Il Rating bancario - PMI PARTNER · Il Rating bancario Come le banche guardano al rating delle PMI...

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Il Rating bancario

Come le banche guardano al rating delle PMI

Fattori quantitativi: indici e leve per migliorare

AUTOVALUTAZIONE RATINGIndice argomenti

1

2

4

3

Fattori qualitativi: altre informazioni a supporto

5 Fattori qualitativi: Centrali Rischi

5 Fattori qualitativi: Analisi andamentale

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Il rating è il giudizio espresso da una banca sulla probabilità che un’impresa, affidata o richiedente un affidamento, sia solvibile, in grado, quindi, di restituire il denaro preso in prestito. Migliore è il “punteggio” assegnato all’azienda, maggiore sono le possibilità che l’impresa acceda al finanziamento e spunti condizioni di maggior favore, pagando tassi di interesse inferiori.

Strumento di valutazione bancaria sintetica

che raggruppa tutte le informazioni oggettive a disposizione della Banca

ma che non incorpora quel corredo informativo che si può recepire conoscendo a fondo il cliente e il suo business

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AUTOVALUTAZIONE RATINGIl Rating bancario

Il nuovo Accordo sul Capitale (cd. “Basilea 2”) e la direttiva europea 2006/48/CE in materia di requisiti patrimoniali (c.d. Capital Requirement Directive, CRD) prevedono tre diversi metodi per il calcolo della dotazione minima di capitale che le banche e i gruppi bancari devono mantenere a fronte del rischio di credito.

Si tratta del - Metodo standardizzato; - Metodo dei rating interni (Internal Rating Based – IRB): - di base (“Foundation”); - avanzato (“Advanced”).Come già chiarito, la novità comune ai tre metodi è rappresentata dalla ponderazione delle attività per il rischio, che rappresenta la vera evoluzione rispetto al vecchio accordo

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AUTOVALUTAZIONE RATINGCome le banche guardano al rating delle PMI

Aspetto Analisi Fattori di analisi Peso Fattore Peso Aspetto

Analisi quantitativa Indici di bilancio 100% 40%

Analisi qualitativa - Bilanci Qualità bilanci Certificazione bilanci

70% 30% 10%

Analisi qualitativaManagement Andamento relazione Centrale rischi

50% 25% 25%

25%

Analisi settoriale e territoriale

Analisi rischio attività/area 30%

15%

Mercato 20%

Concorrenza 20%

Stabilità/ciclicità settore 30%

Analisi BenchmarkIndici di settore 50%

10%Posizione competitiva 50%

100%

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L'EQUILIBRIO FINANZIARIO

Il documento principe da cui estrapolarlo è da sempre lo Stato Patrimoniale. Possiamo dividere uno stato patrimoniale in cinque macrocategorie, di cui due costituiscono le attività e tre le passività. Tra le prime due le immobilizzazioni e l'attivo circolante, tra le seconde il patrimonio netto, i debiti a medio lungo termine e i debiti di breve termine (i cosiddetti debiti di funzionamento).La prima e più importante variabile che va presa in considerazione è il rapporto tra patrimonio netto e totale di stato patrimoniale riclassificato. Esso dovrebbe raggiungere almeno il 25%, vale a dire che per ogni 100 euro investiti in azienda, almeno 25 dovrebbero essere usciti dalle tasche dell'imprenditore. Più il rapporto scende al di sotto della soglia, più l'azienda è sottocapitalizzata, minori saranno rating e appetibilità bancaria.

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FONTI INTERNE > 1/4 DEL TOTALE DEL PASSIVO

Un altro ottimo indicatore per misurare l'equilibrio finanziario è il cosiddetto  leverage  o indice di indebitamento. Ci sono diversi modi per calcolarlo. Alcuni a numeratore del rapporto inseriscono tutte le passività, indistintamente. Altri soltanto i debiti verso il sistema bancario, siano essi di breve o di medio termine. Altri ancora soltanto i debiti verso le banche a medio termine. In ogni caso a denominatore compare sempre lo stesso elemento: il patrimonio netto. Più l'indice si innalza e più l'azienda è sottocapitalizzata.

PFN------------------- < = 4

PNDovePFN= Posizione Finanziaria Netta (debiti verso le banche a breve e medio termine)PN= Patrimonio Netto (Capitale sociale + Riserve + utile d'esercizio)

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Valori inferiori a 4 identificano una situazione ottimale. Nel considerare però il livello ottimale del leverage, occorrerebbe anche considerare alcune altre variabili, quali il costo del debito, il cash flow generato dal business e la redditività operativa generata dalla gestione. In generale aziende in grado di produrre maggior cash flow (con valori, rispetto al totale attivo di stato patrimoniale, superiori ad esempio al 7%) e che espongano Margini Operativi Lordi interessanti ( diciamo superiori al 15% rispetto al fatturato) possono superare il livello di soglia su esposto (leverage minore di 4), grazie alla forte capacità di generare reddito (e quindi di rimborsare) dell'azienda.Non va trascurato nemmeno il rapporto tra debiti verso le banche e fatturato. Non ha senso essere esposti verso le banche per un importo pari al fatturato, anzi sarebbe bene che l'esposizione bancaria complessiva (debiti a breve, compreso lo smobilizzo crediti, più debiti a medio termine) non superasse un terzo del fatturato. Tale soglia può essere superata se il debito e' per la stragrande maggioranza costituito da smobilizzo crediti e l'azienda sostiene pochi ritorni di insoluti, oppure se la redditività aziendale è molto elevata e quindi in grado di ripagare in poco tempo grosse fette di debito.

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INDEBITAMENTO V/ BANCHE A BREVE E M/L < 1/3 DEL FATTURATOAncora un indicatore interessante, che tira in ballo anche un componente di conto economico, il Margine Operativo Lordo o Ebitda:

PFN---------------------- < = 3

MOLI debiti verso le banche non devono superare il triplo del Margine Operativo Lordo generato dall'impresa, altrimenti manca la linfa per rimborsare i prestiti.Rimanendo in tema di equilibrio finanziario occorre menzionare anche un altro indicatore:

MON---------------- > 1

O.F.Dove:MON= Margine Operativo Netto o EbitOF= Oneri FinanziariIl concetto che sta alla base di questo indice è la considerazione che il Margine Operativo Netto deve essere più che sufficiente a coprire il peso degli oneri finanziari che l'impresa paga.

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Restando in tema di equilibrio, e' buona cosa dare un'occhiata anche a crediti e magazzino.

Non è ammissibile avere crediti verso clienti o rimanenze pari al fatturato, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta.

CREDITI VERSO CLIENTI <= 1/4 FATTURATO

MAGAZZINO <= 1/3 FATTURATO

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Una breve riflessione sulle immobilizzazioni e sul loro valore di bilancio. Una valutazione oggettiva della patrimonializzazione aziendale non dovrebbe prescindere da una corretta valutazione del reale valore delle immobilizzazioni iscritte a bilancio. Tali beni, per il fatto di essere iscritte a costo storico o, peggio ancora, a prezzo di riscatto in caso di acquisto tramite leasing, possono essere sottovalutate. Salvo che l'azienda non abbia sfruttato le possibilità offerte in tema di rivalutazione monetaria negli ultimi anni. E' buona norma informare gli istituti bancari sul reale valore dei propri assets, unendo al bilancio una stima del valore reale delle immobilizzazioni qualora distanti dal valore contabile espresso in bilancio.Riguardo alle immobilizzazioni, un indice di struttura interessante che segnala se l'acquisto dei beni durevoli (immobilizzazioni) è stato finanziato con strumenti di medio termine (i cd. Capitali Permanenti, ossia capitale proprio e finanziamenti a medio termine) oppure no è il seguente:

CAPITALI PERMANENTI------------------------------------------ > = 1,25

ATTIVO IMMOBILIZZATO

L'indicatore segnala valori positivi quando è superiore a 1,25. In tal caso le immobilizzazioni sono state tutte finanziate con strumenti di medio e lungo periodo.

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L'EQUILIBRIO ECONOMICO

Il bilancio deve esprimere  elevata capacità di rimborso, l'azienda deve generare cash flow. Senza cash flow viene a mancare il carburante necessario per rimborsare i finanziamenti. Il concetto di cash flow utilizzato dal sistema bancario è inteso in senso restrittivo (utile netto + ammortamenti). Analizzarlo in valore assoluto poi, non ha molto senso; va piuttosto raffrontato con le risorse che l'impresa ha approntato per crearlo (totale dell'attivo di Stato Patrimoniale riclassificato). Un valore del rapporto (cash flow/attivo) inferiore al 4,5% e' da considerarsi insoddisfacente.

CASH FLOW                                  ----------------------  > = 4,5%

TOT. ATTIVO

Va anche preso in considerazione un altro indicatore, che segnala l'efficienza della gestione industriale di un'impresa e di cui abbiamo già accennato prima legandolo ad elementi di stato patrimoniale al fine di ricavare indici di bilancio: il margine operativo lordo, ovvero quanto l'azienda produce in termini di reddito operativo lordo, considerando unicamente la gestione tipica prima degli ammortamenti (valore della produzione-costi industriali, commerciali, amministrativi-canoni di leasing-costo del lavoro). E' l'indicatore da preferire rispetto al Margine Operativo Netto (che tiene conto anche degli ammortamenti), perché si presta meno facilmente a manipolazioni di bilancio (ammortamenti anticipati…) e rappresenta più fedelmente la realtà aziendale. Rispetto al fatturato, il M.O.L. dovrebbe essere pari almeno al 7 - 8%.

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esporre i dati di bilancio a valori normali

fornire indici che la Banca non può calcolare

monitorare ed evidenziare gli indici di bilancio

1

2

4

3

intervenire per ridurre il Capitale Investio a fine anno

intervenire per evidenziare il Patrimonio Netto a

valori correnti

intervenire sulla composizione del debito

5

6

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AUTOVALUTAZIONE RATINGFattori Qualitativi - Altre informazioni a supportoi

La Banca valuta la capacità dell’azienda di adottare scelte strategiche coerenti ponendo attenzione, in particolare: • settore e “storia” dell’azienda; • tipo di governance; • organizzazione aziendale; • esistenza delle funzioni di controllo di gestione e di pianificazione pluriennale.

Incidono poco sul modello di rating, però possono concorrere a far maturare la decisione di affidare l’impresa, specie se essa vive un periodo di difficoltà o è impegnata nel “passaggio generazionale” o sta affrontando operazioni straordinarie di ristrutturazione o sviluppo.

Cosa fare? Organizzare ed implementare le funzioni di: ● controllo della gestione, ● gestione della tesoreria, ● pianificazione finanziaria orientata alla predisposizione di un business plan.

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La Centrale Rischi è un sistema informativo sull’indebitamento della clientela di banche e di intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia. Le informazioni acquisite dalla Centrale Rischi hanno carattere riservato. Necessario effettuare una richiesta sottoscritta dal diretto interessato (persona fisica) o dal legale rappresentante della società (persona giuridica) alla Banca d’Italia Normalmente, dal momento di effettuazione della richiesta, sono necessari 4 giorni lavorativi per ottenere la documentazione da parte della Banca d’Italia.

Gli intermediari sono tenuti a comunicare, ogni mese, alla Banca d’Italia i rapporti di credito e/o di garanzia con la propria clientela. Le segnalazioni mostrano dunque la situazione di ciascun cliente all’ultimo giorno del mese e debbono essere inviate entro il 25° giorno del mese successivo.

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AUTOVALUTAZIONE RATINGFattori Qualitativi - Centrale Rischi

Nel corso del mese, gli intermediari comunicano tempestivamente alla Centrale dei Rischi le informazioni: Sul passaggio a sofferenza, l’estinzione della sofferenza e sulla ristrutturazione di una o più linee di credito, che hanno interessato la propria clientela. La segnalazione non contiene importi e deve essere trasmessa entro 3 giorni lavorativi dalla data in cui si è verificato il passaggio a sofferenza o la ristrutturazione;

La regolarizzazione dei ritardi di pagamento relativi ai singoli finanziamenti a scadenza

Gli intermediari segnalano l’intera posizione nei confronti del singolo cliente se, a fine mese, è pari o superiore a 30.000 euro. I crediti in sofferenza e i passaggi a perdita di sofferenze vanno, comunque, segnalati a prescindere dall’importo. Gli intermediari non devono più inviare la segnalazione a partire dal mese nel corso del quale la posizione del cliente è scesa sotto la soglia di segnalazione oppure è estinta. Tuttavia, rimane lo storico delle segnalazioni. La Centrale dei Rischi censisce informazioni di carattere individuale che vengono classificate sulla base dei gradi di rischio.

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AUTOVALUTAZIONE RATINGFattori Qualitativi - Centrale Rischi

Nel corso del mese, gli intermediari comunicano tempestivamente alla Centrale dei Rischi le informazioni: Sul passaggio a sofferenza, l’estinzione della sofferenza e sulla ristrutturazione di una o più linee di credito, che hanno interessato la propria clientela. La segnalazione non contiene importi e deve essere trasmessa entro 3 giorni lavorativi dalla data in cui si è verificato il passaggio a sofferenza o la ristrutturazione;

La regolarizzazione dei ritardi di pagamento relativi ai singoli finanziamenti a scadenza

Gli intermediari segnalano l’intera posizione nei confronti del singolo cliente se, a fine mese, è pari o superiore a 30.000 euro. I crediti in sofferenza e i passaggi a perdita di sofferenze vanno, comunque, segnalati a prescindere dall’importo. Gli intermediari non devono più inviare la segnalazione a partire dal mese nel corso del quale la posizione del cliente è scesa sotto la soglia di segnalazione oppure è estinta. Tuttavia, rimane lo storico delle segnalazioni. La Centrale dei Rischi censisce informazioni di carattere individuale che vengono classificate sulla base dei gradi di rischio.

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AUTOVALUTAZIONE RATINGFattori Qualitativi - Analisi andamentale

Definizione L’analisi andamentale si basa sui dati di comportamento dell’impresa nei confronti della banca e del sistema bancario. Esamina l’andamento qualitativo/quantitativo dei rapporti tra banca e impresa, ossia: 1.Percentuale di utilizzo rispetto al totale dei fidi accordati;

2.Congruità tra utilizzi e operatività dell’impresa;

3.Tempi di incasso e pagamento;

4.Capacità dell’impresa di pianificare i fabbisogni finanziari e, pertanto, gli utilizzi

Obiettivi

Identificare la dinamica dell’indebitamento finanziario dell’impresa;

I dentificare capacità dell’impresa di attrarre capitale e grado di fiducia del sistema bancario circa la capacità di rimborso dell’impresa;

Identificare le condizioni di tensione negli utilizzi, per prevedere future difficoltà finanziarie o default del debitore

Valutare la qualità dei dati forniti dall’impresa

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In casi normali, il peso dell’analisi andamentale dipende dalle dimensioni dell’azienda esaminata.

Per le PMI, l’analisi andamentale assume un carattere preponderante, in quanto, solitamente, l’analisi quantitativa e qualitativa (posizionamento nel settore, nel mercato, fattori critici di successo , assetto proprietario e management) hanno minore rilevanza, a causa sia di bilanci in forma abbreviata ad impostazione fiscale sia di strutture amministrative semplificate.

Suddividendo le imprese in 3 categorie principali: 1.Retail: operatori economici con fatturato < 2,5 o 5 milioni di euro

2.Corporate: medie aziende (mid corp.) con fatturato fino a 25-50 mln euro; grandi aziende (large corporate) con fatturato fino a 100 o 200 mln euro

3.Multinationals: aziende multinazionali con fatturato > 100 o 200 mln euro

Si può affermare che le PMI rientrano nella categorie retail e corporate fino a 50 mln euro di fatturato.

Retail e mid corp.: analisi andamentale ha peso preponderante, Large corporate e multinationals: analisi andamentale ha peso inferiore.

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In casi normali, il peso dell’analisi andamentale dipende dalle dimensioni dell’azienda esaminata.

Per le PMI, l’analisi andamentale assume un carattere preponderante, in quanto, solitamente, l’analisi quantitativa e qualitativa (posizionamento nel settore, nel mercato, fattori critici di successo , assetto proprietario e management) hanno minore rilevanza, a causa sia di bilanci in forma abbreviata ad impostazione fiscale sia di strutture amministrative semplificate.

Suddividendo le imprese in 3 categorie principali: 1.Retail: operatori economici con fatturato < 2,5 o 5 milioni di euro

2.Corporate: medie aziende (mid corp.) con fatturato fino a 25-50 mln euro; grandi aziende (large corporate) con fatturato fino a 100 o 200 mln euro

3.Multinationals: aziende multinazionali con fatturato > 100 o 200 mln euro

Si può affermare che le PMI rientrano nella categorie retail e corporate fino a 50 mln euro di fatturato.

Retail e mid corp.: analisi andamentale ha peso preponderante, Large corporate e multinationals: analisi andamentale ha peso inferiore.

AUTOVALUTAZIONE RATINGFattori Qualitativi - Analisi andamentale

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AUTOVALUTAZIONE RATINGPMIPARTNER

PMIPARTNER affianca le imprese campane in un progetto sinergico diretto a favorire il dialogo con il mondo bancario, troppo spesso antagonista.Le opportunità date da una maggiore attenzione alla finanza aziendale consentono un approccio innovativo sia per finanziare il capitale circolante che progetti di sviluppo.Il primo step proposto da PMIPARTNER è un servizio chiavi in mano di Autovalutazione del Rating di impresa, step che fornirà la base per un nuovo approccio con il mondo bancario e darà all'imprenditore una nuova chiave di lettura del proprio business.

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Grazie per l'attenzione