Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

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MARZO 2012 V olete lasciarvi velocemente? In Inghilterra esiste il divorzio fai da te. Basta inserire i dati personali su un sito e sei di nuovo libero. Oggi molti amori nascono su internet ed è giusto che finiscano allo stesso modo. Oggi ci sono siti specializzati per trova- re l’anima gemella: clicchi e trovi la donna dei tuoi sogni. L’unico proble- ma è che non sai mai chi c’è dall’altra parte. Mio fratello ha chattato in uno di questi siti, ma qualunque cosa scri- vesse quella gli rispondeva sempre alla solita maniera: “Sono escort, 80 euro l’ora. Telefonami” . Mio fratello un po’ c’è stato, poi ha risposto: “Sono precario, 30 centesimi al minuto. Te- lefona tu che è meglio!” . In Florida ci si può anche sposare via internet. Da noi se la sposa cambia idea abban- dona l’altare, in Florida fa partire di- rettamente l’antivirus! Da noi un ma- trimonio può essere ostacolato dalle famiglie o dai problemi economici. In Florida il matrimonio può saltare solo per un motivo: se salta la connessio- ne! Basta con questi matrimoni dove ci si svena per invitare duemila per- sone. Per sposarsi su internet bastano lui e lei. Gli invitati? Prendi la foto di una folla e la scannerizzi. I sentimen- ti dell’uomo sono fugaci, per questo serve il computer, una macchina che li catturi velocemente: in Italia ci vo- gliono anni per divorziare, in Inghil- terra basta un click con il mouse. E se invece di un click ne fai due, mandi a quel paese anche la suocera. Amici, connettiamoci! *Comico Andrea Muzzi* Divorziare in un click Palagiustizia, cantieri del tram e stadio all’orizzonte: il rione tra problemi e novità REPORTAGE LA NUOVA NOVOLI PAGG.8-9 La Fiorentina vuol tenerselo stretto, ma molti top club gli hanno ormai messo gli occhi addosso SPORT TUTTI SU JOVETIC PAG.29 Piccoli vs grandi, “battaglia” in sala c inema PAGG.24-25 Come stanno gli ospedali S ono tornati, come periodicamen- te accade, al centro delle crona- che nazionali. E – come quasi sempre in questi casi – a causa di episodi di malasanità. Parliamo degli ospedali, strutture di fondamentale importan- za per la società. Ma qual è lo stato di salute di quelli di casa nostra? Per fare un po’ di luce siamo andati a caccia di numeri, che spesso riesco- no – più delle parole – a fotografare con esattezza la situazione. Ebbene, i numeri degli ospedali dell’area fiorentina “allargata” dicono che qui da noi le cose non vanno male. D’altronde, si sa, il sistema sanitario toscano è – per molti versi – tra quel- li che funzionano meglio in Italia. Anche se alcuni nei non mancano. Nei che spesso assumono il volto dei lunghi tempi di attesa al pronto soc- corso o per fare qualche esame. Non sempre, ovviamente, ma succede an- che questo. PAGG.10-11 di Giulia Righi Sosta selvaggia, multe “al volo” in a uto PAG.18 PAG.6 Una nuova moschea? Dibattito nel quartiere PRIMO PIANO A tu per tu con il vicepresidente del Firenze Sud, per scoprire gli obiettivi della società NON SOLO PALLONE PAG.31 Il Galluzzo continua ad attendere un’opera nodale per la viabilità. Il punto della situazione IL BYPASS “INFINITO” PAG.3 Q 3 Il Giornale del tuo Quartiere Periodico d’informazione locale. Anno VI n.18 del 1 marzo 2012. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 EDIZIONE DEL QUARTIERE 3 • 16.868 COPIE DISTRIBUITE DA 1207715 STUDIO DENTISTICO DR. GIUSEPPE GARRUBBA ABBIAMO LA PROPOSTA ADEGUATA PER LA SOLUZIONE DEL TUO CASO. VISITA GRATUITA. CONSULTARCI NON TI COSTA NIENTE via Lungo l'Affrico 42 - TEL. 055. 660225 www .cur ailtuosor r iso.it

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Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

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MARZO 2012

Volete lasciarvi velocemente?

In Inghilterra esiste il divorzio fai da te. Basta inserire i dati personali su un sito e sei di nuovo libero. Oggi molti amori nascono su internet ed è giusto che finiscano allo stesso modo. Oggi ci sono siti specializzati per trova-re l’anima gemella: clicchi e trovi la donna dei tuoi sogni. L’unico proble-ma è che non sai mai chi c’è dall’altra parte. Mio fratello ha chattato in uno di questi siti, ma qualunque cosa scri-vesse quella gli rispondeva sempre alla solita maniera: “Sono escort, 80 euro l’ora. Telefonami”. Mio fratello un po’ c’è stato, poi ha risposto: “Sono precario, 30 centesimi al minuto. Te-lefona tu che è meglio!”. In Florida ci si può anche sposare via internet. Da noi se la sposa cambia idea abban-dona l’altare, in Florida fa partire di-rettamente l’antivirus! Da noi un ma-trimonio può essere ostacolato dalle famiglie o dai problemi economici. In Florida il matrimonio può saltare solo per un motivo: se salta la connessio-ne! Basta con questi matrimoni dove ci si svena per invitare duemila per-sone. Per sposarsi su internet bastano lui e lei. Gli invitati? Prendi la foto di una folla e la scannerizzi. I sentimen-ti dell’uomo sono fugaci, per questo serve il computer, una macchina che li catturi velocemente: in Italia ci vo-gliono anni per divorziare, in Inghil-terra basta un click con il mouse. E se invece di un click ne fai due, mandi a quel paese anche la suocera. Amici, connettiamoci!

*Comico

Andrea Muzzi*

Divorziarein un click

Palagiustizia, cantieri del tram

e stadio all’orizzonte: il rione

tra problemi e novità

rePortAGe

LA NUOVA NOVOLI

PAGG.8-9

La Fiorentina vuol tenerselo stretto,

ma molti top club gli hanno ormai

messo gli occhi addosso

sPort

TUTTI SU JOVETIC

PAG.29

Piccoli vs grandi,“battaglia” in sala

cinema

PAGG.24-25

Come stanno gli ospedali

Sono tornati, come periodicamen-te accade, al centro delle crona-

che nazionali. E – come quasi sempre in questi casi – a causa di episodi di malasanità. Parliamo degli ospedali, strutture di fondamentale importan-za per la società. Ma qual è lo stato di salute di quelli di casa nostra? Per fare un po’ di luce siamo andati a caccia di numeri, che spesso riesco-no – più delle parole – a fotografare con esattezza la situazione. Ebbene,

i numeri degli ospedali dell’area fiorentina “allargata” dicono che qui da noi le cose non vanno male. D’altronde, si sa, il sistema sanitario toscano è – per molti versi – tra quel-li che funzionano meglio in Italia. Anche se alcuni nei non mancano. Nei che spesso assumono il volto dei lunghi tempi di attesa al pronto soc-corso o per fare qualche esame. Non sempre, ovviamente, ma succede an-che questo. PAGG.10-11

di Giulia Righi

Sosta selvaggia,multe “al volo”

in auto

PAG.18

PAG.6

Una nuova moschea?Dibattito nel quartiere

PRIMO PIANO

A tu per tu con il vicepresidente

del Firenze Sud, per scoprire

gli obiettivi della società

NON SOLO PALLONE

PAG.31

Il Galluzzo continua ad attendere

un’opera nodale per la viabilità.

Il punto della situazione

IL BYPASS “INFINITO”

PAG.3

Q3Il Giornale del tuo Quartiere

Periodico d’informazione locale. Anno VI n.18 del 1 marzo 2012.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

EdizionE dEl QuartiErE 3 • 16.868 copiE distribuitE da

1207715

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il reporterè un periodico di 10 edizioniche mensilmenteviene distribuito da in 216.486 copie

IL CASO/1. La mattina del 29 settembre 2011 in viale Europa non ci sarebbe stata alcuna violenza

Ci sono rimasti tutti a bocca aper-ta, per ben due volte. La prima, lo scorso 29 settembre, quando hanno appreso dalla stampa e dai

racconti dei vicini di casa cosa era successo quella mattina in viale Europa: una donna era stata violentata in un’aiuola dietro ai portici. La seconda volta a fine gennaio, nel leggere su “La Nazione” che quella “famosa” mattina in realtà non ci sarebbe stato nessuno stupro, ma che invece sarebbe stata la stessa donna a inventarsi tutto, procurandosi addirittura feri-te fisiche. Ci sono rimasti prima agghiacciati e poi disarmati gli abitanti della zona. E la triste vicenda, che in attesa dei risultati delle indagini era stata messa un po’ da una parte, è tornata nuovamente a far parlare il quartie-re. Se inizialmente ci si chiedeva chi fosse quell’uomo capace di commettere un atto così vile e feroce, e quali fossero state – am-messo che ce ne potessero essere - le ragioni che l’avevano spinto a tanto, successivamen-te le attenzioni della gente si sono spostate sulla donna protagonista di questo spiacevole episodio: la barista di 39 anni che, da vittima, ha visto ribaltarsi (o rischiare di farlo) la sua posizione. Lei, che all’alba del 29 settembre 2011 stava andando a lavorare in un bar dei dintorni quando, improvvisamente – aveva raccontato – era stata aggredita alle spalle da un uomo incappucciato. Poi, tramortita e con i vestiti a brandelli, era stata soccorsa da un passante. Un racconto inizialmente credibile – anche perché sul luogo della presunta vio-lenza erano stati ritrovati oggetti compatibili con le ferite riportate dalla donna, tra cui un batticarne – ma messo via via sempre più in discussione dalle indagini. A partire dal-le analisi mediche su un’eventuale violenza sessuale e dalle registrazioni delle telecame-re presenti nell’area, che di fatto non cattu-rarono niente di strano durante quelle ore. Qualche mese dopo, insomma, il quartiere ha scoperto che il fatto non sarebbe mai acca-duto. Non ci sarebbe stata nessuna violenza sessuale in viale Europa, né il 29 settembre né mai. Ci sarebbe stato, semmai, il tormen-

to interiore di una donna, talmente forte da mettere in scena un fatto del genere per poi far ricadere i sospetti su una precisa persona. C’è chi ha parlato di un vecchio amore finito male, ma questa è una questione privata da affrontare in altre sedi, non ultima quella giu-diziaria. Questo (non) fatto lascia però alcune ferite aperte. Oltre al dramma personalissimo della protagonista, c’è la reazione di un abi-tato che, all’indomani della notizia dello stu-pro, si era svegliato con una forte senso di

insicurezza. Cosa che non si cancella in un attimo. Come emerge dalle parole di Sabrina, giovane residente nel quartiere, che raccon-ta: “Quando ho saputo che qui a due passi era stata stuprata una donna, mi sono subito sentita più vulnerabile. E infatti ho iniziato a prendere sempre la macchina di sera, an-che per tutti gli spostamenti brevi qui in zona che prima facevo a piedi. Poi ho letto che in realtà non era successo nulla: meglio così, ma non so se ricomincerò a girare a piedi da

sola di notte … è come se la sensazione di insicurezza rimanesse comunque”. Un punto di vista condiviso da altre giovani donne, a cui si aggiunge l’opinione di una signora più adulta, che dice: “Lo stupro non c’è stato, per fortuna, e il quartiere è tutto sommato tran-quillo: è il mondo di oggi che è diventato più pericoloso rispetto al passato! E allora ognu-no di noi deve stare più attento a evitare tutte quelle situazioni di potenziale pericolo, come luoghi bui, isolati, mal frequentati …”.

“Nessuno stupro”. Ma l’insicurezza resta

Emma Gori

La notizia aveva

scioccato il quartiere,

poi la sorpresa dalle

indagini. Ma il senso di

pericolo non scompare.

Una giovane: “Non so

se ricomincerò a girare

da sola di notte”

il luogo dove fu denunciato lo stupro

IL CASO/2

Sono passati ben due anni dalla fatidica sera del 13 marzo 2010, giorno in cui

Piero Chilleri, barista del circolo MCL Eve-rest al Galluzzo, fu brutalmente aggredito da uno sconosciuto all’interno del locale. Nella tragicità dell’evento, però, tutto andò a finire bene. Piero, come qui è conosciuto da tutti, si è ristabilito fisicamente e ha pure ripreso l’attività dietro il bancone. Sorriden-te e con una battuta pronta sulla sua ama-ta Fiorentina, è un piacere vederlo sempre all’opera, a servizio dei tanti e affezionati soci del circolo. Ma come raccontava già un anno fa, per tornare a lavorare in serenità,

e soprattutto per salvaguardare in generale l’incolumità dei clienti del bar (frequentato quotidianamente da tante persone di tutte le età, bambini inclusi: vicino alla struttura ci sono una ludoteca e la scuola di recita-zione serale del Teatro Everest), occorreva fare di più, per mettere in sicurezza l’ampio piazzale antistante, davvero molto buio. I residenti stessi si lamentavano da un po’ di tempo per l’illuminazione di questa zona, ritenuta decisamente troppo scarsa, benché trafficata anche di notte. “Qui - dicevano in tanti - bastano le nove di sera per avere pau-ra a uscire di casa e recarsi semplicemen-

te al bar. Ci voleva un episodio del genere per capirlo?”. Così, a fine primavera scorsa sono stati finalmente installati alcuni poten-ti fari che, di notte, illuminano tutta la piaz-za. Ma non solo. Alcune telecamere la sor-vegliano costantemente. “Lavori importanti che si devono solo alla volontà e allo sforzo economico di Don Giancarlo, della qui vici-na parrocchia di san Giuseppe”, ricorda an-cora Piero. Un segno di civiltà e d’aiuto che somiglia a una specie di piccolo miracolo: considerando quelli che spesso sono i tempi necessari per effettuare i lavori, questa è una (felice) eccezione.

Sono trascorsi 24 mesi da quando, il 13 marzo 2010, fu aggredito il barista del circolo Mcl Everest

Illuminazione e telecamere per sonni più tranquilli

/V.B.

Anno VI n.18 del 1 marzo 2012

Il Reporter di Gavinana, Galluzzo, Firenze sud raggiunge 16868 famiglie nel quartiere 3 di Firenze.

2 Marzo 2012 Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

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VIABILITÀ. Tempi brevi per il primo lotto, mentre il secondo al momento è bloccato

Galluzzo, la lunga attesa per il bypass

L’opera doveva essere pronta nel 2010, è passato anche

il 2011 e ora, nel 2012, i cittadini aspettano di capire se e quando

il cantiere riuscirà a rimettersi in moto. La sua apertura tassello

fondamentale per liberare il centro abitato dagli ingorghi

Il Galluzzo aspetta ancora il suo bypass. L’opera doveva essere pronta nel 2010 (secondo gli accordi di program-ma), ma è passato anche il 2011 e ora, nel 2012, i cittadi-ni attendono di capire se (e quando) il cantiere riuscirà a

rimettersi finalmente in moto. Lo scorso novembre il quartiere è sceso in piazza per chiedere di “sbloccare la città” insieme al presidente Andrea Ceccarelli e ai sindaci del Chianti: i cittadini – si lamentano - si trovano a doversi confrontare con i rallen-tamenti di tutte le opere della zona connesse alla realizzazione della terza corsia dell’A1 e con il permanere dei problemi di-viabilità, compresa la conclusione del parcheggio dei Bottai e la realizzazione del parcheggio scambiatore della Certosa. Per liberare il centro abitato del Galluzzo dagli ingorghi – sosten-gono i residenti all’unanimità - serve aprire quel bypass: Pa-lazzo Vecchio sa bene l’importanza di quest’opera e ha chiesto di prendere in consegna il primo lotto una volta completato. L’ arteria di 3,5 chilometri che collegherà via Senese con il bivio per le Bagnese al casello della A1, mandando in pensione il vecchio ponte Bailey, è ancora in empasse, anche se la galleria delle Romite sembra, da tempo, sul punto di essere aperta. Era il 10 novembre del 2007 quando si festeggiavano con buffet e brindisi le escavatrici della Btp che avevano abbattuto l’ultimo diaframma della galleria. Sembrava che il raccordo viario pa-gato da Autostrade (circa 40 milioni di euro) dovesse essere pronto da lì a poco, poi i ritardi si sono accumulati ed è arrivata la crisi della Baldassini Tognozzi Pontello, la ditta appaltatri-ce, ora ceduta alla Btp Infrastrutture e rilevata da Imprese spa, che deve far ripartire - nei prossimi mesi - il cantiere. Giaco-mo Parenti, dirigente di Palazzo Vecchio, assicura che i lavori

che restano da fare per il primo lotto del bypass sono minimi: una volta partiti, insomma, non si dovrebbe impiegare più di qualche settimana per portarli a termine. Si tratta di ridefini-re lo svincolo, sistemare i sottoservizi e il tabernacolo: “Sono state fatte numerose sollecitazioni. Diverso il discorso per il secondo lotto. Comprendiamo la cautela della ditta: si aspetta un regolamento del nuovo ministro dell’Ambiente riguardo lo smaltimento delle terre di scavo”, spiega Parenti. Il secondo lotto è infatti bloccato per un’incerta interpretazione su dove sistemare il materiale che “avanza” dallo scavo della strada: secondo una sentenza è lecito utilizzarlo per le dune, per un’al-tra deve essere portato in discarica. Il decreto “Crescitalia” del governo Monti prevede che il ministero dell’Ambiente dia una normativa certa a un problema nazionale entro 60 giorni. Nelle lungaggini burocratiche è incastrata anche la convenzione fir-mata a settembre da Palazzo Vecchio e Società Autostrade, che riguarda la circonvallazione delle Cascine del Riccio: il pro-getto esecutivo c’è, Autostrade passa al Comune circa cinque milioni di euro per la realizzazione, ma lo schema deve essere controfirmato da Anas per poter procedere alla gara di appalto. Con la nuova strada sarà tolto il semaforo nella frazione che blocca per diversi minuti il traffico.“Abbiamo sempre condi-viso gli appelli dei residenti a sbloccare i cantieri – commenta il presidente del Quartiere 3 Andrea Ceccarelli – ma i rappor-ti con le grandi aziende nazionali sono sempre complicati, non nascondo la mia preoccupazione. Quando il bypass sarà concluso e la strada dovrà essere attrezzata con segnaletica e illuminazione, sarà Anas a doversene occupare con una gara pubblica: temo altri ritardi”.

Lisa Baracchi

Pensate di passeggiare in cit-tà e di imbattervi in una col-

tivazione di patate davanti alla sede della polizia, in un orto di broccoli alla stazione dei treni e ancora in un’aiuola con salvia, menta e rosmarino lungo il fiu-me, per finire con alberi di mele dietro il parcheggio del supermer-cato. Ah, naturalmente gli ortaggi sono a disposizione di tutti, quindi chiunque può servirsi a volon-tà... Sembra incredibile, ma da qualche del mondo tutto questo è reale. Per l’esattezza a Todmor-den, paese inglese di circa 15mila abitanti situato tra la contea dello Yorkshire e il Lancashire. Girel-lando per le sue strade ci si trova davvero in una realtà come quel-la sopra descritta, ed è tutto nato dall’iniziativa di una signora che, qualche anno fa, decise di aprire il proprio orto di casa, invitando i passanti a prendere qualche ver-dura. Da lì altri privati cittadini, enti e attività commerciali hanno iniziato a coltivare frutta e verdu-ra per la cittadinanza, dando vita al progetto “Incredibile edible”. Tradotto, “incredibilmente com-mestibile”, ovvero sembra incre-dibile, ma adesso a Todmorden si può fare la “spesa” a spasso per i giardini del paese, con prodotti a km zero e senza passare dalla cassa. Un’esperienza originale, sicuramente figlia di un ambiente poco frenetico e soprattutto del ri-

goroso senso civico inglese, a cui ora guardano con interesse anche altri luoghi nel mondo. E a cui si è ispirato anche il Quartiere 3 per lanciare un’iniziativa innovativa, che partirà a breve. Anche nel rione presto ci sarà qualcosa di “incredibilmente commestibile”, precisamente a Sorgane, dove si è pensato di adibire alla coltiva-zione di ortaggi parte dei terreni dietro al campo di atletica. L’idea è di assegnare piccoli appezza-menti a persone che si rendono di-sponibili per coltivarli, i quali poi divideranno il raccolto con tutta la cittadinanza. Gli aspiranti “conta-dini” che trasformerebbero il ter-reno incolto in orto, per la delizia dello sguardo e del gusto di tutti, ci sono già. Ora deve essere solo trovato il modo per portare l’ac-qua: poi il progetto può partire, per il momento con un numero li-mitato di orti che, in futuro, potrà aumentare, se l’iniziativa risulterà di successo. “Incredibile edible è un progetto che non solo ha a che fare con l’agricoltura, ma anche e soprattutto con l’educazione delle persone all’auto-limitazione nel consumo – spiega il presidente del Q3 Andrea Ceccarelli – un altro risvolto di questa iniziati-va è quello ambientale: un luogo curato, come un orto, è un luogo gradevole che la gente rispetta più facilmente di uno spazio abbando-nato e degradato”.

La spesa? Si farànell’orto “di tutti”

SORGANE. Sull’esempio di un paesino inglese

/G.B.

Si terrà nella palestra del li-ceo Gobetti il secondo tro-

feo Bushido Karate, organizzato dall’omonima associazione. L’ap-puntamento è per il pomeriggio di sabato 17 marzo, con invito rivol-to a tutti, appassionati o semplici curiosi di questa disciplina. Seb-bene in forte ascesa, infatti, il ka-rate - arrivato in Italia negli anni Settanta grazie al maestro Shirai - rimane ancora uno sport di nic-chia. Non tutti, forse, conoscono il significato della parola “kara-te”, che sta per “mani vuote”, cioè disarmate. Vale a dire che “il ka-rate non attacca mai per primo”, ma anzi il suo scopo è soltanto difensivo e rappresenta l’inizio di un cammino che porta alla con-quista di una concezione pacifista e solidaristica di se stessi, degli altri e del mondo. Non solo sport, dunque, ma anche educazione e

sviluppo di doti morali. E il trofeo Bushido Karate fornirà un “as-saggio” di tutto questo nei diversi incontri previsti nel corso della manifestazione. A gareggiare sa-ranno atleti iscritti all’Aics – as-sociazione italiana cultura e sport – ovviamente suddivisi per fasce d’età. Si spazierà dalle mosse di kata ai combattimenti di kumite, con tecniche sempre più precise in base all’esperienza dell’atleta. “Si tratta di una pratica sportiva adatta a tutti, bambini, ragazzi e adulti, che garantisce un allena-mento completo – spiega il pre-sidente dell’associazione Jacopo Neri – c’è un crescente interesse verso il karate e le arti marziali in generale, e infatti dal 2007 a oggi siamo passati da trenta a duecento iscritti”.Informazioni su:www.bushidokaratefirenze.it

Nuova edizione del trofeo Bushido

Un giorno a tutto karate

L’INIzIAtIvA

Un anno dedicato a zia Caterina e al suo taxi che porta i piccoli pazienti al Meyer. I negozianti del centro commerciale naturale “Punti di incontro” di via d’Antiochia, via Datini e piazza Gualfredotto hanno consegnato domenica 12 febbraio, nel corso di un rinfresco organizzato al ristorante lo Stra-vizio in via Carlo D’Angiò, un assegno a Milano 25 del valore di 3.128 euro: il frutto delle raccolte di fondi fatte durante le manifestazioni del 2011. Un contributo è stato chiesto per il cocomero distri-buito durante la notte bianca, per le rificolone fatte da un laboratorio artigianale, per il giro a bordo del trenino che viaggiava in strada durante le festività natalizie. “I negozianti vogliono far vivere il quartiere – spiega il presidente del centro commerciale naturale Franco Nutini – ma insieme in que-sti mesi abbiamo deciso di devolvere delle somme a scopi benefici: le cifre raccolte sono comunica-te a tutti di volta in volta. Nel 2012 i fondi raccolti andranno ai malati di Sla. Il primo appuntamento è stato il 19 febbraio, in occasione del Carnevale”.

UN ANNO (DOPO L’ALTRO) DI SOLIDARIETÀ

/G.B.

3il giornale del tuo quartiere

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AnnA GoriPensionata, 61 anni

“Secondo me c’è un incrocio particolarmente pericoloso al Galluzzo, vale a dire quello che si forma tra via Lensi e via Silvani. Il problema sta tutto nella ridotta visibilità a causa delle auto parcheggiate subito a ridosso, ma soprattutto dei cassonetti lì vicini: quest’ultimi, per ridurre il problema, po-trebbero essere benissimo interrati”

“Un incrociocon moltiproblemi”

renAtA AGAtensiCommerciante, 63 anni

“Sicuramente un problema serio sono le strisce pedonali, fin troppo trascurate e da ridipingere totalmente per una via così trafficata come via Silvani. Dovrebbero essere poi illu-minate molto di più, con lampioni appositi, perché già dalla sera non si vedono per niente e qui le auto vanno più forti rispetto alla velocità consentita”

“Le striscefin troppotrascurate”

euGenio turchiniPensionato, 74 anni

“Il Galluzzo, a differenza di molte altre zone, è una cittadina fortunata per parcheggiare la propria auto. Infatti si trova facilmente posto e per la maggior parte non a pagamento. I problemi maggiori riguardano semmai il traffico quotidiano e soprattutto gli incroci, alcuni dei quali molto pericolosi per i pedoni”

“Parcheggi bene, non cosìil traffico”

L’INCHIESTA. Sono molti i problemi segnalati dai residenti che aspettano di essere risolti

Buche, pericoli e segnaletica “fantasma”Quant’è difficile muoversi al Galluzzo

Galluzzo cantiere aperto. E non solo per i soliti, fin troppo noti grandi lavori in corso come bypass e centro commerciale. “Magari fossero solo quelli i problemi dei galluzzini”, si lascia sfuggire un

abitante. La lista è infatti più lunga. Camminando nella zona si scoprono una miriade di lavori stradali lasciati a metà o addirittura mai iniziati. E ancora problemi di viabilità che non sono mai stati risolti, se non peggiorati. La strada più “incriminata”, che racchiude un po’ tutti i disagi espressi dai cittadini, è sicuramente la centrale via Gherardo Silvani. Il lungo viale alberato che va da piazza Acciaioli fino al Mu-lino Nuovo presenta non poche problematiche da risolvere. Qui, ad esempio, non è difficile imbattersi in marciapiedi pie-ni di buche a rischio inciampo (talvolta difficoltosi perché si riducono improvvisamente di proporzioni, obbligando a fare scendere chi li sta percorrendo), non solo per i semplici pe-doni ma per chiunque abbia con sé qualcosa da trasportare su ruote, dalla carrozzina al carrellino della spesa. “E meno male che lì almeno ci sono! - dice sarcastico un residente - la parte finale di via Silvani, quella che collega San Felice a Ema al Mulino Nuovo, è improponibile farla a piedi: non esistono proprio i marciapiedi. Quella parte di strada è troppo perico-losa anche perché, a differenza di tutto il resto della via, non è dritta ma compie una bella curva. Così nessuno si azzarda più a percorrerla camminando, neanche di mattina”. Ora, poi, più

Vanessa Bambi

strisce pedonali “fantasma”

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nel suo insieme per la soluzione didisturbi spesso ritenuti psicosomatici

mentre in realtà la causa è un’altra.In primo piano ci sono le sindromi

dolorose del movimento spessoassociate a squilibri della postura

• la schiena• la cervicale• il ginocchio del corridore• l’emicrania ecc.• poi ci sono i problemi relativi

all’addome malato• per non dimenticare i focolai

nascosti, che nessuno li sente ma che divengono causa di tanti mali.

LA MEDICINA INTEGRATIVA NON E’ IN OPPOSIZIONE ALLA MEDICINA TRADIZIONALE MA LA ARRICCHISCE.

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4 Marzo 2012 Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

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che mai. Da qualche tempo, proprio sulla curva in questione, sono cadu-ti numerosi frammenti del vecchio muricciolo che costeggia la via. Risultato: transenne e cartelli che ingombrano da mesi questa delica-ta parte della carreggiata e nessun lavoro in corso annunciato. Ancora in stand-by anche la sistemazione definitiva della nuova viabilità alla rotonda che smista il traffico prima di arrivare alla chiesa di San Felice a Ema: le isole pedonali provvisorie in plastica rossa sono apparse per magia e sono lì da quasi un anno a fare brutta mostra di sé (ancora molti residenti si chiedono quale sia la loro funzione). C’è poi chi appare e scompare. Si tratta della cosiddetta “segnaletica fantasma”, ovvero della segnaletica stradale orizzontale che incredibilmente sparisce. Il fenomeno è evidente soprattutto per le strisce pedonali: “Varie volte sono state ricolorate, non possiamo lamentarci, eppure ogni poco scompaiono, mettendo in difficoltà chi le vuole attraversare in sicurezza”, racconta qualcuno. Col-pa del crescente traffico o del tipo di materiale usato? Poco importa la risposta quando il problema invece rimane, eccome. A farne le spese, così, sono sempre i pedoni, co-stretti molte volte a “elemosinare” un attraversamento quando invece avrebbero tutto il diritto di passa-

re. Strisce pedonali che soprattutto in via Silvani sono fondamentali: “Questa è una strada che induce gli automobilisti a correre più del dovuto, purtroppo”, segnalano in tanti. Continuando per il lungo viale, oltre a notare due transenne dimenticate davanti a un albero ta-gliato la scorsa primavera, per molti residenti i problemi maggiori risul-tano essere gli incroci. Uno su tutti quello con via Lensi, di fronte alla posta. Chi proviene da quest’ultima strada, sostituta di via del Podestà (dopo il cambio di senso di marcia per chi viene dalle Due Strade), ha infatti parecchi problemi di vi-sibilità per immettersi nel traffico, causa cassonetti vicini e auto sem-

pre parcheggiate troppo a ridosso dell’incrocio. Infine, c’è anche chi lamenta il cattivo funzionamento delle fognature lungo la strada: “Ho anche telefonato all’ufficio del sin-daco per il problema allagamento, che c’è ogni volta che piove. Anco-ra, però, nulla di fatto”, conclude un residente.

Argini in balia del degrado: il fiume Ema è anche questo. Sembra che gli avvertimenti dati dalla pioggia, caduta in

questa zona lo scorso autunno (ma, soprattutto, nel novembre 2010), non siano serviti a niente o quasi. Per fortuna non c’è stato nessun allagamento, nessuna alluvione che abbia causato danni a non finire come in Liguria o in alta Toscana. Ma l’ac-qua fangosa di questo fiume si è fatta vedere eccome, lo scorso novembre. Una minaccia silenziosa che soltanto chi abita vicino o chi ha un orto nei pressi ha visto crescere paurosamente, sfi-

dando di ora in ora il limite di capienza del letto e quindi la sicu-rezza delle persone. “Anche quest’anno è andata bene - dice un contadino della zona - ma non si può ogni volta sperare che sia così, bisogna agire, darsi da fare. Si devono ripulire una volta per tutte, e bene, gli argini del fiume per scongiurare il pericolo, che si sa, almeno una volta l’anno è sempre in agguato. Ma appena cessa la minaccia, non se ne parla più”. Una volta cessato l’al-larme, infatti, i riflettori sull’Ema si spengono automaticamente, per tornare puntualmente l’anno successivo al momento delle piogge, con malumori annessi. Adesso il livello d’acqua del fiu-me è tornato alla normalità, anzi è abbastanza basso, ma anche a causa della neve (addirittura ancora quella del dicembre 2010), ai lati non si può fare a meno di vedere pericolosi smottamenti di terra, alberi sradicati caduti in mezzo al fiume e la solita sporci-zia che troneggia ovunque. Ma la beffa più grande, si lamentano in molti, è sapere che c’è proprio un ente che si occupa della sua

annuale bonifica, con tanto di tassa (circa 36 euro) da far pagare ai residenti vicino all’Ema: come quelli del Galluzzo, per esem-pio. Nella zona di San Felice i malumori maggiori da parte dei residenti, che spesso decidono di optare per il fai-da-te. “Sono anni che da queste parti non vediamo nessuno”, si lamenta un altro coltivatore. Così, le pulizie di quasi primavera se le sono sobbarcate loro, gli agricoltori vicini, ripulendo il più possibile almeno una parte dell’argine. E i risultati si vedono. “È proprio un peccato lasciare al degrado un fiume che è fondamentale per la flora e la fauna del luogo, da fare apprezzare a tutti, fin da bambini”, commenta amara una residente della zona. Una zona protetta, perché destinata al ripopolamento, come si legge sui tanti cartelli vicini al fiume. “Sembra strano, ma un tempo qui si pescava bene - dice ancora qualcuno scuotendo la testa - adesso è una fortuna vedere un pesce o un’anatra. Speriamo che da qui in avanti qualcosa cambi, in meglio”.

La minaccia che scorre lungo l’Ema. A riflettori spentiIL CASO. Il livello d’acqua del fiume è tornato alla normalità, ma la gente avverte: “Gli argini devono essere ripuliti”

/V.B.

Anche quest’anno è andata bene,ma non si può sperare che sia sempre così: bisogna intervenire

C’è anche chi lamenta il cattivo funzionamento delle fognature

una rotonda “provvisoria”

La strada “incriminata” è la centrale via Gherardo Silvani:

dai marciapiedi a rischio inciampo a transenne e cartelli

che ingombrano la carreggiata, fino alle strisce che “spariscono”

in continuazione: per i pedoni gli ostacoli non mancano

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partecipativo gestito da Sociolab e promosso dalla comunità islamica per coinvolgere vecchi e nuovi residenti, la discussione parte da esempi di luo-ghi dove costruire una moschea: spes-so si tratta di recuperare vecchie aree. Le ipotesi che sono circolate vanno dall’aula bunker di via Paolieri, una

volta che gli uffici saranno trasferiti al Palagiustizia di Novoli, all’area ex Campolmi all’Isolotto, ma in molti hanno più difficoltà a immaginare la ristrutturazione di uno degli edifici di Gavinana o Galluzzo. “Non abbiamo preconcetti – spiega l’imam Izzedin Elzir – ci serve solo un luogo acces-sibile e degno”. Sulle caratteristiche architettoniche, l’imam spiega: “Lo spazio per la preghiera dovrebbe poter ospitare circa mille fedeli. Ma vor-remmo anche spazi per conferenze e per il dialogo interreligioso e una bi-blioteca. L’architettura sarà armoniz-zata al contesto in cui si trova e la cul-tura islamica darà il suo contributo”. “Non è per motivi pregiudiziali, ma il quartiere 3 non offre spazi sufficienti a una nuova costruzione di queste di-mensioni – è l’opinione del presidente del Q3 Andrea Ceccarelli - il consu-mo del territorio è ormai arrivato a un livello tale che mi è difficile imma-ginare un’area adatta. Il quartiere ha delle zone per l’agricoltura e altre che devono essere lasciate come sono per il panorama che offrono”. Sorgane, in realtà, ha già la sua “moschea”, il suo centro islamico: “In tanti anni non ho

Una moschea nel quartiere 3? “Non vedo proprio dove potrebbe stare”. Oppure, “ma non c’è già quella di

Sorgane?”. E ancora: “Basta con la soluzione degli scantinati”. È questo il parere dei cittadini in giro per Ga-vinana. Nella terza fase del percorso

IL DIBATTITO. Si cerca di capire dove, in città, possa essere realizzato un luogo di culto

Una (nuova) moschea, il Q3 ne discute

Lisa Baracchi

Si parla del recupero di vecchie aree, ma molti fanno fatica

a immaginare una simile costruzione tra Gavinana e Galluzzo.

Il presidente Ceccarelli: “Qui non ci sono spazi sufficienti”

mai ricevuto proteste o segnalazioni dai cittadini – continua Ceccarelli – se si esclude una segnalazione che poteva benissimo adattarsi a qualsiasi posto di ritrovo di numerose persone. Per noi quella di Sorgane è un’esperienza positiva, ci sono stati esempi di colla-borazione con la comunità islamica, ad esempio quando abbiamo ripulito la collina”. “L’inadeguatezza dei lo-cali in cui oggi si riunisce la comu-nità islamica è uno dei motivi che ha portato alla richiesta di realizzare una vera moschea a Firenze”, dicono però a Sorgane. All’incontro che si è svolto a villa Bandini a novembre, prima tap-pa del percorso partecipativo, i (pochi)

cittadini presenti hanno sottolineato che a Sorgane prevale l’indifferenza: “Ma un luogo di culto, al pari di ogni altro luogo di incontro, dovrebbe es-sere localizzato in un posto adeguato e raggiungibile senza provocare disagi ai residenti”. In questo senso, il tavolo ha rigettato la soluzione proposta da un militante di Forza Nuova di limi-tare la permanenza dei fedeli musul-mani all’interno dei garage. I cittadini, infatti, ritengono “non più accettabile la soluzione degli scantinati”.

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6 Marzo 2012 Gavinana • Galluzzo • Firenze sud

Page 7: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

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Page 8: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

“L’auto? Piuttosto la lascio sulle stri-sce. Al parcheg-gio di San Donato

no, troppo lontano, e poi è a paga-mento”. Un avvocato arriva trafelato e parcheggia dove il parcheggio non c’è, lungo il marciapiede. I posti auto nell’area di sosta del nuovo Palazzo di giustizia alle 9 del mattino sono

Spauracchio traffi co sul nuovo “centro”COME CAMBIA NOVOLI/1. Con il Palazzo di Giustizia il puzzle è (quasi) completato

Valentina Buti

reportage

Il rione sempre più protagonista della vita cittadina.

Ma dalla sosta selvaggia al rebus trasporti, fi no al rischio ingorghi

in viale Guidoni e viale Redi, sono molte le perplessità di chi

lavora in zona. E c’è chi sogna una navetta per soli avvocati

il nuovo palazzo di giustizia

già fi niti. Dentro il gigante di vetro regna la giustizia, fuori la sosta sel-vaggia. In compenso, il sotterraneo di San Donato, a poche decine di metri, rimane desolatamente vuoto. È una delle contraddizioni di Novoli, il vecchio quartiere dormitorio che oggi un risiko di progetti sta trasfor-mando nel nuovo quartier generale della città. Dal Polo delle Scienze sociali, aperto nel 2001, al multiplex e alla cittadella commerciale, dalla sede madre della Cassa di risparmio e quella della Regione, al comples-so residenziale disegnato da Léon Krier: nati dal recupero della vecchia area Fiat, con loro Novoli sta diven-tando la vera porta d’ingresso, il bi-glietto da visita della città. Tra poco arriveranno anche la tramvia e il nuo-vo stadio alla Mercafi r (vedi articoli accanto, ndr), oltre al Palagiustizia fresco di inaugurazione. Ma, per il momento, non tutti i tasselli sembra-no incastrarsi alla perfezione. A par-tire proprio dalla mobilità. Problema particolarmente sentito dai togati che hanno traslocato uffi ci e faldoni dal centro. Per molti di loro il Palagiusti-zia di Novoli è “funzionale ma sco-modo”. Per i posti auto innanzitutto, considerati “insuffi cienti”. “Dobbia-mo litigare ora per il posto, fi guria-moci quando si sarà trasferito tutto il penale”, spiega un’avvocatessa. Da un lato, come dimostra il parcheggio di San Donato deserto, i giuristi fan-no un po’ di resistenza a sposare le nuove abitudini. Dall’altro hanno un timore oggettivo: quello del cortocir-cuito del traffi co su viale Guidoni e viale Redi quando la sede giudizia-ria, in autunno, sarà a pieno regime. “Già oggi – racconta un avvocato – per uscire con l’auto dalla rotato-ria di viale Forlanini è un’impresa”. La dottoressa B., giudice di pace, la macchina non ce l’ha, ma anche per lei arrivare al nuovo uffi cio è una piccola odissea quotidiana: da via Masaccio, dove vive, va in bus fi no a Campo di Marte, da lì in treno fi no a Rifredi e poi ancora in bus. “Un’ora ad andare e una a tornare”, spiega. E sogna una “navetta dal centro per soli avvocati”. Un giudice confi da: “Al nuovo Palazzo ci verrò solo per le udienze”. Poco importa se è a due passi da aeroporto e autostrada, quel che conta è che “è troppo lontano da centro e stazioni”, spiega. “Nessuna pista ciclabile e pochi bus”, gli fa eco un avvocato. Anche se in realtà le fermate del 5 e del 22 che servono il Palazzo sui due lati del viale sono praticamente deserte: scende solo una ragazza venuta per testimoniare. Gli avvocati, del resto, non si fi dano. “Se il bus ritarda, non posso dire al giudice di prendersela con l’Ataf”, spiega uno di loro. Un suo collega spera nella tramvia che collegherà Peretola con Santa Maria Novella. Anche se, altro neo del puzzle, il Si-rio si fermerà a qualche centinaio di metri dal palazzone, prima di immet-tersi su via di Novoli. “Un po’ lunga da fare a piedi”, commenta.

Il conto alla rovescia è partito: il 28 giugno i cantieri della li-

nea due del tram faranno il loro esordio nella strettoia di via di Novoli. Per 731 giorni, il termi-ne fi ssato dal cronoprogramma di Palazzo Vecchio, sarà chiuso il passo ad auto e pedoni per posare i due binari del Sirio che colleghe-rà Peretola alla stazione di Santa Maria Novella. La tensione in via di Novoli si taglia già col coltel-lo, specie tra i commercianti. Che aspettano ruspe e transenne col fi ato sospeso, ma senza stare con le mani in mano. Hanno assoldato commercialisti e periti per stendere una stima preventiva dei danni: la chiusura della strettoia, calcolano, gli costerà un calo di fatturato del 30-40%. Ventisette le attività che temono di chiudere il bandone, per un totale di 75 addetti. Qualcuno sta già correndo ai ripari pensando di traslocare. Come il titolare della concessionaria, Giuseppe Greco, che è anche il portavoce dei nego-zianti della strettoia. “Non faccia-mo le barricate contro la tramvia, a cui in linea di massima siamo favorevoli – spiega - il problema è che non ci sentiamo tutelati”. Il Comune rassicura sui tempi e ga-rantisce “la massima attenzione ai problemi dei negozianti”. “Realiz-zare la tramvia facendo chiudere le attività sarebbe una sconfi tta per tutti”, dice l’assessore alla mobilità Massimo Mattei. L’Osservatorio economico tramvia coordinato da Palazzo Vecchio promette risarci-menti e agevolazioni sulle tariffe. Con l’aiuto di Fidi Toscana saranno garantiti gli ammortizzatori sociali. Inoltre, il Comune sta pensando di creare un corridoio per le auto in via Valdinievole, per raggiungere i commercianti della strettoia. Ma a loro non basta per dormire sonni tranquilli. L’incubo diventa sogno a qualche decina di metri di di-stanza. Nella parte più alta di via di Novoli la tramvia è attesa come una “manna” dai commercianti. I cantieri? “Pazienza – dice una bari-sta – il tram ci porterà più clienti. I lavori sono un disagio sopportabile in prospettiva”.

Esercenti preoccupati

Verso i cantierinella strettoia

tRAMvIA

/V.B.1187690

8 Marzo 2012

Page 9: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

I viola in rete tra i banchi della fruttaCOME CAMBIA NOVOLI/2. Carte già pronte per stadio e cittadella commerciale alla Mercafir

Valentina Buti

Immaginate la Curva Fiesole che si affaccia sulla pista di Peretola, o un nuovo “Bar Marisa” che fa capolino da viale Guidoni. Im-

maginate 40mila posti a sedere, non più incastonati tra le case di Campo di Marte ma a due passi dai banconi del mercato ortofrutticolo. Per il nuovo stadio della Fiorentina e la cittadella commerciale a Novoli le carte (e il pla-stico) ci sono già. Il Comune ha messo in moto la macchina amministrativa per realizzare entrambi alla Mercafi r di viale Guidoni con una procedura di evidenza pubblica (molto probabil-mente un project). Ma, per passare dal sogno a occhi aperti alla realtà, manca la cosa più importante: qualcuno di-sposto a investire. Oppure, detto in altri termini, il sì dei Della Valle. Per il mo-mento il presidente onorario Andrea si è detto “cautamente ottimista”. Palazzo Vecchio intanto gioca le sue carte. Le prime che ha calato sono tecnicissime: la valutazione ambientale strategica (Vas) e la valutazione integrata (Vi). Avviate dalla giunta nelle scorse set-timane, aprono la strada alla variante sull’area Mercafi r, che dovrebbe es-sere approvata in via defi nitiva prima

dell’estate insieme al bilancio. Nei piani del Comune la nuova cittadella viola sarà assai più piccola rispetto a quella prevista inizialmente a Castello: da 90 ettari si passerà a 36. In “forma-to Juve” (i tifosi viola perdoneranno l’esempio), come più volte ribadito dal sindaco Renzi. Si affaccerà su viale Guidoni e dovrà farsi spazio tra i ban-coni del mercato, da cui sarà divisa con un viale alberato che collegherà piazza Artom a viale XI Agosto. All’ortofrut-ta rimarranno 26 ettari di spazio vitale e 60mila metri quadri di strutture. Un ridimensionamento che preoccupa non poco gli addetti della Mercafi r. Accan-to allo stadio, che avrà 40mila posti a sedere, nasceranno invece negozi e attività commerciali per 21mila metri quadri. Altri 3.500 saranno destinati a strutture turistiche e ricettive, cinque-mila al direzionale. “Il tutto a ‘volumi zero’ come prevede il Piano strutturale – spiega l’assessore comunale all’urba-nistica Elisabetta Meucci – perché si re-cuperano superfi ci già esistenti”. Nella cittadella saranno ricavati cinquemila posti auto da integrare con i mille già esistenti a Novoli tra San Donato, Cas-sa di risparmio e multiplex, in grado

di ospitare in tutto 21mila passeggeri. Altri cinquemila posti saranno riservati ai motorini. Si aspettano anche i nuovi parcheggi scambiatori che nasceranno alle fermate della linea due del tram. E, per cucirla addosso al tessuto circo-stante, la cittadella sarà attraversata da una pista ciclabile e percorsi pedonali. Inoltre, è l’idea, ospiterà un’area verde che inglobi anche il complesso sporti-vo Paganelli e Villa Pozzolini. Il pro-getto, insomma, c’è, anche se prelimi-nare. Ora la palla passa ai patron della Fiorentina. E intanto si pensa al futuro dell’Artemio Franchi. Nel caso in cui lo stadio traslocasse a Novoli, tenerlo fermo non converrebbe a nessuno. Né ai Della Valle, che lo hanno in conces-sione per 12 anni, né al Comune, che ogni biennio spende per la sua manu-tenzione straordinaria 400mila euro. Il Franchi potrebbe diventare il punto di riferimento del rugby. Oppure dell’at-letica, se la pista sarà ripristinata. Ma non mancheranno nemmeno concerti e grandi eventi.

Quarantamila posti a sedere a due passi dal mercato,

contornati da negozi e strutture turistiche. E ancora,

percorsi pedonali e per bici, oltre a una maxi area verde

reportage

40MILAPOSTI SUGLI SPALTI

36 ETTARIDI CITTADELLA VIOLA

21MILAMETRI QUADRATI PER NEGOZIE ATTIVITÀ COMMERCIALI

10MILAPOSTI TRA AUTO E MOTORINI

26 ETTARILASCIATI AL MERCATO

IL NUOVO STADIO

più notizie su

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Page 10: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Se ne è fatto un gran parlare, ultimamente. Gli ospedali sono fi niti sotto la lente dopo alcuni epi-sodi di malasanità. Ma la situazione toscana com’è? Lo sappiamo: il nostro sistema sanitario re-gionale è tra i più funzionanti d’Italia. Eppure diventa diffi cile ripeterselo quando si passano otto ore al pronto soccorso, o quando ci si sente dire che per fare un esame specifi co ci vorranno dei

mesi. Non è lo standard, ma può succedere anche questo. È vero: la Toscana ha adottato da tempo alcune iniziative per ridurre i tempi di attesa e dal 2006 le Asl devono garantire al cittadino, entro 15 giorni, la prima visita specialistica (cardiologica, ginecologica, oculistica, neurologica, dermatologica, ortopedica e otorinolaringoiatrica). Se non ci riescono, lo risarciscono con 25 euro. Succede però che magari ci si senta proporre, dal Cup, una visita sì rapida, ma in un luogo distante e quindi diffi cilmente raggiungibile,

specie per le persone anziane e sole. E così le due settimane massime di attesa si allungano. Ma la sanità fi orentina, a conti fatti, non sembra deludere i suoi pazienti. Dati alla mano, solo il 4,61% dei fi orentini sceglie “l’emigrazione ospedaliera”, ovvero si sposta in una Asl diversa. La media nazionale è del 9,19%. In Toscana il dato migliore se lo aggiudica Pisa, con il 3,88% di pazienti “in fuga”. Le strutture ospeda-liere di Firenze e dintorni, ogni giorno, muovono un volume di prestazioni colossale. Santa Maria Nuova, Torregalli, Ponte a Niccheri, il Serristori di Figline, l’ospedale di Borgo, Careggi e il pediatrico Meyer (che ha da poco spento la 121esima candelina): in queste pagine abbiamo scattato una foto per numeri delle strutture del nostro territorio. Anche dei pronto soccorso: sui siti di Asf e Careggi è infatti possibile consultare, in tempo reale, gli accessi, per verifi carne il livello di “saturazione” minuto dopo minuto.

SALUTE. Fotografia (per numeri) della situazione a Firenze e dintorni: cosa va e cosa no

Viaggio negli ospedali di casa nostra

Giulia Righi

Il sistema sanitario toscano è, senza dubbio, tra i più funzionanti d’Italia: nel capoluogo solo il 4,61

per cento dei pazienti sceglie “l’emigrazione” per curarsi, contro una media nazionale del 9,19 per cento.

Ma non sempre tutto fi la liscio, a partire dai tempi di attesa, al pronto soccorso come per un esame

l’inchiesta

L’AZIENDA ASL 10 IN CIFRE(ANNO 2010)

818.882 ASSISTITIPIÙ 19.464 ASSISTITI CON DOMICILIO SANITARIOE STRANIERI NON RESIDENTI

6.556 DIPENDENTI767 MEDICI E PEDIATRI DI FAMIGLIA4 SOCIETÀ DELLA SALUTEALLE QUALI L’AZIENDA PARTECIPA

33 COMUNI6 OSPEDALI CON 973 POSTI LETTO138 STRUTTURE TERRITORIALI16 CASE DI CURA PRIVATEACCREDITATE E NON CON 1.656 POSTI LETTO

83 STRUTTURE RESIDENZIALIPER ANZIANI E DISABILI CON 4.458 POSTI LETTO(759 PER AUTOSUFFICIENTI E 3.699 PER NON AUTOSUFFICIENTI)

VALORE DELLA PRODUZIONE 1.482.025.419€

LA GIORNATA TIPO DELLA ASL 101.769 PERSONE CHE FANNO RIABILITAZIONE

E ATTIVITÀ PRODUTTIVE880 PERSONE ASSISTITE A DOMICILIO DA UN INFERMIERE

(DI CUI 386 PAZIENTI MEDICATI PER LESIONI CUTANEE)440 PERSONE VACCINATE1.163 PRESTAZIONI EROGATE DALLA SALUTE MENTALE1.915 PERSONE CON PROBLEMATICHE DI ABUSO/

DIPENDENZA DA SOSTANZE ILLEGALIASSISTITE AL SER.T.

986 PERSONE CON PROBLEMI LEGATI ALL’ALCOLASSISTITE AL SER.T.

82 PERSONE VISITATE PER L’ACCERTAMENTODI INVALIDITÀ CIVILE E HANDICAP

40 PERSONE VISITATE PER POTER PRATICARE SPORT22 SOPRALLUOGHI ESEGUITI SUI PRODOTTI ALIMENTARI

NEI LUOGHI DI VENDITA E PRODUZIONE21 SOPRALLUOGHI ESEGUITI NEI CANTIERI EDILI

E NELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

10 Marzo 2012

Page 11: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

l’inchiesta

careggi in cifre(anno 2010)

5.900 dipendenti circa

1.597 posti letto 57.185 ricoveri in degenza ordinaria

74.816 accessi

in daY Hospital- daY surgerY

138.073 accessi al pronto soccorso

10.830.563 prestazioni ambulatoriali

(pazienti interni ed esterni)

il meYer in cifre(triennio 2008-2011)*

pazienti da fuori regione + 60%interventi cHirurgici + 24%dimessi da ricovero ordinario + 42%*i dati relativi al 2011 sono di previsione

Quanto si nascenella asl 10(anno 2010)

4.580 bambini nati

2.145 al san giovanni di dio

1.790 a santa maria annunziata 645 all’ospedale del mugello

PRESENZE AL PRONTO SOCCORSO ASL 10

SAN GIOVANNI DI DIOPRESENZE 44IN ATTESA 9

SANTA MARIA ANNUNZIATAPRESENZE 30IN ATTESA 0

SANTA MARIA NUOVAPRESENZE 31IN ATTESA 6

OSPEDALE DEL MUGELLOPRESENZE 13IN ATTESA 2

OSPEDALE SERRISTORIPRESENZE 7IN ATTESA 0LA SITUAZIONE ALLE ORE 16:34 DEL 23/02/12DATI SU ASF.TOSCANA.IT

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PRONTO SOCCORSOORTOPEDICOPRESENZE 17IN ATTESA 8

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Chiamarlo canile è ridutti-vo. Anche perché la prima immagine che verrebbe in mente è quella di un luogo

triste e un po’ malconcio, nel quale gli amici a quattro zampe aspettano dietro le grate di venire adottati da qualche famiglia di passaggio. Il Parco degli animali, inaugurato il 16 giugno scor-so a Ugnano, è invece tutta un’altra cosa. A cominciare dal nome: “Prefe-riamo chiamarlo Parco degli animali e non canile - spiega Arnaldo Melloni, responsabile della struttura - perché qui si può venire per adottare un ani-male ma anche per visitare la strut-tura”. “Stiamo inoltre sviluppando attività collaterali - continua Melloni -, come un’area coltivata a orto con fi nalità didattiche dove organizzare lezioni ad hoc per bambini e ragazzi”. Ma non è tutto qua. A breve verranno realizzate alcune vasche in cui allevare gambusie, dei pesciolini molto piccoli, che hanno la fama di grandi divoratori di larve di zanzara. “All’inizio le alle-veremo qui - dice Melloni - perché le zanzare possono portare malattie agli animali ed è bene proteggerli in tutti i modi. Dopodiché porteremo i pescio-lini anche nelle varie vasche comunali, in giardini, parchi e fontane, per aiuta-re a sconfi ggere il fastidioso insetto”. Una sorta di disinfestante naturale che andrà a fare squadra con le piante di catambra, un albero frondoso ma non molto alto, anche questo utile alleato nella lotta alle zanzare. “Gli alberi fa-ranno anche ombra, indispensabile per gli animali nella stagione calda”. Sono cinquanta i cani attualmente ospiti del parco, ognuno con un suo spazio in-terno per la notte ed esterno per il giorno o per quando sente il bisogno di stare un po’ all’aria, per un totale di 16 metri quadrati. Curati, coccola-ti ma soprattutto educati, i cuccioloni (quasi tutti in età abbastanza avanza-ta) arrivano a Ugnano perché i loro padroni non possono più occuparsi di loro. “Il fenomeno dell’abbandono è praticamente inesistente sul territorio fi orentino: queste bestiole vivevano quasi tutte con persone troppo anziane per prendersene ancora cura, oppure con malati, o con gente che ha avuto guai con la giustizia”. All’interno del-la struttura lavorano, per il benessere degli amici a quattro zampe, sei dipen-denti comunali, oltre a una trentina di volontari che, grazie a una convenzio-ne stipulata con l’Enpa, a turno passa-

Uno spazio ad hoc per ogni bestiola, cure, attenzioni e addestramento eseguito

da professionisti. Nei primi otto mesi di apertura sono state già tante le adozioni.

E, nel frattempo, si lavora per trasformare la struttura in un luogo aperto alla città

UGNANO. Viaggio nel Parco degli Animali, dove vivono cinquanta “ospiti” in cerca di casa

Hotel a cinque stelle, altro che canile

l’istruttore andrea biagi con uno degli ospiti della struttura

Ludovica V. Zarrilli

no un po’ di tempo con i cani, li fanno passeggiare e prendere aria. Nei pri-mi otto mesi di apertura sono già 50 i cagnolini dati in adozione, compreso un gruppetto di cuccioli nati sul posto. Manco a dirlo, ci sono un ambulato-rio, una mensa dove si prepara loro da mangiare e uno spazio dove far stare al caldo gli animali più anziani o che tollerano peggio gli sbalzi di tempera-tura. Meglio di così, nemmeno in un albergo a cinque stelle.

Un cane adottato è un cane salvato. Sembra questo il

motto degli “Amici della Ter-ra” che da tempo, tra le altre cose, si adoperano per trovare casa ai quadrupedi accolti nei canili della cintura fi orentina. “Soprattutto quelli più anziani hanno diffi coltà a trovare casa - spiega Paola Bellucci, portavo-ce dell’associazione - i cuccioli sono facili da dare in adozione, ma i cani che hanno dai quattro anni in su, anche se ben educati, hanno più problemi”. Per que-sto hanno dato vita al progetto “Prendimi con te, ti amerò per sempre”, stipulato con i Co-muni dell’hinterland fi orenti-no, che - grazie a un sistema di comunicazione diffusa e curata nei minimi dettagli - ha permes-so, dal 2004 ad oggi, di trovare casa a 186 bestiole. Molto im-portante, in questo contesto, la collaborazione tra l’associazio-ne e la “Web&Press edizioni”: grazie a questo sodalizio “sono stati adottati moltissimi cani - spiega Paola Bellucci - che al-trimenti forse oggi si trovereb-be ancora in canile”. “Il metodo dell’associazione - continua Bellucci - è quello di conoscere il futuro adottante, consigliarlo e seguirlo amichevolmente an-che dopo l’adozione. Per far co-noscere il più possibile la nostra attività abbiamo partecipato a manifestazioni e fi ere”. E la te-nacia ha dato i suoi frutti.

W&P e Amici della Terra

Un sodalizioa quattro zampe

SOStEGNO

In arrivo un orto didattico e un allevamento di pesci anti-zanzare

noi&loro

paola bellucci e patrizio donnini

LA RUBRICA DELL'AVVOCATOA CURA DI GUGLIELMO MOSSUTO Avvocato in Firenze

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L’ex torna a casa dai genitori? Ha comunque diritto al mantenimento.La decisione n. 19579 del 2011, di recente emanata dallaCorte di Cassazione, si pone in netta controtendenza con iprecedenti orientamenti giurisprudenziali, e di certo scon-tenterà i più. Con la sentenza in esame la Suprema Corte hadifatti stabilito la permanenza del versamento dell’assegnofamiliare anche quando la ex moglie torna a vivere a casa deigenitori. Non solo. In tal caso il mantenimento dovrà essereugualmente corrisposto anche se la ex beneficia di una pen-sione di invalidità (seppur di poco conto). Appare, dunque,di chiara evidenza la particolarità della decisione che haradicalmente sovvertito la sentenza di merito della Corted’Appello di Bologna, che precedentemente si era pronun-ciata sulla questione. In secondo grado, la Corte territoriale,aveva ritenuto che la residenza presso i genitori e la perce-zione di un assegno di invalidità, esonerassero il marito dalpagamento dell’assegno in quanto sarebbe venuto meno lostato di bisogno. La Suprema Corte di contro, accogliendo ilquinto motivo sulla base della illogicità della decisionepresa in appello, ha ritenuto che la gravità della situazioneeconomica non può ritenersi superata né in base al percepi-mento di una pensione di invalidità palesemente insufficien-te a far fronte ai bisogni primari di una persona, né dallaconvivenza con i genitori.Questa, continua la Cassazione, potrebbe essere una condi-zione passeggera non potendosi considerare, la donna,costretta a vivere in famiglia.Ebbene, se da una parte tale decisione potrebbe apparirelegittima e logica per le considerazioni svolte dalla SupremaCorte, dall’altra costituisce un precedente da non sottovalu-tare ed avrà con ogni probabilità risvolti non tanto positivi.

I molti danni collaterali di taleconsiderazioni giuridiche riguar-dano senza dubbio colui il quale,tra i coniugi separati, è gravatodall’assegno di mantenimento.Quest’ultimo infatti potrebbe non dover mai smettere di cor-rispondere l’assegno. La modifica delle condizioni di sepa-razione o di divorzio, alla luce di una mutata condizione eco-nomica in positivo del coniuge che se ne avvantaggia,potrebbe portare ad un provvedimento del giudice che eli-mini la corresponsione dell’assegno. Tuttavia con la senten-za in esame ed il nuovo indirizzo giurisprudenziale c’è ilrischio che il coniuge gravato dell’assegno sia costretto asopportare vita naturaldurante, anche a mutate condizionieconomiche in melius della ex, questa immancabile “tassa”.In poche parole si giungerebbe alla situazione paradossalein cui il marito si trovi costretto a versare alla ex un assegnoa vita, e la stessa a non essere in alcun modo stimolata amodificare la situazione di fatto, ad esempio cercandosi unlavoro. Alla luce di queste considerazioni, e da ciò chepotrebbe derivare da decisioni di questo genere, sarebbeforse più indicato modernizzare l’istituto del divorzio e sra-dicarlo dai soli elementi economici che ormai canalizzanol’intero procedimento. Più utile e costruttivo sarebbe con-centrarsi sulle reali potenzialità dei due ex coniugi di rico-struirsi una vita, piuttosto che adagiarsi sui cocci di quellaprecedente.

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Page 14: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

zoom

AMBIENTE/1. Una tecnica costruttiva sempre più in voga anche in Italia. E la casa diventa bio

Io investo sul mattone, di pagliaEcocompatibile,

isolante, a prova

di fuoco e rumore:

ecco l’abitazione

del futuro. I primi

esempi ci sono già tra

Fiesole e Prato, mentre

è boom di richieste

I tre porcellini potrebbero prendersela a male, ma la loro storia è destinata a essere ribaltata. Niente grigio cemento per tirare su una resistente casetta. La paglia batte

tutti: è un materiale ecologico, un ottimo iso-lante e, a differenza di quanto si crede comune-mente, non va giù con un soffi o. Tutt’altro. Con le balle pressate si possono creare strutture so-lide: abitazioni, condomini e addirittura scuole, come succede da decenni in altri paesi europei, Francia in primis. Questa tecnica costruttiva è stata rivalutata da un paio d’anni anche in Ita-lia. I pionieri si trovano in Toscana, una delle regioni più attive sul fronte della bioedilizia. Sulle colline di Fiesole è nato un edifi cio-la-boratorio in paglia, mentre a Vaiano, in provin-cia di Prato, il Comune ha fatto realizzare uno stabile da duecento metri quadrati. In cantiere ci sono adesso sei case in provincia di Firenze, tutte commissionate da privati cittadini. La pa-glia viene pressata in balle, che diventano dei maxi-mattoni. Anche l’intonaco è bio: terra cruda e argilla. In Italia è possibile impiegare i resti dei cereali per le murature, le coperture e la coibentazione, mentre lo scheletro portante – a differenza di altri paesi - deve essere realiz-zato in legno, acciaio o cemento. “Ogni volta che dico di progettare edifi ci in balle di paglia vengo accolta da qualche sorrisetto – confi da Maria Angela Pucci, ingegnere alla guida di Edilpaglia, associazione nazionale con sede a Montecatini – ma dopo lo scetticismo iniziale le persone cambiano idea conoscendo i vantag-

gi di queste tecniche”. Attenzione, però, non si tratta di fi eno. A fi nire nei muri sono gli steli compressi delle piante di cereali, come grano, orzo e segale, ricchi di legnina. Nessuna data di scadenza: il materiale e le tecniche di iso-lamento garantiscono una lunga vita. La casa di paglia più vecchia d’Europa è nata nel 1921 vicino Parigi, a Montargis, è tutt’oggi abitata e i suoi inquilini godono ancora del suo com-fort. “Questa tipologia di muratura garantisce un ottimo isolamento termico – spiega ancora Pucci – quasi tre volte superiore rispetto alle case convenzionali, ha un alto potere fonoas-sorbente e permette di vivere in un ambiente salubre. È altamente traspirante ed evita così

la formazione di muffe”. L’associazione stima un risparmio sui materiali impiegati del 50 per cento rispetto a quelli tradizionali, a cui si ag-giungono le minori spese per la bolletta ener-getica. E in caso di incendio? Gli steli sono precompressi per cui, in assenza di ossigeno, hanno un eccellente resistenza al fuoco: è stato certifi cato che un eco-muro intonacato resiste al fuoco dai 45 ai 90 minuti, contro i 30 del cal-cestruzzo. Ma qual è il tipo migliore di paglia per costruire? “Quella del contadino più vicino a casa – risponde Maria Angela Pucci – così da poter vivere in un’abitazione a chilometri zero”. Il porcellino della casa di pietra potrebbe organizzare presto un trasloco.

al lavoro per realizzare una casa di paglia

Gianni Carpini

Sono le zone rurali a investire di più sul “mattone di paglia”, ma negli ultimi

mesi c’è stato un boom di richieste, an-che da parte di enti pubblici. Tra qualche anno la novità potrebbe arrivare nel cam-po dell’housing sociale. Intanto si allunga la lista di chi vuole toccare con mano le tecniche naturali direttamente all’interno di eco-cantieri: gli ultimi corsi organizza-ti da varie associazioni tra Firenze e Prato (Terrasemplice ed Edilpaglia, ad esempio) hanno registrato il tutto esaurito, con un nu-mero sempre maggiore di persone in lista di attesa. Durante le lezioni viene insegnato come innalzare muri con balle di paglia e come intonacarli con terra cruda e calce, grazie alla procedura del “Greb”, un meto-do nato in Canada, perfezionato in Francia e adattato per l’Italia. Le case che nascono dagli scarti agricoli sono strettamente lega-te all’autocostruzione. In tempi di crisi si guarda con maggiore interesse alla possibi-lità di tirare su un’abitazione da soli, coaliz-zandosi in gruppi, di amici o familiari, e ab-battendo così i costi della manodopera. Nel nostro paese esistono però delle limitazioni normative per costruire case fai-da-te. In compenso, le organizzazioni che si muovo-no nel campo degli edifi ci di paglia hanno messo a punto un progetto per permettere una “autocostruzione all’italiana”, una no-vità che sarà presentata il prossimo maggio all’interno di un convegno a Vaiano. Proprio nella cittadina in provincia di Prato alla fi ne dell’anno scorso è stato inaugurato uno sta-bile di duecento metri quadrati all’interno di un eco-parco dedicato a bimbi e famiglie. Un piccolo edifi cio sperimentale è invece nato a Fiesole: nell’estate scorsa una casetta di sei metri per quattro, in località Ontigna-no, è diventata un laboratorio dove imparare le tecniche di costruzione. In Italia sono una trentina i fabbricati in paglia conosciuti fi no a questo momento, mentre è stato lanciato un censimento nazionale.

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Page 15: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Ecosostenibilità, risparmio energetico, impianti fotovoltaici e green economy. Da qualche anno a questa parte il voca-bolario ecologico si è arricchito a dismi-

sura, offrendo una miriade di nuove possibilità per chi vuol stare attento a non trascurare l’ambiente che lo circonda. Ma il portafoglio? Quello dove lo mettiamo? “Gli impianti di nuova generazione sono costosi e difficili da installare”, si sente spes-so ripetere a destra e a manca, soprattutto se se si considerano tutti i vincoli che una città come Firenze (così come i suoi “vicini di casa”) impon-gono a chiunque voglia spostare un mattone un po’ più in là. Ma queste considerazioni non sono (sempre) del tutto vere. Nel senso che è vero che bisogna prestare molta attenzione a quello che si fa e a dove lo si fa, ma è anche vero che frugando a fondo si scoprono una serie di possibilità che possono essere prese in considerazione per fare bene all’ambiente senza dilapidare un patrimonio. Prendiamo, ad esempio, le agevolazioni fiscali del 55% sulla riqualificazione degli edifici. Si trat-ta di detrazioni di imposta sulle spese sostenute (da ripartire in dieci rate annuali) di cui possono usufruire tutti i contribuenti che in un momento dato decidono di aumentare il livello di efficien-za energetica di un edificio. Come? Ad esempio coibentando degli ambienti, magari sostituendo finestre, infissi o pavimenti. Oppure installando

pannelli solari, o anche sostituendo gli impianti di climatizzazione invernale. Un discorso a parte lo merita poi l’introduzione di un impianto solare fotovoltaico (i classici pannelli), che può essere preso in considerazione sfruttando il cosiddetto “Conto Energia”, ovvero quel decreto che fissa un incentivo - della durata di venti anni - pro-porzionale all’energia elettrica prodotta dal pro-prietario dell’impianto. Funziona così: l’utente diventa un vero e proprio produttore di corrente, che viene immessa nei circuiti tradizionali e alla fine dell’anno si fa un bilancio tra l’energia pro-dotta e quella consumata. Magari non sarà sempre fattibile, magari non si avrà lo spazio sufficiente per farlo, ma informarsi non guasta, soprattutto se si hanno in programma dei lavoretti in casa. Un altro modo per farsi ben volere dall’ambiente che ci circonda è l’utilizzo delle compostiere, né più né meno che dei recipienti speciali dove produrre il proprio concime naturale, utilizzando i rifiuti dell’orto, del giardino e della cucina. La com-postiera viene data da Quadrifoglio (pagando un piccolo contributo) a chiunque abbia una piccola area verde da cui ricavare (e dove riutilizzare) il compost. Basta consultare il sito del gestore dei ri-fiuti. Sarà contenta la natura e anche il portafoglio, visto che chi la utilizza può avere delle riduzioni sulla tassa sui rifiuti. Info: www.quadrifoglio.org o www.agenziacasa.comune.fi.it.

Incentivi per chi aumenta le prestazioni della propria

dimora, convenzioni per gli impianti fotovoltaici

e sconti sulla tia per chi utilizza la compostiera

Risparmio energetico in salsa toscana

Caterina Gentileschi

AMBIENTE/2. Le possibilità per attutire l’impatto sulla natura con un occhio al portafoglio

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Page 16: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Il consiglio comunale ha bocciato

una proposta che già il sindaco Renzi

aveva scartato. In futuro ci si imbatterà

invece in via Oriana Fallaci, via Mario

Monicelli e via Peppino Impastato

politica

“Qualunque sia l’opinione dei consiglieri comunali, a Firenze non ci sarà una via intitolata a Bettino Craxi, almeno fi no a quando sarò io sindaco”, aveva tuonato Matteo Renzi prima che da Palazzo Vecchio bocciassero (con 26 voti contrari e

10 favorevoli) la proposta di intitolare una strada della città all’ex segretario del Psi, fuggito ad Hammamet negli anni di “Mani Pulite”. La controversa votazio-ne ha fatto emergere posizioni molto differenti all’interno dei gruppi di Pd, Pdl e Fli. I dieci voti a favore sono stati espressi da quattro consiglieri dei democratici (Angelo Bassi, Andrea Borselli, Eugenio Giani, Enrico Bertini), da tre consi-glieri del Pdl (Marco Stella, Emanuele Roselli, Mario Tenerani) e dal vicecapo-gruppo di Fli Bianca Maria Giogoli. Gli altri consiglieri dei tre partiti presenti in aula hanno invece espresso un voto contrario, insieme a Idv, Perunaltracittà e Sel. Gli ultimi due voti favorevoli, invece, sono arrivati da due consiglieri della Lista Galli (Massimo Sabatini e Antonio Giambanco). “Il compito di intitolare le strade – ha voluto sottolineare il primo cittadino – non spetta al consiglio co-munale, che può dare degli indirizzi, sono sindaco e giunta che valutano se è op-portuno o meno”. “Non è questione di fare polemica o non avere rispetto per una persona che non c’è più, ma Craxi non è un esempio per le giovani generazioni – ha sostenuto il sindaco - entro maggio sarà presentato un pacchetto complessivo delle vie ancora da intitolare. Noi dedicheremo strade di Firenze a don Puglisi o a Peppino Impastato, nei prossimi anni”. La replica da parte dell’ex ministro

Antonio Passanese

bettino craXi, per lui nessuna strada in cittÀ

IL CASO. Non ci sarà nessuna strada, nel capoluogo toscano, intitolata all’ex segretario del Psi

Firenze non avrà una “via Craxi”del governo Berlusconi – e fi glia di Bettino – Stefania Craxi è arrivata a stretto giro di posta: “Le dichiarazioni del sindaco di Firenze, Matteo Ren-zi, mi hanno offeso profondamente, anche perché seguo con simpatia la sua battaglia per il rinnovamento del suo partito. Renzi non si è limitato ad esprimere un ‘no’ secco alla propo-sta di intitolare una via di Firenze al nome di mio padre ma ha tirato fuori la pedagogia che dovrebbe orientare la toponomastica della città. Accade spesso che gli ‘enfant prodige’ scivo-lino su una buccia di banana”. Secon-do la presidente del movimento Rifor-misti Italiani, Craxi “avrebbe dunque le carte in regola per avere intitolata una via di Firenze. Suvvia Renzi, si ricreda. La Sua dichiarazione è un errore che nega un merito e premia i non anonimi assassini di mio padre. E non deluda i molti socialisti che se-guono con interesse e simpatia la sua coraggiosa battaglia per ridare agli ex comunisti una storia ed una cultura”. Il consiglio comunale fi orentino ha deciso di dedicare alcune vie cittadine a Oriana Fallaci, scrittrice e giorna-lista del Corriere della Sera, Bobby Sands, attivista nordirlandese e depu-tato del parlamento britannico morto in carcere a seguito di uno sciopero della fame, e all’indimenticato regista Mario Monicelli.

LE REAzIONI

Ha suscitato un vespaio di polemiche, come ci si poteva immaginare, la proposta del consigliere comunale pi-

diellino Marco Stella di intitolare una strada a Bettino Craxi. Per giorni, nei bar e in strada, se ne è discusso. E qualcuno si è anche infi ammato. Ma la vera battaglia politica si è di-sputata nel “palazzo”. Stella ha giustifi cato la sua richiesta affermando che “sulle nostre strade debba esserci la nostra storia, senza dare nessun tipo di giudizio, sia esso morale o politico. La storia non è un tribunale né deve diventarlo. Chi

non ama Craxi usi la strada che lo ricorda per spolverare il rancore. Gli altri rimpiangeranno le idee perdute. È la nostra storia, rinnegarla signifi ca perdere noi stessi”. “Craxi è stato uno degli uomini politici più rilevanti della prima Repubblica – ha detto il presidente della commissione cultura del Comu-ne Leonardo Bieber – ma anche uno dei più controversi. Non si può non considerare nel giudizio complessivo la sua lati-tanza alle indagini di Mani Pulite”. Anche Mario Razzanelli, capogruppo della Lega Nord, ha trovato inopportuna la scelta

di dedicare una strada al leader socialista: “Al revisionismo storico ci deve essere un limite, a maggior ragione in questo momento. Abbiamo problemi più urgenti da risolvere”. Altro “niet” a via Craxi è arrivato da Stefano Bertini di Fli: “Sono contrario a intitolare un luogo della città a Craxi perché, se è vero che la memoria storica va salvaguardata, questa non può, nel suo caso, prescindere da quanto avvenuto alla fi ne della sua carriera politica, quando si sottrasse ripetutamente al giudizio della Legge”.

Stella: “La storia non è un tribunale”. Bieber: “Non si può non considerare la sua latitanza alle indagini”

Nei bar, in giro e “a Palazzo”: Bettino fa ancora discutere

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Page 17: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Camusso, Moretti, Chiti, Quaglia-riello, Treu. Parata di big a Euno-

mia Master 2012, il corso di alta for-mazione politico istituzionale rivolto a cinquanta giovani amministratori under 40, in corso a Villa Morghen a Settignano con la VII edizione. Il ciclo di lezioni, organizzate dall’associa-zione no profit Eunomia, si è aperto il 2 marzo alla presenza del cardinale Giuseppe Betori, e proseguirà fino a venerdì 13 aprile con una due giorni di chiusura in trasferta a Roma, dove è stata stretta una collaborazione con la Luiss. Quest’anno i temi affrontati sa-ranno “Società, istituzioni, territorio”: uno sguardo a tutto tondo all’Italia di oggi, da governo tecnico e crisi eco-nomica alla riforma elettorale e agli strumenti di welfare, per capire in che direzione si stia muovendo il Paese. In cattedra, prof per un giorno, si alterne-ranno numero uno di imprese, sinda-

cati, istituzioni e università: “Presenze bipartisan – spiega il direttore di Eu-nomia, il vicesindaco di Firenze Dario Nardella – per rispondere all’urgenza di una classe dirigente unita nell’Ita-lia della crisi”. Tra gli appuntamenti chiave, il confronto sulle politiche del lavoro tra il segretario della Cgil Susanna Camusso e l’ex ministro del lavoro Tiziano Treu, in programma il 16 marzo (alle 15): tema più caldo che mai, con il tavolo aperto tra i sindaca-ti e il nuovo esecutivo tecnico. Atteso anche l’incontro con l’ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, che in-sieme al presidente di Renault Italia, Jacques Bousquet, il 30 marzo parle-rà di trasporti e mobilità (alle 17.30). Tutta concentrata sulla finanza e sul

mondo delle banche sarà la lezione del 17 marzo: i docenti saranno Giorgio Gobbi della Banca d’Italia, il presi-dente dell’Ente Cassa Jacopo Mazzei e il vicedirettore ad personam del Cor-riere della Sera Massimo Mucchetti (ore17.30). Il 12 e 13 aprile Eunomia Master chiuderà i battenti facendo tap-pa a Roma. A Palazzo San Mancuto, sede del Refettorio della Camera dei Deputati, i senatori Andrea Pastore (Pdl) e Maria Fortuna Incostante (Pd) si confronteranno sul tema del fede-ralismo. Gran finale alla Luiss, con una lezione sulla riforma elettorale: in cattedra il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, il senatore Pdl Gaetano Quagliarello, per la regia dei polito-logi Roberto D’Alimonte e Leonardo Morlino. Faccia a faccia con questi professori d’eccezione ci saranno 50 professionisti under 40 provenienti dal mondo dell’impresa e delle istituzioni in arrivo da tutta Italia. Tra gli altri re-latori di Eunomia Master 2012 anche l’ad di Quadrifoglio Livio Giannotti, il presidente della Fondazione Eni Giu-seppe Sammarco, il sottosegretario ai Beni Culturali Roberto Cecchi, il pre-sidente nazionale di Cna Ivan Malava-si, l’ex sottosegretario al Tesoro Laura Pennacchi e il senatore Pd Massimo Livi Bacci. Info e programma su eu-nomiaonline.it.

politica

La moschea che sarà costruita a Firenze dovrà essere aperta alla città e in dialogo con essa, sicura per i fedeli, progettata in modo da arricchire la bellezza del capoluogo toscano e da non causare eccessivo

impatto dal punto di vista sociale. Sono queste alcune delle indicazioni sulla realizzazione del luogo di culto islamico emerse nel corso della consultazione chiesta e ottenuta dalla Regione da parte della comunità araba locale. L’iter parteci-pativo, seguito da Sociolab, è arrivato all’ultima delle tre fasi che lo compongono: a febbraio, sul tema della realizzazione della moschea, si sono pronunciati – durante tre diverse as-semblee – 120 fi orentini, scelti a campione insieme a trenta appartenenti alla comunità islamica. Quindi, nella successiva

assemblea di marzo, che chiuderà il percorso partecipativo, sarà espresso un parere defi nitivo. Lo scorso febbraio, grazie a una collaborazione con la facoltà fi orentina di Architettura, sono state selezionate e indicate cinque potenziali aree per la realizzazione della moschea, una per ogni quartiere di Firen-ze. Nelle prime due fasi della consultazione sul tema “Una moschea a Firenze” sono state effettuate interviste a opinion leader cittadini e si sono svolti incontri aperti al pubblico in ogni circoscrizione. ‘’Incontri che hanno dato un esito molto positivo e unitario attraverso una discussione che ha coinvol-

to le varie anime della comunità islamica’’, ha commentato l’imam di Firenze Izzedin Elzir. Per defi nire l’estetica con cui dovrà essere realizzata la moschea “è già al lavoro un pool di architetti con il compito di elaborare lo stile architettonico misto ‘italiano-islamico’ – ha rivelato Elzir – che vorremmo caratterizzasse la struttura’’. Il presidente toscano dell’Ucoii ha ricordato che ‘’entro pochi mesi’’, a consultazione ter-minata, inizierà il ‘’dialogo con il Comune per arrivare alla realizzazione della struttura’’: ‘’operativamente, non stiamo pensando di presentare un progetto come comunità islami-ca locale, ma di bandire un concorso di idee nazionale - ha spiegato l’imam - per una moschea che possa ospitare circa mille fedeli, capienza giusta per la nostra comunità, e che sia, oltre che uno spazio di preghiera, anche un centro culturale aperto alla città”. L’idea è quella di ‘’non dismettere, una vol-ta costruito il luogo di culto, i tre punti di preghiera presenti già adesso in città”, uno in centro (Borgo Allegri) e due in periferia (al Poderaccio e a Sorgane). A Firenze e provincia ci sono circa 30mila fedeli praticanti islamici. Il massimo livello di partecipazione a un rito musulmano sul territorio avviene durante la preghiera per la fi ne del Ramadan quando, a Firenze, alla Fortezza da Basso, si ritrovano circa seimila persone. Quanto alla localizzazione della moschea, Izzedin ha escluso che sarà presa in considerazione una location in centro (‘’non c’è posto, siamo i primi a esserne consapevo-li’’) ma, allo stesso tempo, ha spiegato di non ‘’volere un luogo di culto ai margini estremi della città: altrimenti - ha ironizzato - saremmo andati a chiedere la moschea ai Comu-ni di Sesto o Scandicci e non a quello di Firenze’’. L’imam ha anche voluto tranquillizzare i residenti dell’area dove in futuro sorgerà la struttura sulla possibilità di “problemi so-nori” legati all’esercizio del culto. ‘’I nostri vicini potranno stare tranquilli - ha sorriso - non ci saranno le preghiere dei muezzin a svegliarli durante le prime ore del mattino’’.

dario nardella

Antonio Passanese

La città “getta le basi” perla costruzione della moschea

RELIGIONI. La consultazione sul tema è arrivata all’ultima fase

Tanti big per formarela classe dirigente

/N.B.

IL CORSO. Settima edizione di Eunomia Master

La struttura dovrà essere aperta e in dialogo con il territorio.Ora si dovrà individuare il luogo

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on the road

Una telecamera “viaggerà” sul tetto delle auto della municipale. Raffi ca di sanzioni

a Milano, torino e Bologna, dove è già in vigore. Ma pure qualche problemino

Chi lo chiama Scout, chi Auto Detector e chi Street Control. Il succo non cambia: è l’occhio elettronico che dall’auto dei vigili riprende le targhe delle vetture in

doppia fi la, facendo scattare multe a strascico. Il “robocop” della Municipale debutta anche a Fi-renze. E vista la raffi ca di sanzioni che ha messo a verbale nelle città in cui è vigore da tempo, come Milano, Torino e Bologna, i furbetti della sosta sel-vaggia stiano in guardia. Per ora i vigili fi orentini avranno in dotazione una sola macchinetta. Costa-ta sui 20mila euro, la telecamera sarà montata sul tetto di un’auto della Municipale, collegata a un pc di bordo. L’occhio a infrarossi funzionerà anche di notte e in caso di condizioni climatiche avverse, su mezzi che potranno viaggiare fi no a 50 km orari. Al vigile non rimarrà che accertare l’infrazione e trasmetterla alla centrale operativa che, a sua volta, stenderà il verbale, inviandolo a casa del multato. In questo modo, i vigili eviteranno di fermare l’au-to in strade dove la circolazione è già ingolfata dal-la doppia fi la. Addio al fuggi fuggi generale al suo-no del fi schietto, addio alle scuse accampate per giustifi care la doppia fi la, addio alle contestazioni. Ma, soprattutto, sperano i vigili, addio alle infra-zioni che spesso sono causa di incidenti e ingorghi nelle vie della città. I risultati ottenuti nelle altre città italiane fanno ben sperare: qualche problema c’è, legato alla visuale nelle vie più strette, ma sia a Milano che a Torino e Bologna il vigile “volante”, da quando è in servizio, ha fatto strage di furbet-ti. Nel capoluogo lombardo, ad esempio, lo Street Control ha accertato 22.500 infrazioni nel 2011, con picchi record nel periodo invernale (oltre 3.600 a novembre e 4.300 a dicembre). Tuttavia, spiegano gli addetti ai lavori, nelle strade meno

Tempi duri per i furbetti della seconda fi laValentina Buti

LA NOVITÀ. Arriva anche a Firenze l’occhio elettronico che multa “al volo” i mezzi in sosta vietata

Non si fermano le battaglie dell’associazione “Lorenzo Guarnieri”, che Il Reporter affian-

ca da tempo. L’ultima è quella contro la pirateria stradale, con il recente lancio di una campagna di comunicazione. L’iniziativa prevede la distribu-zione di materiale informativo, l’istituzione di un punto di contatto e-mail ([email protected]) e quella di due numeri telefonici (0543.704015 – 346.7553350) per raccogliere indicazioni dai te-stimoni e fornire consigli ai cittadini coinvolti in un episodio di pirateria. Oltre a ciò la campagna pre-

vede l’assistenza alle vittime da parte delle associa-zioni dei familiari (info su www.vittimestrada.org) e un riconoscimento pubblico per chi contribuisce a identificare i pirati della strada. La Toscana è attual-mente quinta in Italia per numero di episodi di pira-teria stradale. Spesso a farne le spese sono minori. I pirati, oggi, sono identificati in due casi su tre: 73 per cento nel caso di episodi mortali. “È un buon risultato ma non ancora ottimo – sottolinea Stefano Guarnieri – per questo, l’obiettivo del progetto è duplice: ridurre il numero di episodi facendo leva

sul senso civico dei cittadini e sulla convenienza a fermarsi e portare al 100% la percentuale dei pirati della strada identificati, facilitando le segnalazioni tempestive.”. Il progetto è promosso dall’Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stra-dale) e sostenuto da Aifvs (Associazione italiana familiari vittime della strada), Alg (Associazione Lorenzo Guarnieri), Agb (Associazione Gabriele Borgogni) e FoxPol (Associazione formazione e sicurezza stradale polizia locale Lombardia), con il patrocinio del Comune di Firenze.

Via alla battaglia contro i pirati della stradaL’INIZIATIVA. L’associazione Lorenzo Guarnieri impegnata in una nuova “missione”

/G.R.

larghe la telecamera ha qualche diffi coltà a fotografare le targhe delle auto. Inoltre, a Milano, la multa viene verbalizzata sul posto e non dalla centrale operativa. La macchina dei vigili, dunque, è costretta a fermarsi in strada, a differenza di quanto accadrà a Firenze e di quanto avviene già a Bologna, dove il sistema di rilevazione automatico – qui si chiama Scout - è in funzione dal 2008. La telecamera dei vigili emiliani viene manovrata dagli agenti a bordo. La sanzione viene formalizzata in un secondo momento in uffi cio, e anche in questo caso i numeri sono record: da 5.100 multe nel 2009 si è passati a 16.600 nel 2011, tra soste in seconda fi la, sul marciapiede, accanto ai cassonetti o sulle corsie dei bus. Un aumento esponenziale che dimostra l’effi cacia della macchinetta, ma anche che i cittadini non hanno anco-ra imparato la lezione. Torino, invece, ha l’Auto Detector, sulle strade da settembre 2010. In grado di individuare anche le auto rubate (due quelle rintracciate fi nora), l’occhio digitale non fa mai imboscate: prima di entrare in azione dà notizia del suo tracciato via web o tramite Isoradio. Da quando è in funzione, ha controllato 443mila veicoli, per un totale di 8.115 sanzioni per divieto di sosta.

L’AFA è un’attività costituita da semplici esercizi fisici alla portata di tutti, che permette al proprio corpo di rimanere in movimento stando in compagnia.Se effettuata in modo regolare, aiuta chi soffre di “dolori” dovuti ad artrosi, osteoporosi, sedentarietà, e chi è affetto da limitazioni funzionali croniche. E’ un valido supporto anche in caso di iper-tensione, diabete e obesità. Si svolge sotto forma di attività di gruppo in piscine, palestre e luoghi di socializzazione i cui gestori abbiano stabilito specifico accordo la Società della Salute di Firenze. I corsi AFA sono pre-senti in tutti i Quartieri. Gli esercizi sono sicuri perché i programmi sono stati messi a punto dai Fisioterapisti dell’Azienda Sanitaria di Firenze, per persone in condizione di salute fragile che presentano:1. AFA “A”: basso livello di disabilità (sindrome algica da ipomo-bilità o da osteoporosi, rachialgia cronicizzante)2. AFA “B”: alto livello di disabilità (specifici per Parkinson, esiti di Ictus, Artrite Reumatoide).Per lo svolgimento dell’AFA non è richiesta alcuna certificazione medica: il cittadino può accedere ai corsi su consiglio del proprio

Medico di Medicina Generale, di Medici specialisti, o dei Fisio-terapisti della ASL alla fine dei programmi di Riabilitazione. E’ sufficiente telefonare al numero verde gratuito

e lasciare i dati richiesti. Entro breve verrà contattato da un Fisioterapista della Asl che effettuerà una semplice valutazione funzionale necessaria sia per escludere eventuali controindica-zioni sia per essere inseriti nel programma AFA più adeguato, identificando la sede di attività più comoda tra quelle disponibili.La quota di partecipazione ai corsi AFA, stabilita dalla Regione Toscana, è di 2 euro (2,5 euro per i programmi svolti in piscina) ad accesso ed è valida per tutte le sedi di erogazione; non è comprensiva degli oneri assicurativi che sono a carico del cittadino.Oltre i corsi di AFA “A” già attivi da tempo, è iniziato il primo corso di AFA “B”-Parkinson grazie alla collaborazione di UISP e Associazione Italiana Parkinsoniani (AIP).

Informazione a cura della Società della Salute

Sede operativa: Viale della Giovine Italia n. 1/1 Firenze • Segreteria tel. 055 2616202 - fax 055 2616259 • e-mail: [email protected] • www.sds.firenze.it

Perché l’Attività FisicA AdAttAtA (A.F.A.) FA bene

Tra breve partiranno anche i corsi di AFA “B” per persone affet-te da esiti di Ictus e Artrite Reumatoide in collaborazione con l’Associazione Lotta Ictus Cerebrale (ALICE) e l’Associazione Malattie Reumatiche (A.T.Ma.R) alle quali è possibile rivolgersi per ulteriori informazioni.

Per ulteriori notizie sull’AFA è possibile consultare il sito della Società della Salute di Firenzewww.sds.firenze.it

Direttore U.O. Riabilitazione Funzionale Zona FirenzeDott.ssa Simonetta Tamburini

18 Marzo 2012

Page 19: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012
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mobilità

Nuove bici, nuovo sito internet, nuove postazioni. Da qualche set-timana a questa parte spostarsi sui pedali a Firenze è diventato più fa-

cile, anche per chi non possiede una bicicletta. Come? Con il “bike sharing alla fi orentina”: si chiama “Mille e una bici” ed è il servizio di noleggio biciclette gestito dalla cooperativa sociale Ulisse, in collaborazione con Comune e Sas spa. Tante le novità introdotte recen-temente che - insieme all’arrivo della bella stagione – non lasceranno più scuse per non muoversi sulle due ruote. Sono 225 le bici-clette che la cooperativa Ulisse mette a dispo-sizione dei fi orentini: tutte “patriotticamente” viola e – cosa forse ancor più gradita - parti-colarmente adatte alle insidiose strade (fatte in gran parte di pavé e sanpietrini) del centro cittadino. Le city bike che si trovano a noleg-gio, infatti, sono a prova di buca, con cerchi e gomme rinforzati. Sei le postazioni dove i mezzi possono essere ritirati: alle tre “origina-li” (piazza Santa Croce, via Ghiberti e stazione di Santa Maria Novella) se ne sono aggiunge altrettante alle stazioni di Rifredi, Campo di Marte ed ex Leopolda. Queste ultime tre sono riservate ai soli abbonati, mentre le prime sono a disposizione anche di chi abbonato non è ma vuol godersi un’ora – o un’intera giorna-ta – sulle due ruote. Finite qua le novità? Nos-signori. È stato aperto anche un sito internet (www.bicifi renze.it) dove i cittadini possono trovare tutte le informazioni sul servizio in presa diretta, a cominciare da quante bici sia-no ancora disponibili per il noleggio. Ma non solo: presto sarà possibile anche prenotare i mezzi e acquistare abbonamenti direttamente

DUE RUOTE. Spostarsi sui pedali a Firenze diventa più facile. Anche per chi non ha un mezzo

“Mille e una bici” da noleggiareIvo Gagliardi

tante novità per il servizio di “prestito” gestito dalla cooperativa sociale Ulisse:

nuovi velocipedi, nuovo sito internet e nuove postazioni dove salire in sella.

A quelle di piazza Santa Croce, via Ghiberti e Santa Maria Novella si sono

aggiunte le stazioni di Rifredi, Campo di Marte ed ex Leopolda

on line. Il sito è infatti collegato a un nuovo si-stema di gestione elettronica delle operazioni di noleggio: gli operatori del servizio, presenti alle postazioni di “Mille e una bici”, sono stati muniti di tablet per aggiornare in tempo reale tutti i dati. “Le novità che abbiamo introdotto – spiega Giovanni Autorino, presidente della

cooperativa Ulisse – hanno due obiettivi: mi-gliorare il servizio e monitorarlo meglio, non solo per poterlo perfezionare ancora, ma anche per avere un quadro più preciso sulla ciclabi-lità a Firenze. Siamo l’unico soggetto in città che organizza e gestisce un sistema di mobilità sostenibile, quindi credo che possiamo rappre-

sentare un ‘osservatorio’ credibile”. E anche i numeri confermano che, nonostante tutto, a Firenze c’è “voglia di bici”. L’anno scorso il servizio ha registrato 15.143 noleggi e 503 abbonamenti, pur essendo stato sospeso per qualche settimana: numeri destinati dunque a crescere nel 2012, grazie anche alle novità in-trodotte. “Abbiamo voluto rilanciare insieme alla cooperativa Ulisse il servizio di noleggio – dice il consigliere speciale per la ciclabili-tà di Palazzo Vecchio Giampiero M. Gallo – assicurando un orario consono alle esigenze dell’utenza. Trovo l’estensione del servizio alle tre postazioni delle stazioni Leopolda, Rifredi e Campo di Marte un importante ele-mento di novità, perché ci permette di essere presenti nel suggerire ai lavoratori l’utilizzo di multimodalità di trasporto, utilizzando per andare a lavoro bici che troveranno sempre disponibili e in buono stato di manutenzione”. Sono infatti (forse a sorpresa) i fi orentini – e non i turisti – i principali fruitori del servizio: l’anno scorso a noleggiare i mezzi sono stati 9.142 residenti in provincia e 8.498 non resi-denti. Quanto ai prezzi, l’abbonamento men-sile costa 22 euro, i biglietti per i residenti in provincia di Firenze (e per gli abbonati di Tre-nitalia e Ataf) un euro per un’ora, tre euro il giornaliero. Per i non residenti il costo è di due euro per un’ora, cinque euro per cinque ore e dieci euro il giornaliero.

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20 Marzo 2012

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notiziariodisPorteattivitÀmotoria

IL CARTELLONE DEGLI EVENTI

FIABE IN MUSICA ALL’AFFRATELLAMENTOFOCUS CULTURA

ConversazionimusiCali sulle opere del Te-atro del Maggio Musicale Fiorentino, in collabora-zione con gli Amici del Maggio Musicale Fiorentino. Martedì, ore 17, presso la sala Paradiso di Villa Bandi-ni, via Ripoli 118 (ingresso anche da via del Paradiso, int. 5) 6 marzo, Anna Bolena di Gaetano Donizetti24 aprile, Der Rosenkavalier (Il Cavaliere della Rosa), di Richard StraussIngresso liberolingueinmusiCaInglese, francese, spagnolo e tedesco in musica. At-traverso la musica e i testi delle canzoni si possono imparare le lingue in modo naturale e profi cuo. Durata: 10 lezioni di due ore ciascuna. Prima lezio-ne 19 marzo. Orario: tutti i lunedì, ore 17-19. Sede: sala Convivio di Villa Bandini, via Ripoli 118. Info e prenotazioni: Maestro Claudio Tommasoni tel.

338/1640425CorsididisegnoaCCademiCoePitturaMansarda di Villa Bandini, via Ripoli 118. Lunedì, ore 15-17, ed il giovedì, ore 21-23. INFO: Maestro Fabio Paoli tel. 333.1496055meditareConl’argillaCorso di scultura a cura dell’ass.ne C.R.E.T.E. Mansarda di Villa Bandini, via Ripoli 118.Sabato, ore 10-12 INFO: Prof.ssa Fiammetta Lipparini 338.7145574.rassegnaartivisivePalazzo del Podestà, via del Podestà 161 (Galluzzo)Dal 25 febbraio al 11 marzo: “Falsi d’autore” sec. XV-XX, a cura di Giampaolo Beltrame. Dal 17 al 25 marzo: “Di luce propria”, immagini e poesie di Antonio Ancarola e Caterina Pardi. Inaugu-razione 17 marzo, ore 16,30.Ingresso libero

L’associazione Venti Lucenti, OpusBallet e il Teatro della società ricreativa ‘L’Aff ratellamento’ presentano Fiabe in Musica, un percorso teatrale (nato nell’ambi-to del progetto Chiavi della Città-Comune di Firenze) che prevede una partecipazione totale, senza barriere tra attori e spettatori, anche perché i bambini sono certo i soggetti che più di ogni altro si prestano a que-sta fusione. Si tratta di tre appuntamenti da condivi-dere con i compagni di scuola, le maestre o la propria famiglia. Un teatro senza poltrone, nel quale il pubbli-co non assiste, ma interpreta, partecipa attivamente al racconto con sonorizzazioni e movimenti di danza.Le tre fi abe che verranno messe in scena. intendono rappresentare aspetti diversi della tradizione europea ed hanno come tratto comune proprio la centralità dei bambini, chiamati a rivestire il ruolo di protagonisti delle vicende.

25 marzo, ore 16.3027 marzo, ore 9.30-10.45-14“Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”28-29 marzo, ore 9.30- 10.45 (orario riservato ai bimbi di 2-3 anni)-14“Biancaneve”30 marzo, ore 9.30-10.45-1431 marzo, ore 16.30“Storie a pezzi”Durata: 50 minuti. Prezzo biglietto: 5 euro bambini, 7 euro adulti. Ingresso gratuito per insegnanti e accompagnatori delle classi. Prezzo speciale famiglia: 2 adulti e 2 bambini: 20 euro.E’ necessaria la prenotazione al numero 348-4591562

Teatro dell’Aff ratellamento, via Giampaolo Orsini 73

Venerdì 9 marzo, ore 17,30, Villa Bandini, via Ripoli 118, incontro su “L’Arno e la città”. A come acqua, A come ambiente, A come Arno. Intervengono: Enrico Bougleux: “Urbanistica e idraulica: il fi ume, il bacino, la città” e Claudio Lu-bello “Acqua, uso e riuso”. A cura della Commissio-ne Ambiente Q.3

“Oggi l’Arno può tornare ad essere una grande risorsa al centro di un sistema idraulico ed urbani-stico di area vasta e costituire una modalità alter-nativa di trasporto realizzando, con la navigazione fl uviale, il collegamento fra i Comuni rivieraschi. È l’attuazione di una fi losofi a di ricongiungimen-to che dà consistenza operativa al Parco Fluviale dell’Arno, teorema/progetto che riconfi gura in termini attuali il rapporto storico città-fi ume, con una nuova lettura delle vicende territoriali che si sono svolte lungo le rive ab antiquo, avvalorando il metodo della concertazione sovracomunale per i vari aspetti della pianifi cazione del territorio

e dell’ambiente. Sono nove i comuni rivieraschi, dalla confl uenza dell’Arno con la Sieve alla con-fl uenza col Bisenzio (Renai), che possono essere ricongiunti con linee di comunicazione fra loro complementari, per programmare e svolgere at-tività ed eventi e quindi navigarlo, l’Arno, purché sia messo in sicurezza dalle piene, dalle magre, dall’inquinamento.Urbanistica e idraulica sono quindi un binomio che muove dalla stessa matrice, che è quella di far sì che la costruzione della città sul fi ume e il governo del suo territorio siano compatibili con le esigenze della natura, con l’uso appropriato delle risorse e con lo sviluppo dinamico delle relazioni spaziali che la civile convivenza ripropone. Le cose sono però andate diversamente, diverso è stato lo sviluppo urbano ed economico di Firenze: l’Arno è stato forzato in alvei non naturali, rettili-nei e murati; l’assetto del territorio non contribu-iva più alla regimazione fl uviale con appropriate manutenzioni e con opere di idraulica agraria e

forestale; la pressione degli insediamenti antro-pici e industriali portava inquinamento: la conse-guenza è stata l’abbandono ed il degrado di gran parte delle aree prospicienti le sponde dell’Arno, divenuto estraneo ai cittadini, anche timorosi di vederlo trasformare da placido in rovinosissimo, coi tempi di ritorno delle alluvioni che Firenze ha subito.L’importanza strategica di rendere navigabile il fi ume nell’area di Firenze è rilevante altresì sotto l’aspetto sociale ed economico, perché può an-che essere una alternativa ai sistemi di trasporto; si potrà raggiungere Firenze (Brozzi e Cascine/Isolotto) da valle, via fi ume, partendo da Signa con fermate a Lastra a Signa, Campi Bisenzio (San Donnino), Scandicci e viceversa. Mentre, da monte, si potrà collegare Varlungo (sosta dei bus turistici) con la zona di san Niccolò, con percorsi diversi dei fl ussi di turismo”.

Enrico Bougleux

Massaggio infantile (0-10 mesi): 8, 15, 22, 29 mar-zo, ore 11Il riccio Oreste e la Grande Quercia- Laboratorio di gioco-inglese ad ambientazione fantastica (bambi-ni 4/7 anni occorre iscrizione), 1, 8 marzo, ore 17,30,Le mani in pasta (0-3 anni), 2, 9, 16, 23, 30 marzo, ore 11; Costruiamo i nostri giochi (4-7 anni), 2 , 9, 16, 23 e 30 marzo, ore 17,30,Il mondo in una fi aba (3-9 anni), 3, 10, 17, 24 e 31 marzo, ore 11;Capriolando (attività motoria per 0-3 anni), 5 e 19 marzo, ore 11; 12 e 26 marzo, ore 17,30;Filastroccando (0-3 anni), 5 e 19 marzo, ore 17,30; 12 e 26 marzo, ore 11; Una volta ero una bottiglia (3-9 anni), laboratorio di riciclo, 5, 12, 19, 26 marzo, ore 17,30;Palette, rastrelli, setacci e secchielli (0-3 anni), gio-chi con la farina gialla, 6, 13, 20, 27 marzo, ore 17,30; Macchemusicamaestro (giochi musicali per 3-5 e 6-8 anni), 6, 13, 20 e 27 marzo, ore 17,30;Pacciughi e pastrocchi (0-3 anni), coloriamo con l’orzo, 7, 14, 21, 28 marzo, ore 11;4/7 anniQuel mostricino nell’armadio (4-7 anni), Labora-torio ludico sulle paure e le diff erenze, 15, 22 e 29 marzo, ore 17,30Ludoteca Il Castoro, Piazza Bartali 3b- Per info tel. Serv.Educativi Q.3, 055.6585130/136

Parte anche nel Q.3 un’esperienza di microcredi-to. Un fatto importante che segnala come anche nel nostro territorio stiano maturando delle azioni concrete per attenuare i costi sociali della gravissi-ma crisi che stiamo attraversando.Ma che cos’è il microcredito? Non sarà mica un’en-nesima diavoleria fi nanziaria? Niente di tutto que-sto. Né questo tipo di intervento va confuso con una forma di assistenza perché presuppone piut-tosto la responsabilità e l’attivazione di energie da parte di chi lo riceve. Si tratta infatti di un modo per far pervenire il denaro a chi ne ha bisogno in modo da aiutarlo a superare certi passaggi critici che la vita riserva a ciascuno di noi (una malattia, un imprevisto, una scadenza che non si è in grado di onorare per momentanea carenza di liquidità, la diffi coltà di procurarsi un fi nanziamento indispen-sabile per dare inizio ad una piccola attività etc.) e che spesso non trovano alcuna risposta (oggi meno che mai) nel credito ordinario. Il “Progetto Microcredito” nasce per iniziativa dell’associazione ‘Il Raggio”, in collaborazione con l’associazione ‘Ricorboli solidale’ onlus, e con il so-stegno della Commissione Politiche Sociali del Q.3. L’attività di erogazione si ispira ad alcuni principi cardine: le persone vengono prima del denaro; le garanzie relazionali, legate al rapporto di fi du-cia e alla conoscenza delle persone, contano più di quelle patrimoniali; il denaro non deve avere come scopo la creazione di altro denaro.

info:CentroPolivalente“ilPorto”,PiazzaCar-dinaleelia dallaCosta33tel.3382176582.orariodiapertura:lunedìore18-20;marte-dì,ore16-18;mercoledì,ore11-13

PasseggiatedelbenessereIl terzo sabato di ogni mese il Gruppo ‘Salute è Be-nessere’ organizza una passeggiata ad accesso libe-ro, dove l’unica requisito richiesto è la voglia di una giornata diversa passata a contatto con la natura e animata dal desiderio di incontrarsi e di condivide-re emozioni. Svolgere una regolare attività � sica e motoria rap-presenta sempre la migliore indicazione per uno stile di vita sano, improntato al rispetto e alla cura di sé.Prossimoappuntamento:sabato17marzo,ore9,30,davantiallaCoopdiPiazzabartali.

Sabato 17 marzo, ore 15.30-19.30, presso i locali della palestra del liceo scienti� co Gobetti a Bagno a Ripoli, 2° trofeo Bushido Karate, gara valida per gli iscritti Aics.ingressogratuito.

dalterritorio

a COME ACQUA, a COME ARNO

FILO DIRETTOCON IL PRESIDENTECon il nuovo anno riprende il “filodiretto” fra i residenti ed il Presidente del Q.3, Andrea Ceccarelli, che risponderà personalmente a tutti coloro che vorranno chiamarlo per segnalare problemi, porre domande e proporre iniziative.Il Presidente potrà essere contattato: martedì13marzo,ore10.30-12.30, ai numeri 055.2767732- 055.2767727, o all’indirizzo Skype “Andrea Ceccarelli” Firenze, o ancora sul suo sito www.andreaceccarelli.it .

MICROCREDITO:DENARO A CHINE HA BISOGNO

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Page 22: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

in città

IL LUOGO. Viaggio nel centro buddista di via Reginaldo Giuliani, presente da sedici anni

Un pezzo di Tibet a due passi da Castello

Da qui è passato anche il Dalai Lama. Nella parte finale di via Reginaldo Giuliani, al civico 505/a, da sedici anni esiste un angolo di Tibet, rita-

gliato tra le trafficate strade dirette verso Sesto Fiorentino. Un punto di riferimento per la co-munità buddista, che segue gli insegnamenti secolari dei monaci provenienti dal “tetto del mondo”. Ma anche un luogo di scambio, dove persone interessate alla cultura e alla filosofia orientale si avvicinano a uno stile di vita diverso. Il centro Ewam conta circa duecento soci e tante attività, che vanno dai tradizionali insegnamenti religiosi a discipline più laiche, come lo yoga o l’utilizzo della meditazione per gestire stress e dolore, fino a conferenze che hanno visto la partecipazione di volti noti come il celebre can-tautore Franco Battiato, a Firenze nel 2009 per una conferenza dedicata all’alimentazione, o di maestri di altri settori. Statue dorate di Buddha, ciotole delle offerte, raffigurazioni tradizionali e tappeti lungo il pavimento si trovano nel “gom-pa”, ossia il piccolo tempio, cuore di tutta la struttura, dove si respira aria d’oriente. Un luogo di culto che spalanca le porte anche a chi non è buddista. I corsi di base sono infatti frequentati, per la maggior parte, da persone che non seguo-no questa confessione. “Siamo molto legati al quartiere e a questa sede – racconta Francesco Carpini, uno dei soci impegnati nell’organizza-zione di attività ed eventi – che ormai è la nostra casa. È stata visitata nel 1999 dal Dalai Lama, la massima autorità spirituale. Da allora è con-siderata un luogo sacro, riconosciuto come tale in tutta Italia”. E qui i soci vorrebbero rimane-re. L’edificio è in affitto, e tre anni fa è scattata la raccolta di fondi per racimolare le risorse da

destinare all’acquisto dello stabile: una colletta che ha dato frutti insperati. “All’inizio – prose-gue Francesco – visto il numero contenuto di soci, pensavamo di raggiungere poche miglia-ia di euro, e invece siamo rimasti sorpresi dal-la massiccia risposta che abbiamo avuto”. Ora rimangono da sciogliere alcuni nodi burocratici e alcune questioni tecniche, ma l’intenzione è quella di restare lì dove il centro è cresciuto. Lì dove per undici anni ha trasmesso le sue cono-scenze l’anziano Lama residente, ossia la guida spirituale del centro, il maestro Tulku Ngawang Gayatso, che proprio alla fine dell’anno scorso ha lasciato questa vita. I discepoli conservano casse stipate di audiocassette, dove sono incisi i numerosi insegnamenti del monaco sulla sag-gezza millenaria preservata dal popolo tibetano, tanti file video che custodiscono la sua sapienza, una lunga autobiografia in cui il religioso rac-conta, tra le altre cose, l’occupazione cinese, la fuga dal monastero e dal Tibet. Un oceano di sapere per la cui riorganizzazione saranno ne-cessari tempo e risorse. E intanto proseguono le varie attività. Tra queste, gli incontri dedicati alla “Mindfullness-based stress reduction”, una disciplina - sviluppata a partire dagli anni ’70 dal professor John Kabat-Zinn dell’Università di Boston - che attraverso la meditazione e il re-spiro aiuta nella prevenzione e nella cura delle problematiche fisiche e psicologiche legate allo stress. Il centro Ewam fa parte di una più vasta rete di realtà buddiste tibetane, 180 in tutto il mondo, riunite nella Foundation for Preserva-tion of Mahayana Tradition, mentre è da tempo attivo nel dialogo interreligioso, ospitando mee-ting e riunioni. Per informazioni www.ewam.it, mail [email protected].

Luca Squarcialupi

LA RIABILITAZIONE URO-GINECOLOGICA E UROLOGICA

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I problemi uro-ginecologici eurologici sono, ad oggi, una

delle problematiche che maggior-mente condizionano la qualità della

vita sia da un punto di vista sociale che relazionale,sopratutto nel sesso femminile. Nonostante il crescen-te interesse da parte del settore sanitario, risulta diffi-cile quantificare la reale diffusione di tali problemati-che. Gli studi epidemielogici, sicuramente, presentano unasottostima di tali valori per due motivi: l’imbarazzo delpaziente ad esporre il problema e la convinzione che,dopo una certa età e dopo una gravidanza, siano con-dizioni normali. La riabilitazione si pone l’obiettivo, attraverso la pre-venzione e la tempestività di intervento, di stabilizzaree migliorare il quadro clinico del soggetto diminuendola necessità di ricorrere a interventi chirurgici e a tera-pie farmacologiche. La rieducazione del pavimento pelvico è complessa e,spesso, composta da più di una modalità terapeutica:un corretto colloquio e una visita specialistica permet-tono di inquadrare il problema e agire con un approc-cio terapeutico mirato e personalizzato.

IN QUALI CASI SERVE LA RIABILITAZIONE URO-GINECOLOGICA E UROLOGICA?

• Rilassamento della muscolatura pelvica (es. post-gravidanza, invecchiamento...)

• Incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza e mista• Dissinergie muscolari• Prolasso (fuoriuscita) di 1° degli organi pelvici• Incontinenza fecale e ipotonia dello sfintere anale• Dispareunia causata da ipertono muscolare • Ipertonia dei muscoli pelvici• Dolore pelvico cronico• Problematiche post-chirurgiche

DI COSA SI AVVALE LA RIABILITAZIONE URO-GINECOLOGICA E UROLOGICA?

• terapia comportamentale• kinesiterapia• Presa di coscienza del pavimento pelvico• Eliminazione delle eventuali sinergie• Rinforzo muscolare attivo• Stretching• Automatizzazione dell’attività muscolare in

relazione ai gesti quotidiani• Elettrostimolazione• Biofeedback

“LA CONSAPEVOLEZZA di avere unproblema è la chiave che apre la

porta alle possibili soluzioni”“Fondazione Italiana Continenza”

PRENOTAZIONI:Lunedì - Venerdì: 8.00 - 20.00

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AMBULATORI della Misericordia di Firenze

RIABILITAZIONE uro-ginecologica e urologica

Dott.ssa Federica Boscaleri

Fisioterapista

22 Marzo 2012

Page 23: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Chi ne soffre lo sa bene, e all’appuntamento si era preparato da tempo. Con l’arrivo della primavera

per gli allergici comincia la stagione dei tormenti. Pollini, graminacee, ci-pressi e olivi nel periodo della fioritura diventano “nemici”, e si vanno ad ag-giungere alla parietaria, che invece sa essere offensiva persino d’inverno. Il corollario di sintomi che colpiscono gli allergici è fastidiosamente noto: starnuti, congiuntiviti, lacrimazione infinita. Naso e occhi sono i bersagli di questo male di stagione che però, fortunatamente, oggi è (almeno in parte) prevenibile e curabile: “La To-scana è una delle poche regioni d’Ita-lia – spiega il dottor Oliviero Rossi del dipartimento di Immunoallergologia di Careggi – che offre gratis il vacci-no per le graminacee ai pazienti che si presentano con una richiesta del medi-co specialista”. Per non pagare il vac-cino non basta dunque la prescrizione del medico di famiglia, ma occorre la visita preventiva di uno specialista, che attesti l’effettiva presenza di un’aller-gia. Questo vaccino, che oggi è som-ministrato soprattutto attraverso gocce o pasticche sublinguali, ha dei tempi di somministrazione ben precisi: “Si trat-ta di uno schema pre e co-stagionale – chiarisce il dottor Rossi – occorre iniziare a prenderlo da 3/4 mesi prima della fioritura e continuare durante la fioritura stessa e quindi ad aprile, mag-gio e giugno”. Allo stesso modo (ma

in questo caso non sono dispensati dal sistema sanitario regionale) esisto-no i vaccini per prevenire le allergie all’olivo, al cipresso e alla parietaria. Accanto alla prevenzione c’è poi la terapia vera e propria. Tra i farmaci cosiddetti “sintomatici” (utili cioè per alleviare i sintomi, ma non risolutivi) ci sono gli antistaminici: “Quelli di nuova generazione hanno effetti col-laterali molto ridotti – spiega il dotto-re – sono ben tollerati e non causano sonnolenza”. Già, perché proprio quel senso di “intorpidimento mentale” che gli allergici conoscono bene è da sem-pre uno dei fastidi associati a starnu-ti & Co. Ma a questo tipo di farmaci occorre associarne anche di “curativi” veri e propri: “Gli spray nasali, a base derivati cortisonici, rappresentano un

ottimo sistema antinfiammatorio. La Toscana è tra l’altro l’unica regione in Italia a dispensarli gratuitamente”. Anche in questo caso la terapia deve essere anche preventiva: per il cipresso va iniziata già dai primi di gennaio, per le graminacee si va da metà marzo a metà a giugno. Con una raccomanda-zione: “Le allergie possono comparire all’improvviso e tendono a peggiora-re, ragion per cui occorre non sotto-valutarle e, se si manifestano sintomi specifici, fare i test allergologici, facil-mente accessibili”. Altra cosa da tener presente: essere allergici a certi pollini non significa (salvo casi specifici) es-serlo anche agli alimenti corrisponden-ti. E sbaglia, ad esempio, chi pensa di non poter consumare olio solo perché è allergico ai fiori dell’olivo.

ALLERGIE/1. Come combattere questo male di stagione. Prima e durante

È primavera, tempo di starnutiGiulia Righi

Intolleranze alimentari,quello che c’è da sapere

E poi ci sono le allergie e le intolle-ranze alimentari. Per prima cosa

una precisazione basilare, che mette a posto un errore del parlar comune: “Alla base delle allergie c’è un mec-canismo immunologicamente mediato – spiega il dottor Massimo Gola, re-sponsabile della Dermatologia allergo-logica dell’azienda sanitaria fiorentina, convenzionata con l’Università di Fi-renze – altra cosa sono le intolleranze, problema di natura sostanzialmente non immunitaria”. Tra le più famose intolleranze dei tempi nostri ci sono quella al glutine (la celiachia, che meri-ta un discorso a sé) e il malassorbimen-to del lattosio. Quest’ultimo appare un disturbo in crescita negli ultimi anni, e di identificazione relativamente facile: “Per diagnosticare il malassorbimento del lattosio si utilizza il ‘breath test’, che verifica la presenza di anidride car-bonica nel respiro dopo la somministra-zione di latte”. Ma è l’unico caso, insie-me alla celiachia, in cui un’intolleranza è identificabile univocamente. Altro di-scorso sono i test per rilevare la presen-za di allergie vere e proprie: “In questi casi si utilizza il ‘prick test’ – spiega il

dottor Gola – che consiste nel mettere delle gocce dell’estratto allergenico a contatto con la cute del paziente. Esiste poi anche il ‘prick by prick’: in questo caso si mettono a contatto con la cute del paziente direttamente alcuni alimen-ti freschi. Ma è bene utilizzare i test cu-tanei solo dopo aver fatto gli esami del sangue, che possono da soli essere diri-menti”. Per il malassorbimento del lat-tosio non esistono vaccini veri e propri, ma è possibile che il medico consigli una cura “iposensibilizzante” per sti-molare, progressivamente, la tolleranza immunologica somministrando il latte a piccole dosi. Tra i “fastidi” legati agli alimenti c’è anche un altro tipo di rea-zioni: quelle che possono avvenire, ad esempio, dopo l’ingestione di alimenti allergizzanti come fragole, gamberi, tonno, funghi o vino bianco, che causa una massiccia liberazione di istamina con conseguente prurito, etc. Ma questo non vuol dire necessariamente essere allergici: “Circa un quarto della popola-zione mondiale riferisce disturbi colle-gati alle allergie – spiega ancora il dot-tor Gola – in realtà si stima che, tra gli adulti, non si superi il 4% di allergici”. Cosa fare nel caso si abbia il sospetto di avere intolleranze o allergie? “È bene parlarne col medico, per scoprire quale sia il problema ed evitare reazioni più gravi come shock anafilattici e angioe-demi – conclude il dottor Gola - vice-versa, le autodiagnosi sono pericolose, e privandosi di cibi a cui magari non si è affatto allergici, si rischia un’evitabile malnutrizione”. /G.R.

ALLERGIE/2. Dal glutine al lattosio

speciale salute

Era già sbarcato in altre città, e adesso decolla anche a Firenze. Si tratta di un servizio, a pagamento, di

consegna farmaci a domicilio. È il progetto “FarExpress” che, attraverso una tessera annuale del costo di 35 euro, offre ai suoi abbonati la possibilità di ricevere i farmaci direttamente a domicilio, grazie a un servizio completo. Come funziona? Il cittadino che ha bisogno di un farma-co lo richiede direttamente al numero verde della società (800.131.749) o al proprio medico di base. Quest’ultimo prepara la ricetta e la inserisce in una cassetta postale dedicata, che il fattorino di FarExpress passerà poi a ri-tirare, portandola quindi alla farmacia competente per territorio per ritirare il farmaco. Fatto questo, non resta

che la consegna a casa del richiedente. I costi? Oltre all’abbonamento annuale di 35 euro, variano in base al servizio richiesto, che può riguardare i farmaci ma anche una serie di altre prestazioni sanitarie. Per il pacchetto che comprende il ritiro della ricetta, l’acquisto dei me-dicinali e la consegna a domicilio, la tariffa base è di 50 centesimi se si vuole completare l’operazione in 48 ore (con codice “bianco”, per utilizzare un termine a cui ci hanno abituati le scale di gravità per l’accesso al pronto soccorso). Tariffa che sale a 1.50 euro se si vuol snellire il tutto e farlo entro 24 ore (codice verde), a 2.50 per il completamento entro 12 ore (codice arancione) e a 5 euro se si richiede la consegna entro 6 ore (codice rosso). Ma

attraverso questo “pony express” dei farmaci si possono richiedere, ad esempio, anche prelievi di sangue a domi-cilio: in questo caso il costo, oltre a quello per la tessera annuale, è di 10-15 euro. Tra gli altri servizi offerti da questa nuova realtà ci sono anche il servizio infermie-ristico domiciliare, l’assistenza ospedaliera, l’assistenza domiciliare, il servizio navetta, la diagnostica per imma-gini, le prenotazioni di analisi e la riabilitazione. Il tutto previa compilazione di una serie di moduli, per garantire il rispetto della privacy e disciplinare le deleghe per il ritiro dei farmaci. Per richiedere la tessera e iscriversi al servizio si può utilizzare il numero verde o consultare il sito internet www.farexpress.it.

“FarExpress”, e i farmaci arrivano a casaLA NOVITÀ. Sbarca anche a Firenze il servizio di consegna a domicilio dei medicinali

/B.S.

Professionisti della salute. Firenze 20121194648

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La card che permetteva di accedere a nove cinema cittadini a prezzi ridotti

tutti i giorni della settimana, festivi compresi, è andata letteralmente a ruba:

interrotta la sua distribuzione. Ma il futuro continua a preoccupare

GRANDE SCHERMO/1. L’iniziativa lanciata dalle sale di quartiere ha avuto (fin troppo) successo

Assalto alle tessere scontoIl dietrofront dei “piccoli”

La rivincita di Davide contro Golia? A quanto pare dovrà attendere. Perché an-che i piccoli (cinema) devono risponde-re alla stessa legge dei grandi: quella dei

numeri. E così, dopo qualche giorno sulla cresta dell’onda con le sale di quartiere galvanizzate dalle supervendite delle tessere-sconto, l’inizia-tiva è stata stoppata. Era partita a metà gennaio la “Firenze al cinema” card, un lasciapassare che avrebbe permesso di accedere a nove schermi cittadini a prezzo ridotto tutti i giorni della setti-mana, compresi i festivi. Prezzo di lancio: cinque euro. Così poco da generare un vero e proprio as-salto. Un migliaio le tessere rilasciate nel primo weekend di promozione, tremila quelle prenotate nei giorni successivi via internet. Un successo ina-spettato che ha costretto i cinema aderenti all’ini-ziativa (Marconi, Adriano, Colonna, Fiamma,

Fulgor, Portico, Principe, Cabiria a Scandicci e Grotta a Sesto Fiorentino) a fare un passo indietro e interrompere la distribuzione. “In pochi giorni avevamo già superato abbondantemente l’obietti-vo che ci eravamo dati”, spiega Maurizio Paoli, presidente Anec nonché esercente dell’Adriano. Ma qualcuno ha parlato di “pressioni dall’alto”, ovvero dai distributori dei fi lm, che guadagnano in percentuale sull’incasso. Detto in parole pove-re: se vendete biglietti a meno, vi chiederemo una percentuale maggiore. Tanto è bastato a congelare gli sconti: niente più card, neanche a prezzo mag-giorato, come promesso all’inizio. In compenso, coloro che ce l’hanno fatta potranno godere delle riduzioni fi no alla fi ne dell’anno, nonché del “fi lm della settimana” (una pellicola diversa in ogni ci-nema del circuito a soli tre euro) e di anteprime gratuite e incontri con registi e attori. Ma come interpretare tanto successo? Che il pubblico sia in aumento? “Da anni – spiega Paoli – i biglietti staccati a Firenze sono circa cento milioni l’anno,

un’inezia in confronto agli 855 milioni degli anni ’50. Ma non si intravedono segnali che facciano pensare a un incremento. Anzi, è dimostrato che se aumenti l’offerta il pubblico si ridistribuisce, ma rimane sempre lo stesso”. Il che fa pensare a un presente vagamente più roseo per i soprav-vissuti alle chiusure degli ultimi anni, ma a – per i cinema di quartiere - a un futuro grigio scuro tendente al nero, considerata l’avanzata delle mul-tisala. Eppure il vicesindaco Dario Nardella ha recentemente affermato che “non c’è più bisogno di un Piano cinema”, come annunciato alla vigilia della serrata del Variety, ormai più di un anno fa. “È evidente che l’amministrazione comunale pre-sta un’attenzione del tutto episodica al settore”, accusa la consigliera Ornella De Zordo (Perunal-tracittà). Nel frattempo, però, il Comune ha dato il via libera al drenaggio di altri 385mila euro verso il cinema Alfi eri: arriva così a quota un milione il costo della riapertura. Anche se la data di inaugu-razione resta ignota ai più.

Paola Ferri

ALFierivia dell’Ulivo

Chiusa dal 2006, la storica sala di Santa Croce ha “rischia-to” di riaprire diverse volte negli ultimi anni, grazie al fi nan-ziamento di 600mila euro prima e di altri 400mila poi da parte del Comune di Firenze. La ristrutturazione è avvenuta, l’amianto è stato eliminato: adesso manca tutto il resto. Per la gestione della struttura sarà bandita una gara pubblica.

Via l’amianto,una gara perla gestione

c.r.c. AnteLLAvia di Pullicciano

Da qualche anno a questa parte il cinema del circolo dell’Antella (Bagno a Ripoli) ha lanciato l’idea scaccia-crisi: si chiama “Cinemino, pizzino&birrino” e va in scena ogni venerdì sera. Con dieci euro si porta a casa la cena e lo spettacolo a ruota. Un’offerta che coinvolge ogni settimana anche molti fi orentini in trasferta.

Cinemino, pizzino& birrino

coLonnALungarno Ferrucci

Molti l’avevano dato per spacciato l’anno scorso, quando chiuse i battenti. E invece da pochi mesi la sala ha riaperto, con tanto di ristrutturazione generale dei locali e nuove pro-mozioni nel carnet. Come l’apericinema: aperitivo e spetta-colo in un unico pacchetto da pochi euro. Dopo, volendo, si va a cena in uno dei ristoranti della zona.

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24 Marzo 2012

Page 25: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

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Oltre quarantamila biglietti staccati nel giro dei primi due mesi dell’anno, di cui venti-cinquemila solo a gennaio. Novoli c’è e non c’è solo Novoli dentro il tanto atteso, con-

testato, acclamato e discusso Multiplex di San Donato. In meno di sessanta giorni “The Space” è diventato il quarto cinema della provincia di Firenze, accodandosi a ben più radicate multisala del territorio. “La sensa-zione è che mancassero strutture del genere in questa parte di città – commenta il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi – ma dal mio punto di vista siamo solo all’inizio”. Già, perché se i residenti hanno gradito l’apertura, dopo anni di diatribe e cantieri, i primi nodi sono già venuti al pettine. Primo tra tutti quello dei posti auto. Il multisala è dotato di parcheggio autonomo, ma la mega-struttura, all’interno della quale hanno aperto diverse altre attività, è diventata un polo attrattivo di non poco conto in quest’area della città, peraltro già gravata dal peso di università, tribunale, Regione e via dicendo. Una soluzione, però, è già in cantiere. “Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di mobilitarsi affi nché si possa attivare una convenzione per il parcheggio sotter-raneo del parco di San Donato – spiega Gianassi – in modo che i residenti possano lasciare l’auto per lunghi periodi a prezzo ridotto”. Il secondo passo, nella tabella

di marcia del Q5, sarebbe quello di far posto all’interno del cosiddetto Multiplex a funzioni pubbliche. Lo spazio c’è, ma trattandosi di una struttura privata ci saranno da rivedere gli accordi con la proprietà. Immobiliare Novo-li, da parte sua, ha già annunciato la propria disponibili-tà, nell’ambito della discussione di un nuovo piano di re-cupero dell’area (quello vecchio è già scaduto da un bel po’). Il primo servizio comunale a varcare la soglia del neo-centro commerciale dovrebbe essere una ludoteca, a grande richiesta da parte delle numerose giovani cop-pie che hanno preso casa in zona. A questa si potrebbero affi ancare altre funzioni pubbliche/culturali. Quel che è certo, almeno per ora, è che il cinema non lieviterà: se in un primo momento si era parlato di “liberalizzazione delle poltroncine” nel pacchetto del governo Monti, il consiglio dei ministri ha fatto rapidamente marcia indie-tro, anche a causa delle pressioni ricevute dalla Regione Toscana. Restano nove le sale, mentre crescono le pro-mozioni. Attiva su tutto il circuito “The Space” la tessera dedicata agli under 25: spettacoli a prezzo ridotto dal lunedì al venerdì (5 euro quelli normali, 9 euro i fi lm in 3D). La card annuale costa cinque euro e può essere rin-novata a due euro fi no al ventiseiesimo compleanno. E per chi ha già superato questa soglia sono previsti sconti di ogni genere e tipo: dall’abbonamento che evita an-che le code alla cassa alla promozione per chi presenta tessera del supermercato, della libreria, dell’Ikea e via frugando tra le card accumulate nel portafogli.

Francesca Puliti

PrinciPeviale Matteotti

I tempi duri non hanno risparmiato neanche il Principe. Che però ha reagito e si è dotato di schermi e poltroncine nuove, pronti ad accogliere di nuovo il pubblico dopo poche set-timane di chiusura. Promozioni attive anche qui, come gli abbonamenti annuali per i clienti più fedeli: poche decine di euro per qualche decina di fi lm.

Abbonamentiannuali peri fedelissimi

AstrA 2Piazza Beccaria

È rimasto uno dei pochi schermi singoli in città. Ma per l’Astra 2 è già pronto un progetto di restyling totale. Pol-troncine a scomparsa per lasciare spazio a eventi particolari, schermo retrattile per usare il palco anche in versione teatro e bar “pensile” in galleria (che ora non c’è). Il tutto per un investimento milionario.

Pronto peril restylingtotale

FioreLLAvia D’Annunzio

La crisi, qui, non si è fermata. Sarà perché le due sale di Coverciano offrono fi lm altamente selezionati (e hanno una clientela affezionata). Ma sarà anche perché si tratta di uno dei pochi esercizi direttamente collegati a un ristorante con orario prolungato, ottimo sia per il pre che per il post-cinema.

Il ristorante“attende”dopo il film

GRANDE SCHERMO/2. Atteso, contestato, discusso: il multisala alla “prova” del pubblico

Multiplex di Novoli,la partenza è sprint

NUOVI AMBULATORI DI PSICHIATRIA E PSICOLOGIA COGNITIVA

I disturbi psichici come depressione, attacchi di panico,fobie, ansia generalizzata, esaurimento da stress, manie,disturbo bipolare, anoressia, bulimia o psicosi sono oggifra i problemi medici più frequenti. Determinano marcatodisagio sia nelle relazioni con gli altri, sia nello studio,sia nel lavoro che nelle attività di tutti i giorni. Questi disturbi sono spesso associati a problemi cognitivinell’attenzione, concentrazione e memoria che possonoinsorgere anche precocemente. Esistono oggi nuovi interventi efficaci e sicuri non solofarmaceutici, per gestire e risolvere questi problemi. Lascelta degli interventi e l’inquadramento diagnosticorichiedono competenze specialistiche.

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Sono problemi che oggi possono essere GESTITI E RISOLTI

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Page 26: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

tiche, ha un master alla spalle e studi tra Stati Uniti e Europa. “Osservo le persone, la natura, la realtà, tutto – rivela - il mio è uno sguardo attento. Ho pensato: ‘ma guarda ‘sta gente alla fermata che si annoia’. Ho rifl ettuto e ho deciso. Avrei tappezzato tutte le pensiline dell’Ataf con parte della mia storia”. Così ha fatto la sua comparsa il racconto di una donna e dei suoi amori per altre donne. Un argomento tabù, che ha spinto l’autrice a farne un romanzo di strada, con il desiderio di attirare l’attenzione e di provocare. Poi c’è la passione per la scrittura, che arri-va da lontano. “Tutto è iniziato quando ero adolescente – racconta - mi piace-va scrivere, in particolare poesie. Era il mio modo di sfogarmi, di sfuggire a realtà per me scomode: la prima erano i problemi di casa, la seconda me stessa. Dovevo fare i conti con le emozioni, i sentimenti che provavo per il mio stesso sesso. Decisi allora che i fogli di carta sui quali scrivevo diven-tassero i miei confi denti”. A distanza di qualche mese dalla loro prima com-parsa, le pagine affi sse alle pensiline continuano a catturare l’attenzione di molti passeggeri in attesa. Tutte sono pubblicate online anche sul sito IlRe-porter.it. “Essere autentici è dura. È una battaglia – conclude la “scrittrice della fermata” - mi sono liberata delle paure perché le persone, alla fi ne, van-no oltre e ti rispettano anche se diversa da loro. Spero che questo mio raccon-to sensibilizzi l’opinione pubblica e dia la forza a molti ragazzi di vivere il mondo e non di abitarlo soltanto”.

della città. Al loro interno una pagina stampata, una poesia, un racconto. Da piazza Dalmazia a viale Michelangelo, passando per piazza Puccini e viale dei Mille, un biglietto invitava a ingannare l’attesa con una lettura. Poi, nelle set-timane successive, sono comparsi altri stampati, sempre negli stessi punti, sempre con lo stesso stratagemma. Un fenomeno fi nito sin dal primo capitolo tra le notizie più cliccate del nostro sito (www.ilreporter.it). E così, la vicenda di una donna “nata per far battere il cuore delle donne”, come recita l’in-cipit di questo romanzo di strada, è iniziata a dipanarsi: su ogni foglio la trama si sviluppa, mentre i componi-menti poetici con il passare del tempo (e delle pagine) si completano di nuo-vi versi. Dietro tutto questo c’è una penna anonima, che agisce di notte, lasciando alla fermata un dono per i passanti di domani. In alcuni casi i fa-scicoli vengono rimossi, in altri resta-no per più giorni sotto gli occhi degli avventori. Il Reporter ha rintracciato l’autrice, che preferisce non rivelare la sua identità. Si defi nisce una “persona semplice”, è laureata in Scienze poli-

Una scrittrice misteriosa, una manciata di fermate dell’autobus e una storia “a puntate”, che va avan-

ti di pagina in pagina, di settimana in settimana, grazie ai fogli lasciati a disposizione dei passeggeri. Tutto è iniziato lo scorso dicembre, quando al-cune cartelline plastifi cate sono com-parse alle pensiline Ataf di varie parti

Da piazza Dalmazia a viale Michelangelo e piazza Edison: il romanzo di strada

di una donna “nata per far battere il cuore delle donne”, come recita l’incipit, intriga

sempre più i passeggeri in attesa. tutti i capitoli sono pubblicati su www.ilreporter.it

IL CASO. Parla la scrittrice misteriosa che tappezza le pensiline Ataf con la sua opera “a puntate”

Ti racconto una storia, alla fermata del busGianni Carpini

Per le vie di Firenze accadono fatti singolari. Cartelli stradali

trasformati in opere d’arte, strane facce gialle posizionate agli an-goli dei vicoli, mostre “abusive” disposte lungo i muri della città. Per le vie di Firenze agiscono mani invisibili. Nella maggior parte dei casi entrano in azione nottetempo, per evitare i control-li. In gergo viene defi nita “gueril-la art”, termine che indica perfor-mance artistiche estemporanee e non autorizzate. Incursioni che possono essere punite anche con multe, se gli autori vengono colti in fallo. Celebre in città è il caso di Clet, artista bretone salito alla ribalta delle cronache prima per aver ritoccato i cartelli strada-li tramite alcune applicazione adesive (la strada senza sfondo diventa un Gesù Cristo in croce, il divieto di accesso un uomo che sostiene una striscia bianca), poi per aver installato su ponte alle Grazie una scultura in vetroresi-na a forma di “omino della bic” e infi ne per aver “disegnato” sui ponteggi di Torre San Niccolò un enorme uomo stilizzato. Qualcu-no si sarà invece accorto dell’in-quietante presenza delle “yellow faces”, piccole facce gialle, agli angoli delle strade del centro, ad esempio vicino alla loggia del Porcellino o addirittura sugli speroni di Ponte alle Grazie. Si tratta dell’opera di un giovane artista chiamato Bue2530, che documenta le installazioni con una serie di scatti pubblicati su Facebook. Niente più tavolozza e pennello, oggi gli arnesi del mestiere sono secchio, scopa e colla. Spam, così si fa chiamare un collettivo di artisti, attacca sui muri fi orentini manifesti e dise-gni spesso critici verso la società contemporanea. Un esempio? I cartelli “saldi di fi ne Repubblica” comparsi il 2 giugno scorso (festa della Repubblica, appunto) vicino a vari monumenti del centro citta-dino. Delle regole però ci sono: non danneggiare i beni artistici e usare colla facilmente rimovibile, per non rovinare i muri.

Mani invisibili in azione

Quei “misteri”lungo le vie

I PRECEDENtI

società

“SONO NATA PER FAR BATTERE IL CUORE DELLE DONNE. NON SO ANCORA COSA LE SPINGE A ME. SARÀ LA MIA SIMPATIA, LA MIA VOGLIA DI VIVERE, IL MIO SENSO DI PROTEZIONE O FORSE I MIEI CAPELLI. SONO ENTRATA COSÌ NELLA LORO VITA. ABBATTENDO LE INNUMEREVOLI BARRICATE DI PREGIUDIZI, TRADIZIONI CHE SONO BAGAGLIO DI VISSUTO DI OGNI ESSERE UMANO. CHI MI HA AMATO, SA SICURAMENTE DI COSA STO PARLANDO. SA COSA HA DOVUTO AFFRONTARE. E SA ALTRETTANTO QUANTO SIA EMOZIONANTE VIVERE UN AMORE SEGRETO, NASCOSTO DAGLI ALTRI, CHIUSO IN UNA CAMPANA DI VETRO…” CONTINUA ALLA FERMATA O SU WWW.ILREPORTER.IT

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Page 27: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

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pubblico grazie a un documentario che vedremo il prossimo autunno sulle reti Rai. A Firenze tutti cono-scono il fondatore dell’Opera della Madonnina del Grappa, inaugurata nel 1924. La struttura divenne in breve tempo “la famiglia dei senza famiglia” e rappresentò un punto

di riferimento nel quartiere operaio di Rifredi. Il documentario, diretto dalla regista Francesca Elia, permet-terà di far conoscere l’esperienza di grande umanità di don Facibeni fuori dai confini della Toscana. Tut-to è pronto per le riprese, che saran-no effettuate questo mese grazie al racconto di Mario Graev, 86 anni, uno dei “figli” di Don Facibeni. Graev, già professore universitario, è oggi il presidente dell’unione fi-gli della Madonnina del Grappa. “Don Giulio seppe sostituire i miei genitori con un amore delicato – dice – non è stato solo un sacerdo-te, ma un padre. Ai ragazzi grandi che frequentavano l’università don Facibeni aveva assegnato l’incari-co dell’insegnamento nelle scuole interne all’Opera. Ci ha educati - ricorda – al senso di responsabilità verso gli altri”. “Ero un adolescen-te ebreo – spiega Louis Goldman, fotografo cinematografico - e sono scampato alla deportazione grazie a don Giulio. Guardò me e mio fra-tello e, incuriosito e gentile, ci disse ‘venite qui’: nei giorni seguenti sco-primmo che non eravamo i soli...”.

Ha salvato novemila bam-bini orfani e aiutato gli ebrei perseguitati dal-le leggi razziali. Il suo

nome è riportato nel libro dei Giusti nel museo dell’Olocausto di Geru-salemme. È don Giulio Facibeni, la cui storia sarà raccontata al grande

IL PERSONAGGIO. Sulla Rai andrà in onda un documentario sulla vita di don Giulio Facibeni

Il sacerdote-padre sbarca in televisione

Nicoletta Consumi

la statua di don facibeni davanti alla pieve di santo stefano in pane

Nel 1924 fondò l’Opera della Madonnina del Grappa, che in

breve tempo diventò la “famiglia dei senza famiglia” e un punto

di riferimento per Rifredi. Con La Pira una profonda amicizia

Era il 1912 quando don Facibeni arrivò come vicario nella Pieve di Santo Stefano in Pane, a Rifredi. La parrocchia era una vera terra di mis-sione. Un quartiere nuovo, teatro di continue contrapposizioni politiche e divisioni sociali. Fu immediato il suo impegno nell’organizzazione di doposcuola e scuole serali per gli operai. In seguito fondò il nido per i figli dei richiamati in guerra. Nel 1916 fu inviato al fronte come cap-pellano militare, e là si distinse per azioni coraggiose e di misericordia anche nei confronti di austriaci feriti in prossimità delle trincee italiane. Nel 1924 fondò l’Opera della Ma-

donnina del Grappa a Rifredi, per assistere i piccoli orfani dei soldati che, in punto di morte, lo avevano implorato: “Padre, non abbandoni i miei figli”. La Pira, appena nomina-to sindaco di Firenze nel 1951, gli conferì il titolo di cittadino bene-merito di Firenze: i due erano legati da una profonda amicizia, tanto che l’ultimo desiderio di La Pira fu quel-lo di essere sepolto nel cimitero di Rifredi accanto al sacerdote. Don Giulio morì il 2 giugno 1958: al suo funerale, in Duomo, parteciparono 150mila persone, provenienti da Fi-renze e provincia, dalla Toscana e dalla Romagna.la targa commemorativa dell’aiuto del religioso ai bambini ebrei

società 27

Page 28: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Firenze attende una primavera violaIL PUNTO. Dopo un brutto inverno, quella alle porte sarà una stagione decisiva sotto molti aspetti

andrea della valle

Il bello del calcio è anche la sua diversa cadenza del tem-po. Perché nel mondo del pallone si possono cambiare le scenografi e come sul palco di un teatro, e da un momento all’altro stravolgere l’ambientazione di un’intera scena, o

di tutto un atto. Bellezze, e stranezze, della Dea Eupalla (pro-tettrice dei pestipedatori), che tutto osserva sui rettangoli verdi. Anche quando una domenica sei contorniato di fi schi e, due settimane più tardi, in striscia positiva. È di certo anche questo il bello del calcio. E le due vittorie consecutive con Siena e Udi-nese di Jovetic e compagni, a cavallo tra gennaio e febbraio, lo testimoniano. A suo modo, a Firenze, un pizzico d’aria fresca in più si è sentita, e non solo per le gelide folate di vento degli ultimi tempi. Già, proprio Jovetic. Uno del quale si diceva che avrebbe avuto bisogno di un po’ di tempo in più per recuperare

(del tutto) dall’infortunio terribile al ginocchio. E che, invece, a suon di gol fa già parlare mezza Europa di sé. Piaccia o meno, di fatto, nascondere il luccichio di questo gioiello diventa, gara dopo gara, più complicato. Ed è il dibattito che subito si è aperto intorno a JoJo a rimandare, ancora una volta, il pallone sulla sponda dei Della Valle. Così come del resto capitato in occasio-ne delle risposte piccate di Corvino sul suo futuro (leggere alla voce “pausa di rifl essione”), o poco dopo, quando c’è stato da fare riferimento allo stadio mentre Fiorentina e Comune presen-tavano una lodevole iniziativa insieme, ancor prima che lo stes-so sindaco Renzi preannunciasse l’arrivo di un reale progetto di riqualifi cazione dell’area Mercafi r. Da qualsiasi parte si osservi il momento in casa viola, in altri termini, è di quelli decisivi. Pensare che, si diceva, sarebbe stato gennaio il mese decisivo della Fiorentina, e già la primavera all’orizzonte diventa di quelle campali. Dopo l’ultima fi nestra invernale di mercato, la Fiorentina ha ora l’opportunità di lasciarsi alle spalle il cambio

di tecnico, prima, e una sessione di mercato non indimentica-bile, poi. Sempre che, in primis la proprietà, ancor prima della dirigenza, faccia immediata chiarezza. Sul futuro, su quello del-la squadra e del suo simbolo, Jovetic. E ancora sulle prospettive di un impianto nella zona proposta dal Comune o sul direttore sportivo che, da giugno, dovrà continuare a ricostruire questa squadra. Nel calcio, del resto, il futuro è sempre dietro l’an-golo. E il domani diventa prestissimo l’oggi. Poi, ovviamente, toccherà alla squadra. E alla capacità del suo allenatore Delio Rossi di proseguire sulla strada della continuità nei risultati e nel gioco. E dopo il tour de force che ha chiamato i viola sul campo a scadenze regolari e ravvicinate tra loro, dettato anche dai rinvii delle partite di Bologna e Parma per il maltempo, il domani sarà davvero dietro l’angolo, perché il futuro della sta-gione (e non solo) viola dipenderà molto da come la Fiorentina riuscirà a uscire da questo periodo. Insomma, dopo un brutto inverno i viola aspettano la primavera. In tutti i sensi.

Tommaso Loreto

Dal mercato allo stadio, dal futuro della dirigenza (a partire dal direttore sportivo) a quello dei gioielli – uno

su tutti – che si sono messi in luce quest’anno: per l’universo gigliato è il momento delle scelte chiave

Page 29: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

sport

Stevan Jovetic sempre più al centro del mercato. Sarà lui, sembra, l’obiettivo estivo della Juventus, che si prepara a una lunga trattativa. E anche dal Mon-

tenegro arrivano voci che vorrebbero il gioielli-no viola, nella stagione 2012/2013, lontano da Firenze, dopo il suo prolungamento di contratto. Le offerte ci sarebbero già, e superiori ai trenta milioni di euro. Sterline, soprattutto, visto che offerte vicine ai quaranta milioni sembrano pronte dalle due squadre di Manchester e dal Chelsea. I top club hanno spedito i loro osser-vatori alle partite interne della Fiorentina solo per lui, Stevan Jovetic, che intanto continua a far innamorare la città a suon di gol. Un gioca-tore, anzi un campione, che si fa apprezzare non solo per le sue reti, non solo per il suo talento, ma anche per l’empatia con i ragazzi di Firen-ze. “L’ho incontrato, avevo la sua maglia, l’ho rincorso ma lui è salito in casa sua - racconta un giovane calciatore di una società di Campo di Marte - poi lo abbiamo visto e lo abbiamo salutato. Questo è il risultato – sorride – ecco la maglia autografata”. Un campione di cui Firen-ze non si vuol privare. In poco tempo, Jovetic sta diventando una bandiera della Fiorentina. E per Firenze avere una bandiere è (quasi) come vincere uno scudetto. La maglia è la maglia. Al momento la società ha risposto “no” alle offerte arrivate per il montenegrino, e la città spera che continui a farlo. Ma dove è sbocciato il talen-to di questo giovane veterano? Jovetic inizia la carriera a Podgorica, nel 2000, con la maglia del Mladost, dove mette in mostra le sue qualità tec-niche, tanto da venir presto considerato uno dei maggiori talenti del calcio montenegrino. Nel 2003 passa al Partizan Belgrado, dove fa una brevissima esperienza nelle selezioni giovanili prima di arrivare in prima squadra. Nell’aprile 2006 diventa il sesto giocatore più giovane in assoluto a esordire nella massima divisione del campionato di calcio serbo contro il Voždovac, a 16 anni. Nell’agosto del 2007, ancora minoren-

Questo mese, al Franchi, arriva la Juventus: c’è da vendicare il 2-1 dell’andata. E molte

altre vicende successe in passato. Se per molti ita-liani la squadra bianconera è la Signora più ama-ta, diverse – molto diverse – sono le cosa in riva all’Arno. Dallo scudetto cucito sul petto della Ju-ventus, ma nel cuore dei fiorentini, del 1981/82, i bianconeri sono riconosciuti come il “nemico” numero uno. Una stagione difficile si può trasfor-mare in un buon campionato vincendo contro la Juventus. Uno dei successi più belli rimane quel-lo firmato dalla “B2” Baggio-Borgonovo. I due giocatori realizzano 29 dei 44 gol totali messi a segno in campionato dalla Fiorentina: 14 Stefa-no Borgonovo, uno in più Roberto Baggio. Il più bello quello realizzato proprio contro la Juventus, quando il punteggio era ancorato sull’1-1. Era la stagione dell’esplosione di Borgo-gol, preso in prestito dal Milan all’inizio del campionato del 1988. Anche grazie a quel gol, Borgonovo viene chiamato in Nazionale. Capitolo a parte spetta alla vittoria più amara, quella dopo la cessione

di Roberto Baggio. Il Divin Codino rimane a Firenze fino al 18 maggio 1990, quando viene acquistato dai torinesi per la cifra record, a quei tempi, di 25 miliardi di lire. L’allora procuratore Antonio Caliendo ha in seguito narrato un episo-dio singolare al riguardo: “Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio passò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai gior-nalisti, gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Fu un gesto imbarazzante. Io dis-si che il ragazzo andava compreso: era come se avessero strappato un figlio alla madre. Ammetto che, quella volta, rimasi molto colpito anch’io”. Ma la lontananza non spegne i grandi amori, e così fu. Baggio, infatti, restò per sempre legato a Firenze e ai colori viola, suscitando non pochi malumori tra i suoi nuovi tifosi. Poi, negli anni ‘90, come non ricordarsi di Fiorentina-Juventus 3-0. Nei viola giocava un certo Re Leone, e il ter-zo gol fu uno splendido tiro di Anselmo Robbiati al 34’ del secondo tempo, con un colpo da biliar-do di sinistro.

Arriva la Juventus, è tempo di vendetteAMARCORD. Nuova puntata di una sfida che non potrà mai essere “normale”

Jo-Jo in azione

Lorenzo Mossani

Gli occhi del calcio su Stevan JoveticIL PERSONAGGIO. Sarà il talento montenegrino uno dei protagonisti delle trattative estive

/Lor.Mos.

ne, accompagnato dal padre, pone la fi rma sul suo primo contratto da professionista. Non an-cora diciottenne diventa capitano della rappre-sentativa Under 21 del Montenegro ed esordisce con la Nazionale maggiore del suo paese. Il pas-so verso la notorietà è breve: in una sessantina di presenze con la maglia del Partizan segna 25 reti, sei delle quali fi rmate nelle prime otto gior-nate del campionato 2007-2008, e sfoggia pre-stazioni tali da essere inserito dal Sun nella lista dei migliori venti talenti al mondo. Da lì è storia viola. Una “never ending story”, sperano i tifosi.

I top club, soprattutto inglesi, hanno già spedito i loro

osservatori, e le offerte a suon di euro (e sterline)

sono dietro l’angolo. Storia di un “giovane veterano”

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Page 30: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Sarà diffi cile evitare i play out per la Brandini-Claag Firenze Basket ma, mentre si farà di tutto per scongiu-rare la retrocessione, si pensa già al

futuro. Sono già in corso contatti con giocato-ri che potrebbero essere utili per la prossima stagione. Sia giovani che possano sposare il progetto in tempi più lunghi che giocatori più esperti in grado di dare una sterzata alla squa-dra. “Quest’anno abbiamo già fatto un gran lavoro dal punto di vista societario – spiega il direttore sportivo dei biancorossi, Jacopo Del Lungo – e l’obiettivo rimane quello di salvar-si. Siamo rammaricati del fatto che almeno cinque partite le abbiamo perse per poco. Avremmo potuto avere una classifi ca miglio-re. L’infortunio a Rabaglietti, inoltre, ha com-plicato ulteriormente la situazione. Ci manca l’esperienza. L’obiettivo, per quest’anno, è far crescere questo gruppo in tranquillità”. Ma, intanto, si stanno già buttando le basi per il futuro. “Il presidente Luca Borsetti sta lavo-rando per quanto riguarda le sponsorizzazioni e il rafforzamento della società sotto tutti i punti di vista, da parte mia ho iniziato a pren-dere contatti con i vari procuratori e ci stiamo attrezzando. Vogliamo allestire una squadra che possa ben fi gurare nella Divisione Nazio-nale A – prosegue Del Lungo – anche il pros-simo anno. Il nostro piano era triennale. Un campionato dove l’obiettivo era la salvezza, quello attuale, un campionato tranquillo dove poter crescere, il prossimo, e uno per tentare la promozione, fra due anni”. E proprio per centrare questo obiettivo si stanno rincorren-do tanti nomi. Almeno sette sono coloro che

Obiettivo salvezza per la Brandini-ClaagSimone Spadaro

BASKET. Intanto si gettano le basi per il futuro. A tu per tu con il ds Jacopo Del Lungo

Dopo un inizio travagliato per la mancanza di sponsor e la non permanenza in squadra

di Dean Cummins, tornato in Nuova Zelanda dopo un infortunio alla caviglia che lo ha fatto dannare (sembrava quasi guarito per i medici), è tornata la luce sull’ovale fiorentino. Prima è arrivato uno sponsor importante, l’Aeroporto di Firenze, poi l’acquisto del giovane pilone lazia-le Mirko Rapone e il rientro in squadra dell’ar-gentino Marcelo Segundo. Mirko, classe ‘91, è un nazionale Under 20 da 121 kg per 188 cm. Nato a Colleferro e cresciuto nelle giovanili del Segni, Mirko proviene da L’Aquila Rugby dopo aver militato nel Parma e nei Crociati, ed

è considerato un talento dal futuro assicurato. “Dopo tante vicissitudini ce l’abbiamo fatta, sono contentissimo. Non vedo l’ora di comin-ciare a giocare e poter dimostrare sul campo quello che valgo. Riguardo la società devo dire che a livello rugbistico non mi aspettavo una squadra così motivata. Conoscevo poco il Fi-renze e sono rimasto veramente esterrefatto dal cuore che hanno i ragazzi e dell’organizzazio-ne che c’è in questa società. A livello di città, Firenze è bellissima, si sta molto bene”, aveva detto al suo arrivo. E ora Firenze, sistemate le problematiche, sta tornando a marciare a un rit-mo da prima della classe.

Riprende la “marcia” del rugby fi orentinoPALLA OVALE. Un inizio difficile, poi uno sponsor importante e alcuni rinforzi

/L.M.

La pallanuotista d’oro. Allegra Lapi da Bagno a Ripoli, at-

taccante della Menarini Fiorentina Waterpolo, è stata protagonista, col Setterosa, dell’oro europeo di pallanuoto. Vincere un europeo con la nazionale azzurra non è da tutti e la soddisfazione per questo trionfo scorre ancora nelle vene. “Ero assente dal giro azzurro dal 2006, l’anno in cui vincemmo l’argento agli Europei di Belgrado – racconta Allegra Lapi – e adesso tornare in azzurro e vincere è sta-to il massimo. Ci siamo preparate per due settimane e abbiamo dato il massimo dalla prima all’ultima gara. Eravamo tutte consapevoli di poter centrare l’obiettivo. Posso dirlo? È stata una vera vittoria del gruppo. Eravamo 13 tigri con una gran voglia di portarci l’oro a casa. Nella finale – continua - sono stata in panchina ma ho vissuto, lo stes-so, tremila sensazioni in un istante. Questo mio primo oro europeo è stato un vero e proprio crescendo di sensazioni indescrivibili, con il vibrante successo contro la Russia che ci ha aperto la strada per la fi-nalissima”. Un gol contro la Spa-gna, una doppietta alla Germania, poi Allegra è stata la protagonista assoluta del match contro l’Olanda,

quando ha segnato quattro reti che hanno proiettato le azzurre in semi-finale. Paradosso incredibile, il tito-lo europeo non le qualifica a Londra 2012: il pass per le Olimpiadi andrà conquistato nel torneo preolimpico di Trieste, dal 15 al 22 aprile. “Sono laureanda in Farmacia – dice di sé Allegra – e mi mancano solo due esami e la tesi. Sono due gli obiet-tivi che mi sono posta nel prossimo futuro: le Olimpiadi e la laurea. Spero di poter realizzare entrambi questi desideri velocemente. Abbia-mo capito di essere forti. A Trieste ripartiremo da zero ma abbiamo tutta la consapevolezza di poterci qualificare”.

PALLANUOTO. Lapi protagonista agli Europei

L’Allegra d’oro. In azzurro

/Sim.Spa.

allegra lapi

potrebbero vestire la maglia biancorossa nel futuro prossimo. Molti sono sul taccuino di Del Lungo che, però, mantiene il riserbo, altri nomi vengono fuori da voci sottocanestro. Si parla di Mario Gigena, esperta ala del 1977, ora a Fabriano; Andrea Colli, ala di due metri del 1988, oggi a Verona; Daniele Demartini, play di ventiquattro anni in forza alla Virtus Bologna. E ancora di Francesco Quaglia, ventiquattrenne, anche lui con i felsinei; Jakub Wojciechovski, ventitré anni, ala centro della Benetton Treviso, e German Scarone, 37 anni, play italo-argentino con un curriculum di tutto rispetto, avendo già vestito le maglie di Mens Sana Siena, Virtus Bologna e Scavolini Pesaro. Oggi Scarone è a Piacenza, ma gradirebbe molto dare una mano alla Brandini-Claag. Sarebbe il giocatore esperto che serve ai gigliati per poter fare il salto di qualità. Su di lui pesano solo le condizioni fi sico-atletiche. Comunque, il lotto dei giocatori è ricco e la piazza fi orentina è molto gradita. “Chiediamo poi maggiore tranquillità – conclude Jacopo Del Lungo – anche per quel che ruota attorno alla società. Vogliamo alcune certezze per poter avere la possibilità di realizzare il nostro progetto”. Che, senza alcun dubbio, è molto ambizioso.

sport30 Marzo 2012

Page 31: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Siamo andati a trovare Lorenzo Gori, vicepresidente del Firenze Sud Sporting Club, per sapere qualcosa di più sul destino della

società. Partendo dagli inizi.Vicepresidente, qual è la passione che la spinge a fare questo genere di calcio?Ho cominciato nel ’70 come giocatore per terminare nel ’75. Finita questa parte della mia vita mi fu offerta la possibilità di col-laborare con l’Affrico. Successivamente sono stato a Pelago e Rufina. Qui le cose sono completamente cambiate in quanto, da direttore sportivo, cosa che ho fatto dal ’90 al 2009, sono passato, assieme al presi-dente Massimo Falciani, a gestire la socie-tà. È come essere “sposato un’altra volta”.Come sta andando la stagione?Qui ci sono diverse squadre, a partire dal-la terza categoria fino al 2005/2006. Ov-viamente non tutte possono andare bene ma, al momento, la terza categoria lo sta facendo. Quello del ‘95 è un gruppo rifat-to da poco, essendoci state delle manca-te iscrizioni, e comprende una ventina di giocatori: siamo in media-bassa classifica, ma quello che ci conforta è la continua frequentazione negli allenamenti da parte di questo gruppo. Il ’96 è la squadra più brava a livello giovanile: sono tra le prime del campionato, anche se non penso, pur-troppo, che possano vincerlo, per via della presenza di un’avversaria molto forte, il Pontassieve. La lotta è quindi per il secon-do posto. Il ’97, i giovanissimi regionali, è l’unica squadra che fa un campionato

In campo (e fuori) al Firenze SudL’INTERVISTA. Quattro chiacchiere sul futuro della società con il vicepresidente Lorenzo Gori

Carlo Marrone

regionale: la classifica piange, anche se le ultime gare sono state più positive. Il ’98 è una squadra che ha subito varie mancanze: media-bassa classifica, si avvicina molto ai livelli del’ 95. Per i più piccoli l’importante è il divertimento.Com’è cambiata la società dagli inizi a oggi?Io sono arrivato qui nel 2003. Cambiata, è sicuramente cambiata. Da quello che mi hanno detto i vecchi soci che si allenava-no qui, di fronte alla Kassel c’erano un bocciodromo e un campo dove, tra l’altro, mi sono allenato anch’io. E gli spogliatoi erano all’interno di bus adibiti per questo scopo. IMi sarebbe piaciuto trovare alcune fotografie di questi bus, ma è difficile, poi-ché si sta parlando degli anni in cui venne fondata la società, nel ’72.Quali sono i vostri obiettivi finali?Vincere con la terza categoria e migliorar-ci. Fondamentale, tra i nostri obiettivi, è anche quello di riuscire a creare qui, all’in-terno del parco, un ambiente che i nostri ragazzi possano continuare a frequentare non più solo come giocatori, ma anche come collaboratori e utenti. Deve essere un punto di aggregazione. Invece di andare da altre parti, anche qui è possibile trascorrere il tempo libero al di fuori del calcio. Cosa, oggi, ancora più fattibile grazie alla nascita del ristorante-pizzeria.

Dalla terza categoria al 2005/06, sono tante le squadre impegnate nei rispettivi

campionati con la casacca del club. Con risultati “alterni”, ma non è (solo)

questo quello che conta: l’obiettivo è creare un punto di aggregazione

lorenzo gori

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Page 32: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Un enfant prodige del pentagramma, così l’hanno definito in molti. Una di quelle voci, con quelle storie da raccontare e quello charme un po’

bohemien, che forse mancavano dai tempi del primo Vinicio Capossela. Alessandro Manna-rino, classe 1979, sta mietendo vittime tra gli appassionati di musica d’autore, convincendo con i suoi brani un po’ scanzonati ma sempre accorti e profondi anche i critici più scettici. A Firenze arriva il 28 marzo, all’Obihall, dove presenterà le canzoni del suo secondo disco, Supersantos, che già avevano riscosso un gran successo la scorsa estate al Teatro Romano di Fiesole. Da romano doc, com’è il suo rapporto con Firenze e la Toscana?Sempre molto molto buono, il concerto a Fie-sole dell’estate passata lo ricordo come uno dei più belli in assoluto. In più ho vari amici in Toscana, c’è una locanda speciale a Mon-temerano in provincia di Grosseto a cui sono molto legato, ho una bella amicizia col coro dei minatori di Santa Fiora che ho conosciuto grazie a Simone Cristicchi. Devo dire che pro-fessionalmente parlando gli organizzatori dei miei concerti in Toscana sono veramente in gamba. Ma, soprattutto, sono cresciuto ascol-tando i Litfi ba. Ieri al Teatro Romano, oggi all’Obihall: quali sono i luoghi dove un giovane cantau-tore ama esibirsi?I teatri sono bellissimi, amplifi cano i senti-menti e le emozioni. Poi ci sono i grandi spa-zi, dove l’atmosfera è completamente diversa. Comunque credo di preferire situazioni non dispersive. Poi però penso che il ristorante dove vai a cenare sia importante, ma prima ancora servono appetito, ingredienti buoni e una bella compagnia. È stato etichettato come una sorta di Tri-lussa della musica. Canta in romano senza dimenticare di dare quel guizzo sagace e allo stesso tempo profondo ai pezzi. Da cosa prende ispirazione?

Dal mondo che vivo, dalle esperienze che fac-cio, dai libri che leggo.Quando ha deciso che la musica sarebbe diventata la sua strada?A sedici anni, quando ho cominciato a suona-re e a scrivere canzoni, ci ho fatto un pensiero. Dopo quattro anni ero completamente rapito dalla faccenda, quattro anni più tardi suonavo sempre, in giro, ovunque capitasse. Non sono andato a ritirare il diploma di laurea. Cinque

anni dopo ho registrato il mio primo disco. Ad oggi non ho ancora ritirato la laurea.Come si immagina tra dieci anni? E qua-li sono i progetti musicali per il prossimo futuro?Mi immagino di essere cresciuto, di essere più responsabile e meno incasinato di oggi, di avere dei fi gli e di avere capito alcune delle cose che oggi non capisco. I progetti musicali sono una colonna sonora e il prossimo disco.

Ludovica V. Zarrilli

L’INTERVISTA. Il 28 marzo, all’Obihall, Alessandro Mannarino presenterà il suo ultimo album

Il romano amico dei minatori grossetaniGiovane ma già apprezzato in tutta la penisola, il cantautore sta facendo

parlare di sé ben oltre i confi ni della capitale. Ora torna in toscana per

la seconda volta, dopo il concerto estivo a Fiesole. Prima, però, si racconta

a Il Reporter: dall’amore per i teatri a quello che spera di fare da “grande” C’è chi l’ha definito concept space, e chi multi-tasking. Secondo Paolo Mancioc-

chi, art director di ThesARToria, è più “una suc-cursale della discarica di Case Passerini, data la quantità di roba diversa che si trova accatastata dentro. E’ pur vero che può essere utilizzata per tutto, dalla cena con amici che sembra fatta a casa ma non lo è alla presentazione di un libro, dalla mostra al set fotografico fino a una sfilata”. Fughiamo ogni dubbio intanto; ThesARToria non è mai stata una vera e propria sartoria. Sì, il nome richiama tutto quello che è costume e cucito, ma il discorso in realtà è molto più am-pio. Lo spazio nasce come un omaggio a tutto ciò che è fatto con le mani, artigianale. Ma come si è evoluto questo spazio creativo in una piccola stradina del centro com’è via San Zanobi? “E’ nato tutto per gioco, – continua Paolo – antica-mente qui si trovava uno studio di grafica, prima ancora una piccola fabbrica, poi un laboratorio orafo e scuola di danza. La Fake Factory, attiva nel settore di video design e arte contemporanea rilevò lo spazio e a luglio del 2011 ci chiamò per sentire se avevamo idee su come sfruttare que-sto posto, troppo grande per adibirlo solamente a studio”. ThesARToria fondamentalmente è un parco giochi; il set fotografico viene usato rego-larmente per i fini più disparati. “E’ uno spazio di formazione dove vogliamo attivare a breve una serie di corsi e workshop (trucco, acconciatura, modisteria, sartoria), è uno spazio di incontro dove ogni 15 giorni mi diverto a cucinare per chiunque voglia venire a passare del tempo in-sieme e magari partorire progetti culturali”. “Quando l’ho creata, insieme a Diana Ferri, che si occupa più della parte moda, fashion, costume l’ho pensata come un porto di mare, uno spazio più aperto possibile, dove poter coinvolgere con facilità fotografi, designer, architetti, costumisti o semplici curiosi. Anche sul fronte web vorrei fosse recepito così. Adesso abbiamo sì un sito, ma è statico, e il pubblico può solo ricevere in-formazioni, non parteciparvi; è per questo che stiamo mettendo su un sito internet gestito come un blog per avvicinare la gente e fare in modo che siano loro a intervenire sulle nostre attività”. “Non ci fermiamo solo a via San Zanobi; ultima-mente abbiamo creato degli abiti per una ditta tedesca che produce tessuti che sono stati poi esposti in occasione di Pitti Uomo in uno spazio in via dei Fossi, il “10 Rosso”. E visto che non sappiamo stare con le mani in mano, collaboria-mo anche con la scuola di danza jazz contem-poranea capitanata da Maria Bazzani per alcuni eventi”. ThesARToria collaborerà anche al pro-getto “non sono clandestino” di Mark Abouzeid, che diventerà una mostra fotografica.

THE SARTORIA

Dal cibo alla modain un unico spazio

Gourmet di tutto il mondo, unitevi! Alla Stazione Leopolda torna, per il settimo anno consecutivo, “Taste”, la kermesse che mette il

gusto al centro dell’attenzione. Eventi, novità, presentazioni, racconti e tutto quello che ruota attorno al mondo della buona cucina per tre giorni, dal 10 al 12 marzo, avrà come casa la stazione nei pressi di Porta al Prato, che per l’occasione si vestirà di tutto punto, per trasformarsi in un salotto per gourmand. Un evento imperdibile per gli appassionati di mangiare e star bene, dove si danno appuntamento i migliori operatori internazionali dell’alta gastronomia, ma anche il sempre più vasto e ap-passionato pubblico dei foodies. Cinque le sezioni in cui la kermesse è suddivisa, per meglio individuare le aree di interesse. Tour è il percorso alla scoperta e all’assaggio dei prodotti di 250 aziende, selezionate tra le produzioni di nicchia e d’eccellenza provienienti da tutta Italia. Tools accompagna i visitatori tra gli strumenti dello chef, ma anche quelli di chi ama stare tra i fornelli, tra oggetti di food & kitchen design, capi di abbigliamento, attrezzature e proposte innovative per la cucina. Non può

mancare all’appello uno Shop, vero e proprio department store di cibi esclusivi, dove sarà possibile acquistare tutto ciò che viene assaggiato durante il tour, ma anche ciò che ancora manca all’appello in una cucina degna di essere chiamata tale: oltre 1.500 prodotti in catalogo per più di 21mila pezzi venduti la scorsa edizione. Ma, se è vero che cucinare non significa solo fare esperimenti tra un fornello e l’altro, non può non esserci un Ring dedicato agli incontri, un’arena cultural-gastronomica orchestrata da Davide Paolini, il “Gastronauta”. Qui i protagonisti del mondo del cibo si sfideranno sui temi più caldi legati alla tavola contem-poranea. In più, un ricco programma di eventi - mostre fotografiche, pre-sentazioni di libri, gare di cucina - organizzati da Pitti Immagine e dagli espositori, accenderà i riflettori sui protagonisti del mondo del gusto. Dulcis in fundo c’è Fuori di Taste, il programma off del salone che ac-cende la città e i suoi luoghi d’eccezione con cene e degustazini a tema, spettacoli e performance creative, eventi e modi nuovi di presentare il cibo di qualità. Insomma, non resta che dire... buon appetito.

La Leopolda apre le porte ai gourmetLA KERMESSE. Riecco “Taste”, con suggerimenti, strumenti e incontri ad hoc

/C.G.

/G.S.

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I forti legami fra vecchio e nuovo continente, nell’anno in cui si celebra il quinto cente-

nario dalla morte di Amerigo Vespucci, sono alla base della mostra ospitata al piano nobile di Palazzo Strozzi fino al 15 luglio, curata da Carlo Sisi e Francesca Bardazzi. La mostra vuol studiare il rapporto dei pittori impressio-nisti americani con l’Italia e in particolare con Firenze a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo sino ai primi del XX. Il flusso di arti-sti americani verso l’Europa ebbe un notevole incremento dopo la fine della guerra di Seces-sione nel 1865, e fu costante fino all’inizio del Novecento. Centinaia di pittori approdarono a

Parigi e in Francia, altri studiavano in Germa-nia. Anche l’Inghilterra, l’Olanda e la Spagna erano mete ambite. L’Italia rappresentava un polo di attrazione irrinunciabile per la gran parte di essi. Firenze, Venezia e Roma, per tradizione secolare, erano al centro del Grand tour ed erano luoghi mitizzati da coloro che volevano conoscere e studiare l’arte del pas-sato, oltre a esercitare un forte fascino per il clima, il paesaggio, l’atmosfera, la gente. Per la prima volta, dopo le recenti mostre tenute in Francia e Inghilterra, in cui si è esplorato il rapporto degli artisti americani con quei paesi, saranno esposte le opere dei pittori americani

che accolsero il linguaggio impressionista e che soggiornarono in Italia. Nella mostra sa-ranno rappresentati pittori che, pur non ade-rendo in maniera esplicita al nuovo linguaggio, furono maestri fondamentali per le generazioni più giovani: Winslow Homer, William Morris Hunt, John La Farge, $omas Eakins. Seguiran-no i grandi precursori come John Singer Sar-gent, Mary Cassatt e James Abbott McNeill Whistler, che vantavano una forte componente cosmopolita. Il centro dell’esposizione sarà costituito dalle opere di artisti qualitativamen-te notevoli, e degni di essere conosciuti, che soggiornarono a Firenze.

I pittori americani che amarono l’ItaliaPALAZZO STROZZI. In mostra le opere dei maestri che soggiornarono nel Belpaese

/B.B.

Non tutti lo ricordano, qualcuno cerca di andare indietro con la memoria e qualcun altro, a vedere gli sbandiera-tori in piazza della Signoria e il mer-

cato in piazza Santissima Annunziata, si trova catapultato nel bel mezzo di una festa che non sa di preciso quali radici abbia. Per fugare ogni dubbio e raccontare una volta per tutte la genesi di una ricorrenza made in Florence, spieghiamo qual è la genesi del Capodanno fi orentino, che da secoli si festeggia il 25 marzo. La nascita di questa festa - che ha continuato a essere celebrata uffi cialmente come il primo giorno dell’anno fi no a tempi relativamente recenti e anche a dispetto dell’entrata in vigore del calendario gregoriano nel 1582, che fi ssava l’inizio dell’anno al primo di gennaio - affonda le radici nella tradizione cat-tolica della città di Florentia e al suo legame con la vergine Maria, strettissimo fi n dall’antichità. Il 25 marzo, infatti, corrisponde alla data della visi-ta dell’arcangelo Gabriele a Maria, che le diede l’annuncio della nascita di Cristo e che quindi corrisponde, in un certo senso, al “concepimento” di Gesù, esattamente nove mesi prima del parto. Ecco svelato l’arcano del Capodanno fi orentino, in occasione del quale, secondo la tradizione, ar-rivavano in città migliaia di persone dal contado, che si riversavano in piazza Santissima Annun-

ziata, dove si venerava (e i credenti la venerano tutt’oggi) l’immagine dell’Annunciazione nella quale il volto della vergine è stato, secondo la leggenda, dipinto dagli angeli. Probabilmente è questo il motivo per cui, anche a distanza di così tanti anni, si continua ad allestire un mercato nel-la piazza del centro. La stessa fi era doveva essere approntata già intorno al Trecento con la frutta e la verdura che servivano al sostentamento dei pellegrini, insieme ai fi ori, alle candele e agli ex voto che venivano portati all’interno della basili-ca per celebrare l’occasione speciale. La tradizio-ne dettata dal caparbio governo fi orentino andò avanti a lungo, anche a dispetto dell’editto che invitava a seguire l’anno gregoriano, e solo 168 anni più tardi, nel 1750, il granduca Francesco II di Lorena impose ai fi orentini di tarare le proprie abitudini su quelle del resto del mondo, ricono-scendo nel primo giorno di gennaio il capodanno uffi ciale. La notizia sconvolse la cittadinanza a tal punto che ancora oggi, sotto la Loggia dei Lanzi, è ben visibile una lapide che ricorda il momento del cambiamento. Nonostante ciò, ancora oggi a Firenze il capodanno della città continua a essere celebrato. Magari non tutti lo ricordano, maga-ri non tutti capiscono il perché di trombe, cori e sbandieratori in piazza. Ma Firenze, lei sì che se lo ricorda. Non c’è dubbio.

Capodanno? Si festeggia il 25 marzoCaterina Gentileschi

TRADIZIONE. Fino al 1750, a Firenze, il primo giorno dell’anno corrispondeva con l’Annunciazione

Esiste ancora oggi il sogno americano? A sve-larlo, a suo modo, è “American Dreamers.

Realtà e immaginazione nell’arte contemporanea americana”, mostra in programma alla Strozzina fino al 15 luglio. Un viaggio negli Stati Uniti, lo stesso paese che dall’11 settembre 2001 ad oggi ha visto cadere le proprie certezze di invulnerabilità e sicurezza. Allo stesso tempo, tuttavia, uno spirito di ottimismo, una capacità di immaginazione, una volontà di credere sempre in un futuro a lieto fine attraverso il lavoro e nell’esaltazione dei valori di libertà e uguaglianza di opportunità sono rimasti centrali nell’idea stessa di essere americani e di un sogno americano: una promessa di successo e felicità continuamente alimentata dall’immagina-rio hollywoodiano e dall’estetica delle campagne pubblicitarie delle grandi multinazionali. Fuggi-re dalla realtà diviene un modo per combattere la difficoltà del presente: una rottura psicologica con la realtà o la creazione di un’alternativa mi-

Sogni e aspirazioni dei nuovi artisti “made in Usa”STROZZINA. Fino al 15 luglio nell’area dedicata al contemporaneo arriva l’esposizione che guarda al futuro

cultura

gliore diventano strategie per fuggire da minacce concrete come gli alti tassi di disoccupazione, la situazione finanziaria internazionale, le previsioni apocalittiche sull’ambiente. Gli undici artisti ame-ricani coinvolti nella mostra (Laura Ball, Adrien Broom, Nick Cave, Will Cotton, Adam Cvijano-vic, Richard Deon, Thomas Doyle, Mandy Greer, Kirsten Hassenfeld, Patrick Jacobs, Christy Rupp) ricorrono alla fantasia e all’immaginazione per attuare una rilettura personale della realtà o ad-dirittura una fuga da essa, tramite la costruzione di mondi paralleli alternativi che esplicitamente rifuggono la “vera” realtà. Alcune opere conden-sano l’essenza del reale in sistemi miniaturizzati, altre si espandono nello spazio creando mondi in cui lo spettatore si potrà immergere, altre ancora si nutrono di immagini oniriche e fantastiche o riflettono su temi simbolici come la casa o la fa-miglia, ancora oggi centrali nella costruzione del mito dell’American way of life.

In barba all’editto del 1582, che sanciva l’entrata

in vigore del calendario gregoriano, la città

del giglio ha continuato a celebrare una ricorrenza

tutta sua, con una fi era e un fi ume di pellegrini

/B.B.

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Page 34: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

segnalazioni a [email protected]

Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do... Come si addormen-tano i bambini del terzo

millennio se le mamme non ricorda-no più i vecchi stornelli, da bisbiglia-re cuore a cuore vicino alle culle dei piccini? Da qui sono partiti i Whisky Trail, celebre band fi orentina che da trentasette anni a questa parte fa del-la musica irlandese una vocazione, per dare vita al loro nuovo disco. Un disco che non è propriamente un al-bum dei loro, ma un tributo al cuore e all’anima del gruppo, Giulia Lori-mer, che quest’anno spegne 80 can-deline e continua - con una grinta e una passione invidiabili - a dare voce ai Wisky Trail, a suonare il violino e a ballare tra palcoscenico e pubblico al suono di fl auti e arpe celtiche. Na-na’s Lullabies - questo il titolo del cd che uscirà in occasione dell’edizione annuale di Irlanda in Festa, dal 13 al 17 marzo all’Obihall - è una raccolta di nenie provenienti dai vari Paesi del globo, dagli Stati Uniti alla Scozia, dall’Irlanda alla Norvegia fi no alla nostra Italia, da cui provengono le balie che hanno accudito i bambini

In occasione del festival i Whisky trail presenteranno

la raccolta “Nana’s Lullabies”, per celebrare gli ottant’anni

di Giulia Lorimer, voce e anima del gruppo fi orentino

IRLANDA IN FESTA. In uscita il disco della band che diffonde la musica celtica in Italia

Un compleanno a suon di ninne nanneLudovica V. Zarrilli

la formazione dei WHisKY trail al completo

della famiglia Lorimer. “Un giorno mia nipote mi scrisse - spiega Giulia Lorimer, che ha cinque tra fratelli e sorelle, undici fi gli e ben 22 nipoti - chiedendomi quale ninna nanna po-tesse cantare alla sua bambina”. E da lì è nata l’idea di creare una raccolta che desse spazio alle canzoncine di tutti i Paesi in qualche modo vissuti dalla cosmopolita famiglia Lorimer, che nel Novecento ha attraversato gran parte del globo. “Mi ha aiutato tutta la famiglia, mi hanno mandato fi lastrocche e ninna nanne”. Il risul-tato sono canzoni che rubano l’anima e riportano in auge tempi andati, “il tutto reinterpretato in chiave Whysky Trail”, racconta Stefano Corsi, altra colonna portante del gruppo. “Una delle canzoni - continua Giulia - è sta-ta rimasterizzata mettendo insieme le voci di mia madre, oggi scomparsa, la mia e quelle di una delle mie fi glie e di una nipote, in una sorta di canto transgenerazionale”. In occasione di Irlanda in festa la band presenterà an-che la ristampa di uno dei suoi dischi più famosi, “The great Raid”, e si esi-birà sul palco insieme a due amici di vecchia data, Vincenzo Zitello, il più importante suonatore di arpa celtica in Italia, e Andy Irvine, fondatore del gruppo musicale Planxty.

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Page 35: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

Il Conservatorio “Luigi Cherubini” ha orga-nizzato anche quest’anno “Vetrina di libri”.

Un rilievo speciale sarà riservato alla pre-sentazione di due pubblicazioni: “La musica nel Risorgimento” di Raffaello Monterosso, ristampa in occasione del 150° anniversario dell’Unità nazionale, edizioni Logisma, e “Addio mia bella, addio… la storia del Ri-sorgimento tra parole, immagini e musica”, di Anna Lanzetta. Relatori, per il libro di Monterosso, Maria Adelaide Bartoli Bache-rini, già responsabile della Sala Musica della Biblioteca Nazionale, e Marcello de Angelis, docente di Storia della Musica all’Universi-tà di Firenze e presidente della commissione scientifica “Accademia Florentia Mater”, cui si deve la riedizione e la cura del testo. Per l’opera di Anna Lanzetta, il direttore dell’An-sas Francesco Verzillo. Non a caso è stata scelta per questi due libri la data del 17 marzo (alle 17 a Villa Favard). Parteciperà la Filar-monica “V. Bellini” di Scandicci. L’incontro sarà introdotto da Eugenio Giani.

Ben sette appuntamenti, sei concerti e una santa messa celebrata dal Cardi-

nale Arcivescovo Giuseppe Betori contrap-puntata da musiche di Mozart, scandiscono il calendario 2012 di “O flos colende” (21 marzo - 17 settembre). L’appuntamen-to per il mese di marzo è fissato per il 21 (alle 21,15 nella basilica di Santa Maria del Fiore) con la proposta della grandio-sa e stereofonica Messa sopra l’Aria di Fiorenza di Girolamo Frescobaldi, pagina legata a Firenze e sorta di emblema della famiglia de’ Medici: il motivo musicale che la percorre è infatti l’Aria di Fiorenza (detta anche Ballo del Granduca), brano celeberrimo che Emilio de’ Cavalieri aveva utilizzato nell’ultimo degli intermedi de La Pellegrina, durante i fastosi festeggiamenti per le nozze del Granduca Ferdinando I e Cristina di Lorena, nel 1589.

agenda

Conservatorio Cherubini

Note e paroleper il Risorgimento

“O flos colende”

Santa Maria del Fioree la musica sacra

/B.B.

/B.B.

L’INIZIATIVA

IL FESTIVAL

A teatro

Kore. La ragazza indicibileDal 20 al 25 marzo Teatro della Pergola

La Fondazione Teatro della Pergola affi anca la produzione del nuovo spettacolo di Virgilio Sieni, al pros-simo debutto in prima nazionale proprio a Firenze il 20 marzo, per valorizzare una delle realtà produt-tive più consolidate del territorio e per rinnovare la tradizione di un dialogo trasversale tra le arti. Kore si ispira al testo del fi losofo Giorgio Agamben La ragazza indicibile dedicato al mito di Persefone. Un manifesto sulla femminilità, ma anche l’impulso a superare tutto ciò che è umano lasciando intravedere il viaggio ininterrotto dell’uomo.

Madoff30 e 31 marzo Teatro Everest

In questo monologo scritto a quattro mani, il Bernard Madoff immaginato da Patrick Duquesne e Dimitri Frosali si confessa. Solo e abbandonato nella sua cella, vorrebbe sapere cosa non ha funzionato: eppure il gioco che aveva messo a punto era infallibile. Ma mentre parla, ci fa scoprire le vere intenzioni del suo gesto… La sua vita è cambiata in un attimo, proprio quando era all’apice della ricchezza e della gloria. Un bug nel suo codice genetico? Una depressione borsistica inattesa? Non si sa, ma comunque, ad un tratto, l’universo di questo principe della fi nanza si rivelò fi ttizio e sopravvalutato.

Torta al cioccolato21 e 22 marzoTeatro PucciniUn’attrice e un pianista si confron-tano, si misurano, si accordano come due strumenti. Sulla scena vuota solo qualche leggìo. Fra un valzer di Schubert e un preludio di Chopin emergono, come brani di un concerto, memorabili personaggi femminili, intensi, commoventi e nello stesso tempo esilaranti. Non si fa in tempo ad affezionarsi alle sorti di Betta, alla ricerca di un gesto d’attenzione che la faccia sentire amata, uscita dalla penna di Linda Brunetta, che si trasforma in zia Ermelinda, in nonna Alfonsa, nella maestra d’asilo di “Casalin-ghitudine” dal libro di Clara Sereni. Tante fi gure di donne, eroine del quotidiano in cui ogni donna trova un pezzetto di sé.

Mi chiedete di parlare27 marzo/1 aprileTeatro della Pergola

Monica Guerritore è Oriana Fallaci nell’omaggio ad una donna che ha scritto la cronaca della storia con-

temporanea con le sue passioni e le sue contraddizioni. In un viaggio a ritroso, dalla silenziosa e dolente solitudine al fragore e al clamore delle pagine composte e percorse in tutta una vita.

In consolle

Local heroes15, 22, 29 marzo Logic

Per il 15 marzo in programma due nomi particolarmente “freschi”. I fi orentini Esercito Ribelle, che presenteranno in anteprima il loro rabbioso esordio “Street Album” ed i capitolini Roma Underground, già capofi la di una nuova generazione di mc della capitale. Il pretesto dei compleanni di Davide ed Andrea Mi, instancabili maneggioni di tutto quanto è “altra” musica nel territo-rio toscano, è invece una splendida scusa per ascoltarsi, nella serata di giovedì 22 marzo, l’ottimo funk proposto da Fonx e Pzzo. Scusa peraltro non necessaria data la riconosciuta esperienza della cop-pia, autori di una celebre one night pisana, “Black Friday” e dj per lo show radiofonico “Ritmo”. L’ultimo appuntamento del mese (giovedì 29) è dedicato all’etichetta Fresh Pump che questo mese presenterà due nuovi nomi: Dolo e Big Nooze. A fare gli onori di casa spetterà come al solito a Pumpy Flex. Spettacoli

Giorgia13 marzoNelson Mandela Forum

Giorgia ha ideato lo show del nuovo tour partendo dalla musica, con un’attenzione particolare verso i suoni del nuovo disco. Per il pubblico quasi due ore di concerto con una scaletta che non mancherà di sorprendere: le nuove canzoni dell’album ‘Dietro le apparenze’ eseguite per la prima volta dal vivo  e sicuramente  ‘classici’ come Di sole e d’azzurro,  Gocce di memoria, Come saprei. Un concerto pop con una base funky-black sostenuta da una band con un’energia pazzesca capeggiata dall’insostituibile Sonny Thompson (basso, voce e direzione musicale), Mike Scott (chitarre), Mylious Jo-hnson (batteria), Claudio Storniolo (piano e tastiere), Gianluca Ballarin

(tastiere), Diana Winter e Chiara Vergati (vocalist).

Laura Pausini18 e 19 marzoNelson Mandela Forum

Dopo due anni di assenza dalle scene Laura Pausini ritorna con un nuovo disco dal titolo ‘Inedito’ usci-to l’11.11.2011. L’album è stato anticipato dal singolo “Benvenuto” subito seguito dal secondo singolo “Non ho mai smesso”. Il tour  parti-to da Milano lo scorso 22 dicembre sta riscuotendo un enorme successo in tutto il mondo. Laura sarà impegnata per tutto 2012 che la vedrà protagonista assoluta dei più importanti palchi italiani e inter-nazionali: tra le date in programma infatti sono previsti concerti a San Paolo in Brasile, Panama, Buenos Aires, e poi Vienna, Berlino, Parigi, Amsterdam… Un tour molto ricco e molto impegnato che giustifi -cherà sicuramente questi due anni di assenza dalle scene musicali. Laura sarà in tour con la sua storica band capitanata da Paolo Carta alle chitarre e direzione musicale, i fratelli Emiliano e Matteo Bassi rispettivamente alla batteria e al basso, Bruno Zucchetti al piano e Roberta Granà con Gianluigi Fazio ai cori. Due le nuove fi gure che entrano a far parte della squadra di Laura: Monica Hill ai cori e Nicola Oliva alle chitarre.

Roger Daltrey20 marzoTeatro del Maggio Musicale Fiorentino

Roger Daltrey, voce e icona di The Who, annuncia un tour europeo nel quale eseguirà dal vivo dall’inizio alla fi ne la leggendaria opera rock della band, “Tommy”, un’impresa mai portata in scena nemmeno da-gli Who medesimi. Oltre alla musica maestosa di Tommy, i fan ogni sera ascolteranno anche una selezione degli storici brani degli Who e altra musica composta da Roger Daltrey nel corso della sua straordinaria carriera. Contenuti video di grande impatto accompagnano la musica in quello che promette di diventare un’esperienza indimenticabile sia per i fan di vecchia data sia per i nuovi adepti, che hanno scoperto solo in anni più recenti THE WHO e Tommy, opera fra le più acclamate e simboliche del rock mondiale, un album letteralmente transgenera-zionale che da decenni continua ad esercitare sul pubblico la medesi-ma fascinazione. L’esperienza live di “Tommy” prenderà vita ogni sera sul palco nella vibrante complessità sonora creata da Roger Daltrey, accompagnato in questo progetto da una band composta da musicisti di assoluto rilievo: Frank Simes (chitarra), Scott Deavours (batteria), Jon Button (basso), Loren Gold

(tastiere) e ancora alla chitarra Simon Townshend, fratello del leggendario chitarrista di The Who, Pete Townshend.

Cesare Picco27 marzoTeatro Puccini

Blind Date, un inaspettato appun-tamento al buio con la musica. Un concerto unico nel suo genere, dove il pubblico potrà ascoltare la musica creata durante il concerto, da Cesare Picco, nell’oscurità più totale. Ascoltare in questo modo la musica di Cesare Picco porta a stravolgere l’uso comune dei sensi; perdendo gli abituali punti di riferimento ci si scopre inaspet-tatamente più pronti a recepire altre sensazioni, a scoprire nuove condizioni di ascolto personale. Blind Date, oltre a essere un concerto in cui la musica nasce nel buio, totalmente  improvvisata dall’artista, unico nel suo genere, è un’esperienza che  porta l’ascol-tatore dritto al centro della musica e di se stesso. E’ un’occasione per emozionarsi, abbandonare i propri timori ed entrare in una nuova dimensione: il buio.

Fiorella Mannoia28 marzo Nelson Mandela Forum

Dopo il successo dell’album “Ho imparato a sognare”, del cd dvd live “Il tempo e l’armonia” e del tour acustico che l’ha vista prota-gonista per tutto il 2010, é uscito il 24 gennaio 2012 “Sud”, il nuovo disco di inediti di Fiorella Mannoia (pubblicato da Sony Music).Il lavoro vede collaboratori nuovi (Frankie Hi NRG, che fi rma “Non è un fi lm”, cui la Mannoia accen-na un rap)  e storici come Ivano Fossati, autore delle musiche di “Se solo mi guardassi”.  Luca Barbarossa fi rma invece “Luce”, mentre l’album si chiude con una rilettura del brano classico del repertorio di Astor Piazzolla “Vuelvo al sur”, riadattata come “Torno al sud”. “Quando l’angelo vola” e tutto l’album sono dedicati a Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso assassinato nel 1987 dopo avere tentato di modernizzare il suo paese, rifi utandosi di pagare il debito con l’occidente.

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Page 36: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

stono corsie preferenziali il taxi è nel nor-male traffico, e sia Via di Soffiano che Via Pisana non sono certo autostrade dove di norma si scorre che è una meraviglia. Poi c’è da attraversare l’Arno, dove sul Ponte alla Vittoria spesso c’è traffico che si immette sui Viali di Circonvallazione. O forse il tassista, vista la conoscenza della mobilità, decide di attraversare il Ponte Vespucci per poi arrivare al semaforo tra Orti Oricellari e Via della Scala, dove spesso non basta un turno di ROSSO ma si deve aspettare il secondo VERDE. O forse il tassista decide di attraversare il Ponte alla Carraia per poi fare Via del Moro dove basta il minimo intoppo per rimanere bloccati. Tutto questo lo dico perché come tassisti saremmo degli stupidi ad aver accettato la corsa a prez-zo fisso per l’Ospedale di Torregalli a 15 euro, dalla stazione Santa Maria Novella, che è oltre Soffiano. Un altro esempio che riportate: “un’altra coppia in arrivo da Coverciano ha sborsato 16.7 euro”. Non ha sborsato ma ha speso. Se si en-tra nel merito forse Coverciano è più di-stante di Soffiano dalla Stazione di Santa Maria Novella, ma con una sostanziale differenza. Fatte tutte le supposizioni come prima c’è da ricordare che da Co-verciano alla stazione SMN ci sono corsie preferenziali dove il taxi è agevolato nel-la percorrenza sia che si passi dal Viale dei Mille sia passando dal cavalcavia di Piazza Alberti. Conclusione? Il fattore più inquinante dei costi sul taxi è il TRAFFI-CO. Con riferimento agli altri esempi di servizi in cui le corse sono svolte all’in-terno del centro storico (area UNESCO) c’è da dire che con le pedonalizzazioni, che a noi tassisti piacciono, aumentano i tempi di percorrenza e le distanze, e siccome la spesa è direttamente propor-zionale alla percorrenza e al tempo, più si deve percorrere, maggiore è la spesa. Come il costo della vita è direttamente proporzionale ai costi di dove si vive. Non per niente un appartamento a Fi-renze costa tot. a metro quadro mentre a Sesto Fiorentino (senza niente togliere al Comune di Sesto) costa tot. a metro quadro. Detto tutto ciò gradirei un in-contro con la vostra giornalista Natalia Binagli per una intervista o magari per un invito a passare qualche ora sul taxi MILANO 12 per simulare alcuni servizi in modo da vedere insieme quali sono i problemi che influiscono in modo nega-tivo sul costo dei taxi a Firenze.In attesa di una vostra cortese risposta vi auguro buon lavoro.

Francesco SantiTaxi “Milano 12”

Gentile signor Santi,prendiamo atto delle sue “supposizioni” sui fattori che hanno determinato i prez-zi delle corse in taxi rilevati nel corso del-la nostra inchiesta. Lasciando da parte la questione dei termini utilizzati nell’ar-ticolo pubblicato su Il Reporter (“sborsa-re” o “spendere” che dir si voglia, quello che ai cittadini interessa – e quello che abbiamo cercato di rimarcare nel nostro servizio - è l’ammontare del costo della

corsa), accettiamo il suo invito. Salire-mo volentieri sul suo taxi, per capire “dal dentro” quali sono i problemi del vostro lavoro e per continuare a far luce su cau-se e concause che determinano i prezzi delle corse in città. I nostri lettori potran-no vedere il servizio che realizzeremo sul nostro sito, www.ilreporter.it.

MF

CaniesPorColungolestrade,“iProblemidinoiPadroni”Buongiorno.È da molto tempo che anche io leggo il vostro giornale, e mi pare che sia uno dei pochi che fa informazione senza vincolo di nessun tipo. Ho letto ed apprezzato la lettera del Sig. Fantozzi in merito alla sporcizia di alcuni proprietari di cani, e mi trovo in toto favorevole alla denun-cia fatta dal lettore. Vorrei però portare a conoscenza della redazione un altro problema secondo me conseguenza del primo (tralasciando l’ignoranza radicata nell’animo di alcuni padroni), ovvero: la mancanza assoluta di aree attrezza-te per lo svago dei nostri beneamati, e non seconda la mancanza di distribu-tori di sacchetti di plastica atti proprio alla raccolta degli escrementi. Questo è ovvio non deve far passare inosservata la “mancanza di alcuni padroni” nel non raccogliere il dovuto, ma mi pare che sia ingiusto anche generalizzare il proble-ma e rendere tutti dei colpevoli. Dove-te sapere che io abito a Ponte a Greve, e dietro casa mia vi è un giardino dove ovviamente “i cani non sono ammessi” e purtroppo mi sono dovuto confron-tare anche con molti abitanti del quar-tiere sul fatto di non poterceli portare, le accusa svariavano da: MALEDUCATO, INCIVILE, CI SONO I BAMBINI, SI SPOR-CANO, E IL CONTO DELLA LAVANDERIA? e quant’altro, ma riflettendo per tutta risposta ho sostenuto il fatto che prefe-risco che un bambino si sporchi con un po’ di cacca di cane, piuttosto che si tagli con pezzi di vetro di bottiglie spaccate solo per il gusto di farlo, o peggio ancora che il bimbo si buchi con qualche sirin-ga lasciata a giro. Comunque da adesso in poi dovrò portare il mio cane sull’ar-gine della Greve, dove qualcuno lascia polpette avvelenate lungo tutto il corso della stessa! Sì è vero, noi proprietari dei cani siamo degli incivili.... Gli altri no eh?Grazie del tempo che avete dedicato alla lettura delle mie quattro righe,

Lorenzo Dragoni

tavarnuzzeeglioraridellefarmaCieA Tavarnuzze ci sono due farmacie, bel-lissime, attrezzatissime, molto funzionali con Dottori gentili e preparati ma... ahi-mè è assolutamente problematico aver bisogno di medicinali da banco il saba-to pomeriggio! Purtroppo per star male non c’è la regola del “fino a sabato mat-tina” e allora che dobbiamo fare? Se hai la possibilità di prendere la vettura vai a Impruneta o al Galluzzo oppure a.... al-trimenti aspetti il lunedì!! Da profana mi viene spontanea una domanda: ma per-

ché le due farmacie non fanno un turno di apertura a rotazione per il sabato po-meriggio e la domenica?Ringrazio per l’attenzione e per l’even-tuale risposta.

Daniela

“lemie(dis)avventuredaPossessorediunosCooterelettriCo”Sono un possessore di veicolo elettrico, nella fattispecie uno scooter che da più di 5 anni mi ha portato a spasso per Fi-renze ma non troppo oltre, a causa del-la limitata autonomia. Venuto a sapere dell’installazione di nuove colonnine di ricarica nel comune di Sesto Fiorentino nonché presso il centro commerciale I Gigli, ho sentito espanso il mio raggio di azione. Vero che per raggiungere quelle località devo usufruire di buona parte dell’autonomia del mio mezzo, la presenza di una colonnina che lo ri-carichi mentre vi “soggiorno”, le rende particolarmente appetibili. Trovatomi al centro commerciale mi sono informa-to sulle modalità di usufrutto di questo servizio. Davvero semplice. Ci si reca al punto assistenza e si compila un modu-lo per farsi “prestare” un adattatore che serve a prelevare l’energia dalle colon-nine provviste di una presa di sicurezza chiamata SCAME, uno standard creato apposta per i veicoli elettrici. Questo perché la maggior parte dei caricabatte-rie sono provviste della classica spina da elettrodomestico. Un addetto alla sicu-rezza ci apre la colonnina e con questo adattatore si collega la spina del proprio caricabatteria all’adattatore per poi inse-rire il tutto in una delle due prese nella colonnina. Dato che in Firenze ci sono già colonnine con presa SCAME, so di avere già quel cavo quindi una bega in meno. Un bel giorno mi reco al centro commerciale con l’intenzione di mettere in carica lo scooter durante lo shopping. Mi reco presso il banco di accoglienza per farmi dare l’adattatore. La ragazza dietro il bancone si trova a mal partito perché alle 19:00 il banco di accoglienza clienti chiude e gli adattatori devono es-sere restituiti entro quell’orario. Si marca male se arrivo alle 18:30. Mi torna però in mente di avere anche il cavo per la presa SCAME di cui sono dotate le colonnine perciò decido di provare. Parcheggio nei pressi della colonnina che trovo aperta e collego il cavo dello scooter alla presa..... Nulla, la presa non eroga corrente. Guar-do il pannello dietro la colonnina e vedo che è regolarmente alimentata. Questo significa che il cavo non funziona. Lo stesso cavo regolarmente utilizzato su colonnine analoghe in Firenze e Scan-dicci e tutt’ora funzionante. Constatata l’incompatibilità della mia spina risalgo sul mio scooter e a filo di gas raggiun-go l’Ipercop di Sesto Fiorentino ove dalla sua apertura sono presenti diverse co-lonnine perfettamente funzionanti ma sopratutto compatibili con la mia spina SCAME. Mentre lo scooter è in carica fac-cio la mia spesa e vi resto fino all’orario di chiusura. Riassumendo, la colonni-

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.itLettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

lettere

inCHiestasulle“autobianCHe”eCostodelleCorse,laParolaauntassistaGentilissima redazione de “il Reporter”,vi contatto per aiutarvi a fare buona in-formazione riguardo al servizio taxi di Firenze. L’occasione mi si è presentata dopo aver letto l’ultima edizione con l’intervista, al riguardo, del vicesindaco Dario Nardella e con “l’inchiesta” “Ma quanto costa viaggiare in taxi”. Forse la miglior cosa dopo aver sentito i clienti è interpellare un tassista. Eccomi qua a vo-stra disposizione. Mi presento. Mi chia-mo Santi Francesco, tassista dal Gennaio del 1995, la mia sigla Radio Taxi è MILA-NO 12 e sono socio dal ‘95 della coope-rativa SO.CO.TA., Licenza Taxi del Comu-ne di Firenze n°493. Non voglio entrare in merito all’intervista al vicesindaco con il quale mi confronterò nelle dovute stanze di Palazzo Vecchio, come ha sem-pre fatto la categoria dei tassisti. Ma vo-glio entrare nel merito dell’inchiesta “Ma quanto costa viaggiare in taxi”. Il primo esempio che riportate è: “il taxi che li ha accompagnati da Soffiano alla stazio-ne di Santa Maria Novella gli ha scucito 26.8 euro”. Non è che il taxi (tassista) gli ha scucito ma gli è costato 26.8 euro. Perché come si può ben capire qualche fattore ha influito sul costo. Come? Fac-cio delle supposizioni. Visto che i clienti partono per una vacanza, magari hanno dei bagagli (costo 1 euro a bagaglio), magari hanno chiamato il taxi tramite Radiotaxi (diritto di chiamata 1.96 euro). Forse la chiamata è stata prima delle 6 del mattino (supplemento notturno au-tomatico sul tassametro dalle 22 alle 6), forse è dopo le 6 ma in giorno festivo (supplemento automatico sul tassa-metro). Forse hanno fatto attendere il taxi per qualche minuto (il tassametro viene attivato dal tassista all’arrivo del-la destinazione di prelievo del cliente). Forse l’orario in cui hanno preso il taxi è in concomitanza con l’ingresso delle scuole, quindi traffico davanti alle stesse e venendo da Soffiano visto che non esi-

36 Marzo 2012

Page 37: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

na sita nel centro commerciale “I Gigli” funziona solamente negli orari di aper-tura del banco di accoglienza clienti. È ragionevole ipotizzare che le colonnine recentemente installate a Sesto Fioren-tino abbiano la stessa limitazione. Chi viene da Firenze deve essere registrato e deve collegarsi alle suddette mediante un adattatore con i conseguenti rischi di sicurezza elettrica. Per usufruire delle diverse tipologie in Firenze ho tre tipi di cavi a bordo del mezzo: uno con la spi-na Schuko (quella tonda da casa detta “tedesca”), uno con la spina blu (quella industriale da cantieri) e l’ultimo con la

spina SCAME, presente nelle colonnine di ultima generazione come quelle re-centemente installate a Sesto Fiorentino in Centro e alla Stazione FFSS, spina che dovrebbe soppiantare tutte le altre in quanto più sicura. In quest’ultimo caso, per ottenere l’erogazione di energia, all’interno di questa spina sono appli-cati due semplici componenti reperibili in qualunque negozio di elettronica e non hanno niente a che vedere col fan-tomatico “chip” pubblicizzato sui siti dei comuni di Campi Bisenzio e Sesto e che consente solo alle persone registrate di accedere alla corrente. Il mio primo pen-

invia la tua segnalazionealla nostra redazione

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Caro lettore,l’Arno, si sa, è da sempre croce e delizia dei fiorentini. Non importa stare qui a ripetere come proprio dall’Arno sia scaturita, il 4 novembre 1966, una delle più gravi tragedie della storia recente della città, e non importa nemmeno ripetere come – a maggior ragione da quella data, che resterà scolpita per sempre nella memoria di tutti – la sicurezza del fiume sia il primo pensiero che viene in mente quando si parla di Arno. Non si può prescindere da questo: la sicurezza del corso d’acqua è e deve restare la priorità, perché i drammi del passato – che capita purtroppo di vedere accadere sempre più spesso in altre città d’Italia e non solo – non si ripetano mai più. Detto questo, c’è però da considerare anche l’altra “faccia” dell’Arno, quella del valore e dell’opportunità che il fiume rappresenta per Firenze. Una delle più belle “cartoline” della città è senz’altro quella che vede il “serpentone” d’acqua tagliare in due il centro, attraversato di tanto in tanto da uno dei suoi ponti, tra cui una delle opere che tutto il mondo (giustamente) ci in-vidia, Ponte Vecchio. Ma l’Arno, per i fiorentini, non è e non dovrebbe essere solo “orgoglio”, bensì anche un’ulteriore opportunità per vivere sempre più la città. A giro per il mondo non mancano esempi di spazi “regalati” alle varie città rica-vati proprio lungo le sponde dei fiumi di turno, spazi dove fare sport, ritrovarsi e trascorrere qualche ora a contatto con la natura. Spazi – chi ha avuto modo di vederli lo sa – apprezzatissimi dagli abitanti. E anche per Firenze – tenendo ovviamente conto delle peculiarità del luogo e senza dimenticare l’aspetto della sicurezza – la strada deve essere questa. Non sono mancati, in passato, i pro-getti per recuperare le sponde, né mancano idee per il futuro. Idee e progetti da studiare e portare avanti, per fare sempre più dell’Arno un protagonista (posi-tivo) della vita della città. Nel frattempo non deve però essere dimenticato un altro aspetto fondamentale: quello della pulizia. Che, come il nostro servizio ha mostrato, in più punti lascia davvero a desiderare. Il fatto che alcune sponde non possano essere (al momento) vissute non giustifica ovviamente il loro ab-bandono, e non è soltanto una questione estetica. L’Arno merita più di questo. E i fiorentini meritano più dal loro fiume. Ben vengano, in conclusione, novità: noi, nel frattempo, continueremo a monitorare la situazione.

Matteo [email protected]

l’arnoel’abbandonodellesPondeSpettabile Redazione,ho molto apprezzato l’articolo della giornalista Carolina Natoli su “Reporter” del Febbraio 2012, pagina 22 e condivido pienamente quanto da lei scrit-to circa l’abbandono della sponda d’Arno accessibile dal Lungarno Soderini sotto il ponte Vespucci. Non si potrebbe aggiungere - a quanto già prov-vede l’Amministrazione Provinciale all’Ambiente - ad effettuare una pulizia periodica come avviene per le strade cittadine? Inoltre non si potrebbe dra-gare quel tratto d’Arno sotto il ponte Vespucci in particolare intorno ad uno dei piloni del ponte e togliere tutta quella sporcizia che tanto deturpa la vista a chiunque si affaccia sull’Arno?Grazie e cordiali saluti.

F.P.S.

lettere

siero è che mi ritroverò con un cavo in più sotto la sella. Ripeto, non faccio uso di adattatori per motivi di sicurezza elet-trica e per limitare il rischio di furto dei medesimi. Un tipo di presa, un cavo. Le varie iniziative create per incentivare l’adozione di questi mezzi falliscono per vari motivi che si possono riassumere in due cause principali: troppi paletti e poca tutela. Nella prima rientra l’evento di cui sono stato protagonista o vittima se vogliamo. Ci voleva tanto per rendere le colonnine compatibili con quelle già regolarmente installate a Firenze? In me-rito alla poca tutela non posso accusarvi di nulla salvo prevedere quanto già visto a Firenze e/o Scandicci: spazi di sosta e ricarica, se ci sono, nascosti o ricavati in zone che non servono a nessuno. Tanto per non rubare il posto ai mezzi tradi-zionali. Ho una lista con gli indirizzi delle colonnine ma quando mi reco in una località che non ho mai visitato, maga-ri lontana da casa e con le batterie agli sgoccioli, a volte ho molta difficoltà a trovarla perché ricavata in un buco che neanche un GPS la trova. L’esempio che mi viene più in mente al momento è Via Torta a Firenze, una viuzza semiscono-sciuta e quasi invisibile che sbocca nella più famosa Piazza S.Croce, davanti alla quale c’è un parcheggio per Taxi ma non un altrettanto visibile colonnina di ricarica. Sarebbe logico invece destinare posti privilegiati e in vista a veicoli che almeno a parole si intende incentivare. A parte la presenza dell’armadietto con le prese queste aree sembrano piccoli parcheggi per mezzi a due ruote. Non mi stupisce il fatto che recandomi a rica-ricare il mio scooter elettrico non trovo posto perché occupato da mezzi non elettrici in barba al divieto di sosta. Più volte ho telefonato alla Polizia Municipa-le per segnalare il fatto e altrettante vol-te ho scritto al Comune di Firenze per suggerire di destinare due agenti (solo due) che si facciano il giro delle colon-nine un paio di volte al giorno. I loro stipendi si ripagherebbero con le mul-te e le rimozioni e ne avanzerebbe. Per citare un esempio, l’impianto fotovol-taico di ricarica veicoli elettrici in Piazza Ghiberti inaugurato in Pompa Magna nel 2009. Basta andarci a qualunque ora per vedere in sosta solo veicoli non elettrici. Se un conducente di un veico-lo tradizionale in assenza di un posto può parcheggiare impunemente dove è riservato ai veicoli elettrici, chi glielo fa fare di comprare uno scooter “a pile”? A Scandicci dove ho passato l’infanzia, ricordo quando andavo con mia madre al mercato in Piazza Togliatti, notavo con quanta solerzia la Polizia Municipale (allora si chiamavano Vigili Urbani) mul-tava e faceva rimuovere i veicoli che so-stavano nei posti riservati, ai disabili per esempio. Tornato allo stesso mercato da adulto non noto più la stessa soler-zia, figurarsi per quattro motorini su dei posti che non occuperebbe nessuno. Più volte ho sostenuto che per incen-tivare l’uso dei veicoli elettrici bisogna privilegiarli e tanto. Bisogna capire che

pur essendo puliti, sono lenti e hanno una autonomia molto inferiore a quelli tradizionali. Cosa si può pensare di fare per incentivare l’acquisto di veicoli così limitanti se non offrendo privilegi qua-si al pari delle biciclette? Allora diamo-gli accesso alle corsie preferenziali, alle piazze del centro e se necessario con-cediamo l’accesso alle piste ciclabili se la strada principale è intasata. Bisogna fare in modo che chi potrebbe fare il passo ma non lo vuole, si trovi a pen-sare: “È mezz’ora che giro a caccia di un parcheggio e c’è solo il posto riservato ai ‘frullatori’. E se lo comprassi anch’io?” oppure “Azz. Non posso entrare da quella parte. Perché lui sì e io no? Ah è elettrico”. Invece se per esempio si par-cheggia nelle aree di ricarica durante la pulizia strade (non è uno sfizio ma una necessità) si viene multati. Un tempo avevamo accesso quasi totale alle zone pedonali, bastava tenere una condotta corretta nei confronti dei pedoni cui si girava intorno. Oggi di quell’ordinanza non c’è traccia. Sto seriamente pensan-do di tornare a inquinare. Almeno non mi sentirei preso per il.....Cordiali Saluti

Maurizio Baccetti

traffiCoeCaosinviafaentina,“unaPossibilesoluzione”Finalmente qualcuno si accorge del bu-dello che è la Faentina specie nel tratto indicato nell’articolo di Barbara Fanini, ma non si ha mai il coraggio di parlare dei rimedi, basterebbe fare un ponticel-lo sul Mugnone a monte verso lo slargo dove c’è il capolinea dell’Ataf, raccordarsi con via Boccaccio e da via Boccaccio si risalirebbe verso il Mugello e dalla Fa-entina si andrebbe a senso unico verso Firenze. Il problema sarebbe sistemato sempre che si riesca a superare le obbie-zioni di tanti presunti ambientalisti sem-pre pronti per il non fare, mai costruire ecc... e mantenere magari quei bei pini marittimi, alberi pericolosissimi in città per la caduta di rami con neve o gelo fregandosene se ci sono problemi per la strada stretta. Cordialmente,

G. Periz

isemaforidivialeetruriaProposta a costo zero che fa risparmia-re i fiorentini e riduce l’inquinamento: su viale Etruria ci sono ben 3 semafori pedonali nell’arco di pochi metri, acce-si sempre! Questo comporta che tutti quelli che ci passano devono consumare prima freni, poi più benzina per ripartire (oltre a quella dell’attesa). Un semaforo è per la scuola, serve poco, all’apertura e alla chiusura (praticamente 23h inu-tilmente), gli altri 2 sono per le aziende (almeno 12h sprecate). Sui semafori sono già installati i pulsanti della richiesta pe-donale. Attivarli comporterebbe oltre ai vantaggi di cui sopra anche un rispar-mio di corrente al Comune. Qualcuno sa il motivo di questi costi? È possibile migliorare?

Giovanni Buzzarello

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38 Marzo 2012

Page 39: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

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COLONICHE E TERRENI

FIRENZE

BAGNO A RIPOLI/ANTELLA Casa colonicain pietra libera su 3 lati di 180 mq con giar-dino. Composta da: salone, cucina abita-bile, 2 bagni, 3 camere, grande taverna, la-vanderia. Finemente ristrutturata, possibilitàdi terreno ad ulivi. Classe energetica g€ 700.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086

BAGNO A RIPOLI , porzione di colonicacon giardino e terreno disposta su due li-velli, con ingresso indipendente. Compostada cucina, sala pranzo, salone con camino,4 camere. Ristrutturata con rifiniture di pre-gio. ☎335 7678437 - 331 8532086

BAGNO A RIPOLI nelle vicinanze, zonacollinare nel verde, caratteristica porzionedi colonica in pietra, tutta ristrutturata com-posta da cucina, sala/soggiorno, cameramatrimoniale, 1 singola, stanza guardaroba,lavanderia, bagno, giardino di 600 mq conulivi.classe energetica g >175 kwm in attesaattestato di certificazione € 345.000,00

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GIRONE in posizione collinare, fienile infase di ristrutturazione circondato da 2000metri di terreno .possibilità di personalizza-zione.classe energetica g >175 kwm in at-tesa attestato di certificazione € 850.000,00trattabili ☎335 7678437 - 331 8532086

STRADA IN CHIANTI nel verde, ma vicinoad ogni servizio, porzione terratetto di an-tica colonica con ingresso indipendente egiardino di proprietà.composta da ampiasala con camino, cucina, 2 camere e 2 ba-gni.completano 2 posti auto .ristrutturazionecon materiali di pregio, cotto artigianale,soffitti con travi a vista e volte a mattoni.iso-lamento termico ed acustico.classe energe-tica g in atesa attestato certificazzione€ 440.000,00 ☎335 7678437 - 331 8532086

VALDARNO

RIGNANO SULL’ARNO porzione di colo-nica, attualmente B&B, con 5000 mq di giar-dino con alberi da frutto, oliveta e possibi-litÃœ piscina. L’immobile, catastalmentediviso in due unitÃœ abitative, à d̈ispostosu due livelli e composto da 6 camere daletto,2 cucine,2 soggiorni,4 bagni.. Rif. c011€ 695000.00 ☎055 6530323

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Page 40: Il reporter-Quartiere 3-Marzo 2012

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