Il ruolo del CFO tra compliancee business partnership

16
Il ruolo del CFO tra compliance e business partnership www.pwc.com/it In collaborazione con

description

Il CFO è sempre stato il garante dell’informativa economica e finanziaria interna ed esterna. Il ruolo ha visto, con il passare degli anni, un cambiamento sempre più spinto verso esigenze di rappresentazione del business caratterizzate da un punto di vista interno, create con lo scopo di fornire un’informazione tempestiva a supporto delle decisioni del management e quindi diverse da quelle istituzionali. Studio in collaborazione con Tagetik.

Transcript of Il ruolo del CFO tra compliancee business partnership

Il ruolo del CFO tra compliance e business partnership

www.pwc.com/it

In collaborazione con

Indice

Il ruolo del CFO 2

Il ruolo del CFO tra compliance e business partnership 2

La crisi: esigenze di flessibilità e reporting just in time 2

Costruire le informazioni chiave: compliance e strategia 4

Informazioni al passo con i tempi 5

Borsa Italiana 5

I livelli di integrazione del reporting 9

Integrazione organizzativa: la logica di processo

come collaborazione tra funzioni 10

Il ruolo dei Sistemi Informativi 12

Conclusioni 14

Il ruolo del CFO

Il ruolo del CFO tra compliance e business partnership

Considerando quindi la

complessità che l’ambivalenza

appena descritta implica, fonti e

strumenti innovativi sono

fattori di successo

imprescindibili anche per l’area

Finance.

è che il bilancio compie una

fotografia del passato, con

termini di comparazione lontani

nel tempo, il secondo è che

molto spesso i tempi in cui è

prodotto sono inadeguati a

poter dar seguito ad azioni

tempestive.

Per questi motivi, oggi ai CFO è

richiesto, da una parte, di

continuare a garantire la

comunicazione istituzionale

seguendo norme sempre più

complesse, dall’altra, di

sostenere con adeguata

informativa il management

aziendale per il compimento

delle decisioni operative e

strategiche, disponendo l’area

Finance a servizio delle altre

aree aziendali.

Il CFO è sempre stato il garante

dell’informativa economica e

finanziaria interna ed esterna.

Il ruolo ha visto, con il passare

degli anni, un cambiamento

sempre più spinto verso

esigenze di rappresentazione

del business caratterizzate da

un punto di vista interno, create

con lo scopo di fornire

un’informazione tempestiva a

supporto delle decisioni del

management e quindi diverse

da quelle istituzionali.

Del resto è condiviso che il

bilancio non possa essere

l’unico strumento per il

monitoraggio interno delle

performance di un’azienda per

due essenziali motivi: il primo

Il ruolo del CFO

La crisi: esigenze di flessibilità e reporting just in time

la necessità che tale reportistica

sia flessibile in modo da riuscire

a supportare il processo

decisionale sulle diverse

dimensioni di analisi del

business e garantire al

contempo l’integrità dei dati

analizzati.

In questo contesto, il CFO ha

assunto un ruolo chiave nel

coordinare le azioni necessarie

per superare le nuove sfide che

si presentano in epoca di

cambiamento.

PwC, 14th Annual Global CEO

Survey, 2011 basato sulle

interviste di 1.201 CEO in 69

paesi.

Le organizzazioni che hanno

superato meglio la crisi, infatti,

sono quelle che hanno

continuato ad investire anche

quando i concorrenti si

dedicavano al taglio

indiscriminato dei costi. Per

sapere dove investire, tali

organizzazioni hanno

analizzato la propria situazione,

individuando quali aree

potessero mantenere un livello

di servizio adeguato, anche con

inferiori risorse, e quali invece

richiedevano ulteriori mezzi per

rafforzare la loro valenza

strategica.

I dati del 14th PwC Global CEO

Survey dimostrano che,

complessivamente, è aumentato

l’ottimismo sulla possibilità di

ripresa nel 2011 rispetto ai due

anni precedenti, ma il 71% dei

CEO è ancora preoccupato per

l’incertezza economica e la

volatilità dei mercati. E’

diventato, quindi,

fondamentale per il

management servirsi di una

reportistica strutturata che

rappresenti in modo affidabile i

dati consuntivi per intercettare

tempestivamente dei trend

negativi e coinvolgere l’intera

organizzazione verso l’analisi di

tali trend e la formulazione di

previsioni veloci. Inoltre,

rimane

Il contesto turbolento degli

ultimi anni e l’incertezza

diffusasi in buona parte dei

mercati hanno spinto

ripetutamente le organizzazioni

a considerare e rivedere i

processi di pianificazione (Piani

pluriennali e Budget), la cui

valenza strategica a lungo

termine è stata profondamente

incrinata.

Il management, a fronte di

questa instabilità, si è imbattuto

in diversi tipi di problemi, la cui

contingenza ha assorbito risorse

e tempo alla preparazione di

piani di sviluppo.

Ciononostante, è cresciuta una

profonda consapevolezza

dell’importanza di poter

ripianificare opportunamente le

attività, rivedendo e,

soprattutto, comunicando

tempestivamente

all’organizzazione le azioni

correttive da mettere in atto per

minimizzare le complicazioni

dei fattori esogeni.

Il ruolo del CFO

Costruire le informazioni chiave: compliance e strategia

aziende a doversi

sovrastrutturare per far fronte a

richieste di compliance con cui

non avevano familiarità.

Superata la fase di acquisizione,

la complessità organizzativa

aumenta ancora quando

l’azienda o il gruppo decide di

garantire la presenza sul

territorio tramite l’apertura di

filiali, oppure decide di avviare

un’attività produttiva o

coordinare un

approvvigionamento in loco.

Molto spesso l’aumento della

complessità organizzativa

deriva da una combinazione dei

due fattori appena descritti:

acquisizioni dall’estero di

aziende italiane o viceversa,

apertura di filiali o di

stabilimenti produttivi,

operazioni accumunate dalla

necessità di comunicare

informazioni alla capogruppo,

standardizzate e monolingua.

Secondo le statistiche IATA il

valore del RPK (Revenue

Passenger Kilometers) che

misura il traffico di passeggeri è

cresciuto complessivamente

dell’8,2% nel 2010 rispetto al

2009 e più del 20% dal 2005.

http://www.iata.org

Mergermarket Group, Global

M&A Survey: An outlook on

global M&A activity and future

deal flow, July 2010

l’ampliamento dei mercati di

vendita e di approvvigionamento

anche per realtà di piccole

dimensioni.

L’aumento della globalizzazione

è un fenomeno appena iniziato:

secondo i dati del 14th PwC

Global CEO Survey, ad esempio, il

92% dei CEO dell’Europa

Occidentale ritiene che nei

prossimi anni i ricavi

aumenteranno nei paesi asiatici,

mentre solo il 48% attende

crescite in Europa.

Un secondo fattore di

cambiamento è sicuramente

l’organizzazione delle aziende in

gruppi - nazionali e

internazionali - e la crisi dei

recenti anni sta rafforzato questa

strada, favorendo oggi i processi

di Merger & Acquisition.

Da una ricerca del Mergermarket

Group del 2010, infatti, risulta

che il trend positivo dal 2005 al

2007 delle attività globali di

M&A abbia subito un’inversione

di tendenza nel 2008, ma nel

2010 ha dimostrato segnali di

ripresa e l’aspettativa per il 78%

degli intervistati è che nel 2011 il

mercato confermi la crescita.

Chi ha affrontato il processo

sicuramente conosce bene la

difficoltà di integrazione che una

nuova azienda crea all’interno di

un gruppo già strutturato. Il

progetto nasconde dei costi di

inserimento spesso non

preventivati, portando le

La recente crisi si è innestata su un panorama economico e sociale già in forte mutamento, che vedeva i CFO costretti ad interfacciarsi con un insieme di interlocutori sempre più complesso.

I CFO oggi sono chiamati a garantire che l’informativa aziendale interna ed esterna sia esaustiva nei confronti delle richieste dei vari stakeholder. Ciò implica che la stessa informazione sia elaborata per soddisfare il punto di vista dell’interlocutore da cui è chiesta. Ma, data la crescente esigenza informativa, come garantire che ciò che è divulgato sia coerente e tempestivo? E come sostenere una visione affidabile del presente e del futuro del business? Queste domande assumono particolare importanza al crescere della complessità organizzativa.

L’organizzazione aziendale sta vivendo una profonda rivoluzione favorita dall’utilizzo delle nuove tecnologie. L’aumento della globalizzazione è il primo fattore di cambiamento, possibile anche grazie all’avvento di internet ed alla facilità di spostarsi velocemente a costi sempre più bassi. Nel giro di un decennio è cresciuta la possibilità di comunicare in lingue diverse accedendo semplicemente al web ed è diminuito il costo per contatto, rendendo possibile

Il ruolo del CFO

Informazioni al passo con i tempi

A complicare il panorama

organizzativo descritto, possono

emergere altre esigenze di compliance

se l’azienda, o il gruppo di cui fa parte,

ha percorso o sta per intraprendere la

strada della quotazione in borsa. I

requisiti per il processo di public listing

sono diversi a seconda del mercato in

cui l’azienda desidera quotarsi ma per

tutti i mercati vale l’affermazione che

la quantità di informazioni e la

standardizzazione richiesta sono

generalmente superiori all’informativa

che un’azienda non quotata elabora e

fornisce all’esterno.

Le società quotate devono quindi

riuscire a fornire con tempestività

informazioni relative a tutti gli

eventi che se resi pubblici possono

modificare il prezzo delle azioni.

E ‘ dunque innegabile che le esigenze

informative di Borsa implichino la

stretta collaborazione fra CFO e CIO

per la strutturazione di una

reportistica aziendale di alto livello

informativo.

E’ dimostrato che le imprese che

hanno investito in sistemi di

controllo a supporto della strategia

aziendale, e quindi in grado di

facilitare l’allineamento della

gestione operativa alla missione e

agli obiettivi strategici, hanno

migliorato il loro Sistema di

Direzione. Oltre ad aver investito in

un asset intangibile importante per

la sopravvivenza, hanno

incrementato il loro patrimonio di

soluzioni organizzative ed hanno

posto le premesse per godere di un

probabile vantaggio competitivo.

La quotazione nelle borse europee

prevede dal 2005 la produzione

obbligatoria del bilancio secondo i

principi contabili internazionali

(IFRS). A tale obbligo sono

sottoposte anche le società non

quotate ma emittenti strumenti

finanziari diffusi tra il pubblico, le

banche, le finanziarie, le SIM, le SGR

non quotate e le assicurazioni. Per

tutte, lo IAS 14 (Segment Reporting)

esprime l'integrazione necessaria tra

amministrazione e controllo di

gestione, adeguando i principi

internazionali ad una prassi già in

uso a livello aziendale volta alla

produzione di un’informativa sulla

profittabilità per settori di business

in cui opera l’organizzazione.

A. Bubbio, Prefazione nella Guida al

sistema di Controllo di Gestione,

Borsa Italiana, 2003

Informazioni al passo con i tempi

Borsa Italiana

Le informazioni che un’azienda

quotata in Borsa Italiana deve fornire

sono differenti a seconda del segmento

in cui si è quotata.

Requisito comune è, tuttavia,

l’adeguatezza del sistema di

controllo di gestione a supporto

della produzione dell’informativa

esterna. Il sistema di controllo deve

essere adeguato a:

1 Rendere note le performance

dell’azienda nei tempi e nei modi

stabiliti da Borsa Italiana

2 Monitorare i fattori critici di

successo che l'azienda ha

dichiarato, per mostrare agli

investitori l’andamento dei punti di

forza dell’organizzazione stessa

3 Monitorare i fattori di rischio e

l’impatto che essi hanno sulle

performance dell’organizzazione

4 Produrre tempestivamente tutta la

reportistica a supporto,

dimostrando un elevato grado di

flessibilità al mutare delle esigenze

informative.

Di recente introduzione (1998)

l’adozione volontaria del linguaggio

standard internazionale per la

comunicazione dei dati finanziari,

l’XBRL (eXtensible Business Reporting

Language) sarà reso obbligatorio per

tutte le aziende quotate nelle borse

americane a partire dal 2013. Anche in

Europa molti paesi, tra cui l’Italia,

stanno sperimentando i benefici di

questo linguaggio standard, sia a

proposito della comunicazione di dati

alle istituzioni, sia per la trasmissione

dei dati finanziari tra aziende

appartenenti allo stesso gruppo,

soprattutto quando entrano in gioco

complessità geografiche e culturali.

Non meno interessante è analizzare i

trend che emergono dai nuovi

orientamenti della legislazione per

l’impresa, per interpretare la visione

futura della gestione manageriale negli

anni a venire. Con riferimento alla

quotazione nei mercati regolamentati,

Borsa Italiana sta elaborando nuovi

principi sul Sistema di Controllo di

Gestione per le società quotate.

Tra i trend che si possono osservare, di

sicuro interesse è il focus crescente sul

Risk reporting, e più in generale, sulla

gestione dell’Enterprise Risk

Management, anche attraverso apposite

figure organizzative da individuare in

azienda per l’identificazione,

valutazione, prevenzione e protezione

di tutti i principali rischi, compresi

quelli che potrebbero precludere il

raggiungimento degli obiettivi strategici

o compromettere la continuità

aziendale.

Il Risk reporting ha l’obiettivo di

monitorare l’avvicinarsi dei business

risk al livello soglia che l’impresa ha

stabilito, oltre il quale il rischio è

considerato non più sostenibile. Il

monitoraggio accurato dei rischi di

business all’interno di una strutturata

gestione dei rischi aziendali diventerà

con molta probabilità una delle

condizioni rilevanti per la quotazione

nei mercati regolamentati.

Nell’ambito del Sistema di Controllo di

Gestione assumeranno un rilievo

sempre maggiore i processi di budget e

di pianificazione strategica, che

dovranno rispondere agli stessi

requisiti di formalizzazione,

diffusione, integrazione con i Sistemi

Informativi aziendali e capacità

evolutiva, propri dei processi di

controllo.

La situazione congiunturale ha, d’altro

canto, fatto emergere l’esigenza di

strutturare adeguati processi di

Forecast, nei quali si traduce la

capacità dell’impresa di interpretare la

situazione presente e di proiettarla a

breve termine in uno scenario

attendibile. L’attenzione al processo di

Forecast va di pari passo con la

crescente difficoltà di definire scenari

di medio-lungo termine attendibili,

ovvero in tutti i casi di instabilità del

contesto economico e competitivo, in

cui il futuro non più è necessariamente

simile al passato.

Un ulteriore aspetto di rilievo è la

tendenza a strutturare in termini via

via crescenti l’integrazione tra il

Sistema di Controllo di Gestione e i

Sistemi Informativi aziendali: questo

inteso sia come maggior ampiezza

dell’integrazione, sia come profondità

del contenuto dell’integrazione stessa.

Informazioni al passo con i tempi

In termini di ampiezza, esso comporta

che i principali processi di business

debbano essere sostenuti da adeguati

applicativi informatici, in grado di

assicurare un maggior grado di

sicurezza, affidabilità ed efficienza e

capacità evolutiva, rispetto a possibili

evoluzioni della normativa di

riferimento o delle esigenze del

business. Processi chiave quali il

Closing,, il Financial Consolidation, il

Management reporting, il Budgeting, il

Forecasting, il Planning e l’Enterprise

Risk Management, devono essere via via

riprogettati all’interno di sistemi che

garantiscano supporto a tutte le fasi

critiche del processo, dall’acquisizione

dei dati di base, al loro controllo, alla

costruzione delle informazioni, fino alla

pubblicazione controllata delle

informazioni di output ai diversi

stakeholder interni od esterni.

La profondità e l’ampiezza

dell’integrazione richiede d’altro canto

anche un cambiamento della cultura

organizzativa, tale da cogliere

l’opportunità fornita dai Sistemi

Informativi di far evolvere

contestualmente sistemi, processi e

organizzazione, evitando il rischio di

sub-ottimizzazioni di investimenti che

in molti casi risultano essere di una

certa rilevanza.

Con particolare riferimento ai processi

di produzione del reporting, i Sistemi

Informativi devono essere in grado di

supportare, tra i requisiti di Borsa

Italiana, anche il concetto di

informazione costituita non solo

dall’elemento numerico, come

tradizionalmente inteso, ma anche

dall’integrazione tra il dato numerico e

l’elemento testuale di commento a

supporto del dato numerico.

E’ dall’integrazione tra testo e numero

che ha origine l’informazione di valore

per gli azionisti e per gli altri

stakeholder, poiché si aggiunge al

dato oggettivo la valutazione

qualitativa del management aziendale,

che giustifica, individua i trend e

rende esplicite le dinamiche del

business. Il supporto alla gestione

decentrata del processo di produzione

del reporting diventa in tal senso

ancora più complessa, poiché deve

permettere di svolgere in modo sicuro

e controllato l’acquisizione e il

consolidamento di dati numerici e di

note di commento testuali.

Il tema dell’informazione intesa come

dato numerico supportato

dall’elemento testuale di commento è

solo uno degli esempi delle nuove

sfide che si pongono in prospettiva al

CFO come gestore dei processi di

produzione del Reporting a supporto

dell’interpretazione del business.

In questo contesto, la presenza di

Sistemi Informativi integrati a

supporto dei processi di produzione e

gestione del reporting si candida ad

essere uno dei requisiti fondamentali

per la quotazione nei mercati

regolamentati.

Informazioni al passo con i tempi

Il grado di dettaglio delle informazioni

che costituiscono la base per la

reportistica non può essere lo stesso per

tutti i livelli aziendali: in generale

all’aumento delle responsabilità

corrisponde una diminuzione del

dettaglio informativo richiesto, che

diventa sintesi di indicatori fondamentali

nel caso l’informativa sia diretta al CEO.

L’organizzazione deve essere comunque

in grado di predisporre sia reportistica di

dettaglio (più operativa) che di sintesi

(direzionale) garantendo la

corrispondenza e la riconciliabilità di

tutti i dati presentati. Deve assicurare il

sostegno della confrontabilità dei dati

actual e dei dati previsionali, siano essi di

budget o forecast o – a più alto livello –

riferiti alla pianificazione strategica.

E’ inoltre fondamentale che, soprattutto

a livello direzionale, sia disponibile al

management la possibilità di fare

previsioni a livello aggregato simulando

vari scenari e potendo compiere decisioni

strategiche vagliando più ipotesi (what if

analysis). In questo modo, una volta

stabiliti gli obiettivi pluriennali, grazie

alla scelta dello scenario più probabile, il

management può tradurre il modello di

pianificazione a lungo termine in modelli

di pianificazione operativa (goal

operativi) garantendo il collegamento tra

strategia e operatività.

Qualsiasi sia il cambiamento a cui è

sottoposta l’azienda, per esempio

l’adozione dei principi contabili

internazionali, la quotazione in borsa,

l’adozione del linguaggio XBRL o la

produzione di un bilancio consolidato,

l’area Finance è soggetta ad importanti

traumi.

In questi processi emerge in particolare

sempre più la necessità di una

convergenza tra gli strumenti di

controllo e il bilancio, e molto spesso in

queste fasi si presenta l’occasione per il

management di valutare il proprio

modello di comunicazione finanziaria e

di controllo e di intervenire su di esso.

La funzione tradizionalmente

responsabile della raccolta e della

produzione dei dati finanziari è la

funzione del Controllo di Gestione che

funge da collettore delle informazioni

delle varie aree e le predispone per la

fruizione da parte del management.

In questo caso, il Controllo di Gestione

si pone come garante della coerenza dei

dati presentati con quelli contabili o

previsionali. Spesso capita che in

azienda i vari uffici filtrino i dati

disponibili in base alle proprie esigenze

o secondo conoscenze derivanti da

background lavorativi diversi e quindi

tali dati diventino difficilmente

riconciliabili con quelli prodotti da altre

funzioni. In questo contesto è quindi

necessario che il Controllo di Gestione

abbia la capacità di interfacciarsi con

attori molto diversi per far capire

l’importanza che le logiche di

elaborazione dei report siano comuni in

tutta l’organizzazione e far sì che la

comunicazione dei dati sia coerente. Il

rischio è che il successo di

quest’approccio, coinvolgendo persone

molto diverse per estrazione e ruolo, sia

delegato all’abilità e al capacità del

singolo di rendere prevalente la sua

posizione.

La condivisione di un calendario delle

attività, la determinazione di scadenze e

di priorità e la responsabilizzazione dei

vari attori sono un fattore chiave per la

produzione di un reporting in linea con

le esigenze sempre più complesse delle

moderne organizzazioni. Generalmente

il processo di delega aumenta

Informazioni al passo con i tempi

I livelli di integrazione del reporting

Integrazione organizzativa: la logica di

processo come collaborazione tra funzioni

dei sistemi informativi in qualsiasi

organizzazione è molto disomogeneo e la

velocità di assembramento della

reportistica aziendale periodica è

determinata dall’anello più debole.

E’ inoltre di fondamentale importanza

per il processo che ogni attore coinvolto

sia consapevolizzato attraverso un

processo approvativo in modo da poter

individuare prontamente la

responsabilità di ciascuna area.

Per facilitare, quindi, il processo di

integrazione organizzativa è importante

l’utilizzo di strumenti informativi che

permettano la condivisione del processo

di raccolta dati, guidando la

contribuzione e la responsabilizzazione

di ciascuna area alla produzione della

reportistica aziendale.

La complessità delle specifiche

interessanti l’area Finance richiede quasi

inevitabilmente il supporto dei Sistemi

Informativi. I CEO di oggi collaborano

con i CIO per condividere e realizzare

obiettivi comuni, supportando la logica

di processo e salvaguardando la

responsabilità funzionale.

Il ruolo del CIO è profondamente

cambiato negli ultimi anni: con

l’aumentare delle possibilità offerte dalla

tecnologia, è aumentata la sua sensibilità

nella gestione di tematiche finanziare per

supportare la produzione dei dati per la

direzione nelle modalità e nei tempi

previsti dalla funzione Finance.

Contestualmente è rimasto uno dei

garanti principali della protezione e del

controllo dei dati sensibili e della

rintracciabilità della fonte dei dati. Oggi

la funzione dei Sistemi Informativi

supporta la distribuzione controllata dei

dati, fornendo il livello di sicurezza

necessario per ogni tipologia informativa

e gestendo il corretto

necessariamente la comunicazione tra

le varie aree e il senso di partecipazione

ad un processo fondamentale per le

decisioni aziendali con un aumento

della visibilità individuale. Inoltre, la

responsabilizzazione delle persone

coinvolte nel processo ha positivi riflessi

sull’accuratezza del dato pubblicato,

che essendo visibile a più livelli

aziendali fa aumentare la

partecipazione del singolo al processo

organizzativo, riducendo errori dovuti a

scarsa meticolosità.

Un sistema che permetta il

monitoraggio delle scadenze e renda

visibile il lavoro eseguito da diverse

persone può essere preso in

considerazione come metrica per la

valutazione delle performance in un

processo di Management by Objectives

(MBO) aziendale. La logica di premiare

comportamenti corretti ed intercettare

tempestivamente e correggere

comportamenti non coerenti con le

attese aziendali, agisce positivamente

sul grado di soddisfazione delle persone

e permette di avere informazioni

trasparenti a supporto del sistema

incentivante. Secondo l’esperienza

PwC, infatti, il modo di misurare le

performance può cambiare

profondamente il modo di agire delle

persone.

Un processo guidato che permetta la

condivisione del Modello di Business

aziendale e la rappresentazione in

maniera omogenea delle informazioni,

rispettando la visibilità sui dati di

ciascun attore, consente la

responsabilizzazione delle persone

coinvolte sulle azioni che devono

svolgere con la possibilità di

visualizzare solamente le informazioni

di loro competenza.

Ciò diventa essenziale se il processo di

raccolta dati è complicato da

lontananza geografica e/o linguistica.

In questo caso poter lavorare su un

sistema di facile accesso e di uso

intuitivo è fondamentale visto che il

livello medio delle capacità di utilizzo

Informazioni al passo con i tempi

Il ruolo dei Sistemi Informativi

accesso ai dati. A loro inoltre è richiesto

un alto grado di flessibilità perché i

requisiti informativi sono spesso cambiati

nel tempo e i modelli di controllo rivisti

per far fronte alle mutanti esigenze del

mercato.

Per questi motivi, la comunicazione e la

collaborazione fra l’area Finance e l’area

IT sono assolutamente imprescindibili, e

ciascuna area deve inevitabilmente

entrare nelle tematiche dell’altra per

riuscire a risolvere i problemi nel

migliore modo possibile.

Gli investimenti in sistemi informativi per

potenziare i processi di reporting

dovrebbero portare ad una riduzione del

tempo passato in attività di produzione e

formattazione del dato e ad un

conseguente risparmio di risorse;

alternativamente, dovrebbero facilitare

la produzione di maggiori informazioni o

di migliori analisi per il processo

valutativo aziendale. Come avviene per

la maggior parte degli investimenti

strutturali o relativi al business, anche

per gli investimenti in nuovi sistemi

informativi la valutazione del ritorno

sull’investimento dovrebbe sempre

essere eseguita.

Informazioni al passo con i tempi

Gli scenari di cambiamento e di innovazione che i CFO di oggi devono affrontare costringono le organizzazioni, e in particolare l’area Finance, a continue tensioni.

Decisivo per far fronte alle continue richieste interne ed esterne, è che Amministrazione e Controllo di Gestione collaborino verso rappresentazioni comuni dell’informativa e che i Sistemi Informativi contribuiscano a garantire una visione di processo globale e la determinazione di una strategia condivisa.

Tali sinergie, con la supervisione di un management propositivo, non possono che portare a benefici per l’intera organizzazione.

(1) PwC, 14th Annual Global CEO Survey, 2011 basato sulle interviste di 1.201 CEO in 69 paesi.

(2)Secondo le statistiche IATA il valore del RPK (Revenue Passenger Kilometers) che misura il traffico di passeggeri è cresciuto

complessivamente dell’8,2% nel 2010 rispetto al 2009 e più del 20% dal 2005. http://www.iata.org

(3)Mergermarket Group, Global M&A Survey: An outlook on global M&A activity and future deal flow, July 2010

(4) A. Bubbio, Prefazione nella Guida al sistema di Controllo di Gestione, Borsa Italiana, 2003

Conclusioni

Matteo ColomboPartner

Tel +39 02 7785524

Cell +39 348 2503299

e-mail [email protected]

Partner di PricewaterhouseCoopers nel settore Global Capital Markets, ha maturato esperienza pluriennale nella revisione contabile di aziende quotate e aziende industriali di media e grande dimensione facenti parte di network multinazionali.

Ha maturato esperienze in operazioni di IPO, aumenti di capitale di società quotate, transizioni ai principi contabili internazionali - IFRS - emissione di prestiti obbligazionari, conferimenti in natura, acquisizioni, scissioni e altre operazioni straordinarie, assistendo società quotate nella predisposizione di prospetti informativi e documenti informativi e in tutti i principali adempimenti normativi e regolamentari derivanti dalle principali disposizioni del Testo Unico della Finanza, del Regolamento Europeo e del Regolamento Emittenti. Ha collaborato con l'Università degli Studi di Pavia nell'ambito di corsi di studio legati all'analisi e all'informativa dei bilanci.

Contatti

This publication has been prepared for general guidance on matters of interest only, and

does not constitute professional advice. You should not act upon the information contained

in this publication without obtaining specific professional advice. No representation or

warranty (express or implied) is given as to the accuracy or completeness of the

information contained in this publication, and, to the extent permitted by law,

PricewaterhouseCoopers Advisory spa, its members, employees and agents do not accept

or assume any liability, responsibility or duty of care for any consequences of you or

anyone else acting, or refraining to act, in reliance on the information contained in this

publication or for any decision based on it.

© 2011 PricewaterhouseCoopers Advisory spa. All rights reserved. In this document,

“PwC” refers to PricewaterhouseCoopers Advisory spa which is a member firm of

PricewaterhouseCoopers International Limited, each member firm of which is a separate

legal entity.