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tecniche, procedure, metodi adeguati ed espliciti che ci consen- tono di capire cosa ha funzionato e cosa è da migliorare, cosa è stato apprezzato dai discenti e dalla struttura organizzativa, e cosa è da cambiare. I partecipanti saranno messi in grado di comprendere gli approcci e gli strumenti di base per la valuta- zione identificando le differenze fra i vari modelli di valutazione della formazione (gerarchico, sistemico ecc.). Saranno forniti elementi in grado di fare acquisire ai partecipanti un livello di padronanza di base nella costruzione e analisi di un sistema di monitoraggio e valutazione della formazione. MODULO L IDENTITÀ PROFESSIONALE DEL FORMATORE E DELLE ALTRE FIGURE PROFESSIONALI DELLA FORMAZIONE Nel modulo saranno sviluppati gli elementi che consentano ai partecipanti di conoscere l’articolazione dei profili professionali, identificandone le specificità e le caratteristiche nel contesto formativo. In particolare, per il ruolo di formatore, sarà appro- fondito l’aspetto relazionale con l’aula, favorendo una presa di coscienza della complessità dell’azione. Al termine del per- corso i partecipanti saranno in grado di comprendere gli aspetti collegati all’identità professionale del formatore, le mo- dalità con cui si percepisce il proprio ruolo e la propria mission, rispetto alle specifiche del contesto organizzativo nel quale si opera. Inoltre nel corso saranno evidenziate le criticità relazio- nali nello svolgimento del ruolo del formatore, come comuni- care, controllare le proprie ansie, gestire i processi di gruppo e interpersonali, gestire la situazione didattica ecc. MODULO LE METODOLOGIE DIDATTICHE Per rendere più efficace la formazione è necessario fare evolvere le modalità tradizionali di fare formazione attraverso l’uso di metodologie formative innovative, di tipo esperienziale, con an- che l’utilizzo delle nuove tecnologie per la didattica. Una gamma molto ampia di metodologie può essere combinata tra di loro in un’ottica di integrazione per creare un’esperienza formativa; l’efficacia complessiva non sarà la semplice somma delle singole attività, ma il risultato della combinazione dei vantaggi di ciascun metodo. I partecipanti a questo modulo sperimenteranno le di- verse metodologie didattiche tradizionali e innovative (role pla- ying, simulate, outdoor training, teatro d’impresa, learning by doing, brain storming, case study ecc.) in modo da collegare i differenti stili di apprendimento e metodologie da utilizzare al- l’interno dei progetti formativi. Inoltre, saranno in grado di com- prendere le dinamiche che si determinano all’interno di un con- testo formativo con l’uso di metodologie innovative. MODULO LA GESTIONE DEI GRUPPI Il modulo ha la finalità di affrontare il tema del gruppo e del la- voro di gruppo. Una ricca letteratura ha sottolineato le peculiarità proprie del gruppo sia nella formazione che nelle organizza- zioni. Nella nostra organizzazione si dà per scontata la facilità di lavorare in gruppo senza tenere conto della dimensione so- ciale/relazionale che spesso può inficiare i risultati del lavoro. Si rischia in questo modo di vanificare il carattere socio-cognitivo dei vantaggi che il confronto delle idee e dei punti di vista por- tano nel lavorare in gruppo. Un ruolo fondamentale deriva dal modo in cui viene concepita la gestione degli aspetti relazionali nel gruppo e del rapporto fra relazione e compito. Imparare a “stare”, a lavorare in gruppo e a gestire un gruppo è un ap- prendimento che si può realizzare in formazione. Nel modulo vengono, perciò, illustrati gli aspetti teorici e gli elementi di vita del gruppo, le sue fasi evolutive, le sue dinamiche, gli indicatori del clima del gruppo, le dinamiche di competizione e di coo- perazione e le principali modalità di gestione dei gruppi. Nei mesi di aprile e maggio 2018 sono stati effettuati i primi due moduli del percorso formazione formatori CGIL in Toscana e in Calabria. Caterina Vaiti e Laura Valteroni in qualità di Re- sponsabili della formazione rispettivamente della Calabria e della Toscana hanno costruito le aule, scegliendo con molta cura i partecipanti, garantendo tutta la parte logistica e hanno dato il loro contributo con la presenza e la partecipazione a tutte le giornate del percorso. In questo modo è stato possibile avere la presenza di 25 compagne e compagni ai corsi di formazione formatori. Questi sono stati realizzati con il contributo per attività di docenza e/o tutoraggio di Giancarlo Spaggiari, Bruna Cos- sero, Cristiana Ricci, Massimiliano D’Alessio, Paola Chiorrini e Stefano Vanni, che ha svolto anche il ruolo di coordinatore del progetto. Al termine del secondo modulo del percorso i parteci- panti hanno progettato e successivamente realizzato, con la su- pervisione dei formatori Senior, le giornate di formazione di base per RSU alle quali hanno dato i titoli “Buona la prima” (To- scana) e “Sapere, formare, essere” (Calabria). Nella regione Toscana sono stati effettuati tre corsi nei territori di Grosseto, Prato e Lucca. Nella regione Calabria sono stati effettuati due corsi nei territori di Cosenza e Reggio Calabria. Il terzo corso per la Calabria sarà realizzato dopo il congresso. I corsi sono stati svolti con l’impegno degli stessi formatori che avevano par- tecipato al percorso di formazione, e che, svolgendo i diversi ruoli (Docente Tutor e Responsabile Organizzativo del corso) hanno consentito che si portasse a compimento la formazione di base per oltre 90 delegati. L a CGIL nazionale con la costituzione del Coordi- namento Nazionale della Formazione CNF si è data l’obiettivo di realizzare, attraverso un inve- stimento costante nella Formazione per Formatori, un sistema che consenta di “dotare di infrastrutture formative le strutture più deboli, con un progetto condiviso e so- lidale”. A questo scopo è stato costituito un gruppo di lavoro, con l’obiettivo di coordinare un Progetto di formazione formatori della CGIL. Il gruppo di lavoro ha definito tre orientamenti: NECESSITÀ DI PREDISPORRE UN PROGETTO DI FORMAZIONE FORMATORI AD HOC Si è convenuto sull’esigenza che la progettazione di un percorso formativo per i formatori dovesse essere basata sulle specificità della nostra organizzazione. Sarebbe stato infatti sbagliato fare una traslazione automatica di modelli per la formazione formatori predisposti e sperimentati in contesti aziendali. Inoltre, il percorso formativo doveva tenere conto del fatto che le realtà organizzative sono quelle che hanno maggiore necessità di questo intervento, avendo minori esperienze in campo forma- tivo. Questo significava che era necessario ridurre all’essenziale i contenuti dell’intervento di Formazione Formatori in modo da facilitare il percorso di apprendimento. IL CORSO FORMAZIONE FORMATORI DEVE ESSERE FINALIZZATO AD UNA SPERIMENTAZIONE DI UN CORSO DI BASE PER DELEGATI Il secondo aspetto condiviso dal gruppo è stata la finalizza- zione del percorso di formazione formatori. Questo significava che si doveva prevedere, insieme alla acquisizione degli aspetti teorici generali che riguardano la formazione, anche la progettazione e realizzazione di un corso di base per de- legati. Questo al fine di consentire ai partecipanti al corso una sperimentazione delle conoscenze e capacità acquisite nel percorso di formazione. Era necessario prevedere anche una attività di monitoraggio da parte del CNF sull’evoluzione di questo percorso con, eventualmente, la supervisione da parte di formatori Senior. NECESSITÀ DI ARTICOLARE I PROFILI DELLA FORMAZIONE Un altro elemento che è scaturito dal lavoro del gruppo è stato quello di cercare di superare un approccio che vedeva ricomposte, nella figura del formatore, le diverse figure pro- fessionali che presidiano il processo formativo. Questa ri- composizione determinava una figura molto complessa che spesso richiedeva, per essere completata, numerosi anni di studio e di esperienza sul campo. Riuscire ad evidenziare nel percorso di formazione formatori i diversi ruoli nella for- mazione significava ampliare il perimetro della partecipa- zione al percorso, offrendo ad ognuno dei partecipanti la possibilità di contribuire, in relazione alla propria posizione organizzativa, alla realizzazione dei corsi di formazione, a cominciare da quello di base per delegati. Questo ha reso necessario anche modificare il percorso classico di forma- zione formatori, superando la struttura articolata con moduli dedicati a fare comprendere le varie fasi del processo forma- tivo e a sviluppare competenze per presidiarle. 1 2 3 L’ESPERIENZA GIÀ REALIZZATA EDITCOOP IL PROGETTO FORMAZIONE FORMATORI DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLA FORMAZIONE CGIL REPORT 1 a TAPPA TOSCANA E CALABRIA

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tecniche, procedure, metodi adeguati ed espliciti che ci consen-tono di capire cosa ha funzionato e cosa è da migliorare, cosaè stato apprezzato dai discenti e dalla struttura organizzativa,e cosa è da cambiare. I partecipanti saranno messi in grado dicomprendere gli approcci e gli strumenti di base per la valuta-zione identificando le differenze fra i vari modelli di valutazionedella formazione (gerarchico, sistemico ecc.). Saranno fornitielementi in grado di fare acquisire ai partecipanti un livello dipadronanza di base nella costruzione e analisi di un sistema dimonitoraggio e valutazione della formazione.

MODULO • L’IDENTITÀ PROFESSIONALEDEL FORMATORE E DELLE ALTRE FIGUREPROFESSIONALI DELLA FORMAZIONE

Nel modulo saranno sviluppati gli elementi che consentano aipartecipanti di conoscere l’articolazione dei profili professionali,identificandone le specificità e le caratteristiche nel contestoformativo. In particolare, per il ruolo di formatore, sarà appro-fondito l’aspetto relazionale con l’aula, favorendo una presadi coscienza della complessità dell’azione. Al termine del per-corso i partecipanti saranno in grado di comprendere gliaspetti collegati all’identità professionale del formatore, le mo-dalità con cui si percepisce il proprio ruolo e la propria mission,rispetto alle specifiche del contesto organizzativo nel quale siopera. Inoltre nel corso saranno evidenziate le criticità relazio-nali nello svolgimento del ruolo del formatore, come comuni-care, controllare le proprie ansie, gestire i processi di gruppoe interpersonali, gestire la situazione didattica ecc.

MODULO • LE METODOLOGIE DIDATTICHE

Per rendere più efficace la formazione è necessario fare evolverele modalità tradizionali di fare formazione attraverso l’uso dimetodologie formative innovative, di tipo esperienziale, con an-che l’utilizzo delle nuove tecnologie per la didattica. Una gammamolto ampia di metodologie può essere combinata tra di loro inun’ottica di integrazione per creare un’esperienza formativa;l’efficacia complessiva non sarà la semplice somma delle singoleattività, ma il risultato della combinazione dei vantaggi di ciascunmetodo. I partecipanti a questo modulo sperimenteranno le di-verse metodologie didattiche tradizionali e innovative (role pla-ying, simulate, outdoor training, teatro d’impresa, learning bydoing, brain storming, case study ecc.) in modo da collegare idifferenti stili di apprendimento e metodologie da utilizzare al-

l’interno dei progetti formativi. Inoltre, saranno in grado di com-prendere le dinamiche che si determinano all’interno di un con-testo formativo con l’uso di metodologie innovative.

MODULO • LA GESTIONE DEI GRUPPI

Il modulo ha la finalità di affrontare il tema del gruppo e del la-voro di gruppo. Una ricca letteratura ha sottolineato le peculiaritàproprie del gruppo sia nella formazione che nelle organizza-zioni. Nella nostra organizzazione si dà per scontata la facilitàdi lavorare in gruppo senza tenere conto della dimensione so-ciale/relazionale che spesso può inficiare i risultati del lavoro.Si rischia in questo modo di vanificare il carattere socio-cognitivodei vantaggi che il confronto delle idee e dei punti di vista por-tano nel lavorare in gruppo. Un ruolo fondamentale deriva dalmodo in cui viene concepita la gestione degli aspetti relazionalinel gruppo e del rapporto fra relazione e compito. Imparare a“stare”, a lavorare in gruppo e a gestire un gruppo è un ap-prendimento che si può realizzare in formazione. Nel modulovengono, perciò, illustrati gli aspetti teorici e gli elementi di vitadel gruppo, le sue fasi evolutive, le sue dinamiche, gli indicatoridel clima del gruppo, le dinamiche di competizione e di coo-perazione e le principali modalità di gestione dei gruppi.

Nei mesi di aprile e maggio 2018 sono stati effettuati i primidue moduli del percorso formazione formatori CGIL in Toscanae in Calabria. Caterina Vaiti e Laura Valteroni in qualità di Re-sponsabili della formazione rispettivamente della Calabria edella Toscana hanno costruito le aule, scegliendo con molta curai partecipanti, garantendo tutta la parte logistica e hanno dato illoro contributo con la presenza e la partecipazione a tutte legiornate del percorso. In questo modo è stato possibile avere lapresenza di 25 compagne e compagni ai corsi di formazioneformatori. Questi sono stati realizzati con il contributo per attivitàdi docenza e/o tutoraggio di Giancarlo Spaggiari, Bruna Cos-sero, Cristiana Ricci, Massimiliano D’Alessio, Paola Chiorrini eStefano Vanni, che ha svolto anche il ruolo di coordinatore delprogetto. Al termine del secondo modulo del percorso i parteci-panti hanno progettato e successivamente realizzato, con la su-pervisione dei formatori Senior, le giornate di formazione dibase per RSU alle quali hanno dato i titoli “Buona la prima” (To-scana) e “Sapere, formare, essere” (Calabria). Nella regioneToscana sono stati effettuati tre corsi nei territori di Grosseto,Prato e Lucca. Nella regione Calabria sono stati effettuati duecorsi nei territori di Cosenza e Reggio Calabria. Il terzo corsoper la Calabria sarà realizzato dopo il congresso. I corsi sonostati svolti con l’impegno degli stessi formatori che avevano par-tecipato al percorso di formazione, e che, svolgendo i diversiruoli (Docente Tutor e Responsabile Organizzativo del corso)hanno consentito che si portasse a compimento la formazionedi base per oltre 90 delegati.

La CGIL nazionale con la costituzione del Coordi-namento Nazionale della Formazione CNF si èdata l’obiettivo di realizzare, attraverso un inve-stimento costante nella Formazione per Formatori,un sistema che consenta di “dotare di infrastrutture

formative le strutture più deboli, con un progetto condiviso e so-lidale”. A questo scopo è stato costituito un gruppo di lavoro,con l’obiettivo di coordinare un Progetto di formazione formatoridella CGIL. Il gruppo di lavoro ha definito tre orientamenti:

NECESSITÀ DI PREDISPORREUN PROGETTO DI FORMAZIONEFORMATORI AD HOC

Si è convenuto sull’esigenza che la progettazione di un percorsoformativo per i formatori dovesse essere basata sulle specificitàdella nostra organizzazione. Sarebbe stato infatti sbagliatofare una traslazione automatica di modelli per la formazioneformatori predisposti e sperimentati in contesti aziendali. Inoltre,il percorso formativo doveva tenere conto del fatto che le realtàorganizzative sono quelle che hanno maggiore necessità diquesto intervento, avendo minori esperienze in campo forma-tivo. Questo significava che era necessario ridurre all’essenzialei contenuti dell’intervento di Formazione Formatori in modo dafacilitare il percorso di apprendimento.

IL CORSO FORMAZIONE FORMATORI DEVE ESSEREFINALIZZATO AD UNA SPERIMENTAZIONEDI UN CORSO DI BASE PER DELEGATI

Il secondo aspetto condiviso dal gruppo è stata la finalizza-zione del percorso di formazione formatori. Questo significavache si doveva prevedere, insieme alla acquisizione degli

aspetti teorici generali che riguardano la formazione, anchela progettazione e realizzazione di un corso di base per de-legati. Questo al fine di consentire ai partecipanti al corsouna sperimentazione delle conoscenze e capacità acquisitenel percorso di formazione. Era necessario prevedere ancheuna attività di monitoraggio da parte del CNF sull’evoluzionedi questo percorso con, eventualmente, la supervisione daparte di formatori Senior.

NECESSITÀ DI ARTICOLAREI PROFILI DELLA FORMAZIONE

Un altro elemento che è scaturito dal lavoro del gruppo èstato quello di cercare di superare un approccio che vedevaricomposte, nella figura del formatore, le diverse figure pro-fessionali che presidiano il processo formativo. Questa ri-composizione determinava una figura molto complessa chespesso richiedeva, per essere completata, numerosi anni distudio e di esperienza sul campo. Riuscire ad evidenziarenel percorso di formazione formatori i diversi ruoli nella for-mazione significava ampliare il perimetro della partecipa-zione al percorso, offrendo ad ognuno dei partecipanti lapossibilità di contribuire, in relazione alla propria posizioneorganizzativa, alla realizzazione dei corsi di formazione, acominciare da quello di base per delegati. Questo ha resonecessario anche modificare il percorso classico di forma-zione formatori, superando la struttura articolata con modulidedicati a fare comprendere le varie fasi del processo forma-tivo e a sviluppare competenze per presidiarle.

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L’ESPERIENZAGIÀ REALIZZATA

EDITCO

OP

IL PROGETTOFORMAZIONE FORMATORIDEL COORDINAMENTO NAZIONALEDELLA FORMAZIONECGIL

REPORT 1a TAPPA TOSCANA E CALABRIA

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I PROFILI PROFESSIONALIDELLA FORMAZIONENELLA CGIL

IL RESPONSABILE DELLA FORMAZIONE

Il responsabile della formazione presidia tutte le attivitàconnesse alla pianificazione dell’attività formativa e defini-sce la politica e gli obiettivi generali della formazione. Hail compito di analizzare le tendenze dei macro-bisogni for-mativi, di definire le priorità e le strategie di intervento, dipianificare la programmazione, presidiando e valutandol'attività formativa svolta.

IL FORMATORE

Il formatore è un esperto in processi di apprendimento degliadulti, con la capacità di essere facilitatore nello sviluppodelle competenze dei partecipanti ad un corso, attraversol’utilizzo di metodologiche adeguate e in coerenza con gliobiettivi didattici definiti.

IL DOCENTE

Il docente è un esperto di contenuti. In ambito formativosvolgere questo ruolo comporta una completezza di capa-cità poiché, per essere un buon docente, non è sufficienteavere solo la padronanza della materia, ma è necessarioconoscere i metodi per gestire l’aula, per suscitare l’interessee la motivazione dei partecipanti e saper comprendere leloro specificità ed i loro bisogni.

IL RESPONSABILE ORGANIZZATIVODEL CORSO

Il Responsabile organizzativo del corso svolge l’attività disupporto per i soggetti in formazione, fornisce informazionisul corso, sui materiali didattici e su tutte le procedure escadenze del corso, rileva le esigenze dei partecipanti e leeventuali criticità delle attività didattiche, ha cura delle re-lazioni fra i docenti/formatori che intervengono nelle attivitàformative. In sostanza, sa organizzare l'attività formativa,reperisce le attrezzature didattiche, predispone le aule for-mative e gestisce la modulistica di riferimento (registro pre-senze, schede, questionari di gradimento).

L’ANALISTA - PROGETTISTA

L’Analista - Progettista di formazione, sulla base della rile-vazione delle conoscenze e delle abilità necessarie allosvolgimento di determinate attività, elabora percorsi forma-tivi che permettano di unire competenze e motivazione,considerando le esigenze dell’organizzazione, insieme aquelle dei componenti a cui il corso è indirizzato (target).Si tratta dunque di una figura professionale in grado di ef-fettuare una diagnosi dei fabbisogni, di progettare e rea-lizzare, valutare e valorizzare diversi interventi formativisecondo la tipologia di utenza, gestendo diversi percorsiin relazione ai diversi contesti organizzativi.

IL TUTOR

Il ruolo del tutor può variare a seconda dei contesti forma-tivi e delle esigenze di apprendimento. Può essere indivi-duata tra le sue funzioni fondamentali quella di offrire unaiuto e un supporto a coloro che partecipano al percorsodi apprendimento (formatori, docenti e partecipanti).Nell’ambito del suo intervento nei gruppi in apprendimentopuò svolgere ruolo di osservatore, facilitatore, motivatore,o essere incaricato di presidiare il tempo di lavoro, il ri-spetto delle consegne, l’uso di metodologie, le dinamicherelazionali ecc.

I. Il primo aspetto è conseguente alla specificità di questomodello formativo. In questo percorso si potrà avere una parte-cipazione variabile in modo strutturato. Potrà ad esempio ac-cadere che un/a compagno/a, se si candida a fare il respon-sabile organizzativo del corso, sia impegnato a parteciparesolo al primo modulo. Avere una presenza alternata di soggettidiversi nei vari moduli avrà effetto sul gruppo e sulle sue dina-miche che dovranno essere presidiate.

II. Il Secondo aspetto è la finalizzazione del precorso diformazione formatori. Nei primi moduli è stato previsto di fornireai partecipanti, insieme alla acquisizione degli aspetti teoricigenerali che riguardano la formazione, anche gli elementi checonsentano di avere le conoscenze necessarie alla progettazionee realizzazione di un corso di formazione di base per i delegatiRSU in affiancamento. Non si poteva aspettare il completamentodel percorso per avere una traduzione pratica di quanto appreso.Questa scelta avrebbe determinato un tempo di attesa troppolungo, con il rischio di far perdere ai partecipanti il significatodel corso, oltre alla motivazione. Inoltre scomporre e realizzareil corso di base RSU in più giornate rendeva possibile analizzare,durante il corso formazione formatori, l’esperienza ”sul campo“dei partecipanti, inserendo nuovi contenuti specialistici e adat-tando i singoli moduli alle esigenze che si manifestavano.

MODULO • IL SETTING FORMATIVODALLE FASI INZIALI DEL CORSOALLA LEZIONE E AI LAVORI DI GRUPPO

Il primo modulo ha l’obiettivo di far acquisire ai partecipantitutte le conoscenze necessarie al fine di favorire l’apprendi-mento dei partecipanti nei contesti formativi: dalla predisposi-zione del setting formativo (strutturazione logistica, strumentididattici) alle fasi iniziali di un percorso formativo, ad una ri-flessione sulle differenze fra modello scolastico e modello for-

mativo fino ad arrivare alla conoscenza e all’utilizzo di duemetodologie didattiche tradizionali come la lezione e i lavoridi gruppo, evidenziandone l’efficacia e i limiti.

MODULO • ELEMENTIDI PROGETTAZIONE DIDATTICA

Il secondo modulo ha l’obiettivo di fornire competenze elementarisulla progettazione e la didattica. Nell’ambito di questo moduloi partecipanti useranno i 2/3 del tempo del corso per realizzarela progettazione di una giornata di un corso di formazione dibase per delegati. Ovviamente l’approfondimento specificosulla diagnosi dei fabbisogni e la progettazione formativa e di-dattica saranno effettuati nel modulo specifico. Fra la fine delsecondo e l’inizio del terzo modulo i partecipanti saranno im-pegnati a realizzare in affiancamento la giornata formativa delcorso di formazione per delegati che hanno progettato.

MODULO • IL PROCESSO DI FORMAZIONE,IL RAPPORTO FORMAZIONE ORGANIZZAZIONEE LA DIAGNOSI DEI FABBISOGNI

Questo modulo è dedicato ad affrontare le problematiche tipichedella relazione committente/consulente in una organizzazionedi rappresentanza di interessi. L’obiettivo è quello di fare acquisireai partecipanti tutte le conoscenze necessarie relative alle diversefasi del processo formativo e ai diversi modelli di analisi deifabbisogni formativi, in modo da riuscire a fare sintesi fra i biso-gni espressi dagli individui (in termini di competenze e motiva-zioni) e il sistema di attese reciproche tra organizzazione e sog-getti che la compongono. Inoltre, saranno evidenziati i problemiconnessi alla relazione con il committente, in modo da contribuirea rilevare i fabbisogni e le esigenze formative latenti e non di-rettamente percepibili dal sistema organizzativo.

MODULO • LA PROGETTAZIONE FORMATIVAE QUELLA DIDATTICA

Questo modulo è dedicato alla progettazione formativa e aquella didattica, in tutti i suoi aspetti e nei vari contesti formativiin cui questa attività si realizza. In particolare, saranno svilup-pati: la differenza fra gli obiettivi organizzativi e gli obiettiviformativi e didattici come primo passo per realizzare una pro-gettazione efficace e la differenza fra modello lineare e mo-dello circolare nella progettazione formativa e didattica. Inoltre,saranno forniti elementi per organizzare le sequenze didattichecoerenti con gli obiettivi di tipo cognitivo e comportamentali,identificando allo stesso tempo i criteri da rispettare nella pro-gettazione (articolazione temporale, obiettivi, contenuti ecc.).

MODULO • IL MONITORAGGIOE LA VALUTAZIONE DELLA FORMAZIONE

La valutazione è uno degli aspetti più complessi e sofisticati delprocesso formativo; la valutazione è parallela a tutta la faseprogettuale, da quella costitutiva, a quella realizzativa, alla finedel percorso, ex post e a distanza. Per valutazione si intende“la costruzione di un giudizio di valore”, che avviene mediante

A E

B

C

D

Analizzare i profili professionali che vengono utilizzati nella nostra organizzazione è complicato, viste lediversità di situazioni che rileviamo nei diversi contesti. Partendo dalla “media” delle attività svolte nel-l’ambito dei processi formativi realizzati nella nostra organizzazione, era possibile ricondurle ad almeno6 figure professionali, identificando per ognuna le possibili attività:

LA FORMAZIONEFORMATORI

Sulla base delle impostazioni sopra delineate èstato previsto un percorso di formazione formatoriarticolato in 8 moduli di tre giornate ciascuno, dasvilupparsi nell’arco di 20-30 mesi (circa 4 moduli

per ogni anno, in rela-zione alle esigenze deipartecipanti). A questoscopo è stato creato ungruppo di progetto ab-bastanza ristretto, cheorganizza i singoli mo-duli tenendo conto didue aspetti importanti:

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