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2. IL ROMANTICISMO Il romanticismo, sviluppatosi e diffusosi tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, costituì un fenomeno di portata europea. Esso nacque e si sviluppò nell’ambito della classe sociale emergente: la borghesia. Alcuni suoi aspetti impronta- rono il gusto e la mentalità di tutto il secolo XIX. Il romanticismo ebbe origine dalla percezione dell’inadeguatezza della cultura illuminista ed elaborò una riflessione com- plessa partendo dal recupero della sensibilità individuale. Le sue manifestazioni sono molto differenziate e la loro definizione non è agevole né univoca. L’elaborazione del pensiero romantico arrivò ad ispirare una nuova filosofia, l’idealismo, e a una nuova concezione della storia e della letteratura, coinvolgendo tutte le forme di arte. La storia L’individuazione dei motivi profondi che ispirarono il romanticismo e la loro interpre- tazione sono estremamente complesse e ciò ne impedisce una definizione univoca. Lo stesso aggettivo “romantico”, nel corso dei secoli XVIII e XIX, ha subito rilevanti va- riazioni di significato, prima che gli intellettuali del gruppo di Jena lo adottassero, e an- che allora la definizione del termine non fu certo univoca. A complicare ulteriormente la schematizzazione si deve considerare il fatto che alcuni dei caratteri generalmente indi- viduati come tipicamente romantici risultano molto diffusi in epoche e autori anche as- sai lontani (il concetto di romanticismo universale). Si può comunque cercare di definire il romanticismo come un movimento culturale eu- ropeo di vasta portata, capace di influenzare le arti e il pensiero, sviluppatosi alla fine del XVIII secolo e sostanzialmente esauritosi alla metà del XIX secolo, nel quale è pos- sibile individuare il recupero della sensibilità come elemento conoscitivo e unificatore. Tale recupero si pone consapevolmente su un piano di diversità rispetto al razionalismo illuminista, ma non risulta di per sé irrazionale o anti-razionale. Proprio nell’esperienza illuminista troviamo le premesse che il romanticismo svilupperà autonomamente, spesso, ma non sempre, in opposizione. È importante notare come, nel- la seconda metà del secolo XIX, le tendenze realistiche e decadenti, che caratterizze- ranno quella nuova fase, costituiscano l’estremizzazione dei caratteri del romanticismo. Nella prospettiva romantica, il sentimento appare come una facoltà propria dell’uomo che, senza opporsi alla ragione, offre la possibilità di conoscere ciò che, pur sfuggendo a un’analisi razionale, non è estraneo all’esperienza umana e, anzi, costituisce il proprium di tutti e di ciascuno. In tale prospettiva, la sensibilità romantica pone al soggetto il pro- blema della possibilità di conoscere e rappresentare ciò che è altro da sé, in una sorta di dialogo tra quanto è umano e quello che, per quanto indefinito, è più grande dell’uomo, tra ciò che è individuale e ciò che è universale, tra ciò che è finito e ciò che è infinito. Da queste premesse, nascono molti atteggiamenti che, pur risultando a volte opposti, esprimono differenti reazioni di fronte alla intuizione che si manifesta nel sentimento, determinando quel Sehnsucht (lett. brama), quella perenne insoddisfazione di chi intui- sce ma sa di non poter comprendere né esprimere in modo soddisfacente ciò che ha in- tuito. È così possibile ricondurre alla sensibilità romantica posizioni che costantemente oscillano tra due estremi quali, per esempio, il concetto di titanismo e il concetto di vit-

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2. IL ROMANTICISMO

Il romanticismo, sviluppatosi e diffusosi tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, costituì un fenomeno di portata europea. Esso nacque e si sviluppò nell’ambito della classe sociale emergente: la borghesia. Alcuni suoi aspetti impronta-rono il gusto e la mentalità di tutto il secolo XIX. Il romanticismo ebbe origine dalla percezione dell’inadeguatezza della cultura illuminista ed elaborò una riflessione com-plessa partendo dal recupero della sensibilità individuale. Le sue manifestazioni sono molto differenziate e la loro definizione non è agevole né univoca. L’elaborazione del pensiero romantico arrivò ad ispirare una nuova filosofia, l’idealismo, e a una nuova concezione della storia e della letteratura, coinvolgendo tutte le forme di arte.

La storia L’individuazione dei motivi profondi che ispirarono il romanticismo e la loro interpre-tazione sono estremamente complesse e ciò ne impedisce una definizione univoca. Lo stesso aggettivo “romantico”, nel corso dei secoli XVIII e XIX, ha subito rilevanti va-riazioni di significato, prima che gli intellettuali del gruppo di Jena lo adottassero, e an-che allora la definizione del termine non fu certo univoca. A complicare ulteriormente la schematizzazione si deve considerare il fatto che alcuni dei caratteri generalmente ind i-viduati come tipicamente romantici risultano molto diffusi in epoche e autori anche as-sai lontani (il concetto di romanticismo universale).

Si può comunque cercare di definire il romanticismo come un movimento culturale eu-ropeo di vasta portata, capace di influenzare le arti e il pensiero, sviluppatosi alla fine del XVIII secolo e sostanzialmente esauritosi alla metà del XIX secolo, nel quale è pos-sibile individuare il recupero della sensibilità come elemento conoscitivo e unificatore. Tale recupero si pone consapevolmente su un piano di diversità rispetto al razionalismo illuminista, ma non risulta di per sé irrazionale o anti-razionale. Proprio nell’esperienza illuminista troviamo le premesse che il romanticismo svilupperà autonomamente, spesso, ma non sempre, in opposizione. È importante notare come, ne l-la seconda metà del secolo XIX, le tendenze realistiche e decadenti, che caratterizze-ranno quella nuova fase, costituiscano l’estremizzazione dei caratteri del romanticismo. Nella prospettiva romantica, il sentimento appare come una facoltà propria dell’uomo che, senza opporsi alla ragione, offre la possibilità di conoscere ciò che, pur sfuggendo a un’analisi razionale, non è estraneo all’esperienza umana e, anzi, costituisce il proprium di tutti e di ciascuno. In tale prospettiva, la sensibilità romantica pone al soggetto il pro-blema della possibilità di conoscere e rappresentare ciò che è altro da sé, in una sorta di dialogo tra quanto è umano e quello che, per quanto indefinito, è più grande dell’uomo, tra ciò che è individuale e ciò che è universale, tra ciò che è finito e ciò che è infinito. Da queste premesse, nascono molti atteggiamenti che, pur risultando a volte opposti, esprimono differenti reazioni di fronte alla intuizione che si manifesta nel sentimento, determinando quel Sehnsucht (lett. brama), quella perenne insoddisfazione di chi intui-sce ma sa di non poter comprendere né esprimere in modo soddisfacente ciò che ha in-tuito. È così possibile ricondurre alla sensibilità romantica posizioni che costantemente oscillano tra due estremi quali, per esempio, il concetto di titanismo e il concetto di vit-

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timismo : l’uomo, infatti, può trovarsi ora a percepire dolorosamente la sua limitata pic-colezza, ora a esaltarsi nell’intuire la grandezza che permette all’individuo di inserirsi in un’armonia universale.

→ Vedi, a titolo esemplificativo, con riferimento ad autori italiani, l’intreccio di titanismo e vittimismo che permea alcune liriche di Giacomo Leopardi (1798-1837), La sera del dì festa (1820) o La ginestra (1833).

L’atteggiamento in senso genericamente religioso del romanticismo, così attento alla ri-flessione sull’uomo e sul destino, può condurre tanto a scelte di ateismo quanto a un generico misticismo o al recupero delle religioni positive, non più intese come irrazio-nali strumenti dell’oscurantismo conservatore, ma come modalità ragionevoli a cui rap-portare umano e sovrumano, umano e divino.

→ Vedi, a questo proposito, l’ateismo che caratterizza il pensiero di Leopardi o, sul versante opposto, alla religiosità di Alessandro Manzoni (1785-1873).

Le vicende storiche che attraversano l’Europa dalla seconda metà del XVIII secolo alla metà del XIX secolo sono molteplici. Si può tuttavia affermare che tali estremi cronolo-gici coincidono con le vicende che videro la lunga e faticosa lotta della borghesia euro-pea per la sua affermazione. Partendo, infatti, da un contesto illuminista, il romantic i-smo si sviluppa e si definisce parallelamente alla vicenda napoleonica che, allo stesso modo, costituisce una tappa fondamentale per l’affermazione dei valori nazionali e per la loro identificazione con il patriottismo borghese. Il carattere antireazionario, pro-gressivo e borghese del romanticismo emerge poi in maniera netta a partire dalla svolta reazionaria e tradizionalista del Congresso di Vienna.

→ Vedi sul libro di storia le diverse fasi del Congresso di Vienna che si svolse in differenti sessioni a partire dal 18 settembre 1814 fino al 9 giugno 1815. A Vienna la diplomazia delle grandi potenze europee si propose di disegnare gli assetti di quella che dovrà essere l’Europa post-napoleonica.

La borghesia elaborò, anche a livello del comune sentire, una riflessione sul rapporto del singolo con la società. Essa sviluppò, infatti, una nozione di popolo che coincideva con la borghesia medesima, si poneva come alternativa alla nobiltà ed ignorava comple-tamente le nascenti masse dei proletari. In questo modo la borghesia cittadina colta riu-scì a elaborare un rapporto tra sensibilità, affermazione individuale ed equilibrio sociale che permeerà i moti degli anni venti e trenta, fino all’esplosione rivoluzionaria del ’48.

→ Vedi sul libro di storia i moti che caratterizzarono la prima metà dell'Ottocento. Nel 1820 la scintilla scoppiò in Spagna; nel 1830 in Francia. Nel 1848 i moti parigini portarono alla proclamazione della Repubblica, il 25 febbraio. La rivolta di Parigi spinse tutta l’Europa alla deflagrazione. Per quel che riguarda l’Italia, vedi, in particolare, le Cinque giornate di Milano (18- 23 marzo).

Dopo la sostanziale affermazione delle istanze borghesi e delle esigenze nazionali, le manifestazioni del romanticismo continuarono a condizionare gli atteggiamenti della società borghese, riuscendo, nelle grandi città, a improntare di sé soprattutto la piccola borghesia di recente formazione. Poiché, tuttavia, mutavano le condizioni storiche in cui ormai nuove dinamiche sociali andavano definendosi, tali atteggiamenti e idealità ro-mantiche assunsero connotati stereotipati e sopravvissero quasi fino alla fine del secolo, fornendo spunto polemico alle nuove correnti culturali positivistiche e decadenti, che andavano diffondendosi. In Italia, in particolare, si può dire che, pur in crisi, la vitalità

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degli ideali romantici perdurò almeno fino all’inizio degli anni sessanta, epoca della rea-lizzazione dell’ideale unitario.

La filosofia L’elaborazione del pensiero romantico si sviluppa in Germania nell’ambito di tre cena-coli culturali, legati alle città di Jena, Heidelberg e Berlino.

L’elaborazione dei romantici di Jena sottolinea la necessità di identificare con l’intuizione poetica ogni forma d’arte, superando le barriere di spazio e tempo.

→ Vedi sul libro di filosofia il romanticismo di Jena: dal nome della città tedesca in cui si sviluppò il pensiero romantico; tra i principali esponenti i fratelli Schlegel, Friedrich (1772-1829) e August Wilhelm (1767-1845). Era legato al gruppo anche Friedrich Wilhelm Joseph Schelling (1775-1854).

Da tale atteggiamento, ben sviluppato da Schlegel, deriverà l’individuazione di alcuni temi che risulteranno fondamentali del romanticismo, primi fra tutti quelli dell’amore e della morte, in quanto pongono l’uomo di fronte all’altro da sé, invitandolo a riflettere sulla possibilità di superare il proprio limite. L’amore, in particolare, si offrirà a una ri-flessione assai vasta, date le sue implicazioni fisiche e psicologiche.

La sensibilità romantica pone in modo rilevante all’individuo il sentimento del pro-prio rapporto con gli altri e si percepisce diffusamente il senso di appartenenza dell’individuo ad un popolo. In tal senso, soprattutto a opera dei romantici di Heidelberg, condizionati dalla diffu-sione del dominio napoleonico sull’Europa, si evidenzia l’attenzione rivolta al Medioe-vo, l’epoca cristiana e mistica in cui si forma la “personalità” dei singoli popoli e si de-finisce il concetto di spirito germanico.

→ Vedi sul manuale di filosofia il romanticismo di Heidelberg, fiorito tra il 1805 e il 1808, che elabora soprattutto le teorie sulla superiorità germanica, conseguenza della quale fu il recupero della tradizione popolare tedesca .

Tale atteggiamento determinerà una grossa attenzione al recupero della tradizioni popo-lari, di cui tipica prova è l’attività dei fratelli Jakob (1785-1863) e Wilhelm (1786-1859) Grimm che pubblicarono, nel 1816, le Saghe germaniche e, tra il 1812 e il 1822, le Fia-be, una raccolta di racconti tradizionali tedeschi.

Dopo il 1810 il movimento romantico entrerà in una fase involutiva, che esalterà ele-menti onirici e fantastici.

In senso più tecnicamente filosofico, il pensiero romantico, che già con Herder e Ja-kobi aveva cominciato a rifiutare il razionalismo kantiano a vantaggio di una conoscen-za più immediata della realtà e della storia, determina la nascita dell’idealismo, che si prefigge di conseguire una diretta conoscenza dell’Assoluto.

→ Vedi Johann Gottfried Herder (1744-1803) che attribuisce al termine romantico il significato “di ritorno al Medioevo”. Allievo di Kant, se ne staccò, teorizzando un’organica unità tra le forme di espressione dello spirito (le varie arti) che si manifestano nella storia.

→ Vedi Friedrich Heinrich Jacobi (1743-1819) che svolge la critica a Kant rifiutando il dualismo soggetto-oggetto, proponendo una soluzione in cui ogni realtà risulti un fenomeno del soggetto: da tale atteggiamento prende avvio l’idealismo assoluto.

Lo sviluppo dell’idealismo è il risultato della speculazione di Johann Gottlieb Fichte (1762-1814): nell’opera Fondamenti dell’intera dottrina della scienza, pubblicata per la

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prima volta nel 1794 ma più volte rielaborata e riedita, Fichte formalizza la sua dottrina del dualismo Io non-Io, come emanazione dell’Io puro in cui trovano radice e origine tutte le realtà. Con i Discorsi alla nazione tedesca (1808), il filosofo stabilisce un fon-damentale punto di riferimento anche nell’elaborazione della concezione politica del romanticismo, sia sottolineando il ruolo della cultura tedesca e la sua funzione missio-naria ed educatrice, sia ipotizzando una nuova organizzazione dello Stato.

Fichte si propone di superare il pensiero kantiano, che pone al centro della riflessione la correttezza formale delle operazioni conoscitive nei confronti di un oggetto estraneo al pensante. Fichte cerca, cioè, di offrire direttamente l’Assoluto, superando le media-zioni formali delle categorie del pensiero e identificando l’Io con l’entità creatrice e con l’infinito. Dal medesimo tipo di sensibilità si svilupperà la filosofia di Friedrich Wilhelm Sche l-ling che, nel 1800, nell’opera il Sistema dell’idealismo trascendentale, imposta la crit i-ca a Fichte nel tentativo di restituire alla Natura una propria oggettività. Conformemente alla sensibilità romantica, rielaborerà le posizioni di Fichte nel tentativo di riconoscere un’autonoma identità alla natura. Si avranno così concretizzazioni diverse, ora elabo-rando una sorta di filosofia del sentimento, ora riflettendo sull’intimo per riconoscere nella propria coscienza l’Assoluto. I complicati meccanismi di pensiero della filosofia di Schelling verranno criticati da Georg Wilhelm Hegel (1770-1831), che ne recupera la forma, ma la concettualizza i-dentificandola con l’Assoluto o meglio con le modalità con cui l’Assoluto si manifesta e, contestualmente, risulta conoscibile. Dalla rielaborazione di questo rapporto tra ind i-viduo e Assoluto nasce il procedimento dialettico, che costituisce la risposta filosofica che comunemente si ritiene la più conforme alle esigenze conoscitive del romanticismo e più adatte a spiegare la percezione romantica della storia, nella quale sostanzialmente individuo e universale si identificano dinamicamente.

→ Vedi sul manuale di filosofia l’opera di Hegel. Nelle sue innumerevoli opere elaborò la forma più organica di Idealismo. Egli individuò nel procedimento dialettico la modalità di manifestazione dello Spirito e la via della conoscenza, giungendo a una sistematizzazione del sapere e di ogni manifestazione della natura e dell’attività umana. Della ricchissima produzione è fondamentale ricordare la Fenomenologia dello spirito (1807) e La scienza della logica, in tre parti, pubblicata tra il 1812 e il 1816

Proprio la maturità del pensiero hegeliano farà sì che in evoluzione e contrapposizione a tale sistema nasceranno e si svilupperanno gli atteggiamenti di pensiero che saranno ri-conducibili sia alle posizioni decadenti che a quelle positiviste del secondo Ottocento. Mentre infatti si affermava il pensiero idealista, si definirono anche delle posizioni crit i-che nei suoi confronti, che pure furono poco considerate dai contemporanei. Tali atteg-giamenti sono da ricondurre sostanzialmente alle prospettive pessimistiche di Arthur Schopenhauer (1788-1860), che pone il centro dell’esperienza umana nel dolore, e a quelle religiose e antirazionalistiche di Søren Kierkegaard (1813-1855); anche tali posi-zioni antiidealiste, almeno per alcuni aspetti della sensibilità che le caratterizza, sono vi-cine alla sensibilità romantica.

La letteratura: l’Europa Le caratteristiche del romanticismo iniziano a manifestarsi nella letteratura contempora-neamente in due aree geografiche ben distinte, quella britannica e quella germanica. In Germania, quello che tradizionalmente chiamano preromanticismo, si era espresso con

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il movimento dello Sturm und Drang (istinto e passione), ma uno sviluppo della sens i-bilità romantica e, soprattutto, una sua consapevole organizzazione si realizzò a fine se-colo, attorno alla rivista Athenaeum, pubblicata nel 1798 dai fratelli Schlegel per dif-fondere le idee romantiche sull’arte e sulla letteratura.

→ Vedi sul manuale di letteratura il movimento culturale tedesco dello Sturm und drang particolarmente attento alla letteratura.

Contemporaneamente in Gran Bretagna, attraverso un fittizio recupero della tradizione popolare, si diffuse un’attività di riforma del gusto e delle lettere che diede un primo frutto con I canti di Ossian, poesie originali presentate come traduzioni di antichi canti gaelici e medioevali, pubblicati nel 1760 dallo scozzese James Macpherson (1736-1796); essi determinarono in Inghilterra la nascita del gusto sepolcrale. La più definita e consapevole corrente romantica si affermò con la pubblicazione dell’opera Lyrical Bal-lades (1798), di William Wordsworth (1770-1850), nella quale furono inclusi alcuni componimenti di Samuel Taylor Coleridge (1772-1834). Da questi avvenimenti letterari si sviluppò il gusto romantico, che poneva al centro del suo interesse l’osservazione e la rappresentazione dei sentimenti individuali e collettivi, la percezione della vita individuale come frammento di una vita sopraindividuale, l’amore, più o meno appassionato, e la morte.

Il gusto romantico favorì, tra i generi letterari, la diffusione delle ballate di tipo popo-lare e di componimenti più o meno fantastici, adatti a esprimere la fantasia e gli slanci sentimentali. Molto importante, anche per la dimensione europea del fenomeno, fu lo sviluppo del romanzo, non disdegnato anche da intellettuali come Schlegel.

→ Vedi il romanzo Lucinde (1799), di Schlegel, che espresse, suscitando un certo scandalo, le idee romantiche in merito all’amore libero da vincoli e schemi sociali.

Il romanzo aveva già conosciuto, in età illuminista, una grande diffusione; esso infatti risulta molto adatto a diffondere le idee presso un pubblico abbastanza colto e amante della lettura e della riflessione quale era la borghesia, ma non troppo accademico o sofi-sticato nei gusti. Giova in proposito ricordare che il gusto per il Medioevo e quello per la narrazione romantica e sentimentale si unirono determinando la nascita e il successo del romanzo storico, che ebbe in Walter Scott (1771-1832) il suo più insigne rappresen-tante. Lo scrittore, dopo aver scritto poemi di vario tipo, pubblicò nel 1819 Ivanhoe, il cui enorme successo determinò la diffusione del romanzo storico in tutto il continente, influenzando, in Italia, Alessandro Manzoni.

La letteratura: l’Italia Agli inizi dell’Ottocento, il nuovo clima romantico e le tendenze letterarie cui esso dà luogo si diffondono gradualmente anche in Francia e in Italia qualche elemento del gu-sto nuovo. La diffusione delle idee romantiche fuori della Germania fu in gran parte me-rito di Anne-Louise-Germaine Madame de Staël (1766-1817). La de Staël diffuse le i-dee romantiche sulla letteratura in Francia con l’opera De l’Allemagne, scritto nel 1810, ma pubblicato solo nel 1813 per l’opposizione delle autorità napoleoniche. Nel 1816 pubblicò, sulla “Biblioteca italiana”, un articolo con cui invitava gli intellettuali italiani ad abbandonare il loro isolamento e a leggere i testi della letteratura moderna. Nasce, così, la cosiddetta polemica classico-romantica, in cui presero posizione, a so-stegno di M.me De Staël, Giovanni Berchet (1783-1851) con la Lettera semiseria di

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Grisostomo al suo figliolo (1816), e Pietro Borsieri (1788-1852) con le Avventure lette-rarie di un giorno (1816), mentre si schierarono tra gli esponenti del classicismo il Giordani e il Monti. Sul tema del romanticismo intervennero anche il Leopardi e il Manzoni. In Italia, in modo particolare, il romanticismo si andò subito colorando di forti tinte politiche, anche perché la rivista “Il Conciliatore”, che fu il principale strumento del confronto intellettuale e politico e creò una consapevolezza sul romanticismo, risultò da subito espressione e strumento della borghesia e della nobiltà milanese antiaustriaca.

→ Vedi sul manuale di letteratura le vicende de “Il Conciliatore”, pubblicato a Milano dal settembre 1818 al dicembre 1819, quando fu chiuso dalle autorità austriache. Questa rivista raccoglieva gli intellettuali desiderosi di “conciliare” varie posizioni moderne e si occupò di politica, economia e cultura.

L’attività culturale e di riflessione iniziata da “Il Conciliatore” fu continuata dal gruppo di intellettuali fiorentini che, potendo godere di una maggiore apertura da parte delle au-torità granducali, pubblicarono la rivista l’”Antologia”-nata a Firenze come espressione degli intellettuali raccolti attorno al gabinetto di lettura, fondato nel 1819 da Giovan Pie-tro Vieusseux (1779-1863)-che restò in vita con poche interruzioni dal 1821 al 1833. Sul piano strettamente letterario il romanticismo italiano non arrivò mai all’appassionato individualismo di quello inglese o tedesco, e rimase più vicino alle esi-genze politiche del Risorgimento. È tuttavia evidente che numerose istanze romantiche sono presenti e vive anche nei nostri massimi autori del primo Ottocento. Si è soliti ri-condurre alla matrice romantica l’impegno civile e la ricerca di una riforma degli stru-menti espressivi che animarono il Manzoni o il sentimentalismo malinconico del Leo-pardi.

Tra le manifestazioni più interessanti della letteratura romantica in Italia occorre se-gnalare la nascita e la diffusione del romanzo. Mutuato dall’esperienza inglese nella ve-ste del romanzo storico, questo genere letterario risultò adattissimo alle esigenze di dif-fusione ideologica e alla questione della lingua ed al problema della apertura della riflessione culturale a un pubblico sempre più esteso.

La fortuna di tale forma letteraria è dovuta all’intuizione del Manzoni, che riuscì a fornire un’opera che sarà modello sia per la lingua sia per il testo di forte impatto educa-tivo e morale. Sulla scorta dell’esempio manzoniano, il romanzo storico ebbe molto successo e, pur nella uniformità del genere, fu espressione sia di ideali e valori di tipo manzoniano sia di valori più propriamente laici e patriottici. Per quanto riguarda la lirica, anch’essa si dirige a esprimere ideali patriottici e, in un primo momento, non si assiste al recupero della tradizione popolare, come in altri paesi; solo più tardi Niccolò Tommaseo (1802-1874) si occuperà del recupero del patrimonio culturale del popolo.

Superato il momento della “centralità patriottica”, anche sulla scorta di stilemi e mo-delli di provenienza tedesca, si assiste alla diffusione di temi sentimentali, per lo più ste-reotipati, e alla rappresentazione di ambientazioni esotiche e fantastiche; questo roman-ticismo, definito negativamente “arcadico” per la sua superficialità, continuerà a vivere nel gusto della borghesia fino a oltre la metà del secolo, offrendosi come riferimento po-lemico alle nuove generazioni di intellettuali.

L’arte Le riflessioni e la sensibilità romantiche coinvolgono tutte le forme d’arte, ma, nelle arti figurative, non si assiste allo sforzo innovativo che aveva caratterizzato la letteratura.

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Di fatto il gusto romantico influenzò la pittura soprattutto nella scelta dei temi da rappresentare. Un tema particolarmente caro è quello della natura. Si ritrovano elemen-ti romantici nelle descrizioni di paesaggi inglesi di John Constable (1776-1837), nei quali l’uomo tende a sparire armoniosamente nella campagna, oppure nelle raffigura-zioni di Caspar David Friedrich (1774-1840), dove l’uomo contempla l'infinità della re-altà naturale talmente incommensurabile con la finitezza umana da spaventare e attirare contemporaneamente; elementi romantici, sebbene “estremi”, si ritrovano anche nelle rappresentazioni oniriche di Johann Heinrich Füssli (1741-1825).

→ Vedi il dipinto il Monaco sulla spiaggia (1808) di Friedrich, dove viene riproposto il tema del rapporto tra individuo e infinito. Nel quadro un’esile figura umana passeggia su una spiaggia nella quale si perde armoniosamente quasi a confondersi nell’immensità del paesaggio.

L’interesse per la concretezza, che caratterizza la sensibilità romantica, si riverbera in modo particolare sulla ritrattistica in cui spesso si cercò un bello lontano dal modello greco, come accade all’inglese Joshua Reynolds (1723-1792), che spesso ritrasse i mari e i volti della Polinesia. Tale tensione, però, nella rappresentazione di luoghi lontani e individui esotici, fu condizionata spesso dalla spinta romantica verso un ideale quasi ir-raggiungibile, determinando la rappresentazione di ambienti fantastici e di un mondo ideale, come accadde a Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867) che dedicò la sua attività alla rappresentazione di un mondo orientale che non conobbe mai.

→ Vedi il dipinto Bagno turco (1859), di Ingres, nel quale innumerevoli corpi femminili sintetizzano la sua ricerca pittorica. Il pittore, nella rappresentazione del nudo femminile in ambientazioni orientali, aveva espresso la tensione ideale ad un mondo diverso e libero.

Legato alla temperie romantica è il recupero della storia, e i pittori poterono illustrare le vicende napoleoniche sottolineando la soggettività dei personaggi e, al tempo stesso, rappresentando i soggetti in modo idealizzato, caratterizzandoli in modo eroico, come nel caso di Antoine-Jean Gros (1771-1835). Il Medioevo influenzò il gusto dell’epoca anche in pittura, risultando essere quasi l’idealizzazione di un’umanità cristiana e armo-niosa, come nell’esperienza dei nazareni. Anche il pittore veneziano Francesco Hayez (1791-1882) cerca, nella rappresentazione del Medioevo, di soddisfare esigenze roman-tiche, ora dipingendo con lo stesso spirito con cui si scrivevano romanzi storici, ora ri-producendo con minuzioso realismo sentimenti e passioni, desunti dalla tradizione lette-raria.

→ Vedi il dipinto Gli appestati di Giaffa (1804) di Gros, in cui viene descritto un episodio della campagna d’Egitto: Napoleone visita gli ammalati di peste e, con gesto quasi taumaturgico per sottolineare la sua eccezionale personalità, tocca uno degli ammalati con un atteggiamento che suggerisce coraggio e pietà al tempo stesso, come accade nelle rappresentazioni dei santi delle tradizioni popolari.

→ Vedi il dipinto I Vespri siciliani (1846) di Hayez, che esprime attenzione alla storia come luogo di passioni e individualità. Il quadro è ambientato in un contesto realistico che potrebbe essere Palermo.

Parlando di influenza del romanticismo sulle arti, non si può omettere un richiamo alla musica, che, per i romantici, era la forma più pura di arte, in quanto la mediazione mate-riale tra intuizione e rappresentazione risulta ridotta al minimo.

Pur risultando particolarmente difficile distinguere in essa tra momento classico e momento romantico, si è soliti identificare nella concezione ammirata della natura e dei sentimenti, e della forza eroica dell’uomo, un elemento romantico ben presente soprat-

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tutto nell’opera di Ludwig Van Beethoven (1770-1827). L’attenzione alla storia e la tensione patriottica legata al recupero dell’identità nazio-

nale determinò due fenomeni musicali di rilievo: il recupero della tradizione popolare tedesca, a opera di Schubert, e il rilancio della produzione teatrale melodrammatica. Franz Schubert (1797-1828), compositore austriaco, cercò di esprimere nelle sue com-posizioni, spesso brevi e figlie di ispirazioni folgoranti, l’idea di una poesia direttamente sentimentale: di tale musica sono particolarmente significativi i Lieder, che vogliono in-serirsi nella tradizione musicale tedesca. La produzione melodrammatica, anche per le caratteristiche connesse alla sua fruizione a teatro, in un contesto scenico che favoriva l’evasione fantastica e che permetteva una divulgazione di contenuti culturali e politici, palesati dalle vicende narrative e dai testi, ebbe notevole fortuna nel corso di tutto il secolo.

In particolare giova ricordare quale significato ebbe l’opera di Verdi, che, attingendo ad argomenti storici carichi di valenza politica o rivolgendosi al teatro di Shakespeare, espresse molte delle istanze romantiche, anche quando tale sensibilità aveva sostanzia l-mente esaurito la sua spinta propulsiva. Analogo discorso si può fare a proposito del re-cupero della mitologia tedesca operato da Richard Wagner (1813-1883), la cui attività influenzò moltissimo la cultura della parte finale del secolo.

Giuseppe Verdi (1813-1901), pur cronologicamente in ritardo rispetto alla prima fio-ritura della stagione romantica, espresse nei melodrammi molti dei temi e delle istanze romantiche, come nelle opere di derivazione shakespeariana o in quelle di ambientazio-ne medioevale.