre la condizione divina attraverso il potere.Infatti, levangelista scrive che, gli mostr tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli dissequeste cose io ti dar.Io ti darsignifica che il potere e la gloria del mondo sono del diavolo, del tentatore, e quindisono diabolici, e lui li d a chiunque lavora per lui.Matteo afferma che chiunque detiene il potere, civile o religioso, un adoratore del diavolo, quindiun nemico dellumanit.Il diavolo disposto ad assicurare questo potere. Vuole che ci sia qualcuno che lo detenga, perchsa che fino a quando c il potere, ci sar ingiustizia e luomo non sar libero.Ges in questo vangelo si presenta come immagine di un Dio che non domina gli uomini, ma chesi mette a loro servizio. Ges dir che il Figlio dellUomo non venuto per essere servito, ma perservire e dare la sua vita in riscatto, cio per la libert delle genti. Il Dio di Ges un Dio che nondomina i suoi, ma che si mette al servizio per dare a tutti gli uomini la condizione di Signore.Il diavolo limmagine del potere.In seguito distingueremo tra potere e autorit.Tutti coloro che appartengono al potere sono refrattari e ostili a Ges e al suo messaggio. Ges limmagine di un Dio che si mette al servizio degli uomini e invita a fare come lui. Chi intendedominare gli altri, fare carriera calpestando gli altri, trova fastidio nel messaggio di Ges, non lopu accettare.Il messaggio di Ges : metti la tua vita al servizio degli altri.Il servizio, quando liberamente e volontariamente esercitato per amore, non solo non priva didignit gli uomini, ma concede loro quella vera, quella divina, quella di Ges.Chi invece intende dominare vedr, questo servizio, come un attentato alla propria sicurezza.Coloro che detengono il potere o coloro che ambiscono al potere vedranno nellannuncio di Gesun qualcosa che scombina i loro piani.E cos sar anche per quelli che si sottomettono al potere.Ci sono persone che si sottomettono al potere, rinunciando alla propria liberta, in cambio disicurezza e questo avviene anche nel campo religioso!In quanti gruppi, gli individui rinunciano alla propria liberta e si sottomettono al potere per averesicurezza! Rinunciano cos a pensare con la propria testa per dipendere da unautorit, a lorosuperiore, che indica sempre cosa bene fare.Coloro che detengono il potere, coloro che ambiscono al potere e coloro che si sottomettono al

    potere, sono refrattari allannuncio di Ges e al suo messaggio.

    Ma bisogna distinguere tra potere ed autorit.Il potere il dominio di una persona o di un gruppo di persone, sugli altri e si basa sulla paura,sulla ricompensa e sulla persuasione.Sulla paura: io ti domino perch tu hai paura; sullambizione: io ti domino perch ti posso dare ciche tu ambisci, denaro, titoli, onori; sulla persuasione: ti domino perch sono riuscito a convincertiche, per te, essere mio schiavo, il massimo dei beni desiderabili.Chi in queste condizioni vedr il messaggio di Ges come un attentato alla propria sicurezza ealla propria libert.Lautorit, invece, un servizio basato sulla propria competenza.Mentre il potere mette una distanza fra chi comanda e chi obbedisce, lautorit la annulla.Ma Ges gli rispose: Vattene, Satana!. Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendiculto.Il popolo si era fatto limmagine di un Messia potente, di un Messia dominatore, di un Messiafiglio di Davide.Ges rifiuta questa immagine di Messia e si rivolger, con queste parole: Vattene, Satana!, al suodiscepolo Simone.

    6

  • 8/8/2019 Il significato delle tentazioni nel Vangelo di Matteo (Mt 4,1-11)

    7/7

    Ges chiese, ai suoi discepoli, se hanno capito chi egli sia e Simone dice Tu sei il Figlio del Diovivente. Ges, allora annuncia il suo programma, andr a Gerusalemme, ma non per essereincoronato re, ma assassinato dal Sinedrio.Allora Simon Pietro si ribella, lo attir a s e cominci a sgridarlo.Ges si rivolge a Pietro e gli dice Vattene, Satana!, le stesse parole rivolte al diavolo nel deserto.Vattene, Satana! Torna dietro di me, non sei tu che devi tracciare la mia strada, ma sono io chedevo tracciare la strada che tu devi seguire.Allora il diavolo lo lasci ed ecco degli angeli gli si accostarono e lo servivano.Ges rifiuta ogni forma di potere.Il potere sempre demoniaco, sempre diabolico per chiunque lo detenga.Ebbene, il Dio di Ges non detiene il potere, non comanda.Per questo, il credente non chiamato a obbedire.Il verbo obbedire assente nei vangeli. Mai Ges chiede di obbedire a Dio, mai chiede diobbedirgli, mai chiede di obbedire a qualche uomo.Il verbo obbedire presuppone una persona che comanda e una che obbedisce, questo fuoridallinsegnamento di Ges.Ges non adopera mai il verbo obbedire. Dir invece, e molte volte siate, assomigliate, siatecome il Padre vostro.Inviter, non allobbedienza ma alla somiglianza.Lobbedienza si esercita con la paura e crea distanza, la somiglianza si ottiene attraverso la praticadellamore e unisce. Pi luomo somiglia al Padre nella pratica dellamore, pi la distanza siassottiglia fino a che luomo diventa una sola cosa con il Padre.

    7