Il quaderno della Repubblica per riscoprire la Patria Italiano per le Infrastrutture Sgr Spa...

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Anno XII F ONDAZIONI Periodico delle Fondazioni di origine bancaria Luglio - Agosto 2011 É ancora presto per delineare un bilancio del- l’esperienza delle Fondazioni di origine banca- ria. Ma sarà comunque ricordata come una storia di successo. In meno di vent’anni, tre risultati importanti sono ormai acquisiti: la costituzione di un grande polmone finanziario per tutto il set- tore delle attività non profit di interesse genera- le; l’ammodernamento e la ristrutturazione del sistema creditizio italiano; la costituzione di un gruppo di investitori di lungo periodo, in un Paese che soffre della mancanza di investitori istituzionali, come i grandi fondi pensione. Sotto il primo profilo, è molto significativo il fatto che le Fondazioni bancarie abbiano mante- nuto quasi intatta l’entità delle loro erogazioni nonostante la crisi economico-finanziaria e la necessità di partecipare alla ricapitalizzazione delle banche imposta dai nuovi capital require- ments di Basilea III. Grazie a loro, l’Italia è oggi l’unico paese europeo capace di imitare (mutatis mutandis) la straordinaria esperienza del sistema delle fondazioni non profit americane. Sotto il secondo, è appena il caso di ricordare che il sistema bancario italiano ha attraversato un pro- cesso di liberalizzazione e privatizzazione non diverso da quello che ha investito altri settori chiave dell’economia italiana, come le teleco- municazioni, la siderurgia, la chimica e l’elettro- nica, nei quali l’Italia è ormai periferia dell’im- pero e i campioni nazionali (che pure avevamo) sono stati travolti o colonizzati o caricati di pesanti indebitamenti. Se il settore del credito non è finito nelle mani di finanzieri d’assalto e di immobiliaristi spregiudicati, se non è stato colo- nizzato da grandi banche straniere, se si è segue a pagina 3 Poste Italiane SpA- Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (Conv. L. 27/02/04 n. 46) - Art. 1 Comma 2 D.C.B. Roma - Tassa pagata - Tassa Pergue «La nostra è una repubblica giovane, scelta dagli Italiani con un referendum popolare che coinvolse la gran parte della popolazione, il 2 e il 3 giugno del 1946. Questa scelta, che cambiò il volto del Paese, è un bene che va salvaguar- dato in tutta la sua essenza». Con queste parole il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, ha aperto, di fronte a una platea di circa duecento studenti delle scuole medie superiori, il suo intervento in occasione della presentazione, il 1° giugno scorso a Roma, de “il quaderno della Repubblica”. Prima delle due pubblicazioni che l’Acri e l’Osservatorio Permanente Giovani – Editori realizzeranno in occasione delle celebra- zioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, nell’ambi- to della collana “i quaderni del Cittadino”, “il quaderno della Repubblica” si propone come uno strumento agile e accattivante per avvicina- re i giovani ai simboli del nostro Paese e ai valo- ri che li hanno ispirati. Valori che una spesso dimenticata Educazione Civica potrebbe aiutare a riscoprire e a rivitalizzare, ha detto Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio. «Il modo migliore per celebrare la festa della Repubblica – ha aggiunto – ci è sembrato fosse proprio quello di proporre ai ragazzi un qua- derno dedicato a presentarne i simboli, offren- do loro uno strumento utile a riscoprirne il significato, convinti come siamo che l’unico modo per dare valore ai simboli sia proprio conservarne e trasmetterne il significato. Dobbiamo ricordarci, infatti, che senza signifi- cato perde di valore qualunque simbolo». «Mi auguro che questo “quaderno” – ha dichiarato Guzzetti – coltivi e alimenti nei gio- vani la curiosità, l’attenzione e l’amore per il nostro Paese e per quel patto fra Italiani, sinte- tizzato nella Costituzione, che solo può fare di un paese una Patria». segue a pagina 13 Il quaderno della Repubblica per riscoprire la Patria Poche migliaia di euro possono a volte cam- biare la vita delle persone. É stato così per Lorenzo Calani, che vive a Pianoro, in provin- cia di Bologna, e grazie a un finanziamento di 5mila euro, ottenuto da PerMicro, è riuscito ad avviare una ditta di noleggio di velomobili. O di Aida Benamata che, grazie a un prestito otte- nuto tramite la Fondazione Risorsa Donna, è riuscita a dar vita a un’attività commerciale a Roma, rilevando un negozio di autoricambi, dove aveva a lungo lavorato senza stipendio. E c’è chi, ricevendo un piccolo credito, è riuscito a laurearsi o ha evitato di cadere nelle mani degli usurai. Tante sono ormai, anche in Italia, le esperienze frutto di iniziative di microcredi- to. Si tratta di uno strumento particolarmente adatto per intervenire a favore di famiglie in difficoltà economica e di lavoratori cassinte- grati, donne in cerca di un impiego, immigrati con lavori precari, ma anche giovani che per completare gli studi o avviare la propria attivi- tà professionale hanno bisogno di prestiti d’onore. Uno strumento, insomma, per una vasta gamma di persone, che i più recenti anda- menti dell’economia hanno contribuito ad allar- gare anche nei paesi occidentali. Da un lato si favorisce la coesione sociale, dall’altro la nasci- ta di microimprese. Le Fondazioni di origine bancaria, la cui missione è favorire lo sviluppo sociale, economico e civile dei loro territori, hanno scelto di dare particolare attenzione a que- sto strumento, istituendo una Commissione dedicata, in ambito Acri, presieduta da Luca Remmert, vicepresidente della Compagnia di San Paolo. A lui la nostra rivista ha rivolto qual- che domanda, a valle di un incontro organizzato a Roma, il 7 giugno scorso, proprio dalla Commissione Microcredito. Il servizio alle pagi- ne 4 e 5 riporta anche alcune delle iniziative più originali realizzate dalle Fondazioni, molte delle quali presentate nel corso del seminario. segue a pagina 4 LE FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA E LA CDP Il nostro giornale ha il piacere di ospitare questo editoriale di Franco Bassanini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti Spa, che corona un ampio servizio su Cdp alle pagine 2 e 3. MICROCREDITO, STRUMENTO DI COESIONE E SVILUPPO

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Anno XII

FONDAZIONIPeriodico del le Fondazioni di or igine bancaria

Luglio - Agosto 2011

É ancora presto per delineare un bilancio del-l’esperienza delle Fondazioni di origine banca-ria. Ma sarà comunque ricordata come una storiadi successo. In meno di vent’anni, tre risultatiimportanti sono ormai acquisiti: la costituzionedi un grande polmone finanziario per tutto il set-tore delle attività non profit di interesse genera-le; l’ammodernamento e la ristrutturazione delsistema creditizio italiano; la costituzione di ungruppo di investitori di lungo periodo, in unPaese che soffre della mancanza di investitoriistituzionali, come i grandi fondi pensione.Sotto il primo profilo, è molto significativo ilfatto che le Fondazioni bancarie abbiano mante-nuto quasi intatta l’entità delle loro erogazioninonostante la crisi economico-finanziaria e lanecessità di partecipare alla ricapitalizzazionedelle banche imposta dai nuovi capital require-ments di Basilea III. Grazie a loro, l’Italia è oggil’unico paese europeo capace di imitare (mutatismutandis) la straordinaria esperienza del sistemadelle fondazioni non profit americane. Sotto ilsecondo, è appena il caso di ricordare che ilsistema bancario italiano ha attraversato un pro-cesso di liberalizzazione e privatizzazione nondiverso da quello che ha investito altri settorichiave dell’economia italiana, come le teleco-municazioni, la siderurgia, la chimica e l’elettro-nica, nei quali l’Italia è ormai periferia dell’im-pero e i campioni nazionali (che pure avevamo)sono stati travolti o colonizzati o caricati dipesanti indebitamenti. Se il settore del creditonon è finito nelle mani di finanzieri d’assalto e diimmobiliaristi spregiudicati, se non è stato colo-nizzato da grandi banche straniere, se si è

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«La nostra è una repubblica giovane, sceltadagli Italiani con un referendum popolare checoinvolse la gran parte della popolazione, il 2 eil 3 giugno del 1946. Questa scelta, che cambiòil volto del Paese, è un bene che va salvaguar-dato in tutta la sua essenza». Con queste paroleil presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, haaperto, di fronte a una platea di circa duecentostudenti delle scuole medie superiori, il suointervento in occasione della presentazione, il1° giugno scorso a Roma, de “il quaderno dellaRepubblica”. Prima delle due pubblicazioni chel’Acri e l’Osservatorio Permanente Giovani –Editori realizzeranno in occasione delle celebra-zioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, nell’ambi-to della collana “i quaderni del Cittadino”, “ilquaderno della Repubblica” si propone comeuno strumento agile e accattivante per avvicina-re i giovani ai simboli del nostro Paese e ai valo-ri che li hanno ispirati. Valori che una spesso

dimenticata Educazione Civica potrebbe aiutarea riscoprire e a rivitalizzare, ha detto AndreaCeccherini, presidente dell’Osservatorio. «Ilmodo migliore per celebrare la festa dellaRepubblica – ha aggiunto – ci è sembrato fosseproprio quello di proporre ai ragazzi un qua-derno dedicato a presentarne i simboli, offren-do loro uno strumento utile a riscoprirne ilsignificato, convinti come siamo che l’unicomodo per dare valore ai simboli sia proprioconservarne e trasmetterne il significato.Dobbiamo ricordarci, infatti, che senza signifi-cato perde di valore qualunque simbolo».«Mi auguro che questo “quaderno” – hadichiarato Guzzetti – coltivi e alimenti nei gio-vani la curiosità, l’attenzione e l’amore per ilnostro Paese e per quel patto fra Italiani, sinte-tizzato nella Costituzione, che solo può fare diun paese una Patria».

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Il quaderno della Repubblicaper riscoprire la Patria

Poche migliaia di euro possono a volte cam-biare la vita delle persone. É stato così perLorenzo Calani, che vive a Pianoro, in provin-cia di Bologna, e grazie a un finanziamento di5mila euro, ottenuto da PerMicro, è riuscito adavviare una ditta di noleggio di velomobili. Odi Aida Benamata che, grazie a un prestito otte-nuto tramite la Fondazione Risorsa Donna, èriuscita a dar vita a un’attività commerciale aRoma, rilevando un negozio di autoricambi,dove aveva a lungo lavorato senza stipendio. Ec’è chi, ricevendo un piccolo credito, è riuscitoa laurearsi o ha evitato di cadere nelle manidegli usurai. Tante sono ormai, anche in Italia,le esperienze frutto di iniziative di microcredi-to. Si tratta di uno strumento particolarmenteadatto per intervenire a favore di famiglie indifficoltà economica e di lavoratori cassinte-grati, donne in cerca di un impiego, immigraticon lavori precari, ma anche giovani che percompletare gli studi o avviare la propria attivi-

tà professionale hanno bisogno di prestitid’onore. Uno strumento, insomma, per unavasta gamma di persone, che i più recenti anda-menti dell’economia hanno contribuito ad allar-gare anche nei paesi occidentali. Da un lato sifavorisce la coesione sociale, dall’altro la nasci-ta di microimprese. Le Fondazioni di originebancaria, la cui missione è favorire lo svilupposociale, economico e civile dei loro territori,hanno scelto di dare particolare attenzione a que-sto strumento, istituendo una Commissionededicata, in ambito Acri, presieduta da LucaRemmert, vicepresidente della Compagnia diSan Paolo. A lui la nostra rivista ha rivolto qual-che domanda, a valle di un incontro organizzatoa Roma, il 7 giugno scorso, proprio dallaCommissione Microcredito. Il servizio alle pagi-ne 4 e 5 riporta anche alcune delle iniziative piùoriginali realizzate dalle Fondazioni, molte dellequali presentate nel corso del seminario.

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LE FONDAZIONIDI ORIGINE BANCARIAE LA CDPIl nostro giornale ha il piacere di ospitare questoeditoriale di Franco Bassanini, presidente dellaCassa Depositi e Prestiti Spa, che corona unampio servizio su Cdp alle pagine 2 e 3.

MICROCREDITO,STRUMENTO DI COESIONE E SVILUPPO

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FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

primo piano

La Cassa Depositi e Prestiti:uno strumento per la crescita del PaeseSi è chiuso ancora una volta in cre-scita, con un utile netto di 2,7miliardi di euro, il bilancio dellaCassa Depositi e Prestiti, approva-to il 25 maggio scorso dallaAssemblea degli azionisti, in cui66 Fondazioni di origine bancariarappresentano il 30% del capitale. Nel 2003, infatti, le Fondazionihanno investito 1 miliardo e 50milioni di euro nel patrimoniodella Cassa, aderendo numeroseall’offerta del Ministero dellaEconomia e delle Finanze, che cosìprivatizzava e rinnovava un enteche lo stesso azionista di maggio-ranza definiva un gigante addor-mentato. Un gigante che in questisette anni da un lato ha dato ai suoiazionisti un rendimento medioannuo superiore al 13%, ripagandoquasi interamente l’investimentoiniziale, dall’altro ha intrapreso unpercorso di cambiamento capace diesprimere «quelle potenzialità equel ruolo a favore della crescita edello sviluppo del Paese», che giàallora il presidente dell’Acri,Giuseppe Guzzetti, affermavaessere una delle principali ragionidell’ingresso delleFondazioni nel capi-tale di questo organi-smo, che il ministroGiulio Tremonti vo-leva rinnovare. «L’impegno che leFondazioni si sonoassunte – spiegòGuzzetti in quel di-cembre 2003 – non èuna scommessa né un puro atto digenerosità; perché le Fondazionihanno l’obbligo di conservareinalterato il valore del loro patri-monio nel tempo e di far sì che daisuoi impieghi derivino utili ade-guati per svolgere l’attività eroga-tiva. Tuttavia è un atto di fiducia,perché siamo convinti che, purpresente da decenni a sostegnodella crescita economica italiana,la nuova Cdp potrà fare di più gra-zie a una formula organizzativarinnovata, che darà modo diconiugare la maggior efficacia delruolo di propulsore di sviluppo peril Paese con la capacità di crearevalore per i suoi azionisti, in quan-to impresa».Ma che cos’è in concreto la CassaDepositi e Prestiti? É una societàper azioni controllata dallo Statoitaliano tramite il Ministero del-l’Economia e delle Finanze, la cuimissione istituzionale è finanziarelo sviluppo italiano, impiegandorisorse a favore di investimentipubblici, opere infrastrutturalidestinate alla fornitura dei servizipubblici, grandi opere di interessenazionale, ma anche, e in misuracrescente, a favore di iniziative pri-vate il cui supporto e valorizzazio-ne sia utile per il sistema – Paese.Con la privatizzazione del 2003,Cdp è uscita, infatti, dal perimetrodel bilancio pubblico ed ha assun-

to un ruolo innovativo, abbinandoalla tradizionale attività di bancadegli enti locali (gestione separata)nuove attività che le consentono diintervenire su fronti strategici perl’innovazione e lo sviluppo anchea fianco di imprese private. Il tuttocon risorse derivanti soprattuttodalla raccolta postale (207 miliardidi euro nel 2010) e da altra raccol-ta diretta (16,3 miliardi di euro). La principale fonte di risorse per lesue attività è la raccolta postale. LaCassa è, infatti, l’emittente deiBuoni fruttiferi postali e deiLibretti di risparmio, che godonodella garanzia diretta dello Statoitaliano e sono collocati sul merca-to da Poste Italiane Spa.Questa raccolta è utilizzata per ilcredito agli enti locali attraverso i“mutui di scopo”; per la gestione -assieme alle banche - di fondi age-volati (Fondi rotativi) per le impre-se operanti in determinati settori(agricolo, in-frastrutture strategi-che, innovazione tecnologica ericerca scientifica); per gli inter-venti a sostegno delle Pmi effettua-ti attraverso provvista al settore

bancario vincolata atale scopo; ma ancheper finanziare diret-tamente infrastruttu-re e operazioni asostegno dell’econo-mia che nella lororealizzazione coin-volgano aziende pri-vate. A patto, però,che tali progetti: 1)

siano promossi da soggetti pubbli-ci; 2) siano di interesse generale;3) presentino adeguato merito dicredito; 4) presentino sostenibilitàeconomico-finanziaria. Al di fuoridi tali quattro caratteristiche, Cdppuò finanziare aziende, infrastrut-ture e progetti attingendo alla rac-colta ordinaria, non garantitadallo Stato. Inoltre, già da qualcheanno la Cassa ha iniziato a parte-cipare a fondi di private equity,destinati alle infrastrutture nazio-nali e internazionali, al socialhousing, all’incentivazione delpartenariato pubblico-privato ealla valorizzazione del patrimonioimmobiliare pubblico.Ulteriori sviluppi sono l’amplia-mento delle attività attribuitoledall’art. 7 del “Decreto legge anti-scalate” del marzo 2011, in base alquale Cdp potrà “assumere parte-cipazioni in società di rilevanteinteresse nazionale in termini distrategicità del settore di operativi-tà, di livelli occupazionali, di enti-tà di fatturato ovvero di ricaduteper il sistema economico-produtti-vo del Paese”. Oggi il portafoglio azionario diCdp (18,6 miliardi di euro è il suovalore nel 2010) è composto dasocietà quotate (in particolare il26,4% di Eni e il 29,9% di Terna),non quotate e da quote di fondi diprivate equity.

Cassa Depositi e Prestiti Spa

CDP Investimenti Sgr Spa

Fondo Italiano d’Investimento Sgr Spa

Fondo Italiano per le Infrastrutture Sgr Spa

Istituto per il Credito SportivoSistema Iniziative

Locali SpaEuroprogetti

& Finanza Spa

Eni Spa

F2i - Fondo Italianoper le InfrastruttureTerna Spa

Fondo Italiano d’Investimento

Fondo Marguerite

Fondo Inframed

Fondo PPP Italia

Fondo Abitare Sociale 1

Fondo Investimentiper l’Abitare

Società non quotate Società quotate Private equity

Galaxy S.àr.l.

70,0%*

14,3%

14,3%

21,6%**

11,9%

31,8%***

26,4%

29,9%

Ministero dell’Economiae delle Finanze

Fondazionidi origine bancaria

70,0% 30,0%

* Il restante 30% del capitale è suddiviso in quote paritarie tra Acri e Abi** Quota di partecipazione al capitale di Ics, banca pubblica residua ai sensi dell’art. 151 Tub ed ente di diritto pubblico con gestione autonoma*** In liquidazione

La Cassa Depositi e Prestiti nasce a Torino nel 1850. Inizialmente la suafunzione è ricevere Depositi quale “luogo di fede pubblica”. Nel 1857 unRegio decreto allarga l’ambito di attività al finanziamento degli Entipubblici. Dopo aver incorporato le altre Casse del Regno, essersi trasfe-rita prima a Firenze e poi a Roma, nel 1898 l’Istituto viene trasformatoin Direzione generale del Ministero del Tesoro. È solo nel 1983 che pren-de il via il processo di separazione dallo Stato. Questo processo si con-cluderà il 12 dicembre 2003 con la trasformazione in Società per azioni(Cdp Spa), privata grazie all’ingresso delle Fondazioni di origine ban-caria nel suo capitale. Per 150 anni la funzione di Cdp è stata quella diraccogliere risparmio postale e convogliare le risorse verso gli investi-menti pubblici. Con la privatizzazione la sua missione si allarga. Nel2006 comincia a finanziare entità al di fuori della PubblicaAmministrazione, in particolare quelle operanti nel settore dei servizipubblici locali (ex municipalizzate). Nel 2009 si apre a cambiamentiancor più profondi con una riforma che le consente di iniziare a utiliz-zare la vasta raccolta postale per finanziare i privati nei settori delleinfrastrutture, per favorire l’export, per operare nel social housing. Alriguardo crea il Fondo Investimenti per l’Abitare che può investire finoal 40% nei fondi locali che molte Fondazioni stanno promuovendo, conun conseguente effetto leva da parte di questi ultimi sul suo potenzialedi base, che dovrebbe attestarsi intorno ai 2 miliardi di euro.

160 ANNI DI STORIACdp ha dato aisuoi azionisti

un rendimentomedio annuo

superiore al 13%

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ROMA, 26 OTTOBRE 2011

IL RISPARMIO PER LA CRESCITAECONOMICA E SOCIALE

Associazionedi Fondazioni edi Casse di Risparmio Spa

Save the date

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FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

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segue da pagina 1

LE FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA E LA CDPristrutturato e consolidato, se ha retto alla crisimeglio dei sistemi creditizi di altri paesi, se haespresso due grandi banche europee e altre chelo potrebbero diventare, lo si deve in buonamisura alle Fondazioni bancarie, che hannopromosso e sostenuto i processi di ristruttura-zione e aggregazione con la logica di azionistiaperti e lungimiranti, attenti ai risultati di lungoperiodo più che a profitti immediati. La presen-za nell’azionato di molte banche di un noccio-lo duro di investitori di lungo termine, dispostia sostenere manager capaci nella costruzione erealizzazione di piani industriali di granderespiro, si è rivelata preziosa per il sistema cre-ditizio italiano. Gli ha consentito di evitare laricerca esasperata di profitti speculativi e capi-tal gain a breve mediante operazioni arrischiatedi finanza creativa; gli ha permesso di sfuggirealla ossessione short-termistica, facendo leva suun azionariato interessato alla crescita e al con-solidamento della società; gli ha consentito,grazie al radicamento delle Fondazioni nel ter-ritorio, di conservare un rapporto vitale con isistemi economici locali, nonostante la loroforte crescita dimensionale. Ma le Fondazionibancarie hanno anche assunto, bene o male, unruolo di supplenza rispetto a quella cronicacarenza di robusti investitori istituzionali chetuttora rappresenta una anomalia e un handicapitaliano nei confronti di economie e di sistemifinanziari più avanzati ma con i qualidobbiamo competere. La loro missio-ne istituzionale e la qualità dei lorostakeholder consentono alle Fon-dazioni di dare un contributo adaffrontare una delle questioni crucialidei prossimi decenni: la necessità diinvestimenti di lungo termine capacidi produrre importanti esternalità posi-tive (formazione, ricerca, social hou-sing, infrastrutture, innovazione,ambiente); investimenti necessari perla crescita, la competitività e la coesio-ne sociale, ma che sempre meno pos-sono essere finanziati a carico di bilan-ci pubblici appesantiti dalla crisi edunque sempre più hanno bisogno delconcorso di investitori e finanziatoriprivati. Su questo terreno, l’incontrotra le Fondazioni di origine bancaria e

la Cassa Depositi e Prestiti era ed è del tuttonaturale. Cdp, come le altre similari istituzionifinanziarie a partecipazione pubblica dei mag-giori Paesi europei, è infatti essenzialmente uninvestitore di lungo termine; lo può essere per-ché ha azionisti che per missione, per cultura,per etica accettano di investire o/e finanziareprogetti di interesse generale, con bassi profili dirischio e rendimenti moderati e diluiti neltempo. Vi è tra Cdp e Fondazioni un naturaleidem sentire e vi sono potenziali importantisinergie. Peraltro, l’investimento in Cdp ha datoalle Fondazioni qualche buona soddisfazioneanche sotto il profilo finanziario, sotto forma didividendi elevati (non intaccati dalla crisi). Inpiù, Cdp, con i suoi partner europei e non, èimpegnata in un’azione a vasto raggio per otte-nere, dai regolatori internazionali e dallaCommissione europea, regole prudenziali, con-tabili e fiscali meno discriminatorie e anzi piùfavorevoli per gli investimenti e per gli investi-tori di lungo termine. Azione dei cui risultati sigioverebbero - oltre alle assicurazioni, ai fondipensione e alle banche d’investimento pubbliche- anche le Fondazioni, in quanto investitori dilungo periodo.Sul terreno delle sinergie, i primi sviluppi si sonoregistrati nel settore degli investimenti in infra-strutture (il Fondo F2i) e nel social housing, in cuicollaborano strettamente il Fondo investimenti per

l’abitare di Cdpi Sgr e fondi promossi sui territorida molte Fondazioni bancarie. Ma non si puòescludere che qualcosa di analogo possa avveniretra poco nel nuovo Fondo equity per le infrastrut-ture greenfield e nel fondo per gli investimentistrategici, previsti da recentissime disposizionilegislative. Il primo è destinato a finanziare gliinvestimenti infrastrutturali in project financing oin PPP (Private Placement Program), che oggiregistrano carenze soprattutto sul versante del-l’equity, anche per effetto della riduzione dei con-tributi pubblici a fondo perduto. Il secondo intro-duce anche in Italia uno strumento di sostegno allacrescita e alla competitività del nostro sistemaproduttivo mediante l’assunzione di partecipazio-ni (e dunque un apporto di risorse finanziarie) inimprese strategiche, strumento di cui molti Paesieuropei dispongono già da anni.Le Fondazioni bancarie socie di Cdp hannomolto contribuito a definire meglio la missionedel Fondo per gli investimenti strategici, con-cordando con l’azionista di maggioranza duecondizioni sine qua non (poi recepite dal legisla-tore in sede di conversione del decreto omni-bus): che debba trattarsi di società caratterizzateda “stabile situazione di equilibrio finanziario,patrimoniale ed economico” e da “adeguate pro-spettive di redditività”. Lo statuto del Fondopreciserà che si tratterrà di partecipazioni diminoranza, intese non ad acquisire il controllo,

ma a contribuire al rafforzamento,all’innovazione e alla internazionaliz-zazione di imprese “sane”, e magarialla costituzione di nuovi “campioni”(o campioncini) nazionali. Si escludecosì il pericolo di un ritorno a espe-rienze passate che dopo buoni risultatiiniziali avevano rappresentato il terre-no di improprie commistioni fra poli-tica ed economia, come la Gepi o l’Iri.E si conferma il valore della collabo-razione fra Governo e Fondazioni nelpotenziamento del ruolo e degli stru-menti della Cassa come promotore emotore della crescita e della competi-tività del Paese, nel contesto di unamoderna economia sociale di mercato.

Franco BassaniniPresidente Cdp Spa

Un impegno sempre crescente inattività e investimenti finalizzati acreare sviluppo anche al di fuori deiconfini nazionali caratterizza l’ope-ratività della Cassa Depositi ePrestiti degli ultimi anni. È dal 2009che l’Istituto di Via Goito si con-fronta regolarmente con le omolo-ghe francese e tedesca, la Caissedes dépôts et Consignations (Cdc) ela Kreditanstalt für Wiederaufbau(Kfw) e con la Banca Europea degliInvestimenti (Bei). Un confrontoche ha dato vita al Long TermInvestor Club (Ltic), fondato nel-l’aprile di due anni fa dai 4 partner,e che conta attualmente 14 membritra banche “di sviluppo”, Fondipensione e Fondi Sovrani. In tuttopartecipano al Ltic 12 Paesi: Italia,Canada, Cina, Emirati Arabi,Francia, Germania, India, Marocco,

Olanda, Polonia, Russia, Turchia.In totale, il Club raccoglie attivi peroltre 3.000 miliardi di dollari. IlLtic rappresenta l’occasione idealeper promuovere gli investimenti dilungo periodo, fondamentali per lacrescita economica e quindi per lastessa salute dei bilancipubblici, attraverso ini-ziative atte a creare unframework regolatorio,fiscale e contabile fa-vorevole a impieghidelle risorse che abbia-no un orizzonte temporale piùlungo. È inoltre una fucina di nuoveiniziative tra i partner: le principali,due fondi equity infrastrutturali,vedono la italiana Cdp tra i socipromotori. Si tratta di Marguerite edi InfraMed Infrastructure Fund. Laprima ha come obiettivo l’investi-

mento in partecipazioni minoritariecon altri investitori strategici efinanziari in nuovi progetti (green-field) di infrastrutture nei settori deitrasporti (Ten-T), dell’energia (Ten-E) e delle energie rinnovabili.InfraMed Infrastructure Fund è

dedicato alle iniziativeinfrastrutturali nei pa-esi del Sud e dell’Estdel Mediterraneo, inparticolare nei settoritlc, idrico, portuale,ferroviario e delle reti

di trasmissione elettrica. Ma leesperienze comuni non si fermanoqui: con Bei e con la CommissioneEuropea, Cdp ha appena dato vitaall’European Energy EfficiencyFund (Eeef), con l’obiettivo di con-tribuire, nella forma di partenariatopubblico privato, allo sviluppo di

progetti di efficientamento energeti-co e nell’ambito delle energie rinno-vabili in Europa. La dimensione tar-get del fondo, da raggiungere in 5anni, è di 500 milioni di euro. Dalpunto di vista di Cdp questa parteci-pazione ha molteplici benefici. Traquesti il fatto che il Fondo investiràil 51% dell’impegno di Cassa (60milioni di euro) in progetti sul terri-torio italiano. Principali beneficiaridell’iniziativa sono gli enti locali,regionali o nazionali, e quindi pro-prio i partner storici di Cdp. Tra iprogetti finanziabili: l’efficienta-mento energetico ed energie rinno-vabili per strutture pubbliche e pri-vate, la cogenerazione, il trasportourbano pulito, le infrastrutture localiper progetti di efficientamento edenergie rinnovabili (illuminazionepubblica, contatori intelligenti).

L’impegno internazionale per gli investimenti di lungo termine

La sede della Cdp in Via Goito a Roma

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primo piano

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

Sempre più spesso individui e piccole impreserischiano di trovarsi in contingenze estremamentenegative a causa di problemi potenzialmente tran-sitori, che tuttavia non riescono a fronteggiare conl’aiuto del credito tradizionale, in quanto sonoconsiderati soggetti non “bancabili”. O perché nonsono in grado di fornire adeguate garanzie di sol-vibilità o perché, per le loro dimensioni contenu-te, i crediti richiesti non risultano appetibili per lebanche convenzionali, che ne riscuoterebberointeressi non sufficientemente remunerativi deicosti di gestione del servizio di credito. É qui cheil microcredito può dare delle risposte.

Dottor Remmert, perché le Fondazioni diorigine bancaria (Fob) ritengono particolar-mente importante il microcredito?

«Perché è un bisogno chiaramente emerso daiterritori in cui operiamo. C’è una domandanuova e crescente che abbiamo intercettato. E,come sempre, le nostre Fondazioni cercano dimettere a disposizione dei loro territori rispostecongrue, oltre alle risorse economiche necessarieper svilupparle. La loro missione è favorire losviluppo sociale, economico e civile dei propriterritori. Dunque, non possono non dare attenzio-ne a uno strumento potenzialmente molto utilesia sul fronte dello sviluppo delle microimpresesia su quello del soccorso alle fasce deboli dellasocietà, necessario per mantenere la coesionesociale. Oggi circa la metà delle Fob ha in corsoo sta progettando iniziative in qualche modo rife-ribili al microcredito, quantunque i consuntiviattuali indichino le risorse destinate a questocomparto inferiori all’1% del totale delle risorseassegnate come erogazioni filantropiche».

Perché parla di erogazioni e non di prestiti?«I vincoli normativi attualmente in vigore vie-

tano alle Fob di esercitare funzioni creditizie e difinanziamento, anche indiretto, alle imprese diqualsiasi natura, ad eccezione delle proprie socie-tà strumentali. Per questo i progetti di microcredi-to delle nostre Fondazioni mostrano una struttura“triangolare”, che vede coinvolti come protagoni-sti enti intermedi, costituiti da Caritas diocesane,cooperative, comitati, associazioni, centri diascolto, ai quali viene affidato prevalentementeun ruolo di antenne e di tutoraggio. Ci sono poi lebanche, che erogano i finanziamenti, e leFondazioni, che intervengono prevalentementetramite fondi di garanzia, ma anche per disegnare

e favorire l’avvio dei servizi ancillari di tutorag-gio e di assistenza svolti dagli enti intermedi».

Quali i vantaggi, o gli svantaggi, che deriva-no da una simile triangolazione?

«Questa modalità di approccio “triangolare”consente il coinvolgimento delle banche tradizio-nali, con le quali, soprattutto nel caso del micro-credito, le Fondazioni azioniste possono svilup-pare utili sinergie, nel più pieno rispetto dei reci-proci ruoli. Le banche attivano comparti dedicatial microcredito oppure danno vita a società adhoc, gestite con criteri di business sociale, even-tualmente attraverso un apparato tecnico separa-to da quello della banca, come già avviene inalcuni casi. Riguardo ai fondi di garanzia, leFondazioni ritengono che in una prospettiva futu-ra si possano valutare maggiori spazi di collabo-razione tra le Fondazioni stesse e con altri sog-getti pubblici e privati che operano per le mede-sime finalità. Nel caso della Compagnia di SanPaolo, per esempio, stiamo puntando molto pro-prio su simili partnership. Il nostro progetto coin-volge la Regione Piemonte, la Commissioneregionale Abi, Finpiemonte Spa, la FondazioneCassa di Risparmio di Cuneo e una serie di altrisoggetti riuniti in un’Associazione Temporaneadi Scopo guidata dalla Confcommercio Piemontee dalla Fondazione Don Mario Operti, qualecapofila di varie organizzazioni di volontariatooperanti sul territorio regionale. Le scelte, però,vanno fatte sulla base di una valutazione delladimensione e della copertura ottimale dei fondidi garanzia, sia sotto il profilo patrimoniale chegeografico. Le esperienze in corso mostrano chele Fondazioni sono prevalentemente impegnatein progetti che raggiungono i territori coperti dalloro abituale raggio d’azione».

Presidente, qual è il ruolo della Commis-sione Microcredito dell’Acri?

«Ritengo che essa possa proporsi comeun’importante occasione non solo di confrontotra le Fondazioni e di verifica sulle scelte esulle esperienze che esse hanno fin qui realiz-zato in questo campo, ma anche come un’op-portunità per dare un contributo al dibattito sultema che, con l’introduzione della definizionedi microcredito nel nostro ordinamento giuridi-co, grazie alle recenti modifiche apportate alTesto Unico Bancario, si sta sviluppando in unquadro finalmente un po’ più chiaro».

MICROCREDITO, STRUMENTO DI COESIONE E SVILUPPO

segue da pagina 1

Il microcredito da un lato può essere un mezzo per rispondere ai bisogni dinuove povertà emergenti: il microcredito sociale. Dall’altro è uno strumentoper favorire l’inclusione socioeconomica, particolarmente degli immigrati, deigiovani e delle donne, attraverso la promozione di un’autonoma iniziativa eco-nomica; in questo caso si parla di microcredito d’impresa. Le Fondazioni diorigine bancaria sono impegnate su entrambe queste tipologie, anche se si regi-stra una prevalenza per il microcredito sociale. I dati raccolti dalla FondazioneGiordano Dell’Amore per l’European Microfinance Network (l’analisi tocca le32 organizzazioni di microcredito italiane che hanno risposto all’indagine sulle94 censite) segnalano che nel 2009 il portafoglio del microcredito in Italia èstato di circa 13 milioni di euro (con un erogato di circa 11 milioni di euro), afronte di un portafoglio a livello europeo che nel 2009 si attestava sugli 828milioni di euro (dall’ultimo Report dell’Emn). Un aggiornamento realizzato adicembre 2010 dalla Fondazione Dell’Amore evidenzia una ulteriore significa-tiva crescita del settore (21,6 milioni di euro di patrimonio, 12,5 di erogato). Ibeneficiari del microcredito nel nostro Paese sono principalmente donne(34%) e immigrati (41%). L’ammontare medio di ogni credito è di circa 6milaeuro (9.641 euro è invece l’ammontare medio a livello europeo). Per il biennio2008-2009 l’Emn segnala che il tasso d’interesse medio dei microcrediti è statodel 5% in Francia, del 9% in Spagna e Irlanda, del 22% in Gran Bretagna,dove peraltro le iniziative di microcredito sono prevalentemente orientate allostart-up di imprese. In Italia è stato del 3,7% in quel biennio; del 3,9% nel 2010.

Il 4 settembre 2010, sulla Gazzetta Ufficiale n.207 è stato pubblicato ildecreto legislativo n.141/2010, che dà attuazione alla direttiva europea2008/48/CE relativa ai contratti di credito ai consumatori. Esso modifi-ca il Titolo VI del Testo Unico Bancario (DLG n. 385 del 1993) in meri-to alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agen-ti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi. E soprattutto, affidaanche ai soggetti senza fini di lucro la possibilità di realizzare il micro-credito sul territorio. Oggi all’articolo 111 del TUB si trova la definizio-ne completa della disciplina del microcredito, la quale indica le caratte-ristiche che lo connotano in maniera specifica. I finanziamenti concessidevono avere le seguenti caratteristiche: a) l’ammontare non deve supe-rare 25mila euro e non devono essere assistiti da garanzie reali; b) devo-no essere finalizzati all’avvio o allo sviluppo di iniziative imprenditoria-li o all’inserimento nel mercato del lavoro; c) devono essere accompa-gnati dalla prestazione di servizi ausiliari di assistenza e monitoraggiodei soggetti finanziati. Il comma 4 dell’articolo disciplina specificata-mente il ruolo dei soggetti senza fini di lucro. Questi (in possesso direquisiti di onorabilità e altre caratteristiche fissate da successivi decre-ti) potranno essere iscritti in una sezione speciale dei soggetti erogatorie concedere finanziamenti a persone fisiche, società di persone o coope-rative “a condizione che i finanziamenti siano concessi a condizioni piùfavorevoli di quelle prevalenti sul mercato”.

In Italia il settore cresce IL QUADRO NORMATIVO

Un Fondo per il Piemonte

Dalla fine del 2010 è attivo in Piemonte il“Fondo regionale per il microcredito”:un’esperienza che coinvolge la Compagnia diSan Paolo insieme alla Regione e ad altri sog-getti del territorio, quali la Fondazione Cassadi Risparmio di Cuneo. Si basa sulla formuladel fondo di garanzia e del tutoraggio svolto daalcune organizzazioni non profit, tipico delleiniziative di microcredito sviluppate dalle Fob.I prestiti vanno a imprese di nuova costituzio-ne (cooperative, ditte individuali, soggetti tito-lari di partita Iva) che possono accedere afinanziamenti da 3mila a 25mila euro. Devonoessere rimborsati in 48 rate mensili per i finan-ziamenti di importo fino a 10mila euro e inmassimo 72 per i finanziamenti di importosuperiore. Fino a oggi sono pervenute circa400 richieste. I richiedenti sono prevalente-mente italiani, di età tra i 40 e i 50 anni, disoc-cupati o con lavori in nero o saltuari. I finan-ziamenti vengono richiesti soprattutto peravviare attività commerciali.

Luca Remmert, presidente dellaCommissione Microcredito dell’Acri

Il ruolo delle Fondazioni di origine bancaria

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primo piano

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

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FONDAZIONE CARIPLO:LE NUOVE FRONTIEREDEL MICROCREDITO

Una grande novità in tema di microcredito la stasperimentando la Fondazione Cariplo che, oltre afinanziare con risorse erogative diversi progettiin Italia, lo scorso anno ha avviato un’iniziativadi microfinanza nei paesi in via di sviluppo inve-stendo una piccola quota del suo patrimonio.Con un impegno di 70 milioni di euro ha aderitoal Fondo Microfinanza 1, promosso da PolarisSgr e gestito da Fondamenta Sgr. Un fondo didiritto italiano, riservato agli investitori profes-sionali non profit, che nasce dall’esigenza dicoinvolgere i principali operatori del nostroPaese in un importante progetto su scala interna-zionale volto allo sviluppo economico e socialedelle popolazioni più povere. A differenza degliinterventi a fondo perduto tipici delle organizza-zioni non governative e di molte iniziative inter-nazionali promossein questi anni, unasimile tipologia dibusiness è caratte-rizzata da criteri disostenibilità econo-mica e opera attra-verso le cosiddetteMfi – MicrofinanceInstitutions, organiz-zazioni profit cheerogano prestiti delladimensione media di 500 dollari a microimpren-ditori. Microfinanza 1, che si propone di combi-nare rendimento finanziario e impatto sociale,investirà almeno l’80% del proprio capitale infondi di debito (che cioè erogano prestiti alleMfi) e in fondi di private equity (che hanno par-tecipazioni in Mfi), nonché direttamente in quotedi Mfi, per un massimo del 20% del proprio atti-vo. Seguendo questa linea arriverà a finanziareoltre 200 Mfi, attraverso le quali potrà raggiunge-re 10 milioni di microimprenditori in 50 paesiemergenti di Africa, Asia e America Latina.Microfinanza 1, le cui sottoscrizioni si chiuderan-no a settembre 2011, punta a una raccolta di oltre100 milioni di euro (fino a oggi ne sono stati rac-colti 75). La partecipazione di FondazioneCariplo a questo fondo rientra in una precisa scel-ta di attenzione ai Mission ConnectedInvestments, ovvero impieghi del patrimonio sufronti connessi all’attività istituzionale, chepotranno assorbire fino a 470 milioni di euro(circa il 7% del patrimonio della Fondazione).

A Siena la Fondazione Mps ha scelto una stra-da piuttosto originale. Dal 2006 sostiene laMicrocredito di Solidarietà Spa - partecipata daBanca Mps, Provincia, Comune di Siena e altriComuni della provincia, enti religiosi e organiz-zazioni di volontariato - per finanziare soggettideboli che hanno difficoltà ad accedere al cre-dito bancario. L’iniziativa non fa beneficenza afondo perduto, ma effettua un’analisi del meri-to di credito e valuta il profilo etico del richie-dente, con l’obiettivo di operare nell’ambito delvasto tema della finanza etica e della responsa-bilità sociale. Per operare si avvale di una retedi relazioni con associazioni radicate sul terri-torio e centri di servizio per il volontariato, alfine di veicolare la comunicazione della suamission e di raccogliere informazioni sullaclientela: individui, famiglie e microimprese.Nei quasi cinque anni di attività la società haerogato oltre 2,6 milioni di euro, che sono statisuddivisi in circa 1.500 finanziamenti, per unimporto medio di 1.780 euro.

In Terra Santa il microcredito è arrivato grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato,che nel 2005, insieme alla Regione Toscana e alla Cassa di Risparmio di San Miniato Spa, ha datovita a un’associazione di diritto israeliano chiamata “The People of San Miniato”, meglio notacome “San Miniato Foundation”. Essa offre finanziamenti a tasso zero fino a un massimo di 7milaeuro, per aiutare piccoli imprenditori, artigiani e agricoltori sia israeliani sia palestinesi, che inten-dano potenziare le loro attività o svilupparne di nuove. Afianco dell’erogazione del prestito è prevista un’attivitàdi informazione, formazione e tutoraggio fatta in loco dapersonale della Fondazione in partenariato con laCooperazione Italiana, la Camera di Commercio diBetlemme e la Custodia di Terra Santa. La San MiniatoFoundation dispone di un fondo di dotazione e di uno dirotazione alimentato dai rimborsi dei finanziamenti. Aoggi ha erogato 175mila euro, che hanno favorito la cre-scita di 36 attività commerciali o artigianali, coinvolgen-do, direttamente e indirettamente, circa 200 persone.Quest’attività ha creato una cinquantina di posti di lavo-ro in una delle regioni più complesse del pianeta. Fra le tante storie di piccoli successi c’è quelladi Majeda Jadallah che nel 2007, grazie a un finanziamento, è riuscita ad aprire presso la sua abi-tazione una piccola fabbrica di cioccolato e, l’anno successivo ha inaugurato un negozio di dolciu-mi nel centro di Betlemme, dando complessivamente lavoro a 7 persone. Oggi esporta i suoi pro-dotti anche in Europa all’interno del circuito del commercio equo e solidale.

In Terra Santa c’è la San Miniato Foundation

È stato il primo progetto di microcredito in Italia rivolto alle donne immigrate con regolare permessodi soggiorno, un progetto di lavoro autonomo o la necessità di qualificarsi professionalmente, ma condifficoltà nell’accesso al credito tradizionale. Si tratta di “Microcredito sociale” della Fondazione diVenezia, avviato nel 2005. L’iniziativa consente alle sole donne immigrate residenti nella provincia diVenezia di ricevere finanziamenti che vanno da un minimodi mille a un massimo di 35mila euro. Il soggetto a cuiviene accordato il credito deve investire nel progetto unaquota tra il 5% e il 10% del valore del progetto stesso, ed ètenuto a frequentare un breve corso di formazione gratuito,appositamente progettato. La restituzione dei prestiti con-cessi avviene in rate mensili costanti della durata di 18/60mesi. L’intermediazione del credito tra il soggetto richie-dente il finanziamento e la banca erogante (la Cassa diRisparmio di Venezia Spa) viene gestita dalla Cooperativasociale Terre in Valigia di Mestre, a cui la Fondazione diVenezia ha erogato un fondo di garanzia (200mila euro) asostegno dell’intero progetto, di cui la Fondazione stessa coordina tutti gli aspetti organizzativi e dicomunicazione. Nei primi 5 anni di attività sono pervenute 140 richieste di prestito, di queste 28 hannoottenuto un finanziamento, per un totale di 225mila euro. Il tasso di insolvenza è stato di circa il 6,5%.La Fondazione di Venezia ha allo studio l’eventuale riedizione del progetto e sta valutando l’ipotesi diuna sua estensione ad altre categorie di beneficiari: le donne italiane e gli uomini immigrati.

Nel 2004 Barbara De Blasi,Flavia Cherubini e MarcellaRoberti hanno creato a Bolognal’associazione “Micro.Bo” conl’obiettivo di portare sotto ledue Torri l’esperienza diMuhammad Yunus. Sin dasubito l’iniziativa ha incontratoil sostegno di FondazioneCarisbo e Fondazione delMonte di Bologna e Ravenna,ma da un’attenzione prevalenteper il sostegno allo sviluppo dimicroimprese è passata neltempo a quella per le famigliein difficoltà. Queste ultime,infatti, hanno meno possibilitàdelle altre di trovare utili fontidi finanziamento sul territorio.Così Micro.Bo si è specializza-ta in microcredito d’emergenza,che porta avanti con la collabo-razione di Emil Banca CreditoCooperativo e di buona partedei Comuni della provincia di

Bologna. Si tratta di uno stru-mento dedicato a persone ofamiglie che versano in situazio-ni di temporanea difficoltàfinanziaria e che, non riuscendoa fronteggiare eventi inattesi, sirivolgono ai servizi sociali. Ifinanziamenti sono per necessitàsanitarie, canoni di locazione,spese legali relative a separazio-ni o divorzi, etc. L’ammontaremassimo è di 3mila euro. Parallelamente all’interventoeconomico micro.Bo offre aibeneficiari un servizio di forma-zione e di accompagnamentoper una gestione consapevoledel proprio bilancio famigliare,di alfabetizzazione finanziaria edi educazione al risparmio. Inol-tre, svolge attività di supporto econsulenza a molti studenti uni-versitari che si trovano a svolge-re attività di ricerca nel settoredella microfinanza.

Un Micro.Bo sotto le torriDa un minimo di mille a un mas-simo di 7mila euro per assistereanziani non autosufficienti, paga-re le bollette o l’affitto, ristruttu-rare casa, acquistare un’auto pertrasportare un disabile. È questoil “Microcredito Pistoiese”: unostrumento per agevolare l’accessoal credito dei soggetti non banca-bili, promosso da FondazioneCassa Risparmio Pistoia e Pescia,insieme a Fondazione Un Raggiodi Luce, Misericordia di Pistoia,Caritas diocesane di Pistoia e diPescia, nonché il sistema bancariolocale. Sono previste anche formedi finanziamento per cooperativesociali e organizzazioni di volonta-riato, nel qual caso il prestito puòarrivare a 15mila euro. Per acce-dere ai finanziamenti è sufficienteessere residenti in provincia diPistoia (o avere un regolare per-messo di soggiorno) e documenta-re di disporre di un reddito.

Solidarietà senese

A VENEZIA LE DONNE IMMIGRATEDIVENTANO IMPRENDITRICI

Pistoia e Pescia

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mostre

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

Grandissima attenzione da parte delle istituzio-ni, in primis il Presidente della Repubblica, cheha concesso il suo Alto Patronato, ma anche laPresidenza del Consiglio dei Ministri, ilMinistero per i Beni e le Attività Culturali, laProvincia di Belluno e la Soprintendenza per iBeni Storici e Artistici, che hanno dato il pro-prio patrocinio, per una grande mostra che cele-bra a Feltre (Bl), sua città natale, TancrediParmeggiani: forse fu il più eclettico e straordi-nario pittore italiano degli anni cinquanta e ses-santa, scomparso a trentanoveanni nel 1966. Con una vita e unavicenda professionale uniche, chegià all’epoca lo contraddistinserocome il genio e l’enfant prodigedella nuova pittura italiana,Tancredi è da sempre noto aigrandi musei e agli addetti ailavori per le prove altissime delsuo esercizio multiforme. Lagrande antologica, promossa dalComune di Feltre e resa possibile dal sostegnodella Fondazione Cariverona, è capace di rac-contare il disperato entusiasmo per la pittura ele immagini che fecero di Tancredi un protago-nista unico dell’arte del suo tempo. Aperta finoal 28 agosto, la mostra restituisce con un occhiocontemporaneo tutte le vicende e le sperimen-tazioni del percorso creativo di Tancredi, dalloSpazialismo informale, con le note Primavere,

ai ricchissimi anni sessanta, con la straordinariainvenzione di nuovi dipinti e dei personaggidelle sue Facezie. Ne emerge una figura ecce-zionale, riconosciuta dai grandi collezionisti egalleristi italiani, ma anche da PeggyGuggenheim e dai grandi musei stranieri. Conun totale di oltre 150 opere e documenti origi-nali, la mostra, a cura di Luca MassimoBarbero, è articolata in diverse sezioni in dialo-go con le opere e gli spazi della Galleria intito-lata a Carlo Rizzarda, grande protagonista delle

arti figurative di iniziosecolo, anche egli fel-trino. Si inizia con Lafigura come mondodella biografia cherestituisce, conun’ampia selezione diopere prevalentemen-te su carta e di piccoledimensioni, un’imma-gine intima del vissuto

dell’artista attraverso i volti dei “compagni distrada e d’avventura” e una serie di autoritratti;Il pensiero concreto del dipingere con rareprove giovanili nello stile definito “concretoneoplastico” e le prime sperimentazioni sucarta del 1950-1951. Primavera riunisce unaselezione importante di dipinti dallo stesso tito-lo, che segnano l’incontro cruciale con la colle-zionista Peggy Guggenheim, la quale ne fece

un suo protégé e ne diffuse le opere presso igrandi musei e collezionisti americani. Questosignificativo legame traspare dallo straordina-rio nucleo di lavori provenienti dallaCollezione Peggy Guggenheim, che apreL’avventura internazionale: Tancredi conCarlo Cardazzo e Peggy Guggenheim, conopere dello Spazialismo tancrediano. L’Europae il mondo comprende i nuovi dipinti dal 1955,anno dell’invito alla mostra TendancesActuelles di Berna, al 1959, con la serie di

opere intitolate “A proposito diVenezia”. La mostra presentaanche esempi di artisti che furonoin continuo dialogo con il percor-so di Tancredi sia perché amici siaperché rappresentavano per lui unriferimento stilistico: MarioDeluigi, Lucio Fontana, HansHartung, Georges Mathieu, MarkTobey, Wols, Jean-Paul Riopelle.Vera rivelazione della mostra,

infine, i “Diari paesani” e i “Fiori dipinti da mee da altri al 101%”, realizzati tra il 1962 e il1963, che rappresentano prove straordinarie digrande felicità creativa. La mostra è aperta dalmartedì alla domenica dalle 10 alle 19; prezzoridotto per anziani, studenti, disabili e gruppi.In alto da sinistra: “Aspirazione” a New York,1952, olio e tempera su faesite; “Senza titolo”,Ciclo dei Diari Paesani, 1961.

A FELTRE GRANDE ANTOLOGICA PER TANCREDI

Negli annicinquanta fu

l’enfant prodigedella nuova

pittura italiana

La Guggenheimne diffuse le opere

presso musei ecollezionisti

internazionali

“La vita è ancora tutta da scoprire”.É questo uno degli ultimi appuntivergati da Tancredi Parmeggianiprima della sua scomparsa nelleacque del Tevere, da cui fu ripesca-to il 1° ottobre del ’66. Una vicen-da umana e artistica, la sua, chenarra un’estrema necessità di inda-gine, rivelata da incontri, sperimen-tazioni, viaggi e letture. Una vita,cominciata a Feltre il 25 settembre1927, che porta le tracce della pre-matura scomparsa del padre, dellamalattia della madre, ma anche diincontri con amici come EmilioVedova, con percorsi artisticiimportanti e con due donne. Laprima: Peggy Guggenheim, che gli

fornisce uno studio e ne acquista leopere. A lei nel 1951 dedicaPrimavera, poi donato al MuseumOf Modern Art di New York.L’altra è la pittrice norvegese ToveDietrichson, che gli darà due figli.Vince premi, partecipa a rassegnenazionali e internazionali. Lavora aRoma, Venezia, Milano, Parigi.Nella Parigi lacerata dalla guerrad’Algeria nascono le Facezie, cherisentono di un profondo mutamen-to esistenziale. “La sofferenza chevedevo a Parigi - dice Tancredi - miricordava un po’ quella che vedevonella mia prima giovinezza”. E poil’impegno per i diritti dell’uomo econtro ogni moralismo, che culmi-

na con una grande personale aVenezia: Arte Formale e ArteInformale. Cinquantadue opere edue rotoli di carta igienica intera-mente dipinti. Passa l’estate e l’au-tunno in Val Camonica: qui i graf-fiti preistorici influenzano la nasci-ta dei “Mostri”. Poi ancora aMilano. Nel 1963 è ricoverato perdue mesi in una casa di cura aMonza. Nel 1964 è all’ospedalepsichiatrico di San Servolo, finoagli inizi di giugno. Dai suoi diariemergono difficoltà e solitudine. Aluglio parte per la Svezia con Tovee i figli, e qui riprende a disegnare.In agosto rientra da solo a Roma earriva all’ottobre del ’66.

Uno spirito geniale e irrequieto

150 opere tra capolavori e rarità assolute esposte alla Galleria Rizzarda

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mostre

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

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PROGETTO SCULTURA A CASTEL SISMONDO

Da sempre l’Egitto incanta l’uo-mo, anche quello che non l’havisitato ma lo ha conosciuto soloattraverso mostre e musei. Il suofascino dall’antichità contagiò ilMedio Evo e poi il Rinascimento,quando principi e intellettuali sicontendevano reperti consideratimolto più che semplici curiositàarcheologiche. È però alla fine delSettecento e soprattutto durantel’Ottocento che oasi e sabbied’Egitto furono battute palmo apalmo dagli europei, e tra loromolti italiani, alla ricerca di quan-to sopravviveva di un’epoca tra-scurata dalla dominazione turca.Sulle orme di quegli esploratori, aOrvieto una mostra organizzatadalla Fondazione Cassa di Ris-parmio e dalla Fondazione per ilMuseo “Claudio Faina”, presso lerispettive sedi (in Piazza Febei 3 ein Piazza del Duomo 19), rico-struisce il ruolo dell’Italia pre epost-unitaria nella riscoperta del-l’antico Egitto. Ne evoca il fascinoesponendo circa 250 reperti -molti davvero di grande importan-za - concessi da una quindicina dimusei e istituzioni culturali italia-ne. Si possono ammirare sepolture

preistoriche e manufatti dello stes-so periodo, che rivelano l’alta tec-nologia caratteristica della culturaegizia già in questa fase, elementidi corredo funerario che illustranovarie epoche, come reperti chegiungono dal Medio Egitto, risa-lenti al 1900 a.C., e altri che pro-vengono dalla Valle delle Regine,databili intorno al 700 a.C.I numerosi spunti offerti dai mate-riali esposti permettono di affron-tare in modo esaustivo alcuniaspetti della vita quotidiana nel-l’antico Egitto, di approfondiretemi affascinanti come la conser-vazione di materiali delicati, qualile stoffe, e di analizzare le infor-mazioni che i ricercatori contem-poranei possono trarre dalle anali-si diagnostiche più all’avanguar-dia. Il percorso espositivo presen-ta anche molte storie curiose edocumenta che i protagonisti diuna “corsa all’Egitto” furonospesso uomini che all’amore per laconoscenza dei Faraoni univanoquello per il commercio antiqua-rio. Due di loro hanno creato lebasi per altrettanti musei.Giovanni Battista Belzoni, pado-vano, fu il primo ad entrare nella

piramide di Chefren enel tempio rupestre diRamesse II ad AbuSimbel; inoltre trovòl’ingresso di sontuosetombe nella Valledei Re e miseinsieme, per il suoc o m m i t t e n t eHenry Salt, ilnucleo fondantedella collezioneegizia del BritishMuseum, senza di-menticare la sua cit-tà cui donò alcuniimportanti reperti. Ilsecondo, BernardinoDrovetti, piemontese,console di Francia inEgitto, riunì una col-lezione non menovasta che, venduta aiSavoia, è oggi ilnucleo fondante di unaltro museo, l’Egiziodi Torino. Due storiefra tante, queste, comeanche quelle di LuigiVassalli, tra i fondatoridella nascente egittolo-gia italiana, o di Ernesto

Schiapparelli, che scoprì laTomba di Nefertari e lasepoltura di Kha, l’archi-tetto reale; quest’ultimaperfettamente conservata.

Storie di un’epoca chevide gli italiani prota-gonisti in Egitto e che-oggi sono ricordati nellamostra “Il fascinodell’Egitto”, aperta finoal 2 ottobre prossimo.Curata dalle egittologheElvira D’Amicone, dellaSoprintendenza per i Be-ni Archeologici del Pie-monte e del Museo di An-tichità Egizie di Torino, eMassimiliana Pozzi, dellaSocietà Cooperativa Ar-cheologica, la mostra èstata coordinata da Giu-seppe M. Della Fina, diret-tore scientifico della Fon-dazione per il Museo “Cla-udio Faina”. La mostra sipuò visitare tutti i giorni dalle10 alle 18. Il biglietto d’in-gresso costa 8 euro, ridotto 5. Nella foto: Sarcofago fem-minile dalla Valle delleRegine, Tebe.

La scultura italiana contemporanea secondoBeatrice Buscaroli. Potrebbe essere questo iltitolo della prima edizione di “Progetto scultu-ra”, un’iniziativa della Fondazione Cassa diRisparmio di Rimini, che ha scelto di indagareattraverso una serie di mostre estive la produ-zione dei migliori scultori del nostro Paese, affi-dandosi allo sguardo dell’importante critico,che di volta in volta, verrà chiamato a curare e ainterpretare la singola esposizione.Le rassegne di scultura in Italia sono relativa-mente poche rispetto alla qualità e alla capillari-tà che questa forma d’arte ha nel nostro Paese;così la Fondazione ha scelto di dar vita a questonuovo progetto, parallelo alle grandi mostre dipittura invernali e primaverili affidate a MarcoGoldin e, come sempre, realizzato nei magnifi-ci spazi di Castel Sismondo. La splendida roccamalatestiana del Quattrocento, situata nel cuorestorico di Rimini, grazie a un profondo interven-to di restauro sostenuto negli ultimi anni dallaFondazione, è divenuto, infatti, un luogo vivo efrequentato, sede di mostre, spettacoli ed eventidi carattere culturale e sociale, tornato a pienotitolo nel patrimonio identitario della comunitàriminese. Esso si presta perfettamente ad ospita-re sculture, anche di grandi dimensioni, comequelle che pure usciranno dalla mole delCastello consentendo alla mostra di sconfinare e“contaminare” la città, fino alla marina, perarricchire con un’offerta culturale alta e origina-le le molte attrattive che la città propone d’esta-te ai suoi ospiti. Il percorso di “Progetto scultura 2011”, che siterrà dal 16 luglio al 2 ottobre, è stato affidato aBeatrice Buscaroli, bolognese, storica e criticad’arte, docente all’Università di Bologna-Ravenna e all’Accademia di Belle Arti diBologna, nonché curatrice di numerose mostre,

sia nell’ambito del Novecento sia del contempo-raneo. «Attraverso generazioni diverse e lediverse tecniche – dichiara Buscaroli – lamostra intende dimostrare quanto sia vivo il lin-guaggio della scultura e quanto importante siaancora per decine e decine di artisti il rapportocon la tradizione, la capacità tecnica, la cono-scenza approfondita della storia dell’arte». Lamostra è idealmente ripartita in sezioni che spa-ziano dalla storia alla figura, all’oggetto, l’astra-zione, l’ironia, la pubblicità. Ci sono opere di 21artisti, tra personalità affermate ed emergenti:visioni diverse e a volte persino contrapposte

riguardo al fare scultura nell’Italia del 2011. Siva da Gerolamo Ciulla, che compie un comples-so lavoro sulle origini simboliche della statuariaantica, a Chris Gilmour, Marco Cornini, AronDemetz e Michelangelo Galliani, che lavoranosulla figura, come Giuseppe Bergomi e SandroMonari, «dimostrando intelligentemente – sotto-linea Buscaroli – quanto il rapporto con la sto-ria possa attualizzarsi sempre mantenendo altis-sima la qualità». C’è poi il ferrarese SergioZanni, con la sua visione onirica e surreale sem-pre legata alla figura, mentre Marco Prestiaprende spunto da un mondo animale magico emutante, di cui Velasco Vitali trasforma ledimensioni per arrivare a una misura sorprenden-temente fuori scala. Maria Luisa Tadei componeastrazione e figurazione in un risultato di estremaeleganza; Mauro Mazzali elabora l’elementonaturale all’interno di un complesso meccanismoallusivo che dà alle sua composizioni attualità emistero. Nicola Bolla rappresenta un ulterioretrattamento dell’oggetto nel senso della bellezza,mentre Francesca Tulli (nella foto “Doppioappoggio”) analizza l’equilibrio della figura e lasua fragilità. Più astratto e aereo – continua ilcommento di Buscaroli – è il lavoro di MirtaCarroli come quello di Eduard Habicher, chepiega la materia e la trasforma in ombra. FlavioFavelli, con Leonardo Pivi, Corrado Bonomi eVincenzo Marsiglia tornano ironicamente almondo dell’oggetto e delle sue mutazioni allusi-ve ricostruendolo oppure estendendolo alleinstallazioni, mentre Lodola, con la consueta econsumata leggerezza, chiude la serie con unameditazione pop sul senso del lavoro dell’artista.L’ingresso alla mostra è libero. É aperta tutti igiorni, tranne i lunedì non festivi; fino al 4 set-tembre dalle 17 alle 22; dal 5 settembre al 2 otto-bre dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19.

Sulle orme degli esploratori. L’Antico Egitto a Orvieto

Anche in estate fioriscono eventi all’antica Rocca Malatestiana

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Ciò che l’occhio e il gusto americano hanno scel-to dell’arte italiana del Novecento lo si può com-prendere sfogliando il catalogo (edito da Giunti)della bella mostra che si è tenuta a Vercelli fino al5 giugno, con l’esposizione di 40 capolavori pro-venienti dalle collezioni Guggenheim di NewYork e di Venezia e da altre preziose collezioni,prima fra tutte la Gianni Mattioli. Realizzatacon il contributo della Fondazione Cassa diRisparmio di Vercelli e della Fondazione Crtdopo un’importante trilogia dedicata allaGuggenheim – che in tre anni ha portatoa Vercelli più di 120mila visitatori –quest’ultima mostra descrive la genesi,la maturazione e gli sviluppi dellaricerca artistica d’avanguardiain Italia dal 1900 al 1961 ecome essa sia stata recepitadalla critica e dai collezionistiamericani. Il percorsoprende avvio con un’ope-ra emblematica del rapporto tra James JohnsonSweeney, direttore del museo Solomon R.Guggenheim dal 1952 al 1960, e l’Italia: unagrande tela di Giuseppe Capogrossi, “Superficie512”, simbolo del gusto italiano degli anni 60.

Intorno ad essa, che peraltro non arrivò mai aNew York, si muove tutta una serie di opere digrandi artisti italiani riconosciuti internazional-mente quali maestri dell’arte del nostro secondodopoguerra, a partire da Alberto Burri, con il suo

straordinario “Composizione”, accompagnatoda un altro capolavoro del 1959, “GrandeFerro M-4”. Andando a ritroso nella storiadell’arte, seguono capolavori di LucioFontana, Giorgio Morandi, Filippo DePisis, Arturo Tosi, Amedeo Modigliani,

Arnaldo Pomodoro. Particolare, poi, l’atten-zione dedicata all’opera di Mario Sironi, uno

degli artisti italiani più rappresentati nellaCollezione newyorkese, in mostra aVercelli con otto lavori, tra cui “Il

cavallo bianco” del 1919 e “Periferiaurbana” del 1922. L’ultima parte del per-

corso espositivo è stata dedicata alFuturismo, movimento che dasubito catturò l’attenzione del col-

lezionismo pubblico e privato americano: tra lenumerose opere esposte ci sono quelle di grandinomi come Giacomo Balla e Umberto Boccioni(nella foto, il suo “Forme uniche della continuitànello spazio”, 1913).

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caleidoscopio

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

«É il mestiere più difficile del mondo e non lo insegnano da nessuna parte, lo siimpara solo facendo!». Quante volte abbiamo sentito questa frase riferita all’esseregenitori? Oggi non è più così: a Ravenna e a Faenza, grazie a Fondazione Cassa diRisparmio di Ravenna e a Confartigianato, è nata la prima “Scuola per Genitori”.Diretta da Paolo Crepet, si articola in 10 conferenze (5 per ciascuna città) in cui psi-cologi, psichiatri e pedagogisti tengono lezioni e dispensano consigli su come fareper crescere al meglio un bambino e un adolescente ai nostri giorni. L’iniziativa èpartita lo scorso anno con un’esperienza pilota nella sola Ravenna, dove ha registra-to la partecipazione di oltre 700 tra mamme e papà. Per questo gli organizzatorihanno deciso di replicarla a Ravenna e di estenderla a Faenza. L’obiettivo è: “farecultura della famiglia”, responsabilizzando i genitori e i figli a rispettare i loro spe-cifici ruoli e favorendo, al contempo, l’adozione di una comunicazione efficace frale due parti. Tra gli argomenti trattati nelle lezioni ci sono: le differenze educativetra madre e padre, l’importanza di dire no, l’apprendimento emotivo. I corsi parti-ranno in entrambe le città in autunno. La partecipazione agli incontri è a pagamen-to: il costo è di 60 euro, 48 per insegnanti e aderenti a Confartigianato.

Sono ormai un appuntamento attesogli incontri organizzati annualmentedalla Fondazione Cassa di Rispar-mio della Provincia di Chieti per fareil punto sull’incidenza dei tumorimaligni su parte del territorio abruz-zese. Istituito sette anni fa per analiz-zare la situazione nella provincia diChieti, oggi la rilevazione copreanche la provincia di L’Aquila edentro l’anno in corso quella di Te-ramo, grazie al contribuito delleFondazioni Carispaq e Tercas, chehanno sposato l’iniziativa dellaFondazione teatina. E i dati cheemergono anche dall’ultima rileva-zione - effettuata per singoli tipi dipatologia tumorale a seconda del-l’età, del sesso e della precisa disloca-zione territoriale - fanno comprende-re quanto sia importante questo Re-gistro Tumori, curato dal Dipar-timento di Oncologia dell’Univer-sità “G. d’Annunzio” di Chieti con ilcoinvolgimento delle Asl territorial-mente competenti. Emerge che nelbiennio 2009-2010 sono stati 3.137 inuovi casi di cancro nelle province diChieti e L’Aquila (una popolazione

complessiva di 500mila residenti):1.394 nella popolazione femminile e1.753 in quella maschile, con untrend in marcata ascesa dopo i 50anni per entrambi i sessi. Il picco diincidenza negli uomini si ha tra i 70 ei 75 anni, nelle donne intorno ai 60anni e poi fra 71 e 75 anni. Gli uomi-ni sono colpiti soprattutto da cancrodella prostata, poi della vescica e delcolon retto. Le donne da cancro dellamammella, del colon retto e dell’ute-ro. Dal prossimo anno il quadro saràpiù ampio perché si avranno anche idati relativi alla provincia di Teramo.Ma l’auspicio dei promotori è chel’iniziativa possa essere estesa all’in-tero territorio regionale e che dopo lafase di start up, sostenuta dalleFondazioni, trovi attenzione presso laRegione e le competenti strutturesanitarie affinché si facciano caricodelle problematiche e dei costi ine-renti il funzionamento del Registroche, con una copertura regionale, saràancora più preciso in quanto i risulta-ti saranno depurati da qualsiasi errorederivante dalle cosiddette “migrazio-ni sanitarie” tra Asl.

Un Registro dei tumori per l’Abruzzo

L’arte italiana vista dagli UsaC’è tempo fino al 30 luglio per partecipareall’Oscar di Bilancio, promosso dalla Ferpi –Federazione Relazioni Pubbliche Italiana e soste-nuto dall’Acri. Nato nel 1954 per premiare la qua-lità della comunicazione finanziaria, il premio èaperto a società quotate e non, assicurazioni,imprese bancarie e finanziarie, piccole e medieimprese, organizzazioni erogative non profit, qualianche le Fondazioni di origine bancaria. L’inizia-tiva, che si svolge sotto l’Alto Patronato delPresidente della Repubblica, assume quest’announ’importanza particolare perchè offre a tutti l’op-portunità di celebrare in maniera non retorica laricorrenza del centocinquantesimo anniversariodell’Unità d’Italia. Il premio ha infatti l’obiettivodi valorizzare e proporre come modello quelle real-tà eccellenti che rappresentano il meglio del tessu-to economico e sociale del nostro Paese e che ognigiorno producono, lavorano e investono operandoin maniera trasparente e responsabile. Il regolamento e la relativa scheda di adesione pos-sono essere richiesti alla segreteria organizzativadel Premio (tel. 02 4986697) o scaricati direttamen-te dal sito www.oscardibilancio.org. La cerimoniadi premiazione si svolgerà lunedì 1° dicembre 2011presso la sede della Borsa Italiana a Milano.

UN OSCAR PER L’ITALIA

BRAVI GENITORI SI DIVENTA

Dal rotolo al codice, dalla stampatipografica all’e-book: il libro hasempre accompagnato la storia del-l’umanità. Proprio a questo “compa-gno di viaggio” la Fondazione Caris-bo ha dedicato due importanti inizia-tive nel mese di giugno. La prima èstata un seguitissimo ciclo di confe-renze su “La storia del libro inEuropa”, che ha convocato nel capo-luogo emiliano i maggiori specialistieuropei della materia, provenienti dalTrinity College di Cambridge, l’Éco-le pratique des hautes études di Paris,l’Universidad de Salamanca e l’Uni-

versität des Saarlandes (nella fotol’immagine della locandina dell’e-vento illustrata da Quint Buchholz).La seconda iniziativa ha l’obiettivodi portare i libri antichi nel futuro. Sichiama “Genus Bononiae Network”ed è una grande biblioteca virtuale dimigliaia di volumi di valore inesti-mabile, per lo più conservati nellaBiblioteca d’Arte e di Storia di SanGiorgio in Poggiale a Bologna. Percostruire questa biblioteca è perònecessario che i volumi passino dalsupporto cartaceo a quello elettroni-co. È partito, dunque, un vasto pro-

getto di digitalizzazione, realizzatodalla Fondazione Carisbo, grazie alquale i preziosi volumi vengonoscannerizzati rapidissimamente (2.400pagine all’ora) ed elaborati con unsoftware innovativo che permette divisualizzare i documenti su internetad altissima risoluzione e a milionidi colori. A essi, grazie ad accordicon le principali istituzioni e centriculturali europei, presto si aggiunge-ranno preziosi documenti storici,fotografie e spartiti musicali origina-li e inediti (dei quali si potrannoascoltare anche le melodie).

Il libro: un bene da studiare e proteggere

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caleidoscopio

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

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I 200 studenti della scuola dell’in-fanzia e primaria di Sterpete, fra-zione del Comune di Foligno,potranno presto avere una pale-stra per l’attività sportiva duran-te l’orario scolastico. Nel pome-riggio ne potranno godere anchele associazioni sportive e l’interacittadinanza. Nel 2012 aprirà,infatti, i battenti il nuovo centropolisportivo che si sta realizzan-do a Sterpete grazie a un contri-buto di circa 900mila euro eroga-to dalla Fondazione Cassa diRisparmio di Foligno.

Tutti in palestra!

Nella lunga carriera di uno dei piùfamosi pittori lucchesi contempora-nei qual è Antonio Possenti, costel-lata di mostre nazionali e interna-zionali, mancava un evento “fami-gliare” come quellorealizzato nel mesedi giugno pressole sale della Fon-dazione Bancadel Monte di Luc-ca. “Zoo Possen-ti”: è questo il no-me della curiosamostra che ha riu-nito le opere di tregenerazioni di pitto-ri di un’unica fami-glia, tutti viventi: ilmaestro Antonio Pos-senti, suo figlio Gio-vanni, che da tempo ha imboccatola stessa strada del padre raggiun-gendo felici quanto autonomi risul-tati, e la nipotina Giulia, che a solisette anni coltiva la medesima dedi-

zione al disegno e alla pittura, conesiti davvero incoraggianti! Prota-gonisti dell’evento sono stati glianimali, soggetto sempre presentenell’affollata pittura del Possenti:

pesci, conigli, maiali,scimmie, volatili efarfalle. «Questa mostra– ha affermato ilcuratore MarcoPalamidessi –

non vuole stabili-re una stirpe: èsempl icemente

una festa dellostare insieme, dovetre persone della

stessa famiglia sonoaccomunate dalla stes-

sa attitudine. Vedereesposte insieme le opere di tutti etre, secondo il metro incommensu-rabile dell’affetto, era una soddisfa-zione che il Maestro voleva toglier-si da tempo».

TRE GENERAZIONI DI PITTORI

All’alba del XX secolo, Trieste è ilcrocevia culturale, artistico ed eco-nomico tra l’Impero asburgico, a cuiera soggetta, e l’Italia, da cui si sen-tiva fortemente attratta. La grandecrescita demografica di quel periodoha qui come conseguenza la costru-zione di nuovi edifici abitativi, com-merciali e di rappresentanza, inparte connotati dal tradizionale stilestorico, di sapore classicista, in parteaggiornati sulle novità di uno stilenuovo e moderno: il Liberty. Oggiuna mostra, promossa dall’Asses-sorato alla Cultura del Comune e

realizzata grazie al sostegno dellaFondazione Cassa di Risparmio diTrieste, ricostruisce quello cherende assolutamente unico il “casoTrieste”: ovvero la coesistenza, nonsempre facile, delle più diversedeclinazioni del Liberty. Nell’archi-tettura locale vede convivere lo stilefloreale “all’italiana” con presenzedella Secession austriaca e del tede-sco Jugendstil; nel contempo si apreal manifestarsi di un’anima “protora-zionale”, anticipatrice di nuoveespressioni. Questo stile non si limi-ta, come accade altrove, a diffondersi

nell’area di un preciso quartiere, inambiti circoscritti, ma permea la cittàintera: è proprio il carattere diffusoall’interno del tessuto cittadino a ren-derlo forse più difficile da cogliere,ma sicuramente più affascinante dascoprire. La mostra ha effettuato unampio censimento di quasi 250 edifi-ci e, grazie a documenti d’archivio,disegni, progetti, fotografie d’epoca eplastici, ha fatto il punto sul Liberty aTrieste come paradigma, punto diriferimento e confronto con ciò chenegli stessi anni accadeva in altrecittà italiane ed europee.

Laddove un tempo vivevano i frati presto saranno ospi-tati gli studenti di un centro di formazione post-univer-sitaria di eccellenza. Succede a Lucca, dove la localeFondazione Cassa di Risparmio ha acquistato, per 4,7milioni di euro, il Complesso Conventuale di SanFrancesco, di proprietà del Comune. L’edificio saràsottoposto a un importante restauro (richiederà uninvestimento di circa 11,5 milioni di euro, interamentea carico della Fondazione) che lo trasformerà nellasede del Campus universitario dell’Imt Alti StudiLucca. Il progetto prevede la realizzazione di spaziresidenziali, aule per la didattica, sale di rappresentan-

za, uffici per l’amministrazione e altri locali. IlComplesso Conventuale (ripreso nella foto) risale alXVII secolo ed è dotato di circa cento stanze, una fore-steria di dieci stanze riservata ai Superiori dell’Ordine,un’infermeria, il refettorio, la cucina, l’archivio e lalibreria. Ad esso è annessa la Chiesa di San Francesco,per la quale non è previsto alcun intervento di adegua-mento funzionale né cambio di destinazione d’uso. Gliinterventi saranno solo di restauro e risanamento con-servativo e riguarderanno il consolidamento strutturalecomplessivo nonché il restauro di tutte le opere d’artee degli arredi. Negli ambienti annessi all’abside della

chiesa, in corrispondenza dell’ac-cesso al Giardino degli Osservanti,sarà allestito un piccolo museoarcheologico dove verranno espostigli esiti della campagna di scavo.L’Imt di Lucca è un istituto di ricer-ca internazionale di eccellenza, chesi basa su un modello di formazioneavanzata, incentrato sulla pienaintegrazione tra insegnamento, ri-cerca e innovazione e che valorizzail sistema campus e i servizi resi-denziali per gli allievi. L’offertadidattica comprende: scienze socia-li, economia, management, infor-matica. Nato nel 2005, l’Imt ormaiattrae studenti anche dall’estero.

Lucca, il campus nascerà nel convento

È passato solo un anno da quandole Fondazioni Cassa di Risparmiodi Alessandria e Crt hanno donatoal Centro di Chirurgia Robotica diAlessandria il robot “daVinciSiHD”, eppure questo ha già per-messo di realizzare circa 200 deli-catissimi interventi. Nel presentarei risultati del primo anno di attivi-tà del robot, Pier Angelo Taverna,presidente della Fondazione diAlessandria, ha ricordato la figuradi Gianfranco Pittatore, presidentedella medesima Fondazione scom-parso la scorsa estate, a cui è statodedicato l’intero blocco operato-rio. Il robot “daVinci” – costato 2milioni di euro, completamentecoperti dalle due Fondazioni – èuno strumento altamente innovati-vo che consente una particolareprecisione d’intervento. Esso,infatti, impugna gli strumenti chi-rurgici e opera, guidato e control-lato da un chirurgo seduto allaconsole. Grazie all’ausilio di unavisione magnificata e tridimensio-nale e di strumenti completamentearticolati, il chirurgo è in grado dioperare in assenza di tremori fisio-logici, realizzando così una finedissezione e suture intracorporeenon fattibili altrimenti in laparo-scopia. Secondo Nicola Giorgione,direttore generale dell’Aziendasanitaria che ha in dotazione ilrobot, questo consente due impor-tanti risultati: da un lato la maggiorefficacia della chirurgia mininvasi-va, con grande beneficio per ipazienti, dall’altro il rapidoapprendimento da parte di tuttal’équipe chirurgica. Il “daVinci”coniuga così cure avanzate dellemalattie (soprattutto oncologiche)e formazione d’eccellenza per igiovani chirurghi.

CHIRURGIA“DA VINCI”

Quando si parla di ricerca in Italiasi fa sempre riferimento alla croni-ca carenza di risorse e alla fuga deicervelli. Per dare una risposta con-creta ai giovani ricercatori trentini,consentendo loro di proseguirel’attività nella propria città d’origi-ne, la Fondazione Cassa diRisparmio di Trento e Rovereto hapromosso un bando ad hoc, attra-verso cui assegnerà 300mila euroin borse di studio e assegni di ricer-ca. I contributi andranno a ricerca-tori under 37, già in possesso deldottorato di ricerca e che sianoresidenti in Trentino oppure inten-dano realizzare progetti di ricercapresso un centro o un’universitàcon sede in provincia di Trento. Lasomma massima stanziabile perciascuna borsa non potrà superare i20mila euro lordi annui. Il bando ele modalità di partecipazione sonosul sito www.fondazionecaritro.it.Il termine per presentare le doman-de è il 15 settembre 2011.

Ricerca a Km 0

TRIESTE LIBERTY

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arte e cultura

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

CARRARA FESTEGGIA LA NUOVA SEDE DELLA FONDAZIONE

Grande festa a Carrara, il 24, il 25 e il 26 giugno,per l’inaugurazione della nuova sede dellaFondazione: il centralissimo Palazzo Binelli, invia Verdi, opera di Leandro Caselli (ingegnerecivico tra il 1884 e il 1890) un tempo appartenu-to alla storica famiglia degli industriali delmarmo. La Fondazione Cassa diRisparmio di Carrara lo ha acqui-stato nel 2006 dalla Cassa diRisparmio di Carrara Spa e l’hafatto restaurare, riportandoloall’antico splendore. Un restaurofedele, realizzato sulla base di unarticolato progetto dell’architettoBernardo Bernardi, che ha ripristi-nato con fedeltà puntuale gli anti-chi fregi pittorici e marmorei, ipavimenti in legno intarsiato, che riproducono glioriginali in acero, noce, rovere e castagno, i sof-fitti a cassettoni, con affreschi in oro zecchino. Intutto tre piani e un sottotetto completamente recu-perati: 1.400 metri quadrati con grande profusio-ne di marmo bianco e bardiglio. Nonché unampio giardino all’italiana - sul retro - con un tea-

tro all’aperto da 130 posti a sedere. «È un donoche la Fondazione ha voluto fare alla sua città, inoccasione dei centocinquant’anni dell’Unitàd’Italia» ha detto Alberto Pincione, presidentedella Fondazione, ai prestigiosi ospiti intervenuti auno o più eventi della tre giorni carrarese, fra i

quali il presidente dellaAcri, Giuseppe Guzzetti.«In particolare - ha sot-tolineato Pincione - ab-biamo cercato di darerinnovata bellezza a unedificio simbolo dellaCarrara postunitaria,che fu sede della Bancad’Italia fino al 1966 e,successivamente, del Li-

ceo Artistico di Carrara fino al 1990. Oggi, oltreche sede della Fondazione, Palazzo Binelli èanche un importante spazio museale destinato avalorizzare al meglio l’arte scultorea: un’artestrettamente legata a quel marmo prezioso che èancora una delle risorse più caratteristiche delnostro territorio». Non è un caso, dunque, che la

Fondazione abbia voluto destinare il piano nobiledel Palazzo ad ospitare una gipsoteca (raccolta dicopie e riproduzioni artistiche in gesso di statue,busti, bassorilievi), inaugurata per la riaperturadelle sale da un’importante mostra intitolata“D’après Canova. L’800 a Carrara, l’Accademia e

i suoi mestieri”. Sono esposti 26gessi scelti dal patrimonio (270in tutto) dell’Accademia di BelleArti, collocati secondo un per-corso capace di illustrare lafamosa Scuola di Carrara: daCarlo Finelli a Benedetto Cac-ciatori, Pietro Tenerani, LuigiBienaimé, Ferdinando Pelliccia,Carlo Chelli, Giuseppe Lazze-rini, Carlo Nicoli, Alessandro

Biggi, Carlo Fontana, Alessandro Triscornia,Giovanni Tacca. L’iniziativa è stata illustrata dalnoto critico d’arte Philippe Daverio, che ha sotto-lineato come aver riportato alla luce, attraverso que-sta esposizione, un così importante pezzo di memo-ria del territorio sia una operazione straordinaria dicui va dato merito a coloro che l’hanno voluta.

Riportataal pieno splendorel’opera di Caselli,

ricca di fregi,affreschi e marmi

Sono esposti i gessi più

emblematicidella famosa

Scuola di Carrara

Era una chiesa abbandonata nelcuore del centro storico, oggi è unpolo museale che attrae oltre 12milavisitatori all’anno (un dato straordi-nario per una città come Fano): laPinacoteca San Domenico, forte-mente voluta dalla locale Fon-dazione, che vi ha investito oltre 2milioni di euro. Vi si possono ammi-rare i capolavori dell’arte marchi-giana dal XV al XVII secolo, tra cuispicca una tela del Guercino. Lacostruzione della chiesa di SanDomenico risale al XIII secolo.Gravemente danneggiata dalle trup-pe tedesche in ritirata, è stata chiusaal culto dal 1944 e progressivamen-te abbandonata e depredata dei suoiarredi e dipinti. Nel 2006 laFondazione Carifano l’ha acquistatae ne ha fatto la sede per la propriaprestigiosa collezione d’arte sacra.Dopo un rapido, ma approfonditointervento di restauro, che ha inte-ressato in particolare la pavimenta-zione e gli affreschi, nell’estate del2007 la chiesa è stata riaperta alpubblico nella sua nuova veste dipinacoteca. Le oltre quaranta opere

esposte provengono da una collezio-ne avviata nel 1969 dalla alloraCassa di Risparmio di Fano ed “ere-ditata” dalla Fondazione, che haindividuato in San Do-menico la sede idealeper “restituire” la col-lezione alla comu-nità fanese. Tra icapolavori espostisi possono ammi-rare: lo splen-dido “Sposaliziodella Vergine” diG i o v a n n iFrancesco Bar-bieri, detto ilGuercino (nellafoto), la “Ma-donna con ilBambino” attri-buita a Giovan-ni Santi, padredi Raffaello, la“Madonna dellaRosa” e “Agar eIsmaele” di Si-mone Cantarini,la “Maddalena

penitente” e la “Visione di SanCarlo Borromeo” di GiovanniFrancesco Guerrieri. Inoltre, fino al1° ottobre, c’è la straordinaria

opportunità di ammirare altridue capolavori del

Guercino, tornati mo-m e n t a n e a m e n t einsieme nella citta-dina marchigiana.In occasione dellamostra “Guercinoa Fano - tra pre-senza e assenza”,voluta e realizzatadalla FondazioneCarifano sottol’Alto Patronatodel Presidentedella Repubblica,sono esposte pres-so la pinacoteca leopere: “AngeloCustode”, conser-vato alla Pina-coteca del Palaz-zo Malatestiano, e“San GiovanniBattista al Fonte”,

custodito al Museo Fabre di Mont-pellier. Quest’ultimo, dipinto nel1661 proprio nella cittadina marchi-giana, era stato requisito dalle trup-pe napoleoniche nel 1797. L’ecce-zionale ricongiungimento di treopere di questo grande maestro delSeicento testimonia come la suavena artistica sia rimasta intatta finoalla fine (morì nel 1666).L’ingresso alla pinacoteca e ilnoleggio delle audio-guide sonogratuiti. Si può visitare tutti i giorni,tranne il lunedì, dalle 18 alle 22.L’esperienza di San Domenico nonè l’unico intervento della Fon-dazione Carifano volto a darenuova vita al patrimonio architet-tonico della città. Un destino simi-le l’ha avuto il complesso rinasci-mentale composto dall’ex ChiesaSan Michele e dall’omonimopalazzo adiacente. La Fondazionel’ha acquistato nel 2005 e, grazie aun profondo intervento di recupe-ro, lo ha trasformato in un centroaperto a esposizioni, convegni edeventi di formazione, a disposizio-ne della comunità.

San Domenico a Fano: da chiesa a pinacoteca

La facciata di Palazzo Binelli “Letizia Ramolino Bonaparte”, gesso di Antonio Canova Una veduta del giardino

Eccezionalmente esposte insieme tre opere del Guercino, fino al 1° ottobre

Palazzo Binelli ospita anche una preziosa gipsoteca

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arte e cultura

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

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Sulla scultura, il fumetto, i filmbiografici, sulla lirica, i viaggi, lanatura, su Dante, sui libri, la scien-za e ora persino sulla felicità. Difestival il nostro Paese è davveroricco. La gran parte di essi vienerealizzata grazie al sostegno econo-mico delle Fondazioni di originebancaria. Il loro intervento non vaperò confuso con una mera opera-zione di sponsorizzazione, ma vapiuttosto inquadrato all’interno del-l’adempimento del loro ruolo isti-tuzionale di sostegno e diffusionedella cultura e nel contempo di pro-mozione dello sviluppo economicodel territorio. Gli eventi culturalifavoriscono il turismo, promuovo-no il territorio, ma anche la forma-zione e l’avviamento professionale.I festival italiani infatti, a fronte diun ridotto numero di lavoratoridipendenti, impiegano tantissimivolontari: 600 a Genova per ilFestival della Scienza, 700 aMantova per il Festival dellaFilosofia, 450 a Sarzana per ilFestival della Mente, solo per farequalche esempio. Inoltre generanoun indotto considerevole. L’Osser-vatorio Italiano Festival ed EventiCulturali ha censito circa 1.000festival, a cui partecipano 10 milio-ni di spettatori. A fronte di un inve-stimento complessivo intorno ai400 milioni di euro essi generano1,2 miliardi di indotto. E una recen-te indagine dell’Università Bocco-ni, condotta dal professor GuidoGuerzoni, ha stimato che il rappor-to tra investimenti e introiti peralcuni festival può essere perfino di1 a 7! Per quanto riguarda i costi,

circa un terzo degli eventi ha unbudget inferiore ai 50mila euro, unquarto tra 50 e 100mila euro, ilresto da 100mila in su. Questerisorse provengono per il 46% dafinanziamenti pubblici, per il 36%da privati (Fondazioni e sponsor) eper il 16% dagli incassi dellabiglietteria. La voglia di festival hacontagiato tutta la Penisola, ma ilmaggior numero di iniziative vieneorganizzato in Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana. Si tengono intutti i mesi dell’anno, principal-mente in quelli estivi. Gli appuntamenti divenuti ormaiuna tradizione sono: il Festivaldella Mente, a Sarzana (Sp) dal 2 al4 settembre, promosso dallaFondazione Carispe; il RavennaFestival, dal 7 giugno al 9 luglio,grazie al sostegno di FondazioneCassa di Risparmio di Ravenna eFondazione del Monte di Bolognae Ravenna; il Puccini Festival, dal22 luglio al 27 agosto, realizzatograzie al sostegno delle dueFondazioni di origine bancaria luc-chesi e della Fondazione Mps.Ci sono, però, anche esperienze ori-ginali sorte in centri minori delPaese, che stanno cominciando adaffermarsi. A Pistoia ha riscosso ungrande successo la seconda edizio-ne di “Dialoghi sull’uomo - festivaldi antropologia del contempora-neo”, promosso dal Comune e dallaFondazione Cassa di Rispar-mio diPistoia e Pescia. A Foggia laFondazione “Domenico SiniscalcoCeci” ha organizzato la terza edi-zione di “Colloquia – Festival delleidee”: tre giorni di incontri, dibatti-

ti e spettacoli animati da intellettua-li italiani e stranieri. A Biella unaformula assolutamente innovativa èstata sperimentata dalla localeFondazione: per tutto il mese digiugno si è tenuta “Selvatica”, unakermesse di pittura, fotografia,musica e teatro dedicata al mondodella natura. È stata realizzata conun budget molto ridotto, grazie alcoinvolgimento, nella pianificazio-ne e nella realizzazione, delle prin-cipali organizzazioni non profit delterritorio, che negli anni hannobeneficiato dei contributi dellaFondazione Cassa di Risparmio diBiella. Così le sezioni locali delWwf e della Lipu, insieme a tantealtre organizzazioni cittadine, han-no realizzato iniziative ludiche edidattiche capaci di avvicinare lacittadinanza allo straordinariomondo della natura.

Il complesso degli Antichi Chiostri Francescani nel cen-tro di Ravenna, di recente restaurato dalla localeFondazione che lo aveva acquistato dalla Cassa diRisparmio di Ravenna Spa nel 2001, insieme a Piazzadel Popolo e al Teatro Alighieri, ospiterà, dall’8 al 10 set-tembre, la prima edizione di un festival pluriennale in tregiorni dedicato a Dante Alighieri. L’iniziativa, progettatanella prospettiva delle celebrazioni per il settimo centena-rio della morte del sommo poeta, è stata intitolata appun-to “Dante 2021”. Insieme ad Antonio Patuelli, presidentedel Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Spa, lo hannoannunciato i due promotori dell’evento, LanfrancoGualtieri, presidente della Fondazione Cassa diRisparmio di Ravenna, e Nicoletta Maraschio, presidentedella fiorentina Accade-mia della Crusca, cui èaffidata la direzionescientifica del festival.Firenze, città natale diDante (1265), e Raven-na, sua seconda e ultimapatria (1321), si unisconodunque in un importanteprogetto comune, incen-trato sul valore dell’italia-no come fattore primariodell’identità nazionale edello stesso processo uni-tario, come ha sottolinea-

to il presidente della Repubblica Giorgio Napolitanodurante le celebrazioni del 150°. Al contrario di altrenazioni, l’Italia è stata infatti unificata innanzitutto dallalingua e dalla cultura, molto prima che dallo Stato. E fon-damentale è il contributo del poeta “fuggiasco”. Per“Dante 2021” si svolgerà un ricco programma di confe-renze, dibattiti, recital e spettacoli. Fra i temi affrontati: lalingua delle Costituzioni italiane; l’Italia di Dante tra real-tà e ideale; i dialetti, riflessi del trattato dantesco De vul-gari eloquentia. E poi musica, teatro, balletti (L’inferno, diEmiliano Pellisari). Tra i protagonisti: il costituzionalistaGustavo Zagrebelsky e gli attori Pamela Villoresi eVirginio Gazzolo. Verrà promossa anche una mostra“dantesca” di artisti contemporanei, italiani e stranieri, e

il Premio Dante-Raven-na. È dedicato a chi, inambiti e con strumentidiversi, si sia distinto nelladiffusione della lingua,della letteratura e deivalori civili di Dante.Gli Antichi Chiostri (nellafoto) ospitano la biblio-teca del Centro Dantescodei Frati Minori Conven-tuali della ProvinciaBolognese e il MuseoDantesco gestito dallaOpera di Dante.

A Ravenna un festival per Dante fino al 2021

EFFETTO FESTIVAL: EVENTI CHE CREANOSVILUPPO PER I TERRITORI

12-21 luglio – GiffoniQuarantunesima edizione delGiffoni Film Festival, rassegnadedicata al cinema per ragazzi.Tra i sostenitori: la FondazioneCassa di Risparmio Salernitana el’Istituto Banco di NapoliFondazione.

2-4 settembre - Sarzana (Sp)Ottava edizione del Festivaldella Mente, promosso dallaFondazione Carispe e dalComune di Sarzana. Scienziati,scrittori, artisti e filosofi raccon-tano non solo il “cosa” del lorolavoro o percorso creativo, masoprattutto il “come”. Sono inprogramma 80 eventi.

9-11 settembre - CarraraSesta edizione di “Con-vivere”,festival promosso dallaFondazione Cassa di Risparmio diCarrara e curato dal filosofo RemoBodei. Approfondisce le proble-matiche della società multicultura-le contemporanea attraversoincontri e spettacoli.

29 settembre - 9 ottobreChianciano Terme (Si)Si tiene “ArcheoFest”, primofestival nazionale dedicato all’ar-cheologia. Promosso daFondazione Monte dei Paschi diSiena e Fondazione Musei Senesi,ha l’obiettivo di avviare un’appro-fondita riflessione sul tema del-l’archeologia contemporanea.

1-28 ottobre - ParmaSi tiene il “Festival Verdi” che,oltre ai concerti, prevede incontri,seminari ed eventi dedicati a bam-bini e ragazzi per avvicinarli almondo della lirica. L’iniziativa èrealizzata grazie al sostegno diFondazione Cariparma e Fondazione Monte di Parma.

21ott. - 2 novembre - GenovaGrazie alla Compagnia di SanPaolo si tiene la IX edizione del“Festival della Scienza”, dedicataquest’anno al 150° anniversariodell’Unità d’Italia.

La Fondazione si prepara a celebrare il settimo centenario della morte del Poeta

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dall’Europa e dal Mondo

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

É passato ancora un giorno, e poi un mese, e poiun altro. E dall’Africa continuano ad approdaresulle coste italiane profughi che sfuggono a guer-re e miseria. Giovani forti, donne coraggiose,bambini a volte soli, già alla ricerca del propriofuturo. É un’onda gonfia di dolore quella che ci èarrivata dall’Africa negli ultimi mesi: carica didifficoltà, di lutti, di paure, ma anche di speranza.La speranza di chi è giovane e vuole cercare undomani migliore. Ma vuole cercarlo qui, dall’al-tra parte del mare, perché non spera più nel pro-prio paese.Eppure l’Africa non può essere considerata - enon è - solo un’area del mondo che fugge da sestessa, scontrandosi con il disagio di un VecchioContinente impreparato ad affrontare esodi chealcuni temono di dimensioni bibliche.Pur minata da problemi gravissimi, che a voltesembrano endemici, tanto è difficile sradicarli,l’Africa è una realtà che va avanti, che ha vistodissolversi dittature, cleptocrazie, regimi di apar-theid. Una realtà che è ricchissima di materieprime e, soprattutto, è fatta - fra il 70 e l’80%della popolazione - di giovani pieni di voglia dilibertà, sensibili agli stimoli esterni, spesso cre-sciuti in una dimensione globalizzata, grazie ainternet. É a quest’Africa che già da tempo guar-dano importanti investitori internazionali; ed èpensando ad essa che nel 2007 la FondazioneBanco di Sicilia, con il supporto di The EuropeanHouse – Ambrosetti, ha dato vita a un importanteprogetto pluriennale finalizzato a incentivarenuove possibili relazioni di business fra l’Europae l’Africa. Esso trova il suo culmine in un Foruminternazionale dal titolo “Sviluppare le Regionidell’Africa e dell’Europa”, che è giunto ormaialla sua quinta edizione e che, come sempre, verràcelebrato in terra siciliana, a Taormina, il 6 e il 7ottobre prossimi. Ad esso partecipano imprendi-tori, economisti, manager, politici e scienziatiprovenienti da ogni parte del mondo, che anima-no due giorni di tavole rotonde e dibattiti intera-mente centrati sui futuri destini dell’Africa e sulruolo che l’Itala e la Sicilia possono avere cometrait d’union, geografico (certo) ma ancheimprenditoriale (perché no?), fra i due Continenti.Con l’obiettivo, dichiarato, di rendere l’Isola lapiattaforma su cui poggiare le leve strategiche pernuove dinamiche di progresso dell’Africa. «Una cosa è certa – dichiara Giovanni Puglisi,presidente della Fondazione Banco di Sicilia –scommettere sulla crescita del continente africa-no oggi non è un’utopia economica e nemmenoun azzardo da tavolo verde. Basta incertezze ebasta titubanze, è l’ora del fare: per l’Africa eper l’Europa. Occorre, però, affrettarsi: Cina eStati Uniti, ma anche India e Giappone, si sonoinfatti già mossi da tempo per cogliere le oppor-tunità che l’Africa offre». É dunque nel segno del fare che sono nati diversiprogetti, alcuni dei quali ormai operativi.Innanzitutto un centro finalizzato a incentivare laformazione universitaria in Europa della futuraclasse dirigente africana, realizzato dallaFondazione Banco di Sicilia in partnership, fra glialtri, con la Fondazione Crui. Intitolato a LéopoldSenghor, il poeta presidente senegalese che cin-quant’anni fa coniò l’espressione “Eurafrica” persottolineare quanto siano intrecciati la storia e idestini dei due Continenti, il centro è una vera epropria Agenzia, che offrirà servizi di orienta-mento a distanza, assistenza burocratica e ammi-nistrativa, selezione degli studenti per gli ateneieuropei che ne faranno richiesta, offerta di stageaziendali, nonché reclutamento per conto diaziende africane ed europee per posizioni da rico-prire in Africa.Un’altra importante iniziativa è il progetto di tele-

medicina realizzato nell’ambito del programmaDream della Comunità di Sant’Egidio. Ad esso laFondazione sta dando il proprio supporto affinchéne siano ampliate le attività. In pratica 20 centrimedici di frontiera in Africa (Mozambico,Malawi, Kenya, Tanzania, Nigeria, Camerun,Angola, Repubblica democratica del Congo,Guinea e Guinea Bissau) si stanno trasformandoin altrettanti poli per la telemedicina e la forma-zione a distanza del personale tecnico, medico einfermieristico locale. I centri saranno dotati diattrezzature per videoconferenza, comunicazionesatellitare e pannelli fotovoltaici per l’indipen-denza energetica; e grazie a queste infrastrutturesarà possibile svolgere attività di diagnosi e curadei pazienti a distanza nonché corsi di formazio-ne. Inoltre, la Fondazione sostiene il centroDream già esistente a Messina, con l’obiettivo ditrasformarlo in un polo di eccellenza della tele-medicina in Sicilia.Durante il Forum del 2010, uno dei principalitemi trattati fu quello relativo al vertiginoso pro-cesso di urbanizzazione in corso in Africa: dal

2005 a oggi le città africane hanno registrato ilpiù alto tasso di incremento e le stime parlanodi 700 milioni di urbanizzati nel 2030 (+ 50%rispetto a oggi), in un contesto in cui il 43%della popolazione urbana vive sotto la soglia dipovertà. Le difficoltà a governare quest’ondairrefrenabile e le problematiche socio-economi-che ad essa connesse sono dunque oggettive.Un contributo scientifico per affrontare il pro-blema la Fondazione Banco di Sicilia cerca didarlo bandendo un “Concorso per idee” per larealizzazione del layout concettuale di un quar-tiere urbano sperimentale in Africa. L’obiettivoè individuare modelli innovativi di urbanizza-zione – dalla progettazione dei nuclei abitativialla definizione del layout di città al sistema ditrasporti pubblici – capaci di tener presenti leesigenze di socializzazione e con costi quantifi-cabili, che sia facilmente replicabile, anche inaree tra loro diverse. Il concorso (il cui bando èsul sito www.ambrosetti.eu) è aperto a giovaniarchitetti, urbanisti e ingegneri europei e africa-ni under 40, fino al 20 luglio.

AFRICA FORUM A TAORMINAAlla quinta edizione con la Fondazione Banco di Sicilia

La Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato si è aggiu-dicata il primo posto dell’Efc Photo Competition, il concorsofotografico promosso da Efc - European Foundation Centre inoccasione dell’Assemblea generale annuale, tenutasi a Cascaisin Portogallo dal 26 al 28 maggio scorsi. La Fondazione ha par-tecipato con una fotografia dedicata al progetto Itaca, che sioccupa di anziani non autosufficienti e alla loro assistenza nelcontesto familiare e in centri di socializzazione aperti aMontopoli Val d’Arno (dalla Pubblica Assistenza) e a SanMiniato (dalla Misericordia di San Miniato Basso).“Companions”, questo il titolo della foto, è stata scattata per laFondazione da Alberto Lotti (Additive) nel Centro diSocializzazione “Fraternamente Insieme” della Misericordia diSan Miniato Basso. È l’istantanea di un vibrante momento diaggregazione che ritrae due nonne che giocano al calcio balil-la. Gli oltre 400 membri delegati dell’Assemblea hanno ritenu-to questa foto la più efficace nel riassumere lo spirito e lo scopodi Itaca, progetto sul quale la Fondazione ha investito oltre unmilione di euro. Il concorso è un’iniziativa che si svolge ognianno e premia la migliore comunicazione in rapporto al proget-to che identifica. Quindi un premio alla foto e soprattutto al pro-getto Itaca per i risultati raggiunti e perché è riuscito ad aggre-gare tutti i portatori di interesse locali che si muovono intornoal tema della non autosufficienza degli anziani, orientandoliverso obiettivi comuni. Un premio al “gioco di squadra”, allaFondazione, alle associazioni di volontariato, alle amministra-zioni locali, alla Società della Salute e alle famiglie.

La filantropia europea sceglie il volto di Itaca

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focus giovani

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Il Centro Studi della Fondazione Cassa diRisparmio di Cuneo ha curato la realizzazione diun’agenda-sussidiario sull’Europa, che si propo-ne come uno strumento didattico realmente capa-ce di affiancare i docenti nel loro lavoro quotidia-no, offrendo spunti e approfondimenti sulle origi-ni, la storia, le prospettive dell’idea di Europa edell’Unione Europea. La pubblicazione, che siintitola “A scuola d’Europa”, è stata presentata il30 maggio alla comunità locale, a conclusionedella terza edizione del progetto “L’Europa ascuola, a scuola d’Europa”: un’iniziativa di alfa-betizzazione europea che copre una trentina discuole della provincia cuneese, intesa a rafforzarela dimensione internazionale delle attività scola-stiche curricolari e gli scambi transfrontalieri. Ciòtramite eventi pubblici, lezioni di aggiornamento,laboratori pedagogici, visite di studio presso leistituzioni europee e scambi transnazionali fraclassi di studenti, in particolare attraverso lo stru-mento del web. Redatto in collaborazione con larete di scuole che ha partecipato all’iniziativa, il

sussidiario è organizzato attorno a sette temi, chepercorrono tutto l’anno, ognuno contraddistintoda uno dei colori della bandiera della pace. Vi sitrovano le date di avvenimenti che hanno segnatola storia europea, citazioni di discorsi, brani didocumenti, di poesie e di canzoni, vignette e foto-grafie. Stampato in 11 mila copie, è stato distri-buito nel mese di giugno a tutti i docenti dellescuole della provincia di Cuneo e delle agenzie diformazione professionale. La sua presentazione èavvenuta all’indomani dell’Assemblea GeneraleAnnuale dell’European Foundation Centre, dovela Fondazione cuneese ha tenuto un workshop daltitolo “Far crescere i cittadini di domani”, presen-tando una ricognizione sulle attività fin qui svoltenell’ambito dell’educazione e della costruzione diuna cittadinanza davvero “europea”.«Sulla realizzazione del sussidiario – ha detto ilpresidente Ezio Falco – la Fondazione ha investi-to notevoli energie con l’obiettivo di sottolinearel’importanza del percorso di formazionedell’Italia e dell’Europa».

A SCUOLA D’EUROPA

«Da tempo non era più di moda la parola Patria –ha aggiunto Guzzetti –. Invece le celebrazioni diquesti mesi e il forte impegno del nostro PresidenteGiorgio Napolitano le hanno ridato calore e vigo-re. Patria – ha sottolienato – nel senso più profon-do dell’idealismo mazziniano, dove i concetti dilibertà, uguaglianza, fraternità, accoglienza, aper-tura all’Europa e al mondo si uniscono all’amoreper la cultura dell’Italia, le sue bellezze, le tradi-zioni, i paesaggi, la lingua, la storia. Tanti valori,memorie ed emozioni, che nel loro insieme gene-rano un sentimento condiviso di “italianità”, incui libertà, solidarietà, sussidiarietà e unità rie-scono a mescolarsi armoniosamente».“Il quaderno della Repubblica” è frutto del lavo-ro degli studenti di tutte le scuole di ogni ordinee grado che nel corso dell’anno scolastico2009/2010 hanno partecipato al concorso indettodal Ministero dell’Istruzione, dell’Università edella Ricerca, per raccogliere elaborati relativi aicinque simboli della nostra Repubblica (ilTricolore, l’Inno Nazionale, lo Stendardo presi-denziale, l’Emblema, il Vittoriano). È inoltrearricchito dai saluti del Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano, del Ministrodell’Istruzione, dell’Università e della RicercaMariastella Gelmini, di Guzzetti e di Ceccherini,

nonché da importanti e a volte toccanti testimo-nianze quali quelle di Cesare Prandelli, commis-sario tecnico della Nazionale di calcio, del can-tautore Claudio Baglioni, del vignettista delCorriere della Sera Emilio Giannelli, dello stori-co Franco Cardini, del presidente emerito dellaCorte Costituzionale Ugo De Siervo e, soprattut-to, di Margherita Coletta, moglie del brigadieredei Carabinieri caduto nell’attentato di Nasiriyahdel 12 novembre 2003, che ha partecipato all’in-contro di presentazione (l’intero documento èscaricabile dai siti www.acri.it e www.osservato-rionline.it). In occasione della manifestazionedel 1° giugno sono stati premiati come lavorimigliori quelli degli allievi della II A del LiceoInternazionale “Vittoria” di Torino e della II Ndella Scuola Media “Pascoli-Ungaretti” diGrosseto. Intanto è partito il secondo concorso,che darà origine a un nuovo volume della colla-na “i quaderni del Cittadino”. Il Ministerodell’Istruzione l’ha promosso in tutte le scuoleitaliane, già dallo scorso mese di aprile, lancian-do un nuovo bando finalizzato a raccoglierelavori specificatamente dedicati all’Unitàd’Italia, compresi gli elaborati che raccontinostorie famigliari innestate storia nazionale degliultimi centocinquant’anni.

«Come si diventa un top gun? Che qualità civogliono? Cosa si prova a compiere ardite acroba-zie per intrecciare un tricolore di fumo?». Questee molte altre sono state le domande che il coman-dante della Pattuglia acrobatica nazionale, MarcoLant, si è sentito rivolgere dagli studenti nel corsodegli incontri organizzati nelle classi dell’ultimoanno delle scuole medie di Udine e Pordenone,grazie a un progetto educativo della FondazioneCrup che si protrarrà anche nel 2012 e che si èsvolto in collaborazione con le Frecce Tricolori,l’Aeronautica Militare, l’Ufficio ScolasticoRegionale del Friuli Venezia-Giulia e l’AziendaSpeciale Villa Manin. Finora sono stati 1.200 gliallievi che hanno partecipato a questi incontri;1.600 quelli che hanno potuto visitare la baseaerea di Ricolto. La Fondazione Crup ha forte-mente creduto nell’iniziativa, perché le FrecceTricolori rappresentano l’eccellenza e sono quindiun esempio da seguire per tutti i giovani studenti.Essi «possono aiutare a riscoprire - ha detto il pre-sidente della Fondazione, Lionello D’Agostini - ilbagaglio di valori che stanno alla base di unasocietà civile e progredita. Cioè il rispetto delleregole e delle persone, il senso del dovere, lo spi-rito di sacrificio nello studio, nello sport, nel lavo-ro, nella vita, la valorizzazione del merito, l’orgo-glio di appartenere a una famiglia, a una squadra,e insieme l’umiltà di mettersi al loro servizio». Agli studenti i piloti hanno spiegato che la pas-sione, la tenacia, il coraggio, l’umiltà, il senso deldovere e lo spirito di squadra sono qualità fonda-mentali per raggiungere obiettivi importanti nellavita e nel proprio lavoro; e che la determinazio-ne, la costanza e il sacrificio nello studio aiutanoa raggiungere livelli di eccellenza in qualsiasisettore. La carriera di un pilota acrobatico passaattraverso una durissima selezione e un comples-so percorso di studi che si conclude con una lau-rea in ingegneria all’Accademia Aeronautica. Mase i ragazzi delle scuole pensavano di incontrareun Top Gun simile ad un attore di qualche film diazione, hanno dovuto ricredersi. Ad esempio ilMaggiore Simone Cavelli, solista della Pan,incalzato dagli studenti su quale fosse la suaguida automobilistica dopo aver pilotato un jet,ha risposto di essere molto scrupoloso, nel pienorispetto di se stesso ma soprattutto del prossimo.Ed ha concluso dicendo: «Per spiccare il volooccorrono piedi ben appoggiati per terra».

IL QUADERNO DELLA REPUBBLICAsegue da pagina 1

Festa a Bagnaia a metà maggio per i 10 anni del “Quotidiano in Classe”, l’esperienza realizzatadall’Osservatorio Permanente Giovani – Editori e sostenuta da una trentina di Fondazioni di origine bancariache porta nelle scuole medie superiori alcuni tra i più grandi giornali italiani. L’obiettivo è che la loro letturacritica e il dibattito in classe siano occa-sione per sviluppare una moderna e con-creta forma di educazione civica, capacedi formare cittadini attenti e consapevoli.Lanciato da Andrea Ceccherini nel genna-io 2001, il progetto raggiunge 1.800.000studenti – ovvero un giovane italiano sutre – e coinvolge circa 45mila docenti,che si impegnano a svolgere almeno unalezione a settimana. “Crescere tra leRighe” è il titolo del convegno che si èsvolto a Bagnaia, in cui sono sfilati molti protagonisti della politica, dell’economia, dell’editoria italiana einternazionale. Solo per citare alcuni nomi: Tremonti, Guzzetti (entrambi nella foto, partendo da sinistra),Frattini, Passera, Ghizzoni, Mussari, Della Valle, Elkann, James Murdoch e Jeff Bewkes.

A lezionedai top gun

Festa per i 10 anni del Quotidiano in classe

Un’agenda-sussidiario per gli insegnanti del cuneese

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welfare

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

FONDAZIONIComitato EditorialeMarco Cammelli, Giuseppe Ghisolfi,Antonio Miglio

DirettoreGiorgio Righetti

Direttore ResponsabileLinda Di Bartolomeo

RedazioneArea Comunicazione Acri - Associazione diFondazioni e di Casse di Risparmio SpaPiazza Mattei, 10 - 00186 RomaTel. 06 68184.236 - [email protected]

Autorizzazione Tribunale di Roman° 135 del 24/3/2000

Spedizionein a.p. D.L. 353/2003 (Conv. L. 27/02/04 n. 46)Art. 1 Comma 2 - D.C.B. Roma

StampaIag Mengarelli - Via Cicerone, 28 - 00193 RomaTel. 06 32111054 - Fax 06 32111059

CODICE ISSN 1720-2531

Famiglie numerose e anziani: la FondazioneCarige si prende cura dei “soggetti deboli” delsuo territorio, intervenendo in loro sostegno inun’ottica di sussidiarietà insieme alle locali orga-nizzazioni del terzo settore e agli enti locali. Dal2008, con il progetto “Camminiamo insieme”, laFondazione aiuta le famiglie numerose in diffi-coltà, favorendo il superamento dei loro proble-mi economici e il raggiungimento di condizionidi maggiore autonomia. L’iniziativa, realizzata incollaborazione con le Caritas diocesane diGenova (in qualità di capofila), Chiavari,

Albenga-Imperia, Ventimiglia-Sanremo e Tor-tona, si basa sulla formula dell’“adozione a vici-nanza” delle famiglie in difficoltà: da un latoviene offerto loro un sostegno economico a inte-grazione del reddito familiare, dall’altro essesono affiancate da un gruppo di volontari che liaccompagnano lungo un percorso di re-inclusio-ne sociale. Centrale nell’iniziativa è il ruolo svol-to dai Centri di Ascolto della Caritas, dai servizisociali degli enti locali e dalle associazioni delterritorio. Sono questi soggetti, infatti, che sioccupano di selezionare i nuclei famigliari biso-

gnosi d’aiuto, dando priorità allefamiglie più numerose e con mag-giore disagio, con più membri nonattivi (minori, anziani, invalidi) ocon la presenza di malati a carico; névengono trascurate la posizionelavorativa dei componenti e il reddi-to complessivo del nucleo familiare.Un’ulteriore peculiarità di “Cam-miniamo insieme” è la sua massimaapertura: la Fondazione Carige viha destinato complessivamente fi-nora circa un milione e mezzo dieuro, ma al progetto possono aderi-re con propri contributi anche altri

soggetti – fondazioni, associazioni, imprese,enti – così da incrementare la dotazione econo-mica dell’iniziativa e, quindi, il numero di fami-glie assistite. Hanno già aderito: la FondazioneTollot e la Fondazione comunitaria dellaRiviera dei Fiori Onlus. L’altro fronte su cui la Fondazione Carige è for-temente impegnata è quello di dare risposteinnovative ai bisogni degli oltre 500mila ultra-sessantenni residenti in Liguria. Lo fa con il“Progetto anziani” che ha l’obiettivo di costrui-re reti territoriali loro dedicate. Al progetto par-tecipano, oltre alla Fondazione e all’AuserLiguria, i Comuni capoluogo di provincia e leProvince liguri, le Asl, i Centri di servizio per ilvolontariato, i sindacati dei pensionati e alcuneistituzioni religiose. Il Progetto Anziani si arti-cola in due filoni di attività. Da un lato, il pro-getto prevede la realizzazione di interventisocio-assistenziali per la cura domiciliare dellepersone anziane in modo da contrastare l’esclu-sione sociale, la solitudine e la povertà.Dall’altro, l’organizzazione di iniziative perl’apprendimento permanente e la socializzazio-ne, oltre ad attività culturali, ludiche e di turi-smo sociale, che valorizzino l’incontro tra legenerazioni.

Fondazione Carige si prende cura di famiglie numerose e anziani in difficoltà

11,5 milioni di euro, 4.700 famiglie assistite, 20mila persone raggiunte:sono questi i numeri che sintetizzano i primi due anni di attività delFondo Famiglia-Lavoro, voluto dal cardinal Dionigi Tettamanzi nel gen-naio del 2009, quale intervento urgente per contrastare gli effetti socialidella crisi economica che si è abbattuta sul nostro continente. Al Fondohanno contribuito – oltre alla Diocesi di Milano con 1 milione di euro ealla Fondazione Cariplo con 2 milioni – più di 5mila privati cittadini, chehanno permesso di raggiungere la cifra considerevole di 11,5 milioni dieuro. Il Fondo è stato pensato per offrire un contributo economico a fami-glie residenti nel territorio della Diocesi che si trovano ad affrontareperiodi di difficoltà a causa della perdita del lavoro e che non godono diammortizzatori sociali sufficienti. Tra chi ha beneficiato dei contributi cisono prevalentemente famiglie (75,3%), delle quali il 55% composta dastranieri regolarmente residenti in Italia.Tra le cause della richiesta diaiuto ci sono: il licenziamento (36,7%), la fine di un contratto di lavoro atermine (28,1%), il passaggio alla cassa integrazione (12,5%), un redditomensile inferiore a 750 euro (73,2%).«Dopo due anni dall’attivazione del Fondo – ha affermato il cardinalTettamanzi – la realtà che resta è la dinamica favorevole che il Fondo hamesso in atto. Mi sono accorto che, grazie a questa esperienza, sul terri-torio della Diocesi si sono progressivamente sviluppate iniziative diaiuto, di ascolto, di attenzione alle famiglie e alle persone più bisognose.Ho potuto così apprezzare ancora di più la proposta del Fondo, perché siè dimostrata non un’iniziativa centralizzatrice, ma una realtà che hasaputo innescare molteplici riprese creative». Al Cardinale ha fatto eco ilpresidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti: «La notte chesta passando ci lascia un incubo, ma anche un sogno: che da questaesperienza nasca un nuovo sistema di welfare, che si costruisca un nuovorapporto tra politica, economia e terzo settore; che si generi un nuovosistema in grado di fornire servizi territoriali alle famiglie, alle persone,ai giovani, agli anziani, agli stranieri. Abbiamo l’esigenza di trasforma-re quello che lo shock ha prodotto come risultato: un’esperienza del-l’emergenza che deve diventare una presenza nella normalità».

DUE ANNI DI ATTIVITÀ DELFONDO FAMIGLIA-LAVORO

Un centro per ragazzi autistici«Il nostro obiettivo è aiutare iragazzi autistici ad acquisire mag-giore autonomia e superare la lorodiffidenza nei confronti del mondo».A parlare è Piero Percibaldi, vice-presidente di Aiaba - AssociazioneItaliana Assistenza BambiniAutistici, che, grazie al determinan-te contributo dell’Ente Cassa diRisparmio di Firenze, ha appenainaugurato nel capoluogo toscanoun nuovo centro dedicato ai ragazziautistici. La struttura, che ha sede invia D’Annunzio 23, è in grado diaccogliere 9 ragazzi dai 10 ai 17anni. Il centro ha una superficie dicirca 160 metri quadrati e al suointerno ci sono sette stanze e relati-vi servizi. Gli ospiti del centro ven-

gono coinvolti quotidianamente indiverse attività che vanno dalla pit-tura al teatro, dalla cura dell’ortoall’ippoterapia, dalla piscina allapet-therapy. «Siamo particolarmen-te orgogliosi di questo intervento –ha dichiarato il presidente dell’EnteCassa di Risparmio di Firenze,Michele Gremigni – perché investeuno dei settori a cui la nostraIstituzione guarda da sempre conparticolare attenzione per la gran-de rilevanza sociale che esso ha».L’Aiaba è una delle principali orga-nizzazioni italiane dedicate all’assi-stenza dei ragazzi autistici. È attivadal oltre quarant’anni e dal 1970gestisce un centro diurno aSettignano in provincia di Firenze.

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welfare

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2011

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NON PROFIT: SETTORE FRAMMENTATOMA DI GRANDE UTILITÀ SOCIALE Mentre l’Agenzia per le Onlus (organizzazioni non lucrative di utilitàsociale) cambia il proprio nome in Agenzia per il Terzo Settore (Dpcm51 del 26 gennaio 2011), esprimendo anche nel nome l’allargamentodelle proprie competenze e attività di vigilanza, un’indagine svolta nelmaggio scorso da GfK Eurisko, per l’Istituto Italiano della Donazione,rivela che solo il 17% dei donatori sa che cosa sia il terzo settore, nono-stante la rilevazione sia stata fatta su un campione selezionato, rappre-sentativo di quel segmento di italiani che nel corso dell’anno hanno fattoalmeno una donazione a un’organizzazione non profit. É proprio il concetto di non profit, invece, quello che risulta più chiaroai 500 intervistati, che lo considerano identificativo del terzo settore: un

mondo che viene percepi-to come molto frammen-tato ma di sicura utilitàsociale. I donatori italiani,infatti, ritengono che laframmentazione dei sog-getti che lo compongonosia eccessiva (per il 49%lo è molto o moltissimo),che ci siano spesso ineffi-cienze (per il 43%), che lacompetizione fra le varieorganizzazioni per l’otte-nimento dei fondi sia forte

(per il 46%). Peraltro si tratta di un settore considerato depositario ditanti valori positivi, che si traducono in interventi fondamentali per lasocietà. Si parla di solidarietà e altruismo, intesi come spinte nobili a faredel bene; di aiuto nei confronti delle categorie più deboli; di beneficen-za, indicata come donazione di tempo o di denaro; di efficacia, concre-tezza, operatività, perché - dicono gli intervistati - il non profit intervie-ne là dove c’è un bisogno reale. Infine è apprezzata la presenza capilla-re sul territorio, che porta le organizzazioni non profit ovunque, sia alivello nazionale che internazionale. Il numero di donatori italiani è,però, diminuito di anno in anno a partire dal 2003, salvo un picco posi-tivo (31%) registrato nel 2005-2006 (conseguenza della solidarietà allepopolazioni colpite dallo tsunami nel dicembre 2004), come si evincedall’ultima rilevazione Sinottica GfK Eurisko. Essa segnala che nel 2010solo il 24% dei nostri connazionali (dai 15 anni in su) ha fatto almenouna donazione nel corso dell’anno, diminuendo di tre punti percentualirispetto al 2009, soprattutto a carico dei donatori saltuari. Un mondo pieno di vitalità, dunque, ma anche con qualche difficoltà,quello del non profit in Italia; comunque portatore di grande senso civi-co e capace di coinvolgere tanti italiani, non solo come operatori, ma

anche come donatori! Ad esso è dedicata l’Agenzia per il Terzo settore,che fu istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel2000 con il nome di Agenzia per le Onlus. Il 13 giugno scorso il suo pre-sidente, Stefano Zamagni, ha presentato a Roma il Libro bianco sulTerzo settore (editrice il Mulino), che fornisce una rappresentazionepuntuale dell’evoluzione di questa realtà e dei fattori che più di altririsultano propulsivi per il suo futuro, trattandoli da un punto di vista alcontempo analitico e propositivo. Nel corso del suo intervento Zamagniha anche richiesto il rapido completamento dell’iter legislativo che por-terà alla riforma del Titolo secondo del Libro primo del Codice civile(toccherà tutti i soggetti non lucrativi) e la razionalizzazione della fisca-lità relativa alle donazioni, affinché venga stabilizzato il meccanismo del5‰ e siano favorite le donazioni con un regime fiscale di vantaggio peril donatore, progressivo in base al parametro “più dai, meno versi”.

Il Terzo Settore dalla A alla ZParole e volti del non profitA cura dell’Agenzia per il Terzo settoreEditrice San Raffaele, pag. 448, € 48

In quarta di copertina il volume riporta leparole di Italo Calvino nel Barone Rampante,in cui si esaltano le virtù delle associazioni,le quali “mettono in risalto le doti miglioridelle singole persone” e consentono “divedere quanta gente c’è onesta e brava ecapace e per cui vale la pena di volere cosebuone”, al contrario di quanto non accadastandosene da soli. Una scelta, questa, chepare quanto mai opportuna per avvicinare illettore al senso reale di quel variegato mondodel non profit, fatto di acronimi spesso di nonfacile decodifica, di leggi ancora più compli-cate, ma soprattutto di uomini e donne che si impegnano ogni giorno perintervenire con gratuità in tanti settori d’interesse collettivo. Il cuore dellibro è un dizionario ragionato di 120 parole chiave, ricco di esempi con-creti e di citazioni illustri, oltre che di richiami alla normativa corrente ealle fonti bibliografiche e web di riferimento. Ma ci sono anche appro-fondimenti sull’evoluzione storica alla base del terzo settore, le prospet-tive che gli si aprono di fronte, e 21 brevi biografie di persone che, diret-tamente o indirettamente, hanno fatto del non profit la propria vocazio-ne, ponendo le fondamenta di una realtà sempre più ricca e vivificanteper la coscienza comune del nostro Paese.

I ragazzi, i volontari e il mare: sonoquesti i tre ingredienti della straordi-naria avventura di Nave Italia, unbrigantino a vela che naviga lungo lecoste del nostro Paese e permetteogni anno ad oltre mille ragazzi divivere l’avventura del mare.L’iniziativa è nata dall’inedito incon-tro di Marina Militare e Yacht ClubItaliano, che hanno creato la Fon-dazione Tender To Nave Italia, conle Fondazioni di origine bancaria e leorganizzazioni di volontariato. Essasi basa su una metodologia che con-sente a ragazzi portatori di disabilitàpsicofisiche e adolescenti resi fragilidal disagio familiare o sociale divivere il mare da vicino, navigando avela per cinque giorni lungo le costedel Tirreno e dell’Adriatico, in unaesperienza che ha obiettivi terapeuti-ci e formativi. La navigazione a vela,infatti, è unica per efficacia nell’inse-gnare regole di convivenza, rispettodegli altri e dell’ambiente, limiti epregi di ciascuno e di se stessi.Un’efficacia misurata con specifici

indicatori, come il livello di autosti-ma, che la vita di bordo può rapida-mente modificare. I ragazzi coinvol-ti nell’iniziativa sono selezionati daorganizzazioni di volontariato ope-ranti in tutta Italia nel settore dell’as-sistenza ai disabili e nella prevenzio-ne del disagio giovanile. Quest’anno,in occasione del centocinquantesimoanniversario della Unità d’Italia, lanave, partita il 27 aprile da Genova,sta circumnavigando l’intera Peni-sola. Da quando nel 2007 laFondazione Tender to Nave Italia haavviato la propria attività i progettisono costantemente cresciuti in qua-lità e numero. Nel solo 2010 sonostati portati a termine 44 progetti, dicui 27 a bordo di Nave Italia, chehanno coinvolto 1.350 ragazzi e 240specialisti di 69 tra scuole, ospedalie organizzazioni del terzo settore.Nave Italia è il più grande briganti-no a vela del mondo (m 61 x 9). Èstato costruito nel 1993, rispettandofedelmente la struttura di una navedel XIX secolo.

Salpa la solidarietà

42%

25%

24%

7%3%

ass. non profit

ass. volontariato

banche

soc. servizi

non sa

I donatori italiani identificano il Terzo settore con:

Fonte: GfK Eurisko, I donatori italiani e il Terzo settore, 2011

Le città toccate da Nave Italia nel 2011 sono: La Spezia, 19 maggio;Civitavecchia, 27 maggio; Gaeta (Lt), 4 giugno; Cetraro (Cs), 11giugno; Corigliano (Cz), 18 giugno; Gallipoli (Le), 25 giugno;Manfredonia (Fg), 2 luglio; Termoli (Cb), 9 luglio; Venezia, 16luglio; Trieste, 23 luglio; Chioggia (Ve), 29 luglio; Catania, 10 set-tembre; Trapani, 17 settembre; S. Antioco (Ca), 24 settembre;Olbia (Ss), 1 ottobre.

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Quest’anno la rivista Fondazioni accoglie nell’ultima pagina di ogni numero una campagna di promozione del volontariato, scelta fra tutte quelle che ciperverranno, all’indirizzo [email protected], possibilmente con un’immagine in formato jpeg, di almeno 300 dpi e una dimensione di 21x29 cm.

Le Fondazioni di origine bancaria sono un pilastro del terzo settore euna delle principali fonti di risorse per il volontariato in Italia.