Il romanzo tra sperimentazione letteraria ed impegno civile

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Marco Martini IL ROMANZO TRA SPERIMENTAZIONE LETTERARIA ED IMPEGNO CIVILE ini EDIZIONI ISSUU.COM

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IL ROMANZO TRA SPERIMENTAZIONE LETTERARIA ED IMPEGNO CIVILE Seminario tenuto presso l’Aula magna del c/o il Liceo Classico “G. Carducci” di Viareggio, v. IV Novembre,Viareggio (LU), in collaborazione con Università degli Studi di Pisa – Dipartimento di “Italianistica” 1. Mart. 17/11/09 h. 15,00/16,30 – Guerra e Resistenza. Romanzo e dramma della storia in Fenoglio e Calvino (Prof. Luca Curti, Università di Pisa). 2. Mart. 24/11/09 h. 15,00/16,30 – Il mondo e la storia visti con gli occhi di una donna: Elsa Morante (Prof. Marco Bardini, Università di Pisa).

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Marco Martini

IL ROMANZO TRA

SPERIMENTAZIONE

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EDIZIONI ISSUU.COM

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IL ROMANZO TRA SPERIMENTAZIONE LETTERARIA ED IMPEGNO CIVILE Seminario tenuto l’Aula magna del c/o il Liceo Classico “G. Carducci” di Viareggio, v. IV

Novembre,Viareggio (LU), in collaborazione con Università degli Studi di Pisa – Dipartimento di “Italianistica”

1. Mart. 17/11/09 h. 15,00/16,30 – Guerra e Resistenza. Romanzo e dramma della storia in Fenoglio e

Calvino (Prof. Luca Curti, Università di Pisa). 2. Mart. 24/11/09 h. 15,00/16,30 – Il mondo e la storia visti con gli occhi di una donna: Elsa Morante

(Prof. Marco Bardini, Università di Pisa). 1. Guerra e Resistenza. Romanzo e dramma della storia in Fenoglio e Calvino. Curti ha pubblicato numerosi studi su Calvino, Fenoglio, Gadda ed è docente di letteratura italiana all’Università di Pisa, ove si occupa anche di scuole di specializzazione post-lauream. Calvino e Fenoglio si occupano di ambiti diversi, che esulano dai confini della letteratura per invadere quelli della storia civile. Entrambi hanno in comune l’esperienza della guerra civile, sia pure provenendo da esperienze personali differenti. Claudio Pavone, storico marxista, ha pubblicato un notevole studio sulla Resistenza, Una guerra civile (1991); quando fu pubblicato, provocò scandalo tra gli ambienti di sinistra proprio perché definì la Resistenza anche come “una guerra civile”. Pavone nel suo studio, costruito su documenti d’archivio, cita Beppe Fenoglio nel capitolo “La scelta”, in cui affronta le diverse motivazioni che spinsero i giovani a schierarsi da una parte o dall’altra. Pavone (n. 1920) ha personalmente combattuto nelle fila della Resistenza e mette in luce come nella Resistenza confluirono esperienze diverse, dai comunisti, ai socialisti, ai cattolici, ai liberali. Nella resistenza vi erano differenze di ideologie di classe. Pavone considera il libro di Fenoglio Il partigiano Johnny. Dal testo di Fenoglio si evince la radice borghese e monarchica dell’autore, che ha votato per la monarchia al referendum del 2 giugno 1946. Enrico Mattei fu il capo dei cosiddetti “partigiani bianchi”, cioè cattolici, tra i quali militava anche il padre di Dario Franceschini, ex segretario dell’attuale Partito Democratico. Fenoglio combatte nella resistenza “per il re e per l’Italia”. Il partigiano Johnny si rifiuta di arruolarsi nella R.S.I. dopo l’8 settembre e si rifugia dal cugino Luciano, presso Alba, in Piemonte. Qui ascolta radio Londra e viene sorpreso da una ronda fascista. Johnny sente alla radio l’annuncio dell’ingresso americano in guerra e l voce di La Guardia, sindaco di New York, italiano di origine meridionale (al quale è oggi dedicato un aeroporto di New York). Johnny non condivide la posizione di La Guardia e questo fa capire come fossero differenti le posizioni. Johnny si dissocia anche da una brigata partigiana di cui era entrato a far parte. Il dramma della Resistenza è presentato da Fenoglio anche in Una questione privata. Dal testo di Fenoglio è stato tratto un celebre film, ritenuto fedele al libro dalla stessa figlia di Fenoglio: si tratta quindi di un romanzo autobiografico. Alla fine del romanzo Johnny muore durante un massacro operato dalle brigate nere fasciste: tre mesi dopo la guerra è finita, Johnny è morto da eroe. Calvino entra nella Resistenza come comunista; l’esperienza di Calvino è quindi radicalmente diversa da quella di Fenoglio. Calvino va in montagna con i partigiani all’età di 20 anni, insieme al fratello di 16, per vendicare la morte di un loro amico, ucciso dai fascisti dopo l’8 settembre. Dopo la guerra, milita nel P.C.I. e conosce Vittorini, altro intellettuale comunista, autore di Conversazioni in Sicilia. Due romanzi di Calvino sono significativi sulla resistenza: Il sentiero dei nidi di ragno e Ultimo viene il corvo. Il protagonista del secondo romanzo è un ragazzo, infallibile tiratore, che viene arruolato tra i partigiani. Calvino vuole significare che il ragazzo che s’arruola tra i partigiani compie una scelta per caso, viene arruolato dai partigiani perché viene visto colpire al volo una trota che esce da uno stagno. Ne Il sentiero dei nidi di ragno la resistenza è raccontata dagli occhi di un bambino, Pin; è un racconto, in parte, fiabesco. Pelle è un partigiano traditore che viene condannato a morte dai G.A.P. (Gruppi Armati Partigiani), in quanto era passato con le brigate nere. Il partigiano Lupo Rosso racconta l’esecuzione di Pelle. Calvino, come altri intellettuali, quali Vittorini, uscirà dal P.C.I. nel 1956, quando i carri armati sovietici invadono l’Ungheria, nonostante la denuncia dei crimini di Stalin operata da Kruscev al XX Congresso del P.C.U.S. nello stesso anno. Fenoglio e Calvino rappresentano quindi due diverse figure del neorealismo letterario.

2. Il mondo e la storia visti con gli occhi di una donna: Elsa Morante.

Marco Bardini si è a lungo occupato del rapporto tra guerra e letteratura nel Rinascimento, di Elsa Morante ed attualmente si sta interessando della tradizione novecentesca di Boccaccio.

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Non si deve identificare la scrittrice Elsa Morante con la sua essenza di donna; Elsa Morante non si è mai definita una scrittrice, ma uno scrittore, un poeta, mentre riteneva addirittura offensivo essere considerata una “poetessa”. Poesia e narrativa sono superiori al genere maschile o femminile. Nasce a Roma nel 1912 e muore nella stessa città nel 1985, gravemente malata. Scrittrice precocissima, inizia a pubblicare favole per bambini nel 1933 su “Il corriere dei piccoli”. Già negli anni ’30 si dimostra molto prolifica in questo genere letterario. Nel 1948 scrive Menzogna e sortilegio, il suo primo capolavoro. Sposa Alberto Moravia, uno scrittore molto diverso da lei (cfr. A. Moravia, L’amore coniugale, Il disprezzo). Nei primi anni ’60 la coppia si separa e Moravia diventa l’amante di Dacia Maraini. Il 1948 segna la svolta: la Morante decide di abbandonare la narrativa breve e di darsi al romanzo. Nel 1968 scrive Il mondo salvato dai ragazzini, pubblica mediamente un libro ogni decennio. Lei stessa considera questo libro molto particolare. Nel 1974 scrive il suo libro di maggior successo, La storia (ed. Einaudi). Nel 1982 esce Ara coeli, suo ultimo romanzo. Dopo la fase giovanile, non scrive quindi altre opere. E’ una scrittrice che lavora con attenzione, cura molto le note, l’introduzione, la bibliografia, come se volesse mostrare le indicazioni da seguire nella lettura dei suoi libri, aspetto invece assente in Moravia; la Morante sceglieva addirittura le copertine dei suoi libri. E’ una intellettuale isolata, non partecipa, ad esempio, ai convegni: è convinta che i libri parlino da soli. Era infatti solita affermare “Io sono nei miei libri”. Si considera una donna che guarda il mondo e la storia attraverso i suoi personaggi femminili. Il 17 luglio 1968 il quotidiano “Paese sera”, di orientamento comunista, parla del caso di Aldo Braibanti, condannato a 9 anni di reclusione con l’accusa di plagio, un’accusa che oggi non esiste più; fu una condanna in 1° grado, mentre fu assolto in appello. Braibanti è un intellettuale ed un poeta omosessuale, che ha una relazione con un novello pittore, che sarà arrestato e sottoposto ad oltre 200 elettroshock. Sanfratello, nel 1968, fu condannato dal tribunale a leggere libri che non avessero meno di 100 anni! Elsa Morante, scandalizzata, decide di intervenire contro una sentenza che impedisce ad un condannato di leggere opere moderne. Il caso scandalizzò la morale ipocrita e borghese del tempo; la Morante definì tale sentenza “un processo alla coscienza”. A poeti, filosofi, scrittori, disse la Morante, non resta altro che essere arrestati o chiusi in manicomio, levando così la su voce tonante rievocando Socrate al suo processo e chiede di essere arrestata. L’unica soluzione è per la Morante la disobbedienza alla società ipocrita del 1968, definita “male assoluto”, in accordo con Pier Paolo pisolini, amico della Morante, che proprio in quegli stessi anni sta scrivendo contro la piccola borghesia. Elsa Morante partecipa ad un solo convegno, per contestare la traduzione spagnola de La storia, avvenuta nella Spagna franchista. In Menzogna e sortilegio (1948) la protagonista, Elisa, gioca sul suo nome, che è anche il participio passato del verbo “elidere”: la protagonista sarebbe quindi “esclusa”, appunto “elisa” dal suo ruolo di donna. La critica si espresse negativamente su quest’opera, considerata la copia di un romanzo ottocentesco, come una “storia di cartone”. Tale romanzo fu invece rivalutato da due scrittori stranieri, sotto un duplice profilo, in senso psicoanalitico-freudiano (Elisa è una malata che non esce mai dalla sua stanza, dove vive con il suo gatto) e marxista, nell’accezione ortodossa dell’estetologo ungherese Giorgy Luckàcs, per il quale gli elementi del romanzo costituiscono letteralmente lo “specchio” della situazione economico-sociale del tempo, per cui bisogna “uscire dalla stanza” e lottare. Ne Il mondo salvato dai ragazzini emerge una concezione del poeta: il poeta è colui che dà voce a tutti gli altri, come Arthur Rimbaud, che scriverà “Io è un altro”. La Morante ha qui oltrepassato la sua dimensione individuale per dar voce a tutti gli altri, e lo fa con l’espediente di un cantastorie girovago. Carlotta è una quattordicenne ariana berlinese che osserva il regime nazista e che con la sua ingenuità smonta e svuota di significato tutto il regime nazista; non capisce perché gli ebrei debbano portare una stella gialla cucita sul petto e ne va orgogliosa, al punto che tutti iniziano ad imitarla, tutti i berlinesi iniziano a portare la stella gialla: in questo modo giocoso i ragazzini smontano tutto l’apparato nazista. Il romanzo si chiude con l’arrivo degli angeli che elogiano il gioco. La vendetta degli ebrei passa attraverso il gioco, che serve ad emanciparsi dalla storia ed a riscriverla; non è, ovviamente,.revisionismo, ma gioco, re-invenzione, ironia. Ne La storia si parla della seconda guerra mondiale e si distinguono due storie, una Storia fatta dai potenti, con la “S” maiuscola, ed una fatta dai “minori”, da tutti gli uomini, con la “s” minuscola. Ida, una maestra elementare, vedova, estremamente semplice, è la donna protagonista che guarda il mondo e la storia. E’ la figura che apre e chiude il romanzo. Ida finisce in manicomio: rappresenta la “storia minore”, che finisce, mentre la Storia con la “S” maiuscola, quella dei potenti e del regime, prosegue. Emerge quindi una visione decisamente pessimistica dell’autrice.