Le tentazioni di Gesù

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Le tentazioni di Gesù A cura del prof.Fabio Taralla Testi tratti da «Gesù di Nazaret» di Benedetto XVI e da «Una Comunità legge il Vangelo» di Silvano Fausti SJ

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Le tentazioni di Gesù dal Vangelo di Matteo, con commento di Benedetto XVI e Silvano Fausti.

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Le tentazioni di Gesù

A cura del prof.Fabio TarallaTesti tratti da «Gesù di Nazaret» di Benedetto XVI e

da «Una Comunità legge il Vangelo» di Silvano Fausti SJ

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Introduzione

Nelle tentazioni di Gesù c’è il nocciolo di ogni tentazione: rimuovere Dio, perchè superfluo e fastidioso; contare solo sulle proprie forze, mettere ordine da soli, riconoscere come vere solo le realtà materiali...Dio è solo un’illusione.

Ciò che conta è l’AVERE, il POTERE e l’APPARIRE.

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Introduzione

L’uomo ha la vita ma non è la vita. Come mantenerla salvandosi dalla morte è il movente di ogni suo pensare e fare. L’errore originario fu quello di volerla possedere invece di riceverla in dono.L’uomo è relazione con le cose, con le persone e con Dio, che rispettivamente gli assicurano la vita materiale, quella sociale e la vita spirituale.Questi sono anche gli ambiti della tentazione con possibilità di vittoria o caduta.

«e vide che il frutto dell’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza» (Gen3,6)

Gli idoli dell’avere del potere e dell’apparire sono la struttura nullificante del mondo a cui

Dio risponde con il dare, il servire e l’amare.

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Le tentazioni: non di solo pane

«Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: “Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane”. Ma egli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,1-4)».

«Quaranta giorni e quaranta notti».Per quaranta giorni cadde la pioggia del diluvio, quaranti giorni stette Mosè sul Sinai prima di ricevere i 10 Comandamenti, 40 anni venne provato nel deserto il popolo d’Israele prima di entrare nella terra promessa.I quaranta giorni del digiuno di Gesù abbracciano il dramma della storia, che Gesù assume in sè e sopporta fino in fondo.

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Le tentazioni: non di solo pane

«fu portato nel deserto»Nel deserto si trovò Adamo dopo il peccato, nel deserto camminò Israele dopo la liberazione dall’Egitto: il deserto è il luogo invivibile della prova.Nel deserto Gesù è condotto per incontrare i fratelli che in esso si erano perduti. Il nemico lo si incontra faccia a faccia nel deserto, nella solitudine di quando ci si oppone a lui. Fino a quando si è con altri, si può sempre pensare che «l’inferno sono gli altri». Quando si è da soli, si vede il nemico in se stessi.

«per essere tentato»Le tentazioni non esistono finchè si fa il male, vengono quando ci si ribella ad esso e con violenza proporzionale all’impegno. In greco tentare viene da peiro che significa attraversare, passare oltre. Così si fa esperienza, si diventa periti o esperti a meno di non perire, perchè la tentazione è una prova che ci fortifica o ci distrugge.

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Le tentazioni: non di solo pane

«Dal Diavolo»Diavolo in greco (dià ballo) significa «divisore»: è colui che divide da Dio e ci lascia soli. E’ chiamato anche «Satana» cioè accusatore perchè una volta che siamo caduti, ci accusa implacabilmente inchiodandoci alla nostra colpa.

«avendo digiunato, ebbe fame»Il digiuno di Gesù è riconoscere che la vita viene da Dio e non solo dal cibo; è ristabilire il giusto ordine, non è il delirio del controllo della volonta sulla vita che si esercita con la dieta, ma il segno che si riconosce Dio come vita e ogni cibo come suo dono.La tentazione fa leva sul bisogno «ebbe fame», nel momento di debolezza si avvicina il nemico.

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Le tentazioni: non di solo pane

«Se sei Figlio di Dio».Cristo deve dar prova di sè per diventare credibile. Questa richiesta di prove pervade tutto il corso della vita di Gesù.Anche noi rivolgiamo questa richiesta a Dio,al Cristo e alla Chiesa: se esisti, allora dimostrati!

«Di’ che questi sassi diventino pane».Che cosa contraddice di più la fede in un Dio buono se non la fame nel mondo?La soluzione dei problemi sociali (la povertà, le guerre, l’ingiustizia), non è forse questo che dovrebbe fare Dio? La Chiesa non dovrebbe anzitutto preoccuparsi di dare il pane al mondo?

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Le tentazioni: non di solo pane

Ci sono altri due racconti sul pane nella vita di Gesù. Uno è il miracolo della moltiplicazione del pane (Mc 6,30-44). Perchè Gesù fa adesso quello che un tempo era stato respinto come tentazione?La gente sfamata dal pane miracoloso era venuta per ascoltare Gesù, Parola di Dio; per farlo aveva lasciato tutto, aperto il loro cuore a Dio e agli altri in reciprocità e per questo ricevette il pane quotidiano.

Il secondo racconto è quello dell’Ultima cena, che diventa l’Eucarestia della Chiesa ed il miracolo permanente di Gesù sul pane.Gesù stesso è diventato il chicco di grano che morendo produce molto frutto (Gv12,24). Egli stesso è diventato pane per noi, nostro nutrimento, nel cammino della vita.

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Le tentazioni: non di solo pane

«Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».Il pane è importante, la libertà è importante, ma la cosa più importante di tutte è la costante fedeltà e l’adorazione mai tradita.Laddove questo ordine dei beni non viene rispettato ma rovesciato, non ne consegue mai più giustizia per gli uomini.Laddove Dio è secondario e messo da parte in nome di cose più importanti, allora proprio queste cose presunte più importanti falliscono.

Lo dimostra l’esito tragicamente negativo dell’esperienza marxista, nata per trasformare le pietre in pane ha finito per dare pietre al posto del pane. Così gli aiuti semplicemente tecnico-materiali dei paesi ricchi hanno creato la fame dei Paesi del Terzo mondo.

Se il cuore dell’uomo non è buono, nessun’altra cosa può diventare buona. In questo mondo dobbiamo opporci alle false illusioni di false filosofie e riconoscere che non viviamo di solo pane ma anzitutto dell’obbedienza alla parola di Dio. Solo dove si vive questa obbedienza nascono e crescono quei sentimenti che permettono di procurare anche il pane per tutti.

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Le tentazioni: non tentare il Signore Dio tuo

«Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo» (Matteo 4,5-7).

L’intero colloquio della seconda tentazione si configura come un dibattito tra due esperti della Scrittura: il diavolo vi appare come teologo che cita e si serve della Parola invece di mettersi al suo servizio.Nella prima tentazione Gesù ha invitato alla fiducia nella parola del Padre; ora si tratta di mettere alla prova la sua fiducia nella Parola e la Parola che deve essere degna di fiducia.

«Gettati giù! Egli ti solleverà»

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Le tentazioni: non tentare il Signore Dio tuo«Sul pinnacolo del tempio»E’ la tentazione centrale: un messianismo che risponda alle attese religiose, garantendo il possesso di Dio con segni visibili (Gott mit uns). La sete del religioso è un’ansia di sicurezza che fa ricercare i segni della presenza di Dio: così si cercano i doni invece del Donatore, si pretende di essere ascoltati invece di ascoltare.Non conoscerà mai l’amore dei genitori il figlio che ne cerca sempre conferme. Chi non ha fiducia ha fame insaziabile di conferme

«Se sei il figlio di Dio, gettati giù»Dio deve sottoporsi ad un esperimento. Viene provato, come si provano le merci prima di acquistarle. Deve sottostare alle condizioni che noi riteniamo necessarie per ottenere una certezza. Se Dio non mi ascolta allora non è Dio, se Dio non fa quello che gli chiedo allora non c’è!

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Le tentazioni: non tenterai il Signore Dio tuo

«non tenterai il Signore Dio tuo»La presunzione, che vuole fare di Dio un oggetto e imporgli le nostre condizioni sperimentali, non può trovare Dio. Perchè mettiamo da parte l’intera dimensione dell’amore, dell’ascolto interiore e riconosciamo come reale solo ciò che è sperimentabile.«I puri di cuore vedranno Dio»

Gesù non si è gettato , non è saltato nell’abisso, non ha messo alla prova Dio; tuttavia è disceso nell’abisso della morte, della notte, dell’abbandono sulla croce. Ha osato questo salto come atto dell’amore di Dio per gli uomini, sostenuto dalla fiducia certa nell’amore del Padre per Lui. Così si palesa il vero senso del Salmo citato dal diavolo: chi fà la volonta di Dio sa che in mezzo a tutti gli orrori che può incontrare non perderà mai un’ultima protezione. Sa che il fondamento del mondo è l’amore e che anche là dove nessun uomo può o vuole aiutarlo, egli può andare avanti riponendo tutta la sua fiducia in Colui che lo ama.

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Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:"Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".

Le tentazioni di Gesù: Tutte queste cose ti darò se mi adorerai

Il potere è concesso a chi adora Satana; il potere è il vero idolo, l’alternativa unica a Dio, è il Dio di questo mondo.Gesù sarà Re e avrà «ogni potere in cielo e in terra (Mt28,18)», ma sulla croce. Lì si rivelerà come libertà assoluta, mettendo la vita a servizio di tutti, senza dominare nessuno.

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Le tentazioni di Gesù: Tutte queste cose ti darò se mi adorerai

«Tutti i regni del mondo con la loro gloria»Nessun regno di questo mondo è il Regno di Dio.Il potere che è dato da Dio a Gesù presuppone la croce e la sua morte. Il Regno di Cristo sarà diverso dai regni della terra e dal loro splendore, che Satana gli dispiega dinanzi. La gloria del mondo si dissolve presto.

I regni del mondo, che Satana potè allora mostrare, sono tutti crollati e la loro gloria si è mostrata apparenza.Ma la gloria di Cristo, umile e disposta a soffrire, lo splendore del suo Regno d’amore non sono tramontati e non tramonteranno, perchè morendo hanno vinto la morte.