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Temi della lezione

• L’età barocca (1600)– Il significato del nome “barocco”– L’accademia della Crusca– Galileo Galilei (1564-1642)– L’italiano pubblico– La letteratura dialettale– La lingua franca mediterranea– La lingua franca di Camilleri

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Temi della lezione

• L’età Illuministica (1700)– La lingua scientifica– La lingua degli artigiani– Lingua letteraria vs. lingua comune– Il Caffè – I francesismi– Puristi vs. innovatori– Carlo Goldoni– La lingua della musica

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L’età barocca (1600)

• Barocco è il termine utilizzato per indicare un movimento culturale nato a Roma costituito dalla letteratura, dalla filosofia, dall'arte e dalla musica barocca:

• Sulla derivazione del termine ci sono tre ipotesi possibili:– dalla figura più complessa del sillogismo aristotelico, il baroco

(per es. Ogni uomo è animale; qualche vivente non è animale; dunque qualche vivente non è uomo);

– dal francese baroque, attestato in Francia nel XVII secolo nel significato di "stravagante, bizzarro";

– dal portoghese barroco, con riferimento ad una perla irregolare.

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L’Accademia della Crusca

• I membri dell’Accademia della Crusca realizzano nel 1612 il Vocabolario degli Accademici della Crusca fondato essenzialmente sulla lingua di Dante, Petrarca e Boccaccio e degli scrittori fiorentini del Trecento.

• Gli accademici erano puristi, la loro volontà era quella di separare la la parte buona e pura della lingua (cioè la «farina») dalla parte cattiva e impura (appunto la «crusca»).

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L’Accademia della Crusca

• Non tutti accettano però i dettami della Crusca. • C’è un'ampia corrente di letterati che proclama la superiorità dei

'moderni' sugli 'antichi', dell'uso linguistico contemporaneo sulla tradizione trecentesca.

• In quegli anni, infatti, parteciparano alla redazione del Vocabolario personaggi di spicco nel campo delle scienze come per es. Galileo Galilei (Pisa 1564- Arcetri/Firenze 1642) o Evangelista Torricelli (Roma 1608 – Firenze 1647).

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L’italiano pubblico

• La lingua meno ricercata, più vicina al parlato comincia ad essere adottata nei testi scritti comuni come i bandi, le relazioni, i vari documenti e atti della burocrazia, gli inventari, le lettere private in tutta Italia. Per es.: «Tutte le taverne che faranno cocina e teneranno tavola de comodità da mangiare, pagaranno un tanto per ciascheduna taverna [...] tutti li potecari de l’arte lorda, come sono quelli che vendeno lardo, cascio, presotta, salcicioni, ovvero altra robba salata che si conviene a lo loro mistiero, pagaranno un tanto per ciascheduna poteca».

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La letteratura dialettale

• Un po’ in tutta la Penisola fiorisce letteratura dialettale di alto livello: p.es Lo cunto de li cunti del napoletano Giambattista Basile (1566-1632) 50 fiabe sono collocate in una cornice che segue il modello del Decameron di Boccaccio, anche se il linguaggio e i temi trattati sono diversi.

• Tra le novelle più famose vi è la sesta della prima giornata, intitolata La gatta Cenerentola, la celeberrima fiaba che è stata ripresa alla fine del Seicento da Charles Perrault, con titolo di Cendrillon, nell'Ottocento dai Fratelli Grimm, con quello di Aschenbrödel, e infine nel Novecento da Walt Disney, nel lungometraggio animato intitolato Cinderella.

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La lingua franca mediterranea

• La lingua franca mediterranea, detta anche sabir, fu un idioma pidgin "di servizio" parlato in tutti i porti del Mediterraneo tra l'epoca delle crociate e tutto il XIX secolo.

• Sebbene avesse diverse varianti la più diffusa e persistente era costituita principalmente da un lessico al 70% di italiano (principalmente di veneziano e di genovese) e 10% di spagnolo, con influenze di altre lingue mediterranee come arabo, catalano, greco, occitano, siciliano e turco.

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La lingua franca mediterranea

• Jean-Baptiste Poquelin “Molière” (1622 –1673) fa dire a uno dei personaggi berberi nel Borghese gentiluomo dice: Se ti sabir,ti respondir, se non sabir tazir, tazir. 

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La lingua franca mediterranea

• Padre NostroPadri di noi, ki star in syelo, noi voliri ki nomi di ti star saluti. Noi volir ki il paisi di ti star kon noi, i ki ti lasar ki tuto il populo fazer volo di ti na tera, syemi syemi ki nel syelo. Dar noi sempri pani di noi di cada jorno, i skuzar per noi li kulpa di noi, syemi syemi ki noi skuzar kwesto populo ki fazer kulpa a noi. Non lasar noi tenir katibo pensyeri, ma tradir per noi di malu. Amen.

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La lingua franca di Camilleri

• Il re di Girgenti, la storia è ambientata nella Sicilia meridionale (tra Agrigento/Montelusa e Porto Empedocle/Vigàta) tra la fine del XVII sec. e gli inizi del XVIII sec., quando l’isola, insieme a tutta l’Italia meridionale e la Lombardia, si trovava sotto il dominio spagnolo.

• Lo spunto viene dalla lingua utilizzata da uno dei personaggi de Il re di Girgenti. Si tratta del duca spagnolo Sebastiano Vanasco de Pes y Pes rappresentante dei dominatori spagnoli sull’isola che tenta di impossessarsi di un bene immobile di un signorotto siciliano attraverso numerosi sotterfugi a scapito dei braccianti locali.

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La lingua franca di Camilleri

• Vuoi vedere che quel cabrón del principe se n’era fujuto senza riconoscergli per iscritto la proprietà della villa e dei feudi?

• “Fuera todos! E cerrate la puerta! Voglio restare solo per pregare por l’alma de mi pobre amigo!”

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L’età illuministica (1700)

• L'illuminismo fu un ampio movimento politico, sociale, culturale e filosofico sviluppatosi approssimativamente nel secolo XVIII in Europa. Nacque in Inghilterra ma ebbe il suo massimo sviluppo in Francia. Il termine illuminismo è passato a significare genericamente qualunque forma di pensiero che voglia "illuminare" la mente degli uomini, ottenebrata dall'ignoranza e dalla superstizione, servendosi della critica della ragione e dell'apporto della scienza.

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L’età illuministica (1700)

• Nel Settecento avvengono cambiamenti importanti nella storia e nel costume italiano. Due di essi sono fondamentali: – Si organizzano e si riorganizzano, almeno nell'Italia

settentrionale e centrale, le scuole, nelle quali si insegna ormai l'italiano;

– Si diffondono soprattutto nei centri grandi e medi giornali e gazzette, che avviano un'opera di grande divulgazione della lingua e della cultura presso i ceti medi acculturati.

• Aumenta il bisogno di un italiano comune (non solo a livello letterario)

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La lingua scientifica

• La lingua inizia a disporre di termini più precisi per definire le cose e di una sintassi che consenta la stringatezza dell'argomentazione scientifica.

• Il lessico italiano si arricchisce di nuovi termini di origine scientifica, composti su base greca e/o latina (per esempio geografia, biologia).

• Si tratta di termini neoclassici che furono coniati originariamente in francese.

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La lingua scientifica

• Questi termini si sono diffusi in molte lingue europee e anche in italiano hanno un peso notevole, la grande maggioranza di parole composte sono entrate infatti nella nostra lingua negli ultimi 3 secoli sono appunto composti neoclassici.

• Esempi di questo tipo sono tutte le parole formate con l'unione di una forma libera (cioè di una parola qualunque) e di suffissoidi come -logo, -logia o -filo (per es. anglofilo), -filia; altri esempi sono le parole derivanti da forme greche come ippodromo, antropofago, parricida, o latine come lacrimogeno, calorifero, callifugo.

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La lingua degli artigiani

• Tramonta l’epoca della coincidenza fra lingua italiana e lingua letteraria.

• I vocabolari accolgono le terminologie delle arti e dei mestieri, della tecnica e della scienza.

• Francesco D’Alberti di Villanuova (1737-1801) compila il Dizionario universale critico enciclopedico della lingua italiana che comprende anche un gran numero di voci dell'uso, colte dalla viva voce degli artigiani e degli operai toscani dell’epoca.

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I francesismi

• I francesismi della lingua italiana nella moda e nella gastronomia.

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I francesismi

• bignè da beignet), più correttamente in italiano bignola;• ragù da ragoût, sostantivo derivato da ragoûter, cioè "risvegliare

l'appetito", e originariamente indicava dei piatti di carne stufata con abbondante condimento che poi fu usato per accompagnare altre pietanze: in Italia, principalmente la pasta;

• dessert dal verbo francese desservir (il/elle dessert) che significa "sparecchiare".

• toilette da toile ‘tela’; propriamente ‘piccola tela (che copriva il tavolo per l’acconciatura)’, quindi il mobile stesso;

• cabaret da ca(m)baret ‘osteria, taverna’, cambrette ‘piccola camera’.

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Puristi vs. innovatori

• Lo scrittore e drammaturgo veneziano Carlo Gozzi (1720-1806), autore della fiaba teatrale della Turandot, ripresa poi da Giacomo Puccini (1924-1926), fu uno dei più accaniti oppositori anti-illuministi. Egli ritiene il francese: come il «maggior guastatore, rovesciatore e difformatore dell'eccellente idioma nostro».  

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Puristi vs. innovatori

• La polemica tra conservatori e innovatori è accesa, ma ormai i tempi del cambiamento sono maturi per l’abbandono di ogni atteggiamento puristico nei confronti della lingua italiana.

• Si accetta il principio che l’evoluzione linguistica passa anche attraverso la contaminazione lessicale e sintattica di altre lingue e dialetti.

• Questa posizione viene ufficialmente difesa nel Saggio sopra la lingua italiana pubblicato nel 1785 dal poeta padovano Melchiorre Cesarotti (1730-1808).

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Puristi vs. innovatori

• L'Accademia della Crusca portò avanti la sua attività con alti e bassi fino al 1783, quando il Granduca di Toscano Pietro Leopoldo la sciolse insieme ad altre Accademie e la riunì nella Accademia Fiorentina (seconda). Nel 1808, però, venne fondata la terza Accademia Fiorentina e con decreto del 19 gennaio 1811, firmato da Napoleone, fu ripristinata la Crusca con la sua autonomia, statuti e finalità antiche.

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Carlo Goldoni

• Il veneziano Carlo Goldoni (1707-93) adotta nelle sue commedie (per es. La locandiera, La bottega del caffè, Il servitore di due padroni, ecc.) una lingua priva di ogni letterarietà, lontano da ogni purismo e dalle prescrizioni della Crusca;

• Quando fa parlare i suoi personaggi in dialetto usa un linguaggio basato sul veneziano, ma ricco di forme provenienti da altri dialetti dell'Italia settentrionale;

• Italiano e dialetto convivono nelle commedie di Goldoni.