Il romanticismo - ISA11

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L'eroe romantico

La rivoluzione Romantica consiste in una vera e propria rottura degli schemi. Le uniche regole che il Romanticismo segue sono quelle dettate dal cuore e tutto ciò che ne scaturisce dà libera interpretazione all'arte, alla musica e alla letteratura e a un modo tutto personale e intimistico di interpretare la realtà. Il periodo storico è da collocarsi nel XVIII secolo e più precisamente tra il tardo 700 e i primi decenni dell'800. Il movimento soprattutto culturale nasce in Germania (da Wikipedia).

L'eroe romantico è quella persona che disprezza la società e che scarta il reale per arrivare all'infinito, è, quindi, un uomo fuori dalla società e dalle convenzioni a cui si contrappone fieramente; sente intensamente le passioni e ha un senso vivissimo dell'avventura in cui trovano soddisfazione il desiderio di libertà e uno sfrenato individualismo. Ma tale scelta radicale di vita conduce inevitabilmente con sé la solitudine, l'incomprensione degli altri, i cosiddetti "normali".

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Gli artisti vivono il conflitto tra reale e ideale poiché si rendono conto che la realtà è molto diversa rispetto ai propri ideali: il mondo in cui vivono è molto diverso da quello in cui vorrebbero vivere. L'uomo romantico non può fare niente per cambiare una realtà che non gradisce, e per questo vive questa situazione in modo tragico, tuttavia non si lascia travolgere dalla disperazione. Non rinuncia a lottare per la libertà, sia artistica che politica, e si fa portatore di forti sentimenti e ideali collettivi: l'amore per la patria, la giustizia, l'indipendenza. Riconosciamo due tipi di eroe romantico: il ribelle solitario e orgoglioso della sua superiorità spirituale e della sua forza che disprezza la mediocrità (titanismo); – la vittima incompresa ed esclusa che esprime il suo rifiuto con la solitudine e la tristezza (vittimismo).

Titanismo= (con riferimento alla ribellione dei Titani contro gli dèi dell'Olimpo) - Atteggiamento di ribellione, pur nella consapevolezza del suo fallimento, contro tutte le forze superiori (da interventi.net)

Tali sentimenti sono già anticipati nel corso del tardo '700 da scrittori e musicisti che, pur essendo ancora iscrivibili nel classicismo, per molti aspetti precorrono il sentire tipico dell'età romantica come Foscolo o Beethoven

(Beethoven - L'eroica)

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L'uomo romantico e la storia

Il termine "Romanticismo" venne applicato per primo da Friedrich von Schlegel (1772) alla letteratura da lui considerata "moderna" e contrapposta a quella "classica". E proprio la diversità e l'eterogeneità dell'espressione umana erano rappresentative, secondo lui, dell'era romantica. Entrato in uso alla metà del Seicento, il termine inglese romantic indicava narrazioni di contenuto particolarmente fantasioso, affine a quello dei romanzicavallereschi medievali e aveva avuto per tutto il '700 un'accezione negativa. (da Wikipedia)

Dalla Germania e dalla Francia i grandi temi romantici circolarono in tutta Europa, costituendo un punto di riferimento essenziale per gran parte della produzione letteraria del XIX secolo. Il romanticismo si fece sostenitore anche di ideali civili, primo fra tutti la libertà dei popoli dall'oppressione politica in nome del diritto di ogni individuo al riconoscimento della propria dignità. Poeti come George Byron e Percy Bysshe Shelley incarnarono nella loro stessa vita, oltre che nell'opera, gli ideali romantici della lotta per la libertà, combattendo in Italia e in Grecia. (da https://www.docsity.com/it/movimento-letterario/402279/)

In Italia il romanticismo si collega al Risorgimento e alla lotta di unificazione e si possono distinguere due correnti

quella cattolico- liberale incarnata da Manzoniquella democratica incarnata da Mazzini.

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La Giovane Italia innanzi tutto è sistema religioso e morale. Mazzini dice: bisogna prima educare la società e poi passare alla politica e l'educazione, secondo Mazzini, non si fa con la propaganda nè coi libri, ma con l'azione. Educare l'uomo significa imprimere nella sua coscienza il dovere di concorrere al progresso comune, nel caso della Giovane Italia la liberazione e l'unità nazionale. (da https://cronologia.leonardo.it/storia/a1835h.htm)

Mazzini

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L'uomo romantico e la poesia

Il poeta romantico

Il poeta romantico appare come un uomo che cerca di sfuggire dalla società per cercare qualcosa che possa appagare la sua anima. Anche se è dell'impossibilità di prendere parte dell'infinito, egli non smetterà mai di cercarlo. Il romantico si oppone a tutto ciò che è razionale, dunque rifiuta e si oppone nettamente all'Illuminismo. Vive secondo una spiritualità che trova le sue radici nel Medioevo, che è visto come il momento in cui si innestano le radici della storia. Il poeta romantico è un uomo che con la poesia tira fuori i suoi sentimenti e le sue sensazioni più nascoste e si lascia trasportare dalla magia del momento, dall'atmosfera che si crea quando mette a nudo la propria anima. (http://liceoclassicocapizziiiia.altervista.org/il-poeta-romantico-vita-tra-il-reale-e-la-ricerca-del-surreale/)

Il romanticismo nella letteratura italiana

In Italia lo slancio sentimentale dei grandi romanzieri tedeschi e inglesi arrivò decisamente attenuato. Ciò perché i letterati che si avvicinavano al Romanticismo sceglievano la sua vena realistica e storica e in Italia il Classicismo era una realtà molto presente perché lo studio degli autori classici non era mai caduto in disuso. Esso era anzi una colonna portante da un punto di vista culturale. Quando il Romanticismo iniziò a diffondersi nei circoli letterari, venne a crearsi molto scompiglio. La polemica assunse quindi anche caratteri politici. I classicisti sostenevano la dominazione austriaca, mentre i romantici professavano gli ideali della libertà e dell'indipendenza della nazione. (https://cultura.biografieonline.it/romanticismo-letterario-italiano/)

La poesia romantica in Italia

Per quanto riguarda la poesia, venne rifiutata la tradizione classica, si ritornò anche alla poesia dialettale. I principali scrittori romantici sono Giacomo Leopardi e di Alessandro Manzoni.

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Leopardi espresse proprio i conflitti dell'animo, la tendenza all'infinito, il difficile rapporto con la realtà e il pessimismo.

Giacomo Leopardi

Manzoni con la sua poetica invece aderì in maniera convinta al nuovo modello letterario. Nelle sue opere si nota la sua religiosità cattolica e soprattutto il suo storicismo. (https://cultura.biografieonline.it/romanticismo-letterario-italiano/)

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L'uomo romantico e la musica

Nel corso del romanticismo il linguaggio musicale subisce una rapida evoluzione. Per il musicista romantico sono centrali la libertà compositiva e la possibilità di esprimere i propri sentimenti e le proprie sensazioni, l'amore per la patria e per la natura, senza dover obbedire alle rigide regole del classicismo.

Il tema musicale accresce la sua importanza, la melodia deve essere chiara e lineare e acquisisce un ruolo-chiave come veicolo dell'espressione. Le dinamiche si fanno più irregolari e nello stesso brano si inseriscono diversi ritmi musicali. Lo strumento prediletto di quest'epoca è il pianoforte per la vasta estensione di suoni dal grave all'acuto, per la quantità di gradazioni d'intensità e di timbro di cui è capace e per l'elemento soggettivo legato alla presenza di un unico esecutore.

Nascono in questo periodo nuove forme musicali (come il notturno, la fantasia, l'improvviso o il Lied...) il cui scopo è quello di dare risalto ai moti più intimi dell'animo umano. In quest'ambito si sviluppano due tendenze opposte: l'intimismo e il virtuosismo. Il primo cerca, all'interno dei salotti e tra pochi ascoltatori, suoni raffinati. Il virtuosismo invece è caratterizzato dal risalto dato alle grandi capacità tecniche in intere sezioni di brani in cui la velocità e la difficoltà esecutiva, le sonorità imponenti mettono in risalto le doti dei compositori-concertisti come Paganini e Listz ed è destinato ai grandi teatri. Lo scopo principale è quello di esaltare la bravura di colui che esegue e, conseguentemente, di accrescerne la fama nelle sale da concerto e nei teatri in un'epoca in cui il musicista è un "libero professionista" e non ha più un mecenate, che gli garantisca lavoro e stipendio.

Furono diversi i rappresentanti della corrente romantica celebri per le loro composizioni, ognuno distintosi per aver portato novità alla musica classica: per esempio Hector Berlioz, Robert Schumann, Fryderyk Chopin, Johannes Brahms, Felix Mendelssohn, Pëtr Il'ič Čajkovskij, César Franck, Camille Saint-Saëns, Sergei Rachmaninov.

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(Shubert - 12 Lieder)

(Berlioz - Symphonie fantastique)

In Italia, durante l'età romantica, molti compositori si dedicarono quasi totalmente alla creazione di opere liriche i cui argomenti furono per lo più ispirati a soggetti storici. Agli albori del romanticismo italiano si collocano le figure di Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti. Anche Rossini fu l'autore di straordinarie opere, tra cui Il celeberrimo Barbiere di Siviglia. In seguito, l'autore simbolo del melodramma italiano dell'Ottocento, Giuseppe Verdi, proseguì sulla strada tracciata dai suoi predecessori ma le sue opere mostrano un sensibile incremento della componente realistica, tanto che il carattere romantico assume tratti di un tardo-romanticismo e presenta elementi nuovi che preannunceranno la futura evoluzione della produzione operistica.

(Aida - La marcia trionfale)

La musica per il melodramma nel pensiero romantico è, quindi, il luogo privilegiato per la realizzazione di un'arte totale che riesca a coinvolgere sia il teatro che la letteratura. E ciò si comprende bene anche ascoltando le opere di Wagner, che esaltò l'amore per la sua patria, musicando libretti in cui la mitologia germanica è protagonista e sfondo delle vicende e dei personaggi messi in scena.

(da wikipedia)

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L'uomo romantico e la natura

In ambito artistico, l'artista, dotato di un'immaginazione superiore, ha la libertà di esprimere il proprio io interiore, anche qui con esiti diversi a seconda del contesto in cui opera.

In particolare, notiamo nella pittura inglese un interesse per le cose reali e la componente popolare, il tutto inquadrato in una prospettiva naturalistica di pace e serenità.

"Carretto di fieno che passa un guado". Constable

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In ambito tedesco, invece, si possono ravvisare i concetti di Microcosmo e Macrocosmo: la rappresentazione dell'uomo è sacrificata a favore di quella della Natura, infinita e fonte di sentimenti contrastanti (concetto di Sublime), permeata di valenze religiose: ne "La croce della montagna" di Friedrich "il paesaggio montano esprime la grandiosità della Natura e ha una forte componente spirituale: dalla suggestiva rappresentazione degli effetti di luce, più che dai simboli della croce e dei raggi, traspare la valenza religiosa dell'opera"

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La Natura è, in generale, strettamente connessa all'idea di Infinito ("La repubblica").

Uno dei tratti più caratteristici del romanticismo è la rivalutazione del lato passionale ed istintivo dell'uomo. Questa tendenza porta a ricercare le atmosfere buie e tenebrose, il mistero, le sensazioni forti, l'orrido ed il pauroso. L'artista romantico ha un animo ipersensibile, sempre pronto a continui turbamenti. L'artista non si sente più un borghese ma inizia a comportarsi sempre più in modo anticonvenzionale.

L'artista romantico è un personaggio fondamentalmente pessimista. Vive il proprio malessere psicologico con grande drammaticità. E il risultato di questo atteggiamento è un arte che, non di rado, ricerca l'orrore, come in alcuni quadri di Gericault che raffigurano teste di decapitati o nelle visioni allucinate di Goya quali «Saturno che divora i figli».

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L'arte romantica riscopre anche la sfera religiosa, dopo un secolo, il Settecento, che era stato fortemente laico. L'arte deve scoprire l'anima delle cose, rivelando concetti quali il sentimento, il religioso, l'interiore. Il primo pittore a seguire queste indicazioni fu il tedesco C. D. Friedrich. Questo interesse per la dimensione della interiorità e della spiritualità umana portò, in realtà, il romanticismo a preferire linguaggi artisti non figurativi, come la musica e la letteratura o la poesia. (http://www.francescomorante.it/pag_3/302.htm)

Link ad articoli sull'arte romantica

http://meetingbenches.net/john-constable-17761837-pittore-romantico-inglese-difficile-nominare-un-paesaggio-cui-cielo-non-la-nota-chiave/

https://www.ilmiogiornale.net/turner-a-roma-principe-romanticismo/

https://www.arteworld.it/romanticismo/

Link a composizioni musicali ispirate alla natura

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(Chopin- Notturno op. 9 n. 1)

(Beethoven - Sonata al chiaro di luna)

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La questione della lingua

La lingua italiana prima del risorgimento

La storica frammentazione geopolitica della penisola italiana aveva avuto come conseguenza la diffusione dell'analfabetismo e la mancanza, fino all'unità, di organi di stampa unitari, di un apparato militare e burocratico che facessero da terreno di scambio linguistico e contribuissero alla creazione di una lingua comune.

La lingua italiana prima del risorgimento

Nel momento dell'unificazione nazionale, il problema di una lingua comune torna ad affacciarsi come esigenza concreta di una giovane Nazione che sta creando le proprie basi e che ha bisogno di condividere un codice linguistico che sia comprensibile ai più. La breve esperienza napoleonica, se pure ristretta nello spazio e nel tempo, aveva avuto la funzione di una sorta di ‘prova generale'. All'alba dell'Unità, i tempi sono maturi per la creazione di una lingua comune che, inevitabilmente, nasca dalla riflessione dei letterati, benché vada decisamente nella direzione dell'uso.

I classicisti

La prima posizione, in ordine di tempo, è quella che si rifà alla posizione dell'abate Cesari. Secondo le idee del purista Cesari, e dei classicisti che si collocano sulla sua linea di pensiero, la lingua italiana da tenere come modello è quella toscana trecentesca.

I Romanticisti

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In contrasto con quella dei classicisti la posizione dei romantici, che hanno il grandissimo merito di spostare la questione dall'aspetto letterario a quello dell'uso. Rendendosi conto della necessità di una lingua nazionale i romantici mettono bene in chiaro il bisogno di uno strumento d'uso quotidiano, accessibile a tutti i cittadini della nazione. Grandissima importanza, in questo processo, assumono le esigenze politiche dei patrioti, che trovano difficoltà di comunicazione non solo per il controllo esercitato dalla censura, ma anche per la mancanza di un linguaggio comune che costituisca elemento di unificazione tra i cittadini, indipendentemente dal loro livello di alfabetizzazione o dalla loro preparazione culturale.

(dal sito della Treccani)

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