Il SETTECENTO

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Il SETTECENTO. LA SITUAZIONE IN ITALIA. Assetto politico più volte modificato La pace di Aquisgrana 1748 divise l’Italia in 2 grandi blocchi a Nord guidato dall’Austria e a sud dai Borboni. I Borboni e gli Austriaci incoraggiarono lo sviluppo e la modernizzazione del nostro paese. - PowerPoint PPT Presentation

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LA SITUAZIONE IN ITALIA

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• Assetto politico più volte modificato• La pace di Aquisgrana 1748 divise l’Italia in 2

grandi blocchi a Nord guidato dall’Austria e a sud dai Borboni.

• I Borboni e gli Austriaci incoraggiarono lo sviluppo e la modernizzazione del nostro paese.

• La debolezza dello stato della chiesa• L’autonomia del Regno di Sardegna sotto i

Savoia.

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RINNOVAMENTO E MODERNIZZAZIONE IN ITALIA

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Alleanza tra intellettuali e governanti Instaurazione di governi assoluti ma

illuminatiMuratori e la Repubblica dei letterati

d’Italia 1703Invito pressante alla elites intellettuali

affinchè si assumano il compito di avviare la modernizzazione della società italiana.

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LA TRADIZIONE E GLI ELEMENTI DI INNOVAZIONE

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Varietà e frammentazione politica in Italia e differenze con la società inglese e francese caratterizzata da una forte borghesia in ascesa.

In Italia gli intellettuali ricercano nella tradizione italiana di ricostruire il passato per comprendere il presente.

VICO anticipa molte tesi del Romanticismo come il primato della fantasia sulla creazione poetica.

Ritorno al classicismo attraverso l’accademia dell’Arcadia.

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ORIGINALITA’ DELLA CULTURA ITALIANA

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Il carattere anticipatorio rispetto all’Europa di molte iniziative italiane

L’Accademia dei Pugni e dei TrasformatiL’ampliarsi del pubblico e la continuità

ideologica verso un pubblico più ampio.La necessità di un rinnovamento religioso

legato ad un intima corrispondenza tra fede e servizio reso alla comunità.

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La questione della lingua

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• La ricerca di una lingua comune che sia utile a raggiungere scopi creativi ed educativi nel programma di rinnovamento.

• L’assunzione di un modello petraschesco comporta l’uso di una lingua “specialistica” di circolazione ristretta.

• Metastasio , Parini e Alfieri usano una lingua sofisticata con l’intento di apportare un profondo rinnovamento nella nuova classe borghese e nell’aristocrazia storica italiana.

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L’ARCADIA

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• Fondazione nel 1690 dell’Arcadia, un’Accademia dove il mondo fittizio dei pastori, ha un carattere di evasione con un nascosto elemento filoclericale.

• Assunzione del nome di un pastore della letteratura bucolica greco-latina, il presidente custode, la sala diventa il Bosco Parrasio, protettore è Gesù Bambino adorato dai pastori.

• La messa al bando del disordine, degli echi barocchi, la proposta di moralizzazione della popolazione portò all’adesione dei poeti più significativi dell’epoca.

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L’ARCADIA

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Il richiamo alla tradizione classica

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L’Arcadia regione di pastori della Grecia anticaFelice dimora di pastori, un luogo fuori dal tempo

e dalla storia.I membri assumono nomi fittizi e organizzano

cerimoniali di tipo pastoraleCustode è nominato il Crescimbeni.Ampia diffusione in Italia si fondano sedi a cui

viene dato il nome di colonie. L’accademia accoglie uomini di ogni estrazione

sociale, considerati tutti

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Il programma dell’Arcadia

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Opposizione al gusto barocco e al marinismoEssi si dichiarano restauratori della poesia

italianaContrappongono allo stile secentista un

linguaggio semplice, limpido e preciso contro l’eccessivo uso di metafore.

Esigenza di un razionalismo teorizzato da Cartesio

Rinnovamento della poesia italiana

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Caratteri generali della poesia arcadica

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Gli arcadi assumono come modelli i poeti greci e latini

Petrarca soprattutto e ChiabreraSperimentazione metricaRicerca di effetti ritmici, una poesia d’occasione per

uno svago raffinato ed edonistico.La lirica arcadica è legata a circostanze sociali come

nascite o matrimoni.Principali poeti furono: Metastasio, Felice Zappi,

Frugoni, Rolli.

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LA TRATTATISTICA E PROSA SCIENTIFICA

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Muratori, Giannone e Vico inaugurano in Italia nei primi del ‘700 un dibattito culturale ristretto ad un gruppo di intellettuali, con un linguaggio poco divulgativo, ma fondato sulla validità scientifica e pubblica utilità.

Ma forte pressione dei poteri forti della chiesa ostacolano la libera diffusione di opere dallo spirito progressista.

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La ricerca filosofica di Vico

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Originalità del pensiero di VicoPartendo dal presupposto che l’uomo non può

conoscere a pieno ciò che non ha creato, il filosofo si impegna sulla storia delle attività umane.

Nella storia si succedono tappe e processi simili all’evoluzione dell’uomo. La fanciullezza, la giovinezza, la maturità. Ci possono essere anche processi regressivi, corsi e ricorsi storici.

Con questa teoria si supera la differenza tra società primitive e civili e si dimostra che ogni società ha delle tappe essenziali e non ci può essere maturità senza la fase di ingenuità.

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Compito della 'scienza nuova' sarà quello di indagare la storia alla ricerca di quei principi costanti che, secondo una concezione per certi versi platonizzante, fanno presupporre nell'azione storica l'esistenza di leggi che ne siano a fondamento com'è per tutte le altre scienze:

La storia quindi, come tutte le scienze, presenta delle leggi, dei principi universali, di un valore ideale di tipo platonico, che si ripetono costantemente allo stesso modo e che costituiscono il punto di riferimento per la nascita e il mantenimento delle nazioni.

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I ricorsi storici

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Secondo Vico il metodo storico dovrà procedere attraverso l'analisi delle lingue dei popoli antichi «poiché i parlari volgari debono essere i testimoni più gravi degli antichi costumi de' popoli che si celebrarono nel tempo ch'essi si formarono le lingue», e quindi tramite lo studio del diritto, che è alla base dello sviluppo storico delle nazioni civili.

Questo metodo ha fatto identificare nella storia una legge fondamentale del suo sviluppo che avviene evolvendosi in tre età:

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LA SCIENZA NUOVAE’ possibile conoscere solo ciò che è stato

realizzato (verum ipsum factum)La natura può essere descritta non conosciuta ,

la fisica produce solo una conoscenza esteriore delle cose.

L’unica reale conoscenza per l’uomo è il frutto del proprio agire, cioè la storia.

La scienza nuova è la scienza della storia.La storia deve procedere come la geometria e

interagire con la FILOLOGIA E LA FILOSOFIA.

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LA SCIENZA UMANALA FILOLOGIA è la raccolta e la conoscenza

delle fonti e dei documentiLA FILOSOFIA è lo strumento per svelare la

verità e interpretare i documentiL’atteggiamento filologico e filosofico devono

integrarsi nella stessa persona.Esistono nella storia dell’umanità 3 momenti

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La poesia nasce dalle passioni e dalla fantasia, nelle età primitive i grandi poeti

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lo stile si contrappone

all’ideale cartesiano di scrittura semplice e cristallina

Il suo linguaggio non aspira alla chiarezza ma ad evocare immagini suggestive

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La storia umana

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La storia umana, secondo Vico, inizia con il diluvio universale, quando gli uomini, giganti simili a primitivi bestioni, vivevano vagando nelle foreste in uno stato di completa anarchia.

Questa condizione bestiale era conseguenza del peccato originale, attenuata dall'intervento benevolo della Provvidenza divina che immise, attraverso la paura dei fulmini, il timore degli dei nelle genti che «scosse e destate da un terribile spavento d'una da essi stessi finta e creduta divinità del cielo e di Giove, finalmente se ne ristarono alquanti e si nascosero in certi luoghi; ove fermi con certe donne, per lo timore dell'appresa divinità, al coverto, con congiungimenti carnali religiosi e pudichi, celebrarono i matrimoni e fecero certi figlioli, e così fondarono le famiglie. E con lo star quivi fermi lunga stagione e con le sepolture degli antenati, si ritrovarono aver ivi fondati e divisi i primi domini della terra»

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L'uscita dallo stato di ferinità quindi avviene:per la nascita della religione, nata dalla paura e sulla

base della quale vengono elaborate le prime leggi del vivere ordinato,

per l'istituzione delle nozze, che danno stabilità al vivere umano con la formazione della famiglia e

per l'uso della sepoltura dei morti, segno della fede nell'immortalità dell'anima che distingue l'uomo dalle bestie.

Della prima età Vico sostiene di non poter scrivere molto poiché mancano documenti su cui basarsi: infatti quei bestioni non conoscevano la scrittura e, poiché erano muti, si esprimevano a segni o con suoni disarticolati.

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L'età degli eroi ebbe inizio dall'accomunarsi di genti che trovavano così reciproco aiuto e sostegno per la sopravvivenza. Sorsero le città guidate dalle prime organizzazioni politiche dei signori, gli eroi che con la forza e in nome della ragion di stato, conosciuta solo da loro,[21] comandavano su i servi che, quando rivendicarono i propri diritti, si ritrovarono contro i signori che, organizzati in ordini nobiliari, diedero vita agli stati aristocratici che caratterizzano il secondo periodo della storia umana.

In questa seconda, dove predomina la fantasia, nasce il linguaggio dai caratteri mitici e poetici.

Infine la conquista dei diritti civili da parte dei servi dà luogo alla età degli uomini e alla formazione di stati popolari basati sul «diritto umano dettato dalla ragione umana tutta spiegata». Sorgono quindi stati non necessariamente democratici ma che possono essere pure monarchici poiché l'essenziale è che rispettino «la ragione naturale, che eguaglia tutti».

La legge delle tre età costituisce la «storia ideale eterna sopra la quale corrono in tempo le storie di tutte le nazioni».

Tutti i popoli indipendentemente l'uno dall'altro hanno conformato il loro corso storico a questa legge che non è solo delle genti ma anche di ogni singolo uomo che necessariamente si sviluppa passando dal primitivo senso nell'infanzia, alla fantasia, nella fanciullezza, e infine alla ragione, nell'età adulta:

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Il secolo dei Lumi

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Kant: l’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità intellettuale

Esprit philosophique: attitudine al riesame critico di tutte le idee accettate

Lo preparano:Rivoluzione scientificaRazionalismo

cartesianoMa anche…

progressiva estromissione della nobiltà dal ciclo produttivo……

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Illuminismo è anche

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Valorizzazione della techne (Enciclopedia di Diderot e D’Alembert: superare le due culture. Tentare una sintesi organica del sapere)

Mito del progresso (Condorcet, Esquisse…)Laicismo: rifiuto della imposizione di valori

confessionali per legge

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Si sviluppa accanto all’Enciclopedia, un pensiero materialista

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L’homme machine J-O de La Mettrie (l’anima ha una natura materiale e risiede nel cervello- basi fisiologiche della vita psichica)

Helvetius: l’anima è il sentire, il sentire cerca il piacere: ergo l’azione è condizionata dall’interesse (diritto a godere i piaceri)

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Paul d’Holbach

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Demistificazione della tradizione idealisticaAssurdità del concetto di anima come

spiritoL’idea di dio è fonte dei mali che affliggono

l’uomoSuperamento del dualismo anima corpo

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Nuovi campi di indagine

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Studio dell’uomo ridefinito su basi materialistiche osservato e descritto all’interno del sistema della natura

Buffon, Histoire naturelleStudi sociali (antropologia, geografia

umana-Volney; economia politica, Adam Smith)

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Chi sono e per chi

operano i nuovi

intellettuali

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I produttori

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Processi di globale trasformazione delle istituzioni culturali

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Inghilterra : anticipaINTELLETTUALI

BORGHESI, LAICI PROFESSIONISTI!

Vivono del loro lavoro poiché si forma un mercato editoriale

Nasce il giornale

ITALIA: cultura ritardataria, marginalizzata, provincializzata

Importa, non esporta più cultura

Nella prima metà del secolo ancora chierici ed eruditi

Nella seconda metà compaiono i nobili illuministi (Milano e Napoli)

Non c’è mercato editoriale né autonomia economica (analfabetismo diffuso)

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CORTE E ACCADEMIA

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Dove c’è mercato editoriale la corte perde attrattiva

Si apre talora alla collaborazione con i philosophes (dispotismo illuminato)

L’Accademia mantiene una funzione aggregatrice

In Italia le Accademie proliferano

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La cultura

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La cultura settecentesca esce dal chiuso dei chiostri e delle biblioteche; Gli uomini «escono di casa», si incontrano nei caffe, dove formano clubs o circoli culturali, leggono i giornali di taglio satirico e moralistico, frequentano i salotti aperti alla civile conversazione da discrete padrone di casa: cresce la volontà di essere informati e di discutere su argomenti in precedenza appannaggio di specialisti, l’economia, la politica, la scienza.

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Si definiscono luoghi informali, non deputati

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E I VECCHI CENTRI DI CULTURA????

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UNIVERSITA’Roccaforti del

tradizionalismo, solo in ritardo si aprono alle nuove correnti di pensiero

Gesuiti…perseguitati

Apparente laicizzazione delle istituzioni, in realtà opportunismo filoassolutistico

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Committenti, fruitori, orizzonte delle attese

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Processi non definibili in modo univoco, soggetti a varianze geografiche, sociali etc ma, in generale

Dal MECENATE alla PUBBLICA OPINIONE

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FORMAZIONE DELLA PUBBLICA OPINIONE

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ALFABETIZZAZIONEo DIFFUSIONE STAMPA PERIODICA

TRASFORMAZIONI NELLE ISTITUZIONI LINGUISTICHE (LINGUA LETT # DA LINGUA DELLA COMUNICAZIONE)

IN AREA ARTISTICO LETTERARIA MUTA L’ORIZZONTE DELLE ATTESE

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RIFONDAZIONE DEL GUSTO

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ESTETICHE RAZIONALISTICHE E SENSISTICHE, ANTIBAROCCHE

In Francia Boileau

In Italia il classicismo ARCADICO

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IL SECOLO DEI CLASSICISMI

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CLASSICISMO ARCADICO: ROCOCO’

PASTORELLERIE

CLASSICISMO ILLUMINISTA

PARINI

NEOCLASSICISMO: FOSCOLO

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CANANA'Le estetiche del Settecento

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Il rococò o rocaille

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L’espressione più significativa dell’arte rococò è probabilmente la grande sala del palazzo, la cui struttura è solidamente fondata sui canoni severi del classicismo che forniscono la definizione dello spazio e delle proporzioni; ma all’interno di questo spazio le pareti si arricchiscono di stucchi, i soffitti presentano cornici definite geometricamente, nelle quali però affreschi aprono «finestre» verso un cielo affollato di creature volanti, angeli-bambini, eroi mitologici; le pareti risplendono di specchi e tutta la mobilia, tavoli, sedie, orologi, soprammobili, hanno luminosità cangianti per via degli intarsi, degli ori, delle volute.

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tale effetto comprende anche un’idea di frivolezza, di leziosità, di eleganza eccessiva, ma ha alle spalle una visione razionale della vita, nella quale l’arte si associa all’idea di «piacere dei sensi», al gioco che deve rendere più bella l’esistenza. Essa è l’espressione di una società che fa delle buone maniere uno strumento efficace del vivere civile.

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L’effetto che il rococò intende produrre è quello di un’arte che tenta di trasmettere un senso di

leggerezza.

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Dall’ambito decorativo il rococò si estese alla pittura e la scultura

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pittori francesi come Antoine Watteau (1684-1721) e Jean-Honoré Fragonard (1732-1806), italiani come Giovan Battista Piazzetta (1683-1754), Giambattista Tiepolo (1696-1770), Pietro Longhi (1702-1785)

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È un’arte sensuale, che vuole parlare ai sensi senza creare scompensi alla ragione:

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uno dei temi più diffusi è il «colloquio amoroso», due amanti immersi in un paesaggio campestre, oppure nella discreta intimità di un salotto: l’elemento erotico, ormai liberato da ogni timore censorio, diviene il simbolo di una società di costumi più liberali e laici.

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Natura e fine dell’arte

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Dall’antichità fino al Seicento, l’attività artistica era stata concepita come punto d’incontro tra capacità tecniche, acquisibili attraverso l’esercizio e lo studio, e una componente di «ispirazione», di cui erano dotati solo alcuni individui.

Molta attenzione era stata posta al problema della «finalità dell’arte», a cui nel tempo si erano date risposte diverse, sostanzialmente ispirate a due tendenze, quella edonistica (il fine dell’arte è il piacere) e quella morale o pedagogica (il fine dell’arte è quello di trasmettere messaggi che aiutino l’uomo a migliorare se stesso), variamente contaminate tra loro.

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La nuova cultura che filosoficamente si ispirava al razionalismo o all’empirismo tende, invece, ad affrontare il problema dell’arte e della definizione della bellezza su basi teoriche completamente diverse.

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gli intellettuali che si ispiravano alla filosofia empirista di Locke portarono una grossa novità:

studiare il processo della produzione artistica attribuendo una particolare importanza agli effetti dell’arte sul fruitore.

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«parole-chiave» ovvero i concetti fondamentali attorno ai quali si esercitò in

particolare l’analisi.

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Definizione di «bello».

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La questione relativa alla definizione del concetto di bellezza, all’idea di «Bello», rimase piuttosto in ombra nel corso del primo Settecento;

si tende ad accogliere la definizione tradizionale di «bello», proporzione tra le parti e varietà nell’unità, cioè dell’equilibrio e dell’organicità complessiva dei molteplici elementi figurativi, compositivi, cromatici dell’opera d’arte.

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Definizione di «arte».

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accettazione dell’antica affermazione che l’«arte è imitazione della natura»

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definizione sempre più adottata come formula convenzionale

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cambia profondamente il concetto stesso di imitazione

il rapporto arte-natura è il nodo su cui si sviluppano tutte le novità di pensiero del Settecento nel campo estetico.

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Il concetto di «natura».

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ha subito radicali modificazioni nel corso del Sei e del Settecento, in quanto lo sviluppo della scienza, la riflessione filosofica ed anche la nuova sensibilità, che da esse derivava, hanno completamente cambiato il quadro di riferimento.

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Polisemicità e ambiguità

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la grande attenzione che tra XVII e XVIII secolo venne rivolta alla definizione del concetto di natura ebbe come risultato una straordinaria moltiplicazione delle accezioni della parola stessa, con oscillazioni di significato veramente impressionanti.

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In realtà i due opposti concetti si fondono assai spesso,

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ad esempio, l’«uomo primitivo» è spesso indicato come quello che spontaneamente, «naturalmente», segue le leggi della natura senza bisogno di fare ricorso a norme e regole;

perciò l’artista viene spesso equiparato al primitivo, come colui che «sente» in modo naturale e non ha bisogno di norme fissate per realizzare le sue opere.

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Il concetto di «gusto».

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occorreva chiarire se e come il gusto può essere «educato», attraverso le letture, la visione delle opere d’arte, l’esercizio della critica

la condanna degli «eccessi del barocco» fu emessa quasi sempre in nome del gusto o del buon gusto, concetto che rimandava ad una definizione intellettualistica dell’arte che ben si coniugava con la tendenza classicista.

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I concetti di «passione» e di «sentimento».

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Il pieno riconoscimento, compiuto dal pensiero razionalista e da quello empirista, dell’esistenza nella psicologia umana di una «sfera delle passioni» che costituisce una componente essenziale della personalità individuale, ebbe riflessi importanti sul pensiero estetico settecentesco.

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Simpatia

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tra questi effetti fu indicato anche quello della Simpatia (dal greco syn-pàthein, provare insieme le stesse sensazioni): l’arte avrebbe cioè la facoltà di suscitare nel destinatario sentimenti e sensazioni omologhe a quelle che essa rappresenta.

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ogni arte è un modo di esprimersi e di comunicare

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si comincia a immaginare che, al di là delle differenze materiali e

oggettive che distinguono le varie arti, esiste un «meccanismo» che è comune a tutte le espressioni

artistiche; lo studio di tale meccanismo porta a sottolineare

l’importanza «comunicativa» dell’arte:

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L’estetica sensistica dell’abate E. B. de Condillac

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Sviluppando le posizioni empiriste di Locke spiegava l’attività conoscitiva partendo dalla sensazione

“Il giudizio, la riflessione, i desideri, le passioni non sono altro che la sensazione stessa, che si trasforma in diverse maniere.”

FINE dell’opera d’arte : suscitare PIACERE SENSIBILE

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In Italia il sensismo è accolto da intellettuali impegnati (Parini, Beccaria)

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che lo associano al fine di EDUCARE, ricercando un “UTILE CIVILE E MORALE”

e proponendo una “letteratura di cose”, concreta e impegnata, nuova per concezione e forme.

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TEORICI SENSISTI:

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Cesare Beccaria1770 Ricerche

intorno alla natura dello stile

Lo stile, mediante l’uso sapiente della retorica, può suscitare e calibrare svariate sensazioni nell’animo del fruitore: da esse dipende la sua bellezza.

Pietro Verri1773 Discorsi sull’indole

del piacere e del doloreSe il piacere nasce dalla

diminuzione del dolore, l’arte è sorta per scacciare i “dolori innominati” (=disagi psicofisici) attraverso “aggradevoli sensazioni”. Le anime appassionate e sensibili meglio gusteranno l’arte.

PERNO della sfera estetica è il SOGGETTO (poeta libero di creare senza seguire regole; poesia istintiva-fantastica-passionale; bello legato al gusto soggettivo del fruitore)

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DALLE RIFORME ALLA RIVOLUZIONE

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valore del riformismo e mito del progresso

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Nel corso del Settecento si afferma l’idea che la gestione del cambiamento socio-economico sia praticabile attraverso un’accorta strategia riformistica, che salvaguardi di fatto la posizione predominante delle élites politico-sociali dell’ancien régime rendendole più malleabili di fronte alle esigenze di una società sempre più complessa e in fermento.

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Un nuovo paradigma di tempo

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Il passaggio dalla temporalità lenta e ciclica, basata sul tramandarsi generazionale dell’esperienza di un mondo ancora essenzialmente agricolo-artigianale, a quella assai più spedita di una società che comincia a fare i conti con gli effetti delle innovazioni tecnologiche, viene vissuto nella convinzione che la prudente ma irreversibile razionalizzazione dell’economia e delle istituzioni fosse nell’interesse di tutte le classi sociali.

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Parve allora effettivamente conseguibile l’obiettivo di un progressivo accrescimento della «pubblica felicità» senza scosse traumatiche per lo status quo.

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Il concetto stesso di «progresso» — che portava con sé anche l’idea di una «perfettibilità» dell’uomo aveva un valore riformistico perché credeva in un corso rettilineo della storia, in uno sviluppo graduale verso un futuro in cui gli uomini arrivavano a controllare razionalmente le condizioni materiali della propria esistenza.

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Perfettibilità_ Condorcet, Esquisse d’un tableau historique …

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Page 68: Il SETTECENTO

La storia-L’equilibrio fra le potenze come garanzia di pace

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I conflitti della prima metà del secolo

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L’assolutismo illuminato

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A partire dagli anni quaranta del secolo si profilò la possibilità di un incontro tra l’esigenza, sentita dai sovrani, di razionalizzare l’apparato statale e l’obiettivo perseguito dagli uomini di cultura più illuminati di allargare le basi del potere e modernizzare la società.

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La rivoluzione americana

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Le tensioni tenute a freno dalla forzosa situazione di stallo entro i confini europei, si trasferivano oltreoceano nella corsa ai possedimenti coloniali e al predominio commerciale, che vedeva sempre più in prima linea l’intraprendente dinamismo dell’Inghilterra

Ma la rivoluzione americana, con la sua grande carica ideale, era pur sempre un conflitto che si poteva assimilare alla tradizionale risoluzione su base bellica delle controversie fra stati.

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La rivoluzione in Francia

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In Francia, sin dalla convocazione degli Stati generali nel maggio 1789 per far fronte alla crisi economica e finanziaria, si poneva invece un problema di rappresentanza che divideva, all’interno della nazione, i due ordini tradizionali (clero e nobiltà) da un «terzo stato» che, nella sua eterogeneità, trovava nell’identità borghese, nella spinta ideale della filosofia dei Lumi e nell’opposizione all’ancien régime un collante ideologico molto forte.

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IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO: UNA SOCIETÀ IN MOVIMENTO

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La crescita demograficaLa razionalizzazione dellagricolturaLa rivoluzione industriale in InghilterraDalla «società di ordini» alla«società di

classi»

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L’accelerazione delle attività produttive provocò sensibili slittamenti nella plurisecolare rigidità della struttura sociale.

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Nei fatti, anche se l’irreversibile processo di decadenza dello status nobiliare non si concluse col secolo, si affermò via via una concentrazione del potere nelle mani degli effettivi detentori della ricchezza..

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IL CONTESTO CULTURALE

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L’età dei LumiLa ragione come guida critica

Si afferma progressivamente~ nel corso del secolo, la convinzione di vivere in un’epoca «illuminata», distinta per la sua chiaroveggenza filosofica dagli errori del passato e ricca di spunti progettuali

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Quest’autocoscienza passa attraverso il vaglio «critico» e «normativo» della ragione

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«critico»perché è il «tribunale della ragione», secondo

l’espressione kantiana, che deve pesare la consistenza di fedi, filosofie, superstizioni, atteggiamenti, fino a ridurli — se esiste — al loro nocciolo razionale;

«normativo»perché è la ragione che dovrebbe dettare le linee

che indirizzano credenze e comportamenti nei vari settori della vita associata e individuale.

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Il rapporto col passato

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Gli uomini del Settecento non credono di vivere in un nuovo Rinascimento, perché sono convinti che la loro epoca abbia finalmente rotto il ciclo di rinascite e decadenze nel quale si era fino ad allora involuto il decorso storico.

La ragione sconfessa il principio d’autorità, che prospera grazie all’ignoranza, alla paura e al servilismo che instilla nell’animo umano

Page 77: Il SETTECENTO

I limiti della conoscenza

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L’Illuminismo propugna una cultura laica, anti-metafisica, anti-dogmatica, in cui le religioni tradizionali, strumenti di divisione e di fanatismo, devono lasciare il passo a una religione «rischiarata», basata sulla naturale credenza in un Essere Superiore non determinato, e ispirata a mutua comprensione e tolleranza.

Page 78: Il SETTECENTO

Destinazione

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L’universo conoscitivo, inoltre, non è affatto chiuso in se stesso, perché il pensiero illuminista pratica e intende mettere a frutto l’indicazione baconiana sulla finalità pratica della conoscenza: conoscere significa interagire con la realtà per trasformarla.

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Il philosophe

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il filosofo si fa propagandista, divulgatore, consigliere di regnanti e amministratori, aspira, in una parola, a indirizzare la moderna opinione pubblica.

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TRE TESTI-CHIAVE PER IL PANORAMA CULTURALE

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1 Locke

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Con la pubblicazione del Saggio sull’intelletto umano (1690) del filosofo anglosassone John Locke (1632-1704) si aprono, per la riflessione filosofica del Settecento, prospettive empiristiche e, nel lungo termine, materialistiche. Il Saggio si apre proprio col celebre paragone della mente umana con un «foglio bianco», o tabula rasa, su cui nel corso della vita dell’individuo vengono gradualmente registrate idee per mezzo di sensazioni e impressioni.

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2 Candide di VOLTAIRE

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Il conte philosophique (racconto filosofico) è uno dei generi prediletti dalla riflessione illuminista.

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3 La Critica della ragion pura di Immanuel Kant (1724-1804)

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il genitivo oggettivo ci assicura che la ragione sarà usata contro se stessa per indagare i limiti della conoscenza a priori («ragion pura» significa «ragione a priori»).

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LE FORME DELLA LETTERATURA NAZIONALE

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L’Arcadia riedizione del petrarchismo filtrato attraverso una convenzione pastorale

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La polemica contro il «cattivo gusto» e l’Arcadia

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Il mondo letterario italiano fu scosso, a inizio Settecento, dalla polemica sul gusto seicentesco. La provocazione venne dalla Francia: i dotti transalpini proponevano a modello la loro letteratura impostata razionalisticamente, che si faceva un pregio della chiarezza ed evidenza dello stile contrapposta all’inverosimiglianza e disonestà intellettuale dell’artificio barocco.

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L’erudizione storica documentaria

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L’illuminismo italiano

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La «politicizzazione» dell’intellettuale e il Caffè

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aveva trovato uno sbocco pratico e riformistico negli stati del centro-nord, specialmente nella Lombardia sotto il governo austriaco. Strumento principe di questo attivismo fu un periodico che uscì tra il 1764 e il 1765, «il Caffe»

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Il caffè

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fu la prima rivista militante, prodotta da un lavoro redazionale a più mani, in un linguaggio diretto, senza orpelli retorici, che ambiva fare degli estensori degli articoli i «direttori» dell’opinione pubblica milanese.

Tra i collaboratori del «Caffe», oltre ai fratelli Verri va ricordato Cesare Beccaria, l’autore di un libro che, nato dalle discussioni tra gli accademici dei Pugni, doveva scuotere le coscienze europee attraverso la proposta di una riforma del diritto penale in senso filantropico ed egualitario: il trattato Dei delitti e delle pene

Page 91: Il SETTECENTO

Altre forme di critica militante

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Lettere virgiliane e lettere inglesi di Saverio Bettinelli

La Frusta letteraria di Giuseppe Baretti

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Le forme del teatro

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La riforma goldoniana

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SITUAZIONE PREESISTENTE:commedia dell’arte scontata,

non scritta, triviale.La commedia di Goldoni

sottolinea i vizi senza offendereGRAZIE AL RISO

Ha INTENTO MORALEED EDUCATIVO

MONDO e TEATRO

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Goldoni non opera a tavolino: usa

GRADUALITA’ eCONCRETEZZADeve relazionarsi conattori abituati alla c.

dell’artepubblico grossolano e

trivialeesigenze commerciali

impresarisituaz. politica che

vieta di ridicolizzare nobili e preti

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Le difficoltà sono accresciute da polemiche con oppositori (Gozzi e Chiari)

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Goldoni non è rivoluzionario politicamente; è un “illuminista popolano”, dotato di buon senso ma non di approfondimento teorico

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Ha fiducia nella razionalità della natura

usa toni pacati ed equilibrati

ha simpatia per l’operosità borghese (la scaltra Mirandolina si prende gioco dei nobili vacui e improduttivi)

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FASIFASIDELLADELLA

RIFORMARIFORMAGOLDONIANAGOLDONIANA

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Page 98: Il SETTECENTO

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TESTO SCRITTO1738 Momolo cortesàn:

è scritta la parte del protagonista

1743 Donna di garbo: interamente scritta

DALLA MASCHERA AL CARATTERE (personaggio-individuo concreto)

dal 1750> Pamela nubile

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• Lingua non triviale -dei comici-, non Lingua non triviale -dei comici-, non purgata -degli Arcadi-… ma parlata, purgata -degli Arcadi-… ma parlata, quotidiana (struttura veneziana con quotidiana (struttura veneziana con immissioni).immissioni).

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Melodramma

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il melodramma italiano si affermò grazie a un processo di riforma che dall’inizio del Settecento in poi puntò a razionalizzare il genere, fino ad allora troppo condizionato dal gusto della spettacolarità barocca (evidente nei grandiosi apparati scenografici), dall’inverosimiglianza dei soggetti rappresentati, dal divismo dei cantanti (e dal ridottissimo valore del testo).

Vedi ORIGINIDEL MELODRAMMA

Page 101: Il SETTECENTO

La riforma del melodramma: Pietro Metastasio

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Fluidità del verso; chiarezza delle fabulae; limpida analisi psicologica.

Uso di temi correnti (impianto eroico) ma con toni nuovi, elegiaci e patetici

RAGIONE + SENSIBILITA’: mediazione fra esigenze razionalistiche del cartesianesimo (fatte proprie dagli Arcadi) e compiacimenti idilliaci

Riscatto del “libretto” da un uso puramente accessorio in direzione di un’autonomia artistica

Page 102: Il SETTECENTO

La tragediaNella cultura letteraria italiana era assente un’autentica tragedia di stampo classico.

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In Italia lo sforzo di restituire allo spettacolo tragico un valore didascalico fu perseguito da Gianvincenzo Gravina, che a inizio secolo compose cinque tragedie di alti valori etici e civili su argomenti mitici e della storia romana; ma l’esperimento falli per l’assoluta mancanza di senso scenico dell’autore. Vedi

tragedia ‘500e ‘600

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Alfieri

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la lotta destinata alla sconfitta, ma che vale come grido indelebile di protesta dell’individuo libero contro l’oppressione del potere politico

contro il riformismo ottimistico del secolo egli rigetta le forme di collaborazione col potere che in maniera insinuante rendono l’uomo, e soprattutto lo scrittore, schiavo; le sue tragedie non sono in grado di proporre soluzioni politiche alternative, ma mettono in scena il crollo del mito riformistico dell’assolutismo illuminato

Page 104: Il SETTECENTO

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Nelle sue tragedie Alfieririnuncia agli elementi descrittiviadotta uno stile grave, franto, non

cantabilepropone 2 personaggi ANTAGONISTI

ma con caratteri comuni:

Ansia di autoaffermazione

Forte sentire

Coscienza del limiteangoscia

vocazione di morte

plutarchianiFilippo II e Carlos

Creonte e Antigone Saul e MirraInteriorizzazione

del conflitto

Page 105: Il SETTECENTO

LE OPERE E I TEMI

La Vita scritta da essoTRATTATI POLITICI:Della tirannideDel principe e delle lettereTRAGEDIE

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Page 106: Il SETTECENTO

L’antico e il primitivo

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Il razionalismo seicentesco francese aveva dato l’avvio a un’annosa polemica sul rispettivo merito di antichi e moderni: era un modo per chiamare a giudizio il classicismo, con la sua connaturata idea della superiorità delle civiltà antiche.

Giambattista Vico invece pensò di prendere in parola gli antichi poeti, di interpretarli cioè alla lettera: i loro racconti mitologici esprimevano le uniche conoscenze congeniali a un’epoca in cui si poteva pensare solo per caratteri poetici e per immagini sensibili. L’età della ragione sarebbe sopraggiunta solo in seguito; i poeti antichi erano come dei fanciulli, e come tali produttori della più splendida, seppure preterintenzionale, poesia.

Page 107: Il SETTECENTO

Il sublime l’orrore la malinconia

CANANA'

La seconda metà del Settecento registrava anche l’affermarsi di una sensibilità poetica chiaramente importata dai paesi del Settentrione europeo.

Melchiorre Cesarotti si avvicinò direttamente, in quanto traduttore, al testo inglese di quelle Poesie di Ossian che dal 1762 in poi sconvolsero la coscienza poetica europea

Page 108: Il SETTECENTO

IL TEATRO - BREVE EXCURSUS

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ORIGINI:1. Teatro di argomento GRECO (commedia

palliata - tragedia cothurnata)2. Teatro di argomento romano (commedia

togata - tragedia praetexta)Commediografi maggiori: Plauto, TerenzioELEMENTI TIPICI DELLA COMMEDIA:vicende e personaggi quotidiani;

contaminatio; divisione in scene, con prologo; comico di intreccio - topoi di situazioni (Plauto); comico di carattere (Terenzio)

Page 109: Il SETTECENTO

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MEDIOEVO:giullari, mimi, acrobati, prestigiatorisacre rappresentazioni (dalle laude

drammatiche)UMANESIMO:riscoperta dei classici del teatro latinonuovo interesse per le rappresentazioni teatrali

nell’ambito delle corti signorili

Page 110: Il SETTECENTO

RINASCIMENTO

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Nuova produzione di commedie con i seguenti caratteri:

Modelli PLAUTO e Decameron (per situazioni e linguaggio)

Ripresa del prologo secondo l’uso terenziano (discussione di poetica)

Presenza di tipi fissi della commedia latina (nuovo “tipo” cinquecentesco è il pedante)

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TEATRO del ‘500: gli AUTORI di commedie

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ARIOSTO: organizzatore teatrale a Ferrara; scrive commedie (Cassaria, Suppositi, Negromante, Lena, Studenti);

ARETINO: La cortigiana, Il marescalco, L’ipocrito, La Talanta, Il filosofo non seguono le strutture del genere - volontà polemica;

IL BIBBIENA: La CalandriaMACHIAVELLI: La MandragolaRUZANTE: La pastoral, Due dialoghi in lingua

rustica (commedie rusticane in pavano)di ANONIMI: Gli ingannati; La venexiana

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Teatro del secondo ‘500 e ‘600

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La COMMEDIA DELL’ARTEla definizione rispecchia l’orgoglio dei

“comici” nei confronti dei detrattori (letterati e moralisti) e rispecchia l’organizzazione in “compagnie” degli attori

spettacolo non letterario incentrato sull’attore

ANTECEDENTI: giullare (linguaggio mimico/acrobatico); folklore; commedia ‘500 con tipi cristallizzati (Es. Ruzante, servo astuto, vecchio babbeo)

Page 113: Il SETTECENTO

CANANA'

CARATTERI della COMMEDIA DELL’ARTEMASCHERE FISSE (es. Pantalone, Arlecchino)IDENTIFICAZIONE dell’attore con la propria

mascheraIMPROVVISAZIONE e capacità professionali

dell’attore che utilizza:a) SCENARI (canovacci con indicazione trama)b) ZIBALDONI (brogliacci con lazzi comici, tirate

di gelosia o disperazione, sonetti, dialoghi d’amore o sdegno)

c) ABILITA’ MIMICO-ACROBATICA

Collegamento a Goldoni

Comici dell’Arte famosi in tutta EuropaIn Francia la Ancienne Troupe de la Comédie

Italienne influenzò Molière (1653-1697)

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TEATRO secondo ‘500 e ‘600

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DRAMMA PASTORALE

Modelli Virgilio e Teocrito con idealizzazione locus amoenus;

pubblico colto e raffinato;allusioni cortigiane;tema ricorrente: amore

contrastato con lieto fine;con prologo e 5 atti in

endecasillabi e settenariTASSO: AmintaG.B.GUARINI: Pastor fido

MELODRAMMA (o dramma in musica)

opera di raffinato intrattenimento, con accurate coreografie e scenografie

1607 Orfeo con musica di MONTEVERDI

VALOREFONICODELLA

PAROLA

Collegamento a Metastasio

Page 115: Il SETTECENTO

Tragedia del primo ‘500

CANANA'

“Regolata”:3 personaggi in scena3 unità aristoteliche di tempo (24 ore),

luogo, azionecoro dialoganteassenza prologo

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TRAGEDIA del secondo ‘500

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Dai modelli greci si passa a SENECA (temi di violenza, orrore, atrocità, collegati spesso al tema della ragion di stato - esercizio del potere)

introduzione PROLOGOCORO non dialogante ma che commenta

moralmenteil fine è la CATARSI dello spettatoreAutori: F.DELLA VALLE e CARLO DE’ DOTTORI

Collegamentocon Alfieri