Il resoconto dell'Audizione della III Commissione con i vertici di Sma Campania
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Transcript of Il resoconto dell'Audizione della III Commissione con i vertici di Sma Campania
RESOCONTO INTEGRALE
DELLA SEDUTA DI
III COMMISSIONE CONSILIARE
DEL 26 NOVEMBRE 2013
Presidenza del Presidente Giovanni Baldi
Inizio lavori ore 10.45
PRESIDENTE – Buongiorno!
Ringrazio per la presenza, saluto l’amministratore unico della Sma Campania – il
dott. Raffaele Scognamiglio -, il direttore generale – dott. Cosimo Silvestri – e il
direttore tecnico.
L’audizione è stata chiesta dal componente dell’Ufficio di Presidenza, l’onorevole
Marciano a cui cedo subito la parola per un’introduzione.
MARCIANO – Grazie Presidente. Un ringraziamento non formale ai rappresentanti
della società Sma per la disponibilità e per la sensibilità nei confronti della
Commissione, oltre che per la puntualità, dote non particolarmente diffusa in questa
parte del Paese. Un ringraziamento non formale perché mi risulta che siete sollecitati
da Commissioni diverse per rendere audizioni su problematiche che riguardano la
vostra società.
Mi auguro che quest’audizione possa servire a fare più chiarezza sulle condizioni
attuali della società e, soprattutto, indicarci il percorso, la strada, la prospettiva che
avete immaginato per dare certezza e futuro alla società, ai 600 lavoratori e, dunque,
alle tante famiglie. La Sma, dal mio punto di vista, ha rappresentato negli anni
un’eccellenza nel panorama delle allora società partecipate della Regione Campania;
è una società che nasce nel 2001 e che fino a qualche anno fa ha avuto, seppur con
margini risicati, utili di bilancio; un segnale importante e positivo per chi ha diretto
questa società pur tra limiti, difficoltà ed errori che si compiono quando metti in
campo un’operazione importante per la tua regione.
Nel corso degli anni sono cambiate alcune cose, oltre ad essere cambiati più volte i
vertici, in modo particolare negli ultimi 3 anni e mezzo con l’avvio di questa nuova
consiliatura, ma pare confermata l’utilità di questa società; la sua funzione, la sua
missione arricchita da un piano industriale – dovrete dirci voi se abbiamo intuito
bene le cose che sono scritte lì dentro – per me, questo è il primo punto: cioè, che
quell’intuizione e quell’esperienza nata nel 2001 trova confermata la sua utilità e la
sua missione in Campania.
La Sma nasce come società di antincendio boschivo, della tutela del paesaggio, del
sottobosco; basterebbe guardare (anche per smentire – se lo facessimo tutti insieme
non sarebbe male – alcune ricostruzioni giornalistiche che, a volte, cedono alla
tentazione del clamore mediatico e gettano fango su un’esperienza importante) il
numero degli interventi sul terreno dell’antincendio in Campania, un numero
aumentato grazie ai lavoratori e agli operatori della Sma. Ma il dato che un attento
osservatore, come Rizzo sul Corriere della Sera dimentica, è che la valutazione viene
fatta non tanto e non solo sulla quantità di interventi che fai, ma su quanti ettari di
terreno salvi. Perché puoi farne uno e salvare una montagna e ne puoi fare 10 e
salvare metà montagna; il numero del territorio, della quota di paesaggio risparmiata
ai nostri incendi, in questi anni, è notevolmente ridimensionata. Parlano le statistiche
di quante volte la struttura è stata a supporto e utile ad altri corpi dello Stato che
intervengono sull’antincendio boschivo.
Una società che negli ultimi anni ha visto susseguirsi amministratori diversi e il
passaggio per me probabilmente più significativo è quello di qualche mese fa,
quando Sma cambia la sua natura giuridica: quindi, da società partecipata a
maggioranza privata, al 51% privato e il 49% soggetto pubblico regionale, diventa
una società in house.
Questo è stato accolto dai lavoratori delle organizzazioni sindacali come un elemento
di rassicurazione sul presente e, soprattutto, sul futuro per motivi diversi,
probabilmente anche incrociando le difficoltà del momento di fronte alle quali
nessuno si nasconde: ci sono difficoltà di bilancio più risicato, ma anche opportunità
nuove rispetto al passato. Quindi, da questo punto di vista, un giudizio equilibrato,
ma pare di capire che proprio dietro e dopo questo passaggio siano aumentate le
tensioni e le preoccupazioni da parte di lavoratori.
A volte i lavoratori sono anche più avanti delle organizzazioni sindacali, mi rendo
conto di dire una cosa pesante, ma piace sottolinearla in questa discussione, ciascuno
di noi, dalla mattina alla sera incrocia ed incontra bisogni, aspettativi, interessi, ansie,
preoccupazioni da parte di lavoratori e di famiglie.
Dentro il piano industriale – che ci aiuterete a capire meglio – ci sono tratti che
sembrerebbero indicare una prospettiva importante: cioè, Sma Campania riconferma
il suo core business, la sua principale attività, ma si dà anche un'altra opportunità
dentro la più grande emergenza ambientale che stiamo attraversando, la cosiddetta
Terra dei Fuochi che significa, più complessivamente, tutela del patrimonio
paesaggistico, dell’ambiente, presidio del nostro territorio. Anche qui gradiremmo un
punto di chiarezza: ho visto che l’amministratore Scognamiglio sul quotidiano “Il
Roma” del 24 novembre, quindi, 2 giorni fa, ha rilasciato delle dichiarazioni
importanti, impegnando la società in un progetto che dovrebbe realizzarsi e partire
per giugno 2014 che riguarda il rilevamento satellitare a raggi infrarossi da parte
della nostra società. Cose impegnative rese pubbliche a quotidiani importanti locali,
su questo gradiremmo capire di più perché la sensazione è che se è vero che
l’emergenza ambientale in Campania richiede presidio umano fisico, presidio del
territorio, di fronte alla disponibilità enorme di lavoratori che teniamo impegnati a
vario titolo nelle società che curano o si interessano di ambiente, la sensazione è che
ci stiamo muovendo in un modo un po’ disordinato. Per cui, un giorno si dice che
queste attività le dovrebbero fare quelli di Campania Ambiente e Servizi, un altro
giorno, gli stessi vertici regionali ci dicono che quest’attività in quota parte può
essere svolta dai consorzi unici di bacino, quindi, da quella quota di lavoratori;
un'altra volta ancora ci viene detto che una quota rilevante di queste attività, così
come da piano industriale, può essere svolta da Sma Campania. Non vorrei che ci
perdessimo nel mare dei buoni intenti. Per fare e per rendere il migliore servizio alla
nostra comunità dobbiamo rispondere ad una domanda semplice ed essenziale: chi fa
che cosa, con quale quota, con quali risorse, con quali attività.
Dentro quel piano industriale, che traccia spunti interessanti – sui quali non mi
dilungo perché immagino siano oggetto degli interventi dei colleghi di questa
Commissione – si apre un passaggio delicato: per la prima volta nella storia di questa
società si parla di cassa integrazione a rotazione.
Non discuto sulla necessità di rimettere mano all’organizzazione del lavoro,
condizione essenziale e importante proprio per recuperare alcuni limiti ed alcuni
ritardi che ho citato in precedenza – non dobbiamo fare l’elenco di cose accadute,
mentre su altre, meno chiare, si stanno attivando altre Commissioni consiliari e
probabilmente altri uffici dello Stato. Mi attengo al presente: serve una grande ed
utile riorganizzazione del lavoro per contenere costi e ridurre sprechi che ci sono stati
e persistono. Anche in una dichiarata stagione di sobrietà e di rigore persistono
sprechi e inefficienze. Ma serve soprattutto che i lavoratori di una società, dedicata
all’antincendio boschivo e che nasce con questo profilo, svolgano prevalentemente
queste attività. Capisco la discussione quando si vuole ridurre il gap tra
amministrativi e gente impegnata nell’AIB, ma ci vuole un piano. E ai lavoratori si
possono chiedere tutti i sacrifici possibili, che d’altronde hanno già fatto in questi
anni: vi ricordo che, in più di un’occasione, questi lavoratori sono stati inviati a
spegnere incendi sul nostro territorio in assenza di un piano AIB, o anche di un piano
che è stato presentato in ritardo da parte della Giunta regionale, come successo negli
ultimi due anni. Ricordo il penultimo: è stato pubblicato il 31 luglio dell’anno scorso,
quando il periodo di massima allerta dell’antincendio boschivo per decreto inizia il
15 giugno e finisce a settembre.
Abbiamo dovuto registrare anche qualche sacrificio umano in questi anni: non
sempre la vita dei lavoratori viene tutelata adeguatamente, in particolare quando non
viene presentato per tempo un piano di organizzazione per un lavoro che, va
sottolineato, prevede un grave rischio per chi lo effettua.
Su quella montagna arrivo e posso svolgere la mia funzione se ho idea di cosa sto
andando a fare o se posso far riferimento a un piano organizzativo che, forse, tutela
di più la mia vita di fronte a quell’incendio da spegnere.
Siamo, per la prima volta, al ricorso della cassa integrazione. Evito il mio commento
sul perché arriviamo a questo punto: più volte abbiamo sollecitato il Governo
regionale a provare a ragionare insieme su un sistema di organizzazione dell’insieme
delle società partecipate della Campania perché il sistema degli anni passati non è più
compatibile con le condizioni attuali di bilancio. Ma è anche vero che puoi chiedere
il sacrificio ai lavoratori – che, insisto, già ne hanno fatti in questi anni e sono
disponibili a farne ancora – solo in presenza di una prospettiva; altrimenti, tale
richiesta sembra solo una proroga senza fine. Si può avere un vero salto di qualità,
oltre alla sostenibilità del piano industriale, solo decidendo che la difesa del tuo
paesaggio e del patrimonio boschivo siano condizione indispensabile e primaria
nell’agenda politica, e pertanto non soggette solo a progetti da finanziare. Tutto
questo dovrebbe avere, probabilmente, una voce dentro il bilancio ordinario delle
amministrazioni. Cioè, ci sono beni e servizi che non possono essere legati a progetti
che vengono presentati e poi finanziati; questi, secondo me, dovrebbero essere parte
integrante del bilancio dell’amministrazione regionale, per assicurare e dare una
principale e significativa garanzia a quella società. Poi, tutto quello che quella società
riesce a fare per implementare il pacchetto delle proprie attività ben venga,
all’interno di un piano industriale.
Probabilmente a me sfugge questa visione strategica che, mi auguro, sia in capo al
vertice della società; comprendo che siamo di fronte ad un amministratore che si è
insediato da poco, però, poiché ne sono cambiati tanti, noi dobbiamo tentare di
capire. Mi dispiace caricarla e caricarvi di richieste di approfondimento di
informazioni che, però, diventano fondamentali e necessarie perché adesso siamo al
passaggio delicato: piano industriale per i prossimi 3 anni, condizioni di bilancio
risicate, nuova direzione dell’azienda e, per la prima volta, insiste un richiamo alla
cassa integrazione che ha sostenibilità se alla società diamo prospettive. Grazie.
PRESIDENTE – Ringrazio l’onorevole Marciano per la sua introduzione precisa, ha
fatto comprendere tutto l’excursus di questa società dal suo nascere.
Saluto i consiglieri regionali presenti: Zara, Anita sala e Caputo oltre al nostro Vice
Presidente Consoli e al Presidente Amato.
Concedo la parola all’amministratore unico della società, dott. Scognamiglio
Raffaele.
SCOGNAMIGLIO, Amministratore Sma Campania – Grazie Presidente!
Questo è il mio battesimo di amministratore unico in Consiglio regionale, lasciatemi
esprimere il mio vivo apprezzamento per il continuo interessamento di questa
Commissione per le vicende di Sma Campania; spero di poter essere altro e tanto
puntuale rispetto a quanto lo è stato l’onorevole Marciano.
La società che rappresento, da poco di una settimana, sicuramente, è una società che
può rivestire un ruolo importante, di supporto, anche a quella regia unica regionale
che si occupi della previsione, della prevenzione e del contrasto ad una serie di rischi
ambientali; di questa cosa, tutti quanti come cittadini ne sentiamo l’esigenza, ci sono
tanti soggetti, alcuni dei quali non sono solo società in house, ci sono vari soggetti,
anche di competenza statale che intervengono (il corpo forestale dello Stato, i
forestali regionali, i vigili del fuoco) c’è una qualità di soggetti che, sicuramente,
richiede una regia unica che consenta di mettere insieme le varie risorse che abbiamo
sul territorio, la Sma in questo, sicuramente, può garantire un supporto importante a
questa regia unica.
Parliamo di una società che al suo interno ha operatori che sono abituati ad
intervenire prima ancora che si scrivano le carte, questo è il grande patrimonio di
questa società, almeno un pezzo di questo grande patrimonio di questa società: i suoi
operatori e le professionalità che ci sono all’interno della società.
Non parliamo di una realtà che forse ci sarà, di una realtà che forse non sappiamo
come si muoverà, parliamo di una realtà che ha già esperienze concrete di intervento
diretto sul territorio sia in termini di previsione – ricordo che la Sma gestisce il
sistema previsionale regionale per la previsione e per la prevenzione del rischio di
incendio boschivo – sia in termini di prevenzione, quindi, tutte quelle attività che
normalmente vengono svolte prima della Campagna AIB sia in termini di intervento
perché i nostri operatori sono quelli che intervengono sul fuoco, uso l’espressione
che alcuni dei miei operatori utilizzano, mi dicono: “dottò ij stong ngopp ‘o fuoche”.
Oggi è difficile trovare, in Regione Campania, persone che intervengono sul fuoco
nonostante ci sono tante organizzazioni che dovrebbero occuparsi di fuoco, poi,
abbiamo all’interno delle professionalità tecniche di elevato spessore, su questo
anche rispetto ai contenuti del piano industriale avrò il piacere, con l’ing. Cirignano,
di farvi illustrare una serie di attività che sono previste nei piani industriali che sono
diverse tra loro e come, giustamente, si anticipava prima, sono attività che vanno ad
allargare il core business della società, di una società che sta vivendo una grande fase
di trasformazione in primis perché è una società che ha allargato il suo core business
o che comunque si sta avviando ad allargare il suo core business con un portafoglio
di commesse già definito che dovrebbe tendere a crescere, è quello definito nel piano
industriale, ma non è escluso che la società, a breve, riceva altre commesse
dall’amministrazione regionale.
E’ una società in cambiamento perché ha subito una trasformazione in house che,
chiaramente, obbliga l’amministratore della società a porre in essere una serie di
misure organizzative e procedurali tali da far sì che la società possa rispondere
pienamente a tutte le norme previste per le società in house e soprattutto che faccia
cogliere all’amministratore la possibilità di porre in essere, nella società, una forte
azione di trasparenza che è quello che probabilmente è mancato nelle gestioni
precedenti, gestioni precedenti che erano gestioni miste pubblico – privato.
Oggi abbiamo una gestione in house providing il che significa cogliere le opportunità
della trasparenza amministrativa. Questo ci consente di istaurare un nuovo rapporto
con i lavoratori della società, lavoratori che, sicuramente, ragione delle varie vicende,
delle varie amministrazioni che la società ha avuto, probabilmente non hanno
sviluppato un buon rapporto complessivo con l’amministrazione della società e
sicuramente spesso, questi lavoratori, non sono stati sempre coinvolti così come
vorrebbe il buon senso nell’ambito dei processi strategici e delle scelte decisionali.
Abbiamo, come si diceva prima, messo in campo la cassa integrazione, l’idea di
porre in essere e di utilizzare l’opportunità della cassa integrazione in deroga non è
un’opportunità delle ultime settimane, ma è un qualcosa che viene fuori da un
percorso abbastanza lungo che nasce dalla precedente amministrazione che aveva
avviato una procedura di licenziamento del personale, da un tavolo politico in cabina
di regia che ha visto la partecipazione delle organizzazioni sindacali e che ha visto
l’amministrazione regionale spingere fortemente verso la sopravvivenza e la
rivitalizzazione della società, questo tavolo, in cabina di regia, si è concluso, se non
ricordo male, verso la fine dell’ottobre scorso, il 25 ottobre scorso, con l’accordo con
le organizzazioni sindacali che l’azienda stante l’attuale fase di passaggio tra la
vecchia alla nuova gestione potesse ricorrere all’intervento e agli ammortizzatori
sociali.
Appena mi sono insediato ho avviato un tavolo con i sindacati su questa vicenda,
chiaramente, quando si avvia un tavolo con i sindacati, con i sindacati di categoria e
con le organizzazioni sindacali aziendali non si può fare a meno che sfruttare
l’occasione per ascoltare quello che i lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno
da dire su questa società e cercare di costruire quella piattaforma di confronto e di
sviluppo comune, con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali, che
probabilmente all’interno di questa società è sempre mancata. Oggi, posso dire che la
settimana scorsa e parte di questa settimana l’amministrazione della società è stata
fortemente impegnata in un confronto reale con le organizzazioni sindacali; credo
che i confronti e con le organizzazioni sindacali non debbano essere di forma,
sebbene le forme esistono, ma debbono essere reali e sostanziali.
Ci sono una serie di articoli che sono comparsi sui giornali, alcuni recenti, altri meno
recenti, alcuni di questi articoli raccontano una serie di cose che riguardano le
vicende societarie, sprechi, alcuni si chiedono perché ricorrere agli ammortizzatori
sociali visto che sembra ci siano tutte le carte in regola per poter partire subito con
alcune cose. Al di là delle imprecisioni che alcuni di questi articoli riportano, anche
quello che si leggeva prima sugli ultrasuoni, lasciatemi passare una battuta, quando
ho letto l’articolo c’era un mio caro amico che ha letto, insieme a me, l’articolo e mi
ha detto: “sei Mazzinga Zeta?”.
L’ingegnere Cirignano avrà modo di illustrarci, nella realtà delle cose, di cosa si
tratta.
Al li dà delle imprecisioni credo che, alla fine, questi articoli comparsi sui quotidiani
locali siano articoli che ci devono far riflettere su alcuni dei compendi che riportano,
ci devono far riflettere su quello che si diceva prima, cioè, sul fatto che è come se
avessimo una macchina con il pieno e, in qualche modo, stiamo aspettando a partire.
Posso dire che l’amministrazione della società è fortemente impegnata affinché la
macchina parta quanto prima, credo che la scelta di un amministratore unico che è un
giovane funzionario dell’amministrazione regionale normalmente abituato a far
partire le macchine velocemente sia stata fatta anche sulla base di questa esigenza,
però, tutti sappiamo che alcuni processi sono abbastanza lunghi e farraginosi in
amministrazione, questo non ci esime dallo svolgere il nostro ruolo con un maggiore
impegno; se ci sono tanti problemi significa che dobbiamo metterci tanto impegno.
Non voglio, dicendo questo, esimermi dall’impegno che è richiesto dalla situazione e
anche dal fatto di avere a che fare con un unico committente che è anche proprietario
della società che è l’amministrazione regionale.
Credo che oggi, dalle notizie che ho ricevuto nei giorni scorsi, ci siano le condizioni
amministrative per darsi ad una serie di attività pianificate nell’ambito del Pac3 che
sono già inserite nel piano industriale, condizioni che fino a qualche giorno fa non
c’erano e che credo con l’approvazione del nuovo bilancio gestionale siano state
poste in essere; stiamo ragionando con l’amministrazione rispetto ad una serie di
aspetti che concernono gli equilibri economici e patrimoniali della società. Sono
fiducioso che, entro la fine di quest’anno, possiamo arrivare al perfezionamento degli
atti amministrativi inerenti alcuni dei progetti già contenuti nel piano industriale e sui
quali chiedo, tra un minuto, all’ing. Cirignano di scendere nel merito.
In conclusione spero che l’interesse su questa società, da parte di questa
Commissione, resti sopra vivo come lo è stato e come lo è. Quando mi hanno chiesto
di svolgere quest’incarico non conoscevo la Sma, non poteva essere diversamente,
come sapete, non puoi fare l’amministratore unico di una società in house se lavori
nei settori che svolgono attività di controllo e vigilanza per quella società, quindi,
necessariamente bisognava prendere una persona da un altro settore; quando mi
hanno chiesto di svolgere quest’incarico non vi nascondo di aver provano non poca
ansia, ad una settimana dall’incarico sono tornato dagli amici in presidenza che mi
hanno chiamato ho detto: “mi vedete molto più sereno, pensavo che mi avesse messo
su un carrozzone, invece, vi posso dire che mi avete messo a guidare una bella realtà
ed una bella macchina”.
PRESIDENTE – Grazie dott. Scognamiglio! Concedo la parola all’ing. Cirignano.
CIRIGNANO, Direttore Tecnico Sma Campania – Ringrazio l’onorevole
Marciano, il Presidente della Commissione e tutte le persone intervenute per averci
dato quest’opportunità di confronto, spero sia un confronto continuo ed i lavori
possano essere un volano anche per il prosieguo delle nostre attività. Un’occasione
anche per spiegare ed entrare nel merito rispetto ad una realtà, la Sma Campania
vista la possibilità di vedere questa realtà dal vivo, al di là di quello che si racconta
sui giornali di quelle che sono delle distorsioni che troviamo, in giro, sulla stampa
che lasciano pensare al famoso carrozzone politico, al famoso stipendificio di
persone che sono inattive o sono senza far niente in modo continuo.
Come diceva l’onorevole Marciano nella sua introduzione, la Sma Campania ha una
storia, è una società che si è impegnata, negli anni, nella gestione degli incendi
boschivi, è stata la società che ha portato anche l’innovazione delle cosiddette sale
operative unificate regionali, ricordiamo che in passato c’era una pluralità di soggetti
che intervenivano sugli incendi boschivi che facevano delle azioni scollegate sul
territorio; con il progetto appaltato, con una gare pubblica, nell’anno 2007, abbiamo
portato all’interno della Regione Campania – credo che sia un modello da seguire a
livello nazionale, tanto è vero che siamo stati chiamati anche dal corpo forestale
nazionale a Roma, abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci in una Commissione
a Bruxelles sull’antincendio boschivo con attori spagnoli, portoghesi che hanno
appreso questo modello organizzativo con gente interesse – abbiamo avuto
l’opportunità e la forza di creare, in questi 5 anni, delle sale operative unificate e
mettere insieme tutti gli attori che concorrono alla lotta per gli incendi boschivi in un
unico centro decisionale con il grande supporto di uno strumento che oggi diventa un
gioiello, sottolineo, è proprietà della Regione Campania, un gioiello di gestione e di
supporto decisionale a fronteggiare un’emergenza di grande rilievo. La sfida
riproposta nel piano industriale è di diversificare le attività sul territorio, affrontare,
con la stessa mentalità con cui si è affrontata in passato l’emergenza ambientale degli
incendi boschivi, affrontare, quindi, nuove tematiche relative all’ambiente.
Uno dei punti di forza di questa nuova tematica ambientale, anche se rappresenta
delle analogie con l’antincendio boschivo è il discorso dei nuovi progetti nella terra
dei fuochi, quindi, la possibilità di andare ad affrontare questo problema che ormai è
all’attenzione di tutto il Governo nazionale, di affrontare questa grossa emergenza
ambientale mettendo a disposizione l’esperienza e che i nostri operatori hanno
accumulato negli anni.
Come diceva l’amministratore, abbiamo individuato nel piano industriale diverse
attività che sono state oggetto di finanziamenti specifici con i fondi Pac, ricordo
l’anno scorso, nel periodo natalizio, un vecchio amministratore, il dott. De Leo, ci
chiamò per redigere una serie di progetti perché erano partiti i bandi del Pac3 e c’era
la possibilità di attingere a finanziamenti nel settore ambientale, sottolineo che la
Sma Campania è stata l’unica società regionale a presentare progetti per il Pac3
anche grazie, a quello che diceva l’amministratore prima, al materiale umano e
professionalità che ci sono in quest’azienda, che danno la capacità anche di
affrontare le tematiche dal punto di vista tecnico.
Nel dettaglio del nostro piano industriale sono previste diverse linee d’intervento,
nello specifico ci sono dei progetti che vanno a valere sui fondi Pac 3 e abbiamo un
progetto che concorre sempre alla Terra dei Fuochi che va a valere sulle risorse FSC,
nella sostanza abbiamo, come progetti: la manutenzione boschiva, quindi, la
prevenzione del territorio del rischio degli incendi boschivi, con una serie di
interventi sul territorio boschivo mirati a diminuire il carico di incendio in alcune
zone a rischio incendi e facciamo anche un progetto di manutenzione delle aree
percorse dal fuoco, quindi, ridando dignità a quelle aree che purtroppo sono state
colpite da incendi, con la possibilità di una ripresa vegetativa.
Oltre a questi interventi abbiamo realizzato anche un progetto di estensione della rete
di monitoraggio regionale che va a rafforzare ancora di più il nostro cuore pulsante
per l’antincendio boschivo che è il sistema BSS, il sistema di supporto alle decisioni,
quindi, andremo a fare un’estensione del sistema di previsioni meteorologiche e a
sostituire una parte del vecchio parco dei sensori di monitoraggio installati sul
territorio che ormai sono datati anno 2002, hanno o già superato il decennio di
attività.
Oltre a queste misure, poi, ci sono 3 progetti, nello specifico, 2 che concorrono sui
fondi Pac 3 e 1 che rappresenta un progetto sperimentale a valere sui fondi FSC che
rappresentano questa nuova attività sulla Terra dei Fuochi.
Sulla Terra dei Fuochi andremo a fare attività sia di monitoraggio terrestre che di
monitoraggio aereo, smentisco quello che viene scritto sui giornali, di monitoraggio
satellitare, perché non avrebbe sicuramente grossa efficacia andare a fare oggi terra
di rilevamento con dei sistemi satellitari quando abbiamo delle tecnologie più
avanzate.
Come progetto sperimentale abbiamo puntato su dei voli aerei con dei sensori
iperspettrali che ci danno la possibilità di rilevare, nel sottosuolo, la presenza di
percolati e di sostanze inquinanti, oltre a fare il rilevamento nel visibile su questi
aerei che svolgeranno, con cadenza quindicinale, voli sull’intero territorio, cosiddetto
Terra dei Fuochi, che è costituito da 57 comuni del casertano e del napoletano che
hanno sottoscritto, insieme al Vice Prefetto Cafagna, il patto Terra dei Fuochi,
un’area sottoposta al monitoraggio continuo, un’estensione di 107.000 ettari, dove
abbiamo la possibilità di fare anche il rilevamento del visibile con immagini ad alta
definizione che ci danno la possibilità e di analizzare, nello specifico la problematica
degli accumuli nelle diverse aree oggetto di incendio e di verificare, con passaggi
successivi, quindi, con foto interpretazione a valle di queste immagini, del fenomeno
degli incendi nelle aree di accumulo, ovviamente questo rappresenta un progetto di
tipo sperimentale perché ha una durata di un anno, quello relativo ai fondi FSC e ci
darà la possibilità di fare una sperimentazione che potrebbe essere riproposta negli
anni successivi per dare un apporto al contrasto.
Se immaginiamo la grandezza del fenomeno e il lavoro che c’è da fare sulla Terra dei
Fuochi, immagino che nessuno possa pensare, neanche lontanamente, di risolvere il
problema in un anno.
Purtroppo è un disastro ambientale che è stato costruito negli anni, non immagino
che si possa risolvere la problematica nell’arco di pochi mesi.
Stavo dicendo del rilevamento aereo, a questo viene affiancato il telerilevamento di
tipo terrestre, faremo un telerilevamento con sistema di videocar, quindi un
telerilevamento attivo che ci darà la possibilità di trasferire le immagini sul territorio
nel momento in cui ci troviamo di fronte o ad un reato di sversamento abusivo o di
fronte ad un reato di incendi di cumuli di rifiuti, di trasferire immagini sia alla nostra
sala operativa che coordinerà le squadre sul territorio sia le squadre operative dei
vigili del fuoco e delle polizie sia locali che la polizia di stato.
Stiamo sottoscrivendo un protocollo d’intesa e stiamo redigendo un manuale tecnico
per la cooperazione con i vigili del fuoco, questi sono gli attori principali e si
avvarranno del supporto di Sma Campania anche per lo spegnimento degli incendi
dei rifiuti, quindi noi faremo una sorta di primo intervento sul fuoco e in modo
complementare ai vigili del fuoco andremo a fare un’attività che loro non svolgono
sul territorio, che è quella del pattugliamento perché i vigili del fuoco fanno
un’attività di spegnimento ma il loro punto di partenza è sempre il distacco da cui le
squadre operative si sono mosse, quindi, non hanno svolto neanche negli anni, di
fronte ad altre tipologie di emergenza, pattugliamento attivo del territorio cosa che
Sma, come braccio operativo della Regione Campania, può mettere in campo viste le
professionalità e gli uomini che ha a disposizione.
Con questo scenario si capisce che il piano industriale trova una copertura finanziaria
per i prossimi tre anni, ma trova la possibilità di andare ad interessare nuove linee
d’intervento, sempre nella tematica ambientale, andando ad affiancare al core
business ambientale, che è quello dell’antincendio boschivo, delle nuove attività che
possono essere sicuramente di grande interesse per l’ambiente.
PRESIDENTE – Vorrei che si specificasse meglio una delle problematiche
affrontate nel corso dell’introduzione dell’onorevole Marciano per quanto riguarda il
problema dei lavoratori.
SILVESTRO – Ringrazio questa Presidenza e tutti i commissari presenti.
Le attività di spegnimento in Campania le fa Sma Campania, il corpo forestale dello
stato coordina, attraverso il Dos, non intervengono sul fuoco, quindi, lo fa Sma
Campania insieme agli enti delegati, le comunità montane e quanto altro, invece,
nello specifico, a nessuno fa piacere parlare di cassa integrazione, ma voglio
ricordare a me stesso, perché oltre ad avere un ruolo all’interno dell’azienda sono un
dipendente di Sma Campania, sono stato assunto nel 2001 quando nacque questa
società, Corrado Gabriele ricorderà tutte le varie peripezie che abbiamo affrontato in
questo lungo periodo!
Risulta antipatico parlare di cassa integrazione, però, questa parola, purtroppo, viene
avanti non da oggi, ma sono diversi anni, così come, in modo puntuale, ricordava
Marciano, questa è una delle società in house che non ha nulla a che vedere con i
famosi carrozzoni, di cui molto spesso, anche stamane, parla la stampa casertana, si
parla addirittura di 1.000 dipendenti, bisogna fare una smentita.
Nel corso degli anni c’è stato un rapporto falsato tra amministrativi, tecnici e operai,
oggi abbiamo circa 200 amministrativi a fronte di 660 dipendenti, 370 sono gli
operatori e 200 sono gli amministrativi.
Abbiamo trovato, insieme alle amministrazioni sindacali, bene faceva
l’amministratore a ricordare, un modus operandi, quindi, un percorso che sia il più o
meno indolore per quanto riguarda questa categoria degli operai.
Sono 370 operatori che vanno sul fuoco e ci sono altri che fanno solo manutenzione,
linee taglia fuoco, che intervengono durante il periodo non AIB.
La campagna AIB ha visto, purtroppo, circa 70 - 80 operatori inidonei, siamo riusciti
a sopperire a questa carenza perché la prescrizione non era tale, così com’è stato da
parte del datore del lavoro, dell’amministratore, ma soprattutto da parte del medico
competente che ha dichiarato inidonee 70 persone.
Se leggete chiaramente il certificato, si evince chi non può alzare 2 chili, chi non può
stare seduto per raggiungere il luogo di lavoro con l’auto, oggi risultano 70 persone
inidonee a fare qualsiasi tipo di attività, non solo l’antincendio, ma anche tutte le
attività propedeutiche per quanto concerne, poi, l’attacco vero e proprio sugli
incendi.
Con le organizzazioni il 25 avevamo chiuso questo accordo che utilizzavamo solo ed
esclusivamente per due settimane, per tutti i lavoratori, tutti i 660, compresi i quadri,
tutti i lavoratori due settimane di cassa integrazione in deroga, questo faceva si che
l’azienda, dai calcoli fatti, risparmiava circa 900.000 euro, in attesa, perché siamo in
una fase di start up rispetto a tutte le cose che sono state dette: il piano industriale, le
attività che andremo a svolgere da qui a qualche mese, quindi, in attesa di avere
queste nuove attività, ma detto questo, alla fine avevamo concordato con le
organizzazioni sindacali, perché sono due settimane di cassa integrazione in deroga?
Perché originariamente la proposta era quella di mettere in cassa integrazione in
deroga circa 140 – 150 unità, le organizzazioni, insieme a noi, hanno individuato un
percorso diverso e da parte dell’azienda c’è stata la piena responsabilità di avere un
onere superiore in più, perché abbiamo già fatto richiesta all’Inps di cambiare
l’inquadramento dei lavoratori all’Inps, oggi i lavoratori sono inquadrati nel settore
agricoltura che non ha nulla a che vedere con le attività che svolgiamo.
Abbiamo fatto questo su richiesta delle organizzazioni sindacali, quindi, della
richiesta di cambio inquadramento Inps, quindi, di fatto, l’inquadramento dei servizi,
da parte aziendale c’è un onere di circa 3 milioni all’anno in più, perché questo?
Perché ci consentiva, chi è esperto come Marciano, ma lo stesso Corrado Gabriele,
ritengo altrettanto gli astanti a questo tavolo, significa che per l’anno prossimo
potevamo chiedere la cassa integrazione straordinaria anziché quella in deroga,
quindi, per accompagnare circa 140 – 150 persone in cassa integrazione, quindi
all’acquiescenza, perché fino al 2018 c’è la copertura, per quanto riguarda la cassa
integrazione in deroga, i lavoratori non avrebbero perso quasi nulla, perché c’era,
anche dalla parte aziendale, la volontà di riconoscergli anche il ticket, mi fermo a
questo, perché, poi, incontreremo le ultime due organizzazioni sindacali rispetto a
questo problema, perché oggi, stante così le cose, rispetto ai finanziamenti di una
volta, la Terra dei Fuochi è un problema storico, basta seguire i mass media, se vedi
un attimino i telegiornali, ne parlano tutti, tonnellate di materiale radioattivo e quanto
altro, non è che lo risolvi, ma a fronte di finanziamenti della società, quando era
partecipata viveva di finanziamenti, solo per l’antincendio, di circa 30 milioni di euro
all’anno, siamo arrivati a 7.100.000 euro nel triennio.
Siamo riusciti, attraverso i nostri tecnici, a progettare questi famosi Pac, voglio
ricordare, l’unica società ad aver progettato e partecipato ai fondi per la coesione
territoriale, quindi Pac 3, di questi 50 milioni approvati, oggi sono anche esecutivi,
18 milioni li abbiamo dati a Campania Ambiente e Servizi, proprio perché d’accordo
con i servizi della Giunta regionale della Campania, per dare lo start up anche a
Campania Ambiente e Servizi, abbiamo dato due progetti per un importo di circa 18
milioni di euro.
Questa è una società che ha la capacità, le professionalità, dall’ultimo degli operai, in
termini di assunzione, al management, ha dimostrato, sul campo – lo ha ricordato
proprio l’onorevole Marciano – che questa società dà anche un grosso tributo, in
termini di perdite, perché l’anno scorso abbiamo perso due colleghi sul fuoco, quindi,
questa è una società che in questi 12 anni ha sempre operato, ecco perché la famosa
richiesta di cassa integrazione, non è volontà di quest’amministrazione, ma,
purtroppo, il dato è questo, il dato è oggettivo, c’è una sperequazione tra gli
amministrativi e gli operai, dobbiamo addivenire ad una soluzione.
Abbiamo circa 80 – 90 unità che stanno tra i 60 e i 66 anni, c’è anche una normativa
nazionale che non riguarda le società partecipata, ma solo i vigili del fuoco, loro a 55
anni non possono più intervenire sul fuoco.
Anche da parte nostra la volontà l’abbiamo espressa con gli atti formali che abbiamo
indirizzato all’Inps, il cambio di inquadramento per dare l’opportunità ai lavoratori di
arrivare in quiescenza tranquillamente.
PRESIDENTE – Concedo la parola al Consigliere Caputo.
CAPUTO – Grazie Presidente! Voglio precisare che è stato anche un contrattempo
organizzativo, nel senso che io come Presidente della Commissione Trasparenza ho
provveduto, la settimana scorsa, a convocare un’audizione con la Sma, poi mi sono
reso conto di questa concomitante convocazione della III Commissione, ho fatto
attivare gli uffici affinché ne potessimo fare una sola in maniera congiunta, questo
non è stato possibile perché a volte i documenti, in questo palazzo, vanno molto
lentamente.
Su fatti specifici che sono emersi nel corso di altre audizioni nella Commissione che
presiedo, evidentemente ne parleremo venerdì.
Innanzitutto vorrei una risposta in merito all’impegno che la Giunta regionale ha
assunto, di liquidare una somma importante, di circa 3 milioni di euro, se ricordo
bene, entro il 13 dicembre, che riguarda l’agricoltura, se questo impegno è stato
onorato da parte della Giunta regionale.
Poi c’era la altra questione che riguarda gli aspetti gestionali, tra l’altro devo
complimentarmi con il nuovo amministratore perché so che appena si è insediato ha
posto fine, per esempio, a quello che si è ritenuto e che alcuni ritengono uno spreco
costituito dall’allocazione di autovetture per circa 100 mila euro solo nel corso dei
primi 6 mesi di quest’anno, ma, secondo me la questione più importante riguarda la
decisione della cassa integrazione in deroga, anche perché si tratta di fondi regionali,
per il momento congiunturale che stiamo tutti vivendo, probabilmente, c’è da
chiedersi come mai una società in house, la Sma Campania che, almeno in maniera
prospettica, tutti diciamo di avere grandissime possibilità di sviluppo, grandissime
possibilità di realizzare progetti anche importanti e strutturali per la Regione, in un
settore particolarmente delicato, poi, si ritorce su se stessa nel momento in cui decide
di applicare la cassa integrazione in deroga e come sappiamo si applica in momenti
di crisi strutturale dell’azienda o congiunturale; congiunturale, visto che è una società
in house, va esclusa, ma nel momento in cui si va a prevedere una riduzione dei
dipendenti, si è più nell’ipotesi della crisi strutturale, questa è una scelta di natura più
che altro politica, ritengo che una società in house come la Sma non debba, in
qualche modo, ricorrere, come escamotage, a cercare di utilizzare altri fondi della
Regione, perché la Regione è già abbastanza oberata di crisi industriale, penso anche
che questa società che pare, tra l’altro, nell’ultimo bilancio sia stata chiusa anche con
un leggero utile, abbia tutte le carte in regola per camminare da sola.
Inauguriamo anche questo nuovo corso con il nuovo amministratore, inviterei
innanzitutto a rivedere quelle che sono una serie di spese, secondo me, non
giustificabili nei tempi che viviamo.
La Sma Campania, essendo una società in house è l’unica a ricorrere ancora alle
consulenze esterne, per esempio, per i legali, dovrebbe, in base ad una legge
approvata in Consiglio regionale, ricorrere all’Avvocatura regionale, ci sono tante
altre di queste situazioni che andrebbero, a mio avviso, meglio puntualizzate, così
come andrebbe anche meglio puntualizzato, visto il piano industriale anche
abbastanza vago nella sua indeterminazione, sarebbe opportuno configurare meglio
la mission, così com’è stato fatto recentemente per altre società partecipate della
Regione Campania, nel settore dello sviluppo economico e della ricerca, cercare di
avere maggiori sinergie e una più specifica individuazione della mission tra Sma
Campania e le altre società che operano nel settore ambientale.
Auspico che questo avverrà a beve, anche perché ritengo che al di là
dell’innovazione con il nuovo management, il problema di Sma Campania resta tutto
intero, anche alla luce di risultati non particolarmente positivi degli ultimi anni, pare
che ci siano, addirittura, delle azioni di responsabilità che sono state avviate da parte
della stessa società nei confronti degli organi di società, una situazione abbastanza
difficile.
Non vorrei far passare quest’audizione come una semplice passerella dove ci diciamo
che le cose stanno bene, ma le cose non stanno esattamente così, almeno dalle notizie
che sono in mia conoscenza.
ZARA – E’ stato opportuno chiedere il piano di destinazione professionale di queste
persone perché è chiaro che chi è sul fuoco potrebbe anche andare accadere che il
50% degli operai non sia idoneo a giudizio del medico competente per quanto
riguarda questo tipo di attività, però, mi interessa conoscere, dall’interno, forse
l’amministratore unico lo sa già, ma 200 amministrativi su 600 è 1 su 3, ammenochè
non siano 200 ingegneri deputati, per cui c’è una discrepanza notevole all’interno
della società.
Mi sono permesso, prima, senza voler entrare nel merito del rapporto di dipendenza,
anche io sono un dipendente di un’A.S.L., vivo la mia funzione principale come
dipendente, ma è chiaro che una riorganizzazione delle strutture anche impiegatizie,
perché è evidente un carrozzone, non si possono avere 200 impiegati, se non sono
tutte teste, cioè, intelligenze specifiche deputate allo sviluppo della società, 1
impiegato su 3 mi sembra eccessivo.
SILVESTRO – Come società distinguiamo i tecnici dagli amministrativi,
complessivamente sono quasi 200 amministrativi, il rapporto è squilibrato.
Questa è una cosa che va avanti da due anni, da due anni si sta discutendo di questo
problema.
L’affronteremo nella tua Commissione, Nicola.
Alcuni luoghi comuni bisogna sfatarli, quando si parla di automezzi bisogna
ricordare che la mission di questa società è l’antincendio boschivo, nel momento in
cui è intervenuta l’acquisizione da parte della Regione compagna di tutte le azioni,
quindi, oggi la Regione ha acquisito prima a maggio – giugno per 2012 il 100%
delle azioni, quindi il 51% dei privati, poi è stata trasformata in house, i lavoratori
che sono impegnati sull’attività di spegnimento devono, comunque, dalla base
operativa, portarsi sul fuoco, quindi, come ci vanno? Ci vanno con gli automezzi.
Nel momento in cui il privato è andato, si è portato gli automezzi che aveva in fitto,
quindi i contratti, quindi ha disdetto tutti i contratti di fitto che avevamo.
Nel momento in cui è andato via il privato eravamo senza mezzi, dovevamo
ottemperare a quella che era la mission, non solo, siccome non eravamo ancora una
società in house, quindi non eravamo tenuti a fare una gara, però il nostro
responsabilità della qualità e sicurezza ha convocato 6 – 7 società che fanno questo
tipo di attività e quella più economica è risultata all’Herz, però siccome ci
avvicinavamo al periodo di attività non solo dell’antincendio boschivo, ma anche
della pulizia del sottobosco, i lavoratori devono essere portati sui cantieri, quindi, se
non avessimo fatto questo, non avremmo ottemperato a quella che era la nostra
attività, la mission.
Queste sono le cose che bisogna smentire, lo faremo con atti venerdì prossimo, così,
come, Nicola, ti invito a verificare che cosa è avvenuto, nel frattempo, con la legge
nazionale, la legge di stabilità, la quale, quando si è insediato il predecessore del dott.
Scognamiglio, la prima cosa che facemmo insieme al nostro ufficio legale, era di fare
una convenzione con l’Avvocatura regionale, dopodiché è intervenuta una legge
nazionale, la legge di stabilità ha stabilito che le avvocature regionali non possono
difendere le società partecipate, ma solo ed esclusivamente dell’ente, una legge di
stabilità che prevede questo, quindi, siamo stati invitati, da parte dell’Avvocatura, ci
hanno mandato una nota la quale dice: “è intervenuta questa legge, non possiamo più
difendere le società in house!”.
Abbiamo fatto una serie di indagini, dove il socio che ha dichiarato fallimento, prima
aveva chiesto il concordato che non gli è stato accertato, quindi, si è dichiarato
fallito, creò ad arte, quindi, sono cose che affronteremo nella sua Commissione, però,
ti dico che è con passivo di 13 milioni di euro, quindi, 13 milioni di Sma Campania
sono transitati in Sma S.p.A. che era il socio, quindi, si siamo insinuati al passivo,
quindi, con l’Avvocatura regionale, siamo in attesa che la curatela ci chiami, poi,
queste cose le affronteremo nelle sedi opportune, quindi, una di queste è la
Commissione Trasparenza.
PRESIDENTE – Concedo la parola all’onorevole Sala.
SALA - Noto con piacere che ognuno ha capito che tutto va un po’ ridimensionato e
che le società devono, intanto, produrre e andare anche in attivo.
Mi chiedevo: non ci sono troppe cose che si sovrappongono in questa visione
regionale? Perché la Sma fa l’antincendio, poi ci sono le comunità montane, poi ci
sono i forestali, poi ci sono i vigili del fuoco, anche il piano che si va a stilare
dovrebbe, in effetti, fare in modo che in capo ad ognuno ci sia una responsabilità e
un compito, altrimenti non si sa chi interviene su questi antincendi.
La terra dei fuochi non è quello che sta sotto, la terra dei fuochi è quello che si brucia
giornalmente sopra, in un anno tenderemo di aggiustare questa situazione?
Il parlavate di aerei che fanno fotografie, mi sembra che ci sia pure un accordo
regionale che si deve stilare, facciamo in modo che non ci siano tanti mezzi che
fanno tutti la stessa cosa.
Vorrei spezzare anche una lancia per i forestali, questo è un problema regionale,
queste persone veramente non prendono lo stipendio non per colpa loro, stiamo
venendo a sapere che, in effetti, sono proprio le comunità che non fanno nemmeno i
resoconti.
Facciamo in modo che ognuno, poi, non si sovrapponga, altrimenti avremo un
doppio pagamento.
Per quanto riguarda la cassa integrazione vedremo più in là, se è una società in house
e se ha tutte queste potenzialità e se la Regione Campania ha bisogno di queste
potenzialità dovremmo andare in attivo. Grazie!
PRESIDENTE – La parola al Consigliere Gabriele.
GABRIELE – Noto positivamente che si mettono al centro della discussione le
questioni che riguardano la stabilità dell’occupazione e penso che la riunione di
stamattina ci servirà, purtroppo al termine di intervento devo andare via, però, tutto
quello che diciamo viene registrato e diventa materia di discussione sia per la
Commissione che per il Consiglio, penso che sia importante fare il punto della
situazione, non soltanto su alcuni aspetti che possono saltare agli occhi come il
numero dei dipendenti degli enti che sono addetti agli aspetti amministrativi o alcune
cose che a volte rimbalzano dai giornali e ci dicono di come sono stati fatti gli
acquisti all’interno di una società o di un’altra, a me quello che interessa è se il
cammino che abbiamo iniziato, ormai dieci anni fa, sulla scorta di una legge che
diceva che i lavoratori che venivano messi, in particolare quello della Sma, insomma,
quando si chiude la legge sulla stabilizzazione degli LSU, forse dimentichiamo che
dieci anni fa migliaia di lavoratori cacciati fuori dalle fabbriche e dai cicli produttivi
vennero affidati allo Stato con la possibilità di un reimpiego e quella è stata l’ultima
volta che il Paese si è occupato delle persone che andavano fuori anche dai
meccanismi degli ammortizzatori sociali, l’ultima volta, in particolare, che si è
occupati del lavoro che veniva meno al sud.
Per dieci anni alcune amministrazioni che in un periodo hanno avuto comportamenti
virtuosi, minori periodi possono aver avuto comportamenti vicini all’illegittimità,
non hanno mai, però, nel voler coniugare il momento amministrativo, il servizio al
cittadino... l’occupazione, invece, la soglia dell’illegalità, molto spesso lo dico e lo
ripeto sia perché dai giornali si parla troppo e male delle società pubbliche, senza,
poi, ricordare che se esistono queste società pubbliche è perché il privato è fallito
nella gestione di alcuni servizi essenziali, si è dovuto fare ricorso alla casa madre
dello Stato, in questo caso alla Regione, anche perché, poi, l’utilizzatore finale di
quello che noi registriamo non è solo il Consiglio, ma sono anche le strutture che
controllano che tutto quello che facciamo, come attività, sia all’interno del solco
della legge.
Tante volte, in questa Commissione abbiamo avuto modo adesso parlare dell’Astir,
mi sono trovato le mie dichiarazioni in favore dei lavoratori all’interno di fascicoli
d’indagine della Corte dei Conti, com’è ancora in corso, ne addebitano un danno per
aver fatto riferimento, in Commissione, che la Regione doveva fare uno sforzo per
mantenere viva l’occupazione, poi, te li ritrovi virlogettati all’interno di un fascicolo
che chiede allo Stato che tu difendi, perché qui lo rappresenti, una restituzione di
somme delle quali non dispongo, credo che lo Stato si dovrà accontentare delle
briciole che eventualmente trova se si conclude in un certo modo, lo stesso vale per
la Sma, è evidente che quando c’è una Commissione trasparenza è bene che nella
Commissione trasparenza si analizzano tutti i conti, se c’è qualcuno che ha sbagliato
paghi e se c’è qualcuno che deve restituire restituisca, ma non si sfugga al tema che
ci sono 600 lavoratori che possono svolgere, hanno svolto e svolgeranno, per i 6
milioni dei cittadini della Campania, un compito fondamentale, che è quello di
prevenire il patrimonio boschivo della Regione Campania.
Ultimamente ce ne siamo occupati in Consiglio senza divisione tra maggioranza e
opposizione per fare in modo che anche la società Sma, come le altre società
regionali, possano essere utilizzate per il tema della Terra dei Fuochi, questa
immensa bolla che non ci fa dormire la notte, non ci fa mangiare prodotti agricoli,
non ci fa neanche bere l’acqua del rubinetto, poi ognuno si comporta come vuole,
però, avere 600 persone che possono non soltanto preservare il patrimonio boschivo,
ma anche, all’occorrenza, essere in linea nel campo delle bonifiche, avendo
sviluppato tantissime competenze nel corso di questo decennio e più, penso che sia
uno strumento di cui la Regione non possa liberarsi, lo dico, è vero che in
Commissione non si danno giudizi su quello che è accaduto, ma si ascolta,
ascoltando le cose che ho sentito, in parte perché sono arrivato tardi, ma che conosco,
perché il mestiere del Consigliere regionale si fa dalla mattina alla sera, non ho
capito tanto lo spirito d’iniziativa del Consiglio, non ho capito che cosa vuole fare la
Giunta, dopo che ha reso in house questa società, qual è il piano con cui vuole fare in
modo che sia stabile, ma non la stabilità che viene votata, la prossima settimana,
definitivamente in Parlamento, è una stabilità monetaria, noi parliamo della stabilità
dell’occupazione e, insieme alla stabilità dell’occupazione, il servizio che serve al
territorio, perché per me è indispensabile che la Regione che ha il più grande memore
di parchi naturali, abbia uno strumento che sia anche superiore a quello che, magari,
viene messo in campo da altre regioni, noi siamo la Regione che ha, per superficie
territoriale, l’estensione più grande di riserve naturali, di parchi, dobbiamo anche
considerare che se facciamo la meglio con le altre regioni dobbiamo spendere di più?
Non possiamo stare sempre 1 ogni 100.000 abitanti o altro, se abbiamo una
superficie in più da difendere, abbiamo bisogno di più persone.
Sono d’accordo con la collega Sala che bisogna creare un coordinamento tra le varie
istituzioni, penso che la Giunta regionale serva proprio a questo, altrimenti non
capisco a che cosa possa servire l’interazione che c’è nella cabina interassessorile
rispetto alle società partecipate, questo vale per l’ambiente, per i trasporti, la Giunta
regionale non è un soggetto che ha la gestione dei contratti, come dice a volte
l’Assessore Vetrella, lui non è l’Assessore ai trasporti, è l’Assessore alla gestione dei
contratti con le aziende dei trasporti, c’è un Assessore all’ambiente, c’è un Assessore
alla difesa del suolo, c’è un Assessore al lavoro che sovraintende per Caldoro, venga
qui in Commissione e ci dica per Sma, per Astir e per le altre società che cosa
bisogna fare.
Abbiamo dimostrato come Consiglio regionale che quando si è voluto razionalizzare
l’uso delle partecipate eravamo tutti pronti a cambiare cose che hanno scritto male e,
come voi sapete, senza neanche sentire i rappresentanti dei lavoratori e i sindacati.
Ci siamo seduti in Consiglio e abbiamo modificato la legge, così come due anni fa
abbiamo scritto una legge che tutelava i lavoratori rappresentati su altri tavoli di
Astir, poi, da questo momento in poi non abbiamo capito qual è la prospettiva, non
sappiamo quali sono i piani industriali, forse Sma un po’ più avanti rispetto alle altre
società, vogliamo ragionare su quello, sul resto ci sono i giornali che devono
dipingere sempre a tinte fosche ogni volta che c’è un’azienda pubblica bisogna dire
che è un carrozzone, però, vorrei che, in qualche maniera, si dipingesse anche che
cosa fa il privato quando vince un appalto rispetto a quello che è il mandato che gli
viene dato rispetto ad un obbligo verso il committente.
Questa regione ha deciso di non far fare una serie di attività sull’ambiente alle
società pubbliche e, poi, ha deciso, invece, di mettere in appalto 160 milioni, è una
scelta politica della Giunta, indiscutibile perché adesso, così, si viaggia con questo
tipo di principio, vogliamo vedere quali sono i risultati a fine giornata, a fine mese, a
fine mandato perché penso che ci sono 600 lavoratori della Sma, 400 dell’Astir, non
si può dire: “poiché siete carrozzoni siete beneficiari!”.
Nessun lavoratore vuole stare in cassa integrazione. Una delle ultime polemiche che
è venuta non da un esponente del centro destra, ma da un esponente del centro
sinistra, tra l’altro Presidente della Commissione Bilancio che ha dichiarato che un
cassintegrato su quattro è falso perché non è un cassintegrato a cui corrisponde
un’ipotesi di rioccupazione, come se la cassa integrazione non la chiedesse l’impresa
ma i lavoratori, poiché a me non risulta che un lavoratore prende la penna, scrive
all’Inps: “mi riconosce la cassa integrazione perché non voglio lavorare?” è sempre
l’impresa che la chiede perché sa che, poi, ci sarà una rioccupazione, questo per dire
che bisogna, forse, rimettere le parole al posto giusto, noi al posto giusto ci siamo,
perché ascoltando il sindacato, articoleremo in Commissione, ma anche in Consiglio,
le nostre proposte e le nostre dichiarazioni per quel che riguarda la Sma che io
ritengo indispensabile al netto di quello che, poi, deve essere risistemato, ci sono
degli amministratori, ci sono altri luoghi dove ci si può confrontare, come la
Commissione che presiede l’onorevole Caputo, vorremmo che formalmente la
Giunta venisse qui a dirci che cosa succederà di quest’azienda pubblica.
PRESIDENTE – Concedo la parola al Consigliere Passariello.
PASSARIELLO - Vi chiedo scusa per essere arrivato in ritardo, anche perché non
faccio parte di questa Commissione, ma la Sma è una società che ho sempre seguito
già dalla scorsa legislatura.
Ringrazio, anche se non presente, l’ex amministratore per il lavoro che ha fatto,
faccio gli auguri al nuovo amministratore per il lavoro che sicuramente farà, però
devo fare alcuni appunti a questa Commissione.
Non credo che questo appunto vada al Presidente, ma credo che a 7 giorni dalla
nomina di un amministratore sia superfluo che lo si convochi per parlarci della Sma.
Invito gli altri Presidenti di commissione a dare un po’ di tempo al nuovo
amministratore affinché abbia coscienza di quello che è il lavoro che lo aspetta, di
quello che è il lavoro che è stato fatto, quello di stilare un programma da presentare
alla nostra attenzione, senza nulla togliere alla dirigenza, però a me interessa sapere
qual è la linea dell’amministratore.
Siamo abituati a collocare l’amministratore in una società, però, credo che
principalmente mi interessa sapere qual è la direzione che questa nuova
amministratore vorrà prendere, è chiaro dire che cosa si pensa, dei correttivi che si
vogliono suggerire senza sapere, dall’altra parte, qual è il programma, mi sembra
fuori luogo, mi sembra scorretto.
Ho parlato direttamente con il Presidente Caldoro, credo che il Presidente Caldoro,
tra i tanti impegni abbia il tempo di trasferire, anche tramite l’Assessore competente,
queste nostre preoccupazioni, credo che siamo in grado di poter fare una giusta
collaborazione nei confronti dell’amministratore della Sma.
PRESIDENTE – Concedo la parola al Consigliere Marciano.
MARCIANO – Questo non è un Tribunale di inquisizione, è un’audizione. Al
Consigliere Passariello è mancata l’introduzione che ha fatto l’amministratore, il
quale ci ha assicurato che, dopo la nomina, ha avuto modo di farsi un quadro diverso
e approfondito dell’eredità Sma, che gli ha consentito, in pochi giorni, di esprimere
un giudizio positivo nei confronti di questa società.
E’ il terzo amministratore che si sussegue nel giro di qualche anno: dobbiamo tentare
di non attribuire a questa Commissione una funzione burocratica e, poiché parliamo
di una società in house, mi auguro che gli amministratori, come noi, condividano che
questo tipo di lavoro serva non a giudicare cose che si stanno facendo, ma a
rafforzare quanto si sta facendo. Perché, accanto alle cose positive dette e alla
quantità attività presentate anche dal piano industriale, rimane un elemento di
preoccupazione: la società in house ha cambiato più volte gli amministratori in questi
anni, ma nel frattempo il governo regionale non ha cambiato le sue responsabilità e le
deleghe per la larga parte degli assessori presenti in Giunta. Oggi abbiamo qui solo
una parte in causa, ma manca la seconda; questo non è un elemento di giudizio, è un
elemento di preoccupazione.
Se le cose vanno male a Sma o vanno male a Campania Ambiente e Servizi il
problema non è su chi ricada il giudizio politico che ne deriva. Questa valutazione
spetta solo ai singoli lavoratori, nella loro autonoma scelta nel segreto dell’urna. Di
fondo c’è invece la vita delle persone, dei lavoratori e delle famiglie. Ed è perciò
elemento di preoccupazione, che rimetto alla vostra riflessione e serietà per le
funzioni che svolgiamo, non avere qui, di fronte agli amministratori di una società in
house, il governo regionale – avvertito per tempo, come sempre fa questa
Commissione, in modo rispettoso e sensibile nei confronti del governo regionale e di
tutti gli attori istituzionali – l’Assessore all’ambiente, l’Assessore all’agricoltura,
l’Assessore Nappi che guida la cabina di regia delle crisi in Campania, la presidenza
della Giunta regionale, i loro delegati, e neppure una formale comunicazione per dire
che oggi tutti erano impegnati (può capitare una giornata ricca di coincidenze strane).
Non aggiungo altre riflessioni. Accompagneremo gli amministratori, ai quali non
deleghiamo una funzione, ma ci permettiamo di suggerire qualche consiglio sulla
scorta di quella che è stata l’esperienza di 12 anni – con luci ed ombre, come sempre
quando le esperienze vivono per tanto tempo, nel corso di più stagioni politiche e
soprattutto di un arco temporale significativo – di una società che oggi conferma il
fatto di non essere né un carrozzone né uno stipendificio, ma di essere utile alla
nostra Regione. Tra l’altro, se difendessimo pubblicamente queste valutazioni, che
spesso rendiamo solo agli atti delle commissioni, faremmo meglio la nostra funzione
e faremmo di più il bene della società e della Regione. Grazie.
PRESIDENTE – Ringrazio tutti per la partecipazione. Nell’esposizione che
l’amministratore ha fatto, c’è stato un passaggio in cui dice di aver accettato, con
grande ansia, la vita di questa società, ma nel tempo si è rasserenato, avendo, questa
società, una sua utilità e, naturalmente, essendo una società importante dove c’era
uno spiraglio anche per i lavoratori, questa era stata la sua introduzione, possiamo
ripetere quest’audizione da qui a 10 - 20 giorni, in maniera più sereno, sapendo che i
fondi... sono stati con tante belle progettualità e parte di questa progettualità è andata
anche alla società Campania Ambiente, questo è stato un gesto importante perché
anche loro sono in difficoltà e con questa progettualità possono tirare un respiro di
sollievo.
La situazione per i lavoratori risulta essere importantissima, siamo una Commissione
non solo per le attività produttive, ma per il lavoro, quindi, questo ci tranquillizza
perché si è aperto uno spiraglio per i lavoratori che non solo sono deputati alla tutela
degli incendi boschivi, ma l’orizzonte si è allargata alla tutela ambientale in genere,
quindi, vi ringrazio e raccolgo l’invito che viene da Passariello, Marciano e da
Caputo, mi scuso perché avevamo avuto la richiesta di avere una Commissione
congiunta, la faremo congiuntamente, ne faremo altre, quando volete, perché questo
è il compito dei consiglieri e dell’Ufficio di Presidenza.
Vi ringrazio, la seduta è tolta.
I lavori terminano alle ore 12.45