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Il rapporto locale-globale

Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali

(S.E.A.)(S.E.A.)

Corso di Laurea in Corso di Laurea in

Economia e Gestione dei Servizi TuristiciEconomia e Gestione dei Servizi Turistici

Prof. Filippo BencardinoProf. Filippo Bencardino

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Il rapporto locale-globaleIl rapporto locale-globale

Dal 1950 si è assistito all’inizio del “quinto stadio della mondializzazione” (K.

Ohmae) .... scissione tra il processo di produzione e di commercializzazione del bene nascita di filiali estere per la commercializzazione dei prodotti esportazione del processo produttivo delle multinazionali in altri paesi produzione disarticolata in diversi segmenti e in molteplici luoghi per aumentare la competitività

Il Il processo di globalizzazioneprocesso di globalizzazione ha favorito la nascita di un sistema produttivo nei PVS parallelo a quello delle economie più avanzate

.... ed al mutamento degli fattori di localizzazione di una attività economica:

Prima: disponibilità in loco dei fattori produttivi (materie prime, risorse umane, capitali, …).

ampiezza e diffusione delle informazioni circolazione di beni e persone innovazioni di processo e di prodotto....

Oggi:

i gusti e le esigenze dei consumatori si evolvono costantemente e risultano diversi da paese a paese

Ad un mercato globale non sempre corrispondono prodotti globali:

La capacità dell’impresa di rispondere tempestivamente ai cambiamenti del mercato diventa determinante in chiave di competitività

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Il rapporto locale-globaleIl rapporto locale-globaleDopo un ventennio di strategie de-localizzative della produzione riemerge l’importanza della variabile territoriovariabile territorio nella scelta

localizzativa delle imprese

... luogo di sedimentazione di risorse specifiche e di un sistema omogeneo di valori in cui si moltiplicano le

relazioni sociali tra uomini ed imprese...Nel mercato globale il rapporto tra reti locali e reti globali non è di dipendenza-

dominanza, bensì le reti locali fungono da serbatoi di risorse e di innovazione per le reti globali

Le stesse politiche comunitarie di sviluppo sono locally oriented e

TerritorialeEndogena

Integrata

Ascendente

Partenariale

Sostenibile

rispondono ad una logica

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Il rapporto locale-globaleIl rapporto locale-globaleDall’evoluzione degli ultimi anni del concetto di territorio le politiche comunitarie allo sviluppo hanno concentrato strumenti ed azioni in

ambito rurale

Il punto di partenza è … > <... la definizione di spazio rurale

una debole concentrazione della popolazione edilizia prevalentemente estensiva dominata da residenze unifamiliari una elementarità delle attrezzature e dei servizi

dispersione sul territorio della residenza e delle sedi delle attività produttive spettro incompleto di figure socio-professionali bassa dotazione di servizi

predominanza delle attività ad alta intensità di manodopera agricola modi di pensare e vivere tradizionali

Un insediamento è classificabile come rurale se è caratterizzato:

accessibilità struttura istituzionale profilo socio-economico organizzazione spaziale delle attività economiche e degli insediamenti produttivi

Blunden et al. 1998

Mainardi 1979

Zerbi 1979

Volgyes 1980

Indicatori di

ruralità

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zone rurali con molti caratteri di tipo urbano zone avvantaggiate e paesaggistiche aree sviluppate ed equilibrate aree a sviluppo potenziale aree bisognose di ristrutturazione economica

La presenza/assenza di tali indicatori permette una classificazione di cinque momenti della ruralità:

Attualmente, nell’ambito dell’attività dell’UE, la formulazione di politiche adeguate a promuovere lo sviluppo rurale impongono una definizione univoca del concetto di rurale e una mappatura accurata delle

zone destinatarie dei singoli interventi

Ruolo di diverse

Istituzioni

OCSE

INSORISTAT

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Classificazione dei Comuni italiani per grado di ruralità/urbanità

Variabili descrittive:

- densità abitativa

- popolazione attiva professionalmente

- popolazione con laurea o diploma

- popolazione attiva in agricoltura

- addetti settore terziario

- utenze telefoniche

- abitazioni in proprietà

…….

Quattro categorie di riferimento:

Comuni urbani

Comuni semi-urbani

Comuni semi-rurali

Comuni rurali

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Obiettivo:

Fonte:Censimento della popolazione 1981

ISTAT (Istituto Nazionale di

Statistica)

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Variabile utilizzata:

- % della superficie a verde/% della superficie comunale

- densità abitativa

Cinque categorie di riferimento:

Comuni ruralissimi

Comuni rurali

Comuni rurali addensati

Comuni urbani verdi

Comuni urbani

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Obiettivo:Classificazione dei Comuni italiani per grado di ruralità/urbanità

INSOR

Elementi di novità:

- componente naturalistica- scelta di un solo parametro demografico

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Variabile utilizzata:

densità abitativa Tre categorie di riferimento:

Comuni significativamente rurali

Comuni prevalentemente rurali

Comuni significativamente urbani

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Obiettivo:Individuazione delle Regioni rurali

Si considera rurale il Comune che abbia una densità

demografica inferiore ai 150 ab./Kmq

... è evidente che i diversi approcci alla classificazione e misurazione

del rurale sono fortemente influenzati dalle variabili

demografiche ...

.... dubbi sulla loro capacità di definire la ruralità in

contesti geografici ed economici differenti

ISTAT

OCSE

OCSEINSOR

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Le dinamiche del sistema rurale:

dall’avanzata dell’urbano sul rurale...

La Rivoluzione industriale e lo

Sviluppo urbano hanno

favoritola crescita delle aree urbane a scapito di quelle

rurali

l’esodo agricolo verso le aree urbane per le accresciute opportunità di impiego in settori diversi

dall’agricolturail passaggio in agricoltura ad un’economia di tipo mercantilistico

A seguito di questi

processi: in ambito agricolo-rurale si sono innescati processi di riqualificazione delle produzioni primarie, favorendo, quindi, una forte intensificazione della produzione agricola diversificata e meccanizzata

trasferimento in ambito urbano di alcune fasi del processo di lavorazione delle materie prime agricole per la presenza di spazi idonei, l’offerta di manodopera specializzata, nonché la vicinanza ai principali mercati di sbocco dei prodotti finiti

>

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viene abbandonato lo storico dualismo

città

campagna

spazi che mostrano forti interrelazioni geografiche,

economiche e sociale

Dagli anni ’50 in poi

avanzata dell’urbano sul rurale

effetti diretti

effetti indiretti

uso del suolo

struttura urbano-rurale

disponibilità occasionale di forza lavoro opportunità di contatti diretti degli agricoltori con il mercato di sbocco delle materie prime opportunità di incremento dei redditi per attività ricreative legate all’agricoltura possibilità di fitto di fondi acquistati a scopo speculativo

Vantaggi: Svantaggi: economici (speculazione fondiaria, aumento dei prezzi dei terreni...) ambientali (inquinamento e congestione del traffico..) sociali o legati alla qualità della vita (de- pauperamento demografico, pendolarismo città-campagna ..)

incolto sociale+

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Dagli anni ’70 in poi

diseconomie di agglomerazion

e

deconcentrazione della popolazione e

delle attività economiche

passaggio dalle regioni polarizzate e gerarchizzate alle nuove strutture regionali a

rete

depolarizzazione dello sviluppo

<

In molti paesi si è registrata una inversione di tendenza delle dinamiche

migratorie

le aree non metropolitane sono passate da una fase di

emigrazione netta ad una di immigrazione netta

Fattori

Economici

Sociali

Ambientali

.... ai recenti fenomeni di controurbanizzazione:

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L’evoluzione della politica comunitaria per lo sviluppo rurale

Fino agli anni ‘70 Sviluppo rurale = Sviluppo

agricolo l’agricoltura ricopre un ruolo marginale rispetto all’industria e al terziario, bacino di approvvigionamento di risorse alimentari e umane da drenare verso le città

le politiche di sviluppo as-solvono a due funzioni: contenere l’esodo agricolo

assicurare l’autosufficienza alimentare

PAC = Sostegno dei prezzi e intensivizzazione delle produzioni

Dal 1988 in poi

“Il Futuro

del Mondo

Rurale”

Sviluppo rurale ≠ Sviluppo agricolo

ristrutturazione del settore agricolo (riduzione della SAU e della mano-dopera impiegata, l’ammodernamento delle strutture, ecc) diversificazione economica delle aree rurali con la nascita di nuove attività a monte e a valle della produzione agricola multifunzionalità dell’agricoltura

riforma della PAC = Politiche di sviluppo rurale e della sicurezza e della qualità

Agenda

2000

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relazioni sempre più intense tra Unione Europea e Stati Membri coinvolgimento delle amministrazioni regionali e locali nella gestione di programmi di sviluppo differenziazione secondo il potenziale di sviluppo endogeno dei territori

L’approccio moderno allo sviluppo rurale

La nuova strategia d’intervento comunitario nelle aree rurali si basa su:

è di tipo integrato supera la logica settoriale considera il territorio oggetto d’intervento riconosce le aree rurali come sistemi complessi

interventi di tipo strutturale rivolti

alle imprese

misure finalizzate allo sviluppo

delle aree rurali

+

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L’iniziativa Comunitaria Leader (IC Leader) rientra nelle azioni promosse dalla Comunità Europea

attivare uno sviluppo endogeno ed integrato nelle aree ruraliObiettivo:

Attraverso processi correttivi.....

Leader Plus

Idee di fondo

la programmazione degli interventi deve seguire un percorso dal bassocoinvolgimento delle popolazioni e degli attori locali quali promotori responsabili di uno sviluppo autopropulsivo

le iniziative devono essere a carattere integrato

redazione del Piano di Sviluppo Locale (PSL) che individua una “idea forza” che funge da catalizzatore

Novità carattere di innovatività delle azioni proposte 3 Assi

prioritari di intervento

ASSE I: sostegno a strategie pilota di sviluppo rurale a

carattere territoriale e integrato

ASSE II: sostegno alla cooperazione interterritoriale e

transnazionale

ASSE III: creazione di reti tra tutti i territori rurali della

Comunità

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La Grande Industria ed il modello Taylor-Fordista

Nascita ed evoluzione

Fine del XIX sec., si diffonde rapidamente nei primi decenni del XX sec., e subisce una forte accelerazione all’indomani della Seconda Guerra Mondiale.

Modello Taylor-Fordista

Frederick Taylor teorizzò la scomposizione in segmenti separati dei processi produttivi e la separazione delle mansioni fra gruppi di lavoratori

Henry Ford per primo utilizzò tale sistema di produzione nei suoi impianti automobilistici di Detroit.

Organizzazione scientifica del lavoro basata sulla catena di montaggio Grande dimensione degli impianti Parcellizzazione delle mansioni Riduzione dei costi di produzione grazie alle economie di scala e di varietà Concentrazione delle funzioni produttive in spazi relativamente ristretti Considerevoli investimenti di capitali

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Il Post-FordismoIl Post-Fordismo

Anni Anni ‘70‘70

Il modello di produzione e di consumo taylor-fordista, caratterizzato da una sostanziale rigidità, entra in crisi….

i settori industriali tradizionali raggiungono la fase della maturità; compaiono nuove tecnologie che consentono di raggiungere livelli di efficienza nelle produzioni anche per quantità di prodotto limitate

la domanda di merci si diversifica e interessa beni e servizi che consentono al consumatore di soddisfare bisogni sempre più immateriali

il mercato del lavoro cede il posto a tipologie di lavoro sempre più diversificate, che inducono un incremento della varietà delle competenze domandate dal sistema delle imprese e che modificano quindi i rapporti tra domanda e offerta

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... evoluzione verso un modello caratterizzato da un sistema di imprese di piccole e medie dimensioni maggiormente flessibile in seguito ad un processo di decentramento produttivo e territoriale

affermazione di cluster di piccole imprese territorialmente concentrate e consumer oriented

introduzione della tecnica giapponese del just in time

il processo lavorativo viene rivoluzionato: si riduce al minimo il numero del personale presente in azienda impiegando manodopera fornita da azienda esterna e/o favorendo processi di outsorcing

... ma soprattutto si richiedono contenuti cognitivi piuttosto che manipolativi, che coniugano elementi di autonomia e di cooperazione

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Esse consentono di abbattere i costi derivanti dalla frizione spazio-tempo e rendere le comunicazioni fruibili in

tempo reale

A partire dagli anni ’50 si è avuto lo sviluppo delle Information and Comunication Information and Comunication

Technologies Technologies (ICT)(ICT)

Insieme delle diverse tecnologie (hardware, software, di rete…) che consentono la gestione di informazioni codificate in forma digitale e

l’insieme di servizi a valore aggiunto che creano i presupposti per un effettivo valore d’uso degli utenti

Il rapporto locale-globaleIl rapporto locale-globale

ICT e digital

divide

Il fenomeno può essere analizzato secondo cinque categorie di riferimentocinque categorie di riferimento

ICT e organizzazione del

territorio e del mercato del lavoro

ICT e organizzazione delle imprese

ICT e risorse umane ICT e istituzioni

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Capacità del sistema di scindere il processo produttivo in luoghi diversi pur mantenendo l’unità produttiva

attraverso collegamenti telematici (Castells)

ICT e organizzazione del territorio e del mercato del ICT e organizzazione del territorio e del mercato del lavorolavoro

Il rapporto locale-globaleIl rapporto locale-globale

“Nuovo spazio industriale”

“Nuovo rapporto tra processo localizzativo e mercato del lavoro”

“Nuova struttura localizzativa della forza lavoro nelle imprese ad alta tecnologia”

+

R&S, innovazione e fabbricazione dei prototipi nelle aree centrali dell’economia mondiale

Produzione specializzata in stabilimenti nelle nuove aree di industrializzazione del paese della casa madre

Imprese utilizzatrici dei prodotti hi-tech per altre imprese locali presso i clienti finali

Assemblaggio e controllo qualità in PSV (sud-est asiatico, Malesia, Singapore) ma anche paesi occidentali più periferiche

Manutenzione ed assistenza post-vendita nelle aree dei principali mercati elettronici

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1) Il cliente quale polo gravitazionale dell’impresa

2) Tendenza ad un mercato sempre più disintermediato e ricerca di un contatto diretto tra produttore e consumatore Customer satisfaction

ICT e organizzazione delle imprese

E-commerce: gestione in maniera virtuale delle transazioni commerciali tra produttore e consumatore non spazialmente

concentrati

Il rapporto locale-globaleIl rapporto locale-globale

“Sistema produttivo aziendale customer oriented”

Massimo livello di disintermediazione

ICT e capitale sociale

“Le capacità imprenditoriali come ruolo propulsivo dello sviluppo”

1) Le capacità imprenditoriali influenzano lo sviluppo economico spesso più dei capitali e delle risorse naturali (Hirshmann)

2) Le grandi imprese (Nokia, Ericsson, STMicroelettronics, …) leader dell’innovazione tecnologica hanno stimolato la formazione di aree di eccellenza nelle nuove tecnologie e la creazione di Spin -offs aziendali e Distretti tecnologici

3) Alcune aree-paese hanno ottenuto un posizionamento di successo nella competizione globale grazie al ruolo svolto dai PST, dalle università e dai centri di ricerca

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ICT e istituzioni

1) Ruolo delle Agenzie di Sviluppo per l’infrastrutturazione tecnologica del territorio

2) Le istituzioni devono essere in grado di attrarre investimenti sul territorio ma soprattutto innestare gli effetti dell’insediamento dell’impresa sullo sviluppo industriale e tecnologico del tessuto locale

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“Ancoraggio delle imprese hi-tech al tessuto locale”

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ICT e digital divide

Paesi Linee Telefono(ogni 1000 persone)

Cellulare(ogni 1000 persone)

Internet(ogni 1000 persone)

Paesi OCSEdi cui Norvegia Italia

516734481

588844939

383.1502.6352.4

Europa centrale e dell’est 226 189 71.8

America Latina e Caraibi 166 191 81.2

Asia dell’est e Pacifico 142 159 60.9

Paesi arabi 81 85 28

Asia del Sud 41 13 14.9

Africa sub-saharianadi cui Niger Sierra Leone

1525

391

14

9.61.31.6

Altri paesi 7 101 2.8

Sistema Mondo 175 184 99.4

Diffusione della Tecnologia

(2002)

Fonte: UNDP (2004) Lo

Sviluppo Umano Rapporto 2004

“Disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle ICT”

La creazione, l’adozione e la diffusione dell’ICT si concentra solo in alcune aree - paese

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ICT e digital divide

““Cause”Cause”

Carenza di investimenti economici nelle infrastrutture per le telecomunicazioni

Elevati costi di utilizzo delle linee telefoniche

Scarsa presenza di computer e di alfabetizzazione informatica

Diffusione geografica delle connessioni(grandi città e capitali)

Divario nella fruizione delle ICT tra Nord e Sud del Mondo,ma anche all’interno del Nord del

Mondo