IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIOte fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela" » (Gn...

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello Anno XIII - n. 585 - 29 gennaio 2012 – quarta settimana tempo ordinario Venerdì 3 febbraio h. 21inizia il corso in preparazione al ma- trimonio cristiano iscrizione dopo colloquio con il parroco. Dal Catechismo della Chiesa Cattolica ecco alcune note; anche se lo stile può essere “freddo” è di aiuto per la chiarezza. LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO Il patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e edu- cazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento Il matrimonio nel disegno di Dio La Sacra Scrittura si apre con la creazione dell'uomo e della donna ad immagine e somiglianza di Dio e si chiude con la visione delle « nozze dell'Agnello » Ap 19,9. Da un capo all'altro la Scrittura parla del Matrimonio e del suo mistero, della sua isti- tuzione e del senso che Dio gli ha dato, della sua origine e del suo fine, delle sue diverse realizzazioni lungo tutta la storia della salvezza, delle sue difficoltà derivate dal peccato e del suo rinnovamento « nel Signore » (1 Cor 7,39), nella Nuova Alleanza di Cristo e della Chiesa. Il matrimonio nell'ordine della creazione L'intima comunione di vita e di amore coniugale, fondata dal Creatore e struttura- ta con leggi proprie, è stabilita dal patto coniugale [...]. Dio stesso è l'autore del matrimonio. La vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell'uomo e della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore. Il matrimonio non è un'isti- tuzione puramente umana, malgrado i numerosi mutamenti che ha potuto subire nel corso dei secoli, nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali. Que- ste diversità non devono far dimenticare i tratti comuni e permanenti. Sebbene la

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello

Anno XIII - n. 585 - 29 gennaio 2012 – quarta settimana tempo ordinario

Venerdì 3 febbraio h. 21inizia il corso in preparazione al ma-trimonio cristiano iscrizione dopo colloquio con il parroco. Dal Catechismo della Chiesa Cattolica ecco alcune note; anche se lo stile può essere “freddo” è di aiuto per la chiarezza.

LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO

IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO Il patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e edu-cazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento

Il matrimonio nel disegno di Dio

La Sacra Scrittura si apre con la creazione dell'uomo e della donna ad immagine e somiglianza di Dio e si chiude con la visione delle « nozze dell'Agnello » Ap 19,9. Da un capo all'altro la Scrittura parla del Matrimonio e del suo mistero, della sua isti-tuzione e del senso che Dio gli ha dato, della sua origine e del suo fine, delle sue diverse realizzazioni lungo tutta la storia della salvezza, delle sue difficoltà derivate dal peccato e del suo rinnovamento « nel Signore » (1 Cor 7,39), nella Nuova Alleanza di Cristo e della Chiesa.

Il matrimonio nell'ordine della creazione

L'intima comunione di vita e di amore coniugale, fondata dal Creatore e struttura-ta con leggi proprie, è stabilita dal patto coniugale [...]. Dio stesso è l'autore del matrimonio. La vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell'uomo e della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore. Il matrimonio non è un'isti-tuzione puramente umana, malgrado i numerosi mutamenti che ha potuto subire nel corso dei secoli, nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali. Que-ste diversità non devono far dimenticare i tratti comuni e permanenti. Sebbene la

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dignità di questa istituzione non traspaia ovunque con la stessa chiarezza, esiste tuttavia in tutte le culture un certo senso della grandezza dell'unione matrimonia-le. La salvezza della persona e della società umana e cristiana è strettamente con-nessa con una felice situazione della comunità coniugale e familiare.

Dio, che ha creato l'uomo per amore, lo ha anche chiamato all'amore, vocazione fondamentale e innata di ogni essere umano. Infatti l'uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio che « è amore » (1 Gv 4,8.16). Avendolo Dio creato uomo e don-na, il loro reciproco amore diventa un'immagine dell'amore assoluto e indefettibile con cui Dio ama l'uomo. È cosa buona, molto buona, agli occhi del Creatore. E questo amore che Dio benedice è destinato ad essere fecondo e a realizzarsi nel-l'opera comune della custodia della creazione: « Dio li benedisse e disse loro: "Sia-te fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela" » (Gn 1,28).

Che l'uomo e la donna siano creati l'uno per l'altro, lo afferma la Sacra Scrittura: « Non è bene che l'uomo sia solo » (Gn 2,18). La donna, « carne della sua carne », sua eguale, del tutto prossima a lui, gli è donata da Dio come « aiuto, rappresentando così Dio dal quale viene il nostro aiuto. « Per questo l'uomo abbandonerà suo pa-dre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24).

Che ciò significhi un'unità indefettibile delle loro due esistenze, il Signore stesso lo mostra ricordando quale sia stato, « da principio », il disegno del Creatore: « Così che non sono più due, ma una carne sola » (Mt 19,6).

Il matrimonio sotto il regime del peccato

Ogni uomo fa l'esperienza del male, attorno a sé e in se stesso. Questa esperienza si fa sentire anche nelle relazioni fra l'uomo e la donna. Da sempre la loro unione è stata minacciata dalla discordia, dallo spirito di dominio, dall'infedeltà, dalla gelo-sia e da conflitti che possono arrivare fino all'odio e alla rottura. Questo disordine può manifestarsi in modo più o meno acuto, e può essere più o meno superato, secondo le culture, le epoche, gli individui, ma sembra proprio avere un carattere universale.

Secondo la fede, questo disordine che noi constatiamo con dolore, non deriva dal-la natura dell'uomo e della donna, né dalla natura delle loro relazioni, ma dal peccato. Rottura con Dio, il primo peccato ha come prima conseguenza la rot-tura della comunione originale dell'uomo e della donna. Le loro relazioni sono di-storte da accuse reciproche; la loro mutua attrattiva, dono proprio del Creatore, si cambia in rapporti di dominio e di bramosia; la splendida vocazione dell'uomo e della donna ad essere fecondi, a moltiplicarsi e a soggiogare la terra è gravata dai dolori del parto e dalle fatiche del lavoro.

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Tuttavia, anche se gravemente sconvolto, l'ordine della creazione permane. Per guarire le ferite del peccato, l'uomo e la donna hanno bisogno dell'aiuto della gra-zia che Dio, nella sua infinita misericordia, non ha loro mai rifiutato. Senza questo aiuto l'uomo e la donna non possono giungere a realizzare l'unione delle loro vite, in vista della quale Dio li ha creati « da principio ».

Il matrimonio sotto la pedagogia della Legge

Nella sua misericordia, Dio non ha abbandonato l'uomo peccatore. Le sofferenze che derivano dal peccato, i dolori del parto, il lavoro ,« con il sudore del tuo volto » (Gn 3,19) costituiscono anche dei rimedi che attenuano i danni del peccato. Dopo la caduta, il matrimonio aiuta a vincere il ripiegamento su di sé, « l'egoismo », la ri-cerca del pro-prio piacere, e ad aprirsi all'al-tro, all'aiuto vi-cendevole, al dono di sé.

La coscienza morale riguar-dante l'unità e l'indissolubilità del matrimonio si è sviluppata sotto la pedago-gia della Legge antica. La poli-gamia dei pa-triarchi e dei re non è ancora esplicitamente rifiutata. Tuttavia, la Legge data a Mosè mira a proteggere la donna contro l'arbitrarietà del dominio da parte dell'uomo, sebbene anch'essa porti, se-condo la parola del Signore, le tracce della « durezza del cuore » dell'uomo, a mo-tivo della quale Mosè ha permesso il ripudio della donna.

Vedendo l'Alleanza di Dio con Israele sotto l'immagine di un amore coniugale e-sclusivo e fedele, i profeti hanno preparato la coscienza del popolo eletto ad una intelligenza approfondita dell'unicità e dell'indissolubilità del matrimonio. I libri di Rut e di Tobia offrono testimonianze commoventi di un alto senso del matrimonio, della fedeltà e della tenerezza degli sposi. La Tradizione ha sempre visto nel Canti-co dei Cantici un'espressione unica dell'amore umano, in quanto è riflesso dell'a-

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more di Dio, amore « forte come la morte » che « le grandi acque non possono spegnere » (Ct 8,6-7).

(continua la prossima settimana)

Il corso per fidanzati è finito, che fare?

Terminato l’itinerario di preparazione al matrimonio sacramento i fidanzati devo-

no preparare la liturgia del matrimonio e anche tutta la documentazione per

l’esame.

Spesso vi è il desiderio di continuare ad incontrarsi ma, il più delle volte, ci si limita

a qualche incontro amichevole in pizzeria o altri luoghi di svago. I partecipanti

all’ultimo corso hanno chiesto, invece, di fissare una data per continuare le rifles-

sioni; domenica 5 febbraio – felice coincidenza è la giornata della vita- alle h. 18 ci

si trova e si invitano anche altre coppie di fidanzati (che hanno partecipato ad altri

corsi) o di sposi dei

primi mesi o anni.

I doni del Si-gnore chiedo-no di portare

frutto

Consiglio pastorale martedì 31 h. 19

Confronto sull'esperienza della Missione popolare dello scorso autunno. Con la solita

libertà ciascuno dirà il suo giudizio ma soprattutto si cercherà di offrire contributi perché il dono che il Signore ha fatto possa continuare nella nostra parrocchia. Si ricordino anche i due interventi culturali sull'impegno sociale politico e sulla famiglia che hanno avuto eco anche nelle lettere inviate e pubblicate sulla nostra "Cari fratelli e sorelle": come continuare le ri-flessioni? Quali adeguate iniziative per realizzare ciò che il cardinale Agostino Vallini ha detto alla nostra parroc-chia sia per la verifica sull’Iniziazione cristiana, sia per essere maggiormente presenti nei condomini

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con i centri di ascolto del Vangelo come anche Benedetto XVI ha ricordato alla diocesi di Roma lo scor-so giugno al convegno diocesano-

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) ======================================================

Antifona d'ingresso Salvaci, Signore Dio nostro, e raccoglici da tutti i popoli, perché proclamiamo il tuo santo nome e ci gloriamo della tua lode. (Sal 106,47)

Colletta Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te... Oppure: O Padre, che nel Cristo tuo Figlio ci hai dato l’unico maestro di sapienza e il liberatore dalle potenze del male, rendici forti nella professione della fede, perché in parole e opere procla-miamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Dt 18,15-20) Susciterò un profeta e gli porrò in bocca le mie parole.

Dal libro del Deuterònomio Mosè parlò al popolo dicendo: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”. Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta do-vrà morire”». Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 94) Rit: Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.

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Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. Se ascoltaste oggi la sua voce! «Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere».

SECONDA LETTURA (1Cor 7,32-35) La vergine si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa del-le cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni. Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 4, 16) Alleluia, alleluia. Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. Alleluia.

VANGELO (Mc 1,21-28) Insegnava loro come uno che ha autorità.

+ Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed era-no stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e comin-ciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli ob-bediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signo-re

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Preghiera dei fedeli Gesù è venuto a portare la sua Parola, insegnando con autorità. Preghiamo perché ci aiuti a non chiudere il nostro cuore all'ascolto, anche quando il suo messaggio è impegnativo. Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, o Signore! 1. Per la Chiesa nel mondo intero: trasmetta con fedeltà e coraggio a tutti gli uomini la Parola di salvezza, preghiamo. 2. Per coloro che vivono il ministero della Parola: si preparino con cura a leggere e meditare la Bibbia e la trasmettano con entusiasmo e sapienza, preghiamo. 3. Per chi è sposato e per chi è celibe: in ogni stato di vita si sappia vivere con animo indiviso l'amore di Dio, senza disimpegni o distrazioni, preghiamo. 4. Per tutti coloro che vivono il sacramento del matrimonio: sappiano rendere grazie per il dono ricevuto e lo alimentino di giorno in giorno, preghiamo. 5. Per la nostra comunità cristiana: la condivisione dell'unico pane eucaristico ci spinga a portare a tutti il messaggio profetico di pace e di liberazione dal male, preghiamo. Padre, Dio potente e misericordioso, metti a tacere le potenze del male che si agitano nel mondo e donaci un cuore attento e pronto ad ascoltare la voce di Gesù, tuo Figlio e nostro fratello e Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte Accogli con bontà, o Signore, questi doni che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull’altare, e trasformali in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione Fa’ risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto, e salvami per la tua misericordia. Che io non resti confuso, Signore, perché ti ho invocato. (Sal 31,17-18) Oppure: “Io so chi tu sei, Gesù Nazareno: il santo di Dio”. (cf. Mc 1,24)

Preghiera dopo la comunione O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa’ che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la vera fede si estenda sino ai confini della terra. Per Cristo nostro Signore.

ROMA:

dono di Dio per la catechesi, la preghiera, la carità

e il “sentire” la Chiesa

una santa, cattolica apostolica!

Continuano le esperienze per i gruppi della catechesi di uscite dalla parrocchia per incontrare le

testimonianze della fede. In questa settimana il gruppo SARETE MIEI TESTIMONI 3° visita la ba-

silica di san Pietro; domenica prossima il gruppo IO SONO CON VOI il battistero di san Giovanni

in Laterano.

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Si stanno pensando iniziative simili anche per i fidanzati, le coppie giovani e gli adulti.

TEOLOGIA SOLUBILE 12 ..facendo un altro passo nel SIMBOLO della nostra fede..

Credo.. fu crocefisso.. per noi.. Abbiamo parlato della crocefissione, e di come Dio abbia scelto liberamente di finire lassù. È la libertà di Dio e specularmente la libertà dell’Uomo.

Perchè avrebbero potuto credergli, quelli del Sinedrio. Avevano assistito anche loro, co-me gli altri. I ciechi vedevano, gli zoppi cam-minavano. I morti, addirittura, resuscitavano. Non potevano non sapere, o non intuire quantomeno che una presenza eccezionale sta-va loro davanti. Eppure scelgono di non vedere e non udi-re. Scelgono la loro visione parziale, e de-cidono di eliminare quella persona che sconvol-ge il loro potere e il loro mondo. Alcuni nel Si-nedrio magari ne erano anche convinti: be-stemmia, vuole farsi Dio, va ucciso. Questa è l'accusa ufficiale: vuole farsi come Dio. È un uomo che vuole farsi come Dio è la cosa più pericolosa immaginabile, perchè chi può controllare, ostacolare, limitare qualcuno che dice di essere come Dio? Una persona del genere sarebbe un supercattivo da film, un fla-gello per ogni essere umano.

A meno che non sia veramente Dio. E così quelli del Sinedrio scelgono per il cadreghino, o perchè nella loro visione del mondo non c’è posto per un Dio che si incarna, e se i fatti dicono il contrario i fatti mentono. Pilato sceglie di non scegliere. In quel 7 aprile dell’anno 30 il procuratore romano che aveva il potere, lui solo, di mettere a morte Gesù, pur volendolo salvare sceglie di ucciderlo. Sceglie di uccidere un uomo che sa innocente per evitare una sollevazione. Il Giudice sceglie l’ingiustizia di fronte alla necessità. I soldati fanno il loro dovere. Anche troppo, e così il prigioniero viene sfottuto e picchiato e torturato di quella tortura che il prepotente sempre impone sull'indifeso..

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La folla assiste. Se interviene, è per far liberare Barabba, un pluripregiudicato. Al-trimenti, si gusta lo spettacolo. In fondo, gliene frega poco. Gli amici? Gli amici lo hanno tradito. Non solo Giuda, che lo ha venduto per denaro e non solo per quello. Anche Pietro, che gioca a fare il James Bond. E gli altri che scappano e non si fanno neppure vedere, ma sono nascosti a tremare in un buco mentre le sue mani vengono bucate. Capite, lo avevano visto calmare le tempeste con una parola, camminare sopra le ac-que; lo avevano veduto passare in mezzo alla folla che lo voleva linciare, resuscitare i morti. Mai avrebbero potuto credere che si sarebbe lasciato prendere, mettere le mani addosso. Ma adesso è lì che muore, e non sanno più cosa credere. E fuggono, scelgono di fuggire. Maria è sotto la croce, e piange. Gli ebrei addossavano simbolicamente ad un caprone tutti i loro peccati, e poi ucci-devano l’animale: il capro espiatorio. Gesù ha fatto lo stesso. Perchè dunque è morto Gesù? O meglio, per chi? Per Maria. Per gli amici. Per Barabba. Per la folla. Per i soldati, e Pilato, e quelli del Sinedrio. Per tutti loro ha scelto di mori-re, per la loro codardia, per la loro indiffe-renza, per la loro rabbia, per il loro odio, per assumere su di sè tutti i loro peccati, per la nostra libertà. Alcuni lo hanno rifiutato, e lo rifiutano. Per loro è morto inutilmente. Per gli altri (possiamo dire "per noi"?) quella croce è il seme della salvezza eterna. E il primo santo, il primo che ne ha beneficiato è stato un tagliagole, un de-linquente, un brigante da strada che neanche gli ha chiesto misericordia, ma sola-mente di ricordarsi di lui, di lui che gli era crocefisso di fianco. Morendo Lui, sono morti anche i nostri peccati. È morto per noi. Siamone degni.

Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio.

Et dame fede dricta, sperança certa

e caritade perfecta senno et cognoscemento,

Signore, che faça lo tuo santo

e verace comandamento. Amen.

SAN FRANCESCO D’ASSISI

Fontes francescani

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Ché perder tempo a chi più sa più spiace.. Quante volte ci sarà capitato di guardarci alle spalle a fine di una lunga giornata do-vendo constatare di non aver concluso assolutamente niente? Eppure, eravamo partiti con le migliori intenzioni.. Ma niente: ci ritroviamo con un nulla di fatto, aria, possibilità d’azione sfuggiteci definitivamente dalle mani senza poter far ritorno. Abbiamo solo per-so tempo. La saggezza popolare ci mette in guardia dicendo: “Il tempo è denaro!”. Il tempo è de-naro.. Non sarà un po’ riduttivo? Certa gente pensa che il proverbio sia più che sufficien-te a rendere l’idea dell’importanza dell’oggetto: e nei fatti è indiscutibilmente vero che chi dissipa con leggerezza le proprie giornate rinuncia a opportunità di guadagno. Ma non basta. Perdendo tempo noi non rinunciamo solo a Denaro; perdiamo Vita, possibilità di lasciare una traccia in questo mondo, di plasmare la nostra esistenza. Spesso ci scherniamo vilmente, accusando le nostre eccessive occupazioni. È vero, cia-

scuno conduce una vita più o meno affaccendata; ciononostan-te, chiunque di noi, se ben analiz-za le proprie giornate, potrà ac-corgersi di piccole “faglie” attra-verso le quali passano, goccia dopo goccia, a volte anche a grossi fiotti, ore ed ore della nostra esistenza. “La vita che abbiamo ricevuto non è affatto breve, siamo noi a renderla tale” perché “viviamo solo una piccola parte della no-stra vita”. Sono parole che con-tengono al loro interno una verità

così sottile e tagliente da turbare in profondità chi le legge. Spesso, non viviamo, ma ci “lasciamo vivere”; acconsentiamo che il tortuoso flusso dei nostri sentimenti momentanei, della nostra comodità, ci guidi lungo la nostra giornata, rendendoci schiavi di noi stessi, impedendoci di fare quel che vorremmo fare. È una sen-sazione angosciante: per essere liberi non basta dipendere solo da noi stessi; è necessa-rio, se così si può dire, affrancarci da noi stessi. Il tempo è quanto di più prezioso ci è stato dato. Andrei ancora oltre: il tempo è tutto ciò che ci è stato dato. Il resto infatti (le nostre deci-sioni, le nostre aspirazioni, i nostri desideri, le nostre azioni) sono come i colori che vanno a riempire la tavola, di per sé bianca, dei secondi, dei minuti, delle ore della nostra vita. Spesso non ci accorgiamo del “patrimonio” che sperperiamo in ozio, o in attività inutili (di cui spesso, tra l’altro, siamo costretti a pentirci).

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Certo, ciò non significa che dovremmo vivere in una continua angoscia, senza conce-derci un po’ di riposo (all’apparenza improduttivo). Non è possibile segnare una linea guida a cui attenersi (né un tale proposito rientra lontanamente nelle mie intenzioni). O-gnuno, secondo la propria personalità, dovrà prendere le determinate precauzioni. In generale, è la nostra stessa coscienza a guidarci lungo il cammino, lasciandoci in bocca un certo sapore amaro, un certo senso d’insoddisfazione allorché facciamo (o non fac-ciamo) un qualcosa che era in nostro dovere.

La Letteratura, contemporanea e non, è costellata di esortazioni che spingono al buon uso del tempo. Da ciò deriva che l’uomo ha sempre avuto a che fare con questo problema e che questo sia causato, non tanto dalle condi-zioni esterne, quanto dall’uomo stesso. Infatti, cambia la società, cambiano i tempi, cambiano le idee, ma l’uomo, nel suo intimo, rimane sempre lo stesso: l’uomo non può fare a meno dell’uomo; se lo porta sempre dietro.

Non ci resta che impegnarci, spronati dal sapiente verso dantesco: “ché perder tempo a chi più sa più spiace”.

Pensando già..

CENTRO ESTIVO PARROCCHIALE per ragazzi elementari e medie

dall’11 giugno al 28 giugno (conclusione con la Messa del 29 giugno)

CAMPO ESTIVO per ragazzi dei gruppi SARETE MIEI TESTIMONI

dal 2 luglio al 9 luglio a San Pietro FUNES (BZ) presso la Pensione Gsoi-Hof

nelle prossime settimane daremo ulteriori indicazioni..

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A pregare si impara pregando. Domenica 5 febbraio giornata della vita

ADORAZIONE EUCARISTICA

È momento di preghiera per tutti animata dai gruppi della catechesi; perché anche gli adulti non si

impegnano nell’animazione?

DOMENICA 29 h. 10,15 IO SONO CON VOI e SARETE MIEI TESTIMONI 1 familiare ° h. 11 gruppo dopo-Cresima h. 11,30 VENITE CON ME familiare e SARETE MIEI TESTIMONI 2°,3°

LUNEDÌ 30 h. 18,45 preghiera carismatica comunità Gesù Risorto

MARTEDÌ 31 h. 10 incontro di prefettura per i preti h. 16,45 catechesi IO SONO CON VOI e VENITE CON ME(familiare)

h. 19 Consiglio pastorale parrocchiale MERCOLEDÌ 1 Lectio divina alle h. 9 e alle h.18,45

h. 16,45 catechesi SARETE MIEI TESTIMONI GIOVEDÌ 2 PRESENTAZIONE DI GESU’ al Tempio h. 18 benedizione delle candele

e processione alla chiesa per la celebrazione dell’Eucarestia.

VENERDÌ 3 ADORAZIONE EUCARISTICA h. 9 h. 17 accoglienza indigenti per la distribuzione dei generi alimentari h. 19,45 catechesi gruppo adolescenti Io ho scelto voi h. 21 inizia il corso in preparazione al matrimonio cristiano

SABATO 4

h. 14 visita alla Basilica di San Pietro con le Missionarie della Divina Rivelazione per il gruppo SARETE MIEI TESTIMONI 3 h. 18 Messa a seguire pizza e film per le famiglie col gruppo SARETE MIEI TESTIMONI 2

DOMENICA 5

GIORNATA DELLA VITA

h. 10,15 SARETE MIEI TESTIMONI 1 dalle h. 11 alle h. 17 IO SONO CON VOI visita al Battistero di san Giovanni, pranzo al sacco e celebrazione eucaristica di gruppo h. 11 e h. 13 breve ADORAZIONE EUCARISTICA h. 11,30 VENITE CON ME e SARETE MIEI TESTIMONI2° familiare,3° h. 18 incontro per fidanzati (dopo il corso)

PARROCCHIA SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO PIAZZA SALVATORE GALGANO, 100 - 00173 ROMA - TELEFONO 06.72.17.687 FAX

06.72.17.308 E MAIL: [email protected] -

[email protected] www.vicariatusurbis.org/santamariadomenicamazzarello/

LA DOMENICA LA MESSA FESTIVA È H. 10, H. 12, H. 17, H. 19

IL SABATO LA MESSA FESTIVA È ALLE H. 18 - NEI GIORNI FERIALI LA MESSA È ALLE H. 8,30 H. 18

Page 13: IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIOte fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela" » (Gn 1,28). Che l'uomo e la donna siano creati l'uno per l'altro, lo afferma la Sacra Scrittura:

CONFESSIONI: MEZZ’ORA PRIMA DELLA MESSA

SEGRETERIA: da lunedì a venerdì dalle h. 17 alle h. 19,30